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A Milano i canoni d’AFFITTO TRANSITORIO sono ALTI più del DOPPIO rispetto a quanto stabilito per legge

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Credits Andrea Cherchi - Milano vista dall'alto

A Milano, come in altre città ad alta intensità abitativa, i contratti transitori hanno dei canoni concordati e non possono essere liberamente pattuiti. Scopriamo perché.

A Milano i canoni d’AFFITTO TRANSITORIO sono ALTI più del DOPPIO rispetto a quanto stabilito per legge

# Come funziona il contratto d’affitto provvisorio

affitti brevi
Affitti

Il contratto definito “transitorio” consente di locare un immobile per un periodo che va da un mese sino a massimo 18 mesi, a patto che vi sia una ragione di transitorietà valida dichiarata in contratto, come previsto dall’art. 5 della legge n. 431/1998 e poi dall’ultimo decreto ministeriale del 30 dicembre 2002. Ulteriori modifiche sono state introdotte nel 2017 dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per quanto riguarda i requisiti di forma e relativo regime fiscale. Sempre in base alla normativa in questi tipi di contratti il canone è oggetto di libera pattuizione.

# L’eccezione Milano e le altre grandi città: il canone va stabilito in base alla rendita catastale

Credits Andrea Cherchi – Milano vista dall’alto

Esistono però delle eccezioni per determinate città “ad alta tensione abitativa” come “Roma, Milano, Torino, Venezia, Genova, Firenze, Bologna, Napoli, Bari, Catania, Palermo, i Comuni con esse confinanti e i capoluoghi di Provincia”. Inoltre il canone deve corrispondere a quello determinato con appositi accordi territoriali e l’ultimo a Milano risale al 2019.

Questo vuole dire che i contratti con durata inferiore al classico 4 + 4  devono avere un canone di locazione stabilito in base alla rendita catastale: a conti fatti si traduce in un importo pari a circa la metà di quelli richiesti sul libero mercato.

# Il trucchetto di alcuni proprietari

Credits bertholdbrodersen-pixabay – Firma contratto

Tuttavia capita spesso che i proprietari sottopongano al possibile affittuario un contratto transitorio che non rispetta il valore stabilito dal canone concordato ma è in linea con i prezzi di mercato, scommettendo sul fatto che i firmatari non siano a conoscenza di questo aspetto o non abbiano potere di opporsi. Meglio quindi in caso di perplessità verificare con associazioni dei consumatori/uffici legali.

Continua la lettura con: Lo SCANDALO TAXI in ITALIA: se è servizio pubblico, le licenze devono essere LIBERE

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Il CAMPO IMMERSIVO di GIRASOLI e LAVANDA a meno di un’ora da Milano

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Credits agrilabvarese IG - Girasoli

Ci si può letteralmente immergere in un’oasi rigogliosa fino a qualche anno fa terreno abbandonato. Dove si può persino creare il proprio sale aromatizzato fai da te.

Il CAMPO IMMERSIVO di GIRASOLI e LAVANDA a meno di un’ora da Milano

Milano-Agrilab

# La rinascita di un terreno abbandonato in un’oasi rigogliosa

Credits agrilab.it – Campo di girasole e lavanda

Un terreno abbandonato è rinato trasformandosi in un’oasi rigogliosa. Siamo a Cassano Magnago, a 50 minuti da Milano, dove l’agronomo Paolo Croci ha creato Agrilab, un’azienda dedicata all’agricoltura sostenibile, alla riqualificazione ambientale e alla promozione della biodiversità. Sono state utilizzate pratiche agronomiche rispettose del suolo e concimi organici per coltivare una varietà di fiori, piante aromatiche e zucche e offrire esperienze immersive nella natura a chi visita il campo. 

# Dai girasoli alla lavanda, le 5 macro aree per allenare i 5 sensi

Credits agrilabvarese IG – Girasoli

Il campo è suddiviso in 5 macro aree: girasoli di vari colori, lavanda, zucche,
piante aromatiche (rosmarino, origano, basilico, menta, salvia), un piccolo orto e diverse varietà di fiori. Ci si può perdere in un labirinto di girasoli altissimi, chiudere gli occhi e ascoltare le api, tra gli obiettivi di questa azienda c’è anche quello di favorire lo sviluppo degli impollinatori, odorare i profumi delle essenze e toccare le strane foglie e la corolla dei girasoli.

Credits agrilab.it – Laboratorio con le essenze

Ci sono diverse attività ricreative sensoriali legate ai prodotti da provare, si può persino creare il proprio sale aromatizzato fai da te e fare pic nic seduti sull’erba circondati da fiori e piante.

# Il food truck con gelato a km zero

Credits agrilab.it – Food truck gelato

Per rinfrescarsi c’è invece il gelato artigianale a km zero della gelateria Lorenzo Pessina, da gustare durante il pic nic o mentre si passeggia tra la natura, preparato con con alcuni degli ingredienti ottenuti dalle lavorazione dell’azienda agricola e adatti anche ai vegani.

Si può accedere tutti i giorni dalle 17.00 alle 21.00 al costo di 10 euro, incluso il gelato. Da provare quello alla lavanda.

 

Spunto: chiarametafora IG

Continua la lettura con: Nella top 10 su Airbnb la sorpresa: ANNONE di BRIANZA. I SEGRETI della regina lombarda delle CASE VACANZA

FABIO MARCOMIN

Le altre località del giorno (per una gita da Milano):

Adda,  ArcoBaroloBiella, Brescia, BrunateGenova, ComoOrrido di NessoCrespi d’AddaTorrechiaraIsola del Garda, il parco speleologico di Dossena, il Castello Medievale, Civate e il lago più vicino a MilanoCassinetta di Lugagnano, Oasi Zegna, BormioLucchioPescallo, i Dolmen d’Italial’altra Santa MargheritaVal CavargnaLabirinto della MasoneCornello dei TassoBellano, il Giardino delle Grotte, il parco dei dinosauriMonte San Salvatore, la passeggiata dell’amore, la spiaggia più piccola del mondoGravellona Lomellina, l’orrido di NessoSavogno, il Bosco di Taxodi, il passaggio segreto sul lago di Como, il presepe sommersoIsola Comacina, la Mini Toscana della Brianza, Val Vestino, il ponte tibetano più alto d’EuropaRasigliaMerate e la piccola Lourdes, la piscina sul lagoVal Bavona, le Marmitte dei GigantiIsolino Virginia- l’isola di LotoLuganoil borgo superocolorato di PomponescoMeranoIsole Caraibiche della LombardiaMorcote il villaggio più bello della Svizzera, MantovaIncisioni Rupestri della ValcamonicaLeccoMandello del LarioPeccioli borgo medievale dell’arte contemporanea, lo Snow Chalet di LivignoTizzano Val Parma, il 09, l’AcquaworldGrotte di SoprasassoSankt Moritz, ValgoglioRavenna, la Valle di Preda Rossa, la Casa dei Maghiil fiordo norvegese d’Italia di Crap de la ParèCiaspolate vicino a Milano, il lago alpino più bello del mondo, la strada del Prosecco, il Treno del Nataleil capolavoro del Cinquecento GualtieriLago di CarezzaMoltrasio “il borgo dell’amore”Villa SelvaticoCastel Savoia la reggia della Regina MargheritaGlacier ExpressCourmayeur, la Spa più divertente d’Europa, la Pozza di LeonardoMartello il Comune che non parla italianoLa funicolare cabriolet di Grimselwelt, Val SanagraGiardino RossiniNoli, le “FilippineItaliane”Lodi, PaviaVigevanoBobbio, La savana di Cumiana, MonzaLago SegrinoValsassinaBardineto il villaggio dei funghiValle d’Intelvi, Maranello, La terrazza del brivido di Tremosine, Ricetto di Candelo, Madonna di CampiglioVal Vigezzo la valle dei pittoriPunta SassoBubble Room, Portofino, BellagioLegnanoSottomarinaLe 5 TerreBroloPreda Rossale grotte del CaglieronLomelloBergamoIl castello da fiaba di MadruzzoGaggioPusianoGera LarioChamoisLerici

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Il COCKTAIL BAR dove si BEVONO le FERMATE della METROPOLITANA di Milano

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Credits milanotoday - Drink Apostonic

Una drink list che sembra un fumetto e ispirata ad alcune fermate della metropolitana milanese.

Il COCKTAIL BAR dove si BEVONO le FERMATE della METROPOLITANA di Milano

# Mag City, la cocktail list per celebrare gli anniversari dei due locali milanesi

La nuova drink list del MAG a Milano, illustrata da Giuseppe Camuncoli

In occasione dell’undicesimo anniversario dei uno dei cocktail bar più famosi e innovativi di Milano, Mag in zona Navigli in Ripa di Porta Ticinese 43, è stata presentata una cocktail list che sembra un fumetto e prende ispirazione dalle fermate delle metropolitana cittadina. Si chiama MAG City, l’illustrazione è cura del disegnatore reggiano Giuseppe Camuncoli. Oltre al primo locale i drink sono disponibili anche in quello aperto tre anni fa in Via De Amicis 22, MAG Pusterla. 

# Si possono bere Duomo, San Babila, Maciachini, Porta Genova, Monumentale

Credits milanotoday – Drink Apostonic

La cocktail list è stata realizzata con un design e un format originale in chiave comics, immaginando il mondo MAG popolato da supereroi che devono combattere il male e in questo caso la sete. Vengono rivisitati i drink della stagione 2017 con l’aggiunta di alcune novità. Sono 10 le fermate metropolitane rappresentate per un totale di 20 proposte alcoliche prendendo in considerazione entrambi i locali, ognuna accompagnata da un storyteling ad hoc.

