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Il VA PENSIERO rappresentato alla Scala nel 1842 divenne l’INNO del Risorgimento italiano

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Per Giuseppe Verdi era un periodaccio. Aveva perduto la moglie e due figli e la sua seconda opera, “Un giorno di regno”, era stata un fiasco. Stava per dare alle fiamme anche il “Nabucodonosor” quando le parole del coro Va, pensiero, sull’ali dorate gli ispirarono una melodia elettrizzante. Il Nabucco fu messo in scena per la prima volta alla Scala il 9 marzo 1842. Fu un trionfo con 64 repliche.

I patrioti italiani si identificarono negli ebrei esuli e il Va, pensiero con le sue parole “Oh mia patria sì bella e perduta!” riecheggiarono nei moti risorgimentali. Lo stesso Verdi venne scritto sui muri come acronimo di “Vittorio Emanuele Re d’Italia”. Il Nabucco portò molta fortuna a Verdi: sul palco della prima come soprano cantava Giuseppina Strepponi. Nel 1859 sarebbe diventata sua moglie.

Continua la lettura con: L’ombra di Verdi in piazza Buonarroti

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🛑 Mamma, MALPENSA ha perso l’AEREO: ITA passa ai TEDESCHI, voli trasferiti a Fiumicino

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Ph. @aeroclubnovaracameri IG

E’ ufficiale. L’ex compagnia di bandiera italiana passa in mani tedesche. Un accordo che sposterà ancora di più il baricentro dei voli internazionali da Milano a Roma. 

Mamma, MALPENSA ha perso l’AEREO: ITA passa ai TEDESCHI, voli trasferiti a Fiumicino

# Altro accordo a spese dei contribuenti. E di Malpensa

Credits: milanomalpensa-airport.com

E’ arrivata la conferma ufficiale. La firma dell’accordo su ITA Airways. Come riporta Il Sole 24 ore, Lufthansa acquisterà il controllo dell’ex compagnia di bandiera italiana attraverso tre fasi successive che la porteranno a detenere il 90% entro il 2025. Si tratta di un accordo non indolore per l’Italia. Prima del closing il Tesoro si impegna a rimpinguare la cassa di Ita Airways con 250 milioni dei contribuenti italiani. Ma le brutte sorprese non finiscono qui. A rimetterci sarà soprattutto Malpensa.

Secondo il piano industriale un ruolo prioritario viene assegnato all’aeroporto di Fiumicino per renderlo ponte per Nord Africa e Sud America, con rafforzamento di collegamenti anche per Asia e Nord America. E’ prevista “una graduale uscita da Malpensa”, dove resterà Swiss. Dall’estate del 2024 verrà anche trasferito il volo Milano – New York di Ita a Linate. 

# Da Hub a scalo di periferia

Si avvera pertanto il grido di allarme nell’articolo: Il MATRIMONIO tra ITA Airways e Lüfthansa: un danno per il sistema aeroportuale milanese pubblicato lo scorso 8 febbraio. Nell’articolo avevamo scritto che: “Nel silenzio generale, ancora ebbri di gioia per la nuova fermata della linea blu nel piccolo aeroporto attaccato alla città a ridosso delle case, i nostri amministratori nemmeno si accorgono del disastro al quale Milano e tutto il sistema aeroportuale dell’area metropolitana sta per andare incontro”. Le reazioni non si erano fatte attendere con impacciate e timide prese di posizione di qualche politico locale tese a rassicurarci sul ruolo di Milano e della Lombardia e del Nord Italia in generale per quanto riguarda la loro centralità nel traffico aereo. Purtroppo ora che siamo in dirittura di arrivo per quanto riguarda la conclusione dell‘accordo, tutto appare più chiaro, scontato come da pronostico: Malpensa non sarà un aeroporto fondamentale per le strategie del nuovo gruppo.

# Milano sempre più lontana dalle grandi d’Europa

Gli hub principali saranno ROMA FCO e FRANCOFORTE.  Secondo il piano industriale sembra che Linate, appena rimesso a lucido con tanto di taglio di nastro e banda musicale, servirà ad alimentare i due HUB per i collegamenti intercontinentali.

Risultato? Milano viene confinata alla periferia dei voli intercontinentali: per andare a Tokyo o a Seoul si dovrà fare scalo a Roma o a Francoforte. 

Tra le grandi realtà metropolitane con le quali Milano vuole o meglio si illude di competere è quella peggio servita a livello di collegamenti aeroportuali. Solo per citarne alcune, Zurigo, Francoforte, Madrid, Amsterdam, Monaco, Londra , Parigi … inutile sottolineare nuovamente quali conseguenze a livello economico possa portare una simile penalizzazione.

Per salvare nuovamente il carrozzone romano perennemente in debito e sovradimensionato di personale, si doveva pur sacrificare qualcuno. Milano, ovviamente. 

Continua la lettura con: Milano non fa schifo ma

ANDREA URBANO

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Lo scopriremo solo VIVENDO a MILANO

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Ph. @milanoeprovincia IG

Ci sono cose di Milano che si scoprono solo vivendoci. Come queste risultanti da un nostro sondaggio dello scorso febbraio. Foto Cover: @milanoeprovincia IG

Lo scopriremo solo VIVENDO a MILANO

# …che Milano nasce come città d’acqua 

A chi la vede da lontano Milano appare come una città in mezzo alla pianura, avvolta da nebbia e zanzare. Pochi sanno invece che Milano è una città d’acqua. Si trova lungo la “linea dei fontanili”, quel tratto di terra in cui nel sottosuolo si incontrano strati geologici di differente permeabilità che permettono alle acque più profonde di raggiungere la superficie. Sono 5 i grandi corsi d’acqua che raggiungono o sfiorano la città: l’Olona, il Lambro, il Seveso, oltre a Ticino e Adda. A questi si aggiungono anche torrenti minori. Tranne il Lambro, tutti i fiumi naturali che attraversano Milano sono stati interrati e passano sotto il livello stradale. Anche per questo non è più così nota come la Milano di un tempo che Casanova definiva “la seconda Venezia”.

#…che non si sente più parlare in milanese

Nella nazione dei campanili, quasi ogni città riflette ancora espressioni dialettali tipiche. Spesso il dialetto locale si fonde con l’italiano dando a ogni città una sua lingua caratteristica. Ma questo non accade a Milano dove, ormai, quasi ogni traccia del dialetto risulta scomparsa. 

#… che la mobilità è uno stile di vita 

A Milano muoversi è uno status symbol. L’auto è un inferno: mancano parcheggi e le carreggiate vengono ristrette sempre di più. Si litiga sull’importanza delle ciclabili e ci si entusiasma per ogni nuovo progetto della metropolitana. 

Metro onirica

#… che è più sporca di quello che ci si aspetta

Anche se ha l’immagine di città mitteleuropea, la principale differenza con le altre a nord delle Alpi è la sporcizia che si trova sulle strade, nei giardini, sui muri imbrattati, nelle zone di periferia. Di questo tutti i milanesi ne soffrono. 

#…che il cornetto lo chiamano brioche

La stessa cosa, al contrario, che sorprende i milanesi quando vanno verso Sud. 

#…che anche lavorando puoi rimanere povero

Nota dolente. Altra scoperta vivendoci è l’alto costo della vita. Tanto più si guadagna tanto più si spende. Lo stesso stipendio che altrove fa vivere quasi da nababbi, a Milano può esaurirsi prima della fine del mese. 

#…che ha angoli di rara bellezza

Vivendo a Milano si scopre che al contrario di altre città italiane, come Roma, Venezia o Firenze che ti rovesciano addosso la loro bellezza, Milano al contrario ha una bellezza riservata, segreta, da scoprire. Quanto più la si vive, tanto più si scoprono meraviglie nascoste in un cortile, in un vicolo secondario, un palazzo. Come le Torri Imperiali, l’Hangar Bicocca o i capolavori d’arte contenuti all’Ambrosiana o alla Pinacoteca di Brera. 

#…che i milanesi DOC sono sempre più rari

Difficile incontrare un milanese DOC. Anche perché pure chi è nato a Milano ama definirsi in base a origini anche lontane, tipo il nonno austriaco o il bisnonno irlandese. 

#…che si aspettano week end e vacanze per scappare (ma quando si va via, poi ti manca sempre)

Milano è forse la città dove si programma di più il futuro in Italia. Così è per i progetti di lavoro, ma soprattutto per il tempo libero che, spesso , coincide con una fuga dalla città. Nei week end Milano si svuota e dopo ogni ferie si progetta già quella successiva. Tutti non vedono l’ora di andarsene ma poi bastano pochi giorni per sentirne la mancanza. E si è felici di ritrovarla. 

#…che se non trovi qualcosa a Milano, non la trovi da nessun’ altra parte

La metropoli tascabile. Si gira a piedi, almeno le zone centrali, ma al tempo stesso trovi qualunque cosa. Ciò che non trovi qui difficilmente la puoi trovare da qualche altra parte. 

#…che è l’unica città Europea in Italia

E forse l’unica che si senta più europea che italiana. 

#…che non potrei vivere da nessun’altra parte al mondo 

Una fregatura. Se vivi a Milano lo spirito critico si impenna, si è preda di uno stato d’insoddisfazione perenne, noti qualunque difetto. E per quanto la città ti possa apparire piena di cose che non vanno, risulta impossibile immaginarsi altrove.

Un ringraziamento speciale a chi ha partecipato al sondaggio

La musica vive qui – Credits: Milano Music Week

Continua la lettura con: Milano è unica: le 7 cose che la distinguono dalle altre città del mondo

MILANO CITTA’ STATO

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La TRASFORMAZIONE dei PADIGLIONI di FIERAMILANOCITY: cosa diventeranno in FUTURO

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Credits Urbanfile - Rendering interventi fiera

È tempo di rivoluzione per gli edifici realizzati alla fine degli anni ’90 per l’espansione della vecchia fiera. Scopriamo come diventeranno e cosa sarà realizzato. 

La TRASFORMAZIONE dei PADIGLIONI di FIERAMILANOCITY: cosa diventeranno in FUTURO

# Un investimento di 146,4 milioni di euro

Credits Urbanfile – Masterplan Fieramilanocity

Dal 2023 al 2026, ci sarà una rivoluzione nell’area compresa tra viale Scarampo, Serra, via Gattamelata e il parco di CityLife. Fondazione Fiera investirà 146,4 milioni di euro per ristrutturazioni e nuovi edifici. A essere interessati sono i padiglioni 1 e 2 di Fieramilanocity, il padiglione di via Gattamelata e l’area tra via Gattamelata e piazza Carlo Magno. Nel masterplan in alto, che delinea le area di intervento pur non essendo ancora il progetto finale, si vede dove saranno localizzati gli interventi.

