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Il BOOM di “All You Can Wear”: tutti gli abiti che riesci a mettere nella borsa a soli 18 EURO

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All you can wear

Il grande successo della seconda edizione di “All you can wear”, l’all you can eat dei vestiti.

Ph. @l_e_m_23 IG

 L’evento si è tenuto a ‘Di Mano in Mano’ in viale Espinasse, sabato 9 settembre dalle 10 alle 19. Centinaia di persone hanno affollato la strada fin da prima dell’apertura creando una coda chilometrica. Ma come funzionava?

Ph. @dimanoinmanovintage IG

Per 18 euro, si poteva riempire una borsa di vestiti “fino all’orlo”, senza limite di numero di vestiti o accessori. A disposizione 31 bancali, con abiti vintage di seconda mano o dei fine stock. L’iniziativa di Di Mano in Mano innescherà una moda seguita da altri negozi? 

Qui il video da Instagram:

 

 
 
 
 
 
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Continua la lettura con: A Milano il negozio dove si vendono abiti a prezzi stracciati di negozi falliti

MILANO CITTA’ STATO

Nel FUTURO di MILANO c’è la linea ROSA. Quali sono le FERMATE più desiderate dai MILANESI?

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MILANO CITTA’ STATO

Inaugurata la DOPPIA TERRAZZA SPETTACOLO con VISTA sui NAVIGLI

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Credits booking terrazza 21 house of stories

Il grande boom a Milano: le terrazze con vista. Sempre più locali, ristoranti e hotel propongono rooftop da cui godere un aperitivo osservando il tramonto. Scopriamo l’ultimo arrivato.

Inaugurata la DOPPIA TERRAZZA SPETTACOLO con VISTA sui NAVIGLI

# I Mirador: Il nome ispirato alle terrazze spagnole

Credits booking – Terrazza con piscina 21 house of stories

Sempre più locali, ristoranti e hotel milanesi propongono rooftop da cui sorseggiare un cocktail e stuzzicare un aperitivo godendosi il tramonto dall’alto. L’ultimo in ordine di tempo tra le terrazze con vista di Milano è quella de “I Mirador” del nuovo hotel 21 House of Stories Navigli. Il nome si ispira alla parola spagnola che ha tra i suoi significati quello di belvedere, punto panoramico, e quindi ben si addice a queste due piazze sospese sopra la città. Da qui infatti si può godere una vista sui Navigli e a 360 gradi su tutta Milano. 

# Al settimo piano c’è una piscina, un’area lounge e un cocktail bar

Credits hotelsofmilan.com – 21 house of stories Navigli

Le due terrazze si sviluppano su due piani differenti. Quella al settimo ospita una piscina, un’area lounge, un cocktail bar e un lungo bancone seduti al quale si può godere della splendida vista sulla Darsena.

Credits booking – Terrazza 21 house of stories

Per dare un tocco “mediterraneo” al design di questa terrazza sono state utilizzate ceramiche decorate a mano, grafiche e sfumature di blu, colore che si ritrova nell’acqua riflessa sulle superfici riflettenti del bancone bar, e materiali e texture green a “combinarsi” con la rigogliosa vegetazione.

# L’unica terrazza panoramica a sud di Milano

 

 
 
 
 
 
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Salendo di un piano, all’ottavo e ultimo di questo hotel che è anche bistrot e coworking, troviamo l’unica terrazza panoramica a sud di Milano.

Credits booking – Rooftop 21 house of stories

Alla vista a 360 gradi sullo skyline si affianca un wine bar, un ristorante e un’area lounge più privata con vista sulla piscina.

Indirizzo: Via Bettinelli, 3

Spunto: megliounpostobello IG

Continua la lettura: TRE TERRAZZE NUOVE a Milano

FABIO MARCOMIN

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FASHION WEEK in ARRIVO: COSA FARE durante la settimana della moda a Milano

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Credits Andrea Cherchi - Chiara Ferragni alla Fashion Week

Un appuntamento fisso che quest’anno compie sessantacinque anni. Da martedì 19 a lunedì 25 settembre 2023 Milano ospita la Fashion Week durante la quale si svelano le collezioni donna primavera/estate per il 2024: oltre sessanta sfilate, sia fisiche sia digitali, per un’edizione che sarà caratterizzata da numerose novità e da diversi debutti. La Camera della Moda inizia ad aggiornare il calendario (per ora provvisorio). Intanto, vediamo cosa ci offre Milano per poter entrare pienamente nello spirito cool del periodo e goderci la Fashion Week entrando nel suo mood.

FASHION WEEK in ARRIVO: COSA FARE durante la settimana della moda a Milano

# Save the date: la prima bozza di calendario tra eventi, fiere e appuntamenti a Milano dal 19 al 25 settembre

Credits Andrea Cherchi – Chiara Ferragni alla Fashion week

Agende alla mano: gli impegni saranno tanti.

  • Fino al 18 settembre, nel pieno della Fashion Week, ci aspetta Homi Fashion&Jewels Exhibition: si tratta dell’unico evento completamente dedicato ad accessori e abbigliamento, il cui centro è il know-how del Made in Italy e in cui si fondono creatività, moda e artigianalità; la manifestazione (che inizia il 15 settembre) si terrà a Fiera Milano (Rho).
  • Tra i pilastri della moda italiana, un posto di riguardo è sicuramente per il mondo della calzatura: dal 17 al 20 settembre (a Fiera Milano) ci aspetta il Micam Milano, il salone internazionale leader a livello internazionale per le calzature, ormai punto di riferimento per gli operatori del settore di tutto il mondo.
  • Negli stessi giorni, immancabile la visita a un’altra colonna del Made in Italy, che porta in esposizione il meglio dell’artigianalità e della tradizione, ogni anno rinnovato da una crescita in termini di qualità e innovazione inarrestabile: a Fiera Milano, dal 17 al 20 settembre, troviamo Mipel, la principale fiera dedicata alla pelletteria.
  • Già che ci siamo, continuiamo la nostra visita (stesso posto, stessi giorni) al TheOneMilano, il salone internazionale dell’outerwear e dell’haute-à-porter.
  • Si allunga fino al 21 settembre (sempre a Fiera Milano), invece, Lineapelle, la più importante rassegna dedicata alle pelli, agli accessori, ai tessuti e ai modelli per il settore calzatura, pelletteria e per l’abbigliamento.
  • Tra le sfilate aperte al pubblico ci sarà – anche quest’anno – il tappeto firmato Diesel: appuntamento il 20 settembre, alle 21, nella sede di Scalo Farini (ci si potrà registrare dal 6 settembre sul sito ufficiale del Brand). Per le altre sfilate bisognerà, come sempre, avere un invito o un accredito professionale.
  • Numerosi i negozi e le boutique che organizzeranno incontri nei loro punti vendita, in occasione della Fashion Week: il calendario sarà svelato presto dagli stessi commercianti, tra i quali possiamo già anticipare che martedì 19 da De Wan (via Manzoni 44), come fa sapere a Milano Città Stato lo stesso Roberto De Wan, ci sarà la presentazione delle nuove collezioni e l’esposizione di quadri solitamente in mostra a Montecarlo e Manama.

# Fashion Week 2023: tra movida e aperitivi

Milano Fashion Week Gala

La settimana della Fashion Week milanese è anche un momento in cui godere di appuntamenti mondani creati ad hoc per la kermesse. Alcuni di questi sono già stati svelati. Il 23 settembre il Melià Milano apre le porte alla Milano Fashion Week Gala. Arte, cultura e business, invece, a Palazzo Bovara per l’evento Milano Fashion.

Non c’è tempo migliore di quello della settimana della moda per conoscere i locali più cool di Milano: se da tempo rimandiamo la visita, è ora di inserirli in calendario.

Le nostre tre proposte? Il The Roof, al decimo piano dell’Hotel Cavalieri, la Terrazza Aperol, con la sua vista invidiabile sul Duomo e infine, per non farsi mancare un giro nel tempio della moda durante la Fashion Week, il Maio Restaurant sulla terrazza de La Rinascente.

# Brevi cenni storici

Credits: @Milano Anni 80 e 90 Ricordi e Passioni
Personaggi della moda milanese

La settimana della moda milanese nasce nel 1958 grazie a Giovani Battista Giorgini, oggi conosciuto come il padre della promozione del Made in Italy. Viaggiatore tra l’Italia e gli Stati Uniti, Giorgini capì che la moda sarebbe potuta essere un passe-par-tout per definire l’immagine del Bel Paese agli occhi di tutto il mondo. Il suo desiderio era quello di organizzare negli Usa una sfilata di alta moda italiana, desiderio che ricevette un deciso «no» nella proposta; fu così che Giorgini decise dunque di creare un evento in Italia, dando così via alla prima settimana della moda.

Continua la lettura con: Come imbucarsi a una sfilata della Fashion Week 

SABRINA FALANGA

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Il DUOMO BALLA in BIANCO: la più grande lezione di danza della storia di ROBERTO BOLLE

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Videodanza

10.09.2023 Milano. Piazza Duomo – “Ballo in bianco”, la più grande lezione alla sbarra della storia, evento clou della festa della danza creata da Roberto Bolle con 2.300 allievi di scuole di danza da tutta Italia. Autore Fabio Barbalini

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

MILANO CITTA’ STATO

ALTRI VIDEO DEL GIORNO A MILANO:

Nel FUTURO di MILANO c’è la linea ROSA. Quali sono le FERMATE più desiderate dai MILANESI?

 

L’ESTATE a Milano all’inizio degli anni SESSANTA (a colori)

Le GRIDA nelle STRADE di MILANO (1973)

INFRASTRUTTURE, i 5 GRANDIOSI PROGETTI in arrivo in Italia

L’ADDABAHN, le linee CELERI dell’Adda

Compresenza di veicoli tranviari e metropolitani lungo via Palmanova a Milano (settembre 1970)

Il TRAM di Milano che si crede una METRO

Credit combat tram YT – Tram 7 in sotterranea

La Milano degli anni Sessanta

MILANO è PEGGIORATA in questi ULTIMI ANNI

M1 vs M2, qual è più VELOCE?

