Uno degli itinerari fuori porta preferiti dai ciclisti di Milano. Bellissimo, anche se molto temuto.
Il TRIANGOLO LARIANO in bicicletta: il più AMATO, il più TEMUTO
# 70 Km tra lago, piccoli borghi e panorami unici
Credits: @Eleonora Conti (FB) Triangolo Lariano
Il Triangolo Lariano è la penisola compresa tra i due rami del Lago di Como ai cui vertici ci sono Como, Bellagio e Lecco. Sono circa 70 km tra lago, panorami stupendi e piccoli borghi. 70 km percorsi nella maggior parte dei casi da ciclisti più esperti, dato che l’itinerario è fatto di salite e discese, alcune particolarmente impegnative. Non solo: anche la strada non è sempre in perfette condizioni. Ma procediamo con ordine.
# L’itinerario classico
Credits: @gggravel777 madonna del ghisallo
Ipotizzando il giro da anello partendo da Lecco, come prima tappa ci si dirige a Como passando per la strada asfaltata, la parte più interessante è sicuramente il tratto che costeggia i laghi di Annone e Pusiano. Arrivati poi a Como, ci si spinge in alto verso Bellagio. Qui il percorso è un continuo saliscendi e non facilissimo, ma si è ripagati dalla vista sui borghi arroccati sulla montagna e più in generale dalla strada a mezza costa, un po’ più su del lago, che affaccia sempre sulle acque del Lario. Il punto più bello di questo tratto è quando si arriva all’orrido di Nesso. Infine, giunti a Bellagio, si riscende verso Lecco. L’ultimo tratto è il più facile, è quasi sempre pianeggiante e costeggia il lago passando per Onno, l’unico vero centro abitato da cui parte la famosa salita verso la Valbrona.
Piccola deviazione consigliata è quella che porta alla Madonna del Ghisallo, dove c’è il santuario della Madonna protettrice dei ciclisti. La salita è abbastanza faticosa ma qui, oltre ad un belvedere sul lago e al santuario, c’è anche il Museo del ciclismo.
# Bella ma poco sicura
Credits: @bicissima_tokyo Triangolo Lariano
Ovviamente per godere degli affascinanti panorami del Triangolo Lariano non è obbligatorio fare tutto il giro ad anello. Spesso infatti vengono organizzati itinerari più brevi che passano solo per le principali attrazioni, tipo l’orrido di Nesso, oppure che in generale non toccano tutti e 3 i vertici del triangolo. Anche perché, seppur bella, la pedalata del Triangolo Lariano non è tra le più sicure. La maggior parte del percorso è su strade asfaltate, ma alcune sono molto strette e quindi i ciclisti non lasciano il passaggio alle macchine, o le macchine passano troppo vicino ai ciclisti. In più bisogna percorrere in bicicletta anche alcune gallerie, ad esempio quelle tra Onno e Lecco, oppure quelle subito poco dopo Como. Per questo percorrere il Triangolo Lariano è una sfida che appassiona ma che è al contempo molto temuta.
Si consiglia infatti, ad esempio, di partire da Pognana Lario, poco sopra Como, percorrendo quindi in macchina le 2 o 3 gallerie e le stradine strette che precedono il piccolo comune sul Lario.
In attesa di una riqualificazione definitiva due zone di Milano da anni in condizioni non proprio decorose stanno provando a risplendere grazie all’azione di un’associazione di volontari molto attiva negli spazi pubblici di Milano. L’augurio è che sia l’aperitivo di una serie di interventi più strutturali da parte del Comune.
MAQUILLAGE di GRAMSCI e LAMPUGNANO: le immagini in anteprima
# L’operazione di maquillage a Piazza Gramsci e Lampugnano
Piazza Gramsci
Due zone della città in una condizione poco decorosa, che avrebbero bisogno di una importante riqualificazione, si sono fatte più belle grazie all‘associazione WAU! Milano: piazza Gramsci e l’area di Lampugnano con la stazione dei bus e lo skatepark. I progetti hanno coinvolto per decine e decine di ore di lavoro volontari, designer e artisti. Attendono ancora di essere inaugurati.
Lampugnano
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Skatepark Lampugnano
Stazione Lampugnano
I lavori hanno visto opere di pulizia, di tinteggiatura come per le ringhiere di piazza Gramsci diventate di rosso accesso e le cui parti creative sono state eseguite, come per lo skatepark di Lampugnano, da parte dello studio Noroo. Per la stazione dei bus Alessandro Bandinu ha realizzato un murale omaggio a Milano su sfondo rosa con alcuni dei suoi simboli più importanti: lo Stadio di San Siro, il Cavallo di Leonardo da Vinci all’Ippodromo, lo skyline, la Torre Velasca e il Duomo.
Queste le parole del presidente dell’associazione Andrea d’Amato che ha svelati in anteprima il risultato finale sulla sua pagina facebook: “Spesso si sente dire “la bellezza salverà il mondo”: non so quanto sia vero questo pensiero davanti alla realtà dei fatti e ai tanti vandali impuniti che violentano la bellezza della natura e dei tanti luoghi costruti dall’uomo. Ma spetta a tutti noi credere che ognuno di noi abbia il dovere di difendere la bellezza e di curarla per il bene di tutti.”
# Degrado, infiltrazioni e la fontana spenta in Piazza Gramsci
A febbraio 2023 la denuncia dei residenti della zona sullo stato di degrado in cui versava e versa ancora oggi piazza Gramsci: “La piazza viene presa per un orinatoio a cielo aperto, la sporcizia e il degrado che lasciano è disumano”. A questo si aggiunge la pessima condizione del silos di quattro piani adibito a parcheggio con infiltrazioni, ripetuti distacchi di lastre di marmo, ascensori non collaudatie spese esorbitanti dell’autosilo. Per completare il quadro c’è poi la fontana spenta, facente parte di un progetto più ampio di riqualificazione e pedonalizzazione, costruita negli anni ’90 ma da allora mai entrata in funzione.
# La sporcizia e la sciatteria della stazione di Lampugnano
Lampugnano
Un’altra macchia del Municipio 8 è la stazione di Lampugnano, con terminal di arrivo e partenza per chi si muove da e verso all’estero in pullman, fermata metropolitana della M1 e parcheggio d’interscambio. Una delle porte di accesso dei turisti stranieri a Milano che fa fare una pessima figura alla città a causa di sporcizia, degrado e una struttura da terzo mondo e che andrebbe invece quanto prima riqualificata per adeguarsi agli standard europei.
La speranza è che questi piccoli interventi di redesign e abbellimento realizzati dai milanesi possano fare da apripista a progetti di rigenerazione più pesanti che vedano il Comune di Milano coinvolto in qualità di attore principale.
Piazza d’Armi. Una delle classiche storie di Milano che sembrano sospese nel tempo per non arrivare mai a compimento, come la Preferenziale interrotta della 90/91, il Colosseo Verdeo il prolungamento della metro a Paullo. In questo caso c’è poi un altro grande classico italiano, quello del tutti contro tutti: prima i cittadini contro il Comune di Milano, poi quest’ultimo contro il Ministero. Ora la questione sembra essere arrivata a un punto di svolta. Vediamo a che punto siamo.
La disfida di PIAZZA D’ARMI: tra difesa della NATURA e PROGETTI AVVENIRISTICI
# Natura vs Nuove costruzioni
credits: @mindmilano
Milano continua a trasformarsi: Porta Nuova e City Life ormai terminate, l’area ex-Expo procede spedita nella sua trasformazione in MIND e anche gli scali ferroviari sono ben definiti, i lavori allo Scalo Romana sono già partiti e parzialmente anche a Farini e Greco. Si tratta, spesso, di spazi in abbandono o comunque da rigenerare e quindi già fortemente urbanizzati. Il compito è più arduo quando c’è da decidere il destino di aree in cui la natura ha preso il sopravvento creando delle vere oasi naturali. In un periodo storico in cui i problemi climatici e la riforestazione sono al centro del dibattito politico, fanno sentire il loro peso i gruppi di interesse che vorrebbero preservare il patrimonio naturalistico e paesaggistico della città trovano.
Dopo la risoluzione della Goccia della Bovisa, il caso più eclatante è ora quello di Piazza d’Armi, quello si è mostrato più forte la separazione tra chi ha due visioni diverse sullo sviluppo della città: chi si batte per la conservazione e la riqualificazione dell’esistente, preservandone il valore culturale, naturalistico e pubblico, e chi vorrebbe investire per una trasformazione radicale su basi più moderne e di rendere appetibile l’investimento per soggetti privati, con positive ricadute anche sui conti pubblici cittadini.
# La storia di Piazza d’Armi: dai dirigibili alle esercitazioni militari
Piazza d’Armi
Piazza d’Armi si estende per circa 42 ettari nel Municipio 7, a poca distanza dal Parco delle Cavee dal Parco Agricolo Sud Milano, lungo via Forze Armate tra il Quartiere Molinazzo, Vercellese e Baggio. Ad uso agricolo fino al primo decennio del ‘900, nel 1913 l’Ingegner Forlanini fece costruire le Officine Leonardo Da Vinci, da cui nacque il primo dirigibile italiano denominato “città di Milano”. In questo luogo ci fu anche il primo aerodromo cittadino, da dove decollo più volte la prima prima aviatrice italiana, Rosina Ferrario, negli anni Dieci, mentre dagli anni ’30 venne trasformata in campo di esercitazione per l’adiacente Caserma Santa Barbara, soprattutto per carri armati e mezzi pesanti: 35 ettari come Piazza d’armi vera e propria e 7 ettari da edifici adibiti a magazzini militari.