# La trasformazione dei padiglioni 1 e 2

Credits Urbanfile – Rendering interventi fiera

Partiranno a luglio i lavoro per la ristrutturazione interna dei padiglioni 1 e 2, che si sviluppano lungo viale Scarampo in zona Portello e che erano stati realizzati in parte nel 1997 per espandere la vecchia Fiera: è previsto il trasferimento del MiCo-Nord con un investimento di circa 19,3 milioni di euro di euro. I lavori dovrebbero concludersi nel 2025

# Il nuovo centro di produzione Rai

Credits Andrea Cherchi – Antenna Rai

Al posto del “padiglione dell’Agricoltura” di via Gattamelata, che invece verrà demolito, troverà spazio il nuovo centro di produzione della Rai, in uscita dalla sede di Corso Sempione e dagli spazi di via Mecenate, e parte degli uffici di Milano. L’investimento per questo intervento è di 93 milioni di euro e sono state ipotizzate 8 sale di registrazione. La consegna e l’inaugurazione del nuovo polo televisivo della tv nazionale dovrebbe avvenire entro le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina del 2026.

# L’Accademia, l’Archivio Storico di FFM e uno studentato

Credits Urbanfile – Rendering Torre e stecca Fieramilanocity

Nell’angolo del lotto compreso tra il Vigorelli e il parco di Ciylife verrà costruito uno nuovo edificio a stecca lungo via Colleoni e una torre di 23/25 piani in piazza Carlo Magno nei cui spazi verranno distribuiti: l’Accademia che forma le figure professionali della filiera espositiva e congressuale, l’Archivio Storico di Fondazione Fiera Milano con documenti che risalgono anche alla prima fiera campionaria del 1920, uno studentato e altre enti di formazione della città. Il cronoprogramma prevede un cantiere a fasi con conclusione entro il 2026 e un investimento di circa 62 milioni di euro.

Fonte: Urbanfile

Continua la lettura con: Il “GEMELLINO dell’IDROSCALO”: al via il progetto per il NUOVO LIDO

FABIO MARCOMIN

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La GALLERIA d’ARTE del PASSANTE

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Fondazione Artepassante - Murales Villapizzone

Un progetto nato per salvare degli spazi di RFI dall’incuria e che propone arte in tutte le sue sfumature, dalla pittura al teatro, dalla musica al ballo.

La GALLERIA d’ARTE del PASSANTE

# Artepassante per salvare degli spazi di RFI dall’incuria

Fondazione Artepassante – Spettacolo teatrale Odissee negli spazi

Il progetto Artepassante nasce del 2012 su iniziativa di Belle Arti APS in qualità di affidatria degli spazi da parte di RFI e altri soggetti. L’obiettivo era il recupero di tali spazi, salvandoli dall’incuria e dal degrado, e la loro valorizzazione con progetti culturali, artistici e sociali in collaborazione. Il riconoscimento del valore sociale degli inteventi è stato riconosciuto da Regione Lombardia, dal Comune e dai Municipi Comunali sotto forma di patrocinio e da privati con il finanziamento tramite bando ai progetti presentati. Dopo 12 anni e 27 organizzazioni in 24 spazi viene data vita a Fondazione Passante, partecipata da Belle Arti APS e da altre associazioni per proseguire il progetto.

# I luoghi del passante che esplorane le arti

Fondazioneartepassante – Piantina dei luoghi dell’arte nel passante

Le iniziative di Artepassante esplorano tutte le sfumature dell’arte: la pittura, la fotografia, il canto, il teatro, il ballo. Ogni stazione del passante da quella di Porta Vittoria a quella di Villapizzone e dedicata ad alcune delle arti le cui attività sono gestite da diverse associazioni. 

 

L’ultimo progetto è un grande murales chiamato “Costituzione” realizzato da molti giovani artisti, per raccontare con i loro tratti e le loro immagini diciotto tematiche differenti, in occasione della Civil Week di questo mese di maggio nello Spazio Polline della stazione di Villapizzone.

Non si tratta però solo di assistere a spettacoli teatrali, ammirare quadri e installazioni o ascoltare musica o letture di testi letterari. Chiunque può essere parte attiva.

# I corsi e i laboratori nelle stazioni

Fondazione Artepassante – Corsi di musica

I corsi e i laboratori aperti a tutti i milanesi sono il fiore all’occhiello della Fondazione. Troviamo ad esempio corsi di musica nello Spazio Polline della stazione di Villapizzone, corsi di commedia e tango argentino alla stazione di Repubblica curato da Zorba Officine Creative o il corso di clown per bambini alla stazione di Dateo del Collettivo clown.

Continua la lettura con: Che cosa OSSERVA l’OSSERVATORIO in GALLERIA

FABIO MARCOMIN

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“Do it yourself”: a Milano c’è il NEGOZIO degli ACCESSORI PERSONALIZZATI

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Credits: @cloudshop_italy CloudShop Milano

In città c’è un negozio davvero particolare: più che un negozio è un laboratorio che realizza accessori su misura. Vediamo dove si trova. 

“Do it yourself”: a Milano c’è il NEGOZIO degli ACCESSORI PERSONALIZZATI

# Cloud Shop: “do it yourself”

Credits: @cloudshop_italy
CloudShop Milano

Se si è in cerca di un passatempo diverso a Milano, in via Bramante 18, c’è un negozio davvero particolare. Si chiama Cloud Shop e più che negozio sarebbe meglio chiamarlo laboratorio, sì perché qui si possono creare i propri accessori personalizzati e poi comprarli. Cloud Shop è un laboratorio DIY, che non è nient’altro che l’acronimo di “do it yourself”, l’equivalente italiano del fai da te. Una moda che sta spopolando in città, e non, da diversi anni e che questo negozio ha capito di dover sfruttare. Oltre per un ritorno alla manualità, il bello del fai da te è che si possono personalizzare gli oggetti rendendoli unici e impossibili da copiare alla perfezione, così che solo chi ha realizzato quell’oggetto potrà vantarsi di averlo.

Cloud Shop Milano si trova nel quartiere Chinatown: via Bramante è infatti una traversa di Paolo Sarpi, e l’insegna è scritta sia in cinese che in italiano, ma in generale non sarà difficile capire qual è il negozio in questione perché il logo è ben riconoscibile: saturno appoggiato su una nuvoletta.

# Si può scegliere tutto: dall’accessorio, alla colla, alle decorazioni

Credits: @cloudshop_italy
CloudShop Milano

I principali oggetti che si possono personalizzare in questo negozio sono cover, di quasi tutti i modelli di telefono, porta cuffie, porta foto, specchi, mollette e mollettoni. Cloud Shop mette a disposizione una colla crema, la base da cui partire per personalizzare il proprio accessorio, e poi una serie di decorazioni che vanno dai fiori ai personaggi dei cartoni animati più conosciuti. Ovviamente si può scegliere tutto fin dall’inizio, quindi anche il colore della colla stessa. L’unica regola di Cloud Shop è dare sfogo alla propria fantasia. E per chi non ha una grande manualità o non sa come personalizzare il proprio accessorio, c’è sempre a disposizione il personale del negozio.

Credits: @cloudshop_italy
CloudShop Milano

Cloud Shop è aperto tutti i giorni dalle 11:30 fino alle 20:30 e, essendo il negozio abbastanza piccolo, si consiglia di prenotare prima, così da essere sicuri di trovare posto. I prezzi degli accessori dipendono ovviamente da quale oggetto si sceglie di decorare, un esempio, la cover base trasparente parte da 10 euro. Ma dipende anche da quali charm si decide di applicare e da quanti colori diversi di colla si vuole usare. Diciamo che in generale il costo di un accessorio si aggira tra i 15 e i 30 euro.

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

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Gli INTRUSI “stranieri” che si nascondono nei PIATTI tipici milanesi

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Mondeghili

La cucina di Milano, come del resto la sua popolazione, è da sempre fiera della propria identità. Ma allo stesso tempo non disdegna l’apertura verso l’esterno, verso stimoli che vengono da fuori, verso innesti “forestieri” che si integrano, si fondono e arricchiscono il substrato gastronomico, o in generale sociale e culturale, meneghino.

Gli INTRUSI “stranieri” che si nascondono nei PIATTI tipici milanesi

Nei piatti tipici che si sono plasmati nei secoli dei secoli, e che sono stati confezionati nelle cucine delle regiure milanesi e in gran parte della Lombardia troviamo le stesse colonne portanti: riso piuttosto che pasta, paste fresche e ripiene piuttosto che secche, carne di maiale in prevalenza oppure bovina, diversi ortaggi e insalate, pochissimo pesce (d’acqua dolce), tanti formaggi, abbondante burro, latte e farina da polenta. Ma se guardiamo con occhio attento è possibile scovare intrusi che nulla hanno a che fare con queste basi tradizionali. 

# Lo zafferano

Credits: @chef__pier
Risotto alla milanese

Quello più intenso, profumato e di color giallo oro è l’elemento chiave per la preparazione del classico risott giald: lo zafferano. Aromatizzante e colorante, la spezia della famiglia delle Iridacee non veniva certo dagli orti della Lombardia ma è originaria dell’Asia Minore ed è stata introdotta nel Mediterraneo dagli Arabi dopo le Crociate, a partire dal XIII secolo. Oltre ad essere usato come colorante per le vetrate del Domm de Milan, e ovviamente per il risotto, lo zafferano ebbe un largo impiego nella farmacopea, sulla base di proprietà magico-simboliche che ne assimilavano le virtù a quelle dell’oro.

# Il cedro e l’arancia candita nel panettone

Credits altromercato IG – Panettone Don Bosco

Altro intruso eccellente, su per giù del medesimo colore, va ricercato nel dolce simbolo della città ambrosiana. Nel panettone, preparato con lombardissime farine uova burro e miele, troviamo la frutta candita, in particolare cedro e arancio. Ingredienti che venivano da lontano e che hanno iniziato ad entrare nelle preparazioni gastronomiche nel rinascimento come elemento pseudo-vitaminico, come dolcificante e come surrogato delle spezie di provenienza asiatica.

# Il limone nella gremolata

Credits: PH Divina Milano

Parente stretto del cedro e dell’arancio è il limone. Anche in questo caso, il suo inserimento, sia come scorza sia come succo, nei piatti milanesi inizia nel Tre-Quattrocento come aromatizzante più economico e reperibile delle spezie orientali. Era molto ricercato e veniva utilizzato per insaporire i dolci ma anche molti piatti di carne come la cotoletta alla milanese, la fricassea, le scaloppine, il fritto misto di frattaglie di vitello. In particolare la scorza è tutt’oggi un elemento fondamentale e caratteristico nella preparazione della gremolata, la salsa di prezzemolo e aglio, dal sapore deciso e inconsueto, che viene usata in accompagnamento dei tipici oss bus.

