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Una CENTRALE NUCLEARE a MILANO? Ecco dove si potrebbe COSTRUIRE

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Centrale nucleare a Milano

La proposta del Ministro Salvini: costruire un impianto nucleare a Milano per risolvere i problemi energetici della città. Nel caso si trasformasse in un progetto concreto dove potrebbe essere realizzata? Abbiamo provato a immaginarlo. 

Una CENTRALE NUCLEARE a MILANO? Ecco dove si potrebbe COSTRUIRE

# La proposta del Ministro Salvini

Credits attualita_e_politica IG – Salvini

Il ministro Salvini non è nuovo a cambi di opinione e a proposte un po’ fantasiose. Però la sua ultima dichiarazione riguardo la possibile costruzione di una centrale nucleare a Milano sta scuotendo l’opinione pubblica milanese. 

Costi e i tempi non sono certi ovviamente in un Paese come l’Italia e Milano non fa eccezione, nel quale per terminare una qualsiasi opera pubblica spesso si dilatano i tempi a dismisura e si decuplicano i costi preventivati. Anche per opere non certo faraoniche come il tratto mancante di corsia preferenziale della linea 90/91. (Qualcuno ha notizie?)

Però proviamo a immaginare che la proposta sia autentica: dove si potrebbe realizzarla?

Leggi anche: La “PREFERENZIALE SCOMPARSA” tornerà alla luce. A un PREZZO RECORD

# Inaugurazione nel 2032 insieme agli Europei di Calcio?

Credits: Andrea Cherchi – Stadio San Siro

Si vocifera che la data di fine lavori della nuova centrale nucleare meneghina con “reattore di ultima generazione”, (miglioria tecnologica che il ministro saprebbe benissimo spiegarci quali caratteristiche tecniche lo differenzierebbero dai precedenti reattori), potrebbe essere il 2032, anno che vedrà Sicilia e Calabria collegate dal ponte sullo Stretto, dal completamento della TAV Torino Lione e anno durante il quale si svolgeranno gli Europei di calcio congiunti tra Italia e Turchia.

Ipotizziamo che i lavori per la costruzione della nuova centrale, superati iter burocratici, psicopandemie, rimpasti di governo, proteste di movimenti ambientalisti, governi tecnici e altri pastrocchi dovessero davvero iniziare, i cantieri dovrebbero poi soprattutto scontrarsi con agguerriti comitati di quartiere contrari alla sua costruzione e soprattutto contrari ad ospitarne le scorie radioattive… Anche se almeno queste potremmo mandarle a Roma, dove tanto nel 2032 la spazzatura accumulata sarà così tanta che qualche sacco di residuo nucleare non farà certo la differenza.

# Dove costruire la nuova centrale

Credits badtaste.com – Centrale Springfield

Resta però da chiarire l’aspetto più importante” dove costruire la nuova centrale modello Springfield”. Ecco alcune proposte:

  • La CENTRALE-STADIO, al posto del vetusto e inutilizzato Stadio di San Siro. Ampio spazio, zona pianeggiante, disponibilità di acqua (esiste una fonte termale proprio li accanto) e soprattutto un modo per rendere operativo il vecchio stadi ormai abbandonato da tutti. Una centrale-stadio potrebbe meravigliare il mondo.
  • In AREA C, in pieno centro Milano. Dove già nella seconda meta dell’ 800 si ospitava la prima centrale termoelettrica d’ Europa! Tra i tanti vantaggi la possibilità che diventi un’attrazione turistica alla pari del Duomo o del Castello, e il poco traffico automobilistico che agevolerebbe il passaggio di mezzi per la sua costruzione. Così all’ingresso dell’area dei privilegiati oltre ai cartelli di divieto e alle telecamere posizioneranno dei cartelli con il simbolo del nucleare. Sarebbe soprattutto un modo per dimostrare che non è vero che gli abitanti del centro sono egoisti e pensano solo ai loro privilegi.
  • A PONTE LAMBRO o in qualche orrendo quartiere periferico dopo averlo in buona parte spianato. Primo fra tutti Ponte Lambro vista anche la somiglianza urbanistico architettonica con la ucraina Pripyat (ma ce ne sarebbero altri come Grattosoglio e Quarto Oggiaro), una  zona orrenda, da anni in attesa di un vero recupero, lontano dagli occhi dei milanesi che in gran parte non sanno nemmeno dove si trovi e soprattutto abitato da gente povera della cui opinione non importa a nessuno.
  • A CASA di SALVINI. Un’altra opzione, la più apprezzata dalle opposizioni, potrebbe essere sotto la casa del Ministro che darebbe il segnale di essere forse il primo politico italiano che mette l’interesse del Paese al di sopra del proprio.

Resterebbe da pensare a quale nome darle, Centrale nucleare San Siro o Centrale Greta. In ogni caso, una volta ultimata e funzionante, pretendiamo bollette a costo zero, rimborsi per rifare facciate delle case, la piantumazione di 1 miliardo di alberi oltre ad aree attrezzate per la nidificazione delle cicogne e aree cani perfettamente pulite ed attrezzate.

Continua la lettura con: Il COMUNE non deve essere un’AGENZIA IMMOBILIARE

ANDREA URBANO

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Le STRADE del VINO a poca distanza da Milano

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valtellinaofficial IG - Via dei Terrazzamenti

Tra natura, storia, cultura, buon cibo e vino di alta qualità. Scopriamo quali sono.

Le STRADE del VINO a poca distanza da Milano

#1 La Via dei Terrazzamenti della Valtellina

valtellinaofficial IG – Via dei Terrazzamenti

La Via de Terrazzamenti collega Morbegno a Tirano, in piena Valtellina, dove si distribuiscono oltre 950 ettari di vigne distribuiti su circa 2.500 chilometri di terrazzamenti. L’arte della costruzione dei muri a secco della Valtellina nel 2018 è stata riconosciuta come patrimonio mondiale tra i beni immateriali da parte dell’Unesco, mentre i terrazzamenti sono stati inseriti nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici.

Gli itinerari di questo percorso sono perfetti per gli amanti del trekking e delle passeggiate gastronomiche. Sono infatti 40 i punti di sosta attrezzati, tra cui Grumello, Sassella, Inferno, Maroggia e Valgella, dove riposarsi e e degustare uno dei vini prodotti nella zona.

#2 La strada del Franciacorta

Credits decanter IG – Franciacorta

La strada del Franciacorta a circa 1 ora da Milano si snoda tra le colline di Brescia e il Lago d’Iseo, con grandi e folti vigneti e circa 70 cantine dove sorseggiare le bollicine lombarde. Si può fare tappa in cantine vecchio stile o in quelle più moderne dove degustare piatti locali accompagnandoli a uno degli spumanti più conosciuti e pregiati d’Italia. Tra le più famose Berlucchi, la prima della Franciacorta a produrre metodo classico e Ca’ del Bosco.

Per accontentare la voglia di cultura e storia ci sono i borghi medievali, partendo da Erbusco con il castello oggi inglobato nelle antiche dimore e Palazzo Lechi, un elegante e imponente palazzo della seconda metà del secolo XVI con giardino all’italiana, per finire ad Adro, che conserva ancora splendidamente le mura di difesa trecentesche.

#3 L’itinerario del vino lungo i Colli Morenici

elena_casarini_ IG – Colli Morenici

Spostiamoci nei pressi del Lago di Garda. Qui si snoda un itinerario del vino lungo i Colli Morenici, ideale per chi usa la mountain bike, con stradine che portano fino a Mantova. Si possono assaggiare i vini ad Indicazione Geografica Tipica Alto Mincio e Provincia di Mantova o Doc Garda e Doc Garda Colli Mantovani sostando nei vigneti e nelle cantine lungo il fiume Mincio. Tra i borghi che meritano una visita ci sono Cavriana con Villa Milla Siliprandi, oggi sede del museo archeologico dell’Alto Mantovano, Monzambano e il suo castello e il centro agricolo di Ponti Sul Mincio.

#4 Strada del vino di San Colombano e dei Sapori Lodigiani

Credits: @barbysca70
vigneti San Colombano al Lambro

A San Colombano al Lambro troviamo l’unico vino DOC di Milano. Completamente accerchiata dalle province di Pavia e Lodi è l’unica enclave (o exclave) della Città Metropolitana di Milano dalla quale dista circa 22 chilometri a sud-est. Si tratta di un piccolo borgo di poco più di 7.000 abitanti da dove parte un percorso lungo 120 chilometri che arriva fino a Lodi, per un viaggio enogastronomico dai sapori decisi dove al vino si possono affiancare i salumi e formaggi tipici della zona come la famosa raspadura lodigiana.

