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Le GRANDI INFRASTRUTTURE in arrivo che rivoluzioneranno il MONDO

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Il mondo è in continua trasformazione. Queste le opere in costruzione o progettate che avranno un grande impatto sul pianeta. 

Le GRANDI INFRASTRUTTURE in arrivo che rivoluzioneranno il MONDO

#1 L’aeroporto per voli h24 

Credits westernsidney.com.au IG – Western Airport Sidney

In Australia è in costruzione il secondo aeroporto di Sidney, il Western Sydney International (Nancy-Bird Walton) Airport, progettato dagli studi Zaha Hadid Architects e Cox Architecture. Nasce per rispondere alle esigenze di trasporto della città che tra 20 anni vedrà raddoppiata la sua popolazione e per tutelare la qualità della vita dei cittadini e garantire allo stesso tempo che gli aerei possano atterrare e decollare 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Lo scalo si troverà infatti lontano dal centro abitato, in un zona dove per 30 anni non si potranno costruire abitazioni, e si prevede che sarà in grado di movimentare 5 milioni di passeggeri nel 2026 quando inaugurerà. Nel 2031 il numero dovrebbe salire a 10 milioni e nel 2063 a 83 milioni.

#2 L’alta velocità per unire l’Europa centrale e settentrionale 

Rail Baltica

Rail Baltica è una nuova linea ferroviaria convenzionale veloce a doppio binario a scartamento europeo standard, attualmente in costruzione, che metterà in collegamento in modo rapido questi sei paesi: Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia, quest’ultimo per ora in traghetto.

Rail-Baltica-in-Europe

La linea consentirà il miglioramento dei collegamenti ferroviari tra l’Europa centrale e settentrionale e avrà una lunghezza di 950 km, la parte ferroviaria baltica sarà di 870 km, con una velocità massima di 249 km/h per i treni passeggeri e 120 km/h per i treni merci. Sono previsti tre terminal merci multimodali e sette stazioni passeggeri internazionali. La Rail Baltica dovrebbe entrare in funzione nel 2026.

#3 Il tunnel sottomarino più lungo del mondo 

Percorso Tunnel Helsinki – Tallin

Per rendere completa il progetto di Rail Baltica è stato ipotizzato un progetto che, se realizzato, diventerebbe il più lungo tunnel sottomarino del mondo. Il suo nome è Talsinki e dovrebbe collegare la capitale estone Tallin e quella finlandese Helsinki, dalla stazione centrale di Tallin e arrivo all’aeroporto di Helsinski, con una lunghezza nel sottosuolo marino è 50 km per un totale di di circa 92 km. Sono previste due ulteriori fermate sul territorio svedese, Pasila e City Center, con la terra di scavo verrebbero realizzate due isole artificiali della grandezza di 400 per 300 metri al largo delle due Nazioni. Il costo previsto è tra i 9 e i 13 miliardi di euro e i lavori dovrebbero durare tra i 10 e 15 anni.

Leggi anche: TALSINKI: i segreti del progetto di TUNNEL sottomarino più LUNGO del mondo con due nuove ISOLE ARTIFICIALI

#4 Tra Germania e Danimarca il tunnel che collega l’Europa Continentale alla Scandinavia

Credits FemernAS YT – Tunnel Fehmarn Belt dall’alto

Il tunnel Fehmarnbelt sarà lungo 18 km e si troverà a 40 metri sotto il Mar Baltico e, in attesa della realizzazione progetto Talsinki, potrà fregiarsi del titolo di tunnel più lungo del mondo. Non sarà costruito sotto il fondale marino, ma poggerà su di esso, e mettere in connessione la Germania con la Danimarca. Comprenderà un’autostrada a quattro corsie e due binari elettrificati e dalla costa nord della Germania all’isola di Lolland, da cui si raggiunge Copenaghen, basteranno 7 minuti di treno e 10 minuti di auto. La distanza da Amburgo a Copenaghen si ridurrà da 450 km a 320 km e verrà facilitata la comunicazione fra la Scandinavia, la Germania e tutta l’Europa. Il costo dell’opera è di circa 7 miliardi di euro. Nel 2029 è prevista l’inaugurazione.

Leggi anche: Il TUNNEL SOTTOMARINO più LUNGO del MONDO avanza: la SCANDINAVIA sarà più vicina a Milano

#5 Il treno Maya: per collegare i Caraibi con i siti storici del Messico

Credits Trainspotting34-wikipedia – Treno Maya

In Messico è in costruzione il Tren Maya che punta a collegare le destinazioni turistiche dei Caraibi con i siti meno conosciuti dell’entroterra compresi, come dice il nome, i siti storici Maya, nella penisola dello Yucatán. Si tratta di una ferrovia interurbana di 1.525 chilometri e 18 stazioni con partenza da Palenque in Chiapas fino a Cancún attraverso due percorsi che divergono a Escàrcega. Un’opera complessa di ingegneria, contestata da attivisti per i diritti ambientali e indigeni per l’attraversamento della giungla e la probabile distruzione di reperti archeologici. La fine dei lavori è prevista entro la fine del 2023, inizio del 2024.

Leggi anche: I 7 PROGETTI più INCREDIBILI che vedremo nel MONDO nel 2023

Continua la lettura: 7+1 PROGETTI MAI REALIZZATI che potevano RIVOLUZIONARE Milano

FABIO MARCOMIN

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La TRAMA dei FILM FAMOSI se fossero stati girati a Milano

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Che cos’ha Milano in meno di Parigi, New York, Londra, Berlino o l’ospedale psichiatrico di Palo Alto? Niente, tranne che in quei luoghi hanno girato alcuni capolavori della storia del cinema.

Ok, anche a Milano hanno girato dei capolavori della storia del cinema, ma siccome non siamo mai contenti vorremmo che tutti i grandi film fossero stati girati a Milano. Certo, sarebbe necessario fare qualche piccola modifica alla trama, ma sono dettagli.

La TRAMA dei FILM FAMOSI se fossero stati girati a Milano

# Wolf of Piazza Affari

WolfPiazzaAffariTrama. Un bocconiano arrivista impara i segreti del successo sulla Terrazza 12. Giocando al ribasso su Saipem e Monte dei Paschi fa un sacco di soldi ma li perde tutti tra Byblos, Hollywood e coca party. Per disintossicarsi finisce nella comunità di Don Mazzi assieme a Fabrizio Corona.

 

# Ultimo tango a Milano

UltimoTangoMilano
Trama. Dopo la morte della moglie un americano di mezza età trapiantato a Milano sembra avere smarrito ogni ragione di vita. Visitando delle location per il Fuorisalone rimorchia una ragazzina iniziando una storia di sesso estremo. Alla fine lui la pianta ma cercando di recuperare il rapporto, si trasforma in uno stalker sui social. E lei lo uccide.

 

# Midnight in Milano

MidnightMilanoTrama. Lo sceneggiatore Gil e la sua fidanzata Inez sono in vacanza nella Milano del 2108. Durante una passeggiata sulla darsena Gil accetta il passaggio di un Hummer Limousine e si ritrova proiettato 90 anni indietro nel tempo. Non è più il 2108, Gil è nel 2018, la belle epoque milanese. Per una notte incontra tutti i personaggi leggendari su cui ha sempre fantasticato: i club dogo, Lele Mora, Fedez, Beppe Sala.

 

# Sempione Park

SempioneParkTrama. Un eccentrico miliardario, John Hammond, decide di comprare Parco Sempione e costruirci un vero e proprio parco dei divertimenti dove l’attrazione principale è la gente che suona i bonghi. Purtroppo qualcosa va storto e i rasta attaccano i visitatori del parco.

 

# Incontri ravvicinati del terzo mondo

IncontriRavvicinatiTrama. Un ragazzino che i genitori hanno tenuto chiuso in Area C fino all’età di 18 anni, un giorno prende la metro e per sbaglio scende a Cascina Gobba. Imparerà che ci sono altre forme di vita oltre la superborghesia milanese.

 

# Nostalghia canaglia

NostalghiaCanagliaTrama. Gorčakov è un poeta sovietico in viaggio in Italia per studiare la vita di Albano e Romina Power. Alle terme di Milano incontra Domenico che lo sfiderà ad attraversare Viale Abruzzi nell’ora di punta con una candela in mano.

 

# Colazione da Princi

ColazionePrinciTrama. La storia d’amore tormentata tra Holly, una ragazza che desidera sposarsi per soldi, e Paul, un ragazzo che fa sesso con la sua padrona di casa per non pagare l’affitto. I due capiscono subito di avere qualcosa in comune: la povertà.

#smailand

Continua la lettura con: I disturbi mentali dei milanesi

FRANCESCO BOZ

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La “STRADA sul MARE più BELLA del mondo”

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Credits: @visitgreatoceanroad great ocean road

243 km di auto percorsi costeggiando i più bei panorami: dall’imponente oceano al verde della foresta pluviale. Si sta parlando di quella che è stata definita in modo enfatico “la strada sul mare più bella del mondo”. Ma dove si trova?

La “STRADA sul MARE più BELLA del mondo”

# La Great Ocean Road

Credits: @arkan_shaif
great ocean road

Si chiama Great Ocean Road ed inizia a qualche km di distanza da una delle città australiane più importanti, da Melbourne infatti bisogna fare circa due o tre ore di macchina per raggiungerla, ma il viaggio è esso stesso una meta. La lunghissima strada costiera parte da Touquay, una cittadina balneare nello stato Victoria, e termina ad Allansfrod, località ad est dello stesso Stato australiano, ed è stata definita “la strada sul mare più bella del mondo”. Percorrere la Great Ocean Road è considerato un must per gli australiani, e non, che amano viaggiare su due o quattro ruote. Ma che cosa la rende così incantevole?