Dopo la cessazione della leva militare obbligatoria, dalla fine anni ’80, l’area in abbandono è stata anno per anno ricolonizzata dalla natura e trasformata in boschetti di latifoglie miste, intramezzati da aree umide e praterie dalle vivaci fioriture, con inserimento spontaneo di orti urbani e un’attività di apicultura. Per la sua biodiversità Piazza d’Armi è stata ricompresa nella Rete Ecologica Regionale e riconosciuta ufficialmente come Area di Rilevanza Erpetologica Regionale per la presenza di anfibi rari e in via d’estinzione.
Arriviamo al 2014 quando il Ministero della Difesa, Agenzia del Demanio e il Comune di Milano sigla un “Protocollo d’Intesa finalizzato alla riqualificazione e razionalizzazione di alcuni siti militari presenti sul territorio cittadino”: tra queste c’è la Piazza d’Armi.
Nel 2015 Investimenti Immobiliari Italiani Sgr S.p.A. (Invimit Sgr), una società di gestione del risparmio del Ministero dell’Economia e delle Finanze, è stata incaricata del recupero e della valorizzazione dell’area e il Comune di Milano nel 2017 la inserisce nel Documento di obiettivi per il piano di governo del territorio insieme ad altre aree come quelle degli Scali ferroviari, di Città Studi e dell’ex area Expo: tutte queste aree che possono contribuire in modo rilevante a ridefinire l’assetto urbano della città e dell’intera area metropolitana del prossimo decennio. Il Piano di Governo del Territorio (PGT) identifica pertanto l’area come ATU (Ambito di Trasformazione Urbana) dove costruirvi 290.000 mq di superficie lorda di pavimento.
Tra le idee avanzate quella di un progetto che prevedeva la costruzione di circa 4000 alloggi di medie dimensioni e un altro un centro sportivo dell’Inter. Gran parte dell’area verde sarebbe stata cementificata con indici di edificabilità molto elevati ma bando pubblicato da Invimit Sgr era tuttavia andato deserto. A questo punto i cittadini hanno preso la palla al balzo promuovendo la trasformazione del luogo in parco pubblico.
# Piazza d’Armi inserita come “Parco Pubblico Urbano” tra i luoghi del cuore del FAI
Progetto dell’Associazione Parco Piazza d’Armi Le Giardiniere
Diversi gruppi di quartiere hanno fatto sentire la loro voce tra cui quella dell’Associazione Parco Piazza d’Armi Le Giardiniere, che ha richiesto una revisione del PGT, alla quale si sono affiancati nel corso degli anni altri comitati cittadini confluiti poi nel Coordinamento Piazza D’Armi. I Comitati hanno avanzato una petizione alla Commissione Europea affinché l’area verde boschiva esistente venga mantenuta e valorizzata come “capitale naturale di biodiversità”, diventando una grande Parco Pubblico Urbano, mentre il FAI l’ha inserita tra i suoi luoghi del cuore.
Il loro progettoipotizza nell’area a verde la realizzazione di un parco agro-silvo-pastorale urbano, con attività di carattere orticolo, vivaistico, didattico, culturale, botanico, scientifico e di allevamento, oltre alla tutela degli animali selvatici presenti e delle colonie feline. Oltre a questo la riqualificazione dei Magazzini militari dismessi a scopo residenziale, sociale con attività didattiche, riabilitative, culturali produttive e commerciali, senza aumento delle volumetrie.
All’inizio del 2018, recependo in parte le istanze della cittadinanza, sono state accolte dal Comune due osservazioni che hanno ridotto l’indice di edificabilità da 0,7 a 0,35, portando la quota minima di verde dal 50% al 70% dell’area (quasi tutta quella non già edificata), e identificano la Grande Funzione Urbana della Piazza d’Armi nella riforestazione urbana.
Quindi Piazza d’Armi è destinata ad essere un grande parco con edifici non residenziali al posto degli ex magazzini militari. Nel 2019 invece è arrivato anche il vincolo paesaggistico chiesto dal Ministero dei Beni Culturali, che riguarda tutti gli edifici militari esistenti nonché il divieto di nuove edificazioni in tutta l’area attualmente a verde, oltre ad alcune prescrizioni paesaggistiche per la salvaguardia di “prospettiva, luce, ambiente e decoro degli edifici sottoposti a tutela”.
# Il punto della situazione
Piazza d’Armi – FAI
Preservata quindi l’oasi naturalistica, si riduce l’appetibilità economica e le possibilità di riqualificazione dato che Invimit, che ha acquisito l’area per 60 milioni di euro dovrà generare un utile dall’operazione e oneri sufficienti a realizzare il parco e le altre urbanizzazioni necessarie, pari 40 milioni di euro per 30 ettari di parco e servizi vari.
La società di gestione del risparmio del Ministero dell’Economia e delle Finanze ha quindi a giugno 2023 pubblicato “un invito a manifestare interesse per la selezione di un partner per l’iniziativa di recupero e valorizzazione di Piazza D’Armi, a Milano, un asset di 388.000 mq di proprietà del Comparto 8 quater del Fondo i3-Sviluppo Italia, gestito dalla SGR.” Nel progetto è previsto “lo sviluppo di 135.000 mq di superficie lorda edificabile e la realizzazione di un grande parco urbano che si estenderà sul 75% dell’area“.
Con l’invito alla manifestazione di interesse, dunque, si apre la fase di precommercializzazione della maggioranza delle quote del Fondo Virgilio, dove verrà conferito l’asset, all’esito della quale verrà richiesto il nulla osta alla Consob per la commercializzazione ai sensi dell’art. 43 del TUF. Il 24 luglio 2023 scade il termine di presentazione delle domande da parte degli investitori professionali. L’obiettivo è quello di ricevere un’offerta vincolante per finalizzare l’operazione, con l’esecuzione dell’apporto e la vendita delle quote entro il 2023.
La Bretagna, la regione a nord-ovest della Francia, possiede una delle coste più incantevoli di tutta Europa. Con le sue scogliere, i suoi promontori aguzzi e le sue baie strette, la costa bretone è sicuramente un luogo sorprendente, da visitare almeno una volta nella vita. Una tappa obbligata è la Route des Phares, la Strada dei Fari. Quali meraviglie custodisce questo percorso?
La STRADA DEI FARI: alla scoperta dei giganti a guardia del mare
# Nella regione con il più grande numero di fari del mondo
credits: christophe_huchet_photographe
La Strada dei Fari è un itinerario lungo le coste della Bretagna, regione che registra la più elevata concentrazione di fari al mondo. Il tragitto parte da Brignogan ed arriva fino a Brest, percorrendo circa 90 km di costa dove svettano 17 fari e 85 torrette.
Quasi tutti i fari sono aperti ai visitatori, che possono salire fino in cima per ammirare il paesaggio mozzafiato dalla prospettiva della lanterna.
I più avventurosi possono fare una piccola deviazione dall’itinerario comune e percorrere un tratto del GR34, un percorso conosciuto con il nome di Sentiero dei Doganieri. Si tratta di un cammino che ripercorre quello fatto per secoli dai doganieri nell’intento di impedire qualsiasi forma di contrabbando e che si snoda su scogliere, strade sterrate e spiagge.
# Il Faro che si staglia in mezzo al mare e quello più antico di Francia
credits: discoverocean ig
Lungo il percorso si tocca l’isola di Oussant, che si trova proprio nel punto in cui le acque dell’Atlantico incontrano quelle della Manica. Qui si possono trovare ben due fari. Il primo è il Jument Phare. Ideale per gli amanti del brivido, si staglia su una roccia in mezzo ad un tratto di mare,teatro di fortissime correnti che, raggiungendo i 20 km/h, creano onde maestose alte più di dieci metri.
Il secondo faro che si può vedere sull’isola è quello dello Stiff. Si tratta del faro più antico di Francia, in funzione dal 1700 e ancora in attività. La struttura è formata da due torri ed è un’opera ingegneristica firmata Vauban, un militare noto per essere uno dei più grandi ingegneri di Francia.
# Il gigante di granito dell’Isola Vergine: il faro più alto d’Europa
credits: valentin_sauerbrey IG
Un altro faro degno sicuramente di nota è quello che si trova sull’Isola Vergine. Ciò che lo rende unico è il fatto di essere il faro più alto d’Europa, la lanterna infatti si staglia a 82,5 metri di altezza dal livello del mare. La lunga salita per arrivare in cima è fatta da una scala a chiocciola con più di 350 gradini, tra pareti rivestite di opale blu e azzurra, ma la fatica non è di certo vana. Una volta arrivati in alto, infatti, si potrà godere di una vista spettacolare e mozzafiato.
# Il Faro che sorge ai confini del mondo
credits: antoni.figueras IG
I fari che si incontrano su questo percorso sono davvero tantissimi e non possiamo di certo raccontarli tutti, ma ce n’è un ultimo particolarmente degno di nota: Saint Mathieu. Il suo compito è quello di indicare ai marinai il cammino della gola di Brest e si trova in cima ad un promontorio, dal quale prende il nome, in uno scenario che appare quasi fuori dal tempo. La lanterna infatti, costruita nel 1835, si trova proprio di fianco ad un’abbazia diroccata, che crea la suggestiva sensazione di essere arrivati alla fine del mondo.
4 luglio 2023: una data storica per la mobilità milanese. La linea M4 si allunga fino a San Babila mettendo in connessione il centro storico della città con l’Aeroporto di Linate in un tempo record a livello mondiale e innestandosi nel resto della rete con l’interscambio con la linea M1. Non solo: torna alla luce la piazza nel cuore di Milano. Un giorno di festa per Milano.
