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La M5 a MONZA: una metro chiamata DESIDERIO

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Credits federfana IG - Linea M5

Nuovo ritardo all’orizzonte. Potremmo vedere prima il Monza giocare a San Siro che arrivarci con la metro. Le ultime novità e come sarà il tracciato.

La M5 a MONZA: una metro chiamata DESIDERIO

# Dopo la M1 anche la M5 in alto mare

Hub m1-m5 a Monza Bettola

Monza sembra destinata a soffrire quando si tratta di metropolitane. La situazione più tragicomica riguarda il cantiere di prolungamento della M1, 1,9 km per due fermate di cui una al confine col capoluogo brianzolo, aperto da oltre 12 anni e al momento fermo in seguito alla risoluzione del contratto da parte dell’azienda incaricata dell’esecuzione dei lavori. C’è però un altro fronte aperto, quello della M5. L’opera è già stata interamente finanziata con 1,265 miliardi di euro, importo che sarà da rivedere soprattutto a causa dell’aumento dei costi dei materiali, ma ancora non sono stati avviati i cantieri. 

In seguito alle sollecitazioni e alle preoccupazioni espresse da parte dell’opposizione in consiglio comunale, come riportato da ilcittadinodimb.it, l’Assessore alla Viabilità del Comune di Monza Giada Turato ha dichiarato che l’amministrazione si sta concentrando sull’organizzazione dei cantieri e sulla sistemazione in superficie delle fermate e che non è stata chiesta alcuna modifica strutturale al progetto. Il confronto in atto con MM riguarda i manufatti lungo il tracciato e la predisposizione delle uscite di sicurezza delle gallerie.

Leggi anche: La METRO di Milano avrà una STAZIONE FANTASMA?

# Una linea di 13 km e 11 fermate, quasi raddoppiata l’estensione della lilla

Credits: Urbanfile – M5 Bignami-Monza

Ricordiamo quindi come sarà l’estensione della M5 verso nord. Il tracciato sarà di 13 km e attraverserà i comuni di Milano, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni e Monza, quasi raddoppiando la lunghezza attuale della M5. Le stazioni aggiuntive saranno: Testi Gorky, Rondinella Crocetta, Lincoln, Monza Bettola, Campania, Marsala, Monza Fs, Monza Centro Trento Trieste, Villa Reale, Ospedale San Gerardo, Polo Istituzionale. I convogli utilizzati saranno gli stessi in servizio oggi per il tratto milanese della linea.

# L’inaugurazione: spostata dal 2026 al 2031

credit: mobilita.org – Linea Lilla

Il cronoprogramma iniziale prevedeva l’inaugurazione dell’estensione della M5 fino a Monza entro il 2026, in tempo per le Olimpiadi invernali o almeno entro la fine di quell’anno, ma modifiche progettuali e il reperimento delle risorse hanno rallentato l’iter. I tempi si sono poi ulteriormente allungati a causa della pandemia e della guerra che hanno anche comportato un aumento dei costi.

Al termine del confronto tra l’amministrazione monzese e MM, i passi successivi saranno la progettazione definitiva e la pubblicazione della gara per l’appalto integrato che dovrà assegnare la stesura del disegno esecutivo e la realizzazione dell’infrastruttura. Se non ci saranno altri ostacoli lungo il percorso, l’avvio del cantiere per il prolungamento della linea metropolitana potrebbe avvenire nei primi mesi del 2025 e i primi viaggi tra la fine del 2030 e l’inizio del 2031

Fonte: ilcittadinodimb.it

Continua la lettura: Le 33 NUOVE FERMATE in arrivo sulla METRO di MILANO nei prossimi anni

FABIO MARCOMIN

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Le CASCATE SOTTERRANEE più BELLE (in ITALIA e nel MONDO)

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credits: siviaggia.it

Le cascate sono uno dei fenomeni naturali più spettacolari, con la loro potenza e maestosità creano scenari davvero incantevoli. Se al fascino dell’acqua che cade aggiungiamo l’ambiente suggestivo delle grotte, ciò che ricaviamo è un paesaggio meraviglioso e quasi magico. Scopriamo quindi le 5 cascate sotterranee più affascinanti del mondo. Partiamo da casa nostra. 

Le CASCATE SOTTERRANEE più BELLE (in ITALIA e nel MONDO)

#1 La cascata del Lago di Ernestina in Piemonte

credits: guidapiemonte IG

La più vicina a Milano. In Piemonte, a circa tre ore da Milano, si trova la Riserva naturale delle Grotte di Bossea. Si tratta di lunghe caverne calcaree, che si estendono per circa 2km con un dislivello di quasi 200 metri, divise in due zone. La parte superiore, dove ci sono strettissime gallerie, e quella inferiore, attrezzata per le visite turistiche, sono tra loro comunicanti attraverso la cascata del Lago di Ernestina.

Il paesaggio interno è davvero suggestivo, con enormi stalattiti e stalagmiti che raggiungono i 10 metri d’altezza e piccoli torrenti sotterranei. È proprio uno di questi che si tuffa in un laghetto cristallino, generando una fragorosa cascata mozzafiato.

#2 La Sala della Cascata in Abruzzo

credits: flange_7 IG

Ci vuole qualche ora in più (6) per trovare un vero gioiellino tutto nostrano: le cascate nelle Grotte di Stiffe. In Abruzzo, nel cuore del Parco regionale del Sirente-Velino, si trova una lunga serie di cunicoli sotterranei che conduce a quella che è conosciuta come la Sala della Cascata.

In una sorta di stanza, incastonata tra le rocce, un corso d’acqua si getta, a circa 20 metri d’altezza, lungo la parete rocciosa. Nel 2007, un secondo ampliamento del percorso ha permesso di scoprire una seconda cascata sotterranea, che sembra compiere un salto di 25 metri, per poi finire in un piccolo laghetto.

La maggior parte di queste grotte sono tutt’oggi inesplorate, ma le viscere della terra nascondono certamente ancora tanti altri segreti.

#3 Le cascate sotterranee più grandi d’Europa 

credits: eyecandycollectives IG

Al di fuori dei confini, ci sono le cascate di Trummelbach, in Svizzera. Sono le cascate sotterranee più grandi d’Europa e le uniche al mondo ad essere originate da una ghiacciaio.

L’acqua, dopo un tortuoso percorso tra i canyon, si getta in una grotta dando vita ad uno spettacolo meraviglioso. Ma questa non è l’unica cascata, all’interno della montagna ce ne sono infatti ben 10, tutte osservabili attraverso delle finestrelle scavate nella roccia. I giochi d’acqua e le ripide pareti rocciose creano un’atmosfera davvero unica e suggestiva, tanto che pare che J. Tolkien si sia lasciato ispirare da questo paesaggio per il suo romanzo fantasy Il Signore degli Anelli.

Si trovano a circa 4 ore da Milano. 

#4 Le altre cascate sotterranee più belle del mondo 

 
credits: rhiannonkate89 IG

Sempre in Europa c’è la White Scar Cave, una grotta davvero spettacolare nel North Yorkshire, in Inghilterra. La grotta, scavata nel calcare, è lunga circa 6 kilometri e tra le rocce spuntano di tanto in tanto piccoli tuffi d’acqua. Tra queste piccole cascate, una è particolarmente affascinante: si getta da un’apertura sul soffitto della caverna e scroscia sulle pietre sottostanti, andando a formare un piccolo laghetto.

credits: checkitofftravel IG

Per concludere ci spostiamo in America, in Tennessee per la precisione, per scoprire le incantevoli Ruby Falls. Nella città di Chattanooga, nel 1928, l’esploratore Leo Lambert, scoprì una cascata sotterranea, a cui diede il nome di sua moglie: Ruby

Il luogo è diventato in breve tempo un’attrazione turistica e tutt’oggi attrae ogni anno oltre mezzo milione di turisti. La visita alla cascata inizia con la discesa nella grotta attraverso un ascensore fatto interamente di vetro, che permette così di godersi uno spettacolo meraviglioso fin dall’inizio, reso ancora più magico dalle luci a led colorate.

La Ruby Falls è anche la prima attrazione degli Stati Uniti ad aver ottenuto la certificazione Green Globe, come attrazione turistica sostenibile e attenta all’ambiente.

Continua a leggere: L’orrido di Nesso: il CANYON e le CASCATE a un’ora da Milano

CHIARA BARONE

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MONTE VERITÀ: quando si cercava la “TERZA VIA” a due ore da Milano

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Ad Ascona in Svizzera, sulla collina affacciata sul Lago Maggiore, una location da favola che ha avuto tra i suoi “ospiti” Herman Hesse e Carl Jung. Scopriamo le sue affascinanti architetture del ‘900 del suo polo museale immerse tra piante esotiche e originali.

MONTE VERITÀ: quando si cercava la “TERZA VIA” a due ore da Milano

 

# L’architettura del ‘900 immersa nella natura del Lago Maggiore

Il Monte Verità è un luogo speciale per una vacanza immersa nella natura, con i suoi 7 ettari tra piante esotiche ed originali e esperienze come il percorso magnetico Arcobaleno di Chiara, e la gioia di un salto indietro nel tempo alla scoperta dell’architettura e del design del primo Novecento. Infatti, su questa collina affacciata sul Lago Maggiore nel Canton Ticino, all’inizio del ‘900 nacque una colonia alternativa e vegetariana: ospitò tra gli altri personaggi come Herman Hesse, Isadora Duncan, Carl Gustav Jung e Alexej von Jawlensky.

Questa località venne scelta all’inizio del secolo scorso da chi cercava una terza via tra il blocco capitalista e quello comunista e venne a crearsi una comunità che popolò il monte Monescia con i loro indumenti “della riforma” e i capelli lunghi, lavorando giardini e campi, costruendo spartane capanne in legno e rilassandosi con bagni di sole integrali, da cui mosse i primi passi la colonia nudista di Monte Verità.

# Tutto il complesso museale da esplorare sul Monte Verità

La comunità, oggi un insediamento ispirato alla quiete green e al design funzionale, è una poliedrica realtà animata da vivaci stagioni culturali tra i cui confini trovano spazio strutture alberghiere, un centro congressi e un interessante complesso museale che di recente ha ritrovato uno dei suoi edifici più simbolici. Il complesso museale diffuso da vedere:

# Casa Anatta: il restauro conservativo curato dagli architetti Carlo Zanetti e Gabriele Geronzi ha riportato all’antico splendore le pareti in legno, gli angoli arrotondati e l’ampia terrazza di Casa Anatta. All’interno si può osservare il riallestimento dell’esposizione permanente Monte Verità – Le mammelle della verità, immaginata nel 1978 da Harald Szeemann, e la nuova mostra multimediale gemella Le verità di una montagnadi Andreas Schwab.

# La piccola casa aria-luce Casa Selma: costruita nel 1904 dai primi coloni.

Credits: wikipedia.org – Museo Casa Selma

# La Casa dei Russi: sede di piccole mostre temporanee.

Credits: geronzi.ch – La casa dei Russi

# Il Padiglione Elisarion: custode dell’opera Il chiaro mondo dei beati di Elisar von Kupfer.

# L’Albergo Bauhaus: opera della fine degli anni Venti dell’architetto Emil Fahrenkamp, è una struttura fedele ai dettami di razionalità e funzionalità della celebre scuola tedesca, fonde dettagli costruttivi originali come camere vista lago e ampie terrazze con arredi in stile e geometrie interne che incorniciano il panorama.

