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AUTO + TRENO: la vera svolta green

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Ph. @ice91prinzeugen IG

Pare incredibile, in piena mania ecologista green, le soluzioni semplici e facilmente applicabili non vengono nemmeno prese in considerazione. 

AUTO + TRENO: la vera svolta green

Ph. @erikando402 IG

# Solo 1 merce su 10 viaggia in Italia su rotaia

Il treno lo sappiamo ha tanti vantaggi. Eppure non solo il servizio notturno passeggeri tra città europee è ancora poco sviluppato anche il trasporto merci su rotaia è lontanissimo dal suo massimo potenziale in molti paesi, a cominciare dall’Italia. Nel “Bel Paese” viaggia su rotaia circa l’11-12 % delle merci… una inezia.

# Auto + Treno: la vera svolta green

Fossero solo le merci a non viaggiare su rotaia dal 2011: non esiste più nemmeno un servizio AUTO + TRENO, un servizio che negli anni 70/80 registrava in estate il tutto esaurito su molte tratte. Quanti dei meno giovani tra di noi ricordano l’entusiasmo di quelle partenze con “auto al seguito”? L’emozione e l’attesa del viaggio con la propria auto caricata sullo stesso treno dove si viaggiava verso i mari del Sud…

Tante volte pianificando una vacanza o un viaggio per qualsivoglia motivo, ci si trova nel dubbio se raggiungere una località di arrivo senza doversi sobbarcare un lungo tragitto in auto evitando lunghe code sotto il sole, costosi pedaggi, estenuanti percorsi… preferendo magari viaggiare comodamente in treno arrivando poi a destinazione riposati,  ma la necessità dell’auto una volta giunti a destino spinge la maggioranza dei viaggiatori a  scartare l’alternativa ferroviaria per  non trovarsi nell’impossibilità di spostarsi agevolmente o per non dover noleggiare una utilitaria a prezzi folli…

Ph. @ice91prinzeugen IG

Secondo uno studio fatto in Trentino Alto Adige / Sudtirol e pubblicato in rete da Ferrovie.info la gran parte di chi visita la splendida regione alpina arriverebbe volentieri in treno se poi in loco avesse l’auto a disposizione. Invece tempo fa hanno provveduto bene a smantellare le rampe per caricare le auto sui treni: “Inutile continuare a farsi domande scontate. I vacanzieri preferiscono arrivare a destinazione con l’auto propria perché il noleggio in loco costa e comunque caricare le valige sul treno per vacanze lunghe è laborioso. Una volta arrivati possono anche utilizzare i mezzi pubblici ma la propria auto restituisce sempre una sicurezza in più alla quale difficilmente vogliono rinunciare.”

La strategia della politica è sempre più improntata su divieti e punizioni: si vuole diminuire il traffico automobilistico senza però dare una vera alternativa di trasporto. L ‘utilizzo del treno deve essere implementato e incentivato sia per chi trasporta merci, per chi viaggia chi per lavoro, chi per svago. 

Fonte:  https://www.ferrovie.info/index.php/it/13-treni-reali/22098-ferrovie-mobilita-ecologica-e-il-servizio-auto-al-seguito-perduto

Continua la lettura con: Come convertire le chiese di Milano

ANDREA URBANO

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La CASA in VENDITA più COSTOSA sul mercato a Milano

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Credits casa.it - Salone con camino

Abbiamo visto quali sono stati alcuni degli immobili più costosi venduti a Milano negli ultimi anni. Ma oggi? Questo è l’appartamento in vendita al prezzo più alto tra quelli pubblicati sui siti immobiliari.

La CASA in VENDITA più COSTOSA sul mercato a Milano

# Venduto il primatista precedente: un attico su due piani in via Sant’Andrea

Credits casa.it – Altra vista salone

Fino a qualche mese fa l’immobile più caro in vendita a Milano era un attico in via Sant’Andrea al quinto e sesto piano di un signorile palazzo storico dei primi ‘900 di quasi 600 mq. L’annuncio non è più disponibile e quindi con molto probabilità la vendita è andata a buon fine. 

# Il nuovo re del mercato in via San Damiano

Credits casa.it – Salone con camino

Oggi è un appartamento in via San Damiano ad aver preso il testimone, tra quelli presenti sui portali di ricerca del settore con descrizioni e immagini disponibili. Si trova a pochi passi dal Quadrilatero della Moda e dalla meravigliosa Villa Necchi Campiglio

Leggi anche: La CASA in VENDITA più COSTOSA di Milano

# 300 locali per 7 locali

Credits casa.it – Appartamento Milano in vendita

Quanto è grande e come è fatto? Ha una metratura di 300 mq, è situato al terzo piano dell’edificio e conta 7 locali.

Si compone di: doppio ingresso, ampio salone con camino, cucina abitabile, sette camere, studio, cinque bagni di cui due interno alle camere, lavanderia. Tutti i pavimenti sono in parquet eccetto quelli della cucina. A tutto questo si aggiunge una cantina e il servizio di portineria.

# 8 milioni di euro

Il prezzo? Per poter andare a vivere in questo immobile di lusso nel cuore della città vanno messi in conto 8 milioni di euro oltre a alle spese condominiali.

Continua la lettura con: VILLE e ATTICI di Milano venduti a PREZZI RECORD

FABIO MARCOMIN

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I GRANDI BRAND della GALLERIA

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Louis Vuitton

Uno spettacolo architettonico, con la sua volta in vetro e ferro battuto che culmina con la grande cupola a coprire l’ottagono sottostante, i mosaici sui pavimenti e le statue, gli affreschi e le decorazioni sulle pareti. Le boutique del lusso rendono l’esperienza della passeggiata nel Salotto di Milano ancora più affascinante. Ma quali sono e quali sono in arrivo all’orizzonte?

I GRANDI BRAND della GALLERIA

# Il lusso in Galleria: scritte d’oro su sfondo nero

Credits Federico Di Dio photography-unsplash – Galleria Vittorio Emanuele vuota

Quando si parla di Galleria Vittorio Emanuele a Milano non si può non citare i brand del lusso che con le loro vetrine incantano gli occhi di milanesi e turisti provenienti da tutto il mondo. Fanno a gara per accaparrarsi gli spazi più grandi e ambiti, specie quelli più in vista lungo il braccio della Galleria che unisce piazza del Duomo a piazza della Scala. A suon di milioni di euro di affitto, visto che i locali non sono in vendita e ciclicamente Palazzo Marino li rimette i locali sul mercato a canoni sempre più alti, e con le insegne delle vetrine obbligate a rispettare la stessa combinazione di stile, colori e materiali di tutti i negozi: tutti i brand devono avere come insegna scritte oro su fondo nero. 

Leggi anche: Che cosa OSSERVA l’OSSERVATORIO in GALLERIA

# La “legione francese”

Come ai tempi di Napoleone i francesi fanno la voce grossa, almeno in Galleria. In primis Louis Vuitton, presenza ormai storica su due lati dell’ottagono accanto al ristorante Savini e il più noto nel mondo del fashion, Dior, le new entry Saint Laurent e Longchamp e infine la boutique di Chanel. Famosa per il simbolo della camelia, si prepara a raddoppiare andando a occupare parte degli spazi un tempo di TOD’s per un canone annuo di 2 milioni e 350mila euro. 

# Il fashion italiano: Prada la grande protagonista

A tenere alto l’onore italiano e milanese c’è Prada, che ha iniziato proprio qui la sua avventura nel 1913 dove è presente l’attuale boutique donna a cui ha aggiunto quella uomo sul lato opposto, per sei piani totali, a cui si aggiunge la Pasticceria Marchesi rilevata da qualche anno (all’80%) dal brand milanese, oltre all’Osservatorio Prada, anch’esso con vetrina in Galleria. Moncler, di origini francesi ma milanese dal 2003, ha una boutique distribuita su 630 mq negli spazi utilizzati prima come Urban Center.

Con due vetrine c’è il negozio di Gucci, fondato a Firenze ma con un hub e una sede anche a Milano, e poi l’altro grande stilista milanese acquisito, Giorgio Armani, sempre con due vetrine. Altri spazi sono occupati da Fendi, la casa di moda romana, e Borsalino, il mitico cappello per uomo e donna. TOD’s invece lascia gli spazi attuali per spostarsi in quelli occupati da Brics.

# La gioielleria svizzera e i nuovi arrivi all’orizzonte

Swarovski

Il marchio austriaco Swarovski è famoso per i suoi gioielli e accessori fatti e impreziositi di un particolare cristallo ideato da Daniel Swarovski, con una composizione in vetro e piombo la cui formula esatta è gelosamente custodita come segreto industriale.

Credits Andrea Cherchi – Albero Swaroski Galleria 2021

Da anni è punto fermo in Galleria cosi come il suo luccicante albero che a Natale viene installato al centro dell’Ottagono. Attesa invece per l’apertura della boutique monomarca Rolex operata da Rocca 1794 e, sul fronte italiano, per quella Damiani negli altri spazi liberati da TOD’s.

Continua la lettura con: Quelli che RESISTONO in GALLERIA: i locali storici tra i grandi marchi internazionali

FABIO MARCOMIN

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Iniziata a Milano la GELATO WEEK: 5 gelati a 5 euro

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Credits: @amo.chemangiamo Gelato Gnomogelato

La prima edizione della Gelato Week, un’intera settimana dedicata al dolce dell’estate. Il festival, diviso per zone e aree tematiche, è cominciato il 6 maggio e durerà fino a sabato 13. Ma qual è il programma per la “week” milanese più golosa di sempre?

Iniziata a Milano la GELATO WEEK: 5 gelati a 5 euro

# 35 gelaterie coinvolte in 7 percorsi tematici

Credits. @kojefoodlover
Gelato Alberto Marchetti

Per una settimana 7 percorsi di degustazioni di gelati, ognuno con un tema che ricorda Milano. Si può scegliere infatti tra il Gelato Music, il Gelato Book, ispirato ai Promessi Sposi di Manzoni, il Gelato Cocktail, per ricordare la movida milanese, il Gelato Fashion, il Gelato Design e tanto altro. Ogni percorso prevede 5 degustazioni in 5 gelaterie diverse e il prezzo per parteciparvi è veramente basso, 5 euro. Per la prima edizione sono state selezionate 35 gelaterie ma, augurandosi il successo dell’evento, si spera che diventeranno molte di più nelle edizioni successive.

L’idea di una settimana dedicata al gelato è venuta ai gestori, nonché creatori, della pagina Instagram @MilanoconGelato, che da anni segnalano gelaterie ai milanesi facendogli scoprire il lato più dolce della città. 4 fratelli che quest’anno hanno deciso di organizzare un’intera settimana dedicata al gelato.

