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Le MONTAGNE più BELLE nei dintorni di MILANO

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Monte Generoso

Con l’arrivo del caldo estivo, non c’è niente di meglio di una bella passeggiata sulle montagne per ammirare il mondo dell’alto. Ecco quali sono le più belle nei dintorni di Milano e cosa si può osservare una volta arrivati sulla vetta.

Le MONTAGNE più BELLE nei dintorni di MILANO

# Resegone

Credits Vale.platty IG – Resegone

Il Resegone, conosciuto anche come Monte Serranda, è parte delle Prealpi Orobie e si trova al confine tra Lecco e Bergamo. Il nome di questo monte trae origine dal termine lombardo resegun, ossia “grande sega“, poiché le sue nove punte ricordano la forma dell’oggetto. La vetta più alta del Resegone raggiunge 1.900 metri, tuttavia, per godere di una bella vista, non è necessario arrivare fino in cima. Può essere scalato sia seguendo i percorsi adibiti al trekking, sia prendendo una delle vie ferrate. Uno dei percorsi più popolari, per chi ama passeggiare, è il sentiero 16-17, che parte da Morterone e richiede circa 2 ore per essere completato. In alternativa, è possibile scegliere il sentiero 1, che parte da Versasio (LC), dove si trova la funivia. Per completare questo tracciato servono circa 3 ore e, dato il dislivello di 1.265 metri, è meglio arrivare con un po’ di allenamento alle spalle. Se si desidera percorrere una via ferrata, è possibile prendere la famosa e caratteristica Ferrata del Centenario, nota per essere la più antica della Lombardia. Per raggiungerla è necessario lasciare la macchina nel parcheggio della funivia che porta al Piano d’Erna (LC), salire con la funicolare fino al percorso 5 e, infine, seguire le indicazioni prima per Passo Fò e poi per la Ferrata del Centenario. Una volta giunti in prossimità della cima si trova il Rifugio Luigi Azzoni (1.860 metri), che offre una vista meravigliosa su Lecco, Bergamo e le Alpi. Il rifugio è aperto ogni giorno in estate e nei fine settimana durante l’inverno. Al suo interno sono disponibili 18 posti letto. Lungo la strada, comunque, si trovano anche altri rifugi, in caso si cerchi ristoro. Alcuni esempi sono il Rifugio Resegone (Brumano, 1.264 metri), Antonio Stoppani (Costa, 890 metri), Marchett (Piani d’Erna, 1.248 metri) e la Capanna Alpinisti Monzesi (Passo del Fo’, 1.170 metri).

# Monte San Salvatore

credits marcvd4en IG – vista dal Monte San Salvatore

Il Monte San Salvatore si trova nel Canton Ticino ed è raggiungibile da Milano in un’ora di macchina. Ci sono due modi per arrivare sulla vetta che si trova a 912 metri: il primo è attraverso la funicolare costruita nel 1890 che si trova a Paradiso, un comune nel distretto di Lugano. Il secondo è attraverso la via ferrata, riservata agli scalatori esperti e attrezzati. La funicolare si trova a circa 500 metri dall’autostrada (E35 A2) Lugano Sud oppure a 5 minuti dalla stazione FFS di Paradiso. Nelle sue vicinanze si trova anche un grande parcheggio, dove è possibile lasciare la propria automobile.

La funicolare è attiva dalla mattina alla sera da maggio ad agosto, le corse partono ogni mezz’ora e l’ultima del giorno è alle 23.00. Durante il resto dell’anno l’orario è variabile: l’apertura è sempre alle 9.00, mentre la chiusura (alle 17.00 o alle 18.00), dipende dal periodo. Da novembre a dicembre la funicolare è chiusa per manutenzione. Il prezzo di un biglietto singolo e di uno A/R per gli adulti è rispettivamente di 25 e di 32 franchi svizzeri. Questo può tuttavia variare molto in base alle agevolazioni o all’età degli acquirenti. Per prendere la via ferrata è necessario seguire sempre le indicazioni per la stazione della funicolare di Paradiso, ma invece di fermarsi, bisogna continuare per Pazzallo, che si trova a quota 480 metri. Dopo alcuni tornanti, si trova un parcheggio dove è possibile lasciare l’automobile e incamminarsi verso la via ferrata. Seguendo le indicazioni si arriva in circa 20 minuti all’inizio del percorso: per completarlo sono necessari 30 minuti e anche una buona preparazione fisica. Una volta arrivati in cima è obbligatorio fermarsi e godersi il panorama. Uno dei luoghi migliori per farlo è senza dubbio il Terrazzino Capodoro, un osservatorio che si trova nei pressi del Ristorante Vetta e che permette di godere di una vista incredibile. Finito di godere del paesaggio, è il momento di decidere il percorso per tornare indietro. Il tempo di percorrenza della discesa dipende: se si prende la funicolare sono sufficienti 12 minuti (gli stessi della tratta di andata). Invece, se si vuole scendere attraverso i sentieri, molto dipende da quello che si imbocca: il sentiero San Salvatore – Carona – Figino richiede circa 2 ore, mentre quello San Salvatore – Ciona – Carabbia “solo” 50 minuti. Questa montagna piacerà senza dubbio agli amanti delle funicolari poiché, oltre a essere un’infrastruttura storica, permette di ammirare un meraviglioso paesaggio durante il percorso.

Leggi anche: CURIOSITÀ e LEGGENDE su Belluno e le DOLOMITI, le montagne più amate dai milanesi

# Monte Generoso

Credits mirkofavero IG – Monte Generoso

Il Monte Generoso, conosciuto anche come Calvagione, si trova al confine tra Italia e Svizzera. Data la sua conformazione e la distanza di circa un’ora da Milano, si presta molto bene a passeggiate e trekking domenicali. Il Monte è alto 1.700 metri e per arrivare in cima è possibile andare sia a piedi – dal versante svizzero e da quello italiano – sia con il treno. Per arrivare sulla vetta dalla Svizzera è possibile partire per esempio da Mendrisio, Scudellate e Arogno, seguendo i relativi percorsi. Per coloro che invece vogliono arrivarci dall’Italia è possibile partire dalla località di Centro Valle Intelvi, in provincia di Como, dove sorge anche un rifugio. Da qui partono alcuni sentieri che in meno di due ore portano in cima. Per rendere il percorso più agevole è possibile prendere il treno che parte da Capolago, in provincia di Mendrisio, dove si trova la ferrovia a cremagliera inaugurata nel 1890. Il punto di partenza del treno che arriva sino alla vetta si trova alla stazione di Capolago Riva San Vitale, che si raggiunge, da Milano, uscendo all’uscita E8 verso Mendrisio. Per arrivare a destinazione, ossia alla fermata del Monte Generoso a 1.600 metri, il treno impiega 40 minuti. Questo servizio è attivo da fine marzo fino a novembre. Il treno effettua due fermate intermedie prima di arrivare a destinazione: San Nicolao e Bellavista, dove si trova anche l’omonimo rifugio. Il costo del biglietto A/R dipende dal punto di partenza. Da Capolago San Vitale alla vetta il costo è di 68 franchi svizzeri e varia in base all’età e a eventuali agevolazioni. Per coloro che lo desiderano, il medesimo percorso può essere coperto anche con un treno d’epoca risalente al 1890. Il costo di questa esperienza è di 80 franchi per gli adulti e varia in base all’età. Per assicurarsi il posto è necessario controllare i giorni e gli orari delle partenze e prenotare con anticipo. In questo modo il tragitto completo richiede circa un’ora e mezzo. Fermandosi alla stazione intermedia di Bellavista, che è raggiungibile anche in macchina, è possibile imbattersi nell’omonimo rifugio: qui, oltre a rifocillarsi, è possibile anche ammirare una meravigliosa vista panoramica sul golfo di Lugano e sulla catena alpina, oppure proseguire a piedi fino alla vetta. Una volta arrivati, sia con il treno sia a piedi, a circa 1.600 metri di altezza, si può visitare il “Fiore di Pietra”, la struttura ottagonale che è stata progettata dal famoso architetto Mario Botta e inaugurata nel 2017. Al suo interno si possono trovare una sala adibita alle esposizioni, due ristoranti (di cui uno decorato con una stella Michelin), una sala conferenze e una terrazza che offre una vista mozzafiato sulla pianura Padana e sul Lago di Lugano. Il fiore, tuttavia, non rappresenta l’estrema vetta. Questa, infatti, può essere raggiunta in circa 20 minuti percorrendo un sentiero piuttosto agevole alla fine del quale si può godere di una meravigliosa vista sull’ambiente circostante. Ci sono almeno due motivi per cui si potrebbe voler visitare il Monte Generoso: per provare la cucina stellata del ristorante Fiore di Pietra, oppure per provare la salita con il treno d’epoca, unico nel suo genere.

# Monte Barro

Credits giuseppe.pinna.86 IG – Monte Barro

Il Monte Barro (920 metri) si trova nell’omonimo Parco regionale ed è in provincia di Lecco, a circa 40 minuti da Milano. Per arrivarci è possibile prendere la Strada Statale 36 da Milano, uscire a Civate-Oggiono-Lecco lago e proseguire verso Galbiate. In alternativa, se si preferiscono i mezzi pubblici, è possibile prendere una delle navette che parte da Lecco, Valmadrera o Sala al Barro. Il Parco regionale che fa da cornice al Monte è ampio e ricco di attrazioni. Nei 655 ettari di terreno è possibile recarsi per apprezzare la natura protetta, visitare il Museo Etnografico dell’Alta Brianza fondato nel 2003 e l’Eremo del Monte Barro, che presenta al suo interno servizi e attrazioni, come un ostello con 50 posti letto,  un ristorante specializzato in cucina brianzola, il Museo archeologico del Barro e la Chiesa tardo-gotica di Santa Maria, che contiene meravigliosi affreschi del Cinquecento e del Settecento. Per raggiungere l’eremo, situato a 790 metri, è necessario percorrere l’unica strada che da Galbiate arriva fino al Monte Barro. Qui, gli appassionati possono lasciare la macchina in uno dei parcheggi disponibili (quello del Monte oppure quello delle Fornaci) e scegliere uno degli itinerari e scalare il monte fino alla sua sommità. Uno dei percorsi più belli è il 302, poiché permette di avere una meravigliosa vista panoramica. Dal parcheggio delle Fornaci si può prendere la mulattiera che porta fino all’Eremo. Da qui si devono seguire le indicazioni: la prima parte del percorso è ampia e all’interno del bosco, mentre quella finale è più stretta, rocciosa e ripida. Il traguardo, raggiungibile in circa due ore, è decisamente soddisfacente: giunti in cima è possibile vedere diversi laghi (di Como, di Annone, di Garlate), nonché le colline della Brianza. Questo Monte e il relativo parco piaceranno particolarmente agli amanti della natura e della storia. Visitandolo si avrà la possibilità di incontrare musei dai contenuti unici e siti storici che non possono essere visti altrove.

# Monte Croce di Muggio

MONTAGNE più BELLE nei dintorni di MILANO
Credits fra.morett IG – vista dal Monte Croce di Muggio

Il Monte Croce di Muggio si trova a circa due ore da Milano, in provincia di Lecco ed è alto circa 1.800 metri. Il punto di partenza dei principali percorsi è la località Alpe Giumello (1.536 metri), a Casargo (LC). Per raggiungerla, arrivati a Casargo, è necessario seguire le indicazioni e prendere una strada asfaltata composta da alcuni tornanti. Arrivati a destinazione, è possibile lasciare l’automobile al ristorante Ristoro Genio e iniziare il trekking, oppure fermarsi al Rifugio Capanna Vittoria, che dispone sia di camere da letto, sia di un ristorante. Uno dei percorsi possibili è quello che inizia dal parcheggio adibito alle autovetture e prosegue per ampi prati che gradualmente conducono alla vetta tra pendenze più o meno scoscese. Una volta giunti in cima, dove si trova la croce, si possono ammirare le bellezze circostanti, tra cui il Lago di Como. In alternativa, è possibile percorrere l’anello del Monte Croce di Muggio, per cui sono necessarie tre ore. Questo percorso è piuttosto pianeggiante e inizia dal Rifugio Capanna Vittoria, passa dalla famosa chiesetta di San Ulderico, dove si trova una terrazza panoramica che affaccia sul Monte Legnone, e gira tutto intorno al monte. Il punto di partenza e di arrivo questo itinerario è l’Alpe Giumello. Dal momento che il percorso dell’anello del Monte Croce di Muggio è piuttosto pianeggiate, può essere visitato anche portando con sé dei bambini. Qui avranno la possibilità di stare a contatto con la natura e vedere panorami mozzafiato.