Credits milanotoday – Strano ma funziona

Troviamo “A Passo Duomo”, un elegante cocktail stile aperitivo italiano per la zona del centro, per San Babila invece un drink all’incenso studiato per ricordare la vicina presenza dell’ossario di San Bernardino alla Ossa. Il drink di Palestro è rosa, per ricollegarsi ai fenicotteri nascosti nel giardino di Villa Invernizzi, mentre per rappresentare le zone di Abbiategrasso e Chiesa Rossa, attorno alla stazione di M2, c’è l’Ahmar Rehab con note speziate ed arabeggianti. Oltre a queste ci sono le stazioni di Monumentale, Centrale, Maciachini, Sant’Ambrogio, Lambrate e Porta Genova.

Continua la lettura con: 7 LOCALI al limite dell’ASSURDO a MILANO

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Le FERMATE degli AUTOBUS più FUTURISTICHE del mondo: creano SPETTACOLI e DEPURANO l’ARIA. Un’idea per Milano?

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Credits: siviaggia.it pensilina intelligente Hong Kong

Dimentichiamoci delle classiche pensiline, a volte mal ridotte perché oggetto preferito di chi ha voglia di scrivere qualcosa sui muri o sulle pareti delle fermate. Dimentichiamoci anche delle attese degli autobus che sembrano infinite, ma soprattutto noiose. O meglio, per ora nessun italiano può dimenticarsele, ma gli abitanti di questa metropoli sì. Ecco dove.

Le FERMATE degli AUTOBUS più FUTURISTICHE del mondo: creano SPETTACOLI e DEPURANO l’ARIA. Un’idea per Milano?

# La città più all’avanguardia della Cina inventa pensiline futuristiche

Credits: @dchantie
Hong Kong

Hong Kong, la metropoli del Sudest della Cina è luogo dai ritmi frenetici e dallo skyline di grattacieli altissimi, ma è anche una città ricca di storia e tradizione e circondata da zone naturali. È proprio qui che sono nate delle pensiline intelligenti. Fermate dell’autobus dal design innovativo e pronte a rivoluzionare le pensiline di tutta la città e, chissà, anche del mondo.

# CAPS 2.0.: la pensilina che purifica l’aria

Credits: siviaggia.it
pensilina intelligente Hong Kong

Nuove, sostenibili, futuristiche e anche belle. Come riporta il sito siviaggia.it queste sono le caratteristiche delle pensiline chiamate CAPS 2.0. e ideate da Charis NG, Sino Inno Lab e Arup. Fermate dell’autobus che non sono solo quello, ma al contrario fungono da purificatori d’aria. La struttura è dotata di un filtro che immagazzina l’aria e la libera da allergeni, virus, funghi e batteri. Una soluzione intelligente che gioverà alla città e ai suoi abitanti perché, ipotizzando che tutte le pensiline della città diventino così, questo renderà sicuramente l’aria meno inquinata. Dal design innovativo, poi, le pensiline forniranno anche tutte le informazioni in tempo reale su pannelli alimentati a energia solare.

# Milano e Hong Kong a confronto: le pensiline intelligenti delle due città

Credits: arup.com
Pensilina intelligente Hong Kong

Anche Milano ha le sue pensiline intelligenti, ma Hong Kong ha fatto le cose molto più in grande e ha reso la nuova soluzione per le fermate degli autobus sicuramente più utile. Eppure anche Milano si distingue dalle altre città italiane per il suo proiettarsi verso il futuro, per l’interesse al business internazionale e per uno skyline cambiato negli ultimi anni. Per ora le pensiline intelligenti della città meneghina, però, mostrano solamente le informazioni in tempo reale: proviamo ad adottare anche il sistema di purificazione dell’aria di quelle di Hong Kong?

Continua la lettura con: Milano 2030: come sarà la città tra 10 anni?

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

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MILANO nella TOP 10 d’Europa per i TURISTI INTERNAZIONALI

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Credits travel365.it - Classifica città con più turisti in Europa Euromonitor

In base all’ultima classifica di Euromonitor, l’Italia piazza quattro città nei primi 25 posti tra quelle più visitate in Europa, Milano è tra le prime 10. Vediamo la classifica completa.

MILANO nella TOP 10 d’Europa per i TURISTI INTERNAZIONALI

# In base ai dati di Euromonitor è Londra la regina del turismo in Europa

Credits pexels – Londra

Secondo l’ultimo report di Euromonitor International, l’azienda di ricerca di mercato fondata nel 1972 che fornisce dati e analisi approfondite sui mercati di tutto il mondo tra cui turismo, beni di consumo, servizi e tecnologia solo per citarne alcuni, la regina del turismo è Londra. Sono 19,56 milioni gli arrivi internazionali registrati nell’ultimo anno nella capitale britannica, Parigi che si prende la seconda piazza ne ha accolti 19,09 e Istanbul che completa il podio ne ha visti arrivare 14,72.

# Milano è nella top ten, dietro a Roma ma davanti a Venezia e Berlino

Credits travel365.it – Classifica città con più turisti in Europa Euromonitor

Fuori dal podio troviamo Antalya, altra città turca, con 13,33 milioni di turisti. A seguire al quinto posto Roma, prima città italiana in graduatoria, con 10,32 milioni, poi sopra i 7 milioni di visitatori ci sono Praga, Amsterdam e Barcellona rispettivamente con 9,15, 8,84 e 7,01 milioni. Nelle ultime due posizioni della top ten troviamo Vienna con 6,63 milioni e a breve distanza Milano con 6,6 milioni di arrivi internazionali. Ancora una volta la nostra città conferma il suo cambio di status da meta esclusivamente per il business a meta anche turistica.

Milano mette davanti tra le altre, in questo ordine di classifica, Atene, Berlino, Mosca, Madrid e la terza città italiana, Venezia con 5,59 milioni di turisti. Due posizioni più sotto, alla 17esima, c’è Firenze con 5,13 milioni di arrivi dall’estero. Tra le città nella top 25 ci sono altre capitali europee: Bruxelles, Budapest, Lisbona e Copenaghen

Ma se si considera il rapporto tra turisti e abitanti, quali sono le città più affollate d’Europa?

Fonti: travel365.it, euromonitor

# Le città d’Europa più affollate di turisti: Venezia è seconda

Se si considerano invece il numero di turisti per abitanti, al primo posto c’è Dubrovnik (Ragusa) in Croazia con 36 turisti per abitanti. Una persona su tre in città è un turista. Al secondo posto c’è Venezia con 21 turisti per abitanti. La stessa percentuale per Bruges, in Belgio, e per Rodi in Grecia. Al quinto posto c’è la capitale islandese Reykyavik con 16 turisti per abitanti. 

Questa la classifica delle prime 10:

  1. Dubrovnik, Croazia – 36 turisti per abitante
  2. Venezia, Italia – 21 turisti per abitante
  3. Bruges, Belgio – 21 turisti per abitante
  4. Rodi, Grecia – 21 turisti per abitante
  5. Reykjavik, Islanda – 16 turisti per abitante                                                                  6. Firenze, Italia – 13 turisti per abitante7. Heraklion, Grecia – 13 turisti per abitante

    8. Amsterdam, Paesi Bassi – 12 turisti per abitante

    9. Dublino, Irlanda – 11 turisti per abitante

    10. Tallinn, Estonia – 10 turisti per abitante

Continua la lettura: Le MIGLIORI città del mondo per chi guida un’AUTO

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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La CASA DIMEZZATA di Milano

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Credits cosestraneamilano - Casa dimezzata

In pieno centro, a due passi dal Duomo, tra via Porlezza e Via Giulini sono raccolte alcune delle stranezze più inspiegabili di Milano. Una di questa è una casa tagliata a metà. Quale sarà il motivo?

La CASA DIMEZZATA di Milano

# Una casa tagliata in orizzontale

Google maps – Casa dimezzata

All’angolo tra via Giulini e via Porlezza c’è una delle tante stranezze della zona, una casa dimezzata. Si tratta di una casa tagliata a metà in orizzontale, dove nella parte più alta, l’ingresso principale, è visibile il numero civico. Il cancello per accedere alla proprietà è ancora quello originale e dalle sbarre si può osservare l’interno, oggi poco curato e utilizzato come parcheggio privato.

Il motivo di questo “taglio” è che l’abitazione un tempo era abitata e durante la guerra è stata colpita dai bombardamenti. Mistero invece sul fatto che non sia stata demolita o ricostruita nei successivi decenni. L’aspetto positivo è che grazie allo stato attuale della casa si ha una percezione di più ampio respiro della zona circostante.

 

Leggi anche: Le tre STRANEZZE di via Porlezza, la strada più bizzarra di Milano

Fonte: Cosestraneamilano

Continua a leggere con: La chiesa più CORTA di Milano è in via Giulini. E vanta anche un altro record

MILANO CITTA’ STATO

copyright milanocittastato.it

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QUELLI della NOTTE: gli after hour dove mangiare a Milano

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Credits madamadea IG - Le Capannelle

Per chi fa tardi la sera o chi si alza nel cuore della notte con un buco nello stomaco. E il frigorifero vuoto. 

QUELLI della NOTTE: gli after hour dove mangiare a Milano

# L’hamburgeria in centro: “Margy Burger”, abbassa le saracinesche alle 2

Credits margyburger1968 IG

Margy Burger, a pochi passi dall’Università Statale, ha oltre 50 anni di storia e continua ad essere uno dei locali simbolo di Milano. Ritrovo per studenti, attivisti, nuove e vecchie generazioni è stata la prima hamburgheria, aperta nel 1968 e quindi prima ancora dei “paninari”, dove potersi fermare fino a notte inoltrata per gustare uno dei mega panini nel menu. Le serrande si abbassano alle 2. 

