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RENZO PALMER, la voce milanese dei grandi divi di Hollywood

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Palmer

Noi che eravamo bambini negli anni Settanta, quando alle elementari e alle medie si andava a scuola anche il sabato, proprio nel giorno più bello della settimana, al suono della campanella, si correva a casa per vedere in Tv Oggi le comiche. A condurre questo programma, che rimane nella leggenda della televisione italiana, c’era Renzo Palmer: con quella voce profonda e rassicurante, ci dava un senso di serenità e al tempo stesso di divertimento.

RENZO PALMER, la voce milanese dei grandi divi di Hollywood

# Una delle figure dello spettacolo più apprezzate tra gli anni ’60 e ’70

Di Twice25 – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10177058

Tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, Palmer fu una delle figure dello spettacolo più apprezzate, con quella sua tipica eleganza meneghina.

Lorenzo Bigatti, in arte Renzo Palmer, nacque a Milano il 20 dicembre 1929. Era figlio adottivo di Giulia Fogliata, un’attrice, anche lei milanese, che prese il nome d’arte di Kiki Palmer, acquisendo a sua volta il cognome della madre.

Renzo debutta alla radio a 25 anni: a dire il vero lui voleva fare il cantante, ma nel 1957 ecco che il destino lo porta al Piccolo Teatro, di Milano, per recitare nella rivista “I Pallinisti” e, successivamente, nelle più celebri “L’anfitrione” e “La locandiera”.

# L’esordio in televisione e al cinema

Nel 1958 c’è l’esordio in TV nello sceneggiato “La spada di Damocle”, mentre due anni dopo fa la sua prima apparizione al Cinema, interpretando il ruolo di Cavicchioni nel film comico “Chi si ferma è perduto”, al fianco di Totò, Peppino De Filippo e Lia Zoppelli, altra attrice nata a Milano.

La voce di Renzo Palmer è perfetta per prestarla ai più famosi del Grande Schermo, soprattutto nei film drammatici. Così doppia Robert Oliver Reed, Richard Harrison, Rod Taylor, Tony Curtis, Jean Paul Belmondo e un’altra ventina di divi internazionali della recitazione.

# Attore, presentatore, doppiatore

Palmer

La multiforme bravura di Renzo Palmer, abbinata alle sue caratteristiche di uomo dello spettacolo poliedrico, gli permettono di diventare anche presentatore alla radio con “Voi e io” e alla Tv con le già citate “Oggi le comiche” e “Giallo di Sera”. In totale, recitò in 46 film per il Grade Schermo, 16 sceneggiati per la Tv, lavorando poi in diverse commedie, tra cui i musical “Enrico 61” e “Chi ha paura di Virginia Woolf”. L’ironia gli permise di recitare diverse parti comiche e di doppiare leggende dei cartoni animati, come Braccobaldo e Svicolone. Ci lasciò il 3 giugno 1988, all’età di 58 anni, sconfitto da un tumore, che però non gli impedì di essere in scena a lavorare fino all’ultimo.

# Attore, presentatore, doppiatore

Da ragazzo, influenzato dalla madre per l’ingresso nel mondo dello spettacolo, seppe superare con carattere il suicidio di quest’ultima (quando lui aveva 19 anni). Si buttò nel varietà radiofonico come cantante. Da qui iniziò la carriera di un artista a tutto tondo, un grande comunicatore, con la sua voce inconfondibile e con una innata capacità di esprimersi anche con quella comunicazione non verbale, di espressione del corpo, tipica del “grandi” dello spettacolo.

Renzo aveva due figlie, che portano avanti iniziative per ricordare la persona e l’artista Palmer. La figlia Giulia, sulle pagine Facebook, ricorda questo aneddoto: fu direttore del doppiaggio nella prima serie di Spazio 1999 e ricordo che portò a casa le pizze per studiare i vari personaggi, quindi noi ragazzini eravamo invitati ad assistere alla proiezione in anteprima cinematografica e in lingua originale”.  

FABIO BUFFA 

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PREFERENZIALI e PARCHEGGI GRATIS: la carica dei 60MILA FREE PASS di Milano

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_ezio_donnarumma IG - Viale Umbria

Scopriamo quali categorie possono muoversi liberamente e parcheggiare ovunque senza pagare in città.

PREFERENZIALI e PARCHEGGI GRATIS: la carica dei 60MILA FREE PASS di Milano

# Circa 67.000 pass per circolare nelle corsie preferenziali e parcheggiare gratis

Credits Claudio Agostoni Fb- Area B

A Milano c’è chi si può muovere liberamente nelle corsie preferenziali e ztl e parcheggiare gratuitamente, senza quindi bisogno di parcometro, di Easypark o di altre forme di pagamento. I numeri aggiornati al 2023 portano il totale dei pass a quasi 67mila, rispettivamente 35.774 e 31.205. Nel computo ci sono anche i mezzi di trasporto pubblico e di emergenza, i taxi e mezzi delle società che forniscono servizi quali luce e gas. Vediamo i numeri nel dettaglio.

# La crescita dei pass sosta grazie ai veicoli elettrici e ibridi: 7.646 in un anno

Credits Foto di Kadir Celep su Unsplash-Parcheggi Milano

Dal 2022 al 2023 sono cresciuti di 7.646 unità i pass della sosta, da 23.559 si passa a 31.205, per via soprattutto dell’incremento di veicoli elettrici e ibridi, esentati dal pagamento delle strisce blu, saliti in anno da 14.245 a 20.662. Aumentano quelli destinate a cariche dello Stato, enti locali e corpi diplomatici, da 709 a 720, radio e reti televisive salgono di uno a 29 mentre le forze dell’ordine con 123 in più rispetto al 2022 arrivano a 3.469, 123 in più del 2022. A questi si aggiungono i pass per i veicoli in sharing, da 2.833 a 3.106

# Le imprese più sono ricche più possono ricevere pass per circolare liberamente

_ezio_donnarumma IG – Viale Umbria

Per le società e fondazioni è previsto il diritto ad avere dei pass per percorrere le corsie riservate e zone a trafficato limitato in base a capitali sociali o fondi di dotazione. Con 10 milioni di euro di capitale se ne ottiene uno, con 20 milioni di euro due pass e dai 30 milioni tre pass. In totale sono 355 nel 2023. Poi ne troviamo 97 destinati “veicoli privati di alte personalità con comprovate esigenze di sicurezza, agenzie di stampa, giornali, quotidiani, Curia arcivescovile“, 50 tra residenti, liberi professionisti “con comprovate esigenze di percorso per il raggiungimento della residenza-sede di lavoro” quando obbligati ad attraversare una ztl, 284 sono assegnati alle alte cariche dello Stato e ai rappresentanti degli enti locali equamente divisi tra parlamentari, assessori e consiglieri. 

# Circa 20.000 sono assegnati ai mezzi di trasporto pubblico e privato, altri 7.000 a società di servizi essenziali, ambulanze e forze dell’ordine

Credits Andrea Cherchi – Tram e bus

Seguono i 5.231 mezzi del trasporto pubblico locale, i 2.789 tra ambulanze e autospazzatrici, i 2.508 mezzi di enti o società che svolgono in servizio pubblico, gas, luce e quant’altro. Ancora 15.685 tra Ncc e taxi, due terzi a favore dei primi, 1.735 veicoli delle forze dell’ordine, della polizia locale, della Croce Rossa, della Protezione civile e dei corpi diplomatici non riconoscibili per la targa speciale, 483 pass per veicoli di aziende sanitarie e ospedali, 1.882 per quelli destinati a trasporti speciali (persone in particolari condizioni e blindati per trasporto valori), 35 per Radio e tv e infine 176 per i servizi postali.

Fonte: Corriere Milano

Continua la lettura con: SUD ad ALTA VELOCITÀ: il progetto da PALERMO a BARI. E come potrebbe accelerare il viaggio per Milano

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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L’Espresso: così il SUD fa RICCO il NORD

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Credits Andrea Cherchi -Una bacchetta magica per Milano

Il Sud arricchisce il Nord. In particolare Milano. Questi i risultati di un reportage inchiesta de L’Espresso dal titolo “Il Capitale Terrone”. Anche se la tesi ci pare bizzarra, ve la proponiamo attraverso un estratto. 

