Potremmo tradurre l’happy hour con ora d’aria, la ricreazione dei carcerati: proprio come i galeotti anche noi fuggiamo dalla routine per ricaricare il nostro spirito di sciocchezze, il nostro stomaco di mangiarini compresi nel costo della consumazione e affrontare con leggerezza la vita.
Ma non tutti gli aperitivi sono uguali. Anzi, è arrivata l’ora di proporre la prima classificazione degli aperitivi in base a ciò che trovi da mangiare.
10 tipi di APERITIVI MILANESI: come salvarsi o perdersi nella GIUNGLA METROPOLITANA degli happy hour
#1. Lo striminzito
Credit: voloscontato.it
Quello che costa tantissimo ma poi trovi porzioni bonsai. Bevanda da associare: White Russian.
#2. Il riciclato
Quello col polpettone che ti ingolfa per una settimana, con le patatine molli e la pizza dura. Vantaggi: è tutto riciclato, eco friendly. Devi bere Cuba Libre o Bicarbonato.
#3. Il rinsecchito
Patatine imbustate, noccioline, arachidi, gli sticks della Cameo. Devi bere centrifuga, per riequilibrare i sali minerali.
#4. Quello buono abbastanza
Olive ascolane, pizzette superfarcite e oliate, fritture superpastellate, gnocco fritto, salumi, latticini, verdure alla brace unte e bruciate. Sembra buono ma poi ti rimane sullo stomaco. Devi bere limonata o acqua tonica.
#5. Quello filo-tedesco
Bayern Monaco in posa con birra e abiti tipici
Wurstel, insaccati, medaglioni di salame, patate, crauti, cipolle, olive farcite e rutto libero. Devi bere boccale di weisse Bier.
#6. Quello vegano
Insalata, rucola, scalogna, semi di chia, germogli, gambi di finocchio, farro, soia, striscette di carote. Esci con le mani verdi. Devi bere Bloody Mary.
#7. Quello tex mex
Triangoli di mais, tacos, salsa piccante come se piovesse, guacamole e tipi coi baffi. Gli effetti collaterali arrivano il giorno dopo. Devi bere Tequila Bum Bum.
#8. L’aperisushi
Nei posti superfighi, quando non hai fame ma vuoi sentirti ricco, anche se poi scopri che il cuoco è cinese. Devi bere Sakè.
#9. La grande abbuffata
Trovi tonnellate di roba. Lasagna, insalate giganti, torte, puré, pollo con patate, cannelloni, ricotta col miele e per finire il castagnaccio. Mangi come un maiale. Locale che ha appena aperto, sei triste perché non c’è nessuno. Devi bere Spritz.
#10. La sola
Ti trovi i piattini microscopici o i bicchierini monodose che fai un’ora di coda per un assaggio di trenta secondi. Esci che hai più fame di prima. Devi bere Negroni sbagliato.
Sono circa 180 gli immobili abbandonati nel Comune di Milano. Alcuni in via di riqualificazione, la maggior parte attendono la demolizione, la prosecuzione dei lavori o una nuova vita e sono rintracciabili sul geoportale realizzato dagli uffici comunali. Altri ancora sono di proprietà comunali o altri enti pubblici. Tra questi ne abbiamo selezionati 7 tra i più rappresentativi in città.
Gli EDIFICI ABBANDONATI più impressionanti a Milano (mappa)
#1 I palazzi tra Via Lamormara 23 e 27 – Crocetta
Street view google – Via Lamarmora 23-27
In pieno centro a Milano in Via Lamarmora tra il civico 23 e 27 si trovano due edifici completamente disabitatie quasi in rovina da decenni. Sono state installate delle impalcature a protezione dei passanti ma nulla più. A pochi passi si trova l’ex convento in via Orti trasformato in un complesso residenziale di lusso, Horti, ad opera dell’architetto De Lucchi con un giardino interno aperto al pubblico.
#2 L’ex Macello Pubblico di Milano – Calvairate
Credits exmcaello IG – Ex Macello
Istituito nel 1863 è stato uno dei macelli più all’avanguardia d’Europa. Dopo il trasferimento nella ultima sede di Viale Molise, dal 2005 il Mercato del Macello è stato completamente dismesso. Per l’area di 150.000 mq si attende la sua riqualificazione, dopo che il bando internazionale “C40 Reinventing Cities” ha visto vincitore REDO con il progetto Aria. Si prevede la nascita di un quartiere low coste della nuovo campus del IED. Presto dovrebbe quindi essere riqualificato e uscire dal degrado in cui versa da decenni.
#3 Gli edifici di via Medici del Vascello – Rogoredo
Credots: milanotoday.com – Uno degli edifici abbandonati di Via Medici del Vascello
L’area di oltre 160.000 metri quadri, edificata all’inizio degli anni Ottanta per ospitare edifici direzionali, è da tempo vuota. Situata a 800 metri dalla stazione dei treni e della metropolitana, un tempo ospitava gli uffici della Guardia di Finanza mentre oggi è oggetto di occupazioni abusive da parte di rom e sbandati. Una situazione di degrado e pericolo tenuto conto che di fronte è stato inaugurato il nuovo quartiere di Merezzate.
Ventimila di metri quadrati di capannoni svuotati e decadenti, una fragile volta di tubi di ferro annerito dal tempo, muri pericolanti, detriti, lastre d’amianto, è questo quanto rimane di una delle aree industriali più attive di Milano, nel quartiere Rubattino. Dove una volta uscivano le auto Innocenti e Maserati o la Lambretta, e non lontano si trova anche l’ex fabbrica delle Tre Marie, rimane solo una discarica a cielo aperto. Nei prossimi anni è attesa la rinascita di questo luogo grazie alla realizzazione della Magnifica Fabbrica, il nuovo laboratorio del Teatro alla Scala.
#5 L’Istituto Marchiondi, uno dei primi esempi di architettura brutalista, il suo plastico esposto al Moma di New York – Baggio
Istituto Marchiondi
L’Istituto Marchiondi, a Baggio, progettato nel 1953 dall’architetto Viganò, fu uno dei primi esempi di architettura Brutalista. Tanto che il suo plastico è esposto al Moma di New York e nessuno ha mai potuto abbatterlo. Fu un riformatorio che ospitava 300 ragazzi. Chiuso nel 1970, sotto il vincolo delle Belle Arti, oggi è protetto dal filo spinato per evitare nuovi insediamenti di zingari. Al suo interno solo erbacce, topi e vetri rotti. In occasione della Milano Design Week dal 20 al 22 aprile sarà fruibile dal grande pubblico nell’ambito di un’iniziativa che si pone come obiettivo la rivalutazione di spazi pubblici in disuso.
Numerosi tentativi di riqualificarlo sono andati nel vuoto a causa dell’insostenibilità economica di tale operazione, ma una delibera approvata nel 2022 dal Comune di Milano inerente un progetto di recupero “Life from Art”, proposto dalla Fondazione Collegio delle università milanesi, prevede la trasformazione dell’edificio in una residenza per studenti universitari e giovani artisti grazie ai fondi del Pnrr. Sarà la volta buona?
#6 Il “Cementone” di Greco
Una scatola grigia costruita nel 1985 vicino allo scalo di Greco, in via Emilio de Marchi, ribattezzato “il Cementone” per l’enorme presenza scenica e la sua totale inutilità. Doveva diventare il centro di calcolo delle Ferrovie dello Stato, oggi è un’immensa area abbandonata. Ormai è diventato “storico” il murales di “Cane Morto”.
#7 L’ex Ospedale delle malattie infettive Bassi – Dergano
Credits-abcmilano-Ex-Ospedale-Bassi
L’ex ospedale delle malattie infettive Bassi è un altro dei complessi edilizi abbadonato da anni a Milano. Si trova su viale Jenner, lungo la circonvallazione, si caratterizza per uno stile anni venti. Si compone di palazzine di pregio con finestre murate, pareti distrutte e degrado visibile a occhio nudo. Solo una piccola parte del complesso è stata recuperata, diventando presidio ATS. All’interno del perimetro dell’ospedale, annessa un secolo fa, è presente anche un’antica villa di una famiglia di industriali caratterizzata da un ottima qualità architettonica. All’orizzonte non ci sono progetti di recupero.
Cosa vedere vicino a Milano? Cosa fare vicino a Milano? La HIT PARADE delle 10 cose da vedere a vicino a Milano secondo la classifica stilata dal canale Come si Viaggia.
Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)
MILANO CITTA’ STATO
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INFRASTRUTTURE, i 5 GRANDIOSI PROGETTI in arrivo in Italia
Milano è unacittà da bere. Non è solo uno slogan, perché la città degli aperitivi presenta dei locali unici al mondo. Ne abbiamo scelti dieci che si devono provare almeno una volta nella vita.
I MIGLIORI BAR di Milano: i 10 locali dove prendere un DRINK almeno una volta nella vita
Dal 1996 producono birra non pastorizzata e non filtrata. Si sono allargati fino ad arrivare a Berlino. Luogo divertente con birre, dove si vivono avventure.
Posto affollatissimo nei week end. Ottimi drink (in particolare i chupitos) e molto coreografici (come l’Estrema Unzione fatta di assenzi vari o il Padrenostro a forma di Croce). Spettacolare la location: una Chiesa del XVIII secolo sconsacrata negli anni ’30.
Il bar più “da Isola” dell’Isola, con mobili spaiati, impianti a vista e soffitto in vetro.
Indirizzo: via Pollaiuolo, 3
#10 1930: il Secret Bar di Milano, tra i migliori bar al mondo
E’ il secret bar di Milano. Locale nascosto in un anonimo bar cinese. Di cui non si conosce ufficialmente l’indirizzo. Si può sapere dov’è solo informandosi con amici e internet. Dicono che sia un’esperienza unica. Nel 2023 è al 35esimo posto nella classifica dei migliori bar al mondo.
Ph. magrogiovannadal IG (Quando pensavamo di cambiare il mondo)
Il rapporto tra Milano e la fotografia nasce tanto tempo fa. La città meneghina è da sempre sede di agenzie pubblicitarie che vivono non solo di prodotti, ma anche di chi li fotografa e che li sa valorizzare. Per questa e altre mille ragioni il rapporto tra fotografi e Milano è una relazione che difficilmente potrà trovare crisi. Ci sono tanti professionisti che magari non sono nati a Milano, ma sono diventati milanesi trasferendosi e cominciando la loro attività all’ombra della madonnina. Purtroppo, la fotografia non sta vivendo un periodo molto felice e fortunato: tanti negozi specializzati sono stati costretti a chiudere, molti fotografi hanno cessato le proprie attività a causa dello strapotere degli smartphone (sempre più potenti a livello di immagine), tante aziende hanno preferito risparmiare affidandosi a fotografi amatoriali, ma muniti di reflex costosissimi. Il fotoritocco non è più un’arte, ma qualcosa che si può imparare facilmente.
