Il paese dell’hinterland di Milano meglio servito dai mezzi pubblici
# Una “piccola metropoli” conurbata con Milano
Sesto San Giovanni è tra le 70 città più popolose d’Italia e primo nella cintura urbana milanese con i suoi oltre 80.000 abitanti. La parola Sesto indica la distanza in miglia dal centro di Milano, San Giovanni indica invece la dipendenza di Sesto dalla Basilica di San Giovanni a Monza. Sono presenti diversi poli di attrazione tra cui: il carroponte, dove si tengono concerti e eventi, il museo Campari, la Villa Falck e le infrastrutture industriali abbandonate dell’ex-area Falck che diventeranno nei prossimi anni sede della Città della Salute. Se si valutano diversi parametri è proprio Sesto il comune dell’hinterland meglio servito dai mezzi pubblici. Vediamo perché.
# La metropolitana: quattro fermate all’interno o in prossimità dei confini comunali
Ci sono due fermate della metropolitana a servire il comune: Sesto Rondò e Sesto Marelli della linea M1. Al momento questo porta Cinisello al pari di Assago e Cernusco sul Naviglio ma dietro Cologno Monzese e Gorgonzola che hanno tre fermate. Ma a queste si possono però aggiungere Sesto Primo Maggio Fs sempre della M1 che interscambia con la stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni e quella di Bignami, capolinea di M5, che pur rientrando nei confini comunali di Milano si trova a poche centinaia di metri da quelli di Sesto.
# Il treno: quattro linee del passante + i treni regionali
Alla stazione di Sesto San Giovanni FS, attualmente in fase di rigenerazione con il progetto di Renzo Piano della passerella “sospesa”, arrivano i treni regionali e le linee suburbaneS7, S8, S9, S11.
Sesto San Giovanni è servita anche da diverse linee di autobus extraurbane ATM e Autoguidovie, una linea urbana e vettori privati di bus per il raggiungimento degli aeroporti di Linate e Malpensa. Il tram 31 ufficialmente serve il comune di Cinisello Balsamo ma in realtà è al servizio anche dei cittadini di Sesto, dato che un tratto di viale Fulvio Testi dove corre il tracciato è condiviso tra i due comuni.
# Gli sviluppi futuri: Sesto Restellone e il collegamento metro con Monza
Nel futuro il trasporto pubblico del comune migliorerà ancora. Nell’ambito del prolungamento della linea M1 fino a Cinisello/Monza Bettola, dove è previsto il futuro interscambio con la M5, è programmata una terza fermata all’interno dei confini comunali, quella di Sesto Restellone. I cantieri al momento sono fermi in attesa di una nuova azienda appaltatrice.
San Colombano al Lambro è per Milano quello che Campione d’Italia è per l’Italia: sono infatti entrambe due enclave, ossia parte di un territorio di cui geograficamente non fanno parte. Campione d’Italia è infatti città italiana anche se interamente circondata da territorio svizzero. Mentre San Colombano è completamente accerchiata dalle province di Pavia e Lodi. Quindi per raggiungerla bisogna uscire dai confini della città metropolitana da cui dista circa 22 chilometri a sud-est.
San Colombano, l’enclave di Milano: anche se è lontana 22 Km, ci appartiene
# Gli abitanti hanno scelto Milano
San Colombano è dunque l’unica enclave (o exclave) della città metropolitana di Milano. Il motivo per cui è rimasto parte prima della provincia di Milano e dopo della città metropolitana è stata la volontà popolare.
Quando infatti nel 1992 è stata costituita la provincia di Lodi, in cui San Colombano sarebbe dovuta rientrare, è stato indetto un referendum tra i cittadini che hanno scelto di restare con Milano. Una scelta che per un aspetto fondamentale è assai preziosa: a Colombano si produce l’unico vino DOC della città metropolitana di Milano.
# Il “vino di Milano”
Il San Colombano DOC viene prodotto nelle tipologie, fermo e frizzante, una piccola eccellenza di cui può così fregiarsi Milano con un prodotto di alta qualità a simboleggiare tradizione, storia e natura.
Nota curiosa: l’esempio di San Colombano potrebbe essere seguito da altri luoghi d’Italia, potenzialmente tutti. Il nostro ordinamento prevede infatti che si possa scegliere di fare parte di un’altra provincia o di un’altra regione anche per città o territori geograficamente distaccati.
Milano per millenni ha convissuto, amato, gestito l’acqua. I primi abitanti, poi i Romani e via via gli altri abitanti hanno sempre pasticciato con l’acqua, deviando torrenti, scavando canali navigabili e pozzi per le case. E poi piano piano si sono cominciati a chiudere i Navigli e non “vedere” più l’acqua, soprattutto dall’inizio del secolo scorso. La diamo per scontata o forse non più, stando all’interesse recente suscitato sulla riqualificazione dei Navigli.
Però le fontane ci piacciono, eccome. E non solo a noi residenti, ma anche ai turisti, sempre più numerosi, basta vedere le foto a migliaia sui social network.
# La Fontana per antonomasia di Milano: l’unica progettata da Piermarini
Partiamo dalla più classica di tutte, la più antica, posizionata al centro di una piccola piazza, a due passi dal Duomo: la fontana di piazza Fontana, che ha dato il nome alla piazza stessa. È l’unica fontana progettata da Giuseppe Piermarini, grande architetto umbro, costruttore del Teatro di Scala e di moltissimi altri palazzi milanesi. Costruita nel Settecento, non solo per bellezza, ma anche per le necessità del mercato di ortofrutta allora presente, è stata testimone silenziosa e partecipe delle vicende cittadine.
# La fontana di Giò Ponti
Un’altra fontana è unica: quella in Largo Donegani, progettata da un altro grandissimo architetto, Giò Ponti, che completa ed arricchisce il contesto urbano dei palazzi ex Montecatini.
# La «Torta degli Sposi»
Naturalmente facciamo un passaggio veloce alla Torta degli Sposi, di fronte al Castello Sforzesco, protagonista di una leggenda metropolitana sulla sua sparizione dopo il disfacimento dovuto alla costruzione della linea 1 della metropolitana milanese. Era semplicemente in un magazzino del Comune finchè non si è deciso di rimetterla al suo posto.
# Il «Ciclo dell’Acqua» di Dominioni
E che dire della complicatissima fontana in piazza San Babila? Altro grandissimo architetto – Caccia Dominioni – ha immaginato il ciclo dell’acqua lombardo, dalle montagne alla pianura.
# La fontana di Pertini
Nascosta a metà di via Manzoni e un po’ sacrificata come posizione la fontana dedicata ad un grande Presidente della Repubblica Italiana regalata alla città da Metropolitana Milanese negli anni ’90 del secolo scorso.
# La peschiera barocca
I Giardini della Guastalla sono uno dei parchi più antichi di Milano. Il Collegio della Guastalla, cui fa riferimento il giardino, fu costruito per ordine della contessa Paola Ludovica Torelli della Guastalla come fondazione benefica e terminato nel 1555. Ed in mezzo la peschiera barocca, gradevole punto di frescura.
# I Bagni Misteriosi di De Chirico
Spostiamoci verso la Triennale, nel cui giardino ci sono i Bagni Misteriosi di Giorgio De Chirico una delle opere realizzate per la XV triennale di Milano nel 1973, caratterizzata da colori vivi e contrastanti.
# Gae Aulenti
Una delle fontane più frequentate d’estate. Anche per i giochi d’acqua sulla piazza simbolo della rigenerazione di Porta Nuova.
# Le Quattro Stagioni di City Life
Prendiamo la lilla ed andiamo a City Life: scendendo verso il parco pubblico, siamo accolti dai bellissimi giochi d’acqua della fontana delle Quattro Stagioni, costruita in soli due mesi nel 1927 su progetto di un grande e misconosciuto architetto del Comune di Milano, Renzo Gerla.
# Il Pinocchio della Madonnina
Chi non conosce la favola di Pinocchio? Ebbene abbiamo una fontana dedicata proprio a lui, il burattino amato da tutti i bambini. Si trova in corso Indipendenza in mezzo ai giardini e frequentatissima da bambini e adulti.
# Monumento al Centauro
La chicca finale: posizionata al quartiere sant’Ambrogio nella parte sud di Milano, con al centro il monumento al centauro del noto scultore polacco Igor Mitoraj, che aveva eletto l’Italia a suo paese d’adozione all’inizio degli anni ’80. Le sue sculture ‘postmoderne’, ispirate al periodo classico dell’antichità, arricchiscono le piazze di molte città d’Europa e d’Italia.
Gli scoiattoli solitamente vivono in zone boschive in cui riescono a procacciarsi il cibo di cui necessitano e lontano dal disturbo portato dalle attività umane. Tuttavia, con un’azione dell’uomo, questo animale è stato introdotto anche in contesti urbani.
Questa usanza è iniziata negli Stati Uniti: già nella seconda metà dell’Ottocento con l’obiettivo di ricreare piccoli ambiti rurali che richiamassero la tipica quiete e serenità di cui, già al tempo, gli abitanti delle città sentivano la mancanza.
In Italia è stata introdotta dal primo dopoguerra, importando una specie americana, lo scoiattolo grigio, che, per le sue caratteristiche, si è diffuso facilmente, anche a scapito dello scoiattolo rosso già presente nei nostri territori.
Andiamo a vedere dove poterli osservare anche a Milano.
Dove si trovano gli scoiattoli (americani) a Milano
# Parco Sempione
Realizzato a fine Ottocento sull’area già occupata dalla Piazza d’armi, situata accanto al Castello Sforzesco. Fu progettato imitando lo stile dei giardini inglesi e deve il suo nome dal corso Sempione, il monumentale asse stradale che parte dall’Arco della Pace.
