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Le TERME FIABESCHE di Milano: la trasformazione delle ex SCUDERIE DE MONTEL

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scuderie de montel
Terme de Montel

Fine settembre 2020: il Comune firma il contratto preliminare di vendita con la società incaricata di sviluppare il progetto. A inizio 2021 arriva il via libera della Sovrintendenza dato che il complesso in stile Liberty delle scuderie, costruito tra il 1915 e il 1917-18. è sotto vincolo monumentale. Cosa è previsto dal progetto e a che punto siamo con i lavori.

Le TERME FIABESCHE di Milano: la trasformazione delle ex SCUDERIE DE MONTEL

# La rinascita del gioiello Liberty in zona San Siro

@alesabi54 IG – Scuderie de Montel

Lo straordinario complesso in stile Liberty delle ex scuderie De Montel, costruito tra il 1915 e il 1917-18 all’angolo tra via Achille e via Fetonte, vicino allo Stadio Meazza, si appresta a trasformarsi nelle prime “vere” terme di Milano. Saranno infatti “vere” in quanto alimentate dall’“acqua marcia” che scorre sotto la città. Un’acqua caratterizzata da un elevato contenuto di solfuri che verrà emunta a 250 metri di profondità (e poi riscaldata) grazie a un pozzo già esistente profondo 350 metri.

# La storia delle scuderie di lusso volute dal banchiere De Montel

Ex scuderie De Montel

A volere il complesso di lussuose scuderie che oggi si intravede sotto gli edifici fatiscenti fu il banchiere Giuseppe De Montel. Tutta la zona di San Siro, prima della Seconda Guerra Mondiale, era disseminata di scuderie e allevamenti di cavalli pensati sul modello “ippico” di Chantilly in Francia e Newmarket in Inghilterra. In epoca fascista De Montel fu obbligato a venderle, inizialmente alle Pie Opere Missionarie, che la affittarono ad altre scuderie e allenatori.

In seguito passo in mano alla società Ilaria del Gruppo Ligresti, che la cedette nel 1983 al Comune di Milano far quadrare i conti con gli oneri di urbanizzazione per la lottizzazione del condominio del Cavallino costruito in via Fetonte per poi richiedere 4 anni dopo con l’obiettivo di trasformarla in una club house per gli inquilini dei palazzi da lui costruiti, senza per ottenere i permessi.

Tra i progetti mai realizzati per recuperare le ex Scuderie de Montel ricordiamo:

  •  il restauro delle scuderie per farne un centro culturale aperto alla cittadinanza da parte del Gruppo Verde San Siro;
  • un centro di ippoterapia da parte del WWF;
  • infine nel 2018 un disegno che prevedeva scuderie, pista di allenamento, museo dell’ippica e del cavallo, centro medico, ristorante e pet therapy risultato come progetto vincitore del Torneo del Paesaggio del Fai.

La conseguenza è stata il progressivo abbandono e degrado della struttura, utilizzata poi come rifugio per senzatetto e sbandati.

# Sarà il più grande complesso termale italiano in una grande città

scuderie de montel

La svolta è arrivata nel 2021, con la vittoria del nuovo bando da parte dello Studio Marzorati Architettura – S+J srl con il progetto “Teatro delle Terme”.

scuderie de montel
Teatro delle Terme

Ci saranno 800 mq di vasche interne ed esterne di acqua sulfurea che potranno ospitare fino a 600 persone contemporaneamente e un nuovo parco urbano di 8.000 mq con saune, piscine, aree relax. 2.400 metri quadrati di cortili interni che ne faranno il più grande complesso termale italiano in una grande città e le prime terme green d’Europa, a zero emissioni di CO2. 

# Il progetto prevede il rispetto del patrimonio storico-artistico ed effetti suggestivi

scuderie de montelLe architetture originarie degli edifici storici con dettagli artistici dell’epoca ancora visibili saranno preservate con piccoli adattamenti necessari per la destinazione di utilizzo. Nel progetto si prevede di usare il parco assieme all’edificio principale, a forma trapezoidale, per costruire un anfiteatro dove l’acqua scorrerà sulla cavea, grazie al dislivello dei gradoni, in modo da creare un effetto di grande suggestione.

# Lo stato sui cantieri e quando dovrebbe inaugurare

Credits Valter Repossi – Urbanfile – Ex Scuderie de Montel

Dopo la pulizia dell’area, i rilievi necessari e le bonifiche avvenuti nel 2021, la demolizione di porzioni pericolanti dell’edificio e la rimozione delle macerie, nell’estate del 2022 sono partiti i lavori veri e propri con la realizzazione delle fondamenta e del piano interrato che stanno proseguendo ancora oggi come si può vedere dalle ultime immagini pubblicate su Urbanfile

Procedono altresì i lavori di restauro e riqualificazione delle strutture di pregio che si sono riuscite a salvare e che saranno la memoria storica delle scuderie che ospitavano i cavalli della borghesia meneghina. In base al cronoprogramma la completa costruzione di tutte le strutture e la realizzazione del parco era prevista entro la fine del 2023, con apertura al pubblico del centro termale attorno all’inizio del 2024. Vista la situazione attuale dei cantieri e probabile si dovranno attendere svariati mesi in più.

 

Continua la lettura: I NAVIGLI RIAPERTI nella MILANO del FUTURO: tutte le risposte sul progetto più desiderato dai milanesi

FABIO MARCOMIN

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La SPIAGGIA ARANCIONE, la più amata dai DINOSAURI

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Credits: @outdoorexplorer_wa Broome

Stendersi al sole su una spiaggia arancione? Non solo: è vicina ad altre spiagge dai colori straordinari. Una spiaggia che nasconde un pezzo di storia davvero unico al mondo. 

La SPIAGGIA ARANCIONE, la più amata dai DINOSAURI

# Una città, tre spiagge: bianca, verde e rossa

Credits: @visitbroome
Broome

Per trovare questa meraviglia bisogna fare molta molta strada. Ci troviamo nella regione del Kimberley nell’Australia occidentale dove c’è una spiaggia che regala un’atmosfera pressoché unica al mondo. Con la sua terra rosso fuoco che entra in contrasto con l’acqua cristallina dell’oceano, Broome è una città a nord est di Perth e si affaccia sulla baia di Roebuck Bay. La città conta poco meno di 15mila abitanti e negli anni sta diventando sempre più importante a livello turistico proprio per le sue spiagge. La più famosa è la Cable Beach, così chiamata perché qui venne posato nel 1889 il cavo telegrafico sottomarino che collegava l’Australia a Singapore e quindi all’Inghilterra. Ma in realtà Broome è circondata da tre spiagge una più diversa dall’altra: oltre ai 22 km di spiaggia circondati da dune di sabbia bianca di Cable Beach, c’è Town Beach, una spiaggia verde smeraldo, e la spiaggia rossa di Gantheaume Point.

# La spiaggia dei dinosauri

Credits: @susankruppa
Broome

Broome, fondata nel 1880, è anche conosciuta come Rubibi, questo perché era chiamata così dalla popolazione Yawuru, i primi aborigeni che occuparono l’area. E proprio a circa 10 minuti dalla città c’è Gantheaume Point, che con la sua sabbia bianca e le rocce arancio intenso, si affaccia sull’oceano indiano. Oltre al colore davvero caratteristico, la spiaggia nasconde un segreto. Qui ci sono vere e proprie impronte di dinosauro risalenti a 130 milioni di anni fa, visibili sono nei periodi di bassa marea, ed è uno dei pochi siti al mondo dove si possono vedere! Le impronte più piccole sono perfettamente distinguibili e in generale le orme si trovano fronte mare.

I panorami nella bella Gantheaume Point sono magnifici ad ogni ora del giorno, ma di tramonti come quelli che si possono ammirare a Broome ce ne sono pochi. Forse nessuno. 

Continua la lettura: La SPIAGGIA a cui si arriva in SEGGIOVIA

BEATRICE BARAZZETTI

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“Tre piazze nel parco”: il QUARTIERE LOW COST e GREEN nel futuro di Milano

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Credits: ilsole24ore.com Progetto Tre piazze nel parco

Si avvicina la realizzazione di un nuovo quartiere ad est della città. Ecco come sarà.

“Tre piazze nel parco”: il QUARTIERE LOW COST e GREEN nel futuro di Milano

# Venduto il primo lotto dell’ex-scalo Lambrate

Credits: poliedra.polimi.it
Progetto “tre piazze nel parco”

Il primo lotto dell’ex scalo ferroviario milanese di Lambrate è stato venduto martedì 19 giugno alla Cooperativa Sant’Ilario, cooperativa edilizia con 25 anni di storia e legata a Domoservice Lombardia, una realtà nata circa 30 anni fa e che grazie a manager, tecnici ed esperti al servizio delle cooperative di abitazione e dei soci ha realizzato oltre 1200 alloggi. L’acquisto di questo lotto, comprato per 7 milioni di dollari, potrebbe essere l’inizio della rinascita di un’altra area di Milano.