Milano e i suoi FOTOGRAFI più FAMOSI
Insomma, una situazione un po’ drammatica che sfortunatamente non pare avere una fine veloce. D’altro canto, ci sono ancora professionisti che continuano il loro lavoro e lo fanno con estrema passione ed estremo affetto nei confronti della città che di opportunità non ha mai smesso di regalare alla fotografia.
# Settimio Benedusi e il suo amore per l’arte sotto tutti gli aspetti
Credits: @settimio_benedusi Settimo Benedusi
Avrei potuto cominciare questo articolo citando Oliviero Toscani, ma sarebbe stato scontato e per questa ragione vi voglio parlare di Settimio Benedusi, che è a tutti gli effetti il suo erede naturale.
Benedusi nasce ad Imperia. È un ragazzo curioso e attratto dall’arte sotto tutti gli aspetti. Ama il cinema, la letteratura, la musica, ma soprattutto la fotografia. Si trasferisce a Milano intorno ai vent’anni e senza conoscere nessuno comincia a lavorare come assistente fotografo. Sono gli anni d’oro della fotografia e questo gli permette di avvicinarsi e conoscere grossi clienti che gli danno fiducia e lo inseriscono nel dorato mondo della pubblicità.
Ph. @Settimio_benedusi IG
I suoi scatti finiscono su pubblicazioni Mondadori, Rizzoli, Rusconi, Condè Nast e diventando il fotografo ufficiale di Sports Illustrated. Da sempre innamorato della scrittura, si iscrive all’Ordine dei Giornalisti e apre il suo sito ufficiale dove, oltre alle fotografie, si trova un blog seguitissimo. La sua fama e il suo essere estroverso lo portano a diventare insegnate IED, organizzare workshop e conferenze sempre piene di appassionati e proporre mostre fotografiche al limite della provocazione (celebre fu quella in cui diede in mano una macchina fotografica a Martina Colombari che realizzò degli scatti messi in mostra, poi, allo Spazio Forma, in barba alla professionalità fotografica).
# MAX&DOUGLAS e il light painting
Credits: @jan.puylaert Max and Douglas al lavoro
Al secolo Massimiliano Schenetti e Douglas Andretti. Sono una coppia di fotografi che si sono conosciuti per caso, dopo aver lavorato singolarmente in diversi ambiti fotografici, quando hanno deciso di frequentare un corso di fotografia presso IED. Dopo aver lavorato a lungo come assistenti presso Condé Nast, iniziano a sviluppare uno stile e una tecnica fotografica unica e mai vista in Italia (Light Painting), una caratteristica che li porta all’attenzione di marchi come Sony, Philips, Telecom Italia, Adidas, Fiat ed Enel. L’agenzia fotografica Grazia Neri li mette sotto contratto e da quel momento sarà un susseguirsi di lavori e copertine su prestigiosi giornali nazionali e internazionali. La loro tecnica fatta di luci e fotoritocco digitale li porta a lavorare per MTV dove fotografano alcuni veejay “immersi” in una realtà onirica realizzata con il solo uso del banco ottico. Celebre fu la mostra fotografica B/Reflected che fu sovvenzionata dall’ONU, una personale che ritraeva cinquanta celebrità italiane, tutto scattato in bianco e nero, usando solo uno specchio da interrogatorio e senza alcun ritocco digitale. Nonostante questo, a loro va riconosciuto di essere tra i primi professionisti ad aver portato la produzione digitale nel campo dell’editoria.
# Paolo Santambrogio, il re dei ritratti
Credits: @paolosantambrogio Paolo Santambrogio
Milanese doc. È sicuramente uno dei fotografi più importanti nel mondo del ritratto. Inizia giovanissimo la sua carriera lavorando principalmente per testate giornalistiche e grossi marchi come Vanity Fair, Vogue Italia, Glamour, GQ, L’Officiel, Cosmopolitan, Style Magazine e Grazia. Il suo stile è un misto di eleganza e urban che lo rende riconoscibile al primo sguardo. Una caratteristica che lo porta in breve tempo a lavorare nella moda sia per nomi importanti (Fendi, Trussardi, Dolce & Gabbana), sia per start up giovanissime (Caterina Gatta, Fausto Puglisi).
Ph. @paolosantambrogio IG
Nel 2015, il suo nome è inserito, insieme ad altri fotografi, all’interno della mostra IL NUOVO VOCABOLARIO DELLA MODA ITALIANA presso la Triennale di Milano.
Da qualche anno, ha iniziato una carriera da regista per videoclip musicali che lo porta a vincere nel 2009 il prestigioso Premio Videoclip Italiano per il brano Alone di Paola Iezzi. Tenta anche la carta cinematografica realizzando diversi cortometraggi sia di live action che di animazione che hanno avuto visibilità in importanti rassegne specializzate.
# Lucia Giacani, ritratti di donne viste da un’altra donna
Credits: robadagrafici.net Lucia Giacani
La fotografia è anche donna e la Giaconi merita uno spazio importantissimo nel mondo della moda. Anche lei non è milanese di nascita, ma ha trovato nella città meneghina il modo di emergere caratterizzandosi nel suo modo di fotografare solo donne. Un’intuizione vincente che l’ha portata a diventare uno degli obiettivi (fotografici) più importanti nel mondo femminile, cogliendo ogni loro aspetto. Una donna che riflette un’altra donna. Vogue l’ha contatta numerose volte e i suoi scatti sono stati pubblicati migliaia di volte.
Ph. @luciagiacani IG
Una rampa di lancio che l’ha portata a lavorare per marchi prestigiosi come Bata, Furla, Moschino, Frau e tanti altri. Oltre alla fotografia commerciale si interessa di arte esponendo i suoi scatti in tutto il mondo e vendendo i suoi lavori “non incorniciati” (come ama definirli) da Londra a Shangai. Il suo studio fotografico non si trova distante da piazza Dateo ed è un luogo di 220 metri quadri dove si respira arte a 360°.
# Giovanna Dal Magro tra foto e pittura
Credits: @GiodalMagro Giovanna dal Magro
A differenza della sua collega precedente, la Del Magro è milanese di nascita e dall’inizio degli anni settanta è un affermata fotografa e giornalista. L’amore per la fotografia nasce in seguito alla sua formazione di pittrice quando intuisce che foto e pittura si possono fondere dando vita ad una sperimentazione che la porta all’attenzione di prestigiose riviste e di numerosi luoghi di esposizione artistica. Ha viaggiato per cinque continenti e Gillo Dorfles l’ha citata tra i quattro fotografi italiani più importanti. Ha pubblicato diversi libri tra i quali cito: Milano anni ’70 Quando volevamo cambiare il mondo e Tanto di Cappello che è stata anche un importante esposizione alla Casa Museo Boschi Di Stefano.
Ph. magrogiovannadal IG (Quando pensavamo di cambiare il mondo)
C’è chi dice Londra. O i più esotici puntano su Atene. Eppure no, la nostra scelta è un’altra. Entro due ore di volo da Linate questa è la meta top per un pasto spettacolo.
Dove si MANGIA MEGLIO a due ore di volo da Milano
# Il meglio della cucina iberica
Credits: @visita_madrid Madrid
Destinazione: Madrid. Perché abbiamo scelto la capitale spagnola? Potrebbe sembrare quasi un paradosso, visto che le ricette originarie della città non sono le più apprezzate in assoluto: gli huevos rotos si mangiano a colazione, le patatas bravas sono un contorno, il famoso cocido madrileño nelle classifiche internazionali dei piatti arranca. Ma Madrid attrae tutto il meglio della ricchissima tradizione culinaria spagnola, dalla Galizia alla Catalogna, dall’Andalusia ai Paesi Baschi. E la vitalità della città, con i suoi ritmi così esageratamente diversi da quelli del mondo circostante, costituisce una ricchezza ulteriore per chi magari è partito da Milano e ha bisogno di due ore in più per portare avanti tutte le sue attività lavorative, o per chi invece vuole caricarsi per bene con un lungo happy hour prima di affrontare la cucina iberica.
# Alcuni quartieri con i rispettivi piatti da provare
Credits: @churrascoemusica espetos
In Calle de Zorrilla, a metà tra l’ombelico di Puerta del Sol e il famoso e ineguagliabile Triangolo dei Musei (Prado, Reina Sofia e Thyssen-Bormemisza) potremo mangiare gli espetos, cioè dei favolosi spiedini di sardine originari di Malaga. Poco lontano, già nell’orbita di Lavapiès, quartiere ex popolare e molto “hot spot” al momento, potremo assaggiare il miglior gazpacho della nostra vita (una zuppa fredda di verdure crude) in un versione che ci farà dimenticare i pessimi tentativi del nostro corso di lingua spagnola. Ma la città non è limitata al suo ricco e variegato centro storico: quartieri con una propria identità si stanno sviluppando ovunque e nelle vicinanze dell’immenso Santiago Bernabeu potremo mangiare le migliori croquetas de jamòn, cioè le crocchette al prosciutto, che sono talmente ubiquitarie da poter essere considerate un piatto DOP di tutta la nazione.
# I due must della cucina spagnola
Credits: @visita_madrid Tortilla spagnola
E poi c’è un piatto talmente appetitoso da essere apprezzato dai madrileni al bancone del bar da colazione sino all’aperitivo: la tortilla. Introdotta nel 1817, il folklore dice che fu creata dal generale Zumalacárregui per nutrire il suo esercito affamato, poiché all’epoca le scorte di cibo erano scarse. Gli ingredienti chiave utilizzati nel piatto sono le patate e le uova a fette sottili. Esistono alcune varianti regionali che includono salsiccia (chorizo), zucchine, peperoni verdi o funghi, ma indipendentemente dalle variazioni, viene spesso servito nei bar di tapas, affettato o tagliato a cubetti e spicchi, come un perfetto pincho.
