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La STRADA PANORAMICA più bella (e sconosciuta) d’ITALIA

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Ph. @destinazioneavventura IG

La strada panoramica più bella d’Italia lascia chiunque la percorra senza parole, eppure pochi la conoscono. Vediamo dove si trova e perché è così spettacolare. Foto Cover da @destinazioneavventura IG

La STRADA PANORAMICA più bella (e sconosciuta) d’ITALIA

Che la si voglia percorrere in motocicletta o in bici, la strada panoramica più bella d’Italia lascerebbe chiunque senza parole, eppure pochi la conoscono. Vediamo dove si trova e perché è così spettacolare.

# Un imperdibile percorso tra i monti abruzzesi

credit: greenme.it

Il percorso più mozzafiato d’Italia si trova in Abruzzo, lungo la Statale 80 del Gran Sasso d’Italia, ed è chiamato il Passo delle Capannelle. La strada è percorribile sia da L’Aquila a Teramo che viceversa, offrendo una doppia panoramica. Partendo dal mare, da Teramo quindi, il panorama è fin da subito montano e selvaggio. Per gli amanti della natura questo percorso è imperdibile: ci si imbatte prima nel massiccio del Gran Sasso per poi perdersi nel Parco Nazionale Monti della Laga. Tra montagne impervie e immensi prati con mandrie e greggi al pascolo, si raggiunge la fine della strada panoramica, il passo che ha dato il nome al percorso.

# Il Passo delle Capannelle: il meglio arriva alla fine

credit: insella.it

Dulcis in fundo. Visto che il meglio arriva alla fine, dopo aver percorso tutto il tragitto affascinati dalle montagne abruzzesi sarà il finale a lasciare stupefatti: il Passo delle Capannelle, a 1.300 metri di altitudine. Questo valico appenninico scavalca la catena del Gran Sasso a Sud e i Monti della Laga a Nord, mettendo in comunicazione la provincia di Teramo (Valle del Vomano) con la provincia dell’Aquila (Valle dell’Aterno).

# Le antiche origini del valico

credit: siviaggia.it

Questo passo conserva orme antichissime, infatti veniva percorso già ai tempi dei romani. Veniva utilizzato come collegamento tra le città della costa adriatica e la conca aquilana, chiamata Amiternum. Anche il nome del passo ha origini antiche: deriverebbe dalle piccole capanne nelle quali abitavano i pastori e che erano dislocate lungo tutto il territorio. Come oggi è possibile vedere animali al pascolo, in passato era utilizzato durante la transumanza dai monti abruzzesi verso le pianure romane.

Per gli appassionati dei percorsi panoramici, ma anche per chi non ha mai provato e vorrebbe iniziare, la strada panoramica del Passo delle Capannelle è sicuramente la scelta perfetta.

Continua la lettura con: La “strada sul mare più bella del mondo”

ROSITA GIULIANO

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JERRI il POLPO e le altre SUPERSTAR dell’ACQUARIO di MILANO

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Polpo Jerri

Uno dei luoghi più incantevoli di Milano. Con una storia e degli inquilini curiosi. Alcuni di loro hanno tratti da superstar. Come l’ultimo arrivato. 

JERRI il POLPO e le altre SUPERSTAR dell’ACQUARIO di MILANO

# Eredità di Expo 1906

E’ uno dei più antichi e prestigiosi acquari pubblici d’Italia. Nato inizialmente come uno dei tanti padiglioni dell’ Esposizione Universale del 1906, dedicata al Traforo del Sempione, è rimasto oggi l’unico testimone silenzioso della grande kermesse che portò Milano alla ribalta internazionale.

Era un padiglione dedicato proprio all’acquacoltura, alla pesca, alla fauna acquatica viva e alla conservazione del pescato. Aveva anche il suo ristorante a base di pesce. Era stato costruito diversamente dagli altri padiglioni: era infatti l’unico, fra le 225 strutture dell’Esposizione, a non essere realizzato in legno, gesso, graticcio di ferro e tela dipinta. Questo proprio per consentire una più robusta tenuta delle vasche di pesci ospitate.  

Quello di Milano risulta essere il terzo Acquario più antico d’Europa: il secondo in Italia, dopo quello di Napoli realizzato nel 1872. Il più antico in assoluto (al mondo) è quello di Parigi, costruito nel 1867, e chiamato “Acquario Trocadero”.

L’attuale percorso espositivo dell’Acquario racconta la storia dell’acqua da quando le piogge confluiscono in un torrente di montagna fino ad arrivare al mare, attraverso i principali ambienti che si formano lungo il percorso. Dieci sono le vasche degli ambienti d’acqua dolce, e dodici sono quelle dedicate agli ambienti marini, di cui due a cielo aperto. Tra i protagonisti è arrivata una nuova stella. 

# L’ultimo arrivato: Jerri, il polpo giocherellone

Polpo Jerri

L’ultima new entry dell’Acquario si chiama Jerri. E’ un polpo proveniente da Santa Margherita e, in qualche modo, è vivo per miracolo. Il pescatore che lo ha trovato di solito rivende il pescato ai ristoranti di Santa Margherita Ligure. Ma in questo caso ha deciso di fare un’eccezione: ha proposto all’Acquario di Milano di cederglielo gratis. In cambio, al polpo è stato dato lo stesso nome del suo “salvatore”. Che si chiama, Jerri, appunto. 

Polpo Jerri

Jerri ha una spiccata passione per i giochi. Per accontentarlo gli si fanno cadere nell’acqua delle palline colorate che ama rilanciare e riprendere. Il cibo gli viene dato dentro un barattolo che Jerri apre con i suoi tentacoli.

# La Cernia prepotente

Nella grande vasca di 80.000 litri d’acqua marina convive con altri pesci, tra cui due trigoni, sette squali gattopardi e una cernia che esige di essere sfamata per prima. Altrimenti ruba il cibo agli squali oppure rifiuta il cibo per protesta. Se, invece, le viene dato il cibo per prima ritorna almeno tre volte per richiedere altro cibo. E’ fatta così.

La Cernia di Milano

# La coda dei trigoni 

Trigoni

I trigoni sono un tipo di razza che ama nascondersi nei fondali sabbiosi e limosi del mare e dell’oceano. La coda è dotata di un aculeo seghettato e velenifero che può infliggere ferite anche mortali. Per questo gli altri inquilini della vasca preferiscono stare alla larga. Squali compresi. 

# Gli squali gattopardi

Squalo Gattopardo

Malgrado la fama sinistra in realtà si tratta di animali piuttosto mansueti. Anzi, vengono “bullizzati” dalla Cernia, ben più aggressiva. Lo squalo gattopardo popola le acque del Mar Mediterraneo centro-occidentale, abita fondali rocciosi mantenendosi tra 2 e 125 metri di profondità. Ha una livrea maculata da chiazze marroni, raggiunge una lunghezza di 170 cm e si ciba di crostacei e altri invertebrati che caccia setacciando il fondale.

# Le meduse quadrifoglio

Aurelia aurita (Medusa)

Alle nostre latitudini sono il pericolo pubblico numero uno dei bagnanti. Più temute perfino degli squali. Sono le meduse. L’Aurelia aurita, nota comunemente come medusa quadrifoglio, è una delle meduse più diffuse nel mondo, in particolare nelle acque dell’emisfero boreale soprattutto, ahinoi, in prossimità della costa. In estremo oriente rappresenta una comune pietanza e per questo viene cacciata. Una curiosità? Quando una di loro muore si scioglie e sparisce dentro l’acqua, senza lasciare traccia. 

# L'”indomabile” Pesce Balestra

Il Balestra di Milano

Un’altra stella dell’Acquario è il Pesce Balestra, anche conosciuto come Pesce Porco, il cui becco rigido gli consente di mangiare i ricci senza temere gli aculei. Grazie alla sua pelle rigida, alle spine delle pinne ed al meccanismo “a scatto” della prima pinna dorsale, che gli consente di incastrarsi nella fessura delle rocce,  non teme gli attacchi dei predatori. Una curiosità? La femmina produce le uova e le mette in bocca del maschio che le tiene finché si schiudono. Solo allora apre la bocca. Si intuisce quando ha le uova perché smette di prendere cibo. 

# Altri ospiti dell’Acquario

Il Granchio Compasso di Milano
Apogeo Imberbis (re di triglie)
 
 
Le Calappe di Milano
 
Calappa che dorme

Continua la lettura con: Le curiosità del Planetario

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VILLE e ATTICI di Milano venduti a PREZZI RECORD

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Credits Lionard - Attico in Cinque giornate

Negli ultimi anni si sono battuti tutti i record. Queste le superstar immobiliari. 

VILLE e ATTICI di Milano venduti a PREZZI RECORD

# Attico con vista skyline in zona San Siro: 2,9 milioni

Credits lionard – Attico con piscina

Partiamo da questo attico di lusso al decimo piano in zona San Siro, nel “quartiere dei calciatori”, caratterizzato da una superficie interna complessiva di 600 mq Milano, che si sviluppa su 3 livelli. La zona notte comprende una grande suite con area relax dotata di Jacuzzi e un’esclusiva terrazza con vista sullo skyline. A questo si aggiunge un’altra ampia camera da letto con terrazza e uno studio. C’è anche una palestra, sempre all’ultimo piano, e una splendida piscina affacciata sulla terrazza di 200 mq da cui si gode di una vista panoramica sui grattacieli di Milano e sul verde della zona. L’immobile è stato venduto a 2,9 milioni di euro.

# Attico con solarium in Corso di Porta Vittoria: 5 milioni

Credits Lionard – Attico in Cinque giornate

Da un attico all’altro. Questo si trova nei pressi del Palazzo di Giustizia e di Piazza V Giornate con affaccio su Corso di Porta Vittoria. Ha una superficie di 300 mq, all’ottavo piano del palazzo, circondato da un balcone panoramico. Il nono piano è interamente occupato da una terrazza di 150 mq con ricca vegetazione, un’ampia area solarium, una zona pranzo e un angolo relax, a cui si aggiunge una splendida serra in vetro con fitness room, una camera da letto e un’esclusiva vasca idromassaggio. L’appartamento conta tre camere da letto e tre bagni ed è stato venduto a una cifra compresa tra i 4,5 e i 5 milioni di euro.

# Una dimora di lusso nel Palazzo Alari Visconti

Credits lionard – Dimora di lusso Milano

Spostiamoci più in centro. Questa dimora di lusso si trova al piano nobile dello storico palazzo Palazzo Alari Visconti, caratterizzato da una nobile facciata neoclassica e da un cortile con colonne toscane architravate, soffitto di legno a cassettoni, archi e volta a vela su pilastri. Fu utilizzato come residenza estiva dall’Arciduca Ferdinando d’Asburgo, figlio dell’imperatrice Maria Teresa. All’interno sono presenti elementi di pregio dell’epoca come i soffitti a volta e i raffinati affreschi. Una parte dell’immobile è risalente al ‘500, con soffitti a cassettoni affrescati alti 4 metri e colonne originali, l’altra al ‘700 con soffitti a volte affrescate alti ben 6 metri, con fregi e dettagli del periodo. 

Sono presenti due scenografici saloni, tra cui spicca quello affrescato in oro e azzurro con raffigurati i membri della nobile famiglia un tempo proprietaria della residenza, dotati di camini, una camera padronale e due matrimoniali oltre a quattro bagni. Il prezzo di vendita è stato tenuto riservato.

# Il mega attico dei Gucci in San Babila: 20 milioni

Credits enrico_morganti IG – Attico in piazza San Babila

Eccoci invece all’appartamento più caro di Milano, una mega residenza che si trova all’angolo tra corso Vittorio Emanuele, piazza San Babila e corso Europa, appartenuta alla famiglia Gucci. Si estende su una superficie di 1.770 mq, con tre piani e un attico con vita sull’intera città, terrazzo e piscina. uno reso unico da ben 37 finestre che offrono una spettacolare vista su tutta la città, l’altro provvisto di un immenso terrazzo e infine l’ultimo, con un tetto di 800mq che ospita un giardino, una piscina, una cucina e un bar. 

L’acquisto è stato perfezionato nel 2022, si dice per un valutazione intorno ai 20 milioni di euro, all’indiano Rishal Shah fondatore di una multinazionale farmaceutica.