Indirizzo: Piazza Santo Stefano, 2

# Il chiosco “Al Boschetto da Gabry”: in zona Tribunale non chiude prima delle 5

Credits alboschettodagabry IG

Passiamo ai chioschi. Tra i tanti presenti in città una menzione va fatta a “Al Boschetto da Gabry” aperto in zona Tribunale nel 2000. La qualità del cibo è buona, come il servizio, e le proposte sono quelle classiche dello street food: panini con la salamella, hamburger, patatine fritte con ogni tipo di salsa. Perfetto per chi ritorna tardi a casa dopo la discoteca o ha un buco nello stomaco notturno dato che non chiude prima della 5.

Indirizzo: Corso di Porta Vittoria, 22

Leggi anche: I più BEI CHIOSCHETTI di Milano

# Ristorante “Le Capannelle”: si può mangiare fino all’alba

Credits madamadea IG – Le Capannelle

Un grande classico del popolo della notte ormai da molti decenni. Le Capannelle in zona Sant’Agostino è riconoscibile dall’insegna blu con uno stile che ricorda gli anni ‘80. Il menu propone tutti i classici della cucina, dai primi ai secondi di carne di pesce e anche la pizza. Ideale per chi vuole mangiare anche all’alba seduto comodamente al tavolo, il locale è aperto infatti dal martedì alla domenica dalle 19.30 fino alle 6.

Indirizzo: Viale Papiniano, 23

# Paninoteca Ripamonti 130: aperta fino alle 6 di mattina

Credits gerardomarzocchi IG – Ripamonti 130

Un altro locale aperto fino alle 6 di mattina è la paninoteca Ripamonti 130. Un posto alla buona, senza troppi fronzoli, dove mangiare panini imbottiti ripieni di formaggi, verdure, salumi e affettati e con nomi che ricordano gli attrezzi da lavoro di operai e contadini: vanga, zappa, pala, tenaglia e morsa. 

Indirizzo: Via Ripamonti, 130

# Il Forno di Barona: aperto H24 tutti i giorni

Credits drappo74 IG – Forno di Barona

Per non avere bisogno di ricordarsi gli orari di chiusura il Forno di Barona è la scelta perfetta: non chiude mai. Tutti giorni a qualsiasi ora qui si può mettere a tacere la propria, con le proposte di colazione diurna e notturna, pranzo, rosticceria, aperitivo e spuntini notturni dolci e salati. Dalle brioche alla pasticceria, dalle pizze alla tavola calda.

Indirizzo: Via Largo di Nemi, 25

Fonte: Milano Today

Continua la lettura con: Brioche calda in piena notte: i 5 forni aperti anche con le tenebre

FABIO MARCOMIN

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Treni LUXURY, STORICI e nuove tratte NOTTURNE: la nuova compagnia FERROVIARIA per il TURISMO in Italia

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Credits martinocrespi IG- Vagone ristorante Venice Orient Express

La compagnia ferroviaria pensata per il turismo di qualità, sostenibile e consapevole con treni luxury e nuove tratte notturne.

Treni LUXURY, STORICI e nuove tratte NOTTURNE: la nuova compagnia FERROVIARIA per il TURISMO in Italia

# La compagnia ferroviaria pensata per il turismo di qualità

Credits pao.kant IG – Officine Pietrarsa

Il 24 luglio 2023 al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa a Napoli è stata presentata  una nuova società del Gruppo Ferrovie dello Stato: FS Treni Turistici Italiani. L’Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato, Luigi Ferraris, ha spiegato così la missione: “Intendiamo così contribuire al rilancio e allo sviluppo di un turismo di qualità, sostenibile e consapevole, pronto ad apprezzare le ricchezze dei nostri territori, riscoprendo anche località meno conosciute” ma anche “rendere il viaggio in treno parte integrante dell’esperienza del cliente e creare sinergie con altre attività turistiche”.

La nuova società ferroviaria verrà inquadrata nel Polo Passeggeri del Gruppo FS Italiane, di cui è capofila Trenitalia, e proporrà tre ambiti di servizio.

#1 Lusso

Orient Express Venice Simplon

Il servizio sarà operato mediante la trazione dei prestigiosi treni luxury. Dal 2024 debutterà il treno di lusso italiano l’Orient Express – la Dolce Vita che attraverserà ben 14 regioni italiane e 3 destinazioni internazionali. A questo si aggiunge il Venice Simplon Orient Express di Belmond che opera già su itinerari europei.

#2 Espressi e treni storici

Credits caimano025 YT – Treni turistici italiani

Sono previsti nuovi collegamenti su tratte a medio-lungo raggio tra le principali città italiane e località di rilevante attrazione turistica, anche notturni. Tra questi ci saranno ad esempio treni notturni o diurni da Roma/Milano per Calalzo/Cortina, San Candido, Milano – Genova con diramazioni per Ventimiglia/Livorno o Roma – Metaponto – Catanzaro via Jonica e Reggio Calabria. I treni utilizzati saranno vetture anni ‘80 e ‘90 riammodernate con carrozze ristorante con cucina espressa a bordo, vetture letto, vetture meeting, bagagliai per trasporto bici, sci e mezzi per la mobilità sostenibile.

FS Treni Turistici Italiani si occuperà anche della gestione delle corse con i treni storici di Fondazione FS offrendo programmi ad hoc e frequenze più regolari, oltre a tour che abbinano il viaggio in treno a soste per visite guidate, percorsi pedonali e degustazioni.

#3 Omnibus-regionali

Credits valeriocampagnari IG – Treni del mare

Questi servizi garantiranno la circolazione di treni regionali nei week-end su linee che attraversano territori ricchi di storia come borghi e aree di interesse paesaggistico e naturalistico e/o contraddistinte da particolari tradizioni enogastronomiche e agroalimentari. Anche in questo caso sono previsti tour studiati proprio in chiave turistico-esperienziale. Il tutto a tariffe vantaggiose e accessibili a tutti.

I treni saranno acquisiti direttamente dalla flotta di Trenitalia, in seguito al loro restyling, e costituiranno un gruppo di convogli studiati per le esigenze del turismo anche con vetture specifiche per quello religioso.

Leggi anche: ORIENT EXPRESS – La Dolce Vita: le nuove tratte in arrivo per il treno più lussuoso del mondo

Fonte: Fsitaliane

Continua la lettura con: Da MILANO parte la TRATTA REGIONALE in treno più LUNGA d’ITALIA

FABIO MARCOMIN

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I PALAZZI più BELLI in VIA MELZO e dintorni

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the_darknife IG - Casa del Rabbino/ Casa 770

A pochi passi dalla fermata della metropolitana di Porta Venezia, inizia da Corso Buenos Aires e finisce all’incrocio con Via Nino Bixio: è Via Melzo, una delle più particolari di Milano. Famosa per i suoi locali etnici e i cocktail bar, nelle sue vicinanze ci sono anche alcuni palazzi di rara bellezza. Ecco quali sono.

 

I PALAZZI più BELLI in VIA MELZO e dintorni

# Casa Guazzoni, la grande elle

Credits Milano Città Stato – Casa Guazzoni

Casa Guazzoni si trova in Via Marcello Malpighi 12. Impossibile non notarla: percorrendo via Melzo verso Via Nino Bixio (partendo dall’incrocio con Corso Buenos Aires) la strada incrocia Via Malpighi. A questo punto è sufficiente alzare lo sguardo per rimanere stupefatti. Giovanni Battista Bossi, famoso architetto dell’epoca, progettò la Casa su commissione del Cavaliere Giacomo Guazzoni, esperto capomastro che, in virtù delle sue capacità, collaborò anche alla realizzazione della costruzione, terminata nel 1906.

La Casa è sorta dove in passato si trovava la rimessa Società Anonima Omnibus, che gestiva il trasporto pubblico per mezzo delle carrozze trainate da cavalli. Dopo che il Comune di Milano decise di passare al trasporto di persone con i tram elettrici, la società mise in vendita parte dei terreni lasciando lo spazio per l’opera. Dall’inaugurazione, la struttura ha subito alcuni interventi di restauro: nel 1982, nel 1997 e nel 2022.

La Casa ha un corpo doppio a forma di “L” ed è composta da murature portanti in mattoni. Il solaio che si trova tra cantina e piano terra è in cemento armato. A contribuire particolarmente a rendere così caratteristica la facciata sono i balconi in pregevole ferro battuto e le decorazioni, che creano un incredibile effetto di chiaro-scuro. Il corpo delle scale è di forma esagonale, la ringhiera interna è realizzata in ferro battuto, così come il portone d’ingresso che riporta le stesse decorazioni e i motivi visibili sui balconi, mentre i gradini sono in marmo.

# Casa Galimberti, un manifesto del liberty milanese

Credits Redazione Milano Città Stato – Casa Galimberti

Casa Galimberti condivide molte cose in comune con Casa Guazzoni: in primo luogo si trova in Via Malpighi, ma al civico 3. Anche questo progetto è nato dove in precedenza si trovava la Società Anonima Omnibus. Il progetto, inoltre, è stato realizzato dal 1903 al 1905 da Giovanni Battista Bossi lo stesso di Casa Guazzoni, ma questa volta i commissionari sono stati i due fratelli Galimberti.

Per raggiungere Casa Galimberti è necessario partire dall’inizio di Via Melzo in direzione Via Nino Bixio, arrivare all’incrocio con via Malpighi, svoltare a destra e camminare qualche decina di metri. La costruzione è composta di due parti: una su via Malpighi e una perpendicolare su Via Sirtori, sono lunghe rispettivamente 32 e 33 metri. Sotto l’angolo tra le due vie passa la Roggia Gerenzana, che porta l’acqua dal Naviglio della Martesana a Rogoredo. Nel cortile dell’edificio di via Spallanzani 10 (dove c’è la Unes) è ancora possibile ammirare il corso d’acqua, scoperto per circa 20 metri.