Un’idea di quello che sarà realizzato nell’ex proprietà di Fs Sistemi Urbani è già stata buttata giù: l’ex scalo potrebbe svilupparsi per 70mila metri quadri e sarà diviso in due lotti funzionali, il social housing sarà alla base di questo nuovo quartiere ma saranno realizzati anche spazi commerciali. Il progetto, che si chiama “Tre piazze nel parco”, è stato presentato dal team Lambrate streaming, guidato dalla Cooperativa Sant’Ilario e coordinato da Caputo partnership international con lo Studio Giorgetta e Consorzio Poliedra – Politecnico di Milano.

# Il progetto: alloggi di social housing in mezzo al verde urbano

Credits: comune.milano.it
Progetto scalo Lambrate

Il progetto rientra nel piano “Reinventing cities. Scalo Lambrate, un quartiere accessibile tra verde, piazze e poesia” del 2021 del Comune di Milano. L’obiettivo era quello di riuscire a creare una nuova centralità urbana e di quartiere fondata sul binomio piazza-parco, con un sistema di servizi, spazi pubblici e alloggi a prezzi accessibili. Il progetto vincitore è stato appunto “Tre piazze nel parco”. Con la vendita del primo lotto dell’ex-scalo di Lambrate, quindi, si avvicina sempre di più la nascita del nuovo quartiere milanese.

Nello specifico il progetto prevede alloggi in social housing, in vendita a prezzi calmierati (per studenti e non), spazi commerciali e servizi convenzionati, ma soprattutto circa 41.500 mq di verde pubblico. Questo enorme parco sarà infatti il punto forte del nuovo quartiere: saranno piantati 900 alberi e installate attrezzate per lo sport. Il verde occuperà circa il 64,8% dell’intera area di progetto e occuperà sia il bordo occidentale verso la ferrovia sia quello orientale, creando una relazione con il quartiere già urbanizzato e con il Giardino condiviso di San Faustino.

# Una piazza centrale e le altre intorno

Credits: ilsole24ore.com
Progetto Tre piazze nel parco

Il progetto prevede anche due percorsi ciclabili, uno verso ovest e uno all’interno del nuovo quartiere, nonché marciapiedi per collegare l’ex-scalo Lambrate a nodi importanti della zona, come quello di Città Studi. Nell’area è prevista anche la realizzazione di aree destinate alla mobilità sostenibile, come servizi di bike sharing, stazioni di ricarica per mezzi elettrici e un hub-mobility con servizi dedicati.

Ma alla base del progetto ci sarà un sistema di 3 piazze collegate tra loro: “la “piazza centrale” è affiancata a nord e sud da due “piazze giardino” planimetricamente identiche alla prima e da ulteriori due “piazze porta” a forma triangolare. Lungo tutto il sistema di spazi pubblici nasceranno piante da frutta, orti didattici e di comunità, aree ricreative attrezzate, campi giochi e sportivi per bambini e adulti e aree cani” come riporta Milano Today.

Continua la lettura: I 7 QUARTIERI a cui i MILANESI sono più AFFEZIONATI

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

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L’ISOLA LIGURE della SARDEGNA

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Ph. @_patrizia_sanna_ IG

 “L’isola nell’isola” dove si parla genovese antico. E si assaporano atmosfere liguri ma in riva al mare della Sardegna. Non solo: è una delle dieci mete più amate in Italia dai turisti che usano Airbnb. Foto Cover: @_patrizia_sanna_ IG

L’ISOLA LIGURE della SARDEGNA

Ph. @f_budke IG

# Il meglio delle tradizioni liguri e sarde

Profondo Sud della Sardegna. Nell’estremo occidentale della costa che partendo da Cagliari arriva in quello che sembra il confine del mondo. O almeno del territorio italiano. All’orizzonte di Portovesme appare “l’isola nell’isola”, così viene soprannominata l’Isola di San Pietro. Un’isola non solo fisica ma anche culturale: sì, perché sembra di essere catapultati su un’altra terra e in un altro tempo: nella Liguria di alcuni secoli fa. 

Dove gli abitanti non parlano il dialetto sardo, ma il “tabarkino”: un ligure molto antico. Non solo: si cucina il pesto di basilico e si mangia la focaccia, anche con lo stracchino, e la farinata. A questo si aggiungono delle tipicità locali: come la pesca di corsa del tonno o la Sagra del Cous cous, che viene chiamato “cascà”.

Per tradizione la stagione estiva si apre a fine maggio con l’avvio della mattanza, l’unica tonnara al mondo ad essere rimasta “scelta”: le reti vengono buttate solo vicino alla costa e si pescano solo i tonni di corsa “pronti”. Alla fine si festeggia con il Girotonno, una manifestazione culinaria radicatissima.

# Carloforte: un piccolo gioiello del Mediterraneo, tra i borghi più belli d’Italia

In un’ora di auto si arriva da Cagliari al porto di Portovesme, dove si sale su un traghetto in mezzo a turbini di vento che in questa zona pare soffiare senza sosta, in ogni stagione. 

In mezzora si approda a Carloforte dove si viene accolti da casette color pastello, una piazza immensa e la statua di Re Carlo che dà il benvenuto in questo piccolo gioiello del Mediterraneo.

“U’ paize”, “il paese”, viene così chiamato il borgo di circa 6.000 abitanti, anche se in estate triplicano, che fa parte de “I borghi più belli d’Italia”. Il luogo di ritrovo è la “ciassa” (la piazza) e immancabile è la passeggiata tra i “caruggi” a comprare la focaccina e il pane arabo, ma anche il pesce che arriva direttamente dalla barca del pescatore e le “faccusse”, i cetrioli tipici del luogo.

# Le influenze liguri 

Ph. @eborghicom IG

Ma perché questa atmosfera ligure ovunque? Era il 1738 e i liguri di Pegli, a Ovest di Genova, colonizzarono l’Isola di San Pietro: dopo essere stati a Tabarka, un’isola della Tunisia, chiesero a Re Carlo Emanuele III di Savoia un luogo dove poter vivere secondo le loro tradizioni, pescare il corallo e commerciare

Da allora sull’isola di San Pietro, di cui Carloforte è l’unico comune, si parla il “tabarchino”, antico dialetto ligure portato qui da coloni genovesi provenienti da Tabarka, dove due secoli prima erano trasmigrati proprio per pescare e commerciare il corallo.

La diminuzione del corallo e i rapporti sempre più complicati con i governanti tunisini avevano spinto i futuri carolini (o carlofortini, o tabarchini) sull’isola di San Pietro: battezzarono “Carlo Forte” la nuova cittadina in onore di Carlo Emanuele III che aveva loro concesso come feudo l’isola (intitolata a san Pietro in virtù di una tradizione secondo cui l’apostolo vi sarebbe transitato durante il suo viaggio verso Roma).

Quando si è in visita in questi luoghi meravigliosi la grande onta è sentirsi dire: ”Nu tè imparàu mancu u tabarchin”, “non hai imparato il tabarchino”. Un modo usato scherzosamente per dire che non ci si è integrati. 

Ecco come lo storico dell’arte Cesare Brandi parla di Carloforte:

“In qualsiasi altro luogo, i genovesi, anche se erano rimasti tali in Tunisia (ma là è più comprensibile), una volta stabiliti in Sardegna, a pochi chilometri dalla costa, si sarebbero sardizzati. Invece parlano ancora genovese, con una cadenza cosi spiccata (e strascicata), come men che essere a poca distanza dal capo Teulada, si fosse a Pegli o a Camogli.

# Le altre attrazioni dell’isola

Ph. @sardegna_mia_ IG

L’isola di San Pietro è di origine vulcanica e ha 33 chilometri di costa, prevalentemente rocciosa. Lungo le coste occidentale e settentrionale si trovano grotte, insenature, falesia e piscine naturali con delle piccole spiagge. La costa occidentale presenta strapiombi a picco sul mare, mentre quella orientale, sulla quale si trova anche Carloforte, è pianeggiante e sabbiosa. 

A poca distanza c’è una piccola isola, l’Isola Piana. Dove si trovano i fabbricati dell’antica tonnara più importante della Sardegna trasformati in un villaggio residenziale e turistico. Popolato in grande parte da genovesi. Dei giorni nostri. 

