Sul cartello c’è scritto in diverse lingue che si tratta del “fiume più corto del mondo”. In realtà non è così perchè negli ultimi anni sono stati conteggiati dei concorrenti asiatici che si sono fregiati il primato e i primi posti della classifica mondiale. Ma al nostro piccolo fiume è rimasto lo scettro di indiscusso fiume più corto d’Italia. Vediamo qual è e dove si trova.
Il “fiume più CORTO del mondo” è a un paio d’ore da Milano
# Il fiume Aril è lungo 175 metri
Credits: latitudeslife.com
Sulla sponda nord-orientale del Lago di Garda si trova Cassone, una piccola frazione del comune di Malcesine, in provincia di Verona. La piccola località è celebre perchè è percorsa dal fiume Aril, il più corto d’Italia, in tutti i suoi 175 metri di lunghezza che, fino a qualche anno fa, gli attribuivano il primato di fiume più corto del mondo.
# Dall’Indonesia alla Norvegia via Georgia. I nuovi fiumi più corti del mondo
Credits: tripadvisor.com
Ma da qualche anno nuovi concorrenti lottano per accaparrarsi i primi posti nella classifica dei fiumi più corti del Mondo. Il fiume Tamborasi in Indonesia e il Kovasselva in Norvegia si aggiudicano il primo posto a pari merito grazie ai 20 metri di lunghezza che li contraddistinguono. A seguire troviamo invece il fiume Reprua, situato in Abcasia, in Georgia. 27 metri di corso d’acqua. Troppo lungo per puntare al primato.
# Il fiume Aril resta il più corto d’Italia (e conserva il cartello di più corto del mondo)
Credits: lastampa.it
Il cartello però è sempre al suo posto a proclamare il suo primato internazionale. E “il fiume più corto del mondo” prosegue la sua piccola corsa senza curarsi degli attacchi di quegli insignificanti piccoli torrenti d’Oriente.
Nel centro di Milano c’è uno spicchio di Barcellona.
BERRI MEREGALLI, il palazzo più eclettico di Milano
Si tratta del Palazzo Berri Meregalli in via Cappuccini 8, capolavoro dell’architetto Giulio Ulisse Arata inaugurato nel 1914.
Il Palazzo è un museo di stili diversi a cielo aperto. L’Eclettismo di Arata ha mischiato generi differenti, come il romanico dei mattoni a vista e degli archi, il Gotico, il Rinascimento e il tardo stile Liberty degli affreschi e dei ferri battuti a riccio del maestro Mazzucotelli.
Se si attraverso la cancellata in ferro battuto che ricorda la grata di un castello medievale, si accede a uno spettacolare androne fatto di marmi e mosaici multicolori che sembra di essere in una cattedrale bizantina.
In fondo all’ingresso si trova una scultura di Adolfo Wildt, la Vittoria Alata: una testa di donna con un velo e un paio di ali.
Breaking News comunicata direttamente dal sindaco. Il centro di Milano sarà chiuso alle auto. Non solo: si tratta di una prima mossa: “Iniziamo col centro, ma poi ci allargheremo”.
Il CENTRO di MILANO sarà SENZ’AUTO: fissata la DATA
Credits alessiobazzani.eu IG – Beppe Sala
# Sala: “Centro chiuso alle auto entro primo semestre 2024”
19 ottobre. L’annuncio di Sala: entro metà 2024 stop alle auto in centro a Milano. Dopo la richiesta del Municipio 1 di chiudere il centro alle auto dei non residenti, il sindaco accelera sulla corsia di sorpasso. Centro chiuso? Anche alle auto dei residenti.
# “Cercare di cambiare le cose non è per l’elite, per i radical chic ma è per tutti”
Credits Andrea Cherchi – Simone Lunghi in bicicletta
Obiettivo è di “spingere per un città meno inquinante“. Ha svelato la nuova iniziativa “contro le auto”, lo stesso sindaco a margine di “Il Verde e il Blu Festival” che si sta svolgendo a Milano.
“Il cambiamento non è un’utopia”, sono le parole del sindaco, “cambiare il modello di
sviluppo non è un’utopia ed è qualcosa di molto milanese. Il problema è, quale sviluppo? È chiaro che la transizione richiede impegno, e bisogna pensare ovviamente a chi è in difficoltà quando si prendono decisioni, ma cercare di cambiare le cose non è per l’elite, per i radical chic, ma è per tutti. Noi, come Milano, dobbiamo essere pionieri e avere il coraggio e il buonsenso di fare le cose” le parole del sindaco. Che poi svela che si tratta solo di una tappa di un percorso più ambizioso.
# “Iniziamo col centro, ma poi ci allargheremo”
Credits IgorSaveliev-pixabay – In bici a Milano
“Noi vogliamo chiudere al traffico privato il centro di Milano entro il primo semestre del 2024. Perché lo facciamo? Perché la realtà cittadina è di shopping, ma puoi entrare con i taxi, con i mezzi pubblici. Iniziamo col centro, ma poi ci allargheremo. A chi dice che con l’area B non è diminuito il traffico in città, voglio dire che è vero che il calo è stato solo del 2/3%, ma è cambiato il 7/8% della tipologia di vetture che entrano in città, ora meno inquinanti” ha concluso Sala.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
Lo sconfortante botta e risposta tra Fontana e Sala sull’autonomia differenziata: entrambi citano la Costituzione ignorando che è proprio la Costituzione Italiana a consentire a Milano di diventare come una regione.
MILANO può diventare una REGIONE a sè, ma FONTANA e SALA NON lo SANNO
# Il botta e risposta tra Fontana e Sala sull’autonomia differenziata
Relatori You Next Milano
Nel corso del convegno promosso da Assolombarda ‘Your Next Milano’ sul futuro di Milano, tenutosi nella Sala Alessi a Palazzo Marino il 18 ottobre 2023, Attilio Fontana e Beppe Sala sono intervenuti nel panel intitolato “Attrattività e competitività di Milano oltre i propri confini”. Il dibattito si è animato sull’autonomia differenziata, da un lato la rivendicazione del tema da parte Presidente di Regione Lombardia e dall’altro l’osservazione del Sindaco di Milano che ci vorrebbe più attenzione all’autonomia locale in generale e soprattutto delle città metropolitane.