Esternamente il palazzo presenta delle decorazioni molto caratteristiche: al primo piano si possono vedere delle rappresentazioni femminili molto eleganti, mentre ai piani superiori il motivo diventa floreale. Le decorazioni, realizzate in ceramica dall’architetto Bossi, sono tutte dipinte con ceramica a fuoco. Al momento della sua costruzione, Casa Galimberti non rappresentava un unicum solamente per il suo fascino, ma anche per l’innovativa tipologia impiantistica che presentava internamente: era infatti uno dei primi palazzi a disporre del riscaldamento centralizzato e dell’ascensore.

# Biblioteca Venezia, l’ex Dumont, il primo cinema di Milano

Credits Redazione Milano Città Stato – Biblioteca Venezia

La Biblioteca Venezia oggi ha preso il posto dell’ex cinema Dumont. Si trova in Via Frisi 2 ed è possibile vederla percorrendo via Melzo verso Via Nino Bixio (partendo da Corso Buenos Aires). L’edificio fu costruito tra il 1908 e il 1910 e progettato da Ferdinando Tettamanzi e Giovanni Mainetti. A commissionarlo furono i fratelli Giuseppe e Alfredo Galli, che nell’immobile realizzarono il primo cinematografo di Milano.

Per il nome, i due scelsero un cognome molto comune in Francia, con l’obiettivo di donare al luogo un tono internazionale e ricercato. Oggi della costruzione originale è rimasta la facciata in stile Liberty molto caratteristica, mentre la sala cinematografica, nonostante una lunga battaglia per conservarla, nel 1994 è stata in parte trasformata in un’autorimessa multipiano privata. Dal 2001, nell’ex cinema Dumont ha sede la biblioteca di Porta Venezia, dove è tutt’ora possibile recarsi per lavorare o studiare. 

Leggi anche: I PALAZZI più BELLI di CORSO VENEZIA, la STRADA più REGALE di Milano (FOTO)

# Casa del Rabbino, una delle 12 “770” del mondo

Credits Redazione Milano Città Stato – Casa del Rabbino

Per vedere la Casa del Rabbino, conosciuta anche come Casa 770, si parte dall’inizio di Via Melzo e ci si dirige verso via Bixio. Una volta giunti all’incrocio tra le due vie, è necessario proseguire ancora qualche metro a diritto, dopodiché la casa si troverà sulla destra, in via Carlo Poerio 35. La Casa 770, che ricorda le palazzine tipiche di Amsterdam, è oggi sede del movimento ebraico ortodosso Chabad-Lubavitch.

La peculiarità di questa casa è rappresentata dal fatto che ne esistono altre 12 uguali in giro per il mondo. La prima di questo genere fu acquistata a Brooklyn – al civico 770 di Eastern Parkway a Crown Heights – da una famiglia di ebrei ortodossi, i Lubuvitcher, con l’obiettivo di far sentire meno solo il rabbino Yoseph Yitzchak Schneerson, giunto negli Stati Uniti per sfuggire alle persecuzioni naziste. Con l’arrivo del rabbino, la sua casa-sinagoga divenne un punto di ritrovo e preghiera per altri fedeli come lui. La ricca famiglia Lubuvitcher decise quindi di aprire altre case 770 in giro per il mondo, così da far avere ad altri fedeli un luogo per incontrarsi. Altre copie si trovano negli Stati Uniti, in Israele, Canada, Brasile e Argentina.

Tutte le case hanno una forma molto simile: tre torrette realizzate con mattoni rossi e con il tetto a cuspide, l’ingresso principale sovrastato da un balcone a baldacchino e una fascia decorativa realizzata in marmo alla base della prima fila di finestre. La casa milanese ospita spesso eventi ed esposizioni artistiche inerenti alla tradizione dell’ebraismo chassidico. L’edificio di via Poerio, ristrutturato parzialmente negli Anni ’90, dispone di un giardino interno e una facciata ricca di decorazioni che rimandano alla Cabala ebraica.

# Chiesa di Santa Francesca Romana e le sue decorazioni meravigliose

Credits Milano Città Stato – Chiesa di Santa Francesca Romana

Per ammirare la chiesa di Santa Francesca Romana partendo dall’inizio di Via Melzo è necessario camminare in direzione via Bixio e girare a sinistra all’incrocio con Via Spallanzani. Una volta giunti su Via Regina Giovanna è necessario attraversare la strada e prendere la Piazza Santa Francesca Romana, che ospita la Chiesa. Questa è stata costruita tra il 1662 e il 1720 e consacrata nel 1748. Da un punto di vista architettonico presenta un’unica navata e delle piccole cappelle ai lati. La facciata principale, già oggetto di alcuni restauri nel corso dell’800 e del ‘900, è stata realizzata in stile dorico e corinzio. Sopra la porta centrale si trova un timpano. 

La Chiesa merita di essere vista non soltanto dall’esterno, ma anche internamente. Questa infatti presenta alcune decorazioni meravigliose realizzate dal pittore torinese Luigi Morgari, come l’intradosso della cupola navata, che rappresenta la Gloria di Santa Francesca romana. La Chiesa può essere visitata liberamente negli orari di apertura (dalle 7:30 alle 12 e dalle 15.30 alle 19 nei giorni feriali e dalle 7:30 alle 13 e dalle 15:30 alle 19 nei festivi).

# Residenza Carola e i tipici terrazzini con fioriere

Credits Redazione Milano Città Stato – Residenza Carola

Percorrendo pochi passi dall’inizio di Via Melzo partendo da Corso Buenos Aires e girando a destra al primo incrocio, è possibile ammirare la Residenza Carola, che si trova in Via Spallanzani 10.  Questo palazzo si distingue da quelli circostanti prevalentemente per i suoi terrazzi situati al primo piano, che ospitano meravigliose fioriere e delle caratteristiche finestre centinate.

# Via Melzo n. 36 e il terrazzo con le colonne

Credits Redazione Milano Città Stato – Via Melzo 36

Il civico numero 36 di Via Melzo si trova all’inizio della via ed è visibile appena arrivati da Corso Buenos Aires. Questo palazzo ospita al suo interno molte anime diverse: al piano terreno si trovano delle attività commerciali (Guess, Bikingdays) e l’accesso al condominio residenziale. Alzando lo sguardo, invece, è possibile ammirare la bellezza del palazzo. Sulla facciata del primo piano, per esempio, si trovano dei pregiati ornamenti che ricordano degli scrigni in marmo. Al piano superiore, invece, si trova un grande terrazzo con due colonne ai lati che affaccia su via Melzo.

Continua a leggere con: I palazzi più belli di corso Venezia

NICCOLÒ ELLENA

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Le STRADE di MILANO: da modello imitato in tutta EUROPA al “declassamento” con l’unità d’ITALIA

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Le percorriamo ogni giorno: sono le strade provinciali, statali e comunali. Ma in quanti sanno che questa classificazione nasce a Milano? E che è stata poi adottata in Gran Bretagna e Francia? Scopriamo come e perché Milano ha fatto scuola.

Le STRADE di MILANO: da modello imitato in tutta EUROPA al “declassamento” con l’unità d’ITALIA

# Le strade del Ducato sono così malmesse “da pregiudicare anche la purezza dell’aria dei circondari”

Corso Sempione – milano_scomparsa_o_quasi

La classificazione delle strade urbane ed extraurbane, in vigore ancora oggi, nasce a Milano nel 1777. Tutto si origina da uno stato di grande confusione. 

Gli avvicendamenti delle dominazioni straniere e la frammentazione del territorio lombardo, avevano trasformato il ricco cuore della Pianura Padana in un caos, incapace di esportare manifatture e prodotti agricoli per via del cattivo stato delle strade.

Nel 1706 la Lombardia diventa austriaca: l’impero eredita un Ducato in cui i mezzi a 4 ruote non riescono a circolare.
La nuova Giunta Governativa per Confini, Acque e Strade definisce l’urgenza di un intervento: le strade del Ducato sono così malmesse “da pregiudicare anche la purezza dell’aria dei circondari”.

Leggi anche: MOZART voleva venire a vivere a Milano. Ma Maria Teresa glielo impedì

# La nuova classificazione delle strade: regie, comunali e private, a seconda di chi deve curarne la manutenzione

Maria Teresa d’Austria – ilsussidiario.net

Fino a buona parte del 18° secolo si era privilegiata la comunicazione via acqua, trascurando le vie terrestri. La sorveglianza e la manutenzione delle strade è in mano ad autorità burocratiche note per la scarsa severità nei controlli: la conseguenza è che le strade sono in pessimo stato, inadeguate ai bisogni, impraticabili per vetture a quattro ruote e, talvolta, anche per i pedoni, se non addirittura indistinguibili dai torrenti.

Maria Teresa avvia la riforma del catasto e, contemporaneamente, ordina di ripristinare le vie di comunicazione dello Stato di Milano. Il progetto è di Francesco D’Adda e porta il nome di “Piano per lo sviluppo e la regolamentazione della viabilità“.
Appare chiaro che, prima di costruire nuove strade, è necessario ripristinare quelle già esistenti. Tutti i servizi vengono istituzionalizzati e gli interventi si trasformano da sporadici a sistematici. Le strade vengono perciò classificate in regie (o provinciali), sotto la tutela dello Stato e sono quelle che da Milano portano ai confini, comunali, della cui manutenzione sono responsabili i vari comuni. Infine le strade private, curate dai relativi proprietari.