Credits: wikipedia.org – Albergo

# Villa Semiramis: costruita nel 1909 dall’architetto torinese Anselmo Secondoin stile art-nouveau di Villa Semiramis.

Credits: swiss-historic-hotels.ch. – Villa Semiramis

# Una piantagione di tè e una casa dedicata alla degustazione e alla scoperta del valore culturale della famosa bevanda.

# Casa Monescia: rifugio di Alexander Wilhelm de Beauclair primo segretario della colonia vegetariana

# La piccola Casa Marta: un’accogliente capanna nel bosco arricchita da una composizione unica di arredi realizzati a mano dal carpentiere Francesco Luschner.

Fonti:
elledecor.com 
monteverita.org

FABIO MARCOMIN

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CENARE con i PIEDI nell’ACQUA a mezz’ora da Milano

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Credits villarenoirmilano IG - Dinner Water show

Milano non si fa proprio mancare nulla. Dopo il ristorante temporaneo sospeso in aria a 50 metri d’altezza, si può cenare con piedi a mollo nell’acqua.

CENARE con i PIEDI nell’ACQUA a mezz’ora da Milano

# Il White Dinner Water Show, una cena elegante con i piedi immersi nell’acqua

Credits villarenoir IG – Dinner Show

Milano non si fa proprio mancare nulla. Dopo il ristorante temporaneo sospeso in aria a 50 metri d’altezza con vista Expo nel 2015, dove fare colazione, pranzare e gustare un cena gourmet senza pavimento sotto i piedi, da qualche anno nell’hinterland si può mangiare con i piedi a mollo nell’acqua di una piscina. Siamo a Villa Renoir, a Legnago, una location immersa nel verde a 30 minuti da Milano con una piscina di 650 mq e una villa costruita in stile classico, che ospita eventi e ceremonie e dove durante l’estate viene organizzata la White Dinner Water Show. Questo evento, che si svolge solitamente in due date nel mese di luglio, è stato realizzato per la prima volta nel 2017. L’idea di dare vita a questa cena elegante in piscina è venuta al proprietario dopo che una coppia di sposi ha scelto di effettuare il taglio della torta direttamente in acqua.

Leggi anche: Il RISTORANTE SOSPESO nel cielo d’Italia

# Musica live con dj set, coreografie mozzafiato e videomapping in 3D

Credits villarenoirmilano IG – Dinner Water show

Per partecipare alla cena si può prenotare il tavolo direttamente in piscina. Il menu è solitamente a base di pesce con antipasto, primo, secondo e bevande incluse. La serata non comprende però solo la cena. C’è anche musica live con dj set, coreografie mozzafiato, videomapping in 3D e animazione da villaggio. I clienti che hanno prenotato il tavolo in acqua, in alternativa si può cenare in giardino, potranno anche ballare direttamente in piscina durante il Dance Party Show.

# Il dress code richiesto per l’occasione

Credits villarenoirmilano IG

Il dress code richiesto è elegante, preferibilmente in bianco. Per gli uomini bermuda, camicia bianca e papillon, per le donne gradita la donna corta.

 

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da IG ITALIA ® 🇮🇹 (@ig_italia)

 

I tavoli vengono posizionati in modo che i commensali si possano bagnare fino alle ginocchia e anche il livello dell’acqua viene abbassato per l’occasione.

 

Indirizzo: Strada Vicinale delle Robinie s/n, Legnano (MI)

Spunto: ig_italia

Continua la lettura con: La VILLA RESORT da 1.000 EURO all’ORA a pochi chilometri da Milano

FABIO MARCOMIN

Le altre località del giorno (per una gita da Milano):

Adda,  ArcoBaroloBiella, Brescia, BrunateGenova, ComoOrrido di NessoCrespi d’AddaTorrechiaraIsola del Garda, il parco speleologico di Dossena, il Castello Medievale, Civate e il lago più vicino a MilanoCassinetta di Lugagnano, Oasi Zegna, BormioLucchioPescallo, i Dolmen d’Italial’altra Santa MargheritaVal CavargnaLabirinto della MasoneCornello dei TassoBellano, il Giardino delle Grotte, il parco dei dinosauriMonte San Salvatore, la passeggiata dell’amore, la spiaggia più piccola del mondoGravellona Lomellina, l’orrido di NessoSavogno, il Bosco di Taxodi, il passaggio segreto sul lago di Como, il presepe sommersoIsola Comacina, la Mini Toscana della Brianza, Val Vestino, il ponte tibetano più alto d’EuropaRasigliaMerate e la piccola Lourdes, la piscina sul lagoVal Bavona, le Marmitte dei GigantiIsolino Virginia- l’isola di LotoLuganoil borgo superocolorato di PomponescoMeranoIsole Caraibiche della LombardiaMorcote il villaggio più bello della Svizzera, MantovaIncisioni Rupestri della ValcamonicaLeccoMandello del LarioPeccioli borgo medievale dell’arte contemporanea, lo Snow Chalet di LivignoTizzano Val Parma, il 09, l’AcquaworldGrotte di SoprasassoSankt Moritz, ValgoglioRavenna, la Valle di Preda Rossa, la Casa dei Maghiil fiordo norvegese d’Italia di Crap de la ParèCiaspolate vicino a Milano, il lago alpino più bello del mondo, la strada del Prosecco, il Treno del Nataleil capolavoro del Cinquecento GualtieriLago di CarezzaMoltrasio “il borgo dell’amore”Villa SelvaticoCastel Savoia la reggia della Regina MargheritaGlacier ExpressCourmayeur, la Spa più divertente d’Europa, la Pozza di LeonardoMartello il Comune che non parla italianoLa funicolare cabriolet di Grimselwelt, Val SanagraGiardino RossiniNoli, le “FilippineItaliane”Lodi, PaviaVigevanoBobbio, La savana di Cumiana, MonzaLago SegrinoValsassinaBardineto il villaggio dei funghiValle d’Intelvi, Maranello, La terrazza del brivido di Tremosine, Ricetto di Candelo, Madonna di CampiglioVal Vigezzo la valle dei pittoriPunta SassoBubble Room, Portofino, BellagioLegnanoSottomarinaLe 5 TerreBroloPreda Rossale grotte del CaglieronLomelloBergamoIl castello da fiaba di MadruzzoGaggioPusianoGera LarioChamoisLerici

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Lo SPETTACOLARE TUNNEL solo per BICI e PEDONI più LUNGO del MONDO (Immagini)

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Credits Melissa & Chris Bruntlett FB - Tunnel Bergen

Un’infrastruttura da record con luci, colori e installazioni artistiche da attraversare a piedi, in bicicletta e con il monopattino.

Lo SPETTACOLARE TUNNEL solo per BICI e PEDONI più LUNGO del MONDO (Immagini)

# Ha una lunghezza di circa 3 km

Il Fyllingsdalstunnelen è stato inaugurato il 16 aprile 2023 a Bergen, in Norvegia. Il tunnel collega le nuove aree residenziali di Mindemyren, il quartiere universitario di Kronstad e uno dei luoghi di lavoro più grandi della contea, l’Haukeland University Hospital. Lo scavo attraversa il monte Løvstakken, alto poco meno di 500 metri.

Credits Melissa & Chris Bruntlett FB – Tunnel Bergen percorso

Con i suoi 2,9 km di estensione è il tunnel ciclopedonale più lungo del mondo realizzato appositamente, secondo al mondo considerando il tunnel di Snoqualmie vicino a Seattle negli Stati Uniti di 3,6 km e che occupa una galleria ferroviaria abbandonata.

# Un risparmio di 6 km per i cittadini

Credits Melissa & Chris Bruntlett FB – Tunnel Bergen uscita

Ci vogliono circa 8-10 minuti per attraversarlo in bicicletta o monopattino e 36 minuti a piedi. Senza questo tunnel il percorso sarebbe stato di quasi 6 km e 20 minuti più lungo. Le corsie pedonali e ciclabili sono larghe rispettivamente 2,5 e 3,5 metri e sono state installate 100 telecamere per la sicurezza. A fianco corre una linea tranviaria della cittadina e il tunnel serve anche da via di fuga per i passeggeri a bordo del tram.

Leggi anche: Il progetto di TUNNEL SOTTOMARINO più LUNGO del MONDO

# Uno spettacolo di luci e installazioni artistiche

Credits Melissa & Chris Bruntlett FB – Tunnel Bergen pattini

Non è solo un tunnel da record, ma è anche uno spettacolo per gli occhi. Un progetto da 27 milioni di euro che presenta al suo interno un’illuminazione dinamica colorata che si attiva quando un ciclista o un pedone vi entra da entrambi i lati.

Credits Melissa & Chris Bruntlett FB – Tunnel Bergen

In questo modo gli utenti sono avvisati della presenza di quelli che provengono della direzione opposta. Lungo le pareti e al centro della rotonda sono presenti delle opere d’arte pensate per rendere più piacevole il viaggio al suo interno. 

 

Leggi anche: Il TUNNEL SOTTOMARINO più LUNGO del MONDO avanza: la SCANDINAVIA sarà più vicina a Milano

Continua la lettura: Il TUNNEL SUBPORTALE per snellire il traffico. Perché a Milano costruire tunnel sotterranei è diventato un tabù?

FABIO MARCOMIN

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Il GIARDINO dei TAROCCHI: la “pausa magica” dalla realtà

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Quando guardiamo un film con i supereroi ciò che il regista ci chiede è di “sospendere la
nostra realtà” per tuffarci in un mondo in cui si può volare o si può sparire con un mantello e per quelle 2 ore di film noi crediamo che sia possibile.

Ecco, l’artista del giardino dei Tarocchi ci chiede la stessa cosa, per questo il giardino è protetto da un doppio muro, per essere separato dal mondo esterno come ha voluto Niki
de Saint Phalle. Il muro è inteso quindi come una soglia da varcare per entrare in una
“pausa magica” nettamente divisa dalla realtà di tutti i giorni.

Il GIARDINO dei TAROCCHI: la “pausa magica” dalla realtà

# Il giardino ispirato a Gaudì

Credit: @margheritamontalbanoart

Superata questa soglia ci si ritrova in 2 ettari di terreno (donati all’artista dalla famiglia
Agnelli), pieni di immagini evocative, ispirate dalla visita al Parque Guell di Antonio Gaudí a Barcellona, poi rafforzata dalla visita al giardino di Bomarzo.

Credit: @maremmalocal

La costruzione del parco inizia nel 1979 e termina nel 1996, apre poi al pubblico nel 1998.
Si può visitare e si può creare il proprio percorso personale tra le 22 sculture ispirate agli arcani maggiori dei tarocchi.

Il colore di queste statue è strabiliante, sembra di camminare tra magia ed esoterismo; il consiglio è di andare al tramonto, la luce offre dei colori unici.

# Un percorso unico

Credit: @malax975

Nei percorsi all’interno del giardino sono disseminate moltissime citazioni, frasi, messaggi nascosti, ideogrammi, numeri e pensieri dell’artista, tutti da scovare lasciando ovviamente sospesa la realtà.

Niki de Saint Phalle ha arredato alcune di queste sculture rendendole abitabili, come la scultura/abitazione Imperatrice-Sfinge, enfatizzando così lo stretto rapporto tra arte, architettura e design.

Altri rapporti evidenti sono l’integrazione arte-natura, tradizione-contemporaneità, forme-colore, materia-spirito, così da fare del Giardino dei Tarocchi, un’opera totale.

