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#60 – Il “BORGO dei CELTI” a tre ore da MILANO

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credits: @karlaspiga su IG

Un luogo perfetto per fare un salto nel passato tra escursioni e visite turistiche, riportando alla luce le profonde radici celtiche dell’Italia.

Il “BORGO dei CELTI” a tre ore da MILANO

# Fiumalbo, il borgo dei Celti

credits ilborgodeicelti.com

In provincia di Modena, immerso nel verde del Parco del Frignano, si trova il borgo medievale di Fiumalbo. Conosciuto anche con il nome di “Borgo dei Celti”, vanta quasi 1000 anni di storia, ma le sue radici sono da ricercare molti anni più indietro: nel popolo celtico. Le sue origini sono, quindi, da collocare nel IV secolo riconducibile all’epoca della discesa dei Celti in Italia.

# La caratteristiche capanne con tetto a gradoni e le “marcolfe”

In seguito alle loro tradizioni ed influenze, Fiumalbo ora si presenta ai turisti con delle caratteristiche capanne con una copertura in paglia di segala e il tetto a gradoni in arenaria. Ma non solo, a testimoniare l’antica presenza celtica sono anche le “marcolfe”, delle statue in pietra dai visi grotteschi, poste vicino alle case con la funzione di scacciare gli spiriti maligni.

# L’infiorata: l’amore è nell’aria

credits: @giulya1982 su IG

Il centro storico è ricco di numerose attrattive che regalano un po’ di romanticismo. Le strette vie in pendenza conducono ai principali edifici storici del borgo e ci fanno incantare con la loro raffinatezza, la piazza principale ospita la meravigliosa Chiesa di San Bartolomeo Apostolo che custodisce numerosi tesori e oggetti preziosi di grande valore artistico.

Fiumalbo è anche ospite di una tradizione tanto incantevole quanto profumata: l’infiorata. Ogni anno, nel mese di giugno, si realizza la processione di Corpus Domini in cui vengono disegnati giganteschi quadri con fiori sminuzzati di ogni colore, raffiguranti immagini sacre.

Paesaggi suggestivi e tanto verde: così, natura e tradizione circondano il piccolo borgo di Fiumalbo, offrendo gli elementi ideali per un soggiorno magico.

# Il fiumalbino, un dialetto unico nel suo genere

 

credits: bulgnais.com

Un ulteriore elemento che rende l’esperienza ancora più curiosa e di valore è il dialetto locale. Il fiumalbino è un varietà di dialetto emiliano tra i più conservativi dell’Emilia-Romagna ed è particolarmente interessante per le sue origini storiche e linguistiche. Ha origine da numerose sfumature dal toscano, dal ligure e dal veneto, creando un mix così particolare che lo contraddistingue da tutti gli altri dialetti presenti nella zona.

Continua a leggere con: #61 – “GLI AEREI”: a due ore da Milano uno dei ristoranti abbandonati più singolari al mondo

SELENE MANGIAROTTI

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#60 – Il “FORO di MILANO”, la piazza più ricca di storia della città

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Ph. @Argentone_ IG

Si tende a considerare il Duomo come cuore di Milano sia simbolico che geografico. Molti ignorano che a meno di un tiro di schioppo da Piazza Duomo si trova una piazzetta molto più piccola ma decisamente più ricca di storia.

Il “FORO di MILANO”, la piazza più ricca di storia della città

# L’antico foro di Milano nell’antica Roma

Ph. @stellainwonderland
IG

Ai tempi dell’Impero Romano questa zona di Milano incastonata in pieno centro fra via della Zecca Vecchia e via Fosse Ardeatine era l’antico Foro di Milano, ossia snodo e crocevia principale dell’antica Mediolanum proprio all’incrocio tra il Cardo e il Decumano, nomi con cui si definivano le arterie di traffico d’età imperiale riproposte poi all’Expo Milano 2015. Il Foro, realizzato agli albori del I sec. dC dall’Imperatore Augusto, fu sviluppato progressivamente sino all’inizio del III secolo e in seguito perse gradualmente importanza a favore di altre zone della città come ad esempio l’area attorno al futuro Palazzo Arcivescovile del XII sec. (l’odierna Piazza Fontana).

Nel frattempo, nel 1030, era stata eretta la chiesa di San Sepolcro che avrebbe dato il nome alla Piazza che, pur ridimensionata della sua importanza, restò orgogliosamente ancorata alla fama storica di fulcro delle attività, dei mercanti e del pellegrinaggio da e verso il resto della Regio XI Transpadana,  una delle antiche regioni augustee.

# La culla del fascismo: i sansepolcristi

E’ cosa nota la marcia su Roma del 1922, ma ben pochi sanno che in realtà le origini del fascismo risiedono proprio a Milano e per la precisione proprio in Piazza San Sepolcro. Fu proprio qui infatti che il 23 marzo 1919, nel cortile del Palazzo degli Esercenti (oggi Palazzo Castani) Benito Mussolini si strinse assieme a un’adunata di oltre cinquecento reduci di guerra, fra cui il futurista Tommaso Filippo Marinetti, e con un discorso pubblico messo poi nero su bianco fondò le basi dei Fasci di combattimento che, all’inizio, furono denominati Sansepolcristi. Un momento simbolo della storia italiana che, negli anni successivi, il regime avrebbe considerato il vero atto fondativo del fascismo. Quel giorno, il fascismo aveva posto le sue basi nel contesto di una città, Milano, smarrita e drammaticamente provata dalla Prima Guerra Mondiale, la stessa che poi con un gesto più che simbolico avrebbe visto il trionfo del Comitato di Liberazione Nazionale e messo fine in Piazzale Loreto al fascismo con quello che tutti, milanesi e non, ricordiamo.

# Cosa c’è oggi in piazza San Sepolcro

Ph. @Bellamilanotours
IG

Grazie a recenti restauri è oggi possibile visitare parte dei resti del Foro romano accessibili da via dell’Ambrosiana.  Nei sotterranei dell’omonima Biblioteca, infatti, sono state ritrovate grazie ad alcuni scavi tracce archeologiche della Piazza del I sec., ovvero i resti dell’antica pavimentazione di epoca augustea. Inoltre, nella cripta sotterranea della chiesa di San Sepolcro è possibile ammirare il pavimento in marmo rosso di Verona un tempo appartenente al Foro, successivamente asportato per realizzare il rivestimento risalente al 1030. Alla sinistra della chiesa un cancello apre sul piccolo cortile della Sala Federiciana, appartenente al complesso della Pinacoteca Biblioteca Ambrosiana. Su Piazza San Sepolcro, infine, affacciano e fanno da spettacolare cornice alcuni splendidi palazzi appartenenti a famiglie patrizie milanesi. 

 

Continua la lettura con: Luogo nascosto #61 – La CHIESINA ROSSA: il tesoro segreto della periferia di Milano

CARLO CHIODO

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MILANO sta perdendo la voglia di PEDALARE

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Aumenta il distacco tra i ciclisti e Milano: è la fine di un amore? 

MILANO sta perdendo la voglia di PEDALARE

# 1 milanese su 5 vuole scendere dalla bicicletta

Pedalare a Milano fa paura: a certificare questa percezione è l’Osservatorio dell’Università IULM attraverso la ricerca svolta da Mario Abis, docente di Ricerche psicosociali e Statistica e ricerche di mercato. Dai dati emerge che tra maggio e settembre 2023 l’intenzione delle persone di utilizzare la bicicletta sarebbe calata del 20%: un’evidenza in controtendenza rispetto alle diffuse inclinazioni green e al boom della bicicletta che c’è stato durante e dopo la pandemia. Questo dato traduce il timore di pedalare che serpeggia tra i cittadini fortemente influenzato dal numero di incidenti avvenuti nell’ultimo periodo.