L’Espresso: così il SUD fa RICCO il NORD

Estratti da L’Espresso: il Capitale Terrone, così il Sud arricchisce il Nord

# Sui tram di Milano risuona l’accento meridionale

“Nel fine settimana, dalla sera, il 9 diventa il mezzo di trasporto ufficiale dei giovani in transito verso i quartieri di movida attraversati dai binari: Porta Venezia, i Navigli, via
Savona. Sono tirati a lucido, parlano di esami e di tesi magistrali. Non temono di affrontare i conti di bar e ristoranti dove l’autista Atm, con il suo stipendio di 1.500 euro, avrebbe paura a entrare. Come il tranviere arrivato a Milano in cerca di lavoro, i passeggeri del 9 hanno in larga maggioranza accenti del Sud appena addomesticati da quel flair meneghino che oggi significa, per dirla con il Dogui dei film dei Vanzina, «stare in pole position».
Anche quest’anno la meglio gioventù della borghesia meridionale si è spostata in massa verso gli atenei del Centronord, quelli che promettono lavoro sicuro e persino qualificato.” (…)

# I genitori del Sud possono spendere oltre 30 mila euro all’anno solo per la combinazione università-affitto

“Ma i figli sono pezzi di cuore. Nessuno lo sa meglio di una madre o di un padre che vivono in un Mezzogiorno travolto dalla crisi economica, demografica, dove persino le mafie ormai recalcitrano a investire. I bravi genitori che hanno accettato una decadenza senza fine, in peggioramento con l’imminente arrivo dell’autonomia regionale differenziata, gettano il cuore oltre l’ostacolo ogni mese fra tasse di iscrizione e rate di frequenza che possono arrivare a 20.140 euro l’anno, come nel caso dell’International Md program del San Raffaele, contro un’immatricolazione per la magistrale in Bocconi a quota 16.103 euro.
L’università può non essere la spesa maggiore. A Milano, soprattutto, ma anche a Torino, Bologna, Firenze, Padova, una stanza in condivisione a 900 euro entro i confini municipali è un costo ancora economico. Nello studentato milanese Hines in zona Bocconi (Aparto Giovenale) un vasto monolocale di 27 metri quadrati va a 1.300 mensili. Però c’è lo studio yoga, il cinema e la palestra, anzi, il gym dove si può fare workout nel Milan lifestyle.
Per il Campus X Bicocca si può arrivare a 1.700 euro, oltre ventimila l’anno. Molti di
questi interventi immobiliari privati che aspirano a togliere i giovani contestatori dalle tende davanti alle facoltà sono cofinanziati dal Miur in base alla legge 338 del 2000. I genitori, invece, si finanziano da sé. La combinazione università più affitto può arrivare facilmente oltre i 30 mila euro l’anno, senza calcolare vitto, abbigliamento, libri e altri costi più o meno voluttuari.”

Credits davidepezzoni IG – Milano Rogoredo

# «È la nuova questione meridionale»: oltre 5 miliardi di euro di trasferimento implicito dal Sud al Nord ogni anno

“«È la nuova questione meridionale», dice Luca Bianchi, direttore generale del centro studi Svimez nato nel dicembre 1946, sei mesi dopo il referendum monarchia-repubblica stravinto dai Savoia al Sud. «La migrazione dei talenti e delle competenze negli ultimi vent’anni ha portato a una perdita di 300 mila laureati al Sud e il saldo dell’ultimo anno disponibile, il 2021, è di -21 mila, con una quota in crescita». (…)

“Dal rapporto annuale che Svimez presenterà a fine novembre, L’Espresso può anticipare che ogni laureato vale 150 mila euro di spesa pubblica. «Questa cifra proiettata sui ventimila che vanno via ogni anno», aggiunge Bianchi, «dà 3 miliardi di euro di trasferimento implicito verso Nord. La contabilità territoriale chiesta dall’autonomia differenziata non ha senso in un Paese integrato come l’Italia e lo svantaggio distributivo patito dal Nord è un mito».
I costi di investimento pubblico, ovviamente, non includono la spesa diretta delle famiglie sul mantenimento e, per così dire, la manifattura del futuro laureato. A volersi divertire con le cifre, il Miur ha annunciato che nell’anno accademico 2022-23 ci sono state 331 mila immatricolazioni (147 mila maschi, 184 mila femmine). È una cifra costante negli ultimi anni. Il 25 per cento di studenti meridionali fuori sede elaborato da Svimez si traduce in oltre 82 mila partenze. Applicando il criterio di spesa prudenziale dei 30 mila euro
l’anno per ogni studente, il prodotto della moltiplicazione è di 2,47 miliardi di euro in fondi privati trasferiti dal Sud al Centronord, da aggiungere ai 3 miliardi di spesa pubblica dei laureati.”

Credits: @notturnio
VinoKilo Milano

# Le rimesse al contrario: dalle famiglie borghesi del Sud all’economia del Nord

“La macchina che ha tenuto in piedi il boom economico del secolo scorso era fatta di contadini o sottoproletari emigrati verso le industrie del Settentrione con le loro rimesse ad alimentare il Mezzogiorno. Oggi quel sistema è completamente saltato e nemmeno un insegnante può permettersi la vita da fuori sede al Centronord. In un certo senso, vige la teoria economica del trickle-down alla rovescia. Al posto dei ricchi che guadagnano sempre di più e che fanno “gocciolare” parte della ricchezza verso gli strati inferiori della scala sociale, ci sono le famiglie borghesi del Sud che aumentano il benessere già consistente di chi ha una rendita di posizione nei centri urbani del Nord. E il fenomeno si allarga dai giovani ai genitori stessi che, alla lieta novella dell’impiego dei pargoli, ergo della possibile nuova famiglia, progettano di trasferirsi a fare i nonni con il vantaggio di un sistema sanitario migliore.
Proiettato in un futuro più vicino, lo scenario della nuova migrazione diventa catastrofico se l’aspetto di depauperamento patrimoniale si combina con il cosiddetto inverno demografico. (…) Nel periodo 2002-2022 i cittadini fra 18 e 34 anni sono scesi di 3 milioni dai 10,2 milioni di vent’anni fa. Ma in percentuale il Sud ha perso quasi l’8 per cento in più del Centronord e questo dato è ancora ottimistico perché gran parte degli studenti meridionali fuori sede aspetta di avere trovato un lavoro post laurea prima di cambiare residenza.”

Continua la lettura con: Centro chiuso a Milano dal 2024

MILANO CITTA’ STATO

copyright milanocittastato.it

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“Milano fa sempre battere il CUORE”: sapessi com’è strano PARTIRE un giovedì SERA da Milano

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Credits: blog.italotreno.it

A metà ottobre il caldo a Milano in un attimo è svanito. Sembra strano, ormai ci eravamo quasi abituati a una sorte di dolce estate perenne.

“Milano fa sempre battere il CUORE”: sapessi com’è strano PARTIRE un giovedì SERA da Milano

Ma la città brulica dalla voglia di essere goduta anche con la temperatura autunnale: i fiumi di persone in giro sembrano non desiderare altro, tanto che appena esco di casa verso le 18 la prima cosa che noto è il traffico impazzito, oltre ogni distribuzione normale per un giovedì senza fiere o week importanti in corso.

# Il bus per Orio

Come ARRIVARE a Milano dall'AEROPORTO di ORIO al SERIO 
Credits tpicture-pixabay – Aeroporto Orio al Serio

Un aereo mi aspetta a tarda notte a Bergamo e penso di usare i frequenti bus navetta che ci sono dalla Stazione Centrale verso l’aeroporto di Orio.
Arrivato in Centrale ringrazio il mio taxi, individuo il primo bus in partenza verso l’aeroporto giusto e mi metto in coda: davanti a me non ci sono più di 10 persone, ma nel giro di 2 minuti si forma una coda lunga, solo a tratti ordinata visto che il sangue predominante è quello latino.
Il ragazzo che vende i biglietti più volte si rivolge a tutti noi per farci rispettare il nostro turno: deve intervenire con decisione, forse eccessiva, quasi feroce, con una signora araba cocciuta che non conosce il concetto di fila indiana.
Salgo, scelgo il posto e aspetto circa 15 minuti per la vendita dei biglietti e l’imminente partenza. Più i minuti passano, più la gente in coda prova in tutti i modi a salire sul bus.

# La ressa per gli ultimi posti

Ci contano una prima volta, poi una seconda volta per essere sicuri che il numero dei biglietti venduti e i posti disponibili collimino. Dopo un po’ di indecisione i due addetti arrivano alla conclusione che possono far salire ancora 3 persone.
La discussione delle persone in coda su chi dovesse essere il primo ad accaparrarsi i desiderati tre posti porta a un nervosismo esagerato l’addetto ai biglietti che, forse stanco per il turno non si trattiene e urla, spinge le persone prescelte dentro e sbarra l’accesso ai cani rabbiosi infernali rimasti al palo della corsa successiva.
Si chiudono le porte e finalmente si parte.

# Corso Buenos Aires

Ma uscire dalla città non è una passeggiata. Appena il bus si immette in corso Buenos Aires un taxi ci supera sulla destra e il guidatore non si risparmia per maledire a squarciagola il taxista.
Il corso è preso d’assalto. La gente passa da tutte le parti, i sacchetti nelle mani sfoggiano marchi sui marchi, tutte queste persone sulla via dello shopping milanese mi fanno pensare agli omini cartonati di un Black Friday dei tempi buoni.
Lasciata indietro la confusione della città provo a riposare un po’ con gli occhi chiusi e la musica nelle cuffie. La beatitudine del mio riposo finisce con una frenata forte e improvvisa, con un urlo prolungato delle persone e con la vista fissa a inseguire il mio zaino che rotola e si ferma solo sul cruscotto vicino all’autista.

# Milano fa sempre battere il cuore

Il conducente perde la ragione e si sfoga e impreca con tutte le sue energie contro qualcuno che gli ha tagliato la strada. Io dormicchiavo e non posso giudicare, certo che questa tangenziale a curve dalle parti di Cologno mi è sempre sembrata un potenziale autoscontro.
Nelle file posteriori del bus echeggia il pianto inconsolabile di un paio di bambini piccoli. Io spero tanto per loro che non si siano fatti male con la frenata allucinante appena vissuta. Il pensiero vola subito spontaneo al bus caduto vicino a Mestre e bisogna ringraziare quel qualcuno o qualcosa che ci ha fatto scampare lo schianto.
Che dire… Milano in un modo o nell’altro, che tu stia tornando o che stia partendo, fa sempre battere forte il cuore.

