Siamo nel pieno dell’estate: per gli amanti del mare spesso è difficile scegliere tra le numerose spiagge italiane. Il portale Holidu ci viene in aiuto selezionando le preferite dall’analisi dei dati su Instagram e Tik Tok.
Questa è la SPIAGGIA ITALIANA più AMATA del 2023
# La regina dell’estate 2023: la spiaggia di Porto Selvaggio in Puglia
Credits sara_sicuro_ IG – Porto Selvaggio
Dubbi su quale spiaggia rilassarsi o cercare l’abbronzatura perfetta? Holidu, portale di prenotazione di case e appartamenti vacanza tra i più noti d’Europa, ha stilato una classifica con le top 50 spiagge italiane del 2023, utilizzando i dati di Instagram e TikTok. Partendo dalla lista completa delle spiagge, marine, baie e cale in Italia presenti nel database di Google Maps, sono state selezionate quelle con i punteggi più alti e con più di 500 recensioni e poi sono stati estratti i dati dei conteggi dei post su Instagram e delle visualizzazioni su TikTok di Luglio 2023.
La regina dell’estate è risultata la spiaggia di Porto Selvaggio in Puglia, in località Nardò, in provincia di Lecce, nel Salento, con oltre 63000 visualizzazioni su Instagram e addirittura oltre 3 milioni di su TikTok. Caratterizzata da una costa rocciosa e frastagliata e circondata da una vasta pineta e macchia mediterranea tipica del territorio salentino, la spiaggia si affaccia su un mare cristallino ed è inserita in una riserva naturale di oltre 400 ettari. L’accesso è possibile solo tramite sentieri da percorrere a piedi. Ma quali sono le altre spiagge che insidiano il suo primato?
# Nei primi cinque posti solo sud, eccetto un “antico borgo ligure”
Credits: @clickfor__levanteligure IG
Nelle prime cinque posizioni c’è un dominio quasi totale del sud, eccetto per la spiaggia in seconda posizione, quella dell’antico borgo marinaro di Boccadasse, quartiere di Genova: ha totalizzato quasi 130 mila visualizzazioni su Instagram ma 1,8 milioni su TikTok.
Le dune bianche di Porto Pino – Ph. @infidomalessere IG
Sul terzo gradino del podio la spiaggia di Porto Pino, frazione del comune di Sant’Anna Arresi nel Sud della Sardegna, con 83.889 visualizzazioni su Instagram e 1,5 milioni di su Tik Tok che ritraggono le sue celebri dune bianche. La top 5 è completata da San Pietro in Bevagna, del comune di Manduria in Puglia, con 44.416 visualizzazioni su Instagram e 2,1 milioni su Tik Tok e quella di Mari Pintau, nel Golfo di Cagliari, rispettivamente con 29.640 e 2,2 milioni di visualizzazioni.
# Dominio Sardegna: 39 spiagge su 50, di cui 7 in top ten
credits: IG @keep.on.walking.28 – Sardegna
Scorrendo la graduatoria vediamo come quasi l’80% delle posizioni è occupato dalla Sardegna, con 39 spiagge su 50 di cui 7 nella top ten. Oltre alle due in terza e quinta posizione, anche le ultime cinque che chiudono la lista delle 10 più amate sono sarde: Porto Giunco, Su Giudeu, Punta Molentis, S’Archittu e Cala Domestica. Con 3 spiagge c’è la Puglia, a quelle già citate si aggiunge la Spiaggia del Frascone in località Porto Cesareo, e la Liguria, oltre a Boccadasse troviamo Bonassola e Varigotti fanalino di coda con appena 121 visualizzazioni su Instagram e zero su Tik Tok.
La Toscana è rappresentata da due spiagge dell’Isola d’Elba, quella della Padulella in località Portoferraio e di Cavoli, in località Campo nell’Elba. Marche, Calabria e Abruzzo ne hanno una ciascuna.
Se si sta cercando un posto dove organizzare un primo appuntamento, ecco 7 ristoranti romantici che potrebbero essere l’ideale.
I RISTORANTI per un PRIMO APPUNTAMENTO a Milano
# Moebius tra Repubblica e Centrale
Credits: @moebiusmilano Moebius
In via Alfredo Cappellini 25, tra Repubblica e Centrale, c’è Moebius, un elegante ristorante ricavato da un ex-spazio industriale. Ha aperto nell’agosto 2019 ed è uno spazio di circa 700 metri quadrati suddivisi oggi in cocktail bar, tapa bistrot e ristorante sperimentale. Mentre il tapa bistrot, aperto giovedì e domenica dalle 18 all’una e il venerdì e il sabato dalle 18 alle 2, è un luogo d’incontro fra tradizioni culinarie, il ristorante sperimentale propone cucina all’avanguardia.
Per il tapa bistrot il ristorante Moebius fa scegliere ai suoi clienti una carta che combina tapas, piatti di portata e cocktails in uno spazio con tavolini, poltrone e divanetti, tavoli ordinari e un Social Table. Ma la vera chicca del locale, dove magari prenotare per il primo appuntamento, è la sala vetrata posta su una piattaforma sospesa al centro del locale. È qui che viene offerta la cucina sperimentale e creati di Moebius. Nel ristorante si possono anche ascoltare concerti di musica jazz e swing e dispone di due dehors.
# Frangente in zona Porta Venezia
Credits: @frangentemilano Frangente
Frangente è la nuova idea dello chef Federico Sisti che ha deciso di aprire un locale tutto per sé dove poter cucinare liberamente e lasciarsi ispirare. Lo spazio è coinvolgente e rilassato, niente di particolarmente impegnativo, ma non manca quell’eleganza milanese e soprattutto la buona cucina. La cucina è a vista per favorire l’incontro tra lo chef e i clienti, che possono notare con quanta cura viene preparata ogni ricetta. Il locale è aperto dal lunedì al giovedì dalle 19:15 a mezzanotte, mentre il venerdì e il sabato apre anche a pranzo dalle 12:30 alle 14:30. Ma dove si trova il Frangente? In via Panfilo Castaldi, 4, ai confini settentrionali della zona tra Porta Venezia e Lazzaretto.
# DistrEat in zona Naviglio Pavese
Credits: @distreat_milano Distreat
In via Imperia, 3 c’è il DistrEat, un locale aperto e accogliente, piacevole e poliedrico e che si può frequentare e vivere durante tutta la giornata. Come dice il nome stesso è un “distretto” del mangiar bene e dello star bene, dove scoprire sapori e fare nuove conoscenze. DistrEat è sempre aperto, dalle 8:30 del mattino fino all’una di notte, e qui si possono assaggiare i piatti della cucina italiana arricchiti da un tocco di novità. DistrEat inoltre condivide gli spazi esterni con Altavia, l’agenzia internazionale di comunicazione, e insieme ad essa ha creato uno spazio che contiene un giardino, un ristorante, una galleria d’arte e una piazza. Qui spesso poi vengono organizzati concerti, eventi o appuntamenti culturali aperti a tutti.
# Al Garghet non lontano da Chiaravalle
Credits: @algarghet Al Garghet
Vecchia osteria con balera, Al Garghet si trova a sud di Milano, precisamente in via Selvanesco, 36. Il nome viene dal verso delle rane, il menu è scritto in dialetto su quaderni a quadretti, e il pianoforte, il camino, i paralumi creano un’atmosfera conviviale. Il ristorante è quasi interamente in legno, rustico e rurale come se fosse un cottage inglese con tovaglie scozzesi (in autunno e inverno) e floreali (in primavera e estate). Le ampie vetrate poi mostrano il giardino botanico con i sassi. Il menu de Al Garghet varia a seconda delle stagioni ma quello che si può sempre trovare è la tradizione milanese: risotto giallo, ossobuco, il rognone, la rostisciada, la casseuola e naturalmente la cotoletta. Gli ingredienti utilizzati sono quasi tutti naturali e paste e dolci sono fatti in casa.
# El Porteno, l’argentino di Milano
Credits: @elportenoprohibido El Porteno Prohibido
El Porteño è il ristorante argentino di Milano che in città conta ben 5 sedi, una in zona Arena, l’altra in Darsena e poi ci sono El Porteño Prohibido, Gourmet e Flores, il cocktail bar elegante e raffinato collegato al ristorante El Porteño Prohibido e incentrato sulla miscelazione classica e sulle rivisitazioni dei drink più noti. Tutto all’interno di questi ristoranti è costruito intorno all’affascinante città di Buenos Aires e il nome stesso del locale fa riferimento agli abitanti della capitale argentina. In un ambiente elegante e raffinato i must assolutamente da provare sono le grigliate di manzo, maiale e vitello.
# Le Meraviglie in viale Monza
Credits: @cice_vi Le Meraviglie
Le Meraviglie in viale Monza, 258, è un ristorante dove poter assaggiare paste fatte in casa, scegliere tra diversi tagli di carne, tra cui la Fiorentina, e mangiare una buona pizza. Lo staff è giovane e motivato e l’ambiente ricercato ed internazionale. La location è un mix tra industrial e vintage con i suoi specchi, mattoni a vista, piante, tendaggi rossi e installazioni al neon. Le Meraviglie è aperto tutti i giorni sia a pranzo che a cena e il menu propone i grandi classici senza tempo della cucina italiana, interpretati però in modo giovane e contemporaneo.
# Mitù in Porta Venezia
Credits: mitu.restaurant Mitù
Mitù è il primo ristorante gourmet colombiano comparso a Milano. Inaugurato nel 2021 il ristorante in via Panfilo Castaldi, 28 vuole portare un po’ di Colombia in città, lo stesso nome Mitù viene da una piccola città colombiana che è porta di ingresso per la foresta amazonica. Mitù vuole essere un luogo magico e gli spazi sono eleganti ma dal tocco informale: la natura fa da padrona, le lampade e le ceste di paglia alludono alle attività della vita rurale e ci sono persino delle ceramiche dipinte a mano. L’obiettivo di Mitù è infatti quello di far immergere nella cultura latina l’ospite, facendogli assaggiare cibi autentici della tradizione colombiana. Il ristorante è aperto dal lunedì al sabato dalle 18:30 a mezzanotte e il sabato è aperto anche a pranzo dalle 12:30 alle 15.
Per più di mille anni, dal V secolo a circa il XV, Milano ha avuto due cattedrali, o come vanno chiamate, una cattedrale doppia. La più antica e minore, era intitolata a Santa Maria Maggiore, posizionata a Est. La più recente, di solo qualche decennio probabilmente, e grande, è la più famosa Santa Tecla. È probabilmente a loro che Sant’Ambrogio in un suo scritto si riferisce chiamandole “basilica vetus e minor” e “nova e maior”.
