La prima volta che Napoleone Bonaparte venne a Milano fu nel 1796 con la prima campagna d’Italia. E fu amore a prima vista, come già capitò a un altro grande di Francia: Francesco I.
A Milano venne anche incoronato “re d’Italia”: il 26 maggio 1805. “Quella mattina di maggio, sotto un sole splendido, la folla affollava piazza Duomo di Milano durante l’attesa del corteo; tutte le campane della città suonarono a festa e le artiglierie spararono a salve”.
Quattro giorni prima, tre carrozze di corte furono mandate al Duomo di Monza a prendere la Corona Ferrea che, portata a Milano, fu deposta sull’altare maggiore del Duomo di Milano. Mettendosela in testa pronunciò la celebre frase «Dio me l’ ha data, guai a chi la tocca».
# Per Napoleone Milano doveva essere una delle tre capitali d’Europa
Si narra che abbia anche fatto giuramento sulla cosiddetta “Colonna del Diavolo” in Piazza Sant’Ambrogio, dove per tradizione tutti i regnanti dovevano giurare fedeltà a Milano e al suo patrono, là dove aveva sconfitto Satana.
Secondo lo storico Philippe Daverio «Di Milano Napoleone aveva fin dall’inizio un’idea molto precisa: doveva essere una delle tre capitali d’Europa, con Parigi e Francoforte. A Roma non andò mai, perché non gli piaceva e c’era il Papa. E con lui la città spostò l’interesse dall’ aspetto architettonico a quello urbanistico, si può dire che acquistò una grandeur mai conosciuta prima».
Tra le sue opere principali, avviate o portate a termine, ci sono l’area di Foro Bonaparte, l’Arco della Pace, l’Arena, il Naviglio Pavese, Brera (che doveva essere una copia del Louvre) e soprattutto la proclamazione di Milano a capitale del Regno d’Italia.
Nel 1814 Napoleone dovette abbandonare Milano. Nella storia di Milano non ci fu nessuno che in così breve tempo riuscì a realizzare così tante e importanti opere destinate a plasmare per sempre l’identità di Milano.
Ogni skyline è di Milano. Credits: @nightphotoearth IG (Dubai)
Milano è molto più di quello che sembra. Ci sono un sacco di cose e di personaggi che anche se fanno finta di non esserlo, in realtà sono di Milano.
Le 10 cose NON DI MILANO che il milanese è convinto che SIANO DI MILANO
#1 Santa Margherita Ligure
Ph. credits: turismo.it
Santa Margherita è ligure, ma Santa èla spiaggia di Milano, abitata solo da milanesi. Ogni milanese la considera all’interno dei confini di Milano e sogna il giorno in cui si potrà arrivare a Santa con la metro verde.
La metro dei sogni per i milanesi
#2 Courmayeur
Credits francy.gipsy IG – Aperitivo a Courmayeur
Courma è Milano. Soprattutto d’inverno.
#3 Il pesce fresco
Credits: repubblica.it
Il pesce più fresco d’Italia lo si trova a Milano. Andrebbe scritto sulle etichette: pescato a Milano.
I toscani lo hanno cacciato, senza Milano Leonardo sarebbe rimasto uno spiantato.
#7 Mourinho
Se ne faccia una ragione. Anche se con la Roma prova a vincere delle coppette, la verità è che da quando è andato via da Milano non ha più vinto nulla di importante. Fosse rimasto a Milano sarebbe minimo sindaco.
#8 Il Serravalle Outlet
A Milano hanno inventato il teletrasporto di Star Trek. Centinaia di turisti e malati di shopping salgono in Piazza Cairoli e scendono al Serravalle Outlet dove comprano gli scarti dei negozi di Milano. E senza uscire dal recinto risalgono per ritrovarsi di nuovo nel centro di Milano. Tutto ciò che c’è tra Milano e il Serravalle Outlet è malattia mentale.
#9 L’autodromo di Monza
L’autodromo di Monza ospita il Gran Premio di Milano.
La penisola ai confini del mondo che si può raggiungere solo tramite un ponte trasformato in un’attrazione turistica, che ricorda il glorioso popolo Vichingo
Il ponte della spada vichinga
# La mini Islanda
Credits: Pavol Svantner, Unsplash
Secondo le popolazioni locali, la penisola di Snæfellsnes ha il pregio di contenere in sé l’anima e la natura di tutta l’Islanda. Su questa penisola c’è tutto: a Nord della capitale Reykjavik, offre i campi di lava e i ghiacciai, il bianco e nero delle spiagge. Un piccolo concentrato della storia, che omaggia il glorioso popolo dei Vichinghi che qui hanno regnato a lungo e lo fa attraverso un ponte, che ha la forma proprio della spada vichinga.
Il ponte è il naturale congiungimento della penisola al resto della Nazione, compreso nella strada costiera delle Snæfellsnesvegur, meta turistica molto ambita da queste parti, perché accompagna all’itinerario intrigante che si può affrontare visitando la mini Islanda.
La penisola di Snaefellsnes è una meta obbligata per i visitatori dell’Islanda e di solito ci si arriva partendo da Reykjavik. Si guida per un paio d’ore avendo come meta il Parco Nazionale Snæfellsjökull, un un vulcano subglaciale che domina il paesaggio, meravigliose cascate, formazioni rocciose, belle spiagge, villaggi storici e questo ponte a forma di spada vichinga.
Il ponte è costituito essenzialmente da un terrapieno che congiunge due tratti della strada costiera, sia la “lama” che l’elsa della spada sono realizzate con questa tecnica.
Oltre al gusto estetico per l’omaggio ai Vichinghi, l’elsa ha uno scopo ingegneristico ben preciso, ovvero quello di far defluire le acque provenienti dall’Oceano Atlantico, attenuandone la forza prima di incontrare il terrapieno su cui poggia la strada.
È una pratica molto usata nell’Islanda Occidentale e in tutte le zone dove è difficile reperire i materiali per applicare questa tecnica costruttiva.
Facendo di necessità virtù, il riparo di sicurezza del ponte è diventato l’elsa della spada, una doppia arma che protegge la strada dall’erosione degli agenti atmosferici.
La spada, vita dall’alto, è come se si conficcasse nel ghiacciaio e nella meravigliosa natura che questa penisola è in grado di offrire.
Percorsa tutta la lama della spada, si giunge al di là del ponte ed è bene prepararsi alla meraviglia che ci aspetta.
Una visita alla cima del Kirkjuffell è senza ombra di dubbio una delle mete più gettonate di tutta l’Islanda. Il Kirkjuffell è la montagna più fotografata del paese, perché offre uno scorcio incredibile al tramonto, d’estate verso le 23:30. Bisogna programmare bene la visita al tramonto, controllando il meteo e facendo coincidere il bel tempo con uno spettacolo mozzafiato.
La penisola Snæfellsnes offre poi moltissimi altri spunti, per una visita di almeno 2 giorni. Una pausa ristoratrice nelle pozze termali di Landbrotalaug, visitare “il centro della terra” scendendo nella cava di Vatnschellir, passare per Hellissandur, la capitale islandese della street art, fino a giungere ai picchi di basalto a Londrangar, altro landscape tra i più fotografati al mondo.
Percorrendo la Snæfellsnesvegur è facile imbattersi lungo la strada nella celeberrima chiesetta nera di Budir, i fari tipici delle zone nordiche e fotografare il Canyon Raudfeldar.
I Vichinghi, in fuga dalla Norvegia, poi dalla Groenlandia, sono giunti in Islanda e – da qui – sono partiti per scoprire l’America?
È una ricostruzione piuttosto probabile, anche se non vi è certezza. La rotta è quella giusta, le capacità di navigazione proprie dei Vichinghi sono ben note, così come le loro doti guerriere.
Che vengono ancora oggi omaggiate dai contemporanei, grazie al ponte della Snæfellsnesvegur.
Presentata la nuova offerta estiva per andare da Milano sulle spiagge della Liguria. Queste le corse e le fermate aggiunte.
Al MARE da Milano in TRENO anche di NOTTE: le novità per l’ESTATE con la Trenitalia Summer experience 2023
# Le novità a partire dall’11 giugno
Credits fs – Trenitalia Summer Experience 2023
Giovedì 8 giugno 2023 è stato presentato a Roma il nuovo orario estivo di Trenitalia: anche in Liguria arriva la “Trenitalia Summer experience 2023”. La nuova offerta per l’estate prevede più treni per raggiungere il mare da parte dei milanesi e anche più corse per muoversi lungo le località della regione. Rispetto all’offerta esistente quella che è attiva da domenica 11 giugno prevede l’aggiunta di 2 Intercity, 4 Regionali e 30 fermate.