La flora del parco Sempione è molto ricca e varia, tanto che al suo interno sono stati creati due percorsi botanici con il riconoscimento di oltre cinquanta specie differenti, tra cui un Olmo monumentale, un grande Ippocastano, Platani, noci del Caucaso e faggi penduli, cedri, aceri e cipressi. I vari interventi di riqualificazione e restauro susseguitisi negli anni ne hanno arricchito sempre più la flora, anche a scopi decorativi, probabilmente favorendo l’insediamento di varie specie animali, tra cui gli scoiattoli che si possono trovare soprattutto nella zona attorno alla Cascina Nascosta sul lato di via Mario Pagano. Una curiosità? Nel Parco si trovano anche deipappagallini verdi: la sera si radunano su due aceri nel pressi del Bar Bianco.
Tra Corso Sempione e la fermata Pagano della Metro 1 si trovano 2 parchi affiancati. Fino alla metà degli anni Trenta l’area era occupata dalla cintura ferroviaria ovest dello scalo di Sempione, venendo successivamente bonificata con l’inaugurazione del parco che risale agli anni Sessanta. I due parchi sono tra i più ricchi di varietà arboree della città e questo li rende un luogo speciale dove potersi rilassare osservandone l’evoluzione di colori con il passare delle stagioni Sono anche spazi particolarmente amati dai bambini grazie alle numerose aree gioco e alla “fontana senza acqua”, un gioco di imprevedibili schizzi d’acqua nei cui pressi si possono trovare anche degli scoiattoli.
Da tutti conosciuto come Parco Solari è ufficialmente intitolato a Don Giussani dal 2006 e risale agli anni Trenta. Si tratta di un parchetto non distante dai Navigli, non recintato e sempre accessibile, attraversato da una pista ciclabile. Per precisione è raggiungibile a piedi dalla fermata della metro Sant’Agostino, tra il Museo della Scienza e della Tecnica ed il Naviglio Grande. Questo lo rende un luogo ideale per rilassarsi durante una passeggiata o un giro in bicicletta durante le belle giornate primaverili magari allungando l’itinerario fino alla Darsena.
Il parco delle Cave è il terzo parco di Milano per dimensioni ed è collocato tra i quartieri di Baggio, Barocco, Quarto Cagnino e Quinto Romano. Il parco non è recintato e quindi sempre accessibile, ha al suo interno quattro bacini artificiali, boschi, corsi d’acqua, orti urbani, un’area agricola con marcite e la cascina Linterno. Deve il suo nome alla cave di ghiaia e sabbia utilizzate fin dagli anni ’20 e che ora costituiscono i bei laghetti visibili all’interno del Parco. Punto di forza sono le Associazioni attive nel parco fornendo servizi di vario genere come informazione, sicurezza, presidio costante delle aree, aggregazione attraverso lo sport, la cultura ed il sociale con una continua promozione della cultura del verde nel contesto urbano. Online si possono trovare associazioni che propongono delle visite serali molto particolari per osservare le numerosissime lucciole che abitano il parco. Dove il bosco si fa più fitto, nella parte più orientale, si trovano numerosi scoiattoli.
Il Parco Aldo Aniasi, conosciuto come il Parco di Trenno, è situato nella zona nord-ovest di Milano vicino a San Siro, ed è uno dei parchi più grandi di Milano. E’ caratterizzato dalla presenza di lunghi viali da percorrere a piedi o in bicicletta e di numerosi spazi dedicati allo sport, come pattinaggio, tennis, calcio, bocce, beach volley e rugby. Vi si possono anche trovare un piccolo luna park per i più piccoli, una cascina dove rifocillarsi nel verde e il Cimitero di Guerra dedicato ai caduti anglo-americani. Queste caratteristiche lo rendono un luogo di aggregazione privilegiato per milanesi di tutte le età che vi trascorrono molte ore nei weekend di sole tra un picnic ed una corsa.
Comunemente noto come la Montagnetta di San Siro si trova nel quartiere QT8. E’ una collinetta di natura artificiale alta circa 50 metri formata con l’accumulo di macerie derivanti dai bombardamenti che hanno colpito Milano durante la seconda guerra mondiale e dalle demolizioni di parte dei Bastioni dopo il 1945. Particolarmente amata per la sua posizione rialza offre un punto di vista particolare sulla città sfruttato addirittura per alcuni anni per organizzare gare di sci di buon livello cui partecipò in giovane età anche il campione Alberto Tomba.
Nel comune di San Donato Milanese sono presenti numerosi parchi in cui poter incontrare animali, complice anche il non lontano Parco Agricolo Sud facilmente raggiungibile con una piacevole passeggiata in bicicletta. Soprattutto i parchi con rivoli d’acqua e laghetti sono ideali per ospitare specie animali che hanno trovato habitat in cui poter vivere e prosperare. Particolarmente interessante è l’oasi Levadina, a cura del WWF, che propone visite guidate per scolaresche e famiglie e la speciale “Lucciolata”, alcune serate per osservare un fenomeno bellissimo legato ai piccoli insetti luminosi.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Dopo aver perso la finale di Champions del 2027 per mancanza di garanzie da parte del Comune, altro smacco per il calcio milanese. Per la prima volta una partita di serie A sarà preceduta da un concerto. E la beffa per Milano è che si tratta di un noto artista milanese: sarà Guè, icona del rap italiano, a esibirsi nel pre-match di Como Verona allo stadio G. Sinigaglia, domenica 29 settembre, in occasione di “The Sound of the Lake”.
Un’operazione all’ “americana” per svecchiare il mondo del pallone italiano. Tra Milan e Inter chi vincerà il derby… o si rimarrà sullo zero a zero?
In un angolo nascosto di Berlino, precisamente nella stazione Olympiastadion (linea U2), si trova uno dei musei più affascinanti e meno conosciuti della città: il Museo della Metropolitana. E se anche Milano, con la sua ricca storia metropolitana, avesse un museo simile? Cosa potrebbe raccontare delle sue linee, dei suoi progetti ambiziosi e della sua evoluzione urbana?
A Berlino c’è il «Museo della Metropolitana»: perché a Milano no? Cosa ci potrebbe essere
# Un viaggio tra storia e tecnologia, il Museo della Metropolitana di Berlino
Fondato nel 1997, il Museo della Metropolitana di Berlino è una tappa obbligata per gli appassionati di trasporti e storia urbana. Situato all’interno dell’ex-cabina di comando della stazione, offre oltre 120 anni di storia berlinese.
Il museo racconta l’evoluzione del sistema di trasporto sotterraneo, attraverso una variegata collezione di oggetti storici, tra cui pannelli di controllo, mappe della rete metropolitana (risalenti al 1936), strumenti di segnalazione e uniformi originali degli operatori della metropolitana.
Una delle attrazioni principali della visita è un grande pannello di controllo elettromeccanico (lungo ben 14 metri) che è stato operativo fino al 1983 e con il quale furono gestiti 616 percorsi e 99 segnali.
L’atmosfera del museo è unica, persino il biglietto d’ingresso è legato alla storia della metropolitana, poiché viene emesso da una biglietteria originale di metà Novecento. Aperto ogni secondo sabato del mese, il museo, il cui ingresso costa solo 1 euro, offre anche la possibilità di fare un viaggio su treni storici, un’esperienza che arricchisce ulteriormente il percorso espositivo.
# E Milano? Il Museo della Metropolitana arriverà anche da noi?
La storia della metropolitana di Milano è affascinante tanto quanto quella di Berlino e, quindi, potrebbe meritare un luogo di tutto rispetto (ma soprattutto grande fascino) dove essere raccontata.
Non tutti sanno che Milano sarebbe potuta essere la prima città al mondo a dotarsi della metro. La teorizzazione della metropolitana risale agli inizi del ‘900, quando l’ingegner Borioli Sarre propose una rete di ben otto linee sotterranee (più una circolare), anticipando di decenni il trend della mobilità urbana del futuro. Tra un progetto e l’altro si è arrivati invece al 1° novembre 1964 con l’inaugurazione della linea rossa, che collegava Lotto a Sesto Marelli.
Anche solo poche informazioni sulla storia della metro di Milano bastano per far desiderare un Museo della Metropolitana di Milano. Il progetto potrebbe rivelarsi un’idea vincente sia dal punto di vista identitario, sia dal punto di vista turistico. Il museo potrebbe essere capace di celebrare tanto la storia quanto il futuro del trasporto urbano milanese. Ma come potrebbe essere strutturato?
#1 Il luogo: la Centrale della Cultura Metropolitana
Un museo della metropolitana a Milano potrebbe trovare la sua collocazione ideale in uno degli spazi più simbolici della città: la Stazione Centrale. Questo monumentale edificio, progettato dall’architetto Ulisse Stacchini e inaugurato nel luglio del 1931, è la seconda stazione in Italia per flusso di passeggeri, con oltre 320.000 visitatori al giorno e più di cinquecento treni in transito quotidiano. La sua posizione strategica, a soli tre chilometri dal Duomo, lo rende un nodo cruciale per il trasporto pubblico milanese e un ottimo luogo per intercettare il pubblico di turisti.
#2 Costo e accessibilità: storia e cultura per tutti
Il costo d’ingresso dovrebbe essere simbolico, seguendo l’esempio del museo berlinese, le cui tariffe sono 2 € per gli adulti e 1 € per i bambini. Naturalmente, potrebbero essere previste agevolazioni per studenti e famiglie, oltre a giornate di ingresso gratuito in occasioni speciali, come la Settimana Europea della Mobilità.
#3 Il Museo della Metropolitana potrebbe vivere anche di notte?