# “Invernale” ed “Estiva”: quando la cattedrale doppia era di moda
Questo curioso impianto, oggi ormai caduto in disuso, ha una lunga tradizione, secondo Attilio Pracchi era addirittura la più comune forma durante il Medioevo. Gli esempi sono innumerevoli anche se poco conosciuti, e dislocati in tutta Europa (nell’attuale territorio tedesco, francese e nell’Europa orientale), addirittura si sono rinvenute tracce di questo impianto sulle coste dell’Africa settentrionale, oltre che ovviamente in Italia. In Lombardia oltre a Milano avevano la cattedrale doppia Pavia, Cremona, Bergamo, Brescia, Como, per un breve periodo forse anche Mantova. Di certo Milano era quella più importante.
La spiegazione di un tale insediamento va di certo ricercato negli usi e nella mentalità della chiesa e della popolazione dell’epoca. Esso infatti non può essere solo un caso vista la durata millenaria della coesistenza. Queste due chiese venivano anche chiamate “invernale” ed “estiva”, poiché durante ogni periodo pasquale avveniva il passaggio, una vera e propria processione, da Santa Maria Maggiore a Santa Tecla. E viceversa durante la terza domenica d’ottobre.
# Ci sono ancora dei resti della doppia cattedrale
Tale rituale non era da attribuire però a fattori pratici, come lascerebbero immaginare gli appellativi di “invernale” ed “estiva”. Bensì va ricondotto ad aspetti simbolici educativi cristiani, e alla corrispondenza necessaria di tali aspetti coi luoghi liturgici addetti a comunicarli. Tale bipartizione infatti rimanda a temi molto cari alla teologia cristiana del medioevo: cielo e terra, invisibile e visibile, divino e umano…
Le rovine dell’abside della Basilica
Alcuni resti archeologici della cattedrale doppia, sono visitabili nel sotterraneo del Sagrato del Duomo di Milano, nelle vetrine della metropolitana della fermata Duomo, e nel museo del Duomo.
Progettato dallo studio BIG sarà formato da due edifici autonomi collegati da una struttura a portico sospeso lunga ben 140 metri. Soprannonimato lo sdraiato sarà il quarto grattacielo dell’area.
Si completa la riqualificazione affidata al Fondo Porta Romana, per 1.400 atleti durante le Olimpiadi Invernali 2026. Diventerà poi il più grande studentato d’Italia in Edilizia Residenziale Sociale
Arena da 16.000 posti che ospita le gare di hockey maschili ai giochi olimpici di Milano-Cortina 2026. Dopo l’evento sarà utilizzato per altri eventi sportivi e concerti.
Ospiterà circa 600-800 studenti grazie a un investimento di circa 47 milioni di euro. Ci sarà un auditorium da 350 sedute per i concerti e uno studentato con 200 posti letti.
Rendering Bosco della Musica
#2026: Il nuovo Campus scientifico dell’Università Statale al MIND
Si estenderà su una superficie di 15.000 mq con un common ground aperto ai cittadini.
Credits: Mind Milano – 5- Campus Scientifico Statale
Il grattacielo di A2a di 144 piani e 28 piani ai confini dell’ex Scalo Romana. Avrà una forma tubolare uno sky garden di tre piani, e un belvedere probabilmente accessibile al pubblico ad un’altezza di 125 metri.
Credits acpv – Torre Faro
#2026: LOC, si completa la rigenerazione di Piazzale Loreto
Diventa un’agorà verde ad opera di Nhood Italy. Il traffico viene spostato all’esterno con la novità di 3 nuovi edifici, un anfiteatro in centro e 3.900 mq di verde.
Il nuovo laboratorio del Teatro alla Scala nel quartiere Rubattino. Un’unica enorme costruzione di acciaio e legno da 66.000 mq con un giardino d’inverno all’interno del Palazzo di Cristallo.
Credits Comune di Milano – Magnifica Fabbrica dall’alto
Il progetto di rigenerazione dello scalo di Lambrate. Ci saranno: un maxi-parco pubblico di circa 41.000 mq, un nuovo quartiere di 19.000 mq con 307 nuove abitazioni.
Credits Comune di Milano – Lambrate scalo ferroviario 3
#2028: si completa la rigenerazione dei rimanenti spazi dell’ex Scalo Romana
Con il parco al centro, 70.000 mq tra uffici e retail nel lato verso piazzale Lodi.
Masterplan Scalo Romana
#2029: La linea M1 a ovest con tre fermate oltre Bisceglie: Parri, Baggio, Olmi
Il tracciato si snoda per 3,5 km con deposito oltre la Tangenziale Ovest.
Credits Comune di Milano – Estensione M1 Quartiere degli Olmi
Dove in futuro è prevista la stazione dell’alta velocità di Porta Est. L’estensione sarà 3,1 km in sotterranea all’Idroscalo con fermate: Idroscalo-San Felice e Segrate punta Est
Finalmente inaugura la prima metropolitana in Italia a collegare due province. Investimento di 1,2 miliardi di euro. 5 anni di ritardo rispetto al primo progetto: doveva inaugurare prima delle Olimpiadi del 2026.
#2032-2035: arrivano i progetti più visionari
L’amministrazione più visionaria della storia di Milano inanella una serie di progetti, tra i più sognati dai milanesi, tra cui:
Il Parco Orbitale, il più grande parco urbano metropolitano del mondo
La Circle Line: il grande cerchio che fa da raccordo tra tutte le linee della metro e che finalmente mette in connessione tutto l’hinterland milanese
La riapertura dei Navigli: dopo aver eliminato le auto in centro cade la grande scusa della viabilità. I navigli vengono riaperti secondo il progetto originale. Milano torna a essere una città d’acqua.
I due grandi tunnel sotto Milano: da Nord a Sud, da Ovest a Est, tutte le auto riescono a muoversi sotto Milano potendo accedere a ogni zona senza aumentare il traffico.
Milano, capitale mondiale delle tecnologie antismog: Milano diventa la città d’avanguardia al mondo per le tecnologie di depurazione dell’aria. L’aria di Milano risulta così tra le più pulite al mondo.
Milano diventa città stato: dopo anni dal primo progetto finalmente Milano diventa una città regione, come lo sono tutte le principali città europea, come Berlino, Vienna, Amburgo, Madrid, Londra, Bruxelles, Zurigo, Budapest e tante altre. Con l’autonomia Milano può così disporre direttamente di 11 miliardi di euro all’anno per diventare una vera metropoli internazionale.
L’obiettivo annunciato del Sindaco è di ridurre da 49 a 40 le auto ogni cento abitanti. La strategia comprende, oltre all’inasprimento delle regole di Area C e di Area B, anche la riduzione delle vie accessibili dalle auto private e dei parcheggi su strada. L’ultima novità messa in agenda.
Il QUADRILATERO della MODA sarà OFF-LIMITS per le AUTO PRIVATE e senza PARCHEGGI
# Il Quadrilatero della Moda diventerà off-limits per le auto private
Credits car_spotting.tommy IG – Auto in via Montenapoleone
Il Sindaco Sala e la giunta comunale proseguono nella lotta alle auto.
Dal 30 ottobre 2023 la tariffa per entrare in area C passa da 5 a 7,50 euro mentre si attende l’ultimo passaggio in Consiglio comunale per rendere operativa la Ztl anche nei weekend. La novità è che la zona più esclusiva della città diventerà off-limits per le auto private: “Questo è un messaggio chiaro su come vogliamo che sia la circolazione nel centro della città” spiega il Sindaco Sala. Dal 2024 non potranno più circolare all’interno del reticolo di strada racchiuse nel Quadrilatero della moda. L’accesso sarà garantito solo per lo carico e scarico e il transito di taxi e Ncc. Nei prossimi mesi verrà definito l’intervento nel dettaglio.
Foto di Jannis Lucas su Unsplash – Via Montenapoleone Milano
A questa misura, inserita nella maxi-delibera di giunta approvata martedì 11 luglio 2023, si aggiunge lo stop ai parcheggi dal primo semestre del 2024, salvo la possibilità per residenti e domiciliati di accedere a box o posti auto interni di proprietà e quando possibile di sostare negli spazi dedicati. Verranno eliminati i posti auto lato strada a rotazione, non dei residenti, e gli ingressi saranno presidiati da telecamere. Il Sindaco Sala: “Il messaggio che vogliamo dare ai cittadini è di non entrare in centro perché non possono parcheggiare. Fanno eccezione ovviamente i parcheggi sotterranei, se chi entra va nel parcheggio a pagamento la sanzione non scatterà. Ma il messaggio è questo“.
# Nella Cerchia dei Bastioni si potrà sostare al massimo due ore
La lotta alle auto si estende però a tutto il centro città, quello nel perimetro della Cerchia dei Bastioni, che corrisponde all’Area C e al Municipio 1. Da ottobre 2023 cambieranno le regole per la sosta in centro: si potrà lasciare l’auto parcheggiata al massimo per due ore consecutive dalle 8 alle 19 tutti i giorni della settimana. Il motivo è spiegato dal Sindaco Sala: “C’è molta sosta a Milano che chiamiamo parassitaria, cioè di chi viene in città e pianta la macchina tutto il giorno e toglie spazio di sosta a chi ne ha bisogno, per questo stabiliamo una limitazione“.
Dal primo ottobre 2023 sarà vietato invece l’accesso in città, quindi oltre le telecamere di Area B, ai mezzi pesanti senza il sensore capace di rilevare l’angolo cieco nello specchietto. Se in possesso di contratto di acquisto del dispositivo potranno circolare fino al 31 dicembre 2024, i mezzi più leggeri hanno invece un anno di tempo in più. Questo intervento è stato deciso a seguito dei diversi incidenti mortali che hanno coinvolto pedoni e ciclisti.
Il Sindaco Sala dice che “non siamo contro le auto ma contro il traffico non regolamentato“: è davvero così? Le opposizioni sono sul piede di guerra: solo voglia di cassa e guerra ideologica che stanno snaturando Milano, è la loro accusa.
E’ stato inaugurato un ristorante in una sfera. Ma cosa ci fa un ristorante in una sfera? E dove si trova? E apparirà anche a Milano?
La SFERA, l’ultimo progetto folle e futuristico di Oscar Niemeyer
Niemeyer Sphere, così si chiama la futuristica costruzione dell’architetto brasiliano Oscar Niemeyer adibita a ristorante. Recentemente inaugurato, l’edificio sta stupendo gli abitanti della città che la ospita e i curiosi turisti. Ma cosa ci fa un ristorante in una sfera? E dove si trova?