Indirizzo: Strada Garavicchio, 2, 58011 Pescia Fiorentina GR (Capalbio)

 

Continua la lettura con: 10 POSTI dove FESTEGGIARE IL NATALE restando in LOMBARDIA

MARTINA PICCIONI

Le altre località del giorno (per una gita da Milano):

AddaBiella, Brescia, BrunateGenova, ComoOrrido di NessoCrespi d’AddaTorrechiara, il parco speleologico di Dossena, Civate e il lago più vicino a MilanoOasi Zegna, Bormio, Lucchio, i Dolmen d’Italia, l’altra Santa Margherita, Val Cavargna, le Marmitte dei GigantiIsolino Virginia- l’isola di LotoLugano, il borgo superocolorato di PomponescoMerano, Isole Caraibiche della Lombardia, Morcote il villaggio più bello della Svizzera, MantovaIncisioni Rupestri della ValcamonicaLecco, Mandello del Lario, lo Snow Chalet di Livigno, l’Acquaworld, Grotte di Soprasasso, Sankt Moritz, la Casa dei Maghi, il fiordo norvegese d’Italia di Crap de la Parè, Ciaspolate vicino a Milano, il lago alpino più bello del mondo, il Treno del Natale, il capolavoro del Cinqucento Gualtieri, Lago di Carezza, Moltrasio “il borgo dell’amore”, Villa Selvatico, Castel Savoia la reggia della Regina Margherita, Glacier Express, la Pozza di LeonardoMartello il Comune che non parla italiano, La funicolare cabriolet di Grimselwelt, le “FilippineItaliane”Lodi, PaviaVigevanoBobbio, La savana di Cumiana, MonzaValsassinaBardineto il villaggio dei funghiValle d’Intelvi, Maranello, La terrazza del brivido di Tremosine, Ricetto di Candelo, Madonna di CampiglioVal Vigezzo la valle dei pittoriPunta SassoBubble Room, Portofino, BellagioLegnanoSottomarinaLe 5 TerreBroloPreda RossaLomelloBergamo, Il castello da fiaba di MadruzzoGaggioPusianoGera LarioChamoisLerici

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La VILLA RESORT da 1.000 EURO all’ORA a pochi chilometri da Milano

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Credits benasimyuksel IG - Villa La Cassinella

La villa, restaurata negli anni ’20, è stata trasformata in un resort a cinque stelle, con servizi di prima classe da far invidia agli hotel di lusso più blasonati. Per Forbes è una tra le ville più belle al mondo per le vacanze.

La VILLA RESORT da 1.000 EURO all’ORA a pochi chilometri da Milano

# Tra le undici ville più belle al mondo per le vacanze secondo Forbes

Villa Cassinella fronte

Villa La Cassinella, una bellissima residenza lacustre appartata restaurata negli anni ’20 del secolo scorso dall’ingegnere Carlo Mantegazza, si trova sulla sponda occidentale del Lago di Como, nel Municipio di Lenno all’interno del Comune di Tremezzina in provincia di Como. Da Milano è raggiungibile in poco più di un’ora.

Camera della villa

La tenuta conta 30.000 mq di giardino e quattro case. Da qualche anno è diventata un resort di lusso che mette a disposizione di chi vi soggiorna 37 locali, 17 posti letto, una dependance, darsena, campo da tennis, piscina e approdo direttamente dal lago.

Credits benasimyuksel IG – Villa La Cassinella

Si arriva anche a oltre 160.000 euro alla settimana per prenderla in affitto, pari a quasi 1.000 euro all’ora. Talmente inaccessibile, esclusiva e bella che Forbes l’ha messa nell’elenco delle undici ville più belle al mondo per le vacanze.

Leggi anche: 7 SPIAGGE da sogno sui LAGHI della Lombardia

# La piscina a sfioro con piastrelle in oro 22 carati

Vista lago dalla villa

La villa, circondata da bellezze naturali e arredata con mobili antichi italiani di altissima qualità, opere d’arte e oggetti scelti da tutta Europa, offre una varietà di comfort e servizi di prima classe.

Piscina Villa La Cassinella

La Terrace House, terrazze private e zona pranzo con vista panoramica sul lago, una sala cinema, un bagno in stile spa che serve la palestra Technogym completamente attrezzata e un campo da tennis illuminato. La vera chicca è la piscina a sfioro riscaldata rifinita con piastrelle riflettenti in oro 22 carati circondata da meravigliosi giardini.

# Dal personal trainer all’autista privato

Campo da tennis villa

Qualsiasi esigenza di cui il cliente ha bisogno è a portata di mano. A disposizione all’interno della tenuta ci sono: chef privato, team di maggiordomi, pulizie, giardinieri, chi si occupa di mantenere e manovrare le barche, concierge e manager. Si può richiedere inoltre un appuntamento con l’estetista, il parrucchiere, il personal trainer, l’istruttore di tennis, di Yoga o Pilates, l’insegnante di ballo, il massaggiatore, il personal shopper. Per chi ha figli c’è la baby sitter. Oltre a questo ci si può far preparare un menu personalizzato e organizzare l’itinerario turistico, magari facendosi trasportare dall’autista privato. Insomma, un resort a cinque stelle con servizi da far invidia agli hotel di lusso più blasonati.

 

Continua la lettura con: L’HOTEL che ti catapulta nel Medioevo

FABIO MARCOMIN

Le altre località del giorno (per una gita da Milano):

Adda,  ArcoBaroloBiella, Brescia, BrunateGenova, ComoOrrido di NessoCrespi d’AddaTorrechiaraIsola del Garda, il parco speleologico di Dossena, il Castello Medievale, Civate e il lago più vicino a MilanoCassinetta di Lugagnano, Oasi Zegna, BormioLucchioPescallo, i Dolmen d’Italial’altra Santa MargheritaVal CavargnaLabirinto della MasoneCornello dei TassoBellano, il Giardino delle Grotte, il parco dei dinosauriMonte San Salvatore, la passeggiata dell’amore, la spiaggia più piccola del mondoGravellona Lomellina, l’orrido di NessoSavogno, il Bosco di Taxodi, il passaggio segreto sul lago di Como, il presepe sommersoIsola Comacina, la Mini Toscana della Brianza, Val Vestino, il ponte tibetano più alto d’EuropaRasigliaMerate e la piccola Lourdes, la piscina sul lagoVal Bavona, le Marmitte dei GigantiIsolino Virginia- l’isola di LotoLuganoil borgo superocolorato di PomponescoMeranoIsole Caraibiche della LombardiaMorcote il villaggio più bello della Svizzera, MantovaIncisioni Rupestri della ValcamonicaLeccoMandello del LarioPeccioli borgo medievale dell’arte contemporanea, lo Snow Chalet di LivignoTizzano Val Parma, il 09, l’AcquaworldGrotte di SoprasassoSankt Moritz, ValgoglioRavenna, la Valle di Preda Rossa, la Casa dei Maghiil fiordo norvegese d’Italia di Crap de la ParèCiaspolate vicino a Milano, il lago alpino più bello del mondo, la strada del Prosecco, il Treno del Nataleil capolavoro del Cinquecento GualtieriLago di CarezzaMoltrasio “il borgo dell’amore”Villa SelvaticoCastel Savoia la reggia della Regina MargheritaGlacier ExpressCourmayeur, la Spa più divertente d’Europa, la Pozza di LeonardoMartello il Comune che non parla italianoLa funicolare cabriolet di Grimselwelt, Val SanagraGiardino RossiniNoli, le “FilippineItaliane”Lodi, PaviaVigevanoBobbio, La savana di Cumiana, MonzaLago SegrinoValsassinaBardineto il villaggio dei funghiValle d’Intelvi, Maranello, La terrazza del brivido di Tremosine, Ricetto di Candelo, Madonna di CampiglioVal Vigezzo la valle dei pittoriPunta SassoBubble Room, Portofino, BellagioLegnanoSottomarinaLe 5 TerreBroloPreda Rossale grotte del CaglieronLomelloBergamoIl castello da fiaba di MadruzzoGaggioPusianoGera LarioChamoisLerici

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Le 10 ATTRAZIONI IMPERDIBILI della BERGAMASCA

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Credits: visitbergamo.net - Salto degli Sposi

Così vicina a Milano ma, per storia e tradizioni, così lontana da essere, assieme al territorio bresciano e cremasco, più veneta che lombarda. La Bergamasca è una terra ricca di storia e di natura, tanto montuosa quanto pianeggiante. Basta passeggiare per le vie del suo capoluogo per respirarne l’atmosfera dei passati secoli veneziani, la cui influenza vive ancor oggi nelle sue piazze, nello stile delle case, nei dialetti locali, nelle tradizioni e nell’arte, influenzata dalla ricca Venezia e dai suoi artisti.

Oggi però non vi condurrò alla scoperta delle bellezze artistiche custodite tra la città alta e bassa di Bergamo: usciremo alla scoperta di alcune delle innumerevoli bellezze nascoste nella provincia bergamasca, tra le sue valli, le sue calde pianure e le alte vette orobiche.

Le 10 ATTRAZIONI IMPERDIBILI della BERGAMASCA

#1 Salto degli Sposi

Credits: visitbergamo.net – Salto degli Sposi

Basta incamminarsi a poca distanza dal passo della Presolana, a 1297 mt, in un facile sentiero boschivo per imbattersi in un “Belvedere” davvero originale, e già la presenza delle tre statue che incontriamo lo dimostra. Siamo sul monte Scanapà, e da qui la vista spazia sulla sottostante Val di Scalve, sul torrente Dezzo e fino alla Valcamonica, il silenzio e i colori della natura fanno la loro parte rendendo questo posto quasi magico, tanto da aver attratto con la sua bellezza una coppia di novelli sposi del XIX secolo.

Nel 1871 il giovane musicista polacco Maximilian Prihoda giunse in questa valle per far visita alla famiglia, che aveva possedimenti nella zona, innamorandosi del luogo e decidendo di stabilirvisi assieme alla moglie, la pittrice Anna Stareat. I due fecero del Belvedere il loro nido d’ispirazione, passandovi ore ed ore ad osservarne la natura e il fascino enigmatico di quel salto, tanto che, come narra la leggenda, un giorno decisero di gettarsi da quel dirupo abbracciati l’uno all’altra. I corpi vennero rinvenuti ancora abbracciati, come in un eterno gesto d’amore che rimane tutt’oggi un mistero.

Oggi restano le loro sagome metalliche a ricordo di questa triste e romantica storia, e la scenografica vista di questo Belvedere.

#2 Polittico di Ponteranica

Credits: montagneepaesi.com – Polittico di Ponteranica

Nella gotica chiese dei SS. Vincenzo ed Alessandro a Ponteranica, non molto distante da Bergamo, è custodita una delle più belle opere pittoriche di Lorenzo Lotto, genio del Rinascimento italiano che trascorse nella bergamasca ben tredici anni, realizzando alcuni dei suoi più grandi capolavori. Lorenzo Lotto è strettamente legato a Bergamo e al suo territorio, potremmo quasi dire che i suoi più grandi capolavori siano stati realizzati in questi territori, molto più che a Treviso, Venezia e nelle Marche.

Il polittico di Ponteranica è un vero gioiello nascosto, eseguito dall’artista nel 1522 su commissione della Scuola del Corpo di Cristo e collocato a sinistra dell’altare maggiore. Il dorato scrigno ligneo riflette ancora di più la bellezza dell’opera, nella cui tavola superiore è raffigurato Cristo Risorto, vincitore della morte su questo tappeto di nuvole, uno sguardo intenso e profondo verso lo spettatore.

Ai lati del Redentore, Lotto rappresenta l’Annunciazione, in uno sfondo buio, illuminato solo dalla Colomba. Nei pannelli inferiori si trovano San Pietro, con le immancabili chiavi, Giovanni Battista e Paolo, mentre il paesaggio terreno alle loro spalle ricorda proprio la natura circostante, le colline della Val Brembana di cui Ponteranica è parte.

#3 Clanezzo

Credits: primabergamo.it – Clanezzo

Clanezzo è un borgo fluviale all’imbocco della Val Brembana, che conserva ancora un fascino medioevale dove il tempo sembra essersi fermato, è perciò la meta ideale per fare due passi tra storia e natura. Scendendo verso la confluenza tra il fiume Brembo e il torrente Magna, la prima cosa che si incontra è il medioevale ponte di Attone, una possente struttura in pietra che scavalca il torrente, edificato per volere del conte di Lecco Attone attorno al X secolo.