# Mondeghili

Mondeghili

E infine ecco un esempio di quando “lo straniero” non ha invaso il piatto…ma il suo nome! È il caso dei mondeghili, le classiche e golosissime polpette milanesi fritte nel burro chiarificato e composte da carne lessa, pane raffermo, prezzemolo, aglio, noce moscata e pan grattato. Il nome risalirebbe alla dominazione spagnola che a sua volta deriverebbe dall’arabo al-bunduc dove significava proprio sfere di carne fritte. I castigliani hanno iniziato a chiamare la preparazione albondiga, poi milanesizzata in albondeghito che mutò nell’attuale mondeghilo.

Continua la lettura con: I PIATTI MILANESI che i milanesi NON CONOSCONO

STEFANO CORRADA

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L’APERITIVO più PAZZO di Milano: drink “assurdi” tra giochi, bolle di sapone e vasche di caramelle

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Credits: @zizania.milano Zizania

Tra i tanti aperitivi che si possono provare a Milano, ce n’è uno davvero particolare dove divertimento è la parola d’ordine.

L’APERITIVO più PAZZO di Milano: drink “assurdi” tra giochi, bolle di sapone e vasche di caramelle

# “Facciamo drink con cose dentro e riso con cose sopra”

Credits: @zizania.milano
Zizania

In zona Colonne, la primavera dello scorso anno ha aperto il locale che serve uno degli aperitivi più pazzi di Milano. Irriverente, pop e colorato, è così che si potrebbe definire Zizania in via Celestino IV 11, un cocktail bar che sperimenta sia per quanto riguarda le proposte di drink sia per quelle di cibo. Per descriversi usa una frase molto semplice “facciamo drink con cose dentro e riso con cose sopra”. Sì perché Zizania prepara cocktail particolari, un esempio è il drink “Atmosfere”, con Vodka sour con sferificazione, artigianale e completamente naturale, alla menta, banana, melone, cioccolato, litchee, blu curacao. Ma soprattutto all’interno del drink ci sono palline che scoppiettano in bocca, ognuna ad un gusto diverso e quindi sembra di bere contemporaneamente più cocktail. In più i barman di Zizania amano giocare con gli abbinamenti, in “Ancora Tu” uniscono Mezcal (distillato messicano ottenuto dalla pianta dell’agave), alla marmellata di fico e barbabietola, cranberry juice, lime, crustas di paprika e sale affumicato. Per quanto riguarda il cibo, invece, Zizania si propone come una sorta di sushi made in Italy, serve infatti i suoi Rizi, palline di riso con sopra specialità italiane.

Ma cos’è che rende il locale così particolare?

# Mini-canestro, bolle di sapone e vasca delle caramelle

Credits: @zizania.milano
Zizania

Da Zizania domina un’atmosfera giocosa e divertente che conquista tutti i suoi clienti. Il locale è molto piccolo ma dall’arredamento ricercato: un mix di oggettistica di tutti i tipi  uniti a frasi al neon particolarmente divertenti (si può dire che i proprietari di Zizania non abbiano peli sulla lingua). Le pareti sono coloratissime, ma il punto forte del locale è il mini-canestro da basket appeso alla porta del bagno, dove ognuno può mettersi a giocare o addirittura improvvisare piccoli tornei, dove magari chi perde offre da bere.

E poi, ad ogni tavolo ci sono delle bolle di sapone, con cui giocare mentre si sta passando la serata con gli amici, e all’interno del locale si può trovare una piccola vasca piena di caramelle.

# Prezzi e orari

Zizania è aperto dal martedì alla domenica dalle 17:30 alle 2 di notte. I prezzi sono nella media: i cocktail normali costano 12 euro, mentre quelli speciali 15. Il loro sushi all’italiana di accompagnamento viene portato invece senza sovrapprezzo.

 

Continua la lettura con: 10 tipi di APERITIVI MILANESI: come salvarsi o perdersi nella GIUNGLA METROPOLITANA degli happy hour

BEATRICE BARAZZETTI

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Il SANTO della GRAZIA ISTANTANEA: a Milano l’aiuto divino per gli “impreparati”

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Studenti terrorizzati dall’esame del giorno dopo? Paura per una scadenza incombente? Nessun problema: se non si hanno altre armi, non resta che andare a trovare questo santo.

Il SANTO della GRAZIA ISTANTANEA: a Milano l’aiuto divino per gli “impreparati”

A Milano ci sono diversi luoghi per chi è in cerca di miracoli. Esiste la fonte miracolosa (la fontana degli undici zampilli) oppure la Madonna dei miracoli in corso Italia. Ma non solo: per chi ha perso ogni speranza prima di un impegno incombente esiste un santo ad hoc. Noto nel corso dei secoli: Sant’Espedito. 

# A Brera il santo degli impreparati

In Santa Maria del Carmine c’è la statua di Sant’Espedito: santo patrono delle grazie urgenti e disperate.

Con il piede schiaccia un corvo che pronuncia la parola cras (domani) mentre tiene in alto una croce con scritto hodie (oggi): il significato è di non rimandare a domani quello che si può fare oggi.

# Il più invocato prima di un esame

Sant’Espedito è venerato come un santo intercessore per le cause urgenti. Si prega Sant’Espedito per chiedere aiuto in situazioni di emergenza o quando si è alle prese con scadenze o decisioni importanti: la caratteristica di questo santo è che se concede la Grazia lo fa a stretto giro, senza perdere tempo. 

Una tradizione secolare di Milano: gli studenti che vanno in Santa Maria del Carmine prima degli esami per sperare in un aiuto divino.

Sant’Espedito è uno dei santi più popolari in Paesi come Austria, Argentina, Brasile, Turchia, Uruguay e Venezuela.

Continua la lettura con: La fontana dei miracoli di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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Mission Impossible per una CARTA di IDENTITÀ: la rivoluzione kafkiana dell’anagrafe di Milano

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Anagrafe - Credits: comune di Milano

Fino a poco tempo fa era un fiore all’occhiello di Milano. L’anagrafe, in particolare la sede centrale di via Larga: si entrava, si prendeva un numerino e si passava agilmente da uno sportello all’altro, risolvendo in poco tempo qualunque pratica. Ma tutto è cambiato. 

Mission Impossible per una CARTA di IDENTITÀ: la rivoluzione kafkiana dell’anagrafe di Milano

# La rivoluzione smart dei documenti

porta nuova milano ovest
porta nuova milano ovest

Diventare una smart city: uno dei mantra delle amministrazioni di Milano negli ultimi anni. 

La cura e l’attenzione del territorio con il Piano Quartieri, l’Area B, le ciclabili, il restringimento delle carreggiate per mettere in sicurezza le ciclabili stesse. Fuori le macchine e i loro conducenti, dentro la pavimentazione colorata che sbiadisce. Pronti alla rivoluzione green, per riempire la città di aiuole e verde a caso. Questo è quello che fa una città smart, ci viene detto. E nel nome dello smart anche la rivoluzione dei documenti, con il passaggio dal numerino per evitare la coda alla comoda prenotazione da casa. Comoda? Non tutti ne sono convinti. Anzi. 

Leggi anche: BALZO di 40 posti in un anno: Milano entra nella TOP 5 in Italia per la la QUALITÀ della VITA

# Call center distaccato su un atollo del Pacifico?

Call Center – Credits: La legge per tutti

Da quando i servizi sono stati ripensati in modo “smart”, gli sportelli ricevono solo su appuntamento. Eventuali istruzioni e lista dei documenti da portare per fare certificati o carta di identità, vengono forniti da un call center. Il call center è solo l’inizio delle peripezie: l’odissea per avere un documento d’identità, per fare un esempio. Anche perchè il call center sembra connesso con gli uffici dell’anagrafe come fosse sperduto su un atollo del Pacifico. 

Leggi anche: Milano non fa schifo ma: i MARCIAPIEDI di Via Sirtori sono PERICOLOSISSIMI

# Quali documenti servono per fare un documento?

Anagrafe – Credits: comune di Milano

Il call center dice al cittadino cosa fare e come prepararsi per l’appuntamento all’ufficio anagrafe.  Poi però – il giorno fatidico – si scopre che le indicazioni fornite sono completamente slegate dalla realtà.
Allo sportello vengono richiesti documenti che al call center non sono stati preannunciati.

Per fortuna, i documenti mancanti sono reperibili allo sportello accanto. Nessun problema, pensa ingenuamente il cittadino.
Invece No! non è così che funziona: per raggiungere lo sportello accanto, non è più possibile – come una volta – posizionarsi in un’altra fila.
Si deve fare una nuova prenotazione al call center e attendere di essere ricevuti a Palazzo, così da ricominciare l’odissea da capo.

Continua la lettura con: Sondaggio CHOC: la MAGGIORANZA dei MILANESI vuole andare a vivere ALTROVE

# I paradossi dei documenti impossibili

CIE – Credits: Agenda digitale

Il time lapse per avere la carta di identità a Milano, è lungo. Il risultato della gestione smart applicata ai servizi di base prevede che, per avere il documento, possono servire settimane se non mesi.
Ancora peggio per un passaporto: per ottenere il quale servono 3 mesi. Rischiando però uno stallo da incubo: sì, perché per richiedere un passaporto è necessario essere in possesso di una carta d’identità elettronica. Ma se il cittadino non ce l’ha, di mesi ne possono servire 5.

Anche la nascita di un figlio, l’evento più lieto della vita, può trasformarsi in un incubo negli uffici dell’anagrafe a Milano.
La registrazione agli sportelli del comune deve essere necessariamente fatta entro 10 giorni. Ma ci devono essere entrambi i genitori, oppure agli sportelli dell’anagrafe non ti registrano il neonato. Pazienza se la madre è, ad esempio, costretta in ospedale per i postumi del parto, come capitato a un milanese di nazionalità italiana ma di origini straniere che si è visto rifiutare il documento per assenza della moglie. “Ma se è in Ospedale?”. “Chiami il call center”. 

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# «Le code saranno solo virtuali»

La coda di 2 ore in via Larga – Credits: Milano Today

Ad aprile 2022, l’assessora ai Servizi civici del Comune di Milano Gaia Romani, ha reso noto che i servizi in Anagrafe sarebbero rimasti attivi solo su appuntamento. I vantaggi per i cittadini avrebbero dovuto essere immediati, trasformando le code «da reali a virtuali».

In realtà la decisione ha evitato «i picchi di affluenza» – come nelle intenzioni di Romani – ma le attese sono arrivate fino a due mesi, per ottenere un appuntamento. Senza contare il problema di codici incrociati, password e altri bizantinismi che rendono complicatissimo procedere alla prenotazione, soprattutto se non si è degli hacker professionisti. 