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# Villa del Platano di Santo Versace nel cuore di Brera: 33 milioni

Villa venduta a Milano

Nel 2022 ha trovato finalmente un acquirente anche Villa del Planato. La dimora di lusso milanese di Santo Versace, fratello di Gianni e Donatella, è passata di mano dopo diversi tentativi andati a vuoto. Si trova nel cuore di Brera, a pochi passi da via Manzoni e via Monte Napoleone e si compone di 8 camere da letto, 10 bagni, un garage per 6 auto da 120 mq ma anche una Spa, una palestra, una zona per il personale di servizio. In totale sono 4 piani, oltre 2.000 mq complessivi, di cui 442 mq di giardino e 400 mq di terrazza panoramica. 

Rispetto alla prima quotazione di 49 milioni di euro, è stata venduta alla cifra, sempre record, di 33,3 milioni euro a un fondo di private equity londinese. La società di intermediazione che ha gestito la trattativa, Coldwell Banker Commercial, non ne ha però svelato il nome.

Leggi anche: VENDUTA la VILLA più COSTOSA messa sul MERCATO a Milano (FOTO GALLERY)

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FABIO MARCOMIN

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VISIONI della MILANO del FUTURO: città SUPER GREEN o APOCALITTICA?

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Antonio Bocola

Opposti scenari per il futuro di Milano secondo le visioni di Antonio Bocola: le due diverse gallery dalle sliding doors del futuro. 

# MILANO SUPERGREEN: LA GALLERY

# MILANO APOCALITTICA: LA GALLERY

Continua la lettura con: Le opere che rivoluzioneranno Milano nei prossimi 5 anni

MILANO CITTA’ STATO

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Che cosa OSSERVA l’OSSERVATORIO in GALLERIA

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Foto Andrea Zoppolato - Osservatorio Prada

Percorrendo la Galleria Vittorio Emanuele II insieme alle vetrine dei ristoranti e dei più grandi brand della mano ci si imbatte in qualcosa di atipico. L'”Osservatorio” della Fondazione Prada. Di che cosa si tratta si chiedono i passanti?

Che cosa OSSERVA l’OSSERVATORIO in GALLERIA

# L’ultimo spazio dedicato alla cultura di Fondazione Prada

Foto Andrea Zoppolato – Osservatorio Prada

Guarda tutti dall’alto da dentro la Galleria Vittorio Emanuele. Si tratta dell’Osservatorio, l’ultimo spazio dedicato alla cultura, nello specifico alla fotografia, inaugurato da parte di Fondazione Prada nel 2016. Si trova al livello della cupola in vetro e ferro, al quinto e al sesto piano di uno degli edifici principali della Galleria, dove Prada ha già un negozio uomo e la Pasticceria Marchesi nel mezzanino. Proprio di fronte invece si trovano le vetrine di Prada donna dove oltre 100 anni fa è iniziata la storia della casa di moda.

# Cemento, vetro e legno

Credits iambytn IG – Osservatorio

Gli ambienti sono stati sottoposti a un restauro mettendo a disposizione una superficie espositiva di 800 mq sviluppata su due livelli. Sono stati preservati le strutture verticali portanti in cemento armato a vista e i solai in legno e laterizio consolidati con elementi in ferro. Il parquet dei pavimenti proviene dal recupero di vecchi appartamenti e uffici dei piani sottostanti, mentre i prospetti che si affacciano sulla cupola della Galleria si configurano come ampie vetrate. Tutto lo spazio presenta voluti riferimenti alla sede di Largo Isarco progettata da Rem Koolhaas con l’acciaio e l’ispirazione post industriale si abbina all’eleganza e al calore del legno posato a lisca di pesce.

Leggi anche: L’open air più STILOSO di Milano: inaugura il CINEMA all’APERTO di FONDAZIONE PRADA

# Lo scopo dell’Osservatorio

Credits mar.contrario IG – Osservatorio

Nello specifico l’Osservatorio è una piattaforma di libero pensiero dedicata alla sperimentazione dei linguaggi visivi e alla ricerca sulle possibili intersezioni e collisioni tra la tecnologia e le varie espressioni culturali. Al suo interno vengono organizzate mostre collettive e personali di autori italiani e internazionali e il suo nome allude sia alla sua posizione fisica che al ruolo suo e della fotografia nei confronti del mondo. Un luogo un tempo inaccessibile ai milanesi è diventato uno dei riferimenti culturali della città.

Continua la lettura con: Il nuovo MUSEO d’ARTE in corso Venezia: da 3.000 anni fa al Novecento

FABIO MARCOMIN

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I MISTERI delle COLONNE di Milano

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Colonne di San Lorenzo

La memoria storica delle più celebri colonne di Milano. 

I MISTERI delle COLONNE di Milano

Il periodo medievale a Milano ha lasciato molte credenze e testimonianze di un passato oscuro: sorgono inaspettate nel centro storico basiliche millenarie che celano, dietro le loro imponenti strutture, diverse leggende ma anche storie vere che parlano di Santa Inquisizione e di caccia alle streghe, fino a toccare la soglia del periodo rinascimentale con la terribile pestilenza del “morbo spagnolo,”  la peste, che provocò la morte di quasi la metà degli abitanti della città. Stesso discorso vale per le colonne di San Lorenzo, testimoni di un passato tanto glorioso quanto misterioso.

# Le colonne di San Lorenzo

Antica costruzione di epoca tardo romana di Milano, situate di fronte alla basilica omonima le colonne più celebri di Milano rappresentano i migliori reperti superstiti della Milano imperiale. Sono 16 colonne in marmo di Musso e provviste di capitelli corinzi, più una più piccola posta sopra l’arco al centro delle due file che compongono il colonnato. Gli edifici originari da cui provengono sono da datare non oltre il II o III secolo dC e il progetto originale quasi certamente era votato al completamento del patio della basilica di San Lorenzo, terminata proprio all’inizio del V secolo, mentre la collocazione attuale fu completata solo cento anni più tardi grazie all’arco che avrebbe cinto i due colonnati. La piazza attorniata da palazzoni popolari è stata rinfrescata abbattendo obsoleti edifici nel periodo compreso fra le due guerre mondiali, in modo tale da potergli conferire più spazio e dotarlo di quella monumentalità che con i decenni, grazie al meraviglioso scorcio di Corso di Porta Ticinese, la vicina Piazza Vetra e le luci soffuse di Milano la sera, avrebbero contribuito a rendere San Lorenzo luogo di incontro per compagnie di tutte le età e fulcro indiscusso di leggende metropolitane milanesi.

# Il lazzaretto

Fra le tracce rimaste del colonnato originale vi sono anche alcuni resti dell’anfiteatro dove si svolgevano i combattimenti dei gladiatori e la piccola cappella di sant’Aquilino con i suoi splendenti mosaici. Ed è proprio lì a due passi, camminando verso Largo Carobbio che nei secoli ha preso piede la prima vera credenza popolare meneghina dal sapore decisamente inquietante. Secondo la leggenda, infatti, nelle notti di nebbia fitta di ormai decenni or sono la sera qualcuno ha giurato di udire i lamenti dei lebbrosi. Molti appassionati di storia antica ricorderanno che a pochi passi da qui sorgeva l’antica Porta Orientale, demolita nell’assedio di Milano del 1162, ed è proprio qui che si trovava l’antico lazzaretto di Milano, ovvero il lebbrosario dedicato alla cura e alle degenza dei malati di questa terribile piaga medioevale che, assieme alla peste, decimarono larga parte della popolazione italiana ed europea. Non è un caso che l’antica Porta Orientale posta a un tiro di schioppo a nord del Duomo coincidesse poi con quella che sarebbe diventata via Alessandro Manzoni. Ovvero, il più grande cantore e narratore delle piaghe della popolazione lombarda e milanese nel capolavoro assoluto della letteratura italiana che tutti conoscono: i Promessi Sposi.

# La colonna del Verziere

La Colonna del Verziere (già chiamata Colonna della Vittoria) si trova non a caso fra il Verziere e Corso di Porta Vittoria e per la precisione in Largo Augusto, alle spalle della Madonnina che svetta sul Duomo. Completata nel 1673 da Giovanni Battista Vismara, la colonna divenne il luogo prediletto alla base della quale i combattenti patriottici milanesi e gli orfani del collegio Martinitt si recavano a morire, feriti dalla polvere da sparo dei moschettoni austriaci, durante le Cinque Giornate. In occasione del tredicesimo anniversario, il 18 marzo 1861, l’allora sindaco di Milano Antonio Beretta inaugurò le targhe in bronzo con i nomi di 352 caduti del 1848. Le celebrazioni in ricordo del 18 marzo 1848 si tennero presso questa colonna fino al 1894, mentre l’anno dopo fu inaugurato il Monumento alle Cinque giornate ed infine, nel XX secolo, la statua del Redentore in ceppo fu sostituita da una copia in bronzo ottenuta da un calco dell’originale.

# La colonna del Diavolo

sculture

Se a Milano il lazzaretto era originariamente destinato al ricovero e alla quarantena dei malati di peste, diventando poi sinonimo di luogo in cui venivano curate malattie infettive e contagiose, nonché, per estensione, di spazio pieno di miserie e squallore indicibile, è pur certo che attorno alle colonne di San Lorenzo, oggi sede di ritrovi notturni scatenati (a volte anche troppo) le leggende metropolitane fioccano. Nell’Alto Medioevo la vicina Piazza Vetra, era il luogo preferito dall’Inquisizione per bruciare vive presunte streghe e fattucchiere. Poco distante invece, è un’altra colonna che racchiude la storia più curiosa di Milano. Adiacente alla la Basilica di Sant’Ambrogio dedicata proprio al santo patrono della città di Milano c’è la Colonna del Diavolo, una colonna di epoca romana con due grossi fori ad altezza d’uomo. La leggenda locale narra che una mattina Sant’Ambrogio incontrò Satana, il quale tentò di convincerlo a rinunciare al suo compito di vescovo. Sant’Ambrogio lo colpì con un calcio, facendolo sbattere con le corna contro la colonna. Il diavolo rimase incastrato nella colonna fino al giorno dopo, quando scomparve proprio all’interno di uno dei due fori.

Continua la lettura con: I fantasmi più terrificanti di Milano

CARLO CHIODO

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Liliana FELDMANN: la VOCE di Milano

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Credits: @Fabu022 Liliana Feldmann

Nacque a Milano il 29 dicembre 1926, la sua casa era in Corso di Porta Romana al civico 60. Durante la guerra il palazzo dove abitava venne bombardato, lei aveva 16 anni e una sua zia, per farle superare i problemi economici che afflissero la famiglia dopo il disastro bellico, la aiutò ad iscriversi ad un bando per giovani interpreti radiofonici, alla Eiar. Lo passò.

Liliana FELDMANN: la VOCE di Milano

# Debuttò  a soli due anni

Credits: @doppiaggio
Liliana Feldmann

Parliamo di Liliana Feldmann, attrice teatrale, doppiatrice, cantante e, appunto, conduttrice radiofonica. A dire il vero il padre (Dante) e la madre (Pina Granata), erano attori dialettali milanesi. Dante aveva interpretato il “Meneghino”, ideato da Carlo Maria Maggi. Liliana debuttò su un palco molto piccola: “avevo due anni e tre mesi, mi coinvolsero quelli della compagnia di prosa dialettale “La Stabile””, dichiarò la Feldmann negli anni novanta. La compagnia di allora era al Teatro Principe, in viale Bligny. Si definiva “ape operaia” dello spettacolo, per quella sua ostinata volontà di magliorarsi attraverso il duro lavoro. Che dimostrò già appena entrata all’Eiar: “era il 1943, cantavo canzoni in italiano, milanese e in tedesco, per via dell’alleanza con la Germania”. Allora l’emittente radiofonica di Stato era in via Morvione, poi, dopo la guerra, passò in Corso Sempione 27.

# “Io, interpretando la volontà del pubblico, chiedevo al Sindaco di mettere a posto la città”

Credits: inews24.it
Liliana Feldmann

Finalmente la guerra finì, all’Eiar si iniziò a respirare aria di cambiamento e d’innovazione. Nel 1949, all’Eiar di Milano, iniziarono le prime trasmissioni di commedie e programmi dialettali: i prodromi furono “Siamo tutti milanesi”, “Ciciarem un cicinin” e “Quatar pass in galeria”, tutti lavori radiofonici che si tenevano in diretta la domenica pomeriggio, dove si trattava la nostra città e i suoi problemi con spirito ironico e satirico. “In una di queste trasmissioni avevo una rubrica in cui i cittadini potevano scrivermi tutto ciò che volevano, io, interpretando la volontà del pubblico, chiedevo al Sindaco di mettere a posto la città“.