ODISSEA sulla GENOVA – VENTIMIGLIA

Com’è la PIZZA dei nuovi DISTRIBUTORI AUTOMATICI di Milano?

In MOTO sulle STRADE più PERICOLOSE di Milano

Vivo solo tra le montagne

Ho riprogettato il biglietto della metro

I metallari di Milano negli anni Ottanta

Come sarà il nuovo PIAZZALE LORETO (Rendering)

La COPPIA che si è trasferita da MILANO per VIVERE in MEZZO a un BOSCO


La TRATTA più LUNGA senza FERMATE della METRO di Milano

Le STRADE SOLARI, la nuova VIA per il futuro di Milano?

La nascita di Milano

Il TUNNEL STRADALE che doveva passare sotto MILANO

Sulla METRO di MILANO nel 1982, l’anno dei MONDIALI

Una GIORNATA in CENTRO a Milano. Con soli 10 EURO. È possibile?

MILANO – ROMA: la supersfida tra ITALO e FRECCIAROSSA

M4 San Babila: MILANO prende il VOLO (foto e video dell’inaugurazione)

VOLANDO sui NAVIGLI di MILANO

Il Naviglio in secca

STAZIONE CENTRALE 1995, com’era trent’anni fa

I TALENTI EMERGENTI sulla SCENA MUSICALE di MILANO

Curiosità e futuro della LINEA VERDE di Milano

MILANO nell’OTTOCENTO

Le tre PIZZE più COSTOSE di Milano

8 progetti del FUTURO della METRO di Milano

La STRADA “TAPPO” di Milano

CHRIS MARTIN (Coldplay) canta OH MIA BELA MADUNINA a San Siro

STEFANIA e le MACCHINE GIGANTI che hanno scavato i TUNNEL della metro 4

“RUBARE è il nostro LAVORO”

La PAURA fa 90. Una notte sulla “linea più pericolosa” di Milano

PERCHE’ VIVI a MILANO?

Il metodo RUMENO per la sicurezza sulla METRO

A bordo di un TAXI VOLANTE

L’EVOLUZIONE di PIAZZA DUOMO nel TEMPO

“Milano è la metafora dell’amore”

I fantasmi di Milano

Emergenza passaporti a Milano

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ABBATTERE il TURCHINO per eliminare la NEBBIA e lo SMOG a MILANO

ECCEZZZIUNALE… VERAMENTE, le 7+1 SCENE ICONICHE di un film chiave della commedia italiana

Alla scuola della BIDELLA PENDOLARE da NAPOLI per scoprire la verità

I TRENI della METRO di ogni linea di Milano

AGGRAPPATO al BUS sulla tratta Lodi-sant’Angelo

La via con più DIVIETI DI SOSTA del mondo

MI GUARDO e mi specchio vanitosamente in questi palazzi

Misteri e superstizioni di Milano

Il campanile medievale all’interno di un condominio

VIVAIO e MILANO CITTA’ STATO, le attività per il 2023. Vuoi unirti anche tu?

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FINE ANNO in coda al PANE QUOTIDIANO

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Mi sono trasferita a Milano

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I locali più instagrammabili di Milanoa

DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

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#94 – Il LAZZARETTO DI MILANO: dai due Lazzaro alle patatine San Carlo

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Il vecchio luogo deputato ai malati e agli appestati: il Lazzaretto di Milano. Scopriamo che cosa è rimasto nel tempo insieme ad alcune curiosità che solo in pochi conoscono. 

Il LAZZARETTO DI MILANO: dai due Lazzaro alle patatine San Carlo

#1 Fu progettato da due architetti di nome Lazzaro

Il progetto fu affidato a fine ‘400 a due architetti: Lazzaro Cairati e Lazzaro Palazzi, ma non lasciamoci trarre in inganno. Il nome Lazzaretto non deriva dai suoi costruttori. Una delle ipotesi lo rimanda alla serenissima Repubblica di Venezia, dove i lebbrosi venivano confinati sull’isola di Santa Maria di Nazareth che per successive distorsioni fonetiche si trasforma via via da Nazareth a Nazaretto a Lazzaretto.

#2 In origine era quadrato

Lazzaretto con sfondo Caselli di Porta Venezia

Aveva una forma quasi quadrata (370 x 378 metri) e si estendeva al di là delle mura spagnole, ci trovavamo quindi fuori dalla città, sullo sterrato che portava verso Monza, anni luce dalle passeggiate dello shopping di Corso Buenos Aires. Se prendiamo google maps riusciamo a tracciare facilmente il perimetro facendo incrociare: Corso Buenos Aires appunto, con via San Gregorio, via Lazzaretto e viale Vittorio Veneto

#3 Resiste la chiesa di San Carlo (che ha dato il nome alle patatine)

Adiacente a Viale Tunisia c’è ancora la piccola chiesa di San Carlo in Lazzaretto. Posta al centro, di forma ottagonale e con grandi arcate aperte, oggi murate, permetteva ai malati di poter assistere e vedere la funzione anche da lontano. Fatta edificare dal cardinale Carlo Borromeo, da cui il nome, ha dato poi, secoli e secoli dopo, il nome alla storica fabbrica di patatine, la cui prima rosticceria era in via Lecco, a pochi metri appunto dalla chiesa.

#4 Le colonne del porticato sono state portate nella Villa Bagatti Valsecchi

Possiamo renderci conto di com’era la costruzione attraversando via San Gregorio, poco lontano dalla celebre pasticceria infatti c’è ancora una piccola porzione dell’architettura originaria, oggi diventata chiesa ortodossa russa dedicata a San Nicola. Mentre se ci spingiamo fuori Milano, a Varedo, nel giardino di Villa Bagatti Valsecchi è stato portato, ad ornare il giardino, uno degli ingressi, oltre a numerose colonne del porticato interno.

#5 Fu distrutto a fine ‘800 per costruire una nuova linea ferroviaria

Il Lazzaretto fu distrutto a fine ‘800, con grande biasimo di Luca Beltrami, per far spazio alla nuova linea ferroviaria che correva lungo l’attuale viale Tunisia. L’intera area circostante fu poi  lottizzata per erigere gli eleganti palazzi di Porta Venezia. Uno in particolare, casa Luraschi, sita all’angolo tra Corso Venezia e Piazzale Oberdan è celebre per una doppia particolarità: fu il primo ad infrangere la servitù del Resegone, il divieto per i palazzi ubicati a nord di Porta Venezia di avere più di tre piani per non impedire la vista delle Alpi Lombarde. Inoltre all’interno del cortile sono stati posti dodici tonti con i busti dei personaggi dei Promessi Sposi, a memento del connubio tra il luogo e il romanzo.

#5+1 Renzo e Lucia si ritrovarono proprio qui

Proprio nel Lazzaretto infatti Renzo, dopo la bellezza di 35 capitoli e centinaia e centinaia di pagine di romanzo, con grande giubilo di moltissimi studenti, finalmente, incontra Lucia.. ammettiamolo: ormai non ci speravamo quasi più!

Continua la lettura con: Il luogo nascosto #95 – Il GLICINE di Leonardo e la leggenda di Morivione

ROBERTO BRACCO

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Si dice Dèrgano o Dergàno?

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Milano è caratterizzata da quartieri ricchi di storia in ogni quadrante, molti dei quali sono stati in passato comuni indipendenti poi annessi alla città.
Dergano, facente parte del Municipio 9, è stato uno di questi: annesso nel 1868 ad Affori e nel 1923 assieme a quello del capoluogo meneghino. Un quartiere il cui nome si è affermato in tutta la città anche grazie alla fermata della metro gialla. Ma una questione dibattuta, un po’ come accade per Gambara, è: dove cade l’accento?

Si dice Dèrgano o Dergàno?

piazza dergano
piazza dergano

# L’origine del nome

Per capire dove cade l’accento su Dergano bisogna fare qualche passo indietro e rintracciare l’origine del nome. Secondo il Dizionario di toponomastica lombarda si possono trovare diverse possibilità: Dergano potrebbe derivare da Laterculusnome che nella tarda antichità e nell’alto Medioevo si dava ad una lastra in pietra od in terracotta sulla quale era stata scritta un’epigrafe, oppure dal nome dell’eroe inglese Derkynos.
L’ipotesi più veritiera, però, riconduce l’etimologia del nome alla parola Dervulus, dal gallico Devos che significa quercia.

ù

# La soluzione definitiva

Risolto il tema dell’origine del nome resta però da trovare la risposta più importante. Dèrgano o Dergàno? E soprattutto: perchè? Molti milanesi se devono indicare il quartiere o la stazione della metropolitana inciampano sulla corretta sillaba da accentare.

La soluzione definitiva ci arriva dal dialetto milanese che denomina il quartiere con Dèrghen e quindi Dèrgano.

Continua la lettura con: Gàmbara o Gambàra? Risolto l’arcano

FABIO MARCOMIN

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Il ponte dagli orari impossibili: come tagliare un quartiere in due

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ponte di portello
Credits: Giovanni Soldino - esplorazionedicitta.it

«Una nuova grande piazza a Milano, un segno forte di innovazione nel cuore del Portello, quartiere della trasformazione e del cambiamento»: quando nel 2014 Ada Lucia De Cesaris, allora Vicesindaco con delega all’Urbanistica, inaugurò Piazza Valle, la più estesa della città, l’entusiasmo era comprensibilmente alle stelle.

Oggi, riguardando alla piazza omonima del grande architetto e designer Gino Valle che la progettò, le sensazioni non sono più le stesse.

Il motivo? C’entra (anche) un ponte.

Leggi anche: Le mille facce del Portello, il quartiere del cambiamento

 

Il Ponte di Portello: uno snodo col freno a mano tirato

ponte di portello
Credits: Giovanni Soldino – esplorazionedicitta.it

Per ovviare al problema posto da viale Renato Serra, parte della Circonvallazione che tagliava in due il rinato quartiere del Portello, venne costruito un ponte pedonale, una vera e propria opera avveniristica, progettata dalla società Arup di Londra (la stessa che ha realizzato il London Eye) tecnicamente denominata Passerella Ciclopedonale Serra.