Fonte: Gruppo Facebook Genova la superba 

 

Continua la lettura con: Le località del giorno (per una gita in giornata da Milano)

ANDREA ZOPPOLATO

copyright milanocittastato.it

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La BIKE NIGHT: la notte più amata dai CICLISTI di MILANO

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Credits: witoor.com (foto di Andrea-Bighi) Bike Night Milano

Dopo il successo a Ferrara lo scorso 10 giugno, sabato 24 giugno arriva a Milano la notte più attesa dagli amanti della bicicletta. Da mezzanotte all’alba, chiunque voglia provare quest’esperienza può infatti unirsi all’evento di Bike Night per pedalare dalla città alla natura. Ecco di cosa si tratta.

La BIKE NIGHT: la notte più amata dai CICLISTI di MILANO

# 90 km in una notte: destinazione Lago Maggiore

Credits: @witoor
Locandina evento

Una notte in bicicletta. Ecco cos’è l’evento Bike Night organizzato da Witoor, un’organizzazione che dal 2014 interpreta la bici non come un semplice mezzo agonistico o di trasporto, ma “quasi come se fosse la chiave per aprire il proprio mondo di energia e scoperte”. All’evento può partecipare chiunque, giovani e meno giovani, allenati o persone alle prime armi con tratti a lunga percorrenza in bicicletta, uomini o donne, famiglie con bambini, l’iscrizione è veramente aperta a tutti. Ovviamente bisogna essere abbastanza in forma da poter pedalare circa 90km in una notte. Così il 24 giugno mille cicliste e ciclisti attraverseranno il cuore di Milano partendo dai Giardini Montanelli fino ad arrivare ad Arona sul Lago Maggiore. Durante la notte sono previsti 3 ristori e il premio per tutti è una buona colazione all’arrivo vista lago.

I partecipanti inizieranno a riunirsi intorno alle 21, ma il via è previsto per mezzanotte. Non appena partito, il corteo di biciclette si dirigerà verso il centro città, passerà per piazza Duomo e proseguirà verso la Darsena e i Navigli, così da uscire da Milano costeggiando il Naviglio Grande per poi arrivare al Ticino fino a Sesto Calende. La meta finale è appunto Arona, precisamente piazza del Popolo.

# La festa dei ciclisti: come partecipare

Credits: witoor.com
arrivo Bike Night Milano

La Bike Night è stata concepita come una vera e propria festa per ciclisti. Un’idea innovativa che permette di vivere la bici in modo più personale e autentico, liberi da vincoli di orario, durata e spazi. La prima edizione di Bike Night è stata fatta nel 2014, viene organizzata in diverse città italiane e ad oggi l’evento ha raccolto circa 25mila persone. Il numero di ciclisti che possono vivere quest’esperienza è limitato: 1500 persone ad evento. Per la serata della Bike Night milanese le iscrizioni online sono già state chiuse ma chi vuole partecipare può registrarsi direttamente sul posto. La quota di iscrizione è di 37 euro, costo che include il gadget dell’evento e i 4 ristori, uno ad Abbiategrasso, uno a Turbigo, uno a Somma Lombardo e l’ultimo è la colazione in centro ad Arona.

Continua la lettura: Arriva l’ESTATE a MILANO: gli appuntamenti della settimana dal 19 al 23 giugno #ToDoMilano

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

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Il MISTERO della PREFERENZIALE SCOMPARSA della 90-91

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Maps - Viale Migliara

Dopo la delibera di aumento di spesa di fine 2022 da parte del Comune di Milano si attendeva il bando per assegnare l’appalto e aprire finalmente i cantieri. Altro tempo però è passato e di lavori nemmeno l’ombra. Facciamo il punto sulla situazione e cosa manca per completare la preferenziale della linea circolare.

Il MISTERO della PREFERENZIALE SCOMPARSA della 90-91

# Un tratto di circa 650 metri 

Credits milanotoday – Percorso preferenziale stuparich lotto zavattari

Il tratto di circa 650 metri che comprende Viale Migliara e Viale Enrico Elia, nel tragitto interrotto da Zavattari a Piazzale Stuparich, versa da numerosi anni in uno stato di degrado e incuria indicibile. Buche, piene di acqua quando piove, ghiaia, sassi, erbacce e una distesa di auto e sporcizia ovunque è quello che si presenta a chi passa dalla zona del nuovo palazzetto sportivo Allianz Cloud. 

Maps – Viale Migliara aprile 2023

Avrebbe dovuto essere realizzato entro Expo2015 ma in seguito a un blocco dei controlli antimafia i lavori si sono fermati e mai più ripartiti. Nel progetto, che coinvolge tre rotonde di cui quella da realizzare in Piazza Stuparich, sono previsti anche 2.300 metri quadrati di verde permeabile, 200 alberi e piste ciclabili.

# Dal PNRR in arrivo 22 milioni di euro per finanziare l’opera

Credits cityrailways – Risorse Pnrr Milano

Un progetto atteso da oltre dieci anni e per il quale in realtà erano già stati inseriti i finanziamenti necessari nel piano delle opere triennali del Comune di Milano 2019-2021anche se mai impiegati. Stessa cosa era stata fatta per completare l’anello mancante della linea circolare, il tratto lungo viale Umbria all’altezza del Mercato Comunale in disuso.

Un altro spiraglio era arrivato nella seduta del 3 novembre 2021 della Conferenza Unificata con l’approvazione della bozza di decreto proposta dal MIMS con lo schema di riparto delle risorse che il PNRR assegnava al Trasporto rapido di massa. Tra i 156 milioni di euro destinati a Milano, 9 milioni di euro erano stati previsti per realizzare la sede riservata del filobus 90-91 tra piazzale Zavattari e piazza Stuparich. Nel frattempo i costi sono lievitati e quindi il Comune di Milano ha dovuto approvare una nuova delibera, alla fine del 2022, per un importo di spesa pari a 21 milioni e 780 mila euro in arrivo sempre dal PNRR , attraverso un bando del ministero delle Infrastrutture chiamato “qualità dell’abitare”. 

Sembra quindi arrivata l’opportunità di sanare questa ferita, a patto però che dopo l’assegnazione del bando i cantieri vengano aperti quanto prima per concludersi entro il 30 giugno 2026, evitando quindi di perdere le risorse ottenute. 

Leggi anche: Milano non fa schifo ma… la CORSIA PREFERENZIALE INCOMPIUTA sì

# La preferenziale lungo viale Umbria

Viale Umbria

Per avere tutta la linea 90/91 in preferenziale mancherebbe, come detto prima, la sezione di circa 1,5 km di Viale Umbria, dove corre anche la linea 92. La situazione è sicuramente migliore che nel tratto a ovest, sono presenti anche qua auto parcheggiate abusivamente ma il doppio filare di alberi rende il tutto più accettabile. Questo non significa lasciare per forza correre altro tempo invano.

Il suo completamento è ostacolato da alcuni problemi storici: la definizione di un luogo per lo spostamento del Mercato Comunale in disuso e abbandonato da anni e la sostituzione dell’armamento del tram previsto in questa zona. Anche in questo caso l’annuncio di abbattimento del Mercato Comunale è stato fatto diverse volte ma lo stato delle cose non è mutato. 

Hai cose da segnalare che a Milano non vanno o che potrebbero andare meglio? Scrivici su info@milanocittastato.it

Continua la lettura: TERMINAL BUS e CAPOLINEA della METRO: da deserti di frontiera ad HUB di SERVIZI

FABIO MARCOMIN

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copyright milanocittastato.it

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Questo sarà il TRENO del FUTURO? Qui è già realtà

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Credits adrianwidjy IG - Sedili vista finestrino

Sedili, soffitto, biscotti: questo treno ci trasporta nel futuro. 

Questo sarà il TRENO del FUTURO? Qui è già realtà

# A bordo del Sightseeing Limited Express  “Aoniyoshi”  

Credits kintetsu – Tratta treno aoniyoshi

Per quanto riguarda i treni il Giappone è di sicuro uno dei Paesi a cui guardare, sia per la tecnologia che per il design. In questo caso non parliamo di un convoglio ultra veloce ma uno di gran lusso che potrebbe offrire spunti anche per i nostri treni: i Sightseeing Limited Express il cui servizio è gestito da ferroviaria privata secondaria gestita dalle Ferrovie Kintetsu.

Treno Kinetsu

In particolare il treno “Aoniyoshi” che collega la stazione di Osaka-Namba a Kinetsu-Nara. Un viaggio attraverso i 1.300 anni di storia e cultura delle città di Osaka, Nara e Kyoto.

# Sedili posti di fronte ai finestrini

Credits kintetsu.railway IG – Treno Giappone

Tutti i sedili sono stati realizzati su misura, sono in velluto verde e hanno molto spazio sia nella seduta che davanti alle gambe per un maggior comfort. Ognuno è dotato di funzione reclinabile e presa elettrica.