# Come funziona

Credits: @milanobelladadio
Gelato Week

Per partecipare alla prima Milano Gelato Week bisogna acquistare il biglietto sul sito, anche se questi sono in numero limitato e il rischio che siano già stati comprati tutti è molto alto. Ogni biglietto da poi il diritto a partecipare ad un percorso, quello selezionato nel momento dell’acquisto, durante il quale si potrà mangiare un cono o coppetta piccola per ogni gelateria del percorso. Il biglietto non ha né orario né data, quindi si può scegliere quando recarsi nelle gelaterie e con che ordine. Infine, in ognuna delle gelaterie ci saranno dei giochi a tema.

# I percorsi e la mappa delle gelaterie

Credits: milanocongelato.it
Mappa gelaterie Gelato Week

Ecco tutti i percorsi con le gelaterie aderenti.

Gelato Fashion, ispirato a Giorgio Armani e ai posti dove ha lasciato il segno. Le gelaterie del percorso sono: Dassie, Gelato e Champagne, Ciacco, AiVoglia e Gelateria Latteneve.

Gelato Design: si girerà per la città ammirando le opere di Gae Aulenti, assaggiando i gelati di Gelateria Borsieri, Il Felice Gelato, Gelatario Milano, Gelateria Rossi e Artico Gelateria.

Gelato Cocktail, per ricordare la vita notturna di Milano e quei luoghi dove Davide Campari ha ideato la sua opera. Le gelaterie aderenti sono Mara dei Boschi, Geko, Accademia64, Freddo Gelato, Officine del Gelato e in alcune di queste si potranno assaggiare anche gelati alcolici.

Sbam Gelati, Carmen Gelato, Gnomogelato, Gelateria Rigoletto e Gelato for Run sono invece le gelaterie inserite nel percorso Gelato Music, durante il quale la Scala e Giuseppe Verdi saranno i protagonisti.

Per il percorso dedicato ai Videogames invece ci sono la Gelateria della Musica, Gelateria Mistergel, Casimiro Gelateria, Il negozietto del gelato e Chocolat. E il personaggio di questo giro non è nient’altro che Leonardo da Vinci, che, con la sua immaginazione giocosa, ha dato tanto alla città meneghina.

Il penultimo percorso è il Gelato Movie, un viaggio tra sale cinema e la storia di Luchino Visconti, le gelaterie da segnarsi sono Crema Alta Gelateria, Premiata Cremeria, Iconico Gelato, Alberto Marchetti, Zero Gelato. E infine c’è il Gelato Book con le gelaterie Gelato 4ever, Icebound, Oggi Gelato, Viel Gelati Milano e Wally Gelateria.

Continua la lettura con: La SETTIMANA delle grandi EMOZIONI: gli appuntamenti da non perdere a Milano dall’8 al 12 maggio #ToDoMilano

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

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Il PONTE SOSPESO più lungo del mondo

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Credit: @ponte_516arouca
Il ponte sospeso pedonabile più lungo del mondo è stato inaugurato ad Arouca, nel distretto di Porto, terza città in ordine di grandezza del Portogallo.

Il PONTE SOSPESO più lungo del mondo

# La struttura

Credit: @ponte_516arouca

Con i suoi 516 metri e con una distanza massima dal suolo (175 metri), il ponte è stato progettato con una struttura portante costituita da due grandi basi in cemento a forma di V.

Il ponte vero e proprio è stato invece realizzato in acciaio, compresa la pavimentazione costituita da una griglia, sempre in acciaio. Questa permette ai coraggiosi che decidono di attraversare questa ennesima meraviglia ingegneristica di osservare l’orrido che si apre sotto i loro piedi.
 
E’ stata scelta la pavimentazione in rete metallica in quanto quella in cristallo, certamente con maggiore impatto visivo, non avrebbe garantito una stabilità in caso di vento che da queste parti non manca mai.

# Il percorso

Credit: @canalaconteceu

Impavidi turisti che vogliono emulare le gesta di esploratori, escursionisti ma anche il nostro Renato Pozzetto in “Noi uomini duri”, si cimentano in un attraversamento mozzafiato che collega le due sponde del fiume Paiva. Mentre si attraversa il ponte si può ammirare la cascata di Aguiera, il tutto nel contesto del Geoparco di Arouca.

# La storia

Credit: @joaosaramagophoto

La progettazione, iniziata nel 2016, ha visto l’inizio della realizzazione l’anno successivo grazie allo studio di architettura Itecons.

Questo ha avuto il compito di arricchire il Geoparco di Arouca, patrimonio dell’Unesco dal 2009, che si fregia di una ricchissima diversità geologica oltre che di una importante presenza floreale e faunistica.

La sua realizzazione ha subito alcune variazioni in quanto si sono riscontrati problemi geologici che ne avrebbero compromesso la sicurezza.

La nuova sede ha “costretto” un allungamento del ponte che dai 480 inizialmente previsti è passato ai 516 attuali, inserendo il ponte nel guinness dei primati.

Grazie anche a Fondi europei questa ennesima meraviglia lusitana è diventata percorribile, regalando la sensazione di camminare tra le nuvole. Dando così al Portogallo la possibilità di esaltare non solo le sue bellezze marittime ma anche la sua straordinaria natura dell’entroterra.

 

Continua la lettura con: Il PONTE SOSPESO più ALTO d’Europa si trova a due ore da MILANO

ROBERTO BINAGHI

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L’HOTEL TRASPARENTE immerso nella natura

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Credits: archdaily.com

L’hotel Bjornson ha deciso di espandersi e far costruire degli appartamenti nella foresta vicina a dove è situato. I responsabili del progetto si sono messi all’opera per creare dei moduli abitativi che potessero essere integrati in quel luogo alla perfezione. L’effetto è spettacolare. 

L’HOTEL TRASPARENTE immerso nella natura

# Case per rispettare e ammirare la natura

Credits: archdaily.com

Siamo in Slovacchia. Le cabine che sono sorte in mezzo alla foresta presentano un lato completamente trasparente, per dare ai suoi ospiti la sensazione di essere abbracciati dalla neve. La soluzione che rende queste abitazioni ecologiche e rispettose si trova sotto di loro: infatti, non sono adagiate al terreno ma sorrette da palafitte, in modo da permettere al suolo di respirare. Inoltre, le costruzioni sono interamente in legno per mimetizzarsi con l’ambiente arboreo e i tetti, quando non sono coperti dalla neve, presentano lo stesso colore del terreno.

# Cosa aspettarsi all’interno e nei dintorni

Credits: archdaily.com

Ogni abitazione è costituita da due moduli indipendenti, ciascuno con il proprio ingresso, camera da letto e bagno. Le due parti possono essere collegate, aprendo la parete che divide i due soggiorni, e si può permettere alle due famiglie di socializzare e condividere gli spazi. Ogni appartamento presenta anche una caratteristica diversa rispetto agli altri, come il bagno un po’ più grande o un balcone esterno, rendendolo sostanzialmente unico e adatto a ogni esigenza.

Essendo parte di un resort circondato da piste da sci, la tranquillità di questo luogo si integra alla perfezione alla voglia di sport e discese sulla neve. Questa sezione ospita anche un’estensione del ristorante dell’hotel principale, oltre che un centro benessere con saune e sale relax con un massaggiatore. In generale, un ambiente da favola sia nella posizione che nei servizi.

 

Continua a leggere con: L’HOTEL che si SCIOGLIE ogni anno

MATTEO GUARDABASSI

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Milano è solo…. Milan Inter, qual è la regina di Milano?

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Credits quando i calciatori avevano le facce da calciatori - MilanInter United

Milano è solo…. Milan Inter, qual è la regina di Milano?

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MILANO CITTA’ STATO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

MILANO – BOLOGNA a VELOCITÀ SUPER: si viaggerà a 350 km/h?

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Credits OpenRailwayMap - Velocità Milano-Bologna in treno

Un aumento della velocità sulla linea Milano e Bologna? Nel 2018 erano stati programmati dei test per portare il servizio a quelle velocità, ma arrivò lo stop da parte del Ministero dei trasporti e dall’Agenzia per la sicurezza ferroviaria. A che punto siamo: qual è la velocità attuale e si riproverà a premere sull’acceleratore?

MILANO – BOLOGNA a VELOCITÀ SUPER: si viaggerà a 350 km/h?

# A che velocità si viaggia sull’alta velocità in Italia?

Credits Mood101-pixabay – Frecciarossa in Stazione Centrale Milano

I treni dell’alta velocità hanno cambiato il modo di spostarsi degli italiani, in diversi casi andando battere la concorrenza dell’aereo come sulla tratta Milano-Roma, offrendo un servizio rapido, di qualità e a prezzi economici. Dal debutto del 2012 Italia è diventato il secondo operatore in aggiunta a Trenitalia. 

Ma a che velocità si viaggia sull'”alta velocità”? La velocità di esercizio è compresa tra i 250 e i 300 km/h. Questi limiti sono imposti dai costi di manutenzione sia dei treni che dell’infrastruttura: a una velocità maggiore aumenta infatti il consumo dell’energia e l’usura complessiva di treno, rotaie e catenaria.

# Le velocità massime omologate per Trenitalia e Italo: si sfiorano i 400 km/h

Credits frecciarossaofficial- #RAILWAYHeART IG – Frecciarossa

Andando a vedere le velocità massime omologate per i singoli treni, Trenitalia dispone di: ETR. 600 di Alstom ferroviaria progettati per arrivare ai 280 km/h, ETR. 700 di AnsaldoBreda per toccare i 250 km/h, ETR. 500 di AnsaldoBreda i 360 km/h e l’ETR. 1000 di Bombardier i 400 km/h. Quest’ultimo ha raggiunto durante i test una velocità massima di 394 km/h. L’elettrotreno prodotto dall’Alstom per Italo può raggiungere invece i 360 km/h.

# Sulla Milano Bologna si viaggerà a 350 km/h?

Credits OpenRailwayMap – Velocità Milano-Bologna in treno

Fin qui abbiamo visto le prestazioni massima raggiungibili dai treni in servizio sulla rete ferroviaria italiana. Sarà quindi possibile viaggiare a 350 km/h sulla Milano-Bologna? Oggi i treni dell’alta velocità su questa tratta viaggiano per gran parte ai 300 km/h: nello specifico dal nodo di Melegnano fino a quello di Modena, dove non si possono superare i 240 km/h, e sul tratto successivo fino a poco prima dell’approdo alla Stazione di Bologna Centrale.

Nel dicembre del 2017 un Frecciarossa aveva percorso la tratta Milano-Roma in 2 ore e 20, dimostrando la possibilità teorica di un servizio più rapido sulla rete. Nel 2018 era stata programmata una sperimentazione per far correre i treni da Milano a Roma a 350 km/h, ma il sogno è stato spento sul nascere a seguito dello stop da parte del Ministero dei trasporti e dall’Agenzia per la sicurezza ferroviaria a Rete Ferrviaria Italiana, proprietaria dell’infrastruttura. Tra i motivi del blocco l’esiguo risparmio di tempo di viaggio che si avrebbe avuto tra le due città, appena 10 minuti, portando la durata a 2 ore 40 minuti e la “protesta” di Italo per avere scelto Trenitalia per i test. Si riproverà in futuro? Le indiscrezioni dicono che sì, almeno sul tratto più veloce della Milano Bologna si potrà presto premere sull’acceleratore. 