La metropolitana è un servizio attivo gran parte della giornata, e un museo che ne celebra la storia potrebbe fare lo stesso. Oltre agli orari tradizionali, il museo potrebbe rimanere aperto anche la sera, almeno fino a mezzanotte. Il luogo potrebbe diventare sede di eventi speciali, legati alla storia della città, come, per esempio, La notte della Metropolitana, una visita guidata notturna, da svolgersi quando le metropolitane non sono più in funzione, accompagnati da musiche e proiezioni multimediali. Questi eventi potrebbero attrarre un pubblico giovane e rendere l’esperienza del museo davvero unica nel suo genere.
#4 Esposizioni e interattività: un museo vivo
Come dicevo, il museo non dovrebbe limitarsi a una semplice esposizione statica. Nell’era del digitale, la componente interattiva potrebbe svolgere un ruolo fondamentale.
Si potrebbero, per esempio, allestire dei simulatori che permettano ai visitatori di mettersi alla guida di un convoglio della linea 1 degli anni ’60, o interfacce digitali che mostrino in tempo reale il flusso di passeggeri nelle varie stazioni della rete contemporanea.
Inoltre, l’esposizione potrebbe essere arricchita da una sezione dedicata al futuro della mobilità, con progetti di metropolitane innovative e sostenibili, come le linee senza conducente o i nuovi sistemi di bigliettazione elettronica.
Il museo potrebbe anche ospitare una sezione dedicata all’educazione sul tema della mobilità sostenibile. Mostre temporanee su temi come l’impatto ambientale dei trasporti o le innovazioni tecnologiche in arrivo potrebbero stimolare il dibattito e sensibilizzare il pubblico sull’importanza di una rete metropolitana efficiente e rispettosa dell’ambiente.
Un Museo della Metropolitana a Milano sarebbe più di un semplice spazio espositivo: diventerebbe un centro culturale e di educazione per la città, un luogo dove riscoprire il passato e guardare al futuro del trasporto pubblico. Potrebbe raccontare storie di innovazione, lavoro e progresso, offrendo ai visitatori un’esperienza unica e coinvolgente.
Se Berlino ci ha mostrato che la storia di una metropolitana può diventare patrimonio culturale, Milano potrebbe andare oltre, trasformando la sua metropolitana in un simbolo di innovazione e sostenibilità per il futuro.
In attesa di vedere il primo Frecciarossa andare da Milano a Monaco di Baviera, e poi fino a Berlino, da Parigi parte il primo servizio di alta velocità verso la capitale tedesca. Quando è previsto il primo viaggio, la durata e i prezzi dei biglietti.
In partenza il primo treno ad alta velocità Parigi-Berlino: ecco quanto ci metterà
# Parigi mette la freccia su Milano, in arrivo il collegamento dell’alta velocità con Berlino
Parigi anticipa Milano sul collegamento dell’alta velocità con Berlino, l’obiettivo è infatti viaggiare dalla Stazione Centrale alla capitale tedesca a bordo del Frecciarossa entro il 2026. Il primo viaggio diretto e diurno tra Parigi e Berlino, attualmente la direttrice è servita da un treno notturno, è programmato per il 16 dicembre 2024. Queste le parole di Alain Krakovitch, direttore di TGV Intercities, come riportato da Euronews: «La creazione di questo collegamento è un’ulteriore prova concreta dell’amicizia franco-tedesca e contribuisce a un obiettivo condiviso dai nostri due Paesi: promuovere la mobilità a basse emissioni di carbonio».
# 8 ore di viaggio da Parigi Gare de l‘Est a Berlino Hbf
La durata del viaggio è di circa 8 ore. La partenza da Parigi Gare de l‘Est è prevista alle 9:55, l’arrivo a Berlino alle 18:03 dopo le soste a Strasburgo, Karlsruhe e Francoforte-Sud mentre il ritorno è da Berlino Hbf alle 11:54 con arrivo a Parigi alle 19:55. Il commento di Michael Peterson, membro del consiglio di amministrazione di DB per il trasporto passeggeri a lunga percorrenza, sul nuovo collegamento: “SNCF Voyageurs e DB stanno inviando un forte segnale per lo sviluppo dell’Europa su rotaia”.
# Biglietti in vendita dal 16 ottobre a partire da 59,99 euro
La vendita dei biglietti parte il 16 ottobre con prezzi da 59,99 euro per la seconda classe e da 69,99 per la prima, e si possono acquistare su SNCF Connect e sul sito web di Deutsche Bahn, su l’app DB Navigator, nei centri viaggi DB e nelle agenzie DB. I treni utilizzati saranno degli ICE 3, con 333 posti a sedere in seconda classe e 111 in prima, che possono raggiungere una velocità massima di 320 km/h.
Se si parla di vie delle shopping la regina indiscussa a Milano, in Italia e in Europa è via Montenapoleone. Nel mondo è seconda sola alla Fifth Avenue di New York per costo medio degli affitti di negozi. Ma se si parla di strade dove comprare casa quale è la via cara in assoluto in Italia e quante milanesi troviamo in classifica? Ecco i risultati di un’analisi di un noto portale di ricerca immobiliare. Con una curiosità: qual è, invece, la meno cara d’Italia?
Le 10 vie più costose dove comprare casa in Italia: solo una strada di Milano tra le prime
# Come è stato realizzato lo studio
Milano è la città più cara d’Italia, soprattutto per quanto riguarda il settore immobiliare. Non è un caso infatti che via Montenapoleone sia la strada dello shopping più costosa, usando come parametro principale il costo degli affitti dei negozi, addirittura a livello europeo. Solo la Fifth Avenue di New York la supera. Ma se si parla di vie dove acquistare casa la nostra città deve cedere il passo. Idealista, un noto portale di ricerca immobiliare, ha realizzato uno studio prendendo il prezzo medio assoluto di tutti i tipi di case pubblicizzate nella stessa strada, che avesse un minimo di 20 annunci, per stabilire quelle più costose (quindi non significa che siano le case in vendita più costose in ciascun mercato ndr). Vediamo le prime dieci posizioni.
# Milano con una sola strada in top ten: il boom di Forte dei Marmi
Quali sono le vie più costose per comprare casa? Partiamo dalla coda della top ten dove troviamo via Flaminia Nuova a Roma, con le abitazioni che hanno un prezzo medio di 1.666.773 euro. A salire c’è via Piave a Forte dei Marmi in provincia di Lucca con prezzi di medi di 1.790.885 euro, poi Via XXV Aprile a Sirmione sul Lago di Garda con 1.946.160 euro.
Sopra i 2milioni di euro Piazza Duomo a Firenze, ancora Roma con Largo dell’Olgiata e finalmente troviamo in quinta posizione, la prima e unica strada milanese in classifica: Corso Magenta, con un costo medio delle case di 2.187.654 euro. Appena giù dal podio troviamo invece Fondamenta de l’Osmarin a Venezia con 2.336.538.
La top tre è dominata da Forte dei Marmi, con via Francesco Donati al terzo posto e via Luigi Raffaelli che con 6.027.273 è la via più cara d’Italia. In mezzo, al secondo posto, si piazza via Vittorio Veneto a Cernobbio dove servono in media 3.231.053 per comprare casa.
# Sopra il milione di euro altre tre regioni, in Molise la strada meno cara d’Italia
Osservando il resto delle regione italiani ci sono altre tre vie sopra il milione di euro: via Cornice dei Due Golfi a Bordighera in provincia di Imperia, Liguria, con un costo medio delle case di 1.284.500 euro, via Sempione a Meina in provincia di Novara, Piemonte, con 1.256.429, e via Alessandro Manzoni a Napoli, Campania, con 1.071.000 euro. La via meno cara d’Italia è in Molise, in corso Giuseppe Mazzini a Campobasso: appena 150.766 euro, di 40 volte inferiore rispetto alla prima della classe.
Si avvicina sempre di più l’appuntamento con i cinque cerchi olimpici di Milano-Cortina: mancano meno di 500 giorni all’inaugurazione dell’evento allo Stadio Meazza. Cosa si sta costruendo e cosa rimarrà come lascito negli anni a venire? Succederà come per Expo, con un effetto booster per gli anni successivi?
Cosa resterà a Milano dei Giochi Olimpici? Le 7+1 scommesse per il futuro
# Un ulteriore boost per il turismo
Come Expo2015 ha rilanciato il brand Milano come meta turistica, si è passati dai 5 milioni di arrivi del 2005 in prevalenza business agli 8,5 milioni del 2023, le Olimpiadi Invernali del 2026 potrebbero dare un ulteriore boost alla città come meta internazionale. Il 2024 si prospetta già un altro anno record per il turismo, si viaggia in media a 750mila presenze al mese, con quello leisure che ha superato quello business cubando il 65% sul totale.
# Il Villaggio Olimpico diventa uno studentato e nasce un nuovo quartiere con un “bosco sospeso”
Il tassello più importante e tangibile nel lascito complessivo delle Olimpiadi Invernali del 2026 è la rigenerazione urbana dello Scalo Romana e la nascita di un nuovo quartiere. Fulcro di tutto è il Villaggio Olimpico, disegnato come tutto il masterplan dallo studio di architettura Skidmore, Owings & Merrill, che si sviluppa su sei stecche, parallele ai binari ferroviari, unite tra loro in gruppi di tre tramite delle strutture aeree e delle piccole torri. Al suo interno dormiranno 1.400 atleti olimpici e paralimpici.
La costruzione è affidata a Coima Sgr, Covivio e Prada Holding, con i cantieri in anticipo di tre mesi e consegna prevista a luglio 2025. I sei edifici dopo l’evento, ad ottobre 2026, diventeranno una residenza universitaria per 1.700 studenti, la più grande d’Italia. All’interno di quelli lato parco e ferrovia nell’area dell’Olympic Village Plaza, la nuova piazza del quartiere con negozi e esercizi al piano strada, è prevista residenza libera e agevolata.