Continua la lettura con: Sapessi come è strano atterrare un mercoledì sera a Milano

LORENZO ZUCCHI

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National Geographic: “Cosa c’è di NUOVO a MILANO, la città in Italia che non riposa mai sugli ALLORI”

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Ph. @tms_ce IG

Articolo su Milano del National Geographic, una delle riviste più prestigiose del mondo. Questa la guida su Milano. 

National Geographic: “Cosa c’è di NUOVO a MILANO, la città in Italia che non riposa mai sugli ALLORI”

Ph. @milanographies IG

Estratti tradotti da: A guide to Milan and what’s new in Italy’s most fashionable northern city – National Geographic

# La differenza tra Milano e il resto del Paese

È troppo moderna. È troppo incentrata sulla moda. È frenetica, priva della dolce vita, non sembra italiana. Milano ha ricevuto le stesse vecchie critiche per decenni, e per decenni la capitale imprenditoriale italiana se le è scrollate di dosso. Perché chi conosce davvero la città sa che non è affatto così. La differenza tra Milano e il resto del Paese è che laddove la maggior parte delle città italiane mette in mostra il proprio patrimonio, Milano si tira indietro, desiderando che tu scopra il suo gradualmente.

# I quartieri simili a villaggi

Uscendo da Piazza del Duomo, sede della cattedrale di marmo, puoi muoverti sui tram d’epoca della città e passeggiare per i quartieri simili a villaggi che si estendono a spirale dal centro: ognuno ha la propria identità, dall’artistica Brera al cool ticinese. Sbircia attraverso ogni porta aperta e potresti vedere un palazzo, un giardino nascosto, una villa degli anni ’30 – o un chiostro rinascimentale delle dimensioni di una piazza appena aperto al pubblico dopo secoli di silenzio.

Credits: witoor.com (foto di Andrea-Bighi)
Bike Night Milano

# Ha razionalizzato uno stile “Made in Italy” che ha entusiasmato il mondo

Questa è l’altra cosa di Milano: è in continuo cambiamento. Questa città mutevole ha visto molte vite: dalla Mediolanum romana (tracce delle cui mura si trovano nel museo archeologico) a una città-stato così potente che il sovrano Ludovico Sforza convinse Leonardo da Vinci a migrare qui come suo ingegnere, lasciando il murale più famoso del mondo, L’Ultima Cena, sulla sua scia. Milano ha avuto un ruolo fondamentale anche nell’Unità d’Italia, ha creato ricchezze inimmaginabili durante la Rivoluzione Industriale ed è stata sottoposta a pesanti bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale. Questi ultimi lasciarono una pagina bianca dopo l’altra affinché i designer degli anni Cinquanta potessero affinare la loro creatività, razionalizzando uno stile “Made in Italy” che ha entusiasmato il mondo.

# Stare a Milano significa unirsi a questa eterna ricerca della perfezione, non riposare mai sugli allori, come fanno molte altre città italiane

E Milano continua a reinventarsi. Le potenze globali, da Pirelli a Prada, hanno donato gallerie di livello mondiale, disponendole attorno alle ossa del passato industriale di Milano: una distilleria di gin riconvertita qui, una fabbrica di treni là. I locali benestanti onorano i loro morti facendo donazioni a gallerie o aprendone di proprie: la Fondazione Luigi Rovati, inaugurata nel 2022, è senza dubbio il museo etrusco più bello d’Italia. Questo è un luogo di costante perfezionamento, e non solo nelle collezioni di moda in continua evoluzione: i lavori sul Duomo, la chiesa più grande d’Italia, iniziarono nel 1386 e terminarono solo nel 1965.

Stare a Milano significa unirsi a questa eterna ricerca della perfezione, non riposare mai sugli allori, come fanno molte altre città italiane, ma tendere una mano al futuro. Leonardo voleva farne parte. Lo farai anche tu.

La guida: cosa c’è di nuovo a Milano

# Cosa vedere e fare a Milano

Credit: fondazioneprada.org
  • Duomo: andare sulle terrazze, visitare gli scavi del battistero del IV secolo nel sottosuolo, mentre l’adiacente Museo del Duomo è pieno di versioni originali di molte delle statue avvistate sulle terrazze
  • Quadrilatero d’Oro: le vie dello shopping, delimitato da Via Sant’Andrea, Via Senato, Via Manzoni e, la più famosa di tutte, Via Monte Napoleone.
  • Pinacoteca di Brera: una delle gallerie più belle d’Italia. La sua collezione comprende una gamma eccezionale di opere rinascimentali, da Mantegna a Raffaello, e prosegue con Caravaggio fino ad Hayez. L’edificio in sé è un’opera d’arte: un palazzo del XVII secolo costruito come collegio dei gesuiti.
  • L’Ultima Cena e la vigna di Leonardo Da Vinci: prenota in anticipo per vedere il murale che ha cambiato il corso della storia dell’arte, raffigurante il momento in cui Gesù predisse il suo tradimento. Dall’altra parte della strada c’è ciò che resta della vigna che Ludovico Sforza regalò a Leonardo come ringraziamento per le sue opere. Le visite si snodano attraverso il palazzo quattrocentesco della Casa degli Atellani e terminano nel piccolo vigneto, coltivato con il vitigno Malvasia che Leonardo coltivava lì.
  • Castello Sforzesco: è ora un museo, che ospita sculture medievali lombarde, il dipinto forestale di Leonardo nella Sala delle Asse (stanza della torre) e l’ultima scultura di Michelangelo, la Pietà Rondanini, carica di emozione. A nord ovest si apre sul Parco Sempione, il polmone verde della città.
  • Fondazione Luigi Rovati: il nuovo museo di Milano combina l’arte etrusca e contemporanea – potresti vedere un vaso di Picasso accanto a uno di 2.500 anni, per esempio – in un centro di cultura e gastronomia incentrato sul design. Stupenda la sezione etrusca sotterranea, che rispecchia le tombe antiche. Andrea Aprea è al timone dell’eccezionale ristorante panoramico con una stella Michelin e con un bistrot in giardino.
  • Fondazione Prada: Miuccia Prada ha incaricato l’archistar Rem Koolhaas di trasformare un’antica distilleria di gin a sud del centro in un deposito di arte contemporanea. Un nuovo palazzone ospita la collezione permanente, che comprende opere di Damien Hirst e Jeff Koons, mentre le mostre temporanee si trovano nella distilleria, accanto al caffè progettato da Wes Anderson.

# Dove fare acquisti

i locali più top
Corso Como 10
  • 10 Corso Como: se non acquisti, goditi la galleria fotografica al piano superiore o il ristorante interno-esterno.
  • Il Meneghello: negozio, ora gestito dalla nipote Cristina, storica dell’arte, che vende carte artigianali e riproduzioni di mazzi storici dal 1500 in poi.
  • Cavalli e Nastri: tre negozi gemelli per uomini e donne nel distretto meridionale del Ticinese vendono di tutto, dalle sottovesti degli anni ’20 ai jeans in pelle Jean Paul Gaultier, mentre la filiale più appariscente di Brera inizia negli anni ’50, vendendo giacche Chanel e borse Louis Vuitton.

# Dove mangiare

Ristorante Berton
  • Salsamenteria di Parma: con due negozi in centro città, questa trattoria rende omaggio a Parma, capitale della cucina italiana. 
  • Caffè Bistrot: casual di nome, gourmet per natura. Il cuore della Fondazione Luigi Rovati è questo ristorante di Andrea Aprea, che offre una versione conveniente del suo locale stellato Michelin al piano superiore. Sedetevi in ​​giardino sotto l’albero di magnolia per provare piatti come la zuppa di piselli con seppie scottate e uovo di quaglia, o il risotto con zucchine, provolone e gamberi rossi dolci.
  • Ristorante Berton: il cibo stellato Michelin diventa giocoso in questo ristorante di Porta Nuova. Il menu degustazione di nove portate firmato dallo chef Andrea Berton, Non solo Brodo (non il solito brodo), porta l’eroe non celebrato della cucina al centro della scena, con brodi concentrati da sorseggiare, bere o agitare su ogni piatto. Il baccalà, affumicato a tavola con foglie di timo, è incredibile.

# Cosa fare dopo l’orario di lavoro

Credits: @travelus876
Il camparino
  • Camparino in Galleria: un campari seltz (Campari e soda) con un contorno di osservazione della gente in Galleria, o fuori con vista sul Duomo, è il classico aperitivo milanese.
  • Caffè Giardino: bar informale nel giardino della Triennale, il museo del design di epoca razionalista di Milano. Ci sono posti a sedere degli architetti Gaetano Pesci ed Ettore Sottsass, mentre una fontana dell’artista Giorgio de Chirico, che influenzò il movimento surrealista, si affaccia sul Parco Sempione.
  • Il Circolo Botanico: questo gin bar è una spanna sopra i vicini ritrovi lungo il canale del quartiere dei Navigli, che spesso diventano turbolenti. Ci sono più di 70 etichette racchiuse dietro il bancone circondato da piante e una normale lista di cocktail. 