# L’ultimo progetto folle e futuristico di Oscar Niemeyer
Credit: @niemeyer_sphere
L’idea di questa geniale costruzione non è stata solo di Niemeyer: tutto è partito da Ludwig Koehne, direttore della Kirow Ardelt, un’azienda tedesca che produce gru. Ludwig voleva creare un ristorante e lounge bar per l’azienda e ha scelto l’architetto brasiliano proprio perché lo riteneva «semplicemente adatto a questo progetto di costruzione». Lo stile di Niemeyer è stato sempre caratterizzato da un pizzico di follia e futurismo, e anche in questo progetto ha lasciato la sua inconfondibile impronta. Purtroppo però l’architetto non ha potuto vedere la costruzione terminata poiché è morto a ben 104 anni durante i lavori.
# Come una navicella spaziale planata sulla fabbrica
Credit: @niemeyer_sphere
L’edificio quindi è stato progettato per essere un luogo di relax e ristoro per i lavoratori della fabbrica, ma si è trasformato in una vera e propria attrazione turistica. Infatti – nonostante non sia aperto al pubblico – è possibile visitarlo in piccoli gruppi e può anche essere affittato per l’organizzazione di eventi privati. La cosa che forse stupisce di più è il contrasto netto tra lo stile della fabbrica e quello della sfera: la Kirow Ardelt si presenta come un edificio semplice in mattoni rossi, a cui è stata aggiunta questa sfera high-tech… un po’ come una navicella spaziale che si è posata sull’edificio con leggerezza, senza distruggerlo.
# Il ristorante in connessione con il cielo
Credit: Berlino Magazine
La Sphere ha un diametro di 12 metri ed è organizzata su 3 livelli in cui ciascuno ha una funzione ben precisa: si parte dal lounge bar, salendo si trova il ristorante e poi una bellissima terrazza panoramica. Céu è il nome di questo strano ristorante, che in portoghese significa proprio “cielo“, simboleggiando la connessione tra questo e la struttura tramite grandi finestre. Queste permettono al ristorante di avere una vista pazzesca ma senza trasformarsi in una specie di serra: per evitare ciò sono state installate 161 finestre triangolari a cristalli liquidi, tecnologia che consente di oscurare i vetri in pochi secondi.
Chi non vorrebbe organizzare una festa in questo ristorante spaziale?
autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
La piccola città friulana al confine con Austria e Slovenia è la seconda destinazione turistica ecosostenibile d’Italia. Non solo: risulta anche ai primi posti nella classifica di Airbnb sulle mete preferite per una vacanza in Italia dai turisti stranieri. Cerchiamo di scoprire qualcosa in più di una località forse più nota all’estero che dalle nostre parti.
TARVISIO: al confine con Austria e Slovenia una delle località italiane più AMATE dai TURISTI STRANIERI
Ph. erwin_k
Tarvisio è un comune italiano di circa 4.500 abitanti nel Friuli-Venezia Giulia, al confine con Austria e Slovenia. Un piccolo paese conosciuto per la sua posizione strategica nelle Alpi Giulie, meta molto popolare per gli amanti della natura e degli sport all’aria aperta. Soprattutto provenienti dalle nazioni confinanti.
# Perfetto mix tra Italia e Austria
Ph. LOOP12098
La storia di Tarvisio risale all’epoca romana, quando era un importante punto di transito tra l’Italia settentrionale e l’Austria. Nel corso dei secoli, la città ha subito numerosi cambiamenti di dominio tra Austria e Italia. Questa storia travagliata si riflette ancora oggi nell’architettura della città, che presenta influenze sia italiane che austriache. Una terra già conosciuta dai Romani, che vi avevano costruito una via di traffici verso il Nord, lasciando tracce importanti della loro presenza a Pontebba, Camporosso, Tarvisio. La vicina Pontebba fu infatti per secoli confine tra la Repubblica di Venezia e l’Impero d’Austria: di qua popolazioni di lingua e di cultura italiana, di là tedesca e slava. Ancor oggi sussiste questa pluralità linguistica, che fa sì che a Tarvisio si parlino nella quotidianità l’italiano, il friulano, il tedesco e lo sloveno.
# Al centro del triangolo Italia- Austria- Slovenia
La cittadina di Tarvisio è infatti un punto di passaggio obbligatorio quando si transita dall’Italia all’Austria dal lato orientale del confine di Stato. L’autostrada A23 che da Udine porta direttamente al confine austriaco e la Strada Statale 13 “Pontebbana” terminano il loro percorso proprio in località Tarvisio, in corrispondenza del confine di Stato con l’Austria.
In questo punto si possono ancora notare le strutture doganali, oramai in disuso da anni. Appena dopo aver transitato il centro storico di Tarvisio, è possibile notare le indicazioni stradali per la Slovenia, raggiungibile in soli quindici minuti.
# Tarvisio tutto l’anno
Credits: Rifugio Pellarini Tarvisio(FB)
Tarvisio è una cittadina che offre molte attrazioni 365 giorni all’anno. Il suo centro storico, è caratterizzato da strette vie lastricate e affascinanti edifici storici. La piazza centrale, Piazza Unità d’Italia, è considerata il cuore pulsante della città e un punto di incontro per gli abitanti. Qui è possibile trovare numerosi negozi, ristoranti e caffè. Nelle numerose trattorie è possibile gustare la deliziosa cucina locale. Il mercato coperto di Tarvisio rappresenta, fin dal 1957, il fulcro commerciale cittadino e una visita, se siete di passaggio, vale sicuramente la pena.
Se in inverno la vicinanza con le Alpi Giulie propone oltre 100 chilometri di piste perfettamente attrezzate per tutti i livelli di abilità, Tarvisio offre molte altre attività per gli amanti della montagna. Ci sono numerosi sentieri escursionistici e percorsi per mountain bike che offrono panorami mozzafiato e la possibilità di avventurarsi nella natura incontaminata delle Alpi Giulie. Inoltre, la città è sede di eventi sportivi come il rally automobilistico Alpi Orientali, che attira ogni anno appassionati di motori da tutto il mondo. Sono tutt’altro che rari, a Tarvisio, alcuni raduni motociclistici (Vespa, Lambretta). I laghi nei pressi di Fusine sono una meta assolutamente imperdibile per gli amanti della natura.
# La Ciclovia Alpe Adria Radweg
Credits: turismofvg(FB)
La Ciclovia Alpe Adria Radweg è una pista ciclabile lunga ben 410 km che offre la possibilità di vivere un’esperienza indimenticabile di una settimana.
L’itinerario parte da Salisburgo, la città di Mozart, attraversa il Parco Nazionale degli Alti Tauri fino a Villach e prosegue, oltre confine, fino a Tarvisio. Da qui attraversa da nord a sud l’intera regione nord-orientale, offrendo un insieme vastissimo di ambienti naturali, urbani, paesaggistici e culturali. Si inizia con le valli circondate dalle Alpi Carniche e Giulie, lungo il sedime dismesso e riconvertito di un’antica linea ferroviaria realizzata a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Si raggiunge quindi la Val Resia, si costeggiano i fiumi Fella e Tagliamento, scendendo tra le colline fino alla Pianura friulana e raggiungendo infine la laguna e il mare Adriatico a Grado. É un itinerario enciclopedico, in cui i panorami cambiano velocemente e parimenti mutano gli spazi culturali, la storia, le tradizioni ed i linguaggi.
# Destinazione turistica eco-sostenibile
Credits: turismofvg(FB)
Grazie al percorso di sostenibilità incominciato nel 2020, nel 2021il Consorzio di Promozione Turistica del Tarvisiano, di Sella Nevea e del Passo Pramollo, ha ottenuto il certificato di destinazione per il turismo sostenibile secondo gli standard internazionali GSTC (Global Sustainable Tourism Council). Questo fa del comprensorio del Tarvisiano la seconda destinazione ecosostenibile riconosciuta a livello italiano, dopo la Valsugana, che ha ottenuto la sua certificazione GSTC nel 2019. L’obiettivo del Consorzio è quello di promuovere un approccio che massimizzi gli impatti positivi e minimizzi gli impatti negativi del fenomeno turistico nel territorio del
Tarvisiano, attraverso il coinvolgimento diretto di tutti i portatori di interesse locale, in pieno equilibrio con gli stakeholder e nel pieno rispetto dell’ambiente.
Eppur si muove, forse. Il prolungamento della linea M5 avrebbe dovuto inaugurare in tempo per le Olimpiadi 2026 per condurre i tifosi della manifestazione da Milano alla Reggia di Monza con la sua magnifica Villa Reale e l’immenso parco. La certezza è che la data non sarà rispettata, ma si apre qualche spiraglio in più per la partenza dei lavori.
NUOVI FONDI per la M5 fino a MONZA. Ma SLITTA ANCORA
# Altri 15 milioni di euro per l’estensione della linea fino a Monza
Hub m1-m5 a Monza Bettola
Il prolungamento della linea M5 fino a Monza doveva trovare soluzione a due problemi: il primo è la conclusione dei lavori della linea M1 fino a Bettola dove è previsto l’interscambio proprio con la M5, il secondol’aggiunta dei fondi necessari a realizzare l’opera per coprire gli extracosti.
Per il primo si attende lo stralcio del vecchio accordo di programma per poi affidare a un nuovo appaltatore la conclusione della parte pubblica, dato che l’azienda De Santis ha rinunciato all’appalto, per poi affidare al privato le aree in cui realizzare il centro commerciale. Se tutto va bene la tratta della M1 sarà aperta nel 2026. Per il secondo è arrivata l’approvazione da parte della Giunta regionale della convenzione ratificata con la nuova ripartizione degli stanziamenti e l’aggiunta di altri 15 milioni di euro assegnati dal governo. Sul costo totale dell’opera di 1,296 miliardi, la quota statale dello Stato sale così da 931 a 946 milioni di euro. Il residuo è ripartito tra Regione, Comune di Milano, Monza, Cinisello Balsamo e Sesto San Giovanni rispettivamente con 283, 37, 27,5, 13 e 4,5 milioni di euro.
La linea M5 sarà la prima a metropolitana a collegare due province. Il prolungamento attraverserà i comuni di Milano, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni e Monza, raddoppiando la lunghezza attuale della M5, sarà di 13,2 km in aggiunta ai 12,9 km attuali. Le stazioni saranno invece 11: Testi Gorky, Rondinella Crocetta, Lincoln, Monza Bettola, Campania, Marsala, Monza Fs, Monza Centro Trento Trieste, Villa Reale, Ospedale San Gerardo, Polo Istituzionale. I treni in servizio saranno gli stessi utilizzati per il tratto milanese della linea. Si prevede anche un deposito officina, per il ricovero e la manutenzione dei mezzi. Oggi è presente solo un impianto di officina situato nei pressi del capolinea di Bignami che può ospitare un numero limitato di treni.