Previsto inoltre un grande parco pubblico di circa 100 milamq nel mezzo con un“Bosco sospeso’’ sopra la ferrovia, entro il 2028, e una nuova piazza su più livelli con alcuni palazzi per uffici, negozi e ristoranti in prossimità di piazzale Lodi entro il 2031.
# Torre Faro: la nuova sede con belvederi panoramici di A2A
Non direttamente collegato alle Olimpiadi, ma comunque in costruzione sul perimetro dell’ex Scalo Romana, è la Torre Faro”, futura sede di A2A, multiutility di energia e rifiuti di Milano e Brescia, oltre che primo vero grattacielo sul sud Milano. L’altezza prevista è di circa 144 metri per 28 piani complessivi e viene realizzata con innovativi sistemi di efficienza energetica ed eco sostenibilità. Progettato dallo studio di architettura Antonio Citterio – Patricia Viel è stato pensato per distinguersi tra gli edifici della città per la sua forma tubolare, con una pianta circolare, e un’originale spaccatura a circa 61 metri di altezza con dei giardini pensili: lo Sky Garden con un’altezza di 3 metri. Previsto anche un cortile verde che collegherà la nuova sede al Museo dell’Energia, accoglierà entro il 2026 i 1.500 dipendenti sparsi in altri edifici in città.
# Il “Milano Ice Park” nei padiglioni di Rho Fiera: riutilizzabile come spazio polifunzionali per eventi sportivi e concerti al coperto fino a 30.000 posti
Svanita la possibilità di disputare le gare di speed skating sul ghiaccio a Baselga di Pinè e quelle di hockey femminile nella Milano Arena Hockey (ex Pala Sharp) la scelta è ricaduta per tenerle entrambe nei padiglioni di Rho Fiera Milano. I lavori sono partiti il 22 maggio 2023 e dovrebbero terminare il il 31 luglio 2025, per un investimento complessivo di 25 milioni di euro. Sono in costruzione un “palazzetto” da 6.500 spettatori per lo speed skating unendo i padiglioni 13 e 15 e uno “stadio” da 5mila posti per l’hockeynei padiglioni 22 e 24.
Al termine nei giochi il “Milano Ice Park” sarà uno spazio da 35mila mq utilizzabile come “una sede polifunzionale per eventi del tutto nuovi”. Nello specifico concerti fino a 30mila posti al coperto, eventi e gare sportive di varia natura come tennis e padel, e congressi fino a 12.500 posti.
Saranno temporanei invece: il media center all’Allianz Mico, l’allestimento per le gare di short track e pattinaggio di figura al Forum di Assago e la Medas Plaza in piazza del Duomo.
# Il PalaItalia da arena per l’hockey a nuovo palazzetto per la città da 16.000 posti a sedere
La singola opera più attesa è di sicuro ilPala Italia: l’arena ospiterà infatti le gare di hockey maschili ai giochi olimpici di Milano-Cortina 2026. Terminato l’evento, all’inizio del 2027, diventerà location per eventi sportivi come basket, oltre a spettacoli teatrali e musica dal vivo, andando a riempire il vuoto creato dalla demolizione del palazzetto di San Siro in seguito alla nevicata del 1985.
A curare il progetto è lo studio di architettura Onirism Studio di David Chipperfield, su incarico ricevuto dalla società Eventim CTS vincitrice del bando. Preeisto un palazzetto che con 10.000 mq di superficie e 16.000 posti, sarà tra i grandi d’Italia. Un capolavoro architettonico di forma ellittica sospeso da terra e che si sviluppa in altezza e ampiezza grazie a 3 cerchi che di notte faranno parte dello spettacolo, con i LED che illuminandosi proietteranno effetti multimediali.
# Il nuovo quartiere Santa Giulia Nord con il masterplan che richiama una foglia e la metrotranvia tra M3 e M4
La struttura fa parte di un progetto, quello della rigenerazione di Santa Giulia Nord ad opera di Lendlease, che si sviluppa su 1,1 milioni di mq. Previsto nel dettaglio: un grande parco urbano di 270.000 mq, tra i più grandi della città, un laghetto, l’area commerciale Soul a cielo aperto di 55.000 mq, un flagshipstore Esselunga, un waterfront di 400 metri lineari e 3.500 nuove abitazioni, con Spark Living in costruzione entro fine anno e consegna nel 2027. Tutto il progetto dovrebbe essere completato nel 2032.
Per giugno 2027 è prevista l’inaugurazionedella nuova metrotranvia 13, con una fermata nei pressi dell’arena ma non utilizzabile dai tifosi dell’Olimpiadi in quanto in ritardo e quindi attiva solo dopo l’evento. Si tratta di tracciato di 4,7 km con 17 fermate che attraversa il quartiere di Santa Giullia e collega M4 Repetti alla stazione di Rogoredo M3 FS.
# San Siro location inaugurale prima della parziale demolizione con nuovo stadio di Milan e Inter?
Arriviamo all’ultima, ma non per importanza, location delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina: lo Stadio Meazza in San Siro. Il 6 febbraio 2026 al suo interno si terrà la cerimonia inaugurale, e diffusa nelle altre località italiane coinvolte, mentre il futuro rimane incerto e per questo l’Uefa ha deciso di revocare l’assegnazione della finale di Champions del 2027. Bocciata la ristrutturazione da parte di Inter e Milan si è riaperta nuovamente la possibilità di una sua demolizione, seppur parziale in particolare per il secondo anello a causa del vincolo, per trasformarlo in un luogo con negozi, spazi museali e sportivi. Accanto il nuovo stadio delle squadre e una riqualificazione delle aree rimanenti a verde e spazi pedonali. Nulla è però ancora deciso.
# Piena accessibilità sulle linee M1, M2 ed M3 in tempo per l’evento
In tempo per l’evento dovrebbe poi concludersi il corposo piano per garantire piena accessibilità a tutte le prime tre linee metropolitane: M1, M2 e M3. Previsto nel dettaglio l’installazione di 24 ascensori sulle linee M1 e M2 e la sostituzione/installazione di 48 ascensori e 52 scale mobili nella metropolitana gialla, con i lavori partiti nelle prime tre stazioni di San Donato, Brenta e Duomo. Per quanto riguarda le linee più vecchiesono in corso i lavori alle fermate di: Sant’Agostino, Lambrate, Cascina Gobba, San Leonardo, Uruguay, Turro e Sesto Rondò, mentre partiranno entro la fine dell’anno quelli nelle stazioni di Garibaldi, Lanza, Moscova, De Angeli e Inganni. In totale l’investimento è di oltre 82 milioni di euro.
Milano può rivelarsi uno spettacolo a sorpresa. Lo abbiamo chiesto direttamente ai milanesi: qual è la cosa più spettacolare di Milano? Queste le 5+1 risposte più spettacolari.
La cosa più spettacolare che c’è a Milano? Le 5+1 tappe di un percorso da pelle d’oca
#1 Il primo spettacolo: la Stazione Centrale
Il primo spettacolo che appare a chi arriva a Milano è la Stazione Centrale, progettata da progettata da Ulisse Stacchini come “Cattedrale del Movimento“ e inaugurata nel 1931, con uno stile definito popolarmente “Assiro Milanese”. Una definizione ironica scelta per sottolineare la monumentalità della struttura e lo sfarzo ornamentale, ricco di immagini di animali. Senza dubbio una delle stazioni ferroviarie più spettacolari del mondo.
#2 La sorpresa dei fenicotteri rosa in pieno centro
I fenicotteri rosa nel giardino del meraviglioso cortile di Villa Invernizzi in Via Cappuccini 9. La villa è privata non visitabile, ma basta affacciarsi dalla cancellata in ferro battuto per ammirare una colonia di queste splendide creature voluti fatti arrivare dal Cile dal proprietario della villa e dell’omonima fabbrica di formaggi negli anni ’70. Un luogo fuori dal tempo a Milano, all’interno del Quadrilatero del Silenzio.
Milano è uno spettacolo soprattutto se vista dall’alto. Tipo dalla cima di uno dei grattacieli dello Skyline, da una delle terrazze dei locali in cima ai palazzi, ma forse l’esperienza più toccante rimane salire sul tetto del Duomo. Soprattutto in una giornata di cielo terso.
#4 Vertigini urbane sopra la Galleria Vittorio Emanuele II
Restiamo in alto, nelle vicinanze. Dopo anni di ristrutturazione, a settembre 2024 è stata riaperta ai milanesi una delle esperienze più incredibili in città, soprattutto di sera: camminare sui tetti della Galleria Vittorio Emanuele II e osservare Milano dall’alto. I tetti degli edifici, la piazza del Duomo dall’alto e in lontananza gli skyline di Porta Nuova e Citylife. La Highline Galleria è una passerella pedonale lunga circa 250 metri che corre lungo il braccio principale dell’edificio. Non solo: si può anche godere di uno scorcio di Milano da una posizione privilegiata cenando nella terrazza del ristorante “i 12 gatti” situato all’estremità del braccio verso Piazza della Scala.
#5 La meraviglia di San Maurizio al Monastero Maggiore, la “Cappella Sistina” di Milano
Si prosegue con la chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore. Nonostante la sua anonima facciata di corso Magenta non sembri promettere grandi cose, questa chiesa di origine paleocristiana è decorata internamente con un vasto ciclo affreschi di scuola leonardesca così spettacolare da farle valere l’appellativo di “Cappella Sistina” di Milano. Una curiosità di questo edificio religioso è la sua suddivisione in due metà in quanto un tempo era il più vasto e antico cenobio femminile della città. Alle monache di clausura non era consentito il contatto con il pubblico e quindi stavano nella parte più interna. Un’altra curiosità? Nei dipinti c’è anche anche il Leocorno.