Leggi anche: San Colombano, il “VINO di MILANO” sulla collina con vista della Madonnina

#5 Tra le colline dell’Oltrepò pavese

credits: @boscolonghino

A soli 40 minuti da Milano c’è l’Oltrepò Pavese. Tra le sue colline si possono trovare numerose cantine che offrono degustazioni guidate dove poter deliziare il palato assaggiando il Pinot Nero, questa è una una delle prime zone a livello mondiale per la produzione di questo vino, ma anche Riesling, Barbera, Sangue di Giuda, Bonarda, Croatina e Moscato. In abbinamento per completare il percorso enogastronomico possiamo trovare invece il salame di Varzi, il pane di Stradella, il Miccone (un panino fritto), la torta di Mandorla e la Formaggella di Menconico.  

Oltre a questo vale pena godersi la natura con scorci rilassanti e suggestivi attraverso itinerari attrezzati fra fiumi e campagna. Tra questi, il più famoso conduce all’eremo di Sant’Alberto, un’oasi di spiritualità e silenzio vicino a una falesia panoramica con vista meravigliosa sulla Valle Staffora.

Leggi anche: La “Piccola Toscana vicino a Milano”: inglesi innamorati dell’OLTREPÒ PAVESE. Queste cose lo rendono unico al mondo 

Fonte: Deejay.it

Continua la lettura con: La STRADA del PROSECCO: in viaggio sulla più antica via del vino d’Italia

FABIO MARCOMIN

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MONTICELLI e MARCHESI, i due grandi “cantori evirati” della storia milanese

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Monticelli

Tra il XVII e il XVIII secolo, tanti ragazzini venivano castrati per essere instradati alla carriera canora. Erano i “cantori evirati”, oppure “soprani naturali”. Tra i più famosi due artisti milanesi.

MONTICELLI e MARCHESI, i due grandi “cantori evirati” della storia milanese

# I “cantori evirati”

Credits Jacopo Amigoni Retrato de Carlo María Broschi -Farinelli -Google Art Project

Soprattutto tra il ‘600 e il ‘700 veniva adottata la castrazione, una pratica subita da ragazzini nell’età della pubertà, caratterizzata dalla terribile mutilazione che consisteva nell’asportare i due testicoli con strumenti rudimentali. Tale operazione, eseguita in quello specifico periodo della vita, provocava un’alterazione ormonale, che portava le corde vocali a rimanere vicine alla cavità di risonanza, dando vita ad una voce particolarmente brillante del castrato, praticamente femminile.

Fu per questa peculiarità vocale che, tra il XVII e il XVIII secolo, tanti ragazzini venivano castrati per essere instradati alla carriera canora. Vennero chiamati “cantori evirati”, oppure “soprani naturali”.

# Angelo Maria Monticelli, il debutto a Roma e la scomparsa a Dresda

Monticelli

Il più famoso è certamente Carlo Maria Michelangelo Nicola Boschi, in arte Farinelli. Ma Milano diede i natali a due artisti del canto, castrati: Angelo Maria Monticelli, nato nel 1715, e Luigi Marchesi, nato nel 1754.

Monticelli debuttò a Roma all’età di 15 anni. Alcuni documenti però parlano di una sua esibizione canora a Venezia, quando aveva soli 13 anni, cantando ne “Le due rivali in Amore”. Dopo un periodo trascorso alla corte austriaca, tornò a Milano, per esibirsi con la cantante fiorentina Vittoria Tesi, nell’opera “Ambizione superata da virtù”.

Si reca poi a Firenze, è il 1737 e il successo di Monticelli è straordinario. Nella città toscana però la fortuna del cantante milanese dura poco, perché la morte di Gian Gastone De’ Medici porta alla chiusura di ogni attività di spettacolo. Così Angelo Maria Monticelli va a Londra, dove già hanno apprezzato famosi cantori italiani evirati, come Farinelli, Caffarelli (al secolo Paolo Maiorano) e Senesino (Francesco Bernardi).

Il soprano milanese, oltre ad essere bravo con la voce, aveva una postura naturalmente elegante e aggraziata, che conquisterà il pubblico. Nelle sue esibizioni, tende ad impersonare ruoli femminili, per via di quella sua voce limpida, senza alcuna irregolarità.

Quando tornò in Italia andò a Napoli per una serie di esibizioni con la cantante Regina Valentini Mingotti. Fu poi messo sotto contratto dal compositore Adolf Hasse, un musicista tedesco che portò Monticelli ad esibirsi a Dresda, dove morirà nel 1758.

# Luigi Marchesi e il rifiuto di esibirsi per Napoleone

Anche Lugi Marchesi era un cantante castrato. Nacque a Milano, a nove anni entra nel coro del Duomo, per debuttare in un’opera a vent’anni, al Teatro delle Dame di Roma, con un ruolo femminile. L’opera era “La serva padrona”. Anche per Marchesi, oltre alla voce, veniva apprezzata la grande espressività, che esplodeva ogni qualvolta venivano recitate scene con violenze, drammi e morti.

Nel 1796 Napoleone entra a Milano, viene chiesto a Marchesi di cantare per l’imperatore, ma lui rifiuterà. Cinquant’anni dopo la morte di Marchesi (avvenuta nel 1829), lo scrittore pavese Carlo Dossi scriveva così sul cantante milanese: “quel cappon d’on Marchesin, cont la vos del canarin, tucc’i volt che derua el becch, el guadagna on memeghin“.

Marchesi morì ad Inzago nel 1829.  

FABIO BUFFA 

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#65 – Mergozzo: il LAGO più PULITO d’EUROPA a un’ora da Milano

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Pochi sanno che il lago più pulito d’Europa è a un’ora di auto da Milano. 
 

Mergozzo: il LAGO più PULITO d’EUROPA a un’ora da Milano

 
 
Si tratta del lago di Mergozzo, definito da alcuni il lago Bajkal d’Italia, visto che malgrado la sua ridotta grandezza, due km di lunghezza per uno di grandezza, supera i 75 metri di profondità per un volume totale d’acqua di 90 milioni metri cubi.
In linea d’aria dista un paio di chilometri dal più grande e celebre Lago Maggiore, a cui è collegato da un canale artificiale, e a una decina dal lago D’Orta.
 
 
Le acque di questo lago sono risultate le più pulite d’Europa anche grazie all’assenza di industrie sulle rive, il divieto d’uso di barche a motore e una rete fognaria che devia gli scarichi fuori dalle acque del lago. Per questo non esiste alcun elemento che possa inquinare l’acqua del lago che risulta così come di sorgente. Proprio per questo è meta di turismo soprattutto dalla Germania dove il lago risulta più famoso che in Italia. Si praticano sport acquatici come canoa, kayak, windurf e pesca sportiva. 
 
 
Mergozzo vanta altri record: nel suo territorio si trova anche un olmo secolare, il più famoso albero monumentale del Piemonte ed ha perfino dato il nome al vento, il vento di Mergozzo, appunto.
 
 

Continua la lettura con: La gita più bella #66 – Le cinque SPIAGGE di MILANO: dal “mare dei poveri” alle “Maldive di Milano”

 
MILANO CITTA’ STATO
 

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#65 – La Statua della Libertà è un PLAGIO! L’originale è a Milano

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Credits: milanopocket.it statua libertà milano

La Statua della Libertà originale è a Milano. Quella di New York diventata una celebrità mondiale è infatti un plagio. Ripercorriamo la sua storia. 

La Statua della Libertà è un PLAGIO! L’originale è a Milano

La “statua della libertà” del Duomo di Milano. Foto di Andrea Cherchi (c)

# Realizzata 75 anni prima di quella presente a New York

Milano ha una “Statua della Libertà“, collocata sul Duomo. Il suo nome ufficiale è “Statua della Legge Nuova”. Fu realizzata nel 1810 in epoca napoleonica da Camillo Pacetti, e avrebbe ispirato Frederic Auguste Bartholdi, nel 1885, per la realizzazione della Statua della Libertà di New York.

# Una somiglianza impressionante

Tra le 3200 statue che costellano la Cattedrale, si può osservare la Statua della Libertà sul lato sinistro del balcone, sopra il portone centrale della Basilica. Con quella celebre di New York vi sono molti aspetti comuni: entrambe reggono nella mano destra alzata una torcia e presentano il capo cinto.

