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L’HOTEL più GRANDE del mondo

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Credits: agoda.com First World Hotel

Lo sviluppo progressivo del turismo moderno, con la sola eccezione della pausa occorsa negli anni della pandemia, ha trovato crescita incontrastata in tutto il mondo. Le strutture ricettive, gli alberghi, i villaggi e gli hotel stanno crescendo in tutto il mondo, così come le soluzioni di viaggi, i voli, le crociere e chi più ne ha più ne metta. E così come per le grandi città un tempo villaggi e ora metropoli da milioni di abitanti, anche fra gli hotel vi sono delle vere e proprie capitali dell’hospitality. Benvenuti nel viaggio per scoprire i più grandi hotel del mondo. Fate attenzione a non perdere la chiave: per riaverla in reception potreste dover percorrere chilometri e chilometri.

L’HOTEL più GRANDE del mondo

#5 Sands Cotai Central nella regione cinese Macao

Credits: en.sandsresortsmacao.com
Sands Cotai Central

Il Sands Cotai Central è un noto resort con casinò situato sulla Cotai Strip nella regione autonoma cinese di Macao. La struttura si compone di quasi 6000 camere appartenenti a un complesso di hotel che rispondono al nome di Conrad, Sheraton, Sheraton Towers e Holiday Inn, oltre a spazi per convention, negozi e locali dedicati all’intrattenimento e ristoranti. Qui si trovano anche due casinò: Il Pacifica e l’Himalaya. Il progetto per la realizzazione del complesso è stato affidato allo studio Aedas, responsabile per il reclutamento di tutti i consulenti locali e per lo sviluppo, il coordinamento e l’attuazione del progetto. La prima fase del Sands Cotai Central è stata portata a termine nell’aprile del 2012 con la realizzazione dell’hotel Holiday Inn e dell’hotel Conrad. Il completamento è avvenuto a settembre dello stesso anno. La realizzazione del progetto è stata rallentata e complicata dalle restrizioni del governo sulla percentuale di lavoratori stranieri nelle aziende costruttrici. Questi legittimi paletti resero il processo più lungo del previsto. Un’altra questione spinosa ha riguardato i tavoli da gioco presso il resort, poiché il governo locale ha imposto un tetto massimo, costringendo la società costruttrice a contenerne il numero. Siamo in Cina in fin dei conti. Non in America.

#4 CityCenter a Las Vegas

Credits: it.wikipedia.org
City Center Las Vegas

Al CityCenter di Las Vegas si trovano la bellezza di 6790 camere, e come ogni grande hotel, questa megastruttura è uno spazio destinato a un utilizzo misto. Occupando 31 ettari, si trova sulla Las Vegas Strip, ovvero la strada più celebre per gli appassionati del gioco d’azzardo di tutto il mondo ed è nato da un progetto della MGM Resorts International. Oggi, con un costo stimato di ben 9,2 miliardi di dollari si classifica come il più esteso complesso di hospitality finanziato privatamente da un’azienda statunitense. Il CityCenter è connesso da un sistema di people mover (altrimenti dette navette) all’avanguardia e conta circa 12.000 dipendenti, inoltre proprio come i suoi mastodontici compagni di classifica è composto da vari complessi che rispondono al nome di Aria, Mandarin Oriental, The Crystals e le ultime arrivate del 2010: le spettacolari Veer Towers.

#3 MGM Grand, ai tempi il più grande degli Stati Uniti

Credits: @mgmgrand
MGM Grand

Il MGM Grand all’epoca della sua costruzione era in assoluto il più grande hotel negli Stati Uniti per numero di camere, superato poi dalla medaglia d’argento di cui parleremo nel prossimo punto. Inizialmente dotato di poco più 5000 camere, oggi ha raggiunto il tetto massimo delle 6852. La proprietà comprende cinque piscine all’aperto, fiumi e cascate. Come per il CityCenter, anche la sua costruzione avvenne per opera della MGM Grand Inc., società che nel 2000 si fuse con  la Mirage Resorts dando vita alla MGM Mirage, compagnia che lo possiede attualmente. A differenza della stragrande maggioranza degli hotel di lusso che si trova sulla strip, l’MGM Grand si trova a sud della città e per l’esattezza all’incrocio di Las Vegas Boulevard con Tropicana Avenue.

#2 Venetian/Palazzo, l’imitazione della bella Venezia

Credits: @pallavi.gupta666
The Venetian

Situato sulla Strip di Las Vegas, il Palazzo at The Venetian è una struttura ecosostenibile a 5 stelle, famosa in tutto il mondo per aver imitato con un bizzarro canale e qualche gondola una delle città più belle del mondo, ovvero la nostra Venezia. Questo hotel di lusso vanta un centro benessere e health club con servizi completi, una piscina con terrazza e vista sulla Strip e un casinò semiautomatizzato (e ipercontrollato) di ultimissima generazione. Il Palazzo at The Venetian offre suite spaziose con zona giorno separata e tavolo da pranzo. Negli alloggi avrete a disposizione, oltre alla maggior parte dei comfort più in voga, dei bagni particolarmente ampi che includono TV a schermo piatto e set di cortesia deluxe. Qui dentro ci sono più di 40 fra ristoranti e bar, che servono una varietà di piatti provenienti da tutto il mondo e, presso il cocktail bar Dorsey, potrete rilassarvi e godervi un vero cocktail in un’atmosfera divertente e allegra. Oltre a questo ricordiamo Il Canyon Ranch Spa dove è possibile usufruir di lezioni di fitness e wellness.

#1 First World Hotel, più di 7000 camere: il più grande del mondo

Credits: agoda.com
First World Hotel

Finiamo questo viaggio tra i colossi al First World Hotel, alias l’albergo più grande del globo terracqueo. Questa metropoli dell’accoglienza si trova in Malesia nella Genting Highlands, a circa un’ora di auto dalla capitale Kuala Lumpur situata nell’omonimo distretto federale. Il luogo in cui sorge è non a caso definito “la Las Vegas Malaisiana,” ma la curiosità è che non si tratta di una struttura da lusso sfrenato. È infatti un albergo a tre stelle situato in cima alle montagne che si trova in una zona ricca di attrazioni e divertimenti, e sorge nei pressi del parco tematico di Gentin, il Resort World Genting, immediatamente sopra al First World Plaza. Ai suoi piedi ci sono oltre 40 mila metri quadrati di centri commerciali, ristoranti, casinò e parco giochi a tema, tra i quali spicca il Watersplash Pool, un parco acquatico coperto per bambini. Per rendere l’idea sulla maestosità di questo albergo basta dire che la sua reception sembra la sala partenze di un aeroporto. La piazza ospita anche un palco per spettacoli di magia e musicali e una riproduzione della Statua della Libertà. La sua curiosità è una sfavillante alternanza di colori, da farlo sembrare un arcobaleno terreno. Con le sue 7351 camere, il First World Hotel si guadagna di diritto la medaglia d’oro fra gli alberghi più grandi del mondo.

Continua la lettura con: L’HOTEL più PICCOLO del mondo: una camera con bar. Ecco dove si trova

CARLO CHIODO

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RAFFAELE KOHLER, la tromba più celebre di Milano

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Credits: @Raffaele Kohler

Milanese e innamorato di Milano, suona la tromba ed è diventato uno dei simboli della città meneghina. Chi si nasconde dietro questo identikit? E cosa ha in mente per l’immediato futuro?

RAFFAELE KOHLER, la tromba più celebre di Milano

# La vivacità al servizio della musica e non solo

Credits: @Raffaele Kohler

Raffaele Kohler mette la sua vivacità al servizio della musica, ma anche della sua Milano, condividendo il suo sogno di vedere la città come la versione nostrana di New Orleans. Già un anno fa ha lanciato un appello. È stato in parte ascoltato, ma non è riuscito a contagiare del tutto l’ambiente milanese.

Lo abbiamo incontrato in una bella mattina di fine inverno, una di quelle che già hanno il sapore della primavera. E ci ha svelato un altro sogno nascosto.

Leggi anche: 7 LOCALI INDIMENTICABILI dove si ascoltava MUSICA dal VIVO a Milano

# Profumi di Adriatico e di mazurca

Liscio outdoor – Credits: Emilia Romagna Turismo

L’idea di Raffaele nasce nell’estate del 2021 quando, in trasferta a Rimini, incontra Riccarda, la figlia di Secondo Casadei la quale ha come mission quella di tramandare il più possibile le tradizioni che il padre ha portato in tutto il mondo.
Secondo, nome d’arte di Aurelio Casadei, è l’autore di Romagna Mia ma, soprattutto, viene considerato il più grande esponente del liscio romagnolo.
Dopo la fine della II Guerra Mondiale, Secondo Casadei non ha mai smesso di credere nel potenziale della musica romagnola, suonandola sempre nonostante le novità di oltre oceano avessero monopolizzato le sale da ballo.
Casadei è stato premiato: il jazz americano è passato di moda, il liscio è diventato uno dei simboli del popolo romagnolo.

Leggi anche: Le 3 grandi SUPERSTIZIONI tipiche dell’EMILIA ROMAGNA

# Ricominciare a Milano, proprio come ha fatto Casadei

Credits: Antonio Manzo (da Fan Page Kohler)

Secondo Casadei è andato a testa bassa a portare la musica nelle case delle persone. Non c’era un cortile, un’aia al tramonto durante la stagione della raccolta, un palco improvvisato che fosse scartato a priori.
Bastava un parcheggio, un semplice spazio e l’orchestra spettacolo si metteva in formazione e iniziava a suonare: qualsiasi occasione era buona, pur di far ballare la gente e farla gioire dopo gli anni della guerra.

“Aspetta Raffaele! Stai dicendo di portare la musica nei cortili di Milano”?

«Certo! suonare nei cortili, nelle strade, in una piazza frequentata dai passanti. Fare ballare e gioire le persone, permettere loro di recuperare la socialità persa negli ultimi due anni. Non sto dicendo di fingere che i problemi non esistano, ma sono certo che stando tutti insieme ci si fa forza»
La musica come una medicina contro la paura. «Per reagire alla paura della guerra, invito ad uscire di più».

Leggi anche: I NIDI GIGANTI sui palazzi di MILANO: cosa sono e dove ammirarli?

# La metropoli perfetta

Cortile degli artisti, credits: Divina Milano

Secondo il trombettista milanese, divenuto celebre per le sue serenate a Milano durante i lockdown, «Milano si presterebbe benissimo» a questo scopo. I cortili delle case popolari sono perfetti e le case di ringhiera sono dei teatri a cielo aperto.
Inoltre Milano è piena di cortili privati, ancora da scoprire e Raffaele Kohler vorrebbe entrare in contatto coi proprietari.

Anche i locali stellati e gli hotel, che si apprestano a ricevere i turisti ne potrebbero giovare e, ovviamente, suonare nei locali che già propongono musica dal vivo. «Lo Spirit de Milan e la Balera dell’Ortica, hanno avuto successo proprio perché insieme alle portate, veniva servita anche la musica».

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# Musica green per tutti

Credits: bpcraddock by Pixabay

Il messaggio è molto semplice: la musica per tutti, non un’arte elitaria ma popolare, come metafora di una Milano che smette di essere il luogo «che si possono permettere in pochi, perché così valorizzi tutta la città».
Raffaele sta inoltre pensando alla svolta green tanto richiesta. L’orchestra spettacolo che ha in mente, gira per i cortili suonando in acustico e a lume di candela. Niente amplificazione, nessun uso della corrente elettrica.
Infine, ma da non trascurare, eliminare un po’ di quello che Raffaele Kohler chiama il “rumore di fondo di Milano”. «Non è solo l’inquinamento acustico della città. Ci sono anche quelle playlist non adeguate, che assordano i clienti dei locali. Mi piacerebbe che venissero sostituite dalla grande tradizione musicale italiana, famosa in tutto il mondo, offerta ad un volume accettabile. In acustico».