Questo ponte fu per anni l’unica via d’accesso alla Val Brembana e quindi importantissima via di commercio con il mondo germanico, non è dunque un caso che, al di la del ponte si trovi l’antica dogana eretta per la riscossione delle gabelle. Seguendo la strada verso il Brembo, arriviamo ad un altro complesso di edifici, il porto, realizzato attorno al XVII secolo durante l’epoca veneziana, utile per l’attraversamento del Brembo a scopi commerciali.

Il fascino di antico borgo di frontiera è ancora vivo tra queste mura, da cui fino all’inizio del ‘900 partirono traghetti, alcuni diretti anche a San Pellegrino Terme, e dove, verso il 1878, venne realizzato uno dei primissimi ponti con funi portanti realizzati in Italia, il cosiddetto “Put che bala”.

#4 Cassiglio

Credits: provinciabergamasca.com – Chiesa di Cassiglio

Poco battuta e conosciuta, posta tra la Val Brembana, di cui ne è una diramazione, e la lecchese Valssassina, la Val Stabina e il borgo di Cassiglio vantano un itinerario artistico e naturale di tutto rispetto. Per raggiungerla dalla Val Brembana basta salire fino ad Olmo al Brembo, e da qui trovarsi faccia a faccia con questo affascinante paese montano di 110 abitanti. Ma perché vale la pena fermarsi a Cassiglio? La risposta vi sarà chiara appena giunti alla chiesa di San Bartolomeo, risalente al 1468, sopra al cui ingresso è affrescata una rara e pregevole “danza macabra” tardo gotica, risalente anch’essa alla seconda metà del XV secolo. L’affresco parla chiaro, nessuno è immune alla morte, ne il papa, qui raffigurato accanto ad un macabro scheletro, ne l’imperatore, ne tanto meno i nobili o i cavalieri.

Una danza tra la vita e la morte, che probabilmente decorava l’intera parete dell’edificio, e che incontriamo nuovamente camminando poche centinaia di metri più avanti, lungo la strada che porta a Valtorta, sulle pareti di Casa Milesi. Abbiamo cambiato epoca, ma la danza macabra rimane, anche se sarebbe più giusto chiamarla “serenata macabra” vista la scena che si svolge lungo la prima finestra centrale, dove un uomo, in eleganti vesti barocche, sta corteggiando la giovane dama alla finestra non curandosi della freccia incoccata nell’arco di quel macabro scheletro, che lo unisce al destino dei due vecchi popolani.

Il gusto veneto di queste scene tardo barocche è sdrammatizzato dai personaggi che animano la parte inferiore dell’edificio, un orso, animale che abitava queste valli, una scimmia e altri animali che sembrano non preoccuparsi del corso della natura. Da Cassiglio è possibile anche seguire alcuni sentieri di trekking fino alla cosiddetta “grotta dell’isola” oppure rilassarsi al lago artificiale di Cassiglio, da cui partono altrettanti sentieri verso la Valsassina.

#5 Clusone

Credits: ilgiorno.it – Clusone

Centro più importante dell’alta Val Seriana, Clusone è un pittoresco borgo medioevale circondato dalle montagne. Passeggiare per le sue vie permette al visitatore di scoprire alcuni dei suoi tesori, tra cui il bellissimo orologio astronomico incastonato nella torre del municipio o la gotica chiesa dei disciplini.

L’orologio venne costruito nel 1583 da Pietro Fanzago, ed è un autentico gioiello della meccanica rinascimentale, oltre ad essere uno dei più antichi e pregevoli esempi di orologio-planetario d’Europa. Molto più famosa della “danza macabra” di Cassiglio è quella affrescata sulla facciata dell’oratorio dei disciplini di Clusone, realizzata nel 1484/85 per volere dell’omonima confraternita.

Il tema del ciclo è lo stesso trattata in Val Stabina, ma in maniera più solenne e pomposa, con una morte incoronata e sovrana, vittoriosa su papi, vescovi, cardinali, imperatori, dogi e regnanti d’ogni nazione. A differenza dell’affresco di Cassiglio, qui si conosce il suo autore, l’albinese Giacomo de Buschis. Una visita a Clusone non puó dirsi completa, senza aver provato i tipici scarpinocc, una specie di casoncello ripieno di formaggio e spezie.

#6 Gromo

Credits: borghipiubelliditalia.it – Gromo

Uno dei borghi più belli d’Italia, Gromo sembra non aver perso quel fascino medievale che la rese nota come la “piccola Toledo” per via della sua celebre produzione di armi ed armature, soprattutto al servizio della repubblica di Venezia. Oggi come allora il suo cuore è la centrale piazza Dante, su cui si affacciano il turrito castello Ginami, oggi sede di un ristorante, la gotica chiesa di San Gregorio e il quattrocentesco palazzo Milesi, oggi sede del comune e del “Museo delle armi bianche e delle pergamene”.

#7 Santuario di San Patrizio

Credits: tripadvisor.it – Santuario di San Patrizio

Arroccato sulle prealpi orobiche a 620 metri d’altezza, questo antico santuario è l’unico in Italia dedicato all’apostolo d’Irlanda St Patrick. Fondato da alcuni mercanti irlandesi nel XII secolo probabilmente come voto per esser sfuggiti alle razzie dell’imperatore Federico Barbarossa nei territori bergamaschi, conserva al suo interno un pregevole ciclo di affreschi rinascimentali del 1514.

Il santuario è raggiungibile sia in macchina che a piedi, attraverso un sentiero in salita che parte dal centro di Colzate e giunge fino alla rupe su cui poggia il sacro edificio. Proprio lo sotto si trova la fontana di St Patrick le cui acque, secondo la tradizione, avrebbero qualità miracolose.

#8 Fraggio

Credits: photo.cuboimage.it – Fraggio

Un piccolo borgo montano a quasi 1000 metri, rimasto inalterato nel tempo ed oggi quasi del tutto disabitato. Il Borgo di Fraggio, frazione del comune di Taleggio, è raggiungibile a piedi percorrendo una mulattiera ed è un escursione ideale per chi è alla ricerca di un angolo di pace fuori dalla frenesia delle città.

Posto sull’antico confine tra Repubblica di Venezia, che qui aveva una dogana, e Ducato di Milano, sembra che qui tutto si sia fermato. Attorno a noi solo antiche case in pietra, il rumore dell’acqua che scorre dal lavatoio e la mole medioevale dell’oratorio di San Lorenzo, vero gioiello nascosto.

#9 Valle del freddo

Credits: incavallina.it – Valle del freddo

In questo angolo della Val Cavallina, a soli 360 metri d’altitudine, avviene un fenomeno che unico in nel suo genere in tutto il continente europeo. Si tratta della riserva naturale della Valle del freddo, così chiamata perché le temperature qui scendono fino a 2 gradi, permettendo in estate la fioritura di stelle alpine e rododendri.

Il fenomeno è dovuto al fatto che l’acqua nel terreno si ghiacci, permettendo in estate la fuoriuscita di aria fresca attraverso delle fessure nel terreno. Gli abitanti chiamano questa valle la “valle del diavolo” perché, secondo la leggenda, fu il diavolo a crearla. Leggende o meno, la valle del freddo è un luogo ideale in cui rifugiarsi durante i caldi week end estivi.

#10 Pizzo Coca

Credits: orobie.it – Pizzo Coca

Se anche voi siete amanti dell’alpinismo allora la meta ideale nella bergamasca è il Re delle Orobie, il Pizzo Coca. Coi suoi 3050 mt d’altezza il Pizzo divide la bergamasca dalla Valtellina. La via che ci conduce sul Pizzo potremmo anche dividerla in due gradi di difficoltà per una durata complessiva di circa 5/6 ore di cammino.

Partendo da Valbondione, ultimo paese della Val Seriana, superiamo il fiume Serio e iniziamo la nostra salita, di poco più di 2 ore, fino al Rifugio Merelli al Coca, a 1892 metri. Salendo ancora più su, raggiungiamo il Lago Coca, a 2108 metri, circondato dalle tre vette più alte delle Orobie, i Pizzi Coca, Redorta e Scais. Dal lago ha inizio l’alpinismo vero e proprio, salendo piano e lungo la via per esperti che conduce ai 3050 metri del Pizzo Coca e della sua croce, da cui la vista è davvero incredibile.

Continua la lettura con: Lago di Garda

MATTIA GALBIATI

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L'”ACQUA di EXPO”: gli straordinari record del VILLORESI

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Il canale Villoresi (in lombardo Canal Vilores o, localmente, Rongion) è un importante canale d’irrigazione ideato dall’ingegnere lombardo Eugenio Villoresi da cui prese il nome.

L'”ACQUA di EXPO”: gli straordinari record del VILLORESI

Credits: wikipedia.org – Le chiuse del Canale Villoresi

#1 Ha dato acqua all’Expo

Credits: milano.repubblica.it – Albero della vita

Molti ricorderanno i canali d’acqua che disegnavano il perimetro del sito di Expo e il Lake Arena ovvero il lago artificiale sotto l’attrazione principale del parco espositivo, l’Albero della vita. Ebbene l’acqua era ed è tuttora alimentata dal Canale Villoresi in un progetto che prevedeva la realizzazione di 20 km delle cosiddette “vie d’acqua” in parte navigabili da battelli per collegare il sito dell’esposizione universale alla Darsena, al posto del quale hanno visto la luce solo 8 chilometri di piste ciclabili lungo il corso d’acqua che collega il canale Villoresi al sito espositivo. Ma pochi sanno che il Villoresi vanta due straordinari primati, oltre a quello di aver fornito l’acqua di Expo. 

#2 Il secondo canale artificiale più lungo d’Italia

ll canale voluto dall’ingegnere Villoresi che ha origine dal fiume Ticino, dalla diga del Pan Perduto in località Maddalena, frazione di Somma Lombardo si estende per 86 km, issandolo al secondo posto nella classifica dei canali artificiali più lunghi d’Italia dopo il canale Emiliano Romagnolo. 

#3 Il suo immenso bacino

Nel percorso di attraversamento dell’alta pianura di Milano da ovest verso est irriga un bacino di 85.000 ettari attraverso 120 bocche e rami secondari, estesi per circa 130 km, che diventano 1400 se si considerano anche i canali di terza grandezza. Oltre a questo, bagna il territorio di 3 comuni della provincia di Varese e 24 comuni nella città metropolitana di Milano e nella provincia di Monza e Brianza, oltre alla stessa città di Monza

Continua la lettura con: Area C, area B, parcheggi: le novità in arrivo con l’Autunno

FABIO MARCOMIN

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AREA C, AREA B, PARCHEGGI: le novità in arrivo con l’AUTUNNO

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Parcheggi estate

L’autunno che arriva può essere una doccia fredda per i milanesi che dovranno muoversi in città. In programma una serie di rincari e limitazioni. 

AREA C, AREA B, PARCHEGGI: le novità in arrivo con l’AUTUNNO

# Da inizio Ottobre: Area B off-limits ai mezzi pesanti senza sensore per l’angolo cieco

Telecamere Area B

Dal primo giorno di ottobre diventa off-limits Area B ai mezzi pesanti senza il sensore capace di rilevare l’angolo cieco nello specchietto. Nello specifico la misura colpisce i veicoli M3 destinati al trasporto di persone con massa massima superiore a 5 tonnellate e i veicoli N3 destinati al trasporto di merci con massa massima superiore a 12 tonnellate. I proprietari in possesso di contratto di acquisto del dispositivo potranno circolare fino al 31 dicembre 2024. Ai mezzi più leggeri viene concesso un anno di tempo in più. La decisione di introdurre questo obbligo è stata presa a seguito dei diversi incidenti mortali che hanno coinvolto pedoni e ciclisti.

