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Le 7 «Milano d’Europa»: le città che contano più delle capitali

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Milano non è la capitale politica d’Italia, ma viene considerata la capitale morale. Quali sono le altre «Milano d’Europa»?

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Le 7 «Milano d’Europa»: le città che contano più delle capitali

# Milano “capitale” d’Italia

Capitale soprattutto per la ricchezza che produce per il Paese: con 367 miliardi di dollari l’area metropolitana di Milano contribuisce per il 10,3% al PIL nazionale, è sede del 45% delle imprese lombarde e di oltre l’8% di tutte le imprese italiane. Ospita la Borsa Italiana ed eventi internazionali come la Settimana della Moda e il Salone del Mobile

Quando si pensa a una città simbolo di un Paese, la mente corre subito alla sua capitale. Eppure, in molte nazioni europee esistono metropoli che, pur non essendo capitali, contano più di esse in termini economici, culturali o di innovazione. Ecco le 7 “Milano” d’Europa: poli nevralgici che attirano investimenti, talenti e tendenze.

#1 Barcellona: la capitale del turismo e della creatività spagnola

Credits: Alexandra, Pixabay

Madrid sarà la capitale, ma Barcellona è la città più influente di Spagna sotto diversi aspetti. Centro economico catalano e hub del turismo mondiale, Barcellona vanta un’industria fiorente che spazia dal design alla tecnologia, senza dimenticare il suo impatto culturale grazie a Gaudì (e alla Sagrada Familia), il calcio e le celebri Ramblas.

Il porto di Barcellona è uno dei più importanti del Mediterraneo, e la città è anche una delle preferite dalle start-up europee, grazie a un ecosistema imprenditoriale dinamico. Se Madrid rappresenta il cuore istituzionale della Spagna, Barcellona è il suo motore creativo e commerciale, proprio come Milano – Roma.

#2 Amburgo: il gigante economico della Germania

Credits Guentherlig, Pixabay

Se Berlino è la capitale politica della Germania, la città stato di Amburgo è il fulcro economico e logistico del Paese. Il suo porto, il più grande della Germania e uno dei più importanti d’Europa, la rende un nodo essenziale per il commercio internazionale. Amburgo è anche un centro tecnologico in crescita, con un forte settore dell’editoria e dei media.

La città ospita alcune delle aziende più innovative della Germania ed è un punto di riferimento per la musica e la cultura alternativa. Con il quartiere di HafenCity in costante espansione e una qualità della vita elevata, Amburgo supera Berlino per rilevanza economica e apertura internazionale.

#3 San Pietroburgo: la Russia che guarda all’Europa

Credits: Konstantin, Pixabay

Mosca domina la Russia dal punto di vista politico, ma San Pietroburgo rimane la città più affascinante e culturalmente ricca del Paese. Fondata da Pietro il Grande come “finestra sull’Europa”, la città conserva ancora oggi un carattere più internazionale e aperto rispetto alla capitale.

Con il Museo dell’Ermitage, i suoi palazzi imperiali e il celebre Teatro Mariinskij, San Pietroburgo è un punto di riferimento per l’arte e la cultura. Inoltre, il suo porto strategico ne fa un centro economico di rilievo. Se Mosca rappresenta il potere, San Pietroburgo è il simbolo dell’eleganza e dell’innovazione.

#4 Manchester: il cuore industriale e creativo del Regno Unito

Credits: Wikipedia

Londra è una metropoli globale, ma Manchester è il cuore pulsante dell’industria e della creatività britannica. Storicamente il motore della Rivoluzione Industriale, oggi Manchester è un centro di eccellenza per la tecnologia, l’educazione e lo sport.

La città ospita alcune delle migliori università del Regno Unito ed è sede di multinazionali del tech e dei media. Anche a livello calcistico, il Manchester United e il Manchester City sono due dei club più importanti del mondo. Con una crescita economica costante e una scena culturale vivace, Manchester si distingue come la vera alternativa a Londra.

#5 Zurigo: la capitale economica della Svizzera

Credits: cambiarevita.eu

Berna sarà la capitale politica della Svizzera, ma è Zurigo a guidare il Paese in termini di prestigio, finanza, innovazione e affari. La città ospita le principali banche e istituzioni finanziarie elvetiche, oltre a essere un hub tecnologico e scientifico di prim’ordine.