Non ho volutamente citato il piatto principe della cucina spagnola, la paella, perché Madrid non è il posto migliore per mangiarla. Ma se volete assolutamente includerla nel vostro tour gastronomico, magari abbinata a una favolosa bottiglia di Syrah o di Cabernet Sauvignon prodotta in loco, allora è meglio cercarla nei quartieri semiperiferici: i locali del centro tendono ad averla sul menù solo per accontentare i turisti senza troppe pretese.
Alle porte di Milano c’è il più grande centro buddista d’Europa, in un mix tra antico e moderno. Vediamo come è fatto e alcune curiosità. Con le foto speciali di Andrea Cherchi.
Il più grande CENTRO BUDDISTA d’Europa è alle porte di Milano
# Il più grande centro buddista d’Europa
Credits Andrea Cherchi – Cascina Centro Buddista con vista auditorium
Nel 2014 è stato inaugurato a Corsico, alle porte di Milano, il Centro Ikeda della comunità Soka Gakkai ritenuto il più grande centro buddista d’Europa. Si sviluppa su un’area di 40.000 mq e si compone di due edifici, uno storico e l’altro moderno.
Credits Andrea Cherchi – Cascina Centro Buddista
Quello storico è la Cascina della Guardia di Sopra del Cinquecento, uno dei più antichi ed importanti esempi storici delle costruzioni di impronta rurale a Sud Ovest di Milano, sottoposta a restauro conservativo in collaborazione con la Soprintendenza di Milano.
Credits Andrea Cherchi – Corte Centro Buddista
Sono presenti le antiche stalle e scuderie, i portici recuperati con volumi vetrati e sale destinate alla rappresentanza e all’ospitalità. Passata dagli Sforza ai Padri di Simpliciano, nel 1975 è stata acquisita dal Comune di Corsico.
# Il tempio ricoperto di metallo dorato
Credits Andrea Cherchi – Centro buddista
Alla cascina recuperata si aggiunge il cuore del centro: una struttura di design che funge da sala civica, sala di culto o auditorium per 1000 persone, il cui boccascena si apre ulteriormente sulla parte sacra che contiene il Gohonzon, l’oggetto di culto, che può essere separata dal palco più “laico” con un sistema di grandi paratie scorrevoli. Rivestita di metallo dorato all’esterno e legno all’interno, la sua forma è anche un riferimento alla carpa d’oro che nella tradizione buddista giapponese incarna la metafora della trasformazione.
A completamento è presente infatti uno specchio d’acqua attraversato da passerelle che circonda il tempio-sala denominato Kaikan, castello in giapponese, con i fiori di loto bianchi e rosa. L’acqua rimanda anche al rapporto del territorio con il naviglio e l’acqua di falda e di superficie come risorsa di vita.
Credits Andrea Cherchi – Portico tempio buddista
Dei padiglioni e un portico lungo 120 metri affiancano la struttura e un vialetto collega alla parte storica del complesso rurale recuperato.
A 20 minuti da Milano c’è un ristorante molto particolare che chiamarlo tale sarebbe riduttivo. Museo, collezione privata, cocktail bar, ristorante, galleria d’arte. Sono tanti i sostantivi con cui si può definire Il Memorabilia, luogo il cui nome già rimanda una galleria dei ricordi, ma prima di tutto scopriamo dov’è e poi di cosa si tratta.
Il CAR RESTAURANT: mangiare in mezzo alle AUTO STORICHE a 20 minuti da Milano
# Piatti della cucina italiana abbinati a motori e oggetti vintage
Credits: ilmemorabilia.it Memorabilia
Il Memorabilia – Restaurant & Cocktail Bar si trova ad Agrate Brianza, precisamente in via Archimede 8, nei pressi dell’autodromo di Monza. Qui è possibile assaporare i piatti dello chef appagando allo stesso tempo gli occhi. Perché? Perché il Memorabilia non è solo un ristorante, ma anche un museo delle automobili. Quindi, mentre si mangiano piatti di terra e di mare tipici della cucina italiana contemporanea, si sarà circondati da auto, moto d’epoca ed una moltitudine di oggettistica vintage degli anni ’50, ’60 e ’70.
Il Memorabilia nasce da un’idea della famiglia Colombo, imprenditori già proprietari di un’azienda meccanica. È proprio davanti alla loro ditta, Atam, che la famiglia decide di aprire un ristorante. Un grande capannone industriale anni ’60 diventa quindi luogo di raccolta di oggetti collezionati dai Colombo, che però non si accontentano di creare una sorta di galleria di arte contemporanea e quindi decidono di renderla anche ristorante e cocktail bar. La ristrutturazione del grande capannone viene affidata all’architetto e interior designer Davide Fabio Colaci, che ha il compito di far emergere la vera essenza di Memorabilia.
# All’interno pezzi d’autore
Credits: @il_memorabilia Memorabilia
Così è stato e dall’acquisto di una Vespa nel 1988 da parte della famiglia Colombo, oggi è nato un ristorante-museo. Accanto al capannone originario è stato affiancato un altro edificio, quello dedicato al ristorante, nonché l’unico da cui si può accedere. Nel frattempo sono state create anche un’area relax e suddivisi gli spazio in aree espositive.
Oggi al Memorabilia non ci sono solo automobili, ma anche oggetti strani e singolari, oppure oggetti di scena e costumi di film famosissimi. All’interno ci sono infatti la Shelby Cobra di Steve McQueen, la Rolls Royce appartenuta a Cary Grant, la Vespa di Gregory Peck, la Ford Thunderbird di “Thelma & Louise”, oppure alzando lo sguardo, sulle pareti, si potranno notare i dischi d’oro “Bad” e “Thriller” di Michael Jackson e la replica di una motoslitta di un celeberrimo 007.
# La proposta culinaria
Credits: @il_memorabilia Memorabilia
Per quanto riguarda il ristorante, la proposta è stagionale e punta sulla qualità degli ingredienti, ma si aggiungono all’offerta due menù degustazione. Al Memorabilia vengono organizzati anche business lunch con piatti del giorno e la scelta a pranzo è o 4 portate a 22 euro, oppure una sola portata a 12. Il ristorante è aperto dal martedì al venerdì dalle 12 alle 15 e dalle 19:30 a mezzanotte, mentre il sabato è aperto solo a cena e la domenica e il lunedì solo a pranzo.
Altra piccola chicca del ristorante è l’area Gallery, una zona più riservata dove si mangia in una vera e propria galleria d’arte. In totale il Memorabilia conta circa ottanta coperti.
#Venerdì 14/4: inaugura il MiArt, il duo romano Frenetik&Orang3 per la musica e allo Zelig tutti i personaggi di Teo Teocoli
Teo Teocoli – Credits: Noi degli anni 80 90
MiArt: dal 14 al 16 aprile 2023 torna miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano, organizzata alla Fiera Milano City.
La vie en rose… Bolero: danza-teatro incentrata su due repertori molto diversi, in scena al Teatro Lirico – Giorgio Gaber. La prima parte si sviluppa sulla canzone francese, la seconda sulle note di Ravel. Inizio spettacolo alle ore 20.45.
Anatomia comparata: una storia d’amore senza tempo è protagonista dello spettacolo scritto da Nicola Russo. Debutta al Teatro Elfo Puccini alle 21.00 e resta in scena fino al 30 aprile.
Quasi come un blues: presentazione del libro di Roberto Caselli, che diventa anche serata musicale in omaggio a Leonard Cohen. Dalle 21.00 alla Scighera.
Tutto Teo: tutti i personaggi di Teo Teocoli, in uno spettacolo che si ispira anche al teatro-canzone milanese, in scena alle 21.00 allo Zelig Cabaret.
Franco Mussida: spettacolo di ottima fattura, incentrato sull’ultimo lavoro discografico del grande chitarrista, accompagnato sul palco dai giovani allievi della sua scuola. Improvvisazioni e jam session sul palco dell’Auditorium San Fedele, alle 21.00.
ABBAdream: è italiana la tribute-band del gruppo svedese probabilmente migliore al mondo. Si esibisce in omaggio al repertorio degli Abba al Teatro Repower di Assago, a partire dalle ore 21.00.
Frenetik&Orang3: duo di produttori della scena musicale romana, accompagnati dal violoncello di Carmine Iuvone, portano il loro Bootleg sul palco della Santeria Toscana. Lo spettacolo è in programma alle 21.30.
#Sabato 15/4: mercatini dalla mattina, pomeriggio al museo botanico, serata con mini derby a San Siro, i tre campioni del cabaret e l’omaggio ai Pink Floyd
Pink Floyd History – Credits: Lisinki Hall
Little Market: bancarelle con artigianato made in Italy, design e collezionismo in piazza S. Eustorgio. Dura tutto il giorno dalle 8.00 alle 19.00.
Basar, il mercatino solidale: nuovo e usato a prezzi vantaggiosi per il mercatino a cura di A.S.A. Onlus del secondo sabato del mese. Si svolge dalle 10.00 alle 18.00 presso la sede di via Arena 25.
Incontri al Museo Botanico: secondo appuntamento delle visite del sabato al Museo Botanico Aurelia Josz. Il ciclo prevede visite guidate alla scoperta degli ecosistemi e la loro evoluzione. Partecipazione gratuita, prenotazione obbligatoria, inizio alle ore 15.00.
Variazioni su un tema: George Pehlivanian alla direzione e Andrea Obiso al violino solista, presentano alle 17.00 un programma di Sibelius e Beethoven. L’appuntamento è al Teatro Dal Verme.
Melody Bach: l’artista di Vaprio d’Adda si esibisce al pianoforte pesso MaMu – Magazzino Musica. Dalle 17.30 ripropone il repertorio per organo e clavicembalo con cui ha girato le chiese d’Italia, nella sua personale chiave romantica e barocca.
Inter – Monza: ultimo dei mini derby milanesi. Alle 20.45 un Monza tranquillo in classifica e un’Inter alla caccia del piazzamento Champions si affrontano alla Scala del calcio.
Despite Exile: il deathcore italiano è protagonista della serata al Legend Club. La band si esibisce alle 21.00, preceduta dalle special guest Benthos e Omens Before Hysteria.
Pink Floyd History: concerto tributo alla band per eccellenza, che si propone al Teatro Repower di Assago alle 21.00. Esecuzione rigorosa, effetti speciali e video originali sono gli ingredienti di una serata che gli appassionati aspettano con trepidazione.