# La serie di incidenti mortali

Ph. Vigili del Fuoco – Incidente Luca Marengoni

Il ricordo è ancora vivo della tragica morte di Luca Marengoni, studente di 14 anni travolto da un tram l’8 novembre 2022 mentre si recava a scuola in bici. Una delle morti che più ha sconvolto la cittadinanza, alla quale si sono aggiunte poi quelle di altri sei ciclisti deceduti nei mesi successivi. Questi tragici avvenimenti hanno portato alla diffusione di una maggiore consapevolezza sui rischi e sui problemi di una città dove la convivenza tra auto, bici e pedoni è complicata.

# Le troppe insidie per i ciclisti di Milano

Monforte – Visconti di Modrone

La pericolosità di andare in bicicletta a Milano è evidente: per il traffico (con 49 auto su 100 abitanti – come ha affermato il sindaco Beppe Sala), per le strade con binari e asfalto spesso non curato, oltre alle corsie non ben disegnate che creano intasamenti tra le diverse forme di mobilità nuove.
Inoltre, osservando la diffusione delle piste ciclabili in città si può notare come i
percorsi siano quasi tutti brevi e con numerose interruzioni. Questo porta i ciclisti a
dover alternare percorsi sicuri a tratti privi di protezioni, dunque pericolosi.

# Lo scollamento tra la narrativa della Milano green e la percezione dei cittadini

Credits: bollettino.bici.milano.it

A Milano c’è ancora tanto da fare per rendere sicuri i percorsi ciclabili. Lo ha
sottolineato ancora una volta l’ennesima iniziativa messa in campo dagli attivisti
delle due ruote il 12 ottobre, quando hanno bloccato il traffico sul ponte della
Ghisolfa per disegnare una pista ciclabile e apporre dei cartelli simili a quelli reali che
invitano le auto ad andare piano su un tratto di strada dove le biciclette non hanno
spazi dedicati.
Aumentare i livelli di sicurezza stradale ha un’enorme importanza per ridurre le
conseguenze dirette su vittime e famiglie, ma ha anche un valore sociale e
ambientale al fine di orientare la città di Milano sempre più verso l’uso di mezzi
pubblici ed ecologici. La fotografia della Milano post-Expo inclusiva e green deve
ravvivare i suoi colori, cercando di non sbiadire e di far combaciare la narrativa che
dà di sé con la percezione dei suoi cittadini.

Continua la lettura con: La ciclabile rebus di Monforte superstar di Milano

FRANCESCA MONTERISI

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CROLLO delle VENDITE di CASE a Milano: i due motivi che potrebbero portare al CRACK IMMOBILIARE

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Credits: teamclienti.it

Nell’ultimo anno drastico calo delle compravendite. Da un lato i prezzi continuano salire, dall’altro si riduce la platea dei possibili acquirenti. Vediamo le due ragioni principali. 

CROLLO delle VENDITE di CASE a Milano: i due motivi che potrebbero portare al CRACK IMMOBILIARE

# Vendita in calo del 20% in un solo anno, prezzi su del 20% dal 2019

pixabay-OpenClipart-Vectors

A Milano si vendono sempre meno case. Nell’ultimo anno il calo è stato del 20%, da 15.660 a 12.488, confrontando il numero di compravendite della prima parte del 2023 e che quindi potrebbe essere peggiore alla fine dell’anno. Contestualmente il costo medio di un appartamento, in base a quanto risulta dai dati dell’Agenzia delle Entrate, è salito della stessa cifra percentuale dal 2019 ad oggi. Per un’abitazione di 80 mq servivano circa 350mila euro, quindi un costo al mq pari a 4.415 euro. La stessa casa costerebbe oggi 422.000 euro. Ma quali sono i motivi principali della brusca frenata nell’immobiliare a Milano?

#1 Rate dei mutui alle stelle

pexels-andrea-piacquadio

Il primo motivo è il brusco rialzo dei mutui. Nel 2019 con un 30% di anticipo si sarebbe pagata una rata di 890 euro, nel 2023 bisognerebbe aggiungere altri 20mila iniziali e pagare una rata di 1.444 euro. Senza contare il continuo aumento dei tassi di interesse deciso dalla BCE, arrivati a settembre di quest’anno al 4,5%. La situazione non è migliore per chi sceglie la soluzione dell’affitto, per una casa da 80 mq a Milano in base ai dati di immobiliare.it il canone è di 1.802 euro al mese.

#2 Stipendi reali in calo di oltre il 7%

Credits: teamclienti.it

Il secondo motivo è il calo degli stipendi. La platea di chi non può permettersi un’abitazione è sempre più ampia dato che la maggior parte di chi è in cerca ha una retribuzione pari o di poco superiore alla media nazionale mentre il costo della vita di Milano è sensibilmente più alto rispetto al resto d’Italia. Come riporta l’Ocse, inoltre, tra le grandi economie l’Italia è quella che nel 2023 ha registrato il calo dei salari reali, rapportati all’inflazione, più importante rispetto al periodo precedente la pandemia: -7,3% alla fine del 2022, -7,5% alla fine del primo trimestre 2023.  Siamo vicini all’esplosione di una bolla immobiliare?

Continua la lettura con: Il MERCATO di MILANO non è per GIOVANI: la MAGGIORANZA di chi compra CASE di PRESTIGIO è over 65, 1 su 3 è straniero

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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A Milano il BISTROT dove si mangia il CIBO della LUNGA VITA

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Ph. bluetastebowls.com

Milano è la capitale assoluta delle novità in ogni campo. Nell’ambito della ristorazione in particolare, si affaccia in città una nuova apertura che sicuramente farà parlare di sé. Dalla colazione alla cena, vediamo questo particolare bistrot che propone solo pietanze ispirate alle blue zones.

A Milano il BISTROT dove si mangia il CIBO della LUNGA VITA

# Le blue zones

Credits jamestownspine.com – Blue zones

Ecco quindi il Blue Taste, un bistrot aperto in via Buonarroti che propone solo pietanze ispirate alle blue zones, ossia quelle 5 zone che un giornalista del National Geographic ha individuato come I luoghi dove vivono le persone più longeve al mondo. Uno di questi luoghi si trova in Italia, e precisamente in Sardegna a Persasdefogu, paese dell’Ogliastra dove nel 2014 si è raggiunto il record per la famiglia più longeva al mondo: i suoi componenti nel complesso hanno raggiunto la bellezza di ben 837 anni! 

Le altre zone blu si trovano in California a Loma Linda, isola di Icaria in Grecia, isola di Okinawa in Giappone e infine Nicoya in Costa Rica.

Leggi anche: Gli APERITIVI alla MODA a Milano

# Le pietanze proposte 

contemedapaleari IG – Blue taste

Il bistrot inizia le sue proposte con la colazione a base di yogurt o acai bowl, ossia una sorta di incrocio tra sorbetto e Macedonia di frutta fresca e in cui il plus è costituito dai frutti delle bacche di acai, ossia frutti di colore blu dalle elevate proprietà antiossidanti antiinfiammatorie e adatte a chi fa dieta. Si prosegue con il pranzo a base di insalate e bowl miste di vari ingredienti per i quali si predilige l’uso di cibi ipocalorici e cotti sotto vuoto così da preservarne tutte le proprietà nutritive. Alimenti freschi, sani e per lo più provenienti da produttori italiani.

Anche nel momento dell’aperitivo le proposte si ispirano alle blue zones ed ecco l’uso delle prugne californiane oppure del Wasabi giapponese. Il tutto in un ambiente semplice ma curato oltre che accogliente.

# Cibo sano, vita sana

camimangia cose IG – Blue Taste

Un elisir di lunga vita insomma, in un locale che, in linea con il progetto fondante, tende a “educare” i clienti invogliandoli ad abbracciare uno stile di vita più sano, con un approccio più attento agli sprechi, alla tutela dell’ambiente e in sintesi più green e rispettoso della natura e delle sue materie prime.

Blue Taste – Via Michelangelo Buonarroti, 15, 20149 Milano MI

 

Leggi anche: BAZAR e NEGOZI di DESIGN: TRE LUOGHI IMPERDIBILI in cui acquistare gli oggetti più curiosi di Milano

Continua la lettura con: Tutte le STELLE dei RISTORANTI di MILANO

ALESSANDRA GURRIERI

copyright milanocittastato.it

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L’APERITIVO con il PANORAMA che meravigliava LEONARDO da VINCI

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Credits ilgiardinodelcustode_ IG - Aperitivo con vista fiume

Godendo di scorci mozzafiato sulla vallata del Parco Adda Nord e delle opere del genio fiorentino.