Credits adrianwidjy IG – Sedili vista finestrino

Alcuni di questi sono orientati in obliquo, con una lanterna di colore azzurro al centro del tavolino, per consentire di osservare comodamente il panorama offerto dai paesaggi fuori dal finestrino lungo il tragitto.

# Il lusso e il design anche sul soffitto e nei bagni

 

 
 
 
 
 
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Il lusso si ritrova anche nel pavimento del corridoio in velluto rosso, nel soffitto decorato con dei motivi floreali e persino nel bagno dove anche il lavandino ha un disegno particolare. Per chi vuole più privacy ci sono salette con poltrone in pelle rossa o intere cabine.

# Biscotti a forma di treno

Credits kintetsu – Poltrone in pelle saletta

Nella carrozza bar sono disponibili dolci realizzati con prodotti della Prefettura di Nara, ci sono persino dei biscotti che richiamano la forma del treno. 

Spunto: adrianwidjy IG

Continua la lettura: OGNI GIORNO un TRENO per Capo Nord: ripristiniamo il LAPPONIA EXPRESS?

FABIO MARCOMIN

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ESTATE 2023: il FRECCIAROSSA NOTTURNO Milano-Reggio Calabria

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Credits rotatourist IG - Frecciarossa notte

Con la “Trenitalia Summer experience 2023” si può viaggiare di notte a bordo dei treni dell’alta velocità che collegano Milano a Reggio Calabria. Vediamo gli orari previsti e i giorni in cui è attivo il servizio.

ESTATE 2023: il FRECCIAROSSA NOTTURNO Milano-Reggio Calabria

# Con l’orario estivo 2023 riattivata la tratta notturna ad alta velocità Milano-Reggio Calabria

Frecciarossa notturni

Con l’entrata in vigore dell’orario estivo 2023 di Trenitalia torna anche quest’anno, come succede dal 2021, la possibilità di viaggiare di notte a bordo dei treni Frecciarossa da Milano a Reggio Calabria nelle giornate a più alta mobilità. La “Trenitalia Summer experience 2023” prevede inoltre 2 collegamenti diurni in più sempre con l’alta velocità, tra cui uno della durata inferiore alle 9 ore, per un totale di 8 collegamenti.

# Una coppia di viaggi giornalieri da giovedì alla domenica

blog.trainline.it – Carrozza Frecciarossa

Sono previsti due collegamenti, uno di andata e uno di ritorno, dalla stazione di Milano Centrale a Reggio di Calabria Centrale. I treni dell’alta velocità, con il massimo del comfort e dei servizi, viaggeranno lungo tutto lo stivale nelle giornate di giovedì, venerdì, sabato e domenica. Partenza da Milano alle 21.20 e arrivo a Reggio Calabria alle 8.07 e in direzione opposta con partenza da Reggio Calabria alle 21.45 di giovedì-venerdì e alle 22.19 di sabato-domenica, e arrivo a Milano in ogni caso alle 8.50 della mattina seguente.

# In meno di 11 ore si attraversa tutta l’Italia 

Milano-Reggio Calabria

Sono previste diverse fermate intermedie: partenza Milano Centrale e poi Milano Rogoredo, Reggio Emilia AV, Bologna, Firenze e in Calabria a Paola, Lamezia Terme, Rosarno e Villa San Giovanni. La durata del viaggio è compresa tra le 10 e ore mezza le 11 ore.

Continua la lettura con: Al MARE da Milano in TRENO anche di NOTTE: le novità per l’ESTATE con la Trenitalia Summer experience 2023

FABIO MARCOMIN

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La LAMBRETTA: gli straordinari RECORD dello scooter MADE in LAMBRATE

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Uno dei simboli del boom economico, la grande rivale della Vespa, è nata sulle rive del Lambro. E vanta dei record sensazionali. 

La LAMBRETTA: gli straordinari RECORD dello scooter MADE in LAMBRATE

# La rivale della Vespa

La Lambretta, uno dei simboli del boom economico, deve il suo nome al fiume Lambro. Era prodotta dalla Innocenti che sorgeva a Lambrate, poco distante dal fiume: nel 1933 a Lambrate si aprì infatti la più grande fabbrica di tubazioni d’acciaio senza giunti che nel dopoguerra si convertì alla produzione del famoso scooter che fu battezzato Lambretta dall’artista Daniele Oppi e lanciato sul mercato nel 1947.

Come la Vespa, la Lambretta aveva un motore a 2 tempi funzionante a miscela olio-benzina, 3 o 4 marce, con una cilindrata che variava dai 39 ai 198 cm³. Diversamente dalla Vespa, che è stata costruita con un telaio costituito da un solo pezzo, la Lambretta aveva una struttura tubolare più rigida su cui veniva assemblata la carrozzeria.

Ph. Coba1406

# I primati mondiali della Lambretta

Nel 1949 la Lambretta conseguì 13 record sulla strada di collegamento tra Roma e Ostia, 9 nella classe 125 cc a quattro velocità e quattro nella classe di fino a 175 cc. Portata in pista dal 27 settembre al 5 ottobre 1950, la nuova Lambretta aerodinamica conquistò 22 record mondiali.
Il primato assoluto di velocità di una Lambretta è di 201 km/h sull’autostrada tra Monaco e Ingolstadt..
Il modello TV fu il primo scooter al mondo a montare i freni a disco anteriori.

# L’ultima Lambretta è “indiana”

In quasi 25 anni di produzione, la Lambretta fu costruita su licenza anche in Argentina, Brasile, Cile, India e Spagna. Sulla base della meccanica dello scooter, la Innocenti produsse anche una serie di motocarri che ebbero il nome di Lambro.
In India la continuarono a produrre fino al 1994.
Alla Lambretta è stato dedicato il “Museo dello Scooter e della Lambretta“, nel comune di Rodano, in provincia di Milano.

Continua la lettura con: La prima automobile della storia fu progettata a Milano

MILANO CITTA’ STATO

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Il PRIMO PENSIERO che ti viene quando RIVEDI MILANO

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Ph. @gabrielerappuoli IG

Con l’estate viene voglia di scappare. Ma come i Righeira con l’estate sta finendo, proviamo a pensare in anticipo a quando ritorneremo a Milano? Abbiamo chiesto ai milanesi: “Qual è il primo pensiero che ti viene quando rivedi Milano?”. Abbiamo ricevuto oltre 1.000 risposte. Queste le cinque reazioni più frequenti. Foto Cover: @gabrielerappuoli IG

Il PRIMO PENSIERO che ti viene quando RIVEDI MILANO

# Quelli che… ripartiamo

Ph. KHphotography
  • “Milano è la mia casa, la mia vita!!! Ma lasciare il mare è stato tristissimo!!!!!” (Laura Brusa)
  • “Bella né…. Ma stavo meglio al mare” (Simona Piccolo)
  • “Non ho avuto mal di testa per 15 giorni. Tornata a Milano, mi è tornato subito! Penso che se potessi scapperei immediatamente” (Emma D’Amore)
  • “Mi manca la Sardegna” (Marianna Pincioni)
  • “A che ora è il treno per Roma?” (Giulia Salari)
  • “Alla barriera di Melegnano capisco che è veramente finita” (Marco Stefanelli)

# Quelli che… la Milano di un tempo

Credits anniottantaforever IG – Nevicata ’85 Milano
  • “Sinceramente Milano mi piaceva di più 40 anni fa, adesso ci vado solo per lavoro perché non ho altra scelta” (Claudio Peri)
  • “Che m… non è più la mia Milano” (Ilaria Trombi)
  • “Com’è conciata! Quando si è riempita di gentaglia a questo livello?” (Alice Margaria)
     
  • “La preferivo negli anni 70” (Marco Dell’Orco)
  • “Di riportarla indietro di 50 anni. Anche di 60” (Antonino Panicola)
  • “Quanto vorrei che tornassero i bei tempi della mia giovinezza” (Giorgio Ghioni)

# Quelli che… bello anche se…

Elaborazione: Iulia Radu
Elaborazione: Iulia Radu
  • “Casa…..se ci fosse il mare sarebbe il top” (Enrica Premoli)
  • “Se è notte : “che buio!”
    Se è giorno: “troppo cemento”” (Fiorenza De Vincenzi)
  • “Spero che facciano la metro h24” (Luca Saronni)