Completiamo questo percorso tra gli spettacoli di Milano con un momento in cui si deve essere fortunati. Milano non avrà il mare o il lago, ma anche sui Navigli si può assistere a dei tramonti suggestivi e romantici. La luce che si riflette nell’acqua dei nostri canali e della Darsena, e fa splendere le case colorate che si affacciano sulle alzaie, è uno spettacolo che possono godersi solo i milanesi. Il modo migliore per completare una giornata spettacolare a Milano.
Dalla Porziuncola di Santa Maria degli Angeli alla Casetta Verde di Milano: l’effetto matrioska dei palazzi d’Italia. Chi per motivi storici e chi per mancati accordi. Di cosa stiamo parlando?
La casetta verde «intrappolata» nel grattacielo della Regione
# Lo storico precedente: la Porziuncola, la “Chiesa nella Chiesa”
La piccola chiesa di Porziuncola è situata all’interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli, ad Assisi. Conosciuta in tutto il mondo per essere stata la chiesa in cui San Francescocomprese la sua vocazione, accolse Santa Chiara e i primi frati francescani e dove ricevette il Perdono di Assisi. La particolarità di questa chiesa, tralasciando i motivi storici e religiosi, è il fatto che si trovi all’interno di un’altra chiesa, più precisamente di una Basilica che fu costruita successivamente. Infatti se la chiesa di Porziuncola risale al 1200, la Basilica di Santa Maria degli Angeli è stata costruita negli anni che vanno dal 1569 al 1679.
Questo precedente storico celebre in tutto il mondo è il riferimento più alto per passare a questa bizzarra storia della Milano dei nostri giorni.
# La Casetta Verde di via Bellani: anche Milano ha la sua Porziuncola
Non si tratta di una chiesa in una chiesa, bensì di una casa rimasta intrappolata in un grattacielo. Stiamo parlando della Casetta Verde di via Bellani, inglobata nel grattacielo della Regione Lombardia. Sono 14 i condomini residenti all’interno di questa costruzione che tutt’a un tratto si ritrovò stretta su tre lati dalle braccia dell’incombente Palazzo Lombardia. In realtà si fece di tutto per fare mandare via i condomini, lasciando spazio così al grattacielo: inizialmente venne proposta una valutazione di 1.000 euro al metro quadro, giudicata molto al di sotto dei valori di mercato, poi una permuta con appartamenti di pari superficie, in zone però considerate non congrue. Le famiglie rifiutarono ogni offerta, affezionati alla loro abitazione.
# Conflitti e risoluzioni tra cittadini e regione. La casa verde non molla
«Ormai siamo abituati a essere circondati da queste propaggini del grattacielo. Non vedo più il tramonto, la Grigna o il Resegone ma i vetri di fronte riflettono il sole, le nuvole, la nostra casa. C’è uno spiraglio su Porta Nuova. I danni al cortile ancora non ce li hanno sistemati. Solo adesso abbiamo trovato l’accordo» è ciò che afferma Milena Porcari, una dei condomini del palazzo verde. Dal periodo della costruzione del grattacielo alle conseguenze successive come il calcare nelle tubature o i danni al cortile. Sono numerosi i problemi causati dall’enorme costruzione attorno alla casetta verde, ad esempio le curve vetrate fanno convergere i raggi solari sulla palazzina come in uno specchio parabolico, ma ciononostante i residenti non mollano.
# La descrizione dell’attimo in cui Gesù disse: “Qualcuno di voi mi tradirà!”
L’idea di Leonardo è stata di rappresentare il momento della reazione degli apostoli alla frase di Gesù: Qualcuno di voi mi tradirà! Tra tutti spicca Pietro che cerca di scoprire chi sia, tenendo stretto in pugno un coltello per fare giustizia. Esistono molte leggende sul più celebre affresco del mondo. Non tutti sanno invece quello che accadde nella ricerca di Leonardo dei modelli per impersonare i personaggi rappresentati.
# Gesù e Giuda: i due volti di una stessa persona
Per rappresentare i personaggi Leonardo si avvalse di modelli reali. In un caso utilizzò lo stesso modello per i due personaggi agli antipodi: Gesù e Giuda. Il modello per Gesù fu trovato da Leonardo in persona in una piazza di Roma. Era un ragazzo di 19 anni che colpì il maestro per la purezza e il candore dei suoi lineamenti.
Giuda fu l’ultimo a essere ritratto. Leonardo scovò due anni dopo in una taverna un uomo dissoluto con il volto trasfigurato dai vizi. Quando Leonardo gli propose di fargli da modello per Giuda, l’uomo rispose: «Non mi riconosci? Sono lo stesso che avevi scelto per Gesù.» Dopo due anni di vita viziosa il suo volto era risultato deformato.
Fonte: Milano insolita e segreta di Massimo Polidoro (Jonglez editore)
Inaugurato un tratto importante della M4, da Linate a San Babila, e in attesa dell’ormai imminente apertura definitiva, i milanesi sognano già la prossima linea metropolitana: la M6. Un tracciato definito non c’è ancora ma già si conoscono le probabili aree dove potrebbero ricadere le stazioni e per le quali può tornare utile conoscere l’evoluzione del mercato immobiliare.
La scommessa M6: le zone dove investire in immobili sul possibile percorso della linea rosa
# Il mercato immobiliare lungo il tracciato della futura linea metropolitana
La linea M4 apre l’intero tratto fino a San Cristoforo FS: i suoi effetti si sono visti oltre che sul cambiamento negli spostamenti nei milanesi anche nel mercato immobiliare. I valori delle zone interessate dalle nuove fermate sono infatti saliti ancora prima dell’inaugurazione della linea. Lo stesso trend con molta probabilità si registrerà in quelle aree di Milano ancora non servite dalla metropolitana, su tutte Certosa e Vigentino, e che potrebbero esserle con la futura M6. In queste due zone già nel 2022, come emerso da uno studio del portale di ricerca immobiliare wikicasa, è stato venduto più del 10% degli immobili di tutta la città e nel futuro è probabile un aumento ancora più sensibile delle transazioni.
# Le previsioni per il tratto “certo” della M6: i quartieri del prossimo boom
Nelle intenzioni del Comune di Milano il primo tratto “certo” pur senza una definitiva scelta delle fermate, per il quale sono state stanziate le risorse per uno studio di fattibilità, è quello ricadente nel Municipio 5 da Ponte Lambro a sud est passando per il Vigentino per proseguire verso sud ovest fino all’Ospedale San Paolo in zona Famagosta. Nonostante i suoi 126mila abitanti questo Municipio è il meno servito dalle metropolitane con appena 3 stazioni su due linee. A beneficiare in particolare della nuova metropolitana, secondo l’ultimo studio di wikicasa, sarebbero soprattutto:
i quartieri di Morivione, Vigentino con quotazioni attuali di 4.385 euro al mq e Quintosole con 3.368 euro al mq dove potrebbero ricadere le stazioni di Ortles e Fatima-Vigentino. La realizzazione del nuovo quartiere di Scalo Romana con annesso Villaggio Olimpico contribuirà ulteriormente a far crescere il costo al mq di tutta la zona
Stessa sorte toccherebbe a Ponte Lambro, storico quartiere fuori dalla Tangenziale Est oltre che uno dei principali esperimenti di edilizia popolare a Milano, che più volte si è provato a riqualificare senza successo. La M6 lo collegherebbe velocemente alla città portando con sè una significativa rivalutazione del valore delle case.
# A nord è attesa una crescita dei prezzi delle abitazioni in zona Certosa
La linea M6 dovrebbe poi proseguire verso nord, chiudendo idealmente il percorso della Circle Line a ovest, per terminare in zona Certosa, Quarto Oggiario e MIND. Proprio per la zona Certosa, dove si registrano valori immobiliari di molto inferiori rispetto alla media cittadina attestandosi a 3.605 euro al mq, si attende un profondo rinnovo dello stock immobiliare e un drastico cambiamento urbanistico dell’area con conseguente crescita dei prezzi per il nuovo e l’usato.
Dopo i migliori bar dove bere almeno una volta della vita e dopo la Restaurant Map (un ristorante per ogni fermata della metro) non poteva mancare la selezione di ristoranti di Milano in cui bisogna mangiare almeno una volta nella vita.
E’ il “ristorante più visto di Milano”. Perchè si mangiano specialità della cucina milanese su un tram in stile retrò che gira per le strade della città. Bisogna prenotare in grande anticipo. Si sale davanti al Castello.
Negli anni ottanta e novanta tutta la Milano che contava passava dal ristorante fondato da Beatrice Mungai, detta Bice. Locale storico della “Milano bene”. Aperto sette giorni su sette in Via Borgospesso 12 (zona Brera-Montenapoleone).
# Ceresio7: la terrazza più “milanese style” di Milano
Uno dei ristoranti dove forse si respira di più l’atmosfera dello stile milanese. Molto quotato anche per gli aperitivi, specie nelle serate più piacevoli, ai bordi di una delle due piscina. Via Ceresio 7 (zona Monumentale).
Locale straniante, borderline, al limite dell’apologia al fascismo. Oscar, il titolare, si aggira tra i banconi per trovare qualche cliente con cui litigare. Ma è un tipo bonario e tutto risulta più folkloristico che revanscista. Cucina semplice e genuina. Via Lazzaro Palazzi 4 (zona Buenos Aires).
Ristorante pluristellato anche se con una cultura pop. E’ la creatura di Davide Oldani, uno degli chef più celebri ma di profilo più minimal. Il locale è sobrio e posizionato oltre la periferia ovest. Occorre prenotare molto tempo prima. Piazza della chiesa, 14, 20010 San Pietro all’Olmo, Cornaredo.