Bisogna considerare che non è tutta colpa del Comune. Ci si è messo anche il ministero degli interni, che a dicembre 2022 ha decretato la chiusura definitiva degli “sportelli di quartiere”, per problemi di privacy segnalati dal Garante.
Fino ad allora, alcuni dei servizi di anagrafe, venivano erogati da oltre 60 tra edicole, cartolerie e tabaccherie convenzionate.
Romani, ha reagito dichiarando che «le conseguenze sarebbero ricadute sui cittadini, costretti a tornare in Anagrafe», stimando l’impatto sugli uffici comunali in un aumento giornaliero di circa 500 utenti in più al giorno.

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# Cittadini che urlano snervati agli sportelli, funzionari che si lamentano di essere pagati troppo poco

Milano a 15 minuti (luce) – Credits: Comune di Milano Economia Urbana e Lavoro

Peccato che alle parole di disappunto di Romani, siano seguiti ben altri fatti. Il 23 gennaio, infatti, appena pochi giorni dopo il rammarico per la chiusura degli sportelli di quartiere, ben due uffici decentralizzati del municipio 9 sono stati chiusi senza preavviso.
Agli utenti già in possesso di appuntamento presso le sedi di via Boifava e via Passerini, è stato semplicemente comunicato di recarsi alla sede più vicina.

Risultato finale? Cittadini che urlano in Anagrafe perché non gli vengono dati i documenti. Quelle prenotazioni che avrebbero dovuto trasformare le code in virtuali, vengono utilizzate per esercitare abusi. Funzionari dell’anagrafe che si lamentano: sono pagati pochissimo, tutti se ne vogliono andare da Milano perché con gli stipendi livellati su scala nazionale la vita qui è troppo cara.

La città-laboratorio non sta dando una bella immagine di sé al mondo: “Gli amministratori di Milano sono così impegnati a costruire ciclabili che stanno perdendo di vista i servizi di base ai cittadini“, commenta un architetto straniero che vive a Milano il cui lavoro “è diventato impossibile” per la raccolta dei documenti nella rivoluzione smart.

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LAURA LIONTI

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Dove fare la SPESA CONTADINA a Milano

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Credits: @mercatocontadinoamilano Mercato Contadino

Anche Milano ha i suoi posti dove comprare prodotti buoni, genuini e soprattutto a km 0. Diremmo piuttosto che ogni quartiere ha il suo mercato agricolo, ma ce n’è uno, forse uno dei più famosi di Milano, che gira per la città quasi ogni giorno, ecco qual è.

Dove fare la SPESA CONTADINA a Milano

# Il Mercato Contadino: prodotti di qualità coltivati da piccoli produttori

Credits: @mercatocontadinoamilano
Mercato Contadino

Il Mercato Contadino è uno dei mercati più conosciuti dalla città quando si tratta di comprare prodotti di qualità e coltivati da piccoli produttori agricoli. Frutta e verdura di stagione, erbe aromatiche, uova, formaggi freschi, carne, salumi, pane fatto con grani antichi, miele e marmellate. In questo mercato si può trovare di tutto e soprattutto ogni prodotto, prima di arrivare sul banco, è stato curato nei minimi dettagli dal suo produttore. Al Mercato Contadino partecipano aziende agricole e cascine principalmente lombarde che, insieme, hanno creato la loro rete contadini e che ogni settimana girano per alcuni quartieri della città a portare i loro prodotti.

Credits: @mercatocontadinoamilano
Mercato Contadino

Il Mercato Contadino lo si può trovare infatti il martedì mattina in Piazzale Principessa Clotilde, zona Garibaldi, il giovedì in Via Savona 99, Piazza Berlinguer, e il sabato mattina in piazza Santa Maria del Suffragio, in zona Cinque Giornate. Se queste sono le date fisse di ogni settimana, la rete di contadini che organizza questo mercato la si può trovare anche ogni terza domenica del mese al mercato Solidando, Via Santa Croce 15, durante il quale una parte dei prodotti viene donata al social market Solidando. In più si può trovare il Mercato Contadino anche ogni quarta domenica in Via Solari 40.

# La spesa a chilometro zero

Credits: @mercatocontadinoamilano
Mercato Contadino

E visto che gli agricoltori del Mercato Contadino credono che tutti debbano avere l’opportunità di poter mangiare prodotti genuini e di qualità, hanno deciso di innovarsi proponendo una spesa a kilometro 2.0. La formula di questo nuovo progetto è molto semplice: i contadini danno la possibilità di comprare i prodotti freschi del mercato direttamente sul loro sito e, in un’unica volta, viene consegnata tutta la merce.

Tra gli altri progetti che gli agricoltori del mercato hanno ideato, c’è la spesa sospesa. L’iniziativa è partita durante la pandemia, quando si chiedeva a chi ne avesse i mezzi di sostenere le famiglie in difficoltà nel momento del bisogno. Per le consegne erano stati movimentati moltissimi giovani che avevano dato vita alle “Brigate Volontarie per l’Emergenza”. Ma finita l’emergenza pandemica, la spesa sospesa del Mercato Contadino è continuata. Ognuno può donare 5 o 10 euro di spesa alle famiglie in difficoltà economica.

# Gli altri mercati dove fare la spesa contadina

Credits: @mercato.agricolo.dei.navigli
Mercato Agricolo Navigli

Il Mercato Contadino non è però l’unico posto dove poter fare una spesa di prodotti a km 0. In città sono infatti presenti altre reti contadine e ne citiamo alcune. Ogni sabato alla Fabbrica del Vapore si tiene il Mercato della Terra Slow Food, dove piccoli produttori e gli artigiani del cibo vendono ciò che producono e trasformano e raccontano in prima persona la qualità dei loro prodotti.

Sempre ogni sabato mattina, spostandoci di zona, nel parcheggio MediaWorld in Viale Troya 18 si tiene invece il Mercato Agricolo dei Navigli, mercato che viene proposto anche a Segrate e Cologno. Altro mercato da segnarsi è quello Agricolo Milano di Sant’Eustorgio in via Asperto che si tiene ogni giovedì mattina.

I prodotti a km 0 non mancano neanche al Mercato coperto di Porta Romana, il mercato moderno, innovativo, organizzato in uno stabile industriale da Campagna Amica. Infine anche Cascina Cuccagna, in via Privata Cuccagna 2/4 in zona Porta Romana, e Cascina Nascosta, all’interno del Parco Sempione in Viale Emilio Alemagna 14, organizzano i loro mercati contadini dove poter comprare prodotti locali.

Continua la lettura con: Il ritorno al futuro del MERCATO al coperto di più ANTICO di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

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Questo è il più BEL PAESE d’Italia

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@amalfiresort.it

La classifica con i borghi del nostro Paese più apprezzati online dagli italiani. Scopriamo quali sono e dove si piazzano quelli lombardi.

Questo è il più BEL PAESE d’Italia

# Positano è la regina delle ricerche 

Credits danieleragazzini IG – Positano

Nella classifica elaborata da Holidu, portale di prenotazione di case e appartamenti vacanza tra i più noti d’Europa, sono stati individuate le prime 30 località del nostro Paese con meno di 5000 abitanti più ricercate online dagli italiani su Google. Nello studio sono stati presi in considerazione il volume di ricerca medio mensile, il numero di abitanti e il prezzo medio delle case vacanze a notte per ciascuna località analizzata. 

La meta più ricercata in assoluto è risultata Positano, una delle perle della Costiera Amalfitana, che non arriva nemmeno a 4.000 residenti. Famosa per le sue casette colorate che si arrampicano sui Monti Lattari e che affacciano sul Mar Tirreno, è da sempre una delle destinazioni più ambite anche dagli stranieri e dai protagonisti del jet set internazionale. Sono state 110.000 le ricerche medie mensili effettuate dagli italiani per questa località.

# 4 delle prime 5 sono al Sud

Credits GuetigGroup-pixabay – San Vito Lo Capo

Le regioni del sud si dividono quasi tutta la posta della parte nobile della classifica, eccetto una presenza del nord. Al secondo posto troviamo infatti San Vito Lo Capo, nota localtà turistica della Sicilia, il gradino più basso del podio è occupato da Portofino, il gioiellino ligure del Golfo dei Poeti, entrambi con circa 90.000 ricerche medie mensili. In quarta posizione la perla lucana di Maratea e a chiudere la top five Amalfi, il borgo da cui prende il nome la Costiera Amalfatina, appaiate a circa 74.000 ricerche medie mensili.

# La Lombardia è la prima regione d’Italia per numero di borghi in classifica

Credits jo_hnny IG – Bormio

Se è il Mezzogiorno a prendersi i piazzamenti migliori in classifica, con 4 borghi è la Lombardia la regione ad avere la rappresentanza maggiore. Appena fuori dalla top five, al sesto posto, c’è Bormio in provincia di Sondrio, a tre ore di auto da Milano. Completano la top 10 la valdostana Courmayeur, l’abruzzese Roccaraso e le due piemontesi Stresa e Gavi.

Credits holidu – Top ten borghi più ricercati

Gli altri borghi lombardi in classifica sono: Limone sul Garda e Ponte di Legno rispettivamente in 17ma e in 23esima, entrambi in provincia di Brescia, e San Pellegrino Terme, in provincia di Bergamo, alla 28esima. 

Dietro la Lombardia con 3 località ci sono Piemonte, Lazio e Marche, con due Campania e e Toscana e con una soltanto Sicilia, Basilicata e Sardegna.

Continua la lettura con: 150 EURO al MARE: 3 LOCALITÀ SUPER CHIC ma ECONOMICHE e FACILI da raggiungere da Milano

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Quel che resta del grande POLO INDUSTRIALE di PORTA GENOVA

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Ph. @pierpierangelo IG

Nel complesso e travagliato progetto di riqualificazione dei dismessi scali ferroviari, rientra a pieno titolo lo scalo di Porta Genova. Non tutti sanno che questa zona era un tempo il fulcro della Milano industriale. E che questo ha forgiato il quartiere fino ai giorni nostri. 

Quel che resta del grande POLO INDUSTRIALE di PORTA GENOVA

credits: mumi-ecomuseo.it

# La ferrovia voluta dagli industriali e la nascita del grande polo industriale di Porta Genova

La linea Milano-Mortara venne inaugurata nel lontano 1870, e l’ultimo tratto, quello cittadino, fu fatto scorrere parallelo al naviglio grande, per poi discostarsene piegando a nord appena prima della Stazione di Porta Genova (detta all’inizio di Porta Ticinese).