# I “Dodici Apostoli”

Credits: @gracezm_photography
great ocean road

Nella storia della strada c’è però un particolare che non deve sfuggire. La Great Ocean Road non è una semplice strada costruita casualmente affacciata sul mare e sui più bei panorami australiani, anzi la Great Ocean Road è considerata un vero e proprio monumento. Catalogata come patrimonio nazionale australiano, è il più grande monumento ai caduti che sia mai esistito. La strada, infatti, è stata voluta e costruita tra il 1919 e il 1932 dai soldati di ritorno dalla prima guerra mondiale e dedicata a coloro che erano morti in battaglia. Oggi la Great Ocean Road è una delle attrazioni turistiche più famose della zona, in più non è una semplice strada da percorrere: lungo la costa si incontrano infatti alcuni riferimenti storici importanti, tra cui i famosi Dodici Apostoli, dodici faraglioni di pietra calcarea.

# Un viaggio immersi nella bellezza della natura

Credits: @greatoceanroad
great ocean road

Innegabili però sono le bellezze naturalistiche che si incontrano lungo la Great Ocean Road. Luoghi da mozzare il fiato che sembrano ancora incontaminati: dal verde della foresta pluviale, alle favolose spiagge fino alle imponenti scogliere calcaree che emergono dall’acqua.

Continua la lettura con: Le MERAVIGLIE della STRADA COSTIERA più LUNGA d’EUROPA

BEATRICE BARAZZETTI

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Tutti i DISTURBI MENTALI dei milanesi

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Ph. anaterate

Il DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) è un grande catalogo, tipo IKEA, dentro cui sono contenute tutte le possibili deviazioni del comportamento umano. Per ogni disturbo sono elencati i suoi sintomi, tanti più ne manifesti tanto più sei pazzo.

Come quando cerchiamo su internet il significato dei dolorini che lamentiamo da qualche giorno, anche nel caso dei disturbi mentali possiamo convincerci di esserne affetti. Ma meglio ancora convincerci che ne siano affetti gli altri.

Per esempio, secondo me i milanesi sono tutti pazzi.

Tutti i DISTURBI MENTALI dei milanesi

disturbi mentali dei milanesi

 

# Disturbi dell’umore

Depressione: Non riuscirò mai a trovare parcheggio, arriverò tardi all’appuntamento e la mia carriera sarà rovinata per sempre.

Crisi Maniacale: Posso tranquillamente arrivare dall’altra parte della città in 10 minuti.

Ph. xusenru

# Disturbi della personalità

Disturbo paranoide: Sono sicuro che quel tizio in fondo alla metro mi sta fissando. Se scende alla stessa fermata dove scendo io chiamo la polizia.

Disturbo Schizoide: Con tutti quei giovani che fanno festa i Navigli sono diventati un inferno.

Disturbo Schizotipico: C’è solo un modo per raddrizzare la mia vita, pregare la madonnina.

Disturbo Narcisistico: Guarda, in questo periodo lavoro 14 ore al giorno perché il mio capo ormai si fida solo di me. Poi faccio tutte quelle robe da freelance, ti giuro che non ci sto dietro. Per fortuna guadagno un ca-si-no.

Disturbo Antisociale: Cosa ne dite se coi soldi del nero ci compriamo la bamba?

Disturbo Bordeline: Il mio capo è uno stronzo senza precedenti. Cioè, è un genio, tutto quello che ha se l’è costruito da solo. Che schifo di uomo geniale.

Disturbo ossessivo compulsivo: i mezzi pubblici sono sporchi. Dove diavolo è finita l’Amuchina?!?

Ph. Engin_Akyurt

# Disturbi D’ansia

Panico: Ommioddio ommioddio mancano solo due mesi alle ferie e non ho ancora prenotato da nessuna parte. Muoio.

Ansia generalizzata: Sono indietro con il lavoro, devo pensare a un regalo per la mia fidanzata, poi dovrei vorrei riuscire a incastrare un po’ di palestra o jogging in tutti i miei impegni. Mi sa che che resto a letto e mi fingo malato.

Ok, penso di averli tutti.

#smailand

Continua la lettura con: 10 sintomi di pazzia di noi mamme milanesiù

FRANCESCO BOZ

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5 LUOGHI vicini a Milano dove NON andare per una gita

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Articolo nato in una serata di pioggia scorrendo le immagini di gente ai Caraibi su Instagram.

5 Luoghi vicini a Milano dove NON andare per una gita

#5 Colico


Nomen omen. Un finto lago tra le montagne e il lago. Come riserva mettiamo Laglio, famoso solo perché c’è George Clooney

#4 Portofino

Arrivi lì, ci sono quattro case e non c’è neanche la spiaggia. Bello come altri borghi liguri ma molto più costoso. Piuttosto, molto bello il trekking Camogli-San Fruttuoso o la passeggiata al faro.

#3 Courma


Inflazionatissimo, non c’è un collegamento diretto con Milano, sempre intasata dal traffico. Come riserva Cervinia con piste superfacili, passi la giornata a salire sulle piste, un macello di gente quando a quote più basse non c’è abbastanza neve.

#2 Domodossola


Perché ha bocciato il referendum di annessione alla Lombardia. Buono solo per il gioco nome cose città.

#1 Torino


Perché #1 se devo andare a vedere le cose egizie vado in Egitto che c’è anche il mare. #2 per il drappo che loro sventolano millantandolo come sacro. #3 è la brutta copia delle città francesi.

Continua la lettura con: 10 posti fuori Milano poco conosciuti ma perfetti per una gita

MILANO CITTA’ STATO

(Con il contributo decisivo di Andrea Urbano)

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I RISTORANTI di CLASSE a Milano

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Credits bissitrix IG - Il Marchesino

Per una serata sofisticata: alcune delle location imperdibili a Milano.

I RISTORANTI di CLASSE a Milano

# Acanto al Principe di Savoia

Credits principesavoia IG – Ristorante Acanto

Il ristorante dell’Hotel Principe di Savoia, in piazza Repubblica, con lo chef Alessandro Buffolino. La migliore tradizione italiana e scenografiche presentazioni dei piatti, questi i due tratti distintivi. L’ambiente e gli arredi sono âgée, l’atmosfera è di pura raffinatezza.

Indirizzo: piazza della Repubblica, 17

# Cracco in Galleria

Ristorante Cracco in Galleria Vittorio Emaunele

Il Ristorante Cracco occupa cinque piani in Galleria Vittorio Emanuele II. Gli interni sono stati realizzati mantenendo intatto lo stile raffinato e l’architettura elegante tipica del “Salotto di Milano”, con sedute in velluto verde, abat jour, specchi e decorazioni alle pareti e sul soffitto. Tra i più quotati in città e in Italia, una stella Michelin, propone una cucina innovativa e sperimentale ma guidata dalla tradizione. Ha fatto molto discutere la rivisitazione “stellata” della pizza napoletana. 

Indirizzo: Corso Vittorio Emanuele II

# Antico Ristorante Boeucc Milano dal 1696

Credits marta_ottolini IG – Boeucc

L’Antico Ristorante Boeucc, con oltre 300 anni di storia, è il vero ristorante tipico Milanese. Qui si mangia in un’atmosfera unica di fine Ottocento, con Tovaglie in lino, posate d’argento, bicchieri in cristallo e un servizio impeccabile, uniti ad una cucina raffinata.

Indirizzo: piazza Belgioioso, 2

# Il Foyer al Teatro alla Scala

Credits bissitrix IG – Il Marchesino

Il FOYER è il ristorante del compianto Gualtiero Marchesi proprio all’interno dell’edificio del Teatro alla Scala. Ogni dettaglio trasuda classe ed eleganza, dai piatti di una cucina stellare alle poltroncine rigorosamente di colore rosso Scala

Indirizzo: largo Antonio Ghiringhelli, 1, via Filodrammatici, 2

# Il Luogo di Aimo e Nadia

Il Luogo di Aimo e Nadia

E’ la storia di una grande amore, nato addirittura nell’infanzia, da Aimo e Nadia che nel 1962 hanno aperto in una zona defilata un ristorante leggendario. L’ambiente è caratterizzato dal predominante colore bianco e dai colori vivaci delle opere d’arte alle pareti e sulle sedute. La forza del locale sono le materie prime proposte in modo non tradizionale. Alla guida nella cucina del ristorante stellato ci sono oggi gli Chef Alessandro Negrini e Fabio Pisani. Considerato in molte classifica il ristorante dove si mangia meglio a Milano. 

Indirizzo: via Privata Raimondo Montecuccoli, 6 

# Savini

Credits mariannaiandolo IG – Savini

Il Ristorante Savini in Galleria Vittorio Emanuele II è una vera istituzione a Milano. Aperto dagli inizi del ‘900 ha visto seduti ai suoi tavoli alcuni dei più grandi intellettuali e artisti della storia italiana e non solo, Giuseppe Verdi, Marinetti, Maria Callas e Frank Sinatra solo per citarne alcuni. Ancora oggi conserva quel fascino austero grazie ai suoi lampadari di cristallo e al suo arredamento raffinato.

Indirizzo: via Ugo Foscolo, 5

# Armani Ristorante

Credits matti_su IG – Armani Ristorante

Armani Ristorante, al settimo piano di Armani Hotel Milano, segue lo stilo sobrio ed elegante della maison di Re Giorgio per accogliere i clienti in un ambiente di lusso non ostentato. Caratterizzato da ampie vetrate e un pavimento a scacchi, propone una cucina gourmet con viste panoramiche dal Duomo ai grattacieli di Porta Nuova.

Indirizzo: via Alessandro Manzoni, 31

# Don Lisander

Credits: @donlisandermilano – Don lisander milano

Il ristorante intitolato allo storico soprannome di Alessandro Manzoni è un punto fermo a Milano dal 1947. Posizione centralissima, a due passi da dalla Scala e da palazzo Marino, mette a disposizione uno spazio interno raffinato, la sala principale è stata ricavata dall’originaria cappella di Palazzo Trivulzio, e un giardino che consente di avere 140 posti a sedere. Propone una selezione di piatti della ricca tradizione milanese, su tutti il leggendario risotto. 