Per quanto riguarda le tavole che regge in mano la statua di New York, se osservate la statua a destra de “La Legge Nuova”, sempre sulla stessa balconata del Duomo, vedrete come l’altra statua, chiamata “La Legge Vecchia”, regge appunto le tavole in mano.

# I francesi respingono l’accusa di plagio anche se…

Le statue della libertà di Firenze e di New York. Credits: @vecchiafirenzemia IG

Sebbene vi siano diverse teorie sull’ispirazione della statua newyorchese i francesi rifiutano l’accusa di plagio e affermano che l’ispirazione sia arrivata dal Colosso di Rodi, mentre alcuni testi inglesi parlano del San Carlone di Arona (del 1698, alta ben 23 metri). Ancora i toscani ribadiscono che la fonte è la Statua della Libertà della Poesia (eseguita tra il 1870 e il 1883), collocata sul monumento funebre di Giovanni Battista Niccolini, in Santa Croce a Firenze, realizzata da Pio Fedi. In realtà il riferimento all’opera di Camillo Pacetti (che tra l’altro ha diretto anche i lavori di decorazione dell’Arco Sempione) è quella più verosimile. Anche perché quella che sorveglia i milanesi dal 1810 sulla facciata meneghina è più antica rispetto a quella newyorkese di almeno 70 anni.

Disegnata e scolpita da Pacetti, artista neoclassico che insegnò a Brera, la statua rappresenta la Legge Nuova affiancata dall’altra statua della Legge Vecchia che regge delle tavole. Le due sculture combinate formano in modo impressionante la statua della Libertà di New York.

Sono tutte ipotesi, ma la somiglianza è impressionante… E forse Milano dovrebbe pretendere se non il diritto d’autore, almeno la menzione su quella di New York.

Continua la lettura con: Luogo nascosto #66 – FORNACE CURTI, dal 1400 l’ultima ancora attiva a Milano

TIZIANA LEOPIZZI

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Il QUARTIERE del FUTURO a MILANO: fatto di verde e di acqua

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A Milano nuovi quartieri spuntano come funghi. All’orizzonte si affaccia quello che vola più in alto di tutti. 

Il QUARTIERE del FUTURO a MILANO: fatto di verde e di acqua

# L’Aeroporto di Linate si apre all’Idroscalo

Foto redazione – Aeoporto Linate

Prosegue il processo di rinnovamento dell’Aeroporto di Linate. Il recente restyling ha contribuito a fargli ottenere il riconoscimento di “scalo migliore d’Europa” per la svolta verso la sostenibilità e l’impegno per la decarbonizzazione, da parte del Consiglio internazionale degli aeroporti. Dopo l’arrivo della M4 che lo collega con il centro di Milano con un tempo record in Europa, appena 12 minuti, arriva un altro tassello: SEA ha deciso di aprirlo all’Idroscalo. Nascerà il Linate Airport District che si pone l’obiettivo di rigenerare un luogo lasciato ai margini e impiegato come spazio di servizio e soprattutto un limite fisico alla accessibilità di spazi potenzialmente fruibili dai cittadini. Sarà l’occasione per creare valore, bellezza e opportunità di sviluppo.

Leggi anche: LINATE, con metro e restyling è diventato un AUTENTICO SFIZIO per i milanesi (FotoGallery)

# Un progetto ispirato al modello di “città del futuro” di ChorusLife

Chorus Life – Linate Airport District

I vecchi edifici presenti sul futuro waterfront saranno demoliti per lasciare spazio ad altri più piccoli, spazi verdi e un accesso diretto all’Idroscalo, sul braccetto di acqua con vista Isola delle Rose. Il progetto di rigenerazione urbana, affidato a ChorusLife Linate, sarà appunto al modello di “città del futuro” di ChorusLife già adottato a Bergamo e che promuove la sostenibilità, la condivisione e la socializzazione tra generazioni differenti, combinando servizi e offrendo vantaggi sia alle funzioni aeroportuali che ai frequentatori di LAD.

# Uffici, hotel e un parco “verde e blu”

Waterfront Linate Aiport District

Nel dettaglio il Linate Airport District si estenderà su un’area di 36mila mq, di cui 25mila metri quadri di uffici con un’impronta a terra inferiore a quelle demolite, ci sarà anche il nuovo HQ di SEA, e 11mila mq destinati ad un hotel 4 stelle. Tutti costruiti seguendo rigidi standard di sostenibilità ambientale, certificati LEED e WELL.

Il progetto mira a valorizzare la presenza dell’acqua nel contesto urbano e infatti, oltre ad ampi spazi di connessione con percorsi ciclabili e pedonali intervallati da piazze pubbliche e luoghi di aggregazione, si verrà a creare un parco “verde e blu” con circa 14mila mq di verde urbano aperto al paesaggio alle spalle del Terminal e un waterfront esteso per 500 metri.

# Un investimento da 135 milioni di euro

 

L’iniziativa fa parte del più ampio processo di rigenerazione urbana di Milano, contribuendo a rendere la città più vivibile e verde, e sarà a disposizione degli operatori aeroportuali e degli utenti della M4 offrendo opportunità di svago e relax. L’investimento previsto è di 135 milioni di euro. L’avvio delle attività preliminari, demolizioni e bonifiche, è programmato per il 2024.

Continua la lettura con: METRO DIRETTA LINATE – CENTRALE: perché non provarci?

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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I MILANESI fuggono in PROVINCIA: 1 su 3 cerca CASA nell’HINTERLAND

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hinterland
Itinerari attorno a Villa Castelbarco e a Vaprio d'Adda

Milano è diventata una città solo per ricchi? Il 12 ottobre è uscito il dato sui nuovi poveri con il rialzo record in Italia proprio a Milano di chi ha più bisogno di aiuto. Ora arriva il risultato di un nuovo studio: sempre più milanesi preferiscono lasciare la città in cerca di case a prezzi più sostenibili. Ma il caro casa non è l’unico motivo di questa fuga. 

I MILANESI fuggono in PROVINCIA: 1 su 3 cerca CASA nell’HINTERLAND

I risultati dell’ultimo studio del Gruppo Tecnocasa sono un grido di allarme per Milano: il numero di milanesi costretti a lasciare Milano per gli alti prezzi ha raggiunto un livello record. E a cercare una casa in affitto nell’hinterland non sono solo gli studenti fuori sede. Sono anche i residenti. Ma vediamo qualche dato. 

# 1 su 3 cerca casa fuori Milano

Sesto San Giovanni Credits: wikipedia.org

Nel 2022 la quota di chi si sposta da Milano verso l’hinterland ha raggiunto un livello record superando il 30%: un milanese su tre cerca casa nei dintorni. Si tratta di una tendenza che ha avuto inizio prima della pandemia: nel 2019 si era toccato il 21%. Il motivo è uno solo: i prezzi delle case che a Milano hanno toccato il valore medio di 5.271 euro al metro quadrato, in aumento del 3,3% rispetto all’anno prima. Di conseguenza si impennano anche gli affitti: per un bilocale in città non bastano 1.000 euro al mese, cifra che sale a 1.500 per un trilocale. Prezzi alle stelle che portano un grave contraccolpo sulle compravendite.

# In ribasso le vendite a Milano, in forte crescita nell’hinterland: in fuga anche dalle politiche contro le auto

cologno
cologno

E qui arriva la sorpresa: a Milano nel primo semestre del 2023 sono in calo le compravendite, mentre crescono quelle nei comuni dei dintorni che arrivano a superare il 30% del totale. A Milano ormai un compratore di casa su tre cerca fuori dalla città. Tra le ragioni si è aggiunta un’altra variabile a quella dei prezzi alti: le politiche dell’amministrazione. Tra ZTL, limiti alla circolazioni, multe e assenza di parcheggi per molti sta diventando sempre meno sostenibile abitare in città, sempre secondo la ricerca di Tecnocasa. 

Continua la lettura con: Milano prima in Italia per aumento di persone in difficoltà economica

ANDREA ZOPPOLATO

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7 COSE da fare a MILANO nella seconda metà di OTTOBRE

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Paint in the dark

Finalmente l’autunno vero sembra arrivare. Cosa sono quelle facce lunghe? Sorridiamo, siamo a Milano. 