INAUGURA la M4 nella nuova SAN BABILA: BIGLIETTI GRATIS e FESTA per la TRATTA del RECORD
# La M4 collega il centro storico con Linate e interscambia con la M1
Metro4spa – Tracciato M4
4 luglio 2023: una data storica per la mobilità milanese. Dopo anni di attesa la quinta linea metropolitana, la M4 o linea blu, arriva fino a San Babila con due nuove stazioni: quella che serve la piazza con l’iconica fontana e Tricolore. In questo modo dal centro storico si può andare all’Aeroporto di Linate, e viceversa, in appena 12 minuti: un tempo record a livello mondiale. A San Babila ha luogo anche l’interscambio con la M1 innestando così la nuove linea con il resto della rete metropolitana. Una tratta aggiuntiva di 1,6 km che porta la linea a 7,3 km e 8 stazioni (Linate Aeroporto, Repetti, Stazione Forlanini, Argonne, Susa, Dateo, Tricolore e San Babila) e fa salire l’intera rete milanese a poco più di 104 km e 121 stazioni.
# Una giornata di festa per i milanesi: prima corsa alle ore 13
La festa M4
Come già successo in occasione dell’apertura della prima tratta della M4, anche in questo caso si può viaggiare gratis tutto il giorno sulla nuova metropolitana: la prima corsa è alle ore 13, con una grande festa per tutte le famiglie residenti nell’area interessata dai lavori lungo Corso Indipendenza e Corso Concordia. Il programma organizzato in collaborazione con i Municipi 3 e 4 prevede a partire dalle 10 attività sportive a cura delle associazioni dilettantistiche di zona, dalle 14.30 giochi cooperativi, laboratori creativi di giocoleria di magia, oltre a tornei di ping pong. Seguono alle 17 musica e balli.
Aereo in piazza San Babila
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Credits milanotoday - Aereo San Babila fronte
Credits milantoday - Aereo San Babila
Credits Andrea Chiappini FB - Aereo San Babila
Ad anticipare i festeggiamenti è “atterrato” in Piazza San Babila un aereo gonfiabile lungo 20 metri, con il timone con la scritta M4 verso Corso Venezia e la cabina verso Corso Europa, a simboleggiare la vicinanza della piazza con l’aeroporto di Linate.
# L’altra novità: Piazza San Babila torna alla luce più bella che mai
Credits Andrea Cherchi - Stazione di San Babila
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Credits Andrea Cherchi - Stazione di San Babila
Credits Andrea Cherchi - Ascensore stazione di San Babila
Credits Andrea Cherchi - Piazza San Babila riqualificata
Credits Andrea Cherchi - La nuova piazza San Babila
Con l’apertura della nuova stazione Piazza San Babila si mostra nella sua nuova veste. Resa completamente pedonale in continuità con corso Vittorio Emanuele e insieme alle vie circostanti, Largo Toscanini, via Durini, Largo Augusto e via Verziere, con una pavimentazione in pietra, panchine e spazi dove poter sostare all’aria aperta circondati da aiuole e alberi. Sul lato verso Corso Matteotti è stato allargato in marciapiede, sempre in pietra, con l’inserimento dei “milomat”, i pilomat in versione milanese.
Alcuni tratti stradali rimangono accessibili accessibili a taxi, autobus e mezzi del carico/scarico negli orari consentiti, tra cui quello di via Borgogna che procede su Corso Europa, grazie alla creazione di una nuova Ztl. I veicoli a motore privati possono ancora transitare invece tra Corso Monforte, Corso Matteotti e l’imbocco con Corso Venezia. Per l’accesso e l’uscita dalla stazione gli utenti della metropolitana hanno a disposizione ascensori e scale mobili sia in Corso Europa che in Piazza San Babila direzione di largo Toscanini.
Le regole già stringenti per accedere e spostarsi con un veicolo a motore privato nel Comune di Milano potrebbero inasprirsi ulteriormente. Queste le ipotesi sul tavolo a Palazzo Marino con le possibili date di attivazione.
ZTL di Milano verso nuove modifiche: AREA B a PAGAMENTO e AREA C più CARA?
Da tempo si studiano a Palazzo Marino delle ipotesi di aggiustamento delle due attuali grandi Ztl della città: introdurre un ticket di ingresso per l’area B e aumentare quello già in essere per l’Area B. L’Assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Arianna Censi, e i capigruppo di maggioranza ne hanno discusso ancora di recente durante un incontro per capire quali modifiche introdurre eventualmente nei prossimi mesi. Ecco che cosa è emerso.
L’Area B è al momento la zona a traffico limitato più grande d’Europa, che coincide in gran parte con il territorio del Comune di Milano ed esclude i veicoli con motorizzazione fino a Euro 2 benzina e Euro 5 diesel, grazie a 188 telecamere che ne monitorano gli accessi e sanzionano quelli che infrangono le regole. Funziona dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30. Una Ztl molto criticata da milanesi e residenti dell’hinterland e che potrebbe diventare ancora più indigesta se per accedervi venisse introdotto un ticket come per Area C. A Palazzo Marino, come riportato dal Corriere della Sera, si è parlato di tariffe “non particolarmente alte”, ma sarebbe una magra consolazione. Se ne parlerà comunque non prima del 2024 visto che i tempi tecnici sono almeno di 6 mesi.
# La tariffa di Area C potrebbe salire fino a 7,5 euro
Area C
L’Area C, che invece si estende su tutto il Municipio 1, è controllata da 43 telecamere e presenta gli stessi orari di funzionamento e gli stessi divieti alla circolazione di Area B. Rispetto ad Area B prevede una tariffa di accesso di 5 euro: sono esentate le auto elettriche e ibride con emissioni di CO2 inferiori a 100 g/km che entrano gratis. Il ticket vale per tutta la giornata e sono previsti 40 ingressi per chi risiede all’interno dell’area: poi ogni accesso per i residenti costa 2 euro. In futuro, secondo l’obiettivo dichiarato dall’amministrazione di ridurre la congestione e l’inquinamento rafforzato dal Piano Aria e Clima di recente approvazione, accedere in centro potrebbe diventare ancora più costoso. Allo studio c’è infatti la possibilità di far salire la tariffa a 7,5 euro al giorno. Ma la motivazione viene messa in dubbio dalle opposizioni: “si tratta solo di un modo per fare cassa”, dichiarano in coro.
#Lunedì 3/7: Bob Dylan e 100 anni di volo al Castello
100 anni AM – Credits: Le Formiche
Attività per mamme e bambini al Parco di Trenno: partono il 3 luglio una serie di laboratori ed attività, che vedono coinvolti bambini e mamme al Parco di Trenno. Si terranno in orario diurno, per concludere il 31/7. Presso spazio Mitades in via Ferdinando Giorgi, 15.
E ti vengo a cercare: tributo a Franco Battiato, musicale e non solo, elaborato da Andrea Scanzi, nelle vesti di protagonista. Dalle 19.30 nel Cortile d’onore di Palazzo Sormani, a cura del Teatro Menotti.
Nathaniel Rateliff and The Night Sweats: rock e soul con gli otto artisti americani, che salgono sul palco del Circolo Magnolia di Segrate. Inizia alle 20.00 un ospite d’onore, Jack Boots. A seguire il main event.
Notturni in Villa: per tutta la settimana, Villa Simonetta in via Stilicone 36, ospita la Scuola Civica Claudio Abbado ed alcune guest a sorpresa, per esecuzioni dal vivo. Jazz, classica e pop, eseguiti da solisti e in formazione, tutte le sere fino a venerdì 7 luglio.
100 dell’aeronautica militare: concerto per celebrare il secolo di storia dell’aviazione militare in Italia. La Fanfara della 1ª Regione Aerea dell’AM, insieme alla Civica Orchestra Fiati di Milano, si esibiscono alle 21.00 al Castello Sforzesco.
Bob Dylan: primo dei due appuntamenti con Rough and Rowdy Ways, il nuovo show del celebre cantautore premiato perfino con il Nobel. Si esibisce al Teatro degli Arcimboldi 3 e 4 luglio. Sipario alle 21.00.
Comedy night: notte di comedy del tutto inedita al Teatro Elfo Puccini. Insieme sul palco Marina Cuollo e Michela Giraud. Il duo inizia alle ore 21.15.
#Martedì 4/7: letture a voce alta, un mostro marino, un mix di jazz e rock
Ventimila leghe sotto i mari – Credits: Skuola.net
Parole in giardino: BookCity durante l’anno, in collaborazione con il magazine Gardenia, propone la lettura di libri ad alta voce in alcuni dei giardini e dei parchi più belli di Milano. Il 4 incontro è alle 18.30 nel giardino di Palazzo Crivelli, in via Pontaccio.
20.000 leghe sotto i mari: l’avventura straordinaria di Jules Verne e la ricerca del mostro marino, svela il pianeta azzurro. Dalla fantasia al palcoscenico del Cortile di Palazzo Sormani, grazie a Ditta Gioco Fiaba. Sipario alle ore 19.30.
Raphael Gualazzi: il pianista, autore, produttore e arrangiatore, si esibisce davanti al pubblico del Festival di Villa Arconati. Alle 21.00 inizia a Castellazzo di Bollate.
Collezioniste. 10 quadri di donne: per la rassegna delle Sere FAI d’Estate, Villa Necchi Campiglio ospita l’incontro con Melania Mazzucco. Stile ed espressione direttamente dall’autrice, alle 21.00.
Trio Volver: i grandi classici della musica sudamericana, rivisitati in chiave jazz da Paolo Manasse, Riccardo Vigorè e Marco Volpe. Alle 21.30 inizio al Garage Moulinski.