Indirizzo: via Alessandro Manzoni, 12/A

# Mi View

Credits: Andrea Cherchi - Vista da Miview Restaurant
Credits: Andrea Cherchi – Vista da Miview Restaurant

Il ristorante MiView, al 20esimo piano del World Join Center, è oggi il più alto e panoramico di Milano. Qui si può degustare un pranzo o una cena a cinque stelle in un ambiente elegante e di classe, con toni dell’arredamento che vanno dal grigio al nero, mentre si appagano gli occhi con una vista che spazia dai tre grattacieli di Citylife al Duomo in lontananza.

Indirizzo: via Achille Papa, 30

# Da Giacomo

Credits milanosecrets IG – Ristorante Da Giacomo

Il Ristorante da Giacomo, in zona Ventidue Marzo, ricorda le trattorie milanesi del primo Novecento. Specializzato in piatti di pesce, accoglie gli ospiti in una cornice suggestiva, elegante, sofisticata, d’altri tempi data da boiserie, stucchi, archi e, a terra, un pavimento di graniglia a disegno.

Indirizzo: Via Pasquale Sottocorno, 6

Continua la lettura: I RISTORANTI più CURIOSI da sperimentare a Milano

FABIO MARCOMIN

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Il COWORKING GRATIS nel Quadrilatero della Moda

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Credits saramilletti iG - Coworking

Non è il solito bar, bistrot o locale che mette a disposizioni tavolini dopo poter lavorare o studiare spesso previa consumazione. Si tratta di un vero coworking con tutte le comodità del caso. Dove si trova e come funziona.

Il COWORKING GRATIS nel Quadrilatero della Moda

# Il coworking gratuito nel Quadrilatero della Moda

Credits eaclub7 IG – Spazio Lenovo

In questo spazio non si paga una tariffa oraria o l’entrata giornaliera. Non si è obbligati nemmeno a consumare perché non è un bistrot o un bar che mette a disposizione tavolini per lavorare o studiare in cambio di una colazione, una spremuta o un pranzo. Si tratta di un vero e proprio coworking con i servizi basilari.

Stiamo parlando di Spazio Lenovo con affaccio sul Quadrilatero della Moda, in corso Matteotti, inaugurato a settembre 2020. Si sviluppa su due livelli: al piano strada c’è uno spazio di rappresentanza per presentare dei prodotti e delle novità, mentre al primo piano sono ospitati spazi commerciali con anche uno spazio B2B, un’area auditorium e un bistrot.

# Come funziona

Credits saramilletti iG – Coworking

Le postazioni disponibili nell’area coworking sono limitate, per questo è richiesta una prenotazione telefonica con un anticipo di almeno 36 ore sul giorno in cui si prevede di usufruire del servizio. Gli orari per accedervi sono i seguenti: da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.30, sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.30. Per ogni informazione qui il sito: Spazio Lenovo.

Credits spazio_lenovo_bistrot IG – Bistrot

Si può usufruire di prese per la ricarica di smartphone e pc della connessione wifi ad alta velocità. Per chi vuole stuzzicare qualcosa di salato o dolce, fare un bunch o prendere da bere è possibile servirsi del bistrot al piano.

 

Indirizzo: Corso Matteotti 10

Continua la lettura: 5+1 luoghi dove STUDIARE GRATIS in giro per Milano

FABIO MARCOMIN

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I MEME più DIVERTENTI sull’EURO-DERBY di CHAMPIONS

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Credits calciatoribrutti FB - Lo scontro finale

Dopo 20 anni Inter e Milan si sfidano in una semifinale di Champions. Andata il 10 maggio e ritorno il 16 maggio. Torna il grande incubo: perdere la semifinale con i cugini. 

I MEME più DIVERTENTI sull’EURO-DERBY di CHAMPIONS

# Tipo la Rivoluzione Francese

@gliautogol IG

# Guerra civile a Milano Città Stato

Credits calciatoribrutti FB – Lo scontro finale

# Un’attesa tranquilla

@gliautogol IG

# Eccitati come ricci

Credits gliautogol – L’estasi

# I due colossi mondiali e le due squadre neppure in zona champions nel campionato italiano

Credits mimmomodem – Le 4 semifinaliste

# Traumi irrisolti

Credits calciomercato.it – Milan-Inter-meme

# Almeno la maglia è la stessa

Credits ilcollegiodementi FB – Quando l’Inter era un’altra cosa

# Quando si vinceva anche pareggiando

Credits pastoriziafootball club FB – La regola del gol fuori casa

# Corsi e ricorsi della storia

Credits Footballnerd low quality meme IG – Milan Instanbul

# Quando il gioco si fa duro

@gliautogol IG

# Pausa campionato

Credits pastoriziafootball club FB – Il ritorno del campionato

Continua la lettura: Attenti a quei due: i più divertenti MEME delle ELEZIONI

FABIO MARCOMIN

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L’AUTOSTRADA per BICICLETTE più lunga d’Italia diventa un’ “OPERA d’ARTE”

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credits: tourismpeschiera.it

Un tratto di percorso ciclopedonale riqualificato con un accorgimento estetico che lo rende ancor più bello da percorrere. Un’idea da replicare a Milano?

L’AUTOSTRADA per BICICLETTE più lunga d’Italia diventa un’ “OPERA d’ARTE”

# La fortezza patrimonio UNESCO

credit: gardasouthcycling.com

Peschiera del Garda si trova nella parte più a sud del Lago di Garda, in corrispondenza dell’uscita dell’emissario Mincio, al confine tra Lombardia e Veneto. Chi ama la natura si trova decisamente a proprio agio, perché Peschiera offre diverse passeggiate nei bellissimi percorsi lungolago alberati oppure panoramiche in mezzo al verde dei Bastioni della città, che hanno permesso alla fortezza di Peschiera di entrare a far parte del patrimonio dell’umanità UNESCO.

Il fiume Mincio nasce qui e, lungo il proprio corso, attraversa le bellissime colline moreniche del Garda, famose per i loro vini, fino a Valeggio sul Mincio, poi nella Pianura Padana attraversando la città di Mantova prima di tuffarsi nel fiume Po.

# L’autostrada verde più lunga d’Italia

Bastioni di Peschiera

Proprio lungo il corso del Mincio, tra Peschiera e Mantova, è stata realizzata una delle piste ciclabili più belle d’Italia, immersa del verde della pianura padana, di fianco alle acque del fiume Mincio, il suo parco naturale e bellissimi borghi medievali che attraversa.

La vocazione della zona per la natura non si esaurisce fuori dai centri abitati, ma viene confermata anche dai vari chilometri di via ciclopedonali che percorrono le zone più belle di Peschiera, tanto da rappresentare una delle risorse più preziose.

# La ciclopedonale di Van Gogh

credits: tourismpeschiera.it

In particolare, l’amministrazione di Peschiera ha deciso di sperimentare una nuova soluzione in occasione della riqualificazione del tratto della Passeggiata Montagni.

Infatti è stata dotata di un nuovo manto stradale che riflette la luce nella notte illuminandosi con una moltitudine di cristalli blu guidandoci lungo la passeggiata richiamando, in qualche modo, lo stile dei quadri di Van Gogh.

Fonte: TourismPeschiera

Continua la lettura con: La ciclabile del Garda

ALESSANDRO VIDALI

copyright milanocittastato.it

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150 EURO al MARE: 3 LOCALITÀ SUPER CHIC ma ECONOMICHE e FACILI da raggiungere da Milano

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Scultura Le Nomade Presso Il Bastione San Jaume - Antibes Ph. kmarius

A pochi chilometri oltre il confine italiano tre mete rinomate dove trascorrere l’estate senza spendere una follia. Tre località a pochi minuti di treno una dall’altra. 

150 EURO al MARE: 3 LOCALITÀ SUPER CHIC ma ECONOMICHE e FACILI da raggiungere da Milano

# Mentone e il tesoro del giardino dell’Eden

Credits yanikmo IG – Menton

Partiamo dalla “Perla della Francia”, a poco più di tre ore d’auto da Milano subito dopo il confine con Ventimiglia: Mentone. Affacciata direttamente sul mare, con un clima mite e un caratteristico centro storico, la “Città Vecchia”, con un labirinto di strade strette, piazze pittoresche e case coloratissime, è una tra le località preferite dai milanesi per una vacanza o una gita fuori porta. La città ospita anche splendidi giardini, tra cui il Giardino Botanico Val Rahmeh e il Giardino Serre de la Madone, che offrono una grande varietà di piante esotiche, oltre a a offrire belle spiagge e aree naturali circostanti. Altra attrazione è lo splendido sentiero sul litorale (il Sentiero di Le Corbusier) che conduce da Mentone a Montecarlo.

Sentiero Le Corbusier (Mentone – Montecarlo)

Una curiosità? Mentone è la “capitale” francese dei limoni: la leggenda narra che Eva, cacciata dal Paradiso Terrestre, si sia portata con sé dal giardino dell’Eden un limone che ha poi piantato proprio a Mentone. Nonostante sia all’inizio di una delle zone marine più chic del pianeta, per dormire si possono trovare prezzi tutto sommato abbordabili: per una camera in hotel si paga 140 euro a testa

# Nizza, la capitale della Costa Azzurra

Credits lilikikilai IG – Nizza

Pochi chilometri più avanti c’è la città più grande della Costa Azzurra: Nizza. Ricca di cultura e arte, con musei come il Matisse e il Chagall che ospitano collezioni di opere d’arte di famosi artisti, è conosciuta per le sue grandi spiagge e il suo spettacolare lungomare lungo 7 km, la Promenade des Anglais, tra i più lunghi d’Europa. La parte più pittoresca è la Vecchia Nizza, il centro storico, e non mancano ristoranti e caffè caratteristici. Ha una posizione strategica, l’aeroporto è il secondo della Francia per numero di viaggiatori e con il treno che funge da Metropolitana della Costa Azzurra si può comodamente raggiungere in pochi minuti altre località rinomate, come Montecarlo, Villefranche, Antibes, Juan les Pines e Cannes. Per soggiornare si possono trovare sia gli hotel di lusso che soluzioni più economiche con B&B o case gestite da privati dove spendere circa 150 a notte.