Leggi anche: I PONTI più importanti di Milano

La pista centrale per le bici e i pedoni è sorretta da due archi a forma parabolica in acciaio che svettano, nel punto di raccordo più alto, a ben 18 metri dal livello della strada, fissati da una serie di tiranti. Dotata di due ascensori laterali, di due scale a chiocciola e di rampe per portatori di handicap, la passerella si appoggia, a circa 6 metri rispetto al piano stradale, su due supporti in calcestruzzo armato. La struttura, lunga 90 metri e larga 4, collega il Parco del Portello con Piazza Gino Valle.

Se non bastasse, l’opera è colorata dalla policromia dell’artista austriaco Tornquist. Tutto bellissimo quindi, se non fosse per un particolare: il Ponte segue gli orari del Parco del Portello, quindi chiude alle 20 per nove mesi all’anno, e addirittura alle 18 da dicembre a marzo.

Una scelta incomprensibile per un’opera così tanto (a ragione) sponsorizzata, ennesimo sintomo dell’annoso problema che coinvolge Milano ponendola ancora passi indietro rispetto alle più grandi città del mondo: quello dei suoi orari, ancora troppo legati ad un mondo che qui non esiste più, nei ristoranti, nei mezzi pubblici, ma persino su un ponte pedonale.

Leggi anche: METRO di NOTTE a Milano, perché no?

Una scelta, quindi, che va a incidere anche sulla vivibilità del quartiere, tagliandolo in due parti poiché lascia lì proprio il problema per cui si era deciso di costruire il ponte, il trafficatissimo e, dopo una certa ora, invalicabile cardo di viale Renato Serra.

 

Piazza Gino Valle è terra di nessuno

ponte di portello
Credits: Urbanfile

Piazza Gino Valle, collegata col resto del Portello dal nostro bel ponte ciclopedonale, rimane ancora uno spazio senz’anima.

Innanzitutto per il pochissimo verde, elemento anacronistico che, unito all’architettura postmoderna che la circonda, la rende una piazza quasi distopica. L’unico possibile punto catalizzatore pare essere Casa Milan col suo negozio-ristorante, per il resto è il deserto.

Lo spazio per nuovi negozi c’è, e sicuramente l’inconsistenza sociale della Piazza non si può attribuire alla sola assurdità degli orari di chiusura della passerella: servirebbero nuove attività commerciali che facciano da attrattore, pensando poi ad un uso più funzionale dell’area che potrebbe facilmente essere allestita per ogni tipo di evento, dai concerti estivi ai mercatini natalizi.

Continua la lettura con: Delirio in Porta Genova

HARI DE MIRANDA

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#94 – Il PAN di ZUCCHERO sopra LUGANO da cui si vede MILANO

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Là in fondo c'è Milano (4)

A un’ora da Milano si può vedere Milano. Addirittura da una terra straniera. Il punto di osservazione è straordinario, forse unico. Così come la forma del monte che consente questo panorama. 

Il PAN di ZUCCHERO sopra LUGANO da cui si vede MILANO

# Un piccolo Paradiso

Si può arrivare in auto o in treno: da Milano alla stazione di Paradiso, il quartiere-comune di Lugano più amato da chi ama poco il fisco italiano. Paradiso è infatti celebre per essere un piccolo paradiso fiscale in una nazione scelta da molti italiani facoltosi proprio per le basse tasse. La Confederazione Elvetica ha un sistema capovolto rispetto a quello italiano: mentre in Italia tutto è concentrato nelle mani di Roma che riceve le imposte versate dai cittadini per poi redistribuirle in parte attraverso le regioni, in terra Svizzera capita l’opposto. La massima autonomia viene goduta dai comuni e, poi, dai cantoni. Solo le competenze che i comuni decidono di non gestire vengono poi passate al livello superiore. E questo determina una sorta di competizione al rialzo tra ogni singolo comune, per i servizi offerti e per i benefici fiscali applicati. Una competizione vinta da Paradiso che, infatti, ospita tantissimi italiani, più o meno noti. Tra cui Mina. Ma questa è un’altra storia. Torniamo al panorama. Perché da Paradiso si raggiunge il Paradiso.

# La terza grande passione degli svizzeri

Insieme all’autonomia dei territori e alle basse tasse, gli svizzeri hanno un’altra passione: le funicolari. Mentre in Italia le trascuriamo, spesso le lasciamo chiuse, come è il caso della funicolare Santa Margherita- Lanzo d’Intelvi proprio di fronte a Lugano, dall’altra sponda del lago, in Svizzera le funicolari sono delle grandi attrazioni turistiche. Addirittura i bar le usano come dehors, come questo a Lugano: 

Tra le funicolari a Lugano e dintorni ce ne sono tre che sono tra le più amate dall’intera Svizzera. La prima in realtà un treno a cremagliera che porta al Monte Generoso, vetta che segna il confine tra Italia e Svizzera. Vetta che sul versante italiano si può raggiungere solo mettendosi le gambe in spalla e camminando un paio d’ore dal parcheggio auto, sul versante in Svizzera invece la si raggiunge con questo splendido trenino al cui arrivo si viene accolti da un albergo considerato un’opera d’arte dell’Archistar Botta. Ma ancora stiamo finendo fuori tema. Le altre due funicolari partono da Lugano: una conduce al Monte Brè, l’altra, al lato opposto della città, si arrampica sulla cima del Monte San Salvatore, un magnifico promontorio considerato patrimonio dell’Unesco. 

# L’ultima fermata prima del Paradiso

Funicolare Paradiso (Lugano) – Monte San Salvatore

Si sale con la funicolare. La linea non è elettrificata e le due carrozze sono collegate tramite un’unica fune traente di acciaio di 1650 metri di lunghezza. Il tettuccio trasparente e i finestrini offrono una visione panoramica dovunque ci si trovi al suo interno. Costa un botto: 22 franchi, circa 22 euro, la sola andata che dura pochi minuti. Una cifra che però vale non tanto il viaggio ma l’arrivo. 

La cima è da secoli è considerata da secoli un autentico paradiso. Quasi letterale. Già nell’anno 1200 i pellegrini scalavano a piedi la cima del monte, per rendere onore al figlio di Dio, che secondo un’antica leggenda avrebbe fatto qui una breve sosta nell’ascensione al cielo. L’ultima fermata prima del Paradiso vero. Ma non è solo un piacere metafisico quello che si ritrova in vetta. 

# “Questo momento tra i più belli e indimenticabili della propria vita”

Vista dal Monte San Salvatore: Lugano – In fondo Porlezza

Si scopre infatti uno dei punti panoramici più belli dell’intero arco alpino. “Si deve essere stati quassù personalmente, se ci si vuole fare un’idea di tutta la sua grandiosità e magnificenza, e allora si annovererà questo momento fra i più belli e indimenticabili della propria vita”, scrisse Lorenz Hirschfeld, filosofo paesaggista tedesco del 18° sec. La caratteristica principe è la possibilità di godere il panorama a 360 gradi. Non capita come sulle vette consuete dove ci si ritrova con la visuale almeno coperta da altri monti. In questo caso la vista si apre su tutti i lati, perchè il monte è un promontorio che nasce in mezzo al nulla, viene chiamato pan di zucchero della Svizzera e ricorda in piccolo quello più celebre che domina Rio de Janeiro. In questo caso in cima non c’è il Cristo ma una chiesa sul cui tetto si può accedere come punto più alto. Non solo.

# In fondo lo Skyline di Milano

Là in fondo Milano (3)

Sulla cima del monte è stato tracciato un percorso che alterna punti panoramici con immagini celebrative di un altro grande amore che riempie d’orgoglio il petto degli svizzeri: le ferrovie. Che bello se sapessimo valorizzare come loro  le nostre bellezze nei punti più frequentati dai turisti internazionali. E di turisti c’è pieno sul Monte San Salvatore, affascinati dalla vista che mette anche un po’ di nostalgia. Sì, perchè dalla cima, se la giornata è azzurra, insieme ai diversi rami del lago di Lugano, che è un piccolo lago di Como rovesciato, insieme al Monte Rosa e alle cime della Val d’Aosta, insieme alle vette della Valtellina e dei Grigioni, in fondo, verso Sud, si intravedono i grattacieli dello Skyline di Milano. 

# Il sentiero fino al “villaggio più bello della Svizzera”

Credits: @julesvernetravel
Morcote

Ma non c’è solo la vista spettacolare sul Monte San Salvatore. Un grande classico è scendere a piedi, ma non rientrando a Paradiso, ma dal lato opposto, percorrendo il promontorio sul sentiero in mezzo agli alberi che conduce al paese di Carona da cui si può scendere a Melide, ai bordi del lago, oppure proseguire fino a Morcote, “il villaggio più bello della Svizzera”, sul punto più settentrionale del promontorio. Atmosfere che ricordano il promontorio di Portofino. Vero che lo spettacolo del mare e della costa ligure sono impareggiabili. Ma vuoi mettere la vista di Milano dalla cima?

Gallery: 

 

Continua la lettura con: La gita più bella #95 – CIVATE e il bellissimo LAGO di ANNONE a un’ora da Milano

Le altre località del giorno (per una gita da Milano)

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Delirio in PORTA GENOVA: l’URBANISTICA TATTICA finisce fuori strada

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Credits milanoportagenova IG - Piazzale Porta Genova

Prima della sua trasformazione in area parzialmente pedonale il Piazzale di Porta Genova era un parcheggio disordinato per auto tra la fermata di capolinea del tram. L’intervento di urbanistica tattica realizzato nell’ambito del progetto “Piazze Aperte” ha eliminato i parcheggi e interdetto anche il transito di auto private e taxi. Non tutto però è andato nel verso giusto.

Delirio in PORTA GENOVA: il disastro viabilistico dopo l’URBANISTICA TATTICA

# Da parcheggio a piazza pedonale con po’ di vernice e qualche vaso

Credits paolavignelli IG – Piazzale Stazione Porta Genova

Il Piazzale di Porta Genova, dopo un primo intervento di urbanistica tattica realizzato nell’ambito del progetto “Piazze Aperte” nel 2019 poi conclusosi nel 2020 con la verniciatura dei nuovi vasi e di quelli preesistenti da parte di Retake Milano, è passato da essere un parcheggio disordinato per auto tra la fermata di capolinea del tram a una piazza parzialmente pedonalizzata. Otre all’eliminazione dei parcheggi è stato interdetto anche il transito di auto private e taxi, la cui area di sosta è stata spostata all’esterno del piazzale, con la contestuale sistemazione delle fermate bus e della linea tranviaria 2 su Via Valenza. 