# Fontana: “Milano è una punta di diamante perché ha intorno la Lombardia”
Queste le parole di Fontana: “Milano è una punta di diamante perché ha intorno la Lombardia, un tessuto molto produttivo e pulsante pieno di iniziative e voglia di fare. Il vero obiettivo che portiamo avanti è quello di favorire non una città che è al centro ma una città diffusa, una Smartland, dove ci siano collegamenti e servizio anche nelle zone più remote della regione. Questo è l’obiettivo che dobbiamo avere”.
# La replica di Sala: “Poca attenzione su Milano”
Beppe Sala IG
La replica di Sala: “Milano è vero che brilla perché c’è anche la Lombardia ma intanto brilla e però ha poca attenzione. Sul trasporto pubblico locale questo governo parla del merito e noi negli ultimi anni lo sviluppiamo aumentando i chilometri coperti ma abbiamo avuto il 10% in meno di risorse“.
# La balla di Fontana: Per dare più autonomia a Milano “bisogna cambiare la Costituzione”. Ma il sindaco non replica
Credits: gazzetta.it – Sala e Fontana
Sulla riforma dell’autonomia il Sindaco aggiunge che “parla solo di Regioni” e in risposta a Fontana che gli fa notare che “è l’unica prevista dalla Costituzione”, replica che “sarà anche l’unica prevista ma non è giusta secondo me, posso dire che non è giusto il modello? Si parla solo di Regioni e non si affronta il tema dell’autonomia delle città metropolitane”.
La chiusura di Fontana: “Iniziamo a fare l’autonomia regionale io sono favorevole ad altri tipi di autonomia ma bisogna cambiare la Costituzione e se dobbiamo cambiarla non lo facciamo in due giorni. Intanto facciamo quella regionale”.
Fonte: Ansa
# Milano ha ogni diritto di diventare una regione a sé: lo dice proprio la Costituzione (art.132)
la regione urbana di Milano secondo l’OCSE
Triste, sconfortante e preoccupante che le due più importanti cariche amministrative in Regione Lombardia non sappiano che Milano potrebbe già rendersi autonoma diventando una regione a sé. Lo dice proprio la Costituzione Italiana, al contrario di quanto hanno affermato durante il loro dibattito, ed è una battaglia che Milano Città Stato porta avanti da anni.
All’art.132 è previsto infatti che “uno o più comuni di un territorio con una popolazione di almeno un milione di abitanti possa fare richiesta tramite referendum di essere trasformato in regione”: Milano esercitando un diritto previsto dalla Costituzione potrebbe così diventare la prima città-regione assimilabile alle città-stato internazionali.
Al momento questo processo è perseguibile dal Comune di Milano, anche se tutti i comuni della Città Metropolitana e oltre, possono aggregarsi alla richiesta di iniziativa popolare oppure chiedere successivamente di essere annessi all’ente. Lo dite voi a Sala e Fontana?
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
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“Ero arrivato alle 10.30, un’ora di anticipo”. Proprio per precauzione. Ma è stato inutile. Riceviamo la testimonianza e pubblichiamo le foto di M.Z.: Roma Termini, la mattina del 19 ottobre.
Un MILANESE e i TAXI di ROMA: lo CHOC dell’ATTESA INFINITA (IMMAGINI)
# Il vero viaggio inizia una volta arrivati a Roma
Ormai è cosa nota. Il vero viaggio non è il Frecciarossa Milano – Roma ma inizia una volta arrivati nella capitale. Per precauzione molti milanesi prendono il treno prima, come è il caso di M.Z. che ci ha inviato le immagini dell’esterno di Termini la mattina del 19 ottobre.
Roma, mattina del 19 ottobre. Foto di M.Z.
“Alle 10.30 non ci sarà da aspettare”. E invece… “Tutta coda, anche quella in fondo a serpentone”. Però c’è anche un barlume di organizzazione…
# L’addetto alla coda e il bagarino di auto private
Roma, mattina del 19 ottobre. Foto di M.Z.
Nel riquadro in verde c’è in maglia azzurro chiara “l’addetto alla coda. Non parla neppure l’italiano, ma solo il romano. Giuro”. Non solo. “C’è anche il bagarino che propone l’auto privata insultando chi preferisce il taxi. Non lo filmo sennò mi mena!”.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
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Il collegamento ferroviario con la galleria più lunga d’Italia.
MILANO-GENOVA in meno di un’ORA: l’ultima novità sui LAVORI
# 90,7 km di tunnel con la galleria ferroviaria più lunga in Italia
Terzo valico
Terzo Valico, Nodo ferroviario e scalo merci Campasso rientrano in un progetto unificato nel 2019 e del valore di quasi 7,4 miliardi di euro, che ha l’obiettivo di dare un colpo di acceleratore alla nuova ferrovia tra Genova e la valle del Po. Considerando anche le ulteriori opere in sotterraneo, il progetto unico Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova prevede la costruzione di 90,7 km di tunnel. La Galleria di Valico con i suoi 27 km sarà la galleria ferroviaria più lunga in Italia.
Lungo la rete ferroviaria del Terzo Valico dei Giovi si muoveranno merci e persone a 250 chilometri orari, favorendo i collegamenti tra le regioni del Nord Italia e dell’Europa. L’infrastruttura si inserirà poi nel corridoio Reno-Alpi, uno degli assi della rete strategica transeuropea di trasporto (TEN-T core network). Il nodo di Genova consentirà invece di separare i flussi di traffico tra treni regionali e treni a lunga percorrenza.
# Nel 2026 il transito dei treni su una canna sola
Credits webuildgroup IG – Terzo Valico
L’ultimo aggiornamento sui lavori arriva da Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture, che durante a Shipping Week che si è tenuta la scorsa settimana a Genova ha dichiarato: “Per il 2026 prevedo il transito dei treni probabilmente su una canna sola, come avvenuto ad esempio in Svizzera, visto che il problema è legato a problemi geologici sorti durante i lavori. Ma devono cambiare, e l’abbiamo già previsto a luglio scorso, i metodi di lavorazione. Nel senso che normalmente si scava e poi si fa l’andamento ferroviario. Ciò costa di meno. Invece sul Terzo Valico si manterrà un andamento ferroviario mentre si scava per ridurre di due anni i tempi“.