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# Antibes, una storia millenaria

Credits juliawilnhammer IG – Antibes

A una ventina di chilometri da Nizza e a circa 350 da Milano e si arriva ad Antibes, che offre sistemazioni ancora più economiche. Scegliendo con cura si possono trovare camere al costo di 110 euro a testa per notte. La storia di questa località risale ai tempi dei Greci, da cui fu fondata nel IV secolo a.C., ed è una delle più ricercate mete estive del Mediterraneo per il relax e il divertimento. Ospita diversi musei, tra cui il Museo Picasso all’interno del Castello Grimaldi, un centro storico ricco di boutique, ristoranti e caffè e delle splendide spiagge con mare cristallino immerse nella macchia mediterranea, tra cui la celebre Plage de la Gravette o gli scogli della Garoupe narrati nei romanzi di Fitzgerald. Da Cap d’Antibes, tra calette e ville maestose, si può godere di panorami spettacolari sul mare e sulla città, le isole di Lérins e la costa del massiccio dell’Esterel. Per i più giovani c’è Juan Les Pins che costituisce l’area di Antibes con la massima concentrazione di locali e spiagge sabbiose. 

Milano-Antibes

Continua la lettura: I paesaggi mozzafiato del litorale della Costa Azzurra

FABIO MARCOMIN

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EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

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Credits: @Fabu023 Edoardo Ferravilla

La madre (Maria Luigia Ferravilla) era una cantante portoghese e gli diede il cognome. Il padre (Filippo Villani) era uno dei maggiori esponenti della Scapigliatura milanese, quella nata da Carlo Righetti (detto Cletto Arrighi) l’intellettuale meneghino che attirerà a se gli altri tre lombardi Praga, Dossi e Conconi. Parliamo di Edoardo Ferravilla, figlio illegittimo di Maria Luigia e Filippo, diventato uno degli attori più importanti nell’ambito del teatro dialettale milanese, esponente principale della scena locale, tra l”800 e il ‘900.

EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

# Scoperto da Cletto Arrighi

Credits: it.wikiquote.org
Edoardo Ferravilla

Nacque a Milano, il 18 ottobre 1846, dalla relazione tra il Villani e la Ferravilla. A pochi mesi dalla nascita la madre muore, il padre nel frattempo si era sposato con una ballerina e non vi erano le condizioni per un avvicinamento col parente, così è affidato ad un tutore, Giacomo Viglezzi, che da figura “fredda” e “burocratica”, diventerà per il piccolo Ferravilla un riferimento prezioso, sotto il profilo assistenziale e affettivo. In casa Viglezzi, Edoardo impara la musica e la passione per il teatro, svago gradito dalla famiglia adottiva. Però gli studi sono quelli da ragioniere, come Giacomo, che sfoceranno solo per un breve periodo in un lavoro dietro la scrivania. Edoardo Ferravilla, ancora giovane, è “scoperto” proprio dal già citato Cletto Arrighi, che nel frattempo aveva scritto operette comiche teatrali in dialetto milanese. Arrighi lo instrada nel mondo della recitazione. In più Giacomo Viglezzi è amministratore del Teatro dell’Accademia dei Filodrammatici, nella Chiesa sconsacrata dei SS Cosma e Damiano. Quindi ecco che il cerchio dell’arte si chiude e ne esce un Ferravilla attore fatto e finito, anche grazie alla scuola di recitazione frequentata proprio nella nostra città.

# Il suo esordio al Teatro Milanese in Corso Vittorio Emanuele

Credits: ildogville.it
personaggio Edoardo Ferravilla

Quando Giacomo Viglezzi muore, Edoardo Ferravilla lavora come ragioniere nell’ufficio del fratellastro Enrico (figlio di Giacomo). Come attore è scritturato da Cletto Arrighi, che gli offre un lavoro compatibile (come orario) con quello da ragioniere. A 24 anni recita per la Compagnia di Arrighi, al Teatro Milanese, situato nell’attuale Corso Vittorio Emanuele 15; il locale è dedicato alla commedia dialettale meneghina ed Edoardo Ferravilla non tarda a dimostrare le proprie attitudini sul palco: esordisce in “Barchett de Boffalora” (è il 1870), poi passa all’opera “Ona notizia falsa”, di Giovanni Duroni e in “Teresa”. Il lavoro teatrale aumenta e Ferravilla decide di lasciare l’attività di ragioniere per dedicarsi solo alla recitazione.

Nel 1872 lo troviamo nella commedia di Righetti “Nodar e perucchee”, dove deve interpretare un ruolo non di primo piano, ma grazie alla forte caratterizzazione che Ferravilla offre al proprio personaggio, riesce a mettersi in evidenza: così il nostro artista si scopre non solo attore capace, ma uomo di teatro abile a creare nuovi personaggi, preziosi per la recitazione dialettale milanese.

# Dal Tecoppa al Massinelli, i suoi personaggi più celebri

Credits: @chiediscena.pironti
Edoardo Scarpette, Emilio Zago ed Edoardo Ferravilla

A causa di una crisi del Teatro Milanese, si crea una nuova società teatrale gestita dallo stesso Ferravilla insieme a Gaetano Sbodio ed Edoardo Giraud, dove il primo diventa direttore.

La compagnia ha successo non solo a Milano, è apprezzata anche a livello nazionale e “smussa” il dialetto milanese rendendolo più compressibile. Ferravilla si esibisce con personaggi che diventano simboli di una milanesità ormai dimenticata: comeel Tecoppa“, personaggio senza arte ne parte, dedito al consumo di alcol, che tende a fregare il prossimo in modo goffo e impacciato. Tecoppa nasce dalla rappresentazione che Ferravilla vide durante uno spettacolo amatoriale, dove un attore dilettante interpretava un signore che aveva come intercalare “Dio te coppa”, “Dio t’ammazzi”, esclamazione che viene sintetizata in “Tecoppa”. Tecoppa è un nullafacente, mantenuto dalla moglie, che si lamenta sempre addossando a colpe altrui  le proprie sfortune.

Poi c’è un altro personaggio, Massinelli, studente pluriripetente, l’anziano “Barbogio” e “Maester pastizza”, cattivo musicista che si vanta di essere stato copiato da artisti famosi. E questi citati sono solo alcuni.

# L’addio alle scene

Credits: lombardiabeniculturali.it
El Tecoppa

Nel 1905 Ferravilla da l’addio alle scene, morirà dieci anni dopo, nel 1915, a Milano. Piero Mazzarella, attore vercellese ma milanese d’adozione (mancato nel 2013 all’età di 85 anni), è considerato il successore naturale di Ferravilla, anche perché la madre di Piero, Sara Masera, fu un’attrice della compagnia di giro di Ferravilla.

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FABIO BUFFA

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La nuova PIAZZA CASTELLO in TOTAL WHITE: il restyling alle FASI FINALI

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Da luglio 2021 è partito il restyling di Piazza Castello e via Beltrami. Il progetto, frutto di un concorso indetto e vinto nel 2017, si sta avvicinando alla conclusione.  Vediamo il progetto nel dettaglio e quando sarà pronta la nuova piazza.

La nuova PIAZZA CASTELLO in TOTAL WHITE: il restyling alle FASI FINALI

# Un progetto da 5,2 milioni di euro

Credits: Urbanfile – Progetto di restyling Cairoli/Piazza Castello

Per il progetto complessivo sono stati stanziati 9,9 milioni di euro. La metà pari a 5,2 milioni sono stati destinati al primo lotto di piazza Castello e via Beltrami, i restanti al secondo lotto relativo a largo Cairoli i cui lavori però non sono ancora stati programmati. Nel dettaglio per la parte di Piazza Castello sono stati previsti: 184 i nuovi alberi, di cui 167 aceri, che creano un triplice filare alberato e una sorte di cornice intorno agli attraversamenti, cordoli in marmo e nuove aiuole. A questo si aggiunge la riqualificazione dei viali che la collegano a Foro Bonaparte, con l’asfalto che lascia il posto al calcestre.

I lavori in via Beltrami, invece, hanno previsto il rifacimento della pavimentazione. Si è optato per il granito bianco di Montorfano con inserti di beola grigia. Oltre ad una valorizzazione degli attraversamenti pedonali e dell’aumento del verde intorno al Castello, il progetto prevede un miglioramento dell’illuminazione pubblica. L’area è diventata completamente pedonale.

Leggi anche: Effetto “total white”: riaperta PIAZZA CASTELLO

# L’effetto Total White: il punto sui cantieri 

Credits Urbanfile – Via Beltrami

I cantieri si sono aperti il 7 luglio 2021. La durata complessiva dei lavori è stata fissata in 500 giorni, ma a causa di alcuni ritardi dovuti anche alla pandemia dovrebbero concludersi tra l’autunno e la fine del 2023.

Credits Urbanfile – Calcestre piazza Castello

L’intervento è stato realizzato in fasi diverse per limitare l’impatto sulla vivibilità dell’area. Prima è toccata all’area di via Lanza e l’area di via Beltrami, dove i lavori sono già stati completati. Sul lato di via Lanza e Quintino Sella è stato steso e pressato il calcestre e la sistemazione è di fatto conclusa con l’area aperta al pubblico passaggio.

Credits Urbanfile – Filari di alberi piazza Castello

Anche gli alberi sono già stati piantumati e inizia già a vedersi l’aspetto definitivo della nuova piazza.

Credits emanuele_genuizzi IG – Piazza Castello Milano

Ora sono in corso i lavori sul lato del Castello Sforzesco, dove si sta demolendo la zona attorno alla fontana e all’ingresso del Castello, e verso piazzale Cadorna. All’incrocio con via Ricasoli sono stati sistemati gli scivoli e i nuovi cordoli, con i piloni antisfondamento, i nuovi “milomat”.