# Monte San Primo

MONTAGNE più BELLE nei dintorni di MILANO
Credits Valentina.villa98 IG – Vista dal Monte San Primo

Il Monte San Primo, si trova in provincia di Como è alto 1.682 metri ed è parte del Triangolo Lariano. I percorsi principali per salire sulla sua vetta sono due ed entrambi sono adatti anche a bambini e scalatori non esperti. Il primo ha inizio dalla Colma di Sormano e richiede circa 2 ore e mezzo. Il punto di partenza si trova nei pressi dell’osservatorio astronomico e del ristorante La Colma, dove è possibile lasciare l’automobile e rilassarsi. Dopo essersi lasciati alle spalle la Colma di Sormano, si entra in un sentiero boschivo ben segnalato, dopodiché, trascorsi 45 minuti circa di cammino, si raggiunge la prima tappa: l’Alpe Spessola. Qui si trovano degli ampi prati, è quindi possibile fermarsi e all’occorrenza fare una pausa. Se si vuole continuare è necessario seguire le indicazioni e arrivare prima all’Alpe di Terrabiotta e poi, dopo un’ultima fatica, alla vetta del San Primo, dal quale si può ammirare una meravigliosa vista sul lago di Como, sulle Alpi e sulle Prealpi Comasche. Chi sceglie questa opzione può lasciare la propria automobile presso uno dei parcheggi della Colma di Sormano. In alternativa, un secondo percorso fattibile è quello che parte dal parcheggio del Parco Monte San Primo: più ripido ma più veloce, questo per essere completato richiede circa un’ora e mezza. Questo percorso inizia nel bosco, poi, dopo circa 15-20 minuti di camminata, si arriva alla prima tappa: il Rifugio Martina (1.380 metri), dove è possibile fermarsi e riposare. Dopo essersi lasciati alle spalle il rifugio, il percorso continua con un tracciato nel bosco abbastanza ripido che porta direttamente alla cima del Monte. Come il Monte Croce di Muggio in provincia di Lecco, anche questo presenta percorsi considerati adatti per i bambini. Se si vuole trascorrere una giornata in famiglia a contatto con la natura nelle vicinanze di Como, questa rappresenta decisamente una buona scelta.

# Monte Morissolo

MONTAGNE più BELLE nei dintorni di MILANO
Credits Marcotosi.trekking IG – Vista dal Monte Morissolo

Per una passeggiata tranquilla ma ricca di storia, è possibile scegliere il Monte Morissolo, la cui cima si trova a 1.313 metri d’altezza. Il percorso ha inizio a Piancavallo (1.247 metri), in Piemonte (a circa due ore da Milano), e può essere completato in 3 ore. L’automobile può essere lasciata nell’apposito parcheggio che si trova poco dopo l’Istituto Auxologico di Piancavallo. Durante il tragitto, ben segnalato dalle indicazioni, si attraversa un percorso panoramico e la Linea Cadorna: una serie di tunnel risalenti alla Grande Guerra voluti dal Generale per proteggere la Pianura Padana dagli attacchi nemici. Il percorso è sicuro anche all’interno delle gallerie, ma per sicurezza è meglio portare con sé delle torce per avere più fonti luminose. I tunnel non rappresentano tuttavia un percorso obbligatorio. Infatti, se si preferisce fare una strada alternativa, invece di entrare nelle gallerie, è possibile seguire le indicazioni e dirigersi direttamente verso la vetta. Una volta terminato il percorso, ad attendere gli scalatori c’è una vetta con tre croci e una magnifica vista sul Lago Maggiore. Questo Monte piacerà senz’altro agli appassionati di storia contemporanea. Se non si è mai avuto la possibilità di ammirare un vero tunnel come quelli scavati durante Grande Guerra, questa rappresenta un’ottima occasione per rimediare.

Continua a leggere con: Le 10 MONTAGNE per godersi l’ESTATE (immagini e mappe)

NICCOLO’ ELLENA

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Il BAZAR di Porta Romana: sciatteria e degrado davanti alle MURA SPAGNOLE

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Porta Romana M3

La zona di Porta Romana è una delle zone più iconiche della città. La sua porta monumentale, che si apre da un lato verso Corso di Porta Romana e dall’altro verso Corso Lodi, e i bastioni delle mure spagnole con le Terme di Milano al suo interno. Un quartiere storico e sempre più in fermento, ricco di locali e iniziative. Il decoro però non è pervenuto.

Il BAZAR di Porta Romana: sciatteria e degrado davanti alle MURA SPAGNOLE

# Luogo storico cantato dai più grandi

 

Qui c’era il storico negozio musicale in Piazza Medaglie d’oro di Mariposa meta degli amanti dei dischi in in vinile, da poco tempo ha lasciato spazio a un punto vendita di Trapizzino, e si ritrovavano i cantanti milanesi più rappresentativi degli anni ’60- ’70. Celebre la canzone “Porta Romana Bella” legata sembra alla malavita dell’epoca interpretata anche dal celebre Nanni Svampa, cantata tra gli altri anche da Gaber. 

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# Un quartiere in evoluzione sempre più di tendenza ma il decoro non è pervenuto

Credits: @ghepensimi.it
porta Romana

Negli anni dell’intensa trasformazione urbanistica di Milano questa zona è stata toccata in parte, in questo periodo tocca invece all’area a sud dell’ex Scalo Romana essere al centro della scena. Porta Romana ha infatti più di altre zone preservato il fascino della sua storia: le mure spagnole che ospitano le Terme di Milano, la Porta Romana al centro di Piazzale Medaglie d’Oro, il suggestivo Viale Montenero percorso dai tram sotto i maestosi alberi così come tanti palazzi d’epoca molti dei quali nella conformazione delle tipiche “case di ringhiera”.

Negli anni ’90 si è avuta la trasformazione più impattante con l’inaugurazione della linea metropolitana M3, in sostituzione delle storiche linee tranviarie 13 e 20 che dal Corvetto attraverso Corso Lodi conducevano nel centro storico.

Una delle stazioni è stata aperta proprio in Piazzale Medaglie d’oro, Porta Romana M3, all’inizio di Corso Lodi. Si trova quindi in un punto nevralgico in cui tram e autobus si incrociano creando un nodo trasportistico di rilievo per chi arriva dal sud di Milano. Peccato che la condizione in cui si presenta il marciapiede fuori dalla stazione, sul lato civico pari del corso, è a dir poco imbarazzante.

Leggi anche: MILANO SUD, la nuova FRONTIERA di MILANO: il punto sui cantieri di SYMBIOSIS e SCALO ROMANA

# Un bazar in pianta stabile che insulta la storia di Milano 

Tra cianfrusaglie e venditori abusivi
Tra cianfrusaglie e venditori abusivi

Sembra di stare in mezzo a un bazar, a un Suq, e le immagini sono alquanto esplicative: venditori abusivi, che occupano illegalmente il suolo pubblico e propongono chincaglieria di dubbio gusto e dalla provenienza incerta, un’apecar totalmente imbrattata e sempre in divieto di sosta (di proprietà degli abusivi), sporcizia e sacchetti dell’immondizia, carrelli della spesa abbandonati, furgoni parcheggiati sul marciapiede e per concludere le bancherelle autorizzate con tendoni che coprono la vista dei bastioni e della storica porta.

Nessun limite all’indecenza: nella foto in basso si può vedere una bancarella di libri posizionata di fronte all’uscita delle scale e file di stand di vestiti a lato dei muretti e oltre la loro lunghezza, finanche appoggiate al manufatto dell’ascensore.

Venditore di libri e vestiti che ocuupano tutta l'area
Venditore di libri e vestiti che occupano tutta l’area

Si trova spesso persino un venditore di noccioline e vestiti appesi un po’ ovunque, una situazione che rende pericoloso anche l’accesso della stazione. Nel giorno del mercato rionale si aggiungono anche i venditori abusivi con i loro prodotti distesi su cartoni distesi per terra. Si fatica anche solo a camminare. Nel corso degli anni il quadro è pure peggiorato.

# Porta Romana avrebbe bisogno di essere trattata meglio

Vista allargata bancarelle Porta Romana

Questa zona meriterebbe maggiore decoro e sobrietà dato che si trova a 50 metri dal centro storico e in prossimità delle monumentali mura, e tenendo conto che al Suq di abusivi va aggiunto:

  • l’asfalto colato in maniera grossolana e che in alcuni ha ricoperto parte dello storico pavè creando un patchwork imbarazzate;
  • i binari morti in parte coperti e in parte scoperti;
  • il caos viabilistico di Piazzale Medaglie d’Oro;
  • i cestini dei rifiuti sempre strabordanti e spesso con immondizia sparsa sul marciapiede.

Nonostante le numerose segnalazioni in tutti questi anni, pare prorpio che a nessuno importi di restituire un degno decoro a una delle zone storiche di Milano più frequentate da milanesi e turisti, in primis l’amministrazione. 

Hai qualche problema o qualche intervento per migliorare Milano da segnalare? Scrivici qui: info@milanocittastato.it

FABIO MARCOMIN

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Il SALENTO, un luogo principe per i milanesi

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Credits: @ig_lecce Salento

La Puglia è una delle mete più gettonate per le vacanze. Riscoperta ormai una decina di anni fa, ora chiunque deve essere stato almeno una volta nella Regione. E tra le sue zone preferite c’è certamente il Salento. Addirittura uno studio del 2022 di Holidu, motore di ricerca per case e appartamenti vacanza d’Europa, mette il Salento al primo posto per la richiesta di case-vacanze in Puglia. E questo territorio è tanto amato anche dai milanesi, ecco perché.

Il SALENTO, un luogo principe per i milanesi

# Come arrivare in Salento da Milano

Credits benfuenfundachtzig-pixabay – Stazione Centrale Milano

Spesso la macchina è la soluzione migliore, principalmente perché poi muoversi in Puglia con il trasporto pubblico non è così facile come a Milano, ma per andare a Lecce ad esempio si può anche scegliere l’aereo, il treno o l’autobus. In meno di 10 ore, il Frecciarossa ti porta infatti da Milano a Lecce senza dover fare cambi, e lo stesso vale se si sceglie l’autobus, che ti porta nella capitale barocca pugliese in circa 14 ore. Naturalmente poi dagli aeroporti milanesi partono diversi aerei che hanno come destinazione finale il Salento.

Per i milanesi quindi il Salento non è cosi scomodo da raggiungere, ma cosa lo rende così unico? Abbiamo provato a rispondere con le 3 cose in assoluto che fanno venir voglia di andare in Salento.

#1 Le spiagge e il mare cristallino

Credits: @_matteo_photo
Baia dei Turchi

Quando si pensa alla Puglia è inevitabile immaginarsi su una spiaggia a prendere il sole o a fare il bagno nelle sue acque trasparenti. Gallipoli, Otranto, Porto Cesareo e Santa Maria di Leuca offrono tra le spiagge più belle d’Italia. Lungo i 300 km di costa salentina si possono trovare spiagge dalla sabbia bianca, dorata oppure scogliere circondate da spettacoli della natura. La spiaggia più bella? Probabilmente la Baia dei Turchi vicino ad Otranto con le sue acque limpidissime, sabbia bianca e scogli color ocra.

E poi in Salento c’è la Grotta della Poesia. Situata vicino a Roca Vecchia, tra San Foca e Torre dell’Orso, la grotta è una delle attrazioni naturali più spettacolari del Salento: una delle dieci piscine naturali più belle del mondo, dall’acqua cristallina e circondata da alte falesie.