L’APERITIVO con il PANORAMA che meravigliava LEONARDO da VINCI

# Il periodo di Leonardo da Vinci a Vaprio d’Adda

Credits: cosedibergamo.it – La Monna Lisa di Leonardo da Vinci e Francesco Melzo

Secondo una teoria, osservando lo sfondo nel quadro e il vestito che richiamerebbe le forme del Triangolo Lariano, il dipinto della Gioconda sarebbe stato realizzato a Vaprio d’Adda. Una cosa certa è che Leonardo da Vinci visse e operò per un periodo in questa località, soggiornando nella villa di un suo allievo: Francesco Melzi. A poche decine di metri da lì fu costruita nel 1582 “La casa del custode“, inizialmente luogo di riscossione dei dazi sui traffici mercantili lungo il naviglio della Martesana e dimora dei funzionari addetti alla manutenzione delle opere idrauliche del naviglio, poi anche luogo di sosta per i visitatori.

Leggi anche: Monna Lisa è di Milano? LEONARDO dipinse la GIOCONDA a Vaprio d’Adda

# La “Casa del Custode” con il museo interattivo di Leonardo da Vinci

Credits ecomuseoaddadileonardo IG – Casa del Custode

Oggi la “Casa del Custode” è una delle 18 tappe, denominate sale per ricordare i “classici” musei, dell’ecomuseo di Vaprio d’Adda che segue il fiume Adda da Imbersago a Cassano d’Adda lungo una pista ciclabile di 20 km. Al suo interno è suddivisa in diverse sale con vedute panoramiche sulla valle dell’Adda, con la possibilità di vedere affreschi settecenteschi di Leonardo da Vinci, e tre sale con installazioni multimediali che compongono il museo interattivo: nella prima sala si può vedere il “Codice Atlantico”, nella seconda osservare i moti della acque e nella terza si visitano virtualmente le ville patrizie in cui il maestro soggiornò.

# L’aperitivo con scorci mozzafiato sulla vallata del Parco Adda Nord

Credits ilgiardinodelcustode_ IG – Aperitivo

Sempre presso la “Casa del Custode” c’è “Il Giardino bar e bistrot con cucina”, dove degustare aperitivi con scelta tra cocktail classici e proposte innovative a cui aggiungere eventualmente un abbondante tagliere con prodotti selezionati.

Credits ilgiardinodelcustode_ IG – Aperitivo con vista fiume

Nelle belle giornate ci si può sedere all’aperto affacciati su un’ansa dell’Adda godendo di scorci mozzafiato sulla vallata e di fronte al Naviglio della Martesana, che giunge fino a Milano. Per la proposta completa che comprende anche la visita al museo il prezzo è di 17,50 euro a persona. 

Indirizzo: Via alzaia sud 3, Vaprio D’Adda 20069 (MI)

Spunto: dove_mangiamo_oggi IG 

Continua la lettura con: L’APERITIVO in AGRITURISMO a pochi minuti da Milano

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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#61 – “GLI AEREI”: a due ore da Milano uno dei ristoranti abbandonati più singolari al mondo

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Cenare seduti al lato finestrino è cosa che di solito si fa per esigenza, guardando lo scorrere del paesaggio o le nuvole che ci circondano. A Villamarzana, in provincia di Rovigo, si potrà tornare a farlo al ristorante.

“GLI AEREI”: a due ore da Milano uno dei ristoranti abbandonati più singolari al mondo

#”Gli Aerei”

Siamo a Villamarzana, un piccolo borgo in provincia di Rovigo. Qui si trova un ristorante molto particolare, il Michelangelo Da Vinci, conosciuto come “Gli aerei“, aperto nell’ormai lontano 2000 e chiuso nel 2014. Già dal nome si dovrebbe intuire che il ristorante esce giusto un attimo da ciò che di solito ci si aspetta da un locale. Infatti, la cucina e la sala si trovano all’interno di due aerei, un Tupolev TU-134A e un Douglas DC-6 (ex Alitalia, appartenuto al Presidente Leone).

# Alba e tramonto del “Michelangelo Da Vinci”

La prima versione del locale risale agli anni ’90, quando un mastro birraio del posto, Luigi Stecca (di Costa Rovigo) aveva riprodotto un enorme aeroporto con una piscina e una discoteca.

Credits: lo_spirto_delle_vergini_muse(IG)

Esattamente nel 2000, il locale entra in una seconda fase, in cui i due aerei diventano le sale di un ristorante. Al centro, a collegare gli aerei, una torre di controllo. Inizialmente fu un successo immediato, senza pari. Purtroppo, per colpa dei costi di gestione molto sostenuti, della crisi e di una multa per abusi edilizi per oltre 280mila euro, nel 2014 “Gli aerei” ha chiuso i battenti.
Se già da fuori il locale risultava molto fastoso e speciale, all’interno non era da meno: l’ambiente era circondato da affreschi e statue, ancora visibili tra le erbacce che circondano la zona. Oggi, purtroppo, di quel luogo storico rimangono solo macerie.

Credits: luca.travel_(IG)

I colori di aerei, elicottero e torre di controllo, sono sbiaditi. Tutti gli oggetti presenti sono deteriorati dal tempo o sono stati trafugati. Le superfici sono letteralmente abbandonate.

Credits: luca.travel_(IG)

# Nel 2024 “Gli aerei” riapriranno

Gli aerei” è ancora molto famoso, in quanto meta di visitatori, fotografi e videomaker che, sin dalla chiusura, si recano a Villamarzana per immortalare un ristorante più unico che raro, o almeno ciò che del ristorante rimane oggi. Una notizia delle ultime settimane ha però riportato il locale sulle prime pagine dei quotidiani locali. Il nuovo titolare della proprietà, l’imprenditore padovano Gianluca Bertin, ha infatti confermato un investimento da circa 600mila euro per riportare in vita la struttura. Dopo essersi aggiudicato, circa due anni fa, l’asta per la parte ancora integra della struttura, Bertin vuole fissare l’appuntamento per l’inaugurazione del Michelangelo Da Vinci per l’anno 2024. La cosa fa molto piacere alle autorità locali, le quali si augurano che il ristorante torni ai livelli di successo raggiunti agli inizi del 2000.

Credits: polesine24.it

Continua la lettura con: La gita più bella #62 – FUGGIRE a BEREGUARDO: come il piccolo paese si sta rivelando PIÙ ATTRAENTE di MILANO

LUCIO BARDELLE

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#61 – La CHIESINA ROSSA: il tesoro segreto della periferia di Milano

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Credits: alfonsonapoliainiktes IG

Milano ha origini molto antiche, e le sue ricchezze storiche sono molteplici, dalla chiesa di Sant’Ambrogio al Castello Sforzesco passando per le porte della città. Ma non tutti conoscono il piccolo gioiello di periferia che si trova sul Naviglio Pavese.

La CHIESINA ROSSA: il tesoro segreto della periferia di Milano

# Un tuffo nel passato

Tra i resti medievali di Milano si può trovare una piccola chiesina nei pressi della Conca Fallata, a sud della metropoli, che dà il nome al quartiere che la ospita. Si tratta della Chiesina Rossa che prende il nome dalla colorazione dei suoi mattoni.

La piccola costruzione porta indietro nel tempo. Il luogo dove è costruita è rimasto nel passato, infatti la città è cresciuta intorno a lui, dimenticando la chiesa qualche metro sotto la strada che ora costeggia il naviglio. Non solo le origini di questa chiesina sono misteriose ma sotto di essa ci sono resti ancora più antichi della chiesa stessa, che vengono studiati ancora oggi per scoprire la loro origine e funzione. Oltre alla bellezza dell’architettura in sé e i segreti che racchiude, la chiesa si trova all’interno di un parco ricavato dalla ristrutturazione di un’antica cascina, la cui stalla è diventata una biblioteca.