Raffaele Kohler non pensa esclusivamente al suo orticello e alla sua Swing Band. Sogna che un’orchestra spettacolo milanese possa ricevere il contributo di tanti musicisti, aggiungere al repertorio anche i valzer e il tango, coinvolgere i ballerini e perché no? Perfino la Scala.
Lanciamo l’appello del musicista milanese, che lascia libera l’iniziativa di tutti gli interessati. Raffaele Kohler desidera essere contattato per dare vita a questo progetto, che ne pensate?

Continua la lettura con: Il sogno di Kohler: MILANO come NEW ORLEANS

LAURA LIONTI

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Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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TRENI VELOCI in EUROPA anche di NOTTE: le tratte attuali e quelle in ARRIVO

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Credits Back-on-Track.eu - Mappa treni notturni Europa

Sempre più persone in Europa viaggiano di notte in treno. Risultato? La rete continua ad espandersi con nuove linee e servizi. In attesa dell’entrata in vigore del programma Trans-Europ-Express 2.0 che richiama i vecchi TEE, come previsto dal piano dei trasporti ferroviari dell’Unione Europea, queste sono le tratte in funzione e le prossime arrivo.

TRENI VELOCI in EUROPA anche di NOTTE: le tratte attuali e quelle in ARRIVO

# I viaggi notturni con Nightjet e Euronight: c’è anche Milano

Credits travel_chihuahua IG – Nightjet

Sempre più persone in Europa viaggiano di notte in treno. Tra le compagnie attive con collegamenti notturni ci sono NightJet e Euronight che dall’entrata in vigore dell’orario invernale 2022-23 servono queste tratte: Vienna-Monaco-Parigi, Vienna-Zurigo-Amsterdam, Zurigo-Basilea-Hannover-Amburgo, Varsavia-Vienna-Graz, Stoccarda-Monaco-Udine-Venezia e Monaco-Milano-Genova-La Spezia. Una delle ultime tratte operative è quella che in 15 ore da Stoccarda porta alla città di Fiume in Croazia.

Viaggi notturni Nightjet-Euronight

Per quanto riguarda Nightjet durante il 2023 è prevista l’aggiunta di 25 nuove tratte, altre ne arriveranno nei prossimi anni, con una flotta di treni di nuova generazione caratterizzati da maggiore capacità di carico, comfort e privacy con interni all’avanguardia, compartimenti notte con docce e servizi igienici interni, mini-cabine per viaggiatori singoli, un vagone multifunzione con posti bici e spazio aggiuntivo per bagagli ingombranti e attrezzatura per sport invernali. In Italia sono attesi per l’estate 2023. dall’estate di quest’anno.

# In arrivo i “treni della buonanotte” di European Sleeper 

Credits europeansleepers – Tratte Good Train

La nuova società belga-olandese European Sleeper fa partire dal 25 maggio 2023 il suo primo servizio di treni notturni chiamati The Good Night Train. Tutti i convogli sono dotati di carrozze moderne e accessibili dotate di ogni comfort e fermeranno in alcune delle città più affascinanti nel cuore dell’Europa.

Credits europeansleepers – Carrozza deluxe Good Train

In Belgio ci sono Bruxelles e Anversa, nei Paesi Bassi le fermate sono a Rotterdam, Amsterdam e Deventer, in Germania a Berlino a cui si aggiungerà Dresda nel 2024. Lo stesso anno sarà il turno di Praga in Repubblica Ceca e a seguire la Costa Azzurra con una linea dedicata.

# L’attesa per la rete TEE 2.0: una nuova direttrice anche per Milano

Credits touringclubitaliano – Rete TEE

La vera rivoluzione per gli spostamenti notturni in treno potrebbe arrivare nei prossimi anni, con l’entrata in vigore del programma Trans-Europ-Express 2.0 che si richiama allo storico network con la sigla TEE e che nel Dopoguerra ha messo in connessione in Paesi Europei, con la soppressione dell’ultimo servizio il primo giugno 1991.

Nella lettera d’intenti per la nascita di una rete europea di servizi diurni e notturni di treni veloci, firmata a maggio del 2021 al vertice dei ministri dei trasporti europei, sono state indicate le linee guida fondamentali per riuscire a garantire uno standard minimo del servizio ferroviario. Tra queste la previsione di tracciati tra almeno tre Stati, o tra due Stati su una distanza di almeno 600 km, convogli ferroviari capaci di correre almeno a 160 km/h su gran parte del percorso, con una velocità media complessiva di almeno 100 km/h, dotati di servizi a bordo quali aria condizionata, wifi e ristorante.

Le tratte previste nel breve periodo sono:

  • TEE 1/2 Parigi-Varsavia passando per il Belgio e la Germania
  • TEE 3/4 Amsterdam-Roma con fermate a Colonia, Basilea e Milano
  • TEE 5/6 Berlino-Barcellona passando per la Francia
  • TEE 7/8 Amsterdam-Barcellona con fermate in Belgio e Francia

Continua la lettura con: Da Milano parte un TRENO che porta a vedere l’EUROPA INTERA

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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MANZONI voleva rendere il DIALETTO MILANESE la LINGUA dell’ITALIA

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Il più celebre romanziere italiano è Alessandro Manzoni. Questa è cosa nota. Come è noto che pur essendo milanese ha contribuito, dopo aver sciacquato i panni nell’Arno, a rendere il toscano lingua nazionale.

Eppure forse non tutti sanno che nella sua opera Sentir Messa Alessandro Manzoni scrisse che il dialetto milanese avrebbe avuto più motivi per affermarsi come lingua nazionale rispetto al toscano.

MANZONI voleva rendere il DIALETTO MILANESE la LINGUA dell’ITALIA

Credits: @manuela.sormani
Villa Manzoni

# La sua lingua? Il milanese

Nel suo libro ‘Il cuore è un guazzabuglio. Vita e capolavoro del rivoluzionario Manzoni’, Eleonora Mazzoni ci regala un ritratto inedito del Manzoni.

Il futuro Don Lisander viene rappresentato in giovane età come un ragazzo audace, ribelle, che parlava in milanese e amava corteggiare le ragazze. Da adulto divenne un uomo spinto da “passioni risorgimentali”: la sua arma fu la diffusione di un linguaggio comune. Che, secondo lui, non poteva essere l’antico toscano. Ci voleva altro. 

# Il dilemma manzoniano

Il più celebre romanziere italiano era alle prese con un dilemma. In quale lingua scrivere la sua opera. Manzoni aveva infatti a disposizione una lingua viva: il suo dialetto milanese. Per Manzoni il milanese era la lingua più adatta a diffondersi in tutta Italia. Nella sua opera Sentir Messa Alessandro Manzoni scrisse che il dialetto milanese avrebbe avuto più motivi per affermarsi come lingua nazionale rispetto al toscano. Il solo, grande problema, era che fuori di Milano e della Lombardia nessuno capiva il milanese. Un’altra soluzione era scriverlo in francese, linguaggio delle elite e che gli poteva aprire un mercato internazionale molto ampio. Ecco allora la sua idea: riscrivere il suo romanzo in fiorentino sì, ma nel fiorentino parlato ai suoi tempi, dunque in una lingua viva, non morta. Il percorso per arrivare a questo fu piuttosto complesso. Ripercorriamo le tappe principali.

# La trasformazione linguistica dei Promessi Sposi

Alessandro Manzoni compie un percorso di diversi passaggi verso quel codice che desiderava per il suo romanzo (per approfondire vedi la genesi dei Promessi Sposi):

  • stesura del Fermo e Lucia (1821-23)
    utilizzo di una lingua di compromesso: la base era un toscano letterario, arricchito da apporti della parlata viva e da termini francesi
  • revisione del 1824
    abbandona la lingua composita privilegiando il toscano e scopre molte concordanze tra i modi toscani e quelli del milanese
  • soluzione “fiorentina” del 1827 che porta alla revisione finale ed edizione del 1840
    il viaggio a Firenze per Manzoni come dice il Migliorini “fu una rivelazione: quella lingua tanto faticosamente cercata nei libri, eccola viva, agile, reale, nei Fiorentini colti con cui veniva a contatto“. Trova così definitivamente la soluzione: la lingua unitaria, vivaparlata ed attuale: il fiorentino delle persone colte. Non la lingua morta dei libri del Trecento e del Cinquecento. Compie così un lungo lavoro di revisione linguistica che lo porta all’edizione finale del 1840, la cosiddetta Quarantanaillustrata con i disegni di Francesco Gonin.

# Manzoni in versione milanese

Credits: @milano IG

Manzoni per tutta la vita non rinunciò comunque a cimentarsi nel dialetto, come in questi suoi versi dedicati a Carlo Porta: 

On badee che voeur fà el sapienton

el se toeu subet via per on badee;

ma on omm de coo che voeur paré mincion,

el se mett anca lu in un bell cuntee

Lo sciocco che vuol fare il sapientone

si vede subito che è uno sciocco;

ma l’uomo di ingegno che vuol apparire incapace

si mette anche lui in un bell’impiccio

Continua la lettura con: I segreti di Casa Manzoni

MILANO CITTA’ STATO

copyright milanocittastato.it

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Le STRADE più FAMOSE del mondo sono a Milano: ecco dove si trovano

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Fifth Avenue, Milano Ph. @viaggimiei IG

Dopo le 15 città del mondo che si trovano a Milano insieme a Duilio Forte abbiamo provato a rintracciare dove sono nascoste a Milano le strade e le piazze più famose del mondo. Ne abbiamo trovate 10. 

Le STRADE più FAMOSE del mondo sono a Milano: ecco dove si trovano

#1 Gli Champs Elysee sono in corso Sempione

champs elysee, milano

#2 Trafalgar Square, la battaglia di Trafalgar, è in piazza Cinque Giornate

trafalgar square, milano

#3 La Prospettiva Nevskij è in corso Buenos Aires

Prospektiva Nevskij, Milano

#4 Central Park è al Parco Sempione

Central Park, Milano

#5 Times Square è in Gae Aulenti

Times Square, Milano

#6 Rue Mercière (angolo di Place de la Cathédrale) di Strasburgo è in via Ottolini
(da Federico Valsecchi)

Rue mercier, Milano
Rue mercier, Milano

#7 Alexander Platz è nella Biblioteca degli Alberi

alexander platz, milano
alexander platz, milano

#8 La Ramblas è a Brera

Credits Andrea Cherchi – Vicolo Brera

#9 Fifth Avenue è in viale della Liberazione

Fifth Avenue, Milano Ph. @viaggimiei IG

#10 Scotland Yard è in via Fatebenefratelli

scotland yard
scotland yard, milano

ANDREA ZOPPOLATO

copyright milanocittastato.it

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Tutti vedono tutto: la CASA completamente TRASPARENTE

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Credits: artediabitare.it House NA Tokyo

E se vi si chiedesse di vivere in una casa completamente trasparente? Le pareti interne ed esterne sono tutte vetrate e lo spazio è concepito come se fosse unico. Dei cittadini hanno ben accettato la proposta: in questa grande metropoli mondiale si trova una casa dove la privacy è un optional.

Tutti vedono tutto: la CASA completamente TRASPARENTE

# La House NA di Tokyo

Credits: foolsjournals.wordpress.com
House NA

Si chiama House NA l’abitazione di circa 85mq distribuiti su 3 piani e formata da pareti completamente trasparenti. All’interno sono state costruite varie stanze, ma considerando che le pareti sono vetrate e create attraverso 21 piattaforme costituite da una sottile intelaiatura in acciaio e disposte ad altezze diverse, l’impressione è quella di essere in un unico spazio. L’architetto di questa casa così innovativa è Sou Fujiimoto, ma la cosa interessante è che non è stata progettata dall’architetto per rivoluzionare lo spazio abitativo, bensì è stata richiesta dagli stessi abitanti della casa. Questi volevano un’abitazione in cui potessero muoversi come nomadi e così Fujiimoto ha fatto.