La leggera riqualificazione, che avrebbe dovuto essere temporanea, è stata frutto della collaborazione tra vari soggetti: Bloomberg Associates, Nacto Global Designing Cities Initiatives, Comune di Milano, Retake Milano e il Colorificio Sammarinese,

# Non tutto è andato nel verso giusto

Credits milanoportagenova IG – Piazzale Porta Genova

L’idea di rendere più vivivile il piazzale è stata senza dubbio una cosa positiva, sia per quanto riguarda l’ordine che per il decoro. Tuttavia non tutto è andato nel verso giusto. In particolare l’intervento ha lasciato inalterato il traffico veicolare su Via Vigevano, Corso Colombo e Via Valenza senza però ripensare quello attorno alla piazza. Non sono stati o previsti operazioni di mitigazione del nuovo cambio di viabilità, visto che le auto non possono più immettersi nel piazzale, senza semafori che regolino l’attraversamento pedonale verso l’interno della piazza, dove insiste il transito di 2 linee di tram, e verso l’esterno dove si aggiunge una linea bus, in aggiunto al flusso di mezzi proveniente dalle tre direttrici. Al momento poi non esiste un 

Le conseguenze negative principali della nuova sistemazione della piazza hanno prodotto quindi un continuo incolonnamento di tram bloccati in entrata e in uscita dalla piazza e di bus e auto senza possibilità di svolta. Gli ulteriori problemi che ne derivano sono: 

  • la congestione dell’incrocio tra Via Vigevano, Corso Colombo e Via Valenza
  • i ritardi sulla tabella oraria per linea di tram 9, 2 e la linea di bus 74
  • un aumento della concentrazione di inquinamento causato soprattutto dal rallentamento del flusso veicolare
  • la difficoltà dei pedoni nell’attraversamento della piazza e nella prosecuzione verso la Darsena

# Cosa si potrebbe fare per migliorare la situazione

Credits luigibertino IG – Piazzale Porta Genova

Per prima cosa studiare e implementare una regolamentazione semaforica anche per i pedoni e al tempo stesso rivedere la viabilità, nel limite del possibile, con percorsi alternativi. Non sarebbe male poi pensare a progetto definitivo di ridisegno della piazza con azioni più strutturali, tenendo in considerazione anche della futura dismessione della stazione ferroviaria. Purtroppo nonostante le buone intenzioni la semipedonalizzazione della piazza ha acuito il problema del traffico della zona già critico anche prima della nuova sistemazione.

Continua la lettura con: Le PIAZZE di Milano un tempo ORRENDE e oggi diventate BELLISSIME

FABIO MARCOMIN

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La MONTAGNETTA di corso SAN GOTTARDO

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Corso San Gottardo

Prima di quella di San Siro a Milano c’era un’altra “montagnetta”. La sua storia, gli aneddoti e una strana leggenda.

La MONTAGNETTA di Corso SAN GOTTARDO

# Molto prima del Monte Stella

Pagina Milano Scomparsa – Corso San Gottardo

Prima di quella a San Siro era un’altra la “montagnetta” di Milano: quella di Corso San Gottardo. Si trovava nel punto in cui il corso incrocia le vie Conchetta e Torricelli, l’attuale largo Mahler. In realtà consisteva in un dosso rialzato di pochi metri sopra le ortaglie da cui era circondato, quindi niente a che vedere con la “mole” del rilievo artificiale del Monte Stella, ma era visibile anche a grande distanza. 

# L’Osteria della Montagnetta e il fritto di pescetti dell’Olona

Nell’Ottocento la montagnetta era celebre a Milano anche per  l’Osteria della Montagnetta, che si affacciava sulla strada che portava sino al Ronchetto delle Rane e a Quinto de Stampi. Proprio dietro il locale, sopra il dosso, c’era un vasto giardino percorso da vialetti a loro volta contornati dai tavoli dove si mangiava all’aperto. La specialità della cucina era il fritto di pescetti dell’Olona o del Lambro accompagnati da ottimi vini frizzanti, bianchi e rossi. 

# La triste fine del ginnasta decaduto

C’è anche un fatto drammatico nella storia di questa osteria. Agli inizi del ‘900 un celebre ginnasta milanese ormai in fase di decadenza, che era andato vicino alla convocazione alle prime Olimpiadi moderne, cominciò a fare delle esibizioni nel giardino della Montagnetta per riuscire a pagarsi un piatto caldo.
Saliva su una scala messa in bilico e si metteva in mostra con una serie di esercizi bilanciando col suo peso quello della scala. Un giorno il suo sguardo incrociò quello di una giovane cliente del locale e per lui fu amore a prima vista. Per fare colpo sulla ragazza decise di digiunare e di utilizzare i soldi guadagnati per acquistare una tuta e una canottiera nuove. Purtroppo proprio a causa della carenza di cibo, mentre era intento a esibirsi con la sua nuova tuta, perse l’equilibrio e cadde rovinosamente dalla scala battendo le vertebre cervicali per poi morire nei giorni seguenti in ospedale.

# La leggenda della scarpa dei Re Magi

Credits danieladifebbraio IG – Basilica di Sant’Eustorgio

C’è anche una strana leggenda che ruota attorno alla Montagnetta. Quando i Re Magi passarono per Milano lungo la strada per Gerusalemme, a causa di una fitta nevicata che nascose loro la stella cometa, si ritrovarono proprio sopra la Montagnetta dove uno dei tre perse una scarpa. Questa sarebbe stata successivamente ritrovata secoli dopo da alcuni bambini che la portarono a Sant’Eustorgio, dove venne conservata come una reliquia nel sarcofago dei Magi.

# Che fine ha fatto la Montagnetta?

Credits archipatia IG – Auditorium Milano

L’osteria fu chiusa e demolita dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, nell’occasione lo slargo antistante conosciuto oggi come largo Mahler fu ribattezzato ufficialmente largo Montagnetta. Stessa sorte toccò al “piccolo rilievo”, fatto sparire a colpi di badile. Nel corso dei decenni lo spazio è stato occupato prima da un grande cineteatro da più di 2.000 posti chiamato La Montagnetta, poi diventato Cinema San Gottardo nel 1932 e Cinema Massimo nel 1938. Anche quest’ultimo ha cessato l’attività, nel 1979, e solo 20 anni dopo ha riaperto come Auditorium di Milano, per ospitare concerti, cinema e teatro, ancora oggi in attività.

 

 

Continua la lettura con: Il Ciaparatt, el Ranee, el Brumista: i MESTIERI SCOMPARSI di Milano

FABIO MARCOMIN

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L’ “Acciaio di Milano”: uno dei BORGHI MEDIEVALI più BELLI d’Italia a un’ora e mezza da Milano

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Credits georgelucky IG - Gromo

Uno scrigno di arte e cultura rimasto immutato nel tempo.

L’ “Acciaio di Milano”: uno dei BORGHI MEDIEVALI più BELLI d’Italia a un’ora e mezza da Milano

Milano-Gromo

# Il borgo medievale rimasto immutato nel tempo

Credits marziapiccinelli IG – Gromo

Incastonato lungo la Valle Seriana in provincia di Bergamo, Gromo è un insieme di borgate e piccoli agglomerati situato in posizione difensiva sulla sommità di uno sperone roccioso. Un borgo che è riuscito a mantenere il suo impianto medievale immutato, con le case realizzate con grossi blocchi di pietra, i loggiati e le balconate di pietra e legno da osservare mentre si passeggia tra le sue antiche viuzze, e che ha ottenuto da Touring Club il riconoscimento della Bandiera Arancione per la sua offerta turistica curata e di qualità.

# L’ “acciaio di Milano”

Credits georgelucky IG – Gromo

Gromo era noto fino a Londra come l'”acciaio di Milano” per le sue fucine che nel ‘400 esportavano in Europa il ferro e che producevano armi. Accanto a questo un’altra attività della zona era l’estrazione dell’argento. Per rievocare gli antichi fasti vengono organizzate alcune feste popolari e manifestazioni tradizionali, tra cui la rassegna “Arti e mestieri”, dedicata agli antichi mestieri riproposti in Piazza Dante secondo il costume di un tempo e ricreando le vecchie botteghe.

# Uno scrigno di arte e cultura tra le montagne bergamasche

Credits francescagongolo IG – Gromo

Nonostante la ridotta estensione del suo territorio, appena 20 kmq, sono molti gli edifici storici e le opere d’arte da scoprire. Partendo dal suo cuore, Piazza Dante, dove sono presenti le principali costruzioni come il quattrocentesco Palazzo Milesi, sede del Comune e del Museo delle armi bianche e delle pergamene e riconoscibile grazie al doppio loggiato. Sempre in Piazza Dante troviamo la Chiesetta di San Gregorio Magno, del XIV secolo.

Credits: borghipiubelliditalia.it – Gromo

A dominare tutto il borgo c’è invece il Castello Ginami, del quale sono conservati ancora la torre e il cortile interno originari. Degne di nota anche la Chiesa di San Giacomo risalante al ‘300, con l’esterno in pietra e l’interno ricco di decorazioni e in particolare la cancellata in ferro battuto all’ingresso del Battistero, il ciclo pittorico di Antonio Cifrondi e le Portelle delle Reliquie, e la chiesa barocca dedicata a San Bartolomeo con annessa canonica.