# Da fine ottobre: Area C più cara del 50% e attiva 7 giorni su 7

Area C

Si prospetta una doccia fredda per milanesi, lavoratori e turisti. A storcere il naso sarà in primis chi è obbligato a entrare nel centro storico con la propria automobile. Le nuove regole di Area C prevedono infatti dal 30 ottobre 2023 l’aumento del 50% della tariffa di ingresso da 5 a 7,50 euro. Non solo. La Ztl sarà sempre in vigore dalle 7.30 alle 19.30 ma le telecamere rimarranno attive anche nei weekend, quindi tutti i giorni della settimana. Novità invece positiva per i residenti: beneficeranno di 10 ingressi annui gratuiti in più, passando da 40 a 50. 

# Da fine ottobre: parcheggi in centro per massimo due ore al giorno, in periferia esteso l’orario in cui si deve pagare per lasciare l’auto 

Foto redazione – Nuove strisce blu Via Verbano

Da fine ottobre 2023 scatta anche la rivoluzione per i parcheggi. In centro, quindi nel perimetro di Area C, si potrà lasciare l’auto parcheggiata in strada al massimo per due ore consecutive dalle 8 alle 19 tutti i giorni della settimana. Unica eccezione: i parcheggi interrati. Si potrà parcheggiare in strada senza limiti di tempo solo nel periodo tra le 19 e le 8 della mattina successiva, anche se la sosta rimane a pagamento. Fuori dal centro invece l’orario in cui è previsto il pagamento fino alle 13 viene esteso fino alle 19 a tutti i giorni feriali, sabato incluso. La misura sarà applicata anche a tutti gli ambiti che saranno istituiti in futuro nell’area della cerchia extrafiloviaria.

Continua la lettura con: I parcheggi creativi: le strategie dei milanesi per disfarsi dell’auto

FABIO MARCOMIN

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L’ERBA di MILANO è sempre più ALTA

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Credits- lucioliu-pixabay - Cane

Chi è rimasto in città lo avrà notato. L’erba nei parchi pubblici sembra sempre più alta. È solo un’impressione oppure è davvero così?

L’ERBA di MILANO è sempre più ALTA

# Milano come Francoforte, ridotti gli sfalci del verde per la tutela della biodiversità

Credits Elena Grandi FB

Cespugli incolti, prati e giardini con erba alta. Lo si può vedere camminando per la città e attraversando le aree verdi. Molti milanesi si sono lamentati di questa situazione che è stata confermata dall’Assessore al Verde Elena Grandi sulla sua pagina facebook: il Comune di Milano ha deciso intenzionalmente di ridurre gli sfalci per tutelare la biodiversità. Queste le sue parole: “L’erba del vicino è sempre la più verde. Anzi la più alta. Francoforte ha fatto una scelta precisa per tutelare ecosistemi e biodiversità. In molti parchi e giardini e aiuole della città l’erba è lasciata alta eppure i bambini giocano lo stesso e le persone si sdraiano nei prati. Stiamo provando a fare lo stesso a Milano, riducendo la frequenza degli sfalci.”

# Un pericolo per i cani

Credits lucioliu-pixabay – Cane

Alle critiche dei cittadini si sono aggiunte quelle di Gianluca Comazzi, assessore regionale al Territorio e Sistemi Verdi: “L’assessore comunale al verde Elena Grandi dichiara di volersi ispirare a non si sa bene quale progetto europeo che prevede che l’erba dei campi non venga tagliata. Ora ci è tutto più chiaro: capiamo perché i nostri parchi sono in un totale stato di abbandono. Evidentemente all’assessore non interessa delle decine di migliaia di cani che vivono nella nostra città e che puntualmente ogni anno rischiano la vita per colpa dei forasacchi e delle migliaia di euro che i milanesi spendono per farli curare dal veterinario.” I forasacchi sono spighe di alcune graminacee che rappresentano un pericolo per i cani. Possono intaccare le vie respiratorie, perforare i timpani delle orecchie o infilarsi negli occhi provocando infezioni anche gravi.

# Funziona davvero?

Ph. Andrea Cherchi

Al netto del pericolo per gli animali, questa strategia è davvero utile e vantaggiosa? Enrico Pluda su MilanoPost scrive come non ci sia “alcun fondamento scientifico nel sostenere che l’erba non tagliata in primavera porti vantaggi al verde stesso. L’erba alta toglie nutrimento ad alberi e colture, e questo lo sanno bene i contadini. Non solo, l’erba alta, una volta tagliata e lasciata a terra, come puntualmente avviene a Milano, forma uno strato di feltro che ne impedisce la ricrescita, esattamente l’opposto del cosiddetto mulching che invece prevede che l’erba venga tagliata e sminuzzata di frequente in modo da produrre un concime e una risemina naturale“.

Il re-inselvatichimento della città, che comporta il parziale abbandono delle zone già piantumate, è una pratica che si sta diffondendo sempre di più ma come abbiamo visto sono diversi gli aspetti negativi che forse vengono tenuti poco in considerazione. Non sarebbe meglio limitare al massimo questa strategia e concentrarsi su una cura del verde attiva e proattiva utile anche a ridurre il rischio che al prossimo nubifragio si registri una nuova strage di alberi?

Fonte: imilanesi.nanopress.it

Continua la lettura con: PARCHI CHIUSI fino al 31 AGOSTO: per STARE FRESCHI ci restano i SUPERMERCATI

FABIO MARCOMIN

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Il GELATO al PISTACCHIO: è a Milano uno dei più BUONI del MONDO

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Taste Atlas 100 gelaterie più iconiche

In queste gelaterie milanesi viene servito uno dei migliori gelati al pistacchio del mondo. Lo dice la guida gastronomica digitale TasteAtlas.

Il GELATO al PISTACCHIO: è a Milano uno dei più BUONI del MONDO

# Due gelaterie milanesi tra quelle che servono il migliore gelato al pistacchio del mondo

Taste Atlas – 100 Gelaterie più iconiche

Altro riconoscimento per l’Italia, e in questo caso per Milano, dalla guida gastronomica digitale TasteAtlas. Dopo la classifica con le migliori cucine del mondo e quella dei formaggi più buoni arriva l’elenco con le 100 gelaterie più iconiche che hanno lasciato un segno indelebile nella scena mondiale dei dolci. Al suo interno ci sono due gelaterie milanesi, selezionate per il loro gelato artigianale al gusto di pistacchio, ritenuto tra i più buoni del mondo.

Leggi anche: DOVE si MANGIA MEGLIO nel mondo? ITALIANS do it BETTER

# Gelateria Marghera: “una miscela perfetta di cremoso e dolce”

Credits gelateriamarghera IG

La Gelateria Marghera è un punto fermo in città da oltre 40 anni, una vera istituzione quando si parla di gelato. Aperta dal 1979, è nata come primo negozio interamente dedicato al gelato da passeggio o da asporto a Milano, con molti gusti e un prodotto fresco realizzato nel laboratorio con materie prime naturali. Tra le sue invenzioni c’è il “gelato gourmet”, ma quello che più la contraddistingue secondo la guida Taste Atlas è il gusto al sapore di pistacchio definito come “una miscela perfetta di cremoso e dolce, assolutamente da provare per ogni amante del gelato.”

Indirizzo: Via Marghera, 33

# Il Massimo del Gelato, “per la sua straordinaria ricchezza e genuinità”

Credits marika.dossi IG – Il Massimo del Gelato

Tra le gelaterie dove gustarsi un ottimo gelato al pistacchio c’è il Massimo del Gelato, da anni considerata una delle migliori a Milano. Inaugurata nel 2001 su idea di Massimo Travani, da qui il nome del locale, la gelateria propone gusti classici con qualche tocco di esotico e secondo la guida offre un gelato ricco e denso. Proprio quello al pistacchio si distingue particolarmente “per la sua straordinaria ricchezza e genuinità” soddisfacendo anche i palati più esigenti.

Indirizzo: Via Castelvetro, 18

Continua la lettura con: Le 7 GELATERIE più BUONE di Milano APERTE in Agosto

FABIO MARCOMIN

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AGOSTINA BELLI, la “bella tosa” del cinema italiano

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Agostina Belli

Tra la fine degli anni sessanta e gli anni ottanta è stata una delle personalità femminili più desiderate dall’immaginario collettivo maschile. Agostina Belli dimostra di non essere solo una bella ragazza del cinema, ma l’umiltà e l’abnegazione sul lavoro le permettono di crescere, diventando una vera attrice, passando dalla commedia al genere drammatico, facendo tappa nell’horror, con una disinvoltura sorprendente.

AGOSTINA BELLI, la “bella tosa” del cinema italiano

# L’amicizia con Mariangela Melato 

Mariangela Melato

Il suo vero nome è Agostina Maria Magnoni: nasce a Milano il 13 aprile 1947, al quartiere Gambellino. Da adolescente entra alla Rinascente, lavorando nell’ufficio contabilità. Qui conosce Mariangela Melato, che fa la vetrinista. A distanza di anni si ritroveranno sul set di “Mimì metallurgico ferito nell’onore”. Le due attrici milanesi inizieranno una lunga amicizia che, più o meno direttamente, diventerà galeotta nella relazione sentimentale tra la Melato e Renzo Arbore.

Leggi anche: MARIANGELA MELATO, da “ranocchietta” a mito del cinema

# La prematura scomparsa della madre, accoltellata da uno sconosciuto

Ma torniamo alla Belli: la sua vita non è stata facile, a 23 anni perde la madre, Margherita Dossena, accoltellata da uno sconosciuto in via Copernico, dove gestiva un albergo. Il delitto (avvenuto nel 1970) rimane tutt’ora irrisolto, ma Agostina, un paio di anni fa, leggendo il Corriere della Sera, vede la foto della madre accostata a quella di altre sei donne ammazzate dal cosiddetto “killer di Milano”, tra il 1960 e i settanta, come se i delitti avvenuto in quel periodo, in cui le vittime erano donne accoltellate, avessero la stessa mano. Questo dolore la sta accompagnando da 54 anni e, nei ruoli in cui interpreta personalità fragili, sembra quasi emergere questa cicatrice.

# Gira 48 film, dalla commedia al thriller noir

Wikipedia – Carlo Lizzani – Banditi a Milano

Il primo a credere il lei fu Carlo Lizzani: è il 1967 e il regista romano gira le scene del film Banditi a Milano”, che narra la storia criminale della Banda Cavallero. Agostina Belli interpreta il ruolo di una ragazza presa in ostaggio dai banditi durante la rapina (davvero avvenuta) alla banca San Paolo di Ciriè. Viene caricata in auto durante la fuga e rilasciata nelle campagne dello stesso comune torinese.

Dal 1968 al 2008 la Belli recita in 48 film, passando dalla commedia, come “Il terribile ispettore”, al thriller noir, come “Il castello dalla porte di fuoco”, facendosi apprezzare anche nel genere grottesco, come nel già citato Mimì metallurgico e nel genere drammatico, come in “Profumo di donna”, al fianco di Vittorio Gassman e sotto la regia di Dino Risi. Un film che ebbe il grande merito di spostare sul grande schermo un romanzo di Giovanni Arpino, con un meticoloso rispetto della narrazione del grande scrittore. E la Belli, in questo contesto, si esprime con tutta la propria bravura, un uno struggente ruolo che lascia il segno nella memoria dello spettatore.