Leggi anche: Le 7 LEGGENDE METROPOLITANE più famose di Milano

# L’esplosione del commercio e le “imitazioni” europee fino alla nuova denominazione napoleonica

Milano 1800 – milanofree.it

Maria Teresa abbatte prima le cattive leggi che ostacolano la crescita delle vie di comunicazione. Elimina poi i dazi interni che intralciano la libera circolazione delle merci. Il risultato della nuova organizzazione delle strade è l’esplosione delle esportazioni di prodotti agricoli e manifatturieri, che da Milano e dintorni riescono a viaggiare più velocemente e sempre più lontano.

Nel 1790 la Francia e nel 1811 la Gran Bretagna copiano il Piano Viabilità di Milano, introducendo il concetto asburgico di strade urbane ed extra urbane: la nuova classificazione diventa sempre più modello di funzionalità ed efficienza in tutti i paesi europei.
Anche quando la Francia di Napoleone conquista Milano nel 1804 mantiene la classificazione teresiana delle strade, cambiando solo la denominazione in strade Nazionali, Compartimentali e Comunali.

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# Il “declassamento” di Corso Sempione con l’unità d’Italia

Corso Sempione – milano_scomparsa_o_quasi

Con l’arrivo di Napoleone dopo il 1804 l’unica strada Nazionale di Milano è Corso Sempione, che collega la capitale del neonato Regno d’Italia a Parigi.
Contemporaneamente viene mantenuta la rigorosità asburgica, che impone agli Enti responsabili della manutenzione stradale di procedere con appalti pubblici, insieme al divieto di usare per altri scopi le somme stanziate per gli interventi sulla viabilità.

Con l’unità d’Italia risorgimentale, la viabilità viene riformata con 4 categorie: strade nazionali, provinciali, comunali e vicinali. Corso Sempione viene “declassato” da nazionale a comunale, per un tratto extraurbano diviene provinciale (oggi statale 33 del Sempione).
L’unica strada nazionale sul territorio dell’ex Ducato di Milano è, nel 1868, un tratto della Monza – Lecco, facente parte della SS 36 dello Spluga, ai tempi arteria di fondamentale importanza.

Continua la lettura con: 10 COSE in cui MILANO è rimasta AUSTRIACA

LAURA LIONTI

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La Basilica di SAN MARCO: il mistero del sogno dei TRE NUMERI MAGICI

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Chiesa di San Marco
Credit: piuturismo.it - Chiesa di San Marco

La prossima volta che passerete davanti alla Basilica di San Marco, non potrete fare a meno di ricordare ciò che sta per esservi raccontato.

La Basilica di SAN MARCO: il mistero del sogno dei TRE NUMERI MAGICI

I protagonisti di questa vicenda magico-fantastica sono il nonno dell’architetto milanese Paolo Mezzanotte, ideatore dell’ attuale sede della Borsa di Milano a Piazza Affari, e la celebre Basilica di San Marco nel cuore della città.

# Il sogno

La Vicenda, riportata da Paolo Mezzanotte in uno dei suoi volumi di itinerari sentimentali in giro per Milano, ha inizio con un sogno fatto da suo nonno Gaetano.

Era andata così: il padre (il bisnonno di Paolo) gli era apparso in sogno, spettrale in volto e con gli occhi spenti. Lo aveva condotto per un labirinto di stanze vuote fino a che non si era ritrovato nella Basilica di San Marco, insolitamente deserta. Poi lo aveva introdotto nella sacrestia e lo aveva fatto fermare di fronte ad una vecchia tela appesa alla parete. Il fantasma del padre aveva afferrato la cornice del quadro con una mano e lo aveva sollevato. Ed ecco la visione: sopra l’intonaco rovinato da una macchia rossa di ruggine, erano apparsi confusamente tre numeri. Il nonno aveva cercato affannato gli occhiali nella tasca per leggere le cifre, ma non fece in tempo a trovarli che si svegliò di soprassalto.

# La scoperta

Il signor Gaetano riuscì a resistere alla tentazione per due giorni, ma al terzo la curiosità ebbe la meglio. Si recò allora davanti alla Basilica di San Marco, vi entrò e raggiunse la sacrestia.

Qui era appesa una tela del Cinquecento, che credo esista ancora oggi, in cui è raffigurato un vecchio gentiluomo vestito di nero e dallo sguardo accigliato. Il signor Gaetano riconobbe nel quadro quello del sogno. Allora afferrò la cornice e sollevò la tela. Sul retro c’era un intonaco un po’ screpolato, una macchia rossa di ruggine e sopra questa si leggevano nitidamente tre numeri: 62,44,56…..

Interno cupola Chiesa di San Marco
Credit: milanoweekend.it – Interno cupola Chiesa di San Marco

La prima cosa che fece il nonno fu giocare quel terno per due sabati consecutivi, ma questi non uscirono sulla ruota di Milano. Il terzo sabato non giocò perché trovo il botteghino chiuso e il lunedì successivo, passandoci davanti, rabbrividì vedendo che i tre numeri erano effettivamente usciti.

Era solo un sogno

Il nonno, raccontando la triste fine della vicenda a degli amici, fu garbatamente preso in giro. Per non essere trattato da cialtrone, decise allora di portare gli amici a vedere di persona quei numeri sulla parete. Entrati nella chiesa e raggiunto il quadro nella sacrestia, il nonno afferrò la cornice della tela, la sollevò, ma sulla parete nessun numero. Solo intonaco scrostato e la macchia rossa di ruggine.

I tre numeri erano scomparsi così misteriosamente come erano apparsi. La storia di Gaetano Mezzanotte finisce tristemente in questo modo, ma, chissà, forse un giorno qualche milanese li vedrà ricomparire.

Continua la lettura con: San Calimero e il pozzo più magico di Milano

LETIZIA DEHO’

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Milano è la prima città ITALIANA per PRODUZIONE AGRICOLA

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Milano è la seconda città agricola d’Italia, con i 2.900 ettari coltivati su 18mila di superficie totale. Ed è prima per produzione: se si dà uno sguardo alla Produzione Lorda Vendibile (Plv), la produzione animale incide per quasi il 60% del totale. Ma quali sono i prodotti del territorio?

# I tipi di prodotti

La produzione di latte è pari al 37,7%, quella di carne al 19,2% (prevalenza di carne bovina pari al 9,1%).
La produzione vegetale è pari al 40,1% del totale con una prevalenza di cereali (20,9%): primo il mais, seguito dal riso.

Le aziende agricole attive nella città metropolitana sono circa 2.370 (Istat).

Continua la lettura con: I quartieri poveri di Milano erano quelli a Sud

MILANO CITTA’ STATO

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La TEMPESTA di MILANO: le immagini (foto e video)

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Ph. Paolo Venturini

Una notte così non ce la dimenticheremo. La gallery delle foto e dei video.

Fotogallery “Il risveglio di Milano”:

 

Video:

MILANO CITTA’ STATO

Alla scoperta di MUGGIANO, il borgo più estremo di Milano

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Muggiano. Credits: @milanonatura_ IG

Muggiano è  un piccolo borgo milanese di 3000 anime confinante con Cesano Boscone, Cusago, Settimo Milanese e Trezzano sul Naviglio.

Alla scoperta di MUGGIANO, il borgo più estremo di Milano

# Le origini del nome

Modius era il nome romano dell’assegnatario di terreno in cui oggi sorge il quartiere.  Modianus indicava un insediamento di coloni localizzato in quel luogo. Il nome con successive modifiche diventò quello attuale di “Muggiano”.

Veduta area di Muggiano
Veduta area di Muggiano

# “Il Baggio di Baggio”

Muggiano, come tanti altri borghi o quartieri di Millano, era un comune autonomo con le sue piccole frazioni di Guascona e Guasconcina: fu inglobato nel 1869 da Baggio, con cui confinava a nord-est, all’epoca anch’esso comune autonomo.

Baggio nel 1923 fu assorbito dal Comune di Milano ed è a oggi uno dei quartieri più esterni e distanti dal centro città andando verso ovest e ha quindi lo stesso rapporto che Muggiano aveva con Baggio, per questo Muggiano è detto il Baggio di Baggio.

# Dalle cascine alla metropolitana

Cascina Guascona a Muggiano
Credits: wikipedia.org – Cascina Guascona a Muggiano

Fino agli anni ’90 il quartiere era caratterizzato da campi agricoli e cascine, come Cascina Guascona  e la Guasconcina di origine medievale. Solo nell’ultimo decennio ha visto un aumento della popolazione grazie alla costruzione di una nuova porzione di abitato, anche se le colture di mais e riso ricordano ancora la natura prettamente agricola del luogo.

Linea rossa verso Bisceglie
Linea rossa verso Bisceglie

A livello di connessioni l’unica strada che collega il borgo con il resto della città è via Mosca, mentre uno svincolo posto nelle vicinanze del quartiere lo collega alla tangenziale Ovest di Milano.

Ad oggi sono una linea di autobus costituisce l’offerta di trasporto pubblico, in attesa della futura costruzione di un nuovo deposito della linea rossa M1 funzionale al prolungamento della linea fino a Baggio e quindi a servizio anche di Muggiano.

Continua la lettura con: Io vivo felicemente a Baggio

FABIO MARCOMIN

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100 ANNI fa: così i nostri ANTENATI più VISIONARI immaginavano il MONDO di OGGI

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Credits imprenditore.it - Tetti sopra le città

Chissà cosa ci consentiranno di fare le scoperte tecnologiche fra 100 anni? Un secolo fa inventori e visionari hanno invece provato ad immaginare come sarebbe stato vivere oggi. Qualcosa lo hanno quasi azzeccato. 

100 ANNI fa: così i nostri ANTENATI più VISIONARI immaginavano il MONDO di OGGI

# Autobus balena, il sommergibile a trazione naturale

Credits imprenditore.it – Autobus balena

Partiamo dagli autobus balena, probabilmente la soluzione di trasporto più incredibile, per spostare le persone sotto l’acqua come un servizio di linea. Concettualmente l’idea si potrebbe avvicinare ai sommergibili anche se trainati da forza motrice naturale. 