# 2 nuovi intercity e 4 regionali nel week end
Credits: luca.9095 IG – Intercity a Genova Brignole
Nel dettaglio i milanesi potranno viaggiare a bordo di due nuovi Intercitynei weekend in direzione di Savona, con partenza da Milano alle ore 10.05 e arrivo alle 12:38 e ritorno da Savona alle 14.32 per concludere la corsa alle ore 16.53 a Milano.
A questi si aggiungono quattro treni regionali che proseguono fino a Sarzana con due collegamenti giornalieri da Sarzana per Levanto, tra le Cinque Terre e Porto Venere, alle ore 9.55 e 10.55, e altrettanti arrivano a Sarzana alle ore 20.09 da Genova Voltri con partenza ore 16.56 e alle ore 23 da Sestri Levante con partenza alle ore 21.45. In questo modo viene garantito il rientro serale dalla riviera e dalle Cinque Terre.
Sono previsti inoltre 20 treni regionali per raggiungere la spiaggia di Genova Vesima e anche una fermata alla stazione di Lavagna, quella delle 8.04 del treno regionale 12214 La Spezia-Genova Principe. Nuovi servizi Intercity sono previsti anche per le località Diano Marina, Taggia Arma e Bordighera.
# Viaggi anche di notte verso Santa Margherita e le Cinque Terre
Credits user32212-pixabay – Monterosso al mare
Si può viaggiare anche di notte, sempre dall’11 giugno, con i treni Euronight che mettono in collegamento Italia, Austria e Germania. Lungo il tragitto che conduce a La Spezia è prevista infatti l’attivazione di due fermate aggiuntive: Monterosso e Santa Margherita Ligure-Portofino.
In crociera a Milano? Quasi. E’ attivo infatti Navigami per poter godere Milano dall’acqua. Ogni giorno questo l’itinerario classico: Darsena – San Cristoforo.
Percorso: la navigazione inizia presso il pontile dello Scodellino sulla Darsena. Il percorso è un anello lungo il naviglio grande e si torna indietro dopo aver superato la Chiesa di S. Cristoforo. Tutti i mercoledì si può anche estendere con il tour del naviglio pavese sino alla conchetta.
Giorno: tutti i giorni. Durata: 55 Minuti
Questo il video del battello “NavigaMI” alla Darsena ed al Naviglio Grande. Autore Fabio Barbalini. Per prenotazioni: NavigaMi
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Negli ultimi anni è entrato nel vivo il piano del Comune di Milano di rinnovo o rigenerazione dei mercati rionali coperti della città. Alcuni sono rinati, molti altri attendono di farlo nei prossimi anni.
La TRASFORMAZIONE dei MERCATI RIONALI di Milano: quelli rifatti e quelli in attesa di una RIQUALIFICAZIONE
# I mercati rinati negli ultimi anni
Credits mariannaiandolo IG – Mercato Isola
Il Comune di Milano ha messo in campo da alcuni anni un piano per la rigenerazione o il rinnovo dei mercato rionali coperti disseminati nella città. Tra quelli rinati recentemente ci sono i mercati di Santa Maria del Suffragio in zona Porta Vittoria, con l’approdo del panificio di Davide Longoni, di Wagner in zona Porta Vercellina, di Lorenteggio e di piazzale Lagosta nel quartiere Isola. A questo si aggiunge il nuovo mercato di via Chiarelli in zona Lampugnano, riqualificato con anche l’eliminazione dei problemi di infiltrazione grazie a un investimento di 700 mila euro.
# Due sono alla fase esecutiva
Due mercati pronti per rinascere sono quelli di Rombon in zona Lambrate e di piazza Prealpi in zona Cagnola. Il primo è in fase di riqualificazione e la gestione è stata presa in carico da Sogemi, la società che gestisce i mercati agroalimentari di Milano tra via Lombroso e via Varsavia, per il secondo è in fase di stipula l’accordo con un consorzio di operatori interni che ha vinto il bando pubblico e il cantiere partirà entro la fine dell’estate.
# Sono 21 i mercati in attesa di essere riqualificati
Credits Andrea Cherchi – Piazzale Ferrara
Sono invece ancora 21 i mercati da riqualificare o rivitalizzare. Tra questi in cantiere ce ne sono quattro: quello di piazzale Ferrara al Corvetto, del Gratosoglio, di Montegani in zona Chiesa Rossa e al Giambellino. Per tutti quanti Palazzo Marino è alla ricerca di un operatore che possa occuparsi della loro gestione. Si è concluso poi l’avviso pubblico per coprire gli stalli rimasti vuoti nel mercato di piazza Fusina all’Acquabella, che attende quindi di essere rivitalizzato con le nuove attivtà in arrivo.
Il piccolo mercato di Ponte Lambro è l’unico punto del quartiere con negozi di prossimità, come bar, panetteria, macellaio e calzolaio, e necessita quanto prima di essere riqualificato. Stesso discorso per quello nel quartiere Sant’Ambrogio, in zona Barona, dove il mercato coperto ha pochi negozi aperti e una struttura obsoleta. Queste arre scontano anche un contesto di degrado che influisce sull’interesse di nuovi operatori commerciali.
Un altro mercato coperto che potrebbe diventare una meraviglia, che già oggi è uno dei più belli della città, è quello nel quartiere NoLo in di viale Monza 54 angolo con via Pietro Crespi. Progettato nel 1933 dell’architetto Luigi Lorenzo Secchi e dall’ingegnere Umberto Massari avrebbe bisogno di un ingente investimento, insostenible dal Comune di Milano, vista anche le sue grandi dimensioni: oltre 1.300 mq di superficie e una navata centrale ad arco alta 16 metri con la volta protetta dalla Soprintendenza.
Tra gli altri mercati da rinnovare ci sono ad esempio quelli in zona sud ovest, Baggio e quartiere degli Olmi, e quello di piazzale Selinunte.
# Il mercato della Darsena già da rifare
Credits Andrea Cherchi – Darsena e navigli dall’alto
La sorpresa, in negativo, è per il mercato realizzato in Darsena nel 2015 in occasione della riqualificazione dell’ex porto di Milano. Secondo l’Assessore allo Sviluppo Economico di Milano, Alessia Cappello, come riportato dal Corriere della Sera, sarebbe già da ripensare a soli 8 anni dalla sua costruzione, al posto di quello fatiscente presente in zona, in quanto non riuscirebbe a garantire gli standard di qualità della zona rinnovata dopo anni di degrado e sarebbe quindi da ripensare. Lo stesso discorso andrebbe estese anche alla stessa Darsena dato che la sua rinascita in occasione dell’Expo non è ha portato con sè un progetto di qualità sia per il design che per la scelta dei materiali.
Negli ultimi anni la street art è riuscita a raggiungere in tutto il mondo vette incredibili. Milano si sta affermando sempre più come capitale dell’arte a cielo aperto. Tra gli esponenti che hanno lasciato la loro firma nelle strade di Milano si annoverano i più grandi artisti internazionali, come C215 e Blu, insieme a Max Rippon, Sten Lex, Edoardo Tresoldi, Atomo e Sam3. Scopriamo allora questa galleria di immagini con alcuni dei migliori murales cittadini.
I MURALES più BELLI di Milano (FOTO)
# CuciMilano in zona Scalo Romana
Credits sgarzilla IG – CuciMilano
Nel Municipio 4 via Benaco 1 su una facciata del Madama Hostel & Bistrot, a poche centinaia di metri da Fondazione Prada e dal progetto Symbiosis e di fronte al futuro quartiere di Scalo Romana, troviamo CuciMilano. Il murale è stato realizzato nel 2017 da Marco Burresi in arte ZED1, i cui lavori ricordano molto lo stile di Fernando Botero, che qui espone il tema della multiculturalità e dove si vide una donna intenta a cucire i simboli della città con fili che sono gli ingredienti del Negroni sbagliato. Pochi mesi dopo la sua inaugurazione ha corso anche il rischio di essere cancellato per far spazio ad altri pannelli pubblicitari, ma tutto si risolto per il meglio.
Una delle tante opere realizzate dal collettivo Orticanoodles, tra i primi interpreti italiani ad essere riconosciuti a livello internazionale per la loro abilità nell’uso della tecnica dello stencil, un genere di street art. Un’intera parete di 300 mq con fiori sbocciati e coloratissmi finanziata da Fastweb su uno dei palazzi all’angolo tra via Pascarella e via Graf nel Municipio 9, nel quartiere di Quarto Oggiaro.
# Lo Squalo dei Navigli
Lo Squalo dei Navigli, nel Municipio 6 sul ponte all’incrocio tra via Ascanio Sforza a via Giuseppe Lagrange, è stato realizzato nel 2014 in occasione del “Bridge Festival” dal milanese Marco Teatro. L’enorme pesce dai denti affilati sbuca dal naviglio cercando di afferrare le gambe di un’ignara persona e posizionandovi bene lungo le scale potrete scattare la foto perfetta.