Continua la lettura con: PESCALLO, il borgo INCANTATO sul lago di Como

FABIO MARCOMIN

Le altre località del giorno (per una gita da Milano):

Adda,  ArcoBaroloBiella, Brescia, BrunateGenova, ComoOrrido di NessoCrespi d’AddaTorrechiaraIsola del Garda, il parco speleologico di Dossena, il Castello Medievale, Civate e il lago più vicino a MilanoCassinetta di Lugagnano, Oasi Zegna, BormioLucchioPescallo, i Dolmen d’Italial’altra Santa MargheritaVal CavargnaLabirinto della MasoneCornello dei TassoBellano, il Giardino delle Grotte, il parco dei dinosauriMonte San Salvatore, la passeggiata dell’amore, la spiaggia più piccola del mondoGravellona Lomellina, l’orrido di NessoSavogno, il Bosco di Taxodi, il passaggio segreto sul lago di Como, il presepe sommersoIsola Comacina, la Mini Toscana della Brianza, Val Vestino, il ponte tibetano più alto d’EuropaRasigliaMerate e la piccola Lourdes, la piscina sul lagoVal Bavona, le Marmitte dei GigantiIsolino Virginia- l’isola di LotoLuganoil borgo superocolorato di PomponescoMeranoIsole Caraibiche della LombardiaMorcote il villaggio più bello della Svizzera, MantovaIncisioni Rupestri della ValcamonicaLeccoMandello del LarioPeccioli borgo medievale dell’arte contemporanea, lo Snow Chalet di LivignoTizzano Val Parma, il 09, l’AcquaworldGrotte di SoprasassoSankt Moritz, ValgoglioRavenna, la Valle di Preda Rossa, la Casa dei Maghiil fiordo norvegese d’Italia di Crap de la ParèCiaspolate vicino a Milano, il lago alpino più bello del mondo, la strada del Prosecco, il Treno del Nataleil capolavoro del Cinquecento GualtieriLago di CarezzaMoltrasio “il borgo dell’amore”Villa SelvaticoCastel Savoia la reggia della Regina MargheritaGlacier ExpressCourmayeur, la Spa più divertente d’Europa, la Pozza di LeonardoMartello il Comune che non parla italianoLa funicolare cabriolet di Grimselwelt, Val SanagraGiardino RossiniNoli, le “FilippineItaliane”Lodi, PaviaVigevanoBobbio, La savana di Cumiana, MonzaLago SegrinoValsassinaBardineto il villaggio dei funghiValle d’Intelvi, Maranello, La terrazza del brivido di Tremosine, Ricetto di Candelo, Madonna di CampiglioVal Vigezzo la valle dei pittoriPunta SassoBubble Room, Portofino, BellagioLegnanoSottomarinaLe 5 TerreBroloPreda Rossale grotte del CaglieronLomelloBergamoIl castello da fiaba di MadruzzoGaggioPusianoGera LarioChamoisLerici

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Quanto si GUADAGNA a MILANO?

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Guadagni

Che lavoro fai? Quanto guadagni? Riesci a viverci a Milano? Il video di Marcello Ascani

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

MILANO CITTA’ STATO

ALTRI VIDEO DEL GIORNO A MILANO:

Nel FUTURO di MILANO c’è la linea ROSA. Quali sono le FERMATE più desiderate dai MILANESI?

 

L’ESTATE a Milano all’inizio degli anni SESSANTA (a colori)

Le GRIDA nelle STRADE di MILANO (1973)

INFRASTRUTTURE, i 5 GRANDIOSI PROGETTI in arrivo in Italia

L’ADDABAHN, le linee CELERI dell’Adda

Compresenza di veicoli tranviari e metropolitani lungo via Palmanova a Milano (settembre 1970)

Il TRAM di Milano che si crede una METRO

Credit combat tram YT – Tram 7 in sotterranea

La Milano degli anni Sessanta

MILANO è PEGGIORATA in questi ULTIMI ANNI

M1 vs M2, qual è più VELOCE?

ODISSEA sulla GENOVA – VENTIMIGLIA

Com’è la PIZZA dei nuovi DISTRIBUTORI AUTOMATICI di Milano?

In MOTO sulle STRADE più PERICOLOSE di Milano

Vivo solo tra le montagne

Ho riprogettato il biglietto della metro

I metallari di Milano negli anni Ottanta

Come sarà il nuovo PIAZZALE LORETO (Rendering)

La COPPIA che si è trasferita da MILANO per VIVERE in MEZZO a un BOSCO


La TRATTA più LUNGA senza FERMATE della METRO di Milano

Le STRADE SOLARI, la nuova VIA per il futuro di Milano?

La nascita di Milano

Il TUNNEL STRADALE che doveva passare sotto MILANO

Sulla METRO di MILANO nel 1982, l’anno dei MONDIALI

Una GIORNATA in CENTRO a Milano. Con soli 10 EURO. È possibile?

MILANO – ROMA: la supersfida tra ITALO e FRECCIAROSSA

M4 San Babila: MILANO prende il VOLO (foto e video dell’inaugurazione)

VOLANDO sui NAVIGLI di MILANO

Il Naviglio in secca

STAZIONE CENTRALE 1995, com’era trent’anni fa

I TALENTI EMERGENTI sulla SCENA MUSICALE di MILANO

Curiosità e futuro della LINEA VERDE di Milano

MILANO nell’OTTOCENTO

Le tre PIZZE più COSTOSE di Milano

8 progetti del FUTURO della METRO di Milano

La STRADA “TAPPO” di Milano

CHRIS MARTIN (Coldplay) canta OH MIA BELA MADUNINA a San Siro

STEFANIA e le MACCHINE GIGANTI che hanno scavato i TUNNEL della metro 4

“RUBARE è il nostro LAVORO”

La PAURA fa 90. Una notte sulla “linea più pericolosa” di Milano

PERCHE’ VIVI a MILANO?

Il metodo RUMENO per la sicurezza sulla METRO

A bordo di un TAXI VOLANTE

L’EVOLUZIONE di PIAZZA DUOMO nel TEMPO

“Milano è la metafora dell’amore”

I fantasmi di Milano

Emergenza passaporti a Milano

VICOLI SCOMPARSI del centro di Milano

ABBATTERE il TURCHINO per eliminare la NEBBIA e lo SMOG a MILANO

ECCEZZZIUNALE… VERAMENTE, le 7+1 SCENE ICONICHE di un film chiave della commedia italiana

Alla scuola della BIDELLA PENDOLARE da NAPOLI per scoprire la verità

I TRENI della METRO di ogni linea di Milano

AGGRAPPATO al BUS sulla tratta Lodi-sant’Angelo

La via con più DIVIETI DI SOSTA del mondo

MI GUARDO e mi specchio vanitosamente in questi palazzi

Misteri e superstizioni di Milano

Il campanile medievale all’interno di un condominio

VIVAIO e MILANO CITTA’ STATO, le attività per il 2023. Vuoi unirti anche tu?

I mezzi pubblici a Milano negli anni ottanta

FINE ANNO in coda al PANE QUOTIDIANO

Milano – Roma: più veloce in treno o in aereo?

La passerella di Piano sulla M1

Un anno da pendolare sulla Milano Cremona

Dove andavano, cosa facevano i GIOVANI MILANESI nella Milano degli anni ’80

TIBALDI-BOCCONI, la prima stazione della CIRCLE LINE di Milano

La grande nevicata dell’85

La Milano di inizio Novecento

il SUPERATTICO sul tetto della TORRE

M4 – Dateo, la STAZIONE più PROFONDA di Milano

5 angoli INSOLITI da scoprire a MILANO

Un giro sul TurboKart

Il ciclista spericolato

Che cosa pensano i milanesi dei napoletani

Cosa pensano i napoletani di Milano e dei milanesi

3 esperienze gratis da fare nel periodo natalizio a Milano

Quanto spendono gli studenti di Milano?

Il panino più famoso di Milano

In volo sopra i Navigli nascosti

I paninari davanti al Burghy

L’ASFALTO “FERITO” di Milano, la denuncia del comico STORTI

Inaugurazione dell’M4

BAGNI BELLI e GRATIS in CENTRO a Milano

M4: la quiete prima dell’inaugurazione 

L’Italia costruisce la sua Tech Capital

Camminare sul cielo a Milano

Ho aperto un falso ristorante in piazza Duomo

Milano, una città che costruisce METROPOLITANE come nessun’altra

Le tre strade più trafficate di Milano

In TRATTORE in CENTRO a MILANO (scena cult)

Milano ha carenza di posti letto per i senza dimora

Sciare in Porta Nuova

La Ciclabile Umana

Paninari a Milano

Le 10 moto più belle a EICMA

La protesta degli studenti contro la legge anti-rave

Calenda canta Bella Ciao all’Arco della Pace

Quanto paghi d’affitto a Milano

EMO & TRUZZI, i RAGAZZI di MILANO di VENT’ANNI FA

Un milanese a Genova

L’aperitivo più economico a Milano Centro

Milano, risse ai Navigli

Una GIORNATA ALTERNATIVA a Milano

L’arrivo di Totò e Peppino a Milano

Nel regno delle zucche alle porte di Milano

La M4 in anteprima

Cosa succederebbe se scoppiasse una bomba atomica a Milano?

Da DUOMO a LINATE, bus 73 contro METRO 4. Qual è più VELOCE?

48H da LADRO a Milano

Quanto spendo in una settimana a Milano

La trattoria milanese più economica della città

Milano, caldo fuori stagione

Quarto Oggiaro: la periferia che spaventa Milano

Da Milano a Lecco sulla ciclabile

“RE NUDO”: la WOODSTOCK ITALIANA al PARCO LAMBRO. Dove è successo di tutto

Come funziona la linea senza conducente

La Metropolitana Milanese nei secoli

In volo di notte sui grattacieli di Porta Nuova

Le borseggiatrici della metro

Le intrusioni dei maranza

I nuovi poveri di Milano

Ultima corsa della Milano – Limbiate

Le reazioni degli automobilisti al blocca di via Palmanova

Street Style a Milano

Da Milano a Londra con una moto super sportiva

L’incrocio con semaforo rotto e il senso civico dei milanesi

Circle Line: la quasi metropolitana per Milano

La TOP 10 delle cose da vedere vicino a MILANO

NavigaMi, in CROCIERA a MILANO

Avvisi storici sul tram

Cose da NON FARE per trovare una CASA in AFFITTO a Milano

La sfida: di corsa contro la metro

INSEGUO le BORSEGGIATRICI sulla METRO

L’arena di Milano dimenticata da 25 anni

Manzoni occupato contro Giorgia Meloni

Lo show di Moncler in Piazza Duomo

La domenica di Milano vs di Roma

Milano del Futuro: 16+ edifici in arrivo 

Milano alla fine degli ANNI OTTANTA

10 ATTRICI MILANESI che hanno fatto la storia del cinema e del teatro

Tutte le stazioni della metro di Milano in un giorno

Il mio primo mese a Milano: quanto ho speso?