# Concepita come una sorta di albero

Credits: artediabitare.it
House NA

L’architetto Fujiimoto l’ha concepita come una sorta di albero: una struttura centrale che mette in comunicazione i singoli livelli, come un tronco a cui si collegano i vari rami. La casa, inoltre, in certi casi è al limite delle norme edilizie, ma non è preoccupazione del progettista dato che in Giappone, una volta che i proprietari accettano il progetto, si assumono ogni responsabilità. Ad esempio la House NA è quasi completamente attaccata alla casa vicina (circa mezzo metro di distanza), anche se non c’è continuità perché vietato dal codice civile. In una casa trasparente, i vicini a neanche un metro di distanza non devono essere il massimo.

# Addio privacy?

Credits: huffingtonpost.it
Interno House NA

Sicuramente la privacy non è uno dei punti forti della casa. Immaginatevi che, mentre state facendo la doccia, un passante vi osserva. Non credo che molti vorrebbero trovarsi in questa situazione. Eppure l’abitazione è concepita proprio per permettere alle persone, che ci vivono, di poter sempre interagire tra di loro. Il vero problema è che si è a stretto contatto anche con gli sconosciuti che stanno camminando per strada. Come unica forma di privacy, per rendere un po’ privata la vita nella casa, ci sono delle lunghe tende che, se chiuse, oscurano le pareti esterne. Tuttavia, queste tende non sono particolarmente coprenti, soprattutto nelle belle giornate quando la luce del sole attraversa tutta la struttura. A peggiorare il tutto, la House NA si trova in un quartiere molto eccentrico e pieno di vita sociale e negozietti “hip” di Tokyo.

Si potrebbe dire di essere in una sorta di Grande Fratello o reality, dove tutti vedono tutto.

Continua la lettura con: La CASA a forma di WATER. Abitata da Mr. Toilet

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

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NAPA: attrazioni e locali del primo DISTRETTO a TEMA di Milano

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Napa

Da qualche anno a Milano è nato un nuovo quartiere, sull’onda del successo di NoLo, l’area a nord della città compresa tra Greco, Casoretto e Turro, dal nome di Na.Pa. Oltre a essere un quartiere è anche un distretto a tema. Scopriamo come e per quale motivo è stato creato.

NAPA: attrazioni e locali del primo DISTRETTO a TEMA di Milano

# Il Naviglio Pavese ha trovato la sua identità

Napa

A giugno del 2020 è nato un nuovo quartiere dal nome di Na.Pa, sull’onda del successo di Nolo la cui sigla sta per North of Loreto, che identifica una zona ben precisa, quella del Naviglio Pavese. Tra i Navigli è quello meno celebrato e per questo motivo che un gruppo di ristoratori ha deciso di dar vita a questa iniziativa ribattezzando la zona con questo nome, con l’obiettivo di creare un vero e proprio distretto urbano capace di creare un dialogo tra centro e periferia e di rafforzare la connessione tra le persone e la realtà della zona. Si snoda lungo il tratto di Naviglio Pavese, andando oltre la circonvallazione fino al Parco Agricolo Sud per circa 4 km.

Leggi anche: NOM: il nuovo quartiere “Car free” alle porte di Milano. Sarà la nuova NoLo?

# Nasce il primo distretto a tema della città

Credits napa.mi IG – Naviglio Pavese

Na.Pa è anche un distretto gastronomico, sono 14 i soci fondatori tra ristoranti e bar, ma anche cantine, trattorie e hub gastronomici tra cui anche lo chef stellato Sadler che si è trasferito a inizio 2023 in Brera, che vuole far conoscere le eccellenze di questa zona, in un fil rouge che mette insieme cibo e cultura, anche promuovendo iniziative che valorizzino l’esperienza e le competenze delle persone che vivono al suo interno. Del distretto fanno parte anche istituzioni, organizzazioni del terzo settore e privati cittadini, tra questi il Municipio 5, la Biblioteca di Chiesa Rossa alla NABA e il Teatro Pacta. Nel 2021 è stato menzionato al primo posto tra i quartieri emergenti in Italia dal Gambero Rosso.

# I locali da provare

Osteriadellaconcafallata IG

Tra i locali da provare lungo il Naviglio Pavese c’è l’Osteria della Conca Fallata, specializzata nella preparazione dei piatti a base di carne di cavallo oltre che della tradizione pugliese e milanese, Cantina Urbana Milano, la prima cantina di produzione vini in città a Milano, I Frantoi, la prima oleoteca cittadina o l’Antica Osteria del Mare, consigliata dalla Guida Michelin, specializzata in ostriche e crostacei.

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# Spettacoli musicali, teatrali e eventi all’aperto per far scoprire il territorio

Napa in Festa

Sono tante le iniziative messe in campo dalla sua nascita per far scoprire tutto quanto di bello si può scoprire attorno al Naviglio Pavese. Spettacoli musicali, teatrali e eventi all’aperto. A settembre del 2022 si è tenuta ad esempio la seconda edizione di Napa in Festa con percorsi di degustazione con prodotti del territorio, piatti preparati dagli Chef di Napa, spettacoli e laboratori. 

Continua la lettura con: NOLO è diventato la nuova ISOLA?

FABIO MARCOMIN

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I DOLCI milanesi che NEMMENO i MILANESI CONOSCONO

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Ph. @_inquattroequattrotto_ IG

Non si vive di solo panettone. Il classico lievitato natalizio, che potrebbe aver preso il nome dal garzone che l’avrebbe involontariamente creato, infatti non è l’unico dolce che rientra tra quelli tipici della storia culinaria meneghina. Ce ne sono diversi altri, ma non godono della fama del loro sontuoso “collega” a base di uvetta e canditi.

I DOLCI milanesi che NEMMENO i MILANESI CONOSCONO

# Barbajada

Ph. @_inquattroequattrotto_ IG

È un’assoluta delizia cioccolatosa: non si spiega come possa essere quasi scomparsa dai banconi di caffè e pasticcerie. Inventata a fine Settecento da un garzone, tal Domenico Barbaja che lavorava presso il Caffè Teatro a fianco alla Scala, è diventata un must nel secolo seguente. Non c’era un bar dove non venisse servita questa calda bevanda a base di cioccolata, caffè, latte e panna, che veniva miscelata, anzi schiumata, con la frusta. Tocco finale: un ciuffo di candida panna montata per suggellarne il golosissimo valore.

# Torta miascia o torta paesana

Credits: lalunasulcucchiaio.it
Torta miascia

Dolce povero per eccellenza, la torta paesana, conosciuta anche come torta di pane o miàscia, è fatta di “avanzi”. Al posto della farina si usa il pan poss ammollato nel latte. Anche lo zucchero (un tempo raro e costoso) viene sostituito in parte con frutta secca (canditi e uva passa) e in parte con mele a lungo conservate in dispensa: queste infatti, asciugandosi nel tempo, perdono acqua e incrementano il proprio grado zuccherino, conferendo naturale dolcezza all’impasto. Infine per legare il tutto, un uovo, un po’ di zucchero, poco burro, scorza di limone e qualche amaretto sbriciolato.

# Pan de mej (pan meino)

Credits: @ginevracitterio
pan de mej

Altro dolce povero, anzi poverissimo. Basti pensare che il cereale inizialmente usato per confezionare questo pane dolce era… il miglio, da cui appunto il nome pan de mej o pan meìnn. Ma grazie all’ingegno e al saper fare contadino si è riusciti a realizzare una semplice prelibatezza, che assomiglia ad una specie di frolla dorata da accompagnare a panna montata e castagne lesse. Col passare del tempo il miglio è stato sostituito da un ingrediente relativamente più pregiato, la farina di mais, usanza che è arrivata sino ai giorni nostri, che conferisce al dolce un interessante e caratteristico sapore.

# Charlotte alla milanese

Ph. italian.food.milan.blogger IG

È invece dalle tavole aristocratiche che giunge fino a noi il più nobile dei dolci meneghini dimenticati. La charlotte, dessert a base di mele, uvetta e scorza di limone, burro e zucchero. L’impasto è cotto e ricoperto da pan di Spagna, e quindi gli viene data forma grazie nell’apposito stampo. La charlotte rispecchia i canoni culinari ottocenteschi, che prevedevano il consumo di dolci tiepidi o caldi. Nel corso del tempo è diventato usuale l’abitudine di servirlo irrorato con rum e poi flambato appena prima del consumo.

Continua la lettura con: I PIATTI MILANESI che i milanesi NON CONOSCONO

STEFANO CORRADA

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La MINI FABBRICA nel centro di MILANO che fa JEANS su misura

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Credits: @candianicustom Candiani

Nel cuore di Milano c’è una piccola fabbrica, dalla storia molto interessante, che risolve il problema delle taglie per il pantalone per eccellenza: il jeans.

La MINI FABBRICA nel centro di MILANO che fa JEANS su misura

# Il negozio nato con le limited edition dei brand 

Credits: @tonellosrl
Candiani

Nei pressi delle Cinque Vie, una delle zona più antiche di Milano, nonché piena di gallerie d’arte e negozi di artigianato, abbigliamento e design, precisamente in Piazza Mentana, 3, si trova Candiani Denim Store. Una piccola fabbrica di jeans in centro città. Ma cosa ci fa proprio qui e qual è la sua storia?

Leggi anche: Le cinque vie, il quartiere a forma di stella

Credits: @voltafoodwear
Candiani

Candiani nasce come produttore di jeans: è il 1938 quando Luigi Candiani fonda la Tessitura di Robecchetto Candiani, la futura Candiani Denim S.p.A. Lugi decide che la sua non doveva essere una fabbrica tessile come tutte le altre e si specializza quindi nei tessuti per vestiti di lavoro. Nel tempo si afferma a Milano e non solo. Ma bisogna andare un po’ avanti con le generazioni per vedere aperto il negozio Candiani. Nel 2019, infatti, viene aperto a Milano il Candiani Denim Store dove vengono vendute le limited edition dei brand che utilizzavano già i loro prodotti, tra questi: Atelier & Repairs, BENZAK, Bespoke, Blue of a Kind, Boyish Jeans, CLOSED, DENHAM THE JEANMAKER ed altri ancora. Pian piano nel negozio compaiono anche altri capi in denim e abiti che si matchano perfettamente con il jeans (magliette, felpe e giacche).

# Si decide modello, colore e tutti gli accessori che si vogliono

Credits: @candianicustom
Candiani

Candiani quindi non nasce immediatamente come negozio che fa jeans su misura, è infatti solo nel 2021 che viene inaugurato il Candiani Custom, la vera fabbrica in miniatura. Qui i clienti possono disegnare, scegliere il modello, il tessuto, gli accessori e addirittura che tipo di lavaggio bisogna far fare al pantalone. In poche parole, si partecipa alla creazione stessa del prodotto e poi Candiani, grazie alle sue tecniche di qualità, cerca di rendere concreta l’idea. Il processo per richiedere un paio di jeans su misura è molto semplice: prima di tutto si provano dei modelli base, poi si prendono le misure e infine si scelgono tutti i particolari. Candiani realizza poi i pantaloni con assoluta precisione e, in circa 46 passaggi, il jeans è pronto. In più lo store è abbastanza veloce con le consegne, in 15 giorni si può ritirare il proprio jeans.