# Il cuore pulsante sul Naviglio
Credit: @heartsofcities
Nel Municipio 5 sempre in zona Naviglio Pavese, ecco l’opera “Music is a never ending journey” ad opera del collettivo di artisti urbani Orticanoodles. Si trova sulla parete di 400 mq di un palazzo all’angolo tra Via Conchetta e Via Ettore Troilo ed è stato commissionato da Porsche in occasione della Music Week nel 2018. Raffigura un gigantesco cuore pulsante posto al centro di un cosmo musicale ispirato a diversi generi e strumenti musicali.
# Aida Accolla, la musa di Isola
Creidts saxpenny85 IG – Murale orticanoodles
Il murale in via Borsieri 5, quartiere Isola, è una rielaborazione del ritratto scultoreo che venne compiuto dall’artista novecentesco Francesco Messina della celebre étoile e sua musa Aida Accolla. L’opera è stata realizzata nel 2021 dal collettivo Orticanoodles, in stretta connessione con Inside.
# Il trittico del Giardino delle Culture
All’interno del Giardino delle Culture in via Morosini nel Municipio 4 si può ammirare un trittico di murales. Due dal nome di “Lost and found” sono di Francesco Camillo Giorgino, in arte Millo, tutti accomunati da un cuore rosso che contrastano col bianco e nero del disegno e col grigiore circostante. Quello nella foto rappresenta una bambina e la sua fionda tra i palazzi di una città, l’altro un rabdomante, l’indovino dell’acqua. Il terzo, realizzato nel 2021 dai romani Solo (Flavio Carbonaro) e a Diamond (Stefano Biagiotti), ispirato all’Art Nouveau di Mucha, nelle forme seducenti della principessa Libuse, ma anche a una Praga up-to-date, giovane, creativa, alternativa.
# Milan Street Hi Story
In Via Pio IV nel Municipio 1, su un muro lungo 40 metri di proprietà della Basilica di San Lorenzo Maggiore, nel 2014 è stato realizzato il murale “Milan Street Hi Story” ad opera di 11 tra i nomi storici della Street Art figurativa italiana. Fortemente desiderata da Don Augusto Casolo e commissionata ai milanesiAcme107, Cheone, Crea, Encs, Gatto Max, GattoNero, Gianbattista Leoni, Kasy23, Luca Zammarchi, Mr Blob e Neve, ripercorre tutta la storia di Milano da Attila a Carlo Magno passando per Leonardo Da Vinci. Sono presenti anche rivisitazioni fortemente simboliste dello scontro tra i Visconti e gli Sforza.
# Porta Romana Bella
Credits Andrea Cherchi – Murale Porta Romana
Nel 2021 in occasione del progetto “Un nome in ogni quartiere” promosso da YesMilano è stato realizzato un murale dedicato a Porta Romana al civico 12 di Corso Lodi, Municipio 4. Marco Goran Romano, così come nell’immaginario dei milanesi è cantata da Nanni Svampa come “Porta Romana bella”, ha voluto sintetizzare con una dolce connotazione femminile questo luogo di Milano tra i più tradizionali e caratteristici e poco valorizzato. Si possono notare un arco astratto che richiama la forma della porta medievale, una mano che delicatamente sfiora un rampicante di fiori stilizzato, una farfalla e ogni singola lettera a comporre la scritta Porta Romana Bella.
# Close the Gap, Open your Future
Credits saxpenny85 IG – Close the gap
Sempre nel 2021 in zona Porta Nuova nel Municipio 9, Giulio Gebbia in arte Rosk, ha firmato il murale “Close the Gap, Open your Future” su commissione di Fastweb. L’opera ha riqualificato la facciata ovest dell’edificio di via De Castillia 20 e vuole lanciare un messaggio forte sull’urgenza di cancellare tutte le distanze che creano disuguaglianze per costruire una società sempre più inclusiva e più equa per tutti.
# Toilet Paper in Città Studi
Case murales via Balzaretti 1
In occasione della Design Week 2022, replicando il progetto Toilet Paper al civico 4 di via Balzaretti, la sede della rivista del fotografo Pierpaolo Ferrari e dell’artista Maurizio Cattelan, viene realizzata la prima strada installazione di Milano. Nel tratto compreso tra via Pascoli e via Diacono, le pareti delle abitazioni sono state dipinte con altrettante opere d’arte che rappresentano strumenti a fiato, rose e orchidee sempre nello stile della celebre rivista.
Credits Elefteria Morosini FB – Miracolo a Milano via Valvassori Peroni
In via Valvassori Peroni 19 in zona Lambrate nel Municipio 3, sulla parete delle sale studio Cidis dell’Università degli Studi di Milano, troviamo invece un murale dedicato al celebre film di Vittorio de Sica “Miracolo a Milano” del 1951. Misura 60 metri per 2,2 ed è uno dei più recenti in città, realizzato a dicembre del 2022 da Smoe, è dipinto con sfumature dall’ocra al grigio e al bianco e raffigura alcune delle scene iconiche del capolavoro cinematografico come il volo finale delle scope in piazza Duomo.
Un giardino sospeso con una vista spettacolare sulla città, dove assaggiare apertivi esclusivi godendosi il tramonto.
La “TERRAZZA NASCOSTA” con GIARDINO PENSILE a MILANO (dove fare anche aperitivo)
# La chicca nascosta di Base Milano
Credits: @base_milano Terrazza Bistrot Base
Nel cuore di zona Tortona, precisamente in via Bergognone, 34, si trova la Terrazza “nascosta” di Base Milano. Base Milano, centro culturale che produce innovazione sociale e connette arti, imprese e tecnologia, è ormai un ambiente frequentatissimo dai giovani e non della città. Ha aperto i battenti nell’ormai lontano 2016, riqualificando l’area post-industriale dell’ex Ansaldo e facendola diventare un centro polifunzionale. 12 mila metri quadrati riqualificati e trasformati in project-house per il coworking, in un ostello di design e residenza d’artista, in un bistrot perfetto anche per lavorare o studiare, un bar in cortile dove trascorrere le serate estive, con tanto di sdrai, nonché in più spazi per ospitare eventi, party, concerti, workshop. Non tutti conoscono però una delle sue chicche, una terrazza che sembra piuttosto un giardino pensile dove poter sorseggiare cocktail esclusivi gustandosi un buon aperitivo. Fiori e piante botaniche, dondoli, panchine e tende ricreano un’atmosfera tipica di quei giardini curati al minimo dettaglio e che offrono ai propri clienti relax e divertimento.
# Luogo ideale per rilassarsi, divertirsi e godersi il tramonto
Credits: base.milano.it Terrazza Base
La terrazza del Bistrot Base, il ristorante e cocktail bar dello spazio culturale e polifunzionale, è grande oltre 500 metri quadri e si trova all’ultimo piano dell’enorme edificio. Se si va qui all’orario dell’aperitivo, il giardino pensile di Base diventa un posto in prima fila per il tramonto sui tetti della città. La terrazza è anche l’ideale per prendersi una pausa a fine giornata, praticare yoga, organizzare eventi privati, shooting e riprese. Nonostante la sua grandezza i posti in terrazza non sono molti, un’ottantina, probabilmente perché si è preferito creare un ambiente verde piuttosto che mettere tanti tavoli (per questo si consiglia la prenotazione). Ecco alcune foto.
Tra le tante cose che il nostro Bel Paese ha da offrirci c’è anche un patrimonio “esoterico” costituito da luoghi protagonisti di storie e leggende misteriose. Tra castelli, piccoli borghi sperduti e segreti mai rivelati di cittadine che ancora oggi sussurrano di un antico passato, c’è anche un grande masso risalente all’era glaciale e si trova a circa un’ora da Milano.
La PREJA BUJA: il MASSO ESOTERICO di epoca preistorica a un’ora da Milano
# Un monumento naturale: uno dei reperti più misteriosi dell’intero territorio nazionale
Credits: @green.cristiana La Preja Buia
Il masso la Preja Buia, chiamato il Sass da Preja Buia, si trova a Sesto Calende, la città in provincia di Varese sulla riva sud-orientale del Lago Maggiore. Nel paese si trova uno dei reperti più misteriosi dell’intero territorio nazionale: un masso all’apparenza semplicemente strano, ma che in realtà ha tutta una storia da raccontare. Questo grande sasso tra le campagne di Sesto Calende risale all’ultima glaciazione del Neozoico (il Neozoico o Quaternario è in realtà il periodo più recente della Terra, per capirci quello in cui viviamo, ma l’ultima glaciazione di quest’era c’è stata circa 11 mila anni fa). Il ghiacciaio, nella sua progressione, trascinò sia materiale morenico sia grandi massi che, letteralmente errando, arrivarono fino alle campagne della località di San Vincenzo, frazione di Sesto Calende. Il Sass de Preja Buia è dichiarato monumento naturale regionale vista la sua importanza storica e geologica, ma nella sua lunga vita ha avuto diverse funzioni.