# I resti dei bastioni ricoperti su decisione della Sovrintendenza 

In via Quintino Sella verso Lanza erano stati rinvenuti i resti dei bastioni del Cinquecento e Seicento realizzati a scopo difensivo quando il castello divenne una caserma e fortezza durante le denominazioni spagnole. La decisione della Sovrintendenza alle Belle Arti è stata quella di non spostarli per esporli in qualche area museale ma di lasciarli e ricoprirli di terreno

Per evitare che le radici scavassero fino a rovinare le antiche mura e al contempo mantenere il disegno del progetto, si è scelto di posizionare degli arbusti di dimensione più piccola ma nessuno potrà ammirare una testimonianza del passato della città. 

Fonti e foto: Urbanfile

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FABIO MARCOMIN

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MILANO, 2003: come eravamo ai tempi dell’ultimo euroderby di semifinale di CHAMPIONS

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L’installazione Short Cut, opera di Michael Elmgreen e Ingar Dragset. Sono i simboli, secondo i due artisti scandinavi, dell’evasione e della vacanza intesa soprattutto come crescita intellettuale e culturale

Diciamoci la verità. Sembra un miracolo. A inizio stagione nessuno ci avrebbe scommesso un ducato. Non solo: in campionato entrambe le squadre rischiano di non entrare neppure in zona Champions, surclassate perfino dalle due romane. E invece, come spesso accade, Milano può trovarsi in difficoltà nelle ragnatele italiche ma quando si parla di passare la frontiera è capace di dare il meglio di sè: Capitale mondiale nella lirica, con la Moda, il Design e il Fuorisalone, e non è da meno nel calcio. Anche perché Milano non è solo la città che ha ospitato più volte derby in Champions ma è anche l’unica città del mondo ad aver vinto la Champions (e l’Intercontinentale) con due squadre diverse. Grazie alle vittore su Napoli e Benfica le sue due squadre si ritrovano a giocarsi la finale di Champions a San Siro. A distanza di 20 anni esatti dall’ultima volta. Ma come andò a finire e, soprattutto, com’era la Milano di quei tempi? 

MILANO, 2003: come eravamo ai tempi dell’ultimo euroderby di semifinale di CHAMPIONS

2003. Tutta un’altra storia. A Milano e nel calcio. Sembra una vita fa. Se torniamo a quei tempi, Milano è una città completamente diversa. Non solo: anche nel calcio. La semifinale di Champions tra le due milanesi sembra qualcosa di ineluttabile, perchè da vent’anni il calcio italiano domina, trainato in particolare dalle due milanesi. Sono anni che tendenzialmente il Milan spadroneggia in Europa mentre l’Inter ha la meglio in Italia soprattutto nella seconda metà del decennio. 

Ma partiamo dal tema del giorno: cosa accadde nel derby di Champions?

# La semifinale del 2003: con le regole di oggi il finale non sarebbe lo stesso

Sono cambiate anche le regole. A quei tempi, a parità di gol tra andata e ritorno valeva la regola che pesassero di più i gol fatti fuori casa. E nel caso della semifinale di allora fu un paradosso: le due squadre si trovarono a giocare due volte nello stesso stadio e pareggiarono entrambe le partite. Ma a spuntarla fu il Milan. Proprio per quella regola ancora più strana per due concittadine. Erano nello stesso stadio ma ufficialmente si alternarono in casa. All’andata, in casa del Milan finì zero a zero. Al ritorno in “casa” dell’Inter terminò 1 a 1 con il gol dei milanisti che venne valutato doppio perché “fuori casa”. Un gol pesante e di buon auspicio. Sì, perché in finale il Milan si trovò la Juventus che venne sconfitta solo ai calci di rigori al termine di una delle finali più noiose degli ultimi trent’anni. 

# Un orizzonte totalmente diverso

La prima grande differenza rispetto ad allora è proprio in quello che attende la vincitrice della super stracittadina. Invece della Juventus specialista in finali perdute ci sarà una squadra di ben altra caratura. Nell’altra semifinale infatti si scontrano i due colossi d’Europa, Real Madrid e Manchester City, con i loro budget miliardari, sideralmente superiori alle due milanesi. C’è chi dice che per la finale ci sarà bisogno del pallottoliere. Forse non sarà così ma è certo che la vincente del derby avrà il ruolo di Davide contro Golia.

# Il terrore dei tifosi

La grande somiglianza invece è nel terrore delle due tifoserie. La paura di perdere in semifinale, vedendo così sfumare il più grande sogno per un tifoso di club, ha in questa caso un’aggravante. Si tratterebbe non solo di perdere ma di veder vincere i cugini, ossia il collega, l’amico, il vicino di casa, il parente che festeggeranno proprio nel momento in cui lo sconfitto starà provando il più grande dolore. E non si tratta del solito derby che potrà essere rimpiazzato dal risultato del derby successivo, a distanza di pochi mesi. Qui rischia di pesare come un macigno in una memoria eterna. Anche perché rispetto a vent’anni fa ben pochi scommetterebbero su una nuova semifinale di Champions tra le due milanesi per gli anni prossimi a venire. 

# Da campioni affermati a grandi promesse

Non solo i giocatori. Sulla panchina del Milan siede Carletto Ancelotti che oggi invece sta seduto molto più al caldo, sulla panchina del Real Madrid. Dall’altra c’è Hector Cuper ai tempi stella nascente del calcio internazionale che assisterà proprio al suo tramonto in casa nerazzurra. Ma torniamo ai giocatori: nel Milan ci sono i futuri campioni del mondo Nesta, Gattuso, Pirlo e Inzaghi, insieme al Pallone d’Oro Schevchenko e gli assi Seedorf e Rui Costa. Il meglio a livello mondiale. Forse in prospettiva solo Maignan e Rafael Leao potrebbero seguire le stesse orme di successo. Principale punto di contatto in questi vent’anni è Paolo Maldini: ai tempi in campo, con la fascia di capitano, adesso dirigente dei rossoneri. Dal lato Inter ci sono Zanetti, Materazzi, Hernan Crespo e Recoba. Forse sulla carta più deboli dei rivali anche perchè non siamo ancora agli anni del dominio in Italia che portarono al triplete di Mourinho. Zero somiglianze anche dal lato della proprietà. Nel 2003 Milan e Inter sono milanesi al 100% nelle mani di Berlusconi e di Moratti. Ora non sono più neppure europee. 

Tornando alla partita, come anticipato, dopo lo 0-0 dell’andata, al Milan bastò un pareggio 1-1 (gol di Shevchenko e Martins) per andare in finale – poi vinta – contro la Juventus. Decisiva la parata all’ultimo respiro di Abbiati su Kallon, un ricordo indelebile per i tifosi di allora. Ma se ripensiamo al 2003, com’era la Milano di allora?

# Milano, anno 2003: niente Skyline

varesine e torre breda
varesine e torre breda

I telefonini si usano ancora solo per chiacchierare o mandare sms. Non si sono i Social. I sogni di gloria di Internet sembrano raffreddati a causa dello scoppio della bolla in Borsa. Ma se si tornasse a quegli anni la cosa che salterebbe più all’occhio sarebbe un’altra: lo skyline. 

Invece dei grattacieli e della city ci sono ancora i resti di un Luna Park in quella che è la parte più degradata tra le aree centrali di Milano. Dove oggi ci sono i grattacieli di City Life c’erano ancora gli edifici della ex Fiera che solo qualche anno dopo sarebbe stata trasferita a Rho. Nessun Bosco Verticale, nessun grattacielo, anche se qualcosa si muove. E non è poco. 

# La città che sogna

Un quartiere industriale e periferico com’era il quartiere Pirelli-Bicocca aveva appena inaugurato la sua università, la Bicocca apre infatti solo due anni prima l’inizio del nuovo millennio, ma non si accontenta dell’università e inaugura altri due luoghi culturali. Il 19 gennaio 2002, infatti, dato che il teatro alla Scala era chiuso per ristrutturazione, apre in zona Bicocca il teatro Arcimboldi. E nel 2004 inizia a essere costruito anche l’Hangar, un nuovo spazio espositivo d’arte contemporanea.

Viene inaugurata anche la statua ago e filo in piazza Cadorna. Sono gli anni dove una nuova Milano sta nascendo. E anche se i grattacieli non si vedono guardando verso il cielo, le loro sagome sono state delineate già sui fogli di carta dei progetti.

Il 2003 è una Milano che sogna. Non solo la finale ma anche di affermarsi come nuova capitale d’Europa. C’è infatti chi inizia a pensare di candidare la città per la Grande Esposizione Universale. Una città che sente di essere grande, tra le più ricche e vitali d’Europa, e che è pronta a mettere in campo le sue due squadre confidando che la vincente sarà pronta a sedersi sul tetto d’Europa. Come la sua città. 

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ANDREA ZOPPOLATO

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Sempre più in ALTO: di quanti piani crescerà la TORRE di BRERA

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Foto Andrea Zoppolato - Palazzina Largo Treves

La torre celebre anche se non molto amata nel cuore di Milano sta per rinascere sotto un’altra veste. Nel frattempo è la grande protagonista della design week.

Sempre più in ALTO: di quanti piani crescerà la TORRE di BRERA

# La torre di Brera costruita al posto della prima sede dell’Università Bocconi

Foto Andrea Zoppolato – Palazzina Largo Treves

Uno dei palazzi più vistosi e contraddittori del centro di Milano. La Torre al civico 1 di largo Treves 1, tra Corso Garibaldi e via San Marco. Alta 10 piani incluso quello rialzato, è stata costruita nel 1955 per ospitare gli uffici del Comune di Milano al posto della palazzina eclettica che costituiva la prima sede dell’Università Bocconi, edificata nel 1902. Disegnata dall’architetto Arrigo Arrighetti, che a Milano ha firmato il progetto di circa 150 edifici, non si distingue per originalità e bellezza con il suo colore marrone chiaro e la successione militare dal basso all’alto di finestre ministeriali senza serramenti. Nel 2021 è stata infatti ceduta al gruppo Stella Re per 52,75 milioni di euro che si occuperà dell’intervento di rigenerazione il cui impatto più evidente sarà che verrà alzata di alcuni piani 

# L’installazione “Dry Days, Tropical Nights”: gli ultimi giorni per visitarlo prima della sua rigenerazione

Nel frattempo la torre è tra i grandi protagonisti del Fuori Salone con un’installazione artistica che ha riguardato sia la parte esterna che quella interna. Per la prima volta infatti durante l’edizione 2023 della Design Week il pubblico potrà visitarla, fino al 23 aprile, e partecipare a una serie di attività e incontri. L’installazione si chiama Dry Days, Tropical Nights ed è frutto della collaborazione tra glo™, marchio del fumo elettronico, e Agostino Iacurci, e invita lo spettatore a guardare come potrebbe diventare il nostro paesaggio e a costruire un domani migliore tutti insieme. Iacurci ha preso ispirazione da due climatologi che hanno immaginato il futuro della nostra penisola con l’attuale gestione del Pianeta, con paesaggi deserti e tropicali. Lo scenario è rappresentato da soli e lune sulle pareti esterne e da colori accesi, silhouette di palme e luci, al suo grezzo interno, che ricordano i tramonti tropicali.