# Un tetto sopra la città: c’è chi poi lo ha progettato

Credits imprenditore.it – Tetti sopra le città

A volte, specie nelle giornate d’inverno, sembra che sopra Milano ci sia un tetto grigio che nasconde il cielo. In realtà si tratta di un’idea di un secolo fa. Per proteggere le città dagli agenti atmosferici i visionari di un secolo fa avevano immaginato la costruzione di veri e propri tetti, come quelli di una casa. Un’idea di questo tipo era venuta negli anni ’60 a Richard Buckminster Fuller e Shoji Sadao: il loro progetto prevedeva una cupola di vetro di più di tre chilometri di diametro che avrebbe dovuto coprire Midtown Manhattan per regolarizzare il clima e diminuire l’inquinamento. Avrà luogo nel prossimo secolo?

Leggi anche: Le INFRASTRUTTURE MAI REALIZZATE più incredibili del mondo

# Le cuffie per le scuola: realizzata con i walkman

Credits imprenditore.it – Cuffie per la scuola

Tra le cose più bizzarre ci sono le cuffie per gli studenti per ascoltare, invece che leggere, i testi dei libri. Per la verità qualcosa di simile viene utilizzato da milioni di persone oggi, l’audiolibro. Non solo: ormai le cuffie per ascoltare musica o telefonate sono ormai diffuse in tutto il mondo. Il primo passo sono stati i walkman negli anni Ottanta. 

# I marciapiedi tapis roulant: un’altra idea per risolvere la mobilità nelle città?

Credits imprenditore.it – Marciapiedi mobli automatici

I moderni tapis roulant sono quello che più possono essere comparati ai marciapiedi mobili automatici, anche se allora si prevedeva che ci si potesse spostare comodamente seduti su delle panchine tra le vie delle città.

# Le macchine per far piovere

Credits imprenditore.it – Macchine per il controllo del tempo

L’uomo che prende il sopravvento della natura o meglio delle condizioni climatiche. Non si è ancora riusciti in larga scala a replicare una vera macchina per il controllo del tempo ma esperimenti riusciti ci sono già da anni. In Russia e in Cina utilizzano ad esempio sistemi in grado di far piovere o al contrario di impedire la pioggia. C’è anche chi ipotizza l’utilizzo di scie chimiche per alterare le condizioni atmosferiche ma ancora non ci sono dati che lo confermino. 

# Palloni volanti 

Credits imprenditore.it – Palloni ad aria compressa personali

Un secolo fa si pensava che il cielo sarebbe stato molto più affollato. Ad esempio si immaginavano dei palloni areostatici ad uso personale. Anche se non ci sono, è possibile salire a bordo sia di mongolfiere che di dirigibili per volare lentamente sospesi nell’aria.

# Taxi volanti

Credits imprenditore.it – Taxi volanti

Qui ci hanno azzeccato in pieno. I taxi volanti sono realtà da qualche anno: sono già stati numerosi i test effettuati soprattutto in città come Dubai, dove infatti si punta ad avere entro il 2030 il 25% dei trasporti con questi mezzi. Si è addirittura andati oltre l’immaginazione di un secolo fa dato che la guida è autonoma, quindi senza conducente. A Milano potrebbero entrare in servizio per le Olimpiadi Invernali 2026.

Leggi anche: I TAXI VOLANTI a Milano: questo il loro PERCORSO

# Videotelefono

Credits imprenditore.it – Videotelefono

Un oggetto entrato nell’uso quotidiano è il videotelefono, meglio conosciuto come smartphone, molto più comodo di come era stato idealizzato, ad esempio senza l’utilizzo di un filo, e soprattutto con molte più funzioni. In questo caso la realtà ha superato la fantasia. 

Fonte: imprenditore.it IG

Continua la lettura con: VISIONI della MILANO del FUTURO: città SUPER GREEN o APOCALITTICA?

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Wall of Dolls: il MURO delle BAMBOLE e il messaggio che pochi conoscono

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Ph. @la_lanteri IG

Nato come installazione artistica e divenuto simbolo contro i femminicidi e la violenza sulle donne, il Muro delle Bambole (in inglese Wall of Dolls) di Via De Amicis 2 ha acquisito tanta notorietà da diventare un modello di sensibilizzazione anche in altre città.

Wall of Dolls: il MURO delle BAMBOLE e il messaggio che pochi conoscono

# L’idea di Jo Squillo anni prima del #meetoo

Credits ragazzi__di__strada IG – Kandeggina Gang e Jo Squillo

Nel 2013 l’artista, cantante e conduttrice televisiva Jo Squillo ebbe l’idea di un’installazione artistica del tutto particolare per simboleggiare la sofferenza delle donne di fronte alla violenza: una griglia appesa ad un muro cittadino su cui affiggere foto di alcune delle vittime e bambole in stoffa, sul modello delle classiche pigotte. Alla realizzazione dell’installazione diedero il loro supporto 50 stilisti, 20 artisti e 30 associazioni no profit. In particolare le allieve della sartoria meneghina della Scuola San Giusto si impegnarono a realizzare un buon numero di bambole.

La scelta dell’artista di non chiudere l’opera in un museo, ma farla vivere in un luogo pubblico è stata voluta sin dall’inizio: portare le persone che passano e guardano a chiedere e quindi a riflettere sull’impegno da esercitare, quotidianamente, contro i femminicidi e la violenza.

# Il messaggio: Educazione Sessuale e Sentimentale nelle scuole

L’intento dell’installazione di Jo Squillo è duplice: simboleggiare la sofferenza e la tenacia di fronte alla violenza di decine e decine di vittime femminili ogni anno, ma anche lanciare un appello alle istituzioni. Come ha affermato l’artista: “L’iniziativa vuole mandare un messaggio ed un appello al Ministro dell’Istruzione per l’introduzione nelle scuole dell’ora di Educazione Sessuale e Sentimentale, perché solo con un cambio culturale si può fermare il Femminicidio”

# Milano apripista per i Wall of Dolls nel mondo

wall of dollsTra le prime città ad allestire un muro delle bambole, Milano ha fatto da modello di sensibilizzazione anche per altre città: tra i Wall of Dolls più noti vi è quello di Venezia, inaugurato da Donatella Versace in marzo 2019.

Continua la lettura con: Perché le porte di Milano si chiamano così?

LETIZIA DEHÒ

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Lo SCANDALO TAXI in ITALIA: se è servizio pubblico, le licenze devono essere LIBERE

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Coda per i taxi in Centrale - ph. @giannirivieccio IG

A Milano ci sono 4.855 taxi. Un numero pressoché stabile nonostante i turisti in città siano passati da 2 a 10 milioni portando Milano nella top 10 continentale. Si tratta di 37 taxi ogni 10.000 abitanti. Le cose non vanno meglio a Roma, dove i taxi sono appena 24 ogni 10.000 abitanti. Risultato? Città in tilt, soprattutto negli orari e nelle condizioni meteo in cui proprio i taxi servirebbero di più

Lo SCANDALO TAXI in ITALIA: se è servizio pubblico, le licenze devono essere LIBERE

Ph. IgorSaveliev

# Milano: boom di turisti

Per capire la situazione folle che siamo costretti a vivere basta qualche confronto con le città europee con cui Milano compete a livello di turismo. Superando i 10 milioni di presenze, Milano è entrata tra le top 10 europee per numero di turisti, precedendo anche dei mostri sacri come Berlino. Turisti che si ritrovano spesso a lottare con i residenti per trovare un taxi. Un problema che accomuna Milano alla grande malata nella mobilità internazionale: Roma. Ma vediamo qualche numero per capire l’assurda situazione italiana. 

Leggi anche: Milano nella top 10 del turismo in Europa

# Milano e le altre: in rapporto alla popolazione Barcellona ha tre volte i taxi di Milano

Aspettando il taxi… – ph. @daoz_vascolizzata
IG

A Milano ci sono 4.855 taxi. Numero pressoché stabile da molti anni, nonostante che nello stesso periodo i turisti in città siano passati da 2 a 10 milioni. Si tratta di 37 taxi ogni 10.000 abitanti. A Roma le cose vanno perfino peggio, come tra l’altro può provare chiunque attivi alla Stazione Termini: 24 taxi ogni 10.000 abitanti. 

Guardiamo invece le classiche città con cui Milano tende a misurarsi. A Parigi i taxi sono oltre 20.000, a Barcellona sono oltre 10.000, pari a 99 ogni 10.000 abitanti in proporzione sono tre volte quelli di Milano. 

Prendiamo infine Londra: sono 21.300, pari a 83 ogni 10.000 abitanti. Può sembrare solo più del doppio che a Milano, ma fermi. Londra ha liberalizzato i servizi di trasporto privato che sono pari a 87.410, portando il rapporto per 10.000 abitanti a circa 300!

# 1.000 non bastano: le licenze vanno date a chiunque ne abbia i requisiti

Coda in attesa di un taxi alla Stazione Termini di Roma – @romafaschifo

Di fronte alle difficoltà le principali amministrazioni delle grandi città, in primis Milano e Bergamo, stanno facendo richiesta per aumentare le licenze. Il sindaco ne chiede altre 1.000. Ma Regione e Governo fanno orecchie da mercante. Eppure è perfino poco. Perché si tratta di un servizio pubblico: se è servizio pubblico come può essere invece una rendita corporativa?

Servizio pubblico significa servizio pubblico. Punto. Significa dare la precedenza alle esigenze del pubblico rispetto a chi fornisce il servizio. Se il servizio presenta un numero insufficiente di operatori, si deve aumentare il loro numero. Facendo come in qualunque grande città del mondo dove le licenze o non esistono o vengono rilasciate a tutti coloro che hanno i requisiti. 