7 COSE da fare a MILANO nella seconda metà di OTTOBRE

#1 Paint in the dark: si dipinge al buio

Paint in the dark

Che siate pittori esperti o meno poco importa per questa magica esperienza di pittura e drink al buio per dare sfogo alla propria immaginazione e al proprio estro artistico. Per rilassarsi lasciando spaziare la mente nelle più inaspettate direzioni. Un’ora e mezza fuori dal comune presso Ostello Bello in via Medici dall’8 ottobre.

#2 Van Gogh allo Scalo Farini: la mostra immersiva sul celebre pittore 

Credits: @Semplicemente Milano di Andrea Cherchi
Van Gogh Experience

Esperienza immersiva spettacolare, tra luci, suoni e proiezioni di immagini, che regala la possibilità di conoscere Van Gogh in un modo nuovo, diverso e coinvolgente. Dal 27 ottobre in via Valtellina allo scalo Farini.

#3 Il campo di Federica: perché ottobre è il mese delle zucche

Il campo di Federica

A Nerviano in Via Tonale esiste questo bellissimo campo con molteplici varietà di zucche, tutte diverse per forme e dimensioni. Vale la pena una visita, anche perché Halloween si sta avvicinando! Una piacevole esperienza di evasione a contatto con la natura. 

#4 Murder Mistery: per chi ha l’anima del vero detective

Murdey Mistery

Presso il Museo Bagatti Valsecchi, amanti e estimatori del genere fatevi avanti perché qui potrete calarvi nei panni del detective, raccogliere indizi, interrogare i sospettati e infine, trovare il colpevole. Per tutto il mese di ottobre e novembre.

#5 Genesis: si torna alle origini dell’universo

Credits eonariumexperience – Genesis

Presso Casa Cardinale Ildefonso Schuster in Via Sant’Antonio 5 si può partecipare a Genesis, una esperienza immersiva coinvolgente dedicata alla nascita del mondo dove tra sottofondi musicali e giochi di luci si potrà sognare ad occhi aperti 

Leggi anche: A MILANO si può assistere alla NASCITA del MONDO: dove e quando

#6 Candlelight: romantici concerti a lume di candela

Credits: milanosegreta.co – Concerti di musica classica a lume di candela

Musica musica e ancora musica per questi concerti di musica classica, pop, rock e tanto altro. Presso Auditorio San Fedele in via Hoepli è possibile assistere a questi concerti resi indimenticabili grazie alla luce delle candele e alla coinvolgente musica dal vivo.

#7 Mercatone dell’antiquariato ai Navigli: l’ultima domenica vintage

Il Mercatone dell’antiquariato sui Navigli

Gli amanti di arredi ed oggetti antichi troveranno pane per i loro denti. L’ultima domenica di ottobre infatti si può visitare questo grande mercato dove esplorare tra le innumerevoli bancarelle libri, oggetti vintage, stampe, orologi e tanto altro ancora.

Continua la lettura con: I 7 LUOGHI TOP per andare a CASTAGNE nei dintorni di Milano

ALESSANDRA GURRIERI

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Arriva il LIFESTYLE CENTER di Milano nel “QUARTIERE del CACTUS”

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Merlata Bloom esterno

Un progetto architettonico di grande pregio in diretta connessione con il MIND e il nuovo quartiere di Cascina Merlata. Scopriamo come è stato costruito e la data di inaugurazione.

Arriva il LIFESTYLE CENTER di Milano nel “QUARTIERE del CACTUS”

# Il lifestyle center di Milano

Interno Merlata Bloom

Si prepara ad inaugurare il lifestyle center Merlata Bloom Milano, un progetto architettonico di grande pregio, costruito con materiali sostenibili, al centro del nuovo quadrante nord ovest della città e in diretta connessione con il MIND Milano Innovation District e il nuovo progetto residenziale Uptown di EuroMilano e Cascina Merlata, fungendo anche da barriera sonora per l’area residenziale a ridosso dell’A4.

Collegamenti Merlata Bloom

Un percorso ciclopedonale lo collega con il Parco Sempione e il centro di Milano.

# Le caratteristiche di Merlata Bloom

Nhood Services Italy – Merlata Bloom Milano

Merlata Bloom, tradotto fioritura della Merlata, ha una forma che si ispira alle proprietà e alle caratteristiche di una pianta di cactus: in particolare alle sue capacità termoregolatrici e di resistenza agli agenti atmosferici, come l’esposizione diretta al sole, l’umidità e la ventilazione. Il progetto, a firma dello studio internazionale CallisonRTKL, segue i più alti standard della nuova urbanistica in termini di utilizzo dei materiali e delle fonti energetiche: le ampie vetrate che filtrano la luce naturale, l’accurata selezione dei materiali e il design organico sono funzionali ad armonizzare gli edifici con la natura e il parco adiacente.

Leggi anche: BLOOM: la nuova FRONTIERA VISIONARIA di Milano

# Un’offerta commerciale premium con 210 insegne

Merlata Bloom galleria

Si estende su 70.000 mq di superficie è ospiterà al suo interno un’offerta commerciale premium con 210 insegne, 43 locali dedicati al food & beverage, un concept inedito Esselunga all’interno di una galleria commerciale, Decathlon con il suo nuovo headquarter e un negozio da oltre 6.800 mq su due piani.

Credits Urbanfile – Winter Garden

Ristorazione, intrattenimento e cultura, si trovano nel cuore della struttura, ovvero al centro del grande ponte, nel Winter Garden” che sarà la vera chicca di tutto il progetto. Questo spazio garantirà infatti un comfort ottimale senza macchinari, grazie ad un ambiente a temperatura controllata, caldo d’inverno e fresco d’estate. A tutto questo si aggiunge il cinema multisala Notorious Cinemas di ultima generazione. 

# Affacciato su un parco di 30 ettari

Parco Merlata Bloom

Ci sono poi 10.000 mq di spazi dedicati a cultura e intrattenimento e oltre 5.000 mq di aree verdi interne ed esterne.

Merlata Bloom esterno

Merlata Bloom Milano offrirà quindi ai visitatori nuove e coinvolgenti esperienze di socialità, grazie all’affaccio su un meraviglioso parco di 30 ettari e due piazze pubbliche.

# Inaugura il 15 novembre

Credits Andrea Cherchi – Merlata Bloom alla fasi finali di costruzione

Inaugura ufficialmente nel pomeriggio del 15 novembre con un evento aperto alla cittadinanza.

Continua la lettura con: La GRANDE ONDA si alza su MILANO: le IMMAGINI e i tempi per l’INAUGURAZIONE

FABIO MARCOMIN

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3 POSTI STRANI dove dormire in VENETO

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3 hotel particolari, in Veneto, che potrebbero rendere ancora più interessante un viaggio in questa fantastica regione.

3 POSTI STRANI dove dormire in VENETO

#1 La Vigna di Sarah: una notte nella Lunotta

Credits: @lavignadisarah.it

Il primo hotel di cui parliamo oggi si trova nel trevigiano, precisamente a Vittorio Veneto, nelle colline del Prosecco dell’Alta Marca Trevigiana. Più che di hotel, si tratta di un agriturismo. Si trova in cima ad una collina denominata Col de Luna, a soli a 40 minuti da Venezia e un’ora da Cortina d’Ampezzo, perla delle Dolomiti.

Credits: @lavignadisarah.it

L’agriturismo in collina ospita 3 camere, un salotto per i momenti di relax con sala lettura e caminetto a vista, un ampio giardino con vasca idromassaggio per la stagione estiva e una bow window che si affaccia sulle colline del prosecco di Valdobbiadene e Conegliano, patrimonio dell’Unesco.

Credits: @lavignadisarah.it
Credits: @lavignadisarah.it

La chicca assoluta che viene proposta tra le esperienze, direttamente dal sito della struttura, è quella del Pic Nic sul prato con Prosecco, con la possibilità di passare una notte romantica all’interno delle Lunotte…

Credits: @lavignadisarah.it – Pic Nic sul prato con Prosecco
Credits: @lavignadisarah.it – Le lunotte della struttura

#2 La palafitta sotto le stelle sul Monte Toel

Questa curiosa costruzione si trova su una collina nella proprietà dell’azienda agricola Fondo Toel, nel veronese.

Nessuna descrizione della foto disponibile.
Credits: @Starsbox(FB)

Se uno dei vostri sogni è proprio quello di addormentarvi guardando le stelle, ora si può grazie alle StarsBox!

La StarsBox di Monte Toel è una struttura palafittata in legno elegante ma essenziale. Il tocco di classe è che al suo interno c’è tutto l’indispensabile per un soggiorno: tavolo, gas da campeggio per caffè e bollitore, doccia esterna e bagno.