Tra le tante si pensa che questo grande masso sia stato un altare sacrificale: sulla superficie ci sono infatti numerosi petroglifi risalenti all’epoca preistorica che lo provano. In più, tutto intorno ci sono altri massi con altrettanti petroglifi.
# Fa impazzire le bussole: un tempo stimolava la fertilità femminile?
Credits: @giuseppe.patrizia Preja Buia
La Preja Buia è un sasso erratico, ovvero un grande blocco di roccia che è stato trasportato a fondovalle da un ghiacciaio. Questi massi vengono chiamati anche massi delle streghe. La leggenda più famosa ha come protagonista una madre che voleva proteggere i suoi figli da un drago. Purtroppo non ci riuscì, ma il corpo della donna si trasformò nella Preja Buia, come in un grande abbraccio. Ma vicino a questo sasso non si sa più cosa è leggenda e cosa è realtà. Se si è vicini alla Preja Buia, la bussola non funziona. Sì perché il masso ha delle caratteristiche magnetiche impressionanti. Ma secondo storie antiche è anche simbolo di fertilità, qui le giovani spose si radunavano per poter chiedere alle dee pagane di dar loro il dono della maternità.
Grazie alla collaborazione della community di Milano Città Stato pubblichiamo la prima classifica ufficiale dei dieci luoghi dove portare il tuo peggior nemico a Milano.
I dieci POSTI MIGLIORI dove portare a Milano il tuo PEGGIOR NEMICO
#10 Piazza Duomo e corso Vittorio Emanuele sabato pomeriggio
Zero emissioni e minimo inquinamento acustico. La domanda è: i voli elettrici saranno il futuro dell’aeronautica e del trasporto di linea dei turisti? Intanto i primi biglietti per questi voli sono già stati venduti.
Al via la vendita dei BIGLIETTI per i primi VOLI ELETTRICI di linea
# Venduti i biglietti per salire sull’ES-30
Credits @heartaerospace ES-30
È partita la vendita del primi voli elettrici di SAS (Scandinavian Airlines) e nel giro di pochissimo tempo i primi biglietti sono già andati sold out. Senza dire né le date né l’aeroporto di partenza, la compagnia aerea ha deciso di mettere fuori alcuni biglietti per quello che sarà il primo volo aereo di linea completamente elettrico, al prezzo di circa 210 euro. Il risultato è stato un assalto ai biglietti. L’unica cosa che si sa è che i 3 voli inaugurali saranno uno in ciascuno dei mercati nazionali di Danimarca, Norvegia e Svezia di SAS e avranno luogo nel 2028.
L’aereo che porterà i fortunati passeggeri che hanno comprato i biglietti si chiama ES-30 e a realizzarlo sarà la start up Heart Aerospace. È ancora in fase di costruzione presso il campus universitario di Göteborg, in Svezia, ma si stima che potrà portare 30 passeggeri e avrà un’autonomia completamente elettrica di 200 km e un’autonomia ibrida di 400. Utilizzare un aereo elettrico significa poter volare senza lasciare combustibili fossili nell’atmosfera e quindi ridurre di gran lunga l’inquinamento prodotto da questo settore (il settore dell’aviazione è uno dei più inquinanti).
# Alice, il primo aereo elettrico a decollare
Credits: @Mariela de Diego Aereo Alice
Il primo volo elettrico a decollare nella storia è stato Alice, un aereo con un motore perfettamente non inquinante, che nel novembre del 2022, all’aeroporto internazionale di Grant County, a Washington, ha volato per 8 minuti raggiungendo più di 1.000 metri di altezza e una velocità di 273 km/h. La società responsabile del progetto è stata Eviation Aircraft e, come dice il suoi presidente, il primo volo elettrico è stato un passo storico nel mondo dell’aeronautica. Gli aerei che conosciamo tutti sono aerei molto simili a quelli che c’erano negli anni ’50, più moderni, certo, ma che funzionano allo stesso modo. L’ultimo grande cambiamento tecnologico nella struttura degli aerei c’è stato proprio in quel periodo: quando da un motore a pistoni si è passato ad un motore a turbina.
# Obiettivo: solo aerei elettrici entro il 2045
Nonostante il grande successo del decollo dell’aereo Alice, questo piccolo aeromobile poteva ospitare solamente 9 passeggeri. La Svezia sta però puntando più in alto: vuole far sì che gli aerei elettrici diventino il futuro e si è fissata obiettivi molto ambiziosi. L’obiettivo è di rendere tutti i voli nazionali privi di fossili entro il 2030 e tutti i voli in partenza dal Paese privi di fossili entro il 2045. Se dovesse riuscirci sarebbe una vera svolta per il Pianeta e la Svezia diventerebbe esempio virtuoso per tutti gli altri paesi, europei e non.
Il centro storico di Milano ha una speciale capacità di cambiare volto a causa della marea di esercizi commerciali che nei vari anni cedono attività, si riorganizzano o modificano le loro vetrine con velocità camaleontica, degna di una metropoli come quella in cui viviamo. Per fortuna ci sono dei locali storici che qualunque sia il prodotto o il servizio mantengono ben salda la tradizione non solo di una milanesità in continua discussione, ma anche del buon cibo a un prezzo decisamente popolare. Fra molti, il maestro indiscusso dei luoghi dove ristorarsi senza farsi spennare è questo.
L’APERITIVO al PREZZO più BASSO nel centro di MILANO
Ph. @cesarino_milano IG
# Nella “via degli straccioni” alle spalle del Duomo
Cesarino si trova letteralmente alle spalle del Duomo: per la precisione in via Pattari, un prosieguo stradale chiuso al traffico che da via Agnello permette di raggiungere la celeberrima Piazza Fontana. Il nome di questa via vede diverse ipotesi, la più accreditata delle quali è quella che si identifica con l’espressione “Pattee e Pattera”, che anticamente identificava la bottega di rigattieri e/o di rivenditori vari, tanto che si era soliti dire “Pari ona bottega de pattee” con il significato di “Sembrare una bottega da cenciaio”, richiamando il termine straccioni. E di botteghe storiche da queste parti ve n’è ben più d’una, soprattutto legate al food e in particolar modo al bene alimentare più diffuso al mondo dopo il riso: il pane. È fra queste mura divise fra età antica e contemporanea, infatti, che trova luogo il nostro Cesarino, amato dai milanesi di tutte le età.
# Una storia iniziata all’età di 10 anni
Negli anni ’50 a Milano il profumo del pane appena sfornato era solito deliziare i sensi degli abitanti della periferia milanese che all’epoca era a ridosso del cuore moderno della città. Basti pensare ad esempio a via Gluck che, come recita il buon Celentano nel suo pezzo più famoso, era descritta come una piccola prateria urbana quando oggi è invece una via vicina alla Centrale. Il pane si produceva nei cortili delle case di ringhiera e in palazzi per classi sociali meno abbienti, ma di fornai specializzati e soprattutto attrezzati a dovere non vi era ancora traccia. È qui che entrano in gioco Antonio e il figlio Cesarino di 10 anni appena che furono i primi a organizzare un sistema di consegne con ceste di vimini assolutamente innovativo per il periodo, ben prima che arrivasse la grande distribuzione organizzata. Dopo aver aiutato il babbo prima dell’alba, il piccolo Cesarino faceva colazione con pane e latte e si avviava a piedi verso la scuola.
Ph. @cesarino_milano IG
# “Il Cesarino”, uno dei più buoni pani di Milano
Come recita la storia di questo splendido panificio, ben presto Cesarino iniziò ad aiutare il papà anche nell’impasto provando col tempo ad unire farine diverse e a dare al pane una forma più personale, adagiandolo sul suo telaio fino a riempirlo. Fino a trovare la formula perfetta che avrebbe reso il pane di Cesarino fra i più buoni di Milano, tanto che quel pane croccante fuori e morbido dentro ben presto sarebbe stato affettuosamente chiamato proprio “il Cesarino”.
# Locale con aperitivo e dehors
Da lì al successo il passo è stato breve e Cesarino, da antico fornaio qual’era è riuscito a stare al passo con i tempi diventando anche locale aperitivo. Oggi, da Cesarino si può gustare cucina italiana e fast food tipico di tutte le regioni italiane ed i prezzi sono molto contenuti. Per quanto riguarda il locale ha circa una quarantina di posti a sedere con un bellissimo dehors e in vendita si possono trovare anche alcoolici, spremute e quant’altro. Il mio consiglio, ovviamente, è quello di provare soprattutto i panini, la cui specialità è quella inventata dal giovane Cesarino ormai più di 70 anni fa: pasta madre, lavorazione a mano e lievitazione lentissima.