Bouquet of Madness: live podcast con lo humor nero di Martina e Federica, che dallo streaming arriva alla Sala Shakespeare del Teatro Elfo Puccini. Casi di cronaca e l’assurdità del comportamento umano, dalle 21.15.
Tintoria: altro podcast live con Daniele Tinti e Stefano Rapone, al Castello Sforzesco. Il primo podcast condotto da comici, aspetta il pubblico dalle 21.30.
Vintage Trouble: è il giorno dell’indipendenza per la band di Hollywood, che torna a Milano dopo alcuni anni di assenza. Si esibiscono al Legend Club (nuova location), alle ore 21.30.
#Mercoledì 5/7: Ligabue a San Siro
The dark side of the moon – Credits: Wired Italia
Un marziano a Roma: l’astronave marziana di Ennio Flaiano, arriva alla Corte d’Onore di Palazzo Sormani. In scena Milvia Marigliano e la chitarra di Antonello Fiamma. Sipario alle 19.30.
Gutter Invites: evento speciale per l’etichetta berlinese, con ospiti provenienti anche dalle scuderie di Resilienza Records e Fam Records. Esibizioni live e dj set, dalle ore 20.00, presso la Santeria Toscana 31.
New Jersey Youth Symphony Orchestra: 65 giovani musicisti, diretti da Helen Cha-Pyo, suonano un repertorio dal classico, al tango e al musical americano contemporaneo. Serata ad ingresso gratuito al Teatro Dal Verme. Il sipario apre alle 20.30.
Le sfumature del jazz: serata di repertorio tradizionale jazz, con la voce di Barbara Zedda, accompagnata al pianoforte da Raffaele Garramone. Inizio alle ore 20.30 alla Società Umanitaria, in via San Barnaba 48.
Leanò: È Tempo di Indie ai Bagni Misteriosi, che dedicano una rassegna alla musica indipendente milanese. La cantautrice propone il suo repertorio indie e sperimentale, alle 21.00.
Natalie Imbruglia: il pop australiano della cantautrice di Firebird, plana al Festival di Villa Arconati, a Castellazzo di Bollate. Il concerto è in programma nel giardino, con inizio alle ore 21.00.
Ligabue: ritorno negli stadi per il rocker emiliano, che propone due sole date in tutta l’estate 2023. Tocca a Milano, allo stadio San Siro, con l’evento che inizia alle ore 21.00.
Serata d’Autore – incontro con la Danza: eccezionale appuntamento con la danza d’autore, con le coreografie di Lara Bogni, Biagio Tambone e Mick Zeni. Evento dell’estate sforzesca, al Castello alle 21.00.
Crime & Comedy Live!: live podcast di e con Clara Campi e Marco Champier, autori appassionati di serial killer e cronaca super nera. Va in scena sul palco dell’Arena Est Milano alle ore 21.30.
Trio Vitaloni, Brezza e Rondinelli: tra brani originali e repertorio ri-arrangiato per la formazione, il trio jazz propone le sue sonorità. L’esibizione è alle ore 21.30 al Garage Moulinski.
The Dark Side of the Moon: esibizione integrale e senza interruzioni, del leggendario disco dei Pink Floyd. Se ne incaricano 7 musicisti di diverse formazioni, al Parco Tittoni alle 21.30.
Manzoni Mixtape: le contaminazioni della rassegna, propongono Manzoni Pop Comedy, con Giacomo Poretti feat. Andrea Carabelli. Sipario alle 21.30 alla Casa del Manzoni.
#Giovedì 6/7: Milano si prepara alla notte rosa, ultimo concerto al tramonto alla BAM, i Pooh a San Siro
Notte Rosa – Credits: Milano Today
Anteprima Notte Rosa 2023: nell’estate meneghina, sta per tornare la Notte Rosa, che nel 2023 dura 3 giorni in piazza Città di Lombardia. Anteprima e ingresso dalle ore 18.00, con luci colorate, musica coinvolgente e spettacoli straordinari.
Zitti tutti!: un pacifico uomo qualunque si ribella a tutto e a tutti, mettendo un po’ in ridicolo le ideologie di oggi. Veste i panni dell’ironico e un po’ matto protagonista, Gigio Alberti. Alle 19.30 nel cortile di Palazzo Sormani.
Joyce Elaine Yuille & The Hammond Groovers: cena spettacolo, nel consueto giovedì jazz del Don Lisander. La cantante di New York è accompagnata dal trio italiano, per un menu speciale. Inizio alle ore 19.30.
Boom Bam! Sunset music in the park: ultimo concerto al tramonto per la rassegna della Biblioteca degli Alberi. Alle 20.00 la chitarra e l’ironia di Andrea Chiarini, accompagnano l’aperitivo.
Ioseph: inedito monologo, scritto e interpretato da Paris Pesantes Moràn, sulla vita di Ioseph di Nazareth. Il papà di Gesù e il ruolo moderno del padre, in scena alle 21.00 nel chiostro della Società Umanitaria.
La vita, il sogno: il poeta Franco Loi, riscrive il capolavoro di Calderon de la Barca, in una lingua unica che unisce italiano, lombardo e milanese. Interpreta Giovanni Crippa, alle 21.00 al Castello Sforzesco.
Edda & Giorgio Canali: rispettivamente frontman di Ritmo Tribale e CCCP/PGR, i due tornano da solisti per avvicendarsi sul palco del Circolo Magnolia a Segrate. Accompagna la nuova formazione di Canali, i Rossofuoco, a partire dalle ore 21.00.
Little Til Band: giovanissimo musicista di Milano, propone con la sua band un mix di blues, rock’n’roll, swing e dixieland. Miscela perfetta per Villa Arconati, a Bollate, a partire dalle 21.00.
The Skatalites: autentico e leggendario ska al Carroponte di Sesto S. Giovanni. Repertorio e carriera di oltre 60 anni, per la band di Guns of Navarone, con inizio alle ore 21.00.
Pooh: un altro inaspettato ritorno sulle scene fa capolino a Milano con la sempreverde band più famosa d’Italia. Dopo 7 anni di assenza, i Pooh tornano alle 21.00 allo stadio Meazza.
#Venerdì 7/7 (diurno): ATP challenger e una monumentale installazione di cartone
ATP Milano – Credits: hansmarkutt, Pixabay
Milano ATP Challenger: un week end di torneo ATP su terra rossa aperto a giocatori di seconda categoria in cerca del grande balzo. Inizia venerdì 7 e termina con la finale di domenica 9. Inizia alle ore 13.00 presso Aspria Harbour Club, in via Cascina Bellaria.
Connessioni: installazione monumentale, fatta di scatole di cartone, a Cascina Merlata. Presente anche l’artista francese Olivier Grossetête. La creazione inizia alle ore 13.00 e dura fino all’8 luglio.
Di chi è lo spazio pubblico?: Scomodo talk per scoprire se, a Milano, sono ancora possibili spazi culturali di qualità per i giovani. Alle 18.00 all’Ex Macello di viale Molise.
Dopo la borsa da record a forma di aereo, un esemplare ancora più incredibile: visibile solo al microscopio. Ma il suo prezzo fa andare gli occhi fuori dalle orbite.
La BORSETTA “LOUIS VUITTON” MICROSCOPICA (più piccola di un GRANELLO di SALE) che costa come un BOX a MILANO
# Più piccola di un granello di sale
Credits mschf IG – Microborsetta
Se la borsa a forma di aereo, che costa più di un aereo (Cessna), aveva lasciato tutti a bocca aperta, da Louis Vuitton arriva un altro esemplare da record. In realtà questa borsa non ha alcun legame con la maison francese ma riesce a stupire con le sue microscopiche misure: 657 x 222 x 700 micrometri. Realizzata da MSCHF, un collettivo artistico con sede a New York, è stata progettata per essere più piccola di un granello di sale e abbastanza sottile da passare attraverso la cruna di un ago. E’ una copia in miniatura della borsa Louis Vuitton Monogram OnTheGo.
Le recenti parole di Kevin Wiesner, Ceo di MSCHF, al New York Times: “Un oggetto pratico viene ridotto alla sua essenza, evolvendosi in uno squisito gioiello, lasciandosi alle spalle lo scopo previsto. La borsa microscopica funge da testimonianza della trasformazione di oggetti funzionali in semplici significanti del marchio“.
Per realizzare questa microborsetta MSCHF ha collaborato con produttori industriali esperti nel campo della biotecnologia che hanno utilizzato un tipo di stampa 3D specificamente progettato per la produzione di oggetti microscopici, una tecnica nota come polimerizzazione a due fotoni. La scelta del colore è ricaduta su un verde fluo per garantire una migliore visibilità quando la borsa è posizionata su un vetrino da microscopio e illuminata dal basso.
# Venduta all’asta per 63.750 dollari (58.500 euro)
pixabay Daniel_B_photos – Asta
La borsa è stata messa all’asta a New York per la cifra di 15.000 dollari e infine venduta all’ultimo rilancio a 63.750 dollari, pari a circa 58.500 euro al cambio attuale. Con la stessa cifra si può comprare un posto auto in un garage di Milano.
Milano è città di sacre reliquie. Nella Basilica di Sant’Eustorgio un tempo erano conservati i corpi dei tre re magi, poi trafugati da Federico Barbarossa e portati nella cattedrale di Colonia, ad eccezione di una tibia, un perone e una vertebra rimasti a Milano. Sospeso dal soffitto del Duomo c’è uno dei tre chiodi usati per crocifiggere Gesù. Pochi sanno che in una chiesa semi ignorata in pieno centro c’è anche l’impronta di un piede del Cristo.
Nel centro di Milano c’è l’IMPRONTA del PIEDE DI CRISTO
# L’impronta di Cristo nella “chiesa dei preti sepolti vivi”
Nella centralissima via Broletto, infatti, c’è la chiesa di San Tomaso in Terramara, secondo la storia, o la leggenda, chiesa di “morte e di preti sepolti vivi“.