L’ETH di Zurigo è una delle migliori università del mondo, e la città attira talenti da tutto il globo grazie a una qualità della vita elevatissima. Con il suo mix di modernità e tradizione, Zurigo non solo traina l’economia svizzera, ma si impone anche come una delle città più influenti d’Europa.

#6 Anversa: il motore commerciale del Belgio

Credits: visitflanders.com

Bruxelles è la capitale istituzionale del Belgio (e dell’Unione Europea), ma Anversa è il vero motore economico del Paese. Il suo porto è tra i più trafficati d’Europa, gestendo un’enorme quantità di merci e fungendo da porta commerciale per il continente. Anversa è anche la capitale mondiale dei diamanti, con un settore che muove miliardi di euro ogni anno.

La città è rinomata per la sua vivace scena artistica e per il design, con scuole di moda che hanno formato stilisti di fama internazionale. Nonostante Bruxelles sia il centro del potere politico, Anversa brilla come centro nevralgico del business e dell’innovazione.

#7 Istanbul: la capitale europea della Turchia

Credits: Wikipedia

Ankara è la capitale della Turchia, ma Istanbul è senza dubbio la città più importante del Paese. Il trasferimento della capitale costituirebbe anche un primato: una città europea capitale di un grande paese asiatico.

Istanbul, da secoli, è un crocevia di culture, commerci e storia. La città è il principale centro economico della Turchia e ospita il maggior numero di aziende e istituzioni finanziarie del Paese. Con il suo dinamismo culturale, il turismo e la posizione strategica, Istanbul domina la scena turca, lasciando Ankara in secondo piano sotto molti aspetti.

Continua la lettura con: Queste le linee veloci attuali e future da Milano alle città d’Europa

MATTEO RESPINTI

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Dove si trovano i resti del Teatro Romano di Milano, una delle meraviglie della capitale imperiale

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Credits: viaggi-nel-tempo.com/

«A Mediolanum», scriveva Ausonio, «ogni cosa è degna di ammirazione, vi sono grandi ricchezze e numerose sono le case nobili. […] Vi sono il circo, dove il popolo gode degli spettacoli, il teatro con le gradinate a cuneo, i templi, la rocca del palazzo imperiale, la zecca, il quartiere che prende il nome dalle terme Erculee». Ma dove si trovava e che fine ha fatto il glorioso “precursore” della Scala di Milano? Foto Cover: viaggi-nel-tempo.com/

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Dove si trovano i resti del Teatro Romano di Milano, una delle meraviglie della capitale imperiale

Era il Teatro Romano, costruito durante l’impero di Augusto nel primo secolo avanti Cristo nella zona compresa tra le odierne piazza Affari e via Meravigli. Il precursore della Scala aveva una capienza di 8.000 spettatori, in un’epoca in cui Milano contava meno di ventimila abitanti: significa che poteva ospitare oltre un terzo dell’intera popolazione di Milano. Questo fa capitare l’importanza che aveva in città. 

# L’ultimo spettacolo: una battaglia navale

Il teatro romano di Milano

Il teatro rimase centro di attrazione fino al IV o al V secolo, quando gli editti di Teodosio e la progressiva conquista di potere della Chiesa iniziarono ad ostacolare i giochi e le rappresentazioni teatrali. L’ultimo spettacolo all’interno del teatro di cui ci è giunta notizia è la proclamazione a console di Manlio Teodoro nel 399. In tale occasione si svolse anche una battaglia navale. In seguito nell’Alto MedioEvo il teatro divenne luogo di ritrovo per i cittadini che in epoca comunale si riunivano nell’Assemblea del Popolo. Come gran parte della città anche il teatro venne distrutto nel 1162 da Federico Barbarossa.