# Quelli che… ansia

Credits: @bosellipsicologapsicoterapeuta
ansia
  • “Chissà se mi son morte le piante” (Alex Frignani)
  • “Sono rientrata oggi e scendendo dal treno ho pensato a tutto ciò simultaneamente: oddio l’abbonamento ATM, oddio come sono in disordine, oddio devo passare in esselunga, mamma mia già sabato c’è il derby” (Rosaria Padula)
  • “Esselunga…devo riempire il frigo!!” (Fabio Romani)
  • tangenziale sempre piena!!!” (Enrico Monzini)
  • “…chissà se trovo da parcheggiare” (Sonia Furlan)

# Quelli che… ❤

  • “Milano…..e ho detto tutto” (Daniela Carcano)
  • “Qui la vita accade, tutto è vivo e in movimento. Circolano mezzi, persone e idee” (Antonella Perilli)
  • “Milano.. Intoccabile….. Non ci si annoia di certo 24 ore su 24 è sempre attiva… Non toccatemi Milano” (Gina Coppoletti)
  • “Almeno qui posso essere indipendente e andare in giro senza dover ricorrere obbligatoriamente ad usare la macchina” (Susanna De Chiesa)
  • “Non sono nata a Milano ma quando arrivò a MeLegnano e vedo casello .. sono felice x tutto quello che potenzialmente posso fare! Solo i due mesi estivi..la rinnego” (Stella Nana)
  • “Milano mi commuove, non so spiegare il perché” (Rosanna Meucci)
  • “Casa, lavoro, eventi, possibilità, sogni” (Letizia Marzulli)
  • “Una botta di vita, città aperta” (Maria Rosaria Olivares)
  • “Finalmente a casa” (Luisa Tavecchia)
  • “Quanto ti amo Milano!” (Barbara Pastore)
  • “Canto Oh mi bela Madunina” (Marc’Antonio Marino)

Continua la lettura con: Le 5 fasi che vive chi si trasferisce a Milano

MILANO CITTA’ STATO

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Gli “Champs-Élysées” di Milano: le ultime novità sul RESTYLING di CORSO SEMPIONE

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Credits: blog.urbanfile.org

Dopo numerosi intoppi, dovuti principalmente alle aziende assegnatarie dell’appalto risultate inadempienti, Corso Sempione si è avviato alla sua riqualificazione che lo riporterà alle origini, quando doveva virtualmente collegarsi in un lungo viale alla capitale francese. Ecco come diventerà.

Gli “Champs-Élysées” di Milano: le ultime novità sul RESTYLING di CORSO SEMPIONE

# L’attesa infinita per l’inizio dei lavori di un progetto approvato nel 2015

Credits ingenioweb – Riqualificazione Corso Sempione

Una vera e propria odissea quella della riqualificazione di Corso Sempione. L’iter per l’approvazione del piano risale addirittura al 2015, quando fu approvato il progetto per un importo stimato di 4 milioni di euro finanziati dai fondi europei PON metro. Dopo la formalizzazione dell’incarico a MM a fine 2017 e l’approvazione del progetto definitivo nel 2019, il primo intoppo è arrivato nel 2020. In quell’anno, a seguito della approvazione del progetto esecutivo e del bando di gara, i lavori erano stati affidati ad un’azienda risultata poi inadempiente.

Credits comune di Milano – Sezione tipo Corso Sempione

Nel 2021 anche la seconda azienda in graduatoria non è risultata idonea e il Comune di Milano ha dovuto procedere con l’indizione di una nuova gara, conclusa all’inizio dell’anno. I cantieri, salvo ulteriori ritardi, dovrebbero terminare entro l’estate del 2023.

# Come dovrebbero trasformarsi gli Champs-Élysées di Milano

Credits Urbanfile – Rendering pista ciclabile su Corso Sempione riqualificato

Il progetto di riqualificazione di corso Sempione prevede lo sviluppo del verde e corsie dedicate alla ciclabilità e ai pedoni, più sicurezza agli incroci, eliminazione del degrado e della sosta selvaggia ma anche più spazi regolari per i residenti. L’intervento comprende l’area che va dall’incrocio via Melzi d’Eril/Canova fino all’incrocio tra via Emanuele Filiberto/via Biondi.

Nel dettaglio il corso avrà:

  • due parterre verdi alberati con all’interno una corsia da due metri di larghezza per ciascuno riservata alle biciclette e ai pedoni;
  • due corsie per senso di marcia per i veicoli
  • aumento della sosta regolamentata destinata soprattutto ai residenti, con riequilibrio degli spazi, con i posti auto della zona che passeranno da circa 700 a 966 posti. Verranno eliminati tutti i posti irregolari nei parterre e la corsia veicolare verrà trasformata in parcheggio su strada.
  • saranno rifatti tutti i marciapiedi, allargati e ridisegnati;
  • saranno chiusi i passaggi che interrompevano le aiuole all’altezza delle vie Riva Villasanta, Filelfo e Agudio, Savonarola, Castelvetro e Alberti.

Leggi anche: Il BICIPLAN METROPOLITANO: il progetto di 750km di ciclabili tra Milano e hinterland

# L’ultimo aggiornamento sui lavori (reportage di Urbanfile)

L’ultimo aggiornamento sui lavori è del blog urbanfile.org con un fotoreportage pubblicato il 12 giugno. Come si vede dalle immagini buona parte di Corso Sempione, il tratto finale, ha al momento i marciapiedi inutilizzabili per la costruzione delle ciclabili in entrambi i sensi di marcia. Sono stati creati sulla carreggiata dei parcheggi a pagamento (pagabili con l’app EasyPark). Qui alcuni estratti dal fotoreportage di Urban File:

Continua la lettura: I parcheggi “creativi” dei milanesi

FABIO MARCOMIN

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Il BUS PORTA BICI fuori Milano ha bisogno di una SPINTA

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Credits varesenews - Bus porta bici

Il servizio è stato pensato per agevolare turisti e appassionati delle due ruote a pedali. Al momento però si è rivelato un mezzo flop.

Il BUS PORTA BICI fuori Milano ha bisogno di una SPINTA

# La linea bus “Giro Lago di Varese” per gli appassionati delle due ruote

Credits autolineevaresine.it – Linea Lago di Varese

Da sabato 10 giugno 2023 è attivo il servizio di bus GLV (Giro del Lago di Varese), che effettua un percorso circolare intorno al lago con partenza e arrivo da piazzale Kennedy, pensato per turisti e appassionati delle due ruote. Sul retro di ogni mezzo di trasporto pubblico che serve la tratta, infatti, è stato installato un porta bici. La linea sarà in funzione tutta l’estate il sabato e la domenica compreso il giorno di Ferragosto con 27 corse giornaliere con prima partenza alle 8.00 e l’ultima alle 18.15. In totale sono 42 le fermate, di cui 18 quelle adibite allo scarico e al carico bici. Copre sia la tratta urbana tra piazzale Kennedy e Calcinate del Pesce, sia la tratta extraurbana.  

# Quante bici si possono caricare e il costo del servizio

Credits varesenews – Bus porta bici

Il modello di bus utilizzato per il servizio è un Mercedes Intouro e consente di caricare fino a sei biciclette. Per il viaggio del passeggero la tariffa applicata è quella standard, mentre per ogni mezzo a due ruote va aggiunto l’importo di 3,50 al giorno. I biglietti si possono comprare nelle rivendite e nelle biglietterie di Autolinee Varesine o direttamente a bordo solo in contanti ma senza sovrapprezzo.

# Al momento è un mezzo flop

Credits autolineevaresine.it – Bus Lago di Varese

Quella che doveva essere la novità delle estate per gli utenti della provincia di Varese o per chiunque arrivi in treno con la bicicletta, anche da Milano, per trascorrere una giornata sul lago, si è rivelato al momento un mezzo flop. Un giornalista della Prealpina ha testato il servizio sabato 18 giugno 2023 e, oltre all’attesa sotto il sole e il caldo torrido e alle erbacce alte mezzo metro alla fermata, nessuna bici è stata caricata. Durante tutto il giorno sono stati appena una cinquantina i passeggeri saliti e una decina di mezzi a due ruote a bordo. 

Tra i motivi di questo insuccesso il prezzo del servizio e la scarsa promozione, anche se l’assessore all’Urbanistica Andrea Civati è convinto che essendo una sperimentazione, a costo zero per l’amministrazione di Varese, si dovrà solo attendere un po’ di tempo per valutare gli effettivi risultati dell’iniziativa.