# Dove dormire

Credits mazzantipiume IG – Nhow Hotel
  • Nhow Milano: era un’enorme fabbrica nel quartiere del design di Via Tortona, è stata ravvivata da colori vivaci nelle sue stanze a pianta aperta in stile industriale. Cerca le installazioni artistiche rotanti accanto agli ascensori su ogni piano, mentre il bar a bordo piscina sul tetto Vertigo attira gente del posto vestita a festa.
  • Antica Locanda dei Mercanti: antica locanda del XVIII secolo, un tempo utilizzata dai mercanti in visita, è stata trasformata in questo splendido hotel di 14 camere vicino al Duomo. 
  • Portrait Milano: costruito come seminario nel XVI secolo, questo luogo ha vissuto sotto molte forme prima della sua ultima reincarnazione come hotel di lusso. 

# Vivere Milano come i milanesi

Credits Andrea Cherchi – Tram su pavè
  • Il patrimonio industriale: Milano ha riconvertito alcuni affascinanti spazi industriali. Questi includono l’immenso Pirelli HangarBicocca, un’ex fabbrica che ora propone arte contemporanea a rotazione, e la Fabbrica del Vapore, un’officina di locomotive trasformata in centro culturale, con un bar tranquillo e un’enorme sala espositiva. 
  • Tram: Milano è nota per i suoi tram caratteristici, con un mix di veicoli di epoche diverse che attraversano il centro. Fatti un giro su un ATM Classe 1500 – i più vecchi in circolazione, sono un’unica carrozza, che sferragliano dagli anni ’20 – o un 4600 a bolla degli anni ’50.
  • Piazza Gae Aulenti: per un assaggio della Milano moderna, dirigiti verso la zona bordata di grattacieli intorno alla stazione di Porta Garibaldi. Incentrata attorno a un’enorme fontana, Piazza Gae Aulenti offre boutique (Chiara Ferragni, la risposta italiana a Kim Kardashian, ha un negozio), ristoranti, bar e viste privilegiate sul Bosco Verticale, un complesso di appartamenti immerso nelle piante, che lo hanno trasformato in un bosco verticale.

Estratti tradotti da: A guide to Milan and what’s new in Italy’s most fashionable northern city – National Geographic

Continua la lettura con: Gli svizzeri: Milano è la capitale migliore

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CENTRO CHIUSO a Milano dal 2024: questa l’AREA VIETATA alle AUTO. “Ma poi l’allargheremo”

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Centro chiuso alle auto private

Il super centro diventerà off limits. Ecco dove non si potrà più circolare.

CENTRO CHIUSO a Milano dal 2024: questa l’AREA VIETATA alle AUTO. “Ma poi l’allargheremo”

# Dal 2024 il super centro sarà interdetto alle auto private

Credits car_spotting.tommy IG – Auto in via Montenapoleone

L’annuncio del Sindaco Sala è arrivato ieri a margine di “Il Verde e il Blu Festival”: entro il primo semestre 2024 sarà interdetto l’accesso alle auto private nel super centro di Milano. Queste le sue parole: «Al momento non c’è ancora una data precisa, stiamo facendo verifiche di viabilità, ma ne ho discusso molto soprattutto con le case di moda che sono più interessate e devo dire che ho trovato molto consenso. Qualcuno dice addirittura “pedonalizziamo”, chissà se in futuro ci si potrà arrivare». 

# Dove non si potrà circolare salvo alcune eccezioni

Centro chiuso alle auto private

L’area oggetto del provvedimento si estende dal primo tratto di corso Venezia a San Babila, per continuare in Corso Matteotti e tutte le vie sia a destra, sia a sinistra che nello specifico sono: Monte Napoleone, Bagutta, Spiga, Sant’Andrea, Bigli, Gesù, Borgospesso, Santo Spirito, Verri, San Pietro all’Orto, San Paolo, Hoepli, Agnello. Si prevede qualche eccezione. Potranno continuare a transitare i residenti proprietari di box o garage e a chi parcheggerà nelle autorimesse della zona, oltre a mezzi di servizio e di trasporto pubblico e privato, come taxi e Ncc.

Per rendere efficace la misura verranno installate delle telecamere per registrare i passaggi in Corso Venezia, all’incrocio con Via Senato, e altre telecamere all’ingresso delle autorimesse per rileggere la targa e annullare la multa potenziale. Il Sindaco Sala: “è una misura a mio giudizio che non toglie molto ma aggiunge tanto ed è significativa perché detta un altro passo nel nostro modo di procedere. In centro-centro ci si può arrivare con il metrò, i mezzi pubblici, i taxi e gli ncc. Crediamo sia giunto il momento di fare questo ulteriore passo avanti”.

# “È una piccola cosa ma intanto è una cosa storica. Poi da lì ci allargheremo”

Beppe Sala IG

L’obiettivo però è quello di allargare l’area interdetta alle auto nel prossimo futuro: “è una piccola cosa ma intanto è una cosa storica. Poi da lì ci allargheremo“. Con queste parole il Sindaco Sala fa capire che la misura, in attesa di definizione da parte dell’Assessore alla Mobilità, Arianna Censi, sarà estesa in modo progressivo anche se solo pochi giorni fa si era detto contrario a una chiusura di tutto il Municipio 1.

Leggi anche: Il MUNICIPIO 1 alza le BARRICATE: “in centro DIVIETO di INGRESSO alle auto dei NON RESIDENTI”

Fonte: Corriere Milano

Continua la lettura con:  Il CENTRO di MILANO sarà SENZ’AUTO: fissata la DATA

FABIO MARCOMIN

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#59 – Il “FIUME più CORTO del mondo” è a un paio d’ore da Milano

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Credits: lastampa.it

Sul cartello c’è scritto in diverse lingue che si tratta del “fiume più corto del mondo”. In realtà non è così perchè negli ultimi anni sono stati conteggiati dei concorrenti asiatici che si sono fregiati il primato e i primi posti della classifica mondiale. Ma al nostro piccolo fiume è rimasto lo scettro di indiscusso fiume più corto d’Italia. Vediamo qual è e dove si trova. 

Il “fiume più CORTO del mondo” è a un paio d’ore da Milano

# Il fiume Aril è lungo 175 metri

Credits: latitudeslife.com

Sulla sponda nord-orientale del Lago di Garda si trova Cassone, una piccola frazione del comune di Malcesine, in provincia di Verona. La piccola località è celebre perchè è percorsa dal fiume Aril, il più corto d’Italia, in tutti i suoi 175 metri di lunghezza che, fino a qualche anno fa, gli attribuivano il primato di fiume più corto del mondo.

# Dall’Indonesia alla Norvegia via Georgia. I nuovi fiumi più corti del mondo

Credits: tripadvisor.com

Ma da qualche anno nuovi concorrenti lottano per accaparrarsi i primi posti nella classifica dei fiumi più corti del Mondo. Il fiume Tamborasi in Indonesia e il Kovasselva in Norvegia si aggiudicano il primo posto a pari merito grazie ai 20 metri di lunghezza che li contraddistinguono. A seguire troviamo invece il fiume Reprua, situato in Abcasia, in Georgia. 27 metri di corso d’acqua. Troppo lungo per puntare al primato. 

# Il fiume Aril resta il più corto d’Italia (e conserva il cartello di più corto del mondo)

Credits: lastampa.it

Il cartello però è sempre al suo posto a proclamare il suo primato internazionale. E “il fiume più corto del mondo” prosegue la sua piccola corsa senza curarsi degli attacchi di quegli insignificanti piccoli torrenti d’Oriente. 

Continua la lettura con: La gita più bella #60 – Il “BORGO dei CELTI” a tre ore da MILANO

MARCO ABATE

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#59 – BERRI MEREGALLI, il palazzo più eclettico di Milano

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Nel centro di Milano c’è uno spicchio di Barcellona.

BERRI MEREGALLI, il palazzo più eclettico di Milano

Si tratta del Palazzo Berri Meregalli in via Cappuccini 8, capolavoro dell’architetto Giulio Ulisse Arata inaugurato nel 1914.

Il Palazzo è un museo di stili diversi a cielo aperto. L’Eclettismo di Arata ha mischiato generi differenti, come il romanico dei mattoni a vista e degli archi, il Gotico, il Rinascimento e il tardo stile Liberty degli affreschi e dei ferri battuti a riccio del maestro Mazzucotelli.

Se si attraverso la cancellata in ferro battuto che ricorda la grata di un castello medievale, si accede a uno spettacolare androne fatto di marmi e mosaici multicolori che sembra di essere in una cattedrale bizantina.

In fondo all’ingresso si trova una scultura di Adolfo Wildt, la Vittoria Alata: una testa di donna con un velo e un paio di ali.

Continua la lettura con: Luogo nascosto #60 – Il “FORO di MILANO”, la piazza più ricca di storia della città

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🛑 Il CENTRO di MILANO sarà SENZ’AUTO: fissata la DATA

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Breaking News comunicata direttamente dal sindaco. Il centro di Milano sarà chiuso alle auto. Non solo: si tratta di una prima mossa: “Iniziamo col centro, ma poi ci allargheremo”.