# Il cronoprogramma dei lavori: partenza del cantiere alla fine del 2024, conclusione nel 2031
Credits Atm – Metro M5 nella rimessa
L’Assessore ai trasporti della Lombardia, Silvia Terzi, ha confermato quanto era prospettato da tempo e quindi dell’impossibilità di inaugurare la linea fino a Monza in tempo per le Olimpiadi Invernali 2026: “I lavori saranno avviati entro la fine del 2024 e termineranno nel 2031. Gli impegni vincolanti, che avrebbero dovuto essere firmati entro il 31 dicembre 2022, saranno sottoscritti entro la fine del 2024 in quanto il Comune di Milano ha ottenuto da Roma una proroga di due anni”.
Per libertà s’intende la condizione per cui un individuo può decidere di pensare, esprimersi ed agire senza costrizioni, ricorrendo alla volontà di ideare e mettere in atto un’azione, mediante una libera sceltadei fini e degli strumenti che ritiene utili a realizzarla.
Una definizione che calza a pennello con Milano come insegna la storia.
Quando MILANO ha scritto la STORIA della LIBERTÀ
# L’editto di Costantino per poter essere liberi di venerare i propri dei
Credits: altervista.org – Editto di Milano
Si tratta di uni degli editti più antichi della storia essendo stato sottoscritto nel 313 dai due imperatori dell’Impero Romano d’oriente e d’occidente (Licinio e Costantino). È conosciuto anche come editto di tolleranza e aveva come scopo quello di dare una politica religiosa comune alle due parti dell’impero.
La storia narra che i due imperatori fossero stati molto indecisi dove incontrarsi e firmare il trattato e alla fine venne scelto l’occidente in quanto Costantino era più anziano. I due si incontrarono a Milano (al tempo conosciuta come Mediolanum) che al tempo era la capitale. Il trattato prevedeva di concedere a tutti i cittadini la possibilità di venerare i propri dei, politeisti e monoteisti avrebbero vissuto insieme mettendo fine alle persecuzioni degli anni passati. Inoltre, si decise che tutto ciò che era stato tolto ai cristiani fosse interamente restituito, compreso anche ciò che era stato acquistato o donato in modo legittimo. Alcuni storici fissano questa data come l’inizio dell’inalienabilità dei beni della Chiesa che diventano in qualche modo intoccabili.
L’editto di Costantino è conosciuto anche come editto di Milano, ma alcuni studi sostengono che qui, i due imperatori si incontrarono solo per discutere, mentre l’editto venne scritto e firmato in Bitinia, un’antica regione dell’attuale Turchia.
# Le cinque giornate di Milano: l’unica autentica rivoluzione italiana
Le cinque giornate
Siamo nel 1848 e Milano era la capitale del regno Lombardo Veneto che faceva parte dell’impero austriaco. Nonostante questo suo status, tra la popolazione cresce giorno dopo giorno il malcontento generale nei confronti dell’invasore austriaco. La guarnigione asburgica è comandata dall’ottantaduenne Josef Radetzky che si trova tutti i giorni a sedare diverse manifestazioni pacifiche che, nel giro di qualche giorno, si trasformano in veri e propri assalti. È il 18 marzo 1848.
Radetzky viene colto di sorpresa e decide di rinchiudere i suoi 8000 uomini nel Castello Sforzesco, ordinando di riprendere il controllo del palazzo del governatore, pensando di trovarci all’interno i capi della sommossa, che invece avevano occupato un palazzo di via Monte Napoleone. Dall’Austria arrivano dodicimila soldati in aiuto a Radetzky e i milanesi già dal giorno dopo avevano costruito 1700 barricate, presi i fucili esposti nei musei e cosparso le strade di ferri e vetri per rendere difficile il passaggio della cavalleria. Il generale austriaco si vede costretto a rimandare qualunque tipo di attacco e rifugiarsi nel castello. Una situazione che vede i patrioti Luigi Torelli e Scipione Bagaggia salire sul Duomo per porre simbolicamente il tricolore italiano sulla guglia della Madonnina. Tra il 20 e il 21 marzo viene istituito un consiglio di guerra presso Palazzo Taverna e viene nominato un governo provvisorio presieduto da Gabrio Casati. Il 22 marzo tutte le strade della città sono sotto il controllo degli insorti meneghini che hanno letteralmente circondato Radetzky e i suoi uomini all’interno del castello. Il generale austriaco inizia a pensare alla fuga sfruttando le uniche zone ancora sotto il suo controllo. Nel frattempo, violenti attacchi si svolgono a Porta Comasina e Porta Ticinese, ma solo quando gli insorti conquisteranno Porta Tosa, la battaglia sarà vinta.
Porta Tosa verrà conquistata solo a notte fonda e solo secoli dopo verrà ribattezzata Porta Vittoria dove ancora oggi si erge un obelisco a ricordo dei milanesi caduti in nome della libertà.
# 25 aprile 1945: Milano viene liberata
Credits: milanoalquadrato.com Liberazione di Milano
“Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire”.
È il 25 aprile 1945 e alle otto del mattino il partigiano Sandro Pertini pronuncia un discorso a Milano riferendosi alla liberazione di Milano e condannando a morte tutti i fascisti, Mussolini compreso. Non è certo un caso che ancora oggi il 25 aprile festeggiamo la liberazione e che è la stessa data in cui Milano viene liberata dopo durissimi bombardamenti e dopo che aveva visto per l’ultima volta uno stanco Mussolini pronunciare un discorso al Teatro Lirico che si rivelò il vero sigillo della sconfitta. Quando il Duce venne catturato e ucciso, il suo corpo venne appeso in piazzale Loreto, un luogo non scelto a caso, perché solo un anno prima quindici partigiani furono giustiziati dai nazifascisti. Milano non aveva dimenticato. Milano l’aveva visto nascere politicamente e alla fine l’aveva visto finire.
Perché Milano ama la libertà e la difenderà sempre!
La riqualificazione avvenuta a cavallo tra il 2010 e il 2011 con una nuova pavimentazione in pietra e la strada in porfido con aiuole ed alberi a delimitare un percorso pedonale, ha contribuito a proiettare la via principale del quartiere cinese nell’elenco delle più cool della città. Uno splendido esempio di gioco al rialzo tra mentalità milanese e cultura straniera. Foto cover: @studiobquattro IG
Le chicche di CHINATOWN: breve guida al QUARTIERE più COOL nel cuore di Milano
# Il quartiere cinese: eredità della prima Expo
La nuova faccia di via Paolo Sarpi
La Chinatown milanese, nonostante sia decisamente piccola confrontata conle altre chinatownmondiali, ha molto da raccontare sul suo passato e su come sia nata.
I primi cinesi arrivarono a Milano alla fine dell’800, provenienti in parte dalle comunità di Parigi e Amsterdam e dai grandi porti commerciali europei, stabilendosi inizialmente nell’attuale quartiere del Ticinese. Solo durante l’Esposizione Internazionale del 1906 al Parco Sempione, con la delegazione cinese che prese delle case in affitto in via Canonica, anche i cinesi già presenti in città si spostarono nella strada ricompresa nell’attuale Chinatown.
Le più importanti ondate migratorie di cinesi verso il capoluogo lombardo e in particolare nel triangolo racchiuso tra le vie Canonica, via Bramante e via Sarpi, si registrarono negli anni ’20, con un gruppo compreso tra i 40 ai 150 componenti arrivati dalla capitale francese dove lavoravano come manovalanza durante la Prima Guerra Mondiale.
Le prime attività dei cinesi si trovavano proprio attorno a via Luigi Canonica e si occupavano della lavorazione della seta, soprattutto delle cravatte. La scelta di insediarsi in Zona Sarpi era dovuta anche alla vicinanza a Porta Volta, dove all’epoca si tenevano delle fiere commerciali e alle caratteristiche urbane dei palazzi che formarono la zona già alla fine dell’Ottocento: i grandi cortili con magazzini hanno reso naturale l’insediamento artigiano del quartiere.
# Quanti cinesi vivono a Milano
Wenzhou, nello Zhejiang, città d’origine di molti dei cinesi in Italia
La grande maggioranza dei cinesi presenti a Milano provengono da piccoli villaggi rurali della provincia dello Zhejiang. A Milano sono oltre 30.000 i cittadini di nazionalità cinese, non ha caso da anni si conferma Hu come cognome più diffuso in città con 4.760 iscritti davanti a Rossi fermo a 4.011, anche se non sono la popolazione con più residenti di Chinatown e molti non abitano nemmeno nel quartiere.
Molti hanno scelto di vivere tra Niguarda, Bicocca e Comasina per via dei prezzi alti degli affitti causati dalla storica vocazione commerciale della zona, come “borgo degli ortolani”, poi “quartier generale dei cinesi” all’epoca del fascismo e Chinatown poi, dal sovraffollamento dei laboratori-abitazione cinesi del quartiere e dalla vicinanza col centro città. Se gli abitanti sono in prevalenza italiani, i negozi sono quasi tutti cinesi.
A Chinatown convivono anime ed eccellenze meneghine a stretto contatto con la rampante realtà cinese odierna. Il caso più emblematico è quello della Ravioleria Sarpi, pluripremiata per la qualità dei suoi ravioli baozi e per aver portato lo street food milanese a livelli mai toccati prima, che si rifornisce dall’adiacente macelleria Sirtori, bottega storica di Milano risalente al lontano 1931, acquisita di recente dalla Ravioleria stessa.
Altro contrasto da segnalare tra la pittoresca pasticceria Maki, con i suoi improbabili waffles a-là-cinese al bubble tea tanto in auge, e la vicina bottega storica milanese aperta nel 1896 di Cantine Isola, uno dei migliori locali della città da provare per sorseggiare un calice di vino.
Uno scaffale di Kathay Food, in via Canonica
Da non perdere nel microcosmo di Sarpi e dintorni anche:
Hua Cheng, in via Giordano Bruno, dove assaggiare specialità cinesi non facili da trovare e per andare oltre il solito involtino primavera, forse il migliore ristorante cinese del quartiere;
in via Paolo Sarpi 8 il Little Lamb per una cena tipica dove gustare l’hot pot, una sorta di bourguignonne con brodo: al suo interno carne, verdure, funghi, wonton, uova, raviolini, frutti di mare;
Oriental Mall, un centro commerciale a cinque piani aperto nel 2013 in cui acquistare spezie, matcha, alghe, tofu e tutti i prodotti tipici oltre abbigliamento e giochi;
uno dei Carrefour più innovativiè in piazza Antonio Gramsci sede di cooking show e di percorsi formativi per sommelier, allestito come la catalana Boqueria e ricco di prodotti a chilometro zero.