# I resti del glorioso teatro: il percorso multimediale, tra voci e odori dell’epoca

Credits: viaggi-nel-tempo.com/

Alcuni resti sono stati rinvenuti: come il ritrovamento delle vestigia romane, avvenuto alla fine dell’Ottocento durante la costruzione di alcuni palazzi nelle vicinanze di piazza Cordusio, o in tempi recenti, durante lavori di ristrutturazione di Palazzo Turati, sono venuti alla luce i resti delle fondamenta della cavea, lo spazio in cui gli spettatori romani, seduti su gradinate disposte a semicerchio, osservavano gli spettacoli. Questi resti si trovano nei sotterranei della Camera di Commercio, dentro a Palazzo Turati, che si possono visitare, gratuitamente e previa prenotazione. Non solo: è a disposizione dei visitatori un percorso multimediale che consente di sperimentare essenze e odori della Roma imperiale, dal vino dolce all’odore umano e animale, e di addentrarsi su una passerella trasparente che evidenzia i resti delle gradinate, con un sottofondo di suoni, voci e rumori.
I visitatori sono guidati anche dalla voce di Giorgio Albertazzi che declama in latino versi del prologo di una commedia di Plauto, uno delle superstar dell’epoca. 

Continua la lettura con: Milano Romana

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Piccoli brividi

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Piccoli Brividi

“Piccoli brividi”. Terzo estratto dalla prima puntata di Ci vediamo a Fermento, il nuovo videopodcast di Milano Città Stato. La puntata intera dal titolo “E’ successa una cosa pazzesca” è disponibile sul canale di youtube di Milano Città Stato.

Regia: Francesco Leitner. Prodotto da: Fabio Novarino. Location: Fucine Vulcano APS – Via Fabio Massimo 15/12 (IG: @fucinevulcano).

Guarda la prima puntata: Ci vediamo a Fermento – Ep. 1 – «E’ successa una cosa pazzesca»

Qui tutte le puntate del podcast il Lato Chiaro

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La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. @Gianbadaracco IG

La foto del giorno: oggi siamo in Via Pietro Tamburini 8 (villino Maria Luisa)

Ph. @Gianbadaracco IG

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Continua la lettura con: La foto del Giorno 

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Quella volta che hai rischiato la vita all’Idroscalo

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Il Titanic di Milano.

Qui il video: Quella volta che hai rischiato la vita all’Idroscalo

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Continua con: La polizia sperimenta tecniche nuove per combattere il crimine a Milano

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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10 scorci incantevoli che si trovano andando in giro in scooter a Milano

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naviglio Martesana - Davide Cossu Berte
naviglio Martesana - Davide Cossu Berte

Con l’arrivo delle belle giornate il modo giusto di godersi i colori di Milano è percorrerla su due ruote. Ecco 10 scorci di Milano che amo particolarmente girando in scooter.

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10 scorci incantevoli che si trovano andando in giro in scooter a Milano

#1 Via XX settembre – Viale Alemagna 

Prendere Via Venti Settembre, quello con le ville dell’alta borghesia, in direzione Triennale. A un certo punto la sorpresa: in fondo la strada si apre in due curve una a destra e una a sinistra, con dei gradini in mezzo, la strada si ricongiunge sul ponticello sopra i binari, arrivando davanti all’ingresso della Triennale. Da lì a sinistra si scende in via Moliere, una strada ricca di alberi, andando in direzione del Sempione.

viaventisettembre. da google earth
viaventisettembre. da google earth

#2 Corso Sempione

Direzione Arco della Pace con dietro il Castello. Strada ampia, si respira aria di Champs Elisee.

corsosempione
corso sempione – google earth 

#3 Corso Garibaldi 

Una delle soddisfazione a girare in scooter è che si possono percorrere strade chiuse alle auto. Una di queste è corso Garibaldi. Da prendere proseguendo da via Mercato in direzione Porta Nuova. Splendido veder spuntare in fondo i grattacieli sopra le case della vecchia Milano.  

garibaldi
corso garibaldi – google earth

#4 Cavalcavia Bussa

 Questo è un punto che mi piace un sacco da percorrere in scooter. Arrivando da Porta Nuova si prende via Maurizio Quadrio, una curva e si sfreccia sul cavalcavia che mi sento Goldrake. Di sopra si gode un particolare scorcio della città e dei grattacieli. Alla fine si fa una specie di chicane che porta nel quartiere Isola.