Liliana Feldmann ha tenuto a battesimo la TV, lavorando nelle prime trasmissioni televisive che si svolgevano a Torino; era tutto molto sperimentale, e proprio per questo, molto coinvolgente. “Partivamo da Milano per andare a Torino a girare le trasmissioni, poi si tornava indietro in giornata”. In TV incontra Mike Bongiorno, allora giovanissimo emergente che dimostrava già talento nella conduzione dei quiz. “In televisione si svolgevano le commedie in tre atti, come a teatro, con gli intervalli tra un atto e l’altro, però senza pubblicità, come adesso”.

# Inizia l’epoca del doppiaggio e della radio

Credits: wikipedia.org
Liliana Feldmann

Alla Rai conobbe Dario Fo, Franco Parenti, Walter Marcheselli, Fausto Tomei, Evelina Sironi, Nino Bianchi e Marco De Angeli, tutti pionieri della tivù pubblica. Per Liliana inizia l’epoca del doppiaggio e del cinema: sue erano le voci di Geraldine Page e Jeanne Moreau, mentre al cinema recita in quattro lavori, tra cui “Walter e i suoi cugini”, del 1961, film commedia che voleva “sfottere” “Rocco e i suoi fratelli”, al fianco di Walter Chiari, Ave Ninchi e Carlo Delle Piane. In TV è protagonista in sette trasmissioni, mentre non si fa scappare le opportunità che le arriveranno dalla radio. Naturalmente la carriera di Liliana Feldmann vede la presenza di tanto teatro, indole famigliare.

Decise di trascorrere la vecchiaia a Lugano: morì a Brusimpiano, località italiana, sul lago di Lugano, all’età di 95 anni. Era il 15 settembre 2020. Nel 1996 l’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfato la nominò “Grande Ufficiale”.

FABIO BUFFA

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Le MILAN PLAQUES: le targhe degli ABITANTI ILLUSTRI di Milano (MAPPA)

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Credits: orticamemoria.com Dialoghi: Rap a Milano - Murales Ortica

Ricordo quando ero a Londra e nelle interminabili passeggiate che facevo lo sguardo si posava assai spesso su delle targhe blu, dalle scritte bianche, recanti i nomi di personaggi più o meno famosi che all’interno di quelle mura avevano trascorso tutta o parte della loro vita.
Sono le London Blue plaques, targhe commemorative dedicate a personaggi storici che hanno abitato dietro quei muri di cui si occupano organismi come la English Heritage, che nel 2016 ha celebrato il 150’ anniversario con la posa di una nuova targa. Le blue plaque esistono dal 1867 e da allora sono diventate in tutta Londra circa 900. La prima, posata era dedicata al poeta George Byron.

Poiché Milano, come Londra, è una città che ama ricordare e ripercorrere la sua storia anche attraverso quella dei suoi illustri abitanti, abbiamo pensato di suggerirvi un percorso della città da fare rigorosamente a piedi (viva lo “slow motion”, che non inquina e non fa sudare), attraverso le targhe commemorative di famosi personaggi e che in città sono tante, anche se spesso passano inosservate.

Le MILAN PLAQUES: le targhe degli ABITANTI ILLUSTRI di Milano (MAPPA)

In un tentativo di unire e trovare un filo rosso che collega la Milano che cambia e si trasforma con la Milano che ha visto la storia passare fra le sue mura grazie alla presenza di alcuni dei grandi del mondo, vogliamo proporre una passeggiata alla ricerca delle targhe di politici di spicco, di grandi compositori e musicisti, di scrittori e poeti, di artisti, di registi e attori. Di seguito trovate i nostri suggerimenti, per gli altri perché non pensare a una bella caccia al tesoro estiva?

# Zona Porta Volta: Ho Chi Min

Partendo da zona Porta Volta, in un’area dominata oggi dall’imponente piramide di vetro della nuovissima Fondazione Gian Giacomo Feltrinelli, dopo una visita alla nuova costruzione, vi suggeriamo una sosta alla Trattoria della Pesa dove fra un risotto e un bicchiere di vino, alzando lo sguardo, incastonata fra Viale Pasubio e Via Maroncelli, troverete una targa in memoria di Ho Chi Min, rivoluzionario e uomo politico vietnamita, presidente del Vietnam del Nord fino alla morte che sostenne l’azione del Viet-cong contro il governo di Saigon appoggiato dagli USA, recante la seguente scritta “Questa casa fu frequentata dal presidente Ho Chi Min durante le sue missioni internazionali negli anni ’30, in difesa delle libertà dei popoli. Nel centenario della nascita 1880 -1990.”

# Quadrilatero della Moda: Giuseppe Verdi

In pieno quadrilatero della moda, non appena le vetrine vi avranno stancato, alzando lo sguardo in Viale Manzoni troverete una targa a Giuseppe Verdi, il più famoso compositore italiano, ancora oggi ammirato in tutto il mondo, che nacque a Le Roncole, vicino Busseto (Parma) il 10 ottobre 1813. A lui in città sono dedicate ben due targhe anche se i luoghi di Verdi a Milano sono innumerevoli a cominciare dalla Casa di riposo per Musicisti in piazza Buonarroti. Le targhe si trovano: la prima al Carrobbio, in via Cesare Correnti 15, dove il ventiseienne compositore va ad abitare nel 1839 con la moglie Margherita Barezzi e il figlioletto di un anno che moriranno poco dopo. La seconda lapide è in via Manzoni 29, sulla facciata del Grand Hotel Et De Milan che dal 1872 lo ospita quand’è in città, nella suite 105, dove muore il 27 gennaio 1901. Verdi, anche se non fu ammesso al Conservatorio di Musica di Milano avendo già superato il limite d’età, maturò in questa città una formazione musicale più profonda quando dal 1832 al 1835 decise di studiare contrappunto con Vincenzo Lavigna che era stato clavicembalista al Teatro La Scala. Per il primo anno di studi Verdi usufruì di un finanziamento da parte di Barezzi, mentre negli anni successivi ottenne un considerevole aiuto economico da una borsa di studio del Monte di Pietà di Busseto. A Milano Verdi fu un assiduo frequentatore di teatri e in questo modo ebbe la possibilità di conoscere il repertorio operistico del suo tempo.

# Centro storico: Giacomo Leopardi

Poco distante da Viale Manzoni, in via Grossi 2, a venti metri da dove nel 1867 verrà inaugurata la Galleria Vittorio Emanuele II, è ospite dal 30 luglio al 26 settembre 1823 Giacomo Leopardi, messo sotto contratto dal tipografo Antonio Fortunato Stella (futuro editore delle sue Operette morali) per curare due antologie letterarie e un commento al Canzoniere petrarchesco. Proprio Milano, nel lontano 1816 aveva offerto al giovane contino recanatese la possibilità di pubblicare il suo primo scritto di un certo valore (la traduzione del primo libro dell’Odissea). Attenzione però alle parole che usa Leopardi per descrivere il suo soggiorno a Milano, la città non ne esce molto bene, ma forse è un invito a riflettere che ancora oggi potrebbe non far male alla nostra città.“Qui mi trovo malissimo e di pessima voglia, scrive a Pietro Brighenti l’8 agosto ’25; “Io vivo qui poco volentieri e per lo più in casa, perché Milano è veramente insociale”, ribadisce a Carlo Antici il 20 agosto ’25; e infine, scrivendo il 7 settembre ’25 sempre a Carlo, traccia un giudizio impietoso sul proprio soggiorno: “Quel che ti scrissi di Milano [che fosse “uno specimen di Parigi”], fu una mia osservazione precipitata. Il fatto si è che in Milano nessuno pensa a voi, e ciascuno vive a suo modo anche più liberamente che a Roma. Qui poi … non v’è neppur una società fuorché il passeggio ossia trottata, e il caffè … Roma e Bologna, in questo, sono due Parigi a confronto di Milano. Vedi dunque quanto io era lontano dal provare il senso dello scoraggiamento per non poter far figura in un luogo dove nessuno la fa, e dove centoventi mila uomini stanno insieme per caso, come centoventi mila pecore.” (Da Internet culturale, Viaggio nel testo di Giacomo Leopardi).

# Sant’Ambrogio: Francesco Petrarca

Vicino alla pluri-visitata Basilica di Sant’Ambrogio ecco una chicca per voi che amate scoprire Milano anche attraverso le persone che la hanno vissuta e le targhe che le ricordano. Una targa in particolare ricorda che Francesco Petrarca ha soggiornato a Milano per sei anni dal 1353, in via Lanzone 53, dove oggi c’è il collegio delle Congregazione delle Orsoline di San Carlo. L’istituto Orsoline di San Carlo ha sede dal 1844 in un edificio con chiostro interno che racchiude diversi reperti di valore artistico. L’antica Chiesa, dedicata a San Michele sul Dosso, è il cuore dell’Istituto. La sua origine, forse in età longobarda, si perde tra storia e leggenda. L’attuale aspetto architettonico risale al XV secolo e lo stesso Francesco Petrarca, in una sua lettera, documenta di aver abitato in una casa vicino alla chiesa, di fronte alla Basilica di Sant’Ambrogio.

# Brera: Albert Einstein

Facendo un salto nel tempo – per non dimenticare che anche il ‘900 è stato un secolo di grandi personaggi – scopriamo che dai 15 ai 21 anni, cioè dal 1894 al 1900, un altro personaggio leggendario risiede a Milano con la famiglia, in via Bigli 21 angolo via Manzoni, come certifica una lapide sul palazzo. È Albert Einstein il cui padre Hermann, per chi abbia voglia di farsi un giro al Cimitero Monumentale, è lì che è sepolto il padre di cotanto scienziato, era emigrato da Monaco di Baviera per avviare nel 1889 una ditta di motori elettrici e dinamo in via Antonio Lecchi 16, in zona Naviglio Pavese. Il futuro Nobel per la Fisica 1921 ama la città, ma soprattutto le solitarie camminate nella Pianura Padana: una volta attraversa addirittura l’Appennino a piedi, con una lunga marcia da Voghera a Genova.

# Duomo: Ernest Hemingway

Altra scoperta inaspettata: dietro a piazza Duomo, in via Armorari 4 angolo via Cesare Cantù, nel palazzo all’epoca temporaneamente trasformato in ospedale dalla Croce Rossa statunitense, nell’estate 1918 trascorre tre mesi di convalescenza dopo essere stato ferito dagli austriaci a Fossalta, lungo l’argine del Piave, uno dei tanti eroici “ragazzi del ‘99”: il volontario barelliere Ernest Hemingway, futuro premio Nobel 1954 che si innamora di un’ infermiera, l’americana d’origine tedesca Agnes von Kurowsky, che alla fine non mantiene la promessa di sposarlo. La loro passione ispirerà nel 1929 uno dei romanzi più celebri di Ernest, Addio alle armi.

# Il triangolo stellare: Quasimodo, Montale, Toscanini

A Milano hanno vissuto a lungo altri due Nobel per la Letteratura: in corso Garibaldi 16 il ragusano di Modica Salvatore Quasimodo (premiato nel 1959), che dal ’41 fino alla morte nel 1968 insegna Letteratura italiana al Conservatorio Verdi. E in via Bigli 15 il genovese Eugenio Montale (premiato nel 1975), assunto a 52 anni nel 1948 come redattore ordinario al Corriere della Sera. Arturo Toscanini vive in via Durini 20, dietro a San Babila, dal 1908 al 1957 (con la sola interruzione di un periodo trascorso in America per ragioni politiche durante il fascismo) nel seicentesco Palazzo Mombelli, l’unico in città con un fascinoso balcone andaluso in ferro battuto sopra al portone.

# Giacomo Puccini e Filippo Marinetti 

In via Solferino, ma al civico 27, c’è anche la prima casa (dal 1887 al 1900) di Giacomo Puccini, poi trasferitosi, sempre in affitto, di fianco alla Scala, in via Verdi 4, all’ultimo piano del quattrocentesco Palazzo Talenti. In effetti il compositore aveva già abitato a Milano da ragazzo. In Via Solferino nacquero i canti immortali di Manon Lescaut, Boheme e Tosca. In Corso Venezia 23 visse Filippo Tommaso Marinetti, c’è una lapide ad indicare che lìi nel 1905 vi fondò la rivista Poesia, organo ufficiale del Futurismo.