Continua la lettura con: ALTA VELOCITÀ NAPOLI-BARI: quando ci sarà e quanto ci si metterà

FABIO MARCOMIN

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RIAPRIRANNO mai il PONTE più caro ai milanesi?

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Credits Gianapolo Rimondi FB - Ponte di Porta Genova

Una delle icone della città dove i milanesi amavano passare sia per necessità che per svago è chiuso ormai da oltre sette anni. Il futuro è avvolto dalla nebbia. Ritornerà mai alla luce il ponte più caro ai milanesi?

RIAPRIRANNO mai il PONTE più caro ai milanesi?

# Un simbolo del quartiere 

Credits chiara_trumphy IG – Ponte di Porta Genova

Chissà quanti milanesi e turisti avranno camminato sul ponte in ferro tinteggiato di verde scuro di Porta Genova, per andare dai Navigli alla zona di Tortona e viceversa, rimanendo magari bloccati durante il Fuori Salone a causa dell’enorme flusso di persone. Un simbolo, un’icona del quartiere e di Milano utilizzata per oltre un secolo per scavalcare i binari della linea per Mortara. Costruito tra il 1912 e il 1917 dalla Società Nathan Uboldi, che si occupava della realizzazione di molte opere in ferro, tra cui ponti, sovrappassi e passerelle pedonali, i cui disegni sono conservati nell’archivio del Castello Sforzesco. Pare che l’azienda avesse delle collaborazioni, per la progettazione delle sue strutture, con lo Studio Eiffel di Parigi. Un luogo così amato dai milanesi che lo hanno riempito di soprannomi. 

# I tanti soprannomi

Credits Gianapolo Rimondi FB – Ponte di Porta Genova

Sono tanti i soprannomi che sono stati affibbiati a questa struttura: il ponte di ferro, la scaletta, il ponte di Nana, il ponte dei 100 colori. Da ultimo nel 2013 il ponte degli artisti, che è anche quello con cui tutti i milanesi lo conoscono oggi. Furono proprio degli appassionati d’arte, che crearono un’associazione no-profit pensata per valorizzare gli artisti desiderosi di diffondere l’arte libera nel mondo e sviluppare una rete di ponti in Italia e nel mondo, a dare il nuovo nome al ponte di ferro. Tutto questo fino a un triste giorno. 

# La chiusura… temporanea

Il 22 agosto 2016 è stato chiuso, in teoria in modo temporaneo, per motivi di sicurezza. Il ponte infatti è stato dichiarato “di particolare interesse storico e artistico” dal ministero dei Beni culturali e per questo era stata fatta partire una serie di interventi di messa in sicurezza e di sostituzione delle scale per poter essere di nuovo utilizzato. Ad oggi però non ci sono notizie a riguardo. Verrà mai riaperto?

# La passerella sui binari al piano strada intitolata a “Biki” e il probabile futuro del ponte

Credits grazianomad IG – Passaggio sui binari Porta Genova

Per ovviare all’interruzione del collegamento offerto dal ponte, nel febbraio 2017 è stata realizzata una passerella al piano strada intitolata alla stilista milanese Elvira Leonardi Bouyeure in arte “Biki”, che copre i binari inutilizzati lasciandone la traccia, con due aperture su via Tortona e via Ventimiglia nei muri perimetrali dello scalo ferroviario. Il destino del ponte di ferro però sembra segnato: nel prossimo futuro si prevede infatti la soppressione della stazione ferroviaria di Porta Genova, con contestuale rigenerazione di tutto lo scalo, la cui funzione sarà suddivisa tra le attuali stazioni di Romolo e San Cristoforo. Quest’ultima intersecherà la M4 e sarà il futuro capolinea della Circle Line. A quel punto tutta l’area sarà completamente diversa e, forse, non avrà più senso questo ponte. A mano che non diventi una sorta di monumento storico. 

 

Leggi anche: MARIA CALLAS, la Scala e BIKI, quel legame che ha fatto la storia dell’arte

Continua la lettura con: L’INCUBO degli ARCHISTAR: la TERRIBILE STORIA del PONTE più antico di ROMA

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Gli APERITIVI più PARTICOLARI da fare a Milano

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Credits: @kebabbar.official Kebabbar

A Milano l’aperitivo lo si può trovare in tutte le forme: ci sono locali che portano patatine e olive e quelli che si ingegnano le soluzioni più creative. Come questi. 

Gli APERITIVI più PARTICOLARI da fare a Milano

# Kebby Hour: l’aperitivo dal kebabbaro

Credits: @kebabbar.official
Kebabbar

A Milano anche i kebabbari organizzano l’aperitivo, ma questo in questione non è un semplice kebabbaro. Kebabbar in Corso 22 Marzo 38 e in via Corsico 1 (Navigli) è un locale unico che fonda due culture: quella curda, di ragazzi originari dell’Asia occidentale, e quella milanese. Con un servizio piacevole e autentico, il Kebabbar offre kebab e signature cocktail, affiancati da falafel e birre d’importazione alla spina. Una formula divertente e riuscita che rende Kebabbar, come dice il suo nome, un luogo dove scegliere se mangiare un kebab o prendere un cocktail, oppure entrambi. Il locale è aperto tutti i giorni, ad eccezione del lunedì, dalle 12 alle 15 e dalle 18 alle 2 di notte. E proprio il Kebabbar da poco ha deciso di presentare il Kebby Hour! Dalle 18 alle 20 ogni giorno viene offerto il loro aperitivo: composto da meze tipici (i meze disponibili saranno: cacik, sigara börek, menemen, ciğ köfte vegetariano, çoban salatası, yufka e nan tostati in accompagnamento) accompagnati da drink classici o più elaborati.

 

# Come Vuoi, solo baguette farcite

Credits: @comevuoibaguetterie
Come Vuoi Pane e Condimenti

E da un aperitivo kebab ci spostiamo ad uno dove vengono servite esclusivamente baguette. Siamo al Bicocca Village in viale Sarca/via Chiese e qui si trova Come Vuoi Pane & Condimenti. Come Vuoi è una catena di locali che si trovano un po’ in tutte le parti d’Italia, da nord a sud, ma che è nata nel 2014 tra le mura della Chiesa del Carmine di Taranto, nel pieno centro cittadino. Quindi no, l’aperitivo di baguette non ha niente a che vedere con la Francia, ma al contrario nasce nel sud d’Italia e nel 2018 inizia a spargersi anche in altre zone del BelPaese. E in linea con la cultura meneghina, a Milano all’orario dell’aperitivo si può scegliere come farcire le baguette e farsele servire a modi aperitivo, accompagnate magari da un calice di vino o da una bella birra fresca. La baguetteria Come Vuoi Pane & Condimenti è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 15 e dalle 19 alle 22:30.

 

# MIRO, l’aperitivo cinematografico

Credits: @miro_osteriadelcinema
Miro

In via Milazzo 9, all’interno del cinema Anteo, c’è MIRO Osteria del Cinema, locale aperto tutti i giorni ad eccezione del lunedì, dalle 18:30 a mezzanotte e il weekend aperto anche dalle 12:30 alle 15. Tra un film della programmazione di Anteo e l’altro, MIRO propone ricette della tradizione italiana, piatti iconici dei migliori film d’autore e qualche sorpresa ispirata ai viaggi dello chef. Ma il punto forte di questo locale è sicuramente la location: un luogo storico, iconico, segreto e con tante storie da raccontare. All’Osteria del Cinema si può andare per un pranzo di lavoro, una cena, un brunch nel weekend e ovviamente per un aperitivo. Un classico aperitivo servito però in una location caratteristica, è questo che rende l’aperitivo da MIRO Osteria del Cinema uno dei più particolari che si possono prendere in città.

 

# Rotonda Bistrot, l’aperitivo in un ex cimitero

Credits: @edondina
Aperitivo Rotonda Bistrot

Anche in questo caso è la location che rende l’aperitivo al Rotonda Bistrot interessante. Il Rotonda Bistrot si trova all’interno del monumento storico che gli dà il nome, la Rotonda della Besana, ed è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18:30 (tranne il lunedì che rimane chiuso). Organizzato per l’ultima ora, quindi dalle 17:30 fino a chiusura, durante l’aperitivo vengono serviti una serie di stuzzichini accompagnati da cocktail freschi. Ma cosa rende l’aperitivo del Rotonda Bistrot così particolare? Non tanto il cibo ma piuttosto il fatto che si sta facendo aperitivo in un ex-cimitero. Sì perchè la Rotonda della Besana altro non è che un complesso cimiteriale tardobarocco formato da un lungo porticato.

# Aperitivo in accappatoio 

https://www.viaggiamo.it/qc-terme-milano-orari-e-prezzi/

Un altro grande classico ormai da oltre un decennio. E’ l’aperitivo alle Terme di Porta Romana. Luogo dove ci si trova al di fuori dal tempo e dello spazio, tra percorsi benessere, piscine d’acqua calda e un tram sauna. All’ora dell’aperitivo la sala grande si popola di persone in accappatoio e costume da bagno che si rilassa gustando piatti e bibite fornite con grande generosità in un buffet che sembra senza limiti. Aperitivo compreso con il biglietto d’ingresso serale. 

Continua la lettura con: APERITIVO all’APERTO? I 10 posti TOP a MILANO

BEATRICE BARAZZETTI

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Quelli che RESISTONO in GALLERIA: i locali storici tra i grandi marchi internazionali

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Prada, Armani, Gucci e gli altri grandi del lusso: la Galleria Vittorio Emanuele II da anni è stata conquistata dai brand di fama internazionale. Appena si entra in galleria si ha una sensazione di ricchezza e sfarzo. Eppure, c’è qualche bottega che sembra suonare un’altra musica. Più intima, artigianale, per certi aspetti più milanese. 

Quelli che RESISTONO in GALLERIA: i locali storici tra i grandi marchi internazionali

# Noli, il salotto dei fumatori dal 1927

Entrando dal Duomo, verso la fine della galleria, sulla destra prima di uscire in piazza della scala, c’è uno dei negozi storici che resiste tra tutti i marchi di lusso. È Noli, la bottega storica milanese che vende articoli per fumatori  dall’inizio del secolo scorso, precisamente nel 1927. Il negozio vende sigari, tabacchi, pipe di altissima qualità, tutti selezionati in modo accurato tra i migliori marchi Cubani, Domenicani e Toscani. In più, la bottega ha una sua produzione personale di sigari, purtroppo non completamente made in Italy, ma comunque eccellente. Il negozio che tra poco soffierà sulle sue prime 100 candeline è comunque ben attento all’artigianato italiano e, per conservare i suoi prodotti, sceglie humidors realizzati con legni pregiati italiani. Noli vende anche portasigari da tasca in pelle e carbonio, tagliasigari, portaceneri e accendini, ma anche distillati di ogni tipo. Dal 1973 la gestione è in mano a Leonardo Noli e ai figli Luca e Simona. Ricordiamo però che Noli, come dicono loro stessi, vende pipe, sigari e tabacchi, per chi fuma in modo intelligente, che “sceglie di fumare la pipa o il sigaro per puro piacere e non per vizio.”