Fonte: Prealpina, Varesenews

Continua la lettura con: CRISTO si è fermato a LAMPUGNANO: il progetto per rilanciare il peggiore BUS-TERMINAL d’Europa

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La “MANO GIGANTE”: il borgo italiano delle cinque dita

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Ph. @silvia_boragina IG

Un paese arroccato con la strana forma di una mano gigante, la profezia di una maledizione del diavolo e la storia di un amore negato. Scopriamo insieme la storia del borgo delle cinque dita. Foto Cover: @silvia_boragina IG

La “MANO GIGANTE”: il borgo italiano delle cinque dita

# Il borgo delle cinque dita

Credit: @fra_pezzi

Arroccato sulla rupe del Monte Calvario, situato nel Comune di Melito di Porto Salvo in Calabria, c’è un borgo avvolto nei misteri. Il suo nome è Pentidattilo.

Il suo nome, “cinque dita”, deriva dalla forma della rocca su cui giace, simile a una mano gigante di pietra (penta e daktylos cioè cinque dita). Questa forma particolare e curiosa sembra legata ad una storia maledetta.

# La storia del borgo maledetto

Credit: @aerial.landscape

Pentidattilo fu fondato dai greci e nei secoli è passò in mano ai romani, bizantini, normanni per essere poi acquistato dalla nobile famiglia degli Alberti nel 1686.

Quel che potrebbe sembrare un lieto fine è in realtà l’inizio della rovina, dall’intrecciarsi delle storie del borgo e della famiglia Alberti nasceranno infatti solo storie di sangue e di un amore negato.

Tutto iniziò con l’annuncio delle nozze combinate da Lorenzo Alberti, marchese di Pentidattilo, tra la sorella Antonia e il cognato Petrillo. Questo sconvolse il barone Bernardino Abenavoli, innamorato segretamente della marchesina e così iniziò la guerra tra le due famiglie.

La notte del 16 aprile il barone decise di attaccare il castello uccidendo il marchese e altri familiari e rapendo Antonia e Don Petrillo. Mentre si cercava il colpevole il barone scomparve, forse morì in battaglia mentre Antonia finì in un convento di clausura.

# Il paese del tesoro

Credit: @francesco_sgura

É in questo punto che storia e leggenda si intrecciano. Si dice che quando Alberti fu ucciso poggiò la mano alla parete con le sue dita insanguinate e che il suo sangue si possa ancora vedere nella rupe di Pentidattilo, nel chiarore dell’aurora, da qui il nome la Mano del Diavolo.

Si racconta ancora che nelle sere d’inverno si sentono le urla disperate del marchese ma non è tutto, il paese sembra essere legato ad una profezia: l’antica roccia a forma di mano sarebbe simbolo di una maledizione, imbattutasi sul paese destinato alla distruzione.

Altre leggende narrano di un tesoro nascosto al centro della montagna dai vecchi proprietari del feudo che si troverebbe al centro della montagna. Si narra che molti furono i condottieri che raggiunsero il borgo maledetto per cercare la ricchezza, destinata solo a chi fosse riuscito a fare cinque giri intorno alle dita della montagna, ma nessuno mai riuscì in questa impresa.

 # Pentidattilo oggi

Credit: @liveincalabriaofficial

Pentidattilo ha iniziato ad essere abbandonato a partire dal terremoto del 1783, per poi svuotarsi progressivamente negli anni ’60 del novecento a causa di un movimento franoso.

Non è possibile arrivarci in auto a causa delle strade troppo strette e per raggiungerlo bisogna andarci a piedi. Oggi vi abita stabilmente una sola persona ma molte delle casette sono state trasformate dando lavoro ad artigiani e artisti della provincia di Melito Porto Salvo.

Sembra che questo borgo abbia trovato il modo di rinascere nei mesi estivi creando tanti eventi legati alla musica, al teatro, alla fotografia ma nessuno dimenticherà mai la sua storia.

 

Continua la lettura con: Il paese più SFORTUNATO d’Italia

ARIANNA BOTTINI

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Il LOCALE con il CORTILE più SPIRITUALE di Milano

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ofelemilano IG

Il locale è stato realizzato all’interno degli spazi di un convento di metà ‘800. Dove si trova e cosa propone la sua cucina.

Il LOCALE con il CORTILE più SPIRITUALE di Milano

# Il nuovo bistrot di Ofelè

ofelemilano IG

Dopo la prima apertura in via Savona con “Caffè &Coccole”, Ofelè ha raddoppiato a un paio di km di distanza in zona Darsena con un altro locale dal sapore particolare. Si chiama “Una cosa bistrot” di Ofelè. Aperto da martedì a domenica dalle 8:30 alle 24:00, il locale è stato realizzato all’interno degli spazi di un convento di metà ‘800. L’ambiente è caldo e rilassante, l’arredamento è di recupero con tavoli in legno e una grande specchiera a muro. Spicca un importante bancone del bar, mentre le pareti sono stati lasciate con i mattoni a vista e in alcuni punti appositamente scrostate per dare la sensazione di luogo vissuto.

Leggi anche: La TERRAZZA più INTIMA di Milano con vista Duomo e Citylife

# Il cortile nascosto più suggestivo di Milano

Credits soup_opera IG – Una Cosa

La vera chicca è il cortile interno, forse il più suggestivo di Milano, sempre con mobili di recupero, in questo caso tavolini in ferro battuto provenienti dalla Francia. Insieme alle piante, alle aiuole e alle edere sui muri lo spazio che si viene a creare è una sorta di nicchia nascosta, fresca e avvolgente capace di far percepire ancora di più la storia del luogo e un’atmosfera di intimità e tranquillità.

Leggi anche: La”TERRAZZA NASCOSTA” con GIARDINO PENSILE a MILANO (dove fare anche aperitivo)

# Cucina in prevalenza vegetariana-vegana, farina e pane sono fatti in casa

ofelemilano IG – Pancake di riso integrale

Il bistrot si caratterizza per una cucina in prevalenza vegetariana-vegana, dalla colazione al dopo cena, anche se non mancano proposte tradizionali con piatti a base di pesce e pollo. Tutto fatto al momento e sulla base della disponibilità e della stagionalità dei prodotti. Vengono anche usati oli essenziali terapeutici per uso alimentare. Farina e pane sono fatti in casa, da provare il pancake con farina di riso integrale. La carta del menu non prevede portate classiche ma mini porzioni, sul modello delle tapas, perché il cliente possa fare dei piccoli assaggi. La cantina dei vini mette a disposizione in prevalenza etichette di piccole produzioni biologiche e naturali. 

 

Indirizzo: Via Scaldasole 7

Spunto: megliounpostobello

Continua la lettura: I LOCALI dei SINGLE di Milano

FABIO MARCOMIN

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Il PAESINO nella VALLE da FIABA dove si parla il gài, la “LINGUA dei PASTORI”. A un’ora e mezza da Milano

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Ph. @nonni_bikers IG

Attraversato da un sentiero che permette di scoprire una ricchissima biodiversità floro-faunistica, cascate zampillanti e piccole torbiere. Foto cover: @nonni_bikers IG

Milano-Valgoglio

Il PAESINO nella VALLE da FIABA dove si parla il gài, la “LINGUA dei PASTORI”. A un’ora e mezza da Milano

# Il borgo alpino nella valle da fiaba nel Parco delle Orobie

Credits partodamilano IG – Natura a Valgoglio

Ci troviamo nella ValSanguigno, una delle valli da fiaba della Val Seriana all’interno del Parco delle Orobie. Qui, a 45 km da Bergamo e a 930 metri di altitudine, c’è un paese che presenta tutte le caratteristiche di borgo alpino circondato da una natura incontaminata: Valgoglio.

Credits smallfamily_inviaggio IG – Valle del Goglio

Localizzato nella piccola valla formata dal torrente Goglio, ha circa 660 residenti ed è attraversato da un sentiero che permette di scoprire una ricchissima biodiversità floro-faunistica, cascate zampillanti e piccole torbiere. Per gli amanti dello sport all’aperto, dalla contrada Borolotti parte il suggesitvo percorso naturalistico dei Cinque Laghi.

# Gli edifici più caratteristici del luogo

Credits partodamilano IG – Valgoglio

Tra gli edifici che più rispecchiano lo stile presente nel territorio alpino c’è la Chiesa Parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta del XV secolo, con il suo porticato esterno arricchito da affreschi quattro-cinquecenteschi con vista spettacolare sulla valle sottostante, delle case rurali perfettamente conservate nella frazione di Colarete e la chiesa dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Paolo con dei meravigliosi affreschi di Ponziano Loverini nella frazione di Nocazza.

# Si parla il gài, la lingua dei pastori

Credits nonni_bikers IG – Chiesa Valgoglio

La particolarità di questo luogo è data però dall’antico linguaggio dei pastori, molto diffuso un tempo e oggi quasi scomparso: il gaì. Rispetto alla comune parlata bergamasca questa lingua di distingue per la lentezza nell’esposizione, un tono della voce molto basso e l’utilizzo di sottintesi, perifrasi e doppisensi per sopperire alla povertà del lessico di chi lo parla. La mimica è un elemento importante perché serve a spiegare le pause e i silenzi, come se fosse una sorta di recita più che di discorso parlato.