# Si può comprare anche un jeans compostabile

Credits: @candianicustom
Candiani

Nel DNA di Candiani c’è anche l’innovazione. Nonostante siano produttori di jeans da oltre 80 anni, fanno di tutti questi anni un’esperienza e rimangono sempre al passo con i tempi. D’altronde sono anche nella capitale della moda e non possono non essere aggiornati sui nuovi trend stilistici. E insieme all’innovazione non può più mancare la sostenibilità. La ditta produttrice Candiani si trova nella Riserva Naturale del Parco del Ticino ed è sempre stata attenta all’ambiente, ma anche la micro-factory milanese non è da meno. Qui si può addirittura comprare un jeans realizzato con un tessuto compostabile, la ditta promuove infatti da anni la circolarità dei prodotti.

 

Continua la lettura con: PETTINAROLI, l’”artigiano della stampa”: la bottega più storica di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Vivere da VICHINGHI in una CASA dentro un PRATO

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Credits: ecobnb.it

C’è una sottile linea che unisce idealmente i Vichinghi ai Provenzali, che nel Rinascimento hanno occupato l’Italia meridionale. Una linea del colore che più di tutti scatena, nell’immaginario collettivo, l’idea di naturale e pulito: il verde. Un’idea del passato che potrebbe rivelarsi una novità per il futuro: la Turf House.

Vivere da VICHINGHI in una CASA dentro un PRATO

# Villaggi interrati

Credits: rosmarinonews.it

Che si tratti di esigenze nate in epoca rinascimentale, come in Lucania per la fermentazione dell’uva, o che ci troviamo in età moderna, i cittadini liberi di scegliere un sito abitativo hanno sempre dimostrato di sapersi adattare a qualunque condizione ambientale o climatica, vivendo in comunione con la natura o facendosi aiutare da essa per migliorare le proprie condizioni di vita.

Ecco che nascono i villaggi che sembrano, o sono, interrati. Aree sconfinate dove l’uomo usa il proprio ingegno per produrre manufatti che – senza deturpare il paesaggio – aiutano a viverci o a conservare e far fruttare i proventi del duro lavoro. Esse sono costituite da case che diventano un tutt’uno coi prati che le circonda.

# TURF HOUSE: Cos’è e perché nasce questa caratteristica dimora

Credits: lifegate.it

“Turf” in italiano si può tradurre con “manto erboso”. Facile intuire dal nome, ma soprattutto dalle suggestive immagini, che la Turf House è una casa con il tetto ricoperto, appunto, da un prato. Questo tipo di abitazione sfrutta un’antica usanza vichinga ed è infatti diffusa in tutti i paesi del Nord Europa.

Si tratta di uno dei primi tipi di bioedilizia, tipica dei territori che presentano condizioni climatiche particolarmente rigide. Grazie al tappeto erboso che ricopre il tetto (a volte anche le pareti), questo ambiente è in grado di trattenere il calore all’interno, creando così le condizioni di isolamento termico necessarie alla sopravvivenza in un habitat come quello nordico.

Le Turf House sono costruite con materiale di origine naturale e rinvenibile direttamente sul posto: il legno per le travi portanti e le pareti interne, la pietra per le sole pareti esterne, ricavate anche con la torba e, all’occorrenza, anch’esse ricoperte di erba. Le Turf House hanno qualche volta l’aspetto di un antico rudere, ma sono sempre state abitate da famiglie per trovare riparo al loro interno.

Si possono trovare in tutta la regione anticamente dominata dai Vichinghi, quindi in Norvegia, Danimarca – dove sono diffuse nelle Isole Faroe – Scozia, Irlanda e Groenlandia. Ma è in Islanda che le Turf House hanno una storia in più da raccontare.

# Il caso islandese e la World Heritage List dell’Unesco

Credits: greenme.it

Mentre nei paesi nordici questo esempio di bioedilizia è stato sempre riservato alle classi sociali più povere, dedite all’allevamento degli animali e allo sfruttamento del terreno per sopravvivere, l’Islanda si vanta di utilizzare il manto erboso e la torba per costruire qualsiasi tipo di edificio. In mezzo al clima rigido dell’Oceano, è possibile trovare belle case, chiese, stalle e perfino le scuole coibentate con questo sistema, ovvero edifici destinati a qualsiasi tipo di classe sociale.

In Islanda, pertanto, questo tipo di abitazione non è una semplice imitazione della tana per il letargo, no! Qui la Turf House è un vero e proprio stile di vita.
Tanto che lo stato islandese ha richiesto il riconoscimento esclusivo dei propri esemplari da iscrivere tra i patrimoni dell’Unesco, l’organizzazione che si occupa di salvaguardare le bellezze naturali e culturali del mondo, perché queste case sono senza dubbio una testimonianza unica, o eccezionale, di una civiltà vivente e di una tradizione culturale decisamente uniche.

# Il caso italiano: il Parco Urbano di Pietragalla

Credits: italyformovies.it

Anche l’Italia ha da dire la sua su questo argomento, con il bellissimo Parco dei Palmenti a Pietragalla, in Lucania.

Sebbene si tratti di un tipo di costruzione importata, in epoca rinascimentale, dai provenzali che dominavano le Puglie, l’Italia ha un tipo simile di architettura rupestre.
Si tratta di vere e proprie grotte, circa 200, che costituiscono oggi un suggestivo Parco Urbano posizionato alle porte della città moderna. Questi manufatti sono stati edificati dalla civiltà contadina dedita alla coltivazione e trasformazione dei vigneti, finalizzata alla produzione di vino.

I Palmenti (la parola deriva dal latino paumentum, ovvero l’atto di pigiare) contengono in genere una o due vasche in tufo, dove veniva riposto a fermentare il mosto, proveniente dalla pigiatura dell’uva. Ognuna di queste cavità, incastonata nel terreno, presenta una feritoia sopra la porta di ingresso, un dispositivo necessario alla fuoriuscita dei gas di fermentazione, che possono essere piuttosto letali.

Esattamente come nel Nord Europa, anche queste costruzioni sono edificate con materiali poveri provenienti dai dintorni del sito e sono, oggi, la testimonianza dell’antica tradizione contadina, oltre che una particolare architettura da scoprire

Continua a leggere con: Le CASE CARAMELLA

LAURA LIONTI

copyright milanocittastato.it

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

10 ARGOMENTI di conversazione per avere ATTENZIONE se ti trovi con un gruppo di milanesi

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cena tra amici (Wikipedia)
cena tra amici (Wikipedia)

(N.V.) L’altro giorno ero a una cena di compleanno in un ristorante. Alla mia destra c’erano tutti avvocati che parlavano di cause e di leggi. Alla mia sinistra c’erano dei patiti di pallacanestro che rievocavano partite dell’NBA e dell’eurolega. Stavo per fare quello che avrebbero fatto tutti al mio posto: estrarre l’iphone e passare il resto della serata su Facebook. Ma poi ho scelto altro: ho iniziato a trattare alcuni di questi argomenti qui sotto e mi sono ritrovato al centro dell’attenzione. Ecco la lista di argomenti sicuri per attirare l’attenzione se ti trovi con un gruppo di estranei a Milano.

10 ARGOMENTI di conversazione per avere ATTENZIONE se ti trovi con un gruppo di milanesi

credits: IG @desireedonadio

#1 Alimentazione sana

Cibi gluten free, ingredienti biologici, bilanciamento acido-alcalino, integratori funzionali e tutto quello che pare consentire più salute o ridurre gli acciacchi funziona alla grande. Specie in una cena dove anche un cetriolo con le sue virtù traumaturgiche può diventare protagonista della serata. Un’alternativa sempre salutista? L’ultima moda del benessere: le docce fredde alla Wim Hof. 

#2 Esperienze all’estero

Ho vissuto a…. Aggiungi la città o una nazione e si innesca l’interesse anche se nessuno ti filava. Ideale è usare il luogo in cui si è vissuto per fare paragoni con Milano. Chi è di Milano ama confrontare la città con qualunque altra del mondo. 

#3 Nostalgia canaglia

Parlare della hit di Albano e Romina Power fa sempre una gran figura. Ok, forse no. Però l’effetto nostalgia quello funziona sempre. Parlare di come erano diverse le scuole che abbiamo fatto, la musica, eventi iconici, come Alfredino Rampi o Supergulp, il passato crea intesa e comunanza sempre.

#4 Gli anni ’90

Credits: @Milano Anni 80 e 90 Ricordi e Passioni
Personaggi della moda milanese

Sottoclasse del punto precedente ma che è diventata una hit dei nostri tempi. Ormai gli anni ottanta sono andati in soffitta ed ecco affacciarsi il decennio successivo, perfetto per 30-40enni. Il decennio di internet, dei cellulari, della fine del comunismo, della guerra in Jugoslavia, di Blur e Oasis, della scena musicale inglese, di Mtv Italia, di Andrea Pezzi e Giorgia Surina, dei Bluvertigo e dei Subsonica. Fantastico. Risate e lucciconi agli occhi assicurati.

#5 La psicopatologia quotidiana

La psicologia non è una scienza ma una materia di conversazione. Chiunque si può improvvisare senza rischi. Si può parlare di caratteristiche di genitura, primogeniti-secondogeniti-figli unici, oppure di nevrosi quotidiane. Per fare un figurone si può leggere Psicopatologia della vita quotidiana, forse il più autentico libro di Freud. Chi proprio non se ne intende può ripiegare sulla sottocategoria più semplice: l’oroscopo e i segni zodiacali. Qui vale tutto.

#6 Uomini e donne

In atmosfere più leggere funziona sempre dispensare pillole di filosofia in stile Fabio Volo di qualche anno fa. Storie di uomini imbranati con le donne o di donne che rendono imbranati gli uomini funzionano sempre. Può bastare anche solo una frase per scatenare l’inferno, specie se ci sono coppie. Vedendo animarsi anche chi era in silenzio asfittico sembrerà che tutti i presenti non aspettassero altro che di parlare di questo argomento.

#7 Sport & Tecnologia

Se i presenti sono in gran parte uomini, allora ecco l’abbinamento che funziona sempre a qualunque latitudine e trasversale su età, censo e cultura. L’abbinata sport e tecnologia è a prova di bomba. Non bisogna essere dei grandi esperti, basta semplicemente lanciare la palla, tipo “l’altro giorno ho visto uno che ha ancora il telefono Motorola, quello con l’apertura a scatto”, oppure “Quanto ho goduto quando ha perso la Francia” (vale per qualunque sport).

#8 Viaggi

credit: magazine.valica.it

Passati e futuri: sono sempre un successo. Si scelgano viaggi del passato se si vuole dispensare notizie o affrontare confronti e diversi punti di vista con chi ha visto gli stessi posti. Se si vuole essere apprezzati da tutti meglio optare per un più sicuro “sto per andare a…”, seguito da richieste di consigli su cosa vedere o cosa fare.

#9 Progetti di vita

Tema che può essere rischioso specie con persone molto anziane o con depressi cronici. Però è molto stimolante se affrontato nel modo giusto, consigliato di partire da se stessi svelando un desiderio proibito che si vorrebbe soddisfare. Può essere un argomento capace di rendere unica la conversazione e fare scoprire ai presenti nuovi orizzonti di vita. Si tratta forse dell’argomento più stimolante. Alla pari con il seguente. 

#10 Milano

Ph. cristian rossa

Poi c’è sempre lei. A chi non interessa la nostra città? Luoghi, personaggi, riti, mentalità dei cittadini, decisioni del Comune, area B, ciclabili, gli autovelox tutto fa brodo per fare breccia sui convitati.

Ps. Per attirare attenzione c’è poi un metodo infallibile: fare qualcosa di strano, anche fischiettare o mettersi a cantare.