# L’aperitivo: pochi euro per un menù a 5 stelle
Cesarino è aperto dal lunedì alla domenica dalle 10 del mattino alle 22, e se su TripAdvisor mostra con orgoglio 5 stelle su 5 con valutazioni eccellenti sotto tutti i punti di vista un motivo ci sarà. Fra le specialità della casa non possiamo non citare il panino con Porchetta di Ariccia, con la Mozzarella di bufala campana e la coppa piacentina (e qui a scrivere non è la mia mano ma il mio stomaco), ma vi suggerisco di non perdere di vista il panino con speck d’Alto Adige e squaquerone emiliano DOP. Questo, solo per citarne alcuni. In più, il vero bonus point di questo amatissimo locale è l’aperitivo con Spritz Aperol o Campari a soli 4 euro e 50 centesimi. Alias, il prezzo in assoluto più basso in rapporto alla qualtià del servizio per un aperitivo nel cuore di Milano.
Un’attesa lunga 13 anni: il weekend della finale di Champions League. Insieme c’è la finale di basket, la festa di Radio Dee Jay al Castello, Zerocalcare, Alice e… il primo party in costume da bagno.
La NOTTE di CHAMPIONS e le altre STELLE del weekend #ToDoMilano
#Venerdì 9/6: finale basket e primo party in costume da bagno
Milano-Spiaggia – Credits: Secret Milano
Walking thérapie: teatro da passeggio e camminata urbana terapeutica allo stesso tempo. Questo il format che propone il Teatro Gerolamo dal 9 al 16 giugno. Spettacolo divertente e ironico, debutta alle ore 20.00 insieme a Nicolas Buysse, Fabrice Murgia e Fabio Zenoni.
Samuele Bersani: secondo ed ultimo appuntamento con il cantautore bolognese, che aspetta il pubblico al Teatro Dal Verme. Inediti arrangiamenti con l’Orchestra de I Pomeriggi, dalle 20.30.
Olimpia – Virtus: gara 1 della finale del campionato di serie A di basket con la storica sfida tra Milano e Bologna. Alle 20.30 al Mediolanum Forum di Assago.
È inutile a dire: spettacolo teatrale, ironico e dissacrante, che propone ad diversi personaggi, suddivisi in episodi. Protagonista al Teatro Manzoni è Gabriele Cossu, sipario alle 21.00.
Okean Elzy: concerto della band ucraina, il cui incasso è a favore del loro paese e dei rifugiati dalla guerra in corso. In programma alle 21.00 al Teatro degli Arcimboldi.
Luoghi Immaginari: edizione straordinaria de La Milanesiana, con il concerto di Nicola Piovani e l’autore Joel Dicker che dialoga con Candida Morvillo. Succede al Piccolo Teatro – Giorgio Strehler alle 21.00.
Portatori sani di stand up: monologhi incorrect, con i Maschi Bianchi Etero che si avvicendano sul palco dello Zelig Cabaret. Le stand-up comedy iniziano alle ore 21.00.
Anastasio: Concerto di inizio estate per il rapper sorrentino, che a fine esibizione ha accettato di confrontarsi con il pubblico. Si inizia alle 21.00 presso lo Studio Arnaldo Pomodoro di via Vigevano.
Twist and Shout!: gran ballo di fine stagione al Circolo Magnolia di Segrate, che saluta le atmosfere anni ‘50 e ‘60 prima della pausa estiva. In programma anche il concerto dei The Goose Bumps alle 21.00 per finire a notte fonda.
Summer B***h Party: l’Alcatraz si trasforma in incantevole spiaggia del Mediterraneo, per il primo party in costume da bagno. Voglia d’estate dalle 23.00 fino all’alba.
#Sabato 10/6: laboratori la mattina, musica sinfonica al pomeriggio, serata champions con maxi schermo a San Siro
Finale di Champions – Credits: UEFA
Dietro le quinte dell’Acquario: visite guidate da biologi marini, per scoprire le meraviglie e i segreti dell’Acquario Civico di Milano. Slot sempre nuovi che partono ogni 30 minuti, a cominciare dalle 10.00.
Custodi del verde urbano: mattinata di workshop urban gardening, dedicato alle piante in città. Si tiene anche in caso di maltempo, dalle 10.00 a Cascina Nascosta.
World Harp Day Milano: giornata dedicata all’arpa elettronica, nella Sala Puccini del Conservatorio Verdi. Dalle 10.00 alle 20.00 letture e interpretazioni si susseguono per gli appassionati di questo strumento.
Festa di un pomeriggio di inizio estate: festa musicale, con la partecipazione delle orchestre giovanili Sinfonica Kids, diretta da Pilar Bravo, e la Sinfonica Junior, con al podio Marcello Corti. L’appuntamento per gli appassionati, è alle 16.00 all’Auditorium di largo Mahler.
Spiriti arborei – Il ciclo delle stagioni capitolo estivo: spettacolo di teatro danza alla scoperta degli spiriti della natura, per il Festival della Biodiversità. Inizia alle 16.00 presso il Parco Nord, con ritrovo da Via Gian Carlo Clerici 150.
Progetta con il suono: laboratorio per ragazzi 11-13 anni, alla scoperta degli effetti sonori e alla differenza tra suono e rumore. Inizia alle 16.30 presso ADI Design Museum.
Der Kaiser Von Atlantis: concerto conclusivo del festival Milano Musica, al Conservatorio Verdi. Saranno i giovani interpreti del Conservatorio ad esibirsi alle 20.00, dopo la cerimonia di chiusura nel foyer che è prevista per le 18.30.
Musica al Tempio: protagoniste della serata al Tempio Valdese, sono Yulia Berinskaya, Elisa Marchetto e Giulia Sanguinetti, accompagnate dall’Orchestra dell’università Bicocca. L’esibizione inizia alle 20.30.
Orchestra Sinfonica Amatoriale di Milano: concerto conclusivo della stagione della Sinfonica, con la sua formazione di non professionisti. Dirige Andrea Oddone, dal podio dell’Auditorium Cariplo, alle 20.30.
Luoghi Elettrici: appuntamento che sa di estate de La Milanesiana in open-air ai Bagni Misteriosi. L’evento prevede una lettura di Tiziano Scarpa, il concerto di Frankie hi-nrg MC e un intervento di Andrée Ruth Shammah. Inizio alle ore 21.00.
Mansbuhsona + Inesorabilmenteunavia: spettacoli di danza contemporanea delle compagnie Ivona e YoY Perfoming Arts. In programma alle 21.00 allo Spazio Fattoria della Fabbrica del Vapore.
TitsUp!: Una serata per dimostrare che le donne non devono dimostrare nulla. Stand-up al femminile con Cinzia Marseglia, Grazia Sambruna, Giada Parisi, Loredana Scalia e Francesca Puglisi che si alternano allo Zelig Cabaret dalle 21.00.
Finale di Champions League: Istanbul chiama e Milano risponde presente! L’Inter di Lautaro, Barella e Lukaku sogna lo sgambetto al famelico City di Guardiola. Il mega schermo di San Siro è sold out, ma la Milano nerazzurra saprà dove assistere alla finale delle 21.00.
#Domenica 11/6: podistica di prima mattina, serata con Zerocalcare e Alice allo Strehler
Alice – Credits teatro.it
A(M)mericana al Parco: prima edizione di una gara aperta dai 13 anni in su, che prevede 8 giri da 2,5 km da percorrere in tempi prestabiliti. Si svolge al Parco Lambro, ritrovo alle 7.30 presso lo skatepark (altezza via Feltre 75).
Fiera del Vinile: giornata interamente dedicata al marketplace del disco usato, raro e da collezione. Apre alle 10.00 al Parco Tittoni di Desio. Chiude alle 21.00 con un tributo alla musica di Rino Gaetano.
Laboratorio di Cianotipia: creare la propria “blueprint” attraverso la tecnica di stampa a contatto mediante raggi UV. Si può fare alle 10.45 alla Cascina Cotica, nell’orto della comunità.
Corso di Ceramica: creare una tazzina, anche per chi si avvicina per la prima volta alla ceramica. Il laboratorio si tiene dalle ore 11.00 presso Remira Market, in via Luigi Nono 9.
#SocialBrunch: torna il format originale per vivere un’esperienza unica di networking e divertimento. Primo appuntamento alle 11.00 in via Gaetano Airaghi 131.
LaFil – musica nei quartieri: giornata conclusiva della rassegna che ha portato concerti gratuiti e prove aperte della Filarmonica del Conservatorio nei quartieri di Milano. In programma alle 11.00 e alle 19.00, rispettivamente in via Savio 3 e via della Chiesa Rossa.