# Rizzoli Galleria, non solo libri ma luogo di sperimentazione culturale

Tra gli altri nomi che spiccano immediatamente in galleria c’è Rizzoli, la libreria storica di Milano. Tre piani di libri e arredi di design che celebrano i maestri del made in Italy, con aree realizzate ad hoc per i vari tipi di pubblico, tipo l’area bambini, e con spazi dedicati a temi specifici, c’è lo spazio manga oppure quello dell’arte, design e fotografia. Rizzoli Galleria non è un semplice negozio di libri, ma è piuttosto un luogo dedicato alla cultura, alle sperimentazione, all’idee e all’innovazione. Tra una selezione infinita di romanzi, saggi, fumetti e tanto altro, sono infatti più di quarantamila i titoli che si possono trovare all’interno, in questa libreria si può assistere anche ad eventi, mostre convegni. Anche Rizzoli non si trova a pochi metri dall’uscita in piazza della Scala della galleria.

# Libreria Bocca, la più antica d’Italia ma dall’anima innovativa

È la libreria più antica d’Italia ma che grazie ai suoi gestori ha sempre voglia di innovarsi. Fondata quando l’America era ancora una colonia britannica e in Europa si bruciavano le streghe è l’unica rimasta tra le cinque sedi che sono state aperte nel corso dei secoli. La libreria Bocca inizia la sua storia a Torino, nel 1775: due secoli e mezzo fa i fratelli piemontesi Giovanni Antonio Sebastiano e Secondo Bocca aprirono la loro libreria e dopo poco tempo, da una semplice libreria si arrivò ad un salotto culturale al quale parteciparono i grandi del tempo, come Nietzsche e Schopenhauer. Oggi la Libreria Bocca è diventata bottega storica milanese e chiamarla semplicemente libreria è limitante. Tra scaffali di libri fino al soffitto, nella libreria Bocca si trovano sculture, quadri e pezzi di arredamento che sono vere e proprie opere d’arte. Potremmo definirla una galleria-libreria, una cosa è certa però: è un simbolo della Milano del passato.

Continua la lettura con: Che cosa OSSERVA l’OSSERVATORIO in GALLERIA

BEATRICE BARAZZETTI

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La SETTIMANA delle grandi EMOZIONI: gli appuntamenti da non perdere a Milano dall’8 al 12 maggio #ToDoMilano

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Euroderby - Credits: Il Giornale

La settimana dell’euroderby ma non solo: anche concerti, feste, fiere e spettacoli da brividi. 

La SETTIMANA delle grandi EMOZIONI: gli appuntamenti da non perdere a Milano dall’8 al 12 maggio #ToDoMilano

#Trova il tuo evento:

#Lunedì 8/5: Food & Innovation aprono la settimana, musica con Baustelle e Tananai

Baustelle – Credits: Pinterest
  • MIND Innovation Week: il Festival dell’innovazione che indaga tra l’ecosistema digitale, il futuro della salute e una bella MIND fest. Presso MIND Innovation Distric, fino a sabato 13 maggio.
  • TuttoFood: international food exibition che parte alle 9.00 alla Fiera di Rho. Dura fino a giovedì 11 compreso, dedicato al B2B nella filiera agro-alimentare.
  • L’era di Battiato: concerto tributo, accompagnato da cena, al Sotto della Trattoria Arlati. Dalle 19.30 talk con Giordano Casiraghi e Agostino Zappia, mentre la parte musicale è affidata a diversi musicisti, che si avvicendano dalle 21.30.
  • Testori con/sonante: incontro con attrici che hanno trovato, in Testori, una forma di espressione e linguaggio adatto a loro. Anna Della Rosa, Iaia Forte, Federica Fracassi, Anna Nogara, Marina Rocco e Andrea Soffiantini nel foyer del Teatro Franco Parenti alle 20.30.
  • Yevgeny Sudbin: aristocratico pianista, che delizierà il pubblico della Sala Verdi del Conservatorio, con un vasto programma. L’appuntamento è alle 20.45.
  • Il giorno perfetto: lo chef e divulgatore scientifico Marco Bianchi ha un’idea di giorno perfetto, basato su attenzione alla nutrizione e buon umore. La spiega al pubblico del Teatro Manzoni, a partire dalle 20.45.
  • Vite da mediano: history telling del ventennio italiano 1990-2010, con Paolo Colombo e Gioachino Lanotte. Musica, decadimento, successi e opportunità, alle 21.00 al Teatro Filodrammatici.
  • Tango in the Lobby: invito per tutti i tangheri meneghini, attesi nel foyer del Teatro degli Arcimboldi alle 21.00. Ad accoglierli, la musica dal vivo del Cuarteto Pichuco. A seguire, l’esibizione dei campioni modiali, alle 23.00.
  • The Last Internationale: tappa milanese per il tour mondiale della rock band americana. Si esibiscono al Legend Club, lo show comincia alle 21.00.
  • Tananai: location nuova e più grande, per l’unica data milanese dell’artista di casa. Dopo il sold out di maggio, lo ritroviamo al Forum di Assago, pronto alle 21.00.
  • Baustelle: Un Romantico a Milano torna sulle scene, dopo anni di assenza. La band ricomincia a girare passando anche dall’Alcatraz di via Valtellina. Inizio show alle 21.00, replica martedì 9.

#Martedì 9/5: si rinnova tutto il parterre teatrale, con una chicca in milanese-lombardo. Per la musica rap romano e il batterista “più preciso del mondo”

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    Made In Steel: decima edizione della fiera internazionale con focus sull’acciaio italiano ed europeo, che si tiene 9-10 e 11 maggio. Centinaia di espositori, podcast e award dalle 9.30 alle 18.30 alla Fiera di Rho.

  • Fine pena ora: storia di un giovane ergastolano e del giudice che lo ha condannato. Parte così la settimana dell’Elfo Puccini, con lo spettacolo che resta fino a domenica 14. Sipario alle 19.30.
  • Uno sguardo dal ponte: immigrati italiani, ritratti sul ponte di Brooklyn, avvolti da musiche e scene da cinema d’epoca. Questo spaccato di storia, debutta al Piccolo Teatro – Giorgio Strehler alle 19.30, in replica fino al 21 maggio.
  • Variazioni enigmatiche: thriller psicologico con Glauco Mauri e Roberto Sturno, un eremita e il suo inseguitore. In scena fino a domenica 14 al Teatro Menotti. Debutto alle ore 20.00.
  • Tartufo: adattamento di Moliere con Giuseppe Cederna, Vanessa Gravina e Roberto Valerio. In scena nella Sala Grande del Franco Parenti, sipario alle ore 20.00; continua fino a domenica 14 maggio.
  • Non sono nata per condividere odio: monologo per attrice sola, che interpreta Antigone in diaologo con Sofocle. Arianna Scommegna lo porta sul palco del Teatro Litta, fino al 14/5. Debutto alle 20.30.
  • I fiati di Kurt Weill: concerto e laboratorio a cura di Silvano Scanziani, che celebra il Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo. Si tiene al Conservatorio di Milano alle 20.30.
  • Simon Phillips: uno dei musicisti più precisi e famosi del mondo, suona un nuovo capitolo del suo Protocol al Blue Note. Protagonista del doppio spettacolo, primo evento alle 20.30 e, a seguire, alle 23.00.
  • L’Oreste. Quando i morti uccidono i vivi: altra proposta dell’Elfo Puccini in replica fino al 14 maggio. È una riflessione sull’amore e l’abbandono, che debutta alle ore 21.00.
  • Lo chiamavano Scintilla: one-night show per Gianluca Fubelli, che presenta il suo Scintilla a Milano. In scena al Teatro Lirico – Giorgio Gaber alle 21.00.
  • Mostro: anche il rapper romano è in tournée con Ill Tour appena partito. A Milano approda sul palco del Fabrique e lo show è in programma alle 21.00.
  • La vita, il sogno: liberamente ispirato a Calderon de la Barca, un’opera che mette in scena le poesie di Franco Loi in italiano, milanese e lombardo. Dal 9 al 14 maggio nel foyer del Teatro Franco Parenti. Primo appuntamento alle 21.30.

#Mercoledì 10/5: il giorno dell’euroderby, apertura galleggiante dei Bagni Misteriosi, Cirque Du Soleil e Roberto Bolle 

Euroderby – Credits: Il Giornale
  • TranceParenti 2023: concerto galleggiante e one-day festival ai Bagni Misteriosi. La piattaforma ospita Eartheater feat. Leya & Bella Báguena, a partire dalle 18.00.
  • Salotto Musicale: la Sala Esedra del Museo Teatrale alla Scala, ospita Nelson David Nuñez Medina e Nicola Zampis. Appuntamento alle 18.00, accompagnati al pianoforte da Pierluigi Carbonara e Arianna Bastanzetti.
  • Griselda: esecuzione in forma quasi scenica dell’opera di Vivaldi, ospitata nella Sala d’Onore del Museo Bagatti Valsecchi. L’evento inizia alle 19.30.
  • Fortress of Smile: la prima volta di Kuro Tanino in Italia, con lo spettacolo che si insinua nella rassegna FOG. In replica anche giovedì 11, alle 19.30 al Teatro della Triennale in viale Alemagna.
  • La Cupa – Fabbula di un omo che divinne un albero: favola che si svolge nella magica notte di S. Antonio, in cui gli umani possono parlare al regno animale. Debutta al Piccolo Teatro – Mariangela Melato alle 19.30, in replica fino a domenica 14.
  • Il vizio dell’arte: debutta nella sala Puccini dell’Elfo, uno spettacolo che cala tutti gli assi della compagnia di Ferdinando Bruni. Resta in scena fino a domenica 14 e il sipario si apre alle 20.30.
  • Dave Weckl/Tom Kennedy Project: poker di esibizioni al Blue Note Milano, con il duo in esclusiva insieme a Eric Marienthal e Stu Mindeman. Sul palco 10 e 11 maggio, alle 20.30 e 22.30.
  • Variazioni per un debutto: concerto con l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Marco Angius e il violoncello solista di Ettore Pagano. In programma alla Sala Verdi del Conservatorio, alle ore 20.45.
  • Celebrità di Internet e Studiosi di Meme: cosa sanno? Sanno cose?? Scopriamolo insieme: a metà tra la stand-up e un game show, arriva uno dei guru di internet: Ryan Broderick. Alle 21.00 a Base Milano.
  • Rosa Chemical: ultima tranche di appuntamenti con la rivelazione di Sanremo 2023. Lo attende il doppio concerto del 10 e 11 maggio, ai Magazzini Generali alle 21.00.
  • Ti Posso Spiegare: le dinamiche della coppia Katia Follesa & Angelo Pisani, in scena al Teatro Nazionale. Il pubblico è chiamato a schierarsi, dal debutto delle 21.00, fino all’ultima replica di venerdì 12 maggio.
  • Roberto Bolle: è il ritorno del grande ballerino che, insieme alla Bejart Ballet di Losanna, interpreta un trittico di brani, tra cui il suo celebre Bolero. In scena fino a mercoledì 17 al Teatro degli Arcimboldi, sipario alle 21.00.
  • Skillet: band americana, di Memphis per la precisione, in tour con Day of Destiny. Si esibiscono all’Alcatraz, a partire dalle 21.00.
  • Tokio Hotel: recupero della data annullato lo scorso anno del Beyond the World tour. I 4 ragazzi tedeschi tornano sulle scene e lo fanno al Fabrique. Lo spettacolo inizia alle 21.00.
  • Cirque du Soleil – Kurios: la sfida alle leggi del tempo e dello spazio, proietta gli spettatori in un mondo diverso. Gli acrobati e ballerini più famosi del mondo, debuttano Under The Grand Chapiteau alle 21.00 e ci tengono compagnia fino al 25 giugno.
  • Milan – Inter: primo dei due euro-derby, per la semifinale di andata di Champions League 2023. Una delle due milanesi va in finale. Alle 21.00 Milano si ferma: inizia la supersfida a San Siro.