# Gli avamposti italiani
Foto dal capodanno cinese a Milano
Nel mosaico di attività cinese spiccano altri negozi di italiani di qualità come la Pasticceria Martesana, che con il suo pastry chef ha vinto il titolo di panettone più buono d’Italia, e in via Canonica PastiCherì di Lucia Stragapede, allieva del mastro pasticciere tedesco Ernst Friedrich Knam, con le migliori brioches, torte e mousse della zona e infine La Baita del Formaggio in Paolo Sarpi 46, premiato come uno dei migliori negozi di formaggio a livello internazionale.
# Il capodanno cinese, a Milano il primo in Europa
Foto dal capodanno cinese a New York
Il capodanno cinese, festeggiato dal numero record di 100.000 persone nel 2019, è ormai uno degli eventi da non perdere a Milano. Non siamo ancora ai livelli di New York, dove per la stessa occasione hanno addirittura sparato degli spettacolari fuochi d’artificio sull’Hudson, ma per capire la sua importanza basti pensare che si è tenuto qui il primo capodanno cinese d’Europa con la festa e la sfilata dei dragoni provenienti da tutto il continente.
Credits Andrea Cherchi – Capodanno Cinese
La comunità cinese milanese è infatti per popolazione e benessere economico una delle più importanti del Vecchio Continente.
Per i più curiosi segnaliamo questo contenuto bonus: “Giallo a Milano”, il docu-film di Sergio Basso che approfondisce la conoscenza della comunità cinese a Milano e, quindi, del quartiere Sarpi.
A Milano si può rivivere la scena dell’apparizione della Madonna a Bernadette.
La GROTTA DI LOURDES a Milano
Ph. @lachiccamilanese IG
# Una delle chiese più grandi di Milano
Poco distante dall’ospedale Buzzi, tra le strade della movida Piero della Francesca e Procaccini, in via Fratelli Induno, si trova la chiesa di Santa Maria di Lourdes. Costruita in stile bizantino su progetto del celebre architetto Alfredo Campanini, è tra le chiese più grandi della città con una cupole imponente, alta 45 metri, e con un alto campanile a otto campane, uno dei pochi di Milano. Ma la particolarità più curiosa è quello che ha al suo fianco.
# La copia esatta della grotta di Lourdes (apparizione della Madonna compresa)
Ph. @lachiccamilanese IG
Davanti al santuario c’è la ricostruzione a grandezza naturale della grotta di Lourdes: sull’ampio sagrato della chiesa è stata infatti riprodotta la scena dell’apparizionecon le statue della Madonna e di Santa Bernadette.
La grotta è stata eretta nel 1894, sul modello di quello originale, dai fratelli don Antonio e don Giuseppe Videmari. La devozione dei due sacerdoti alla Madonna di Lourdes veniva dalla guarigione considerata miracolosa di uno dei due fratelli da un tumore alla gola.
I due sacerdoti si dedicarono di persona alla raccolta fondi vendendo dei mattoni a 10 centesimi l’uno. Si narra che ne acquistò uno anche il futuro papa Paolo VI, allora bambino.
Le risposte più votate a questo sondaggio fatto ai milanesi: “Qual è il paese sul mare più bello d’Italia?“.
I BORGHI di MARE più BELLI d’Italia secondo i MILANESI
#10 Taormina, la “Saint-Tropez” siciliana
Credits cleanbnb – Taormina
Per molti la città più elegante della Sicilia: in passato è stata scelta dalle stelle del cinema per trascorre le loro vacanze. Per questo motivo viene anche soprannominata la “Saint-Tropez” siciliana. Tra le sue principali attrazioni: l’antico teatro greco-romano, uno dei più grandi e meglio conservati dell’antica Grecia, la vista panoramica che spazia dal Mar Jonio all’Etna, e i Giardini della Villa Comunale. Tra gli ospiti illustri nella storia: Oscar Wilde, Truman Capote, Greta Garbo, Marlene Dietrich e Winston Churchill.
#9 Capri, l’isola dei Vip nel Golfo di Napoli
credit: siviaggia.it
L’isola di Capri nello splendido Golfo di Napoli, meta di turisti e vip da tutto il mondo, è tra le località di mare più apprezzate dai milanesi. Tra le sue attrazioni: la Grotta Azzurra, caratterizzata da una luce blu intensa che si riflette sott’acqua, Villa Jovis, villa romana in rovina che si trova sulla cima del Monte Tiberio il punto più alto dell’isola, la Piazzetta, uno dei luoghi di ritrovo più alla moda in Italia, e i celebri faraglioni.
#8 Varigotti, la spiaggia più bella del Ponente Ligure
Credits robertapestarino IG – Varigotti
Varigotti, un rione del comune di Finale Ligure in provincia di Savona, è caratterizzato da una spiaggia circondata da case colorate con le tinte tipiche liguri. La sua spiaggia di Punta Crena è considerata la più bella del Ponente Ligure. Tra le sue attrazioni: la Torre dei Saraceni, un’antica torre di avvistamento che offre una vista panoramica sul mare, e i deliziosi ristoranti di pesce del vecchio borgo.
#7 Vasto, con la suggestiva costa dei trabocchi
Credits mariannapasquini IG – Vasto e la costa dei Trabocchi
La costa dei trabocchi, a Vasto, le antiche macchine da pesca tipiche delle coste abruzzesi è una delle mete più ricercate dai milanesi. Acque azzurre, spiagge dalla sabbia fine, panorami mozzafiato e natura incontaminata.
#6 Portofino, la perla del Tigullio
Credits nicolagiac91 IG – Portofino
Portofino è un piccolo gioiello incastonato nel golfo del Tigullio, meta di lusso di turisti italiani e stranieri, immerso nell’omonimo parco naturale che culmina con un faro da cui si gode di una meravigliosa vista di tutta la baia. Tra le attrazioni: il sentiero sul promontorio (da Camogli), la spiaggetta di Paraggi, la vicina Santa Margherita, San Fruttuoso con il Cristo degli Abissi.
#5 Polignano a mare, la regina dell’Adriatico
Credits ottaviodegre IG – Polignano a Mare
Polignano a Mare è il famoso borgo costruito sulle rocce e affacciato sul Mare Adriatico dove ogni anno si tengono le gare di tuffi più estreme. Uno dei paesi più belli e caratteristici della Puglia con una delle spiagge più spettacolari d’Italia. Tra le attrazioni: la Scogliera di Lama Monachile, la Grotta Palazzese, grotta marina trasformata in un ristorante, il centro storico e il ponte di Polignano. Polignano a Mare è stata la sede italiana del famoso evento di tuffi Red Bull Cliff Diving. Gli atleti si sono tuffati dalle alte scogliere nella baia di Lama Monachile.
#4 Diamante, la città dei murales in Calabria
Credits @mario___dangelo IG – Diamante
Tra le più votate dai milanesi c’è anche Diamante, un piccolo paese sulle coste calabresifamoso anche per essere la “città dei murales”. Sui muri delle sue abitazioni ne sono stati dipinti oltre 70.
#3 Positano, il “paese verticale” della Costiera Amalfitana
Credits danieleragazzini IG – Positano
La “città verticale” della Costiera Amalfitana è stata per decenni meta delle più famose celebrità del cinema e dei politici più importanti. La bellezza di Positano attira ancora oggi milioni di turisti da tutto il mondo.
#2 Le cinque terre, gli antichi villaggi colorati dei pescatori
Credits: @ig.cinqueterre
Le cinque terre, nella Riviera ligure di levante ligure, sono degli antichi villaggi di pescatori famosi per le loro case colorate. Fanno parte del Patrimonio Unesco e sono una delle tante mete liguri amate dai milanesi. Di recente ha riaperto un breve tratto della famosissima via dell’Amore a Riomaggiore.
#1 Tropea, l’incantevole borgo del Tirreno
Credits: @vampy1 IG – Spiaggia di Riaci
Tropea, premiata come borgo più bello d’Italia nell’edizione 2021, insieme ai borghi e alle meravigliose spiagge calabresi nelle vicinanze, come Capo Vaticano, è tra le mete marittime preferite da chi vive a Milano. Tra le attrazioni: le scogliere di Capo Vaticano, la cipolla rossa e la sua spiaggia meravigliosa con sabbia bianca e fine, acque cristalline e una vista panoramica sul paese.
In quanto a cibo, a Milano qualsiasi voglia si abbia può essere soddisfatta. La città più cosmopolita d’Italia ospita infatti ristoranti di cucina internazionale che sembra di ritrovarsi all’estero.
7 RISTORANTI per 7 tipi di CUCINA internazionale a Milano
# Bokok in Paolo Sarpi
Credits: @bettinaincucina Bokok
In via Paolo Sarpi nel cuore della Chinatown meneghina, si trova questo ristorante di cucinahonkonghiana. Il locale, su due livelli, è una libreria, con libri asiatici ma non solo, una sorta di biblioteca in cui sedersi a degustare varie delizie asiatiche. Sedetevi comodamente al vostro tavolo e ordinate dal tablet le vostre portate. È tutto squisito: zuppe, ravioli o dim sum soddisferanno il vostro palato. E che dire dei cannelloni di riso o dei bao? Buonissimi ed entrambi sono proposti in molteplici varianti tutte gustose. Esiste anche un gradevole dehors esterno che consente di gustare i piatti all’aperto.
# Vietnam Mon amour in via Taramelli
Credits: thefork.it Vietnamonamour
Il locale aveva 2 sedi, uno in via Pestalozza e l’altro in via Taramelli. Quest’ultimo è rimasto attivo e propone una cucina assai variegata, particolare e delicatissima, grazie alla cuoca, Christiane Blanchet, simpatica, affabile e sempre disponibile a scambiare quattro chiacchiere in libertà tra arredi in legno e romantici tendaggi. Interessante la possibilità di scegliere tra il menu di carne o vegetariano o ancora, di optare per il menu alla carta.