bussa
ingresso cavalcavia bussa – google earth

#5 Naviglio Martesana

 E’ rinomato come il paradiso dei ciclisti, ma presenta numerosi scorci incantevoli anche a percorrerlo in scooter. Da prendersi da Viale Monza (il punto che si interseca il naviglio è stupendo da entrambe le parti) e poi si scende lungo via Bertelli, tenendo poi la direzione dell’Adda per scoprire l’antica riviera di Milano.

naviglio Martesana - Davide Cossu Berte
naviglio Martesana – Davide Cossu Berte

#6 Idroscalo

Già da Viale Forlanini ci si gode il verde del parco e la strada si fa larga. Poi si arriva al curvone prima di Linate e sembra di trovarsi in un bosco, costeggiando tutto il perimetro dell’Idroscalo. Passando dal Luna Park di Novegro ci si sente un po’ a Coney Island a New York.

idroscalo - google earth
idroscalo – google earth

#7 Via Porlezza e altre viuzze dietro il Duomo

Percorrere strade quasi deserte a due passi dal Duomo? Si può, prendendo il vicolo San Giovanni sul Muro all’altezza del Dal Verme  da qui ci si può sbizzarrire su Via Porlezza, Via Giulini e altre vie strette e poco frequentate.

Maps – Via Porlezza

#8 Via Montenapoleone

Via Montenapoleone mi intriga per due ragioni. La prima è che si entra dal mezzo, da via Pietro Verri, e da lì si può decidere se andare a destra in Piazza San Babila o a sinistra in via Manzoni. Entrambi i tratti sono a senso unico. La strada è quasi sempre affollata di pedoni ma è piacevole da percorrere a passo d’uomo in un’atmosfera straniante di turisti e personal shopper.

via montenapoleone - google earth
via montenapoleone – google earth

#9 Via Salmoiraghi

 Mi piace molto percorrere le vie nei pressi della Montagnetta. Dalla circonvallazione prendere via Angelo Salmoiraghi e ci si ritrova immersi nel verde fino a cingere il MonteStella da Santa Maria nascente.

santamarianascente google earth
santamarianascente google earth

#10 San Cristoforo

Concludo con quello che era considerato il faro di Milano. Da raggiungere sul lato di Alzaia Grande, non su Ludovico il Moro che ha il pavè incubo per ciclisti e scooteristi. Un angolo bellissimo che si apre sulle nuove frontiere di Milano.

Alzaia Naviglio Grande - google earth
Alzaia Naviglio Grande – google earth

Continua la lettura con: I 7 luoghi più belli da ammirare in scooter a Roma: il percorso delle meraviglie

ANDREA ZOPPOLATO

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13 marzo, il «tredesin de Marz»: il giorno magico di Milano

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13 marzo. Il numero magico di Milano. Lungo corso di Porta Vigentina si trova una pietra molto antica che svela l’arcano. 

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13 marzo, il «tredesin de Marz»: il giorno magico di Milano

# Un simbolo celtico in un luogo cristiano

Lungo corso di Porta Vigentina, si cela un frammento di mistero ancestrale: la Pietra di Santa Maria al Paradiso. Un’antica testimonianza della cultura insubre, incisa con tredici raggi che evocano il calendario luni-solare e la Ruota della Vita. Simboli potenti, legati al dio Belenos e alla dea Belisama, divinità celtiche di luce e saggezza. Ma la vera meraviglia sta nella sua collocazione: un segno pagano incastonato nel tessuto della cristianità.

# Il «tredesin de Marz»: la pietra idolatrata dai nostri antenati

San Barnaba usò questa pietra quando al suo arrivo a Milano vide i milanesi che si erano radunati attorno alla pietra per compiere degli strani rituali.
La pietra è conosciuta col nome di «tredesin de Marz»: è tonda, con 13 raggi, le 13 lunazioni in un anno.

# Un numero magico per i fiori e… per i capelli

Fra sacro e profano, il numero 13 si intreccia con la storia e i simboli di Milano, avvolgendosi in un’aura di magia e tradizione. Emblema di passaggi e trasformazioni, questo numero trova la sua massima celebrazione nel Tredesin de Mars, la festa che segna l’arrivo della primavera e che affonda le sue radici nel 13 marzo del 51 d.C., giorno in cui, secondo la tradizione, San Barnaba annunciò per la prima volta il Cristianesimo ai milanesi.