Credits: @Starsbox(FB)

Lo StarsBOX di Monte Toel offre tramonti straordinari sul Lago di Garda ed è perfetto per una notte romantica. Si trova a Torri del Benaco, a pochi chilometri dal centro del paese, nonché dalla sponda veronese del lago.

#3 Le botti di Agorà in Valpolicella

Sempre nel veronese, ma qualche chilometro più a est, a Negrar, in piena zona Valpolicella, sorgono il B&B Agorà.

Le botti di Agorà
Credits: B&B Agorà(FB)

Gli speciali chalet offerti dalla struttura sono inseriti in una location perfetta per un soggiorno indimenticabile nel panorama della Valpolicella.

Credits: B&B Agorà(FB)

Sono funzionali ed eleganti: infatti, le Botti di Agorà hanno tutto l’indispensabile per un soggiorno: sono dotate di letto, bagno e doccia. E’ inoltre presente una piscina con acqua salata cristallina che si affaccia su una distesa di vigneti e ciliegi, oltre al resto della struttura, un B&B immerso nel verde che regala momenti di puro relax.

Credits: B&B Agorà(FB)

Credits: lavignadisarah.it, bbagora.it

Continua a leggere con: I 7 LUOGHI più STRANI dove dormire entro due ore da Milano

LUCIO BARDELLE

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#66 – Le cinque SPIAGGE di MILANO: dal “mare dei poveri” alle “Maldive di Milano”

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A Milano manca il mare ma non le spiagge.

A quattro passi dal centro o a pochi chilometri dal perimetro urbano, ma sempre all’interno dellarea metropolitana, si nascondono cinque indirizzi che, a buon diritto, possono essere considerati i lidi meneghini. 

Un po’ perché, come detto, non sono così distanti da Milano.
La seconda perché, se fai un tuffo e schizzi tutti, puoi sentire qualcuno urlarti: ‘uè, pirla, mi bagni l’iPad e Corriere’ (gli intramontabili segni inconfondibili del milanese in vacanza).

E allora, ecco le spiagge di Milano e perché sono così belle.

Le cinque SPIAGGE di MILANO: dal “mare dei poveri” alle “Maldive di Milano”

#1 Idroscalo

Nato nel 1926 per far atterrare gli idrovolanti, negli anni Sessanta era la stazione balneare di Milano. File di bagnanti, giochi in spiaggia, grigliate. Oggi, di quel côté da Costa Azzurra meneghina sono rimasti i tafani pronti a pungere, i barbecue dei peruviani e un sacco di occasioni per gli amanti di kite surf e sport acquatici. Non mancano aree per l’arte contemporanea (dal teatro dedicato a Walter Chiari al Parco dell’Arte e i giovani artisti), le aree per i cani, i locali per ballare d’estate sotto la luna fino a tardi.

#2 Ticino

Quello del Ticino è il più grande parco fluviale d’Europa, già inserito nella lista del Patrimonio dell’Unesco. Certo, non dappertutto e non sempre è balneabile. Dove puntare, allora, per non distruggere un ecosistema faunistico o prendersi qualche batterio!?

La spiaggia più nota – e forse meno di impatto – è quella sotto lo storico ponte di Vigevano. Va meglio alla spiaggia Melissa e tra Golasecca e Sesto Calende (foto).
Per chi non ama i tuffi dai ponti o essere visto in costume dai compaesani, da un paio d’anni è stata inaugurata la spiaggia attrezzata del Lido di Pavia. Contiene anche piscine e attrezzi sportivi. 

Ovunque si vada, comunque, è importante pensate come, per tanti anni, il Ticino sia stato considerato il mare dei poveri, sminuendo la storia dei “Tisinàt”, i villeggianti che da oltre settant’anni scelgono il fiume di Pavia per le loro romantiche gite in barca sui barcè” (barsè), tipica piroga di fiume a un solo remo, o per scambiarsi baci appassionati dentro le tipiche casotte sull’argine del fiume. 

#3 Bellagio

Il Lago di Como è tutto bello: la notizia è di dominio pubblico ovunque, ancora di più da quando Clooney e amici hollywoodiani ci hanno preso casa.

In particolare, la “perla” del Lario è tra le mete più amate per la ampia scelta turistica: si può andare nell’elegante Lido oppure spiaggiarsi nelle aree libere.

Ovunque si decida di stendere l’asciugamano, l’appuntamento più suggestivo resta al capo Spartivento. Non si potrà fare il bagno, ma che emozione il punto in cui il Lario si divide tra le due sponde manzoniane…

#4 Adda

Medolago, mai sentito? E’ tra le 10 spiagge di Lombardia più amate dagli utenti di Tripadvisor.
Per gli indomiti della tintarella integrale, invece, la meta di riferimento è Cornate d’Adda. Area boschiva ben fronzuta e coperta da occhi indiscreti, per anni è stato il lido preferito da nudisti e naturisti. 

#5 Il Trebbia & le Maldive di Milano

Indicatissimo per chi non ama la folla. Il Trebbia è il fiume dei milanesi. Con i suoi ciottolini bianchi e le numerosi discese al fiume, offre un ambiente sufficientemente ampio (ben 50 km) per andare dove vanno tutti, in un’oretta comoda da Milano, senza puntare sdraio e ombrellone sopra quelli del vicino.

Il non plus ultra del Trebbia però è rappresentato da Brugnello, minuscolo borgo del VI secolo distante 110 Km da Milano. Siamo in provincia di Piacenza e qui i residenti sono appena 11.
Perché si sta male? Al contrario: perché non si è ancora sparsa la voce.

Brugnello è stato ribattezzato: “le Maldive di Milano”. 

Meravigliosi panorami, acqua cristallina, escursioni di trekking, botteghe d’artista una dietro l’altra incastonate nella roccia, una chiesa, intitolata a Cosma e Damiano, in pietra locale come le panchine e il resto del villaggio. Insomma, un luogo incontaminato come le Maldive, ma ancora più bello, perché ancora da scoprire e assai vicino a Milano. 

Continua la lettura: La gita più bella #67 – Il BORGO delle 13 CASCATE

PAOLA PERFETTI

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#66 – FORNACE CURTI, dal 1400 l’ultima ancora attiva a Milano

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Atelier

Al numero 8 di via Walter Tobagi si trova la Fornace Curti: “Artigiani del cotto dal 1400 in Milano”. L’unica e ultima fornace ancora attiva a Milano per la lavorazione dell’argilla, ma anche un luogo in cui rifugiarsi per rilassarsi, non lontano dal Naviglio Grande.

FORNACE CURTI, dal 1400 l’ultima ancora attiva a Milano

# Un piccolo borgo

La fornace infatti è un piccolo borgo, composto da un insieme di edifici costruiti in epoche diverse, ma in armonia tra loro: le strutture più moderne hanno inglobato le più antiche rispettando tuttavia le caratteristiche iniziali.

Il fascino del borgo è subito palpabile dal visitatore, che è accolto da piante di ogni tipo e da pezzi unici, gli antichi arnesi del mestiere contadino lombardo, oltre al tornio e la sala macchine dell’argilla. Poi i laboratori: per la stampatura dei vasi, per l’essiccatura degli smalti e le decorazioni. E i forni, numerosi depositi per i vasi, lo spazio per la vendita dei prodotti – esclusivamente quelli utilizzati anche nella fornace – i cortili.

# Gli Sforza furono i primi clienti

 
Fornace Curti
Fornace Curti

Furono gli Sforza i primi fruitori della fornace, che nel XV secolo iniziò la produzione di formelle per la Certosa di Pavia e l’Ospedale Maggiore.

Nonostante i vari cambi di sede nel corso dei secoli, la Fornace Curti è da sempre il punto di riferimento per quelle decorazio# ni in cotto, dettagliate e finissime, che caratterizzano la produzione decorativa lombarda.

Dalla Certosa di Pavia a Santa Maria delle Grazie

La Fornace è il luogo dal quale escono le decorazioni non solo della Ca’ Granda, ma anche dell’Abbazia di Morimondo, della Certosa di Pavia, dell’Arcivescovado di Milano, di Santa Maria delle Grazie, dell’Abbazia di Chiaravalle, del Duomo di Monza, del Teatro Fossati e di tutti quegli edifici “ricchi e rossi” sparsi per tutta la città di Milano.