#2 Una forte tradizione

Credits: @antonlucaiasi
Pittule salentine

I salentini sono molto attaccati alla loro tradizione, tramandata di generazione in generazione. E quando si parla di tradizione viene in automatico pensare anche a quella culinaria. La cucina del Salento è deliziosa e basata su ingredienti freschi e di alta qualità. Piatti come la pittula, la puccia e il pasticciotto sono solo alcuni esempi della tradizione culinaria locale. E perché no, a fine pasto un bel caffè leccese, ovvero il famoso caffè in ghiaccio con l’aggiunta di sciroppo di latte di mandorla.

Ma quando si tratta di Puglia e Salento non si parla solo di cibo, il Salento è una vera e propria terra di tradizioni popolari, dai balli folkloristici, ai festival (come quello delle  luci di Otranto), al dialetto ben conservato nei secoli e a tanto altro. Une esempio di grande tradizione? La Pizzica, il ballo liberatorio accompagnato da mitici tamburelli.

#3 Il barocco leccese

Credits: @mimmo_barletta_
Basilica di Santa Croce Lecce

Lecce è un’eccezione e un’eccellenza nella storia del Barocco italiano, nonostante infatti ai tempi fosse una piccola cittadina gli edifici storici nella capitale salentina sono molti. Il bello di Lecce è quello di essere un’opera d’arte “a cielo aperto”, non ha infatti architetture, sculture o pitture riconducibili a qualche artista importante. Ma l’unicità del Barocco leccese sta tutta nella pietra con cui è stata costruita quasi tutta la città: una roccia bianca ma dalle varie tonalità di colore, dal rosa al giallo, passando per l’ambra. Tra gli edifici da segnarsi assolutamente da visitare a Lecce c’è piazza Duomo e la Cattedrale di Santa Maria Assunta, ma anche la Basilica di Santa Croce e la Chiesa di Santa Chiara.

Continua la lettura con: ESTATE in PROVENZA: Canyon, Calanche, il mare viola e la cascata nel borgo. Le STRAORDINARIE ATTRAZIONI di una REGIONE FANTASTICA

BEATRICE BARAZZETTI

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Il QUADRILATERO del SILENZIO: i suoi SEI TESORI

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Villa Necchi - Ph. @kellybehunstudio IG

Una, cento, mille Milano: Milano caotica, Milano da bere, Milano che non dorme mai. Milano dove tutto è possibile perché è la New York d’Italia e San Babila è la sua Time Square. Eppure appena dietro a San Babila ed ai suoi negozi, ai suoi cantieri infiniti ed al suo rumore esiste una serie di vie e palazzi che per la pace e la tranquillità di cui sono permeati sono detti Il Quadrilatero del Silenzio.

Con questo nome viene designato il quartiere racchiuso tra via Serbelloni, via Mozart, via Cappuccini e via Vivaio e che ha avuto tra i suoi estimatori Manzoni, Parini, Beccaria e Stendhal.

È già bello anche solo lasciarsi andare e perdersi tra queste vie, a piedi o in bicicletta, perché il traffico è rarefatto, ma, volendo visitare almeno gli imperdibili, ecco i sei luoghi imperdibili da mettere in elenco.

Il QUADRILATERO del SILENZIO: i suoi SEI TESORI

#1 Villa Necchi Campiglio e le sue atmosfere di inizio novecento

Entrate da Piazza Duse, che io trovo la più delicata tra le piazze milanesi, con il suo affaccio sui Giardini Montanelli, i bar e le latterie vecchia Milano dove prendere un cappuccino con calma: meravigliosa. Poi girate a sinistra verso Via Mozart. La prima delle bellezze da visitare è, anche per fama, la Villa Necchi Campiglio che si trova in Via Mozart 14. La villa fa sfoggio di tutto quello che di modernissimo aveva il liberty. Ho avuto la fortuna di organizzarci diversi eventi tra il 2009 e il 2014, ma ogni volta che torno a vederla mi rivela un qualche particolare in più, che sia il mosaico dei bagni o gli armadi del guardaroba, che invidio spudoratamente. Progettata dall’architetto Piero Portaluppi, la villa è stata donata dalle sorelle Necchi al FAI ed è quindi visitabile: entrare qui è come fare un tuffo nell’atmosfera milanese di inizio Novecento, con la veranda, il campo da tennis e la piscina esterna (che fu tra le prime private in città). All’interno, poi, si trovano arredi déco, oggetti d’uso quotidiano e molte importanti opere d’arte. Il giardino da solo vale la visita ed in primavera è uno splendore.

#2 Villa Mozart, il palazzo giardino

Non lontano, in Via Mozart 9 è Villa Mozart. Oggi è sede della Maison di alta gioielleria di Giampiero Bodino, ma quando sono arrivata a Milano, nel 1996, una parte era la sede di rappresentanza del Rotary e per me è fonte di tanti ricordi, cene, speaker interessanti, aperitivi e gioventù rotaractiana, tra le sue sale di marmi lucidi e barocchi. L’esterno è totalmente rivestito di edera verdeggiante.

villa mozart. Foto: Corriere della Sera (c)
villa mozart. Foto: Corriere della Sera (c)

#3 Invernizzi, la villa dei fenicotteri

In Via Cappuccini 9 si trova invece Villa Invernizzi, famosa soprattutto per il giardino segreto più conosciuto di Milano. La villa è privata non visitabile, ma se vi trovate al cancello e sbirciate sarà possibile vedere dei fenicotteri rosa e non avete bevuto troppi Negroni sbagliati: sono veri e abitano da queste parti dagli anni 70. Ci stanno benissimo e sono stati adottati da Milano e dai milanesi.

foto di andrea cherchi (c)
foto di andrea cherchi (c)

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#4 L’esoterismo di Palazzo Berri Meregalli

Appena prima, in Via Cappuccini 8, si trova Palazzo Berri Meregalli, esuberante esempio di architettura eclettica: un edificio che combina elementi romanici, gotici e liberty in un risultato dall’effetto dirompente. Particolarmente rappresentativa è la sua facciata d’angolo, ma se ci si affaccia nell’androne si può ammirare anche la “Vittoria Alata” dello scultore milanese Adolfo Wildt, attivo nei primi anni del Novecento.

#5 L’orecchio dei desideri di Palazzo Sola-Busca

Sempre dello stesso artista si trova, non distante, l’orecchio di bronzo posto accanto alla porta d’ingresso del Palazzo Sola-Busca (che da qui ha preso il nome di “Ca’ de l’Oreggia”), in via Serbelloni 10. L’opera era originariamente il citofono della magione, oggi invece serve a dare speranza ai turisti che vi bisbigliano un desiderio, perché si narra che si avveri. E visto che non costa nulla perché non provare?

#6 Il dialogo nel buio

Nota a parte, in via Vivaio 7, merita l’Istituto Italiano Ciechi. All’interno è possibile fare un’esperienza unica: il dialogo nel buio. Questo percorso si differenzia da un’esposizione tradizionale per l’assenza totale di luce e per il fatto che i visitatori per esplorare gli ambienti devono affidarsi esclusivamente ai sensi del tatto, dell’udito, dell’olfatto, del gusto.

La visita avviene in gruppi di massimo 8 persone e va prenotata. I visitatori compiono un percorso nel buio della durata di un’ora e 15 minuti. Si passa per alcune ambientazioni che richiamano situazioni di vita quotidiana, tutte diverse, da scoprire attraverso i sensi e il dialogo con la guida non vedente, svelando «un altro modo di vedere». Dopo aver attraversato i diversi ambienti, l’ultima tappa è un bar dove, sempre nell’oscurità più totale, si commenta l’esperienza vissuta. Tutti i visitatori ne escono cambiati. Vale la pena farlo primo o poi.

Ancora pochi passi e da un lato si torna a San Babila, dall’altro c’è Corso Venezia ed i suoi giardini nascosti verso Via Senato. Un altro degli angoli di Milano che adoro.

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SIMONA FRIGNANI

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Le “STELLINE” di Milano: i 7 RISTORANTI ECONOMICI consigliati dalla MICHELIN

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Serendib

Non sono stellati, ma si possono definire delle piccole stelle, o “stelline” per riprendere la tradizione di Milano. Scopriamo questa selezione di ristoranti milanesi con un ottimo rapporto qualità-prezzo consigliati dall’autorevole guida culinaria francese.

Le “STELLINE” di Milano: i 7 RISTORANTI ECONOMICI consigliati dalla MICHELIN

# Trippa, l’osteria con la “chiocciola” (Porta Romana)

Trippa – credit facebook trippamilano

Iniziamo da Porta Romana in via Vasari 1 all’angolo con via Muratori, diventata negli ultimi anni un avamposto della cucina romana, c’è Trippa. Tra le osterie più quotate e conosciute in città, si presenta come un locale elegante e semplice allo stesso tempo, dove lo chef Diego Rossi porta in cucina la tradizione. Il menu cambia ogni giorno in base alla stagionalità e all’estro del cuoco. Nel 2022 ha ricevuto per il quarto anno consecutivo il riconoscimento della chiocciola da Slow Food, nella categoria “Osterie d’Italia”, l’equivalente delle tre stelle della guida Michelin.

Indirizzo: via Vasari 1

Leggi anche: Le “CHIOCCIOLE” di Milano: le TRATTORIE dove si mangia meglio secondo SLOW FOOD

# Dongiò, la Calabria in tavola a Milano (Porta Romana)

Credits amilanopuoi IG – Dongiò

Lungo la stessa strada, anche se il nome cambia in via Corio, c’è la cucina calabrese di Dongiò. Un ristorante a gestione famigliare dal 1987 che propone i sapori piccanti dei piatti della tradizione regionale, con pasta fatta in casa, tra cui gli spaghetti al cafoncello, la bufala caponata e la versione regionale della parmigiana di melanzane. Per la guida Michelin questo locale offre prodotti ottimi a prezzi contenuti.

Indirizzo: Via Bernardino Corio 3

# Mi Babbo, trattoria tipica toscana (Corso Lodi)

Credits lafloracheristora_ IG – Mi Babbo

Poche centinaia di metri verso sud ecco Mi Babbo, tipica trattoria toscana con soppalchi e mattoni a vista. Una cucina genuina tramandata di generazione in generazione in un ambiente rustico ma elegante. Tra i piatti da provare la fiorentina cotta sottovuoto a 50 gradi e poi rifinita nel forno a carbone. Le materie prime e gli ingredienti arrivano tutti dalla regione di Dante, tra questi la cipolla di Certaldo, il prosciutto Bazzone, il fagiolo rosso di Lucca, la mortadella di Prato, il Biroldo della Garfagnana.

Indirizzo: Via Lazzaro Papi angolo, Corso Lodi

# Il Capestrano, la vera cucina abruzzese (Sabotino)

Credits sulaclaire IG – Il Capestrano

Oltre il nuovo Symbios Business District, nell’area più in fermento della città, si può provare la vera cucina abruzzese de “Il Capestrano“. Un ristorante raffinato a conduzione famigliare con una cucina regionale dove spiccano arrosticini, tartare di pecora e altre specialità. Il locale perfetto dove assaporare l’Abruzzo a tavola, tra innovazione e storia culinaria, senza spendere una follia. In zona Porta Romana c’è un’altra sede.

Indirizzi: Via Gian Francesco Pizzi 14 e Viale Sabotino 14

Leggi anche: MILANO SUD, la nuova FRONTIERA di MILANO: il punto sui cantieri di SYMBIOSIS e SCALO ROMANA

# La Cucina dei Frigoriferi Milanesi (Porta Vittoria)

Credits ci_torneremo IG – La Cucina dei Frigoriferi Milanesi

Il locale guidato dallo chef Marco Tronconi, nell’dell’omonimo contesto artistico-culturale, offre una cucina creativa e molto allettante. La Cucina dei Frigoriferi Milanesi è presidio Slow Food, si caratterizza come un locale elegante e minimalista, dove mangiare piatti legati alla tradizione sia a base di carne che di pesce. La guida culinaria francese lo raccomanda come come posto economico in quanto per tre portate non si paga più di 35 euro.