# Alessandro Manzoni

Naturalmente non si può chiudere una carrellata di personaggi famosi che hanno vissuto a Milano e che la città ricorda con delle targhe, senza citare il milanesissimo Alessandro Manzoni. Al sommo scrittore sono dedicate parecchie targhe sui palazzi, da quella in via Visconti di Modrone 16 (dov’è nato nel 1785) fino a quella in via Gerolamo Morone 1 (dov’è morto nel 1873), la sua casa-museo restaurata e a due passi dalla Scala.

# Corso Venezia: Napoleone

Fra i grandissimi personaggi storici e condottieri poi va ricordato anche Napoleone Bonaparte entrato a Milano per la prima volta nel maggio 1796, che dimora con i suoi generali e la moglie Giuseppina a Palazzo Serbelloni in corso Venezia 16, proprio dove fino al 2010 c’è stata la sede del Circolo della stampa. Nel 1805, in Duomo, si proclama re d’Italia ponendosi sul capo la corona ferrea di Carlo Magno, poi va a vivere nella reggia di Monza e lascia la Villa Reale di via Palestro al vicerè Eugenio Beauharnais, figlio di primo letto di Giuseppina. Ma resta comunque legatissimo alla città e ai milanesi, ai quali regala, oltre a molte innovazioni urbanistiche, un po’ di frescura estiva facendo piantare migliaia di platani.

# Leonardo Da Vinci

Naturalmente abitò a Milano anche il più grande di tutti i tempi: Leonardo Da Vinci (1452 – 1519). Lodovico il Moro lo chiamó per venire a casa sua nel 1482 e Leonardo da Vinci stette lí per quasi 20 anni. Lasció molte della sue opere d’arte a Milano, per esempio il Codex Atlanticus, che adesso risiede nella Biblioteca Ambrosiana e L’Ultima Cena nella Chiesa Santa Maria delle Grazie.

(credits Milano Post – Internet Culturale)

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FRANCESCA SPINOLA

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Il PAN di ZUCCHERO sopra LUGANO da cui si vede MILANO

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Là in fondo c'è Milano (4)

A un’ora da Milano si può vedere Milano. Addirittura da una terra straniera. Il punto di osservazione è straordinario, forse unico. Così come la forma del monte che consente questo panorama. 

Il PAN di ZUCCHERO sopra LUGANO da cui si vede MILANO

# Un piccolo Paradiso

Si può arrivare in auto o in treno: da Milano alla stazione di Paradiso, il quartiere-comune di Lugano più amato da chi ama poco il fisco italiano. Paradiso è infatti celebre per essere un piccolo paradiso fiscale in una nazione scelta da molti italiani facoltosi proprio per le basse tasse. La Confederazione Elvetica ha un sistema capovolto rispetto a quello italiano: mentre in Italia tutto è concentrato nelle mani di Roma che riceve le imposte versate dai cittadini per poi redistribuirle in parte attraverso le regioni, in terra Svizzera capita l’opposto. La massima autonomia viene goduta dai comuni e, poi, dai cantoni. Solo le competenze che i comuni decidono di non gestire vengono poi passate al livello superiore. E questo determina una sorta di competizione al rialzo tra ogni singolo comune, per i servizi offerti e per i benefici fiscali applicati. Una competizione vinta da Paradiso che, infatti, ospita tantissimi italiani, più o meno noti. Tra cui Mina. Ma questa è un’altra storia. Torniamo al panorama. Perché da Paradiso si raggiunge il Paradiso.

# La terza grande passione degli svizzeri

Insieme all’autonomia dei territori e alle basse tasse, gli svizzeri hanno un’altra passione: le funicolari. Mentre in Italia le trascuriamo, spesso le lasciamo chiuse, come è il caso della funicolare Santa Margherita- Lanzo d’Intelvi proprio di fronte a Lugano, dall’altra sponda del lago, in Svizzera le funicolari sono delle grandi attrazioni turistiche. Addirittura i bar le usano come dehors, come questo a Lugano: 

Tra le funicolari a Lugano e dintorni ce ne sono tre che sono tra le più amate dall’intera Svizzera. La prima in realtà un treno a cremagliera che porta al Monte Generoso, vetta che segna il confine tra Italia e Svizzera. Vetta che sul versante italiano si può raggiungere solo mettendosi le gambe in spalla e camminando un paio d’ore dal parcheggio auto, sul versante in Svizzera invece la si raggiunge con questo splendido trenino al cui arrivo si viene accolti da un albergo considerato un’opera d’arte dell’Archistar Botta. Ma ancora stiamo finendo fuori tema. Le altre due funicolari partono da Lugano: una conduce al Monte Brè, l’altra, al lato opposto della città, si arrampica sulla cima del Monte San Salvatore, un magnifico promontorio considerato patrimonio dell’Unesco. 

# L’ultima fermata prima del Paradiso

Funicolare Paradiso (Lugano) – Monte San Salvatore

Si sale con la funicolare. La linea non è elettrificata e le due carrozze sono collegate tramite un’unica fune traente di acciaio di 1650 metri di lunghezza. Il tettuccio trasparente e i finestrini offrono una visione panoramica dovunque ci si trovi al suo interno. Costa un botto: 22 franchi, circa 22 euro, la sola andata che dura pochi minuti. Una cifra che però vale non tanto il viaggio ma l’arrivo. 

La cima è da secoli è considerata da secoli un autentico paradiso. Quasi letterale. Già nell’anno 1200 i pellegrini scalavano a piedi la cima del monte, per rendere onore al figlio di Dio, che secondo un’antica leggenda avrebbe fatto qui una breve sosta nell’ascensione al cielo. L’ultima fermata prima del Paradiso vero. Ma non è solo un piacere metafisico quello che si ritrova in vetta. 

# “Questo momento tra i più belli e indimenticabili della propria vita”

Vista dal Monte San Salvatore: Lugano – In fondo Porlezza

Si scopre infatti uno dei punti panoramici più belli dell’intero arco alpino. “Si deve essere stati quassù personalmente, se ci si vuole fare un’idea di tutta la sua grandiosità e magnificenza, e allora si annovererà questo momento fra i più belli e indimenticabili della propria vita”, scrisse Lorenz Hirschfeld, filosofo paesaggista tedesco del 18° sec. La caratteristica principe è la possibilità di godere il panorama a 360 gradi. Non capita come sulle vette consuete dove ci si ritrova con la visuale almeno coperta da altri monti. In questo caso la vista si apre su tutti i lati, perchè il monte è un promontorio che nasce in mezzo al nulla, viene chiamato pan di zucchero della Svizzera e ricorda in piccolo quello più celebre che domina Rio de Janeiro. In questo caso in cima non c’è il Cristo ma una chiesa sul cui tetto si può accedere come punto più alto. Non solo.

# In fondo lo Skyline di Milano

Là in fondo Milano (3)

Sulla cima del monte è stato tracciato un percorso che alterna punti panoramici con immagini celebrative di un altro grande amore che riempie d’orgoglio il petto degli svizzeri: le ferrovie. Che bello se sapessimo valorizzare come loro  le nostre bellezze nei punti più frequentati dai turisti internazionali. E di turisti c’è pieno sul Monte San Salvatore, affascinati dalla vista che mette anche un po’ di nostalgia. Sì, perchè dalla cima, se la giornata è azzurra, insieme ai diversi rami del lago di Lugano, che è un piccolo lago di Como rovesciato, insieme al Monte Rosa e alle cime della Val d’Aosta, insieme alle vette della Valtellina e dei Grigioni, in fondo, verso Sud, si intravedono i grattacieli dello Skyline di Milano. 

# Il sentiero fino al “villaggio più bello della Svizzera”

Credits: @julesvernetravel
Morcote

Ma non c’è solo la vista spettacolare sul Monte San Salvatore. Un grande classico è scendere a piedi, ma non rientrando a Paradiso, ma dal lato opposto, percorrendo il promontorio sul sentiero in mezzo agli alberi che conduce al paese di Carona da cui si può scendere a Melide, ai bordi del lago, oppure proseguire fino a Morcote, “il villaggio più bello della Svizzera”, sul punto più settentrionale del promontorio. Atmosfere che ricordano il promontorio di Portofino. Vero che lo spettacolo del mare e della costa ligure sono impareggiabili. Ma vuoi mettere la vista di Milano dalla cima?

Gallery: 

 

Continua la lettura con: Lugano e il profumo della libertà

Le altre località del giorno (per una gita da Milano):

AddaBiella, Brescia, BrunateGenova, ComoOrrido di NessoCrespi d’AddaTorrechiara, il parco speleologico di Dossena, il Castello Medievale, Civate e il lago più vicino a MilanoCassinetta di Lugagnano, Oasi Zegna, BormioLucchio, i Dolmen d’Italial’altra Santa MargheritaVal CavargnaLabirinto della MasoneCornello dei Tasso, Bellano, il Giardino delle Grotte, il parco dei dinosauri, la spiaggia più piccola del mondo, l’orrido di Nesso, il passaggio segreto sul lago di Como, il presepe sommerso, Isola Comacina, la Mini Toscana della Brianza, il ponte tibetano più alto d’EuropaRasigliaMerate e la piccola Lourdes, la piscina sul lagoVal Bavona, le Marmitte dei GigantiIsolino Virginia- l’isola di LotoLuganoil borgo superocolorato di PomponescoMeranoIsole Caraibiche della LombardiaMorcote il villaggio più bello della Svizzera, MantovaIncisioni Rupestri della ValcamonicaLeccoMandello del LarioPeccioli borgo medievale dell’arte contemporanea, lo Snow Chalet di LivignoTizzano Val Parma, il 09, l’AcquaworldGrotte di SoprasassoSankt Moritz, la Valle di Preda Rossa, la Casa dei Maghiil fiordo norvegese d’Italia di Crap de la ParèCiaspolate vicino a Milano, il lago alpino più bello del mondo, la strada del Prosecco, il Treno del Nataleil capolavoro del Cinquecento GualtieriLago di CarezzaMoltrasio “il borgo dell’amore”Villa SelvaticoCastel Savoia la reggia della Regina MargheritaGlacier ExpressCourmayeur, la Spa più divertente d’Europa, la Pozza di LeonardoMartello il Comune che non parla italianoLa funicolare cabriolet di Grimselwelt, Val Sanagra, Giardino Rossini, Noli, le “FilippineItaliane”Lodi, PaviaVigevanoBobbio, La savana di Cumiana, MonzaValsassinaBardineto il villaggio dei funghiValle d’Intelvi, Maranello, La terrazza del brivido di Tremosine, Ricetto di Candelo, Madonna di CampiglioVal Vigezzo la valle dei pittoriPunta SassoBubble Room, Portofino, BellagioLegnanoSottomarinaLe 5 TerreBroloPreda RossaLomelloBergamoIl castello da fiaba di MadruzzoGaggioPusianoGera LarioChamoisLerici

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Queste sono le PIAZZE più AMATE dai MILANESI

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Credits: @danybrasy3 Piazza Tommaseo

In un sondaggio i milanesi hanno risposto alla domanda aperta: “qual è la piazza che ami a Milano?”. A dominare nei risultati sono queste dieci. 

Queste sono le PIAZZE più AMATE dai MILANESI

# Piazza San Fedele, il salotto “open air” di Milano

Credits: @persiguetusuenos
Piazza San Fedele

Tra la chiesa omonima, il retro del Palazzo Marino e l’Auditorium e galleria San Fedele, c’è una delle piazze più belle della città, se non la più bella (almeno secondo i risultati del sondaggio). Stiamo parlando di Piazza San Fedele, la piccola piazza che racconta un pezzo di storia e di memoria di Alessandro Manzoni. Al centro della piazza vi è infatti la statua a lui dedicata, ma forse non tutti sanno che Manzoni era solito frequentare la chiesa sullo sfondo della piazza e che è proprio dopo una caduta sui gradini d’ingresso di questa bella e imponente chiesa che lo scrittore morì. Ancora oggi la piazza è considerata un “salotto” all’aria aperta: tipica la pausa pranzo mangiando i panzerotti di Luini sui gradini della chiesa o sotto la statua di Don Lisander. 

Leggi anche: Manzoni morì in seguito a una caduta a San Fedele

# Piazza Sant’Alessandro, atmosfere romane in pieno centro

Credits: @m.giaggia
Piazza Sant’Alessandro

Un angolo di Roma a Milano. Piazza Sant’Alessandro è un’isola di tranquillità dove sembra di ritrovarsi nella Capitale invece che in pieno centro a Milano. Incastonata tra via Torino e piazza Missori, è ricca di storia e di monumenti che la raccontano. Su piazza Sant’Alessandro si affaccia l’omonima chiesa costruita nel 1600 (in realtà qui c’era già una chiesa edificata nel IX secolo ma successivamente sostituita con quella attuale). Al lato c’è poi un edificio dell’università Statale e proprio davanti alla chiesa si trova il Palazzo Trivulzio, sistemato nel Settecento, all’interno del quale era custodita la collezione trivulziana, ora in parte al Castello Sforzesco.