Continua la lettura con: Luogo nascosto #67 – La CUPOLA di Milano dove splende un ARCOBALENO

FABIO MARCOMIN

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Sapessi come è strano ATTERRARE un MERCOLEDÌ SERA a MILANO

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Film. I guerrieri della notte

Chissà se capiterà anche a me, penso mentre l’aereo tocca terra a Linate…

Sapessi come è strano ATTERRARE un MERCOLEDÌ SERA a MILANO

# A Linate: sul “vecchio” bus per arrivare il Terminal

Credits Andrea Cherchi – Linate

Dopo tre giorni di trasferta lavorativa, non c’è niente di meglio che ritrovare la propria città, specie se la si ama. Nei libri quando si atterra di notte a volte si finisce nelle dimensioni parallele: chissà se capiterà anche a me, penso mentre l’aereo tocca terra a Linate.

Tutto regolare: non c’è il finger ma il bus, in fondo questa cosa è anche abbastanza accettabile per un city airport, e comunque i lavori li hanno appena terminati. Nessun controllo di polizia in regime di Schengen, nemmeno random: a me sta bene così, per carità, ma forse vista la guerra in Israele alzare il livello di allerta potrebbe far sentire qualcuno più sicuro.

# La metro chiude alle 22

Credits: @luca_italianlife IG

Forza, andiamo a prendere la metropolitana, facciamo questa nuova esperienza. La famosa linea blu, la M4, quella che dopo secoli ha finalmente collegato questo aeroporto che di fatto è in città con la città. Ma come, non hanno ancora messo i cartelli? Va bene che è nuova, ma così si sminuisce una risorsa. Che sia voluto? Chi non sa che la linea è aperta di certo non la cercherà, senza indicazioni.

Io lo so in che direzione si trova, perché sono un fanatico dei cantieri e seguo tutti i progetti in ogni angolo di Milano. Ecco, da metà terminale appare il primo nuovo cartello blu con la freccia.

Esco dalla porta 8, ricordandomi di un gabbiotto di accesso vicino ai parcheggi intravisto lungo la strada dell’Idroscalo. Ma no, dai guarda, perché pensare male? Hanno fatto l’accesso diretto dal terminale. Però la porta da fuori è chiusa e c’è un cartello che indica che bisogna accedere da dentro.

Tocca rientrare dalla porta 8 e seguire la freccia. Che strano, le porte sembrano chiuse. Sì, c’è una saracinesca, non è possibile, dai. Leggo il cartello: nei giorni di lunedì, martedì, mercoledì e giovedì questi sono gli orari: fino alle ore 22. Alle dieci chiude: però, penso, non male per la capitale della moda. Potevano almeno mettere gli orari anche sulla porta esterna, almeno mi avrebbero risparmiato qualche minuto di depressione, che si sa che quando si torna da un impegno di lavoro si desidera solo tornare a casa il prima possibile.

# La coda infinita per un taxi

Torno fuori, indeciso sul da farsi. Provo a cercare con l’app del car sharing se per caso ci sono veicoli disponibili. Il più vicino è in Viale Corsica. Scorgo a sinistra la coda interminabile per i taxi, che arriva quasi fino a me: più di trenta persone.

A destra il bus sostitutivo della M4 che va fino in Piazza Ovidio. Bene, faccio per salire e mentre sto per appoggiare il piede sul predellino il conducente chiude le porte e parte clacsonando, come se la colpa fosse mia, per la sua scortesia.

Direi che non resta altro che il taxi: armiamoci di pazienza e facciamo passare quei 15 minuti buoni per far arrivare il nostro turno. Ecco, ci mancava il tassista che non ha il POS, che l’ha dimenticato, come dice lui, che chiede a tutti i passeggeri in coda se possono pagare con i contanti. Di fatto, intralcia il traffico.

Io salgo su quello dietro e comincio a pregustarmi il film che preferisco: Milano di notte che scorre dal finestrino.

# Sembra una Silence Week

Il monumento rotto alla M del Parco Forlanini, la desolazione dei piloni ferroviari alla stazione Forlanini, le insegne chiuse delle pizzerie e i negozietti etnici aperti, poi Argonne, il boulevard ferito, anche se in realtà molti alberi sono ancora in piedi. Le panchine di Piazza Occhialini, la preferenziale lungo Viale Abruzzi, i muri graffitati dei licei. In giro non c’è nessuno. Guardo l’orologio: sono le 23 e 10. Penso che questa forse è la Silence Week, la settimana del silenzio.

Il taxi incrocia Corso Buenos Aires. Mi sporgo in avanti per vedere la ciclabile. Due biciclette per corso di marcia. Un sorriso inatteso si disegna sul mio viso. Forse forse, nonostante tutto, si può ancora sognare.

Continua la lettura con: Quelli della notte: gli after hour dove mangiare a Milano

LORENZO ZUCCHI

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La rivelazione di un GHISA: “Ecco PERCHÈ NON ci sono PIÙ VIGILI sulle STRADE di Milano”

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incidenti stradali

Una domanda che i milanesi si fanno ormai da molti anni: “dove sono finiti i vigili?”. La risposta arriva direttamente da un agente della Polizia Locale di Milano in una lettera inviata all’edizione milanese del Corriere della Sera.

La rivelazione di un GHISA: “Ecco PERCHÈ NON ci sono PIÙ VIGILI sulle STRADE di Milano”

# Dove sono finiti i vigili? 

Monforte – Visconti di Modrone

Una domanda che i milanesi si fanno ormai da molti anni: “dove sono finiti i vigili?”. Non si vede quasi più nessuno a vigilare sul traffico. La risposta arriva direttamente da un agente della Polizia Locale di Milano, che ha scelto di tutelarsi con l’anonimato, in una lettera inviata all’edizione milanese del Corriere della Sera in risposta all’articolo di Giangiacomo Schiavi sulle ciclabili di Corso Monforte di cui abbiamo parlato anche noi in questo articolo. Pubblichiamo alcuni estratti. 

Un estratto della lettera

# Un tempo in ogni incrocio c’era un vigile

“Lei ha ragione (rivolto a Schiavi ndr) quando dice che non ci sono più i vigili in strada, ma questa carenza è stata determinata da scelte politiche scellerate che hanno deciso che i vigili non erano più necessari agli incroci. Quando io sono entrato a far parte del glorioso Corpo della Polizia municipale di Milano, ormai 26 anni fa, facevo l’intero turno di servizio all’incrocio […] ogni incrocio della circonvallazione filoviaria, di viale Certosa, Gallarate ed Espinasse c’era un vigile. 

# Nel corpo c’era un ufficio traffico: è stato eliminato

“Nel corpo c’era un ufficio traffico che serviva a dare il benestare alle modifiche alla viabilità proposte: è stato eliminato perché probabilmente a qualcuno non andava bene che ci fossero degli esperti del settore a mettere i bastoni tra le ruote.
La carenza di vigili in strada è dovuta anche alla mancanza di turnover, alla creazione di tantissimi nuclei, per carità sono bravissimi a fare il loro lavoro, in alcuni casi sono i migliori in circolazione e vengono chiamati da altri corpi di altre forze per la loro professionalità e competenza […] Come giustamente lei afferma, siamo arrivati all’anarchia più totale sulle strade, come può notare chiunque circola per le vie di Milano.”

# La soluzione alla violazione continua delle norme: non più sanzioni, ma l’aumento dei controlli

polizia_locale_fp IG

“La soluzione alla violazione continua delle norme di comportamento imposte dal codice della strada, non è l’aumento delle sanzioni, ma è l’aumento dei controlli. Se io sono in pattuglia, inviato dalla centrale radio per un reclamo […] non ho la possibilità di fermarmi a contestare la violazione a due che vanno in monopattino o a una bicicletta che circola contromano o sul marciapiede. La tanto vituperata presenza dei vigili negli uffici è indispensabile per far procedere il lavoro fatto fuori dagli agenti che sono in strada […] perché se gli agenti fuori sono il motore di questa macchina, quelli dentro sono le ruote che permettono alla macchina di andare avanti.”

Fonte: Corriere Milano

Continua la lettura con: La CICLABILE REBUS di MONFORTE superstar di MILANO: ma c’è chi la supera e… arriva la replica del Comune (FOTOGALLERY)

FABIO MARCOMIN

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MILANO PRIMA in Italia per AUMENTO di PERSONE in DIFFICOLTÀ ECONOMICA

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Credits paola.girardi IG - Fila al Pane Quotidiano

Nel quarto rapporto sulla povertà alimentare realizzato dalla Ong ActionAid utilizzando l’elaborazione di dati Istat, emerge un quadro sconfortante sulla situazione del nostro Paese. Milano detiene un triste primato.