Il CENTRO di MILANO sarà SENZ’AUTO: fissata la DATA

Credits alessiobazzani.eu IG – Beppe Sala

# Sala: “Centro chiuso alle auto entro primo semestre 2024”

19 ottobre. L’annuncio di Sala: entro metà 2024 stop alle auto in centro a Milano. Dopo la richiesta del Municipio 1 di chiudere il centro alle auto dei non residenti, il sindaco accelera sulla corsia di sorpasso. Centro chiuso? Anche alle auto dei residenti. 

# “Cercare di cambiare le cose non è per l’elite, per i radical chic ma è per tutti”

Credits Andrea Cherchi – Simone Lunghi in bicicletta

Obiettivo è di “spingere per un città meno inquinante“. Ha svelato la nuova iniziativa “contro le auto”, lo stesso sindaco a margine di “Il Verde e il Blu Festival” che si sta svolgendo a Milano.
“Il cambiamento non è un’utopia”, sono le parole del sindaco, “cambiare il modello di
sviluppo non è un’utopia ed è qualcosa di molto milanese. Il problema è, quale sviluppo? È chiaro che la transizione richiede impegno, e bisogna pensare ovviamente a chi è in difficoltà quando si prendono decisioni, ma cercare di cambiare le cose non è per l’elite, per i radical chic, ma è per tutti. Noi, come Milano, dobbiamo essere pionieri e avere il coraggio e il buonsenso di fare le cose” le parole del sindaco. Che poi svela che si tratta solo di una tappa di un percorso più ambizioso. 

# “Iniziamo col centro, ma poi ci allargheremo”

Credits IgorSaveliev-pixabay – In bici a Milano

“Noi vogliamo chiudere al traffico privato il centro di Milano entro il primo semestre del 2024. Perché lo facciamo? Perché la realtà cittadina è di shopping, ma puoi entrare con i
taxi, con i mezzi pubblici. Iniziamo col centro, ma poi ci allargheremo. A chi dice che con l’area B non è diminuito il traffico in città, voglio dire che è vero che il calo è stato solo del 2/3%, ma è cambiato il 7/8% della tipologia di vetture che entrano in città, ora meno inquinanti” ha concluso Sala. 

Continua la lettura con: Milano può diventare una regione a sé, ma Fontana e Sala non lo sanno

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

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MILANO può diventare una REGIONE a sè, ma FONTANA e SALA NON lo SANNO

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Credits: gazzetta.it - Sala e Fontana

Lo sconfortante botta e risposta tra Fontana e Sala sull’autonomia differenziata: entrambi citano la Costituzione ignorando che è proprio la Costituzione Italiana a consentire a Milano di diventare come una regione. 

MILANO può diventare una REGIONE a sè, ma FONTANA e SALA NON lo SANNO

# Il botta e risposta tra Fontana e Sala sull’autonomia differenziata

Relatori You Next Milano

Nel corso del convegno promosso da Assolombarda ‘Your Next Milano’ sul
futuro di Milano, tenutosi nella Sala Alessi a Palazzo Marino il 18 ottobre 2023, Attilio Fontana e Beppe Sala sono intervenuti nel panel intitolato “Attrattività e competitività di Milano oltre i propri confini”. Il dibattito si è animato sull’autonomia differenziata, da un lato la rivendicazione del tema da parte Presidente di Regione Lombardia e dall’altro l’osservazione del Sindaco di Milano che ci vorrebbe più attenzione all’autonomia locale in generale e soprattutto delle città metropolitane.

# Fontana: “Milano è una punta di diamante perché ha intorno la Lombardia”

 

Queste le parole di Fontana: “Milano è una punta di diamante perché ha intorno la Lombardia, un tessuto molto produttivo e pulsante pieno di iniziative e voglia di fare. Il vero obiettivo che portiamo avanti è quello di favorire non una città che è al centro ma una città diffusa, una Smartland, dove ci siano collegamenti e servizio anche nelle zone più remote della regione. Questo è l’obiettivo che dobbiamo avere”.

# La replica di Sala: “Poca attenzione su Milano”

Beppe Sala IG

La replica di Sala: “Milano è vero che brilla perché c’è anche la Lombardia ma intanto brilla e però ha poca attenzione. Sul trasporto pubblico locale questo governo parla del merito e noi negli ultimi anni lo sviluppiamo aumentando i chilometri coperti ma abbiamo avuto il 10% in meno di risorse“.

# La balla di Fontana: Per dare più autonomia a Milano “bisogna cambiare la Costituzione”. Ma il sindaco non replica

Credits: gazzetta.it – Sala e Fontana

Sulla riforma dell’autonomia il Sindaco aggiunge che “parla solo di Regioni” e in risposta a Fontana che gli fa notare che “è l’unica prevista dalla Costituzione”, replica che “sarà anche l’unica prevista ma non è giusta secondo me, posso dire che non è giusto il modello? Si parla solo di Regioni e non si affronta il tema dell’autonomia delle città metropolitane”.

La chiusura di Fontana: “Iniziamo a fare l’autonomia regionale io sono favorevole ad altri tipi di autonomia ma bisogna cambiare la Costituzione e se dobbiamo cambiarla non lo facciamo in due giorni. Intanto facciamo quella regionale”.

Fonte: Ansa

# Milano ha ogni diritto di diventare una regione a sé: lo dice proprio la Costituzione (art.132)

la regione urbana di Milano secondo l’OCSE

Triste, sconfortante e preoccupante che le due più importanti cariche amministrative in Regione Lombardia non sappiano che Milano potrebbe già rendersi autonoma diventando una regione a sé. Lo dice proprio la Costituzione Italiana, al contrario di quanto hanno affermato durante il loro dibattito, ed è una battaglia che Milano Città Stato porta avanti da anni.

All’art.132 è previsto infatti che “uno o più comuni di un territorio con una popolazione di almeno un milione di abitanti possa fare richiesta tramite referendum di essere trasformato in regione”: Milano esercitando un diritto previsto dalla Costituzione potrebbe così diventare la prima città-regione assimilabile alle città-stato internazionali.

Al momento questo processo è perseguibile dal Comune di Milano, anche se tutti i comuni della Città Metropolitana e oltre, possono aggregarsi alla richiesta di iniziativa popolare oppure chiedere successivamente di essere annessi all’ente. Lo dite voi a Sala e Fontana? 

Continua la lettura con: Spada (Assolombarda): «MILANO deve ALLARGARE i suoi CONFINI»

FABIO MARCOMIN

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Un MILANESE e i TAXI di ROMA: lo CHOC dell’ATTESA INFINITA (IMMAGINI)

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Roma, mattina del 19 ottobre. Foto di M.Z.

“Ero arrivato alle 10.30, un’ora di anticipo”. Proprio per precauzione. Ma è stato inutile. Riceviamo la testimonianza e pubblichiamo le foto di M.Z.: Roma Termini, la mattina del 19 ottobre

Un MILANESE e i TAXI di ROMA: lo CHOC dell’ATTESA INFINITA (IMMAGINI)

# Il vero viaggio inizia una volta arrivati a Roma

Ormai è cosa nota. Il vero viaggio non è il Frecciarossa Milano – Roma ma inizia una volta arrivati nella capitale. Per precauzione molti milanesi prendono il treno prima, come è il caso di M.Z. che ci ha inviato le immagini dell’esterno di Termini la mattina del 19 ottobre. 

Roma, mattina del 19 ottobre. Foto di M.Z.

“Alle 10.30 non ci sarà da aspettare”. E invece… “Tutta coda, anche quella in fondo a serpentone”. Però c’è anche un barlume di organizzazione… 

# L’addetto alla coda e il bagarino di auto private

Roma, mattina del 19 ottobre. Foto di M.Z.

Nel riquadro in verde c’è in maglia azzurro chiara “l’addetto alla coda. Non parla neppure l’italiano, ma solo il romano. Giuro”. Non solo. “C’è anche il bagarino che propone l’auto privata insultando chi preferisce il taxi. Non lo filmo sennò mi mena!”. 

Dalla Capitale è tutto. 

Continua la lettura con: Lo scandalo taxi nelle grandi città italiane

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MILANO-GENOVA in meno di un’ORA: l’ultima novità sui LAVORI

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Terzo valico

Il collegamento ferroviario con la galleria più lunga d’Italia.

MILANO-GENOVA in meno di un’ORA: l’ultima novità sui LAVORI

# 90,7 km di tunnel con la galleria ferroviaria più lunga in Italia

Terzo valico

Terzo Valico, Nodo ferroviario e scalo merci Campasso rientrano in un progetto unificato nel 2019 e del valore di quasi 7,4 miliardi di euro, che ha l’obiettivo di dare un colpo di acceleratore alla nuova ferrovia tra Genova e la valle del Po. Considerando anche le ulteriori opere in sotterraneo, il progetto unico Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova prevede la costruzione di 90,7 km di tunnel. La Galleria di Valico con i suoi 27 km sarà la galleria ferroviaria più lunga in Italia.