Credits: miriambadalotti
IG

Leggi anche La leggenda della CHIESA del DIAVOLO dove si sposò Teodolinda 

# I segreti della chiesa Rossa

Le prime informazioni inerenti alla costruzione di questo gioiellino artistico risalgono al 1130 circa ma la datazione corretta potrebbe essere di qualche secolo precedente. I segreti che racchiude sono molteplici, infatti le sue pareti interne nascondono i resti di antichi affreschi datati in epoca altomedievale, e sotto le sue fondamenta si trovano resti di una antica villa romana e i suoi possedimenti, trasformati probabilmente in area sepolcrale in epoca longobarda, visibili tramite vetrate poste sul pavimento. A riportare queste bellezze artistiche all’attenzione del pubblico, ha contribuito un progetto del 2015 dell’università IULM di Milano, il cui intento era quello di promuovere una coscienza collettiva del proprio patrimonio di quartiere attraverso l’utilizzo di tecniche moderne, in questo caso l’audiovideo.

Credits: miriambadalotti
IG

Leggi anche La CHIESA a PIRAMIDE: la più strana di MILANO

# La vita nel quartiere

La storia della Chiesa Rossa attraversa tutta la storia milanese, da palude, a villa romana, da luogo di sepoltura longobardo, a chiesa cristiana, status che mantiene ancora oggi. Ad abitare la chiesa e la sua canonica è una piccola comunità di frati cappuccini, che hanno legato con la realtà sociale del quartiere e permettono diverse iniziative artistiche all’interno dell’edificio. La Chiesa condivide il soprannome con Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa, posizionata poco lontano e molto più grande e recente, con essa condivide anche la popolazione del Quartiere Stadera, quartiere di case popolari e atmosfera periferica, a cui le comunità attorno alle due chiese portano aiuto e sostegno con iniziative culturali e distribuzione di beni primari.

Credits: fiorenza_preda, IG

Leggi anche La “VILLA TRISTE”: la CHIESA più NASCOSTA di Milano 

# Antico e nuovo

Credits: vltln1973
IG

La chiesina mantiene la sua bellezza medievale, grazie ai mattoni rossi e gli affreschi colorati. Al suo fascino contribuisce il parco che la circonda e la fontana costruita per ricordare la sua antica origine di “Santa Maria ad Fonticulum” (Santa Maria alla Fonte), che prendeva il nome dall’area acquatica di fianco alla quale è stata costruita. La costruzione tipicamente medievale contrasta la modernità della fontana e del parco ma ricorda l’antica origine di un quartiere milanese che un tempo era campagna. Si può ancora notare nelle case vicine: i portoni, infatti, sono infossati nel terreno e i vecchi camini ricordano la presenza di cascine, dove ora sono ricavati i piccoli appartamenti che accolgono una comunità multietnica e multiculturale.

 

Continua la lettura con: #62 – Alla scoperta dell’ICEBERG, la “MONTAGNA di GHIACCIO” di Milano

SARAH IORI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

I 10 LAGHI più BELLI d’Europa: in classifica c’è anche la Lombardia

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Credits: meteoweb

La classifica stilata da ecobnb vede nella TOP 10 due laghi italiani. Ma quale lago si aggiudica il primo posto in classifica?

I 10 LAGHI più BELLI d’Europa: in classifica c’è anche la Lombardia

#10 Lago di Eibsee, tra la foresta di conifere a due passi dal monte più alto della Germania

Credits: siviaggia.it

Il lago di Eibsee si trova in Germania ed è un vero e proprio paradiso d’acqua immerso tra il verde della foresta di conifere. Nella visita non ci si può perdere un viaggio in funivia con destinazione Zugspitze, la montagna più alta della Germania.

#9 Lago Kozjak, un parco nazionale dei laghi in Croazia con tanto di trenini panoramici

Credits: minube.it

Il lago Kozjak si trova nel complesso montuoso di Lička Plješivica, in Croazia, e fa parte dei 16 fiumi che, circondati dalle foreste croate, sono collegati tra loro da cascate mozzafiato. All’interno del parco è possibile sfruttare la presenza di trenini panoramici che ti permetteranno di visitare in lungo e in largo tutti i panorami che la natura ha da offrire. All’interno della riserva sono presenti ben 157 specie di uccelli, 20 tipi di pipistrelli, 321 spesi di farfalle, l’orso bruno, la lince e in fine i caprioli.

#8 Lago di Kerid, il centro del cratere d’Islanda

Credits: meteoweb

Nonostante le sue dimensioni, il lago di Kerid affascina i turisti per la sua posizione. Si trova in Islanda, in un territorio caratterizzato da ghiacciai e vulcani e giace sul cratere di un antico vulcano che ne colora i contorni. Il lago fa parte del Circolo d’Oro, un percorso di circa 300 km tra geyser e cascate. 

#7 Lago di Como, il fascino del “bel paese”

Credits: wsimag.com

Al settimo posto il primo lago italiano. Famoso in tutto il mondo, attira le celebrità hollywoodiane per i suoi scorci romantici e per i paesaggi che hanno la capacità di far innamorare ogni anno i turisti in visita. Tra le vittime di questa passione troviamo lo scrittore Flaubert, Einstein e i musicisti Rossini e Verdi. Tipica della zona è la sagra di San Giovanni, che si festeggia il 24 giugno quando dall’Isola Comacina partono fuochi d’artificio che si rispecchiano sulle acque del lago.

#6 Lago Saimaa, tra le isolette della Finlandia

Credits: beautytudine.com

Il lago Saimaa è lungo quasi 200 km e si immerge nella natura e alle foreste finlandese. A caratterizzarlo sono le numerose isole tra cui quella dove risiede un antico castello. Inoltre per gli amanti dello sport è possibile noleggiare una canoa o una barca per immergersi nel silenzio del lago e per riscoprire gli angoli più instagrammabili del mondo.

#5 Loch Lomond, la Scozia selvaggia e il giro in kayak

Credits: lochlomond-trossachs.org

Il Lago Loch Lomond è facilmente raggiungibile da Edimburgo  ma una volta arrivato ci si trova davanti a un panorama totalmente differente nel Parco Nazionale dei Trossach. Il lago è circondato da una natura selvaggia caratterizzato da una ricca fauna selvatica. Imperdibile è il giro in kayak attraverso le 30 isolette di Loch Lemond.

#4 Lago di Costanza, tra Germania, Austria e Svizzera

Credits: consigli.it

Ai piedi delle Alpi, incastonato tra tre stati, si trova il Lago di Costanza. Il terzo l’ago d’Europa attraversa la Germania, l’Austria e la Svizzera. Caratterizzato da vivaci città colorate, vigneti e paesaggi spettacolari, è imperdibile nella parte tedesca la Lindau, cittadina pittoresca in una piccola isola collegata alla terra ferma da due ponti.

#3 Lago di Garda, il più grande d’Italia

Credits: mostrabotero.com

Il Lago di Garda è una meta di turismo nazionale e internazionale caratterizzato da acque limpide e borghi mozzafiato. Il lago di trova tra Trentino, Veneto e Lombardia. Si può viaggiare in battello per scoprire alcune città come Sirmione, Malcesine, Riva del Garda o Sarlò, capaci di sorprenderti.

#2 Lago di Ginevra, tra Francia e Svizzera sbuca un borgo medioevale

Credits: trueriders.it

Il Lago di Ginevra si trova tra la Francia e la Svizzera. Su di esso si affacciano grandi città come Ginevra e Losanna. Il lago dalla forma di mezzaluna è circondato da vigneti terrazzati ma soprattutto dalle Alpi. Particolarmente attraenti sono il borgo medioevale di Yvoire, sulla sponda francese, o l’esperienza sullo storico battello a vapore, mezzo più comodo per visitare la vastità del lago.