# Ma qual è il film dove si è sentita più affermata come attrice?

In un’ intervista a “La vita in diretta”, fece capire che fu in “Telefoni bianchi”, del 1976, che capì la grande considerazione che il mondo del cinema aveva per lei. In Tv ha lavorato in otto progetti, tra serie e programmi di varietà. All’inizio degli anni settanta girò la pubblicità per la saponetta Lux, la prima rèclame spudoratamente ricca di sensualità, con la battuta, che diventò una simbolo della propaganda televisiva: “Lux, finita la schiuma è come una crema”. 

# I riconoscimenti per il suo lavoro

Per Agostina Belli ci sono anche un David di Donatello, una targa d’Oro, un Nastro d’Argento, per “Telefoni bianchi”, un Globo d’Oro, e un riconoscimento come migliore attrice rivelazione per “Profumo di donna”. Da diversi anni Agostina si è “ritirata” in campagna, vive in mezzo alla natura, dove ha trovato la propria dimensione, dopo anni frenetici di lavoro, successi, qualche delusione e grande generosità nel lavoro.

FABIO BUFFA

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La COSA che ti MANCA di più di Milano quando sei in VACANZA?

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Credits kevinbism-pixabay - Nostalgia

Lo abbiamo chiesto ai milanesi. Queste le risposte che hanno ricevuto più apprezzamenti. 

La COSA che ti MANCA di più di Milano quando sei in VACANZA?

# I mezzi di trasporto pubblico e in sharing

Credits pamypt IG – Treno M1 in arrivo

A chi non mai capitato di dire “stupendo qui, ma non c’è nemmeno la metro“? Bus, tram, metropolitana a cui aggiungere il noleggio di monopattini, bici, scooter, oltre all’auto. Solo in metropoli come Londra, Madrid, Parigi o New York il milanese potrebbe sentirsi meno a disagio.

# La precisione e la puntualità

Credits: pixabay.com

Va bene staccare la spina, ma non del tutto. Nonostante il clima rilassante da villeggiatura al milanese non piace aspettare troppo tempo, ad esempio quando si ordina un piatto al ristorante, e soprattutto che le cose non vengano fatte con la dovuta precisione. Anche se non si deve fatturare o ritornare in ufficio vorrebbe che tutto fosse fatto nel migliore dei modi possibili, per godersi pienamente le poche settimane senza lavoro.

# La frenesia e la vitalità della città

La musica vive qui – Credits: Milano Music Week

Ogni giorno un evento, un’inaugurazione, un vernissage, per non dire delle fiere o dei fuori..qualcosa. Non c’è un attimo di respiro, un vortice frenetico dentro cui i milanesi piace farsi trasportare per sentirsi pienamente cittadini metropolitani e godere di tutto quello che la città può offrire.

# La possibilità di fare la spesa a qualsiasi ora, o quasi

Credits zeromilano – Minimarket asiatico

Se solitamente i supermercati chiudono verso sera, non oltre le 11 salvo la catena Carrefour che anche a Milano da qualche anno ha alcuni grandi punti vendita aperti H24, ci si può sempre affidare ai minimarket asiatici. Sono presenti un po’ in tutta la città e tengano alzata la clér anche fino alle 3 di notte.

# L’Esselunga, il supermercato dei milanesi

Eccellenze Esselunga

L’Esselunga, il supermercato dei milanesi. Difficile abituarsi a fare la spesa in un negozio di alimentari differente, salvo emergenze notturne, in particolar modo se il brand è poco conosciuto. Partono subito i confronti con la qualità dei prodotti, il prezzo e il servizio e si cade presto nello sconforto. E in più manca la spesa a casa da ordinare con l’app.

# Tutto fuori dal portone

Panificio Longoni

La comodità di avere tutto a portata di mano uscendo dal portone di casa. Basta camminare poche decine di metri per trovare ogni tipo di bottega o attività: panificio, bar, gelateria, ristorante, farmacia, lavanderia, elettricista e molto altro.

Continua la lettura con: Quello che i MILANESI PENSANO della LOMBARDIA

FABIO MARCOMIN

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“Il FUTURO di TORINO è MILANO”

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Il futuro di Torino è Milano. La tesi dell’architetto Carlo Ratti. Ma non tutti sono d’accordo. 

“Il FUTURO di TORINO è MILANO”

La soluzione che Carlo Ratti ha proposto sul Corriere della Sera: una grande area metropolitana che unisca Torino con Milano. E che coinvolga anche le valli alpine. 

“Va detto chiaramente: il futuro di Torino è Milano – unica ‘città globale’ italiana” dichiara Ratti al Corriere della Sera. L’architetto spingeper “l’integrazione tra due poli urbani ormai vicinissimi. 45 minuti di treno sono meno di quanto ci vuole da casa all’ufficio a New York”.

Un agglomerato che, secondo Ratti, potrebbe diventare “la maggiore metropoli del sud Europa centrata su innovazione e sostenibilità: due città vibranti e protagoniste con un fertile cuore agricolo tra loro“. Ma non tutti sono d’accordo. Come Marco Bussone, presidente di Unicem.

# “Milano? No: Torino deve diventare una città alpina”

Credits lutmarlon-pixabay – Torino

“Torino deve avere uno snodo verso nord ovest vero, ferroviario e viario, oggi impossibile con i veti. Deve avere servizi connessi e scambi sui beni naturali con le valli. Le Alpi non sono corollario per Torino, non sono solo ‘paesaggio’, come piaceva dire a qualche primo cittadino torinese”.

Così scrive Marco Bussone, presidente di Uncem (Unione nazionale comuni comunità enti montani) in risposta a Ratti. Bussone parla di Torino come di “una Città alpina”, da valorizzare come tale in modo da integrare aree metropolitane e aree montane.

Fonte: GiornaleLaVoce

Continua la lettura con: Per tre anni Milano è stata sotto Torino

MILANO CITTA’ STATO

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Il CAVALCAVIA di CORVETTO: il progetto di TRASFORMAZIONE

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Riqualificazione area sotto cavalcavia Corvetto

Da anni si dibatte sul destino del cavalcavia, se abbatterlo o trasformarlo, ma nessuna azione nemmeno temporanea è stata mai messa in campo. Ecco un’idea per farlo diventare come la famosa Highline di New York.

Il CAVALCAVIA di CORVETTO: il progetto di TRASFORMAZIONE

# Il destino del cavalcavia 

cavalcavia corvetto
Cavalcavia corvetto

Nella difficile periferia del Corvetto c’è un cavalcavia il cui destino è messo da anni in discussione, se abbatterlo o trasformarlo, anche se nessuna azione nemmeno temporanea di riqualificazione è stata mai messa in campo. Si tratta del Raccordo dell’Autostrada del Sole che inizia all’altezza di Rogoredo e che termina in Piazzale Bologna, costruito tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60 del ‘900 per agevolare lo spostamento degli automobilisti in ingresso in città. 

# L’idea di farlo diventare come l’Highline di New York

Progetto riqualficazione cavalcavia Corvetto

Tra le idee nate nel tempo per ripensare il suo utilizzo c’è quella del progetto “Fly over live under”, elaborato dal team multidisciplinare Fab For Future (FFF), risultato vincitore tra 28 proposte pervenute nell’ambito di una competizione rivolta a studenti universitari terminata a luglio del 2023. I vincitori hanno pensato a una trasformazione della fruizione del cavalcavia sia sotto che sopra.

Nella parte superiore viene proposta l’eliminazione del traffico veicolare convertendo la struttura in una sorta di Highline, come quella presenta a New York al posto di un tracciato ferroviario dismesso, dove i cittadini possono sostare, passeggiare tra pergole, sedute e aree verdi, oltre a osservare la città da un punto di vista inedito. 

Riqualificazione area sotto cavalcavia Corvetto

Per l’area sotto il cavalcavia è stata ipotizzata la riqualificazione degli spazi oggi occupati dalle auto in sosta tramite l’inserimento di nuove attività aggregative e sportive, come pareti di arrampicata, tavoli da ping-pong, campi da basket e da bocce, e la trasformazione di Piazzale Corvetto da nodo viabilistico a una piazza multi-funzione, un nuovo luogo di aggregazione, vivibile e facilmente accessibile grazie alle nuove aree pedonali.

Nuovo Piazzale Corvetto

I promotori del progetto hanno calcolato una riduzione di circa 5,5 ettari dello spazio destinato alle auto e un incremento di circa 5,4 ettari di quello per i pedoni, la piantumazione di 485 nuovi alberi e circa 2.400 mq di nuovi spazi per attività sportive e aggregative. In prossimità di Piazzale Corvetto è stato anche previsto un nuovo edificio per servizi e attività commerciali quali ristorazione, spazi co-working, per eventi e di incontro tra artigianato e digitale. Non rimane che aspettare per capire se rimarrà solo un’idea interessante o se diventerà qualcosa di più concreto. Ma non è il solo cavalcavia di Milano al centro di proposte. 

Fonte: Urbanfile

# Che ne sarà del “Mostro”, il cavalcavia Monteceneri-Serra?

Credits: corriere.it – Cavalcavia Monteceneri

Un dibattito analogo è aperto da anni su un altro “famoso” cavalcavia, quello di Monteceneri-Serra, a nord della città. Un mostro architettonico partorito sempre negli anni ’50, di circa 1 km lungo la circonvallazione, che disturba a livello visivo, acustico e di inquinamento i cittadini che vivono nelle abitazioni con affaccio sull’arteria. Si è parlato di demolizione e di restyling anche per questa ingombrante infrastruttura ma tutto è rimasto al 1965, anno di conclusione dei lavori, salvo attività di manutenzione. Se abbatterlo sembra un’opzione remota, perché non prendere spunto dall’idea sviluppata per il cavalcavia al Corvetto e immaginarne un nuovo utilizzo?

Leggi anche: Il “MOSTRO”, il cavalcavia MONTECENERI-SERRA, verrà ABBATTUTO?

Continua la lettura con: Anche Milano ha il suo “PONTE SULLO STRETTO”: diventerà mai realtà?

FABIO MARCOMIN

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Le 7+1 MERAVIGLIE che rendono MILANO UNICA al mondo

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Ph. credits Andrea Cherchi

Per capire Milano bisogna tuffarvisi dentro. Tuffarvisi, non guardarla come un’opera d’arte”. Così ha detto Guido Piovene, invitando tutti a immergersi nella bellezza del capoluogo lombardo, che nei secoli ha stregato i più grandi artisti, filosofi e viaggiatori da tutto il mondo. E tornerà presto a farlo attraverso le sue 7 meraviglie, uniche, magiche e irripetibili.


Le 7+1 MERAVIGLIE che rendono MILANO UNICA al mondo


#1 Il Duomo

Ph. credits Andrea Cherchi

La cattedrale gotica più spettacolare del mondo, monumentale nella sua immensa bellezza. Sembra una favola, al punto tale che il Maestro della fiaba Hans Christian Andersen ne ha parlato così: “Ovunque guardassi, da ogni angolo, accanto ad ogni guglia di cui l’edificio è disseminato, apparivano figure marmoree… Il meraviglioso mondo mistico qui si manifestava! Sì, questa è una chiesa di Dio!.
E Stendhal, famoso per la sindrome che fa svenire chi resta travolto dalla bellezza dell’arte:Questa chiesa, rischiarata da una bella luna, offre uno spettacolo di bellezza straordinaria ed unica al mondo. L’architettura non mi ha mai offerto simili sensazioni”.