Ale e Franz + Natalino Balasso: tre grandi beniamini del pubblico, al prezzo di un solo spettacolo. Questa la proposta dello Zelig Cabaret, che attende il pubblico a partire dalle ore 21.00.
Minanthology: il quintetto che omaggia Mina e il repertorio della più grande interprete italiana, è sul palco del Bonaventura Music Club di Buccinasco. Inizio spettacolo alle ore 21.30.
#Domenica 16/4: fiori e sapori a Milano, in Brianza e a Pavia, musica classica al pomeriggio, Russ Millions, Stato Sociale e Cugini di Campagna la sera
Fiori e Sapori – Credits: Bellotti Viaggi
Fiori e sapori: la primavera meneghina invade i Navigli con le bancarelle fiorite dei migliori vivaisti d’Italia e le degustazioni enogastronomiche. Dalle 8.30 alle 18.30 sul Naviglio Grande, tra laboratori e tanti colori.
East Market speciale vinile: l’appuntamento del vintage milanese è dedicato al Record Store Day, con l’esposizione di alcuni tra i vinili più rari o curiosi della storia. Si svolge dalle 10.00 alle 21.00 in via Mecenate e chiude un dj set customizzato per l’occasione.
Asparago in Padella: anteprima di una delle sagre più riuscite della Brianza. Per tutto il giorno si può andare in visita dai produttori e assaggiare menù speciali a Mezzago (MB). QUI il sito per le informazioni.
Professori dell’Orchestra del Teatro alla Scala: la musica da camera nel Ridotto dei palchi Arturo Toscanini, condotta dalla bacchetta del M° Francesco Muraca. Inizio come di consueto alle ore 11.00.
Quartetto Rilke: giovani musiciste presentano lo show Ciao Robert, ciao Ludwig con il programma di Schumann e Beethoven. Alle 11.00 nello Spazio Atelier del Teatro Menotti.
Sagra delle Torte: decimo appuntamento con la dolce competizione dedicata a pasticceri non professionisti che si svolge a Cardazzo (PV). Fino alle 12.00 la competizione, dalle 12.30 polentata o vasta scelta di prodotti gastronomici.
Il Gruffalò: musical per bambini, ispirato al celebre lavoro di Julia Donaldson e Axel Sheffler. È in programma al Repower di Assago alle 16.00, nell’edizione di Pino Costalunga e la regia di Manuel Renga.
I monelli: l’Orchestra i Pomeriggi Musicali, diretta da Alessandro Caldario, accompagna la proiezione del film al Teatro Dal Verme. Inizio alle ore 16.00, preceduta da una trilogia Rossininana, Pulcinella e Il Pesce Magico.
Rach Festival #2: prosegue la rassegna dell’Auditorium di Milano, dedicata ai 150 anni della nascita del compositore russo Rachmaninov. Dirige la Sinfonica di Milano e il solista Alexander Romanovsky, il Maestro Claus Peter Flor dalle ore 16.00.
I me ciamava per nome. 44.787 Risiera di San Sabba: Dino Sarti da voce e interpreta, insieme a Rossana Mola, alle storie dimenticate dei deportati nel lagher nazista di Trieste. In scena alle 19.30 al Teatro LabArca.
Una solitudine troppo rumorosa: degustazione letteraria nel foyer del Teatro Manzoni. Reading di Matilde Facheris, accompagnata dalla chitarra di Massimo Betti alle ore 20.00. A seguire degustazione di vini selezionati da A.I.S. Lombardia.
I Cugini di Campagna: ritrovati dopo l’ultimo Sanremo, la band anni ‘70 si presenta al grande pubblico in tour. A Milano si possono incontrare al Teatro Repower di Assago a partire dalle ore 21.00.
New Noise Night: evento del Legend Club che vede insieme, sul palco, le band Sense of Urgency, Abeyance, Elkir ed Eralise. Inizio alle ore 21.00.
Russ Millions: rap inglese vecchia maniera, che tocca Milano per l’unica data italiana del tour europeo. È atteso al Fabrique per le 21.00.
Lo Stato Sociale: la band è in tour con una serie di concerti speciali, che annunciano l’uscita di un disco a maggio. Lo show si intitola L’atteso tour di anteprima di un disco bellissimo ed è alle 21.30 ai Magazzini Generali.
#Tutto il we: Sicilia & Sardegna
Paolo Fresu – Credits: Musica Jazz
Accademia dei bambini: laboratori e gioco per famiglie e bambini, sabato 15 e domenica 16 alla Fondazione Prada. 3 slot gratuiti in diversi orari per ogni giornata, prenotazione obbligatoria. Età consigliata: dai 2 ai 99 anni. Info QUI.
Superpaesaggio: performance sonora collettiva, itinerante tra le strade di Chiaravalle, che si inserisce nel programma di FOG. Studiata appositamente per il quartiere rurale di Milano, si replica sabato e domenica alle 11.30, 15.30 e 18.30.
Wine See Sicily: l’evento è un tour di degustazione enogastronomica dedicato alla Sicilia, che arriva per la prima volta a Milano. Si tiene allo spazio C30 OneDay Group, in viale Cassala 30, venerdì 14 e sabato 15 dalle 17.00 alle 23.00.
Le sacre du printemps: danza e performing di Dewey Dell, nell’ambito di FOG Triennale. In scena la metamorfosi della vita e della morte, sul palco di viale Alemagna, sabato alle 19.30 e domenica alle 16.00.
L’Avaro: tutti gli errori che si possono fare inseguendo il falso mito della ricchezza, secondo il capolavoro di Moliere. In scena Andrea Buscemi e Eva Robin’sal Teatro San Babila 14 e 15 aprile alle 20.00, domenica 16 alle ore 15.00.
Il Calapranzi: dialoghi irrazionali, autoritarismo e domande vuote, disegnati da Harold Pinter per la regia di Riccardo Italiano. In replica tutto il fine settimana al Factory 32: venerdì e sabato alle 20.00, domenica alle 16.00.
Di morte e altre idiozie: le relazioni tra viventi che parlano tutto il giorno di morte e aspiranti suicidi. Il paradossale Ufficio protocollo suicidi è in scena al Teatro AltaLuce il 14 e 15 aprile alle 20.30, in replica anche domenica 16 alle 17.30.
Historia, tango nuevo ai confini del jazz: musica dal vivo, passi a due e narrazione dell’Argentina anni ‘30, con Samuel Peron e Veera Kinnunen. Lo spettacolo è programmato all’EcoTeatro sabato 15/4 (ore 20.45), in replica domenica 16 aprile alle 16.00.
Gina Francon, la portinaia di Palazzo Chigi: scritto, diretto e interpretato da Annagaia Marchioro, ecco la figura chiave delle decisioni prese dal governo in occasione dell’emergenza pandemica. In scena al Teatro Delfino sabato alle 21.00 e domenica alle 20.00.
Raduno Nazionale di Risiko!: da venerdì 14 alle 20.30, con il cocktail di benvenuto, alle gare di sabato e domenica, all’Hotel Habitat di Giussano si svolge la qualificazione al Campionato Nazionale.
Les Ballets Trockadero de Monte Carlo: irriverente o di classe? La compagnia americana di danza si esibisce al Teatro degli Arcimboldi, sabato alle 21 e domenica alle 17.00.
Paolo Fresu: il grande virtuoso della tromba si accomoda sul palco del Blue Note per l’intero fine settimana. Tre serate da venerdì a domenica, con proposte diversificate. La formula sempre la stessa: doppio spettacolo alle 20.30 e 23.00.
L’investimento complessivo sarà di poco inferiore al miliardo di euro, con un nuovo grattacielo e il “Pirellino” riqualificato, dopo la riduzione dell’indice volumetrico che porterà alla cancellazione o a un forte ridimensionamento del “ponte serra” in connessione tra i due edifici, con annessi spazi culturali. Vediamo, al netto del mutato scenario, come si trasformerà questa zona del distretto finanziario milanese.
Entro il 2026 arriverà la TORRE BOTANICA: il nuovo grattacielo che cambia COLORE in ogni stagione
# Per il nuovo progetto immobiliare di Pirelli 39 è previsto investimento di poco inferiore al miliardo di euro
Credits: Coima
Nel 2021 Coima Sgr, proprietaria del “Pirellino” ha assegnato a Diller Scofidio + Renfro (DS+R) e Stefano Boeri Architetti il concorso internazionale di architetturaper l’edificio di Via Pirelli 39 in una competizione che vedeva 70 raggruppamenti composti da 359 studi di archittettura provenienti da 15 Paesi. Pirelli 39 è collocato al centro dell’area Porta Nuova Gioia in una posizione strategica fra la stazione Centrale, a est, e scalo Farini, a ovest, e rappresenta il punto di accesso a Porta Nuova provenendo da nord verso il centro città. La sua riqualificazione si inserisce nel processo di rigenerazione dell’area su scala di quartiere iniziato con Gioia 22 e che si completerà nei prossimi anni con lo sviluppo dei progetti di Pirelli 35 e Gioia 20.
Pirelli 39 sarà il primo progetto italiano interamente misurabile secondo criteri ESG tra cui: certificazioni LEED Platinum, WELL Gold, WiredScore, zero uso di combustibili fossili, livello di emissioni operative di CO2 già allineato con gli obiettivi EU 2050, recupero edilizio >70% dell’edificio esistente e contenimento delle emissioni di costruzione.
# Il complesso perderà un pezzo rispetto al progetto originario, ci saranno un nuovo grattacielo e il “Pirellino” riqualificato ma niente “ponte serra”
Credits Urbanfile – Progetto Pirelli39 senza ponte
In base al progetto presentato ci sarebbero dovuti essere tre elementi: un nuovo grattacielo, il ponte serra e il “Pirellino” riqualificato. Vediamo invece come cambierà l’area a ridosso della Biblioteca degli Alberi se venisse confermata la cancellazione del ponte.
#1 La “Torre botanica” che cambia colore in ogni stagione è il nuovo grattacielo di Porta Nuova, alta 110 metri e con 1.700 mq di verde
Credits: Coima
Il nuovo grattacielo sarà un vero e proprio polmone verde in grado di produrre 9 tonnellate di ossigeno l’anno e assorbire 14 tonnellate di anidride carbonica grazie ai 1.700 metri quadrati di vegetazione distribuiti su più piani. Una sorta di sandwich di verde composto da piante e alberi in grado di “mangiare” lo smog e produrre ossigeno, un’evoluzione del “Bosco Verticale” di cui proprio Stefano Boeri è il progettista.