# Piazza Piemonte e i grattacieli gemelli

Credits: @milano.dei.milanesi
Piazza Piemonte

Vicino alla fermata Wagner, dove si incrociano corso Vercelli, via Washington, viale Sardegna e via Buonarroti, Piazza Piemonte è famosa soprattutto per i suoi due grattacieli in stile eclettico che la caratterizzano. I due palazzi non sono perfettamente uguali, vengono soprannominati i “gemelli diversi”. Si tratta di due palazzi progettati da Mario Borgato, costruiti nel 1923 e che sono considerati i primi grattacieli di Milano. All’epoca infatti non era necessario essere alti almeno 50-70 metri per essere definiti tali e quindi, con i loro quasi 40 metri di altezza, gli edifici, in stile parigino realizzati in zona Wagner, potevano essere chiamati veri e propri grattacieli. Sulla piazza si affaccia anche il Teatro Nazionale, uno dei più importanti di Milano, celebre soprattutto per i musical.  

# Piazza Tommaseo e le magnolie in fiore

Credits: @danybrasy3
Piazza Tommaseo

Con le magnolie giapponesi in fiore, piazza Tommaseo in primavera è veramente uno degli spot più belli di Milano. In Primavera, la piazza in zona Venti Settembre, risplende di violetto e colora i suoi edifici in stile liberty. Lo stile eclettico delle case, la chiesa di Santa Maria Segreta, il palazzo sede delle scuole Marcelline catturano i milanesi durante tutti i periodi dell’anno, ma le magnolie in fiore regalano a Piazza Tommaseo una sorta di magia dovuta a tanta bellezza.

# Piazza XXIV maggio, tra il Ticinese e i Navigli

Credits: commons.wikimedia.org
Piazza XXIV maggio

All’incrocio tra corso di Porta Ticinese, la cerchia dei Navigli e la Darsena, è stata definita tra le più caratteristiche e più belle della città. Un tempo chiamata “piazza del mercato di porta ticinese”, proprio perché qui c’era un mercato di frutta e verdura, la piazza si caratterizza per la presenza della porta monumentale progettata dal Cagnola. Forse non tutti sanno che qui c’è l’albero più antico della città: è una quercia piantata nella piazza il 24 maggio del 1924 dall’Ingegner Giunio Capè, per celebrare il ritorno dal fronte della Prima Guerra Mondiale di suo figlio Giuseppe. L’albero ricorda però anche tutti i soldati caduti nei combattimenti.

Leggi anche: La quercia rossa, l’albero più antico di Milano

# Piazza Vetra e una storia fumosa

Credits: @balena43
Piazza Vetra

All’interno del parco delle Basiliche, vicino a due degli edifici religiosi più belli di Milano, la Basilica di Sant’Eustorgio e quella di San Lorenzo Maggiore alle Colonne, si trova Piazza Vetra. Una piazza dalla storia curiosa e che è sempre stata teatro di racconti misteriosi. Qui venivano giustiziate le streghe e negli anni si susseguirono numerosi omicidi, uno di questi è quello della prostituta Rosetta, uccisa da un cliente che a sua volta fu assassinato dalla mala milanese. La brutta fama della piazza continua fino agli anni ’70 del Novecento, quando era teatro di spaccio, rapine e sparatorie. Oggi Piazza Vetra è però un luogo ordinato e piacevole dove stare, tanto che è stata votata dai milanesi tra le più belle piazze in città. Sono le basiliche, il verde e i murales che raccontano la storia di Milano attraverso i ritratti di importanti personaggi storici a renderla tale.

Leggi anche: La piazza del fumo 

# Piazzetta Eleonora Duse, piccolo angolo raffinato del Quadrilatero del Silenzio

Credits: @micolgardoni
Piazza Duse

Per raggiungere questa piazzetta elegante e molto raccolta, partendo da Corso Venezia, bisogna prendere via Tommaso Salvi e dopo pochi metri si arriva in Piazza Duse, in pieno Quadrilatero del Silenzio. Intitolata a una delle donne più influenti nel teatro moderno milanese, celebre amante di Gabriele D’Annunzio, piazza Eleonora Duse è un piccolo angolo di pace in centro città. Si tratta di un rettangolo su cui si affacciano 4 palazzi eclettici, uno per ogni lato. Al centro poi vi sono aiuole e tanto verde (un tempo c’era solamente un parcheggio). Tra i cespugli fioriti e gli eleganti palazzi dei primi del Novecento, il palazzo, che per molti è il più brutto, ma che forse è il più famoso è Palazzo Civita, quello al numero civico 2. Il palazzo è stato costruito intorno agli anni ’30 del Novecento da Gigiotti Zanini, figura di rilievo del “Novecento” milanese. Nella piazza non ci sono panchine, pare sia stata una scelta fatta apposta per evitare che diventi dormitorio di persone indesiderate.

# Piazza Cinque Giornate e le cinque donne simbolo della rivoluzione di Milano

Credits: @naambro
Piazza Cinque Giornate

Tra le piazze più celebri di Milano, nonché tra le più apprezzate dai milanesi, c’è Piazza Cinque Giornate, la piazza che i trova alla fine di Corso 22 marzo e ricorda la lotta per la libertà della città. Era infatti il lontano 1848 quando Milano, stufa di essere dominata dagli Austriaci da 40 anni, decise di insorgere in nome della Libertà. Per ricordare le cinque giornate più celebri della storia di Milano al centro della piazza c’è un monumento. Si tratta di un grande obelisco dove sono rappresentate 5 donne, ognuna ad indicare una delle cinque giornate di Milano e ognuna con il proprio significato: la voglia di insorgere e di chiamare il popolo alla rivolta, il pianto per i caduti nella seconda giornata, la forza di richiamare la gente alla rivolta nonostante le ferite e la fierezza e, infine, le ultime due donne avvolte nel drappo della bandiera, una a sperar nella vittoria e l’altra a suonar la tromba per la vittoria.

# Piazza Baracca e il ricordo del leggendario aviatore

Credits: blog.urbanfile.org
Piazza Baracca

È il monumento a Francesco Baracca, noto aviatore italiano, a dare il nome alla piazza. Piazza Baracca venne intitolata così nel 1931, quando al centro di uno dei due giardinetti della piazza venne posto il monumento raffigurante mezzo busto l’asso dell’aviazione italiana, nonché medaglia d’oro al valor militare nella Prima Guerra Mondiale. Piazza Baracca è un crocevia fisico, ma anche ideale, si trova tra Wagner, Washington e Magenta, in punta a corso Vercelli. Nella zona ci sono edifici che fanno gara per bellezza, tra i più belli c’è quello di via Toti, un palazzo di cinque piani la cui parte inferiore appartiene ad una villa di fine ottocento. Inoltre, piccola curiosità che forse non tutti sanno su Francesco Baracca riguarda lo stemma della sua famiglia. Avete presente il cavallo rampante della Ferrari? Ecco in realtà riprende proprio lo stemma della famiglia Baracca.

# Piazza Duomo, la madre di tutte le piazze

Credits: ilportaledeitreni.it – Palme in Piazza del Duomo

E infine lei, la meravigliosa piazza Duomo. Quando arrivi davanti alla cattedrale, così imponente, non puoi che meravigliarti. E poi qua si respira tutta la magnificenza della città, nonché la milanesità vera e propria. Tra turisti che fanno foto e piccioni che volano da ogni parte, sfrecciano i milanesi da una parte all’altra della piazza che magari sono passati di lì solo per ammirare il loro Duomo. Piazza Duomo non ha proprio eguali.

Continua la lettura con: Il “Foro di Milano”, la piazza più RICCA di STORIA della città

BEATRICE BARAZZETTI

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ALTA VELOCITÀ NAPOLI-BARI: quando ci sarà e quanto ci si metterà

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Credits mobilita.org - Napoli-Bari

Finalmente si accelera dall’Adriatico al Tirreno. I due capoluoghi di regione saranno collegati direttamente da treni veloci dimezzando gli attuali tempi di percorrenza e riducendo così anche la durata dei viaggi con il resto d’Italia. Il punto dell’opera e quando verrà inaugurata.

ALTA VELOCITÀ NAPOLI-BARI: quando ci sarà e quanto ci si metterà

# In corso i lavori per collegare direttamente Napoli e Bari con treni veloci

Credits gruppofs – Cantiere Napoli Bari

Napoli e Bari saranno collegate tramite una linea ad Alta Velocità-Alta capacità ferroviaria che sarà parte integrante del Corridoio ferroviario europeo TEN-T Scandinavia – Mediterraneo. I cantieri proseguono e tra il primo e il due maggio è stato attivato un nuovo tracciato di circa 3 chilometri rispetto alla linea esistente fra Caserta e Cancello, con la conseguente eliminazione di due passaggi a livello nel Comune di Maddaloni. L’attivazione di tutto il tracciato è programmata per il 2027.

Leggi anche: Le GRANDI INFRASTRUTTURE in arrivo che rivoluzioneranno il MONDO

# Un investimento di 6,2 miliardi di euro

Credits mobilita.org – Napoli-Bari

L’investimento complessivo per la realizzazione di questa infrastruttura è di 6,2 miliardi di euro. Si prevede la soppressione di tutti i passaggi a livello presenti sull’attuale linea e della costruzione di una nuova stazione di Hirpinia sulla tratta Apice – Orsara.  Nella tratta Hirpina – Orsara è prevista la realizzazione di una galleria lunga circa 27 chilometri sui 28 complessivi di nuova linee per attraversare gli Appennini. Sulla tratta Napoli – Foggia la capacità teorica passa dagli attuale 4 treni/h in entrambi i sensi di marcia e 10 treni/h per senso di marcia. La linea sarà lunga 145 km e i treni viaggeranno a una velocità massima compresa tra i 200 e 250 km/h.

# Dimezzato il tempo di percorrenza tra i due capoluoghi (e si accorcia da Milano)

Credits sierraalpha_ita IG – Frecciarossa 1000

Nel 2024, con l’attivazione del nodo Cancello – Frasso Telesino, i due capoluoghi di regione saranno finalmente collegati in modo diretto e il viaggio durerà 2 ore 40 minuti. A conclusione dei lavori, rispetto allo stato attuale si dimezzerà il tempo di percorrenza tra le due città: passando dalle attuali 4 ore e sole 2 ore, da Roma a Bari si passerà da 5 a 3 ore. Si accorcia anche la durata da Milano: per arrivare a Bari ci vorranno 5 ore, dalle 8 di oggi.  

Continua la lettura con: Il video del giorno: INFRASTRUTTURE, i 5 GRANDIOSI PROGETTI in arrivo in Italia

FABIO MARCOMIN

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La più GRANDE METROPOLITANA del MONDO registra un NUOVO RECORD: le nuove linee aperte e l’obiettivo “impossibile”

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By Ran and Hat600 - Own work, CC BY-SA 3.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid=15866378 - Mappa Pechino 2025

L’intera rete ha abbattuto il muro degli 800 km, quasi otto volte l’estensione della rete metropolitana milanese. In soli 20 anni la rete è cresciuta di 10 volte. Vediamo le ultime linee inaugurate e i piani di sviluppi futuri.

La più GRANDE METROPOLITANA del MONDO registra un NUOVO RECORD: le nuove linee aperte e l’obiettivo “impossibile”

# La rete supera gli 800 km di lunghezza, quasi otto volte quella milanese: 20 anni fa eravamo pari

Mappa metro Pechino 2022

Il sistema metropolitano di Pechino ha registrato uno sviluppo esponenziale nell’arco di soli 20 anni. Nel 2001, la rete di trasporto sotterranea della capitale cinese era ancora lunga circa 70 chilometri, come la metropolitana di Milano, ed erano operative solo 2 linee.

Con le nuove inaugurazioni e prolungamenti questa area di 20 milioni di abitanti è servita oggi da una metropolitana lunga 807 km, con 478 fermate e 27 linee, di cui 22 linee di transito rapido, due collegamenti ferroviari per l’aeroporto, una linea maglev e 2 linee di metropolitana leggera. Quasi otto volte la rete milanese che si ferma a 102,5 km, si conferma per distacco la più estesa del mondo. 