# Da Milano a Genova in meno di un’ora dal 2028
Credits: RFI – Quadruplicamento Milano Pavia
Il 2026 non sarà comunque l’anno in cui verrà ridotto il tempo di percorrenza in treno da Genova Principe a Milano Rogoredo da 1h e 39 minuti attuali a 53 minuti. Bisognerà infatti attendere il quadruplicamento della linea tra Tortona e Milano previsto per intero solo tra il 2027 e il 2028.
Acquistare un appartamento a Milano sta diventando una sfida per molti impossibile. Ma se si ampliano gli orizzonti si possono trovare ancora belle occasioni.
BELLE CASE con soli 60.000 EURO a Milano? Dove si possono trovare
# Dove andare ad abitare spendendo poco
Mappa Città metropolitana
I prezzi delle case a Milano sono cresciuti del 20% dal 2019 ad oggi, come scritto in questo articolo. Ma se per Milano si parla di città metropolitana le cose cambiano: il sito proiezionidiborsa.it ha fatto una ricerca sul portale immobiliare Casa.it scovando diverse abitazioni con prezzi attorno ai 60.000 euro e anche inferiori a questa cifra.
# A distanza di metropolitana: a Rho bastano circa 60.000 euro per un appartamento
Credits tittybellopede1 IG – Rho
Tra i comuni appena fuori Milano, che offrono verde, tranquillità oltre che buoni collegamenti stradali e con il trasporto pubblico locale e con prezzi degli immobili stracciati, c’è Rho. Alla data del 19 ottobre 2023, quando è stata effettuata la ricerca, è possibile trovare un monolocale di 37 mq in buone condizioni e subito abitabile a 64.000 euro.
# Superofferte anche a Magenta
Credits coppolama83 IG – Teatro Lirico Magenta
Non c’è ancora la metro ma si sta progettando di collegare anche lei a Milano. Nel Comune di Magenta, a circa 30 km dal centro città, ci sono invece un bilocale di 50 mq a 55.000 euro con box incluso o in alternativa, salendo un po’ con il prezzo, un trilocale di 77 mq e 2 box a vendita 71.000 euro.
Pochi giovani, molti anziani. Sempre più una città per over 65. Milano è risultata la più anziana in un confronto internazionale e nei prossimi anni la situazione è prevista in peggioramento.
MILANO è la più ANZIANA tra le grandi città internazionali
# Nella terza edizione di “Your Next Milano” si è discusso anche dell’inverno demografico
Radio Lombardia – Your Next Milano
La terza edizione di “Your Next Milano”, l’evento organizzato Assolombarda e Milano & Partners nella Sala Alessi di Palazzo il 18 ottobre 2023, è stata l’occasione per promuovere un momento di confronto sulla città e sulle sue performance a livello internazionale. Nel corso dell’evento è stato presentato il report “Tendenze e sfide della città nel contesto globale” che mostra un’analisi annuale dell’attrattività e della competitività della città, che fa anche il punto sulle prospettive dell’economia e del lavoro nel confronto con altre aree urbane d’Europa e del Mondo. Tra queste Amsterdam, Barcellona, Berlino, Londra, Monaco, Parigi, Chicago, New York, San Francisco e Tokyo.
Oltre al futuro di Milano, con il dibattito sull’autonomia dei territori che ha visto un acceso botta e risposta tra Attilio Fontana e Beppe Sala, un altro dei macro temi di quest’anno è stato l’inverno demografico, con un approfondimento inserito nel report2023 insieme a quelli consueti su percezione, attrattività e performance economica delle diverse aree urbane analizzate.
# La crescita della popolazione non è riconducibile al saldo naturale
Trend demografico Comune di Milano
Nel rapporto viene esaminato l’aspetto demografico di Milano ed emerge come la crescita del 7,5% di popolazione registrata tra il 2011 e il 2023, quando la città è arrivata a sfondare il muro di 1,4 milioni di residenti prima di ridiscendere a causa del Covid-19 e poi risalire nuovamente, non è riconducibile al saldo naturale. La differenza tra nascite e decessi risulta negativa già da diversi anni e il tasso di fecondità totale nella Città metropolitana di Milano è passato da un valore di 1,56 figli per donna nel 2010, sopra la media nazionale, a 1,23 nel 2022, sotto la media nazionale. Pertanto l’aumento dei residenti è dovuto principalmente alla mobilità, sia dal resto d’Italia che dall’estero, con una previsione di oltre 55 mila residenti in più nel 2031 rispetto ad oggi secondo l’Istat nel 2031 portando la popolazione complessiva di 1 milione e 409 mila.
# Milano è la metropoli più anziana e meno giovane tra le dieci messe a confronto
Foto: Andrea Cherchi (c)
A formare la popolazione del futuro saranno però sempre più persone over 65, nel 2031 saranno un quarto dei residenti, che trainerà l’aumento insieme alle fasce 15-64 pur se in una quota minore. Ma già oggi Milano risulta essere “la città più anziana” rispetto alle dieci città prese in considerazione, il 24,4% ha più di 65 anni, e nel 2031 sarà anche “la città meno giovane” con solo l’11,5% di residenti nella fascia 0-14 anni.
# Non è una città per giovani: dopo Porta Venezia anche i Navigli dicono no ai locali di sera
Dati che confermano la distanza sempre maggiore di Milano dalle esigenze dei giovani. Non solo il caro case e i prezzi alle stelle, la nuova tendenza sembra essere quella di imporre una sorta di coprifuoco al divertimento notturno. L’ultima novità è l’ordinanza anti-movida per il quartiere di Porta Venezia. Da venerdì e per un mese sono vietati vendita e asporto di bevande da mezzanotte alle sei nei giorni feriali e dall’una e mezza nei weekend. Un’ordinanza che altre zone vogliono imitare, in primis quella di Navigli-Ticinese. E il sindaco ha annunciato che Milano deve rallentare e concedere più tempo al riposo. Una esigenza certo non dei più giovani.
Un luogo perfetto per fare un salto nel passato tra escursioni e visite turistiche, riportando alla luce le profonde radici celtiche dell’Italia.