Questa chiesa in stile neoclassico, ignota a gran parte dei milanesi, contiene al suo interni alcuni reperti misteriosi. Il primo è l’impronta di Gesù.
Collocata nel 1597 dall’arcivescovo di Milano Federico Borromeo, nipote di Carlo, l’orma riprende un’antica tradizione (vestigium pedis), oggi per lo più sconosciuta. Non si tratta di un esemplare unico, visto che impronte di Cristo si trovano anche a Roma (nella chiesetta di Santa Maria in Palmis) e a Gerusalemme, così come succede per altri personaggi storici. Celebri, infatti, sono l’impronta del piede di Adamo sull’omonimo picco in Sri Lanka o quella di Maometto sulla Cupola della Roccia a Gerusalemme.
impronta Cristo (Foto: Andrea Cherchi -c)
# Il prete sepolto vivo
Ma c’è un altro motivo per cui la chiesetta di via Broletto è diventata tristemente nota. All’inizio del quattrocento un prete, che si era rifiutato di dare sepoltura a un pover’uomo perché la vedova non aveva il denaro necessario, per punizione venne sepolto vivo negli scantinati della Chiesa, su ordine di Giovanni Maria Visconti. Da qui la denominazione di San Tomaso in Terra Amara o Terra Mala, in seguito contratto in Terramara.
L’ultima doccia fredda sulle vacanze degli italiani sono i prezzi alle stelle: rialzi in media del 50% per i voli aerei, hotel e stabilimenti balneari nelle località più gettonate. La soluzione? Trascorrere le vacanze estive in una delle regioni più belle del mondo.
ESTATE in LOMBARDIA: 7 mete per trascorrere una VACANZA indimenticabile senza andare troppo lontano
#1 Lago di Como, il boom del turismo internazionale
Varenna – Lago di Como – Ph. GPoulsen
Iniziamo con un grande classico. Un luogo che è passato sempre più da destinazione per un week end a meta delle vacanze. Presa d’assalto da vip e turisti internazionali ha fatto un salto quantico negli ultimi anni. I paesi sul lago si sfidano sul piano dei servizi offerti e delle iniziative trasformando il territorio in una delle aree più interessanti d’Europa per trascorrere la vacanze estive. Insieme alle meraviglie del paesaggio offre anche molti motivi di interesse storico e culturale. Tra le principali attrazioni ci sono: l’Abbazia di Piona, l’Orrido di Nesso, la passeggiata dell’amore, Villa Carlotta, l’Isola Comacina, insieme agli splendidi paesi noti in tutto il mondo, in primis Bellagio, Varenna, Tremezzina e Menaggio. Non solo: alle spalle si aprono delle valli incantevoli, come la Val Sanagra, la Valsassina o la Val d’Intelvi.
#2 Val d’Intelvi, l’isola tra i laghi di Como e di Lugano
Tra le numerosi valli che contornano il lago di Como forse l’ideale da eleggere come base per le vacanze è la Val d’Intelvi. Soprattutto per la posizione. La valle costituisce un ponte tra il lago di Como e il lago di Lugano, aprendosi sia dalla parte di Lugano che da quella di Porlezza. Quindi ci si può ritrovare al centro di un territorio ricco di attrazioni a cavallo di Lombardia e Canton Ticino ma con prezzi molto più accessibili. Ma la valle non gode solo di un’ottima posizione: ospita anche numerosi luoghi interessanti che meritano una visita. C’è la vetta Sighignola, “il balcone d’Italia”, che offre una vista sui laghi e sulle montagne della Val d’Aosta. C’è il Monte Generoso, raggiungibile a piedi dal versante italiano e con il celebre trenino sul lato svizzero. C’è Erbonne, il “paese dei contrabbandieri”, con il ponte e l’Osteria del Valico. Sul lato opposto della valle si sale a Pigra da dove si prosegue fino al Rifugio Venini da cui si può godere una delle viste panoramiche più belle della Lombardia.
#3 Lago di Garda, la sponda occidentale di una superstar del turismo
Credits: #lago_di_garda_eventi IG
Il lago di Garda è una delle mete che attira più turisti stranieri in Italia. Anche se forse è più nota la costa veneta, la sponda occidentale è altrettanto se non ancora più ricca di motivi di interesse. Se si vuole restare in Lombardia, merita una visita Sirmione, con l’antico castello scaligero e i resti romani delle “Grotte di Catullo”. Poi si può ammirare Villa Bettoni, la piccola “Versailles” del Garda, approdare sull’Isola del Garda: un’isola esotica dalla storia secolare. Ottima poi come base è Salò da cui si può accedere al Vittoriale degli Italiani, la dimora di D’Annunzio, per poi salire a Muslone, il borgo incantato che domina il lago di Garda. Per chi ama l’avventura, d’obbligo è raggiungere il borgo di Tremosine attraverso la “strada della forra”, scavata nella roccia, tra strapiombi mozzafiato e canyon naturali, e percorrere il sentiero dei Contrabbandieri, per gli amanti delle viste mozzafiato e delle ferrate.
#4 Monte Isola, l’isola lacustre più grande d’Europa
Credit: @visitmonteisola
Tornando verso Milano si trovano le acque del lago d’Iseo, dove si erge imponente Monte Isola, l’isola lacustre più grande d’Europa. Emerge dalle acque come il guscio di una tartaruga: si può raggiungerla in traghetto dai porti di Sulzano o Sale Marasino.
Caratteristico è il borgo dei pescatori di Carzano, mentre chi ama camminare può mettersi in cammino fino al Santuario della Ceriola, il punto più alto dell’isola da cui godere della miglior vista sul paesaggio alpino circostante.
Se si trascorre più giorni, un’idea suggestiva è di noleggiare una barca per visitare anfratti, golette e borghi sulle rive di uno dei laghi più incantevoli e sottovalutati dell’intera Italia.
#5 Valle di Gaina, il Sentiero delle Cascate
Credits tiziosportacus IG – Cascate di Monticelli Brusati
Per gli amanti della natura e dell’avventura, nella Valle di Gaina a Monticelli Brusati si trova il “sentiero delle cascate”. Un itinerario che si snoda su due livelli di percorsi tra cascate, torrenti e scale metalliche. Non bisogna dimenticarsi di essere nel bel mezzo della Franciacorta. In particolare chi ama il vino e la buona cucina.
#6 Oltrepò Pavese, tra castelli, eremi e cantine
credits: @roertamastretta – Oltrepo’ Pavese
Dopo aver scorrazzato tra Nord e Ovest può essere il momenti di volgere le vele a Sud di Pavia ed oltrepassare il grande fiume. Ci si ritrova così nella terra di borghi e castelli medioevali, tra natura e buon vino. Tra i borghi da visitare ci sonoZavattarello, celebre per il suo castello “infestato”,Varzi, famosa per il suo salame, e Fortunago.
Gli appassionati di natura possono andare alle Grotte di San Ponzo, rifugio medioevale dell’omonimo santo, oppure all’eremo di Sant’Alberto di Budrio, un luogo senza tempo circondato da una pace irreale.
Parlando di vacanze in Lombardia non si può ignorare la Valtellina. In particolare, una meta ideale per gli amanti della montagna, incastonata sopra l’abitato di Isolaccia, tra Bormio e Livigno, è la Valle di Fraele, coi suoi laghi e corsi d’acqua. Come porta d’ingresso alla valle ci sono le due torri medioevali a difesa dell’antica strada alpina che collegava la Valtellina all’Engadina: per attraversarle bisognava pagare un dazio di dodici denari per ogni carico trasportato.
All’interno della valle ci si perde ad ammirare le sue bellezze naturalistiche, tra il lago naturale Scale, alimentato da sorgenti sotterranee, e i due laghi artificiali di Cancano. Numerosi sono i sentieri che qui si possono prendere e che conducono anche alla bellissima Val Müstair, nei Grigioni. Da dove poter raggiungere St. Moritz.
Pausa pranzo? Sì ma di qualità. 5 pause per cinque locali.
Le 5 PAUSA PRANZO da fare a Milano
#1 Crosta, dove la materia prima di qualità fa da padrone
Credits: @eatingwellmilano Crosta
Si sa che la pausa pranzo milanese è un must: veloce ma non troppo, gustosa e soprattutto di qualità. Segnalo in primis, in via Bellotti zona Porta Venezia, l’ormai iconico Crosta. Panificio, pizzeria e anche pasticceria, qui è possibile iniziare la giornata con la colazione e terminarla a cena con la squisita pizza che viene proposta alla pala, per la pausa pranzo, e tonda tradizionale per la cena. La qualità della materia prima la fa da padrone sia per quanto riguarda la scelta delle farine tutte rigorosamente macinate a pietra e sia per quanto concerne gli ingredienti di eccellenza per qualità e stagionalità.
#2 La Schiscetteria, gastronomia vegana
Credits: @laschiscetteriamilano La Schiscetteria
In zona Porta Romana troviamo la Schiscetteria, locale che deve il suo nome alla “schiscetta”, ossia il contenitore porta vivande. Adatto per una pausa pranzo gustosa e sana, il locale, che è una gastronomia vegana con bottega, propone i piatti classici della cucina italiana rivisitati, appunto, in chiave vegana.
#3 Soul Green, con un ampio dehors pieno di piante
Credits: @rajtanna111 Soul Green
In Piazzale Clotilde si trova un altro locale green, che si chiama, appunto, Soul Green. Anche qui l’attenzione e la cura per la qualità delle materie prime sono un punto di forza del locale dove dominano le pietanze vegane da gustare ordinando da tablet, o all’interno del locale curatissimo e pieno di piante, o nell’ampio dehors esterno.