Una dieta sana come filosofia di vita è la filosofia di Pietro Leeman che offre cibo di “alta cucina vegetariana” in un ambiente molto raffinato. L’unico vegetariano stellato d’Italia. Via Panfilo Castaldi 18 (zona Buenos Aires).
Da oltre 60 anni è un simbolo della gastronomia milanese. Il nome viene dal fondatore: Giacomo Bulleri. Più che un ristorante si tratta di un mini impero che ha conquistato la via Sottocorno, dove si susseguono con lo stesso nome: ristorante, pasticceria, rosticceria, bistrot e, perfino, la tabaccheria. Non solo: sempre della stessa “famiglia” ci sono il ristorante Arengario nel Museo del Novecento, con vista Duomo, e il Caffè si trova all’interno di Palazzo Reale. Suggestiva la villetta nel verde che accoglie i clienti della rosticceria. Via Sottocorno e Museo del Novecento.
E’ la storia di una grande amore, nato addirittura nell’infanzia, da Aimo e Nadia che nel 1962 hanno aperto in una zona defilata un ristorante leggendario. La loro forza sono le materie prime proposte in modo non tradizionale. Via Privata Raimondo Montecuccoli 6 (Lorenteggio).
# Al Garghet: cucina tipica in atmosfere bohémienne
L’edificio del XIII secolo che lo ospita ha un variegato passato. E’ stato monastero, dimora di campagna, caserma, osteria con balera. Ma anche il presente è davvero suggestivo: Al Garghet è un ristorante milanese DOC nella zona sud della città, in cui si assapora cucina tipica in atmosfere bohémienne. In dialetto, il nome indica il gracidare delle rane: suono che accompagna i commensali nelle serate estive. Emanuela Cipolla, la proprietaria, lo definisce un rifugio country chic: c’è la sala provenzale, il cottage inglese, il terrazzo affacciato sul verde della campagna lombarda e un magnifico giardino che in questa stagione si riempie di colori. Via Selvanesco 36.
Premiato anche con l’Ambrogino d’oro, è un’icona di Milano a due passi dal Duomo. Leggendari sono i suoi panzerotti come le sue code fuori dal negozio. E’ in cima a ogni classifica e punto fisso da provare per chi arriva a Milano. Ad agosto si concede il lusso di chiudere per oltre un mese. Via Santa Radegonda 16.
Agli sgoccioli il cantiere per l’ultimo edificio del distretto The Sign, a ridosso del “Romolo Hub”. Ospiterà la sede di L’Oréal Italia e dispone di due mega terrazze con vista su tutto lo skyline milanese: dalla Torre Velasca ai grattacieli di Citylife. Ecco la nostra visita al cantiere.
L’ultimo «Sign» di Milano con due super terrazze panoramiche: le immagini dal cantiere
# Si completa The Sign: agli sgoccioli il cantiere per l’ultimo edificio
The Sign è un progetto di riqualificazione urbana promosso da Covivio e firmato da Progetto CMR, a ridosso del “Romolo Hub”, e connesso al tessuto urbano grazie alla vicina linea M2, al passante ferroviario e alle linee di bus e filovia. Si sviluppa su un’area di 40.000 mq al posto dell’ex fonderia Vedani, completando un quartiere a destinazione direzionale e universitaria, che conterà ogni giorno sul passaggio di oltre 2.800 persone. Operativi da tempo i primi tre edifici, che ospitano le sedi di NTT Data e Aon, entro novembre 2024 è previsto il completamento del quarto, il D, pronto ad accogliere la nuova sede di L’Oréal Italia in trasferimento da Primaticcio. Alla fine di settembre la consegna dei primi spazi per l’allestimento degli uffici, nei primi mesi 2025 l’ingresso di tutti i dipendenti.
# La nuova sede L’Oréal Italia di 13mila mq e 9 piani fuori terra
Courtesy Covivio, photographer Diego De Pol - Sede L'oreal
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La futura sede di L’Oréal Italia chiude la nuova piazza Fernanda Pivano e del Parco IULM, ed è costituita da 9 piani fuori terra per una superficie totale di 13mila mq.
Courtesy Covivio, photographer Diego De Pol - Sede L'oreal interni
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Si presenta con una facciata continua con un’alternanza vetro-opaco in cui la parte opaca è caratterizzata da elementi metallici dalla superficie cangiante, mentre gli spazi interni sono stati studiati per accogliere uffici flessibili, con facile accesso alla tecnologia, ambienti dedicati al lavoro collaborativo e aree comuni e ibride per migliorare la creatività e la qualità del tempo trascorso nei nuovi spazi.
# Due mega terrazze panoramiche con vista a 360 gradi sullo skyline milanese: dal Duomo alla Torre Velasca fino ai grattacieli di Porta Nuova
Courtesy Covivio, photographer Diego De Pol - Terrazze edificio D
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Spettacolari le due ampie terrazze, poste al quarto e all’ottavo piano, che offrono una vista panoramica sul centro della città e affacciano sia su piazza Fernanda Pivano sia sulla nuova piazza del Parterre, uno spazio privato di futura realizzazione che sarà aperto al pubblico.
Fabio Marcomin - Vista da terrazza edificio D
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Si possono vedere: il Duomo, la Torre del Filarete, la Torre Velasca, i due skyline di Porta Nuova e Citylife e il nuovo grattacielo in costruzione alla Barona, TheTris. Al piano terra previsti negozi e ristoranti.
# Il segno di luce che attraversa i due lotti connessi da un portale scenografico
The Sign è il segno di luce, una striscia luminosa che accompagna il visitatore lungo tutto il sistema degli spazi aperti e che connette i due lotti costruttivi, fino alla nuova piazza del Parterre. Nelle facciate si ritrova nel curtain wall luminoso vetrato tra le interruzioni nella ‘pelle’ metallica, nella pavimentazione chiara in una vena luminosa scura realizzata con led.
La connessione tra le due piazze, la seconda ancora senza nome, avviene tramite un ampio varco alla base del nuovo immobile, un “portale” scenografico caratterizzato da un controsoffitto metallico specchiante, come un’onda, che riflette il segno di luce a terra.
# Le certificazioni del distretto green e tecnologico
L’immobile dispone di infrastrutture per la connettività, gestione intelligente degli spazi e dispositivi per ottimizzare le risorse energetiche, supportato da un sistema BMS integrato. Grazie a queste caratteristiche, ha ottenuto la certificazione LEED Platino.L’intero distretto si distingue per sostenibilità e benessere, con il primo lotto certificato BiodiverCity® e il secondo in attesa.
Il progetto è il primo in Italia a ottenere tale riconoscimento, grazie alla realizzazione di un ambiente naturale che favorisce la biodiversità: nell’area verde già realizzata e popolata di animali e insetti, come germani reali e scoiattoli, sono presenti anche un laghetto, spazi per le farfalle e nidi per le api. Prevista inoltre una nuova area alberata, una zona dedicata al relax, lo svago e il tempo libero, piantumata di betulle. Tutto il complesso mira a raggiungere anche la certificazione WELL.
# Progetto CMR festeggia i 30 dalla sua fondazione
L’Architetto Massimo Roj, CEO, vincitore del Compasso D’Oro ADI 2024 e Fondatore di Progetto CMR, società di progettazione integrata che fa capo alla Holding Progetto CMR International, ha firmato l’architettura e la direzione artistica dei lavori della futura sede di L’Oréal Italia. Nel 2024Progetto CMR celebra i 30 anni di attività, tra le altre recenti costruzioni a Milano c’è il Villaggio Olimpico in Porta Romana, con ricavi consolidati per la holding nel 2023 di 45 milioni di euro e un utile di 2,4 milioni di euro.
Il quartiere di San Siro si prepara a una trasformazione importante: nel 2025 aprirà al pubblico il nuovo complesso termale De Montel – Terme di Milano. Dal punto di vista sociale, questo progetto punta sulla rigenerazione urbana e sulla sostenibilità, promettendo di rafforzare i legami con la comunità locale.
«Terme a San Siro»: come potrebbero cambiare il quartiere?
# Il nuovo capitolo per le storiche scuderie De Montel: un’opportunità per San Siro?
Il progetto De Montel – Terme Milano segna una svolta significativa per il quartiere di San Siro, trasformando le ex Scuderie De Montel, un edificio storico in stile Liberty, in un moderno parco termale metropolitano. Inaugurato idealmente a inizio 2025, questo centro sarà il più grande parco termale urbano d’Italia, estendendosi su una superficie di oltre 16.000 mq. L’accesso a sorgenti termali profonde fino a 396 metri promette un’esperienza unica di benessere, con acque ricche di minerali e solfuri.
De Montel offrirà un’ampia gamma di servizi per il relax e il recupero del corpo e della mente. Gli ospiti potranno godere di 10 piscine, 16 sale massaggi, 4 saune, un bagno di vapore e un grande hammam.
# Rinascita architettonica: la struttura Liberty sarà valorizzata
La rinascita delle Scuderie De Montel è un esempio di come l’architettura storica possa essere valorizzata attraverso un uso innovativo. La riqualificazione ha rispettato il patrimonio artistico del luogo, preservando gli elementi architettonici originali. L’intervento non solo recupera un gioiello dimenticato, ma offre anche un nuovo spazio pubblico che arricchirà il quartiere.
I progetti architettonici sono stati concepiti per creare ambienti eleganti e rilassanti, dove il tempo sembra fermarsi. Accanto alle strutture termali, un raffinato ristorante bistrot e spazi all’aperto completeranno l’esperienza, rendendo De Montel un punto di riferimento non solo per i residenti, ma anche per visitatori da tutta Milano e oltre.