La torre residenziale di 110 metri d’altezza cambierà il colore della facciata con l’alternarsi delle stagioni per via della diversità di piante presenti. Inoltre la torre sarà parzialmente autonoma: con 2.770 metri quadri di pannelli fotovoltaici l’edificio sarà in grado di produrre il 65% del proprio fabbisogno energetico.
#2 Il “Pirellino” riqualificato ospiterà una terrazza panoramica e sarà alto circa 95 metri
Credits: Coima – Pirellino
L’oggetto principale del concorso internazionale di architettura è il “Pirellino”, al civico 39 di via Pirelli, che fino qualche anno fa era occupato dagli uffici tecnici del Comune di Milano. Le opere di rimozione dell’amianto e “svestizione” dell’edificio sono arrivate a conclusione. Manterrà la sua struttura originale, ma subirà una pesante riqualificazione, per renderlo moderno e rispondente ai più alti standard di efficienza, rivestito di vetrate e con una terrazza panoramica all’ultimo piano che porterà a circa 95 metri l’altezza dell’edificio.
#3 Il ponte a scavalco di Melchiorre Gioia verrà demolito o riqualificato senza serra e spazi culturali
Il ponte a scavalco su via Melchiorre Gioia avrebbe dovuto subire una radicale trasformazione diventando, a detta di Coima “un nuovo hub a servizio della città, uno spazio aperto per eventi, mostre ed esposizioni, con aree incontri e wellness dedicato ad essere un laboratorio sull’impatto climatico e ambientale, ed estensione della Biblioteca degli Alberi”. La vera chicca della riqualificazione sarebbe stata la Green house: una vera e propria serra della biodiversità dove vivere un’esperienza immersiva, educativa, interattiva e innovativa tra svariate specie vegetali.
La bocciatura alla Consulta della Legge Regionale, che prevedeva in caso di recupero immobiliare un incremento volumetrico del 25% se il palazzo oggetto di riqualificazione risultava abbandonato da più di 5 anni, costringerà Coima a rivedere al ribasso tutto il progetto eliminando la parte pubblica e quindi il “ponte serra” o ridimensionandone la rigenerazione. L’incremento volumetrico stabilito dalla giunta milanese, l’ente titolato a stabilirlo, è stato infatti ridotto al 10% e questo non consentirà di proseguire con la riqualificazione prevista in origine. Con ponte o senza ponte la nuova area dovrebbe essere pronta entro il 2026.
Ritornano operativi anche quest’anno i viaggi notturni sui treni ad alta velocità che collegano Milano a Reggio Calabria nel massimo del comfort e con tutti i servizi. Le date disponibili e il prezzo del biglietto.
Torna il FRECCIAROSSA NOTTURNO Milano-Reggio Calabria per i ponti di PRIMAVERA
# Torna attiva la tratta notturna ad alta velocità Milano-Reggio Calabria per i ponti di primavera
Frecciarossa notturni
Anche quest’anno si può viaggiare di notte a bordo dei treni Frecciarossada Milano a Reggio Calabria. Una tratta operativa già nel 2021 e 2022, sia in primavera che in estate, e tornata attiva nel 2023 nel weekend del 5-6 aprile e in quello pasquale. Le prossime date previste sono 21, 25, 28 aprile, 1 maggio, 1 e 4 giugno, per consentire di viaggiare durante i prossimi ponti primaverili tra le due città. Sono previsti due collegamenti, uno di andata e uno di ritorno, dalla stazione di Milano Centrale a Reggio di Calabria Centrale.
# Partenze alle ore 21.20 da Milano e prezzi a partire da 39,90 euro
blog.trainline.it – Carrozza Frecciarossa
Con il massimo del comfort e dei servizi i treni dell’alta velocità percorreranno tutto lo stivale con partenza da Milano alle 21.20 e arrivo a Reggio Calabria alle 8.07 e in direzione opposta con partenza da Reggio Calabria alle 22.19 e arrivo a Milano alle 8.50 della mattina dopo.
L’offerta Speciale AV Notte consente di viaggiare con prezzi a partire da 39,90 euro scegliendo le carrozze con servizio standard, da 44,90 euro con quello premium e da 54,90 con quello business.
# Da una parte all’altra dell’Italia in meno di 11 ore
Milano-Reggio Calabria
Il collegamento notturno con Frecciarossa prevede diverse fermate intermedie: Milano Rogoredo, Reggio Emilia AV, Bologna Centrale, Firenze S.M.N., Paola, Lamezia Terme Centrale, Rosarno e Villa S. Giovanni. La durata del viaggio è di poco meno di 11 ore partendo da Milano e di 10 ore e mezza partendo dalla città calabrese.
Fuori dai luoghi comuni ci sono cose della Napoli di oggi che i milanesi ammirano. Non solo: ci piacerebbe che fossero a Milano. Ecco quali.
Le 5 cose della NAPOLI di OGGI che i MILANESI AMMIRANO di più
#1 Il Design delle fermate della metro
Credits: IG @dormireanapoli_suitspa
Milano ha la metropolitana più estesa e più efficiente in Italia. Non c’è dubbio su questo. Ma sull’estetica non sempre siamo all’altezza. Non almeno di Napoli. Già, perché la metropolitana di Napoli è considerata tra le più belle al mondo, almeno in alcune sue fermate. Non solo: la metropolitana dell’arte di Napoli continua a stupire. La linea metropolitana L1 del capoluogo campano dopo le stazioni Università, Museo, Vanvitelli e soprattutto Toledo, progettata da Oscar Tusquets, che nel 2012 è stata premiata come “la più bella al mondo”, ha inaugurato alla fine della scorsa estate un altro capolavoro: la stazione Duomoprogettata da Massimiliano e Doriana Fuksas. La cupola esterna dovrebbe essere terminata entro la fine del 2023.
La gallery:
Credits: IG @dormireanapoli_suitspa
Credits: IG @richard_the_nomand
Credits leggofuorigrotta IG – Banchina fermata Duomo Napoli
Credits studiosarti.it – Metro duomo Napoli
Stazione di Toledo, Napoli. Credits: @napoli_poesia_ditalia IG
Credits coesionenapoli.it – Linea L1 metropolitana
Proseguiamo sul pezzo forte di Milano. C’è un altro punto debole della metropolitana: la circle line. Il grande sogno di Milano di avere una linea che faccia da raccordo circolare a tutte le altre linee sembra in fase di realizzazione…a Napoli. Sulla linea metropolitana L1 di Napoli proseguono i lavori per portare a termine l’intero tracciato. Il cantiere è in fase avanzata nella stazione di Capodichino – Aeroporto. Realizzata da WeBuild, consentirà agli utenti di arrivare all’interno dell’Aeroporto Internazionale del capoluogo campano a bordo di un treno. Quando la fermata sarà inaugurata Napoli sarà una delle prime città al mondo ad avere una lineametropolitana che collega direttamente i tre grandi poli della mobilità cittadina: Porto alla stazione Municipio, Stazione Ferroviaria alla fermata Garibaldi e Aeroporto Capodichino.
Non sarà però questo l’unico primato della metropolitana L1 di Napoli: diventerà anche la prima linea circolare in Italia. Una volta che sarà realizzato l’ultimo tratto da Capodichino Aeroporto a Piscinola Secondigliano, con 4 fermate intermedie, verrà chiuso l’anello che dal mare arriva alle montagne e poi scende di nuovo a valle. La linea è nota infatti anche come “metropolitana collinare” in quanto serve diverse zone collinari della città, con un percorso complesso e pendenze elevate a causa della complessità morfologica del territorio napoletano. Attualmente sono 19 le stazioni operative, per un lunghezza di 18 km, mentre a conclusione dei lavori raggiungeranno il numero di 27.
Non solo la metro. Anche le fermate degli autobus a Napoli riescono a essere bellissime. Addirittura c’è quella che è stata definita “la più bella del mondo”. La vista di via Posillipo, che inquadra Castel dell’Ovo, il Vesuvio e buona parte del Golfo di Napoli: la posizione sembra scelta da uno dei maestri della fotografia. Suggestiva e di impatto, la prospettiva che si gode in cima alla macchia mediterranea di Posillipo è impreziosita da un piccolo arredo urbano: la pensilina della fermata del bus 140, studiata appositamente per godere della vista e del momento di “quasi magia”.
Il 140 arriva in cima ad una terrazza panoramica, creata come belvedere di Posillipo, ed effettua la sua fermata, che non è una qualunque: è stata definita “la più bella del mondo”. La trasparenza di una pensilina normale diventa l’inquadratura di un momento insolito.
Via Posillipo è una lunga strada panoramica molto famosa, che si arrampica offrendo uno scenario spettacolare. La “fermata dell’autobus più bella del mondo” si trova all’altezza del civico 229 ed è preceduta da una gemella posizionata verso piazza San Luigi. Entrambe le fermate offrono la vista sul golfo, studiate dagli architetti nella giusta maniera per non impattare il panorama e sembrare delle cartoline.
Di frequente i turisti salgono fino in cima a Posillipo, proprio per scattare la foto perfetta e condividerla sui social network.
Ma esiste anche un’altra cosa “più bella del mondo” a Napoli.
#4 L’università “più bella” del mondo
Credits: @tony_ci90 vista da Villa Ferretti
L’università di Napoli Federico II è una delle università più antiche del mondo. Fu fondata il 5 giugno 1224 dall’imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia Federico II di Svevia e diventò nel tempo l’ateneo più rilevante del capoluogo campano. Ed è proprio una delle sedi dell’Università statale di Napoli a essere stata definita da molti come l’”università più bella del mondo”.
Dal letame nasce il fiore. Anzi, una magnifica università. Sì, perché il primo cittadino di un comune della città metropolitana di Napoli ha deciso di rendere un bene confiscato alla mafia polo universitario per i giovani studenti campani. Si tratta di Villa Ferretti a Bacoli, ai piedi del Castello di Baia in una città di mare dal grande patrimonio archeologico, e tra poco anche città universitaria. Villa Ferretti è una dimora storica risalente al periodo Ottocentesco e il suo punto forte, che sarà ben gradito dagli studenti, è la magnifica vista mare che la villa regala.
È stata inaugurata come sede universitaria il 27 ottobre 2023 alla presenza del sindaco di Napoli e del comune di Bacoli e ospiterà parte del Dipartimento di Studi umanistici dell’Ateneo di Napoli Federico II, nello specifico i corsi di digital humanities. Ma perché è così affascinante?