Leggi anche: Le 10 METROPOLITANE più LUNGHE del MONDO paragonate a Milano

# Il nuovo record: tre nuove linee e numerosi prolungamenti per un totale di 74 km di binari aggiuntivi in un anno

Credits chengcheng1201 IG – Metro Pechino

Il 31 dicembre è il giorno tradizionale in cui a Pechino vengono aperte le linee della metropolitana di nuova costruzione. Nel 2021 sono state tre le nuove linee ad prime oltre a prolungamenti di altre già in funzione per un totale di 63,2 km di binari, pari a due terzi dell’estensione della rete in funzione a Milano:

  • tre linee completamente nuove: la 11 Jin’anqiao – Xinshougang (Shougang Park) di 4,2 km nell’area in cui si svolgeranno le Olimpiadi invernali di quest’anno, la 17 Shilihe – Jiahuihu di 16,5 km e la linea 19 Mudanyuan – Xingong di 22,4 km;
  • sei estensioni di linee esistenti: linea 8 National Art Museum – Zhushikou di 5,5 km, linea 14 Xiju – Beijing South Railway Station di 6,7 km, linea 16 Ganjiakou – Yuyuantan Park East Gate di 1,1 km, linea S1 Jin’anqiao – Pingguoyuan di 0,8 km, linea Changping Xi’erqi – Qinghe Railway Station di 1,5 km e linea 34 Capital Airport Express Dongzhimen – Beixinqiao, 4,5 km. 

Il 4 febbraio 2023 si sono aggiunti altre 5 fermate e 9,7 km della linea Changping. Si tratta dell’espansione più recente.

Leggi anche: Finiti i tunnel per la CIRCLE LINE più GRANDE del MONDO

# Obbiettivo 1.000 km di rete nel 2025

By Ran and Hat600 – Own work, CC BY-SA 3.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid=15866378 – Mappa Pechino 2025

I primi km della metropolitana di Pechino sono stati inaugurati nel 1971, è il sistema metropolitano più antico della Cina continentale e dell’Asia orientale continentale, ma la sua rapida espansione è iniziata solamente nel 2022. Nonostante l’estensione attuale però non riesce a soddisfare le esigenze della popolazione e per questo il piano di ampliamento in corso prevede di arrivare attorno al 2025 a un totale di 998,5 km di linee

Continua la lettura con: ELIZABETH LINE: le IMMAGINI della linea metropolitana più LUNGA dell’intera METRO di MILANO

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Tre COLAZIONI in TERRAZZA con vista DUOMO

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Credits hortorestaurantmilano IG - Horto

Sopra lo Shopping Centre, quella romantica o la più naturale. Tre location dove gustare cappuccino e brioche con vista Duomo.

Tre COLAZIONI in TERRAZZA con vista DUOMO

# Il Bar al settimo piano della Rinascente 

Credits erminia_cjaocosky IG – Il Bar Rinascente

Non si può che partire dalla mecca dello shopping milanese, la Rinascente. Qui al settimo piano dell’edificio, nella food hall, c’è “Il Bar”. Un cocktail bar e caffetteria che dispone di una sala interna con vetrata panoramica e una terrazza con area lounge da cui godere di una meravigliosa vista delle guglie del Duomo. Così vicini che sembrerà quasi di poterle toccare. Si può scegliere tra pasticceria dolce e salata alla carta oppure optare per i menu a partire da 16 euro.

Indirizzo: Food Hall settimo Piano Rinascente, Piazza del Duomo

# Colazione romantica al The Dome

Credits avvododo IG – The Dome

In via Mazzini 2, con una vista spettacolare sul Duomo, si può fare colazione nella terrazza The Dome al settimo piano dell’ODSweet Hotel. Una delle new entry tra i locali della città, tra orchidee e un’atmosfera romantica è il luogo perfetto per iniziare la giornata con uno sguardo diretto alla Madonnina mentre si gusta un cappuccino ricoperto da foglie dorate e una brioche

Credits c_koameria IG – The Dome

La proposta è sia alla carta che in menu da 24 a 36 euro. Per chi preferisce il primo pomeriggio o il tramonto è possibile anche fare brunch o aperitivo.

Indirizzo: via Mazzini, 2

Leggi anche: I 7+1 miglior CAFFE’ con VISTA a Milano

# Horto Milano, tra la natura sul rooftop di The Medelan in Cordusio

Credits hortorestaurantmilano IG – Horto

A distanza di poche centinaia di metri sul rooftop del complesso The Medelan, un nuovo polo del lusso e retail in attesa di apertura, ha aperto nel settembre 2022 Horto, dotato di una terrazza con affaccio diretto sul su piazza Cordusio. Il locale mira a far vivere al cliente un’esperienza multisensoriale, di ricontatto con la natura, in sinergia con il territorio. Le pareti sono rivestite con intonaco di riso che si ottiene riutilizzando gli scarti della lavorazione del riso. Perfetto per un’ottima colazione con vista, ma anche per un pranzo o una cena con la cucina a guida dello chef tristellato Norbert Niederkofler, affiancato da Alberto Toè in qualità di executive chef.

Indirizzo: via san Protaso, 5

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FABIO MARCOMIN

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Il TRAM MILANESE sulle strade della CALIFORNIA

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Credits rozanovtv IG - Tram Milano a San Francisco

Non solo la Statua della Libertà. C’è un’altra icona di una grande città americana che è stata donata da noi europei. Più precisamente, da noi milanesi. Ma partiamo da Milano. 

Leggi anche: La statua della libertà è un plagio!

Il TRAM MILANESE sulle strade della CALIFORNIA

Per spostarsi ci sono molte alternative: a piedi, in bici, con lo scooter sharing. Sicuramente, se si vuole godere della vista mozzafiato che Milano ha da offrire, c’è solo un modo per farlo: lasciarsi trasportare in superficie dall’ATM.

# La nascita del Ventotto

credits: @giovannigenzini

A questo proposito, il mezzo migliore per sfrecciare su due ruote e un filo è ”IL” Ventotto.

Orgoglio di Milano, bolide della tecnologia di inizio Novecento, venne forgiato nel 1927 ed entrò in servizio nel 1928 con la serie 1500. E da allora non si è fermato.

Livrea gialla, biglietto da 70 lire: questo modello a carrello della serie 1500 venne progettato e costruito in 500 esemplari dall’americano Peter Witt, a partire dal 1928. Andò talmente bene a Milano che altre città del mondo hanno adottato questa soluzione di trasporto pubblico.

# Il 28 a stelle e strisce

San Francisco – @nce_blubb IG

Su tutte, San Francisco, negli Stati Uniti, dove è diventato un elemento iconico del paesaggio urbano, assimilabile al Duomo per Milano e alla Torre Eiffel per Parigi.

Oltreoceano il Ventotto ci arrivò dopo l’arrivo degli EuroTram (ADtranz) serie 7000, e dei Sirio (AnsaldoBreda) nelle due serie 7100 e 7500, con la conseguente dismissione dei ventotto e alla vendita a privati di numerose vetture. L’Azienda di Trasporti di Milano decise di donarne dieci alla  San Francisco Market Street Railway e questi ancora oggi svolgono la loro normale attività di linea. 

# Gli altri tram milanesi nel mondo

San Francisco – @Jaeyoung1962
IG

Ma non sono gli unici casi. Melbourne, Madrid, Bruxelles, Iowa, Mount Pleasant, San Josè e Francoforte, una volta  pure nel lontano Giappone (oggi non più in servizio) sono le fermate raggiunte dai tram meneghini. Senza contare le più vicine Cologno Monzese, Vigevano, Pavia e varie città della provincia del Varese, dove si vedevano scorrazzare fino a non tanto tempo fa.

Oggi quel modello vintage non è più ‘on top’, soppiantato dai più moderni e pratici Jumbo. Ma recuperano nelle occasioni in cui Società ATM li concede, per una notte, come location di una festa passante o per una cena molto speciale: ATMosfera è il ristorante mobile di ATM che propone una romantica cena a lume di candele a spasso per le vie di Milano. Sul Ventotto, of course. 

Continua la lettura con: A Milano si beve sul tram dehors

SYDNEY LUKEE

opyright milanocittastato.it

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Il video del giorno: il modo più VELOCE per raggiungere SAN SIRO

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Dal centro a San Siro: qual è il modo più veloce usando i mezzi pubblici? Il nuovo Metro Challenge di MirkoconlaKappa

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

MILANO CITTA’ STATO

ALTRI VIDEO DEL GIORNO A MILANO:

L’ESTATE a Milano all’inizio degli anni SESSANTA (a colori)

Le GRIDA nelle STRADE di MILANO (1973)

INFRASTRUTTURE, i 5 GRANDIOSI PROGETTI in arrivo in Italia

L’ADDABAHN, le linee CELERI dell’Adda

Compresenza di veicoli tranviari e metropolitani lungo via Palmanova a Milano (settembre 1970)

Il TRAM di Milano che si crede una METRO

Credit combat tram YT – Tram 7 in sotterranea

La Milano degli anni Sessanta

MILANO è PEGGIORATA in questi ULTIMI ANNI

M1 vs M2, qual è più VELOCE?

ODISSEA sulla GENOVA – VENTIMIGLIA

Com’è la PIZZA dei nuovi DISTRIBUTORI AUTOMATICI di Milano?

In MOTO sulle STRADE più PERICOLOSE di Milano

Vivo solo tra le montagne

Ho riprogettato il biglietto della metro

I metallari di Milano negli anni Ottanta

Come sarà il nuovo PIAZZALE LORETO (Rendering)

La COPPIA che si è trasferita da MILANO per VIVERE in MEZZO a un BOSCO


La TRATTA più LUNGA senza FERMATE della METRO di Milano

Le STRADE SOLARI, la nuova VIA per il futuro di Milano?

La nascita di Milano

Il TUNNEL STRADALE che doveva passare sotto MILANO

Sulla METRO di MILANO nel 1982, l’anno dei MONDIALI

Una GIORNATA in CENTRO a Milano. Con soli 10 EURO. È possibile?

Il Naviglio in secca

STAZIONE CENTRALE 1995, com’era trent’anni fa

I TALENTI EMERGENTI sulla SCENA MUSICALE di MILANO

Curiosità e futuro della LINEA VERDE di Milano

MILANO nell’OTTOCENTO

Le tre PIZZE più COSTOSE di Milano

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La STRADA “TAPPO” di Milano

STEFANIA e le MACCHINE GIGANTI che hanno scavato i TUNNEL della metro 4

“RUBARE è il nostro LAVORO”

PERCHE’ VIVI a MILANO?

Il metodo RUMENO per la sicurezza sulla METRO

A bordo di un TAXI VOLANTE

L’EVOLUZIONE di PIAZZA DUOMO nel TEMPO

“Milano è la metafora dell’amore”

I fantasmi di Milano

Emergenza passaporti a Milano

VICOLI SCOMPARSI del centro di Milano

ABBATTERE il TURCHINO per eliminare la NEBBIA e lo SMOG a MILANO

ECCEZZZIUNALE… VERAMENTE, le 7+1 SCENE ICONICHE di un film chiave della commedia italiana

Alla scuola della BIDELLA PENDOLARE da NAPOLI per scoprire la verità

I TRENI della METRO di ogni linea di Milano

AGGRAPPATO al BUS sulla tratta Lodi-sant’Angelo

La via con più DIVIETI DI SOSTA del mondo

MI GUARDO e mi specchio vanitosamente in questi palazzi

Misteri e superstizioni di Milano

Il campanile medievale all’interno di un condominio

VIVAIO e MILANO CITTA’ STATO, le attività per il 2023. Vuoi unirti anche tu?

I mezzi pubblici a Milano negli anni ottanta

FINE ANNO in coda al PANE QUOTIDIANO

Milano – Roma: più veloce in treno o in aereo?

La passerella di Piano sulla M1

Un anno da pendolare sulla Milano Cremona

Dove andavano, cosa facevano i GIOVANI MILANESI nella Milano degli anni ’80

TIBALDI-BOCCONI, la prima stazione della CIRCLE LINE di Milano

La grande nevicata dell’85

La Milano di inizio Novecento

il SUPERATTICO sul tetto della TORRE

M4 – Dateo, la STAZIONE più PROFONDA di Milano

5 angoli INSOLITI da scoprire a MILANO

Un giro sul TurboKart

Il ciclista spericolato

Che cosa pensano i milanesi dei napoletani

Cosa pensano i napoletani di Milano e dei milanesi

3 esperienze gratis da fare nel periodo natalizio a Milano

Quanto spendono gli studenti di Milano?