Il “BORGO dei CELTI” a tre ore da MILANO
# Fiumalbo, il borgo dei Celti
credits ilborgodeicelti.com
In provincia di Modena, immerso nel verde del Parco del Frignano, si trova il borgo medievale di Fiumalbo. Conosciuto anche con il nome di “Borgo dei Celti”, vanta quasi 1000 anni di storia, ma le sue radici sono da ricercare molti anni più indietro: nel popolo celtico. Le sue origini sono, quindi, da collocare nel IV secolo riconducibile all’epoca della discesa dei Celti in Italia.
# La caratteristiche capanne con tetto a gradoni e le “marcolfe”
In seguito alle loro tradizioni ed influenze, Fiumalbo ora si presenta ai turisti con delle caratteristiche capanne con una copertura in paglia di segala e il tetto a gradoni in arenaria. Ma non solo, a testimoniare l’antica presenza celtica sono anche le “marcolfe”, delle statue in pietra dai visi grotteschi, poste vicino alle case con la funzione di scacciare gli spiriti maligni.
# L’infiorata: l’amore è nell’aria
credits: @giulya1982 su IG
Il centro storico è ricco di numerose attrattive che regalano un po’ di romanticismo. Le strette vie in pendenza conducono ai principali edifici storici del borgo e ci fanno incantare con la loro raffinatezza, la piazza principale ospita la meravigliosa Chiesa di San Bartolomeo Apostolo che custodisce numerosi tesori e oggetti preziosi di grande valore artistico.
Fiumalbo è anche ospite di una tradizione tanto incantevole quanto profumata: l’infiorata. Ogni anno, nel mese di giugno, si realizza la processione di Corpus Domini in cui vengono disegnati giganteschi quadri con fiori sminuzzati di ogni colore, raffiguranti immagini sacre.
Paesaggi suggestivi e tanto verde: così, natura e tradizione circondano il piccolo borgo di Fiumalbo, offrendo gli elementi ideali per un soggiorno magico.
# Il fiumalbino, un dialetto unico nel suo genere
credits: bulgnais.com
Un ulteriore elemento che rende l’esperienza ancora più curiosa e di valore è il dialetto locale. Il fiumalbino è un varietà di dialetto emiliano tra i più conservativi dell’Emilia-Romagna ed è particolarmente interessante per le sue origini storiche e linguistiche. Ha origine da numerose sfumature dal toscano, dal ligure e dal veneto, creando un mix così particolare che lo contraddistingue da tutti gli altri dialetti presenti nella zona.
Si tende a considerare il Duomo come cuore di Milano sia simbolico che geografico. Molti ignorano che a meno di un tiro di schioppo da Piazza Duomo si trova una piazzetta molto più piccola ma decisamente più ricca di storia.
Il “FORO di MILANO”, la piazza più ricca di storia della città
# L’antico foro di Milano nell’antica Roma
Ph. @stellainwonderland IG
Ai tempi dell’Impero Romano questa zona di Milano incastonata in pieno centro fra via della Zecca Vecchia e via Fosse Ardeatine era l’antico Foro di Milano, ossia snodo e crocevia principale dell’antica Mediolanum proprio all’incrocio tra il Cardo e il Decumano, nomi con cui si definivano le arterie di traffico d’età imperiale riproposte poi all’Expo Milano 2015. Il Foro, realizzato agli albori del I sec. dC dall’Imperatore Augusto, fu sviluppato progressivamente sino all’inizio del III secolo e in seguito perse gradualmente importanza a favore di altre zone della città come ad esempio l’area attorno al futuro Palazzo Arcivescovile del XII sec. (l’odierna Piazza Fontana).
Nel frattempo, nel 1030, era stata eretta la chiesa di San Sepolcro che avrebbe dato il nome alla Piazza che, pur ridimensionata della sua importanza, restò orgogliosamente ancorata alla fama storica di fulcro delle attività, dei mercanti e del pellegrinaggio da e verso il resto della Regio XI Transpadana, una delle antiche regioni augustee.
# La culla del fascismo: i sansepolcristi
E’ cosa nota la marcia su Roma del 1922, ma ben pochi sanno che in realtà le origini del fascismo risiedono proprio a Milano e per la precisione proprio in Piazza San Sepolcro. Fu proprio qui infatti che il 23 marzo 1919, nel cortile del Palazzo degli Esercenti (oggi Palazzo Castani) Benito Mussolini si strinse assieme a un’adunata di oltre cinquecento reduci di guerra, fra cui il futurista Tommaso Filippo Marinetti, e con un discorso pubblico messo poi nero su bianco fondò le basi dei Fasci di combattimento che, all’inizio, furono denominati Sansepolcristi. Un momento simbolo della storia italiana che, negli anni successivi, il regime avrebbe considerato il vero atto fondativo del fascismo. Quel giorno, il fascismo aveva posto le sue basi nel contesto di una città, Milano, smarrita e drammaticamente provata dalla Prima Guerra Mondiale, la stessa che poi con un gesto più che simbolico avrebbe visto il trionfo del Comitato di Liberazione Nazionale e messo fine in Piazzale Loreto al fascismo con quello che tutti, milanesi e non, ricordiamo.
# Cosa c’è oggi in piazza San Sepolcro
Ph. @Bellamilanotours IG
Grazie a recenti restauri è oggi possibile visitare parte dei resti del Foro romano accessibili da via dell’Ambrosiana. Nei sotterranei dell’omonima Biblioteca, infatti, sono state ritrovate grazie ad alcuni scavi tracce archeologiche della Piazza del I sec., ovvero i resti dell’antica pavimentazione di epoca augustea. Inoltre, nella cripta sotterranea della chiesa di San Sepolcro è possibile ammirare il pavimento in marmo rosso di Verona un tempo appartenente al Foro, successivamente asportato per realizzare il rivestimento risalente al 1030. Alla sinistra della chiesa un cancello apre sul piccolo cortile della Sala Federiciana, appartenente al complesso della Pinacoteca Biblioteca Ambrosiana. Su Piazza San Sepolcro, infine, affacciano e fanno da spettacolare cornice alcuni splendidi palazzi appartenenti a famiglie patrizie milanesi.