#1 Lago di Bled, il simbolo della Slovenia

Credits: 10cose.it

Uno dei simboli della Slovenia e conosciuto in tutto il mondo per l’isoletta pittoresca con una chiesa al centro, è il Lago di Bled, in Slovenia. Dal castello sopra la cittadina di Bled è possibile ammirare l’acqua color verde smeraldo da immortalare con una macchina fotografica. Per soggiornare e visitare tranquillamento questo angolo di paradiso terrestre è possibile noleggiare un piccolo chalet di legno in un campeggio di lusso.

Continua la lettura con Le 7 CITTÀ di MARE più BELLE d’ITALIA

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Il MISTERO dei LUCCHETTI disseminati sui PALI di MILANO: a che cosa servono?

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Ph. melia.spam

“Perché ai pali, alle inferriate e ai tubi adiacenti ai condomini di Milano (marciapiedi) sono  agganciati migliaia di casseforti portatili?” Lo chiede melia.spam allegando una foto che pubblichiamo. Siamo andati alla ricerca della risposta. 

Il MISTERO dei LUCCHETTI disseminati sui PALI di MILANO: a che cosa servono?

In molti di noi li hanno notati. I lucchetti disseminati su pali e inferriate di Milano. In questo caso non c’entra il romanticismo, come i lucchetti attaccati sul Ponte delle Sirene al Sempione o ai Navigli per augurarsi un amore indissolubile. Il motivo in questo caso è molto più funzionale. 

Si tratta infatti di contenitori con una chiavetta interna. Una usanza nata dai surfisti per evitare di lasciare le chiavi della macchina presso bar o altri posti più rischiosi. Meglio invece questi dispositivi a combinazione dentro cui chiudono le chiavi dell’auto o della moto fintanto che sono in acqua. 

Un’abitudine nata tra i surfisti che si è diffusa a Milano. In questo caso la tecnica è utilizzata da possessori di moto o bici e da chi vuole tenere una chiave di riserva. Ma non solo questo. C’è chi utilizza questi dispositivi se deve andare a correre oppure per lasciare una chiave per b&b privi di reception. 

Qui di seguito le immagini di uno di questi dispositivi: 

Continua la lettura con: La ragazza che vive come negli anni Quaranta

MILANO CITTA’ STATO

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Video: A MILANO conviene essere UOMO o DONNA?

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A Milano conviene essere uomo o donna per affermarsi nel mondo professionale? Scopriamo cosa pensano i milanesi del tema del Gender Gap.

Il nuovo video di Milano Città Stato. Iscriviti al canale su YouTube per i video esclusivi. In coda al video le risposte alla domanda “Che cosa ami di Milano?”

Interviste di Sabrina Falagna. Produzione di Silvia Arosio. 

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

SILVIA AROSIO

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SICUREZZA a MILANO: i TRE LUOGHI più TEMUTI

FUGA da MILANO, in quale CITTÀ dell’HINTERLAND vorrebbero andare a vivere i MILANESIDove le MILANESI comprano ABITI di BUONA qualità a POCO PREZZO?Copertina Negozi

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M6 – Il percorso della futura metropolitana di Milano

La mostra più INSTAGRAMMABILE di Milano

Mi sono trasferita a Milano

Gli Ultras della Dinamo Zagabria in giro per Milano

Tour dei chiostri notturni di Milano

Evoluzione animata della metro di Milano

Milano e Vincenzo

I locali più instagrammabili di Milanoa

DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

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Spada (Assolombarda): «MILANO deve ALLARGARE i suoi CONFINI»

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progetti milano citta stato
progetti milano citta stato

«Prima del 2014 questa era soltanto la città della finanza e della moda, ora è molto di più in tanti settori, praticamente è diventata Milano a 360 gradi». Queste le zone di luce. Ma esistono anche delle ombre sulla città: «Non va affatto tutto male, ma dobbiamo cogliere i motivi di malessere. Per esempio quello che riguarda i giovani, naturalmente attratti da una città che però, proprio per la spirale che lega investimenti, costi e prezzi, tende a essere sempre più cara». 

# Milano deve allargarsi a tre milioni e mezzo

 

Il vero tema sul tavolo secondo Spada è una battaglia a noi molto cara: «E poi c’è una questione strutturale, noi da sempre sosteniamo che Milano non possa essere una città da un milione e mezzo di persone ma deve allargarsi almeno a tre milioni e mezzo. Però ci scontriamo con una Città metropolitana che di fatto non è mai nata».

Che cosa c’entra il tema dei confini amministrativi di Milano con quelli di una città dei giovai? «Perché se si parla del caro affitti che penalizza i giovani, per esempio, una risposta potrebbe stare nello sviluppo della città, con politiche armonizzate su un territorio più ampio. Ma affrontare sfide simili servono poteri, persone e risorse economiche».

# Milano più grande è la grande priorità: serve un’alleanza

Non si tratta di un dettaglio: «Di certo è una priorità per il futuro, dobbiamo rendere la città più grande, più collegata, più omogenea». Anche «se Milano si svuota di persone e di risorse è un problema per tutti».

Per realizzare questa priorità il Presidente di Assolombarda propone una grande alleanza trasversale alla politica e alla società, in cui le imprese del territorio possano essere il principale traino, in qualità di «“custodi della città”. Perché questa deve continuare a essere la città del fare. Come disse l’arcivescovo Ariberto da Intimiano: “Chi sa lavorare venga a Milano e chi viene a Milano è un uomo libero”. E le imprese sono i custodi di questa libertà».

La Milano dei tre milioni di abitanti. Con i confini estesi alla città metropolitana. Con poteri e risorse all’altezza dei tempi. Una vera città stato europea. Per l’alleanza noi ci siamo. Da quando questa testata è nata. 

Fonte: Corriere della Sera

Continua la lettura con: Carrozzone Lombardia: la regione va divisa in due

ANDREA ZOPPOLATO

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STOCCOLMA vieterà le auto a BENZINA e DIESEL a partire dal 2025

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Stoccolma

La prima città in Europa a bannare le auto a combustione fossile è Stoccolma. 

STOCCOLMA vieterà le auto a BENZINA e DIESEL a partire dal 2025

Ph. GLady

# Accesso in 20 isolati di Stoccolma vietato ad auto diesel o benzina

Secondo Bloomberg, la capitale svedese ha presentato un piano per vietare le auto a benzina e diesel in una parte della città a partire dal 2025: il divieto avrà inizio in un’area di 20 isolati attorno al polo finanziario e commerciale della capitale, afferma il rapporto.

Stoccolma ammetterà in tali aree solo “auto elettriche, alcuni camion ibridi e veicoli a celle a combustibile”, afferma il rapporto, citando le regole riportate da SVT che saranno presentate a metà settimana.

# La prima in Europa

Stoccolma si appresta così a diventare la prima tra le principali capitali ad imporre un divieto su una scala mai vista prima. La proposta supera gli sforzi di città come Parigi, Atene, Madrid e la stessa Milano, che hanno in agenda il divieto per le auto diesel. Supera anche Londra che ha implementato misure come le zone a basse emissioni, dove i conducenti di veicoli con motore a combustione più vecchi sono tenuti a pagare una tariffa giornaliera per l’accesso al centro città. Tuttavia, il primo ministro britannico Rishi Sunak ha ritardato il piano del governo britannico di vietare la vendita di nuove auto a benzina e diesel fino al 2035.

Riguardo alle altre città in Europa, Bruxelles ha vietato il traffico automobilistico non essenziale e non locale in 10 strade del centro città a dicembre.  Nella capitale norvegese, Oslo, nota per l’adozione dei veicoli elettrici, l’agenzia municipale per l’ambiente ha raccomandato l’introduzione di una zona a emissioni zero nel centro città. Inizialmente, nel 2025, l’obiettivo sarebbe quello dei trasporti pesanti e dei camion, per poi estendersi alle automobili nel 2027.

Stoccolma

# La vendita di auto elettriche non decolla in Svezia

La misura non dovrebbe modificare di molto la vita per i cittadini di Stoccolma: la città ha una rete metropolitana che copre l’intero territorio e nelle zone centrali le automobili costituiscono già un’eccezione. 