Leggi anche: I FRIGORIFERI MILANESI: storia e presente di un luogo unico al mondo

Indirizzo: Via Giovanni Battista Piranesi 10

# La Pobbia 1850, la cucina milanese più autentica (Via Gallarate)

https://www.facebook.com/lapobbia/

Per trovare cucina milanese più autentica la guida Michelin consiglia “La Pobbia 1850” in zona Ovest.  Una lunga storia alle spalle e una proposta fatta di tre diversi tipi di menù in base: il menù degustazione, il menù lunch e il menù schiscetta. In questa vecchia cascinca arredata secondo uno stile rustico-chic si può mangiare, sia dentro che in meraviglioso giardino, il risotto, giallo e al salto, la cotoletta, l’ossobuco in gremolada e altre portate classiche della tradizione cittadina come il rostin negaa, la cassoeula.

Indirizzo: Via Gallarate 92

# Serendib, atmosfere e piatti tradizionali del sud dell’India (Chinatown)

Credits serendib.milano IG – Serendib

A pochi passi da Chinatown troviamo Serendib, dove ci si immerge in atmosfere cingalesi con piatti tipici del sub continente indiano. Arredi tradizionali e ricette che sono una deliziosa e ricca miscela di spezie, aromi, erbe che, come si legge sul loro sito “vengono importate direttamente da noi e mescolate delicatamente tra loro come i colori dell’arcobaleno”. La Guida Michelin lo segnala come uno dei locali con il menù degustazione dai prezzi tra i più concorrenziali della città e perfetto per chi ama piatti nuovi e speziati.

Indirizzo: Via Pontida 2

Fonte: Milanosegreta

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FABIO MARCOMIN

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La “TERRA PROMESSA”: se dovessero lasciare il Paese gli ITALIANI si TRASFERIREBBERO QUI

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Credits: ticinonews.ch - Proteste in Svizzera

Dove andrebbero gli italiani se fossero costretti ad emigrare all’estero? Al primo posto c’è lei. Una scelta condivisa da molti altri europei. 

La “TERRA PROMESSA”: se dovessero lasciare il Paese gli ITALIANI si TRASFERIREBBERO QUI

# La Svizzera è il Paese in cui emigrerebbero gli italiani

Credits dalmatian.mapper – Dove si sposterebbero gli italiani

In base ad uno studio in tutta Europa è risultato che se gli italiani fossero costretti ad emigrare all’estero sceglierebbero la Svizzera. Sono già molti quello che ci vivono: al 2021 risultano oltre 328.000 residenti, quella italiana è la più grande comunità straniera in assoluto presente nel territorio elvetico. Tra le motivazioni che hanno spinto e spingerebbero molti altri italiani a varcare il confine ci sono:

  • la vicinanza con l’Italia, verso la quale è più facile ritornare per andare a trovare i propri cari;
  • la bassa tassazione per privati e aziende;
  • la facilità di fare impresa, con meno vincoli e burocrazia, e di trovare lavoro;
  • una grande libertà personale;
  • autonomia riconosciuta anche ai più piccoli comuni, che possono progettare e realizzare meglio i lavori pubblici potendo gestire le risorse necessarie senza chiedere sempre allo Stato centrale;
  • maggior controllo da parte dei cittadini sulle spese effettuate dai loro amministratori;
  • paesaggi naturali mozzafiato, tra laghi, montagne e vallate;
  • pulizia e decoro dei luoghi all’aperto, strade, piazze e giardini, e persino nei bagni delle stazioni ferroviarie;
  • precisione e celerità negli uffici pubblici, in generale una pubblica amministrazione snella ed efficiente;
  • treni puntuali, funzionanti e sempre in ordine.

Leggi anche: I GABINETTI SVIZZERI? I migliori del MONDO  

# Non siamo soli: la prima scelta di altri europei (ma nessuno verrebbe in Italia) 

Credits: carolr.lua IG

Ci farebbero compagnia altri cittadini europei: anche da Portogallo, Spagna, Francia, Austria e Germania sono pronti a trovare fortuna nella Confederazione Elvetica. Già oggi tedeschi, portoghesi e francesi rappresentano rispettivamente la seconda, terza e quarta comunità straniera in Svizzera. 

# Da Est si guarda la Germania

Credits jiriposival0-pixabay – Berlino

Mentre gli stati dell’Ovest guardano soprattutto alla Svizzera, i cittadini dell’Est Europa come polacchi, cechu, rumeni e dei Paesi balcanici si muoverebbero più a Nord, verso la Germania. Scandinavia e Ingilterra fanno storia a sé: dalla Finlandia e dalla Norvegia si sposterebbero in Svezia, mentre i britannici verso una delle loro ex colonie: l’Australia.

Continua la lettura con: Dalla Svizzera a Milano: in arrivo il MULM, il “museo più LUNGO del mondo”

FABIO MARCOMIN

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PESCALLO, il borgo INCANTATO sul lago di Como

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Credits: @ezraz751 Pescallo

Su un promontorio vicino al Lago di Como c’è un piccolo comune con le stradine lastricate, gli edifici eleganti e il Parco di Villa Serbelloni, un giardino terrazzato con vista sul lago. Si tratta di Bellagio, uno dei borghi più belli di tutto il Lario. Quella che però non tutti conoscono è la sua piccola frazione sconosciuta ai più ma molto pittoresca.

PESCALLO, il borgo INCANTATO sul lago di Como

# L’incantevole passeggiata da Bellagio

Credits: @srake
Pescallo

Pescallo è un minuscolo borgo, molto caratteristico e ben curato che si affaccia a est del lago di Como, sul ramo lecchese. Incastonato tra il verde e il bacino d’acqua, Pescallo è visitabile in pochi minuti ma regala straordinari scorci e angoli romantici a chi decide di visitarlo. Raggiungere Pescallo da Bellagio è molto semplice, basta fare una passeggiata di pochi minuti, percorrendo una scalinata che attraversa il promontorio tra ulivi e una vegetazione mediterranea. La camminata, chiamata Salita Cappuccini, è molto suggestiva, ma se si preferisce prendere l’auto bisogna prima di tutto percorrere la strada carrozzabile e poi parcheggiare la macchina vicino a via Pescallo.

# Strette stradine e case colorate

Credits: @gaellekero
Pescallo

Pescallo nasce come villaggio di pescatori e ancora oggi mantiene le sue caratteristiche. Intorno ai primi anni del XIII secolo, il borgo era persino uno dei tre paesi lariani che forniva più pesci al mercato di Como e ancora oggi è possibile vedere qualche pescatore locale che esce con la propria barca per andare a pescare. Il borgo è molto caratteristico e uno dei suoi punti forti è il porticciolo da cui si gode di una suggestiva vista del lago: uno scorcio d’acqua incorniciato dalle montagne della Grigna sullo sfondo.

Pescallo è caratterizzato da strette stradine lastricate, costeggiate da antichi edifici, ristoranti, caffè e piccole botteghe. Case colorate e una pittoresca baia che si affaccia sul lago. Tra i luoghi di Pescallo assolutamente da vedere c’è la piazzetta su cui si affaccia la Chiesa dei Santi Biagio e Andrea, da cui inizia poi un dedalo di viuzze. Arrivati poi al porticciolo si resterà incantanti anche dalla casa completamente ricoperta da rampicanti.

# L’evento dedicato alle vele antiche

Credits: @supersusy72
Pescallo

E se ci si chiede se c’è un periodo specifico in cui visitare Pescallo, la risposta è molto semplice. A chiudere la stagione estiva di eventi di Bellagio, c’è la festa dedicata agli appassionati di vele d’epoca e classiche organizzata appunto a Pescallo. Qui il Circolo della Vela di Pescallo e il Grand Hotel Villa Serbelloni ogni anno a settembre organizzano una sorta di sfilata di barche.

Continua la lettura: Il BORGO MEDIEVALE sull’acqua, “capitale” europea delle ARRAMPICATE. A due ore e mezza da Milano

BEATRICE BARAZZETTI

Le altre località del giorno (per una gita da Milano):

Adda,  ArcoBaroloBiella, Brescia, BrunateGenova, ComoOrrido di NessoCrespi d’AddaTorrechiara, Isola del Garda, il parco speleologico di Dossena, il Castello Medievale, Civate e il lago più vicino a MilanoCassinetta di Lugagnano, Oasi Zegna, BormioLucchio, i Dolmen d’Italial’altra Santa MargheritaVal CavargnaLabirinto della MasoneCornello dei TassoBellano, il Giardino delle Grotte, il parco dei dinosauriMonte San Salvatore, la passeggiata dell’amore, la spiaggia più piccola del mondo, Gravellona Lomellina, l’orrido di Nesso, Savogno, il Bosco di Taxodi, il passaggio segreto sul lago di Como, il presepe sommersoIsola Comacina, la Mini Toscana della Brianza, Val Vestino, il ponte tibetano più alto d’EuropaRasigliaMerate e la piccola Lourdes, la piscina sul lagoVal Bavona, le Marmitte dei GigantiIsolino Virginia- l’isola di LotoLuganoil borgo superocolorato di PomponescoMeranoIsole Caraibiche della LombardiaMorcote il villaggio più bello della Svizzera, MantovaIncisioni Rupestri della ValcamonicaLeccoMandello del LarioPeccioli borgo medievale dell’arte contemporanea, lo Snow Chalet di LivignoTizzano Val Parma, il 09, l’AcquaworldGrotte di SoprasassoSankt Moritz, Valgoglio, Ravenna, la Valle di Preda Rossa, la Casa dei Maghiil fiordo norvegese d’Italia di Crap de la ParèCiaspolate vicino a Milano, il lago alpino più bello del mondo, la strada del Prosecco, il Treno del Nataleil capolavoro del Cinquecento GualtieriLago di CarezzaMoltrasio “il borgo dell’amore”Villa SelvaticoCastel Savoia la reggia della Regina MargheritaGlacier ExpressCourmayeur, la Spa più divertente d’Europa, la Pozza di LeonardoMartello il Comune che non parla italianoLa funicolare cabriolet di Grimselwelt, Val SanagraGiardino RossiniNoli, le “FilippineItaliane”Lodi, PaviaVigevanoBobbio, La savana di Cumiana, Monza, Lago Segrino, ValsassinaBardineto il villaggio dei funghiValle d’Intelvi, Maranello, La terrazza del brivido di Tremosine, Ricetto di Candelo, Madonna di CampiglioVal Vigezzo la valle dei pittoriPunta SassoBubble Room, Portofino, BellagioLegnanoSottomarinaLe 5 TerreBroloPreda Rossale grotte del CaglieronLomelloBergamoIl castello da fiaba di MadruzzoGaggioPusianoGera LarioChamoisLerici

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Dina GALLI, l’eccentrica monella: la prima attrice COMICA italiana

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“La Dina”. Eccentrica, carismatica, divertente. Con due inconfondibili, giganteschi occhi azzurri. 

Dina GALLI, l’eccentrica monella: la prima attrice COMICA italiana

# Uno scettro per due

Con Gigetta Morano, si contende lo scettro della prima attrice comica italiana. Non solo: è stata una delle figure più carismatiche ed eccentriche del mondo della recitazione. Clotilde Annamaria Galli, in arte Dina (anzi, la Dina) nacque a Milano il 16 dicembre 1877, da papà Giuseppe e mamma Ermelina Nesti, attrice “minore”, che coinvolse nelle scene sopra i palchi di modesti teatri, anche la figlia, ancora piccina. Qualche tempo dopo  la madre di Dina Galli venne scritturata da un altro milanese, Edorado Ferravilla, che diede qualche piccola parte alla ragazzina, allora tredicenne.