Continua la lettura con: Le cose che fanno ridere solo chi è di Milano

MILANO CITTA’ STATO

copyright milanocittastato.it

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LODI TENTA i GIOVANI di Milano: costa la metà, siete a 15 minuti, venite qua!

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Credits lalobi IG - Lodi

Mentre divampa la protesta degli studenti iniziata con l’accampamento davanti al Politecnico, a Milano ci si arrabatta per trovare una soluzione al caro affitti. Da Lodi arriva una proposta per venire incontro ai giovani che non riescono a sostenere le spese per studiare a Milano. 

LODI TENTA i GIOVANI di Milano: costa la metà, siete a 15 minuti, venite qua!

# Esplode la protesta degli studenti contro il caro affitti: gli interventi del Comune di Milano

Credits gev_milano IG – Protesta contro caro affitti

Il problema del caro affitti a Milano è conosciuto da molti anni ma di recente si è esasperato ancora di più, complice anche l’aumento dell’inflazione. L’esplosione mediatica è invece cosa degli ultimi giorni. Tutto è partito dall’iniziativa di Ilaria Lamera, studentessa bergamasca di ingegneria ambientale, che la scorsa settimana ha deciso di mettersi a dormire in una tenda piantata in piazza Leonardo da Vinci davanti al Politecnico per protestare contro gli affitti insostenibili. Una protesta che si è poi sparsa a macchia d’olio altre città universitarie. Da Torino a Padova, da Bologna a Roma. 

Il Comune di Milano propone soluzioni a medio-lungo termine, da un lato con gli interventi previsti dal Piano Casa e dall’altro con la costruzioni di nuovi studentati, a pochi minuti di treno dalla città c’è chi offre una soluzione più immediata: il primo cittadino di Lodi.

Leggi anche: Il NUOVO PIANO CASA del Comune: riuscirà a sconfiggere il CARO AFFITTI?

# La proposta di Lodi: costo degli affitti più bassi del 50% a 15 minuti di treno da Milano

Credits laeriiika IG – Stazione di Rogoredo

A tendere una mano ai giovani e agli studenti delle università milanesi è arrivato l’altrettanto giovane sindaco di Lodi, Andrea Furegato di 25 anni: “Siamo pronti ad accogliere gli universitari che non trovano più spazio a Milano“. Una proposta allettante per due aspetti, il primo è il basso costo delle abitazioni e della vita in generale: “L’offerta di abitazioni, per ora del tutto privata, è sicuramente valida e ricca. Stiamo pensando anche a qualche struttura pubblica. Quel che è certo è che, allo stato attuale, le spese che un fuorisede deve sostenere a Lodi, tra affitti, utenze e svago, sono sicuramente più basse rispetto a chi sceglie di restare a Milano. E credo sia un aspetto molto importante.

Si accoda il presidente di Asvicom, Vittorio Codeluppi: “Aspettiamo a braccia aperte questi ragazzi. Secondo quanto abbiamo stimato, Qui troveranno affitti che si aggirano attorno alla metà di quelli milanesi. Inoltre Lodi è una città vivibile e accogliente.

Il secondo è il rapido collegamento con Milano, in treno si raggiunge in 15 minuti da Rogoredo e in 20 da Lambrate: “La forza della nostra offerta è proprio la possibilità di raggiungere Milano in poco tempo e con i mezzi pubblici” commenta il primo cittadino Andrea Furegato. A Lodi la presenza di studenti universitari è già nutrita, sono infatti circa 3.000 quelli che frequentano le tre università cittadine e nello specifico la sede distaccata della facoltà di Veterinaria della Statale, la facoltà di Infermieristica e la sede dell’Università degli Studi di San Marino.

# Le bellezze della città rifondata da Federico Barbarossa

Credits lalobi IG – Lodi

Lodi non sarebbe solo una soluzione alternativa più economica per i giovani rispetto all’alto costo della vita di Milano, ma anche un’opportunità per vivere in una città che ha molto da offrire e che da sempre è legata a Milano. Fondata da Federico Barbarossa nel 1158 per “rimediare” alla distruzione dell’antico borgo di Laus Pompeia ad opera dei milanesi, è da considerare ancora oggi una tra le città lombarde più interessanti dal punto di vista architettonico e artistico.

Il Tempio dell’Incoronata

Tra le bellezze da ammirare c’è il capolavoro rinascimentale del Tempio dell’Incoronata,  il monumento artisticamente più prestigioso della città, un edificio religioso caratterizzato al suo interno da sette cappelle con quella maggiore a forma di croce e impreziosita da considerevoli opere d’arte e da decorazioni in oro.

Duomo di Lodi

Da non perdere il Duomo, il monumento più antico di Lodi e tra i più grandi della Lombardia, spicca la facciata e la cripta. Poi Piazza della Vittoria, che il Il Touring Club ha inserito nella lista delle piazze più belle d’Italia e Piazza Broletto, con una suggestiva fontana in marmo rosa di Carrara realizzata nel XIV secolo.

Credits andrea_4luglio IG – Cattedrale vegetale Lodi

Ancora il Parco regionale di Adda Sud con alcune curiosità tra cui la Cattedrale Vegetale e infine uno dei più importanti centri di ricerca a livello europeo nel campo delle biotecnologie agroalimentari, il Parco Tecnologico Padano.

Leggi anche: LODI non è solo campagna: i piccoli tesori della provincia strappata a Milano

# L’unica vera soluzione? La Grande Milano

Credits Andrea Cherchi – Milano da lontano

La proposta lanciata dal Sindaco di Lodi riporta alla luce una delle annose questioni su quali dovrebbero essere i confini ideali di Milano per consentire un migliore governo del territorio e di chi ci vive e si sposta al suo interno. Un tempo Lodi era parte dell’ex provincia di Milano, oggi Città Metropolitana, così come Monza, prima di diventare entrambe province amministrativamente autonome. Nonostante il perimetro si sia formalmente ristretto la realtà continua a mostrare come i cittadini delle altre province lombarde si muovano quotidianamente da e verso Milano senza poter usufruire dei benefici di chi è residente, dall’altro lato non tutti i milanesi riescono a sostenere le spese per vivere nella città più cara d’Italia. 

L’unica soluzione a questi problemi, come mostrano altre realtà metropolitane internazionale, è la Grande Milano: estendere i confini amministrativi di Milano per rendere i territori che gravitano attorno a Milano direttamente interconnessi. Un ente a cui andrebbero assegnati i poteri di una regione, per poter attuare politiche di aria vasta sia a livello normativo ad esempio per la casa, il lavoro e i trasporti, che a livello di investimenti. Esattamente come accade a grandi città internazionali come Berlino, Londra, Madrid, Parigi, Vienna, Amburgo, Bruxelles o le più grandi città svizzere. 

Fonte: Corriere Milano

Continua la lettura con: 1100 POSTI LETTO con terrazza e ristorante: in arrivo a Milano il MEGA CAMPUS degli STUDENTI

FABIO MARCOMIN

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Alla ricerca delle STRISCE PEDONALI perdute

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Strisce pedonali in Bovisa

Si moltiplicano le segnalazioni, eppure la situazioni sembra peggiorare. Non è cosa da poco: strisce pedonali che non si vedono o del tutto cancellate costituiscono non solo un pessimo esempio di incuria, ma è soprattutto un rischio per la
sicurezza stradale. Specie in un momento in cui le cronache sono troppo spesso affollate di incidenti e tragedie che coinvolgono pedoni e ciclisti. Mentre in altre città all’estero si trovano soluzioni per rendere più evidenti i passaggi pedonali, come vernici fosforescenti o perfino tecnologie tridimensionali, a Milano si lasciano sparire alla vista. 

Alla ricerca delle STRISCE PEDONALI perdute

# Bovisa: ogni giorno migliaia di studenti attraversano su strisce quasi inesistenti in un angolo di strada pericoloso

Strisce pedonali in Bovisa

Prendiamo uno dei tanti esempi: qui siamo nei pressi della Stazione Bovisa
dove ogni giorno transitano migliaia di studenti e che presto sarà protagonista di
una grande operazione di recupero urbanistica. Nel frattempo però, non è possibile
risolvere questo problema definitivamente in tutta la città?

Strisce pedonali in Bovisa

Che si utilizzino materiali più resistenti o che venga eseguita una manutenzione
molto più frequente. Queste strisce sbiadite in un disordine generale di sporcizia,
marciapiedi sconnessi, cartelli arrugginiti non sono più tollerabili. E se poi si volesse sognare più in grande, ecco qualche soluzione d’avanguardia scelte da città internazionali per rendere più sicuro il passaggio pedonale:

Strisce in 3D
Strisce in 3D
strisce in 3D
Strisce colorate Madrid
Strisce colorate Madrid
strisce illuminate di notte

ANDREA URBANO

Continua la lettura con: ALTRI MILANO NON FA SCHIFO MA…

TAXI non solo per RICCHI: una soluzione per rendere Milano più vivibile

SAN SIRO DECADENCE, un quartiere da salvare: il FOTOREPORTAGE

EMERGENZA PARCHEGGI: i binari in disuso la mossa della disperazione

SERVIZI sempre meno efficienti e PRATICHE sempre più lunghe. La motivazione di fondo che si cerca di ignorare

PAVÈ sì o PAVÈ no? Scatta la PETIZIONE tra i MILANESI

Dove le AUTO BRUCIATE riposano in PACE

ABBATTUTE o CHIUSE: la situazione drammatica di queste SCUOLE MILANESI

Le FERMATE dei MEZZI PUBBLICI trasformate in PARCHEGGI per le AUTO

La CICLABILI di MILANO: sono utili o sono un MAQUILLAGE POLITICO?

MILANO è SPORCA: una soluzione coraggiosa per renderla PULITA

Il DEGRADO di GRAMSCI, la “piazza orinatoio” tra sporcizia, sbandati e una fontana senz’acqua

Le STRADE del centro più PERICOLOSE per i PEDONI: la situazione attuale e le possibili soluzioni

Marciapiedi o MARCIABICI?

La STAZIONE del PASSANTE di Porta Garibaldi è il regno dell’INCIVILTÀ

Il MATRIMONIO tra ITA Airways e Lüfthansa: un danno per il sistema aeroportuale milanese

Sul Naviglio Martesana in secca affiorano i rifiuti

Gli SCEMPI ARCHITETTONICI del dopoguerra ancora presenti a Milano

È più facile che un CAMMELLO passi per la cruna di un AGO, che trovare un TAXI la sera, in CENTRALE

I PENDOLARI del CRIMINE

Quell’ANGOLO della STAZIONE CENTRALE trasformato in un ORINATOIO

Le STRADE PERDUTE di Milano: asfalto o groviera?

CASORETTO: spariscono i CESTINI, l’immondizia in strada si MOLTIPLICA

A Milano lo stipendio non basta

Caro biglietti, taglio dei servizi: sarà un anno di austerity?