Un tempo la linea ferroviaria continuava ancora per qualche centinaio di metri in direzione nord e, dopo una vasta curva ad est, proseguiva per raggiungere prima lo scalo merci Sempione, e poi per collegarsi alla Stazione Centrale.
Questa linea fu fortemente voluta (e finanziata) dagli industriali della zona sud ovest, intenzionati a sfruttare le immense potenzialità del trasporto su rotaia per insediare nella zona un polo industriale all’avanguardia, le cui fabbriche avrebbero potuto essere agevolate proprio dal collegamento alla linea ferroviaria.
Così l’Alzaia naviglio grande, via Tortona, via Savona ed anche via Solari, tutte parallele alla ferrovia, divennero sede naturale di innumerevoli industrie, alcune delle quali, ancora oggi visibili seppur dismesse o convertite ad altri usi, impiegavano migliaia di operai per produzioni spesso su scale internazionale.

# Le storiche imprese della zona

Proprio a ridosso della Stazione si trovava il vasto complesso industriale della Bisleri, (caratterizzato per l’alta ciminiera), casa fondata da Felice Bisleri per la produzione del celeberrimo liquore Ferro China.
Iniziando a camminare verso la periferia lungo via Tortona, si potevano incontrare numerose realtà imprenditoriali: ricordiamo nella stretta via Forcella, che scorre a ridosso dei binari dello scalo merci, una antica torrefazione di caffè e una fabbrica di biciclette.
Poco dopo, la Barattini e C. con sede nella vicina via Bugatti al numero 7, specializzata in trattamenti chimici ed in particolar modo in processi galvanici.

L’Ansaldo, sorto negli anni sessanta, occupava un’area già destinata all’industria fin dal 1904, quando qui si trovava la sede della Zust, poi AEG e infine Galileo Ferraris.
Realtà alle quali vanno aggiunte le successive Franco Tosi e Compagnia Generale Elettricità (famosa quest’ultima per le parti elettriche dei nostri tram, ma anche per le radio a valvole dei nostri nonni).

ansaldo e CGE
ansaldo e CGE

Al 59 di via Bergognone un altro colosso dell’epoca: la Nestlè di origini svizzere.
Su via Solari si vede ancora oggi l’imponente facciata in mattoni della Riva-Calzoni, il cui complesso si estende fino alla via Stendhal e prosegue ancora oltre. Principale acciaieria italiana, famosa per la costruzione di pompe idrauliche e turbine, una delle quali fu progettata per sfruttare l’energia delle cascate del Niagara.
Proseguendo ancora un po’ verso la periferia lungo via Savona, si incontravano sulla sinistra la belga Schlumberger, strumenti di precisione.

Infine, il vastissimo complesso della Osram e della Loro Parisini (via Savona tratto tra Tolstoj e Brunelleschi), oggi totalmente abbattuto per lasciare posto a fabbricati civili. Sopravvivono la palazzina liberty all’epoca adibita ad uffici Osram e l’edificio anni cinquanta progettato da Caccia Dominioni per gli uffici Loro Parisini.

Continua la lettura con: Porta Tenaglia, la porta sconosciuta di Milano

MAURO COLOMBO

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Il “GEMELLINO dell’IDROSCALO”: al via il progetto per il NUOVO LIDO

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Credits Comune di Milano - Nuovo Lido di Milano

Ha preso il via l’avveniristico progetto di trasformare il Lido di Milano nel gemellino dell’Idroscalo. Sarà una rivoluzione: si potranno praticare sport nell’arco di tutti i 12 mesi dell’anno, persino canoa e kayak. Tutti i dettagli e quando potrà essere di nuovo utilizzato dai milanesi.

Il “GEMELLINO dell’IDROSCALO”: al via il progetto per il NUOVO LIDO

# Una cordata capitanata da una società spagnola farà rinascere il Lido di Milano con un investimento di 25 milioni di euro

Flickr Comune di Milano – Lido di Milano

La piscina è chiusa da oltre tre anni in parte anche in conseguenza della scarsa manutenzione dovuta alla pandemia. Il Comune di Milano aveva accolto il progetto di partenariato pubblico-privato alla fine del 2020 per riqualificare il complesso progettato alla fine degli anni Venti dall’ingegnere Cesare Marescotti con inaugurazione nel 1931.

Il bando lanciato da Palazzo Marino è stato vinto da una cordata, con a capo la società spagnola Ingesport Health and spa consulting, che gestirà l’impianto per 42 anni rilevandolo da Milanosport e che si farà carico dell’investimento previsto di 25 milioni di euro. Al termine dei lavori il Lido di Milano diventerà un “parco sportivo fruibile tutto l’anno e non solo nei tre mesi estivi” con prezzi scontati per giovani, famiglie e anziani. 

Leggi anche: Il nuovo VIALONE SCENOGRAFICO della STAZIONE: il progetto di restyling si inceppa

# Sarà un piccolo gemello dell’Idroscalo dove praticare canoa e kayak e altri sport

Credits Comune di Milano – Nuovo Lido di Milano

Sarà un piccolo gemello dell’Idroscalo. Questa la trasformazione prevista per il Lido di Milano. L’attuale piscina sparirà e lascerà spazio a uno specchio d’acqua dove poter praticare canoa e kayak tutto l’anno, come nello storico bacino artificiale adiacente a Linate, oltre ad altre attività di fitness di vario genere. 

A questa verrà affiancata un’altra vasca estiva, una “nuova palazzina che ospiterà un centro ludico-sportivo molto attrezzato” dedicato al fitness e verrà demolito e ricostruito il Padiglione delle Cabine. In questo modo tutta l’area tornerà ad essere dedicata allo sport dopo l’inaugurazione nell’estate 2019 dell’Allianz Cloud, il palazzetto sportivo casa del Volley Milano.

# Nel 2025 l’inaugurazione del Lido nella vesta rinnovata

Credits Comune di Milano – Vista area nuovo Lido di Milano

Alla fine del 2022 è arrivato il via libera al progetto definitivo a cui è seguita la firma del contratto e il progetto esecutivo. I lavori prevedono lavori in più fasi per oltre due anni e mezzo, con i primi 24 mesi dedicati alla trasformazione dell’attuale piscina, alla realizzazione di quella nuova e alla manutenzione degli immobili esistenti. Negli ultimi 7 mesi si prevede invece la demolizione e la ricostruzione del padiglione delle cabine individuali. I primi cantieri sono stati predisposti a gennaio 2023, mentre l’inagurazione è stata programmata per il 2025

Continua la lettura con: La PISCINA GALLEGGIANTE sul LAGO a un’ora da Milano

FABIO MARCOMIN

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Nella METRO si NOLEGGIA il POWER BANK per ricaricare il cellulare (il primo è GRATIS: scopri come nell’articolo)

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Credits: heychimpy.com Chimpy Milano

Una delle paure metropolitane più diffuse: restare con il cellulare scarico. A Milano è arrivata una start up per risolvere questo problema: si chiama Chimpy e ti permette di noleggiare power bank in giro per la città.

Nella METRO si NOLEGGIA il POWER BANK per ricaricare il cellulare (il primo è GRATIS: scopri come nell’articolo)

# Chimpy, una startup nata nel 2013

Credits: @heychimpy_it
Chimpy Milano

Chimpy è una start up nata nel 2013 da un’idea di 4 amici che volevano creare un’alternativa sostenibile alle batterie AA usa e getta. Il progetto si è evoluto nel tempo e la formula ideata da Chimpy è diventata molto semplice, ma innovativa: un servizio di powerbank a noleggio nei punti di ritiro della scimmietta su sfondo verde (logo di Chimpy), che a Milano sono nelle edicole della metropolitana. Basta recarsi nel punto di noleggio più vicino, prendere il proprio power bank, utilizzarlo e riportarlo entro una settimana in qualsiasi altro punto Chimpy in Europa. Sì perché Chimpy non opera solo nella città meneghina, ma anche in Germania, Svizzera, Francia e Austria.

Negli anni è riuscita a creare oltre 3500 punti di ritiro e ha permesso il noleggio di più di 2 milioni di power bank. In Italia il servizio Chimpy è stato lanciato grazie alla collaborazione con primaedicola.it e m-dis Distribuzione Media S.p.A. (RCS MediaGroup): a Milano sono state scelte le edicole della metropolitana, mentre nel resto d’Italia sono state selezionate altre 60 edicole distribuite tra Lombardia, principalmente vicino al lago di Como, e Torino.

 # Non serve né registrazione né app, basta recarsi in un’edicola della metro: il primo noleggio è gratuito con questo coupon

Credits: heychimpy.com
Chimpy Milano

Nell’era in cui siamo dove giornali e riviste cartacee stanno perdendo il loro appeal e molte edicole in città sono state costrette a chiudere la saracinesca per sempre, Chimpy diventa un metodo per attrarre nuovi clienti. Inoltre, noleggiare un power bank Chimpy è molto semplice: non serve né registrazione né app, bisogna semplicemente presentarsi e pagare il prezzo del noleggio (più la cauzione che verrà ridata nel momento in cui il power bank viene restituito in ottime condizioni entro 7 giorni). I power bank di Chimpy sono tutti alimentati a energia rinnovabile e, nel momento in cui si noleggiano, oltre al power bank ti danno il cavo adatto al tuo telefono.

Considerando che nessun milanese può rimanere con la batteria del cellulare scarico, Chimpy è veramente una start up utile alla città. D’altronde che sia per una chiamata di lavoro, un messaggio al proprio partner, per pagare il conto dell’aperitivo con l’app, o per scannerizzare il QR Code del biglietto della metro, Milano vive con il cellulare in mano.  Cliccando a questo link si può salvare un buono buono noleggio gratuito utilizzabile fino al 2024.

Continua la lettura con: La metro di Milano dice 33: le nuove fermate in arrivo

BEATRICE BARAZZETTI

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«Milano sta DIVORZIANDO dal suo territorio». La soluzione? «Deve ALLARGARE i confini»

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Ph. andreacherchi_foto IG

Contro il caro affitti? La soluzione è «allargare i confini». Questo emerge da due interviste uscite in questi giorni su La Repubblica di Gabriele Pasqui, docente di Politiche Urbane al Politecnico, e di Giuseppe Amitrano, founder e CEO di Dils. 

«Milano deve allargare i confini»: la proposta dell’Urbanista del Politecnico

# Pasqui: «Milano sta divorziando dal suo territorio»

Credit Urbanfile – Grande Milano

«Per la prima volta questa città sta divorziando dal suo territorio»: questo il grido di allarme lanciato dal Prof. Gabriele Pasqui in un’intervista su La Repubblica. In che senso sta divorziando?

«In città, salvo rare eccezioni, abbiamo una rete (di trasporti pubblici ndr) efficiente. Appena si esce non è così. E questo vale ance per tanti servizi e molto altro: mancano solide politiche di tipo metropolitano».