Non si sa ancora se invece rilancerà le vendite di veicoli elettrici in Svezia che, anche per il rallentamento dell’economia, stanno registrando una crisi. Mobility Sweden ha recentemente abbassato le sue previsioni per il 2023 per le nuove immatricolazioni di veicoli elettrici dal 40% al 35% delle immatricolazioni totali. Lars Stromgren, un parlamentare locale responsabile della politica del traffico, ha dichiarato a  Bloomberg:  “Vogliamo creare un ambiente di vita migliore per le persone che vivono e lavorano qui”.

Fonte: Bloomberg

ANDREA ZOPPOLATO

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RISCHIO CONTO SALATO per il CONTACTLESS nelle “Free Exit”: quanto costa dimenticarsi di passarlo all’uscita?

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Credits automoto - Contactless

Dal 2018 sulla metropolitana di Milano è possibile pagare il biglietto in modalità contactless. In questo modo si evitano le code alle biglietterie automatiche e di stampare biglietti cartacei, ma si pone un problema nel caso dei tornelli con uscita libera. In questi casi il contactless può trasformarsi in conto salato. Vediamo perchè. 

RISCHIO CONTO SALATO per il CONTACTLESS nelle “Free Exit”: quanto costa dimenticarsi di passarlo all’uscita?

# Il pagamento contactless è attivo dal 2018 nella metro milanese

Il pagamento del biglietto della metropolitana tramite modalità contactless è attivo a Milano dal 2018. Passando la carta di credito, bancomat o gli smartphone con app di pagamento installata è possibile passare dai tornelli senza fermarsi nelle biglietterie automatiche e evitando di stampare biglietti cartacei. In questo modo l’accesso ai binari è più semplice e rapido. Anche per uscire dalla metro occorre passare lo strumento di pagamento sul pos dei tornelli abilitati per concludere il viaggio e vedersi addebitare la tariffa prevista. Cosa si deve fare in caso di tornello con la scritta “free exit”?

# La pena? Il pagamento della tariffa massima prevista per raggiungere la stazione più lontana 

Credits automoto – Contactless

Dal 2016 al 2018 sono stati anche progressivamente bloccati quasi tutti i tornelli in uscita dalla metropolitana, che si possono aprire solo timbrando il biglietto, strisciando l’abbonamento o passando la carta di credito o bancomat. Gli unici tornelli a rimanere aperti sono quelli nelle stazioni troppo affollate nelle ore di punta o quelli troppo vicini alle scale per la salita dai binari. Nel primo caso si leggerà solamente la dicitura “accesso libero” nel display del tornello, nel secondo caso è apposto anche un’adesivo giallo con la scritta “free exit“.

Dai tornelli con questa scritta si potrà quindi uscire senza obliterare nuovamente biglietto o abbonamento, ma non tutti sanno che è obbligatorio “timbrare” per chi ha scelto la modalità contactless all’inizio del viaggio. La pena è il pagamento della tariffa massima prevista per raggiungere la stazione più lontana da quella in cui si è entrati in metropolitana.

# La comunicazione di Atm potrebbe essere migliorata

Domande e risposte sul contactless sul sito Atm

Secondo logica per determinare la tariffa di un viaggio, che sia in metropolitana o in autostrada, il sistema che gestisce i pagamenti deve essere a conoscenza del punto di partenza e del punto di arrivo dell’utente. Sul sito di Atm, nella sezione “Viaggia con noi – Contactless, domande e risposte”, è indicato il funzionamento in caso di tornelli a uscita libera: “in metropolitana, ricordatevi sempre di passare la carta sia per entrare sia per uscire dai tornelli, anche nelle stazioni dove l’uscita è libera.” 

La comunicazione di Atm a riguardo si esaurisce però qui. Nei tornelli non è indicato in alcun modo l’obbligo di passare la carta in caso di tornelli a uscita libera sotto la dicitura “free exit”, nemmeno nel percorso dalle scale ai tornelli e su tutti quei tornelli che solitamente solo bloccati ma che diventano liberi nelle ore di punta. Proviamo a immaginare uno straniero o un turista che legge la scritta libera uscita, passerà la carta o uscirà dalla metropolitana senza farlo? Oltre al costo inaspettato ci sarà anche una pessima figura per Milano. 

Continua a leggere con: COLORARE le LINEE di AUTOBUS di Milano per INDIVIDUARLI anche a distanza?

FABIO MARCOMIN

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#62 – FUGGIRE a BEREGUARDO: come il piccolo paese si sta rivelando PIÙ ATTRAENTE di MILANO

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Ph. ilpointerkaboom1971 IG

Quello che è successo negli ultimi tre anni ha stravolto il modo di vivere di molte persone e, grazie anche alla possibilità di fare smartworking, si è registrata una fuga dalla metropoli verso centri ritenuti più a misura d’uomo. Il piccolo comune nel pavese è uno di quelli che ha mostrato la crescita più alta di residenti. Scopriamo i segreti del suo successo.

FUGGIRE a BEREGUARDO: come il piccolo paese si sta rivelando PIÙ ATTRAENTE di MILANO

# La pandemia ha accelerato la fuga dalle città. Ma nel milanese svetta Bereguardo: +7% di crescita di residenti nell’anno della pandemia

Credits: giornaledisicilia.it

Secondo l’analisi dei bilanci demografici mensili Istat riportati da Il Sole24ore la pandemia da Covid-19 ho provocato un crollo dei trasferimenti nelle grandi città, e una fuga dalle stesse per chi già ci viveva, mentre mare, lago e hinterland attirano nuovi residenti. Il dato complessivo relativo alle grandi città mostra una riduzione del 2,4% degli abitanti di cui solo nell’ultimo anno lo 0,7%, le iscrizioni anagrafiche sono calate in media del 23% e le cancellazioni dell’8,7%.

Le uniche due eccezioni fino al 2020 erano state Bologna e Milano rispettivamente con una crescita del 2,3% e del 4,1% dei residenti, con quest’ultima che aveva superato la soglia di 1,4 milioni. Nel corso del 2020 hanno però entrambe perso cittadini. Una tendenza che invece fuori Milano non è stata ovunque la stessa. Anzi. 

Il comune di Bereguardo in provincia di Pavia, nel parco naturale della Valle del Ticino, è uno di quei comuni che durante la pandemia ha registrato una delle crescite più consistenti di nuovi residenti: +7%. Andiamo alla scoperta dei suoi segreti.

# Il “Belriguardo”: la natura incontaminata tra Milano e Pavia

Credits: antoniomartija IG – Ponte delle Barche di Bereguardo

Il nome del paese deriva da “Belriguardo”, l’appellativo dato da Luchino Visconti al Castello che trasformò in residenza nel ‘300. Il borgo agricolo di Bereguardo ha poco più di 2600 abitanti e si trova in una zona collinare molto bella dal punto di vista naturalistico, dista da Pavia solo 15 km e 30 km da Milano. Immerso nel Parco Naturale del Ticino, per raggiungerlo da ovest occorre attraversare un ponte di barche sul fiume Ticino: un manufatto antico, ideato e realizzato dai cinesi, utilizzato poi dai persiani, dai greci e dai romani fino a oggi.

Credits: realdannalessandro IG – Castello Bereguardo

# Il Castello Quadrato 

Da vedere appunto il Castello Visconteo, più volte ristrutturato, conserva ancora la facciata del ‘400 ed è circondato dai ben visibili resti dell’antico fossato. La sua pianta è quadrata, ma mancando interamente l’ala nord presenta oggi un’insolita struttura a U. Iniziato come detto da Luchino Visconti, fu ampliato da Bernabò Visconti nel suo progetto di rafforzamento dello stato di Milano. Presumibilmente utilizzato soprattutto come residenza estiva e villa di piacere, oggi ospita il Municipio e la biblioteca comunale.

# Anche Bereguardo ha il suo Naviglio

Credits: raffaella_rogledi IG – Approdo Naviglio a Berguardo

Nei pressi del Castello scorre il naviglio di Bereguardo realizzato per volontà di Francesco I Sforza duca di Milano tra il 1457 e il 1470.