Aumenta il distacco tra i ciclisti e Milano: è la fine di un amore?
MILANO sta perdendo la voglia di PEDALARE
# 1 milanese su 5 vuole scendere dalla bicicletta
Pedalare a Milano fa paura: a certificare questa percezione è l’Osservatorio dell’Università IULM attraverso la ricerca svolta da Mario Abis, docente di Ricerche psicosociali e Statistica e ricerche di mercato. Dai dati emerge che tra maggio e settembre 2023 l’intenzione delle persone di utilizzare la bicicletta sarebbe calata del 20%: un’evidenza in controtendenza rispetto alle diffuse inclinazioni green e al boom della bicicletta che c’è stato durante e dopo la pandemia. Questo dato traduce il timore di pedalare che serpeggia tra i cittadini fortemente influenzato dal numero di incidenti avvenuti nell’ultimo periodo.
# La serie di incidenti mortali
Ph. Vigili del Fuoco – Incidente Luca Marengoni
Il ricordo è ancora vivo della tragica morte di Luca Marengoni, studente di 14 anni travolto da un tram l’8 novembre 2022 mentre si recava a scuola in bici. Una delle morti che più ha sconvolto la cittadinanza, alla quale si sono aggiunte poi quelle di altri sei ciclisti deceduti nei mesi successivi. Questi tragici avvenimenti hanno portato alla diffusione di una maggiore consapevolezza sui rischi e sui problemi di una città dove la convivenza tra auto, bici e pedoni è complicata.
# Le troppe insidie per i ciclisti di Milano
Monforte – Visconti di Modrone
La pericolosità di andare in bicicletta a Milano è evidente: per il traffico (con 49 auto su 100 abitanti – come ha affermato il sindaco Beppe Sala), per le strade con binari e asfalto spesso non curato, oltre alle corsienon ben disegnate che creano intasamenti tra le diverse forme di mobilità nuove.
Inoltre, osservando la diffusione delle piste ciclabili in città si può notare come i percorsi siano quasi tutti brevi e con numerose interruzioni. Questo porta i ciclisti a
dover alternare percorsi sicuri a tratti privi di protezioni, dunque pericolosi.
# Lo scollamento tra la narrativa della Milano green e la percezione dei cittadini
Credits: bollettino.bici.milano.it
A Milano c’è ancora tanto da fare per rendere sicuri i percorsi ciclabili. Lo ha
sottolineato ancora una volta l’ennesima iniziativa messa in campo dagli attivisti delle due ruote il 12 ottobre, quando hanno bloccato il traffico sul ponte della Ghisolfaper disegnare una pista ciclabile e apporre dei cartelli simili a quelli reali che
invitano le auto ad andare piano su un tratto di strada dove le biciclette non hanno
spazi dedicati.
Aumentare i livelli di sicurezza stradale ha un’enorme importanza per ridurre le
conseguenze dirette su vittime e famiglie, ma ha anche un valore sociale e
ambientale al fine di orientare la città di Milano sempre più verso l’uso di mezzi
pubblici ed ecologici. La fotografia della Milano post-Expo inclusiva e green deve
ravvivare i suoi colori, cercando di non sbiadire e di far combaciare la narrativa che dà di sé con la percezione dei suoi cittadini.
Nell’ultimo anno drastico calo delle compravendite. Da un lato i prezzi continuano salire, dall’altro si riduce la platea dei possibili acquirenti. Vediamo le due ragioni principali.
CROLLO delle VENDITE di CASE a Milano: i due motivi che potrebbero portare al CRACK IMMOBILIARE
# Vendita in calo del 20% in un solo anno, prezzi su del 20% dal 2019
pixabay-OpenClipart-Vectors
A Milano si vendono sempre meno case. Nell’ultimo anno il calo è stato del 20%, da 15.660 a 12.488, confrontando il numero di compravendite della prima parte del 2023 e che quindi potrebbe essere peggiore alla fine dell’anno. Contestualmente il costo medio di un appartamento, in base a quanto risulta dai dati dell’Agenzia delle Entrate, è salito della stessa cifra percentuale dal 2019 ad oggi. Per un’abitazione di 80 mq servivano circa 350mila euro, quindi un costo al mq pari a 4.415 euro. La stessa casa costerebbe oggi 422.000 euro. Ma quali sono i motivi principali della brusca frenata nell’immobiliare a Milano?
#1 Rate dei mutui alle stelle
pexels-andrea-piacquadio
Il primo motivo è il brusco rialzo dei mutui. Nel 2019 con un 30% di anticipo si sarebbe pagata una rata di 890 euro, nel 2023 bisognerebbe aggiungere altri 20mila iniziali e pagare una rata di 1.444 euro. Senza contare il continuo aumento dei tassi di interesse deciso dalla BCE, arrivati a settembre di quest’anno al 4,5%. La situazione non è migliore per chi sceglie la soluzione dell’affitto, per una casa da 80 mq a Milano in base ai dati di immobiliare.it il canone è di 1.802 euro al mese.
#2 Stipendi reali in calo di oltre il 7%
Credits: teamclienti.it
Il secondo motivo è il calo degli stipendi. La platea di chi non può permettersi un’abitazione è sempre più ampia dato che la maggior parte di chi è in cerca ha una retribuzione pari o di poco superiore alla media nazionale mentre il costo della vita di Milano è sensibilmente più alto rispetto al resto d’Italia. Come riporta l’Ocse, inoltre, tra le grandi economie l’Italia è quella che nel 2023 ha registrato il calo dei salari reali, rapportati all’inflazione, più importante rispetto al periodo precedente la pandemia: -7,3% alla fine del 2022, -7,5% alla fine del primo trimestre 2023. Siamo vicini all’esplosione di una bolla immobiliare?
Milano è la capitale assoluta delle novità in ogni campo. Nell’ambito della ristorazione in particolare, si affaccia in città una nuova apertura che sicuramente farà parlare di sé. Dalla colazione alla cena, vediamo questo particolare bistrot che propone solo pietanze ispirate alle blue zones.