MILANO PRIMA in Italia per AUMENTO di PERSONE in DIFFICOLTÀ ECONOMICA

# Il 12% della popolazione italiana vive in una condizione di povertà alimentare

Infografica corriere

Nel quarto rapporto sulla povertà alimentare realizzato dalla Ong ActionAid utilizzando l’elaborazione di dati Istat, emerge un quadro sconfortante sulla situazione del nostro Paese l’anno successivo allo scoppio della pandemia da Covid19, il 2021. Risultano infatti almeno 6 milioni di persone al di sopra dei 15 anni, corrispondenti al 12% della popolazione, che vivono in condizione di povertà alimentare.

Nello specifico 4 milioni di persone, una quota dell’8,1%, non hanno la possibilità di fare un pasto completo (con carne, pesce o equivalente vegetariano) almeno una volta ogni due giorni, mentre altri 3,3 milioni di cittadini, pari al 6,5%, non hanno le disponibilità finanziarie per mangiare o bere qualcosa in un locale con parenti o amici almeno una volta al mese. Inoltre un’altra quota del 2,6%, pari 1,3 milioni di persone di over 16, che soffrono sia della deprivazione alimentare di tipo materiale che sociale.

# Le categorie più colpite

Credits Paola Bucci Buccianti FB – Coda al Pane Quotidiano

Nel rapporto di ActionAid emerge anche come le categorie più colpite dalla deprivazione alimentare materiale o sociale siano per il 28,3% disoccupati, per il 22,3% le persone inabili al lavoro, per il 17,4% chi ha studiato al massimo fino alle medie, per il 12,3% i giovani adulti tra i 19 e i 35 anni, per il 12,7% la fascia tra i 50 e i 64 anni di età, per il 23,1% gli stranieri (23,1%), per il 22,6% quelli che pagano un affitto e per il 13,3% le persone che vivono nelle aree metropolitane. Le percentuali di genitori e famiglie numerose sono rispettivamente del 16,7% e del 16,4%.

# Al Sud e nelle Isole il maggior numero di persone in difficoltà, ma è Milano la città con il maggior aumento di cittadini bisognosi di aiuto

panequotidianoonlus IG

Andando ad osservare la distribuzione geografica delle persone in condizione di deprivazione alimentare materiale o sociale il Sud e le Isole si confermano le aree in cui  questa quota è maggiore, in totale 3,1 milioni con percentuali rispettivamente del 20,7% e del 14,2%. Il Nord Est con il 5,8% invece quella che risente di meno di questa situazione negativa. 

Leggendo i dati forniti dal Ministero delle Politiche Sociali e del Lavoro si scopre inoltre che il numero di chi riceve aiuti Fead (Fondo di aiuti europei agli indigenti) sotto forma di generi di prima necessità sia passato dai 2,1 milioni di persone del 2019 a 2,8 milioni del 2022 e che gli aumenti più sensibili vedono al secondo posto la Lombardia, con più 155mila, dietro a Sicilia con più 172,5 mila e davanti alla Campania con più 98 mila.

Non solo. La Città Metropolitana di Milano è seconda dietro quella di Napoli per numero di beneficiari (215mila) e addirittura prima per l’aumento più consistente con una crescita di 115 mila unita e un’incidenza del 6,7% rispetto alla popolazione residente.

Fonte: Corriere Milano

Continua la lettura con: MILANO, vorrei ma non posso: è il SOGNO PROIBITO degli studenti italiani

FABIO MARCOMIN

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Aumenta il PREZZO per un tipo di BIGLIETTI ATM

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Atm - Fascia Mi1-Mi4

Alla fine è scattato l’incremento della tariffa dei biglietti Atm che colpisce solo una modalità utilizzata soprattutto dai turisti. 

Aumenta il PREZZO per un tipo di BIGLIETTI ATM

# Scatta l’aumento dei biglietti Atm per il NO di Regione e di Monza

greenplanner.ita IG – Timbratrice biglietti

Alla fine è scattato l’aumento per i biglietti Atm. L’assemblea dei soci, il 6 settembre, aveva deliberato a maggioranza di non procedere all’aumento tariffario dovuto al tasso di inflazione ma il Consiglio di amministrazione dell’Agenzia per il trasporto pubblico locale è stata comunque costretta a deliberare nei giorni scorsi il rialzo delle tariffe. Questa decisione è stata la conseguenza della copertura solo parziale dei circa 10 milioni di euro necessari a scongiurarlo.

Il Comune e la Città metropolitana di Milano hanno infatti messo le loro quote rispettivamente di 8 milioni e 759 mila euro e 553 mila euro, mentre Comune di Monza, Provincia di Monza e Regione come già comunicato i precedenza non si faranno carico dell’importo rimanente di 1.642.000 euro. Arianna Censi, Assessore alla Mobilità del Comune di Milano, attacca di nuovo Regione Lombardia: “Una scelta incomprensibile la loro, che grava principalmente sui turisti che visitano la nostra città, e che avrebbe inciso per una quota infinitesimale sul bilancio di Regione Lombardia“.

Tuttavia il nuovo aumento colpirà solo in minima parte i milanesi.

Leggi: Il BIGLIETTO ATM (forse) non AUMENTA: la querelle tra Comune e Regione

# Il “trigiornaliero” costerà dai 3 ai 6 euro in più

Atm – Fascia Mi1-Mi4

Saranno principalmente i turisti a farsi carico dell’incremento tariffario. Non vengono infatti toccati i biglietti giornalieri, i carnet 10 corse e gli abbonamenti settimanali, mensili e annuali ma solo i ticket trigiornalieri che hanno appunto una durata di 3 giorni consecutivi dalla prima convalida. Il costo odierno base parte dai 13 euro per quello nella fascia Mi1-Mi3, utilizzabile all’interno del Comune di Milano e nella prima cintura dell’hinterland, a 28,50 euro nella fascia Mi1-Mi9 che consente di spostarsi dalla città fino ai comuni più esterni della Città Metropolitana di Milano. 

Quali biglietti si possono prendere per la metropolitana di Milano?
credits: @profantonius IG – Vecchio biglietto cumulativo atm

La variazione del prezzo del biglietto, che scatterà da gennaio 2024, sarà compresa tra i 2 e i 3 euro per i titoli più venduti, quelli utilizzabili fino a quattro zone, a un massimo di 6 euro per i titoli meno utilizzati.

Continua la lettura con: SALA: “Milano versa allo Stato 20 MILIARDI, ne riceve indietro 500 MILIONI: il GOVERNO ci aiuti sul TRASPORTO PUBBLICO”

FABIO MARCOMIN

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#67 – Il BORGO delle 13 CASCATE

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Credits: @francytavano Chiusaforte

Nascosto ai confini estremi dell’Italia, in uno dei territori più misteriosi e inesplorati, si trova il “borgo delle cascate”. Ci vogliono quasi 5 ore di auto da Milano ma un weekend di relax nel paese dei salti d’acqua vale assolutamente la pena. Anche perché si trova in una regione straordinaria, ancora molto sottovalutata. 

Il BORGO delle 13 CASCATE

# 13 cascate in un unico borgo al confine con la Slovenia

Credits: @francytavano
Chiusaforte

Ci troviamo in Carnia, all’estremità del Friuli, al confine con la Slovenia. Chiusaforte, con i suoi 603 abitanti e circa 400 metri sopra il livello del mare, è un borgo unico in Italia. La sua particolarità è che, tra la natura selvaggia e rigogliosa che circonda il paesino, si contano ben 13 cascate.

Dall’acqua turchese e paesaggi incontaminati, le cascate di Chiusaforte sono veri spettacoli della natura. La cascata più famosa è il Fontanone di Goriuda, nella Val Raccolana a più di 800 metri di altezza, che salta in un laghetto dove potersi rilassare godendosi l’aria pulita della bassa montagna.

@anasta1977
cascate repepeit

13 cascate in un unico borgo rappresentano una particolarità unica. Oltre al Fontanone di Goriuda, altro salto d’acqua dove potersi rilassare è quello di Rio Repepeit. Qui attraversando un ponticello dove è possibile vedere un primo salto, la cascata vera e propria sfocia in un laghetto di acqua fresca che in inverno è frequentato dagli appassionati di ice-climbing.