Il panino più famoso di Milano

In volo sopra i Navigli nascosti

I paninari davanti al Burghy

L’ASFALTO “FERITO” di Milano, la denuncia del comico STORTI

Inaugurazione dell’M4

BAGNI BELLI e GRATIS in CENTRO a Milano

M4: la quiete prima dell’inaugurazione 

L’Italia costruisce la sua Tech Capital

Camminare sul cielo a Milano

Ho aperto un falso ristorante in piazza Duomo

Milano, una città che costruisce METROPOLITANE come nessun’altra

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In TRATTORE in CENTRO a MILANO (scena cult)

Milano ha carenza di posti letto per i senza dimora

Sciare in Porta Nuova

La Ciclabile Umana

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Calenda canta Bella Ciao all’Arco della Pace

Quanto paghi d’affitto a Milano

EMO & TRUZZI, i RAGAZZI di MILANO di VENT’ANNI FA

Un milanese a Genova

L’aperitivo più economico a Milano Centro

Milano, risse ai Navigli

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Da Milano a Londra con una moto super sportiva

L’incrocio con semaforo rotto e il senso civico dei milanesi

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La TOP 10 delle cose da vedere vicino a MILANO

Avvisi storici sul tram

Cose da NON FARE per trovare una CASA in AFFITTO a Milano

La sfida: di corsa contro la metro

INSEGUO le BORSEGGIATRICI sulla METRO

L’arena di Milano dimenticata da 25 anni

Manzoni occupato contro Giorgia Meloni

Lo show di Moncler in Piazza Duomo

La domenica di Milano vs di Roma

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Milano alla fine degli ANNI OTTANTA

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Tutte le stazioni della metro di Milano in un giorno

Il mio primo mese a Milano: quanto ho speso?

M6 – Il percorso della futura metropolitana di Milano

La mostra più INSTAGRAMMABILE di Milano

Mi sono trasferita a Milano

Gli Ultras della Dinamo Zagabria in giro per Milano

Tour dei chiostri notturni di Milano

Evoluzione animata della metro di Milano

Milano e Vincenzo

I locali più instagrammabili di Milanoa

DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

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Colazione a BRERA, pranzo a SIDNEY? Il NUOVO JET IPERSONICO SVIZZERO: dall’Europa in Australia in sole 4 ORE

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Credits destinus - Jet ipersonico

Tramontata al momento l’idea di vedere volare nei cieli l’erede del Concorde, nel futuro si potrebbe viaggiare a bordo di un aereo ancora più veloce. Che ci potrebbe portare dall’altra parte del mondo in appena quattro ore. 

Colazione a BRERA, pranzo a SIDNEY? Il NUOVO JET IPERSONICO SVIZZERO: dall’Europa in Australia in sole 4 ORE

# Funzionerà a idrogeno: potrà volare per 7.500 km

Credits destinus – Jet ipersonico

In futuro voleremo a bordo di un jet ipersonico? Questi sono i piani della startup svizzera Destinus, fondata dal fisico e imprenditore di origine russa Mikhail Kokorich: già sta testando un prototipo di velivolo, dal nome Eiger, in grado di viaggiare a velocità ipersoniche. L’aereo combina le più avanzate tecnologie aerospaziali con motori turbojet a respirazione ad aria alimentati a idrogeno per il decollo e l’atterraggio, con un motore a razzo ramjet separato per portarlo a velocità ipersoniche. Potrà ospitare 25 passeggeri e si potranno compiere tragitti fino a 7.500 km.

# Da Milano a Sidney in 4 ore a oltre 6.000 km/h

Credits destinus – Volo jet

Per velocità ipersonica si intende Mach 5: cinque volte la velocità del suono, pari a oltre 6.000 km/h, tre volte quella raggiunta dal Concorde. Questo significa, ad esempio, che per andare da Milano a New York basterebbero 90 minuti, per arrivare a Sidney 4 ore, appena 3 ore per arrivare a Hong Kong, ancora meno per raggiugere Shanghai. Tali velocità sono rese possibili dal fatto che l’idrogeno liquido è quattro volte più leggero del carburante in uso sugli aerei e che il jet volerebbe fino a un’altitudine compresa tra i 30 e 40 km, nella stratosfera, dove la resistenza aerodinamica è sensibilmente ridotta.

# Progetto già finanziato: obiettivo primi voli nel 2030

Credits crast.net – Jet ipersonico

Nel 2022 il Ministero della Scienza in Spagna, tramite due sovvenzioni pari a un totale di 26,7 milioni di euro, ha finanziato la startup svizzera per lo sviluppo congiunto con il partner spagnolo ITPAero di impianti per il test di motori a idrogeno e per la ricerca sui sistemi di propulsione a idrogeno liquido. Al momento l’azienda sta testando un motore turbo jet a idrogeno gassoso mentre prosegue lo studio di altre altre tecnologie di motori che utilizzano carburanti criogenici come l’idrogeno liquido. Nel 2024 verrà lanciato un nuovo prototipo, Destinus-3, che integrerà queste ultime tecnologie. L’obiettivo è di far compiere i primi voli al jet ipersonico nel 2030.

 

 
 
 
 
 
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Continua la lettura con: Sfuma il sogno di MILANO LONDRA in 30 minuti? L’erede del Concorde non decolla

FABIO MARCOMIN

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A Milano ci sono troppe CHIESE? Alcune andrebbero CONVERTITE… così

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Credits: foto di Andrea Rossetti via @tennisachat Chiesa di San Paolo Converso

Quante sono le chiese di Milano? Sono 169. Un numero molto grande, considerando il calo progressivo dei praticanti e l’incremento di milanesi acquisiti di altre religioni, a Milano un cittadino su quattro non è italiano. Il risultato? Molte di queste stanno diventando sempre più dei luoghi deserti. Poco utilizzati dai fedeli e carichi di imbarazzo per sacerdoti che, a loro volta, si stanno sempre più riducendo di numero per la inesorabile crisi delle vocazioni. A questo punto, come fare per trasformare il problema degli spazi inutilizzati in un’opportunità per la nuova Milano?

A Milano ci sono troppe CHIESE? Alcune andrebbero CONVERTITE… così

Chiesa Cono – Credits: @milano_segreta
Chiesa San Giovanni Bono

Questi i possibili interventi che si possono immaginare. Quante volte passeggiando per la città ci troviamo di fronte ad obbrobri che solo una croce stilizzata ci ricorda essere un luogo di culto? La costruzione delle chiese ha avuto un’impennata negli anni ’70 e ’80, spesso con caratteristiche estetiche molto discutibili. Come sappiamo in molte chiese nemmeno c’è il prete e l’oratorio non funziona più da anni. Cosa farci, allora, al loro posto?

#1 Parcheggi 

Credits: modalitademode – Chiesa di San Luca Evangelista

In certe zone e a certe ore è un vero miracolo a Milano: trovare un parcheggio. Quando capita molti di noi la prendono come una benedizione divina. In questo caso la conversione manterrebbe i principi della grazia divina. 

Una benedizione contro la carenza di posti auto, interrati, scoperti, a pagamento in una città dove la disperazione spinge i milanesi e gli ospiti a gironzolare sulle strade senza meta o ad abbandonare il mezzo in divieto o sui marciapiedi. Trasformare le chiese in parcheggi potrebbe diventare per milanesi il modo per espiare uno dei peccati più gravi nella Milano di oggi: possedere un’auto senza avere il box. 

#2 Aree giochi per bambini, giovani o cani

Chiesa Fluo

Un’altra soluzione interessante su come convertire gli spazi occupati dai luoghi di culto meno utilizzati sarebbe quella di utilizzarle come aree cani. I nostri amici a quattro zampe sono sempre di più presenti nelle nostre famiglie e a loro che tanto ci danno dedichiamo pochissimi spazi, spesso molto sporchi. Una alternativa sarebbe anche quella di creare spazi giochi per i bambini, skate park, centri giovanili, per ritrovare lo spirito perduto dei vecchio oratori. 

#3 Mostre e concerti

Credits: foto di Andrea Rossetti via @tennisachat
Chiesa di San Paolo Converso

Come già accaduto le chiese non più utilizzate potrebbero essere usate anche come luoghi espositivi, per eventi musicali o ricreativi. Milano ha una enorme carenza di luoghi per tantissime attività e per pregare non servono ne chiese ne tanto meno enormi spazi.

#4 Ostelli per poveri e senza tetto

Chiesa Hotel

Una possibile alternativa sarebbe anche quella di utilizzare molte chiese come ostelli per poveri, emarginati, profughi sempre in crescita, in modo da proseguire nella tradizione dello spirito cristiano più evangelico.  

Sono questi alcuni spunti per rendere quegli spazi più utili alle esigenze della Milano di oggi, soprattutto dei più deboli. Forse è il momento di dare una soluzione laica a un tema religioso. 

ANDREA URBANO

Continua la lettura con: Inaugura la chiesa trasformata in hotel di lusso

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10 segnali che è la PRIMA VOLTA a Milano

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Arrivare per la prima volta a Milano è sempre un po’ strano.

Soprattutto arrivando in treno, la prima cosa che colpisce è lo squallore dei palazzoni che costeggiano la ferrovia. Dalle mie parti, a Pordenone, lungo la ferrovia ci sono splendide ville di qualcuno che sicuramente odia lo stato per avergli costruito accanto la ferrovia.

L’impatto edilizio non è l’unica cosa che colpisce di Milano al primo sguardo, vediamone alcune.

prima volta a milano

10 segnali che è la prima volta a Milano

#1 Quando ordini uno spritz e lo paghi 10 euro resti sbalordito. Come fanno a non capire che la funzione sociale dell’alcol è offrire una droga a basso costo su cui dirottare il bisogno di fuga dei cittadini? Se bere costa così tanto è ovvio che uno assume altre cose.

#2 Quando si chiamano zio o zia ti sembra di essere capitato in una di quelle valli della Carnia dove si accoppiano tra consanguinei.

#3 Ti sembra che sia tutto enorme, gigante, sovradimensionato. Poi guardi su google maps il tragitto percorso e ti rendi conto che Milano in realtà è piccolina. È il traffico che la dilata.

#4 Milano ha degli scorci urbanistici incantevoli, ma li nasconde bene. Quindi la prima volta cerchi ovunque di scovare una location da fashion blogger in mezzo all’architettura frettolosa degli anni 70.

#5 Ti sconvolge scoprire che i milanesi confessano di lavorare più di 12 ore al giorno senza vergognarsi.

#6 La prima volta a Milano ti fiondi in Duomo e poi giù per via Torino. Ci vuole tempo per imparare che i luoghi dove passeggiare in città sono altri.

#7 Affronti lunghe marce con la pioggia o con il sole pur di non chiuderti in metro e rischiare di perdere qualcosa di Milano. Ed è grazie a queste passeggiate che piano piano ti innamori.

#8 Rimani basito quando scopri che i locali hanno i buttadentro anche per l’aperitivo.

#9 Organizzare l’aperitivo con qualcuno è come organizzare un week end fuori porta.

#10 Ma quello che più di tutto mi sono chiesto appena arrivato a Milano è dove fossero i milanesi. Poi ho imparato che giustamente la Milano turistica è per i turisti, mentre la Milano città, fatta di cene in appartamento, riunioni di lavoro, sport, start up, aperitivi alternativi, è dei milanesi.