Adriano Ar: rassegna di musica, workshop e laboratori, nel quartiere Adriano. Inizia alle 17.00 con la presentazione del programma e, a seguire, Musica senza barriere con il Coro Manos Blancas al Magnete (ex Marelli di via Adriano 107).
Sustainable Art Workshop: creare i propri materiali per pittura, partendo da elementi naturali. Il workshop è condotto da Michelle Galliano a Cascina Nascosta ed inizia alle 15.30.
Luci su Milano: narrazione urbana inedita, attraverso gli occhi di osservatori di eccezione della città: i fotografi. Le immagini e la loro esplorazione in un talk alla Triennale, che inizia alle ore 16.00.
Parole in Giardino: letture a voce alta di alcuni libri, a cura di Book City Milano. L’appuntamento è a Cascina Merlata alle 18.30. Partecipazione gratuita e prenotazione obbligatoria.
Luca Salsi: recital del baritono, accompagnato al pianoforte dal M° Nelson Scalzi. In programma alle 20.00 sul palcoscenico del Teatro alla Scala.
Incontro con Zero Calcare: La Milanesiana presenta un incontro con Zerocalcare, al Piccolo Teatro Strehler alle 20.30. A seguire ci sarà il concerto di Alice.
Alice canta Battiato: uno dei connubi più belli della musica italiana, riproposto in un tour teatrale dall’interprete di Forlì. 16 canzoni del grande autore siciliano dal palco del Piccolo Teatro – Giorgio Strehler. Il sipario si apre alle ore 21.30.
#Tutto il we: Carbonara, cucina romana e birra a fiumi, skate sotto i tunnel di NoLo, la festa di Radio Deejay al Castello
Carbo Beer Festival: rassegna che mette in pericolo la prova costume, con le calorie della Carbonara e della Birra. Piazza Città di Lombardia, da venerdì 9 a domenica 11 è il regno della cucina romana.
Tunnel Boulevard Connecting Communities: quando architettura, street art e skateboard si incontrano. Per due giorni sabato 11 e domenica 12, lezioni di skate sotto i tunnel di via Padova, altezza del civico 91.
Le Serve: spettacolo teatrale che racconta la storia di due sorelle, cameriere a servizio, che a turno si fingono la padrona e la sua serva. Ognuna veste i panni dell’altra, venerdì alle 20.00 e domenica alle 17.00 al Teatro Factory32.
L’estinzione dei panda: anteprima nazionale dei giovani diplomati al Teatro del Borgo. In scena 10 e 11 giugno alle 20.30, ingresso da via Verga.
Guardare Oltre: visita e sorprese in giro per il quartiere Affori, alla scoperta della mostra diffusa, con opere realizzate dai giovani residenti. L’occasione diventa una passeggiata alla scoperta del quartiere, sabato dalle 10.00 alle 12.00 e domenica dalle 17.00 alle 19.00.
Polifonic Festival: la musica elettronica domina il festival che dura per tutto il fine settimana. Inizia venerdì 9 nel cortile della Triennale e prosegue al Parco Esposizione di Novegro sabato e domenica.
All you need is pop: festa di Radio Popolare, con concerti, incontri, street food e socialità. Inizia venerdì , dura 3 giorni, presso l’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini.
Terraforma 2023: festival internazionale di musica dedicato alla sperimentazione artistica e alla sostenibilità ambientale. Full immersion di 3 giorni a Villa Arconati, Castellazzo di Bollate.
Sagra della cipolla rossa di Breme: per chi ancora non conosce l’ortaggio rosso più buono d’Italia, è possibile gustare tutti i piatti tipici che lo esaltano. La Dolcissima è la protagonista per 3 giorni a Breme (PV). Info QUI.
Le Notti della Taranta: primo appuntamento con la pizzica al Villaggio Pugliese di Cernusco S/N (Parco Trabattoni). 3 giorni ininterrotti dedicati alla tradizione e al folklore pugliesi.
Party like a Deejay: la radio milanese in trasferta nel Cortile della Rocchetta al Castello Sforzesco, tiene banco due giorni. Sul palco le consuete dirette e tanti ospiti, che si avvicendano sabato 10 e domenica 11 giugno.
Credits dettaglihomdecor.com - Casa più bella d'Italia di sera
Un edificio contemporaneo inserito in modo armonico nel contesto urbano circorstante. Il prestigioso premio ottenuto e come è stata progettata.
La CASA di LUSSO più BELLA d’Italia
# Premiata a New York dal prestigioso Luxury Lifstyle Award
Credits dettaglihomdecor.com – Casa più bella d’Italia
La casa di lusso più bella d’Italia, premiata nel 2021 a New York dal prestigioso Luxury Lifstyle Award, è quella progettata dall’architetto mestrino Filippo Caprioglio con il suo studio Caprioglio Architects che ha già ricevuto molti altri premi. L’abitazione si chiama Casa F+T+3 ed è stata realizzata a Mogliano Veneto. Lo stile dell’edificio è contemporaneo, con “linee compositive e geometrie molto pulite e tese ad una purezza formale”, ed è stato pensato per inserirsi in modo armonico nel contesto urbano circorstante.
# Come è stata realizzata
Credits dettaglihomdecor.com – Casa più bella d’Italia di sera
Si estende su una superficie di 250 mq, oltre alle pertinenze, e si sviluppa su due piani a forma di “L”. Le linee sono essenziali e si percepisce la continuità tra l’interno e l’esterno grazie anche alla pavimentazione del piano terra caratterizzata da un grigio tenue e le fughe senza interruzioni. Al piano terra si accede direttamente alla spaziosa area living e poi verso la cucina, i due ambienti costituisco il “fulcro e volume di cerniera” dell’abitazione. Sempre allo stesso livello troviamo una family room pluriuso, un bagno, la lavanderia e il garage dal quale si scende nella cantina sottostante.
Credits dettaglihomdecor.com – Scala in vetro casa più bella d’Italia
Attraverso una scala sospesa in vetro e acciaio si arriva al primo piano che affaccia direttamente sul piano inferiore e si compone di: studio, camera padronale con vista sulla prospiciente grande terrazza affiancata da un albero che scherma la grande finestratura, due ampie camere singole, bagni e un corridoio armadi.
Credits dettaglihomdecor.com – Piscina casa più bella d’Italia di sera
All’esterno dispone di un giardino da 500 mq con annessa piscina Castiglione a sfioro.
# Un focus sullo studio della luce
Credits dettaglihomdecor.com – Open space casa più bella d’Italia
Un focus particolare in fase di progettazione è stato fatto sullo studio della luce che, come si può notare, entra in grande quantità attraverso i grandi serramenti scorrevoli e fissi. Poi c’è il gioco che questo elemento naturale compie con le altezze degli spazi interni: i soffitti variano da un minimo di 2,7 metri ai circa 6 metri dell’open space dove spicca l’enorme lampadario IXI, scultura luminosa modulabile a seconda degli spazi e delle necessità disegnata da Caprioglio per Leucos, che cala in modo scenografico dal soffitto.
Sulla sponda orientale del Lago di Garda, c’è un piccolo borgo medievale abbandonato. Troppo difficile da raggiungere, ma anche troppo bello e caratteristico per lasciarlo decadere.
Il BORGO sul LAGO di Garda che si è fermato all’ANNO MILLE
# Il borgo che si è fermato all’anno mille
Credits: @gardaoutdoor Campo di Brenzone
Si chiama Campo di Brenzone ed è un piccolo paese veneto nella provincia di Verona. Si trova sulla sponda orientale del Lago di Garda, tra Malcesine a nord e Brenzone sul Garda a sud, e, nonostante la sua bellezza, gli abitanti di questo piccolo paesino si possono contare sulle dita di una mano. Raggiungere Campo di Branzone non è affatto facile: solamente due sentieri, o meglio due mulattiere, portano i residenti e qualche turista in questa località. Una volta raggiunto il comune, il centro storico è davvero affascinante. Sembra di essersi fermati indietro nel tempo, con stradine strette e case tradizionali in pietra.
Campo è in realtà una frazione del comune più grande di Brenzone sul Garda e sembra accertato che quest’anno il paese abbia compiuto ben mille anni, la prima pietra di Campo fu posta infatti nel 1023.
# Un paese quasi fantasma
Spesso erroneamente si dice che Campo sia un borgo fantasma, invece non è proprio così. Nel 2011 Campo contava 9 abitanti e oggi pare che ci abiti lì ancora una famiglia. Una volta la popolazione di Campo era molto più numerosa, ma la vita in paese è ancora ferma al medioevo e pian piano gli abitanti hanno voluto cercare un posto più comodo. Le mulattiere sono le sole vie d’accesso al villaggio, per riscaldarsi si usa la stufa a legno e anche i sistemi di fogne e acqua non sembrano il massimo. Come il borgo sembra essersi fermata all’anno mille, così è stato anche per la vita in paese. Ma Campo è anche un borgo molto visitato, sono infatti escursionisti e turisti a popolarlo.