Credits: wikipedia.org – Naviglio di Bereguardo

Il corso d’acqua è lungo 19 km si stacca dal Naviglio Grande all’altezza di Castelletto di Abbiategrasso, e si dirige verso sud, raggiungendo il Ticino, nel quale sfocia al ponte di Bereguardo.

Continua le lettura: La gita più bella #63 – Perché SANKT MORITZ è così amata dai milanesi? 7 MERAVIGLIE UNICHE della perla dell’Engadina

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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#62 – Alla scoperta dell’ICEBERG, la “MONTAGNA di GHIACCIO” di Milano

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L’edificio è diventato in poco tempo uno dei più fotografati nel milanese. Scopriamo le sue caratteristiche tecniche e come è stato realizzato.

Alla scoperta dell’ICEBERG, la “MONTAGNA di GHIACCIO” di Milano

# Cucinella ha firmato il nuovo padiglione dell’Ospedale San Raffaele

Credits Urbanfile – Iceberg lato

I lavori per la costruzione del padiglione per il nuovo Polo Chirurgico e delle urgenze I.R.C.C.S. dell’Ospedale San Raffaele di Milano, a firma dallo studio di Mario Cucinella Architects, si sono conclusi nel 2021 e a fine settembre 2022 è avvenuto il trasferimento del Pronto Soccorso. L’investimento complessivo di oltre 50 milioni di euro da parte del Gruppo San Donato ha consentito di ampliare gli spazi del polo ospedaliero.

Il nuovo edificio, in via Olgettina nel quartiere di Cascina Gobba, è stato realizzato con materiali e soluzioni sostenibili come l’utilizzo della luce naturale convogliata anche nei collegamenti sotterranei con il resto dell’ospedale.

# Un edificio iconico di 40.000 mq soprannominato “Iceberg” per la sua somiglianza a una montagna di ghiaccio

Un nuovo edificio iconico a Milano, soprannominato “iceberg” per la sua somiglianza a una montagna di ghiaccio, al centro del complesso ospedaliero tra i prestigiosi in Italia. La struttura occupa una superficie di 40.000 mq e si compone di “due grandi elementi complementari sul piano architettonico e funzionale: la piastra tecnica, che ospita le funzioni ospedaliere più importanti come il nuovo pronto soccorso, e la parte alta, all’interno della quale sono collocati i reparti di degenza, gli studi medici e gli ambulatori.”

Credits barbysca70 IG – Iceberg San Raffaele Milano

L’involucro dell’edificio è stato progettato puntando alla sostenibilità grazie all’utilizzo “di tecnologie e materiali ecosostenibili, come le lamelle esterne frangisole in ceramica in grado di disintegrare le particelle di smog, al pari di quaranta alberi, e preservare il calore, abbattendo i consumi energetici del 60%” e svolgendo quindi una doppia funzione bioclimatica.

# Un andamento curvilineo con spazi per le degenze anche negli angoli

Credits francescobiacca IG – Iceberg San Raffaele

Tutto l’edificio si sviluppa in pianta con un andamento curvilineo. In questo modo la piastra tecnica riesce ad assicurare flessibilità alle attività ospitate e garantire immediata accessibilità ai percorsi, mentre la torre è accogliente e sinuosa. Un altro elemento che caratterizza la struttura sono le ampie superfici vetrate in corrispondenza degli angoli dell’edificio, dove trovano spazio dei soggiorni comuni per le degenze.

 

Continua la lettura: Luogo nascosto #63 – La CLASSIFICA dei 7 LUOGHI più STREGATI di Milano

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Il TOUR degli UMARELL: il trenino che porta a vedere i CANTIERI di Milano

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Da video milanotoday

L’iniziativa del Municipio 6 per gli appassionati dei cantieri: un percorso in 20 tappe su una locomotiva elettrica per immaginare la Milano del futuro. 

Il TOUR degli UMARELL: il trenino che porta a vedere i CANTIERI di Milano

Sono diventati una vera e propria icona urbana. Gli “umarell”, come vengono definiti gli anziani che usano trascorrere le loro giornate presso i cantieri con la classica posa delle mani dietro la schiena e lo sguardo indagatore. Un’icona urbana di cui esistono ormai anche dei caratteristici pupazzetti colorati.

Ora gli umarell hanno un modo più comodo per assistere ai lavori in corso. Il Municipio 6 ha infatti messo a disposizione un trenino elettrico che fa il tour dei cantieri, compresa una guida che descrive le opere pubbliche in costruzione.

“In collaborazione con l’associazione ‘I Gelsi Milano’ abbiamo pensato di portare gratuitamente gli umarèll in giro per i quartieri di Giambellino, Bande Nere e Lorenteggio – spiegano Fabrizio Delfini e Francesca Gisotti, assessori all’Urbanistica e al Welfare del municipio 6, a MilanoToday -. È un’iniziativa rivolta a una figura che qui da noi è un vero e proprio mito, ma che è nata anche per far conoscere il territorio a tutti i cittadini, spiegando loro come sta cambiando la nostra città. Perché lo spirito dell’umarèll in fondo è proprio questo: essere curiosi dei cambiamenti e vedere come le cose intorno a noi si modificano con il tempo. È un qualcosa che da un lato ti mette un po’ di nostalgia, ma dall’altro ti trasmette anche speranza per il futuro”.

Da video MilanoToday

Fonte: MilanoToday

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

Molte AUTO IBRIDE pagheranno l’AREA C?

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Credits alvolante - Auto ibrida

Sta arrivando il nuovo balzello per l’ingresso nella Cerchia dei Bastioni: il ticket aumenta del 50% a fine ottobre. Ma non finisce qui. In futuro potrebbe prospettarsi una beffa per chi è in possesso di auto considerate poco inquinanti.

Molte AUTO IBRIDE pagheranno l’AREA C?

# Dal 30 ottobre il ticket aumenta del 50%

Credits cheautocompro.it IG – Area C

L’accesso all’Area C al momento è consentito in modo gratuito a tutti i possessori di auto elettriche e ibride, con alcune eccezioni. Tutte le altre, dai benzina Euro 3 e dai diesel Euro 6 a salire, devono pagare il ticket di ingresso che dal 30 ottobre subirà un aumento. Il prezzo passa infatti da 5 euro a 7,50 euro, con un incremento quindi del 50%. Presto però anche molti possessori di auto ibride dovranno pagare.

Leggi anche: AREA C, AREA B, PARCHEGGI: le novità in arrivo con l’AUTUNNO

# Si abbassa ancora la soglia di emissione consentita per le auto ibride?

Credits alvolante – Auto ibrida

Sempre meno auto ibride potranno entrare e circolare gratis in Area C. Poco alla volta anche le auto rientranti nella categoria di quelle poco inquinanti pagheranno il ticket. Un processo iniziato già il 30 settembre 2022 quando l’esenzione per autovetture classe M1 (fino a 8 posti a sedere) ibride è stata limitata a quelle con contributo emissivo di CO2 >100 g/Km. Dall’1 ottobre 2023 è scattato il pagamento per tutti gli autoveicoli ibridi diversi dalle autovetture (M2, M3, N1, N2, N3), mentre per il futuro in è probabile un ulteriore abbassamento del limite di emissione di CO2 dei veicoli classe M1 ibride a 80g/km o addirittura 60 g/km

Fonte: automoto.it

Continua la lettura con: Il MUNICIPIO 1 alza le BARRICATE: “in centro DIVIETO di INGRESSO alle auto dei NON RESIDENTI”

FABIO MARCOMIN

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EFFETTO METRO sulla CASA: le NUOVE FERMATE che hanno fatto AUMENTARE di più i PREZZI

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Credits _zhangaoxuan_ IG - Metro nel condominio

Dove passa la metro i prezzi delle case crescono di più che nelle zone senza fermate. Si sa. Ma quanto sono aumentati quelli attorno alle stazioni delle ultime linee metropolitane ce lo rivela l’analisi del Centro Studi di AbitareCo.