Leggi anche: Cosa vedere al FUORISALONE 23: i CONSIGLI ESCLUSIVI di GIACOMO BIRAGHI

# Rispetto alle anticipazioni la struttura non sarà demolita, ma alzata di altri cinque piani

Credits gianmuga IG – Torre Largo Treves

Si parlava addirittura di demolizione per lasciare il posto a un nuovo palazzo. Invece, anche se il progetto è ancora top secret, l’attuale struttura verrà mantenuta anche se profondamente riqualificata. Non solo: in cima verranno aggiunti altri 5 piani facendola così svettare ancora di più sull’intero quartiere.  Lo studio di architettura che lo realizzerà è M2P Architetti Associati.

# Non solo la torre: la riqualificazione di largo Treves

Credits Urbanfile – Lavori largo Treves

La torre non rappresenta l’unica novità in arrivo sulla celebre piazza. In largo Treves sono in corso i lavori, che dovrebbero concludersi entro l’estate 2023, per trasformarne una larga porzione in pedonale, con cubetti di pietra di Luserna e lastre di granito, marciapiedi più larghi, parigine, panchine e aiuole.

 

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FABIO MARCOMIN

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🔴 Nuovo limite a 150 KM/H? Le AUTOSTRADE MILANESI dove si potrebbe aumentare la VELOCITÀ

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Limite 150

In alcuni tratti delle autostrade che gravitano attorno a Milano potrebbero essere innalzati i limiti di velocità. Ecco le ipotesi allo studio.

Nuovo limite a 150 KM/H? Le AUTOSTRADE MILANESI dove si potrebbe aumentare la VELOCITÀ

# La proposta di innalzare il limite in autostrada da 130 km/h a 150 km/h: “solo il 5% di incidenti avvengono in autostrada”

Credits maurizios87 IG – A8 Milano

Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini intervenuto nei giorni scorsi a Radio24, come riportato da Milano Today, ha spiegato come i tecnici siano al lavoro per avvicinare le autostrade italiane al “modello tedesco”, innalzando il limite di velocità attuale di 130 km/h a 150 km/h: “stiamo facendo tutte le valutazioni perché ci sono tratte autostradali ampie dove sul modello tedesco si potrebbe pensare anche di aumentare i limiti di velocità“. Alla base della proposta il fatto che come evidenziato dai dati Istat del 2021 solo una minima parte degli incidenti avviene in autostrada, appena il 5%, mentre il resto si registra su strade urbane o extraurbane. 

Il riferimento principale in Europa sono le autostrade tedesche: senza limiti di velocità, ad eccezione dei tratti ritenuti più pericolosi, e tassi di incidenti e di mortalità agli ultimi posti in Europa, insieme alla Svezia. 

Leggi anche: La PRIMA AUTOSTRADA del mondo parte da Milano

# Le autostrade potenzialmente interessate e quelle ipotizzate nel piano

Autostrade Milano

Le caratteristiche necessarie perché un’autostrada possa vedere un’innalzamento dei limiti, come stabilito dall’articolo 142 del Codice della strada introdotto nel 2002 e riformato nel 2010, sono: la presenza di tre corsie oltre a quella d’emergenza, del “safety tutor” per il calcolo della velocità media e che lo permettano l’intensità del traffico, le condizioni atmosferiche prevalenti e i dati di incidentalità degli ultimi cinque anni. 

Poste queste condizioni le autostrade milanesi potenzialmente interessate sarebbero l’Autostrada del Sole (A1), la Milano – Venezia (A4) e la Milano – Varese (A8). Il piano al momento coinvolge parti dell’A4 e dell’A8, mentre per l’A1 si ipotizza quello a 4 corsie tra Modena Nord e Modena Sud oltre ad altri tratti al centro sud come l’A1 come quello tra Colleferro e Anagni. 

Fonte: Milano Today

Continua la lettura: L’idea tedesca: ricaricare l’AUTO ELETTRICA con i LAMPIONI STRADALI

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NON SOLO DESIGN WEEKEND: gli appuntamenti da non mancare a Milano nel fine settimana #ToDoMilano

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Salone Milano - Credits: abrigatelapelicula.com

Weekend della Design Week, con l’apertura al pubblico del Salone del Mobile prima del congedo e di tutti i closing parties. Ma non solo questo a Milano. 

NON SOLO DESIGN WEEKEND: gli appuntamenti da non mancare a Milano nel fine settimana #ToDoMilano

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#Venerdì 21/4: serata jazz, insieme al sogno di Leonardo, poetry slam e Aldous Harding

Il Volo di Leonardo – Credits: ovettodicolombo.it
  • Guarda come si fa il mare: concerto marino, eseguito dal coro e l’orchestra del liceo Tenca. Dirige Marco Bossi, alle 18.15, al Teatro Bruno Munari.
  • Neuf Voix: il compositore porta sul palco un’opera d’arte e tutte le più complesse macchine d’avanguardia nel ‘900, tra cui un Acusmonium Sator. L’esperienza immersiva, dal titolo Secessioni, è all’Auditorium San Fedele alle 20.30.
  • Stefano Signoroni: il crooner raffinato e pianista, torna con la Mc Band per uno spettacolo “dal gusto vintage”. Ospite sul palco del Blue Note nel doppio spettacolo delle 20.30 e delle 23.00.
  • Il volo di Leonardo: spettacolo musicale che celebra il genio di Leonardo, con proiezioni e interazioni spettacolari. In scena alle 20.45 al Teatro Repower di Assago.
  • Alpha Wolfs: nu-metal e hardcore della band australiana, in programma al Legend Club alle 21.00. Lo show è preceduto dalle special guests King 810.
  • I Soliti Idioti – Il Ritorno: la popolare sit-com è in tour per i teatri italiani. A Milano approda al Teatro degli Arcimboldi, il sipario è alle 21.00.
  • Torneo di poetry slam: la poesia declamata da giovani artisti, in una gara condotta da Paolo Agrati, Davide Passoni e Ciccio Rigoli. Sipario alle 21.00 allo Zelig Cabaret.
  • Aldous Harding: le calde atmosfere della cantautrice neozelandese si possono godere alla Santeria Toscana. Lo show inizia alle ore 21.00.
  • Tracanna 4Tet: il quartetto guidato dal sax di Tino Tracanna, si esibisce al Garage Moulinski. Inizio spettacolo alle ore 22.00.

#Sabato 22/4: installazioni in mostra a Palazzo Reale, due Zelig al prezzo di uno, musica con Peter Bence e i milanesi Lazza e Sugar Daddy & The Cereal Killers

Lazza – Credits: contra-ataque.it
  • Leandro Erlich: apre alle 10.00 la personale dedicata all’artista argentino, che raccoglie per la prima volta assoluta in Europa, tutte le sue installazioni. In mostra fino al 4 di agosto a Palazzo Reale.
  • The Greenlight Blues Band: la band porta in scena un racconto lungo 100 anni, dedicato alla musica blues. Dagli albori dei tempi della schiavitù, alle struggenti ballate da club, il viaggio inizia alle 20.30 al Teatro Pime.
  • Sugar Daddy & The Cereal Killers: settetto milanese doc, che manca dai club di casa da tanti anni. Tornano con jive e rithm n’ blues sul palco del Blue Note, in doppio spettacolo alle 20.30 e 23.00.
  • Doppio Zelig: due spettacoli al prezzo di uno allo Zelig di viale Monza. In scena dalle 21.00 Nikolas Albanese in Fantasmagorie, a seguire Giancarlo De Biasi con Alla canna del gas.
  • Cupabia Combo: cover di grandi classici e pezzi pop, riarrangiati da Daniele Seghizzi, che introduce ogni nuovo brano con un racconto. In scena al Teatro Guanella alle ore 21.00.
  • Peter Bence: il compositore e pianista ungherese è in tour in Europa e sceglie Milano come unica data italiana. Suonerà al Teatro degli Arcimboldi alle 21.00.
  • Lazza: primo weekend in compagnia del rapper e produttore milanese, che tornerà anche a fine aprile. L’appuntamento con i fans è fissato alle 21.00 al Forum di Assago.
  • Davide Speranza Trio e The Good Time Makers: serata dedicata ai virtuosi dell’armonica a bocca, preludio al prossimo Milano Harmonica Rumble. Dalle 21.30 le due band si alternano sul palco de La Scighera.