“Non riesco più a capire la mia città”

MILANO-MALPENSA: una linea Express mica tanto express

Buenos Aires: la strada dei record (di incidenti)

Groviglio di bici sul Passante

L’asfalto ferito: la video denuncia del comico Storti

Prima di aprire la STAZIONE FORLANINI M4 è già in DEGRADO

Milano non fa schifo ma… i MARCIAPIEDI di Via Sirtori sono PERICOLOSISSIMI

Gli ostacoli per chi si muove sulla carrozzina

La sciatteria delle scuole di Milano

Bovisa o Calcutta? I CUMULI di SPAZZATURA abbandonati in strada

L’enigma MALPENSA EXPRESS: la stralunata porta d’ingresso a Milano

Quei primi 100 METRI di via IMBONATI

Il DEGRADO delle PORTE di Milano

Il lato oscuro della City: il DEGRADO di PORTA VOLTA

Shock al rientro: DEGRADO e INCURIA nel CUORE di Milano

Milano non fa schifo ma…i palazzi INSUDICIATI dagli scarabocchi sì

I giochi pericolosi ai GIARDINI OSIRIS

I CARTELLI DA MARCIAPIEDE di Via Taormina

Il grave degrado dei GIARDINI MENDEL

il MARCIAPIEDE di Via Pirelli

Dilagano le STRISCE BLU: TRIPLICATE in pochi anni

La SPAZZATURA ACCUMULATA agli angoli delle strade

Le tre sedi di municipio dell’ORRORE

 I progetti di URBANISTICA TATTICA abbandonati…

 La CORSIA PREFERENZIALE INCOMPIUTA

Milano non è più Erasmus City: SCIVOLA al 48esimo POSTO

 Le BUCHE sull’ASFALTO

Milano ha troppi PALI

Il SOTTOPASSO CHIUSO di Piazzale Lugano

I TRENI IMBRATTATI

La strana estate delle 11 PISCINE CHIUSE di Milano

Le STRISCE PEDONALI “SCOMPARSE”

Il JERSEY ABBANDONATO di viale LANCETTI

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WEEKEND di SPRITZ, musica, sport e spettacoli: gli appuntamenti dal 12 al 14 maggio #ToDoMilano

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V Adunata - Credits: VeroRock

Brera di notte, arancione spritz, goliardia feudale, sport, rock e teatro nel weekend di Milano e dintorni. Ecco tutti gli eventi in programma

WEEKEND di SPRITZ, musica, sport e spettacoli: gli appuntamenti dal 12 al 14 maggio #ToDoMilano

#Trova il tuo evento:

#Venerdì 12/5: Brera di notte

Brera by Night – Credits: Pinacoteca di Brera
  • Notte Europea dei Musei: apertura straordinaria serale della Pinacoteca di Brera, che accoglierà il pubblico nel cortile illuminato. Altre suggestioni nel percorso espositivo approntato per l’occasione. Info e aggiornamenti in tempo reale QUI.
  • Amazônia: inaugura e resta aperta fino alle 20.00 la mostra del fotografo Sebastião Salgado, con gli scatti e i ritratti della foresta brasiliana. In allestimento fino al 26 novembre nella Cattedrale della Fabbrica del Vapore.
  • Una marchesa ad Assisi: una protagonista alle prese con l’insicurezza, l’amore e la… Fede. In replica fino al 21 maggio al Teatro della Cooperativa, debutta alle ore 20.00.
  • W.A.S.P.: 40 anni di carriera per il gruppo USA, che inscena i propri brani heavy metal con performance quasi teatrali. Il 40 Years Live World Tour è al Live Club di Trezzo s/Adda alle ore 20.00.
  • Primavera Antica: una notte di Musica al Museo Scienza e Tecnologia. Programma barocco e pre-classico eseguito dall’Ensemble Andromeda del Conservatorio di Milano, a partire dalle ore 21.00.
  • Beast without Beauty: performing Art ideata da Carlo Massari, da lui interpretata insieme a Emanuele Rosa e Giuseppina Randi. In scena sul palco del Teatro Fontana, alle ore 21.00.
  • Vintage Violence: gruppo underground italiano che apre il weekend del Rock in Park al Legend Club. L’esibizione inizia alle 20.30, con la guest I Confini.
  • Paolo Benvegnù: Solo Fiori e i piccoli gesti di un autore gentile, per il concerto di Paolo Benvegnù. Si esibisce alla Santeria Toscana e lo show inizia alle ore 21.00.
  • Elodie: unica data milanese, in programma nella grande location del Forum di Assago per accontentare tutte le richieste. La cantante si esibisce a partire dalle 21.00.
  • Paola & Chiara: dopo la data 0, il mini tour delle due sorelle, icone degli anni ‘90, entra nel vivo. La seconda data milanese, già sold out, inizia alle 21.00 al Fabrique. Replica anche domenica 14.
  • Parzialmente stremata: late stand-up comedy show interpretato da Mary Folli, che procede a tentoni come una donna coi tacchi sul pavè. In scena all’AprèsCoup, alle ore 21.30.

#Sabato 13/5: Lo raduno de li sodali per Feudalesimo & Libertà, iniziano i playoff di basket, dj internazionali la notte e fino all’alba

V Adunata – Credits: VeroRock
  • V Adunata: lo Imperatore di Feudalesimo e Libertà, attende «tutti li appassionati della goliardia, della musica e del sano cazzeggio» per il Raduno Nazionale. Concerti, Hostaria e Area della Pugna sono allestiti al Live Club di Trezzo d’Adda. Si parte alle 14.30.
  • Milano Harmonica Rumble: festival internazionale, unico nel suo genere, dedicato ai virtuosi dell’armonica a bocca. È la seconda edizione, in programma a La Scighera, prevede numerose esibizioni e parte alle ore 16.00.
  • Olimpia – Pesaro: la stagione del basket entra del vivo con i play off. Primo match al Forum di Milano contro Pesaro, una partita che fa venire nostalgie da anni ottanta. Al Mediolanum Forum alle 18. 
  • Sweelinck e Frescobaldi, un duello a distanza: per i Vestri in San Maurizio al Monastero Maggiore, l’organista Lorenzo Ghielmi presenta un programma dedicato ai due compositori del ‘500 e ‘600. Il concerto inizia alle ore 18.30.
  • Il vino e suo figlio: Noè raccontato dal punto di vista del suo primogenito, in un monologo interpretato da Enrico Bonavera. In scena al Teatro LabArca, sipario alle 19.30.
  • Palchi Fioriti: edizione primaverile e diffusa di Le Mille e Una Piazza, che parte sabato 13 e continua con concerti e spettacoli fino al 10 giugno. In programma il debutto, alle ore 20.30, sul Palco della Resistenza di via Tabacchi.
  • Schammasch: una delle band più apprezzate del black metal, con contaminazioni spirituali, si esibisce al Rock in Park Festival. Sono attesi dalle 20.30 sul palco del Legend Club.
  • Inter – Sassuolo: non si può rifiutare. Tra le due partire dell’Euroderby che per l’Inter vale un’intera stagione, continua la rincorsa alla Champions anche in Campionato. I nerazzurri ospitano una delle grande rivelazioni del campionato. 
  • Freequency: notte di festival dal sapore internazionale alla Santeria Toscana 31. Dj locali ed internazionali si avvicendano in console per una notte tutta dedicata al clubbing. Inizio alle ore 22.00.

#Domenica 14/5: chitarre storiche in mostra, festival celtico, Zecchino d’Oro e cabaret al femminile

Vintage Vault – Credits: Surface Mag
  • Vintage Vault: museo itinerante delle chitarre vintage e storiche, che approda a Milano al Palazzo delle Stelline. Oltre a chitarre in mostra, anche esibizioni e workshop sul restauro. La mostra apre alle 11.00 e chiude alle 19.00.
  • Variazioni Diabelli: il talentuoso pianista e direttore d’orchestra Michele Gamba, esegue uno dei capolavori di Ludwig van Beethoven. In programma nel foyer del Teatro Menotti, con inizio alle 11.00.
  • Celtic Wave: festival scozzese e irlandese con concerti, danze, cibo e artigianato tipico presso lo Spirit de Milan. Parte alle 12.00 con il pranzo condiviso, prosegue nel pomeriggio anche con attività per bambini e termina la sera dopo le numerose esibizioni sul main stage.
  • Zecchino d’Oro Show: musica e magia per grandi e piccini, in uno spettacolo con il Piccolo Coro, l’asinello Nunù e molte sorprese. In programma al Teatro Lirico – Giorgio Gaber alle ore 17.30.
  • La Bella e La Bestia: la favola senza tempo, in edizione musical, in scena in un doppio spettacolo per famiglie. Prima replica alle 15.00, secondo spettacolo alle 18.00 al Teatro Repower di Assago.
  • Punk. Kill Me: la rivoluzione punk che diventa espressione di forza, coraggio e ironia. Con Francesca Foscarini e Beatrice D’Amelio, in scena al Teatro Fontana alle 18.00.
  • False Memories: il palco del Legend Club ospita il dark metal italiano, nello show in programma a partire dalle ore 20.30. La band è preceduta dalle guest di Viper Soup Complex, Eternal Silence e Blut.
  • Ice Nine Kills: serata di hard rock e metalcore con la band di Boston che si esibisce all’Alcatraz. Apertura porte alle 18.00, guest gli Skynd alle 18.30 e main event alle 20.00.
  • Top Jazz Concert: per festeggiare il riconoscimento come migliore formazione dell’anno, l’Artchipel Orchestra si esibisce al Blue Note. Il collettivo, formazione completa, presenta un unico spettacolo che parte alle 20.30.
  • TitsUp: serata di cabaret e stand-up comedy al femminile, in programma allo Zelig di viale Monza. Dalle 21.00 si alternano sul palco Corinna Grandi, Cinzia Marseglia, Chiara Emme, Greta Cappelletti, Nicole Soffritti, Denise Giammusso e Giulia Musso.
  • La storia della musica d’autore, suonata e narrata: viaggio lungo le coste del Sud Italia, con Tonino Scala e Paolo Lucchese. In programma al Teatro Alfredo Chiesa di via S. Cristoforo 1, a partire dalle 21.00.
  • Laura Bono: tornata solista, la performer è in torunée con il live Scusate il Ritardo Tour. Suonerà e canterà ai Magazzini Generali, nello spettacolo in programma alle 21.30.

#Tutto il we: Milano arancione con lo Spritz festival, street food e Valtellina fuori porta

Milano Sptritz Festival – Credits: Dennis Schmidt via Unsplash
  • Milano Spritz Festival: Milano e piazza Città di Lombardia colorate di arancione per 3 giorni. Spritzeria e tanti eventi dalle 18.00 di venerdì alla Voglia di Anni 90 che chiude domenica sera.
  • Milano Football Week: nel week end tra andata e ritorno dell’Euroderby di Milano è di scena la Milano Football Week. Sulla scena del Palazzo del Cinema (Anteo) i fuoriclasse del pallone di ieri e di oggi: da Sacchi a Capello, dal presidente del Milan Scaroni all’ad dell’Inter Marotta, e poi ancora Boban, Zenga, Barzagli, Grosso e Gilardino e Diletta Leotta. L’accesso agli eventi è libero fino all’esaurimento dei posti disponibili.
  • Eroine ed Eroi: spettacolo sinfonico, per voce narrante, in scena per tutto il fine settimana all’Auditorium di largo Mahler. Maddalena Crippa, la Sinfonica di Milano diretta da Oksana Lyniv, raccontano episodi epici. Spettacoli alle ore 20.00, domenica alle 16.00.
  • Sagra della Valtellina: fuori porta, a Bergamo in p.le degli Alpini, la cucina valtellinese da il meglio. Tra salumi, polenta e pizzoccheri, appuntamento a cena dalle 19.00 alla mezzanotte. Domenica 14 anche a pranzo dalle 12.00 alle 15.00.
  • Romeo e Giulietta – l’amore è saltimbanco: prove e rappresentazione della storia d’amore più bella di sempre, ambientate a Venezia nel 1574. Protagonisti Anna De Franceschi, Michele Mori e Marco Zoppello al Teatro San Babila 12 e 13 alle 20.00, domenica alle 15.
  • Ivan e il Diavolo: a grande richiesta, torna lo spettacolo tratto da Dostoevskij, edito, interpretato e diretto da Alberto Oliva e Mino Manni. Al Teatro Factory32, venerdì 12 e sabato 13 alle 20.00, domenica 14 alle 16.00.
  • Al Di Meola: due giorni e 4 spettacoli del talentuoso autore e chitarrista, che si esibisce in trio acustico. In programma al Blue Note venerdì 12 e sabato 13, alle 20.30 e alle 23.00.
  • Qualcosa: lettura integrale della fiaba ironica scritta da Chiara Gamberale, interpretata da Annagaia Marchioro e Federico Zanandrea. In scena al Teatro Gerolamo sabato alle 20.00 e domenica alle 16.00.
  • Vimercate Street Food: due giorni di food truck e specialità da passeggio, suddivise tra p.za S. Stefano e p.za Roma di Vimercate. Cucine internazionali, musica ed eventi sabato 13 e domenica 14, dalle 11.00 alle 23.00.