Credits: @gardaoutdoor Campo di Brenzone
Altro pezzo forte del paese è la sua chiesa di San Pietro in Vincoli costruita tra il XII ed il XIII sul punto più alto della frazione. Questa piccola chiesetta conserva ancora in perfetto stato alcuni affreschi realizzati nel 1300 dal maestro Giorgio da Riva.
# Come raggiungerlo
Credits: @anetteterpstra Campo
Ma quindi come si arriva in questo borgo nascosto? Per andare a Campo di Branzone il percorso consigliato è quello che parte da Marniga, dove bisogna parcheggiare l’auto e proseguire a piedi. Tra ulivi secolari e una splendida vista lago, in circa mezz’ora si è arrivati al paesino.
Credits mr.frecciabianca.hd IG - Ferrovia dei due mari
L’infrastruttura metterebbe in connessione i due versanti opposti del centro Italia, la regione Marche a Roma, con fermate in molti punti di collegamento con il resto dell’Italia e dell’esterno. Purtroppo il progetto viaggia a rilento a causa di numerosi intoppi.
La “FERROVIA DEI DUE MARI” verrà realizzata? La grande SVOLTA nei collegamenti in Italia
# Il progetto prevede 135 nuovi chilometri per tagliare l’Italia
Alessandro Antonelli – Opera propria OpenStreet Map – Ferrovia dei due mari
Risale alla prima metà del 1800, agli albori della storia ferroviaria Italiana, l’idea di collegare la Regione Marche al Lazio. Ilprimo progetto è datato 1878. A tenere viva l’idea negli ultimi anni è il Comitato “Un Treno per Roma” e la sezione “Italia Nostra” di Ascoli Piceno.
Nello specifico la “Ferrovia dei due Mari” prevede la realizzazione di una tratta ferroviaria” di 135 km che collegherebbe in primis Ascoli Piceno ad Antrodoco, passando anche per alcuni comuni colpiti dal terremoto del 2016, come Arquata, Amatrice, Norcia e le principali città d’arte del centro Italia. L’altro obiettivo del progetto è quello di collegare Rieti a Roma, unica città così vicina alla Capitale ma che non ha un collegamento diretto. A completare l’opera di questa infrastruttura ci sarebbe infatti un altro tratto importante, quello di Passo Corese-Rieti.
# 2 miliardi di investimento per collegare Roma a San Benedetto del Tronto
restodelcarlino – Ferrovia dei due mari
La costruzione dei 135 km di tracciato ferroviario, per la quale è stato stimato un investimento pari a 2 miliardi di euro, andrebbe ad aggiungersi ai tre già esistenti per una lunghezza complessiva di 221 km. In totale sono infatti 98 i km di rete già in esercizio:37,13 km sulla Firenze-Roma, 28,36 km sulla Terni-Sulmona e 32,58 km Ascoli-San Benedetto.
Lungo il percorso sono state ipotizzate 4 nuove stazioni: Acquasanta Terme, Arquata del Tronto, Accumoli e Posta. Oltre a queste dovrebbero esserne riqualificate altre tre: Ascoli, Antrodoco e Rieti.
# Il fine ultimo del progetto e i classici problemi italici
wikivoyage.org Stazione di Rieti
La “Ferrovia dei Due Mari “ non avrebbe un ruolo importante solo per l’economia e le infrastrutture della zona, ma genererebbe un impatto positivo in particolare per lo sviluppo del turismo nel centro Italia. Il fine ultimo è infatti quello di collegare, oltre al Tirreno con l’Adriatico, tutti i borghi e le città sul tracciato prima di giungere nella capitale.
Un progetto che al momento rimane un sogno visti i numerosi intoppi incontrati lungo il cammino. Per lo studio di fattibilitàsono stati stanziati 40 milioni di euro ma si attende ancora la sua presentazione che era attesa a dicembre 2022. Per quanto riguarda il nodo di Rieti, nonostante l’intervento risultasse inserito nel contratto di programma 2017-2021 nel Piano Commerciale di RFI, i fondi per la realizzazione dell’opera non sono mai stati assegnati.
# Gli ultimi aggiornamenti
Non ci sono al momento novità positive sul progetto. Al netto di uno studio presentato a novembre 2022 relativo al tratto marchigiano da Ascoli Piceno fino al confine regionale tra Marche e Lazio, per un totale di 35 km di linea e utile a valutare gli effetti e gli impatti che la nuova linea ferroviaria produrrebbe sul piano economico e sociale, nessun’altra notizia è trapelata. Per ora quindi si registra tanta confusione, pochi fondi e molte incertezze. Basti pensare che il piano commerciale di RFI prevedeva il finanziamento e la realizzazione della linea nel periodo 2022-2026, mentre secondo il contratto di programma, dovrebbe essere finanziata dopo il 2026 e realizzata ancora dopo.
La “Ferrovia dei due Mari” rimarrà una chimera ancora per un altro secolo o fra qualche anno si viaggerà in treno da un lato all’altro dell’Italia?
Qual è la piazza più grande di Milano? Il primo posto è cambiato da poco, ma è ancora messo in discussione in una città in continuo cambiamento. Ecco la classifica delle cinque piazze più grandi di cui due fino a pochi anni fa non esistevano nemmeno.
Le 5 PIAZZE più GRANDI di Milano: c’è chi mette in dubbio la NUMERO UNO
#5 Piazza Gae Aulenti (Porta Nuova): 11.000 metri quadrati
Intitolata alla celebre archistar è stata inaugurata nell’anno della sua scomparsa: il 2012. E’ rialzata di sei metri rispetto al livello della strada ed è attorniata da grattacieli, diventando il nuovo centro del quartiere più dinamico della città.
#4 Piazza del Duomo (Centro): 20.000 metri quadrati
La piazza simbolo della città si posiziona solo al quarto posto per grandezza. L’attuale configurazione risale solamente agli anni sessanta del diciottesimo secolo. Dagli anni ottanta del secolo scorso la piazza è stata pedonalizzata.
#3 Piazza Duca D’Aosta (Centrale): 21.000 metri quadrati
Iniziata nel 1906 e completata nel 1931, rappresenta la porta della città per chi arriva in treno. Foto: Davide Bonando
#2 Arco della Pace (Sempione): 26.000 metri quadrati
#1 Piazza Gino Valle (Portello): 27.000 metri quadrati
Inaugurata il 14 giugno 2014 piazza Gino Valle è stata intitolata all’architetto che ne ha curato il progetto. Nella piazza è stato collocato il bassorilievo di Emilio Isgrò «Grande Cancellatura per Giovanni Testori», realizzato e donato al Comune appositamente per la nuova piazza. Ai lati ci sono casa Milan e oltre la circonvallazione la montagnetta a spirale.
E’ lei la più grande piazza di Milano anche se per alcuni il suo primato sarebbe messo in discussione dalla 08, tra Gae Aulenti e l’Isola.
Facciamo un giro allo scoperta degli edifici più interessanti nel quartiere universitario di Milano.
Gli EDIFICI più belli e più curiosi di CITTÀ STUDI (Gallery Fotografica)
# Il quartiere universitario
Maps – Città Studi
Città Studi è il quartiere universitario per eccellenza a Milano nonostante con il passare degli anni altre parti della città siano state interamente occupate da atenei, campus e studentati. Qui sono presenti tra gli altri i dipartimenti di ingegneria, architettura, fisica, chimica e matematica. Città Studi è di conseguenza anche una delle zone maggiormente frequentate da studenti e non solo, con numerosi locali tra cui il mitico Bar Basso, ma è anche ricca di edifici degni di nota. Facciamo un giro nella zona allo scoperta di quelli più interessanti.
Partiamo dalla sede del Politecnico in piazza Leonardo da Vinci, la terza e ultima in ordine di tempo dopo il Collegio Elvetico e il Palazzo della Canonica. Si tratta del più antico ateneo di Milano, fondato nel 1863. L’edificio principale, che è anche un po’ il simbolo del quartiere, ha visto la posa della prima pietra nella seconda metà degli anni ’20 del ‘900. Si sviluppa su due livelli e si caratterizza per una successione di colonne piatte che incorniciano in prevalenza finestre e porte ad arco. Sono presenti anche due stemmi del Comune di Milano, sotto la balaustra coronata da un parapetto, e due statue alla destra e alla sinistra del basamento all’interno di nicchie: la prima rappresenta Francesco Brioschi, matematico e primo rettore, la seconda Giuseppe Colombo, padre dell’ingegneria italiana e rettore nel periodo 1897-1921.