#Giovedì 11/5: apre la mostra mercato di primavera

Orticola – Credits: flawlessmilano.com
  • Orticola 2023: apre ai Giardini Montanelli, l’edizione 2023 della mostra mercato di fiori e piante. In città fino a domenica 14 compreso, inaugura alle ore 15.00.
  • Ilhan Ersahin e Abstract: solo sax e dj set sono la proposta di Un Mare di Suoni, in programma al Volvo Studio alle 19.30. Soul e jazz, eseguiti in pieno stile Nublu Night.
  • Metropolis: proiezione del film di Fritz Lang, con esecuzione dal vivo proposta da Edison Studio. Prima assoluta della nuova edizione musicale prevista al Meet Digital Center alle ore 20.00.
  • Noi: spettacolo di musica e teatro, interpretato da Katia Ricciarelli, soprano, Francesco Zingariello, tenore e Francesco Drosi. Inizia alle 20.30 al Teatro San Babila.
  • Hiroshima mon amour: adattamento teatrale del celebre film e del capolavoro di Marguerite Duras. L’effetto è affidato a Valentina Bartolo, diretta da Paolo Bignamini, al Teatro Oscar. In replica fino al 14/5, debutto alle 20.30.
  • NonHannoUnAmico: spettacolo solista interpretato da Luca Bizzarri, scritto da lui stesso ed ispirato al suo podcast. In scena al Teatro Carcano, sipario alle 20.30.
  • Italy Bares 2023: ispirato dal progetto americano di Jerry Mitchell, lo spettacolo è un musical di danza, il cui ricavato è a favore di Anlaids. È in programma al Teatro Repower di Assago alle 21.00.
  • La Scoria Infinita: le divertenti e surreali storie dei personaggi scritti da Arianna Gaudio, interpretati da Caterina Guzzanti. Sipario alle 21.00, sul palco della Santeria Toscana.
  • Il pedone. Luci, ombre e colori di una vita qualunque: la comicità e l’ironia di Giuseppe Giacobazzi, che confronta la sua vita con quella dei pezzi della scacchiera. In scena al Teatro Lirico – Giorgio Gaber, alle 21.00.

#Venerdì 12/5 (diurno e preserale): FuoriOrticola, si parla di Venture Capital e prendono la parola i giovani di un quartiere milanese

Fuoriorticola – Credits: reteortibotanicilombardia.it
  • Alla scoperta di alcune strategie delle piante: evento del FuoriOrticola, che prevede un percorso attraverso alcune delle sorprendenti strategie delle piante per riprodursi e disseminarsi. Dalle 11.30 presso l’Orto Botanico di Brera.
  • Digital Storytelling: corso di formazione gratuito per i giovani under 34 di story telling e fotografia etica. Si tiene dalle 14.00 al Centro Pime di via Monte Rosa 81.
  • 10 anni di BeBeez!: tavola rotonda sul venture capital ed assegnazione degli award, in occasione del 10mo anniversadio di BeBeez. Dalle 14.00 presso Le Village by CA Milano, in corso di Porta Romana 61.
  • Corvetto Teen Corner: programma di partecipazione giovanile a Corvetto, per dare voce ai giovani del quartiere. Dalle 18.00 presso DOPO? In via Carlo Boncompagni 51.

Continua la lettura con: Le località del giorno per una GITA da MILANO

LAURA LIONTI

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La STRADA PANORAMICA più bella (e sconosciuta) d’ITALIA

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Ph. @destinazioneavventura IG

La strada panoramica più bella d’Italia lascia chiunque la percorra senza parole, eppure pochi la conoscono. Vediamo dove si trova e perché è così spettacolare. Foto Cover da @destinazioneavventura IG

La STRADA PANORAMICA più bella (e sconosciuta) d’ITALIA

Che la si voglia percorrere in motocicletta o in bici, la strada panoramica più bella d’Italia lascerebbe chiunque senza parole, eppure pochi la conoscono. Vediamo dove si trova e perché è così spettacolare.

# Un imperdibile percorso tra i monti abruzzesi

credit: greenme.it

Il percorso più mozzafiato d’Italia si trova in Abruzzo, lungo la Statale 80 del Gran Sasso d’Italia, ed è chiamato il Passo delle Capannelle. La strada è percorribile sia da L’Aquila a Teramo che viceversa, offrendo una doppia panoramica. Partendo dal mare, da Teramo quindi, il panorama è fin da subito montano e selvaggio. Per gli amanti della natura questo percorso è imperdibile: ci si imbatte prima nel massiccio del Gran Sasso per poi perdersi nel Parco Nazionale Monti della Laga. Tra montagne impervie e immensi prati con mandrie e greggi al pascolo, si raggiunge la fine della strada panoramica, il passo che ha dato il nome al percorso.

# Il Passo delle Capannelle: il meglio arriva alla fine

credit: insella.it

Dulcis in fundo. Visto che il meglio arriva alla fine, dopo aver percorso tutto il tragitto affascinati dalle montagne abruzzesi sarà il finale a lasciare stupefatti: il Passo delle Capannelle, a 1.300 metri di altitudine. Questo valico appenninico scavalca la catena del Gran Sasso a Sud e i Monti della Laga a Nord, mettendo in comunicazione la provincia di Teramo (Valle del Vomano) con la provincia dell’Aquila (Valle dell’Aterno).

# Le antiche origini del valico

credit: siviaggia.it

Questo passo conserva orme antichissime, infatti veniva percorso già ai tempi dei romani. Veniva utilizzato come collegamento tra le città della costa adriatica e la conca aquilana, chiamata Amiternum. Anche il nome del passo ha origini antiche: deriverebbe dalle piccole capanne nelle quali abitavano i pastori e che erano dislocate lungo tutto il territorio. Come oggi è possibile vedere animali al pascolo, in passato era utilizzato durante la transumanza dai monti abruzzesi verso le pianure romane.

Per gli appassionati dei percorsi panoramici, ma anche per chi non ha mai provato e vorrebbe iniziare, la strada panoramica del Passo delle Capannelle è sicuramente la scelta perfetta.

Continua la lettura con: La “strada sul mare più bella del mondo”

ROSITA GIULIANO

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JERRI il POLPO e le altre SUPERSTAR dell’ACQUARIO di MILANO

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Polpo Jerri

Uno dei luoghi più incantevoli di Milano. Con una storia e degli inquilini curiosi. Alcuni di loro hanno tratti da superstar. Come l’ultimo arrivato. 

JERRI il POLPO e le altre SUPERSTAR dell’ACQUARIO di MILANO

# Eredità di Expo 1906

E’ uno dei più antichi e prestigiosi acquari pubblici d’Italia. Nato inizialmente come uno dei tanti padiglioni dell’ Esposizione Universale del 1906, dedicata al Traforo del Sempione, è rimasto oggi l’unico testimone silenzioso della grande kermesse che portò Milano alla ribalta internazionale.

Era un padiglione dedicato proprio all’acquacoltura, alla pesca, alla fauna acquatica viva e alla conservazione del pescato. Aveva anche il suo ristorante a base di pesce. Era stato costruito diversamente dagli altri padiglioni: era infatti l’unico, fra le 225 strutture dell’Esposizione, a non essere realizzato in legno, gesso, graticcio di ferro e tela dipinta. Questo proprio per consentire una più robusta tenuta delle vasche di pesci ospitate.  

Quello di Milano risulta essere il terzo Acquario più antico d’Europa: il secondo in Italia, dopo quello di Napoli realizzato nel 1872. Il più antico in assoluto (al mondo) è quello di Parigi, costruito nel 1867, e chiamato “Acquario Trocadero”.

L’attuale percorso espositivo dell’Acquario racconta la storia dell’acqua da quando le piogge confluiscono in un torrente di montagna fino ad arrivare al mare, attraverso i principali ambienti che si formano lungo il percorso. Dieci sono le vasche degli ambienti d’acqua dolce, e dodici sono quelle dedicate agli ambienti marini, di cui due a cielo aperto. Tra i protagonisti è arrivata una nuova stella. 

# L’ultimo arrivato: Jerri, il polpo giocherellone

Polpo Jerri

L’ultima new entry dell’Acquario si chiama Jerri. E’ un polpo proveniente da Santa Margherita e, in qualche modo, è vivo per miracolo. Il pescatore che lo ha trovato di solito rivende il pescato ai ristoranti di Santa Margherita Ligure. Ma in questo caso ha deciso di fare un’eccezione: ha proposto all’Acquario di Milano di cederglielo gratis. In cambio, al polpo è stato dato lo stesso nome del suo “salvatore”. Che si chiama, Jerri, appunto. 

Polpo Jerri

Jerri ha una spiccata passione per i giochi. Per accontentarlo gli si fanno cadere nell’acqua delle palline colorate che ama rilanciare e riprendere. Il cibo gli viene dato dentro un barattolo che Jerri apre con i suoi tentacoli.

# La Cernia prepotente

Nella grande vasca di 80.000 litri d’acqua marina convive con altri pesci, tra cui due trigoni, sette squali gattopardi e una cernia che esige di essere sfamata per prima. Altrimenti ruba il cibo agli squali oppure rifiuta il cibo per protesta. Se, invece, le viene dato il cibo per prima ritorna almeno tre volte per richiedere altro cibo. E’ fatta così.

La Cernia di Milano

# La coda dei trigoni 

Trigoni

I trigoni sono un tipo di razza che ama nascondersi nei fondali sabbiosi e limosi del mare e dell’oceano. La coda è dotata di un aculeo seghettato e velenifero che può infliggere ferite anche mortali. Per questo gli altri inquilini della vasca preferiscono stare alla larga. Squali compresi. 