Si trova in zona Sempione questo locale dagli arredi semplici, con luci soffuse e pareti colorate. Offre un menù molto ricco che permette di scegliere tra pietanze di carne, prettamente a base di pollo profumatissimo e speziato, o quello vegetariano, come le polpette di verdure miste al curry, o la squisita crema di spinaci con ricotta. Entrambi i percorsi sono accompagnati non solo dal pane naan, proposto in diverse varianti, tra cui quello al formaggio, ma anche dal sorriso degli inservienti, gentilissimi ed attenti alle esigenze del cliente.
# Sumire, in via Varese
Credits: @flyingyu Sumire
In via Varese, Zona Moscova, è situato questo piccolo ristorante di cucina giapponese autentica. Si dimentichino i soliti rolls e ci si addentri in questo locale su due livelli che propone pietanze come la guancia di salmone alla griglia, i kishikatsu, ossia spiedini fritti, o la tonkatsu, ossia cotoletta di maiale. Non mancano per chi preferisce, alcune proposte vegetariane. Prezzi dignitosi nonostante la zona in cui è situato il locale e porzioni piuttosto abbondanti.
# Mezè, in via Sottocorno
Credits: @milanofoodiary Mezè
In una delle vie che più amo a Milano, Via Sottocorno, si trova Mezè ristorante di cucina libanese autentica. Piccolo ma elegante, offre la possibilità di viaggiare attraverso gusti diversi per diversi percorsi culinari. Il Mezè rappresenta una sorta di piccolo antipasto destinato a solleticare il palato e qui, dopo aver assaggiato diverse portate, è anche divertente scegliere percorsi differenti da condividere in compagnia, tra kebbeh, falafel o hummus di ceci. Recentemente il locale ha aperto anche per la colazione tra yogurt frutta secca ed altre squisite prelibatezze made in Libano.
# Bussarakham, in via Valenza
Credits: @jessica__caputo Bussarakham
In via Valenza zona Naviglio Grande ha sede questo bellissimo ristorante thailandese il cui nome, gemma preziosa, rappresenta fedelmente la realtà dei suoi magnifici arredi esotici ed orientaleggianti. La cucina è fortemente speziata, in prevalenza vegetariana ma apprezzabile pure nelle pietanze di pesce e di carne. Tra queste ultime, squisito il pollo al curry con latte di cocco. Tra i primi piatti meritano un cenno le tagliatelle di riso con pollo o gamberi (phad thai). Esiste anche un bistrot in via Bellotti zona Porta Venezia.
# San Telmo, in via Meda
Credits: @ristorantesantelmo Ristorante San Telmo
San Telmo in via Meda è un ristorante di cucina argentina. Dagli arredi minimal ma estremamente sofisticati ed eleganti. Qui la carne argentina domina la scena in un menù piuttosto corposo a base di squisiti antipasti come le empanadas o i taglieri di salumi iberici, le battute o le tartare di carne e, soprattutto la carne alla griglia tra asado, entrana o picana. Da non perdere i dolci a base di dulce de leche e i vini rigorosamente argentini.
Vi sentite più pirati o più poeti? Cosa siete lo potete scoprire qui.
PIRATI POETI: il nuovo COCKTAIL BAR tra i più CURIOSI di Milano
# Aperitivi di cicchetti veneziani
Credits: @piratipoeti Pirati Poeti
In via Lazzaro Palazzi 3, in zona Porta Venezia, ha recentemente aperto un locale davvero particolare. Si chiama Pirati e Poeti e qui gli aperitivi fatti di cicchetti veneziani e una lista di drink ricercati hanno già conquistato alcuni milanesi. il cocktail bar Pirati e Poeti ha inaugurato a novembre dello scorso anno, il locale è piccolo ma grazioso e tra i punti forti c’è sicuramente lo staff. Una ciurma infatti gentile e formata, sempre pronta a consigliarti qualche cocktail. Qualche esempio d cocktail? Il Franky, fatto con 3 rum, lime, ananas, cocco e infuso di cacao. O ancora, il Brook, servito in un bicchiere a forma di teschio, è composto da tequila, st. Germain, Aneto bitter e camomilla.
Con il drink portano patatine e verdure con hummus, ma si può appunto scegliere se aggiungere una selezione di cicchetti che costano dai 2 ai 5 euro. Tra le opzioni ci sono i cicchetti con polenta, baccalà mantecato e cipolla caramellata, oppure altri con mousse di tonno con maionese e rafano e altri ancora.
# Giochi da tavolo, libri antichi e la dedica nel gabinetto
Credits: @drink.ami Pirati Poeti
Pirati poeti ha l’anima un po’ hardcore e sicuramente è un locale che, una volta entrati, di fa sorridere. Il locale è curato nei minimi dettagli e i mattoni a vista danno anche quell’atmosfera un po’ retro. Da Pirati Poeti poi ci sono giochi da tavolo gratuiti, utilizzabili da chiunque, un libro antico su cui scrivere dediche e tante altre cose strane e insolite. Il bagno è una vera e propria chicca: pieno di scritte di ogni tipo, se si va in bagno, si noterà un pennarello sul lavandino. I proprietari vogliono infatti che chiunque lasci la propria dedica, un proprio pensiero e visto che tanto, nella normalità, i muri dei bagni diventano tele per teppistelli, a questo punto meglio incentivare le persone a scrivere qualcosa di carino. Infine, Pirati Poeti organizza delle serate all’insegna della musica con tanto di piccoli live.
Milano è una città dove è possibile sia vivere normalmente, sia condurre una vita all’insegna dell’esclusività. Per coloro che desiderano appartenere a questa seconda categoria, la scelta dei luoghi da frequentare è ampia. Supponiamo di poter andare dovunque si voglia, quali sarebbero i ristoranti, i locali e i bar più esclusivi da provare in città? Eccone alcuni.
MILANO ESCLUSIVA: i ristoranti, locali e bar più SELETTIVI di Milano
# Pasticceria Cova Montenapoleone: da due secoli nel lusso
Credits guglielmogiustini_ IG – Cova Milano
Per la colazione un’ottima possibilità è rappresentata dalla Pasticceria Cova, situata in Via Monte Napoleone e fondata nel 1817 da Antonio Cova. Il locale, data la sua posizione, è frequentato da moltissimi turisti e amanti della moda, che tra un acquisto e l’altro si fermano per rilassarsi. La Cova è sia pasticceria, sia ristorante, è quindi possibile sceglierla in più momenti della giornata. Tra i suoi prodotti di punta ci sono i risotti, il panettone e molti altri ancora.
Indirizzo: Via Monte Napoleone 8 – 20121 Milano (MI)
# Giacomo Arengario: la migliore vista sul Duomo
Credits: cat_tejagupta IG – Giacomo Arengario
Giacomo Arengario è un ristorante situato nel pieno centro di Milano. Oltre a poter gustare ottime pietanze di carne e pesce, qui è possibile anche provare alcune ricette tipiche della cucina milanese. La vera chicca di questo ristorante, tuttavia, non è la sua raffinata cuisine, ma la posizione: si affaccia esattamente sul Duomo di Milano, permette quindi ai suoi ospiti di godere di un’atmosfera unica nel suo genere.
Indirizzo: Via Guglielmo Marconi 1 – 20123 Milano (MI)
# Ceresio 7 Pools and Restaurant: l’aperitivo sulla terrazza con piscina
Al pomeriggio, per rilassarsi, non c’è niente di meglio che un aperitivo in piscina, magari anche facendo il bagno, così da rinfrescarsi nella calda estate milanese. Uno dei posti più esclusivi per farlo, a Milano, è sicuramente Ceresio 7 Pools and Restaurant, un locale panoramico nei pressi di Moscova. Trascorrere qui una giornata di relax può essere molto costoso: per un ingresso giornaliero si pagano ben 125 euro (dalle 10.00 alle 17.30). I cocktail hanno un costo di circa 20 euro.
# Enrico Bartolini al Mudec: il più stellato di Milano
Enrico Bartolini al Mudec
Enrico Bartolini al Mudec è l’unico ristorante di Milano e uno dei pochissimi in Italia al quale la Guida Michelin ha assegnato tre stelle. Il ristorante milanese ha sede al terzo piano del Mudec, ossia il Museo delle Culture, che si trova in Via Tortona. Una cena in questo locale non è un semplice pasto, ma piuttosto un’esperienza resa indimenticabile dalla ricerca e dal perfetto abbinamento di sapori ed estetica del piatto. Certo, viverla non è alla portata di tutti: per un menù degustazione da quattro portate si spende circa 350 euro bevande escluse.
Indirizzo: Via Tortona 56 – 20144 Milano (MI)
# Armani Privé: nomen omen
Se dopo una bella cena si ha voglia di muoversi un po’ a ritmo di musica è possibile scegliere fra numerosi locali notturni a Milano, da quelli in zona Moscova a quelli in centro storico. Uno dei più esclusivi, a due passi da Via Montenapoleone, è l’Armani Privé, un club decisamente esclusivo e rinomato per la sua selettività. Il club, di proprietà del famoso stilista milanese Giorgio Armani, organizza serate tre volte la settimana: mercoledì, venerdì e sabato dalle 23.30 alle 4.00. Il costo di un drink all’interno del locale è di 25,00 euro.
Indirizzo: Via Gaston Pisoni – 20121 Milano (MI)
# 1930: il leggendario speakeasy del Mag
Credits: flawless.life
Il 1930 è lo speakeasydella famiglia Mag Café ed è conosciuto per essere uno dei locali più segreti ed esclusivi di tutta Milano. Avere accesso al 1930 è molto difficile: la posizione è segreta e per entrare nel locale è necessario un invito. Questo può essere esteso solamente da alcune persone che fanno parte dello staff del Mag Café e del Barba, due importanti locali di Milano. Se, dopo essere diventati clienti abituali di questi locali, si ha la fortuna di essere invitati, si accede a un luogo molto intimo e dall’aria decisamente esclusiva.
Indirizzo: sconosciuto
# Ma’Hidden Kitchen: cena in un appartamento segreto
Credits: Mahksc IG – Ma’Hidden Kitchen
Ma’Hidden Kitchen è un ristorante segreto che si trova in un appartamento nel centro di Milano. Avervi accesso non è semplice poiché al suo interno c’è un solo tavolo per pochissimi commensali, è quindi necessario essere molto fortunati quando si prenota. Le leggi che regolano questo ristorante dal sapore familiare sono principalmente due: la prima è quella di portare da casa una bottiglia da condividere con gli altri ospiti, mentre la seconda è quella di non rivelare la posizione del locale. Ogni settimana i gestori del ristorante condividono il menù attraverso la loro newsletter, così da far sapere ai possibili commensali cosa mangeranno. L’indirizzo, invece, viene rivelato solamente poco prima dell’orario di inizio della cena. Una volta seduti a tavola, i commensali possono godere delle cene preparate dagli esperti chef e godere degli spettacoli teatrali organizzati per l’occasione.