Del polo universitario fa parte anche il palazzo soprannominato dai milanesi il “Cremlino”, un imponente edificio stile Soviet, di sei piani ad altezze variabili, che ricorda appunto quelli della Piazza Rossa di Mosca anche per le sue due cupole sovrastate da puntali. Realizzato in un stile ibrido tra Artdeco e Liberty tra il 1924 e il 1925, come istituto di chimica grazie a un lascito di Luigi Ronzoni, presenta una facciata con cemento decorato in modo geometrico. Sul retro, da dove si riesce ad avere una visuale più completa, spiccano tre absidi. Si trova tra via Colombo 81.
# Via Balzaretti, la prima strada installazione di Milano
Foto redazione - Murales di via Balzaretti
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Case murales via Balzaretti 1
Case murales via Balzaretti 3
Casa murales via Balzaretti 2
Spostiamoci in via Balzaretti, una traversa di via Giovanni Pascoli. Tutto parte dalla sede al civico 4 di Toilet Paper, la rivista del fotografo Pierpaolo Ferrari e dell’artista Maurizio Cattelan, che nel 2019 è stata dipinta con tre colori e quattro mani con altrettanti rossetti scarlatti fra le dita. In occasione della Design Week 2022, lo stesso duo in collaborazione con ORGANICS by Red Bull, ha deciso di replicare il progetto in tutta la via facendo dipingere le facciate dei palazzi in stile liberty con altrettante opere d’arte, si vedono strumenti a fiato, rose e orchidee, e trasformandola nella prima strada installazione di Milano.
Sul lato opposto della strada troviamo le Residenze Carlo Erba, che si sviluppano in un triangolo formato completato da via Pascoli, via Pinturicchio e piazza Carlo Erba. Si tratta di un progetto di recupero e riqualificazione di uno storico edificio a “forma di S”, curato di Eisenmann, Zuliani e Degli Esposti Architetti e concluso nel 2019, che un tempo è stato la casa dell’editrice Rizzoli e L’Espresso e degli uffici della Rinascente e del gruppo Zurich. Occupa un’area di 19.000 mq per 9 piani di altezza e presenta finiture esterne differenti: i primi tre piani sono in travertino, mentre dal quarto piano inizia una stratificazione di elementi con marmo di Carrara, vetrate e telai metallici che creano capaci di creare vuoti e pieni caratterizzando ancora di più la forma curvilena del palazzo.
Il mini-quartiere medievale. Tra le vie Righi, Plino e Pascoli troviamo una serie di abitazioni ed edifici tutti accomunati da un stile che rimanda alle costruzioni medievali, con torrette, archi a punta, trifore, decorazioni, greche. Se ne contano circa una decina.
# Edifici Liberty
Foto redazione - Edifici liberty
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Edificio liberty 3
Edificio liberty 2
Edificio liberty 1
Edificio curioso
In queste foro vediamo altri edifici degni di nota con uno stile abbastanza frequente nel quartiere e in altre zone di Milano, con alcuni elementi legati al Liberty, realizzati verosimilmente nei primi decenni del ‘900.
# La chiesa incastrata tra gli edifici
Chiesa di San Pio X
Un altra costruzione curiosa è quella della Chiesa di San Pio X, non tutto per la sua architettura abbastanza anonima con una facciata rivestita di piastrelline verdi in ceramica a mosaico, quanto per la sua posizione incastrata tra due edifici.
Una delle case più caratteristiche e iconiche di Milano è stata messa sul mercato. Vediamo come è fatta, la sua storia e quanto costa acquistarla.
La CASA IGLOO è in VENDITA: questo il PREZZO
# Le iconiche case Igloo della Maggiolina
Case igloo dall’alto
Le case Igloo furono costruite nel 1946, in via Lepanto nel quartiere Maggiolina, ai margini del cosiddetto Villaggio dei Giornalisti, su progetto dell’ingegnere Mario Cavallè. Il piano era quello di realizzare unità abitativeprovvisorie che avrebbero dovuto rappresentare una risposta veloce ai bisogni delle famiglie sfollate, con le case distrutte dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. L’ispirazione arrivò dagli Stati Uniti, dove in quegli anni era piuttosto diffusa un’architettura delle dimore circolari. In origine erano 12, oggi ne sono rimaste 8 ma solo 2 hanno mantenuto questo impianto, mentre le altre hanno subito importanti interventi di ampliamento e rifacimento.
Queste bizzarre abitazioni hanno una pianta rotonda di 45 metri quadrati e si sviluppano su due livelli, seminterrato e primo piano, con un sistema costruttivo a volta, formato da mattoni forati disposti a losanghe convergenti. Gli spazi interni erano stati suddivisi per avere ingresso, cucina, bagno e due camere.
# L’annuncio di vendita: 399.000 euro per 90 mq
Credits tempocasa - Casa Igloo
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Credits tempocasa - Esterno Casa Igloo
Credits tempocasa - Interno Casa Igloo
Credits tempocasa - Soggiorno Casa Igloo
Credits tempocasa - Bagno Casa Igloo
Credits tempocasa - Render restauro Casa Igloo
Uno di questi pezzi di storia milanese è oggi in vendita. Sui principali portali di annunci immobiliari viene raccontata come “Una soluzione unica nel suo genere, nascosta tra i grattacieli e i centri commerciali della grande metropoli”. Il testo riporta quanto segue: “La casa è costituita da una base circolare di circa 45mq + 45mq di laboratorio al piano inferiore che risulta essere speculare al piano superiore, è un’autentica cupola realizzata con un sistema a volta formato da mattoni forati disposti a losanghe convergenti. Questa tecnica consente di disporre gli arredamenti interni con una maggiore libertà”. Fa parte della proprietà anche “un giardino privato di 75 mq con box bici/motorino di 8 mq e ingresso indipendente di 20 mq”. Il prezzo? La trattativa parte da circa 399.000 euro.
Milano è circondata da laghi: a massimo un’ora e mezza dalla città si possono raggiungere luoghi dai panorami magnifici dove potersi rilassare, fare un bagno o una camminata tra la natura. Eppure anche dentro Milano ci sono alcuni piccoli laghetti. Sulle sponde di uno di questi c’è un ristorante dove poter pranzare ammirando i riflessi del cielo sull’acqua. E no, non è quello che pensate.
Un RISTORANTE vista LAGO a MILANO
# Il lago dei cigni
Credits: @rachelepittarello Oasi Lago dei Cigni
Non stiamo parlando di un pranzo all’idroscalo, quello conosciuto da tutti come il mare di Milano, ma ci spostiamo esattamente dalla parte opposta della città. Nella periferia ovest di Milano, c’è una piccola oasi che ti catapulta in un’atmosfera completamente diversa da quella della metropoli pur rimanendo in città. Si chiama Lago dei Cigni ed è completamente immersa nella natura: tra aria pulita (o almeno un po’ meno inquinata di quella del centro cittadino) e papere e oche che camminano tranquillamente per i prati di quest’oasi, sembra veramente di essere in un altro mondo. Se ci si vuole rilassare il Lago dei Cigni mette a disposizione comodi lettini e piazzole dove poter prendere il sole, se si vuole invece divertire, nell’oasi si possono praticare sport divertenti e la pesca sportiva.
Il Lago dei Cigni si trova in via Guascona 60 ed è facilmente raggiungibile anche con i mezzi. Basta prendere infatti la metro rossa fino ad Inganni o Bisceglie e da lì prendere la linea 63 dell’autobus e scendere a Muggiano. Ovviamente la macchina rimane il mezzo più facile per raggiungerlo, anche perché poi la si può lasciare tranquillamente nel parcheggio esterno.
# Il ristorante, proposte semplici e genuine
Credits: @valeriacislaghii Oasi Lago dei Cigni
Ed è in questo ambiente immerso nella natura che sembra quasi un miraggio, tra cigni, anatre selvatiche, benessere e gente genuina che si trova il ristorante Oasi Lago dei Cigni. Una location accogliente con personale cordiale e buon cibo. Il loro obiettivo è quello di dare valore alla qualità dei prodotti, perché ogni piccola scelta può fare la differenza. È per questo che il ristorante offre un menù semplice, ma con preparazioni che vogliono emozionare il cliente.
Credits: @oasilagodeicigni Oasi Lago dei cigni
Dal lunedì al venerdì il menù fisso dell’Oasi Lago dei Cigni si compone di panini, hamburger, sfiziosità e fritti vari e insalate con migliaia di combinazioni dalle più semplici con insalata e petto di pollo a quella con pomodorini e gamberetti. Ogni giorno poi, il ristorante propone un menù diverso con tanto di antipasti, primi, secondi e dolci un po’ più elaborati e dove il pesce spesso è protagonista. Con questa doppia offerta il ristorante soddisfa sia la fame di chi è all’oasi ad esempio a pescare e vuole quindi mangiare velocemente, sia la voglia di un buon pesce spada alla griglia di chi invece è andato all’oasi proprio per fare un bel pranzo vista lago.