# Quegli inconfondibili fari azzurri

La prima occasione, per farsi notare, Dina la ebbe però con Edoardo Giraud, un ex garibaldino, nato anche lui all’ombra della Madonnina, uno scopritore che adocchiò l’estro e la ficcante ironia della nostra attrice. Dina Galli era magrissima, energica, dall’espressività spiccata del volto, con quegli enormi occhi azzurri, che comunicavano più di mille parole. Giraud le propose di cantare in una commedia-rivista, che divenne il trampolino di lancio della carriera della Dina. A 23 anni è Virgilio Talli a scritturarla, in precendenza collaborò proprio con Ferravilla: con Talli la Galli non è più “solo” l’attrice dialettale milanese ma, con l’incarico di “prima attrice giovane, prima amorosa e prima attrice comica”, passa al teatro in lingua italiana. In “Dionisia”, commedia in quattro atti di Alexander Dumas, la Dina fa già un bel salto di qualità, per entrare definitivamente nel mito vestendo i panni di Mome Crevette nella “Dame de Chez Maxim” di George Feydeau, una commedia burlesca, che ha l’obiettivo di fondo di sorprendere, scatenando risate. Pensate che, siamo nel 1900,  la nostra attrice milanese interpreta una ballerina del Moulin Rouge, che deve essere “nascosta” da un inappuntabile signore, per non farla trovare dalla moglie, dopo una notte di follie. E’ uno scandalo! Ma il successo è grande.

# Anche talent scout

Così Dina Galli diventa l’attrice ideale per ruoli leggeri, ironici, pungenti, sbarazzini, con personalità da monella. Diventa prima attrice assoluta e, insieme a Giuseppe Sichel e Amerigo Guasti, fonda una compagnia in proprio, dove militano attori e attrici che a breve entreranno nell’Olimpo della recitazione: Enrico Varisio, Paola Pazzaglia e Antonio Gaudisio, solo per fare alcuni nomi. La Galli intanto studia i lavori di un certo Dario Niccodemi: era un commediografo toscano, che scrisse circa venticinque opere teatrali, tra cui “Scampolo” e “La maestrina”, che divennero due rappresentazioni interpretate dalla compagnia della Galli. Passa poi al Cinema, dove è “Ninì Falpalà” nell’omonima pellicola diretta da Amleto Palermi, poi lavora in “Felicita Colombo”, e in “Nonna Felicita”. Nel 1939 è la volta di “Frenesia”, con la regia di Mario Bonnard. Tra il 1933 e il 1950, la troviamo in dodici film, più i quattro tra il 1914 e il 1917.

# La prima… a volare in aereo

Nel 1910 la Galli fu la prima attrice italiana a volare in aereo, mentre nel 1921 scampò alla strage del Teatro Diana a Milano, quando un attentato dinamitardo uccise ventuno persone durante uno spettacolo in cui lei era invitata tra il pubblico.

L’ultimo lavoro di Dina Galli fu “Sambo”, del 1950, dove riveste il ruolo di un’anziana contessa, al fianco di Ave Ninchi, Paolo Stoppa, Nando Bruno e Lando Gazzolo, padre del popolare Nando. Nel settembre dello stesso anno le conferiscono la “Maschera d’argento”, premio dei cronisti romani agli assi della “Rivista”.

Dina Galli muore il 4 marzo 1951 nell’albergo Dragoni di Roma. A darle l’ultimo saluto ci sono tanti pionieri del mondo dl Teatro: Livio Pavanelli, Guglielmo Giannini, Aroldo Tieri, Wanda Osiris, Paolo Stoppa. Il funerale avvenne in una Roma piovosa e fredda, nella Chiesa di Santa Maria in Via.

FABIO BUFFA

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Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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El SIGNURUN, il CRISTO DIMENTICATO di Milano che ha ritrovato la sua MANO de DIOS

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Credits Andrea Cherchi - Signurun con la mano

A Rio de Jainero è il simbolo della città, la statua che svetta sulla cima del monte Corcovado. A Milano il Cristo è relegato in periferia e per alcuni anni è rimasto persino senza una mano.

El SIGNURUN, il CRISTO DIMENTICATO di Milano che ha ritrovato la sua MANO de DIOS

# “El Cristùn de cement”: il Cristo di Milano relegato in periferia e senza una mano

Credits Andrea Cherchi – El signurun senza mano

In una delle periferie più difficili della città, in zona Corvetto, c’è El Signurun de Milan“, in modo più rozzo detto anche “el Cristùn de cement”. Una statua imponente di Cristo benedicente che abbraccia un grande crocifisso che, come fosse sulla prua di una nave, è nella posizione di dare il benvenuto a chi entra in città.

Si trova più precisamente in Via San Dionigi 6 su una terrazza di un edificio liberty, non prorio in ottime condizioni, che forma un cuneo tra due biforcazioni della stessa via tra enormi torri di case popolari e piccole case di ringhiera. Sembra il Cristo di Rio de Janeiro, solo che quello di Milano è stato per molti anni senza una mano a causa dei lavori dell’Aem per la sostituzione di un lampione: una ruspa ha troncato quella destra.

# Nel 2020 il ripristino del pezzo di arto

Credits Andrea Cherchi – Signurun con la mano

Una decina di giorni prima del Natale del 2020 la mano ha fatto ritorno al suo posto. Il consigliere del Municipio 5 Chiara Perazzi, di Milano e l’imprenditore Romano Saini decisero di intervenire, nonostante la statua non fosse nemmeno censita da nessuna parte oltre al fatto che non se ne conosce l’artefice, il committente e il motivo della sua costruzione. Probabilmente risalente all’Ottocento e fatta con graniglia e sabbia del Ticino impastate con polvere di cemento, dopo un anno di lavoro dello scultore Antonio Mendola 

# Quando la terrazza affacciava sull’acqua

Credits Andrea Cherchi – El signurum sulla terrazza

Un’altra curiosità riguarda la terrazza dell’edificio. Un tempo affacciava sulla Vettabietta, ora ricoperta. Nelle sue acque si dice fosse stata ripescata la statua. Il palazzo si trova invece in una zona di confine, da un lato i numeri dispari di Via Dionigi sono nel Municipio 4, dall’altro quelli pari nel Municipio 5.

 

Continua la lettura con: La MILANO SOTTERRANEA: sotto i nostri piedi si nascondono cose che noi milanesi non possiamo neanche immaginare

FABIO MARCOMIN

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La “SPIAGGIA che SUONA”, una delle più belle d’Italia

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Credits: @diaryofaraimbow Cala Violina

Una spiaggia che suona? Impossibile. Invece no perché, oltre al fatto che esiste davvero, si trova in Italia.

La “SPIAGGIA che SUONA”, una delle più belle d’Italia

# Cala Violina nella Maremma toscana

Credits: @ethical_traveller_atisha
Cala Violina

Nella Maremma toscana, precisamente a Scarlino nella Riserva Naturale delle Bandite, tra Follonica e Punta Ala, si trova una spiaggia molto particolare. Si chiama “Cala Violina” e qui la sabbia, chiara e granulosa, è composta da granelli di quarzo. Sono proprio questi ultimi che, se qualcuno cammina sulla spiaggia, emettono un rumore un po’ strano, ma allo stesso dolce come quello di un violino.

# Come raggiungerla e come entrare

Credits: @ea.barbo
Cala Violina

La spiaggia che suona non è però aperta a tutti, l’accesso è infatti a numero chiuso. Dal prezzo simbolico di 1 euro a persona, in estate, Cala Violina può ospitare un massimo di 700 persone al giorno. Un numero così grande che fa subito capire quanto la spiaggia sia affollata. Per entrare basta prenotare sul sito apposito.

Per raggiungerla, invece, non basta la macchina, ma servono o delle scarpe da trekking o una bicicletta. Si può arrivare alla spiaggia principalmente tramite 2 percorsi: o si percorre un sentiero di 4,5 km lungo il cosiddetto Puntone, oppure si possono fare semplicemente 2km arrivando però in macchina fino al decimo chilometro della Strada Provinciale 158.

# Una delle spiagge più belle della Maremma

Credits: @diaryofaraimbow
Cala Violina

Cala Violina è certamente una delle spiagge più particolari della Toscana e d’Italia, ma anche una delle più belle della Maremma. Dall’acqua limpida e con la rigogliosa macchia mediterranea alle spalle, Cala Violina offre un’esperienza unica. Non ci sono stabilimenti balneari, ma prima di arrivare alla spiaggia c’è un chioschetto con tavoli da pic-nic.

In estate si può godere di tutte le sue particolarità, ma per sentire la spiaggia che suona serve un po’ di quiete, quindi meglio andarci o nelle ore meno frequentate o fuori stagione. Lo spettacolo rimane sempre unico!

Fonti: zingarate.com

Continua la lettura con: Andare in SPIAGGIA su MARTE: si può fare in Italia

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

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LAVORI in RITARDO: le OLIMPIADI finiranno in SVIZZERA?

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L’area intorno al Palasharp (Duilio Piaggesi/Fotogramma, Milano IPA)

Quello che molti dicevano sottovoce è esploso come una bomba: i lavori per i giochi sono in ritardo sui tempi. Ormai una consuetudine, come accaduto con la metro e altre grandi opere, ma che in questo caso non si può rimandare la data di inaugurazione con una scrollata di spalle. Perché le Olimpiadi una data certa ce l’hanno. E allora, come prima di Expo quando si ipotizzava di cederlo a Smirne, anche in questo caso si addensano nuvole nere e uccelli di malaugurio: se Milano e Cortina non ce la fanno, si andrà in Svizzera. Dove, pare, si stiano già fregando le mani. 

LAVORI in RITARDO: le OLIMPIADI finiranno in SVIZZERA?

# La pista da bob già fuori tempo massimo?

Credits vipiù – Pista da bob Cortina

Partiamo dal Veneto. A Cortina d’Ampezzo è prevista la costruzione della pista di bob, dove si disputa una delle gare più spettacolari delle Olimpiadi Invernali, ma rischia di non essere pronta per il 2026. Lo Sliding center, come riporta il Fatto Quotidiano, ha un costo di 80 milioni di euro e una durata dei lavori stimata in 807 giorni. Vale a dire che se il cantiere si aprisse nei prossimi giorni, e non ci fossero intoppi, la pista sarebbe pronta a settembre 2025 e quindi un paio di mesi prima della consegna al Cio. Al momento però si è solo in fase di gara.

Per questo motivo, come ipotizzato durante l’ultima cabina di regia da parte delll’amministratore delegato della Fondazione Milano-Cortina, Andrea Varnier, si sta pensando a un piano B: traslocare le gare di Bob a St. Moritz in Svizzera. Al netto della riorganizzazione logistica, gli atleti andranno trasferiti, e della sicurezza, da concordare con un’altra Nazione, sarebbe un vero smacco e una magra figura per l’Italia.

# I palazzetti in alto mare 

Ph. @Onirism IG – PalaItalia

Se Cortina non ride, Milano è sul punto di piangere. A due anni e mezzo dall’inaugurazione delle Olimpiadi le due strutture principali a Milano sono già in allarme rosso. Il PalaItalia dopo diverse vicissitudini ha visto solo da poche settimane l’avvio di cantiere: siamo già al limite e potrebbe essere ultimato appena in tempo solo se non ci fossero altri intoppi. Che se la vogliamo dire tutta, sono diventati ormai una consuetudine per qualunque opera sul territorio. Ma c’è chi sta anche peggio. 

Credits: @gallaratese_today IG

Tempo scaduto per il Palasharp. Attendeva la revisione del progetto come richiesto dal Cio con conseguente aggravio dei costi, ma ormai non c’è più tempo. Ci sono messe anche le suore con un ricorso al Tar contro la trasformazione della tensostruttura in palazzetto. Al suo interno si sarebbero dovuto tenere le gare di hockey su ghiaccio femminile. Ci si è messi all’opera per trovare un degno sostituto: i padiglioni della Fiera di Rho dove si dovrebbero spostare anche le gare di pattinaggio inizialmente previste per l’impianto “Ice Ring” di Baselga in Trentino (cassato perchè troppo costoso). Anche in questo caso però non tutto sta filando liscio con il braccio di ferro tra Comune, che punta a Rho, e il governo che spingerebbe verso impianti già pronti a Torino. 

Ma c’è anche un problema doping. Per una volta non riguarda gli atleti, ma il laboratorio delle analisi. Qui ci si è messa di mezzo Roma, cosa di cui siamo abituati. Nonostante la manifestazione si tenga al nord, il Coni vuole realizzarlo a Roma, pur mancando spazio all’Acquacetosa, dove vengono testati gli atleti dei campionati sportivi italiani. E anche in questo caso i rischi di essere già in ritardo sui tempi sono molto concreti. Piano piano aumenteranno i tasselli ospitati dai cugini elvetici?