In questo modo il servizio pubblico può essere tale, si può fare fronte ai problemi di mobilità sempre più assillanti a Milano e a Roma, si può dare lavoro a molte più persone, si può arrivare a un livello civile per residenti e turisti. 

Aspettando il taxi… ph. @gianluca.giannini
IG

Continua la lettura con: “Mi spiace è troppo vicino”. Il rifiuto del taxi

ANDREA ZOPPOLATO

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I NOMI più CORRETTI che si dovrebbero dare alle FERMATE della METRO

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Credits Urbanfile - Mappa con nuove stazioni metropolitane

La storia di una città non si cancella solo demolendo antichi quartieri e borghi, ma anche non ricordando la memoria dei luoghi che non ci sono più. Perchè non farlo partendo dalle metropolitane? Questa la suggestione del blog Urban File.

I NOMI più CORRETTI che si dovrebbero dare alle FERMATE della METRO

# I nomi ideali alle stazioni della metro per ricordare la storia e i luoghi della città

Credits Urbanfile – Ca Granda Pratocentenaro

La storia della città è stata in parte cancellata e se non viene ricordata in qualche modo rischia di perdersi per sempre. Perchè non farlo iniziando dalle stazioni della metropolitana? L’idea è venuta ad un gruppo di appassionati di storia milanese, tra cui Roberto Schena, Giorgio Uberti, Riccardo Tammaro, che hanno coinvolto Roberto Arsuffi di Urbanfile nella redazione di un dossier con in nomi delle le fermate da correggere o da rinominare come nel caso delle future stazioni di M4 da aprire e della futura linea M6 se verrà realizzata.

Credits Urbanfile – Mappa con nuove stazioni metropolitane

Linea per linea, con il supporto di una mappa, andiamo a quindi scoprire come potrebbero cambiare i nomi delle stazioni:

# Linea M1

Credits Urbanfile – De Angeli Maddalena
    • AMENDOLA BOLLA: al riferimento al politico Gianni Amendola dovrebbe aggiungersi Bolla, per ricordare la quattrocentesca cascina Bolla, la casa di Leonardo da Vinci a Milano
  • BANDE NERE MOLINAZZO: il secondo nome da affiancare al condottiero italiano del Rinascimento Giovanni delle Bande Nere potrebbe esserci quello di Molinazzo, il grande cascinale del quale rimane solo l’antica chiesetta di San Donato
  • BISCEGLIE SELLA NUOVA: in questo caso il secondo nome di Sella Nuova si riferirebbe all’antico comune poi frazione di Baggio e infine inglobato a Milano
  • BONOLA TRENNO: accanto all’esploratore ci sarebbe da aggiungere il nome del territorio dove è stata realizzata, il celebre parco di San Siro
  • CONCILIAZIONE PORTA MAGENTA: il secondo nome ricorderebbe uno dei due nomi di Porta Vercellina, presente nella vicina piazzale Baracca
  • DE ANGELI LA MADDALENA: Piazza de Angeli prende il nome da Ernesto de Angeli, tra i proprietari della vicina industria de Angeli Frua ubicata nel territorio che un tempo era il borgo della Maddalena
  • INGANNI LA CRETA: il secondo nome si riferisce all’area della cascina La Creta attraversata da Via Inganni
  • URUGUAY GALLARATESE: essendo alle porte del territorio del Gallaratese potrebbe aggiungere questo nome
  • WAGNER SAN PIETRO IN SALA: al nome del celebre compositore e musicista tedesco andrebbe aggiunto lo storico borgo scomparso di San Pietro in Sala
  • PRIMATICCIO ARZAGA: oltre al pittore e architetto del 1500 si potrebbe mettere il nome della cascina/borgo Arzaga demolita negli anni ’60
  • PAGANO PORTA VERCELLLINA: il giurista, filosofo, politico Francesco Mario Pagano potrebbe essere affiancato dal nome del territorio in cui si trova la stazione, Porta Vercellina

# Linea M2

Credits: wikipedia.org -Linea M2
  • PIAZZA ABBIATEGRASSO CHIESA ROSSA ma anche FONTEGGIO: dopo l’aggiunta del nome di Chiesa Rossa dovrebbe chiamarsi anche Fonteggio per riferirsi al nome del borgo di cascine nei pressi di Santa Maria alla Fonte, la Chiesa Rossa
  • FAMAGOSTA BARONA o CASCINA MONTEROBBIO: il primo nome alternativo si riferirebbe al quartiere, il secondo aun’antica cascina a poche centinaia di metri dalla stazione
  • UDINE ROTTOLE: il secondo nome in questo caso si riferisce alla frazione di Milano e dei Corpi Santi di Porta Orientale, annullato da altri nomi e dimenticato da tempo
  • ROMOLO MONCUCCO: il nome di Moncucco richiamerebbe la storica stazione Moncucco ancora esiste ma dimenticata da chi scelse il nome
  • ROVERETO GRECO o PASQUEE: qui la scelta può ricadere su Greco, il quartiere in cui trova la fermata, oppure Pasquee che rimanda al nome storico dell’area di Pasquee di Seveso, una frazione di Greco Milanese
  • PIOLA CITTA’ STUDI: per questa fermata l’aggiunta potrebbe essere quella di Città Studi, dato che la stazione si trova propria all’interno del distretto universitario. 

# Linea M3

Credits Urbanfile – Brenta Gamboloita
  • BRENTA GAMBOLOITA: al fiume veneto si potrebbe affiancare quello di Gamboloita per ricordare che la fermata si trova nel vecchio territorio della Cascina Gambolòita
  • LODI TIBB SCALO ROMANA: in questo caso di potrebbe cambiare il nome in Scalo Romana, visto la sua posizione, oppure aggiungere al nome Lodi TIBB. 
  • SONDRIO MAGGIOLINA: oltre a richiamere il nome del viale, si potrebbe aggiungere quello del quartiere in cui è stata realizzata la stazione, Maggiolina
  • ZARA MOJAZZA: la stazione di Zara M3 è situata nei pressi dello storico cimitero dell’Isola, la Mojazza, pertanto si potrebbe affiancare anche questo nome.

# Linea M4

Credits Urbanfile – Susa-Acquabella
  • REPETTI CAVRIANO la stazione avrebbe dovuto chiamarsi Quartiere Forlanini, cambiata in Repetti per gli utenti con la vicina stazione Forlanini FS, ma essendo nel territorio di Monluè da un lato e quello di Cavriano dall’alltro, avrebbe potuto chiamarsi Cavriano o Cavriana
  • TRICOLORE PORTA MONFORTE: una delle due ultime stazioni aperte della M4 potrebbe aggiungere al nome di Tricolore anche quello di Porta Monforte, il nome storico della zona 
  • SUSA ACQUABELLA: lo stesso discorso vale per la fermata Susa che si trova sul territorio dove un tempo c’erano le cascine dell’Acquabella
  • CALIFORNIA VEPRA: al posto dell’iniziale Foppa, troppo generico, la scelta è ricaduta su California, ma si poteva optare per Vepra, l’area in cui si trova la stazione e dove c’è una  piccola strada che ne porta il nome
  • CONI ZUGNA SAN VITTORE: qui siamo a due passi dal Carcere di San Vittore e dalla Basilica, quindi il nome San Vittore potrebbe essere quello più appopriato
  • FRATTINI LORENTEGGIO: dato che sono diverse le stazioni lungo la via Lorenteggio, almeno una stazione potrebbe portarne un riferimento
  • TOLSTOJ SAN PROTASO: questa fermata si trova proprio al centro dell’antica cascina San Protaso, proprio al centro della strada era rimasta traccia del piccolo oratorio, e sarebbe sensato ricordarlo 
  • SEGNERI GIAMBELLINO: in questo caso sarebbe opppurtono inserire il nome di Giambellino visto che la stazione si trova all’interno di questi famoso quartiere popolare.

# Linea M5

Credits Urbanfile – Istria Montalbino
  • MARCHE MIRABELLO: a Viale Marche si potrebbe aggiungere quello di Villa Mirabello, la vicina e stupenda dimora di campagna del 1400.
  • ISTRIA Montalbino o Villaggio dei Giornalisti: il territorio in cui è stata realizzata la stazione era quello di Montalbino da un lato e del Villaggio dei Giornalisti dall’altro
  • CENISIO Ghisolfa o Simonetta: le alternative in questo caso possono essere due nomi, uno riferito a Villa Simonetta e l’altro all’antico Borgo poco più a nord della storico e discussa villa
  • DOMODOSSOLA FN Sempione: per questa stazione sembra doveroso un riferimento alla zona di Corso Sempione
  • LOTTO San Siro alla Vepra: per Lotto sarebbero le stazioni della linea M1 e M5 a dover cambiare nome. Al pittore del ‘500 andrebbe aggiunto San Siro alla Vepra per richiamare sia l’origine del quartiere che per ricordare la cappella trecentesca nei pressi del torrente Vepra, oggi Olona
  • SEGESTA BRUSADA: in aggiunta alla città siciliana questa fermata portebbe ricordare il territorio della cascina detta La Brusada, a pochi  metri dalla stazione ma in stato di abbandono.

# Linea M6

Credits metromilano – Nuova M6

Anche per la futura M6 sono state suggerite delle integrazioni ai nomi delle fermate. Taliedo a quella di Zama, Boffalora a quella di Cuoco, Vigentino a quella di Fatima, Selvanesco a quella di Ferrari e Conca Fallata a quella di Cartiera Binda.