# Non solo cascate

@sinnundverstand
Chiusaforte

Chiusaforte si trova allo sbocco della Val Raccolana, attraversato dal fiume Fella è un borgo da sempre importante per la sua posizione strategica. Fin dall’antichità esercitava controllo sulle strade dell’area e già ai tempi dell’Impero Austroungarico era una meta turistica per chi partiva per visitare l’Italia. Si può quindi intuire come nel paese delle cascate non ci siano da vedere solo i suoi salti d’acqua: merita una visita il centro storico con le casette in pietra e il campanile della Chiesa di San Bartolomeo.

Continua la lettura con: La gita più bella #68 – I LUOGHI in Lombardia dove fare il VOLO dell’ANGELO

BEATRICE BARAZZETTI

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#67 – La CUPOLA di Milano dove splende un ARCOBALENO

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Credits architettodeiana IG - Cupola Arcobaleno

Una meraviglia dell’arte nascosta all’interno di una delle chiese più antiche di Milano. Dove si trova e chi l’ha realizzata.

La CUPOLA di Milano dove splende un ARCOBALENO

# Nella Basilica di Sant’Eustorgio si nasconde una meraviglia dell’arte

Credits danieladifebbraio IG – Basilica di Sant’Eustorgio

La Basilica di Sant’Eustorgio, situata all’interno del suggestivo Parco delle Basiliche insieme alla Basilica di San Lorenzo Maggiore e la Basilica di Sant’Ambrogio, è una una delle chiese più belle e antiche di Milano. La sua costruzione, originariamente come chiesa cristiana, risale infatti al IV secolo. Nel VII secolo fu convertita in chiesa cattolica e dedicata al martire Sant’Eustorgio.

Sono diverse le opere di rilevanza artistica presenti nella chiesa. Tra queste troviamo il reliquiario del Dente di San Pietro in argento dorato, il dipinto su tavola del Polittico di Sant’Eustorgio di Ambrogio Bergognone riconosciuto come una delle opere più importanti della scuola lombarda del Rinascimento, la scultura in terracotta della Madonna della Cintola di Jacopino da Tradate e soprattutto la Cappella Portinari.

# La Cappella Portinari con la cupola Arcobaleno

Credits lorenzogala63 IG – Cupola Arcobaleno

Realizzata in stile gotico alla fine del XIV secolo, per la precisione intorno al 1464-1468, la Cappella Portinari è stata decorata con affreschi rappresentanti la vita di San Pietro Martire oltre alla storia della famiglia Portinari, che l’ha commissionata, e altri soggetti religiosi.

Credits architettodeiana IG – Cupola Arcobaleno

Gli artisti coinvolti nell’opera sono stati Vincenzo Foppa, Michelino da Besozzo e Bonifacio Bembo, i quali hanno dipinto anche le pareti. L’elemento più scenografico della cappella, decorata da Vincenzo Foppa, è senza dubbio la cupola. La struttura si caratterizza infatti per una colorazione che degrada dal rosso aranciato all’azzurro, andando dall’esterno al centro e creando, dando vita a un meraviglioso arcobaleno.

 

Continua la lettura: #68 – La PORTA della MERAVIGLIA a Milano: dove si trova, la sua storia e perché fu chiamata così

FABIO MARCOMIN

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Il grande sogno di OSTINATA

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milanosecrets IG - Biblioteca Ostinata

Una piccola ma elegante ed accogliente “biblioteca di quartiere”. Dal nome insolito.

Il grande sogno di OSTINATA

# La nascita di una libreria liberamente ostinata

milanosecrets IG – Biblioteca Ostinata

In una via defilata che si apre su corso di Porta Romana, in prossimità di San Nazaro, una delle più antiche basiliche paleocristiane, e vicino all’antico ospedale maggiore della Ca’ Granda, qui, in una zona che è stata anche parte dell’ex quartiere popolare di Bottonuto, si trova una piccola ma elegante biblioteca privata. 

Biblioteca Ostinata si chiama così perché sorge in via Osti, ma in verità, nasconde ben altro: rivela il coraggio di chi, il fondatore, crede che la cultura, la lettura e la conoscenza possano rendere il mondo migliore. Con l’ambizione di poterlo trasformare, incentivando l’abitudine a sfogliare le pagine di un libro.

# L’ambiente di Ostinata: un gioiellino di Design

Credits Angela Golia – Interno libreria

Appena si entra in Ostinata, si percepisce lo spazio, l’ampiezza, l’accoglienza di un locale anticamente moderno, con uno spazio espositivo di 100 metri quadri, non ampissimo ma organizzato in maniera funzionale, per una buona lettura ed un concentrato studio.

Allestita dallo studio De Lucchi che ha anche curato la risistemazione della Casa Manzoni, la biblioteca è proprio anticamente moderna, un piccolo capolavoro di design per la funzionalità degli arredi come le librerie modulari a filo muro, i tavoli ribaltabili e l’illuminazione studiata ad hoc.

Ed è soprattutto speciale perché contiene un quantitativo incredibile di volumi, più di 10.000 volumi, collezionati dal fondatore e poi catalogati ed ordinati per una fruizione pubblica gratuita.

# Il fondatore

Il fondatore è Paolo Prota Giurleo, ex Ad di Autogrill (e oggi nel Cda della compagnia di marketing Jakala) fin da ragazzo ha una passione per i libri, con una compulsione all’acquisto sempre più crescente ma anche con il desiderio illuminato e generoso di renderli fruibili come inalienabile bene pubblico.

Ed è con questa nascita speciale che possiamo godere fisicamente e visivamente di Ostinata…ma c’è qualcosa di più.

Ostinata ha il desiderio di crescere, di creare spazi attivi, partecipati nei quali fruire di nuove opportunità conoscitive, non solo con i testi scritti, ma partecipando oppure organizzando conferenze, eventi, laboratori per bambini, in maniera da trasformare lo spazio in un “luogo” di interazione, di dialogo e confronto tra persone di età e status sociale diverso.

 

 

Continua la lettura con: Svelato il PROGETTO per la nuova BEIC: la BIBLIOTECA EUROPEA di Milano

ANGELA GOLIA

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Quello che in ITALIA dicono di MILANO… ma NON è VERO!

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Credits: lorellaflego.com

Ci sono alcuni luoghi comuni riguardo i milanesi duri a morire. Eccone cinque cose che il resto degli italiani credono siano vere.

Quello che in ITALIA dicono di MILANO… ma NON è VERO!

#1 …che i milanesi trattano dall’alto al basso chi fa lavori umili

il dogui, il principe, (anche se non era di Milano)

La verità è invece che i milanesi hanno una grande cultura del lavoro e rispettano chiunque faccia bene il suo, qualunque sia la mansione che svolge. Mentre, al contrario, disprezzano chi non ha voglia di impegnarsi e vive sugli sforzi altrui.

Leggi anche: I 5 LUOGHI COMUNI su Milano che IRRITANO più i milanesi

#2 …che i milanesi siano chiusi e ottusi

Il milanese è per sua natura incline ad accoglier: non è un caso che Milano sia la città italiana con la più alta percentuale di stranieri residenti, oltre 1 su 5. Il luogo comune che vede il milanese chiuso e ottuso è una falsità, in realtà è aperto sia di cuore che di mentalità. Quella che si può scambiare per chiusura è invece rispetto, educazione e sobrietà. 

#3 …che pensano solo i soldi

In realtà al milanese più dei soldi piace avere progetti da poter sviluppare e che possano generare valore per sé, le persone che collaborano con lui e la comunità. I soldi a Milano sono solo una conseguenza.

#4 …che i milanesi sono cocainomani

L’uso di cocaina è diffuso in tutte le grandi città italiane e Milano non è esente, ma affermare che tutti i milanesi siano cocainomani è esagerato. In verità lo sballato o lo strafatto non viene visto affatto bene dei milanesi che sono al contrario in gran parte salutisti e non amano chi si tratta male. 

#5 …che parlano dicendo sempre cazzo e figa

Si è abituati a pensare che il milanese dica parolacce di continuo, da “caxxo” a “figa” a la classica affermazione “Oh la Madonna”. Un luogo comune duro a morire, che nei fatti si può riscontrare forse un po’ più nell’hinterland o nel falso stereotipo dell’ “imbruttito”. Chi è sboccato o volgare non fa bella figura a Milano. 

Leggi anche: Da DOVE viene la F***: è davvero un intercalare NATO a Milano?

Continua a leggere con: Le 7 COSE che i MILANESI AMANO di più di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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