# Quale sarà l’impatto sull’ambiente e come si integrerà con il quartiere?
Oltre alla sua funzione di centro benessere, De Montel si propone come un progetto socialmente responsabile. Attraverso un protocollo di intesa con il Comune di Milano, il complesso intende promuovere iniziative a favore delle categorie più fragili, offrendo tariffe agevolate per anziani e disabili. Saranno organizzati eventi e incontri con le scuole, al fine di educare le nuove generazioni sulla cultura del benessere e della sostenibilità ambientale.
Il progetto non si limita a offrire benessere, ma rappresenta anche un esempio di sostenibilità ambientale. L’edificio sarà dotato di pannelli solari e soluzioni per la gestione delle acque piovane, contribuendo a ridurre l’impatto ecologico. Inoltre, il complesso sarà autosufficiente grazie all’uso di tecnologie di recupero energetico, rendendolo uno dei primi centri termali “green” in Europa.
# Una nuova era per San Siro: cosa si potrebbe fare di più?
Una proposta ulteriore, che non fa parte del progetto, per arricchire l’esperienza dei visitatori e, insieme, rinnovare il quartiere, potrebbe essere lo sviluppo di un mercato gastronomico per il benessere alimentare nei pressi del complesso termale.
Questo “Termal-Market” potrebbe offrire prodotti biologici locali (provenienti da tutta la Lombardia), dagli ortaggi freschi ai superfood, creando un legame diretto tra salute e alimentazione. Gli ospiti, inoltre, potrebbero assistere a dimostrazioni culinarie da parte di chef locali e partecipare a laboratori pratici per imparare a cucinare pasti equilibrati e gustosi.
In aggiunta, questo polo gastronomico potrebbe fungere da spazio comunitario per eventi legati alla nutrizione, organizzando corsi di cucina sana, seminari e incontri con esperti del settore. L’iniziativa potrebbe non solo arricchire l’esperienza termale, ma, promuovendo la cultura del benessere attraverso l’alimentazione, potrebbe rendere San Siro un punto di riferimento italiano ed europeo.
La realizzazione di De Montel – Terme Milano potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per il quartiere di San Siro. La struttura potrebbe avere il potenziale necessario per stimolare l’economia locale, attrarre visitatori e migliorare la qualità della vita dei residenti.
Solo a sentirli nominare riportano alla mente piacevoli momenti. Ecco quelli che ancora oggi sono un punto di riferimento… secondo il giudizio insindacabile dei nostri lettori.
# Nepentha, il club iconico per serate fuori dagli schemi in pieno centro
Il Nepentha Milano è il club iconico situato nel cuore di Milano, dove arte e cultura si fondono in un ambiente caratterizzato da pareti ricoperte di dipinti e illustrazioni, colori accesi e una selezione musicale curata. Da oltre 40 anni, questo locale, a pochi passi da Piazza del Duomo, precisamente al numero 1 di piazza Diaz, rappresenta un punto di ritrovo per i milanesi e non solo, alla ricerca di divertimento e serate fuori dagli schemi. Perfetto per gli ex Yuppies e i Peter Pan che non vogliono mai smettere di sognare.
# Bar Cova, la tradizione nella via dello shopping di lusso
Fondato nel 1817, lo storico bar e pasticceria nella via dello shopping di lusso per eccellenza, è uno dei simboli dell’eleganza milanese. Sinonimo di classe e stille offre un’atmosfera raffinata e senza tempo, il bar Cova è famoso per le sue deliziose creazioni artigianali, dai pasticcini ai panettoni. Perfetto per una pausa esclusiva nel cuore del Quadrilatero della Moda.
Indirizzo: Via Montenapoleone 8
# Bar Magenta, uno dei bar più storici della città
A parlare in questo caso è la sua storia, che affonda le radici in profondità: il Bar Magentaha aperto nel 1907, quasi 120 anni fa. In perfetto stile Liberty, con il bancone retrò, i lampadari di vetro ricercati e quell’atmosfera della Milano di una volta fanno di questo bar. Uno dei luoghi simbolo di Milano,
Indirizzo: via Giosue Carducci, 13
# Camparino, dove è nato l’aperitivo
Dalla storia all’eleganza sofisticata. Non è che il Camparino sia uno degli ultimi arrivati, l’inaugurazione è data 1915, ma perchè a spiccare è il suo stile: arredi Liberty realizzati da famosi artisti e artigiani italiani, in linea con i canoni estetici dell’Art Nouveau, in una location scenografica nel cuore della città, con vista Duomo e Galleria. L’allure dei bar di un tempo è rimasta intatta, proprio dove è nato l’aperitivo.
Indirizzo: piazza del Duomo, 21
# Bar Jamaica, il ritrovo bohemién per intellettuali e artisti
Storico punto di ritrovo per artisti, intellettuali e bohémien sin dagli anni ’40. Il Bar Jamaica in Brera, con la sua atmosfera informale e il fascino rétro, è stato frequentato da figure di spicco del mondo dell’arte e della cultura. Ancora oggi mantiene il suo spirito autentico, rappresentando un pezzo di storia milanese e un luogo iconico per chi cerca un caffè in un ambiente ricco di carattere e storia.
# Bar Basso, un’icona della mixology dove è stato inventato il “Negroni sbagliato”
In questo elenco non poteva mancare il mitico Bar Basso, re indiscusso dell’aperitivo e del dopocena, oltre che un’icona della mixology milanese: è stato inventato qui negli anni ’70 il Negroni sbagliato.Famoso per i suoi cocktail serviti in bicchieri oversize e per l’atmosfera vintage, è frequentato da designer e creativi, nella bella stagione riempie di gente anche le vie limitrofe, ed è un punto di riferimento per chi ama gustare ottimi drink di qualità in un ambiente dal fascino senza tempo.
Indirizzo: via Plinio, 39
# I locali che non ci sono più
Per il momento nostalgia è giusto ricordare anche quelli che non ci sono più, come il Bar Rattazzo in Porta Ticinese con le sue indimenticabili polpette, e le discoteche Rolling Stones, Old Fashion e il vecchio Plastic, che hanno visto passare gente del calibro di Madonna e Andy Warhol.
Regione Lombardia ha stanziato quasi 30 milioni di euro per finanziare il nuovo campus del Politecnico di Milano, che sarà situato nell’area di Bovisa-Goccia. Oltre agli investimenti della Regione, come evolverà il Politecnico? Ecco 5 idee per il PoliMI del futuro.
Un «nuovo Politecnico» da 68 milioni: come sarà il Polimi del futuro?
# Il progetto da 68 milioni: un nuovo campus per Bovisa-Goccia:
Il progetto, dal costo complessivo di 68 milioni, rappresenta una pietra miliare per il futuro dell’istituzione milanese e lombarda. Oltre alla costruzione di nuove aule e spazi dedicati all’apprendimento, il progetto avrà un impatto significativo anche sul quartiere Bovisa, con la realizzazione di un parco scientifico e un polo per l’innovazione.
Il nuovo Campus universitario includerà anche la Foresta Urbana, un grande parco che servirà sia gli studenti che la comunità locale, e migliorerà le connessioni con le stazioni di Bovisa e Villapizzone. Questo progetto ambizioso punta a rigenerare l’intero quartiere, promuovendo una sinergia tra università, città e imprese.
Ma come sarà il Politecnico del futuro? Oltre agli investimenti, come potrà evolvere in un ambiente davvero innovativo e stimolante per le prossime generazioni? Ecco 5 idee per il Campus PoliMI del futuro.
#1 Le aule del futuro: intelligenti, modulari e reattive
Le aule del futuro potrebbero non essere più statiche, ma spazi modulari che si potrebbero trasformare, in tempo reale, per adattarsi alle esigenze didattiche.
Utilizzando tecnologie innovative, come pareti mobili e pannelli intelligenti, ogni spazio potrebbe cambiare configurazione con pochi clic, consentendo di passare da lezioni frontali a lavori di gruppo o, addirittura, a laboratori pratici in pochi minuti. Questi ambienti dinamici permetterebbero una maggiore flessibilità nella didattica, con ambienti che si adattano sia al numero degli studenti che alla tipologia di lezione.
Immagina una stanza che può espandersi, contrarsio suddividersi in più sottospazi, grazie a pareti robotizzate, e superfici digitali, che proiettano contenuti didattici interattivi. La realtà aumentata potrebbe, poi, arricchire ulteriormente le lezioni, offrendo schemi tridimensionali dei progetti tecnici o simulazioni virtuali direttamente negli ambienti di apprendimento.
#2 Le residenze del futuro: coliving integrati con natura e quartiere
Il futuro del Politecnico potrebbe andare oltre la classica concezione del campus, introducendo la formula del coliving sostenibile. Questo modello abitativo potrebbe prevedere spazi condivisi tra gli studenti, i ricercatori e i professori, integrati all’interno del verde urbano, come la Foresta Urbana, già parte del progetto finanziato dalla Regione.
I nuovi edifici potrebbero essere alimentati da fonti di energiarinnovabile e le aree di coliving potrebbero essere costruite con materiali sostenibili, garantendo un basso impatto ambientale e promuovendo l’idea di una comunità universitaria a zero emissioni.
Questi spazi non sarebbero solo dedicati all’abitazione, ma integrerebbero anche laboratoriper il lavoro di gruppo, aule studio all’aperto e zone di relax immerse nel verde. Unire vita, studio e innovazione in un ambiente che promuove la sostenibilità potrebbe diventare il modello educativo del futuro.
#3 Sarà un polo di innovazione aperto ai cittadini?
Un centro universitario non dovrebbe essere chiuso solo agli studenti: il Politecnico del futuro potrebbe aprire i suoi laboratori di innovazioneai cittadini, creando una sorta di polo ingegneristico accessibile per la cittadinanza, le imprese e le start-up. Immagina laboratori aperti, dove cittadini curiosi, inventori indipendenti e imprenditori possono collaborare con studenti e ricercatori, utilizzando tecnologie all’avanguardia come le stampanti 3D e simulatori di realtà virtuale.