M6 – Il percorso della futura metropolitana di Milano

La mostra più INSTAGRAMMABILE di Milano

Mi sono trasferita a Milano

Gli Ultras della Dinamo Zagabria in giro per Milano

Tour dei chiostri notturni di Milano

Evoluzione animata della metro di Milano

Milano e Vincenzo

I locali più instagrammabili di Milanoa

DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

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#95 – CIVATE e il bellissimo LAGO di ANNONE a un’ora da Milano

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Milano-Civate

Partire da Milano in bicicletta, un sabato mattina, approfittando delle giornate ancora belle, è diventato un must per ogni milanese à la page. Così facendo si può oltretutto scoprire la Lombardia, la nostra regione che ancora pochi milanesi conoscono bene e sicuramente hanno girato di meno rispetto a Liguria, Sardegna e Puglia.

Questa volta ci dirigiamo in quella zona a metà tra la pianura e i monti che non attira mai troppi turisti, dove il clima è una via di mezzo tra l’alpino e il padano, con estati non troppo afose e con inverni non troppo rigidi. Partiamo in direzione Civate, piccolo paesino della provincia di Lecco, ai piedi del Monte Cornizzolo sul bellissimo lago di Annone.

Milano-Civate

CIVATE e il bellissimo LAGO di ANNONE a un’ora da Milano

# Come un quadro, da una parte un’imponente cupola avvolta dalla montagna e dall’altra parte il lago

Foto redazione – Lago Annone a Civate

L’altitudine di Civate (270m) offre ai visitatori una vista piacevole sul lago di Annone e la possibilità di immergersi nei boschi alla ricerca dei sentieri per tutti. Il lago è penetrato da una striscia di terra lunga circa 1km e larga non più di 500 m, la Penisola di Isella, che divide questo specchio d’acqua in due parti, lasciando al contempo un paesaggio comunicante.

Civate per il nuovo arrivato si presenta come un quadro: da una parte un’imponente cupola avvolta dalla montagna e dall’altra parte il lago. Poche altre località possono vantare un tale colpo d’occhio iniziale che è poi quella cosa che ci fa ricordare di alcuni posti a scapito di altri.

# Il complesso di San Pietro al Monte, uno dei più bei monasteri romanici della Lombardia

Foto redazione – Civate con monte e monastero

Sulle alture di Civate sorge il complesso di San Pietro al Monte, uno dei più bei monasteri romanici della Lombardia. L’abbazia si trova ad una quota di 630 metri alle pendici del monte Cornizzolo ed è raggiungibile solo in bicicletta, o a piedi, partendo dalla frazione Pozzo nel comune di Civate, attraversando con un sentiero un fitto bosco. E’ un complesso di stile romanico che si compone di tre edifici: la basilica di San Pietro, l’oratorio intitolato a san Benedetto e quello che era il monastero di cui rimangono solo rovine. La basilica è visitabile tutti i giorni eccetto il lunedì. La domenica è possibile partecipare a visite guidate gratuite.

# Un panorama unico su monti e lago

Di particolare rilevanza l’imponente ciclo di affreschi della basilica di San Pietro, che ha come tema l’Apoteosi finale del Cristo e il Trionfo dei Giusti. Dal pianoro erboso dove sorge la basilica si può godere uno splendido panorama sulla Brianza, i monti lecchesi e il lago di Annone. Cercate il posto migliore per appoggiare la vostra bicicletta e scattatevi il selfie più bello che potete per dimostrare che la Lombardia non ha nulla da invidiare alle altre regioni italiane!

Continua la lettura con:  La gita più bella #96 – I DOLMEN d’ITALIA a meno di 2 ore da Milano

LORENZO ZUCCHI

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#95 – Il GLICINE di Leonardo e la leggenda di Morivione

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Il glicine in via Verro 2
Il glicine in via Verro 2

Non è incluso negli itinerari turistici, ma è uno dei luoghi che si accompagna a una delle creazioni più importanti per la storia di Milano. Si narra che il genio di Leonardo avesse elaborato il progetto dei Navigli all’ombra di un glicine, che si trova ancora oggi al numero 2 di Via Verro, nel quartiere di Morivione in pieno Municipio 5.

Il GLICINE di Leonardo e la leggenda di Morivione

# Il glicine amato da Leonardo da Vinci

Se oggi il glicine è malamente rinchiuso in un cortiletto privato, una volta era una delle mete proferite per i milanesi in cerca di un po’ di tranquillità. Si dice che il glicine abbia circa 717 anni e che sotto di lui abbiano trascorso i pomeriggi alcuni illustri personaggi della storia: tra questi spunta il nome di Leonardo Da Vinci.

Il Genio soleva ritirarsi in questo posto tranquillo alle porte di Milano per rilassarsi e meditare e proprio da qui, in compagnia di Ludovico Il Moro, avrebbe dato il via al progetto della Conca Fallata del Naviglio Pavese. Da allora prese il nome di “glicine di Leonardo”.

# Al bandito Vione

Anche altre storie sono associate a questo glicine. Una delle più funeste tra queste risale al 1300 quando il bandito Alessandro Vione fu pugnalato a morte ai piedi della pianta da un soldato degli Sforza che lo aveva sorpreso a rubare del cibo. Da quel giorno la gente passando per questo luogo ha ricordato la morte del bandito con la frase “Qui morì Vione” che poi è diventata Morivione, oggi nome del quartiere .

# I record

Credit: milano.repubblica.it – Glicine lato internoI

I record di questo glicine non riguardano solo gli anni di vita (ben 717), ma anche la lunghezza delle radici che, secondo alcune stime, arrivano a misurare ben 2 chilometri! È sicuramente una delle meraviglie di Milano da recuperare e valorizzare.

Continua la lettura con: Luogo nascosto di Milano #96 – Le CASE di VIA BALZARETTI, la strada installazione di Milano: un’atmosfera da New Orleans nei giorni di festa (GALLERY FOTOGRAFICA)

LETIZIA DEHO’

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Le mille lingue della Lombardia

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Credits Stévan-wikipedia - Mappa dialetti lombardi

3,5 milioni di cittadini parlano una lingua lombarda. Pochi sanno che ce ne sono tantissime. L’origine delle varianti principali, dei dialetti secondari e la loro classificazione.

Le mille lingue della Lombardia

# Le due grandi varianti della lingua lombarda

Credits Stévan-wikipedia – Mappa dialetti lombardi

La classificazione del sistema di varietà di lingue lombarde, parlate romanze di tipo gallo-italico, è stata definita per la prima volta nel 1853 nel “Saggio sui dialetti gallo-italici” da Bernardino Biondelli con l’indicazione dei vari livelli partendo da quelli principali fino alle singole parlate locali. Da allora non è stata più abbandonata ma solo perfezionata negli anni più recenti.

Le due macro categorie di varietà linguistiche, che presentano differenze principalmente fonologiche, sono quella orientale denominata anche transabduano o orobico e quella occidentale conosciuta anche come cisabduano o insubre. 

# Ci sono sei sezioni principali, dalla macro milanese a quella alpina occidentale

Credits milanoeprovincia IG – Frase in dialetto Trattoria d tomaso

Queste due macro categorie vengono suddivise in ulteriori 6 sezioni, ognuna delle quali comprende diversi dialetti parlati anche fuori regione e fuori Italia:

  • sezione macro milanese dove si trova il milanese, il bustocco, il brianzolo e il novarese in Piemonte;
  • sezione basso-occidentale con il pavese, lomellino, lodigiano e oltrepadano;
  • sezione basso orientale con cremasco, cremonese e mantovano;
  • sezione prealpina-orientale con bergamasco, bresciano, alto mantovano e gardesano;
  • sezione prealpina occidentale con varesotto, comasco e lecchese;
  • sezione alpina occidentale con il valtellinese e verbanese, entrambi a cavallo di quella prealpina, ossolano sempre in Piemonte, chiavennasco, grosino, bormino, livignasco in Lombardia, ticinese, calanchino mesolcinese, brega-gliotto e poschiavano nel Canton Ticino.

# I diletti gergali lombardi

Esistono poi una serie di dialetti gergali, molto locali, presenti soprattutto in alta Lombardia e Svizzera:

  • il gaì è rintracciabili in Val Camonica e di alcune valli bergamasche e anche se quasi estinto viene usato dai pastori di quelle zone; 
  • lo spasell è invece il gergo commerciale utilizzato in passato dei valsassinesi;
  • il rungin è riconducibile alla Val Cavargna;
  • il rügin in Val Colla;
  • il larpa iudre, viene utilizzato con lo stesso scopo dello spasell, ossia per non farsi capire da chi non è originario dei luoghi, e viene parlato nel Mendrisiotto in Svizzera.

Continua la lettura con: HINTERLAND: quali sono i COMUNI più VICINI al centro di Milano? E quelli più LONTANI?

FABIO MARCOMIN

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10 CASE di Milano in cui tutti vorrebbero ABITARE

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Casa dei Panigarola
Casa dei Panigarola

Anche solo per una notte.

10 CASE di Milano in cui tutti vorrebbero ABITARE

#1 La casa clonata

Casa 770: via Poerio 35

casa 770 milano
Casa 770 Milano

Questo edificio gotico al 35 di via Poerio è una delle 12 case costruite negli anni ’40 dalla dinastia di ebrei ortodossi, i Lubavitcher.
Tutto ebbe origine nell’Eastern Parkway di Brooklyn, quando il rabbino Yoseph Yitzchok Schneerson acquistò questo edificio gotico una volta fuggito dalle persecuzioni naziste.
Dopo di lui la casa fu abitata da suo genero, il rabbino Menachem Mendel Schneerson, guida del movimento Chabad-Lubavitch e fondatore dei centri di incontro delle comunità Chabad nel mondo. Da allora, la Casa al 770 di Eastern Parkway divenne la casa 770 cenacolo e cuore della comunità ebraica, così tanto che alcuni suoi componenti decisero di replicarla tale e quale in altre città.
Dunque, oggi, di Casa 770 ce ne sono nel New Jersey, a Cleveland, Los Angeles, in Canada, in Israele, in Brasile, Argentina, Australia, Cile e Ucraina.
L’unica nell’Unione Europea è a Milano, in via Poerio 35, in zona Porta Venezia dove la comunità Chabad è molto diffusa.