Leggi anche: Tra il TRENTINO e TORINO spunta RHO per il PATTINAGGIO alle OLIMPIADI 2026

Fonti: Calcio e Finanza, Il Fatto Quotidiano

Continua la lettura con: OLIMPIADI a MILANO: le 7 opere da MEDAGLIA d’ORO

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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SALARIO MINIMO a Milano: il COMUNE sfida il GOVERNO

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Credits: ilnordestquotidiano.it lavoratori italiani

Un ordine del giorno depositato da un consigliere di maggioranza a Palazzo Marino, che nei prossimi giorni sarà discusso in aula, potrebbe innescare una rivoluzione per tutta Italia. 

SALARIO MINIMO a Milano: il COMUNE sfida il GOVERNO

# Depositato un ordine del giorno per istituire il salario minimo per dipendenti comunali e lavoratori delle cooperative

Credits hoigole IG – Palazzo Marino

Il consigliere comunale del Partito democratico Daniele Nahum ha depositato un ordine del giorno per istituire il salario minimo per dipendenti comunali e  lavoratori delle cooperative. Per presentare l’argomento ha voluto innanzitutto esprimere le condoglianze ai familiari delle vittime dell’incendio scoppiato nella Casa per i coniugi in Via dei Cinquecento e ricordare come “gli eroi che lavorano all’interno delle Rsa, il personale medico e gli infermieri, spesso sono sottopagati” e come siano “i penultimi che aiutano gli ultimi con stipendi alla fame.” 

# Milano prova a superare il Governo a sinistra

Credits claudiasaracino5 IG – Palazzo Chigi

La proposta sarà discussa in aula nei prossimi giorni e, se approvata, potrebbe anticipare le mosse di Parlamento e Governo che stanno discutendo da tempo se introdurre un salario minimo nazionale, soprattutto sulla spinta delle opposizioni. Il tema in realtà era emerso già alcuni mesi fa, sempre durante una seduta consigliare, quando al centro della discussione erano finiti i lavoratori sottopagati dei musei e delle biblioteche con una retribuzione oraria di appena 4 euro l’ora: “Lavoratori del Comune di Milano che sono stati assunti tramite una cooperativa”.

# L’obiettivo è porre un freno alle gare al ribasso

Credits andreamcvilltroisi IG – Aula consiglio

L’obiettivo principale di questa proposta, oltre a quella di garantire uno stipendio decoroso a tutti i dipendenti di Palazzo Marino, è di porre un freno alle gare al ribasso e fare in modo che anche ai lavoratori assunti tramite cooperative vengano offerte le stesse condizioni contrattuali o comunque il rispetto di una soglia minima retributiva.

Continua la lettura con: L’Italia è un PARADISO FISCALE per chi viene dall’estero”: e se provassimo le stesse regole anche per i residenti?

FABIO MARCOMIN

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Originali come delle opere d’arte: 5 PIZZE GOURMET a Milano

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Credits: @corner58_byrobertoconti e @posti_cibi pizza liquida e calice al Corner 58

Le pizze gourmet: una nuova definizione per descrivere quelle più elaborate e creative, originali come delle opere d’arte. Quali sono le pizzerie di Milano dove assaggiare una pizza gourmet? Eccone 5.

Originali come delle opere d’arte: 5 PIZZE GOURMET a Milano

#1 La pizza liquida da Corner 58, in viale Argonne

Credits: @corner58_byrobertoconti e @posti_cibi
pizza liquida e calice al Corner 58

Ovvero…quando la pizza diventa un’opera d’arte. E poi l’accoppiata vincente: pizza e bollicine.

Locale piccolo ma elegante dove la pizza è un’opera d arte. Prima di tutto c’è un assaggio a base di pizza liquida, buonissima, poi si passa alla degustazione delle pizze, tutte squisite, con ingredienti inaspettati come lo yogurt salato o l’emulsione di ostriche. Davvero un viaggio nel gusto che vale la pena di intraprendere magari accompagnando la pizza con un buon bicchiere di champagne.

#2 L’eccezionalità delle materie prime di Dry, in via Solferino

Credits: @drymilano
Dry Milano

Ovvero…l’abilità nella pizza gourmet. E poi l’accoppiata vincente pizza e cocktail.

In pieno centro ha sede questa elegante pizzeria industrial chic. Offerta molto varia, le pizze, tutte gourmet, sono eccezionali per qualità della materia prima e per l’uso di ingredienti made in Italy, anche DOP o presidi slow food. Azzeccatissima la scelta di abbinare la pizza ai cocktail che qui sono racchiusi in una lista piuttosto corposa.

#3 La superlievitazione a Lievita, in via Sottocorno

Credits: @lievita_gourmet
Lievita

Ovvero…quando la lunga lievitazione fa la differenza. E poi l’accoppiata vincente: pizza gourmet e birra artigianale.

Il locale ha più sedi a Milano e in alcune di esse di recente si è aperta la possibilità di fare aperitivo. Qui in via Sottocorno, dopo qualche piccolo assaggio a base di polpette e parmigiana di melanzane, arriva la pizza. La vera pizza napoletana rivisitata in chiave gourmet, lievitata a lungo e quindi leggera, digeribile e fragrante. Ottimi i dolci e di alta qualità le birre artigianali proposte.

#4 La pizza napoletana all’altra taverna, in via Cadore

Credits: @igastronauti
L’altra taverna

Ovvero…quando la vera pizza napoletana la fa da padrone. E poi l’accoppiata vincente: i bordi alti e gli ingredienti di qualità.

In via Cadore si trova questo locale su due livelli, di cui uno al piano inferiore, ma c’è anche un ampio dehors esterno affacciato sul parco Formentano. Si comincia con alcune sfiziosità come le montanari e o i fiori di zucca ripieni di ricotta, e si prosegue con la pizza vera napoletana verace col cornicione alto, soffice e corposo. Ottimi anche i dolci, su tutti, sua maestà la pastiera napoletana che qui è davvero superba.

#5 Lievito madre vivo da Berbere, in via Carlo Botta

Credits: @berberepizzeria
Berberè

Ovvero…la rivincita del lievito madre vivo. E poi l’accoppiata vincente: una buona pizza  condivisa con buoni amici.

Locale con più sedi a Milano, ha reso l’uso del lievito madre il suo punto di forza. Qui in Porta Romana, il locale è grande e coloratissimo e si possono assaggiare varie sfiziosità, come i crostini con le acciughe oppure con la ‘nduja. Le pizze, arrivano già a spicchi quindi perfette da condividere in compagnia. Gli Ingredienti sono di eccellente qualità come la mortadella di mora romagnola o i capperi di Salina. E per accontentare il palato di tutti, il menu offre anche alcune pizze vegane.

Continua la lettura con: Le PIZZERIE MILANESI tra le MIGLIORI d’Italia

ALESSANDRA GURRIERI

copyright milanocittastato.it

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Nera, Rossa, Bianca: i TRE COLORI di MARIA a Milano

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Fino al diciottesimo secolo esistevano a Milano tre chiese particolari intitolate a Maria, ognuna identificata da un colore diverso: bianca, nera e rossa. 

Nera, Rossa, Bianca: i TRE COLORI di MARIA a Milano

# La chiesa di “Santa Maria Bianca”: bianca come la veste candida

Affresco della Vergine Maria Bianca della Misericordia
Credits: ilcielosumilano.it – Affresco della Vergine Maria Bianca della Misericordia

La Chiesa di Santa Maria Bianca della Misericordia, che sorge in piazza San Materno nel quartiere di Casoretto, detta anche abbazia di Casoretto dal nome del quartiere dove è collocata, è stata edificata per conto del nobile Pietro Tanzi nel 1472 dall’architetto Guiniforte Solari.

Fu proprio il nobile che ne finanziò i lavori che decise di apporvi nella dedica l’aggettivo “Bianca” per distinguerla da altre chiese dedicate alla Vergine realizzate nella stessa epoca: appunto Santa Maria Nera e Santa Maria Rossa a Crescenzago. Tutte queste chiese erano metà di pellegrinaggio poste all’entrata di Milano.

Perchè proprio la scelta del colore bianco? Sembra che la scelta del colore sia ricaduta per riprendere il bianco della veste della Vergine rappresentata nell’affresco all’interno della chiesa.

# La chiesa scomparsa di “Santa Maria Nera”: nero come il color del legno

Chiesa di Santa Maria Nera
Credits: Urbanfile – Chiesa di Santa Maria Nera

In zona Loreto si trovava una piccola cappella costruita nella seconda metà del XVI secolo, luogo sussidiario di culto della parrocchia di San Babila, troppo lontana per la comunità vicina al confine col comune di Greco, che a partire dal 1609, secondo la volontà espressa dall’arcivescovo Carlo Borromeo quando era in vita, iniziò l’edificazione di una cappella più grande dedicata a Santa Maria di Loreto, che venne terminata nel 1616, anno della sua dedicazione, e adornata di una statua della dedicataria.

Nella ricostruzione fatta da Urbanfile, nella foto sopra, è possibile ipotizzare l’aspetto originario della chiesa.

Dopo la sua demolizione fu costruita una nuova chiesa in Via Giovanni Pierluigi da Palestrina nella quale si trova la statua lignea policroma del XVII secolo raffigurante la Madonna col Bambino, proveniente dalla chiesetta demolita della Madonna di Loreto, il cui colore scuro pare sia stato il motivo delle sua denominazione “Santa Maria Nera”.

Quel che rimaneva del luogo e degli edifici che facevano parte del complesso del monastero di Loreto vennero demoliti completamente nel dopoguerra. Oggi di tutto ciò rimane soltanto il grande piazzale moderno di Loreto.

# La chiesa di “Santa Maria Rossa”: rossa come il colore dei mattoni

Chiesa di Santa Maria Rossa
Chiesa di Santa Maria Rossa

Sulla strada che da Milano portava a Bergamo e Venezia sorgeva fin dal X secolo una chiesetta dedicata alla Vergine. Circa due secoli più tardi vi si costituì una comunità di canonici regolari che professavano la regola di Sant’Agostino e venne edificata, sui resti dell’antica cappella, una chiesa più ampia, che crebbe in splendore con l’affermarsi dell’importanza della “Canonica di Crescenzago”. Si chiamò da subito Santa Maria Rossa, probabilmente per il prevalere dei mattoni a vista nell’aspetto esterno e interno dell’edificio e per distinguerla dalle altre chiese dedicate alla Vergine nelle zone limitrofe.

Continua la lettura con: I marziani sono nati a Milano

FABIO MARCOMIN

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La CITTÀ FANTASMA da 200 milioni di dollari

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credits: fortementein.com
Un villaggio per miliardari esigenti costituito, stando al progetto, da 732 ville che nelle fattezze ricordano i castelli della Baviera e quelli francesi della Loira. Finiture di pregio e la possibilità, da parte degli acquirenti, di personalizzare gli interni. Questa, la sintesi di come avrebbe dovuto presentarsi un villaggio parzialmente costruito nella parte nord ovest della Turchia.
 
In pratica, il più grande fallimento immobiliare della Turchia degli ultimi anni con bancarotta della società costruttrice, un bosco completamente raso al suolo e un villaggio dall’aspetto che spazia dal kitsch allo spettrale.
 

La CITTÀ FANTASMA da 200 milioni di dollari

# Il SOGNO di Burj Al Babas

credits: fortementein.com
Burj Al Babas è un sogno ideato nel 2014 e che, nel 2016 grazie al duro lavoro di 2.500 operai edili, ha visto nascere i primi tratti. Con le unità immobiliari che venivano proposte tra 260.00 e 420.000 euro a secondo della grandezza e della posizione più o meno panoramica, la costruzione registrava uno stop importante nel 2018 quando 350 unità erano state finite e 230 erano in lavorazione. Crisi politica nella nazione, crisi economica e, probabilmente i primi seri dubbi da parte degli acquirenti, si segnava uno stop che diventava poi definitivo. Nessuna nuova acquisizione e molti dei futuri proprietari che, sfiduciati dai vari problemi sorti, chiedevano indietro i propri soldi.
 