Questi spazi potrebbero accelerare l’innovazione cittadina a tutti i livelli, il PoliMi potrebbe diventare non solo una realtà accademica, ma una vera e propria fucina di ideeche collega Milano al mondo.
#4 Nel Campus ci saranno aule completamente digitali e internazionali?
Se il futuro del lavoro sarà sempre più ibrido e virtuale, anche il Politecnico potrebbe abbracciare questa rivoluzione con aule in realtà virtuale. Gli studenti potrebbero partecipare a lezioni immersive indossando visori VR che permettono loro di “trovarsi” in ambienti simulati iper-realistici: dalla progettazione della città del futuro al controllo di impianti industriali, fino a esperimenti di fisica in ambienti che sfidano le leggi della gravità.
Questo approccio migliorerebbe notevolmente la qualità dell’insegnamento tecnico, studenti di tutto il mondo potrebbero trovarsi a condividere la stessa aula virtuale, senza mai lasciare il proprio paese.
#5 La biblioteca del futuro: interattiva, personalizzata e “senziente”
Infine, un’ottima novità da introdurre nel Politecnico del futuro, potrebbe essere la “biblioteca senziente”, alimentata da un’intelligenza artificiale in grado di comprendere i bisogni di ciascun studente, offrendo contenuti personalizzati e percorsi di studio su misura. Gli studenti non cercherebbero più semplicemente libri o articoli, ma potrebbero dialogare con una vera e propria IA bibliotecaria, che suggerisce articoli, libri, video, e persino corsi online basati sugli interessi degli studenti e sul loro livello di preparazione.
Questa biblioteca cognitiva potrebbe archiviare non solo le risorse classiche, ma potrebbe essere in grado di integrare gli studi più recenti e le nuove scoperte provenienti da tutto il mondo, aggiornando continuamente i suoi database.
Una delle opere più attese per l’impatto che dovrebbe sulla riduzione del traffico di veicoli privati verso Milano oltre che per servire un’area popolosa come Monza. Le difficoltà però non mancano e i lavori sono ancora lontani. Gli ostacoli da superare, gli attori coinvolti nel progetto e quando potrebbe esserci il primo viaggio.
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# Lo scoglio più grosso: 400 milioni di extra costi richiesti dal Comune di Milano
Un’opera essenziale per la Brianza e per tutta Milano, dato che una volta in funzione dovrebbe ridurre sensibilmente il traffico di veicoli privati provenienti dall’hinterland nord. Al momento però è in stallo. Il progetto del raddoppio a nord fino a Monza Polo Istituzionale della M5, 11 fermate e 13 chilometri, è in realtà già stato approvato e in teoria anche finanziato prima dell’aumento del costo delle materie prime. Il Comune di Milano ha comunicato al governo italiano la necessità di recuperare circa 400 milioni di extracosti, per procedere con la gara d’appalto, anche se l’importo potrebbe però non essere quello definitivo. Si tratta di un aumento di circa il 40% su un totale erogato di quasi 1,3 miliardi di euro.
# Regione Lombardia e Ministero dei Trasporti non hanno però ricevuto le carte che giustificano tale richiesta
L’Associazione Hq Monza, che da anni porta avanti le istanze per realizzare quanto prima il prolungamento, si dice stupita pe la richiesta di un importo così elevato, tenuto conto delle valutazioni ufficiose (più o meno la metà) circolate negli enti pubblici e tra i tecnici coinvolti.” L’assessore alle Infrastrutture della Lombardia, Claudia Maria Terzi,ha infatti spiegato come dal Comune di Milano non siano ancora arrivati i dati richiesti in base ai quali si chiedono altre risorse aggiuntive e che “né tantomeno conosce per altra via i dettagli sull’aumento dei costi”. Anche dal Ministero dei Trasporti, su informazioni richieste dalla stessa associazione, fanno sapere che è arrivata solo una richiesta generica.
A questo si affianca quella della proroga di altri due anni del termine ultimo per l’assunzione dell’obbligazione giuridicamente vincolante, da spostare quindi a dicembre 2026. Su entrambe le questioni il Sindaco di Monza si dice ottimista visto il dialogo costante tra tutti gli enti interessati.
# Cosa è stato fatto
Di passi in avanti ne sono stati comunque fatti. Il 30 novembre 2023 era stato pubblicato l‘avvio del procedimentodegli espropri dei terreni lungo il tracciato, il 21 giugno 2024l’annuncio dell’esito favorevole al PAUR, il Provvedimento Autorizzatorio Unico, da parte della Conferenza dei Servizi radunata presso la sede di Regione Lombardia. il passo successivo avrebbe dovuto essere il bando di gara.
# Cosa rimane da risolvere oltre alla questione dei fondi aggiuntivi
C’è però un altro problema da risolvere, collegato alla realizzazione della M5: quello del nodo di Bettola, dove è in costruzione da oltre 12 anni il nuovo capolinea nord di M1 e dove è previsto l’interscambio tra le due linee. In questo caso è stata trovata la copertura per i 38 milioni di euro di extra costi mancanti, ma non è stato ancora pubblicato il bando per trovare la nuova azienda incaricata al completamento dell’estensione della linea rossa di due fermate. Una situazione che se non risolta nei prossimi mesi rischia di allungare ulteriormente l’avvio o almeno la conclusione dei futuri cantieri per la M5.
# Primo treno nel 2033?
Arriviamo quindi ai tempi, quello che più interessa a pendolari e milanesi. La pubblicazione del bando di garadifficilmente avrà luogo entro la fine del 2024, vista anche la proroga dell’assunzione dell’obbligazione giuridicamente vincolante da part del Comune di Milano. Si andrà con molta probabilità al 2025, con avvio dei cantieri non prima della fine dello stesso anno e più verosimilmente all’inizio del 2026.
I lavori hanno una durata stimata in 7 anni, necessari tra i 1.400 e i 1.700 giorni per la realizzazione di ogni stazione. Il primo viaggio, se si troverà la quadra nei prossimi mesi, potrebbe quindi avvenire entro la fine del 2033.
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#1 Brera, il quartiere bohémien di Milano
Partiamo da Brera, il quartiere dall’anima bohémien che se non fosse a Milano potrebbe benissimo trovarsi a Parigi. Caratterizzato da strade acciottolate, ristorantini ricercati, gallerie d’arte e i caffè pittoreschi, è uno dei più storici, affascinanti e celebri della città. Tutto questo però ha un prezzo e infatti solo pochi possono permettersi di prendere una casa in affitto o di acquistarla.
#2 Porta Nuova, la nuova “city”
La vera “city” di Milano. Un quartiere che ha trovato la sua nuova identità solo nell’ultimo decennio grazie a una maxi rigenerazione che ha visto sorgere numerosi grattacieli, dalla Torre Unicredit e all’ultima arrivata della Torre Unipol, attorno al grande parco della Biblioteca degli Alberi. Porta Nuova è il simbolo della Milano moderna, cosmopolita e della vita notturna. Anche qui i prezzi non sono accessibili a chiunque.
#3 Navigli, tra vita notturna e arte
Altro quartiere dove è il divertimento serale a fare da padrone è quello identificato dai Navigli e dalla Darsena. Ricco di locali lungo i canali e l’ex porto cittadino, è sicuramente una delle zone più suggestive della città anche per via del suo “lato artistico”: all’interno dei cortili di alcuni palazzi si nascondo infatti ancora gli atelier di pittori e artisti che mettono in mostra le loro opere, come essere a Montmartre.
#4 Isola, il quartiere più “cool” del mondo
Ai confini di Porta Nuova troviamo Isola, un tempo quartiere operaio e oggi uno dei più cool del mondo secondo la rivista Time Out. Il fascino di antico quartiere diviso dalla ferrovia, da qui deriva il suo nome, è rimasto nelle botteghe e nei luoghi dove il tempo sembra essersi fermato, come nel giardino condiviso Isola Pepe Verde. Una zona che si è riscoperta di recente, grazie anche alla nascita del vicino centro direzionale, con spazi verdi, locali iconici come il Frida, aree residenziali e stupendi appartamenti per famiglie.
Città studi, il quartiere universitario per eccellenza di Milano. Qui infatti hanno sede il Politecnico di Milano e varie facoltà dell’Università degli Studi di Milano. Presenti tra gli altri i dipartimenti di ingegneria, architettura, fisica, chimica e matematica. Caratterizzato da un’atmosfera vivace e giovanile, è una delle zone maggiormente frequentate da studenti e non solo, con numerosi locali tra cui il mitico Bar Basso.
Un quartiere nato per gioco, anzi per un’iniziativa di marketing. NoLo, acrononimo di North of Loreto, prende infatti spunto da SoHo a New York che sta per South of Houston. Ricco di multiculturalità e prezzi leggermente sotto la media della città, con una trasformazione da zona popolare a una delle preferite da studenti, giovani professionisti e creativi. La trasformazione della zona si è vista anche nel boom di locali e iniziative, con negozi tradizionali reinventati in moderni e trendy “concept store”.
La città nella città. L’ex area Expo si sta poco alla volta convertendo in un nuovo quartiere di Milano, ai confini con Rho, dal nome di MIND: Milan Innovation District. Operativi già l’Ospedale Galeazzi, parte dello Human Tecnopole, un teatro e il supermercato del futuro marchiato Esselunga, è da poco partita la costruzione del nuovo campus scientifico della Statale e per un’area ad uso uffici e residenziale sul lato ovest del sito. Nel 2029 si prevede che ospiterà circa 60 mila persone fra residenti e lavoratori.