#2 I gemelli di Piazza Piemonte

Piazza Piemonte

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I gemelli di Piazza Piemonte

New York aveva le Twin Towers, Roma ha le chiese gemelle, in Piazza del Popolo. E Milano? Ha i due grattacieli di Piazza Piemonte, o meglio, quelli che all’epoca della costruzione nel 1923, erano considerati tali.
Forse non tutti sanno che sono stati tra i primi grandi condoni di Milano: all’inizio del ‘900 il regolamento edilizio comunale non permetteva di costruire palazzi più alti di 28 metri, e i due edifici furono innalzati fino a 38 metri con una deroga concessa ‘in virtù della vastità della piazza’. 

#3 Il Liberty sopra i panini

Casa Galimberti: via Malpighi 7

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Casa Galimberti

È una delle case più fotografate di Milano in un quartiere, Porta Venezia, tra i più Liberty della nostra città, con straordinari balconi in ferro battuto e cemento, ed un androne e vano scala riportato alla luce solo alla fine degli anni Novanta del secolo scorso.
Impossibile non riconoscere questa casa decorata con immagini di donne, ramages, foglie, frutti, dipinte “a fuoco su ceramica”, tecnica che consiste nel pitturare sul prodotto già cotto e verniciato e richiede un’ulteriore cottura del pezzo.
Realizzata nel 1903-1905 dal noto architetto Malpighi con motivi decorativi dell’architetto Bossi, a volerla così furono i fratelli Galimberti, costruttori, che comprarono il terreno dove erigere la loro casa e ai quali si deve l’altrettanto famosa Casa Campanini.
Oggi, i più la scoprono mossi dalla fame di un Panino Giusto nell’omonimo bistrot al pianterreno.

#4 In riva alla Martesana

Villa sul Naviglio, via Tofane

casa martesana via tofane
Casa sulla Martesana, in via Tofane

Vivere sui Navigli? Giammai: tra zanzare e ratti passa subito la voglia. È pur vero, però, che il desiderio torna subito se si pensa dimore storiche pieds dans l’eau, al fatto che ognuna di esse fosse un buen retiro per i ricchi patrizi prima, borghesi poi.
Questa di via Tofane, per esempio, fa parte della collezione dei gioielli immobiliari milanesi, che per l’affaccio sull’acqua e la posizione strategica che permette di vivere in un’oasi di pace pur godendo di tutti i servizi (in questo caso viale Monza è a due passi, ma non se ne sente il frastuono) – restituiscono ai corsi d’acqua meneghini la loro magica atmosfera.

#5 Nel Quadrilatero del Silenzio

Villa Mozart: via Mozart

via mozart
Villa Mozart

Villa Mozart sorge dietro ai Giardini di via Palestro, davanti a Villa Necchi Campiglio, sopra a un giardino di quiete, a due passi dal centro. In primavera diventa verdissima, con quel nome che da solo evoca il rumore delle foglie che la avvolgono e il frinire delle cicale d’estate. Eleganza d’altri tempi, quella degli anni Trenta, epoca in cui la villa venne eretta dall’archistar dell’epoca Piero Portaluppi, e di tempi sospesi. Come quelli dei matrimoni, che qui possono essere celebrati, o come quelli della gioielleria, visto che un noto designer del settore ha scelto questo indirizzo nell’omonima via per aprire uno showroom, facendone il cuore pulsante del suo business.
Se dall’altra parte della via, Corso Venezia, parte il Quadrilatero della Moda, da qui inizia il Quadrilatero del Silenzio. 

#6 La casa a fungo

via Lepanto, Villaggio dei Giornalisti

 

casa fungo

Non siamo nel villaggio dei Puffi ma in quello dei giornalisti, in via Lepanto.
Nel quartiere della Maggiolina, dove igloo, palafitte ed esperimenti architettonici un tempo erano di competenza del comune autonomo di Greco, annesso a Milano nel 1923. Qui scelsero di abitare i giornalisti di allora. Ieri era fuori dai confini milanesi, oggi vicino al nuovo centro del business, ma sempre capace di sorprendere. Questa di via Lepanto è una delle case più pittoresche, risalente agli anni ’40 ed opera dell’ingegnere Mario Cavallè.

#7 Il grattacielo più bello del mondo

Bosco Verticale: 20124 Milano (non c’è civico!)

7. Bosco Verticale
Premiato come il “grattacielo più bello e innovativo del mondo” dall’International Highrise Award, nel 2015, è una delle eccellenze dell’opera di riqualificazione di Porta Nuova. Simbolo di opulenza oltre che di design e sostenibilità, è il giardino più alto e iconico di Milano, che trae una delle sue fonti di ispirazione niente meno che dai Giardini Pensili di Babilonia. 

#8 Il Medioevo qui e adesso

Casa dei Panigarola: Piazza dei Mercanti, 17

casa dei panigarola
Casa dei Panigarola

Il nome è quello della famiglia di notai di Gallarate, Panigarola, che conservò il suo palazzo nei secoli sino al 1741, quando si estinse definitivamente. Qui si sono vissute le vicende della storia medievale del Comune di Milano: dietro le sue grandi arcate a sesto acuto, infatti, si trovava l’Ufficio degli Statuti, “che provvedeva alla registrazione e trascrizione dei decreti ducali, degli atti pubblici e a determinare le categorie degli atti privati”.

#9 Sopra la porta delle Colonne San Lorenzo

Colonne di San Lorenzo: corso di Porta Ticinese

Sopra la porta delle Colonne San Lorenzo
Sopra la porta delle Colonne San Lorenzo

Probabilmente una delle viste più belle e suggestive di Milano, rumore della movida a parte. Alcune finestrelle si aprono su questa che è la porta meridionale di ingresso alla città, Porta Ticinese, detta anche Porta Cicca, dal momento che era l’unica delle porte cittadine ad avere una sola apertura. Pesantemente rifatta nel 1861 da Camillo Boito, che ne aprì i due fornici laterali, è uno degli ultimi vessilli della Milano romana e tardomedioevale, insieme agli archi di Porta Nuova in via Manzoni.

#10 Il Palazzo con vista Duomo

Palazzo Carminati: Piazza del Duomo 17

Palazzo Carminati, in faccia al Duomo, nel 1975
Palazzo Carminati, in faccia al Duomo, nel 1975

Diciamo che vista più vista di così non c’è. Aprire le imposte e trovarsi di fronte solo lui, il Duomo, non è davvero niente male. Il palazzo più invidiato di Milano è Palazzo Carminati, sito in Piazza del Duomo 17 – fa scena dirlo, eh?! L’edificio, eretto nel 1867 dall’industriale dell’argento Giacomo Cesati, deve il nome al ristorante al piano strada, il Carminati, “che a sua volta era subentrato alla birreria Casanova”, riportano le fonti. E’ diviso in due parti da una galleria, il Passaggio Duomo che collega la piazza con via Orefici, ma a renderlo famoso nel mondo e a farlo immortalare nelle cartoline di un secolo di storia e lustrini è stata la sua vita come “testimonial naturale”: in passato la sua facciata era decorata da luminarie pubblicitarie, insegne di caroselli, citazioni in noti film, e pure un Ernesto Calindri che, seduto a un tavolino in mezzo al traffico proprio di fronte a questo palazzo e le sue insegne caratteristiche, sorseggiava un Cynar “per difendersi dal Logorio della vita moderna“. A noi piace ricordarlo così!

Continua la lettura con: Le 100 esperienze da vivere a Milano: #95 I 7 MONTI più belli che si possono VEDERE da MILANO

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#96 – I DOLMEN d’ITALIA a meno di 2 ore da Milano

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Un luogo magico e misterioso tra le montagne lombarde. Scopriamo come raggiungerlo e le meraviglie da ammirare.

Milano-Tre Faggi

I DOLMEN d’ITALIA a meno di 2 ore da Milano

# I Tre Faggi di Fuipiano: un luogo magico e misterioso tra le montagne lombarde

Credits aliceinwanderlust_travels IG – I tre faggi

Sul tetto della Valle Imagna, in provincia di Bergamo, c’è un luogo magico e misterioso: i Tre Faggi di Fuipiano. La località prende il nome da tre storici ed imponenti faggi secolari che dominano la valle. La leggenda vuole che questi alberi non siano altro che tre maghi trasformati in tre imponenti faggi per vegliare su tutto il territorio circostante.

# I dolmen d’Italia

Credits virgipasi IG – I dolmen italiani

A rendere il luogo ancora più affascinante è una serie di cippi semi-distrutti che ricordano i dolmen celtici e preistorici e circondano una Cappelletta dedicata alla Madonna. Una piccola Stonhenge lombarda da cui si può godere di una meravigliosa vista panoramica della valle e del Resegone.

# Il percorso da Milano al tetto della Valle Imagna

Credits martadapian IG – Valle Imagna

Arrivando in auto da Milano servono poco meno di 2 ore per raggiungere il paese di Fuipiano. Si dovrà prendere nell’ordine: l’autostrada A4 fino all’uscita Dalmine, poi la SS470 in direzione Lecco-Como fino ad Almè, la SP14 e infine la SP18. Giunti a destinazione si prosegue lungo Via Milano fino all’acquedotto, dove è possibile parcheggiare.

Da qui parte il Sentiero Tre Faggi Fuipiano, con un dislivello di circa 250 metri, semplice e adatto a tutti, della lunghezza di 2 km. La camminata andata e ritorno dura circa due ore e il periodo migliore per visitare questo luogo suggestivo e in autunno, quando il bosco di faggi si colora di tinte meravigliose.