Ma perchè “sta divorziando dal suo territorio”? «Per un secolo è cresciuta con lui e ha sempre funzionato da motore economico e produttivo. Oggi abbiamo un’esplosione della città centrale, ma questo discorso non vale per le periferie. C’è una divaricazione enorme tra quello che succede dentro alla circonvallazione dove passa la 90 e quello che succede fuori», risponde Pasqui, che aggiunge:

«Quindi è vero che Milano gode dell’interesse internazionale, ma entro un perimetro limitato. La soluzione secondo l’urbanista è di «spuntare un po’ di più dagli investitori. Nel rapporto con i privati che costruiscono residenze per gli studenti, per esempio, bisogna avere una contropartita di posti calmierati. Si possono regolamentare gli affitti brevi». Un’altra soluzione ancora più strutturale viene rilanciata dall’immobiliarista Giuseppe Amitrano, CEO di Dils. 

# Amitrano: «Milano deve allargare i confini»

architetture
Milano

«Milano sta vivendo una fase di trasformazione radicale. Abituata a essere una città italiana, ora si accorge di essere internazionale ed affronta gli stessi problemi, ma ha anche le stesse opportunità, di altre capitali del mondo. Città nelle quali, ad esempio, uno studente non può pensare di abitare a quindici minuti dalla sua università, ma spesso si adatta a vivere a quaranta minuti di viaggio o più, in aree che offrono dei canoni di affitto sostenibili». La soluzione è dunque una sola: la Grande Milano

«Il tema è quello dell’estensione territoriale. Oggi siamo abituati a considerare questa città solo come Il Comune di Milano, con un milione e quattrocentomila abitanti. In realtà c’è una Grande Milano che va da Sesto San Giovanni a Nord, fino a paesi dell’hinterland a Sud, che conta almeno 3, se non addirittura 4 milioni di persone: è questa la realtà che dobbiamo tenere presente, considerando anche che gli affitti nell’hinterland sono in media molto più bassi che nella stessa Milano». Perchè si possa parlare di Grande Milano, il grande tema è quello della mobilità:

«Se mi consenti di arrivare da Novate Milanese al Politecnico in 20 minuti di metrò, da studente posso tranquillamente andare ad abitare là. Ma se ci metto molto di più e magari percepisco come pericolo prendere i mezzi pubblici, il discorso cambia».

Fonte: La Repubblica

Continua la lettura con: E’ il momento di estendere i confini di Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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“Milano è una BELLEZZA SEGRETA che emerge quando la marea del lavoro si abbassa”. Una chiacchierata con ELISABETTA SGARBI, l’ideatrice de La Milanesiana

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Credits: @Simona Chioccia Elisabetta Sgarbi

“Non faccio mai nulla aspettandomi il successo. Però ci metto tutta me stessa. Lavoro molto. Dormo poco. Cerco di sbagliare il meno possibile. Non mi sono mai adagiata sul passato”.

“Quello che faccio è mosso da passione. Ogni cosa che faccio nutre le altre: non potrei concepire la mia attività editoriale senza il cinema, o senza la Milanesiana”. Per il suo contributo al mondo della cultura ultimo riconoscimento conferitole: Sostantivo femminile. Signora dell’arte 2023 . L’abbiamo intervistata.

“Milano è una BELLEZZA SEGRETA che emerge quando la marea del lavoro si abbassa”. Una chiacchierata con ELISABETTA SGARBI, l’ideatrice de La Milanesiana

È accompagnata sempre dai suoi occhiali colorati bizzarri dalle lenti scure, anche di notte. Ama gli outfit da rockstar. Gli accostamenti inaspettati. Della sua persona si sa poco: quello che da sola decide di voler raccontare. Di sicuro Elisabetta Sgarbi, ideatrice e direttore artistico de La Milanesiana è instancabile: pretende il massimo da tutto e da tutti perché lei per prima non si tira mai indietro. Una vita tra i libri, editore (La nave di Teseo) produttrice musicale e regista (è appena uscito il film Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia stanza, dedicato al fotografo Nino Migliori) con la sua “Betty Wrong Edizioni, talent scout (è la produttrice e mentore del gruppo musicale Extraliscio) appassionata d’arte (ha creato la Fondazione Elisabetta Sgarbi con l’obiettivo di promuovere e valorizzare la ricerca artistica).

Nel 2010 Elisabetta Sgarbi ha dato vita alla prima della Milanesiana. Uno dei punti fermi della vita culturale milanese (e italiana). Un festival di respiro internazionale, all’insegna della contaminazione fra saperi che il pubblico mostra sempre più di apprezzare. Letteratura, musica, cinema, scienza, arte, filosofia, teatro, diritto, economia, sport e quest’anno si apre la prima volta anche al mondo dei fumetti. Dopo un’anteprima col botto il 7 aprile, con incontro pubblico alla libreria Mondadori Duomo con il regista premio Oscar Quentin Tarantino, sul libro autobiografico Cinema speculation (La Nave di Teseo), la 24esima edizione della Millanesiana apre ufficialmente il 23 maggio. Più di sessanta incontri, in 23 città, oltre 200 ospiti italiani e internazionali, 8 mostre in tutta Italia. Il programma completo dell’edizione 2023 è consultabile sul sito ufficiale lamilanesiana.eu.

# Parola chiave della Milanesiana quest’anno?

Credits: @Julian
Elisabetta Sgarbi

Ritorni. Il suggeritore è stato un grande scrittore nigeriano Ben Okri. È un tema-mondo, come spesso accade alla Milanesiana. Moltiplica le suggestioni. Dentro questo tema abbiamo ritagliato altri temi, fra loro collegati. Il ritorno alla natura, declinato nel senso della “restituzione alla natura e il rapporto con l’intelligenza artificiale”. E, ancora il ritorno, come memoria e nostalgia, è quel pensiero che riporta alle nostre origini, nel rapporto tra “Madri, Padri e Figli”, naturali e non; ed è un aspetto che mi è particolarmente caro.“Ritornare”, come dicevo, è anche il tempo e lo spazio della memoria: i 210 anni dalla nascita di Giuseppe Verdi, con cui apriremo la Milanesiana a Busseto il 23 maggio, i 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni, i 100 anni dalla nascita di Giovanni Testori. Per citarne solo alcuni.

# Nel 2000 ha ideato la rassegna culturale La Milanesiana. Un progetto interdisciplinare straordinario che ogni anno si rinnova offrendo spunti e riflessioni continue. Come nacque l’idea?

Credits: @Julian
Elisabetta Sgarbi

Ombretta Colli, anni fa, mentre lei era presidente della Provincia di Milano, e l’Assessore Cadeo mi proposero di pensare a qualcosa per l’estate milanese, visti i miei molteplici interessi. A Milano c’era un dogma: in estate i milanesi non ci sono, dunque non si può fare nulla, figuriamoci un festival. Io raccolsi la sfida e dedicai il festival alla poesia. “Così fallisce e smettono di chiedermi queste cose assurde”, mi dissi. Invece quell’edizione andò benissimo e siamo ancora qui.

# Cos’è cambiato in questi vent’anni nel mondo culturale e nel pubblico milanese?

Ora Milano è una città che culturalmente è esplosa, tra teatro, mostre, libri, eventi: la densità di produzione culturale in rapporto alla grandezza effettiva della città non penso abbia eguali in Europa. E La Milanesiana ha dato un contributo importante.

# La novità di quest’anno?

Dal focus iniziale su Milano, dove si concentrano ancora, in varie sedi, la maggior parte degli eventi, la Milanesiana coinvolge ora 23 città in sette regioni d’Italia. Otto le nuove città della 24 esima edizione: Treviglio, Busseto, Merano, Bertinoro, Bagnacavallo, Longiano, San Mauro Pascoli e Vicenza. Portare e condividere in sempre più numerose località un patrimonio di cultura interdisciplinare significa anche farsi trasformare almeno un po’ dalle realtà che si incontrano. E questo è bello.

# Come rafforzare e facilitare il legame tra libri e lettori?

Per me sono molto importanti le librerie fisiche. Da anni sogno un sistema di consegne a domicilio coordinato e capillare nella città e provincia di Milano, che coinvolga tutte le librerie fisiche e che abbia la stessa efficienza di Amazon.

# Ha dichiarato : per me la Romagna è follia, creatività, sorriso, lavoro. Cos’è per lei Milano?

Credits: @Simona Chioccia
Elisabetta Sgarbi

Lavoro, energia. È una bellezza segreta che emerge quando la marea del lavoro si abbassa. C’è la mia casa, ci sono le persone cui sono legata, Mario Andreose, c’è La Vave di Teseo, la Milanesiana. Ma è una storia parallela, accanto alla quale, più o meno visibile a seconda dei momenti, scorreva la casa dei miei genitori, i miei genitori. Io sono a Milano e a Ro, contemporaneamente.

Milano è una bellezza segreta che emerge quando la marea del lavoro si abbassa

# È nata a Ro Ferrarese in Emilia-Romagna. Si è laureata in farmacia, come i genitori, a Bologna. Giovanissima, ha lavorato alla casa editrice Edizioni Studio tesi di Pordenone, dove tutto cominciò. Poi il salto a Milano per lavorare in Bompiani, come ufficio stampa. Il primo ricordo importante legato a questa città qual è?

Mia madre (Rina Cavallini, scomparsa il 3 novembre 2015,ndr) che mi accompagna a Milano. Mario Andreose mi aveva chiamato per un colloquio, avevo un appuntamento e non mi sono presentata. Chiamò a casa e si lamentò con mia madre, che allora mi trascinò a Milano, a fare il colloquio in Via Mecenate. Dormimmo all’Hotel Susa, che ancora c’è e spesso lo consiglio ad amici di passaggio a Milano.

# Per il suo contributo al mondo delle arti e della cultura, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui l’Ambrogino d’oro, nel 2010

Credits: @Simona Chioccia
Elisabetta Sgarbi

Mio padre era fiero di quell’Ambrogino d’Oro. Il Sindaco di Milano Letizia Moratti consegnò il secondo Ambrogino d’oro al grande scrittore, drammaturgo e poeta nigeriano, Wole Soyinka, la prima voce africana a vincere il Nobel per la letteratura. L’apertura ufficiale della Milanesiana, il 23 maggio, vedrà lo straordinario incontro proprio con Soyinka che leggerà alcuni estratti dal suo romanzo in uscita Cronache dal paese delle gente più felice della Terra, dopo quasi 50 anni dal suo ultimo. Arguto di rabbia e di meditazione satirica lancia un’accusa feroce sulla disumanità del potere.

# Un pregio e un difetto di Milano

È avvelenata da una certa vacuità. Ma reagisce ad essa con una concretezza, una coesione sociale, un’energia straordinarie. Ha gli anticorpi naturali, è vaccinata da se stessa.