Continua la lettura con: Le località del giorno per una GITA da MILANO

LAURA LIONTI

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OLIMPIADI: ci sarà anche la METRO 13

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Credits: artecna.it - Tracciato e fermate

La linea è stata pensata anche per portare gli spettatori al nuovo palazzetto del ghiaccio a Santa Giulia per le gare olimpiche del 2026. Il numero prescelto per la nuova linea richiama la precedente numerazione della “zona” di Milano attraversata dalla metrotranvia. Ecco il tracciato e quali mezzi verranno utilizzati.

OLIMPIADI: ci sarà anche la METRO 13

# Il tracciato della nuova metrotranvia “olimpica” si snoderà lungo 4,7 km da Repetti M4 a Rogoredo M3 con fermata vicino al futuro Pala Italia

Credits: artecna.it – Tracciato e fermate

La futura metrotranvia nel quadrante est della città è stata pensata per entrare in esercizio in tempo per le prossime Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. I due capolinea saranno la fermata della M4 Repetti che serve il quartiere Forlanini e la stazione M3 di Rogoredo e relativo hub ferroviario dei treni regionali, suburbani e alta velocità.

La linea sarà lunga 4,7 chilometri e composta da 17 fermate, 9 delle quali già presenti e in condivisione con il 27 e 8 da realizzare da zero, queste ultime su tracciato integralmente a doppio binario. Metterà in collegamento l’Alta Velocità ferroviaria, le ferrovie regionali e suburbane e la M3 alla stazione di Rogoredo, dove ci sarà il capolinea sud, con Santa Giulia, il palazzetto previsto per le Olimpiadi, via Mecenate, Ovidio, Marco Bruto, Repetti per fare capolinea nord al quartiere Forlanini dove è presente la stazione di Repetti M4.

# Alle Olimpiadi invernali del 2026 i tifosi potranno raggiungere l’arena per vedere le gare maschili di hockey

Ph. @Onirism IG – PalaItalia

La nuova linea, nelle intenzioni del Comune di Milano, servirà a portare anche gli spettatori del Pala Italia, il nuovo palazzetto a Santa Giulia che ospiterà le partite di hockey maschile durante le Olimpiadi Invernali del 2026. Per questo motivo la nuova linea viene soprannominata la “metrotranvia olimpica”. Al suo interno verrà celebrata anche la cerimonia di apertura delle Paralimpiadi e potrà contenere oltre 16.000 persone. 

Leggi anche: La “SIGNORA DEGLI ANELLI”: svelato il progetto della nuova ARENA di Milano

# La scelta del numero 13 richiama quello della “vecchia” zona amministrativa di Milano attraversata dalla linea

ufficio stampa ATM

Quando a Milano c’erano 20 zone, invece agli attuali 9 Municipi, alcuni dei quartieri attraversati dalla nuova linea ricadevano sotto la numero 13. La scelta di assegnarlo alla futura metrotranvia è da ricollegare a questo e al fatto che lo stesso progetto risale agli anni in cui era in vigore la suddivisione amministrativa precedente. La linea sarà realizzata a scomputo oneri dall’operatore che realizzerà l’edificazione del nuovo quartiere di Santa Giulia nord, mentre i tram utilizzati saranno quelli bidirezionali prodotti dall’azienda svizzera Stadler e già acquistati in parte dal comune di Milano .

Leggi anche: Il nuovo TRAMLINK: le prime immagini del tram di nuova generazione di Milano

# Il punto sul progetto

Credits architecna.it – Metrotranvia Milano

La metrotranvia verrà realizzata in tempo per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026? A cinque anni dal progetto preliminare elaborato da Architecna Engineering s.r.l., commissionato da Milano Santa Giulia S.p.a e Risanamento S.p.a, non è stato presentato ancora quello definitivo e mancano appena tre anni alla manifestazione sportiva internazionale. I dubbi quindi sono molti. Il rischio concreto è di andare fuori tempo massimo, come accaduto anche di recente per altre infrastrutture di trasporto a Milano, e inaugurare la linea dopo la cerimonia di chiusura dei giochi olimpici.

Leggi anche: Per le OLIMPIADI Milano diventa più SVIZZERA

Continua la lettura con: Il TRAM MILANESE sulle strade della CALIFORNIA

FABIO MARCOMIN

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FLORA ET LABORA: il COWORKING VEGANO e naturale

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Credits: @flora.labora Flora et Labora

In città gli spazi di coworking stanno diventando sempre di più: la nuova tendenza è la diversificazione per mirare alle singole nicchie di pubblico. Se si è vegani o comunque si condivide uno stile di vita più naturale, si può coltivare i propri valori anche sul posto di lavoro. 

FLORA ET LABORA: il COWORKING VEGANO e naturale

# Caffetteria, bistrot e spazio co-working in un vivaio

Credits: @flora.labora
flora et labora

Se è scientificamente provato che circondarsi di verde aiuta la concentrazione, in questo spazio coworking si dovrebbe lavorare meglio che da qualsiasi altra parte. Flora et Labora è un vivaio un po’ particolare. Si trova in via Alzaia Naviglio Pavese 20 e qui oltre a comprare piante di tutti i tipi ci si può comodamente sedere per bere o mangiare qualcosa. E se invece si sta cercando un posto dove studiare o lavorare, lo spazio coworking del locale è la soluzione. Il negozio è specializzato nella vendita di piante da interni, da quelle tradizionali alle più stravaganti, ma l’idea innovativa venuta al proprietario Paolo è stata quella di arricchire l’offerta, aggiungendo uno spazio co-working e una caffetteria.

Flora et Labora ha un target ben preciso, abbraccia infatti la filosofia vegana e per questo lo si può definire un co-working vegan. È aperto tutti i giorni ad eccezione del lunedì, gli orari sono: martedì e mercoledì dalle 10 alle 19, giovedì e domenica dalle 10 alle 23:30 e venerdì e sabato dalle 10 a mezzanotte.

# Il costo? 80 centesimi all’ora

Credits: @flora.labora
spazio coworking flora et labora

Ma come funziona il co-working? Lo spazio è a pagamento, il costo è infatti 2 euro per la prima ora e 80 centesimi per le successive, ma il personale del Flora et Labora è molto gentile e quindi, se si acquista una postazione, si riceve immediatamente una consumazione di benvenuto. Inoltre, per rendere lo spazio il più adatto possibile a chiunque, viene naturalmente offerto wifi gratuito e anche una stampante. L’acqua per i clienti è disponibile in quantità illimitata. Inoltre, se si ama il Flora et Labora come posto dove studiare/lavorare si può decidere anche di fare abbonamenti giornalieri o pacchetti speciali di più giorni.

# Bistrot e caffetteria

Credits: @flora.labora
ciotolizie flora et labora

Naturalmente, il locale non è dedicato solamente a chi decide di lavorare lì, anziché da casa o in ufficio, o a chi vuole studiare in uno spazio tranquillo che non sia la solita aula studio in università. Infatti, Flora et Labora offre anche una caffetteria dove fare merenda con dolci vegani accompagnati magari da un caffè, oppure da bevande particolari, come il matcha latte blu preparato con i fiori polverizzati di Clitoria Ternatea. Flora et Labora è poi anche un bistrot che propone piatti sempre plant based. La specialità a pranzo del locale sono le Ciotolizie (circa 12 euro l’una), ovvero bowl con ingredienti mediterranei vegani di stagione. Come ogni locale milanese che si rispetti, qui si può fare anche l’aperitivo.

Continua la lettura con: Il COWORKING GRATIS nel Quadrilatero della Moda

BEATRICE BARAZZETTI

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Il centro di Milano diventerà una MAXI AREA PEDONALE: le 5 grandi TRASFORMAZIONI previste

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Largo Augusto

Nel contesto dell’apertura a luglio 2023 della nuova fermata metropolitana della linea M4 San Babila che si interseca con la linea M1, verrà ampliata l’area pedonale dal Castello Sforzesco fino a San Babila. Sarà così estesa in corso Europa, via Durini, fino a largo Augusto. Vediamo i dettagli del progetto, con masterplan e rendering, le modifiche alla viabilità e la data di fine lavori.

Il centro di Milano diventerà una MAXI AREA PEDONALE: le 5 grandi TRASFORMAZIONI previste

# I numeri del progetto: 70 nuovi alberi e 14.000 mq di nuove aree pedonali

Credits: Comune di Milano

L’obiettivo del “Piano Quartieri” realizzato dal Comune di Milano nel 2020 è quello di ampliare l’area pedonale, nel contesto dell’apertura nel 2023 della nuova fermata metropolitana della linea M4 San Babila che si interseca con la linea M1, che dal Castello Sforzesco arriva appunto fino a Piazza San Babila. Verrà prolungata in corso Europa, via Durini e fino a largo Augusto. Altri punti chiave del progetto sono le aree per le bici, la piantumazione di alberi e la realizzazione di spazi per valorizzare le realtà commerciali e culturali del centro.

Credits: Comune di Milano  – I percorsi ciclabili previsti da progetto

A lavori conclusi infatti ci saranno 70 nuovi alberi, 14.000 mq di area pedonale aggiuntiva, una nuova pista ciclabile su Corso Europa e la nuova piazza in Largo Augusto. In questo modo anche quest’area centrale della città sarà raggiungibile esclusivamente con trasporto pubblico e taxi, oppure a piedi o in bicicletta.

# Le cinque trasformazioni del centro città nel dettaglio

Saranno 5 le zone o vie che subiranno le maggiori trasformazioni all’interno del masterplan complessivo:

  • Piazza San Babila diventerà completamente pedonale e avrà due fermate di metropolitana, ovvero quella delle nuova linea M4 e della M1;
  • Corso Europa diventerà un viale alberato tutto ciclabile e pedonale pensato a senso unico di marcia nel tratto tra via Borgogna e il parcheggio di largo Corsia dei servi e tra via Cavallotti e largo Bersaglieri;
  • largo Toscanini verrà trasformato in zona pedonale con panchine e alberi;
  • via Verziere avrà un doppio filare alberato e sarà riservato ai pedoni;
  • largo Augusto sarà pedonale e avrà una nuova pavimentazione in cubetti di granito, piante, sedute e verrà valorizzata con la collocazione della colonna del verziere nel punto dove sorse originariamente. 

# La nuova viabilità per auto e taxi con l’introduzione di una nuova Ztl

Credits: Comune di Milano – Viabilità e taxi

Corso Europa mediante la creazione di una ZTL sarà reso accessibile solo al trasporto pubblico, ai taxi e ai mezzi del carico/scarico negli orari consentiti. Di conseguenza, in via Borgogna si ipotizza la manovra torna indietro riservata ai soli taxi e ai veicoli privati.

Con la pedonalizzazione di Largo Augusto agli automobilisti potranno transitare lungo l’itinerario via Battisti, via Cavallotti, Corso Europa e via Larga.

# I nuovi percorsi delle linee di trasporto pubblico

Viabilità mezzi pubblici

La trasformazione del centro in una maxi area pedonale modificherà anche i percorsi di alcune linee di trasporto pubblico. In particolare la 60, la 61, la 84 e la 85 seguiranno l’anello obbligato di Corso Europa, via Borgogna, via Larga e via Visconti di Modrone per poi procedere rispettivamente: la 60 su Corso di Porta Vittoria, la 61 via San Damiano, la 84 in direzione centro verso Corso Venezia e Corvetto passando su Corso di Porta Vittoria per la direzione periferia, infine la 85 verso Missori con capolinea in piazza Diaz da un lato e verso corso Monforte dall’altro.