Lungo la rete ferroviaria del Terzo Valico dei Giovi si muoveranno merci e persone a 250 chilometri orari, favorendo i collegamenti tra le regioni del Nord Italia e dell’Europa. L’infrastruttura si inserirà poi nel corridoio Reno-Alpi, uno degli assi della rete strategica transeuropea di trasporto (TEN-T core network). Il nodo di Genova consentirà invece di separare i flussi di traffico tra treni regionali e treni a lunga percorrenza.

Leggi anche: Da MILANO a GENOVA in TRENO in meno di un’ora: ci vuole qualcosa in più

# Nel 2026 il transito dei treni su una canna sola

Credits webuildgroup IG – Terzo Valico

L’ultimo aggiornamento sui lavori arriva da Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture, che durante a Shipping Week che si è tenuta la scorsa settimana a Genova ha dichiarato: “Per il 2026 prevedo il transito dei treni probabilmente su una canna sola, come avvenuto ad esempio in Svizzera, visto che il problema è legato a problemi geologici sorti durante i lavori. Ma devono cambiare, e l’abbiamo già previsto a luglio scorso, i metodi di lavorazione. Nel senso che normalmente si scava e poi si fa l’andamento ferroviario. Ciò costa di meno. Invece sul Terzo Valico si manterrà un andamento ferroviario mentre si scava per ridurre di due anni i tempi“.

# Da Milano a Genova in meno di un’ora dal 2028

Credits: RFI – Quadruplicamento Milano Pavia

Il 2026 non sarà comunque l’anno in cui verrà ridotto il tempo di percorrenza in treno da Genova Principe a Milano Rogoredo da 1h e 39 minuti attuali a 53 minuti. Bisognerà infatti attendere il quadruplicamento della linea tra Tortona e Milano previsto per intero solo tra il 2027 e il 2028.

Fonte: Ferrovie.info

Continua la lettura con: SUD ad ALTA VELOCITÀ: il progetto da PALERMO a BARI. E come potrebbe accelerare il viaggio per Milano

FABIO MARCOMIN

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Gli INTERNI di MERLATA BLOOM: il videoreportage con gallery fotografica di ANDREA CHERCHI

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Gli interni del nuovissimo Merlata Bloom tra Mind e Cascina Merlata che verrà inaugurato il 15 novembre 2023. Video e foto di Andrea Cherchi.

Gallery:

Video:

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

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Credit combat tram YT – Tram 7 in sotterranea

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VIVAIO e MILANO CITTA’ STATO, le attività per il 2023. Vuoi unirti anche tu?

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FINE ANNO in coda al PANE QUOTIDIANO

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Un anno da pendolare sulla Milano Cremona

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La grande nevicata dell’85

La Milano di inizio Novecento

il SUPERATTICO sul tetto della TORRE

M4 – Dateo, la STAZIONE più PROFONDA di Milano

5 angoli INSOLITI da scoprire a MILANO

Un giro sul TurboKart

Il ciclista spericolato

Che cosa pensano i milanesi dei napoletani

Cosa pensano i napoletani di Milano e dei milanesi

3 esperienze gratis da fare nel periodo natalizio a Milano

Quanto spendono gli studenti di Milano?

Il panino più famoso di Milano

In volo sopra i Navigli nascosti

I paninari davanti al Burghy

L’ASFALTO “FERITO” di Milano, la denuncia del comico STORTI

Inaugurazione dell’M4

BAGNI BELLI e GRATIS in CENTRO a Milano

M4: la quiete prima dell’inaugurazione 

L’Italia costruisce la sua Tech Capital

Camminare sul cielo a Milano

Ho aperto un falso ristorante in piazza Duomo

Milano, una città che costruisce METROPOLITANE come nessun’altra

Le tre strade più trafficate di Milano

In TRATTORE in CENTRO a MILANO (scena cult)

Milano ha carenza di posti letto per i senza dimora

Sciare in Porta Nuova

La Ciclabile Umana

Paninari a Milano

Le 10 moto più belle a EICMA

La protesta degli studenti contro la legge anti-rave

Calenda canta Bella Ciao all’Arco della Pace

Quanto paghi d’affitto a Milano

EMO & TRUZZI, i RAGAZZI di MILANO di VENT’ANNI FA

Un milanese a Genova

L’aperitivo più economico a Milano Centro

Milano, risse ai Navigli

Una GIORNATA ALTERNATIVA a Milano

L’arrivo di Totò e Peppino a Milano

Nel regno delle zucche alle porte di Milano

La M4 in anteprima

Cosa succederebbe se scoppiasse una bomba atomica a Milano?

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In volo di notte sui grattacieli di Porta Nuova

Le borseggiatrici della metro

Le intrusioni dei maranza

I nuovi poveri di Milano

Ultima corsa della Milano – Limbiate

Le reazioni degli automobilisti al blocca di via Palmanova

Street Style a Milano

Da Milano a Londra con una moto super sportiva

L’incrocio con semaforo rotto e il senso civico dei milanesi

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La TOP 10 delle cose da vedere vicino a MILANO

NavigaMi, in CROCIERA a MILANO

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Cose da NON FARE per trovare una CASA in AFFITTO a Milano

La sfida: di corsa contro la metro

INSEGUO le BORSEGGIATRICI sulla METRO

L’arena di Milano dimenticata da 25 anni

Manzoni occupato contro Giorgia Meloni

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Milano alla fine degli ANNI OTTANTA

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M6 – Il percorso della futura metropolitana di Milano

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Mi sono trasferita a Milano

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I locali più instagrammabili di Milanoa

DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

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BELLE CASE con soli 60.000 EURO a Milano? Dove si possono trovare

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Ph. @rho_nel_mondo

Acquistare un appartamento a Milano sta diventando una sfida per molti impossibile. Ma se si ampliano gli orizzonti si possono trovare ancora belle occasioni. 

BELLE CASE con soli 60.000 EURO a Milano? Dove si possono trovare

# Dove andare ad abitare spendendo poco

Mappa Città metropolitana

I prezzi delle case a Milano sono cresciuti del 20% dal 2019 ad oggi, come scritto in questo articolo. Ma se per Milano si parla di città metropolitana le cose cambiano: il sito proiezionidiborsa.it ha fatto una ricerca sul portale immobiliare Casa.it scovando diverse abitazioni con prezzi attorno ai 60.000 euro e anche inferiori a questa cifra.

Leggi anche: I MILANESI fuggono in PROVINCIA: 1 su 3 cerca CASA nell’HINTERLAND

# A distanza di metropolitana: a Rho bastano circa 60.000 euro per un appartamento

Credits tittybellopede1 IG – Rho

Tra i comuni appena fuori Milano, che offrono verde, tranquillità oltre che buoni collegamenti stradali e con il trasporto pubblico locale e con prezzi degli immobili stracciati, c’è Rho. Alla data del 19 ottobre 2023, quando è stata effettuata la ricerca, è possibile trovare un monolocale di 37 mq in buone condizioni e subito abitabile a 64.000 euro.

# Superofferte anche a Magenta

Credits coppolama83 IG – Teatro Lirico Magenta

Non c’è ancora la metro ma si sta progettando di collegare anche lei a Milano. Nel Comune di Magenta, a circa 30 km dal centro città, ci sono invece un bilocale di 50 mq a 55.000 euro con box incluso o in alternativa, salendo un po’ con il prezzo, un trilocale di 77 mq e 2 box a vendita 71.000 euro.

Fonte: proiezionidiborsa.it

Continua la lettura con: CROLLO delle VENDITE di CASE a Milano: i due motivi che potrebbero portare al CRACK IMMOBILIARE

FABIO MARCOMIN

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MILANO è la più ANZIANA tra le grandi città internazionali

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Foto: Andrea Cherchi (c)

Pochi giovani, molti anziani. Sempre più una città per over 65. Milano è risultata la più anziana in un confronto internazionale e nei prossimi anni la situazione è prevista in peggioramento.

MILANO è la più ANZIANA tra le grandi città internazionali

# Nella terza edizione di “Your Next Milano” si è discusso anche dell’inverno demografico

Radio Lombardia – Your Next Milano

La terza edizione di “Your Next Milano”, l’evento organizzato Assolombarda e Milano & Partners nella Sala Alessi di Palazzo il 18 ottobre 2023, è stata l’occasione per promuovere un momento di confronto sulla città e sulle sue performance a livello internazionale. Nel corso dell’evento è stato presentato il report “Tendenze e sfide della città nel contesto globale” che mostra un’analisi annuale dell’attrattività e della competitività della città, che fa anche il punto sulle prospettive dell’economia e del lavoro nel confronto con altre aree urbane d’Europa e del Mondo. Tra queste Amsterdam, Barcellona, Berlino, Londra, Monaco, Parigi, Chicago, New York, San Francisco e Tokyo.

Oltre al futuro di Milano, con il dibattito sull’autonomia dei territori che ha visto un acceso botta e risposta tra Attilio Fontana e Beppe Sala, un altro dei macro temi di quest’anno è stato l’inverno demografico, con un approfondimento inserito nel report 2023 insieme a quelli consueti su percezione, attrattività e performance economica delle diverse aree urbane analizzate.