# Come arrivarci

 

Da Milano questo borgo incantevole immerso nella natura dista circa un’ora e mezza di auto. Dopo aver preso l’autostrada A4 si esce a Bergamo per percorrere la SS470 e poi la SP35 in direzione di Nembro, la SS671 e la SP49 fino a via Grumello a Valgoglio.

Continua la lettura con: Il RISTORANTE con la VISTA più SPETTACOLARE sul LAGO a un’ora da Milano

FABIO MARCOMIN

Le altre località del giorno (per una gita da Milano):

Adda,  ArcoBaroloBiella, Brescia, BrunateGenova, ComoOrrido di NessoCrespi d’AddaTorrechiara, il parco speleologico di Dossena, il Castello Medievale, Civate e il lago più vicino a MilanoCassinetta di Lugagnano, Oasi Zegna, BormioLucchio, i Dolmen d’Italial’altra Santa MargheritaVal CavargnaLabirinto della MasoneCornello dei TassoBellano, il Giardino delle Grotte, il parco dei dinosauriMonte San Salvatore, la passeggiata dell’amore, la spiaggia più piccola del mondo, l’orrido di Nesso, il passaggio segreto sul lago di Como, il presepe sommersoIsola Comacina, la Mini Toscana della Brianza, Val Vestino, il ponte tibetano più alto d’EuropaRasigliaMerate e la piccola Lourdes, la piscina sul lagoVal Bavona, le Marmitte dei GigantiIsolino Virginia- l’isola di LotoLuganoil borgo superocolorato di PomponescoMeranoIsole Caraibiche della LombardiaMorcote il villaggio più bello della Svizzera, MantovaIncisioni Rupestri della ValcamonicaLeccoMandello del LarioPeccioli borgo medievale dell’arte contemporanea, lo Snow Chalet di LivignoTizzano Val Parma, il 09, l’AcquaworldGrotte di SoprasassoSankt Moritz, la Valle di Preda Rossa, la Casa dei Maghiil fiordo norvegese d’Italia di Crap de la ParèCiaspolate vicino a Milano, il lago alpino più bello del mondo, la strada del Prosecco, il Treno del Nataleil capolavoro del Cinquecento GualtieriLago di CarezzaMoltrasio “il borgo dell’amore”Villa SelvaticoCastel Savoia la reggia della Regina MargheritaGlacier ExpressCourmayeur, la Spa più divertente d’Europa, la Pozza di LeonardoMartello il Comune che non parla italianoLa funicolare cabriolet di Grimselwelt, Val SanagraGiardino RossiniNoli, le “FilippineItaliane”Lodi, PaviaVigevanoBobbio, La savana di Cumiana, MonzaValsassinaBardineto il villaggio dei funghiValle d’Intelvi, Maranello, La terrazza del brivido di Tremosine, Ricetto di Candelo, Madonna di CampiglioVal Vigezzo la valle dei pittoriPunta SassoBubble Room, Portofino, BellagioLegnanoSottomarinaLe 5 TerreBroloPreda Rossale grotte del CaglieronLomelloBergamoIl castello da fiaba di MadruzzoGaggioPusianoGera LarioChamoisLerici

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Questi erano gli ANNI OTTANTA: la FotoGallery dei SIMBOLI di un decennio inconfondibile

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Ogni immagine è un simbolo degli anni Ottanta. Un decennio ineguagliabile e inconfondibile. Qui la fotogallery:

Tratto dal profilo twitter di @matteobrandi

Continua la lettura con: Come eravamo: cresciuti a Milano negli Anni Settanta e Ottanta

MILANO CITTA’ STATO

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La STRADA: l’aperitivo sul VOLKSWAGEN VINTAGE nel locale più on the road di Milano

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Credits: restaurantguru.it La Strada

Un locale colorato, simpatico, dalla personalità unica.

La STRADA: l’aperitivo sul VOLKSWAGEN VINTAGE nel locale più on the road di Milano

# La strada: un aperitivo on the road

Credits: vivimilano.corriere.it
La Strada

In via Carlo Patellani, 4, zona Porta Romana, c’è un bar davvero particolare. Piccolo, accogliente, dal gusto un po’ retrò, che richiama le mode degli anni ’60, ’70 e ’80. Si chiama La Strada e qui si può trovare un’ampia selezione di birre, vini e cocktail da accompagnare al classico aperitivo. Aperto tutti i giorni dalle 18:15 all’una, ad eccezione della domenica che chiude a mezzanotte, il locale La Strada sembra l’ideale per tutte l’età. Il suo mix tra ambiente giovanile e ritorno al passato riesce a catturare l’attenzione di giovani universitari, il bar infatti non è lontano dalla Bocconi, e di persone un po’ meno giovani che vogliono andare in un luogo che ricordi la loro gioventù.

# Un furgoncino retrò

Credits: tripadvisor.com
La Strada

Con una selezione di oltre 15 birre alla spina, 20 etichette di vino, gin artigianali e tanti cocktail, quello più apprezzato dai clienti in questo locale, oltre alle mitiche piadine, è il fatto che ci sia sempre buona musica e un personale simpatico e cordiale. Ma cos’ha di così particolare questo locale? La Strada – Vino letterario, è questo il nome completo del bar, è un ambiente piccolo, ma questo non gli ha impedito di ospitare un furgoncino Volkswagen vintage al suo interno. Come dice il nome stesso del locale, il tema del bar è appunto la strada e per questo cocktail, birre e vini sono serviti direttamente da un coloratissimo mini-van. Di un colore arancione accesso, con tanto di adesivi divertenti attaccati sopra, il furgoncino retrò un po’ hippy de La Strada occupa la gran parte del locale, per questo ci siamo sentiti di chiamarlo il bar mini-van.

Il bar ha anche uno spazio all’esterno, particolarmente sfruttato nelle sere d’estate. In inverno invece è super gettonato come locale dove poter vedere le partite di fronte ad una  birra e in compagnia di amici. In più i prezzi a La Strada sono molto competitivi, anche se anche loro hanno dovuto alzarli negli ultimi tempi.

Continua la lettura con: Lo SHAMPOO BAR di Milano: cappuccino e messa in piega

BEATRICE BARAZZETTI

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Sapessi come è strano ritrovarsi nel GIAPPONE ANTICO a Milano

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Credits: @tenoha_exhibition Storie di donne samurai

A Milano ci si può sentire in Giappone e ritornare al tempo delle donne samurai. 

Sapessi come è strano ritrovarsi nel GIAPPONE ANTICO a Milano

# La mostra dedicata alle condottiere implacabili del Sol Levante

Credits: @tenoha_exhibition
Storie di donne samurai

Dopo il successo di Botteghe di Tokyo e Fantasmi & Spiriti del Giappone, lo spazio espositivo e multifunzionale dedicato al Sol Levante di TENOHA Milano ha inaugurato una nuova mostra immersiva per far conoscere un altro pezzo del Giappone. Si tratta dell’exhibition “Storie di donne samurai”,  un omaggio a queste donne guerriere pronte a ogni sacrificio. Condottiere implacabili decise a esercitare il proprio potere con l’orgoglio e con le armi per cambiare il loro destino. La mostra riporta il visitatore alla Tokyo di un tempo, quando battaglie, frecce e demoni dominavano la città.

Credits: @tenoha_exhibition
Storie di donne samurai

La mostra è stata inaugurata il 27 maggio di quest’anno e rimarrà aperta fino al 26 novembre, allo spazio TENOHA in via Vigevano 18, con una pausa estiva dall’1 al 31 agosto. Gli orari di apertura sono: da lunedì al venerdì dalle 11:00 alle 20:30, mentre durante il weekend apre mezz’ora prima, il sabato chiude alle 22:00 e la domenica alle 20:00.

# Stanze sensoriali e scenografie impattanti

Credits: @tenoha_exhibition
Storie di donne samurai

“Non mi guardo indietro. Sento le frecce dietro di me sibilarmi nelle orecchie ma nessuna mi sfiora. Devo tornare sul campo di battaglia, anche a costo di scatenare la tua ira perché ho un ruolo da svolgere…” è questo un pezzo di storia di Tomoe Gozen, una delle donne raccontante nella nuova mostra immersiva. “Storie di donne samurai” è ispirata al libro illustrato del francese Benjamin Lacombe e con i testi di Sébastien Perez. A Tenoha Milano si può quindi scoprire la storia delle onna-bugeisha, donne guerriere divenute poi icone di speranza, come la famosa Tomoe Gozen o le sorelle Miyagino e Shinobu, che nel XVII secolo impararono le arti marziali per vendicare l’uccisione del padre.