A Milano il BISTROT dove si mangia il CIBO della LUNGA VITA
# Le blue zones
Credits jamestownspine.com – Blue zones
Ecco quindi il Blue Taste, un bistrot aperto in via Buonarroti che propone solo pietanze ispirate alle blue zones, ossia quelle 5 zone che un giornalista del National Geographic ha individuato come I luoghi dove vivono le persone più longeve al mondo. Uno di questi luoghi si trova in Italia, e precisamente in Sardegna a Persasdefogu, paese dell’Ogliastra dove nel 2014 si è raggiunto il record per la famiglia più longeva al mondo: i suoi componenti nel complesso hanno raggiunto la bellezza di ben 837 anni!
Le altre zone blu si trovano in California a Loma Linda, isola di Icaria in Grecia, isola di Okinawa in Giappone e infine Nicoya in Costa Rica.
Il bistrot inizia le sue proposte con la colazione a base di yogurt o acai bowl, ossia una sorta di incrocio tra sorbetto e Macedonia di frutta fresca e in cui il plus è costituito dai frutti delle bacche di acai, ossia frutti di colore blu dalle elevate proprietà antiossidanti antiinfiammatorie e adatte a chi fa dieta. Si prosegue con il pranzo a base di insalate e bowl miste di vari ingredienti per i quali si predilige l’uso di cibi ipocalorici e cotti sotto vuoto così da preservarne tutte le proprietà nutritive. Alimenti freschi, sani e per lo più provenienti da produttori italiani.
Anche nel momento dell’aperitivo le proposte si ispirano alle blue zones ed ecco l’uso delle prugne californiane oppure del Wasabi giapponese. Il tutto in un ambiente semplice ma curato oltre che accogliente.
# Cibo sano, vita sana
camimangia cose IG – Blue Taste
Un elisir di lunga vita insomma, in un locale che, in linea con il progetto fondante, tende a “educare” i clienti invogliandoli ad abbracciare uno stile di vita più sano, con un approccio più attento agli sprechi, alla tutela dell’ambiente e in sintesi più green e rispettoso della natura e delle sue materie prime.
Blue Taste – Via Michelangelo Buonarroti, 15, 20149 Milano MI
Credits ilgiardinodelcustode_ IG - Aperitivo con vista fiume
Godendo di scorci mozzafiato sulla vallata del Parco Adda Nord e delle opere del genio fiorentino.
L’APERITIVO con il PANORAMA che meravigliava LEONARDO da VINCI
# Il periodo di Leonardo da Vinci a Vaprio d’Adda
Credits: cosedibergamo.it – La Monna Lisa di Leonardo da Vinci e Francesco Melzo
Secondo una teoria, osservando lo sfondo nel quadro e il vestito che richiamerebbe le forme del Triangolo Lariano, il dipinto della Gioconda sarebbe stato realizzato a Vaprio d’Adda. Una cosa certa è che Leonardo da Vinci visse e operò per un periodo in questa località, soggiornando nella villa di un suo allievo: Francesco Melzi. A poche decine di metri da lì fu costruita nel 1582 “La casa del custode“, inizialmente luogo di riscossione dei dazi sui traffici mercantili lungo il naviglio della Martesana e dimora dei funzionari addetti alla manutenzione delle opere idrauliche del naviglio, poi anche luogo di sosta per i visitatori.
# La “Casa del Custode” con il museo interattivo di Leonardo da Vinci
Credits ecomuseoaddadileonardo IG – Casa del Custode
Oggi la “Casa del Custode” è una delle 18 tappe, denominate sale per ricordare i “classici” musei, dell’ecomuseo di Vaprio d’Adda che segue il fiume Adda da Imbersago a Cassano d’Adda lungo una pista ciclabile di 20 km. Al suo interno è suddivisa in diverse sale con vedute panoramiche sulla valle dell’Adda, con la possibilità di vedere affreschi settecenteschi di Leonardo da Vinci, e tre sale con installazioni multimediali che compongono il museo interattivo: nella prima sala si può vedere il “Codice Atlantico”, nella seconda osservare i moti della acque e nella terza si visitano virtualmente le ville patrizie in cui il maestro soggiornò.
# L’aperitivo con scorci mozzafiato sulla vallata del Parco Adda Nord
Credits ilgiardinodelcustode_ IG – Aperitivo
Sempre presso la “Casa del Custode” c’è “Il Giardino bar e bistrot con cucina”, dove degustare aperitivi con scelta tra cocktail classici e proposte innovative a cui aggiungere eventualmente un abbondante tagliere con prodotti selezionati.
Credits ilgiardinodelcustode_ IG – Aperitivo con vista fiume
Nelle belle giornate ci si può sedere all’aperto affacciati su un’ansa dell’Adda godendo di scorci mozzafiato sulla vallata e di fronte al Naviglio della Martesana, che giunge fino a Milano. Per la proposta completa che comprende anche la visita al museo il prezzo è di 17,50 euro a persona.
Indirizzo: Via alzaia sud 3, Vaprio D’Adda 20069 (MI)
Cenare seduti al lato finestrino è cosa che di solito si fa per esigenza, guardando lo scorrere del paesaggio o le nuvole che ci circondano. A Villamarzana, in provincia di Rovigo, si potrà tornare a farlo al ristorante.
“GLI AEREI”: a due ore da Milano uno dei ristoranti abbandonati più singolari al mondo
#”Gli Aerei”
Siamo a Villamarzana, un piccolo borgo in provincia di Rovigo. Qui si trova un ristorante molto particolare, il Michelangelo Da Vinci, conosciuto come “Gli aerei“, aperto nell’ormai lontano 2000 e chiuso nel 2014. Già dal nome si dovrebbe intuire che il ristorante esce giusto un attimo da ciò che di solito ci si aspetta da un locale. Infatti, la cucina e la sala si trovano all’interno di due aerei, un Tupolev TU-134A e un Douglas DC-6 (ex Alitalia, appartenuto al Presidente Leone).
# Alba e tramonto del “Michelangelo Da Vinci”
La prima versione del locale risale agli anni ’90, quando un mastro birraio del posto, Luigi Stecca (di Costa Rovigo) aveva riprodotto un enorme aeroporto con una piscina e una discoteca.