È certamente il panorama mozzafiato di cui si può godere dal balcone e dalle finestre di Villa Ferretti che rendono la dimora storica, ormai polo universitario, l’Università più bella del mondo, come è stata definita da alcuni siti specializzati. Bacoli fin dall’antica Roma era stato definito come un “paradiso terrestre”, un luogo dalla straordinaria bellezza che era meta vacanziera dagli antichi romani e, in seguito, dai ricchi signori dell’Ottocento.
Dalla villa si può ammirare un panorama senza eguali e, oltre a ciò, la villa è dotata di una spiaggetta privata e di un parco molto ampio. Così, gli studenti potranno andare a fare delle pause caffè godendosi il rumore del mare o rilassarsi tra una lezione e l’altra seduti su salviette distese sulla spiaggia. Un’immagine invidiabile, che rende l’università di Bacoli la più bella del mondo e gli studenti che la frequentano i più fortunati di tutti.
#5 L’hotel più alto d’Italia
Credits: tripadvisor.com nh-napoli-panorama
Dove potrebbe essere l’hotel più alto d’Italia? Mentre molti potrebbero aspettarselo nella città più europea e più contemporanea del BelPaese, Milano, in realtà l’hotel più alto d’Italia si trova nel capoluogo campano. Un grattacielo poco più basso della Torre Velasca, ma il più alto in assoluto in Italia ad essere stato adibito ad hotel. Alto 100 metri e con ben 33 piani il grattacielo ospita l’NH Hotel: con le sue 222 camere occupa dal 15° al 30° piano. Quasi ogni camera ha viste mozzafiato sulla città e sul golfo di Napoli, fino ad arrivare ad ammirare l’isola di Capri.
Riuscire a trovare un bar dove il caffè costi meno di 1 euro è quasi una missione impossibile, anche se in alcuni casi si può trovarlo a 80 centesimi. Ma c’è un caso ancora più eccezionale: il bar più economico d’Italia. Ecco dove si trova e perché riesce a tenere dei prezzi stracciati.
Il BAR più ECONOMICO d’ITALIA? «Un CAFFÈ, per favore» «Sono 30 CENTESIMI, grazie»
# “Un caffè, per favore” – “Sono 30 centesimi, grazie”
Credits kirby parsons – Ideal Bar
Il bar più economico dove fare colazione in Italia? Il Bar Perrone, nel piccolo comune di Alia in provincia di Palermo. Dove per bere un caffè espresso bastano 30 centesimi. Fino a qualche anno fa il prezzo era ancora più basso, 20 centesimi. La famiglia Perrone, che gestisce il locale, per far quadrare i conti ha adottato la strategia di comprimere drasticamente i margini di guadagno e puntare sui prodotti del territorio. Il tutto senza compromettere la qualità, partendo dall’espresso, un caffè proveniente da una torrefazione del vicino comune di Mussomeli. Ma anche gli altri prodotti del bar hanno prezzi imbattibili, compresi dolci e prodotti di gastronomia. Ecco quanto costano.
# Pizza e panini a 80 centesimi
Credits Aurelio Giorgio Google – Listino prezzi
Ma come è possibile una tale economia di costi? Il merito va ricercato nella conduzione familiare dell’azienda. Al banco ci sono infatti Mariagrazia insieme alla figlia, mentre nel laboratorio di specialità dolci e salate il marito insieme al figlio, per portare avanti una gestione che dura da 60 anni. In questomodo anche gli altri prezzi rimangono bassi: il caffè macchiato a 40 centesimi, il caffè freddo 60 centesimi così come i cornetti artigianali, panini, pizza e sfincione a 80 centesimi al pezzo. Mariagrazia Perrone racconta quando è nata la tradizione: “Quella dei prezzi bassi è una tradizione inaugurata dai miei suoceri. Negli anni ’60 un espresso costava 300 lire. Adesso abbiamo arrotondato a 30 centesimi”.
# Gli ordinativi di dolci arrivano anche dal nord Italia
Credits kirby parsons – Bancone Ideal Bar
Il duro lavoro è premiato anche oltre regione, gli ordinativi di dolci arrivano anche dal nord Italia: “Un lavoro che ci costa tanta fatica. Anche 18 ore al giorno ma tutto è ripagato dal successo della clientela e dagli ordini per dolci e paste di mandorla che arrivano dagli altri paesi e persino dal nord Italia”. Tra le dolcezze non mancano i cannoli alla ricotta e paste e brioches ai vari tipi di crema e marmellata.
A un’ora da Milano gli amanti dello sport in bicicletta potranno cimentarsi nel nuovo mega bike park tra le montagne. Quando verrà realizzato e le caratteristiche delle piste.
Il NUOVO MEGA BIKE PARK in arrivo a un’ora da Milano
# Un impianto di 8 piste e un percorso totale di 13 km
Credits RobertoSFR-pixabay – Valle d’Intelvi
Sarà in Val d’Intelvi: un mega bike park adatto a tutti i livelli di esperienza per gli amanti dello sport in bicicletta. Dopo alcuni imprevisti legati soprattutto alle condizioni meteorologiche poco favorevoli, il cantiere si sarebbe dovuto aprire a novembre, il direttore dei lavori ha annunciato il via per la costruzione dell’impianto con conclusione in circa un mese e mezzo. Sul Monte Sighignola, dove si trova “il Balcone d’Italia”, verranno realizzate 8 piste, due per coloro che hanno un’esperienza medio-bassa, mentre le restanti sei, oltre a cambi di pendenza, saranno caratterizzate da ostacoli e dossi. Potranno essere utilizzate sia per chi usa la mountain bike, sia per chi pratica downhill. Il percorso totale sarà di 13 km.
L’investimento complessivo per realizzare l’impianto è di 203.000 euro, 60.000 euro provenienti dal bilancio del Comune di Alta Valle d’Intelvi, i restanti 143.000 euro dal fondo europeo Agricolo per lo Sviluppo Locale tramite un accordo con il Gal (Gruppo di Azione Locale). Il bike park è stato pensato per essere aperto tutto l’anno, meteo permettendo. Come confermato a Como Zero dal vicesindaco Fabrizio Vitali, il comune sta valutando chi si dovrà occupare della sua gestione, che con molta probabilità sarà data in concessione, visto che il progetto prevede anche delle stazioni dove poter prelevare e depositare le biciclette, in cui verranno regolati gli accessi al parco.
Tesori nascosti in ogni angolo del Vecchio Continente stupiscono ogni volta milioni di visitatori. Sono i borghi europei, che dietro mura antiche celano la storia del loro Paese. Ma tra tanta bellezza, qual è il borgo che spicca e che potrebbe essere definito il più bello del continente? Travel365 ha provato a rispondere a questa domanda e, effettuando un sondaggio su un campione di oltre 46.000 utenti della community, ha risposto alla nostra domanda stilando una classifica dei 10 borghi più belli d’Europa. Per visitare il paesino più bello del Vecchio Continente bisognerà salire su un aereo, ma il secondo è facilmente raggiungibile in macchina o treno, sì perché è in Italia.
Questo è il BORGO più bello d’EUROPA (il secondo è in Italia)
# Giethoorn nei Paesi Bassi, il borgo delle fiabe
Credits: @butnomatter.theroadislife Giethoorn
A poco più di 100km da Amsterdam, in Olanda, nel Parco Nazionale Weerribben-Wieden c’è un borgo che ti fa catapultare nel mondo delle fiabe o nella Terra di Mezzo degli Hobbit. In una zona in parte paludosa, ricca di laghi e corsi d’acqua e popolata da moltissime specie animali, come è quella del Parco Weerribben-Wieden, c’è Giethoorn, il borgo più bello d’Europa. Conosciuto anche come la Venezia del Nord, Giethoorn è un paesino di fitti boschi, laghetti, canali, tanti ponti di legno e ancora case e fattorie con tetti costruiti con canne e paglia. Qua i quasi 3000 abitanti e i turisti non si muovono con le macchine, ma con barche, le classiche imbarcazioni sono chiamate punter, o battelli.
Giethoorn è facilmente visitabile in giornata, ma una volta entrati in paese, la pace e la tranquillità che si respirano all’interno ti convinceranno a non andartene più. Il simbolo del borgo più bello d’Europa sono i suoi ponti di legno, se ne contano ben 170, e il centro storico del paese è molto grazioso, con casette con tetti coperti di paglia, balconcini ricchi di fiori e un silenzio invidiabile. Una volta fatto il giro in barca per i canali della Venezia del Nord e visitato il paese, per riempire la giornata, si possono visitare anche i musei del borgo. A Giethoorn ci sono infatti il museo geologico, un museo della storia del borgo allestito in una fattoria ottocentesca e un museo del mare.
# Il secondo: Alberobello e i suoi trulli
Credits: @micheizzo Alberobello
E se per andare a vedere il borgo più bello d’Europa bisogna salire su un aereo, programmare un viaggetto ad Amsterdam e inserire come gita una visita a Giethoorn, raggiungere il secondo borgo più bello del Vecchio Continente è molto più semplice. Siamo in Italia e precisamente in uno dei borghi più unici e iconici al mondo, Alberobello. Dal 1996 inserito nella lista dei beni Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO, la particolarità di questo borgo sono naturalmente i suoi trulli. Nel borgo ce ne sono oltre 2000, ma come sono nate queste abitazioni così particolari che ricordano le case degli gnomi? La storia racconta che, ai tempi, i conti proprietari del terreno (dove ora c’è la città) avevano imposto ai contadini del luogo di costruirsi case con materiale a secco. I contadini decisero allora di utilizzare solo pietre e scelsero la forma rotonda e i tetti a cupola per rendere il più stabile possibili gli edifici, che al contrario i proprietari volevano fossero “facilmente distruttibili”.
Mentre i proprietari terrieri si staranno mangiando le mani perché i trulli sono ancora in piedi, Alberobello è diventata una cittadina conosciuta in tutto il mondo. Il paese è diviso in borghi e quelli assolutamente da visitare sono il borgo dell’Aia, quello dove si respira più autenticità, e il Rione Monti, il più antico. Interessanti da vedere sono anche la Parrocchia di Sant’Antonio di Padova, costruita tra il 1926 e il 1927 riprendendo le fattezze dei trulli, e la Basilica Minore Pontificia Santuario Parrocchia SS. Medici Patroni.