Credits: @tenoha_exhibition
Storie di donne samurai

La mostra è allestita in uno spazio di 1100 mq, arredato in modo da ricordare un tempio giapponese con tanto di giardino zen. Qui ci sono poi stanze sensoriali, animazioni, audio ed essenze, scenografie impattanti e video che fanno immergere il visitatore nel Giappone di un tempo. Abbinata alla mostra si può poi vivere la Kimono Experience, ovvero prendersi un momento, come un aperitivo o una merenda, indossando un magnifico kimono. Il biglietto intero della mostra costa 15€ nei giorni feriali e 17€ in quelli festivi.

Continua la lettura con: Il SOL LEVANTE a MILANO: un nuovo quartiere per la città?

BEATRICE BARAZZETTI

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Il TUNNEL SUBPORTALE per snellire il traffico. Perché a Milano costruire tunnel sotterranei è diventato un tabù?

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Credits genova24 - Nodo inbocco tunnel San Benigno

L’obiettivo del progetto, insieme ad altre opere in cantiere o in attesa di partire, è quello di migliorare la viabilità della zona, separando meglio il traffico diretto al porto da quello urbano. I dettagli dell’infrastruttura e quando dovrebbe essere ultimata.

Il TUNNEL SUBPORTALE per snellire il traffico. Perché a Milano costruire tunnel sotterranei è diventato un tabù?

# Partono i lavori preliminari per il lotto A0 del tunnel di Genova

Credits cjber-pixabay – Sopraelevata Porto di Genova

Genova. Il 28 giugno 2023 Autostrade per l’Italia parte con i lavori preliminari del lotto A0 del tunnel subportuale, nello specifico con le attività di preparazione, interventi di bonifica bellica a terra delle aree interessate dagli scavi e di bonifica bellica subacquea delle calate portuali Concenter e Giaccone, interessate dai riempimenti. Il tutto sarà necessario per l’avvio della vera e propria costruzione.

# Si valuta anche la parziale demolizione della Sopraelevata

La galleria collegherà la zona di San Benigno alla Foce, passando sotto il bacino portuale, e accoglierà parte del traffico del collegamento Etiopia-San Benigno. Nell’ambito di questa nuova infrastuttura si sta valutando anche la parziale demolizione della Sopraelavata. L’obiettivo di questa e altre opere previste dal Programma Straordinario del Porto di Genova è quello di garantire una migliore accessibilità ai terminal e una più funzionale separazione del traffico pesante diretto in porto da quello urbano.

Leggi anche: Il progetto di TUNNEL SOTTOMARINO più LUNGO del MONDO

# Entro la fine dell’estate la conclusione dell’iter progettuale

Credits genova24 – Nodo inbocco tunnel San Benigno

Nonostante l’avvio dei cantieri, che comunque non comportano scavi irreversibili, si attende il parere finale sul progetto da parte del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, che è stato rivisto e integrato a seguito dei rilievi dello stesso organo, atteso per il mese di luglio. In caso di approvazione e dopo vaglio delle osservazioni delle osservazioni di vari soggetti da parte degli uffici regionali, sull’impatto che l’opera avrà avere su viabilità, parcheggi o attività economiche, l’iter dovrebbe concludersi con il rilascio del Provvedimento autorizzativo unico regionale (Paur). L’obbiettivo del Sindaco di Genova, Marco Bucci, è la fine del mese di agosto.

# Un tragitto di 3,4 km per un investimento pari a 760 milioni di euro

Credits genova24 – Tunnel subportale

La realizzazione del tunnel subportuale prevede un investimento di 760 milioni di euro. La galleria sarà lunga 3,4 km e nel punto più profonda scenderà di 45 metri. Nel 2030 lo studio dei flussi di traffico prevede il transito di 7.335 veicoli l’ora nelle ore di punta. La durata dei lavori è stata stimata in almeno sei anni e mezzo e si prevedono 2 milioni e 425 mila metri cubi di materiale di scavo.

Credits genova24 – Parco Genova

Oltre al tunnel, in corrispondenza degli innesti del tunnel con la viabilità cittadina sono previsti tre parchi urbani la cui progettazione è seguita dallo studio di Renzo Piano: uno vicino alla Lanterna, un altro nei pressi dell’ex via Madre di Dio e un altro ancora nella zona di viale Brigate Partigiane. Tra gli interventi correlati alla nuova infrastruttura, sempre a carico di Aspi, delle barriere fonoassorbenti in lungomare Canepa.

Fonte: Il Secolo XIX

# Perché a Milano costruire tunnel sotterranei è diventato un tabù?

tunnel
Il progetto per potenziare l’offerta di mobilità tra Linate e la Fiera

Mentre le altre città italiane, e nel resto del mondo, sviluppano progetti per convogliare il traffico cittadino nel sottosuolo limitando al contempo le emissioni inquinanti in superficie, a Milano l’argomento è diventato tabù, anche se le idee nel recente passato non sono mancate. Tra il 2008 e il 2009 si ipotizzò infatti di costruire un tunnel della lunghezza di 4 km per collegare piazza Repubblica con Forlanini. Negli anni successivi si valutò invece di realizzarne uno di 14,5 km, per un investimento pari a 2 miliardi di euro di cui il 40% con risorse pubbliche, per far viaggiare le auto dall’Aeroporto di Linate al sito di Expo 2015, oggi MIND, per terminare a Molino Dorino passando per il nuovo quartiere di Cascina Merlata.

Tra gli obiettivi di Palazzo Marino c’è quello di limitare la circolazione di veicoli in città, per ridurre la congestione e l’inquinamento. Perché quindi, non costruire tunnel che attraversino la città da un lato all’altro senza impattare sulla viabilità del centro e consentendo un accesso diretto a parcheggi sotterranei?

Leggi anche: I DUE TUNNEL per portare Milano fuori dal traffico

Continua la lettura: La METROPOLITANA più CORTA d’Italia ALLUNGA il suo percorso

FABIO MARCOMIN

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La “CHIESA delle LUCERTOLE”, l’indistruttibile LUOGO dei MIRACOLI sullo spartitraffico di via Lorenteggio

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Ph. @sanprotasoallorenteggio IG

Una chiesa miracolosa dove meno te l’aspetti. Piccolina, trascurata, immersa nel traffico in una zona periferica. Eppure perfino l’imperatore Barbarossa ci veniva a pregare. Questa la sua storia. 

La “CHIESA delle LUCERTOLE”, l’indistruttibile LUOGO dei MIRACOLI sullo spartitraffico di via Lorenteggio

# La chiesa più amata dal Barbarossa e dai carbonari

L’oratorio di San Protaso è una chiesa miracolosa. Innanzitutto perché nella sua storia millenaria è sopravvissuta, talvolta in modo rocambolesco, a diversi tentativi di distruzione.
Ma c’è di più. Si narra che Barbarossa si fosse fermato in questa chiesetta per pregare, che Napoleone lo usasse come deposito di armi e che qui dentro si riunissero i carbonari guidati da Federico Confalonieri per cospirare contro gli austriaci. Utilizzando anche un tunnel segreto che li portava all’interno delle mura. 

# La Madonna che non vuole scomparire

L'oratorio di San protaso negli anni '40
L’oratorio di San Protaso negli anni ’40

La chiesetta è davvero singolare: si trova nello spartitraffico di via Lorenteggio ed è reduce da un’azione di restauro che l’ha recuperata da una condizione di degrado. Edificato dai Monaci Benedettini intorno all’anno 1000, il piccolo Oratorio di San Protaso al Lorenteggio fu dedicato a San Protaso, ottavo Vescovo di Milano.

Sembra che dove sorge la chiesa sorgesse prima un tempio pagano.
Gli anziani della zona si tramandano la storia che l’affresco della Madonna, coperto per tre volte da una imbiancatura a calce, quando si voleva utilizzare la cappella come abitazione, riaffiorò più nitido che mai. Dopo questo evento, giudicato prodigioso dai contadini del borgo, si abbandonò l’idea di utilizzare l’oratorio come abitazione e si continuò a venerare questa Madonna rivolgendosi a lei per chiedere ogni tipo di grazia. La devozione verso questa Madonna è ancora molto sentita: ne sono testimonianza i mazzi di fiori e i lumini lasciati davanti alla chiesetta.

Utilizzata per il culto fino al 1950 venne dismessa e lasciata in abbandono, abitata solo dalle lucertole. Da qui il soprannome di “Gesétta di lusert”.

 

Continua la lettura con: La fontana miracolosa di Milano

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