Leggi anche: Il DUOMO di Milano: dieci curiosità e stranezze che sorprendono anche i milanesi


#2 Il Cenacolo di Leonardo

cenacolo

Da Bunuel nel suo film “Viridiana” a un episodio dei Simpson del 2005, da Peter Greenaway che ha firmato una performance live nel 2008, a Dario Fo che gli ha dedicato uno spettacolo, questo affresco di Leonardo da Vinci è una delle opere d’arte più citate e imitate al mondo. Strepitoso per il dinamismo dei suoi personaggi e suggestivo per i misteri che ci sono nascosti, è al centro di un thriller di Dan Brown e ha perfino suggerito al musicologo Pala la ricerca di una partitura nascosta al suo interno, di cui ha scritto nel libro “La musica celata”. E come dimenticare poi gli altri omaggi cinematografici? Pier Paolo Pasolini in Mamma Roma del 1962, Robert Altman in M.A.S.H. del 1970, Norman Jewison in Jesus Christ Superstar del 1973, e Ciprì e Maresco in Totò che visse due volte del 1998 solo per citare i più famosi.
A quando il prossimo?

Leggi anche: I 7 motivi che rendono l’Ultima Cena unica al mondo


#3 La Pinacoteca di Brera

pinacoteca

È perenne ragione di compiacimento pei milanesi non solo pei tesori d’arte che racchiude, ma per gli esempi di disinteresse e d’intelligente attività cha alla storia della sua formazione son legati: il suo nome suona oggi quale uno dei maggiori santuari dell’arte nel mondo”. Così si esprime il più grande storico dell’arte dell’Ottocento, Francesco Malaguzzi Valeri, su uno fra i pochi musei italiani a ospitare grandi capolavori di diverse scuole.
Fu Napoleone a volere Brera come luogo rappresentativo di tutta l’arte italiana di ogni epoca e di ogni regione, accogliendo opere prelevate da chiese e conventi nell’ottica illuministica e “rivoluzionaria”, condivisa con il Louvre di Parigi, di mettere a disposizione del pubblico quadri fino allora difficilmente accessibili.

Leggi anche: 7 capolavori che rendono la Pinacoteca unica al mondo


#4 La Pietà Rondanini al Castello Sforzesco

La magia del “non finito” che lascia all’immaginazione di vedere oltre, di sentire la vibrazione piena dell’anima che si identifica nell’immagine che lotta con la materia per definirsi. “Dobbiamo chiedere a Michelangelo di coinvolgerci nel movimento inarrestabile del corpo del Cristo morto dentro il corpo della Madre, così come egli li ha genialmente fusi nel sublime non finito della Pietà Rondanini” afferma il grande teologo Luigi Serenthà, stregato dalla bellezza del capolavoro acquistato dal Comune di Milano dopo la seconda guerra mondiale. L’allora sindaco Antonio Greppi ha creduto moltissimo nella potenza dell’arte per rendere Milano attrattiva nel mondo e ha fortemente voluto quest’opera di Michelangelo come simbolo delle collezioni pubbliche del rinnovato Castello Sforzesco, oggi uno dei luoghi imperdibili del turismo a Milano.


#5 Il Cimitero Monumentale

cimitero monumentale

Quindi lascia perdere i salotti coi talenti e le baldracche, vieni all’ombra dei cipressi dona amore, al pomeriggio a chi sospende la sua vita tra le urne amiche del monumentale, di realtà e d’irreale, vieni a fartene un’idea” cantano i Baustelle nella loro canzone “Monumentale”. La realizzazione del Cimitero più famoso di Milano iniziò nel 1866 per opera dell’architetto Carlo Maciachini. Oltre al sepolcro di Alessandro Manzoni e al monumento dedicato a Giuseppe Verdi, nel celebre Famedio si trovano lapidi che commemorano Arrigo Boito, Giuseppe Mazzini, Ugo Foscolo, Carlo Cattaneo, Francesco Hayez, Salvatore Quasimodo, fino a Dario Fo e Franca Rame.

Leggi anche: 7 tesori da non perdere al Cimitero Monumentale


#6 I Navigli

navigli milano

La passeggiata dell’amore, fra vicoli stretti, case colorate, ponticelli e romanticismo. La loro riapertura è il sogno della Milano città d’acqua, fatto di miraggi e di progetti più concreti. “Ancora, e da anni, cara, ci ferma il mutarsi degli alberi stretti dentro la cerchia dei Navigli. Ma è sempre il nostro giorno e sempre quel sole che se ne va con il filo del suo raggio affettuoso” scrive Salvatore Quasimodo nella sua poesia “Quasi un madrigale”. E conclude: “Qui sull’argine del canale, i piedi in altalena, come di fanciulli, guardiamo l’acqua, i primi rami dentro il suo colore verde che s’oscura. E l’uomo che in silenzio s’avvicina non nasconde un coltello fra le mani, ma un fiore di geranio”.

Leggi: La guida definitiva dei navigli di Milano 


#7 Il Teatro alla Scala

Il Teatro alla Scala è il salotto della città…. ‘ci vedremo alla Scala’ si dicono l’un l’altro per ogni sorta di affari…” scriveva Stendhal nel 1817, ammirato dalla sontuosa bellezza dei palchetti, del foyer, delle colonne neoclassiche dell’androne d’ingresso dell’opera architettonica del Piermarini, ultimata nel 1778 e da allora Tempio della Lirica nel mondo. Qui hanno debuttato alcune delle opere più importanti della storia del melodramma, qui si sono uditi gli acuti più strepitosi di Maria Callas e Luciano Pavarotti, qui Arturo Toscanini ha diretto il concerto memorabile del 26 aprile 1946 con cui Milano ha salutato la rinascita dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, che avevano distrutto in gran parte anche il teatro, ricostruito a tempo di record per celebrare la cultura come anima pulsante di Milano.


#7+1 Sant’Ambrogio

architetture
Basilica di Sant’Ambrogio, 379 – 1099

Vescovo di Milano in Italia e mentore di S. Agostino, Dottore della Chiesa e vescovo di Ippona, Ambrogio è il santo Patrono di Milano, vissuto tra il 340 e il 397, e il suo nome significa “immortale”, il migliore augurio possibile per la città. Ha perfino composto canzoni e le ha insegnate alla gente, che le cantavano insieme con lui.
La chiesa che porta il suo nome è stata voluta da lui e costruita mentre ancora era.
Uno degli edifici più antichi e affascinanti di Milano, in cui si vede la stratificazione degli stili, dal paleocristiano fino al neoclassico. La
 sua fama internazionale viene dal fatto che qui è ambientato il primo atto de I Lombardi alla prima crociata di Giuseppe Verdi, andata in scena al Teatro alla Scala l’11 febbraio 1843 e poi in tutto il mondo. Infatti, nel 1929, la basilica fu fonte di ispirazione per la costruzione della Royce Hall dell’Università della California di Los Angeles, la cui facciata richiama quella della basilica di Sant’Ambrogio.

ALBERTO OLIVA

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

Attrazioni e curiosità di 7 PARCHI MILANESI

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Parco Sempione

Milano è punteggiata da spazi verdi in cui i milanesi possono trascorrere il loro tempo libero facendo sport, giocando o semplicemente leggendo su una panchina. Parlare di tutti esaustivamente sarebbe impossibile, quindi ne ho scelti solo alcuni che hanno delle curiosità davvero intriganti.

Attrazioni e curiosità di 7 PARCHI MILANESI

#1 PARCO SEMPIONE

Sorge dove un tempo si trovava il parco ducale visconteo chiamato ‘Barcho’, situato vicino al Castello Sforzesco. Il parco come lo vediamo adesso venne realizzato tra il 1888 e il 1894 secondo il progetto dell’architetto Emilio Alemagna: prevedeva viali percorribili da carrozze, un laghetto e un belvedere, dove ora sorge la Biblioteca del Parco Sempione. Il verde venne progettato secondo il modello romantico dei giardini all’inglese. Diversi luoghi, affascinanti e misteriosi o semplicemente vividi nell’immaginario popolare, sono legati al parco Sempione.

La fontana “curativa” dell’Acqua Marcia

Al centro di un’aiuola del parco si trova questa fontana a forma di tumulo realizzata nel 1928. Il suo nome è dovuto al fatto che dai mascheroni scolpiti sulla fonte sgorga acqua solfidrica, dal fortissimo odore di zolfo, percepibile anche a diversi metri di distanza. Un tempo si riteneva che quest’acqua avesse doti benefiche e aiutasse la digestione e non era raro trovare all’ora di pranzo una coda di persone. Questa particolare fontana ha un’altra sorella gemella in via Piceno. Anche questa è fatta a tumulo ma qui l’acqua, solfidrica anch’essa, sgorga da delle anfore. Una terza fontana dell’acqua marcia è in Piazza Sant’Angelo, sul sagrato dell’omonima Chiesa, che fu arricchita nel 1926 dalla statua di bronzo di “San Francesco che predica agli uccelli”.

Il ponte “dell’amor eterno” delle sorelle Ghisini

Nel XIX secolo, a Milano, i Navigli fluivano a cielo aperto e in via Mascagni il 23 giugno 1842 venne inaugurato un ponte pedonale in ferro.

L’autore del ponte, l’architetto Tettamanti, per abbellire l’opera, pose ai due ingressi del ponte quattro sirenette in ghisa che tengono in mano un remo. Il ponte e le statue furono eseguite dalla ferriera di Dongo dalla ditta Rubini, Scalini, Falck e C. Le quattro donzelle in ghisa non passarono inosservate e furono subito ribattezzate dai sagaci milanesi le ‘sorelle Ghisini’ o ‘sorelle Ghisetti’ in relazione al materiale con il quale erano state fuse. Alcuni le chiamarono anche ‘sorei del pont di ciapp’, sebbene la parte inferiore delle sirene non fosse particolarmente attraente. Le ‘sorelle Ghisini’, ritenute troppo provocanti per la morale dell’epoca, furono trasferite nel 1930, quando i Navigli furono coperti. Il ponte venne smontato e rimontato al Parco Sempione, dove si trova tuttora.

Leggi anche: Il ponte delle sirenette: la storia del ponte dell’amor eterno

Torre Branca, la Tour Eiffel di Milano

milano panoramica

Fu progettata da Gio’ Ponti nel 1933 per far aggiudicare a Milano il diritto di ospitare l’Esposizione internazionale triennale delle arti decorative e industriali moderne. La torre è esagonale con una base di circa sei metri che tende a stringersi verso la cima. Al centro c’è un ascensore che conduce fino alla terrazza panoramica. Essa fu abbandonata per molti anni tanto da diventare inagibile. Nel 1972 si pensò addirittura di abbatterla ma, fortunatamente, la ditta fratelli Branca (quella del famoso fernet) la acquistò. Nel tempo l’ha pesantemente restaurata e l’ha resa agibile al pubblico. Ora, salendo sulla terrazza si può vedere un panorama spettacolare che nelle belle giornate permette di scorgere fino al limitare della Pianura Padana.

Leggi anche: 5+1 cose che non tutti sanno sulla tour Eiffel di Milano

#2 GIARDINI DI PORTA VENEZIA (INDRO MONTANELLI)

Sono stati inaugurati nel 1784 dall’amministrazione asburgica. Sono stati i primi giardini pubblici della città, creati per lo svago dei cittadini. Chiamati ancora con l’antico nome di ‘giardini di Porta Venezia’ o ‘giardini Palestro’ nel 2002 sono stati intitolati al giornalista Indro Montanelli, che amava passare qui il suo tempo libero.

L’Esposizione Nazionale del 1881

Casa_russa_nei_Giardini_di_Porta_Venezia_a_Milano

Ai giardini si svolsero, tra il 1871 e il 1881 molte esposizioni. Di particolare importanza fu la Grande Esposizione Nazionale del 1881 che occupò una vasta zona del giardino. In tale occasione fu realizzata la “casa russa”, distrutta dai bombardamenti del 1943.