Indirizzo: sconosciuto
# Apophis Club: 500 euro per la membership card
Credits Aphophisclub IG – Apophis Club
Situato a pochi passi dal Duomo di Milano, l’Apophis Club è molto rinomato per essere molto esclusivo. Fondato durante la Fashion Week del 2017, questo locale adotta la formula del “membership only“, è quindi possibile accedere soltanto se si conosce qualcuno che ne è già membro. La membership ha il prezzo di 500 euro. L’Apophis ha la peculiarità di servire i propri drink in eleganti bicchieri ed esclusivamente al bancone, cosa che generalmente non avviene nelle discoteche. I drink, accuratamente selezionati, sono preparati con prodotti di alta qualità e hanno un costo che varia da 14 a 18 euro l’uno.
Indirizzo: Via Carlo Giuseppe Merlo 3, 20122 (MI)
# Bulgari Hotel Milano: aperitivo con Spa
Credits luxbyitaliamia IG – Suite Bulgari Hotel Milano
A pochi passi dall’Armani Privé, infine, si trova il Bulgari Hotel, un albergo con cinque stelle lusso. Al suo interno è possibile fare esperienze molto esclusive, come per esempio mangiare nel ristorante dello chef stellato Niko Romito o provare la lussuosa spa. Trascorrere una notte in questo prestigioso albergo può essere molto costoso: per una camera Superior con letto matrimoniale si spende circa 2.300 euro a notte.
Indirizzo: Via Privata Fratelli Gabba 7B – 20121 Milano (MI)
# Mandarin Oriental: una suite da 8.000 euro a notte
Credits: @mo_milan Hotel Mandarin Milano
Il Mandarin Oriental è un prestigioso albergo a cinque stelle che si trova nel centro di Milano, a pochi passi dal Duomo. Situato all’interno di quattro eleganti palazzi del XVIII secolo, il Mandarin Oriental mette a disposizione degli ospiti servizi di assoluto livello: durante il soggiorno, per esempio, è possibile mangiare da Seta, il ristorante decorato con due stelle Michelin e guidato dallo Chef Antonio Guida, rilassarsi presso il prestigioso giardino interno, oppure provare la grande spa da 900 metri quadri. Il prezzo per soggiornare varia in base al tipo di stanza che si sceglie. Per riposare in una Speciality Suite, per esempio, il costo per una notte è di 8.000 euro.
A Milano i genitori fanno delle passeggiate nei tanti parchi che punteggiano la città per prendere il fresco d’estate o per accompagnare i figli nelle aree giochi. Ma c’è un luogo del mondo dove i genitori frequentano dei parchi con altro intento: trovare l’anima gemella ai propri figli.
Il “PARCO del mercato dei CUORI SOLITARI”
# Il mercato dei cuori solitari
Credits: lastampa.it foglietti
Uno dei parchi più rinomati per questo servizio è il parco del Tempio del Cielo, a Pechino. I genitori cinesi, ansiosi di trovare un compagno di vita ai propri pargoli cresciutelli e scapoli, vanno a cercarlo al parco, dove esiste proprio un servizio di incontro tra domanda e offerta. Entrando nel parco si trovano appesi ovunque volantini con foto, indicazioni anagrafiche ed elenchi di qualità dei figli single che sono visibili a tutti i visitatori. Centinaia di persone passano, leggono, scattano foto e scelgono dove fermarsi per chiedere maggiori informazioni. Questo vero e proprio mercato di cuori solitari avviene quattro volte alla settimana e nel tempo è diventato anche un’attrazione turistica.
# Mamma, mostra le foto e le misure
Credits: Lettera43 mamma mostra foto
Il primo passo è l’osservazione delle foto. Per le donne è preferibile uno scatto semplice, sobrio, mentre per gli uomini si opta in genere per una foto con abito scuro ed elegante, indicatore di un buon impiego e quindi di un buon stipendio. Oltre alle foto, i genitori incollano ai tronchi degli alberi in bella mostra l’altezza, il peso, il segno zodiacale e spesso anche il gruppo sanguigno.
# Dove ha la residenza?
Una delle domande più ricorrenti è appunto questa. Ciò perché, avere la residenza a Shanghai o a Pechinopuò dare molti vantaggi in termini di assistenza sanitaria, istruzione rispetto a molti che abitano in altre piccole città. Ottenere la residenza tra l’altro in queste due metropoli non è semplice, viene concessa infatti o per meriti o sposando qualcuno che è nato in quella città, ma solo se poi si ha della prole.
# Quanto guadagna?
Questa domanda è universale, potrebbe averla fatta il signor Brambilla a Vimercate o il signor Hu a Pechino. Quale genitore infatti non ritiene importante la situazione economica dell’eventuale partner dei figli? In Cina a questa domanda segue nell’ordine una valutazione delle proprietà immobiliari, valutazione del grado di istruzione e dulcis in fundo se il soggetto interessato possiede un veicolo.
# Requisiti necessari
Credits: agi.it mercato dei cuori
Molti elementi concorrono nella scelta dei genitori. Le donne, per esempio, possono essere valutate per la predisposizione alla cucina o alla maternità. Da evitare assolutamente è l’abbinamento tra cinesi di città e campagna, perché i giovani dell’entroterra hanno spesso poca istruzione e spesso si ritrovano a lavorare in fabbrica senza contratto e non possono quindi sposare ragazze nate e cresciute in città, abituate ad altri stili di vita.
Altro elemento da considerare è il passaporto. Spesso infatti vengono scartati i cinesi che non sono mai usciti dalla Repubblica popolare cinese e vengono favoriti coloro che possiedono più visti di paesi stranieri, con un occhio di riguardo ai paesi europei o americani.
#Il carattere? Non ci interessa
L’elemento incredibile in questa vicenda è che i genitori non pensano minimamente a chiedere le doti di carattere dell’eventuale partner e compiono solo una prima scrematura sociale ed economica. Le questioni sentimentali saranno trattate direttamente dai diretti interessati.
# Step 2:presentazione delle candidature
Se due genitori si confrontano e ritengono che i figli possano piacersi, si passa allo step successivo: parlare con il proprio pargolo e proporre l’aspirante anima gemella. Non sempre questo matchmaking ha buon esito: spesso i figli non hanno alcuna interesse per i partner selezionati dai genitori.
# Molti figli dicono di no
Molti figli, infatti, secondo un sondaggio proposto dal China Daily, non approvano questo “mercato” sui generis perché: in primis, essi disapprovano e si allontanano dalla mentalità old style dei matrimoni combinati e poi secondo molti queste trattative amorose sottendono il sentimento di disperazione di molti “sheng nu”, che si può tradurre come “avanzi”, cioè coloro che hanno superato i 30 anni e sono ancora single.
# Genitori arcobaleno
Credits: Il grande Colibri parco Shangai
Anche i genitori di persone omosessuali non sono esclusi da questa bizzarra modalità di matching. Molti si riuniscono nel parco Renmin Gongyuan di Shangai dotati di ombrelli arcobaleno, segnali impliciti dell’orientamento della loro ricerca.
Negli anni ci sono stati dei casi in cui qualche guardia ha importunato questo gruppetto di genitori invitandoli a disperdersi, ma ogni volta i visitatori hanno difeso il capannello di ricercatori arcobaleno, condividendo la liceità della loro presenza e sostenendo che ogni genitore ha diritto alla ricerca della felicità del proprio figlio, sia essa accanto ad una donna, che accanto ad un uomo.
Nonostante sia uno dei quartieri milanesi più scomodi da raggiungere, La Maggiolina, che deve il proprio nome ad un’antica cascina collocata lungo il Seveso, nasconde dei tesori storici e architettonici che vale la pena scoprire.
10 cose da vedere alla MAGGIOLINA, il quartiere dell’architettura sperimentale
#1 Villa Mirabello
È la protagonista indiscussa del quartiere. Villa Mirabello, una volta collocata nella campagna alle porte di Milano, è il classico esempio di cascina suburbana quattrocentesca in cui i nobili milanesi usavano ritirarsi per fuggire alle torride giornate del centro città. Mattoni a vista, affreschi, uno splendido cortile e una piccola cappella sono gli elementi che la contraddistinguono. Nel corso della storia ha ospitato personaggi illustri tra cui Ludovico il Moro e oggi è sede di una Onlus dedicata ai non vedenti.
Realizzata a metà degli anni Trenta dall’architetto Luigi Figini, è il primo esempio di architettura razionalista a Milano con la particolare struttura di 12 pilastri di cemento che la separano dal terreno. Al suo interno offre numerosi comfort tra cui un solarium, una palestra, un soggiorno che si affaccia su un splendido terrazzo.
# 3 Città-Giardino
Gli ampi spazi verdi della Maggiolina fanno di questo quartiere il primo esempio di città-giardino in Italia. Quando nella seconda metà dell’Ottocento sono ormai evidenti i danni dello sfrenato sviluppo industriale soprattutto sulle classi meno agiate costrette a vivere in casermoni, ecco che le città si mobilitano per attuare una riprogettazione urbana. Il tentativo è di portare in città un po’ di ruralità, abbassando la densità di popolazione, estendendo gli spazi verdi.
#4 Case igloo
Tra le palazzine liberty a due piani, edifici residenziali e ampi spazi verdi si nascondono in Via Lepanto le case igloo, chiamate anche case zucca, vero gioiellino del quartiere. Realizzate dall’ingegnere Mario Cavallè nel 1946, si tratta di piccole casette, ancora oggi abitate, di circa 50 mq sviluppate su due livelli. Il retaggio a cui Cavallè si ispirò fu senza dubbio quello degli Stati Uniti, in cui proprio in quegli anni proliferava l’architettura delle case circolari. Allo stesso ingegnere si devono anche le case fungo che, però, furono demolite negli anni Sessanta e di cui ci rimane solo qualche fotografia.
#5 A’Riccione
È uno dei ristoranti stra top di tutta Milano. All’inizio degli anni Sessanta proponevo una cucina romagnola ed era frequentato solamente da camionisti di passaggio. Con l’aumento delle richieste di piatti di pesce da parte dei clienti, la Vecchia Riccione cambiò il nome in A’Riccione trasformandosi in un ristorante di pesce di lusso. Divenne così come il primo ristorante a servire pesce fresco a Milano.