# Gli squali gattopardi

Squalo Gattopardo

Malgrado la fama sinistra in realtà si tratta di animali piuttosto mansueti. Anzi, vengono “bullizzati” dalla Cernia, ben più aggressiva. Lo squalo gattopardo popola le acque del Mar Mediterraneo centro-occidentale, abita fondali rocciosi mantenendosi tra 2 e 125 metri di profondità. Ha una livrea maculata da chiazze marroni, raggiunge una lunghezza di 170 cm e si ciba di crostacei e altri invertebrati che caccia setacciando il fondale.

# Le meduse quadrifoglio

Aurelia aurita (Medusa)

Alle nostre latitudini sono il pericolo pubblico numero uno dei bagnanti. Più temute perfino degli squali. Sono le meduse. L’Aurelia aurita, nota comunemente come medusa quadrifoglio, è una delle meduse più diffuse nel mondo, in particolare nelle acque dell’emisfero boreale soprattutto, ahinoi, in prossimità della costa. In estremo oriente rappresenta una comune pietanza e per questo viene cacciata. Una curiosità? Quando una di loro muore si scioglie e sparisce dentro l’acqua, senza lasciare traccia. 

# L'”indomabile” Pesce Balestra

Il Balestra di Milano

Un’altra stella dell’Acquario è il Pesce Balestra, anche conosciuto come Pesce Porco, il cui becco rigido gli consente di mangiare i ricci senza temere gli aculei. Grazie alla sua pelle rigida, alle spine delle pinne ed al meccanismo “a scatto” della prima pinna dorsale, che gli consente di incastrarsi nella fessura delle rocce,  non teme gli attacchi dei predatori. Una curiosità? La femmina produce le uova e le mette in bocca del maschio che le tiene finché si schiudono. Solo allora apre la bocca. Si intuisce quando ha le uova perché smette di prendere cibo. 

# Altri ospiti dell’Acquario

Il Granchio Compasso di Milano
Apogeo Imberbis (re di triglie)
 
 
Le Calappe di Milano
 
Calappa che dorme

Continua la lettura con: Le curiosità del Planetario

MILANO CITTA’ STATO 

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VILLE e ATTICI di Milano venduti a PREZZI RECORD

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Credits Lionard - Attico in Cinque giornate

Negli ultimi anni si sono battuti tutti i record. Queste le superstar immobiliari. 

VILLE e ATTICI di Milano venduti a PREZZI RECORD

# Attico con vista skyline in zona San Siro: 2,9 milioni

Credits lionard – Attico con piscina

Partiamo da questo attico di lusso al decimo piano in zona San Siro, nel “quartiere dei calciatori”, caratterizzato da una superficie interna complessiva di 600 mq Milano, che si sviluppa su 3 livelli. La zona notte comprende una grande suite con area relax dotata di Jacuzzi e un’esclusiva terrazza con vista sullo skyline. A questo si aggiunge un’altra ampia camera da letto con terrazza e uno studio. C’è anche una palestra, sempre all’ultimo piano, e una splendida piscina affacciata sulla terrazza di 200 mq da cui si gode di una vista panoramica sui grattacieli di Milano e sul verde della zona. L’immobile è stato venduto a 2,9 milioni di euro.

# Attico con solarium in Corso di Porta Vittoria: 5 milioni

Credits Lionard – Attico in Cinque giornate

Da un attico all’altro. Questo si trova nei pressi del Palazzo di Giustizia e di Piazza V Giornate con affaccio su Corso di Porta Vittoria. Ha una superficie di 300 mq, all’ottavo piano del palazzo, circondato da un balcone panoramico. Il nono piano è interamente occupato da una terrazza di 150 mq con ricca vegetazione, un’ampia area solarium, una zona pranzo e un angolo relax, a cui si aggiunge una splendida serra in vetro con fitness room, una camera da letto e un’esclusiva vasca idromassaggio. L’appartamento conta tre camere da letto e tre bagni ed è stato venduto a una cifra compresa tra i 4,5 e i 5 milioni di euro.

# Una dimora di lusso nel Palazzo Alari Visconti

Credits lionard – Dimora di lusso Milano

Spostiamoci più in centro. Questa dimora di lusso si trova al piano nobile dello storico palazzo Palazzo Alari Visconti, caratterizzato da una nobile facciata neoclassica e da un cortile con colonne toscane architravate, soffitto di legno a cassettoni, archi e volta a vela su pilastri. Fu utilizzato come residenza estiva dall’Arciduca Ferdinando d’Asburgo, figlio dell’imperatrice Maria Teresa. All’interno sono presenti elementi di pregio dell’epoca come i soffitti a volta e i raffinati affreschi. Una parte dell’immobile è risalente al ‘500, con soffitti a cassettoni affrescati alti 4 metri e colonne originali, l’altra al ‘700 con soffitti a volte affrescate alti ben 6 metri, con fregi e dettagli del periodo. 

Sono presenti due scenografici saloni, tra cui spicca quello affrescato in oro e azzurro con raffigurati i membri della nobile famiglia un tempo proprietaria della residenza, dotati di camini, una camera padronale e due matrimoniali oltre a quattro bagni. Il prezzo di vendita è stato tenuto riservato.

# Il mega attico dei Gucci in San Babila: 20 milioni

Credits enrico_morganti IG – Attico in piazza San Babila

Eccoci invece all’appartamento più caro di Milano, una mega residenza che si trova all’angolo tra corso Vittorio Emanuele, piazza San Babila e corso Europa, appartenuta alla famiglia Gucci. Si estende su una superficie di 1.770 mq, con tre piani e un attico con vita sull’intera città, terrazzo e piscina. uno reso unico da ben 37 finestre che offrono una spettacolare vista su tutta la città, l’altro provvisto di un immenso terrazzo e infine l’ultimo, con un tetto di 800mq che ospita un giardino, una piscina, una cucina e un bar. 

L’acquisto è stato perfezionato nel 2022, si dice per un valutazione intorno ai 20 milioni di euro, all’indiano Rishal Shah fondatore di una multinazionale farmaceutica.

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# Villa del Platano di Santo Versace nel cuore di Brera: 33 milioni

Villa venduta a Milano

Nel 2022 ha trovato finalmente un acquirente anche Villa del Planato. La dimora di lusso milanese di Santo Versace, fratello di Gianni e Donatella, è passata di mano dopo diversi tentativi andati a vuoto. Si trova nel cuore di Brera, a pochi passi da via Manzoni e via Monte Napoleone e si compone di 8 camere da letto, 10 bagni, un garage per 6 auto da 120 mq ma anche una Spa, una palestra, una zona per il personale di servizio. In totale sono 4 piani, oltre 2.000 mq complessivi, di cui 442 mq di giardino e 400 mq di terrazza panoramica. 

Rispetto alla prima quotazione di 49 milioni di euro, è stata venduta alla cifra, sempre record, di 33,3 milioni euro a un fondo di private equity londinese. La società di intermediazione che ha gestito la trattativa, Coldwell Banker Commercial, non ne ha però svelato il nome.

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FABIO MARCOMIN

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VISIONI della MILANO del FUTURO: città SUPER GREEN o APOCALITTICA?

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Antonio Bocola

Opposti scenari per il futuro di Milano secondo le visioni di Antonio Bocola: le due diverse gallery dalle sliding doors del futuro. 

# MILANO SUPERGREEN: LA GALLERY

# MILANO APOCALITTICA: LA GALLERY

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MILANO CITTA’ STATO

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Che cosa OSSERVA l’OSSERVATORIO in GALLERIA

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Foto Andrea Zoppolato - Osservatorio Prada

Percorrendo la Galleria Vittorio Emanuele II insieme alle vetrine dei ristoranti e dei più grandi brand della mano ci si imbatte in qualcosa di atipico. L'”Osservatorio” della Fondazione Prada. Di che cosa si tratta si chiedono i passanti?

Che cosa OSSERVA l’OSSERVATORIO in GALLERIA

# L’ultimo spazio dedicato alla cultura di Fondazione Prada

Foto Andrea Zoppolato – Osservatorio Prada

Guarda tutti dall’alto da dentro la Galleria Vittorio Emanuele. Si tratta dell’Osservatorio, l’ultimo spazio dedicato alla cultura, nello specifico alla fotografia, inaugurato da parte di Fondazione Prada nel 2016. Si trova al livello della cupola in vetro e ferro, al quinto e al sesto piano di uno degli edifici principali della Galleria, dove Prada ha già un negozio uomo e la Pasticceria Marchesi nel mezzanino. Proprio di fronte invece si trovano le vetrine di Prada donna dove oltre 100 anni fa è iniziata la storia della casa di moda.

# Cemento, vetro e legno

Credits iambytn IG – Osservatorio

Gli ambienti sono stati sottoposti a un restauro mettendo a disposizione una superficie espositiva di 800 mq sviluppata su due livelli. Sono stati preservati le strutture verticali portanti in cemento armato a vista e i solai in legno e laterizio consolidati con elementi in ferro. Il parquet dei pavimenti proviene dal recupero di vecchi appartamenti e uffici dei piani sottostanti, mentre i prospetti che si affacciano sulla cupola della Galleria si configurano come ampie vetrate. Tutto lo spazio presenta voluti riferimenti alla sede di Largo Isarco progettata da Rem Koolhaas con l’acciaio e l’ispirazione post industriale si abbina all’eleganza e al calore del legno posato a lisca di pesce.

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# Lo scopo dell’Osservatorio

Credits mar.contrario IG – Osservatorio

Nello specifico l’Osservatorio è una piattaforma di libero pensiero dedicata alla sperimentazione dei linguaggi visivi e alla ricerca sulle possibili intersezioni e collisioni tra la tecnologia e le varie espressioni culturali. Al suo interno vengono organizzate mostre collettive e personali di autori italiani e internazionali e il suo nome allude sia alla sua posizione fisica che al ruolo suo e della fotografia nei confronti del mondo. Un luogo un tempo inaccessibile ai milanesi è diventato uno dei riferimenti culturali della città.

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FABIO MARCOMIN

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I MISTERI delle COLONNE di Milano

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Colonne di San Lorenzo

La memoria storica delle più celebri colonne di Milano. 

I MISTERI delle COLONNE di Milano

Il periodo medievale a Milano ha lasciato molte credenze e testimonianze di un passato oscuro: sorgono inaspettate nel centro storico basiliche millenarie che celano, dietro le loro imponenti strutture, diverse leggende ma anche storie vere che parlano di Santa Inquisizione e di caccia alle streghe, fino a toccare la soglia del periodo rinascimentale con la terribile pestilenza del “morbo spagnolo,”  la peste, che provocò la morte di quasi la metà degli abitanti della città. Stesso discorso vale per le colonne di San Lorenzo, testimoni di un passato tanto glorioso quanto misterioso.