Ma il Tredesin de Mars non è solo memoria religiosa: è la festa dei fiori, il risveglio della città dopo l’inverno, un rito antico che ancora oggi si rinnova tra le strade e le piazze, portando con sé il profumo della rinascita.

Una curiosità? A Milano si dice che “Se si tagliano il 13 di marzo, i capelli cresceranno più forti”.

Continua la lettura con:  Le TORRI PENDENTI di Rho: la casa più STRANA di Milano

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Lombardia: la città più vicina a Milano e quella più lontana

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Restando in regione, quali sono le città più vicine e quelle più lontane da Milano? La classifica delle distanze. 

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Lombardia: la città più vicina a Milano e quella più lontana

La città lombarda più distante da Milano è Mantova: 189 km in auto (130 chilometri in linea d’aria).

Quella più vicina è Lodi: 39 km in auto (30 in linea d’aria).

# La classifica della vicinanza

La classifica delle città lombarde per distanza da Milano è (in linea d’aria):
#1 LODI 30,0
#2 PAVIA 32,5
#3 COMO 37,8
#4 BERGAMO 45,3
#5 LECCO 45,6
#6 VARESE 48,1
#7 CREMONA 76,3
#8 BRESCIA 81,8
#9 SONDRIO 93,7
#10 MANTOVA 129,7 km

# Milano e altre città del mondo

Qualche altro esempio di città per distanza da Milano (linea d’aria):
Lugano 63 chilometri
Monaco di Baviera 349 chilometri
Roma 476 chilometri
Parigi 640 chilometri
Catania 1013 chilometri
Stoccolma 1654 chilometri
Pechino 8.091 chilometri

Continua la lettura con: Le 7 «mini città» d’Italia che potrebbero avere una metro: questi i percorsi

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Milano sarà il principale hub dei treni ad alta velocità del sud Europa?

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Ideogram AI - Stazione passante

Milano è già il nodo ferroviario più importante d’Italia, ma con i nuovi progetti di alta velocità avrebbe tutte le carte per ambire a diventare principale hub dei trasporti dell’Europa meridionale. Manca però un tassello fondamentale. Vediamo quale, insieme alle opere in fase di realizzazione e a quelle in progetto.

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Milano sarà il principale hub dei treni ad alta velocità del sud Europa?

# I progetti dell’alta velocità verso Genova, la Slovenia e l’estremo Sud

r-italy-reddit – Rete alta velocità italiana

Milano già è il nodo ferroviario più importante d’Italia, per la sua posizione strategica tra Nord Italia e resto d’Europa. È il fulcro della rete AV, con collegamenti diretti ovest-est da Torino a Brescia e in linea tradizionale fino a Venezia, e nord sud verso Bologna, Roma, Napoli e in linea tradizionale fino a Salerno. Ha treni diretti per Svizzera, Francia e Germania.

Tav Brescia Verona

In fase di realizzazione c’è il completamento della tratta verso il capoluogo veneto, con lavori da Brescia a Verona e da Verona a Padova, che dovrebbe diventare realtà entro il 2030. In corso la velocizzazione della linea verso Trieste e fra qualche anno il Frecciarossa dovrebbe arrivare fino a Lubiana.

Terzo valico

Contemporaneamente, la nuova tratta per Genova con il Terzo Valico attesa nel 2027 insieme al quadruplicamento della Tortona-Milano consentirà di di arrivare in Liguria in poco più di 50 minuti, connettendo il porto di Genova con Milano e l’Europa. 

Il 21 febbraio 2025 è partita inoltre la talpa per realizzare la linea dell’alta velocità fino a Salerno, da Napoli. All’orizzonte verso sud ci potrebbe essere la grande rivoluzione generata dal Ponte sullo Stretto: un giorno da Milano si potrebbe arrivare con l’alta velocità fino in Sicilia. 