#4 Deep Milano, tra hamburger, piadine e menu alla carta
Credits: @milanodaburger Deep Milano
In via Fiamma troviamo Deep Milano: locale molto noto per gli aperitivi serali, offre una pausa pranzo assai variegata, consentendo di scegliere primi o secondi piatti alla carta, oppure un piatto unico che varia ogni giorno. Ci sono anche ottimi hamburger e, per chi sceglie la piadina, é possibile variare tra le combinazioni più disparate.
#5 La Prosciutteria, per gli amanti del buon cibo toscano
Credits: @laprosciutteriamilano aperitivo Milano
Infine, per gli amanti dei salumi e del buon cibo toscano, segno la Prosciutteria: io sono stata in Brera ma vi sono altre sedi sparse a Milano. Qui tra panche e tavoli di legno, si pranza con cibo prettamente toscano che spazia dai taglieri, alle schiacciate alle bruschette, il tutto accompagnato da un buon calice di Chianti, ma del resto la carta dei vini è piuttosto corposa, con un occhio di riguardo a quelli toscani.
Anche nei periodi di crisi non si rinuncia a qualche giorno di vacanza. E allora si cerca di risparmiare cercando nuove mete più economiche di quelle conosciute da tutti ma altrettanto belle. Ecco allora una meta tutta da scoprire e non molto lontana dall’Italia.
La TERRA PROMESSA per VACANZE CARAIBICHE ma LOW COST, a poche ore dall’Italia
# Al mare in Albania
L’Albania si sta riscoprendo come destinazione turistica e sta cercando di farsi conoscere anche all’estero. Agli italiani si presenta come una meta vicina ma esotica, con uno splendido mare e montagne selvagge, ma anche con un importante patrimonio storico artistico testimoniato da alcuni sui borghi. Riuscirà a conquistarli? Ecco qualche consiglio pratico sul dove andare in Albania per trovare mare e borghi che valgono il viaggio.
Credits: expedia.it Durazzo
Per una vacanza estiva e economica l’Albania pare la soluzione migliore. Prendendo un traghetto da Trieste, Ancona, Bari o Brindisi si può giungere a Durazzo o a Valona. La costa Adriatica albanese è bassa e sabbiosa, ma anche selvaggia, infatti più a nord ci sono zona paludose e lagune. Durazzo potrebbe essere meta imperdibile per le vacanze estive in famiglia, grazie al suo fascino romano e bizantino e al suo mare, una spiaggia immancabile è Plazhi i Currilave, quasi in centro città. E poi mentre si sta facendo una vacanza al mare, da Durazzo, si può sempre andare a visitare la capitale Tirana, da cui dista meno di un’ora di macchina.
Credits: @sarande___albania Saranda
Ma se si è alla ricerca di luoghi caraibi, bisogna scendere un po’ più a sud e incontrare le coste ioniche albanesi. Dopo Valona ci sono la Penisola di Karaburun con le sue grotte marine, ma anche Dhermi, passando per Himare. Infine piccolo gioiello dell’Albania è Saranda, dove castelli su promontori sono circondati da acque cristalline e chiese ortodosse sembrano dei fari che si vedono dalla costa.
# Una chicca dall’acqua cristallina
Credits: @ksamil_albania shpella e pellumbave
E proprio a 15 minuti di auto da Saranda c’è Shpella e Pëllumbave, una piccola spiaggia incastonata tra le rocce della costa ionica. La spiaggetta non si trova lontano dalla vicina Mirror Beach e anzi, il modo più facile per raggiungerla è proprio nuotare da una spiaggia all’altra, altrimenti si può parcheggiare non distante dalla spiaggia e poi scendere a piedi. Shpella e Pëllumbave, che letteralmente significa Grotta dei Piccioni, è assolutamente mozzafiato, con acque cristalline e perfette per nuotare e divertirsi al sole. A differenza delle affollate spiagge di Ksamil, paese vicino a Saranda, quella di Shpella e Pëllumbave è una vera gemma nascosta e tranquilla.
# Il costo medio
E poi in Albania appunto i prezzi non sono ancora così alti, di media potresti cavartela con 400/500 euro per un viaggio di una settimana all inclusive. Prezzi che recentemente non si vedono da molte parti. Comunque c’è da precisare che in Albania la vita è comunque un po’ meno cara che in Italia.
Potrebbero tornare utili anche a Milano? Vediamo come sono fatti e dove vengono utilizzati.
I TRENI VOLANTI: saranno il futuro?
# Le monorotaie sospese
credits: wuppertal_und_ich IG
Tra i diversi sistemi di trasporto pubblico su rotaia, oltre ai treni, alla metropolitane e alle monorataie classiche, ci sono anche la monoratie sospese che sembrano dei veri e propri treni volanti. Questa è l’impressione che si ha osservandoli spostarsi dal piano strada e anche da dentro lo stesso convoglio.
La Wuppertaler Schwebebahn in Germania è la prima linea ferroviaria sospesa della storia: inaugurata nel 1901 è operativa ancora oggi. I vagoni sono appesi ad una rotaia posta su una struttura portante, elevata rispetto alla superficie stradale, lungo un tracciato 13,3 km e 23 fermate. Negli anni altre città tedesche hanno visto la realizzazione di monorataie sospese, Dresda, Düsseldorf e Dortumd, una anche a Memphis negli Stati Uniti e altre in Giappone.
Di PekePON – Opera propria, CC BY-SA 3.0, httpscommons.wikimedia.org – Chiba Monorail
Proprio nel Paese del Sol Levante si trova la rete di monorotaie urbane sospese più lunga del mondo. A Chiba, a circa un’ora da Tokyo, sono due le linee attive per un totale di 15,2 km e 18 fermate.
Credits japantrade IG – Monorataia sospesa
Il modello di convoglio utilizzato è quello dell’Urban Flyer, la cui peculiarità è il pavimento in vetro nella cabina del guidatore attraverso il quale si può vedere la città scorrere quasi sotto i propri piedi a una decina di metri d’altezza.
# Perché non farla a Milano?
Ipotesi delle 3 Circle line
I motivi che hanno inciso nella scelta di questo tipo di trasporto pubblico si sono stati sicuramente la mancanza di spazio nelle città, sia nel sottosuolo che in superficie, e i minori costi di realizzazione. Milano che ha bisogno di trasporti su rotaia rapidi e di mezzi che non rimangano bloccati nel traffico perché non guarda a questa soluzione? Ad esempio per creare delle vere linee circolari magari partendo dalla sostituzione della linea filoviaria 90/91, in alternativa o in aggiunta realizzarne una interna e altre che ricalchino i percorsi delle tangenziali interne ed esterne. Anche i tram che corrono lungo le strade fuori dal centro potrebbero essere rimpiazzati da queste monorotaie, in tutti casi previa valutazione dell’impatto estetico dell’infrastruttura.
Dove chiudono, lui apre. Sfidando una tendenza che sembra inesorabile. Foto di Andrea Cherchi
«Improvvisamente l’illuminazione: partire per Milano, progettare a Milano il mio futuro»: LORENZO SCANO, con la forza di Milano per inseguire un SOGNO
Un’esplosione di ottimismo. Un concentrato di fiducia, di caparbietà, di determinazione e gratitudine. Bisogna necessariamente partire da questo, per descriverlo: prima dire chi è, solo dopo cosa fa. Non solo perché il proprio essere definisce ciò che farai, ma perché quando lo si conosce si capisce subito che raccontare solo la sua scelta professionale sarebbe limitante.
Lorenzo Scano, trent’anni compiuti lo scorso marzo, è uno scrittore. Da poco è anche un edicolante di Milano. Ma a Milano, Lorenzo, non ci è nato: Milano l’ha scelta. Ha lasciato la sua Sardegna, di cui è originario, per raggiungere il capoluogo lombardo: la ragione? Non era quella di fare il giornalaio, «ma tutto accade per un motivo. A Milano puoi decidere quali obiettivi vuoi raggiungere, ma è una città che saprà sorprenderti e portarti in direzioni che non avevi neanche immaginato» dice Scano.
# «Milano è la città in cui tutto può succedere»
Ph. Andrea Cherchi
«Ho vissuto un momento in cui ho avuto l’opportunità di riflettere. Molto tempo a disposizione per pensare e capire chi volevo essere, cosa volevo fare e, dunque, quale strada percorrere». Lorenzo descrive così il periodo che l’ha visto fermo per venti giorni in ospedale, ricoverato a causa di un’infezione.
«In quel periodo facevo il buttafuori in Sardegna; nel frattempo, chiaramente, portavo avanti la mia carriera da scrittore. Improvvisamente l’illuminazione: sapevo che sarei dovuto partire per Milano, progettare a Milano il mio futuro». Il futuro di Lorenzo sono i libri e non solo quelli che, oggi, vende alla sua edicola: «Milano è la città in cui tutto può succedere: non penso ci sia città migliore per chi vuole sviluppare la sua carriera da scrittore, così come per chi vuole fare qualunque altra cosa. A Milano è possibile svolgere professioni che in altre città d’Italia neanche esistono o comunque non danno possibilità di crescita. Tra queste, appunto, lo scrittore».