 

Continua la lettura con: La gita più bella #97 – PESCALLO, il borgo INCANTATO sul lago di Como

FABIO MARCOMIN

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#96 – Le CASE di VIA BALZARETTI, la strada installazione di Milano: un’atmosfera da New Orleans nei giorni di festa (GALLERY FOTOGRAFICA)

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Balzaretti

Via Giuseppe Balzaretti. La prima a fare scalpore fu la casa pitturata da Maurizio Cattelan. Non è stata un caso isolato ma la scintilla per trasformare una strada intera che oggi rappresenta un unicum in città, già diventata un polo di attrazione un po’ come il quartiere arcobaleno. Vediamo qualche immagine ritratta da Paul Pablo del blog natipervivereamilano.it

Leggi anche: Il quartiere arcobaleno

Le CASE di VIA BALZARETTI, la strada installazione di Milano: un’atmosfera da New Orleans nei giorni di festa (GALLERY FOTOGRAFICA)

Via Giuseppe Balzaretti. Sarebbe una via secondaria nel quartiere città studi, tra il bar Basso e il Poli. Sarebbe, perché da quando una delle sue case è stata dipinta da Maurizio Cattelan, la via è diventata sempre più meta di visitatori e turisti. Una ciliegia tira l’altra e come per le ciliegie anche le altre case ne hanno approfittato, così che tutta la via è diventata un’opera d’arte con facciate dei palazzi in stile liberty che si sono ravvivati di immagini e colori creando un’atmosfera da New Orleans nei giorni di festa. 

Ph. Paul Pablo – @natipervivereamilano

Via Balzaretti è diventata così la prima strada installazione di Milano, tra le uniche al mondo, una mostra permanente di arte a cielo aperto con uno stile pop e armonico. 

Il progetto denominato Toiletpaper, nato in occasione della Design Week 2022, è stato firmato dallo stesso Maurizio Cattelan e dal fotografo Pierpaolo Ferrari, in collaborazione con ORGANICS by Red Bull.

I palazzi della sono stati così decorati dalle grafiche dei magazine, proponendo una vera e propria esperienza interattiva e immersiva in uno stile che è perfettamente integrato con il quartiere e con l’eleganza dell’intera Milano. 

Vediamo di seguito alcune immagini del noto fotografo Paul Pablo. 

Ph. Paul Pablo – @natipervivereamilano
Ph. Paul Pablo – @natipervivereamilano
Ph. Paul Pablo – @natipervivereamilano
Ph. Paul Pablo – @natipervivereamilano
Ph. Paul Pablo – @natipervivereamilano

Immagini di Paul Pablo @natipervivereamilano.it

Continua la lettura con: Luogo nascosto di Milano #97 – MONCUCCO: il segreto di un nome bizzarro e di una cronaca nera

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I 7 MONTI più belli che si possono VEDERE da MILANO

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Credits: Andrea Cherchi

Ci sono delle giornate particolari a Milano in cui il sole fa splendere le guglie del Duomo e riflette sulle vetrate dei grandi grattacieli. Proprio in questi giorni i più attenti notano la presenza delle Alpi che si stagliano all’orizzonte sul cielo azzurro pastello. Quali sono quelli più belli da vedere dalla nostra città?

I 7 MONTI più belli che si possono VEDERE da MILANO

#1 Gran Paradiso, il gigante bianco a nord ovest

Instagram: giorgioghezzi

Guardando a nord-ovest scopriamo la cima valdostana per eccellenza, il Gran Paradiso, che con i suoi 4.061 metri si staglia all’orizzonte come un gigante bianco.

#2 Monviso, il “Re di Pietra” da cui nasce il Po

Instagram: marcogeo70

In Piemonte chiamato anche “il Re di Pietra”, il Monviso si staglia sull’orizzonte ad ovest con i suoi 3.841 metri ed è uno dei più famosi perché da qui nasce il più grande fiume d’Italia, il Po. Nelle giornate serene è visibile per la sua forma piramidale che si innalza oltre le cime vicine.

#3 Pizzo Stella, disegnato da Leonardo da Vinci nel suo panorama delle Alpi

credits: wikipedia.org

La provincia di Sondrio ci regala una montagna da cartolina, il Pizzo Stella (3.163m). Rispetto ad altre vette è meno spigoloso ma imponente e nei secoli ha attirato l’attenzione tanto che Leonardo da Vinci ne disegnò la forma quando tracciò il panorama delle Alpi da Milano.

#4 Monte Rosa, il massiccio più esteso delle Alpi

Instagram: davide_s8

Il massiccio del Monte Rosa è il più esteso delle Alpi e comprende diverse cime che all’alba e al tramonto si tingono di rosa. Tuttavia, il suo nome non deriverebbe da questa caratteristica, che condivide con le Dolomiti, ma dal dialetto valdostano. Se siete abbastanza mattinieri e vi trovate nella zona più settentrionale di Milano avrete la possibilità di ammirare lo spettacolo di queste cime compatte e colorate.

#5 Finsteraarhorn, una “freccia” fra le cime delle Alpi Bernesi

Instagram: frafisio77

Nonostante il nome impronunciabile questo monte è molto famoso per la sua vetta appuntita che spunta come una freccia fra le cime delle Alpi Bernesi. È alto 4.274 m e nonostante la distanza dalla città riesce a risaltare molto all’orizzonte mostrandosi fra i grattacieli.

#6 Resegone, le 9 punte che danno vita alla sega dei falegnami

Instagram: fabio_pretalli_

Dal tetto del Duomo si può sicuramente vedere il Resegone, alto 1.875m. Con le sue 9 punte che ricordano la lama della sega dei falegnami, da cui deriva il suo nome, è uno dei più visibili essendo situato tra la provincia di Lecco e Bergamo. All’alba regala forti emozioni mostrando il suo profilo maestoso, tipico nel panorama milanese. 

#7 Grigna settentrionale, ideale per un aperitivo serale d’estate

Instagram: Skyvasse

La vetta più alta di un gruppo chiamato “le Grigne” di cui ci parla Leonardo nel codice Atlantico. È alta 2.410 m e si trova in provincia di Lecco. Nelle giornate serene si mostra vicinissima come sfondo tra il palazzo dell’Unicredit e quello della regione. Al tramonto creano un’atmosfera magica che risulta perfetta durante un aperitivo.

Continua la lettura con: Esperienze a Milano. RIAPRE il più bel BELVEDERE su Milano: queste le DATE (GRATIS)

ANDRA STEFANIA GATU

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BREST COLORA le sue CASE: il CONTRIBUTO del COMUNE. Un’idea per Milano?

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Credits-breizmhood IG - Via colorata a brest

L’iniziativa sta rendendo la città di Brest più bella e attrattiva per i turisti. Perché non replicarla a Milano per avere meno tag e scarabocchi e più vie colorate come il “Quartiere Arcobaleno” di via Lincoln?

BREST COLORA le sue CASE: il CONTRIBUTO del COMUNE. Un’idea per Milano?

Credits nicofloch29 IG – Brest

# La “Métropole” finanzia fino a 1.400 euro per colorare le facciate delle abitazioni

Credits antonella_poggio_colone IG – Brest

Nella regione della Bretagna in Francia, direttamente sull’Oceano Atlantico, c’è una città che sta diventando sempre più colorata: la “grigia” Brest. L’iniziativa è stata voluta dall’amministrazione, la Métropole, a partire dal 2018. Per incoraggiare i suoi abitanti a guardare la città in modo diverso, a migliorare il loro ambiente di vita, a valorizzare e rivelare l’architettura delle loro case, è stato creato un fondo di 35.000 euro annuo per riqualificare le facciate delle abitazioni. L’importo per ogni proprietario è pari a 700 euro, a cui ne vanno aggiunti altri 100 se si affida a un’impresa per la tinteggiatura e che diventa 1.400 euro in caso di comproprietà. Se poi si convince il vicino si aggiunge un ulteriore bonus di 100 euro.

# In 5 anni oltre 100 edifici colorati

Credits breizmhood IG – Rue Félix-Le Dantec, dagli anni ‘2000 una delle strade più turistiche della città per le case colorate da

Dal 2018 sono state oltre 110 le facciate di case ed edifici riqualificate grazie al contributo pubblico. Non tutte le zone della città sono coinvolte, ma solo alcuni quartieri e chi vive in centro non può muoversi liberamente nella scelta dei colori e della riqualificazione. In particolare all’interno dell’Avap (Zona di valorizzazione dell’architettura e del patrimonio) è obbligatorio il parere di un architetto funzionario statale specializzato nella tutela dei monumenti e degli edifici di interesse culturale. 

La strada più famosa rimane però ancora oggi Rue Félix-Le Dantec. Una prima coppia di proprietari decise agli inizi degli anni ‘2000 di colorare la facciata della propria abitazione per togliere il grigiore e renderla più gradevole. Tutti gli altri residenti, colpiti dal risultato, seguirono a ruota.

# L’importante è che si veda

Credits latobrest

L’obiettivo dell’amministrazione è che l’iniziativa si diffonda a macchia d’olio su scala metropolitana. Tra i requisiti richiesti per ottenere il sostegno economico ci sono: essere proprietari o condomini di case o edifici con grande visibilità, ad esempio con affaccio su un’arteria trafficata, e scegliere un colore brillante. I cittadini possono usufruire anche del supporto tecnico del Consiglio architettonico e urbanistico per lo sviluppo del progetto, le pratiche amministrative e comunicazione con gli altri vicini di casa.

Credits: Andrea Cherchi, FB

L’iniziativa sta rendendo la città di Brest più bella e attrattiva per i turisti. Milano è invece sempre più preda di writer che imbrattano e deturpano le pareti di case e edifici. Perché non replicare questa best practice francese cogliendo due piccioni con una fava: meno tag e scarabocchi e più vie colorate come il “Quartiere Arcobaleno” di via Lincoln?

Leggi anche: Il QUARTIERE ARCOBALENO: la NOTTING HILL MILANESE

Fonti: actu.fr, mwsweetimmo.com

Continua la lettura: Il “PAESE d’ARTE” della Lombardia che potrebbe ispirare MILANO

FABIO MARCOMIN

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