# Le colonne di San Lorenzo

Antica costruzione di epoca tardo romana di Milano, situate di fronte alla basilica omonima le colonne più celebri di Milano rappresentano i migliori reperti superstiti della Milano imperiale. Sono 16 colonne in marmo di Musso e provviste di capitelli corinzi, più una più piccola posta sopra l’arco al centro delle due file che compongono il colonnato. Gli edifici originari da cui provengono sono da datare non oltre il II o III secolo dC e il progetto originale quasi certamente era votato al completamento del patio della basilica di San Lorenzo, terminata proprio all’inizio del V secolo, mentre la collocazione attuale fu completata solo cento anni più tardi grazie all’arco che avrebbe cinto i due colonnati. La piazza attorniata da palazzoni popolari è stata rinfrescata abbattendo obsoleti edifici nel periodo compreso fra le due guerre mondiali, in modo tale da potergli conferire più spazio e dotarlo di quella monumentalità che con i decenni, grazie al meraviglioso scorcio di Corso di Porta Ticinese, la vicina Piazza Vetra e le luci soffuse di Milano la sera, avrebbero contribuito a rendere San Lorenzo luogo di incontro per compagnie di tutte le età e fulcro indiscusso di leggende metropolitane milanesi.

# Il lazzaretto

Fra le tracce rimaste del colonnato originale vi sono anche alcuni resti dell’anfiteatro dove si svolgevano i combattimenti dei gladiatori e la piccola cappella di sant’Aquilino con i suoi splendenti mosaici. Ed è proprio lì a due passi, camminando verso Largo Carobbio che nei secoli ha preso piede la prima vera credenza popolare meneghina dal sapore decisamente inquietante. Secondo la leggenda, infatti, nelle notti di nebbia fitta di ormai decenni or sono la sera qualcuno ha giurato di udire i lamenti dei lebbrosi. Molti appassionati di storia antica ricorderanno che a pochi passi da qui sorgeva l’antica Porta Orientale, demolita nell’assedio di Milano del 1162, ed è proprio qui che si trovava l’antico lazzaretto di Milano, ovvero il lebbrosario dedicato alla cura e alle degenza dei malati di questa terribile piaga medioevale che, assieme alla peste, decimarono larga parte della popolazione italiana ed europea. Non è un caso che l’antica Porta Orientale posta a un tiro di schioppo a nord del Duomo coincidesse poi con quella che sarebbe diventata via Alessandro Manzoni. Ovvero, il più grande cantore e narratore delle piaghe della popolazione lombarda e milanese nel capolavoro assoluto della letteratura italiana che tutti conoscono: i Promessi Sposi.

# La colonna del Verziere

La Colonna del Verziere (già chiamata Colonna della Vittoria) si trova non a caso fra il Verziere e Corso di Porta Vittoria e per la precisione in Largo Augusto, alle spalle della Madonnina che svetta sul Duomo. Completata nel 1673 da Giovanni Battista Vismara, la colonna divenne il luogo prediletto alla base della quale i combattenti patriottici milanesi e gli orfani del collegio Martinitt si recavano a morire, feriti dalla polvere da sparo dei moschettoni austriaci, durante le Cinque Giornate. In occasione del tredicesimo anniversario, il 18 marzo 1861, l’allora sindaco di Milano Antonio Beretta inaugurò le targhe in bronzo con i nomi di 352 caduti del 1848. Le celebrazioni in ricordo del 18 marzo 1848 si tennero presso questa colonna fino al 1894, mentre l’anno dopo fu inaugurato il Monumento alle Cinque giornate ed infine, nel XX secolo, la statua del Redentore in ceppo fu sostituita da una copia in bronzo ottenuta da un calco dell’originale.

# La colonna del Diavolo

sculture

Se a Milano il lazzaretto era originariamente destinato al ricovero e alla quarantena dei malati di peste, diventando poi sinonimo di luogo in cui venivano curate malattie infettive e contagiose, nonché, per estensione, di spazio pieno di miserie e squallore indicibile, è pur certo che attorno alle colonne di San Lorenzo, oggi sede di ritrovi notturni scatenati (a volte anche troppo) le leggende metropolitane fioccano. Nell’Alto Medioevo la vicina Piazza Vetra, era il luogo preferito dall’Inquisizione per bruciare vive presunte streghe e fattucchiere. Poco distante invece, è un’altra colonna che racchiude la storia più curiosa di Milano. Adiacente alla la Basilica di Sant’Ambrogio dedicata proprio al santo patrono della città di Milano c’è la Colonna del Diavolo, una colonna di epoca romana con due grossi fori ad altezza d’uomo. La leggenda locale narra che una mattina Sant’Ambrogio incontrò Satana, il quale tentò di convincerlo a rinunciare al suo compito di vescovo. Sant’Ambrogio lo colpì con un calcio, facendolo sbattere con le corna contro la colonna. Il diavolo rimase incastrato nella colonna fino al giorno dopo, quando scomparve proprio all’interno di uno dei due fori.

Continua la lettura con: I fantasmi più terrificanti di Milano

CARLO CHIODO

copyright milanocittastato.it

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Liliana FELDMANN: la VOCE di Milano

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Credits: @Fabu022 Liliana Feldmann

Nacque a Milano il 29 dicembre 1926, la sua casa era in Corso di Porta Romana al civico 60. Durante la guerra il palazzo dove abitava venne bombardato, lei aveva 16 anni e una sua zia, per farle superare i problemi economici che afflissero la famiglia dopo il disastro bellico, la aiutò ad iscriversi ad un bando per giovani interpreti radiofonici, alla Eiar. Lo passò.

Liliana FELDMANN: la VOCE di Milano

# Debuttò  a soli due anni

Credits: @doppiaggio
Liliana Feldmann

Parliamo di Liliana Feldmann, attrice teatrale, doppiatrice, cantante e, appunto, conduttrice radiofonica. A dire il vero il padre (Dante) e la madre (Pina Granata), erano attori dialettali milanesi. Dante aveva interpretato il “Meneghino”, ideato da Carlo Maria Maggi. Liliana debuttò su un palco molto piccola: “avevo due anni e tre mesi, mi coinvolsero quelli della compagnia di prosa dialettale “La Stabile””, dichiarò la Feldmann negli anni novanta. La compagnia di allora era al Teatro Principe, in viale Bligny. Si definiva “ape operaia” dello spettacolo, per quella sua ostinata volontà di magliorarsi attraverso il duro lavoro. Che dimostrò già appena entrata all’Eiar: “era il 1943, cantavo canzoni in italiano, milanese e in tedesco, per via dell’alleanza con la Germania”. Allora l’emittente radiofonica di Stato era in via Morvione, poi, dopo la guerra, passò in Corso Sempione 27.

# “Io, interpretando la volontà del pubblico, chiedevo al Sindaco di mettere a posto la città”

Credits: inews24.it
Liliana Feldmann

Finalmente la guerra finì, all’Eiar si iniziò a respirare aria di cambiamento e d’innovazione. Nel 1949, all’Eiar di Milano, iniziarono le prime trasmissioni di commedie e programmi dialettali: i prodromi furono “Siamo tutti milanesi”, “Ciciarem un cicinin” e “Quatar pass in galeria”, tutti lavori radiofonici che si tenevano in diretta la domenica pomeriggio, dove si trattava la nostra città e i suoi problemi con spirito ironico e satirico. “In una di queste trasmissioni avevo una rubrica in cui i cittadini potevano scrivermi tutto ciò che volevano, io, interpretando la volontà del pubblico, chiedevo al Sindaco di mettere a posto la città“.

Liliana Feldmann ha tenuto a battesimo la TV, lavorando nelle prime trasmissioni televisive che si svolgevano a Torino; era tutto molto sperimentale, e proprio per questo, molto coinvolgente. “Partivamo da Milano per andare a Torino a girare le trasmissioni, poi si tornava indietro in giornata”. In TV incontra Mike Bongiorno, allora giovanissimo emergente che dimostrava già talento nella conduzione dei quiz. “In televisione si svolgevano le commedie in tre atti, come a teatro, con gli intervalli tra un atto e l’altro, però senza pubblicità, come adesso”.

# Inizia l’epoca del doppiaggio e della radio

Credits: wikipedia.org
Liliana Feldmann

Alla Rai conobbe Dario Fo, Franco Parenti, Walter Marcheselli, Fausto Tomei, Evelina Sironi, Nino Bianchi e Marco De Angeli, tutti pionieri della tivù pubblica. Per Liliana inizia l’epoca del doppiaggio e del cinema: sue erano le voci di Geraldine Page e Jeanne Moreau, mentre al cinema recita in quattro lavori, tra cui “Walter e i suoi cugini”, del 1961, film commedia che voleva “sfottere” “Rocco e i suoi fratelli”, al fianco di Walter Chiari, Ave Ninchi e Carlo Delle Piane. In TV è protagonista in sette trasmissioni, mentre non si fa scappare le opportunità che le arriveranno dalla radio. Naturalmente la carriera di Liliana Feldmann vede la presenza di tanto teatro, indole famigliare.

Decise di trascorrere la vecchiaia a Lugano: morì a Brusimpiano, località italiana, sul lago di Lugano, all’età di 95 anni. Era il 15 settembre 2020. Nel 1996 l’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfato la nominò “Grande Ufficiale”.

FABIO BUFFA

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CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto

Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

GIORGIO GABER, l’inventore del TEATRO CANZONE

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TINO SCOTTI, il milanese del “Ghe pensi mi”

ORNELLA VANONI, Milano e Settembre

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Quelle DIABOLIKE sorelle GIUSSANI

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WALTER VALDI, cintura nera di dialetto milanese

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Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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Le MILAN PLAQUES: le targhe degli ABITANTI ILLUSTRI di Milano (MAPPA)

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Credits: orticamemoria.com Dialoghi: Rap a Milano - Murales Ortica

Ricordo quando ero a Londra e nelle interminabili passeggiate che facevo lo sguardo si posava assai spesso su delle targhe blu, dalle scritte bianche, recanti i nomi di personaggi più o meno famosi che all’interno di quelle mura avevano trascorso tutta o parte della loro vita.
Sono le London Blue plaques, targhe commemorative dedicate a personaggi storici che hanno abitato dietro quei muri di cui si occupano organismi come la English Heritage, che nel 2016 ha celebrato il 150’ anniversario con la posa di una nuova targa. Le blue plaque esistono dal 1867 e da allora sono diventate in tutta Londra circa 900. La prima, posata era dedicata al poeta George Byron.

Poiché Milano, come Londra, è una città che ama ricordare e ripercorrere la sua storia anche attraverso quella dei suoi illustri abitanti, abbiamo pensato di suggerirvi un percorso della città da fare rigorosamente a piedi (viva lo “slow motion”, che non inquina e non fa sudare), attraverso le targhe commemorative di famosi personaggi e che in città sono tante, anche se spesso passano inosservate.