# Gli altri top borghi più belli d’Europa
Credits: @lwgray Ronda
Alberobello è l’unico borgo italiano inserito nella classifica, ma anche tutti gli altri borghi europei nella top10 sono degni di essere citati. Rimanendo sempre sul podio troviamo Ronda, in Andalusia, Spagna. L’antica città risalente al IX secolo che deve la sua fama al fatto di essere arroccata sulla gola di El Tajo, profonda circa 100 metri. Segue al quarto posto Colmar, nell’Alsazia francese. Un susseguirsi di canali, angoli pittoreschi, dedali di viuzze caratteristiche e case color pastello che fanno innamorare i turisti. Arriviamo ora a metà classifica e, al quinto posto, giungiamo in Grecia, precisamente a Oia, Santorini. È la classica Grecia, quella delle cartoline, con case bianche, tetti piatti o a cupola di un colore blu intenso, quella dei muri pieni di bouganville e delle splendide terrazze affacciate sul mare. Una Grecia caratteristica, un po’ stereotipata e anche un po’ cara, ma sempre bella.
Credits: @bledslovenia Bled
Uscendo dai confini, ma senza doversi spostare troppo, il sesto borgo più bello d’Europa si trova in Slovenia ed è Bled. Cittadina romantica e dalle bellezze naturali, quando si arriva a Bled bisogna per forza inserire nel proprio itinerario una passeggiata sul lungolago, simbolo distintivo del borgo, e un giro sull’isola di Santa Maria. Se si ha tempo, l’ideale sarebbe anche combinare la visita del borgo all’esplorazione delle Grotte di Postumia. Al settimo posto c’è poi il suggestivo Hallstatt, in Austria. Incastonato nei paesaggi delle alpi svizzere, il borgo si trova nell’area patrimonio UNESCO del Salzkammergut. Sembra che Halsatt sia stato il borgo da cui si sono ispirati i creatori di Frozen.
# Gli ultimi gradini della classifica
Credits: @nextriptheworld Trakai
Arriviamo ora agli ultimi posti della classifica dei 10 borghi più belli d’Europa. Per l’ottavo più bello siamo in Lituania, precisamente a Trakai. In mezzo a foreste laghi e scorci naturali incredibili, a 30km dalla capitale Vilnius, compare Trakai. Il punto forte del borgo è certamente il suo castello, risalente al XIV secolo e situato su un isolotto al centro del Lago Galvé. Caratteristico è anche il castello del nono borgo più bello del Vecchio Continente, Obidos, in Portogallo. Qui le mura ben conservate e la fortezza con spalti merlati e torri fanno respirare la storia del borgo. E infine, all’ultimo posto della classifica, c’è il paesino svizzero situato a 1606 metri d’altezza nel Canton Vallese, Zermatt.
# Gli altri borghi più belli d’Italia
Credits: @bapt_ou Vernazza
E se nella top10 non compaiono altri borghi del Bel Paese oltre ad Alberobello, l’Italia rimane una terra meravigliosa e i suoi borghi hanno sempre un pezzo di storia da raccontare. Proprio per questo anche se non sono entrate nei 10 più belli del Continente, nella classifica generale compaiono altre bellezze italiane. Quali? La magnifica città verticale della costiera amalfitana, Positano, caratterizzata da ripide scalinate e sentieri tortuosi ma che, insieme alle sue casette, la rendono patrimonio UNESCO. C’è anche la famosa “città che muore” di Civita di Bagnoregio, nel territorio della Tuscia, Viterbo. Non mancano poi la cittadina cinta da mura in provincia di Pisa, Volterra, e la coloratissima Burano. Infine, sempre in classifica, c’è la ligure Vernazza. Uno dei paesi più belli delle Cinque Terre, incastonate tra rocce e mare.
Dopo il successo del ticket mensile a 9 euro sperimentato nell’estate del 2022, da una settimana è in prevendita il nuovo abbonamento low cost per viaggiare su tutti i mezzi pubblici in tutto lo Stato tedesco. Vediamo quanto costa, da quando sarà valido e dove si potrà utilizzare.
In GERMANIA l’ABBONAMENTO LOW COST per tutti i MEZZI PUBBLICI: quando in ITALIA?
# Partita la prevendita del “Deutschlandticket”
Credits ralfskysegel-pixabay – Stazione Centrale Berlino
Approvato da entrambi i rami del Parlamento tedesco a dicembre 2022, all’interno del terzo provvedimento del pacchetto anti-crisi, l’abbonamento low cost è già in prevendita dalla scorsa settimana in tutta la Germania dopo che è arrivata la ratifica da parte del Senato dei Land. Si chiama “Deutschlandticket “ e al costo di 49 euro consente ai viaggiatori di utilizzare dal primo maggio 2023 i trasporti pubblici regionali e locali a livello nazionale a prescindere dallo stato federale o dalla società dei trasporti da cui hanno acquistato il biglietto. L’iniziativa è stata pensata su un orizzonte di due anni, anche se dal 2024 il prezzo potrebbe salire adeguandosi al tasso di inflazione, e secondo l’Associazione delle aziende di trasporto tedesche potrebbe convincere circa 5,6 milioni di persone ad abbonarsi per la prima volta.
Nello specifico si possono fare viaggi illimitati su metropolitane e treni suburbani, tram, autobus urbani e regionali, treni regionali (Interregio Express (IRE), Regional Express (RE), Regionalbahn (RB). Sono esclusi invece i treni a lunga percorrenza. Il Deutschlandticket si può caricare sulla tessera oppure acquistare via smartphone, temporaneamente anche in formato cartaceo con un codice QR. L’abbonamento si rinnoverà alla scadenza salvo che l’utente decida di interromperlo in modo anticipato.
# Un risparmio per i pendolari e un incentivo per i turisti
Credits stadtbusnormagen – Abbonamento lowcost
Il nuovo abbonamento consentirà un risparmio principalmente ai pendolari, a Berlino sarà più economico del 50% rispetto all’abbonamento precedente, e ogni Land potrà decidere ulteriori sconti in favore di categorie particolari come studenti e anziani. Potrà essere proposto come job ticket dai datori di lavoro e in questo caso il prezzo dovrebbe ridursi a 34,40 euro. Come per il ticket mensile a 9 euro, questa iniziativa consentirà anche di ridurre l’inquinamento prodotto dai mezzi privati e fungere da incentivo per decine di migliaia di turisti che potrebbero scegliere la Germania come meta estiva nel 2023.
Prendendo spunto dall’accordo tedesco tra Lufthansa e la Deutsche Bahn (la società di trasporto ferroviario della Germania), anche i due più grandi fornitori di servizi di trasporto italiano hanno deciso di collaborare per proporre ai loro passeggeri un biglietto combinato treno + aereo. Un viaggio più sostenibile, comodo e che semplifica gli spostamenti delle persone che abitano nelle città senza aeroporti o con scali aerei poco collegati con le città internazionali. Ecco di cosa si tratta.
Arriva il biglietto TRENO-AEREO
# Il biglietto combinato
Credits: ita-airways.com Ita Airways e Trenitalia
Ita Airways e Trenitalia hanno deciso di unirsi per offrire il biglietto treno-aereo: con un’unica transizione i viaggiatori possono prendere sia il treno che l’aereo, così da poter raggiungere l’aeroporto di partenza del proprio volo in treno, oppure tornare a casa sempre con il mezzo ferroviario. Non si sta parlando però di treni come il Malpensa Express per l’aeroporto di Milano, che collega il centro città allo scalo aereo, ma di viaggi extra-regione o, in generale, che comportano svariati chilometri in treno. Un esempio? Grazie alla partnership tra Ita Airways e Trenitalia, una persona può prendere un unico biglietto e con esso salire su un treno alta velocità che da Bologna porta a Roma Fiumicino, recarsi in aeroporto e salire su un aereo Ita Airways.
Il biglietto combinato è però valido solamente per destinazioni internazionali o intercontinentali, per quanto riguarda Ita Airways, e mete domestiche per le tratte offerte da Trenitalia.
# Al via il biglietto integrato per Roma Fiumicino
Credits: @aeroporti_di_roma Roma Fiumicino
Attualmente la proposta del biglietto combinato treno-aereo è utilizzabile solo a Roma, ma si spera che sarà da esempio anche per gli hub milanesi, che sono gli altri grandi aeroporti internazionali del Paese. Nel febbraio di quest’anno, Ita Airways, Trenitalia e Adr (la società Aeroporti di Roma che gestisce gli aeroporti romani di Fiumicino e Ciampino) hanno iniziato a lavorare sull’accordo e l’offerta è definitivamente attivada mercoledì 5 aprile, proprio poco prima di Pasqua. Ma come funziona questo biglietto integrato?
# Come funziona
Credits: ita-airways.com sito Ita Airways
Per acquistarlo è sufficiente andare su uno dei canali commerciali, diretti e indiretti, di Ita Airways, è indifferente infatti se si acquista il biglietto sul sito della compagnia aerea, sull’app, tramite agenzia di viaggio, presso il customer center o alla biglietteria Ita in aeroporto. Una volta comprato il biglietto combinato, il passeggero riceverà due carte d’imbarco (per ora, più avanti magari si riuscirà a limitarsi ad un’unica carta d’imbarco e quindi ad un solo check in) e dovrà fare il check in per entrambe le tratte, quella aerea e quella ferroviaria. Per il viaggio in aereo, il check-in si può effettuare fino a 48 ore prima dell’orario di partenza previsto per i voli Internazionali e 24 ore prima del volo Intercontinentale, sui canali di Ita Airways. Per il viaggio in treno, invece, si accede 72 ore prima della partenza al sito check-in.Accesrail.com dove si inserirà il numero del biglietto (o Pnr) di Ita per ricevere la carta di imbarco della tratta ferroviaria.
# Una scelta sostenibile
In realtà Trenitalia ha già stipulato altri accordi con vettori aerei, ma questo è il primo tra due partners italiani. Sul sito della compagnia Emirates si trovano infatti biglietti integrati con viaggi Trenitalia.
La scelta di combinare treno e aereo è vincente e potrebbe diventare il futuro per molti viaggi, non solo per un fatto di comodità, ma anche per il nostro pianeta. Il treno infatti inquina meno dell’aereo, quindi, per le tratte domestiche, è molto più sostenibile scegliere il trasporto ferroviario.
In Irlanda si trova un lago con la forma del simbolo nazionale: la Guinness, la birra scura con il sottile strato di schiuma sulla superficie.