Credits: lo_spirto_delle_vergini_muse(IG)
Esattamente nel 2000, il locale entra in una seconda fase, in cui i due aerei diventano le sale di un ristorante. Al centro, a collegare gli aerei, una torre di controllo. Inizialmente fu un successo immediato, senza pari. Purtroppo, per colpa dei costi di gestione molto sostenuti, della crisi e di una multa per abusi edilizi per oltre 280mila euro, nel 2014 “Gli aerei” ha chiuso i battenti.
Se già da fuori il locale risultava molto fastoso e speciale, all’interno non era da meno: l’ambiente era circondato da affreschi e statue, ancora visibili tra le erbacce che circondano la zona. Oggi, purtroppo, di quel luogo storico rimangono solo macerie.
Credits: luca.travel_(IG)
I colori di aerei, elicottero e torre di controllo, sono sbiaditi. Tutti gli oggetti presenti sono deteriorati dal tempo o sono stati trafugati. Le superfici sono letteralmente abbandonate.
Credits: luca.travel_(IG)
# Nel 2024 “Gli aerei” riapriranno
“Gli aerei” è ancora molto famoso, in quanto meta di visitatori, fotografi e videomaker che, sin dalla chiusura, si recano a Villamarzana per immortalare un ristorante più unico che raro, o almeno ciò che del ristorante rimane oggi. Una notizia delle ultime settimane ha però riportato il locale sulle prime pagine dei quotidiani locali. Il nuovo titolare della proprietà, l’imprenditore padovano Gianluca Bertin, ha infatti confermato un investimento da circa 600mila euro per riportare in vita la struttura. Dopo essersi aggiudicato, circa due anni fa, l’asta per la parte ancora integra della struttura, Bertin vuole fissare l’appuntamento per l’inaugurazione del Michelangelo Da Vinci per l’anno 2024. La cosa fa molto piacere alle autorità locali, le quali si augurano che il ristorante torni ai livelli di successo raggiunti agli inizi del 2000.
Milano ha origini molto antiche, e le sue ricchezze storiche sono molteplici, dalla chiesa di Sant’Ambrogio al Castello Sforzesco passando per le porte della città. Ma non tutti conoscono il piccolo gioiello di periferia che si trova sul Naviglio Pavese.
La CHIESINA ROSSA: il tesoro segreto della periferia di Milano
# Un tuffo nel passato
Tra i resti medievali di Milano si può trovare una piccola chiesina nei pressi della Conca Fallata, a sud della metropoli, che dà il nome al quartiere che la ospita. Si tratta della Chiesina Rossa che prende il nome dalla colorazione dei suoi mattoni.
La piccola costruzione porta indietro nel tempo. Il luogo dove è costruita è rimasto nel passato, infatti la città è cresciuta intorno a lui, dimenticando la chiesa qualche metro sotto la strada che ora costeggia il naviglio. Non solo le origini di questa chiesina sono misteriose ma sotto di essa ci sono resti ancora più antichi della chiesa stessa, che vengono studiati ancora oggi per scoprire la loro origine e funzione. Oltre alla bellezza dell’architettura in sé e i segreti che racchiude, la chiesa si trova all’interno di un parco ricavato dalla ristrutturazione di un’antica cascina, la cui stalla è diventata una biblioteca.
Le prime informazioni inerenti alla costruzione di questo gioiellino artistico risalgono al 1130 circa ma la datazione corretta potrebbe essere di qualche secolo precedente. I segreti che racchiude sono molteplici, infatti le sue pareti interne nascondono i resti di antichi affreschi datati in epoca altomedievale, e sotto le sue fondamenta si trovano resti di una antica villa romana e i suoi possedimenti, trasformati probabilmente in area sepolcrale in epoca longobarda, visibili tramite vetrate poste sul pavimento. A riportare queste bellezze artistiche all’attenzione del pubblico, ha contribuito un progetto del 2015 dell’università IULM di Milano, il cui intento era quello di promuovere una coscienza collettiva del proprio patrimonio di quartiere attraverso l’utilizzo di tecniche moderne, in questo caso l’audiovideo.
La storia della Chiesa Rossa attraversa tutta la storia milanese, da palude, a villa romana, da luogo di sepoltura longobardo, a chiesa cristiana, status che mantiene ancora oggi. Ad abitare la chiesa e la sua canonica è una piccola comunità di frati cappuccini, che hanno legato con la realtà sociale del quartiere e permettono diverse iniziative artistiche all’interno dell’edificio. La Chiesa condivide il soprannome con Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa, posizionata poco lontano e molto più grande e recente, con essa condivide anche la popolazione del Quartiere Stadera, quartiere di case popolari e atmosfera periferica, a cui le comunità attorno alle due chiese portano aiuto e sostegno con iniziative culturali e distribuzione di beni primari.
La chiesina mantiene la sua bellezza medievale, grazie ai mattoni rossi e gli affreschi colorati. Al suo fascino contribuisce il parco che la circonda e la fontana costruita per ricordare la sua antica origine di “Santa Maria ad Fonticulum” (Santa Maria alla Fonte), che prendeva il nome dall’area acquatica di fianco alla quale è stata costruita. La costruzione tipicamente medievale contrasta la modernità della fontana e del parco ma ricorda l’antica origine di un quartiere milanese che un tempo era campagna. Si può ancora notare nelle case vicine: i portoni, infatti, sono infossati nel terreno e i vecchi camini ricordano la presenza di cascine, dove ora sono ricavati i piccoli appartamenti che accolgono una comunità multietnica e multiculturale.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
La classifica stilata da ecobnb vede nella TOP 10 due laghi italiani. Ma quale lago si aggiudica il primo posto in classifica?
I 10 LAGHI più BELLI d’Europa: in classifica c’è anche la Lombardia
#10 Lago di Eibsee, tra la foresta di conifere a due passi dal monte più alto della Germania
Credits: siviaggia.it
Il lago di Eibsee si trova in Germania ed è un vero e proprio paradiso d’acqua immerso tra il verde della foresta di conifere. Nella visita non ci si può perdere un viaggio in funivia con destinazione Zugspitze, la montagna più alta della Germania.