Fonte: Urbanfile

Continua la lettura con: CADORNA, dove c’è una STAZIONE ci sarà una FORESTA URBANA

FABIO MARCOMIN

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Le PASTICCERIE CREATIVE per i più GOLOSI di Milano

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Credits: @marlapasticceria Marlà

Le pasticcerie milanesi dove gusto, tradizione e innovazione si incontrano.

Le PASTICCERIE CREATIVE per i più GOLOSI di Milano

#1 Marla’ in zona Porta Romana, una boutique del dolce

Credits: @marlapasticceria
Marlà

All’interno sembra un laboratorio ma una volta oltrepassata la soglia, gli occhi restano incollati all’esposizione posta lungo il bancone ad angolo in cui troverete la pasticceria con paste e mignon e poco oltre le meravigliose offerte per la prima colazione. Qui la vista quasi si appanna, il cervello perde lucidità per tanta vastità di offerta e di gusti tra croissant semplici o gonfi di cioccolato oppure di crema. Ma io mi faccio forza e decido di gustare, tra i dolci regionali, i cannoli di ricotta e le iris con ricotta e cioccolato. E di colpo rinsavisco. Non manca qualche proposta salata. Godetevi la vostra pausa all’interno o nel gradevole dehor esterno. Nel fine settimana si trova un po’ di fila ma ne vale veramente la pena.

Indirizzo: Corso Lodi, 15

#2 Adolfo Stefanelli, la pasticceria di design con torte super colorate

Credits stefafood IG – Adolfo Stefanelli

Il locale è di design, elegante e molto spazioso all’interno, qualche tavolo anche all’esterno della pasticceria. Anche qui bisogna fare un po’ di fila specie nel fine settimana. Il mertio è della vastissima proposta di dolci tra croissant, mignon e torte coloratissime. Tra tutte queste meraviglie, spiccano sicuramente i dolci al cioccolato e i pasticciotti pugliesi, ma sono molte le proposte di specialità dolciarie regionali. Nutrita anche la proposta del salato tanto è vero che è possibile fare aperitivo con tante proposte tutte sfiziose.

Indirizzo: Viale Premuda, 12 e Via Molino delle Armi, 23

#3 Sissi, colazione in un giardino da fiaba con croissant traboccanti di crema

Credits mymilanofood – Sissi

Se volete entrare in un giardino da fiaba entrate qui da Sissi. Il locale vi accoglie con un bancone di prelibatezze dolci e salate per poi proseguire, dopo alcuni tavolini, in un giardino incantevole dove poter gustare la propria colazione. Eccezionali i dolci traboccanti di crema e da non perdere le brioche salate farcite con prosciutto. I croissant per la colazione sono farciti al momento ed eccellenti sono pure i cannoli alla ricotta. E vista la calura di questi giorni, perché non approfittare di una fresca ed invitante granita siciliana? Qui viene declinata in molti gusti compresi quelli classici al limone o al caffè 

Indirizzo: Piazza Risorgimento, 6

Leggi anche: La BRIOCHE più BUONA di Milano si trova qui

#4 Pasticceria Antica Sicilia, dai cannolli alla pasta con le sarde 

Credits ___s.drino___ IG – Pasticceria Antica Sicilia

Pasticceria antica Sicilia in via Matteucci è una pasticceria caffetteria che propone i classici dolci siciliani come cannoli, biscotti alle mandorle ma anche le famose granite, dai gusti più disparati da accompagnare rigorosamente con la brioche col tuppo. Da non perdere le sfiziosità salate: qui si può fare anche aperitivo per cui non si può fare a meno di assaggiare gli arancini/e o le cartocciate ossia una sorta di morbido calzone ripieno tipico dello street food catanese. Non mancano proposte vegetariane e vegane e nemmeno la possibilità di fermarsi in pausa pranzo magari per un piatto di pasta con le sarde o per le bombe fritte ripiene di prosciutto.

Indirizzo: Via Matteucci, 4

#5 Marotin, la pasticceria dall’atmosfera parisienne

Credits marotin_milano IG

Marotin é una pasticceria con ampio dehor esterno mentre all’interno essa è suddivisa in un locale al piano terra e l’altro in un soppalco. L’atmosfera un po’ parisienne, offre una vetrina ricca di mille sfiziosita tra biscotti, torte, pasticcini o confezioni regalo. Un luogo intimo dove gustare un ottimo cappuccino per la prima colazione oppure, perché no, rilassarsi tra le gustose prelibatezze salate per un aperitivo serale tra amici.

Indirizzo: Via Archimede, 59

Leggi anche: Due nuove “TRE TORTE” sono di Milano: le tre PASTICCERIE PREMIATE

#6 Gelsomina pasticceria, la regina dei maritozzi

Credits carlotta_sg_ IG – Gelsomina Pasticceria

Gelsomina pasticceria con sede sia in via Fiamma che in via Tenca, ha fatto del maritozzo il suo tratto distintivo: gonfio e traboccante di panna, viene offerto anche nella golosissima versione al pistacchio. Ci sono anche altre prelibatezze come la girella al cioccolato o il cannolo siciliano e c’è pure la possibilità di fare pausa pranzo o ancora l’aperitivo, perché questo è un luogo da frequentare in qualsiasi momento della giornata, tra tavoli di legno, ceramiche e sedie in ferro battuto in un ambiente accogliente e familiare.

Indirizzi: via Carlo Tenca 5, via G. Fiamma 2

Leggi anche: I 4 LOCALI più “SEGUITI” di Milano

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ALESSANDRA GURRIERI

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IL CASORETTO, il quartiere a forma di CASA che ha segnato la storia di MILANO del NOVECENTO

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Un po’ come per “il Carlo”, “la Francesca” o “lo Stefano”, in Milanese ci si mette l’articolo: è dunque il Casoretto (o, per i puristi, ‘l kazuˈrɛt) – e diventa subito uno di famiglia.

Il Casoretto è il quartiere di Milano che si sviluppa intorno all’omonima via, incastonato tra Lambrate, Città Studi, Cimiano, Rottole e Loreto. Se lo cercate su Maps vedrete che i confini ricordano la forma di una casetta.

IL CASORETTO, il quartiere a forma di CASA che ha segnato la storia di MILANO del NOVECENTO

 

casoretto
L’Abbazia del Casoretto vista dall’omonima via

# Il quartiere della lotta politica

A livello urbanistico è un quartiere relativamente recente, che inizia a svilupparsi a inizio ‘900. Prima lì c’erano solo campi coltivati e qualche cascina… o quasi, perché la Chiesa di Santa Maria Bianca della Misericordia – l’Abbazia del Casoretto, per gli amici – era invece lì da oltre 400 anni: aveva già visto passare tra i suoi chiostri artisti come il Pisanello e il Bergognone, ma anche Carlo Borromeo, in seguito canonizzato, che vi avrebbe soggiornato per un periodo.

Per molti il Casoretto è sinonimo di lotta politica. Nel 1975 è soprattutto l’apertura del centro sociale Leoncavallo che porta il quartiere a essere frequentato anche da residenti di altre zone di Milano. Sempre negli anni Settanta, una serie di episodi violenti a sfondo politico scuote il quartiere. Il Casoretto è infatti teatro dell’assassinio dell’avvocato Enrico Pedenovi, militante del MSI, e di Fausto e Iaio, giovani frequentatori del Leoncavallo che indagavano sul traffico di droga nel quartiere. A loro è oggi dedicato l’unico fazzoletto di verde del Casoretto.

casoretto (piazza Aspromonte) Fonte: Urban File (c)
casoretto (piazza Aspromonte) Fonte: Urban File 

Se questi eventi tragici sono ancora noti alla maggior parte dei residenti, forse non tutti sanno che, ancora prima, sono state soprattutto le donne a fare la storia politica del Casoretto. Le insegnanti dell’Istituto Caterina da Siena, la scuola di professionalizzazione femminile fondata nel quartiere nel 1912, giocarono infatti un ruolo di rilievo nella resistenza al regime fascista. Già negli anni Trenta, il personale dell’Istituto organizzò numerose attività antifasciste all’interno della scuola, partecipando poi attivamente alla Resistenza partigiana e dando vita in particolare a un Gruppo Difesa della Donna. Potrebbero sembrare giusto degli aneddoti, ma si tratta di simboli di un impegno civico e democratico che è importante tenere vivo ancora oggi, come ha recentemente ricordato la stessa direzione dell’Istituto in risposta alle scritte neofasciste apparse all’ingresso della scuola nell’aprile 2019.

# Le due anime del quartiere

Credits: Comune di Milano – MM . Rendering del progetto

Certo, il Casoretto non è mai stato una zona turistica (per quanto nasconda anche dei gioiellini architettonici). Eppure è tutt’oggi un quartiere che ben rappresenta le due anime di Milano, solo apparentemente in contraddizione. Da un lato, il Casoretto cambia coi tempi: oggi potete fare una spesa intercontinentale allo Shila Minimarket, comprare caramelle alla cannabis al distributore automatico Jardines, o fare una pausa all’Upcycle, primo “bike bistrot” d’Italia. Dall’altro, alcune cose restano: in piazza Durante resiste ancora un telefono pubblico, non lontano da un negozio di vinili e una bottega di restauro; alcuni giovani si impegnano per ridare vita al cinema parrocchiale, mentre la trattoria Mirta si specializza in cucina tipica italiana e il ristorante Al’Less in bolliti e bagnomaria.

Insomma, vale la pena di fare un altro giro al Casoretto. Visto il periodo, tra l’altro, se vi sbrigate fate forse ancora in tempo a passare al panificio Danelli e ordinare un buon panettone artigianale!

Continua la lettura con: Bovisa, 10 motivi per visitare il quartiere più cinematografico di Milano

MILANO CITTÀ STATO

Articolo originale del 28 dicembre 2019

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