# Tutto fumo e niente arrosto

credits: @burj_al_babas su IG

Un iniziale investimento previsto di oltre 200 milioni di euro e un giro di affari che tra case e un centro commerciale di alta gamma circondato da un grande parco con dei laghetti avrebbe fruttato molti, moltissimi soldi. La posizione tra Istanbul e Ankara, un progetto che, stando agli sviluppatori, avrebbe fatto gola a molti dei ricchi abitanti del Medio Oriente. Sarot Group e il loro socio, Bulent Yilmaz, non avevano dubbi riguardo al successo dell’operazione. Ma gli affari non sono andati secondo le previsioni e da lì a poco si assisteva al fallimento della società immobiliare ideatrice del sito. Stando a Bloomberg, il più grande fallimento nella Turchia degli ultimi anni.

# Nessuno ci ha mai messo piede

credits: @burj_al_babas su IG
Nel 2019 Sarot group dichiarava bancarotta e con esso terminava ogni ulteriore possibilità di vedere completata la città dei castelli. Rimangono ad echeggiare, tra le vie desolate e intralciate dal materiale di costruzione abbandonato, le parole dell’allora sindaco di Mudurnu, del quale il villaggio fa parte, che sosteneva a gran voce che moltissime persone avrebbero pagato per visitare la cittadina. Ad oggi, gli unici visitatori sono stati un paio di gruppi musicali che hanno ambientato i loro filmati tra le case e i soli curiosi di poter scattare qualche foto nel paese abbandonato che racconta di un sogno che, con ogni probabilità, rimarrà tale.
 

Continua a leggere con: Milano Nord Ovest: 4 LUOGHI ABBANDONATI da recuperare subito

ROBERTO BINAGHI
 

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La SCRITTA INVERSA di Vetra: LEPONZIO, chi era costui?

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La scritta in caratteri nord-etruschi
Credits: ilgiorno.milano.it - La scritta in caratteri nord-etruschi

In via San Vito, non lontano da piazza Vetra, si trova una scritta in caratteri nord-etruschi, un graffio misterioso. Si legge “Leponzio”, ma da destra a sinistra. Che cosa significa?

La SCRITTA INVERSA di Vetra: LEPONZIO, chi era costui?

 

LEPONZIO: chi era costui?

I Leponzi erano una popolazione celtica.

Il territorio leponzio faceva parte della provincia romana della Rezia, la cui zona a sud compresa Mediolanum (Milano), era sotto il controllo degli Etruschi intorno al 600-500 a.C., quando i Leponzi iniziarono a scrivere iscrizioni funerarie nel loro alfabeto di Lugano, una delle cinque principali varietà di alfabeto italico settentrionale.

# La pietra più antica di Milano (viene da Varese)

Solo successivamente, con l’ampliamento del territorio dell’Italia antica, il territorio venne a far parte della Gallia Transpadana.

La scritta ritrovata a Milano recita: “23 miglia da Mesoliano” e sembra essere stata portata qui dal Varesotto. Ecco Mediolanum, la terra di mezzo, la terra al centro del mondo. Chi portò la pietra e la incastonò in quella corte? Mistero.

Continua la lettura con: La doppia cattedrale al posto del Duomo

MILANO CITTÀ STATO

copyright milanocittastato.it

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Quello che i MILANESI PENSANO della LOMBARDIA

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Credits simone.carcano IG - Treno Trenord in ritardo

Che cosa rappresenta per i milanesi la propria regione? Ecco come viene vista: i risultati di una nostra inchiesta. 

Quello che i MILANESI PENSANO della LOMBARDIA

#1 Lombardia e Milano: due corpi estranei

Mappa Città metropolitana

Milano e la sua area metropolitana sono considerati una realtà a parte rispetto al resto della Lombardia. Questo il primo risultato che emerge da una serie di interviste fatte ai milanesi sul tema del rapporto con la Regione.

Una città di oltre 4 milioni di abitanti prettamente votata al terziario e ai servizi che fa da catalizzatore per tutta la regione, con le sedi delle più importanti multinazionali, eventi legati alla moda, al design, al cibo e molto altro, è visto come un’area che ha esigenze e caratteristiche del tutto diverse dal resto della regione, fatta di piccole città sparse tra campagne, laghi e montagne dopo prevalgono agricoltura e industria. Un divisione che si vede anche durante le elezioni.

#2 I trasporti non sono all’altezza

Credits simone.carcano IG – Treno Trenord in ritardo

Una differenza che i milanesi sottolineano è nel trasporto pubblico. A Milano lo si giudica efficiente e viene utilizzato più del mezzo privato per spostarsi in città, mentre quello regionale di Trenord che dovrebbe mettere Milano in connessione le altre città lombarde viene considerato per niente adeguato. Lontano anni luce dagli standard europei e in alcuni casi anche in un confronto con altri territori italiani.

 

#3 Lombardia = Sanità = Troppi disservizi

Ospedale San Raffaele

Questa è stata una grande doccia fredda accusata in questi ultimi anni. Si è scoperto che la sanità da sempre un vanto per la Regione Lombardia, si è mostrata gravemente inefficiente. Per prenotare una visita medica o un intervento chirurgico si deve in molti casi aspettare mesi, a volte anni. Uno choc per molti, soprattutto per lo sbilanciamento nei servizi tra quello garantito dal pubblico e quello a pagamento dei privati. 

#4 Locomotiva d’Italia grazie a Milano

Pil Milano

Se la Lombardia può essere considerata la locomotiva d’Italia, per i milanesi la maggior parte del merito è di Milano. Anche i fatti lo dimostrano. Partendo dal Pil prodotto, nella città metropolitana di Milano se ne concentra il 46% di quello regionale e il 10% di quello italiano, al turismo che presenta percentuali simili, agli eventi di rilevanza mondiali che attraggono milioni di visitatori e agli ingenti investimenti nella rigenerazione urbana. Si può dire che Milano è la locomotiva della Lombardia e di conseguenza dell’Italia.

Leggi anche: Milano città regione? Avrebbe 11 MILIARDI di euro ogni anno (senza che lo stato ci rimetta un cent)

#5 Uno scrigno ricco di storia e paesaggi naturali mozzafiato

Credits minree-pixabay – Lago Maggiore

C’è però anche un elemento positivo che emerge dalla ricerca. Per molti milanesi la Lombardia rimane comunque una delle regioni più belle d’Italia. Uno scrigno ricco di storia, dai borghi antichi disseminati tra pianura, valli, montagne e laghi, alle città come Mantova, Como e Bergamo. Con paesaggi incantevoli grazie ai laghi più belli del mondo, Lago di Como, Lago d’Iseo, Lago di Garda, Lago Maggiore, e alla catene montuose, dalle Orobie all’Alta Valtellina. Quello per la loro regione si potrebbe definire un amore geografico ma non amministrativo. Forse è il caso che si prenda coscienza che sarebbe meglio avere due regioni invece che una sola di 10 milioni di persone. Quasi il doppio rispetto alla seconda più popolosa. 

Continua la lettura con: STRADE, TAV, METRO: che cosa manca a Milano?

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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I 3 QUARTIERI di Milano dove l’AFFITTO costa meno di 500 euro al mese

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Glicine a Villapizzone - Ph. @lucibell5_x IG

Tre zone della città dove si possono trovare affitti a prezzi sostenibili (quasi) per tutti. 

I 3 QUARTIERI di Milano dove l’AFFITTO costa meno di 500 euro al mese

# Solo 8.500 posti letto per 89.000 studenti fuori sede

Credits Valter Repossi – Urbanfile – Aparto Ripamonti

Milano città universitaria, ma con pochi studentati. In base a una recente ricerca di Scenari Immobiliari sono meno di 8.500 i posti letto disponibili in studentati o strutture convenzionate su circa 89.000 universitari provenienti da fuori la Città Metropolitana di Milano. Questo significa che per trovare un luogo dove vivere gli studenti sono obbligati a ripiegare sul mercato immobiliare privato dove i costi sono decisamente inferiore. Lo stesso problema è sulle spalle dei giovani lavoratori.

Leggi anche: Le 5 FERMATE della METRO dove COSTA MENO prendere una casa in AFFITTO

# Il prezzo medio di un monolocale a Milano sfiora i 900 euro mensili

Credits: immobiliare.it

Prendendo ad esempio le quotazioni di Immobiliare.it il prezzo medio al metro quadro a Milano è di 21,73 euro: per un monolocale di 40 mq vuol dire spendere 869 euro al mese. Anche le stanze non sono da meno. Per quelle abbastanza comode per atenei e poli di attrazione, pur se in zone semiperiferiche, si toccano punte di 950 euro mensili.

Leggi anche: Le FERMATE più ECONOMICHE per AFFITTARE CASA sulla M1

# I tre quartieri dove andare in affitto a meno di 500 euro al mese

Credits ericadalmartello76 IG – Ponte Lambro

Ci sono però alcuni quartieri che si salvano per il momento e che risultano ancora accessibili a giovani e studenti:

# Ponte Lambro nella periferia sud est

# la fine di via Lorenteggio a sud ovest, almeno fino all’arrivo in zona della M4

# il quartiere di Villapizzone a nord ovest.

L’ultimo osservatorio di Tecnocasa segnala come in queste tre zone si riescano a trovare soluzioni di monolocali a meno di 500 euro al mese, anche se quasi sempre sono richiesti contratti a tempo indeterminato come garanzia, oltre a costi d’agenzia e diverse mensilità anticipate.

Continua la lettura con: La grande SCOMMESSA: le 4 FERMATE della M4 più CONVENIENTI dove COMPRARE CASA

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Milano DANCING CITY: gli appuntamenti per chi resta in città nel weekend dal 14 al 16 luglio #ToDoMilano

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Dance Tram Milano Dancing City - Credits: Milano Dancing City

Milano diventa Dancing City con la danza si diffonde nelle vie del centro (e su un tram). Ma non solo: ci sono anche mostri sacri del pop, dell’heavy metal e una formula all you can eat di gelato.

Milano DANCING CITY: gli appuntamenti per chi resta in città nel weekend dal 14 al 16 luglio #ToDoMilano

# Trova il tuo evento:

#Venerdì 14/7: Bregovic al Castello e i Depeche a San Siro

Depeche Mode – Credits: Live Nation
  • mario nigro. Opere 1947 – 1992: Palazzo Reale inaugura la mostra che si presenta come la più ampia retrospettiva dedicata all’artista livornese. Apre il fine settimana e resta in allestimento fino al 17 di settembre.
  • Tangenziali #4 in notturna: cosa è cambiato a Milano, tra il Forum di Assago e i campi di riso? Lo si può scoprire con questa camminata notturna ai margini della tangenziale. Ritrovo alle 18.45 alla MM2 Assago, poi ci si incammina fino a notte fonda. Info e prenotazioni QUI.
  • La vita a 30 anni: party a tema al Carroponte, che intende coccolare i trentenni con la colonna sonora della loro vita. Si inizia alle 19.00 e si prosegue ben oltre la mezzanotte.
  • Bang Bang… di colpo lui (la storia di Tenco e Dalida): la vita, le opere, la morte e i buchi investigativi nella ricostruzione dei suicidi di questi due artisti. Spettacolo musicale e di narrazione, scritto e interpretato da Sandra Zoccolan, in scena nella Corte d’Onore di palazzo Sormani alle 19.30.
  • Libro della Quiete: concerto meditativo, dove prima si gioca alla ricerca della quiete con campane tibetane e atmosfere elettroniche, poi si scatena l’anima con le poesie. Lo spettacolo è alle 20.00 al Garage Moulinski. in scena Paola Fernandez Dell’Erba.
  • Free Stage: seconda ed ultima serata della festa che vede il palco dello Zelig Cabaret, “aperto” a chiunque voglia esibirsi. La serata inizia alle ore 21.00.
  • Goran Bregovic: raffinato ed eclettico autore del sound folk, arriva a Milano accompagnato dalla Wedding and Funeral Band. Si accomodano nel Cortile delle Armi al Castello e attendono il pubblico dalle 21.00.
  • Party101: dance show pensato per i giovanissimi e che attrae anche tutti gli appassionati della musica Disney, con Matt Bennett in console. Prima assoluta italiana al Fabrique alle ore 21.00.
  • British Lion: unica data italiana del tour europeo di questa band, che in formazione annovera il bassista degli Iron Maiden, Steve Harris. Hard rock di qualità al Legend Club, a partire dalle ore 21.00.
  • Depeche Mode: la tappa intermedia del minitour italiano di Memento Mori, è per Milano uno dei grandissimi eventi dell’estate. Il ritorno di Dave e Martin è atteso da anni e lo spettacolo è in programma a San Siro alle 21.00.
  • Bandiera Gialla: serata di musica e ballo allo Spirit de Milan. Alle 22.30 apre il concerto di Jane Jeresa, a seguire dj-set con Splendido Splendente di Andrea Amici.