#Domenica 23/4: spettacoli musicali per bambini aprono la domenica, chiusa dalla comicità madre lingua russa e dal rock

Big Thief – Credits: thefather.com
  • La Bella e la Bestia: matinée al Teatro Dal Verme, con I Piccoli Pomeriggi Musicali diretti da Daniele Parziani su musiche di Menken. Inizio alle ore 11.00.
  • Fluxus: concerto che spazia tra tutti i generi musicali, interpretata da 4 musicisti e adatta alle famiglie con bambini (anche piccoli). Si svolge alla Cascina Torrette del Mare Culturale Urbano alle 15.30 e alle 16.15 (4-8 anni) e alle 17.00 (0-4 anni).
  • Improvvisazioni itineranti in Parco Sempione: il corpo umano che con la danza esplora il tessuto urbano e il rapporto con la natura. È la proposta della rassegna FOG, site-specific al Parco Sempione alle 16.00 con le coreografie di Ariella Vidach.
  • Claudia Cantisani: vocalist ed autrice che si avvale di importanti collaborazioni, arriva sul palco del Blue Note per proporre il suo nuovo album. Si presenta con un ensamble inedito, come alcuni dei brani in scaletta, in unico spettacolo alle 20.30.
  • Maxim Galkin: il popolare comico ed intrattenitore russo, si presenta in lingua originale senza sovra titoli al Teatro degli Arcimboldi. Inizio spettacolo alle 21.00.
  • Max Angioni: il popolare comico passa dalla TV alle tavole del palcoscenico, portando in tour i suoi pezzi più famosi, tra inediti ed improvvisazione. È possibile trovarlo allo Zelig alle 21.00.
  • Big Thief: unica tappa italiana per la band americana indie rock, reduce da un viaggio on the road in USA, tramutato in un nuovo album. Sono attesi all’Alcatraz alle ore 21.00.
  • Rhapsody of Fire: power metal sinfonico made in Trieste, presentato dalla band sul palco del Legend Club. Lo show si divide in due parti: dalle 21.10 i guest star Symphonity, a seguire il main event alle 22.30.

#Tutto il w.e.: apre al pubblico il Salone del Mobile, la doppia natura di Milano e i milanesi celebrati a teatro, arte a cielo aperto in città e a Lodi. La settimana di passione si chiude con il tango argentino

Salone Milano – Credits: abrigatelapelicula.com
  • Apertura a studenti e pubblico del Salone del Mobile: l’evento clou della Design Week, finora riservato solo agli operatori, apre le sue porte anche al pubblico. Gli studenti possono entrare 21, 22 e 23; il pubblico sabato e domenica.
  • A.u.f. Costruire Cattedrali: la vera storia delle generosità dei milanesi, che contribuiscono alla costruzione (e al mantenimento) della Cattedrale di Santa Maria Nascente. Racconta Carlo Pastori, per la regia di Marta Martinelli al Teatro Oscar, 21 e 22 aprile alle 20.30.
  • Sono incazzato bianco: spettacolo scritto e interpretato da Mohamed Ba, che alterna la comicità al dramma di chi è considerato italiano solo a metà. In scena 21 e 22 aprile, al Teatro del Borgo alle 20.45.
  • Arte a cielo aperto: la mostra di pittura più antica di Milano, organizzata in via Bagutta dall’associazione dei Pittori della via. Arte e colori si possono ammirare sabato 22 e domenica 23 dalle 9.00 alle 19.00.
  • Visita gratuita al Prologis Park Lodi: altra arte a cielo aperto, le opere di street art in mostra a Somaglia (LO), lungo la Strada Provinciale 234. Dalle 10.00 alle 11.30 al via alle visite guidate e gratuite, con prenotazione obbligatoria.
  • Meglio Stasera… quasi: one man show scritto e interpretato da Stefano De Martino. Lo spettacolo propone monologhi e improvvisazione di scherzi col pubblico. In scena 21 e 22 aprile al Teatro Lirico – Giorgio Gaber (ore 20.45).
  • La ragazza Carla: spettacolo di movimento, musica, immagini e la poesia di Elio Pagliarini, ambientato a Milano degli anni ‘60, Interpreta Federica Bastoni al Teatro della Contraddizione da venerdi a domenica alle 20.45.
  • Entangled – Ogni cosa è collegata: i dialoghi immaginati degli incontri reali tra Pauli e Jung. Nello spettacolo scritto e interpretato da Gabriella Greison, i protagonisti sono la fisica quantistica e l’amore. In scena al Teatro Menotti da venerdì 21 a domenica 23.
  • Noches de Buenos Aires: notti di tango argentino a Milano, grazie alla compagnia Tango Rouge e l’Orchestra Tango Spleen. Da venerdì a domenica al Teatro Repower alle 21.00.

#Gli eventi della MDW

Il grattacielo “in demolizione” in largo Treves – Simbolo della continua trasformazione di Milano – ph. Giacomo Biraghi

Se non bastano gli appuntamenti proposti fin qui, si può dare una spulciata agli eventi in programma per il Salone e il Fuori Salone . Per nostri consigli, rimandiamo qui: Cosa vedere al Fuorisalone 23: i consigli di Giacomo Biraghi

Continua la lettura con: Le località del giorno per una GITA da MILANO

LAURA LIONTI

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Avanza il progetto per il TRENO più VELOCE del MONDO: farebbe Milano-Roma in 1 ora

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Procede la realizzazione del progetto finanziato per 9 mila miliardi di yen, circa 65,7 miliardi di euro. I primi convogli sono in costruzione e entreranno in funzione nel 2027, impiegando 40 minuti per percorrere circa 300 km. Con questo treno si arriverebbe a Roma in un’ora, da Milano si raggiungerebbe il mare in un quarto d’ora. 

Avanza il progetto per il TRENO più VELOCE del MONDO: farebbe Milano-Roma in 1 ora

# Viaggia in “sospensione” sopra i binari

Un prodigio dell’ingegneria. Il Maglev (Magnetic Levitation) si basa sulla tecnologia contactless che permette al treno di levitare per circa 10 centimetri sopra ai binari, generando un campo magnetico tra i magneti superconduttori a bordo e le spirali a terra. Siccome il sistema non causa attrito tra ruote e binari, la velocità del treno può raggiungere e facilmente superare i 500 chilometri orari. La differenza di polarità nel campo magnetico genera una forza che allo stesso tempo spinge e tira il treno.

# Il treno è utilizzato oggi solo in una tratta urbana di 9 Km

Maglev

Il sistema al momento è in uso in Giappone solo in una tratta urbana circoscritta nella regione di Aichi, a livello metropolitano, costruita in occasione dell’Expo 2005, su una lunghezza di soli 9 km. 

# La linea dell’alta velocità giapponese tra Tokyo e Nagoya sarà percorsa in 40 minuti con punte di 505 km/h

Credits: ohayo.it

La Chūō Shinkansen, questo il nome definitivo della ferrovia a conclusione dei lavori, verrà costruita per permettere al treno di raggiungere queste incredibili velocità tra Tokyo e Nagoya attraversando le prefetture di Kanagawa, Yamanashi, Nagano e Gifu e sarà lunga 286 chilometriPer la prima volta un’intera linea ferroviaria utilizzerà il treno veloce Magle. Attualmente è operativo solo un tracciato di prova di 42,8 km, più altri 18,4 km in realizzazione, denominato Yamanashi Maglev Line e che diventerà parte della linea alla sua apertura. I lavori sono in corso d’opera e dovrebbero rispettare i tempi di consegna.

# Con questo treno si arriverebbe a Roma in meno di un’ora, in un quarto d’ora da Milano si raggiungerebbe il mare

La velocità media prevista sarà di circa 430 km/h, con punte di 505 km/h. In questo modo basteranno appena 40 minuti per percorrere la tratta. Se fosse esercitato sulla tratta Milano-Roma, lunga 477 km, il viaggio durerebbe poco più di un’ora. Mentre se fosse utilizzata per collegare Milano a Genova potremmo arrivare al mare in circa un quarto d’ora.

# La linea sarà attiva nel 2027, avrà 4 fermate e un tunnel di 246 chilometri tra le montagne. Nel 2037 si estenderà fino a Osaka 

Credits Satoshi Hirayama from Pexels – Osaka

Sono quattro le fermate previste lungo il tracciato: Samigahara, Kofu, Iida e Nakatsugawa, situate nelle rispettive prefetture citate. La maggior parte del percorso attraversa un terreno montagnoso, circa l’86%, ovvero 246 chilometri, pertanto sarà realizzato in tunnel con alcune sezioni 40 metri di profondità. Lo scopo di questo percorso oltre a tagliare attraverso le montagne, consiste nell’ottenere una linea ferroviaria alternativa da poter utilizzare in caso di terremoti o tsunami. La linea sarà inaugurata nel 2027, mentre è previsto l’approdo a Osaka nel 2037 invece che nel 2045, come inizialmente previsto, grazie ad un prestito del governo giapponese.

# A bordo del treno più veloce del mondo

Ma qual è l’attuale primato di velocità per un treno? Il record è stato registrato martedì 21 aprile 2016 durante una corsa test condotta sulla linea sperimentale che si trova vicino al monte Fuji, nella prefettura di Yamanashi. Il Maglev L0 Series, composto da sette vagoni, ha superato la soglia dei 600 km/h per 11 secondi, spingendosi fino all’incredibile velocità di 603 km/h. Attualmente ne stanno costruendo 14 esemplari che viaggeranno sulla nuova linea Tokyo-Osaka.

In questo video il viaggio sul treno più veloce del mondo.

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Continua la lettura: Da MILANO a GENOVA in TRENO in meno di un’ora: ci vuole qualcosa in più

FABIO MARCOMIN

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Il TRAM di Milano che si crede una METRO

Credit combat tram YT – Tram 7 in sotterranea

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Sulla METRO di MILANO nel 1982, l’anno dei MONDIALI

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Addio TRATTORIA MADONNINA: i ricordi della PRIMA VOLTA

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Partire è un po’ morire. Figurati chiudere, tirare giù la cler, cume se dis a Milan, dopo quasi tre secoli di onorato servizio. 

Addio TRATTORIA MADONNINA: i ricordi della PRIMA VOLTA

Credits: @comidamaya
La Madonnina

Se ne va così in punta di piedi la Trattoria Madonnina, ma non mi pare vero. Sento ancora il bocca e nel cuore il sapore e lo spirito delle sue tovaglie a quadri, del glicine e del cortile esterno che è (che era) una meraviglia. Ricordo poco tempo fa l’ultimo pranzo, su quei tavoloni, il diffuso chiacchiericcio in sala e la magnifica assenza in menu di piatti moderni, reinventati, fusion.