# I lavori si concluderanno all’inizio del 2024

Credits Comune di Milano – Piazza San Babila

Rispetto alle previsioni iniziali la conclusione dei lavori di riqualificazione di piazza San Babila e di tutte le aree circostanti verranno posticipati. A causa dello slittamento dell’apertura della tratta della M4 fino al centro città il nuovo assetto urbanistico sarà ultimato 11la prima parte del 2024.

Continua la lettura con: Con queste OPERE d’ARTE la M4 sarebbe uno SPETTACOLO: la proposta di UrbanFile

FABIO MARCOMIN

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1100 POSTI LETTO con terrazza e ristorante: in arrivo a Milano il MEGA CAMPUS degli STUDENTI

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Credits cxplace - Rendering campus Bicocca

L’offerta di studentati per gli universitari di Milano deve crescere per far fronte all’emergenza caro affitti che colpisce fortemente gli studenti. Come sarà e quando verrà inaugurato il nuovo campus da record.

1100 POSTI LETTO con terrazza e ristorante: in arrivo a Milano il MEGA CAMPUS degli STUDENTI

# Il più grande campus di Milano

Credits requadro.com – Campus Milano

L’offerta di studentati per gli studenti universitari di Milano finalmente è in aumento. In costruzione dall’estate del 2022 c’è il campus Cx Milano NoM – North of Milan, all’interno dell’omonimo nuovo quartiere “car free” alle porte della città, in un’area del comune di Novate Milanese. Situato a ridosso della dalla stazione Quarto Oggiaro del Passante ferroviario, consentirà di raggiungere in 5 minuti di treno la sede della Bovisa del Politecnico e in circa 10 minuti il nuovo quartiere di MIND, prima teatro di Expo2015, dove è atteso il polo universitario scientifico della Statale. Il campus sarà il più grande di Milano, in Italia secondo solo a Roma, e inaugurerà nel mese di febbraio del 2024.

Leggi anche: NOM: il nuovo quartiere “Car free” alle porte di Milano. Sarà la nuova NoLo?

# 1.100 posti letto, una terrazza panoramica e spazi per l’intrattenimento

Credits cxplace – Camere campus

Il progetto nasce dalla collaborazione di Campus X con Techbau S.p.A e Fabrica X srl. Gli elementi che caratterizzano il campus sono camere a prezzi contenuti, saranno 928 per un totale di 1.110 posti di cui 30 dedicate allo short stay, spazi per l’intrattenimento e il tempo libero con palestra sala cinema, ristorante e minimarket e una terrazza panoramica. Sono previste anche aule studio, servizio lavanderia, cucina comune e ampi aree verdi e giardini pensili, con un parco cittadino e un avanzato sistema di orti urbani.

# Progettato per ottenere la certificazione Bream – Building Research Establishment

Credits-cxplace-Campus

La cura del progetto architettonico è stato affidato a un team di professionisti coordinato dal prof. Marco Facchinetti, docente del Politecnico di Milano, mentre l’interior design allo studio Rizoma Architetture secondo i principi della flessibilità, sostenibilità, inclusività e adattabilità. L’intero impianto progettuale sarà convalidato dalla certificazione Bream – Building Research Establishment – che attesta le pratiche sostenibili in fase di progettazione e costruzione e i successivi processi di gestione e manutenzione. L’obiettivo è far nascere una community tra i residenti composta da studenti, giovani lavoratori e viaggiatori da ogni parte del mondo.

Continua la lettura con: I 10 PROGETTI di ARCHITETTURA che hanno RIVOLUZIONATO Milano

FABIO MARCOMIN

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Quelle CARATTERISTICHE INCONFONDIBILI che distinguono MILANISTI e INTERISTI

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Alle soglie dell’Euroderby Milano è ancora più divisa in due. Avvicinandosi allo stadio è facile, ma senza divisa è possibile riconoscere chi è del Milan da chi è dell’Inter? Su che cosa distingua gli uni dagli altri esistono molte teorie a riguardo, che cambiano radicalmente a seconda della squadra della squadra del cuore di chi l’ha formulata. L’unico modo di averne una oggettiva è di assegnare la tassonomia a uno juventino.

Quelle CARATTERISTICHE INCONFONDIBILI che distinguono MILANISTI e INTERISTI09

L’INTERISTA

mourinho

#1 Snob

Più sofisticato. Va allo stadio abbigliato in modo impeccabile. Gli interisti sono i radical chic del calcio italiano.

#2 Critica la sua squadra anche se vince sei a zero

Talmente abituato a lamentarsi di ciò che non va che i momenti di gloria riesce a goderseli solo anni più tardi.

#3 Ogni estate è sicuro: è l’anno buono 

E a volte lo è veramente.

#4 Odia a morte gli juventini

Che il triplete se lo sognano. Ma almeno sono stati in B. (L’Inter non è mai stata in B perché proprio la stagione 1921-22, quando arrivò ultima e fu retrocessa, vennero creati i playout che l’Inter vinse a tavolino per il fallimento della squadra rivale, l’Alta Italia. Nota dello juventino)

#5 Eternamente insoddisfatto

Perfino dopo aver vinto il Triplete c’era qualcosa che gli mancava. Infatti c’è chi è andato al Real Madrid. 

IL MILANISTA

#1 Si esalta quando il Milan supera la metà campo

Un retaggio di quando superare la metà campo significava segnare grazie a talenti che ormai il calcio italiano si sogna.

#2 Caciarone

Se l’interista è un radical chic, il milanista è quello che dispensa pacche sulle spalle di tutti i presenti. Pacche forti e dolorose.

#3 Vuole vincere e convincere

Lo dicono sempre, la juve si accontenta di vincere anche uno a zero, magari rubando pure. Il Milan no, il Milan vuole dominare. Più del numero delle Coppe Campioni conta il 5 a 0 al Real Madrid. 

#4 Il suo orizzonte è l’Europa

L’Italia per lui ha un’importanza relativa. Lascia a Juve e Inter il derby d’Italia, mentre per lui la vera partita è solo con Real, Bayern o Manchester. 

#5 Si gode l’attimo

Non resta mai preda della nostalgia, neppure quando gioca in serie B. Anzi, riesce ad entusiasmarsi per il più piccolo successo. Tipo lo scudetto. 

ANONIMO JUVENTINO

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Sei NOMOFOBICO? Finalmente la SOLUZIONE alla più DIFFUSA PATOLOGIA dei MILANESI

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Credits chimpy - Milanese al telefono

Probabilmente ne siamo affetti tutti. Ecco di cosa si tratta e come si può risolvere sulla metro di Milano. 

NOMOFOBIA: finalmente la SOLUZIONE alla più DIFFUSA PATOLOGIA dei MILANESI

# Cosa è la nomofobia

Credits 10634669-pixabay – Uomo con il telefono

Il termine nomofobia, composto dall’abbreviazione del prefisso “no-mobile” e dal suffisso fobia, descrive la paura di non essere più connessi alla rete di telefonia mobile. La parola è stata coniata in occasione di uno studio commissionato nel 2008 a YouGov, qualificato ente di ricerca britannico, da parte dell’allora responsabile del settore telefonia di Post Office Ltd, Stewart Fox-Mills. In base a questo studio condotto su un campione di 2.163 persone è emerso come circa il 53% degli utenti di telefono cellulare in Gran Bretagna tendevano a mostrare uno stato ansioso quando “perdono il loro cellulare, esauriscono la batteria o il credito residuo o non hanno copertura di rete” e che oltre il 50% non spegne mai il cellullare. Percentuali che gli esperti ritengono, quindici anni dopo la ricerca, schizzate alle stelle, soprattutto nelle grandi città. La paura più diffusa è il cellullare scarico. Soprattutto quando ci si muove in città. 

# I soggetti più a rischio della carica a zero

Credits jar_ost IG – Bikemi

Una paura che i milanesi conoscono benissimo, probabilmente la patologia più diffusa in città. 

Ma chi sono quindi le persone più a rischio? Innanzitutto quelle disorganizzate che non hanno caricato adeguatamente lo smartphone o non hanno con sé il caricabatterie o un power bank, i “globetrotter” che rimango in giro più del previsto, il super utilizzatore di cellulare che non stacca mai dall’utilizzare il cellulare e il turista che rimane tutto il giorno lontano da un punto di ricarica. Ma quali sono i pericoli a trovarsi con il cellulare scarico?

Leggi anche: Anche su BUS e TRAM di Milano si potrà PAGARE col CONTACTLESS

# I pericoli a rimanere con il cellulare scarico a Milano

Credits Ufficio Stampa Atm – Tornello metrò contactless tessera

A Milano più che altrove si amplifica il problema di ritrovarsi con la batteria completamente scaricata. Nella capitale dello sharing per utilizzare qualsiasi tipo di mezzo di trasporto, che non sia di proprietà, servono app installate sul telefono: bici, monopattini, scooter e auto. Sui mezzi pubblici si può pagare il biglietto appoggiando il proprio dispositivo al lettore installato a bordo. Ma dove forse il pericolo diventa più pressante è quando ci si ritrova sulla metropolitana. 

Gli spostamenti in città avvengono prevalentemente con il trasporto pubblico ed è la metropolitana, con 5 linee a cui si aggiunge il passante, a fare la parte del leone. Per questo motivo molti milanesi, o chi arriva da fuori per studio, lavoro o tempo libero, si trovano spesso ad utilizzare lo smartphone nelle banchine o nei convogli. Diventa quindi un problema se ci ritrova con la batteria a zero. Ecco i problemi che possono capitare trovandosi senza cellulare funzionante:

  • non poter usare il contactless per uscire dai tornelli
  • non poter noleggiare all’uscita della metro un mezzo in sharing
  • dover guardare gli altri viaggiatori 
  • non sapere come far passare il tempo (altra fobia diffusa)
  • non poter vedere gli orari dei mezzi compreso il trasporto ferroviario
  • non poter usare google map per organizzare il percorso in uscita dalla metro
  • non poter segnalare ritardi
  • dover sostituire la lettura dei social con le pubblicità della metro
  • in caso di bisogno dover cercare un telefono pubblico, ormai quasi estinti
  • non poter pagare con la carta oltre i limiti di spesa, per impossibilità di dare l’autorizzare tramite app

In breve, senza telefono l’attacco di panico è dietro l’angolo. 

# La soluzione: il primo servizio di powerbank sharing disponibile in tutta Milano attraverso le edicole della metro (e per i nostri lettori la prima volta è gratis)

Credits heychimpy_it – Powerbank

Dalla Svizzera arriva a Milano la soluzione a questo problema: Chimpy, il primo power bank a noleggio disponibile in città. Si trova in quasi tutte le edicole della metropolitana verde e rossa, 60 in totale, e in parte di quelle in superficie. Chiunque abbia la batteria scarica può prendere un power bank in una delle edicole convenzionate lasciando una caparra da 15 euro, che verrà restituita al termine del noleggio, oppure senza caparra inquadrando un qrcode e pagando con Paypal o Applepay solo il costo del servizio pari a 3 euro.  

Chimpy mappa

Il power bank si può tenere fino a una settimana e si può restituire in qualunque altra edicola: sul retro del caricatore portatile c’è un qrcode che rimanda alla mappa di tutti i punti di consegna/ritiro presenti in città. Solo per i lettori di milanocittastato cliccando a questo link si può salvare un buono buono noleggio gratuito sfruttabile fino al 2024.

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