Lo Zoo di Milano

Nella seconda metà del XIX secolo furono aggiunte nel parco voliere, gabbie per cervi, scimmie e una giraffa, cui progressivamente si aggiunsero molti altri animali che daranno vita a quello conosciuto come ‘zoo di Milano’. Fu chiuso definitivamente in seguito alle richieste degli ambientalisti nel 1992. Dello zoo sono rimasti il padiglione che conteneva le gabbie dei grandi felini, ora riadattato a spazio didattico per il museo di scienze naturali e la vasca delle otarie.

Leggi anche: Bombe e gli elefanti dello zoo di Porta Venezia

#3 PARCO DELLE ROSE (GINO CASSINIS)

parco gino cassinis

E’ noto anche come ‘parco delle rose’. E’ situato in zona Rogoredo su un’area in precedenza appartenuta all’abbazia di Chiaravalle che i monaci bonificarono a partire dal XI secolo. Tale zona è conosciuta anche come Porto di Mare.

Perchè Porto di Mare?

Milano era collegata al mare Adriatico, via Ticino-Po, dal 16 agosto 1819 quando fu aperto il naviglio Pavese e fino all’unità d’Italia ci furono molti tentativi di collegare direttamente Venezia e il lago Maggiore con linee a vapore. C’erano però due ostacoli tecnici che si opponevano allo sviluppo dei canali: la loro sezione e il posizionamento della Darsena di Porta Ticinese. Dopo l’unità d’Italia non si investì su questo progetto perché la rete di trasporti era frammentaria a causa dei confini da poco caduti.

A Milano quindi lo sbocco diretto sul mare era un’idea al vertice della considerazione di imprenditori e politici. Nel 1907 fu approvato un progetto che prevedeva la creazione di un porto nell’area dell’attuale parco. Il cantiere fu aperto nel 1919 e diede luogo a un bacino che fu colmato con materiale di riporto negli anni cinquanta. Nel frattempo i lavori furono interrotti e ripresi varie volte e a Rogoredo fu aperto uno stabilimento balneare con relativo dancing.

#4 PARCO EX OM

Chiamato anche ‘Parco Ripamonti’, esso è suddiviso in tre parchi distinti: Parco della cultura, Parco delle memorie industriali e il Parco della Vettabbia. Un parco senza alberi: nel 2008 i lavori per la creazione del parco si conclusero e il risultato è quello di un parco senza alberi, con gli unici elementi verticali costituiti da un vecchio carro ponte e dall’area giochi per i bambini.

#5 GIARDINO ALBERTO MORAVIA

E’ situato in zona Lorenteggio, più precisamente nell’area del Villaggio dei Fiori. Le distruzioni belliche avevano provocato a Milano una drammatica crisi degli alloggi. Nel 1951 Milano costruisce i suoi grandi quartieri periferici che si salderanno al nucleo urbano nei periodi successivi. La città meneghina rispose a questa crisi con varie soluzioni: agglomerati di palazzoni ripetitivi e le cosiddette case minime, cioè alloggi mono o bifamiliari costruiti a schiera senza fondamenta e con materiali diversi.

A partire dal 1953 sorgerà così il Villaggio dei Fiori. Venne costruito a lotti, lungo strade strette, ognuna con il nome di un fiore, senza aree verdi. A questa mancanza di verde supplirono i piccoli giardini che corredavano ogni casetta. Tra i lotti rimasero degli spazi e nel 1969, sfruttando questi ultimi, si realizzò il parco.

#6 PARCO DELLE CAVE

 

Situato nella parte ovest della città, insieme al Boscoincittà e al parco Aldo Aniasi costituisce parte del parco agricolo sud di Milano.

Le Cave

A partire degli anni Venti l’estrazione di ghiaia e sabbia provocò la nascita di cinque cave: Cabassi, Casati, Ongari, Cerutti, Aurora. Negli anni sessanta, alla cessazione delle attività estrattive seguì un lento abbandono della zona. Dal 1976 si bloccò il riempimento della cava Cabassi e si iniziò il risanamento dell’area con l’immissione delle acque del Ticino tramite il Canale Villoresi.

Verso la fine degli anni ottanta venne ideato il progetto “Parco delle cave”. Tale progetto vide il coinvolgimento di tutte le associazioni della zona che raccolsero le proteste dei cittadini contro il degrado raggiunto, lo spaccio, l’abbandono di veicoli rubati nelle cave. Nel 2002 i lavori terminarono dopo ingenti opere di riqualifica.

Leggi anche: La storia del Parco delle Cave

Le Cascine

francesco petrarca
Credits: thesubmarine.it

Nel parco si trovano due cascine: Linterno e la cascina Caldera. La prima è molto antica (la prima documentazione scritta risale al 1154) e fu usata anche come ostello affidato ai Templari per i Pellegrini della via Francigena. Pare sia stata per un breve periodo la casa di Petrarca e negli anni quaranta fu rifugio di un particolare prete-taumaturgo, il pret de Ratanà, tanto controverso quanto amato dai milanesi. Fu sepolto nel cimitero Monumentale ed è ancora oggi luogo di pellegrinaggio.

Leggi anche: Cascina Linterno: la storia affascinante della casa di Francesco Petrarca

#7 MONTE STELLA

montestella

E’ un rilievo artificiale che si trova nella zona nord ovest di Milano.

La “Montagnetta”

Si tratta di una collinetta artificiale formata con l’accumulo di macerie provocate dai bombardamenti effettuati durante la seconda guerra mondiale e con altro materiale proveniente dalla demolizione degli ultimi tratti dei Bastioni, avvenuta dopo il 1945. Il progetto del parco è di Pietro Bottoni che lo dedicò alla moglie Elsa Stella. Nel progetto originario doveva essere alta più del doppio. 

Leggi anche: Il Monte Stella: da una storia d’amore nacque la Montagnetta

Il Giardino dei Giusti

giardino dei giusti

Dal 2003 esiste un giardino al Monte Stella che ricorda i Giusti che si opposero ai genocidi e ai crimini contro l’umanità. Ci sono alberi piantati in onore di Moshe Bejski, Svetlana Broz, Pietro Kuciukian.

Gare di sci

Campionati italiani di sci al Monte Stella

I circa cento metri di dislivello portano molti sportivi ad allenarsi al monte Stella. Negli anni ottanta si disputarono addirittura gare di slalom con l’ausilio della neve artificiale. La prima vittoria ufficiale di Alberto Tomba avvenne proprio nei campionati italiani di slalom al Monte Stella. 

Da quale parco volete iniziare?

Continua la lettura con: Questo sarà il parco più grande del mondo

GIULIA PICCININI

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La METROPOLITANA dello STRETTO

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Il ponte sullo Stretto di Messina Fb

Non solo Ponte. Sullo stretto tra le opere accessorie previste c’è un collegamento metropolitano tra le due sponde della Calabria e della Sicilia.

La METROPOLITANA dello STRETTO

# Il ponte sospeso più lungo del mondo

Webuild – Il ponte sullo Stretto di notte

Il Ponte sullo Stretto di Messina si farà? Sarà la volta buona o rimarrà ancora una volta sulla carta? Il progetto prevede la costruzione del ponte sospeso più lungo al mondo: con una lunghezza complessiva di 3.660 metri ed una campata sospesa di 3.300 metri, con un impalcato largo 61 metri e due torri poste a terra alte 399 metri. A formare il sistema di sospensione ci saranno due coppie di cavi ciascuna del diametro di 1.26m con sviluppo totale di 5320 metri tra i due blocchi di ancoraggio. In attesa però di conoscere il destino di questa infrastruttura, il cui iter è stato riavviato il 16 marzo 2023 dal Governo Meloni, nel computo complessivo dei 15 miliardi di euro stimati per condurre in porto tutto il progetto sono comprese altre opere accessorie e compensative. Tra queste c’è la metropolitana dello Stretto.

Leggi anche: PONTE sullo STRETTO in 4 anni (a costo zero per lo Stato): il PROGETTO della SVOLTA?

# La metropolitana di superficie dello Stretto: tra l’aeroporto di Reggio e il centro di Messina

Metropolitana dello Stretto

Le infrastrutture accessorie sono state pensate per garantire alle due aree interessate ulteriori benefici infrastrutturali in aggiunta a quelli previsti con la costruzione del ponte. In particolare i 6,5 miliardi sono destinati a 20,3 chilometri di strade e 20,2 chilometri di ferrovie, con nuove stazioni tra Reggio Calabria e Messina per la realizzazione della Metropolitana dello Stretto. La linea consentirà il collegamento tra l’Aeroporto Tito Minniti di Reggio Calabria con la zona centrale di Messina, portando a una decongestione del traffico delle due città e garantendo un servizio capillare e veloce per gli utenti che devono spostarsi all’interno dell’Area metropolitana che diventerebbe la più grande del Mediterraneo Centrale.

# Un collegamento H24 lungo 18,2 km di tracciato e 8 fermate

Il ponte sullo Stretto di Messina Fb – La metropolitana sullo Stretto

La metropolitana avrà un percorso di 18,2 km in parte in superficie ed in parte in sotterraneo, nella tratta siciliana, per un totale di 8 fermate. In Calabria quelle di Aeroporto, Reggio Calabria Lido, Archi, Gallico marina, Catona, Villa San Giovanni, sull’isola quella di Papardo, Annunziata, Europa con il collegamento a Gazzi alla metroferrovia Messina – Giampilieri marina, che costituirà un’ulteriore prosecuzione del servizio di connessione urbana e metropolitana. Il servizio dovrebbe funzionare in modo continuo, H24, come spiegato da Domenica Catalfamo, Presidente Sezione Calabria dell’Associazione italiana per l’ingegneria del traffico e dei trasporti (Aiit), e già Assessore alle Infrastrutture della Regione Calabria, durante l’audizione presso le commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera sul Ponte sullo Stretto.

Fonte: Strettoweb

Continua la lettura con: TRENI NOTTURNI: bella l’idea ma la REALTÀ è spesso un INCUBO

FABIO MARCOMIN

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LINEE FOSFORESCENTI per rendere più SICURA la GUIDA: parte la sperimentazione

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Credits Tarmac Linemarking IG - Linee fosforescenti

Verranno implementate in futuro anche nelle strade di Milano? Quale processo utilizza e come funzionano.

LINEE FOSFORESCENTI per rendere più SICURA la GUIDA: parte la sperimentazione

# Utilizzando la fotoluminescenza le linee si illuminano di notte

Credits Tarmac Linemarking IG – Linee fosforescenti di giorno

L’azienda australiana Tarmac Linemarking sta sperimentando già dal 2022 una tecnologia che consente di fare illuminare le linee della segnalatica orizzontale di notte per rendere la guida più sicura. I test si stanno svolgendo in particolare su quelle che delimitano la carreggiata e quelle che separano le corsie di marcia. Le strisce sono rivestite di specifici materiali che sfruttando la fotoluminescenza, un insieme di processi che consente di assorbire fotoni (energia) durante il giorno per poi riemetterli con il buio sotto forma di luce, garantiscono maggiore visibiltà a chi viaggia sulle strade soprattutto se sprovviste di impianti di illuminazione e in prossimità di incroci e curve

# Possono rimanere “accese” fino a 8 ore consecutive

Credits Tarmac Linemarking IG – Linee fosforescenti

L’altro vantaggio della segnaletica orizzontale luminosa è quello di garantire anche un concreto risparmio energetico. Nel corso dei primi test svolti in Australia, infatti, le strisce hanno accumulato energia sufficiente per rimanere visibili per otto ore consecutive. In questo modo è quindi possibile abbassare o persino azzerare la classica illuminazione stradale.

Verranno implementate in futuro anche nelle strade di Milano?

Spunto: culturaimprenditoriale IG

Continua la lettura con: Elettricità a costo zero da STRADE e BINARI: le tecnologie per rendere Milano leader dell’energia pulita

FABIO MARCOMIN

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