#Sabato 15/7: all you can eat di gelato, congedo estivo dello Zelig e Iron Maiden all’Ippodromo

The Return of Gods e Iron Maiden – Credits: Stone Music
  • I colori dell’organo – la Venezia di Callido: concerto raccontato in matinée presso la Chiesa di San Nicolao della Flue, in via Dalmazia. Alle 11.30 è Michele Zanella a dare la voce narrante all’organo.
  • Gelato all you can eat: check-in, braccialetto e due ore di tempo per consumare più coppette gelato che si può. Questa la formula che Tiramisù (via Matteotti) propone per rinfrescare i milanesi rimasti in città. Inizio alle ore 16.00.
  • Sagra dello Gnocco: decima edizione della sagra che propone gli gnocchi accompagnati da ogni tipo di condimento. Gli Amici della Buona Cucina attendono il pubblico in piazza Roma a Brugherio. La cucina apre alle 19.00.
  • I pomeriggi Musicali alle Stelline: viaggio in 3 secoli di storia della musica, insieme al Rhapsody Saxophone Quartet, che si esibisce nel Chiostro delle Magnolie. Da Handel a Nino Rota, passando per Rossini, il programma del concerto che inizia alle ore 19.00.
  • Aperiti vi amo: cocktail e musica per un happy hour in compagnia di tutti i locali di via Regina Margherita a Biassono, località San Giorgio. Dalle 19.30 in poi, aperitivo open air e dj set per tutti, ma con prenotazione obbligatoria.
  • Ivreatronic: serata dance all-night-long alla Triennale, con il collettivo che propone 5 ore di techno, musica elettronica e downtempo. Dalle 19.30 con Cosmo, Enea Pascal, Foresta e  Leonar.
  • Finalissima Super Open Mic: con la finalissima della speciale ricerca talent, si congedano gli spettacoli di Area Zelig e Giancarlo Bozzo. Il pubblico ha decretato il vincitore che si esibisce nell’ultima piece, per poi essere inserito in programmazione la prossima stagione. Sipario alle 21.00.
  • Venere & Adone – Shakespeare in Musica: omaggio alla verve dell’autore inglese e al suo poemetto composto ai tempi della peste a Londra. In scena al Castello Sforzesco, a cura di Pacta Teatri, alle ore 21.00.
  • The return of the Gods: festival heavy metal in edizione meneghina all’Ippodromo Snai San Siro, che vedrà come main event l’esibizione degli Iron Maiden alle 21.00. Si inizia alle 14.00 con The Raven Age, la band del figlio di Steve Harris (Iron Maiden) e a seguire Blind Channel, Epica, Stratovarius e infine gli attesissimi headliner.
  • Arctic Monkeys: prima tappa italiana per la band britannica, che si esibisce all’Ippodromo La Maura. Inizio concerto alle ore 21.00.
  • Samantha Iorio Trio: raffinati arrangiamenti e autobiografia, nel concerto che la vocalist propone all’Apres-Coup alle 21.30. Successi italiani ed internazionali, che Samantha ha interpretato al fianco degli autori originali, completano il menu della serata.

#Domenica 16/7: Milano Dancing City, Tributo a Vasco e Róisín Murphy al Castello 

Dance Tram Milano Dancing City – Credits: Milano Dancing City
  • #Danzami, Milano Dancing City: grande danza che utilizza Milano come palcoscenico open air, per spettacoli diffusi dalle 16.00 alle 19.00. Grandi coreografi e progetti di eccellenza, tra piazza Duomo, un tram e i Caselli Daziari di Porta Sempione. Info e programma QUI.
  • Mercatino dell’artigianato e del collezionismo di Brera: bancarelle di oggettistica, vintage e modernariato tra via Fiori Chiari e via Formentini, nella domenica milanese. Dalle 8.00 la mostra mercato che ha come tema l’artigianato di eccellenza.
  • Shaka Wake Day: wakeboard, grigliatina e tante attività, dalle 10.00 mattina al tramonto, nell’oasi naturale del Lago dei Cigni. Adatto per tutti i livelli, ritrovo da via Guascona 60.
  • Frozen: cinema per bambini a cura de Il Clan deimarmicchi, presso la Cineteca del Cinema Arlecchino, in viale Fulvio Testi. La proiezione inizia alle ore 11.00.
  • Collecting Wor(l)ds: visita guidata al Parco delle Cave e co-creazione di un glossario che riconfigura la relazione umana con gli ecosistemi acquatici e non. Appuntamento dalle 16.00 presso Cascina Linterno, in via F.lli Zoia.
  • Martesana Dimanche: in via Agordat angolo via Bertelli, nelle vicinanze dell’Anfiteatro Martesana, consueto appuntamento settimanale gratuito. Cantautori italiani e stranieri sono i protagonisti di oggi, con inizio alle ore 19.30.
  • Clauscalmo: speciale open studio, con suite di improvvisazione di Clara Romita e la sua band. Il set apre le porte dell’Atelier Musicale presso la Casa degli Artisti. Inizio ore 18.30.
  • L’ecletticità della fisarmonica: Vapori d’Estate questa settimana ospita il Quintetto del Conservatorio Giuseppe Verdi, che interpreta un programma vasto di fisarmonica. Alle 19.30, alla Fabbrica del Vapore, con ingresso gratuito e prenotazione obbligatoria.
  • 40 anni di Bollicine: omaggio a Vasco Rossi con la tribute band Vasco Revolution Live. Apre la serata del Parco Tittoni a Desio la guest Angelae alle 21.00. A seguire il main event.
  • Róisín Murphy: apprezzata e sempre imprevedibile artista irlandese, che arriva in tour per anticipare un nuovo lavoro. La nuova CooCool e tutti il repertorio, sono in scena al Castello Sforzesco alle ore 21.00.
  • Passepartout e Mister Ripley: la band che ha incantato l’estate sforzesca pochi giorni fa, accompagna la voce di Passepartout in una serata jazz manouche. Dalle 22.00 allo Spirit de Milan.

#Tutto il we: 90 libri in 90 minuti a Milano, sagre stagionali, Grecia in festa

Polenta – Credits: Cookist

  • Grecia in Festa: format itinerante, che questo fine settimana propone street food greco a Biassono. Fino a domenica 16, in piazza Don Umberto Ghioni, tutte le sere dalle 18.00, domenica anche a pranzo dalle 11.00.
  • Festa della Polenta: 3 giorni di buon cibo, musica e polenta alla Baita di Santa Maria a Cuveglio (VA). Domenica mattina è previsto anche un concerto di arpa e violino all’alba.
  • Rassegna dei Vini: 42^ edizione per la degustazione di vini premiati dell’Oltrepo Pavese. Ruota intorno al Parco Comunale di Canneto Pavese (PV) e presenta vini, spumanti, specialità tipiche e musica dal vivo da sabato 15 a lunedì compreso.
  • Tutti i libri del mondo, o quasi, in 90 minuti: 90 opere, una al minuto, è lo scintillante format proposto da La Macchina del Suono a Palazzo Sormani. In scena sabato e domenica alle ore 19.30.

#To-DO Milano torna a settembre. Buone vacanze Milano!

Continua la lettura con: Le località del giorno per una GITA da MILANO

LAURA LIONTI

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Questa è la SPIAGGIA ITALIANA più AMATA del 2023

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Credits sara_sicuro_ IG - Porto Selvaggio

Siamo nel pieno dell’estate: per gli amanti del mare spesso è difficile scegliere tra le numerose spiagge italiane. Il portale Holidu ci viene in aiuto selezionando le preferite dall’analisi dei dati su Instagram e Tik Tok.

Questa è la SPIAGGIA ITALIANA più AMATA del 2023

# La regina dell’estate 2023: la spiaggia di Porto Selvaggio in Puglia 

Credits sara_sicuro_ IG – Porto Selvaggio

Dubbi su quale spiaggia rilassarsi o cercare l’abbronzatura perfetta? Holidu, portale di prenotazione di case e appartamenti vacanza tra i più noti d’Europa, ha stilato una classifica con le top 50 spiagge italiane del 2023, utilizzando i dati di Instagram e TikTok. Partendo dalla lista completa delle spiagge, marine, baie e cale in Italia presenti nel database di Google Maps, sono state selezionate quelle con i punteggi più alti e con più di 500 recensioni e poi sono stati estratti i dati dei conteggi dei post su Instagram e delle visualizzazioni su TikTok di Luglio 2023.

La regina dell’estate è risultata la spiaggia di Porto Selvaggio in Puglia, in località Nardò, in provincia di Lecce, nel Salento, con oltre 63000 visualizzazioni su Instagram e addirittura oltre 3 milioni di su TikTok. Caratterizzata da una costa rocciosa e frastagliata e circondata da una vasta pineta e macchia mediterranea tipica del territorio salentino, la spiaggia si affaccia su un mare cristallino ed è inserita in una riserva naturale di oltre 400 ettari. L’accesso è possibile solo tramite sentieri da percorrere a piedi. Ma quali sono le altre spiagge che insidiano il suo primato?

 

# Nei primi cinque posti solo sud, eccetto un “antico borgo ligure”

Credits: @clickfor__levanteligure IG

Nelle prime cinque posizioni c’è un dominio quasi totale del sud, eccetto per la spiaggia in seconda posizione, quella dell’antico borgo marinaro di Boccadasse, quartiere di Genova: ha totalizzato quasi 130 mila visualizzazioni su Instagram ma 1,8 milioni su TikTok.

Le dune bianche di Porto Pino – Ph. @infidomalessere IG

Sul terzo gradino del podio la spiaggia di Porto Pino, frazione del comune di Sant’Anna Arresi nel Sud della Sardegna, con 83.889 visualizzazioni su Instagram e 1,5 milioni di su Tik Tok che ritraggono le sue celebri dune bianche. La top 5 è completata da San Pietro in Bevagna, del comune di Manduria in Puglia, con 44.416 visualizzazioni su Instagram e 2,1 milioni su Tik Tok e quella di Mari Pintau, nel Golfo di Cagliari, rispettivamente con 29.640 e 2,2 milioni di visualizzazioni.

# Dominio Sardegna: 39 spiagge su 50, di cui 7 in top ten

credits: IG @keep.on.walking.28 – Sardegna

Scorrendo la graduatoria vediamo come quasi l’80% delle posizioni è occupato dalla Sardegna, con 39 spiagge su 50 di cui 7 nella top ten. Oltre alle due in terza e quinta posizione, anche le ultime cinque che chiudono la lista delle 10 più amate sono sarde: Porto Giunco, Su Giudeu, Punta Molentis, S’Archittu e Cala Domestica. Con 3 spiagge c’è la Puglia, a quelle già citate si aggiunge la Spiaggia del Frascone in località Porto Cesareo, e la Liguria, oltre a Boccadasse troviamo Bonassola e Varigotti fanalino di coda con appena 121 visualizzazioni su Instagram e zero su Tik Tok.

La Toscana è rappresentata da due spiagge dell’Isola d’Elba, quella della Padulella in località Portoferraio e di Cavoli, in località Campo nell’Elba. Marche, Calabria e Abruzzo ne hanno una ciascuna.

Leggi anche: Le MIGLIORI SPIAGGE dove tuffarsi nel LAGO di COMO

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FABIO MARCOMIN

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