#9 Lago Kozjak, un parco nazionale dei laghi in Croazia con tanto di trenini panoramici
Credits: minube.it
Il lago Kozjak si trova nel complesso montuoso di Lička Plješivica, in Croazia, e fa parte dei 16 fiumi che, circondati dalle foreste croate, sono collegati tra loro da cascate mozzafiato. All’interno del parco è possibile sfruttare la presenza di trenini panoramici che ti permetteranno di visitare in lungo e in largo tutti i panorami che la natura ha da offrire. All’interno della riserva sono presenti ben 157 specie di uccelli, 20 tipi di pipistrelli, 321 spesi di farfalle, l’orso bruno, la lince e in fine i caprioli.
#8 Lago di Kerid, il centro del cratere d’Islanda
Credits: meteoweb
Nonostante le sue dimensioni, il lago di Kerid affascina i turisti per la sua posizione. Si trova in Islanda, in un territorio caratterizzato da ghiacciai e vulcani e giace sul cratere di un antico vulcano che ne colora i contorni. Il lago fa parte del Circolo d’Oro, un percorso di circa 300 km tra geyser e cascate.
#7 Lago di Como, il fascino del “bel paese”
Credits: wsimag.com
Al settimo posto il primo lago italiano. Famoso in tutto il mondo, attira le celebrità hollywoodiane per i suoi scorci romantici e per i paesaggi che hanno la capacità di far innamorare ogni anno i turisti in visita. Tra le vittime di questa passione troviamo lo scrittore Flaubert, Einstein e i musicisti Rossini e Verdi. Tipica della zona è la sagra di San Giovanni, che si festeggia il 24 giugno quando dall’Isola Comacina partono fuochi d’artificio che si rispecchiano sulle acque del lago.
#6 Lago Saimaa, tra le isolette della Finlandia
Credits: beautytudine.com
Il lago Saimaa è lungo quasi 200 km e si immerge nella natura e alle foreste finlandese. A caratterizzarlo sono le numerose isole tra cui quella dove risiede un antico castello. Inoltre per gli amanti dello sport è possibile noleggiare una canoa o una barca per immergersi nel silenzio del lago e per riscoprire gli angoli più instagrammabili del mondo.
#5 Loch Lomond, la Scozia selvaggia e il giro in kayak
Credits: lochlomond-trossachs.org
Il Lago LochLomond è facilmente raggiungibile da Edimburgo ma una volta arrivato ci si trova davanti a un panorama totalmente differente nel Parco Nazionale dei Trossach. Il lago è circondato da una natura selvaggia caratterizzato da una ricca fauna selvatica. Imperdibile è il giro in kayak attraverso le 30 isolette di Loch Lemond.
#4 Lago di Costanza, tra Germania, Austria e Svizzera
Credits: consigli.it
Ai piedi delle Alpi, incastonato tra tre stati, si trova il Lago di Costanza. Il terzo l’ago d’Europa attraversa la Germania, l’Austria e la Svizzera. Caratterizzato da vivaci città colorate, vigneti e paesaggi spettacolari, è imperdibile nella parte tedesca la Lindau, cittadina pittoresca in una piccola isola collegata alla terra ferma da due ponti.
#3 Lago di Garda, il più grande d’Italia
Credits: mostrabotero.com
Il Lago di Garda è una meta di turismo nazionale e internazionale caratterizzato da acque limpide e borghi mozzafiato. Il lago di trova tra Trentino, Veneto e Lombardia. Si può viaggiare in battello per scoprire alcune città come Sirmione, Malcesine, Riva del Garda o Sarlò, capaci di sorprenderti.
#2 Lago di Ginevra, tra Francia e Svizzera sbuca un borgo medioevale
Credits: trueriders.it
Il Lago di Ginevra si trova tra la Francia e la Svizzera. Su di esso si affacciano grandi città come Ginevra e Losanna. Il lago dalla forma di mezzaluna è circondato da vigneti terrazzati ma soprattutto dalle Alpi. Particolarmente attraenti sono il borgo medioevale di Yvoire, sulla sponda francese, o l’esperienza sullo storico battello a vapore, mezzo più comodo per visitare la vastità del lago.
#1 Lago di Bled, il simbolo della Slovenia
Credits: 10cose.it
Uno dei simboli della Slovenia e conosciuto in tutto il mondo per l’isoletta pittoresca con una chiesa al centro, è il Lago di Bled, in Slovenia. Dal castello sopra la cittadina diBled è possibile ammirare l’acqua color verde smeraldo da immortalare con una macchina fotografica. Per soggiornare e visitare tranquillamento questo angolo di paradiso terrestre è possibile noleggiare un piccolo chalet di legno in un campeggio di lusso.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
“Perché ai pali, alle inferriate e ai tubi adiacenti ai condomini di Milano (marciapiedi) sono agganciati migliaia di casseforti portatili?” Lo chiede melia.spam allegando una foto che pubblichiamo. Siamo andati alla ricerca della risposta.
Il MISTERO dei LUCCHETTI disseminati sui PALI di MILANO: a che cosa servono?
In molti di noi li hanno notati. I lucchetti disseminati su pali e inferriate di Milano. In questo caso non c’entra il romanticismo, come i lucchetti attaccati sul Ponte delle Sirene al Sempione o ai Navigli per augurarsi un amore indissolubile. Il motivo in questo caso è molto più funzionale.
Si tratta infatti di contenitori con una chiavetta interna. Una usanza nata dai surfisti per evitare di lasciare le chiavi della macchina presso bar o altri posti più rischiosi. Meglio invece questi dispositivi a combinazione dentro cui chiudono le chiavi dell’auto o della moto fintanto che sono in acqua.
Un’abitudine nata tra i surfisti che si è diffusa a Milano. In questo caso la tecnica è utilizzata da possessori di moto o bici e da chi vuole tenere una chiave di riserva. Ma non solo questo. C’è chi utilizza questi dispositivi se deve andare a correre oppure per lasciare una chiave per b&b privi di reception.
Qui di seguito le immagini di uno di questi dispositivi:
A Milano conviene essere uomo o donna per affermarsi nel mondo professionale? Scopriamo cosa pensano i milanesi del tema del Gender Gap.
Il nuovo video di Milano Città Stato. Iscriviti al canale su YouTubeper i video esclusivi. In coda al video le risposte alla domanda “Che cosa ami di Milano?”
Interviste di Sabrina Falagna. Produzione di Silvia Arosio.
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