Leggi anche: La rivoluzione TAV in Italia: tutte le nuove opere di alta velocità in costruzione

# In futuro collegamenti ancora più veloci con Parigi e Zurigo

Di Cheminvento (talk) – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=17290207 – Tav Torino Lione

Tra Milano e Parigi è attivo dal 2011 il collegamento veloce con il TGV fino a Parigi, dal 2021 anche con il Frecciarossa in ripartenza dall’1 aprile dopo lo stop a causa della frana. I tempi di percorrenza, meno di 7 ore, sono destinati a scendere a circa 4 ore mezza con l’inaugurazione nel 2033 della TAV Torino-Lione.

Credits alptransit.ch – AlpTransit

L’attivazione della Galleria di base del San Gottardo ha già ridotto il tempo di viaggio in treno tra Milano e Zurigo da 5 a poco più di 3 ore, ma con il completamento dell’intero progetto AlpTransit dovrebbe scendere ulteriormente a circa 2 ore 20. Questo consentirebbe una connessione ancora più rapida da Genova fino a Rotterdam e Amsterdam lungo il corridoio europeo Reno-Alpi.

ingegneria.italia IG – Galleria Brennero

L’inaugurazione della Galleria di Base del Brennero (BBT), prevista tra il 2032 e il 2033, ridurrà significativamente i tempi di viaggio in treno tra Milano e Monaco di Baviera. Attualmente il viaggio dura circa 7 ore e mezza, con il completamento della BBT, si prevede una riduzione a circa 6 ore.

Leggi anche: I lavori straordinari nel Tunnel sotterraneo più lungo del mondo (che si sta costruendo in Italia)

# Le novità all’orizzonte dell’alta velocità: Monaco di Baviera e Berlino

Milano-Monaco

Se già ora è già possibile andare da Milano a Monaco di Baviera in treno, tramite il servizio EuroCity o ICE (InterCity Express), nel 2026 è previsto l’utilizzo del Frecciarossa che sfruttando il tunnel del Brennero, dal 2033, potrà correre fino a 200 km/h.

Si sta guardando però ancora oltre. Sono infatti in corso trattative per estendere il servizio Frecciarossa fino a Berlino, ampliando le connessioni ferroviarie ad alta velocità tra l’Italia e la Germania. Infine è arrivato anche il sostegno da parte della Commissione Europa per mettere a punto un progetto pilota per far viaggiare i treni a una velocità pari o superiore 250 km/h: da Milano a Monaco ci si potrebbe mettere meno di 3 ore, fino a Berlino 7 ore. 

Tra le mete da sogno futuro con il Frecciarossa ci potrebbero anche essere: Londra, Amsterdam e Stoccolma.

Leggi anche: Ufficiale: Milano-Monaco con il Frecciarossa! Il progetto e i tempi

# Serve ripensare la Stazione Centrale di Milano: trasformarla da “stazione di testa” a “stazione passante”

Maps – Fronte Stazione Centrale

Al netto dei rispetto dei tempi di consegna delle opere, non scontato, e del fatto che il il completamento dell’Alp Transit ha un orizzonte al 2050, manca un importante tassello per rendere Milano l’hub del trasporto ferroviario del sud Europa: la rivoluzione della Stazione Centrale. Oggi è una stazione di testa, tutti i treni che arrivano devono fermarsi e poi tornare indietro per riprendere la marcia.

Ideogram AI – Stazione passante

Servirebbe trasformarla in “stazione passante” con una struttura a croce, come l’HauptBanhof di Berlino, o più in piccolo come quella di Bologna, per consentire a i treni di percorrere la direttrice nord-sud ed est-ovest senza interruzioni, ma solamente effettuando la sosta per la salita e la discesa dei passeggeri. In questo modo, insieme alle altre piccole stazioni passanti più esterne, RhoFiera, Rogoredo e quella futura di Segrate Porta Est, si verrebbe a creare uno snodo fondamentale per l’alta velocità tra il Mediterraneo e l’Europa Centro-Settentrionale. Forse, il più importante. 

Continua la lettura con: In Europa da Milano con l’alta velocità: le 5 città più spettacolari all’orizzonte del Frecciarossa all’estero

FABIO MARCOMIN

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Da Milano a Taranto in bici: Frank Lotta lo fa ogni anno. Un viaggio da imitare?