# La crescita della popolazione non è riconducibile al saldo naturale

Trend demografico Comune di Milano

Nel rapporto viene esaminato l’aspetto demografico di Milano ed emerge come la crescita del 7,5% di popolazione registrata tra il 2011 e il 2023, quando la città è arrivata a sfondare il muro di 1,4 milioni di residenti prima di ridiscendere a causa del Covid-19 e poi risalire nuovamente, non è riconducibile al saldo naturale. La differenza tra nascite e decessi risulta negativa già da diversi anni e il tasso di fecondità totale nella Città metropolitana di Milano è passato da un valore di 1,56 figli per donna nel 2010, sopra la media nazionale, a 1,23 nel 2022, sotto la media nazionale. Pertanto l’aumento dei residenti è dovuto principalmente alla mobilità, sia dal resto d’Italia che dall’estero, con una previsione di oltre 55 mila residenti in più nel 2031 rispetto ad oggi secondo l’Istat nel 2031 portando la popolazione complessiva di 1 milione e 409 mila. 

# Milano è la metropoli più anziana e meno giovane tra le dieci messe a confronto

Foto: Andrea Cherchi (c)

A formare la popolazione del futuro saranno però sempre più persone over 65, nel 2031 saranno un quarto dei residenti, che trainerà l’aumento insieme alle fasce 15-64 pur se in una quota minore. Ma già oggi Milano risulta essere “la città più anziana” rispetto alle dieci città prese in considerazione, il 24,4% ha più di 65 anni, e nel 2031 sarà anche “la città meno giovane” con solo l’11,5% di residenti nella fascia 0-14 anni. 

# Non è una città per giovani: dopo Porta Venezia anche i Navigli dicono no ai locali di sera

Dati che confermano la distanza sempre maggiore di Milano dalle esigenze dei giovani. Non solo il caro case e i prezzi alle stelle, la nuova tendenza sembra essere quella di imporre una sorta di coprifuoco al divertimento notturno. L’ultima novità è l’ordinanza anti-movida per il quartiere di Porta Venezia. Da venerdì e per un mese sono vietati vendita e asporto di bevande da mezzanotte alle sei nei giorni feriali e dall’una e mezza nei weekend. Un’ordinanza che altre zone vogliono imitare, in primis quella di Navigli-Ticinese. E il sindaco ha annunciato che Milano deve rallentare e concedere più tempo al riposo. Una esigenza certo non dei più giovani. 

Continua la lettura con: Spada (Assolombarda): «MILANO deve ALLARGARE i suoi CONFINI»

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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#60 – Il “BORGO dei CELTI” a tre ore da MILANO

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credits: @karlaspiga su IG

Un luogo perfetto per fare un salto nel passato tra escursioni e visite turistiche, riportando alla luce le profonde radici celtiche dell’Italia.

Il “BORGO dei CELTI” a tre ore da MILANO

# Fiumalbo, il borgo dei Celti

credits ilborgodeicelti.com

In provincia di Modena, immerso nel verde del Parco del Frignano, si trova il borgo medievale di Fiumalbo. Conosciuto anche con il nome di “Borgo dei Celti”, vanta quasi 1000 anni di storia, ma le sue radici sono da ricercare molti anni più indietro: nel popolo celtico. Le sue origini sono, quindi, da collocare nel IV secolo riconducibile all’epoca della discesa dei Celti in Italia.

# La caratteristiche capanne con tetto a gradoni e le “marcolfe”

In seguito alle loro tradizioni ed influenze, Fiumalbo ora si presenta ai turisti con delle caratteristiche capanne con una copertura in paglia di segala e il tetto a gradoni in arenaria. Ma non solo, a testimoniare l’antica presenza celtica sono anche le “marcolfe”, delle statue in pietra dai visi grotteschi, poste vicino alle case con la funzione di scacciare gli spiriti maligni.

# L’infiorata: l’amore è nell’aria

credits: @giulya1982 su IG

Il centro storico è ricco di numerose attrattive che regalano un po’ di romanticismo. Le strette vie in pendenza conducono ai principali edifici storici del borgo e ci fanno incantare con la loro raffinatezza, la piazza principale ospita la meravigliosa Chiesa di San Bartolomeo Apostolo che custodisce numerosi tesori e oggetti preziosi di grande valore artistico.

Fiumalbo è anche ospite di una tradizione tanto incantevole quanto profumata: l’infiorata. Ogni anno, nel mese di giugno, si realizza la processione di Corpus Domini in cui vengono disegnati giganteschi quadri con fiori sminuzzati di ogni colore, raffiguranti immagini sacre.

Paesaggi suggestivi e tanto verde: così, natura e tradizione circondano il piccolo borgo di Fiumalbo, offrendo gli elementi ideali per un soggiorno magico.

# Il fiumalbino, un dialetto unico nel suo genere

 

credits: bulgnais.com

Un ulteriore elemento che rende l’esperienza ancora più curiosa e di valore è il dialetto locale. Il fiumalbino è un varietà di dialetto emiliano tra i più conservativi dell’Emilia-Romagna ed è particolarmente interessante per le sue origini storiche e linguistiche. Ha origine da numerose sfumature dal toscano, dal ligure e dal veneto, creando un mix così particolare che lo contraddistingue da tutti gli altri dialetti presenti nella zona.

Continua a leggere con: #61 – “GLI AEREI”: a due ore da Milano uno dei ristoranti abbandonati più singolari al mondo

SELENE MANGIAROTTI

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#60 – Il “FORO di MILANO”, la piazza più ricca di storia della città

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Ph. @Argentone_ IG

Si tende a considerare il Duomo come cuore di Milano sia simbolico che geografico. Molti ignorano che a meno di un tiro di schioppo da Piazza Duomo si trova una piazzetta molto più piccola ma decisamente più ricca di storia.

Il “FORO di MILANO”, la piazza più ricca di storia della città

# L’antico foro di Milano nell’antica Roma

Ph. @stellainwonderland
IG

Ai tempi dell’Impero Romano questa zona di Milano incastonata in pieno centro fra via della Zecca Vecchia e via Fosse Ardeatine era l’antico Foro di Milano, ossia snodo e crocevia principale dell’antica Mediolanum proprio all’incrocio tra il Cardo e il Decumano, nomi con cui si definivano le arterie di traffico d’età imperiale riproposte poi all’Expo Milano 2015. Il Foro, realizzato agli albori del I sec. dC dall’Imperatore Augusto, fu sviluppato progressivamente sino all’inizio del III secolo e in seguito perse gradualmente importanza a favore di altre zone della città come ad esempio l’area attorno al futuro Palazzo Arcivescovile del XII sec. (l’odierna Piazza Fontana).

Nel frattempo, nel 1030, era stata eretta la chiesa di San Sepolcro che avrebbe dato il nome alla Piazza che, pur ridimensionata della sua importanza, restò orgogliosamente ancorata alla fama storica di fulcro delle attività, dei mercanti e del pellegrinaggio da e verso il resto della Regio XI Transpadana,  una delle antiche regioni augustee.

# La culla del fascismo: i sansepolcristi

E’ cosa nota la marcia su Roma del 1922, ma ben pochi sanno che in realtà le origini del fascismo risiedono proprio a Milano e per la precisione proprio in Piazza San Sepolcro. Fu proprio qui infatti che il 23 marzo 1919, nel cortile del Palazzo degli Esercenti (oggi Palazzo Castani) Benito Mussolini si strinse assieme a un’adunata di oltre cinquecento reduci di guerra, fra cui il futurista Tommaso Filippo Marinetti, e con un discorso pubblico messo poi nero su bianco fondò le basi dei Fasci di combattimento che, all’inizio, furono denominati Sansepolcristi. Un momento simbolo della storia italiana che, negli anni successivi, il regime avrebbe considerato il vero atto fondativo del fascismo. Quel giorno, il fascismo aveva posto le sue basi nel contesto di una città, Milano, smarrita e drammaticamente provata dalla Prima Guerra Mondiale, la stessa che poi con un gesto più che simbolico avrebbe visto il trionfo del Comitato di Liberazione Nazionale e messo fine in Piazzale Loreto al fascismo con quello che tutti, milanesi e non, ricordiamo.

# Cosa c’è oggi in piazza San Sepolcro

Ph. @Bellamilanotours
IG

Grazie a recenti restauri è oggi possibile visitare parte dei resti del Foro romano accessibili da via dell’Ambrosiana.  Nei sotterranei dell’omonima Biblioteca, infatti, sono state ritrovate grazie ad alcuni scavi tracce archeologiche della Piazza del I sec., ovvero i resti dell’antica pavimentazione di epoca augustea. Inoltre, nella cripta sotterranea della chiesa di San Sepolcro è possibile ammirare il pavimento in marmo rosso di Verona un tempo appartenente al Foro, successivamente asportato per realizzare il rivestimento risalente al 1030. Alla sinistra della chiesa un cancello apre sul piccolo cortile della Sala Federiciana, appartenente al complesso della Pinacoteca Biblioteca Ambrosiana. Su Piazza San Sepolcro, infine, affacciano e fanno da spettacolare cornice alcuni splendidi palazzi appartenenti a famiglie patrizie milanesi. 

 

Continua la lettura con: Luogo nascosto #61 – La CHIESINA ROSSA: il tesoro segreto della periferia di Milano

CARLO CHIODO

copyright milanocittastato.it

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MILANO sta perdendo la voglia di PEDALARE

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Aumenta il distacco tra i ciclisti e Milano: è la fine di un amore? 