# Cosa vorrebbe che non c’è

Il fiume, l’acqua, l’argine.

# Milano in un’immagine

Piazzetta Belgioioso e via degli Omenoni.

@fabiorcrespi

# Cosa la stupisce ancora di Milano

La stratificazione visibile, dalle rovine romane ai grattacieli di Citylife. E la Metropolitana in Corso Plebisciti.

# Dove trova la bellezza in città?

È molto diffusa: l’Accademia di Brera, il Poldi Pezzoli, la Milano primi novecento, neoclassica. Mi piace molto l’esplosione architettonica degli anni ‘50. Quella ritratta da Antonioni ne La notte, compresa quella meraviglia che sta fuori Milano, la Barlassina, un Golf Club rimasto intatto. Sembra di vederci camminare Mastroianni, Vitti e Jean Moreau. E poi ho trovato straordinaria la Fondazione Rovati in Corso Venezia.

# Le più belle pagine scritte su Milano

Credits: @Simona Chioccia
Elisabetta Sgarbi

Alla Bompiani pubblicai Le meraviglie di Milano di Bonvesin della Riva, grande autore lombardo del Duecento, curato da Maria Corti. Un’opera piena di suggestioni anche per il lettore di oggi. Parlava incantato di una grandiosa “Città d’acque”.

# Con quale personaggio, reale o immaginario, del presente o del passato, vorresti passeggiare per Milano?

Un incontro immaginario. Vorrei incontrare Giuseppe Verdi e Carmelo Bene che si incontrano nella Hall del De Milan, scendendo dalle loro stanze. Trascorsi con Carmelo Bene notti intere all’Hotel et de Milan, dieci mesi di corpo a corpo con la parola. I suoi scritti erano in gran parte dispersi o fuori catalogo, e gli proposi di raccoglierli in un volume unico nella collana dei Classici Bompiani. Ne abbiamo fatto uno di componimenti poetici, ’l mal de’ fiori (nel 2000).

# In giro per Milano con gli scrittori e tanti ospiti della Milanesiana. Dove li porta?

Pinacoteca di Brera, dove ci sono almeno due opere del mio cuore: la Pala di Brera di Piero della Francesca, e la Pala Portuense di Ercole de’ Roberti: due fari della mia vita. E in una vecchia gelateria che conosco solo io.

# Ama il cinema e sono anni che fa film. Penso a Uomini del Delta, trilogia per salvare lo spirito del Po. Oppure Trieste, la città contesa. Mai pensato di farne uno su Milano?

Cimitero_monumentale_milano_(2)

Mi piacerebbe lavorare sul Cimitero Monumentale. Ho presentato il progetto alla Rai.

# Nei momenti liberi in quale zona Milano ama rifugiarsi?

In via Nullo, a pochi passi da casa. Soltanto palazzine dei primi del novecento di soli tre piani. Ci sono dei percorsi quotidiani che compio e che stanno come un placido fiume sotto la frenesia disordinata della mia vita. Mi piace il quartiere in cui vivo, il palazzo in cui abito progettato da Giovan Battista Bossi, un costruttore ottocentesco che ha fatto molte cose in questa zona di Milano.

Continua la lettura con: 24 ORE non stop a MILANO con SATURNINO

CRISTINA TIRINZONI

copyright milanocittastato.it

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La STRADA della CODA PERENNE per una ciclabile mai aperta

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Credits ilgustodivirdisofficial IG - Traffico via Primaticcio

La nuova frontiera delle ciclabili sono le periferie. Anche se non sempre una ciclabile riesce con il buco, come in questo caso.

La STRADA della CODA PERENNE per una ciclabile mai aperta

# Il progetto della pista ciclabile di via Primaticcio

Credits Comune di Milano – Progetto Ciclabile via Primaticcio

Zona Inganni-Forze Armate. Periferia Ovest. La pista ciclabile lungo via Primaticccio è stata inserita nel piano di sviluppo della rete protetta in favore di ciclisti e utilizzatori di monopattini previsti dal Comune di Milano. I lavori per questa pista sono iniziati esattamente un anno fa, a maggio 2022, per una durata prevista di 9 mesi. Nei suoi 2,4 km di estensione, 1,2 km per la lato, sono state previste anche nuove aiuole a protezione degli incroci, la realizzazione di 7 nuovi attraversamenti pedonali, 12 attraversamenti ciclabili e l’incremento di 210 posti auto. Realizzata con le stesse caratteristiche di quella di via Legioni Romane, in sede protetta tra marciapiedi e stalli di sosta, ha visto un investimento di 1 milione di euro. Qualcosa però è andato storto: la pista ciclabile non è mai stata aperta e ogni giorno ci sono code infinite di auto e ambulanze bloccate.

# Traffico insostenibile 

Credits ilgustodivirdisofficial IG – Traffico via Primaticcio

Il risultato principale della realizzazione della pista ciclabile è stato il dimezzamento della strada: si è passati da due corsie per senso di marcia a una soltanto. Con la conseguenza drammatica per chi la deve percorrere: il traffico è diventato insostenibile tutte le mattine. Lunghe file di auto ferme e ambulanze bloccate: via Primaticcio collega i due ospedali San Carlo e  San Paolo con disagio alla circolazione che si estendono alle vie limitrofe. Silenzio in Comune e sugli organi di informazione: unica voce si è alzata dal profilo social dell’ex giocatore del Milan, Pietro Paolo Virdis, con la moglie che ha documentato l’incredibile situazione.  

# La beffa: la ciclabile non è percorribile

Credits ilgustodivirdisofficial IG – Altra vista traffico via Primaticcio

La cosa paradossale è che la pista ciclabile non è nemmeno stata aperta: a quanto pare ci sono stati degli errori in fase di progettazione riguardo le misure e che quindi debbano essere rifatti i lavori. Quindi oltre al danno la beffa. Probabile che venga realizzata utilizzando lo spazio del largo marciapiede presente sulla via. 

# Altri problemi per la ciclabile segnalati da Urbanfile

Maps – Via Primaticcio

A prescindere dal possibile rifacimento dei lavori, il blog Urbanfile ha segnalato altre pecche nel progetto. Per prima cosa la pista si interrompe in due punti non connettendosi con quella di Legioni Romane, all’incrocio con via Primaticcio, e nemmeno con la ciclabile esistente all’incrocio con via Forze Armate rendendo meno efficace l’effetto rete. 

Anche la soluzione scelta in corrispondenza delle fermate bus non sembra ottimale. Il blog propone di fare come a Copenaghen, quando spazio e/o risorse sono limitate, posizionando la pista ciclabile tra la pensilina e l’area di fermata del bus.

FABIO MARCOMIN

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Milano non fa schifo ma…i palazzi INSUDICIATI dagli scarabocchi sì

I giochi pericolosi ai GIARDINI OSIRIS

I CARTELLI DA MARCIAPIEDE di Via Taormina

Il grave degrado dei GIARDINI MENDEL

il MARCIAPIEDE di Via Pirelli

Dilagano le STRISCE BLU: TRIPLICATE in pochi anni

La SPAZZATURA ACCUMULATA agli angoli delle strade

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 La CORSIA PREFERENZIALE INCOMPIUTA

Milano non è più Erasmus City: SCIVOLA al 48esimo POSTO

 Le BUCHE sull’ASFALTO

Milano ha troppi PALI

Il SOTTOPASSO CHIUSO di Piazzale Lugano

I TRENI IMBRATTATI

La strana estate delle 11 PISCINE CHIUSE di Milano

Le STRISCE PEDONALI “SCOMPARSE”

Il JERSEY ABBANDONATO di viale LANCETTI

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Manzoni, concerti e folletti: gli APPUNTAMENTI a Milano nella settimana dal 22 al 26 maggio #ToDoMilano

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Lazarus - Credits: Teatro e Critica

La settimana si apre con i 150 anni dalla morte di Manzoni alla presenza di Mattarella. Prosegue con grandi appuntamenti musicali e teatrali. 

Manzoni, concerti e folletti: gli APPUNTAMENTI a Milano nella settimana dal 22 al 26 maggio #ToDoMilano

#Trova il tuo evento

#Lunedì 22/5: 150 anniversario della scomparsa del Don Lisander con il requiem in Duomo. Musica di Morricone e Daniele Silvestri

  • Tutti all’opera, ragazzi!: i Solisti dell’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici della Scala, accompagnati dal pianoforte di Vincenzo Scalera, celebrano Manzoni. L’invito alla Scala è per anziani e giovani, lo spettacolo alle 16.00.
  • Requiem di Verdi in Duomo: la Cattedrale rende omaggio a Don Lisander con il Requiem scritto proprio per omaggiare Manzoni. Viene eseguito dalla Sinfonica di Milano alle 18.45. Atteso il Presidente Mattarella. 
  • Incontro con Fabrizio Moro: incontro pubblico e firma copie, per il cantautore romano che presenta un nuovo lavoro. Appuntamento alle 17.00 presso Santeria Toscana 31.
  • Hilary Hahn al Teatro alla Scala: lunedì con una dotatissima primo violino americana, diretta da Riccardo Chailly e con tutta la Sinfonica della Scala. Sipario alle ore 20.00.
  • Ars Ludi: trio acustico che ripercorre alcune delle composizioni più particolari per percussioni. In scena al Teatro Elfo Puccini, lo show inizia alle ore 20.00.
  • Lucas Debargue: Mozart, Chopin e Alkan per il giovane pianista, ospite del Conservatorio Giuseppe Verdi. Lo spettacolo inizia alle ore 20.45.
  • Stato interessante: la gravidanza di un uomo! In un cast tutto maschile è la proposta fluida del Teatro Elfo Puccini. In scena fino al 28 maggio nella Sala Fassbinder, debutta alle 21.00.
  • La vera e malinconica storia di Giovanni Falcone: primo appuntamento di Reinventare la Legalità, che vede Nando Dalla Chiesa e le letture di Antonello Fassari. La manifestazione inizia alle ore 21.00 nella Sala Grande del Teatro Franco Parenti.
  • Morricone Film History: un’orchestra di 40 elementi e un coro di 50 voci sono la sontuosa scenografia per un omaggio alle colonne sonore di Morricone. Il tributo è ospite del Teatro degli Arcimboldi, il sipario alle ore 21.00.
  • Daniele Silvestri: l’eclettico autore romano, porta live le canzoni che sono nate nel precedente tour, ora complete. Suona al Teatro Lirico – Giorgio Gaber alle 21.00.