EFFETTO METRO sulla CASA: le NUOVE FERMATE che hanno fatto AUMENTARE di più i PREZZI

# Crescita del 35-40% dei prezzi dove passa la metro (+10% rispetto alle altre): entro 500 metri dalla fermata

Credits: @ior_leibler_photography Metro Milano

Dove passa la metro i prezzi delle case crescono di più che nelle zone senza fermate, un fenomeno che si registra addirittura già quando il tracciato di una linea è definito ma ancora non operativo. Nell’arco degli ultimi 5 anni, dal 2019 ad oggi, i prezzi medi al mq di un’abitazione sono saliti del 35%-40% rispetto al 30% della media cittadina. I dati provengono da un’analisi del Centro Studi di AbitareCo che hanno confermato anche come l’impatto positivo di una nuova metropolitana sia duraturo nel tempo anche se meno sensibile e in misura diversa tra i vari quartieri. L’effetto è molto più evidente se la fermata è al massimo a 500 metri da casa, se prima della costruzione i mezzi di superficie erano inadeguati e se viene ridotta la distanza dal centro. Ma quali sono le singole fermate che hanno visto crescere di più il prezzo delle case?

# Sulla M4 è la zona attorno alla futura fermata San Cristoforo a registrare l’aumento maggiore, sulla M5 è Monumentale

Impatto M4 e M5 sull’andamento dei prezzi delle case

Se come spiega Alessandro Ghisolfi, responsabile del Centro Studi, questi fattori hanno fatto in modo che “l’effetto metro sui prezzi è stato molto più marcato per le prime due linee della metropolitana, la rossa e la verde” anche se le ultime due linee M4 e M5 hanno registrato aumenti considerevoli. 

Le nuove denominazioni delle stazioni delle linea blu

La prima vede la zona attorno alla stazione ancora in costruzione di San Cristoforo FS, attesa per l’autunno del 2024, registrare la crescita maggiore: +41,5%. A influire in questo caso anche l’avvio dei lavori del nuovo progetto residenziale del BoscoNavigli di Stefano Boeri. La realizzazione di progetti urbanistici è infatti una delle altre variabili che incidono sull’aumento dei valori immobiliari.

Sul podio della M4 anche l’area attorno alle future fermate di Sant’Ambrogio e California rispettivamente con un +33,2% e +31,2%. Attorno al 30% anche Coni Zugna con 30,3% e Santa Sofia con 29,6%.

Tracciato M5

Per la M5 troviamo la zona della fermata Monumentale al primo posto con un +40,1%, a seguire Zara con +39,9% e Marche con +39,8%. A percentuali simili anche Garibaldi FS e Isola rispettivamente con +39,6% e +38,8%.

Fonte: Milano Finanza

Continua la lettura con: La SCOMMESSA M6: le ZONE dove INVESTIRE in IMMOBILI sul percorso della LINEA ROSA

FABIO MARCOMIN

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#63 – Perché SANKT MORITZ è così amata dai milanesi? 7 MERAVIGLIE UNICHE della perla dell’Engadina

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Credits badruttspalace IG - Badrutt’s Palace

Perla delle Alpi incastonata a 1822 metri di altitudine, questa piccola località a soli 50 km dai confini con l’Italia è da decenni una meta obbligata per la borghesia milanese e non solo. Scopriamo perché.

Perché SANKT MORITZ è così amata dai milanesi? 7 MERAVIGLIE UNICHE della perla dell’Engadina

#1 Centro termale dalla fine dell’800

Credits iamchabba IG – Terme Sankt Moritz

Sankt Moritz è nata e si è sviluppata come centro termale agli inizi dell’800 e ancora oggi immergersi nelle acque ricche di ferro della zona è un appuntamento unico, in estate come in inverno. Le terme si trovano nella parte bassa del paese, Saint Moritz Bad, al Kurhaus.

#2 Un lago scenografico su un altopiano spettacolare

Credits anntraveldiaries IG – Lago di Sankt Moritz

Da una città dell’acqua a un paese sull’acqua. I milanesi non possono che sentirsi a casa in un villaggio di montagna su un altopiano in riva a un lago. Sia in estate, con i suoi bei colori vivaci, sia forse ancora di più in inverno, quando ghiaccia il piccolo lago di Sankt Moritz è scenografico e assume dei contorni fiabeschi. Inoltre sulla sua superficie scintillante si pattina, si fanno corse coi cavalli, la famosissima gara White Turf e si gioca a cricket. D’inverno sulla distesa bianca si individuano le sagome di persone che lo percorrono a passeggio. 

#3 Emblema del lusso in stile british

Credits FeJo4711-pixabay – Carlton Hotel 5 stelle Sankt Moritz

Una delle località turistiche più antiche ed esclusive d’Europa, perla delle Alpi incastonata a 1822 metri di altitudine, è da sempre emblema del lusso. Si è affermata come destinazione per le vacanze d’élite durante il secolo scorso, grazie al boom degli sport invernali, ha ospitato ben 2 edizioni delle Olimpiadi. Un lungo elenco di hotel di super lusso, boutique d’alta moda e ristoranti stellati. Pochi sanno che furono gli inglesi all’inizio del secolo scorso a renderla una icona internazionale. Era il luogo infatti dove gli aristocratici che provenivano da oltremanica sostavano prima di proseguire per le località sul mare in Italia e in Francia. Gli inglesi hanno forgiato il luogo, realizzando i primi impianti sportivi, tra cui lo skeleton che serviva ad allenare i militari, e organizzando i primi club esclusivi, il cui accesso ancora oggi è quasi impossibile. 

#4 Regina degli sport invernali

Credits julia.dizhak IG – Piste da sci Sankt Moritz

Sankt Moritz è una meta ideale anche per praticare molti tipi di sport: bicicletta, mountain bike, vela, canoa. A dettar legge però sono gli sport invernali: hockey sul ghiaccio, pattinaggio, bob, curling, ovviamente sci grazie a 350 km di tracciati e sci di fondo, senza scordare lo snowpark. La prima pista di bob e di skeleton fu ralizzata proprio qui. Esiste anche una pista nera per gli amanti della slitta

#5 Il casinò nel Grand Hotel Des Bains

Credits andrea.grazioli1992 IG – Sankt Moritz Casinò

Il Casinò nel Grand Hotel Des Bains è famoso per essere il più alto della Svizzera, a oltre 1.800 metri di altitudine. Un luogo imperdibili pe gli amanti del gioco d’azzardo, ma anche per chi vuole ammirare una location d’epoca e lussuosa.

#6 La pasticceria Hanselmann, il paradiso dei dolci

Credits leonessaribelle IG – Pasticceria Hanselmann

La storica Pasticceria Hanselmann, finemente decorata con i suoi interni che richiamano l’arredamento tipico della Belle Époque, è nata nel 1894 ed è una vera e propria istituzione a Sankt Moritz. Gestito dalla stessa famiglia da quattro generazioni questo paradiso dolci è una tappa da non farsi assolutamente mancare. Altro luogo iconico è l’Hotel Salastrains, con la vista mozzafiato sulle montagne. 

#7 Il viaggio per arrivarci a bordo del Bernina Express

Credits Peggychoucair-pixabay – Bernina express

La soluzione perfetta per arrivare da Milano a Sankt Moritz è recarsi in auto o in treno fino a Tirano e poi salire a bordo del treno rosso del Bernina Express. Nelle due ore mezzo di viaggio per arrivare a destinazione si attraversano dei paesaggi da favola, soprattutto se c’è la neve, tra dirupi, montagne e laghi che si possono ammirare grazie alle enormi vetrate dei vagoni. L’arrivo a Sankt Moritz è uno spettacolo da lasciare a bocca aperta. La ferrovia è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco

Leggi anche: Il TRENINO ROSSO: la NOSTRA FERROVIA delle ANDE (VIDEO)

 

Continua la lettura con: #64 – VAL D’INTELVI: un’isola tra i LAGHI (a un’ora da Milano)

FABIO MARCOMIN

 

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