Le MILAN PLAQUES: le targhe degli ABITANTI ILLUSTRI di Milano (MAPPA)

In un tentativo di unire e trovare un filo rosso che collega la Milano che cambia e si trasforma con la Milano che ha visto la storia passare fra le sue mura grazie alla presenza di alcuni dei grandi del mondo, vogliamo proporre una passeggiata alla ricerca delle targhe di politici di spicco, di grandi compositori e musicisti, di scrittori e poeti, di artisti, di registi e attori. Di seguito trovate i nostri suggerimenti, per gli altri perché non pensare a una bella caccia al tesoro estiva?

# Zona Porta Volta: Ho Chi Min

Partendo da zona Porta Volta, in un’area dominata oggi dall’imponente piramide di vetro della nuovissima Fondazione Gian Giacomo Feltrinelli, dopo una visita alla nuova costruzione, vi suggeriamo una sosta alla Trattoria della Pesa dove fra un risotto e un bicchiere di vino, alzando lo sguardo, incastonata fra Viale Pasubio e Via Maroncelli, troverete una targa in memoria di Ho Chi Min, rivoluzionario e uomo politico vietnamita, presidente del Vietnam del Nord fino alla morte che sostenne l’azione del Viet-cong contro il governo di Saigon appoggiato dagli USA, recante la seguente scritta “Questa casa fu frequentata dal presidente Ho Chi Min durante le sue missioni internazionali negli anni ’30, in difesa delle libertà dei popoli. Nel centenario della nascita 1880 -1990.”

# Quadrilatero della Moda: Giuseppe Verdi

In pieno quadrilatero della moda, non appena le vetrine vi avranno stancato, alzando lo sguardo in Viale Manzoni troverete una targa a Giuseppe Verdi, il più famoso compositore italiano, ancora oggi ammirato in tutto il mondo, che nacque a Le Roncole, vicino Busseto (Parma) il 10 ottobre 1813. A lui in città sono dedicate ben due targhe anche se i luoghi di Verdi a Milano sono innumerevoli a cominciare dalla Casa di riposo per Musicisti in piazza Buonarroti. Le targhe si trovano: la prima al Carrobbio, in via Cesare Correnti 15, dove il ventiseienne compositore va ad abitare nel 1839 con la moglie Margherita Barezzi e il figlioletto di un anno che moriranno poco dopo. La seconda lapide è in via Manzoni 29, sulla facciata del Grand Hotel Et De Milan che dal 1872 lo ospita quand’è in città, nella suite 105, dove muore il 27 gennaio 1901. Verdi, anche se non fu ammesso al Conservatorio di Musica di Milano avendo già superato il limite d’età, maturò in questa città una formazione musicale più profonda quando dal 1832 al 1835 decise di studiare contrappunto con Vincenzo Lavigna che era stato clavicembalista al Teatro La Scala. Per il primo anno di studi Verdi usufruì di un finanziamento da parte di Barezzi, mentre negli anni successivi ottenne un considerevole aiuto economico da una borsa di studio del Monte di Pietà di Busseto. A Milano Verdi fu un assiduo frequentatore di teatri e in questo modo ebbe la possibilità di conoscere il repertorio operistico del suo tempo.

# Centro storico: Giacomo Leopardi

Poco distante da Viale Manzoni, in via Grossi 2, a venti metri da dove nel 1867 verrà inaugurata la Galleria Vittorio Emanuele II, è ospite dal 30 luglio al 26 settembre 1823 Giacomo Leopardi, messo sotto contratto dal tipografo Antonio Fortunato Stella (futuro editore delle sue Operette morali) per curare due antologie letterarie e un commento al Canzoniere petrarchesco. Proprio Milano, nel lontano 1816 aveva offerto al giovane contino recanatese la possibilità di pubblicare il suo primo scritto di un certo valore (la traduzione del primo libro dell’Odissea). Attenzione però alle parole che usa Leopardi per descrivere il suo soggiorno a Milano, la città non ne esce molto bene, ma forse è un invito a riflettere che ancora oggi potrebbe non far male alla nostra città.“Qui mi trovo malissimo e di pessima voglia, scrive a Pietro Brighenti l’8 agosto ’25; “Io vivo qui poco volentieri e per lo più in casa, perché Milano è veramente insociale”, ribadisce a Carlo Antici il 20 agosto ’25; e infine, scrivendo il 7 settembre ’25 sempre a Carlo, traccia un giudizio impietoso sul proprio soggiorno: “Quel che ti scrissi di Milano [che fosse “uno specimen di Parigi”], fu una mia osservazione precipitata. Il fatto si è che in Milano nessuno pensa a voi, e ciascuno vive a suo modo anche più liberamente che a Roma. Qui poi … non v’è neppur una società fuorché il passeggio ossia trottata, e il caffè … Roma e Bologna, in questo, sono due Parigi a confronto di Milano. Vedi dunque quanto io era lontano dal provare il senso dello scoraggiamento per non poter far figura in un luogo dove nessuno la fa, e dove centoventi mila uomini stanno insieme per caso, come centoventi mila pecore.” (Da Internet culturale, Viaggio nel testo di Giacomo Leopardi).

# Sant’Ambrogio: Francesco Petrarca

Vicino alla pluri-visitata Basilica di Sant’Ambrogio ecco una chicca per voi che amate scoprire Milano anche attraverso le persone che la hanno vissuta e le targhe che le ricordano. Una targa in particolare ricorda che Francesco Petrarca ha soggiornato a Milano per sei anni dal 1353, in via Lanzone 53, dove oggi c’è il collegio delle Congregazione delle Orsoline di San Carlo. L’istituto Orsoline di San Carlo ha sede dal 1844 in un edificio con chiostro interno che racchiude diversi reperti di valore artistico. L’antica Chiesa, dedicata a San Michele sul Dosso, è il cuore dell’Istituto. La sua origine, forse in età longobarda, si perde tra storia e leggenda. L’attuale aspetto architettonico risale al XV secolo e lo stesso Francesco Petrarca, in una sua lettera, documenta di aver abitato in una casa vicino alla chiesa, di fronte alla Basilica di Sant’Ambrogio.

# Brera: Albert Einstein

Facendo un salto nel tempo – per non dimenticare che anche il ‘900 è stato un secolo di grandi personaggi – scopriamo che dai 15 ai 21 anni, cioè dal 1894 al 1900, un altro personaggio leggendario risiede a Milano con la famiglia, in via Bigli 21 angolo via Manzoni, come certifica una lapide sul palazzo. È Albert Einstein il cui padre Hermann, per chi abbia voglia di farsi un giro al Cimitero Monumentale, è lì che è sepolto il padre di cotanto scienziato, era emigrato da Monaco di Baviera per avviare nel 1889 una ditta di motori elettrici e dinamo in via Antonio Lecchi 16, in zona Naviglio Pavese. Il futuro Nobel per la Fisica 1921 ama la città, ma soprattutto le solitarie camminate nella Pianura Padana: una volta attraversa addirittura l’Appennino a piedi, con una lunga marcia da Voghera a Genova.

# Duomo: Ernest Hemingway

Altra scoperta inaspettata: dietro a piazza Duomo, in via Armorari 4 angolo via Cesare Cantù, nel palazzo all’epoca temporaneamente trasformato in ospedale dalla Croce Rossa statunitense, nell’estate 1918 trascorre tre mesi di convalescenza dopo essere stato ferito dagli austriaci a Fossalta, lungo l’argine del Piave, uno dei tanti eroici “ragazzi del ‘99”: il volontario barelliere Ernest Hemingway, futuro premio Nobel 1954 che si innamora di un’ infermiera, l’americana d’origine tedesca Agnes von Kurowsky, che alla fine non mantiene la promessa di sposarlo. La loro passione ispirerà nel 1929 uno dei romanzi più celebri di Ernest, Addio alle armi.

# Il triangolo stellare: Quasimodo, Montale, Toscanini

A Milano hanno vissuto a lungo altri due Nobel per la Letteratura: in corso Garibaldi 16 il ragusano di Modica Salvatore Quasimodo (premiato nel 1959), che dal ’41 fino alla morte nel 1968 insegna Letteratura italiana al Conservatorio Verdi. E in via Bigli 15 il genovese Eugenio Montale (premiato nel 1975), assunto a 52 anni nel 1948 come redattore ordinario al Corriere della Sera. Arturo Toscanini vive in via Durini 20, dietro a San Babila, dal 1908 al 1957 (con la sola interruzione di un periodo trascorso in America per ragioni politiche durante il fascismo) nel seicentesco Palazzo Mombelli, l’unico in città con un fascinoso balcone andaluso in ferro battuto sopra al portone.

# Giacomo Puccini e Filippo Marinetti 

In via Solferino, ma al civico 27, c’è anche la prima casa (dal 1887 al 1900) di Giacomo Puccini, poi trasferitosi, sempre in affitto, di fianco alla Scala, in via Verdi 4, all’ultimo piano del quattrocentesco Palazzo Talenti. In effetti il compositore aveva già abitato a Milano da ragazzo. In Via Solferino nacquero i canti immortali di Manon Lescaut, Boheme e Tosca. In Corso Venezia 23 visse Filippo Tommaso Marinetti, c’è una lapide ad indicare che lìi nel 1905 vi fondò la rivista Poesia, organo ufficiale del Futurismo.

# Alessandro Manzoni

Naturalmente non si può chiudere una carrellata di personaggi famosi che hanno vissuto a Milano e che la città ricorda con delle targhe, senza citare il milanesissimo Alessandro Manzoni. Al sommo scrittore sono dedicate parecchie targhe sui palazzi, da quella in via Visconti di Modrone 16 (dov’è nato nel 1785) fino a quella in via Gerolamo Morone 1 (dov’è morto nel 1873), la sua casa-museo restaurata e a due passi dalla Scala.

# Corso Venezia: Napoleone

Fra i grandissimi personaggi storici e condottieri poi va ricordato anche Napoleone Bonaparte entrato a Milano per la prima volta nel maggio 1796, che dimora con i suoi generali e la moglie Giuseppina a Palazzo Serbelloni in corso Venezia 16, proprio dove fino al 2010 c’è stata la sede del Circolo della stampa. Nel 1805, in Duomo, si proclama re d’Italia ponendosi sul capo la corona ferrea di Carlo Magno, poi va a vivere nella reggia di Monza e lascia la Villa Reale di via Palestro al vicerè Eugenio Beauharnais, figlio di primo letto di Giuseppina. Ma resta comunque legatissimo alla città e ai milanesi, ai quali regala, oltre a molte innovazioni urbanistiche, un po’ di frescura estiva facendo piantare migliaia di platani.

# Leonardo Da Vinci

Naturalmente abitò a Milano anche il più grande di tutti i tempi: Leonardo Da Vinci (1452 – 1519). Lodovico il Moro lo chiamó per venire a casa sua nel 1482 e Leonardo da Vinci stette lí per quasi 20 anni. Lasció molte della sue opere d’arte a Milano, per esempio il Codex Atlanticus, che adesso risiede nella Biblioteca Ambrosiana e L’Ultima Cena nella Chiesa Santa Maria delle Grazie.

(credits Milano Post – Internet Culturale)

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FRANCESCA SPINOLA

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