MILANO sta perdendo la voglia di PEDALARE

# 1 milanese su 5 vuole scendere dalla bicicletta

Pedalare a Milano fa paura: a certificare questa percezione è l’Osservatorio dell’Università IULM attraverso la ricerca svolta da Mario Abis, docente di Ricerche psicosociali e Statistica e ricerche di mercato. Dai dati emerge che tra maggio e settembre 2023 l’intenzione delle persone di utilizzare la bicicletta sarebbe calata del 20%: un’evidenza in controtendenza rispetto alle diffuse inclinazioni green e al boom della bicicletta che c’è stato durante e dopo la pandemia. Questo dato traduce il timore di pedalare che serpeggia tra i cittadini fortemente influenzato dal numero di incidenti avvenuti nell’ultimo periodo.

# La serie di incidenti mortali

Ph. Vigili del Fuoco – Incidente Luca Marengoni

Il ricordo è ancora vivo della tragica morte di Luca Marengoni, studente di 14 anni travolto da un tram l’8 novembre 2022 mentre si recava a scuola in bici. Una delle morti che più ha sconvolto la cittadinanza, alla quale si sono aggiunte poi quelle di altri sei ciclisti deceduti nei mesi successivi. Questi tragici avvenimenti hanno portato alla diffusione di una maggiore consapevolezza sui rischi e sui problemi di una città dove la convivenza tra auto, bici e pedoni è complicata.

# Le troppe insidie per i ciclisti di Milano

Monforte – Visconti di Modrone

La pericolosità di andare in bicicletta a Milano è evidente: per il traffico (con 49 auto su 100 abitanti – come ha affermato il sindaco Beppe Sala), per le strade con binari e asfalto spesso non curato, oltre alle corsie non ben disegnate che creano intasamenti tra le diverse forme di mobilità nuove.
Inoltre, osservando la diffusione delle piste ciclabili in città si può notare come i
percorsi siano quasi tutti brevi e con numerose interruzioni. Questo porta i ciclisti a
dover alternare percorsi sicuri a tratti privi di protezioni, dunque pericolosi.

# Lo scollamento tra la narrativa della Milano green e la percezione dei cittadini

Credits: bollettino.bici.milano.it

A Milano c’è ancora tanto da fare per rendere sicuri i percorsi ciclabili. Lo ha
sottolineato ancora una volta l’ennesima iniziativa messa in campo dagli attivisti
delle due ruote il 12 ottobre, quando hanno bloccato il traffico sul ponte della
Ghisolfa per disegnare una pista ciclabile e apporre dei cartelli simili a quelli reali che
invitano le auto ad andare piano su un tratto di strada dove le biciclette non hanno
spazi dedicati.
Aumentare i livelli di sicurezza stradale ha un’enorme importanza per ridurre le
conseguenze dirette su vittime e famiglie, ma ha anche un valore sociale e
ambientale al fine di orientare la città di Milano sempre più verso l’uso di mezzi
pubblici ed ecologici. La fotografia della Milano post-Expo inclusiva e green deve
ravvivare i suoi colori, cercando di non sbiadire e di far combaciare la narrativa che
dà di sé con la percezione dei suoi cittadini.

Continua la lettura con: La ciclabile rebus di Monforte superstar di Milano

FRANCESCA MONTERISI

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CROLLO delle VENDITE di CASE a Milano: i due motivi che potrebbero portare al CRACK IMMOBILIARE

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Credits: teamclienti.it

Nell’ultimo anno drastico calo delle compravendite. Da un lato i prezzi continuano salire, dall’altro si riduce la platea dei possibili acquirenti. Vediamo le due ragioni principali. 

CROLLO delle VENDITE di CASE a Milano: i due motivi che potrebbero portare al CRACK IMMOBILIARE

# Vendita in calo del 20% in un solo anno, prezzi su del 20% dal 2019

pixabay-OpenClipart-Vectors

A Milano si vendono sempre meno case. Nell’ultimo anno il calo è stato del 20%, da 15.660 a 12.488, confrontando il numero di compravendite della prima parte del 2023 e che quindi potrebbe essere peggiore alla fine dell’anno. Contestualmente il costo medio di un appartamento, in base a quanto risulta dai dati dell’Agenzia delle Entrate, è salito della stessa cifra percentuale dal 2019 ad oggi. Per un’abitazione di 80 mq servivano circa 350mila euro, quindi un costo al mq pari a 4.415 euro. La stessa casa costerebbe oggi 422.000 euro. Ma quali sono i motivi principali della brusca frenata nell’immobiliare a Milano?

#1 Rate dei mutui alle stelle

pexels-andrea-piacquadio

Il primo motivo è il brusco rialzo dei mutui. Nel 2019 con un 30% di anticipo si sarebbe pagata una rata di 890 euro, nel 2023 bisognerebbe aggiungere altri 20mila iniziali e pagare una rata di 1.444 euro. Senza contare il continuo aumento dei tassi di interesse deciso dalla BCE, arrivati a settembre di quest’anno al 4,5%. La situazione non è migliore per chi sceglie la soluzione dell’affitto, per una casa da 80 mq a Milano in base ai dati di immobiliare.it il canone è di 1.802 euro al mese.

#2 Stipendi reali in calo di oltre il 7%

Credits: teamclienti.it

Il secondo motivo è il calo degli stipendi. La platea di chi non può permettersi un’abitazione è sempre più ampia dato che la maggior parte di chi è in cerca ha una retribuzione pari o di poco superiore alla media nazionale mentre il costo della vita di Milano è sensibilmente più alto rispetto al resto d’Italia. Come riporta l’Ocse, inoltre, tra le grandi economie l’Italia è quella che nel 2023 ha registrato il calo dei salari reali, rapportati all’inflazione, più importante rispetto al periodo precedente la pandemia: -7,3% alla fine del 2022, -7,5% alla fine del primo trimestre 2023.  Siamo vicini all’esplosione di una bolla immobiliare?

Continua la lettura con: Il MERCATO di MILANO non è per GIOVANI: la MAGGIORANZA di chi compra CASE di PRESTIGIO è over 65, 1 su 3 è straniero

FABIO MARCOMIN

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A Milano il BISTROT dove si mangia il CIBO della LUNGA VITA

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Ph. bluetastebowls.com

Milano è la capitale assoluta delle novità in ogni campo. Nell’ambito della ristorazione in particolare, si affaccia in città una nuova apertura che sicuramente farà parlare di sé. Dalla colazione alla cena, vediamo questo particolare bistrot che propone solo pietanze ispirate alle blue zones.

A Milano il BISTROT dove si mangia il CIBO della LUNGA VITA

# Le blue zones

Credits jamestownspine.com – Blue zones

Ecco quindi il Blue Taste, un bistrot aperto in via Buonarroti che propone solo pietanze ispirate alle blue zones, ossia quelle 5 zone che un giornalista del National Geographic ha individuato come I luoghi dove vivono le persone più longeve al mondo. Uno di questi luoghi si trova in Italia, e precisamente in Sardegna a Persasdefogu, paese dell’Ogliastra dove nel 2014 si è raggiunto il record per la famiglia più longeva al mondo: i suoi componenti nel complesso hanno raggiunto la bellezza di ben 837 anni! 

Le altre zone blu si trovano in California a Loma Linda, isola di Icaria in Grecia, isola di Okinawa in Giappone e infine Nicoya in Costa Rica.

Leggi anche: Gli APERITIVI alla MODA a Milano

# Le pietanze proposte 

contemedapaleari IG – Blue taste

Il bistrot inizia le sue proposte con la colazione a base di yogurt o acai bowl, ossia una sorta di incrocio tra sorbetto e Macedonia di frutta fresca e in cui il plus è costituito dai frutti delle bacche di acai, ossia frutti di colore blu dalle elevate proprietà antiossidanti antiinfiammatorie e adatte a chi fa dieta. Si prosegue con il pranzo a base di insalate e bowl miste di vari ingredienti per i quali si predilige l’uso di cibi ipocalorici e cotti sotto vuoto così da preservarne tutte le proprietà nutritive. Alimenti freschi, sani e per lo più provenienti da produttori italiani.

Anche nel momento dell’aperitivo le proposte si ispirano alle blue zones ed ecco l’uso delle prugne californiane oppure del Wasabi giapponese. Il tutto in un ambiente semplice ma curato oltre che accogliente.

# Cibo sano, vita sana

camimangia cose IG – Blue Taste

Un elisir di lunga vita insomma, in un locale che, in linea con il progetto fondante, tende a “educare” i clienti invogliandoli ad abbracciare uno stile di vita più sano, con un approccio più attento agli sprechi, alla tutela dell’ambiente e in sintesi più green e rispettoso della natura e delle sue materie prime.

Blue Taste – Via Michelangelo Buonarroti, 15, 20149 Milano MI

 

Leggi anche: BAZAR e NEGOZI di DESIGN: TRE LUOGHI IMPERDIBILI in cui acquistare gli oggetti più curiosi di Milano

Continua la lettura con: Tutte le STELLE dei RISTORANTI di MILANO

ALESSANDRA GURRIERI

copyright milanocittastato.it

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