# «Qui a Milano nessuno ha mai osato dirmi che sono stato un folle a fare questa scelta»
Ph. Andrea Cherchi
Lorenzo Scano è scrittore (la sua ultima pubblicazione è “Via Libera” per Nero Rizzoli) e oggi lavora anche nella sua nuova edicola in via Buonarroti: «Ho scelto Milano ancora prima di sapere che sarei venuto qui ad aprire un chiosco di giornali e libri – spiega –; sarei venuto in Lombardia a fare qualunque cosa, pensavo che avrei potuto anche continuare a fare il buttafuori, nel mentre che avrei scritto. Avevo qualche colloquio da fare in alcune librerie, poi un caro amico di famiglia mi ha proposto di mettermi in proprio, insieme a lui, per aprire una libreria che fosse la mia. Un giorno scopro per caso, passeggiando, il chiosco in Wagner: è chiuso e presuppongo sia in vendita. Scopriamo che, sì, in effetti lo è. E da lì abbiamo iniziato le pratiche per rilevarlo».
In un periodo in cui si fa un gran parlare del mondo dell’editoria etichettandolo come “morente”, soprattutto in relazione alle numerose edicole in chiusura, Lorenzo va controcorrente: «Non mi sono soffermato a pensare a questo aspetto disfattista e la cosa più bella è stata che, qui a Milano, nessuno ha mai osato dirmi che sono stato un folle a fare questa scelta o ad azzardare la solita frase “ma chi te l’ha fatto fare”. Anzi, le persone mi ringraziano, si complimentano, sono felici che il chiosco di via Buonarroti abbia riaperto. Tutto può fallire e tutto può funzionare – sentenzia Lorenzo –: dipende tutto dagli obiettivi che ti poni».
# «Milano sa darti. Ma soprattutto, sa darti indietro ciò che dai»
Ph. Andrea Cherchi
Sono le 10:27 di un venerdì di fine giugno e Lorenzo, mentre ci rilascia questa intervista, ha già finito le copie de La Repubblica e del Corriere. Un successo che nemmeno lui si aspettava. Uno scalpore assolutamente inatteso, ma che sta accogliendo con adrenalina e professionalità.
«Milano sa darti. Ma soprattutto, sa darti indietro ciò che dai. Mi spiego meglio: nessuno ti regala niente, da nessuna parte, ma a Milano puoi essere certo che i tuoi sacrifici saranno sempre e comunque ripagati. È una città meritocratica e riconoscente, cosa che non avviene ovunque. Milano ti premia, non c’è una scelta migliore che si possa fare se ci si pone determinati obiettivi. Certo, non sono arrivato in Lombardia senza timori: conoscevo già Milano, ma viverla per due giorni per venire a presentare il mio libro e decidere, invece, di renderla la tua città è tutta un’altra cosa. Ho lasciato la mia famiglia, i miei amici… non è stata una scelta facile, ma oggi posso dire sia stata una scelta felice. Quello che mi aspetto da Milano – conclude Lorenzo – è ciò che già di Milano conosco: riconoscenza. Semplicemente perché sono pronto a dare tutto quello che sono per riuscire nei miei obiettivi e nei miei intenti. Poi, ripeto: Milano è una sorpresa, pensare di sapere cosa ti accadrà vivendo in questa città è presunzione. Sono pronto ad accogliere qualsiasi opportunità».
Quello che mi aspetto da Milano è ciò che già di Milano conosco: riconoscenza. Semplicemente perché sono pronto a dare tutto quello che sono per riuscire nei miei obiettivi e nei miei intenti
Per vederlo bisogna fare grande attenzione e camminare lentamente sui marciapiedi che circondano i dazi…
Il MISTERIOSO CUORE di Porta Venezia
# Un cuore incastonato in una nicchia dei dazi
Credits Andrea Cherchi – Porta Venezia
La zona di Porta Venezia, oltre ad essere una di quelle con gli edifici più eleganti della città, è famosa per la sua vita frizzante, vibrante e frenetica, per i suoi numerosi locali, per l‘Asmarina e per essere il quartiere Lgbt di Milano. Tante cose da fare e da vedere che spesso fanno sfuggire piccole chicche sparse qua e là che hanno bisogno di una maggiore lentezza per essere scovate.
Credits Andrea Cherchi – Cuore di Porta Venezia
Una di queste è un piccolo cuore incastonato all’interno di una nicchia di uno dei due dazi di Porta Venezia, quello di destra arrivando da piazza San Babila, sul lato di Corso Venezia che fa angolo con piazza Oberdan.
Fino a qualche tempo non si conosceva l’autore, ancora oggi non si conosce la storia e il significato dell’opera. Si sa però che è stata realizzata nel 2022, come si può vedere dal post IG dell’artista che l’ha realizzata, @neminem_zerum (un’altra delle sue opere a Milano è un naso in via Castel Morrone), e che al contrario delle apparenze non è di bronzo ma creata tramite una stampante 3D. Tutti i dettagli anatomici sono stati curati nei minimi particolari, si possono vedere le vene che portano il sangue dai polmoni al lato sinistro del cuore, l’imbocco dell’aorta interrotta alla base e le coronarie sulla superfice dell’organo.
# Nella nicchia era incardinata la cancellata che delimitava il casello
La nicchia in cui è collocata, come segnalato da Giorgio Bardelli, si trova a circa mezzo metro di altezza e risale a quando tra i due caselli di Porta Venezia si trovava una grande cancellata che lì era incardinata. Tutte le altre sono state chiuse con delle toppe dello stesso granito rosa del casello daziario dopo la rimozione della cancellata.
Ritratto di Adolfo Wildt, opera del fotografo Emilio Sommariva (1923)
“Una figura eccessiva e inquieta”. Uno degli artisti più controversi dei primi trent’anni del secolo scorso.
Adolfo WILDT, l’artista “eccessivo e inquieto”, alieno di avanguardie e conformismo
La Vittoria (Adolfo Wildt)
# Una figura eccessiva e inquieta
Uno degli artisti più controversi dei primi trent’anni del secolo scorso e, ancora oggi, per gli addetti ai lavori, rappresenta una figura eccessiva ed inquieta, capace comunque di rendere plastiche le proprie emozioni, donandoci opere che spaziano dell’ellenismo al manierismo, passando per il Barocco. Parliamo dello scultore Adolfo Wildt, nato a Milano il 1° marzo 1868 e deceduto, sempre nella nostra città, il 12 marzo 1931.
# Inizia come garzone da un barbiere
Il cognome tradisce lontane discendenze svizzere, la sua era però una tipica famiglia umile meneghina, col padre, Adamo, portinaio a Palazzo Marino, dai tempi in cui la sede del nostro Municipio smise di essere la casa del Governo provvisorio della Lombardia. Dopo aver ultimato la terza elementare, Adolfo fa il garzone da un barbiere, poi gli tocca trasportare carbone, per passare alla bottega di un artigiano marmista. E’ qui che impara la capacità di levigare le superfici in marmo, attitudine che diventerà il proprio punto di forza.
I suoi soggetti riconducono spesso al simbolismo internazionale e per Wildt la scultura rappresenta sempre il dialogo con la materia. Un artista dimenticato per anni: lo scoprì (anzi, ri-scoprì) Paola Mola, milanese anche lei, dottoressa in Lettere e Filosofia, capace di far rivivere la figura di Wildt attraverso accurati studi del rapporto tra la storia dell’arte e la filosofia estetica. Proprio sulle solidi basi di questi approfondimenti, emerge un Adolfo Wildt coltissimo ed estremo nel virtuosismo, alieno dalle avanguardie e riluttante nell’aderire al conformismo di quel periodo del novecento, che attraversò con le proprie opere. Artisticamente lo possiamo definire un solitario, “vittima” (ovvero penalizzato) dell’essere stato anche uno scultore funerario, una personalità schiva e di poche parole. Dopo la caduta del regime fascista, le sue opere e la sua memoria rimasero nel buio, anche per le sue vicinanze verso la dittatura di Benito Mussolini, del quale scolpì anche una testa e, dei gerarchi, alcuni busti.
# Allievo di Grandi
Pio XI (Adolfo Wildt)
Tornando indietro, a quando il tredicenne Adolfo entrò nella bottega di uno scultore, c’è da sottolineare che il suo maestro fu Giuseppe Grandi, artista della tarda Scapigliatura, nel cui laboratorio si respirava aria di quel passaggio tra il realismo e lo sperimentalismo scapigliato, dove le superfici delle sculture in marmo passano dall’essere precise e levigare a ruvide e irregolari.
Lavorando per Grandi, Wildt è sedotto dal marmo, vuole studiare arte, malgrado i soldi siano pochi. Frequenta la Scuola Superiore d’Arte Applicata, che trasforma in tecnica consapevole il suo istinto e il suo ingegno. Alla fine degli anni novanta dell’ ‘800, Wildt espone anche all’estero, incontrando il parere favorevole degli appartenenti alla Successione di Monaco, ovvero la manifestazione di dissenso di pittori e scultori, i quali si opponevano alle rigide dottrine delle accademie e delle organizzazioni ufficiali.
Margherita Sarfatti (Adolfo Wildt)
Tra le principali opere di Adolfo Wildt, troviamo “Vir Temporis Acti (Uomo antico)”, un autoritratto denominato “Maschera del dolore”, il “Ritratto di Margherita Sarfatti”, una delle più importanti critiche d’arte di tutti i tempi, poi il busto di Pio XI, quello di Vittorio Emanuele, di San Francesco, l’opera “Maria dà alla luce pargoli cristiani”, “Carattere fiero – anima gentile” e la trilogia“Il Santo, il Giovane, il Vecchio”.
Morì a 63 anni per una polmonite: in quel periodo si era trasferito ad abitare in via Pasquale Sottocorno, strada che alcuni anni fa fu reinventata dall’architetto Francesca Vecchioni, figlia del popolare Roberto, per renderla a misura di dehors all’aperto.
Credits jari_giostre_mestieri IG - Giostra Luna Park Desenzano
Mancano pochi giorni all’inaugurazione del parco divertimenti più grande di Lombardia.