#Martedì 23/5: apre la stagione degli aperitivi in piazza, debuttano le storie di Massini e David Bowie interpretato da Agnelli

Lazarus – Credits: Teatro e Critica
  • Ape in piazza: apre la stagione degli aperitivi all’aperto, con tutti gli ingredienti preferiti dai milanesi nell’ora blu. Primo appuntamento sotto il dito medio in piazza Affari, dalle 18.00 in poi.
  • Ghita, la storia della Fornarina: storia del grande amore di Raffaello Santi. Il pittore divino viene raccontato da Giulia Bellucci, nello spettacolo delle 19.30 a Palazzo Bagatti Valsecchi.
  • Storie: nuovo spettacolo di e con Stefano Massini in scena al Teatro Mariangela Melato di via Rivoli. Recital jazz, con le musice di Paolo Jannacci e Daniele Moretto, in scna fino al 28 maggio. Sipario alle 19.30.
  • Lazarus: debutta l’opera rock di David Bowie, che resta in scena al Piccolo Teatro – Giorgio Strehler fino a domenica 28 maggio. Protagonista la musica del Duca Bianco, interpretate da Manuel Agnelli. Sipario alle 19.30.
  • Utoya: rievocazione del tristemente episodio avvenuto nel paradiso nordico, dell’attentato che è costato la vita a 60 giovani norvegesi. Con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia, è in scena al Teatro della Cooperativa. Debutta alle 20.00, fino a domenica 28.
  • Polyphia: unica data italiana per il prog rock e prog metal della band texana. Lo show è stato spostato all’Alcatraz di via Valtellina, con inizio alle ore 20.00.
  • Iguazù Acoustic Trio: formazione allargata, con l’innesto di due guest, sax e chitarra elettrica, per uno spettacolo da quintetto. Non solo latin jazz, al Blue Note, nell’unico spettacolo delle 20.30.
  • Sam Fender: il giovane inglese, former guest dei tour di Springsteen, si esibisce finalmente da solista in un suo live. È atteso sul palco del Fabrique alle 20.30.
  • Concerto in memoria delle vittime del Genocidio Armeno: ultimo appuntamento stagionale con i Concerti Civili del Conservatorio Giuseppe Verdi. In scena il pianista Dario D’Ignazio, per il suo concerto che inizia alle 20.45.
  • Kristin Hayter: ultimissima tappa del tour Lingua Ignota, che l’artista americana porta in tour da quasi 4 anni. Special guest anche Midlife, che precede il rock della main star alla Santeria Toscana 31. Appuntamento alle ore 21.00.
  • Il grande giorno: la storia tutta particolare del protagonista umano e del pesce pagliaccio, reduci da una separazione e con una prospettiva politica davanti. In scena al Teatro Filodrammatici fino a domenica, sipario alle 21.00.
  • Medea: una particolare Medea, messa in scena da Dario D’ambrosi con gli allievi della scuola teatrale per ragazzi diversamente abili. Debutta alle 20.30 e resta in replica fino al 25 maggio nella Sala Grande del Teatro Franco Parenti.

#Mercoledì 24/5: Trilogia di folletti, sinfonica gratuita, l’Inter cerca di riportare la Coppa Italia a Milano

Trilogia dei Folletti – Credits: italiani dublino
  • Fa bene o fa male?: Presentazione del manuale di auto-difesa alimentare, con l’autore Dario Bressanini. Dalle 18.30 al Teatro Carcano.
  • Trilogia dei Folletti: ensamble di musica, luci ed elettronica, con protagonista il Syntax Ensemble. Si esibiscono all’interno del Festival Milano Musica al Meet Digital Culture Center, alle ore 20.00.
  • Purdue University W.E. & La Filarmonica, Junior Band: concerto gratuito con i solisti Paul Lorenz e Hamilton Tescarollo, diretti da Luca Ragona. Inizio alle 20.00 al Teatro Dal Verme.
  • Rachel Eckroth: interessante artista del Nord Dakota, che riesce a stravolgere la storia del jazz con le contaminazioni più moderne. È attesa al Blue Note nel doppio spettacolo delle 20.30 e 22.30.
  • Fazil Say: pianista e compositore turco, che torna a Milano per presentare un programma pianistico alla Sala Verdi del Conservatorio. Il concerto è in programma alle ore 20.45.
  • Laboratorio artistico: nuovi comici e gag novità degli artisti più conosciuti allo Zelig Cabaret. Condotto da Davide Paniate, il sipario apre alle 21.00.
  • Articolo 31: ultimo spezzone dei 10 spettacoli previsti a Milano, per festeggiare i 25 anni di carriera di un duo molto amato. Doppio spettacolo mercoledì 24 e, in replica, giovedì 25 al Fabrique alle 21.00.
  • Finale di Coppa Italia: allo stadio Olimpico di Roma l’Inter prova a portare la Coppa Italia a Milano contro la Fiorentina. Partita trasmessa live in molti locali di Milano. 

#Giovedì 25/5: omaggio agli Abba e agli artisti del Blue Note

  • SummersadFest: è l’inizio ufficiale dell’estate punk-x e lo celebra il Circolo Magnolia di Segrate. Si inizia prestissimo, alle 17.00, perché sul palco si alterneranno decine tra i migliori esponenti punk-x ed emo della scena intenazionale.
  • (Non compleanni) Conversazioni con Testori: uno spettacolo che invita alla riflessione, a fare quelle conversazioni che quotidianamente si fanno tra sé e sé. In scena al Teatro Oscar fino a domenica 28, debutto alle ore 20.30.
  • Variazioni Rococó: il violoncello di Marie-Elisabeth Hecker, la Sinfonica di Milano e la direzione di Alondra de la Parra, eseguono le variazioni all’Auditorium. Debutto alle 20.30, fino a domenica 28 maggio.
  • GeGè Telesforo: ritorno al lavoro discografico, per celebrare i migliori artisti groove e jazz dell’etichetta Blue Note Records. Presenta lo spettacolo direttamente al Blue Note, con doppio orario alle 20.30 e 22.30.
  • Homo Modernus – eppure sembrava progresso…: spettacolo di Leonardo Manera, che prova ad indagare nella giornata normale di persone comuni. In scena allo Zelig Cabaret, con inizio alle ore 21.00.
  • Abba Symphonic, Real Tribute Show: ritorno a grande richiesta del tributo ad una delle band che hanno fatto la storia della musica europea. Come a febbraio, lo spettacolo si tiene al Teatro degli Arcimboldi, a partire dalle 21.00.
  • NxWorries: unica data italiana per il duo made in USA, composto da Anderson Paak e Knxwledge. Si possono incontrare sul palco del Fabrique, a partire dalle ore 21.00.

#Venerdì 26/5 (diurno e preserale): si brinda alle Dolomiti

Giovani e politiche urbane – Credits: Le Nius
  • Youth voices and urban engagement: convegno che presenta la partecipazione di ragazze e ragazzi alle politiche urbane in tre diversi contesti: Milano, Vienna e Braga. Dalle 9.00 alle 13.00 in Università Cattolica, ingresso da largo Gemelli.
  • Stappa Il Giro d’Italia: cicloracconti e degustazioni, in occasione della tappa sulle tre cime di Lavaredo. 3 calici di vini prodotti dai viticoltori dell’Alto Adige, a Cascina Nascosta, con inizio alle ore 16.00.

Continua la lettura con: Le località del giorno per una GITA da MILANO

LAURA LIONTI

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Le PANCHINE ILLUMINATE: un’idea da imitare?

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Credits: @fabiofolezzani Panchine luminose Genova

Qualche mese fa sono comparse a Genova due panchine illuminate per poter leggere in giro per la città anche dopo il tramonto. E se le realizzasse anche Milano per i suoi cittadini?

Le PANCHINE ILLUMINATE: un’idea da imitare?

# Due panchine luminose nella Capitale del libro 2023

Credits: casafacile.it
Panchine luminose

Leggerà è un’installazione inaugurata a febbraio nel centro storico di Genova, precisamente nella piazzetta in Salita alla Torre degli Embriaci, a un passo da via di Santa Maria di Castello. Le panchine sono state realizzate in occasione della candidatura e conseguente vittoria di Genova a città del libro, ma fanno parte anche del progetto cittadino Lighting for Genoa.

Le librerie e biblioteche in città sono molte: la Biblioteca Universitaria, quella Civica Berio e la Biblioteca dei Cappuccini sono solo alcune di queste. Per questo Genova ha deciso di proporsi come Capitale italiana del libro per il 2023, vincendo il concorso e ottenendo quindi i 500mila euro di finanziamento stanziati dal Ministero. L’obiettivo di Genova è quello di promuovere ancora di più la lettura e la cultura, valorizzando il suo passato, e le panchine illuminate sono un mezzo per farlo. Due panchine storiche ripensate dalla progettista Giorgia Brusemini, per accogliere gli amanti della lettura in una seduta confortevole e in una luce gentile.

# La luce come mezzo per rigenerare il centro storico

Credits: @margherita_garibaldi
Piazza Gallo

Allo stesso tempo Genova, con il suo progetto Lighting for Genoa, vuole rigenerare quei luoghi meno conosciuti del centro storico attraverso la luce. Il progetto prevede un intervento in 10 piazze del centro storico, una, piazza Don Gallo, è già stata illuminata l’anno scorso, per dare risalto alle sue bellezze con installazioni luminose a basso consumo energetico. E le panchine di Leggerà fanno parte anche di Lighting for Genoa. La Torre Embriaci è infatti un gioiello nascosto della città e l’amministrazione pubblica ha deciso di valorizzarne le sue potenzialità turistiche grazie a questo intervento: molto semplice nella realizzazione, ma allo stesso tempo geniale, tanto che la notizia delle panchine luminose genovesi ha fatto il giro d’Italia.

# Le panchine artistiche: un’idea per Milano?

Credits: @fabiofolezzani
Panchine luminose

Così, come racconta l’assessore allo Sviluppo Economico Portuale e Marittimo Francesco Maresca, Genova è la prima città italiana ad aver installato le panchine illuminate per la lettura, facendo sì che genovesi e turisti assaporino appieno la pace dei libri immersi nella notte del Centro Storico più grande in Europa. Ma il progetto del capoluogo ligure potrebbe essere un esempio anche per le altre città italiane?

Certamente Milano potrebbe prendere spunto da quest’idea. In alcuni quartieri della città meneghina trovare una panchina è come cercare un ago in un pagliaio e allora perché non aggiungere direttamente panchine un po’ particolari? Magari con tanto di luce annessa per poter permettere ai milanesi di leggersi un libro anche dopo il tramonto. Considerando la fretta che domina la città, in effetti, però, Milano, anziché proporre un progetto dedicato alla luce come ha fatto Genova, potrebbe ideare delle panchine artistiche, inserendole in vie e parchi. Qui i cittadini potrebbero fermarsi un attimo e godersi la tranquillità del momento, mentre il resto della città corre.

Continua la lettura con: La CASCATA in CITTÀ: un’idea per Milano?

BEATRICE BARAZZETTI

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