Il GUINNESS LAKE: il LAGO a forma di BIRRA
# Un luogo famoso
Nella valle glaciale chiamata Lug a ‘Lágha, più semplicemente Luggala, nella contea di Wicklow, si trova il lago Lough Tay, uno dei luoghi più visitati e fotografati d’Irlanda, in cui si trova Luggala Castle, castello settecentesco che è stato sfondo di film famosi come Camelot, Excalibur, Braveheart, King Arthur e serie tv come The Tudors. Il castello ha anche ospitato star famose come Mick Jagger, i Beatles e Michael Jackson. Pur essendo una proprietà privata, i visitatori che fanno trekking nel Parco nazionale di Wicklow, possono passarvi e ammirarlo, ma rispettando la privacy del luogo.
Luggala Castle fu costruito dalla famiglia La Touche, fondatori della Bank of Ireland, che era proprietaria del territorio di quella che ora è conosciuta come Guinness Estate, proprietà privata che limita l’accesso al lago. L’area oggi appartiene alla famiglia Guinness, che l’ha acquistata nel 1937 per il matrimonio di Oonagh, figlia di Ernest. Il lago è la principale fonte di acqua per la produzione della famosa birra, e la sua forma ricorda proprio quella di una pinta: acqua scura come la bibita, data dalla raccolta della pioggia e filtrata attraverso la torba, e una striscia di spiaggia bianca, come la schiuma sulla cima del bicchiere.
Il lago è alimentato dal fiume Cloghoge, la spiaggia è stata importata ed è circondato da verdi montagne praticabili con percorsi attrezzati per il trekking, che offrono una spettacolare vista del luogo. I primi sentieri risalgono al 1949, data in cui sono stati tracciati dal Club Alpino irlandese, molti di essi portano a pareti di granito attrezzate per l’arrampicata su roccia, che si pratica nel luogo dagli inizi del secolo scorso. Raggiungendo la cima delle montagne si nota subito la singolare forma del lago e si può ammirare lo stupendo panorama fiabesco, fatto di prati e foreste, nascosto tra i quali si trova il castello bianco di Luggala.
Credits Ufficio Stampa - Nuova convalidatrice contactless su bus 73
Il pagamento con carta di credito o bancomat è disponibile già da qualche anno in metropolitana. Il servizio verrà esteso nei prossimi giorni su tutta la rete di trasporto pubblico di superficie. Vediamo come funziona.
Anche su BUS e TRAM di Milano si potrà PAGARE col CONTACTLESS
# Dopo la metropolitana si potrà pagare con carta o bancomat anche su bus e tram
Nel 2018 il pagamento contactless era stato reso operativo sulla metropolitana, oggi è attivo su tutte è cinque le linee, consentendo a chiunque di scendere in banchina avvicinando carta di credito, bancomat o il telefono dotato di app per i pagamenti sui tornelli abilitati. L’innovazione arriva ora anche su bus, tram e filobus. La data da cerchiare sul calendario è quella di giovedì 13 aprile 2023 quando su tutta la rete di trasporto di superficie, dopo la sperimentazione su tre linee dal 2020, si potrà pagare il biglietto direttamente a bordo del mezzo. Nei giorni scorsi infatti Atm ha terminato l’installazione dei 1500 dispositivi per il pagamento grazie un investimento complessivo pari a 12 milioni di euro. I circuiti abilitati sono Mastercard, Visa, American Express, Maestro e VPay.
# Come funziona il sistema
Credits Ufficio Stampa – Nuova convalidatrice contactless su bus 73
Il pagamento avviene come in metropolitana solo che, al posto dei tornelli, la carta o il telefono è da avvicinare al nuovo lettore con schermo lcd installato su un palo all’interno del bus o del tram. L’avvenuto pagamento viene segnalato da una luce verde e da un bip di conferma. Se si rimane all’interno della zona tariffaria Mi1-Mi3 l’operazione si rende necessaria solo alla salita sul mezzo di trasporto, oltre questa zona tariffaria si deve ripetere anche prima della discesa per consentire il corretto calcolo della tariffa e le linee coinvolte sono le seguenti: 121, 130, 140, 165, 166, 327. L’obiettivo di Atm è passare dal 60% dei biglietti paperless, 47 milioni in totale dall’avvio del servizio, all’80% nei prossimi anni.
# Dal primo maggio altre funzioni con il rilascio della nuova versione dell’app Atm
App atm
L’innovazione Atm coinvolgerà a maggio2023 anche l’app che con la nuova versione vedrà migliorate alcune funzionalità. Tra queste ci sarà il calcolo del percorso di viaggio, la visibilità per l’acquisto di biglietti e abbonamenti e delle fermate preferite. Nel 2024 poi verrà presentata un’app rivoluzionata rispetto a quella attuale che consentirà ad esempio di caricare l’abbonamento sullo smartphone.
Sono in corso da 12 anni i lavori per la costruzione di 1,9 km di metropolitana e due stazioni, Sesto Restellone e Cinisello-Bettola, che avrebbero dovuto inaugurare per Expo2015. I cantieri sono al momento fermi dopo che l’ultima società appaltante ha risolto il contratto per alcuni inadempienze di altre aziende, tra cui la mancata realizzazione di alcune opere come manufatti essenziali per la metropolitana. Le stime più ottimistiche ipotizzano la conclusione dei lavori non prima del 2026.
La stazione di Sesto Restellone
Credits stedase IG – Sesto Restellone
Tra le due stazioni di prolungamento della M1 quella di Sesto Restellone è quella più avanti con i lavori. Sono già stati posati i binari e il corpo stazione ha la sua conformazione quasi definitiva ma il cantiere è in pausa.
La stazione di Cinisello-Bettola
Credits arpan98 IG – Cantiere Bettola M1
Sono fermi anche i lavori presso la stazione di Cinisello Bettola dove la situazione è ancora più in alto mare. Attualmente si presenta come un “cratere” dove avrebbe dovuto esserci il centro commerciale e nelle ultime foto si vede la galleria al grezzo in arrivo dalla stazione di Sesto-Restellone e un abbozzo di quello che dovrebbe diventare la stazione vera e propria.
Le nuove denominazioni delle stazioni delle linea blu
Il 30 giugno 2023 si attende l’inaugurazione di due nuove stazioni della quinta linea metropolitana di Milano, Tricolore eSan Babila. Il restante tracciato della M4aprirà entro la fine del 2024. Vediamo lo stato di avanzamento dei rispettivi cantieri.
Il cantiere della stazione Tricolore
Credits Urbanfile - Stazione Tricolore M4
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Credits Urbanfile - Stazione Tricolore M4
Credits Urbanfile - Ascensore stazione Tricolore M4
La stazione di piazza Tricolore è quella in fase più avanzata tra le due previste in apertura la prossima estate. L’area pedonale in pietra è di fatto conclusa, come si vede dalle foto di Urbanfile, mentre per le uscite è in corso la posa finale del rivestimento delle pareti e mancano le ultime rifiniture così come in pannelli esterni in vetro della copertura delle scale mobili. Rispetto al progetto originale sono sparite le aiuole.
Le foto dalla stazione di San Babila
Liberata Grasso Fb - Cantiere stazione San Babila
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Liberata Grasso Fb - Cantiere stazione San Babila
Liberata Grasso Fb - Stazione San Babila foto scale
Liberata Grasso Fb - Stazione San Babila
Liberata Grasso Fb - Ascensore e scale stazione San Babila
Liberata Grasso Fb - Scale stazione San Babila a fianco scale M1
Il cantiere di piazza San Babila inizia a far vedere dove e come saranno gli accessi per i viaggiatori. Le foto di Liberata Grassopubblicate sul gruppo facebook “Milano – Progetti e cantieri” mostrano gli ascensori e le scale mobili già allestite con copertura e insegna e le scale fisse già realizzate al grezzo. Sulla piazza saranno presenti scale fisse e un ascensore. Su corso Europa scale mobili con uscita e entrata a livello strada. La stazione avrà un interscambio con la linea M1, anche se si dovrà uscire e rientrare dai tornelli.
La tratta a Ovest della M4: da Santa Sofia a San Cristoforo FS
Credits Urbanfile - Cantieri M4
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Credits Urbanfile - Frattini
Credits Urbanfile - Tolstoj M4
Credits Urbanfile - Gelsomini M4
Credits Urbanfile - San Cristoforo uscite M4 metropolitana
Credits Urbanfile - San Cristoforo uscite M4 lato binari stazione ferroviaria
Dopo l’apertura della tratta est, con la sistemazione quasi definitiva delle aree di superficie, ora è in corso la riqualificazione delle aree lungo la tratta ovest. Dalle ultime immagini di Urbanfilesi può osservare la situazione di alcuni cantieri: Frattini, Tolstoj, Gelsomini e San Cristoforo. Le stazioni della tratta centrale di Sforza-Policlinico, Santa Sofia e Vetra sono quelle più in ritardo con i lavori, a causa dei ritrovamenti archeologici, e non sono ancora alla fase di sistemazione a livello strada.
Di Arbalete – openstreetmap.org, CC BY-SA 2.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid – Tracciato Circle Line
Tra le stazioni previste per la nuova Circle Line, dopo quella Tibaldigià inaugurata a dicembre 2022, altre due avranno la precedenza rispetto alle altre: Stephenson e MIND-Merlata. Per la seconda è già stato presentato un primo rendering.
MIND-Merlata, la stazione green
Credits 3tiprogetti-Urbanfile - Stazione MIND-Merlata
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Credits 3tiprogetti-Urbanfile - Stazione MIND-Merlata
Credits 3tiprogetti-Urbanfile - Stazione MIND-Merlata lato strada
Credits 3tiprogetti-Urbanfile - Stazione MIND-Merlata lato passerella
La stazione di MIND-Merlata verrà costruita tra le stazioni di Milano-Certosa e Rho Fiera Milano. La sua struttura è stata pensata in metallo bianco, per integrarsi con la vicina passerella ciclopedonale e dovrebbe venire ricoperta di rampicanti e circondata da alberi. I rendering rilasciati dallo studio di progettazione 3TI Progetti, come spiegato da Urbanfile, si riferiscono però solo alla porzione di manufatto che si collega alla passerella, mentre a metà della stessa dovrebbe essere costruito l’edificio della stazione vero e proprio con annesse piattaforme e banchine dei treni.