#6 Pasticceria Martesana
La Pasticceria Martesana, tra le migliori del settore a livello nazionale e mondiale, è ormai diventata il punto di riferimento per tutta Milano soprattutto durante le festività. Fondata nel 1966, la pasticceria ha da sempre lavorato sulla ricerca del gusto e dell’estetica tanto che l’ampia scelta di dolci esposti ingolosisce alla sola vista.
#7 Edificio borghese
Realizzato nel 1960 dall’architetto Caccia Dominoni, l’edificio concluse definitivamente i lavori di Piazza Carbonari generando fortissimo contrasto con l’edilizia presente: un condominio “borghese” in una zona di periferia estrema e, per di più, caratterizzato da soluzioni ricercate nella forma e nei materiali.
#8 Torre Milano
Oggi Milano sta crescendo in altezza anche a Maggiolina. Sopra le macerie di uno stabile per uffici che versava in stato d’abbandono, sta venendo ultimato un nuovo grattacielo ecosostenibile, Torre Milano, alto 86 metri e due edifici più bassi di due piani. Oltre 100 appartamenti distribuiti nei primi 25 piani.
#9 Villaggio dei Giornalisti
Spesso la Maggiolina, come complesso immobiliare di piccole villette, è soprannominata Villaggio dei Giornalisti. Il motivo è da ricercare negli anni passati, quando lì ci hanno vissuto molti editori, scrittori e giornalisti, forse affascinati dall’atmosfera bucolica del luogo. Tra questi lo storico fondatore e primo direttore del Corriere dei Piccoli Silvio Spaventa Filippi.
#10 Piazza Carbonari
Si tratta di una piazza sopraelevata, creata artificialmente nel 1912 per permettere la continuità della Circonvallazione delle Regioni scavalcando la ferrovia. In foto è la collinetta in basso. Oggi la piazza è un esempio eccellente di riprogettazione urbana. La sua messa a nuovo è avvenuta nel 2012, esattamente 100 anni dopo la sua costruzione: è stata aumentata la superficie dedicata al verde ed è stata realizzata una pista ciclabile in ordine e simmetria con i nuovi parcheggi.
Dopo il primo tratto in direzione Torino attivato a fine marzo 2023, entra in funzione tutto il tracciato. Come funziona e i benefici previsti.
La QUARTA CORSIA arriva a MILANO
# Dall’11 luglio la quarta corsia dinamica si estende su tutto il percorso a Nord di Milano
Primo tratto inaugurato di corsia dinamica A4 a marzo 2023
Il sogno proibito dei milanesi diventa realtà e non più solo per un breve tratto: si può viaggiare sulla corsia d’emergenza sul tratto milanese dell’autostrada A4, usata di fatto come tangenziale nord, grazie all’attivazione della quarta corsia dinamica. Dopo il primo tratto di circa 4 km entrato in funzione il 29 marzo 2023, tra lo svincolo di Cormano e quello di viale Certosa in direzione Torino, il giorno 11 luglio 2023 alle ore 10.30 la cerimonia inaugurale di tutto il tracciato. L’obiettivo dell’opera è di snellire il traffico da e verso Milano. In totale sono 9,3 km di percorso, compreso tra lo svincolo di viale Certosa e la galleria artificiale antifonica di Cinisello Balsamo.
# Come funziona la quarta corsia dinamica sulla tangenziale dei milanesi
Tratto milanese autostrada A4
L’arteria che scorre in maniera lineare a Nord, collegando l’autostrada Milano – Torino con la Milano – Venezia, è considerata dai milanesi a tutti gli effetti una tangenziale. Ha tre importanti svincoli che permettono di entrare a Milano da viale Fulvio Testi, viale Enrico Fermi e dalla zona di Stephenson-Certosa per poi proseguire lungo Corso Sempione e consente quindi di andare in orizzontale da un punto all’altro della città, lungo l’asse est-ovest nella parte a nord della stessa senza doversi fermare a incroci e semafori.
L’innovazione implementata sull’A4 consente di gestire il passaggio dal funzionamento a tre corsie più emergenza a quello a quattro corsie senza emergenza e in teoria di ridurre i problemi di intasamento che vanificano la sua funzione di strada tangenziale. I primi dati su come sta procedendo la sperimentazione sono attesi alla fine del 2023.
# Un altro record per Milano: il primo tratto autostradale “dinamico” su 4 corsie
Credits stradeeautostrade.it – Corsia dinamica
Non si tratta però solo di un’opera importante per la viabilità cittadina e dell’area metropolitana, ma anche di un ennesimo record di precocità per Milano: questo è infatti il primo tratto autostradale in Italia a 4 corsie che viene gestito in modo dinamico. Nell’area di Bologna questo avviene solo su tre corsie. Il sistema riesce ad informare gli automobilisti sulla disponibilità della corsia di emergenza. La nota di Aspi al momento dell’inaugurazione del primo tratto sperimentale qualche mese fa diceva: “la A4 tra Cormano e Viale Certosa sarà il primo asset in Italia ad essere dotato di un sistema di gestione dinamico in un contesto a 4 corsie, caratterizzato da un sistema altamente tecnologico AID (Automatic Incident Detection) in grado di rilevare le condizioni della piattaforma autostradale e di segnalare opportunatamente all’utenza lo stato di apertura o chiusura della corsia di emergenza“.
Il progetto super ambizioso: creare il museo più lungo del mondo. Centinaia di chilometri per scoprire borghi, paesaggi, musei e in generale una serie di luoghi di interesse dal Ticino a Milano, passando per Como, Varese e toccando anche il Piemonte.
Dalla Svizzera a Milano: in arrivo il MULM, il “museo più LUNGO del mondo”
# L’idea per unire Italia e Svizzera con la Cultura
Credits: upel.va.it MuLM
MuLM, sigla che sta per MUseo più Lungo del Mondo, è stato promosso nell’ambito del Interreg Italia-Svizzera, sviluppato fra Ticino, Lombardia e Piemonte. Oggi è gestito da 14 enti, i principali sono l’Ente regionale per lo sviluppo del Bellinzonese e Valli, per la parte ticinese, e il Consorzio di bonifica Est Ticino-Villoresi in Italia. Ma la domanda è: com’è nata l’idea di creare il museo più lungo del mondo?
Nel 2016 è stata inaugurata la Galleria di San Gottardo, un tunnel di base che permise di superare l’ostacolo delle Alpi tra Italia e Svizzera. E se il tunnel ferroviario facilitava il collegamento fisico, serviva qualcosa che permettesse il collegamento culturale. Da qui è partita l’idea di collegare mostre, esposizioni, eventi diffusi sul territorio, percorsi e più in generale punti di interesse per superare le frammentazioni locali e favorire uno sviluppo congiunto, sostenibile e responsabile.
# Il punto più alto a 2.100 metri
Credits: ticino.ch MuLM
MuLM unisce le aree selvagge e incontaminate delle Alpi alla grande città. Racconta la storia delle grandi civiltà sopravvissute alle difficoltà delle montagne e di come queste hanno modellato il territorio, ma narra anche dei grandi successi della scienza, della tecnologia e dei motori. Parla delle vie della pietra e dell’acqua, di come i più grandi edifici di Milano siano stati costruiti proprio con materiale proveniente dalle Alpi e di come quindi questo sia stato portato fino in città. Il Museo più lungo del mondo parte dal Museo nazionale del San Gottardo, il punto più a nord di MuLM situato a 2100 metri di altezza. Altri punti di interesse sono lo Swiss Rail Park, situato sul sedime delle storiche officine Ffs dove si può entrare nel mondo dei treni a vapore, oppure, in provincia di Varese, il Museo Agusta con la sua esposizione di aerei, motociclette, elicotteri. Arrivati a Milano tra i musei che fanno parte del MuLM c’è il museo della Scienza e Tecnologia.
# In dirittura d’arrivo
Credits: turismoslow.com Mulm- facciata Museo del Ciclismo
Il progetto di MuLM, vero e proprio approccio slow al turismo in queste zone, è in dirittura d’arrivo. Recentemente è stata realizzata un’applicazione mobile con cui poter creare il proprio itinerario in base al mezzo di trasporto con cui ci si sta muovendo (ad esempio se a piedi, in bicicletta o in treno). In più nell’app si possono trovare le informazioni principali sui luoghi che si stanno attraversando o sui musei che si visitano. Ora si aspetta solo che MuLM sia veramente concluso.
Credits Andrea Cherchi - Fontane Stazione Centrale
Spente ormai da tempo e stato di abbandono, sono state finalmente ripulite e restaurate. Le immagini e il video di Andrea Cherchi.
Il video del giorno: RIATTIVATE le FONTANE “ASSIRO-BABILONESI” in CENTRALE
# La “Cattedrale del Movimento”
Credits specialepasquale IG – Vecchia stazione Centrale Milano di Piazza della Repubblica
La Stazione Centrale, inaugurata nel 1931, è stata realizzata per sostituire la precedente stazione principale posizionata nell’attuale Piazza della Repubblica. Il progetto, a firma di Ulisse Stacchini, era quello di “Cattedrale del Movimento“.
Stazione Centrale inaugurazione
Nonostante sia caratterizzata dalla monumentalità dell’architettura fascista, non ha uno stile architettonico definito ma una miscela di stili tra cui Liberty e Art Déco, riscontrabile in particolare nelle decorazioni assiro-babilonesi come le immagini di animali presenti un po’ ovunque. Questo fatto le è valso la definizione ironica di stile “Assiro Milanese”.
# I fontanoni assiro-babilonesi restaurati e riaperti
Credits Andrea Cherchi - Fontane Stazione Centrale
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Credits Andrea Cherchi - Fontane Stazione Centrale vista laterale
Credits Andrea Cherchi - Fontane Stazione Centrale
Credits Andrea Cherchi - Dettaglio fontana stazione
Credits Andrea Cherchi - Fontanone stazione
Tra statue di Pegaso, i due cavalli alati di 8 metri posti nella sommità della facciata principale, teste di leone e chimere, prendono la scena sulla pareti laterali della Stazione Centrale due fontanoni realizzati in pietra con due mascheroni dal vago aspetto assiro-babilonese dalla cui bocca rigurgita un grande getto d’acqua nella vasca sottostante. Hanno gli occhi mezzi aperti, un naso pronunciato e una bocca spalancata. Si possono vedere i denti che da certe angolature sembrano quelli di un vampiro.
Spente ormai da tempo e in uno stato di degrado imbarazzante, queste due grandi fontane sono state finalmente ripulite e restaurate dopo due settimane di lavori riportandole a un colore bianco candido e soprattutto rimesse in funzione. Le immagini e il video di Andrea Cherchi ci mostrano la loro bellezza ritrovata.