Il LUNA PARK ESTIVO più GRANDE della LOMBARDIA
# Nel corso degli anni si è ampliato arrivando a coprire un’area di 20mila mq
Credits jari_giostre_mestieri IG – Giostra Luna Park Desenzano
Mancano pochi giorni all’inaugurazione di quello che con gli anni è diventato il luna park estivo più grande della Lombardia: il Summer Park Desenzano, a Desenzano del Garda in provincia di Brescia. Apre il 7 luglio e rimarrà in funzione fino al 27 agosto tutte le sere dalle ore 20 alle 24.
Credits jari_giostre_mestieri IG – Ruota panoramica Luna Park Desenzano
Presente dal 1974 è uno degli appuntamenti più attesi nel Basso Garda da turisti e residenti e con il tempo si è costantemente ampliato da diventare un parco di divertimenti di circa 20mila mq.
# Tra le nuove attrazioni il Canguro Loco
Credits jari_giostre_mestieri IG – Labirinto di ghiaccio Luna Park Desenzano
Nel parco si terranno eventi, alcuni legati a tematiche sociali, e contest programmati nell’arco di tutto il periodo di apertura. Il primo giorno ci sarà uno spettacolo di magia, il truccambimbi e i trampolieri per i più piccoli. Sono però le giostre il richiamo maggiore per bambini, ragazzi e famiglie. Le attrazioni più moderne insieme agli autoscontri e alla sala giochi saranno in funzione sin da subito in località Monte Mario 2.
Credits natillas TW – Canguro Loco
Tra queste, dopo che nel 2022 è arrivata “Black Mamba” sulla quale si può provare l’adrenalina di viaggiare a 90 km/h sollevati a 40 metri d’altezza, come novità per il 2023 c’è il “Canguro Loco”: una giostra di origine spagnola, che simula il salto di un canguro.
# Il debutto della mascotte “Benny”
Credits ilgiorno – Mascotte benny
Quest’anno i clienti saranno accolti dalla mascotte dell’Orso Benny, il suo nome sta per “bene” ed è ciò a cui agli organizzatori del Summer Park Desenzano puntano ogni anno: fare del bene attraverso il sociale, promuovendo il sano divertimento in uno spazio sicuro e inclusivo. L’orso ricorda i primi peluche dell’infanzia ed è stato pensato per essere un orso buono, avventuroso e amico dei bambini.
Nell’ultima classifica dei comuni italiani per reddito pro capite c’è stato un nuovo cambio al vertice: Lajatico in Toscana ha superato Basiglio e la sua Milano 3. Il comune a Sud di Milano rimane però sempre quello più ricco della Lombardia. Ma anche altri fanno bella figura: nella top 30 dei comuni più ricchi d’Italia uno su due si trova nei dintorni di Milano.
La GRANDE RICCHEZZA: i COMUNI con il reddito più alto a MILANO e DINTORNI
# Basiglio il più ricco, secondo in Italia
Credits paola.sabatini IG – Basiglio
Dall’analisi dei dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze riferiti alle dichiarazioni dei redditi Irpef del 2021, al netto delle eventuali detrazioni, il Comune di Lajatico in provincia di Pisa ha ripreso la testa della classifica dei comuni più ricchi d’Italia ai danni di Basiglio con oltre 50mila euro di redditi medi dichiarati. Il comune della prima cintura milanese si conferma però sempre il più ricco della Città Metropolitana di Milano e della Lombardia con circa 45mila euro pro capite. Quali sono gli altri comuni ricchi tra Milano e dintorni?
# Nella top ten della ricchezza: Varenna, Cusago e Segrate
Credits milanoeprovincia IG – Castello Visconteo di Cusago
Scorrendo la classifica troviamo altri comuni dell’hinterland e dell’area metropolitana di Milano. Partiamo dal quinto posto di Varenna in provincia di Lecco, con poco più di 38mila euro, al sesto posto troviamo il milanese Cusago con 37,7mila, al settimo c’è Galliate Lombardo in provincia di Varese con 36,7mila. A 50 minuti da Milano il comune pavese di Torre d’Isola in ottava posizione e infine, al nono posto, un altro paese della prima cintura: Segrate con 33,7mila euro.
# Milano e gli altri comuni nella top 30
Ph. @Bellamilanotours IG
Il Comune di Milano non entra per pochissimo nella top ten: si prende il dodicesimo posto con 33,7mila euro. Al sedicesimo c’è Arese con 33,3mila euro, poi San Donato Milanese al diciottesimo con 32,5mila euro e Vedano al Lambro al ventesimo con 32mila euro.
A chiudere la top 30 ci sono: Cernusco sul Naviglio alla posizione 23 con 31mila euro di reddito pro capite, Montevecchia in provincia di Lecco alla numero 25 con 30,6mila euro, poi Cernusco sul Naviglio alla 27esima con 30,2mila euro e infine Monza con 29,6mila euro.
Atteso nelle prossime settimane un primo servizio sperimentale sulla futura tratta dell’alta velocità dal Tirreno all’Adriatico. La data di partenza e quando sarà attivata ufficialmente la linea tra i due capoluoghi di regione.
Il primo TRENO ad ALTA VELOCITÀ tra TIRRENO e ADRIATICO è in partenza
# Parte il primo servizio sperimentale sulla tratta
Credits trenomania80 IG – Frecciarossa
I lavori per realizzare l‘alta velocità/capacità tra Napoli e Bari non sono ancora terminati ma dal 10 luglio parte il primo collegamento diretto come servizio sperimentale, una sorta di “assaggio” di quello definitivo. L’avvio della sperimentazione, come riportato da TgrPuglia, è previsto dal protocollo d’intesa siglato tra le due città lo scorso 4 maggio. Successivamente alla richiesta formale indirizzata al ministero dei Trasporti e al gruppo Rfi i due sindaci Antonio Decaro e Gaetano Manfredi sono stati convocati a Roma in una riunione operativa per definire le modalità di avvio del servizio. Le parole del Sindaco di Bari Decaro: “Speriamo nei prossimi giorni di conoscere i dettagli del servizio così da comunicarlo ai cittadini, perché questa è una vittoria soprattutto per loro. La crescita economica e sociale di Bari e della sua area metropolitana ha fatto sì che le nostre richieste fossero prese in considerazione e che oggi Bari possa rivendicare un diritto alla mobilità più efficiente, attraverso il collegamento diretto con Napoli”.
# Una linea di 145 km per investimento di 6,2 miliardi di euro
Credits mobilita.org – Napoli-Bari
Napoli e Bari saranno collegate tramite una linea ad Alta Velocità-Alta capacità ferroviaria, che sarà parte integrante del Corridoio ferroviario europeo TEN-T Scandinavia – Mediterraneo, grazie a un investimento complessivo di 6,2 miliardi di euro. Il progetto prevede la soppressione di tutti i passaggi a livello lungo l’attuale linea e la costruzione di una nuova stazione di Hirpinia sulla tratta Apice – Orsara. Nella tratta Hirpinia – Orsara verrà costruita una galleria lunga circa 27 chilometri sui 28 complessivi di nuova linea per attraversare gli Appennini. Sulla tratta Napoli – Foggia la capacità teorica passerà dagli attuale 4 treni/h in entrambi i sensi di marcia e 10 treni/h per senso di marcia. In totale il tracciato sarà di 145 km e i treni viaggeranno a una velocità massima compresa tra i 200 e 250 km/h.
# Dimezzato il tempo di percorrenza tra i due capoluoghi (e si riduce da Milano)
Credits sierraalpha_ita IG – Frecciarossa 1000
Al termine dei lavori si dimezzerà il tempo di percorrenza tra le due città rispetto allo stato attuale: dalle attuali 4 ore e sole 2 ore, da Roma a Bari si passerà invece da 5 a 3 ore. Si riduce anche la durata da Milano:per arrivare a Bari ci vorranno 5 ore, dalle 8 di oggi.
# Il punto sui cantieri e quando sarà conclusa tutta l’infrastruttura
Credits gruppofs – Cantiere Napoli Bari
I cantieri proseguono e nei primi giorni di maggio 2023 è stato attivato un nuovo tracciato di circa 3 chilometri rispetto alla linea esistente fra Caserta e Cancello, con la conseguente eliminazione di due passaggi a livello nel Comune di Maddaloni.
Il 2024 sarà un a un primo importante tassello, con l’attivazione del nodo Cancello – Frasso Telesino, che consentirà di collegare finalmente i due capoluoghi di regione collegati in modo diretto e non più sperimentale. Il viaggio durerà 2 ore 40 minuti. L’attivazione di tutto il tracciato è programmata per il 2027.
Simone Lunghi il personaggio dell’anno 2019 nei Milano città stato Awards, è diventato una celebrità e potete facilmente vederlo, se passeggiate sulla riva della Darsena o lungo i navigli, a pagaiare con la sua canoa o a recuperare biciclette e rifiuti di vario genere immerso con tutto il corpo nei corsi d’acqua progettati da Leonardo da Vinci.
Questo suo video rappresenta la prima tappa della “Circumnavigazione di Milano”, una traversata incredibile che vi lascerà a bocca aperta.
“Un volo virtuale che mostra i 50 km di naviglio grande dalla darsena fino alla diga del panperduto. E’ la riedizione della prima tappa della mia avventura con cui circumnavigai l’area metropoltitana di Milano: 200 km a pagaia (e altrettantio in bici) per fare tutto ad impatto zero!” (Simone Lunghi)
Prendetevi 2 minuti e godetevi il viaggio:
Video realizzato dal fotografo Paolo Dalprato tramite la tecnica del drone virtuale.