Risotti e cotolette a farla da padrone, si mangiava e si godeva di quello che si mangiava. Si stava e si godeva del tempo che si passava in quei locali che trasudavano storia e verace umanità. Si usciva poi sazi e col sorriso sulle labbra. E con la voglia di tornare al più presto. Di buoni ristoranti è pieno il mondo. Ma di trattorie come la Madonnina ne esistono ben poche.

E come in tutti gli addii che si rispettino arriva il momento delle foto o dei filmati che hanno immortalato chi non c’è più. In questo caso c’è una recensione, uno scritto, un appunto di cronaca gastronomica che risale ai primi anni del secondo millennio. E’ il racconto della nostra prima volta.
Trattoria Madonnina addio, ci piace ricordarti così…

# La prima volta, 20 anni fa

Credits: @comidamaya
La Madonnina

Il glicine, il risotto, la foto in bianco e nero. La vecchia Milano non c’è più, appartiene al passato. I tentativi di farla rivivere molto spesso suscitano il medesimo effetto che si prova guardando una fotografia sbiadita: rammarico, tristezza e delusione.

Esistono tuttavia, e per fortuna, una manciata di realtà che hanno ancora una dimensione umana, vecchia si direbbe. Ma incredibilmente affascinante. Caratteristiche comuni? Ritmi un po’ più lenti, dimensione limitata, gestione pseudofamiliare, aria popolare e una cucina che distilla sapori milanesi-lombardi, sempre in bilico tra il rilancio e l’estinzione.

Un esempio, la Trattoria Madonnina. Tovaglie a quadrettoni bianchi e rossi, arredi appena accennati, che richiamano quelli della taverna di un tempo trapassato. Il locale ha infatti oltre duecento anni di storia. Era noto come l’osteria de la Madunina, vicino al fupun del Gentilin, ovvero il camposanto per gli appestati senza identità. A far da guardia e a ricordare la presenza divina agli avventori – tutt’altro che religiosi – è sopravvissuto un dipinto, autore ignoto, raffigurante appunto una Madonna. Da qui il nome. 

La cucina di oggi ripropone i piatti della tradizione, ad un livello nettamente superiore ad una sopravvivenda bettola, ma forse al di sotto quello di un ristorante chic. Questa scelta di status intermedio è rischiosa, significa andare controcorrente. Soprattutto in un’epoca dove è diventato fondamentale il calcolo delle calorie, la ricerca spasmodica di piatti ad effetto e altisonanti, che gratificano il palato senza aumentare il girovita. Evidentemente la scommessa è stata vinta, in quanto alla Madonnina troviamo ancora tutti i classici meneghini. In ordine sparso all’appello rispondono i ossbüs, el risott giald, la cassoeula, la cotoletta, la büsecca, il lesso con la salsa verde, il merluzzo con polenta, il cotechino e lenticchie, il brasato, il vitello tonnato, gli asparagi cunt i öv in cereghin. Altro? Un cortile di ringhiera, uno splendido glicine a far da contorno, un campo di bocce che non c’è più, ogni tanto una fisarmonica che suona e un’atmosfera romanticamente evanescente, simpaticamente vera, intimamente in bianco e nero.
Milano aprile 2004”

Continua la lettura con: Chiude la Trattoria Madonnina, la più antica di Milano

STEFANO CORRADA

copyright milanocittastato.it

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🔴 Cosa vedere al FUORISALONE 23: i CONSIGLI ESCLUSIVI di GIACOMO BIRAGHI

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Il grattacielo "in demolizione" in largo Treves - Simbolo della continua trasformazione di Milano - ph. Giacomo Biraghi

Giacomo Biraghi. Uno dei più influenti esperti di Milano. L’Expottimista, l’ideatore del Parco Orbitale, il City Quitter più celebre di Milano ci riserva per noi questa lista di luoghi da non perdere nella nuova edizione del Fuorisalone. Perchè a Milano il tempo non si spreca neppure nella sua settimana di festa. 

Cosa vedere al FUORISALONE 23: i CONSIGLI ESCLUSIVI di GIACOMO BIRAGHI

Installazioni 

# Il grattacielo di largo treves

Il grattacielo “in demolizione” in largo Treves – Simbolo della continua trasformazione di Milano – ph. Giacomo Biraghi

# Caselli di porta nuova

# Ristorante di cracco in galleria

# Orto botanico

# Darsena

Ph. antonellalamonica76 IG

# Pinacoteca di Brera

# Arco della pace

# Altalene alla Statale

 

Location 

# Alcova.  Ex-Macello di Porta Vittoria, Viale Molise, 62 

Ph. fla_lourencao IG

# Dropcity Tunnel 38-60 Magazzini Raccordati, Via Sammartini 

# Kohler Via Senato, 10 

# Morel Via Privata Gradisca, 18 

# Maarten Baas Chiesa di San Paolo Converso 

# Designtech, La Cattedrale Via Barnaba Oriani 27

# Convey, via dell’Aprica 12 

# Campo Base, via Orobia 11

# Dimoregallery, via solferino 11

# Casa Mutina e spazio Cernaia, Via Cernaia 1

# Gallery Assab One, via Privata Assab 1

# Reforming studio, Istituto Marchiondi Spagliardi, Via Noale 1

# Urban Up | Unipol, De Castillia 23, via De Castillia 23

# Villa Mirabello — Via Villa Mirabello

# Teatro Albers, istituto Marcelline Piazza Tommaseo 

# Nendo, via pinamonte da Vimercate 

# Echoes, palazzo Broggi, via Tommaso Grossi 10

# De sacralized, Chiesa di San Vittore e Quaranta Martiri, viale Lucania 18

# Clay court, Tennis Club Milano Circolo Bonacossa, Via Giuseppe Arimondi 15

# Design Variations, Palazzo Visconti, Via Cino Del Duca 8

# Elle decor, palazzo bovara, corso venezia 51

# Illuminata, Chiesa Cristiana Protestante, via Montebello, 30

# Armani, palazzo Orsini via Borgonuovo 11

# Artemest, via Cesare correnti 14

# Lumieres, Chiesa di Santa Maria del Carmine

# Hoper Aperta, Fabbrica del Vapore

# Everything, Meet digital center 

# Google, via Archimede 26

# Meta-Physical, via Cesare Correnti 11

# Trame, acquario civico 

 

Lista di Giacomo Biraghi. Per restare aggiornati: Giacomo Biraghi (Linkedin): Fuorisalone in tempo reale

Continua la lettura con: Fuorisalone: le 10 installazioni più belle di sempre

opyright milanocittastato.it

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CHIUDE la TRATTORIA MADONNINA, la più ANTICA di Milano: vengono spazzati via TRE SECOLI di storia della città

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Credits: @comidamaya La Madonnina

Un altro pezzo di storia milanese se ne va. Martedì 18 aprile 2023 è l’ultimo giorno di servizio offerto dalla Trattoria Madonnina, il ristorante storico in via Gentilino 6, che incrocia corso San Gottardo, non lontano dalla Darsena. Arriva la parola fine su una storia che ha avuto inizio a fine Settecento.

CHIUDE la TRATTORIA MADONNINA, la più ANTICA di Milano: vengono spazzati via TRE SECOLI di storia della città

# Chiude il locale che ha contribuito a scrivere la tradizione milanese

Credits: @comidamaya
La Madonnina

La Trattoria Madonnina ha aperto nel 1780: deve il suo nome ad uno storico dipinto della Madonnina con bambino che si trova sulla facciata dell’edificio, incorniciato da un’edicola. Riconoscibilissima dall’esterno, con occhiali da sole vintage esposti, vecchie radio e foto della Milano che non c’è più, la Trattoria Madonnina ha infinite storie da raccontare. Sono innumerevoli i personaggi che sono passati di qui e altrettanti gli eventi che si sono susseguiti in città in quasi tre secoli di storia.

Un locale storico, che però in qualche modo è sempre stato al passo con i tempi, rispettando la tradizione milanese. La trattoria ha quel fascino dell’antico, un classico ristorante che ricorda il suo passato con orgoglio: foto tipiche dei locali milanesi di inizio novecento appese alle pareti e arredamento un po’ spartano sono infatti il suo tocco distintivo.

Credits: @La Madonnina – trattoria (FB)
Il saluto dei proprietari sui social

Nonostante sia molto cara alla maggior parte dei milanesi, la Trattoria Madonnina chiude i battenti. Fabio e Paolo, gli attuali proprietari, che avevano preso in gestione l’attività negli anni ’90, ora andranno in pensione. Salutano così, con un post Facebook, la loro amata Madonnina e i suoi clienti…”da 30 insieme”, ma commentano anche che per loro è l’ora di riposarsi un po’.

# Cucina popolare e tanti episodi da raccontare

Credits: @comidamaya
La Madonnina

La Madonnina è stata protagonista di tanti episodi, uno di questi ha come co-star Maria Callas. Vicino alla trattoria abitava infatti Giuseppe Di Stefano, un ragazzino che divenne famoso tenore. Si racconta che, un giorno, Di Stefano arrivò a bordo di una Rolls Royce in visita alla Madonnina, proprio con Maria Callas.

Altro tratto distintivo della celebre trattoria, allestita con poster, credenze colme di suppellettili, centrini all’uncinetto un po’ a caso, vecchie riviste e insegne di latta, era la Bocciofila Madonnina, che si trovava nel cortile del ristorante fino al 1990. Fu uno degli ultimi giochi di bocce alla milanese, tradizione che pian piano è andata persa. E per quanto riguarda la cucina? La Madonnina non si è mai distaccata dalla tipica cucina milanese, storici erano infatti il suo risotto giallo, la pasta fatta in casa, mondeghili e rustin negàa, nonché cassoeula, la cotoletta, l’ossobuco o lo spezzatino, le quaglie.

I cugini parigini dedicano un occhio di riguardo a locali e botteghe storiche con agevolazioni varie per evitare non solo la chiusura ma anche per favorire la loro valorizzazione nelle zone chiave della città. Perchè non prendere esempio anche in questo?

 

Continua la lettura con: LOCALI STORICI lasciati CHIUDERE negli ultimi tempi a Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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