#smailand

Continua la lettura con: 10 tipi di aperitivi

FRANCESCO BOZ

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Gli HAPPY DAYS del primo WEEK END di MAGGIO: gli appuntamenti da non perdere dal 5 al 7 maggio #ToDoMilano

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Allievi danza della Scala - Credits: danzaeffebi.com

Sogni Champions, danza mondiale e il Festival di Milano. Questo e molto altro nel primo weekend di maggio

Gli HAPPY DAYS del primo WEEK END di MAGGIO: gli appuntamenti da non perdere dal 5 al 7 maggio #ToDoMilano

#Trova il tuo evento:

#Venerdì 5/5: Festival Milano Musica, gemellaggio con Napoli, Bach con la chitarra elettrica e il ritorno di Paola e Chiara

Paola e Chiara – Credits: cronacasocial.com
  • Festival Milano Musica: al via la 32ma edizione che, fino al 10 giugno prossimo, propone oltre 20 concerti di musica in varie location della città. Il programma e i dettagli sono disponibili sul sito ufficiale.
  • Pastrone!: proiezione del documentario di Lorenzo De Nicola, ispirato da un manoscritto del regista del muto, recentemente ritrovato. La vita e il dopo Cabiria per Giovanni Pastrone, svelati alla Cineteca Arlecchino, a partire dalle ore 18.00.
  • We come from Napoli: 6 ore tutte dedicate alla cultura musicale napoletana, suggellano il gemellaggio tra Napoli e Milano. In programma a BASE Milano dalle 18.00 alle 24.00.
  • Luigi Attademo: uno dei solisti di chitarra più virtuosi, presenta il progetto J.S. Bach: Guitar Music. In conversazione con Francesco Biraghi, alternando demo alla chitarra, si presenta al MaMu, Magazzino Musica, alle ore 19.00.
  • Convivio di Primavera: serata di degustazione dedicata ai vini d’Abruzzo, per salutare l’arrivo della bella stagione. I calici sono disponibili al Centro dell’Incisione, in Alzaia Naviglio Grande 66, alle 19.15.
  • Moritz Simon Geist: performance musicale all’interno delle installazioni Techno Robot e Vibrations. Musica robotica nella Sala delle Colonne del Museo della Scienza e Tecnologia, a partire dalle ore 20.30.
  • Fran Lebowitz: prima volta assoluta della tuttologa e opinionista americana, che commenta con acume e sottile ironia le vicende di attualità. In scena al Teatro degli Arcimboldi alle ore 21.00.
  • Mago Lupis & Giorgio Andolfatto: doppio spettacolo, tra la magia surreale di Lupis e il monologo di Andolfatto, per il pubblico dello Zelig. Inizia il mago con il trucco alle 21.00, a seguire le gag esilaranti del 18enne alle prese con i prof e la scuola.
  • Degeneration Tour: primo weekend del Rock In Park, che vede protagonisti Lost e Dari!. Lo show propone la storia e il repertorio delle due band, che si avvicendano al Legend Club a partire dalle ore 21.00.
  • The Band Camino: prima assoluta per l’Italia e unica data tricolore per la band di Memphis. L’esibizione è in programma alla Santeria Toscana, con inizio alle 21.00.
  • Paola e Chiara: data zero per il ritorno al live di un iconico duo, fermo da 10 anni circa. Il tour si annuncia già sold out e parte dal Live Club di Trezzo s/Adda alle 21.00 di questo primo weekend di maggio.

#Sabato 6/5: doppia sfida Milano-Roma per la Champions League, musica classica anche per bambini, alle porte di Milano il primo party in costume da bagno

Biagio Antonacci – Credits: tourlala.com
  • Milano vs. Roma: appendice calcistica che accompagna l’eterna rivalità tra le due capitali d’Italia. Sfida per punti pesanti in chiave Champions: alle 15.00 Milan Lazio a San Siro, alle 18.00 Roma Inter all’Olimpico.
  • Louis Lortie: terzo e ultimo appuntamento con il grande pianista al Teatro Dal Verme. Dopo le esibizioni infrasettimanali, alle ore 17.00 il concerto del weekend, con programma di Mozart e Beethoven.
  • Flauto Magico, il suono della pace: spettacolo che adatta ad un pubblico di bambini e ragazzi l’opera di Mozart, ambientandola in scena moderna. Consigliato per età tra i 6 e i 14 anni, al Teatro degli Arcimboldi in doppio spettacolo alle 16.00 e alle 20.30.
  • Davide Cabassi: concerto al pianoforte nell’ambito della rassegna Musica al Tempio. Il pianista propone 5 brani per celebrare il risveglio della primavera, al Tempio Valdese alle ore 20.30.
  • Ben Wendel: il suadente sax dell’artista canadese, poi trapiantato in costa Est degli USA, è sul palco del Blue Note Milano. Protagonista del doppio spettacolo, alle 20.30 e alle 23.00.
  • Cripple Bastards, Slug Gore e Reaping Flesh: tris di rocker sul palco del Legend Club, che presentano uno show per la rassegna Rock In Park. Le 3 band si alternano a partire dalle 21.00.
  • Discoradio Party Total White: primo party in costume da bagno all’Acquaworld di Concorezzo. Insieme ai dj di Discoradio, con coreografie, gadget a non finire e schiuma, la serata inizia alle 21.00. Dresscode: total white.
  • Biagio Antonacci: accerchiato dal pubblico della sua città, il cantautore milanese porta al Mediolanum Forum il Palco Centrale Tour. 30 anni di carriera e grandi successi da cantare, dalle 21.00 in poi.
  • Meganoidi: nella serata 90 all’ora dell’Alcatraz, è previsto il ritorno, sempre gradito a Milano, della band genovese. Lo show inizia alle 23.00,

#Domenica 7/5: domenica gratis al museo e il ritorno sulle scene di Siouxsie

Siouxsie – Credits: celebskin.blogblogspot.com
  • Musei Gratis: è la prima domenica di Maggio, con la legacy delle domeniche gratis al museo per le famiglie. A Milano e in Lombardia sono sempre disponibili le location che aderiscono all’iniziativa. I dettagli si possono trovare QUI.
  • Mortina: spettacolo in musical per famiglie con bambini, che promette di far morir dal ridere. In programma al Teatro Repower di Assago, alle ore 16.00.
  • I Monelli: Stanlio e Ollio, proiettati nella Sala Grande del Teatro Dal Verme, con l’orchestra dal vivo. Dalle il M° Alessandro Caldario 16.00 dirige I Pomeriggi Musicali.
  • Cinch e trii vòtt e quatter dodes (quand a Milan vann i tramm): concerto di autori e canzoni dedicate a Milano, portate al pubblico dal Quartetto Caminar. Storie e note al Teatro della Memoria, con inizio alle ore 16.00.
  • Roba minima s‘intend!: la Milano degli ultimi e dei balordi, che non si arrende e ha la speranza in faccia, raccontata da Enzo Jannacci nella proposta di 4 musicisti milanesi. Ideato e interpretato da Stefano Orlandi all’Osoppo Theatre Valentina Cortese. Sipario alle 16.30.
  • Buon Compleanno Scighera: La Scigera compie 17 anni e li festeggia con una parata musicale itinerante. Dalle 18.45 parte il concerto di Fonc, da piazza Schiavone, per arrivare al club e proseguire con un live, previsto alle 21.30.
  • Enrico Ruggeri, Certe lettere d’amore: incontro con l’autore milanese che dialoga e propone i suoi successi al Museo Bagatti Valsecchi per uno speciale della rassegna Musica al Museo. A partire dalle 19.30 Ruggeri, Antonio D’Amico e il pubblico, dialogano d’amore.
  • Lucio Corsi: influenze musicali tra le più disparate, sono le proposte di questo giovane artista di Grosseto. Si esibisce all’Alcatraz alle ore 20.00, per presentare il suo nuovissimo lavoro discografico: La gente che sogna.
  • Five Angry Men: il free jazz moderno e l’hard be-bop del quintetto senese, sono gli ingredienti della serata al Blue Note. Unico spettacolo che inizia alle ore 20.30.
  • Senso d’Oppio & Umberto Spazio: Zelig ripropone due spettacoli al prezzo di uno e conclude il weekend Il Lungo, Il Basso e lo stupidario che capita nella quotidianità dell’ingegnere informatico. Sipario alle 21.00.
  • Siouxsie: Susan Janet Dallion torna live, senza i The Banshees, dopo ben 15 anni di assenza. A Milano è prevista l’unica data italiana del suo tour, in programma al Teatro degli Arcimboldi. Sipario alle 21.00.

#Tutto il w.e.: danza con gli allievi della Scala e il Conservatorio di Madrid, omaggio a Gaber e Luporini, Buffa ed Happy Days

Allievi danza della Scala – Credits: danzaeffebi.com
  • Happy Days – Il musical: weekend all’insegna della musica e dell’amarcord al Teatro Nazionale, che ospita il musical cantato in italiano e ispirato alla serie TV. Spettacoli venerdì e sabato alle 20.45, domenica alle 15.30.
  • Saggio dell’Accademia Teatro alla Scala: esibizione dei giovani talenti che si diplomano alla prestigiosa Accademia della Scala. Tre giorni di danza classica, neoclassica e conteporanea al Piccolo Teatro – Giorgio Strehler, sipario a orari diversi nelle differenti giornate.
  • Noche de baile y danza: Gran Galà del Conservatorio Reale di Madrid, in scena al Teatro Carcano 5 e 6 maggio. Insieme alla storica compagnia di danza, anche nomi importanti della coreografia internazionale. Gli spettacoli sono alle 20.30.
  • Diptych, the Missing Door and The Lost Room: danza e teatro nella performance della compagnia Peeping Tom, che propone performance per FOG Triennale. Venerdì 5 alle 19.30 e sabato 6 alle 16.00 sul palco della Triennale di viale Alemagna.
  • La Milonga del Futbol: Federico Buffa porta in scena al Teatro Oscar tre grandi mancini del calcio argentino. Sivori, Maradona e Messi, raccontati in prosa nello spettacolo in scena 5 e 6 maggio alle ore 20.30.
  • Il buio oltre la siepe: reading teatrale con Arianna Scommegna che interpreta il capolavoro, quanto mai attuale, di Harper Lee. In scena al Teatro LabArca sabato e domenica alle 19.30.
  • Il corpo più bello che si sia mai visto da queste parti: lettura scenica interpretata da Maddalena Crippa, sul testo di Josep Maria Miró (presente per la prima volta in sala). Si può vivere la Catalogna al Teatro Gerolamo, sabato 5 alle 20.00 e domenica 6 alle 16.00.
  • Grazie, Gaber!: spettacolo ideato e interpretato da Walter Di Gemma, che compie quasi 20 anni e rievoca le canzoni di Gaber o i monologhi scritti con Luporini. In scena all’EcoTeatro sabato alle 20.45 e domenica alle 16.00.

Continua la lettura con: Le località del giorno per una GITA da MILANO

LAURA LIONTI

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A Milano il RICCIOLO d’ORO di Lucrezia Borgia di cui erano pazzi Byron, Flaubert e D’Annunzio

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A Milano c’è un ricciolo d’oro che ha fatto “impazzire” uomini di ogni tempo. Dove si trova e qual è la sua storia. 

A Milano il RICCIOLO d’ORO di Lucrezia Borgia di cui erano pazzi Byron, Flaubert e D’Annunzio

# «I capelli più biondi che si possano immaginare»

Ricciolo Borgia

Come la ciocca sia arrivata a Milano non è dato saperlo con certezza, anche se probabilmente è stata ritrovata in un carteggio con il suo amante.
La ciocca bionda ha fatto sognare amanti, scrittori e poeti: Lord Byron si vantò di avere trafugato un singolo capello da quel ricciolo, scrivendo: «I capelli più biondi che si possano immaginare e che mai ho visti di così biondi».

Ne era ammirato anche Gustave Flaubert, come il principe Giorgio di Prussia che inviò a Milano due ufficiali per averne un resoconto nei minimi dettagli. Altro grande appassionato di questo reperto fu Gabriele d’Annunzio in visita a Milano.

# Lucrezia Borgia, amata dai più potenti della sua epoca

Lucrezia Borgia è considerata una delle figure più affascinanti ma controverse del Rinascimento. Nata illegittima dal futuro papa Alessandro VI. Sposò in successione alcuni degli uomini più potenti dell’epoca: Giovanni Sforza, Alfonso D’Aragona e Alfonso d’Este. Anche se la sua immagine è quella di donna spregiudicata e dissoluta, visceralmente legata al fratello Cesare, in realtà contribuì a un periodo di grande splendore per il ducato di Ferrara, svolgendo una brillante attività diplomatica e mecenatesca.

# Il ricciolo d’oro e gli altri tesori dell’Ambrosiana

Il ricciolo d’oro si trova in una teca all’Ambrosiana, un vero e proprio scrigno di tesori fondato nel 1618 da Federico Borromeo in Piazza Pio XI, a due passi dal Duomo., per assicurare una formazione culturale gratuita a chiunque avesse qualità artistiche o intellettuali. Tra i numerosi tesori visibili nell’Ambrosiana ci sono: 

  • la Canestra di Frutta del Caravaggio
  • il Cartone della Scuola di Atene del Raffaello
  • la Madonna del Padiglione del Botticelli
  • il Ritratto di un Musico di Leonardo Da Vinci

Gallery:

Continua la lettura con: I capolavori di Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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