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Ogni anno, nel periodo natalizio, Frank Lotta, storico speaker di Radio Deejay, si mette in sella alla sua bicicletta per un viaggio straordinario attraverso l’Italia, da Milano a Taranto. Un’avventura solitaria che racconta nei suoi documentari, tra cui Scendogiùlabici3, scopriamo nel dettaglio di che si tratta.

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Da Milano a Taranto in bici: Frank Lotta lo fa ogni anno. Un viaggio da imitare?

# Le origini e la passione per la radio

Credits: @FrancescoFrankLotta (FB)

Frank Lotta, all’anagrafe Francesco Lotta, è nato a Grottaglie e cresciuto a Monteiasi, in provincia di Taranto. Suo padre, operaio dell’Ilva, aveva una piccola radio locale, e proprio tra mixer, microfoni e cuffie Frank ha sviluppato la propria passione per la comunicazione.

Dopo essersi trasferito a Milano e aver lavorato come insegnante di educazione fisica, ha deciso di seguire la sua vera vocazione. Nel 2010 è approdato a Radio Deejay, coronando un sogno di lunga data.

Il suo amore per il viaggio nasce dall’ispirazione avuta vedendo il film Into The Wild, la storia di Christopher McCandless, che lo ha spinto a voler esplorare il mondo in solitaria. Il suo primo viaggio importante è stato il Cammino di Santiago, nel 2012, un’esperienza che lo ha profondamente segnato, facendogli scoprire la bellezza dell’incontro con gli altri e della scoperta di sé.

Da lì, la sua passione per l’avventura non si è mai fermata, portandolo a visitare luoghi incredibili come l’Islanda, la Patagonia e la Giordania, raccontandoli attraverso libri, radio e documentari.

# L’idea di un viaggio in bici

Credits: @FrancescoFrankLotta (YT)

Tre anni fa, in un momento di intensa routine lavorativa, Frank ha sentito il bisogno di un cambiamento. Conducendo una trasmissione quotidiana, non poteva più permettersi lunghi viaggi, così ha deciso di fare qualcosa di “folle”: il 24 dicembre, finita la diretta, ha preso la bici ed è partito da Milano con destinazione Bari. Così è nato il primo #Scendogiùlabici.

Negli anni successivi ha proseguito il viaggio, arrivando sempre più a sud, fino a Taranto, sua città natale. Il percorso si è snodato attraverso le Cinque Terre, la via Francigena fino a Roma, poi giù verso la Puglia. Superato il confine di Altamura, Frank si è sentito finalmente “a casa”.

# Il viaggio e i suoi racconti

Credits: @FrancescoFrankLotta (FB)

Durante il viaggio, Frank documenta tutto ciò che vive: gli incontri casuali, la generosità delle persone, le difficoltà fisiche e mentali, ma anche le piccole gioie che solo un viaggio in solitaria può regalare.

«Viaggiare così, in un periodo dell’anno in cui il consumismo raggiunge il suo apice, ha un impatto ancora più forte. Si riscoprono la semplicità e il valore delle cose», racconta.

Nonostante il lavoro in radio, durante il viaggio Frank evita di ascoltare musica: «Le cuffie le porto solo per emergenza. Mi sono anche “annoiato” durante il tragitto, ma fa parte del gioco. La bici è una piccola culla, un movimento cadenzato che ti permette di stare solo con te stesso. Un lusso inestimabile».

Anche la condivisione sui social avviene con moderazione: «Pedalavo dieci ore al giorno e pubblicavo due minuti di stories su Instagram. Preferisco usare lo smartphone per i video, perché una telecamera rischia di rovinare la spontaneità degli incontri».

# Il ritorno a Taranto e il significato del viaggio

Credits: @FrancescoFrankLotta (FB)
Credits: @FrancescoFrankLotta (FB)

Dopo giorni di viaggio, la meta finale è Taranto, città che Frank ha vissuto da ragazzino e che oggi riscopre con occhi nuovi: «Quando andavo a scuola prendevo l’autobus alle 6.50 con gli operai dell’Ilva per essere in classe alle 8. Tornare e rivedere il Castello Aragonese, il Ponte Girevole, è sempre una grande emozione».

Della sua terra natale gli manca soprattutto il mare: «a Milano sto bene, ma ogni tanto penso: “Caspita, però c’è il mare, si sta bene”. Mi manca la Puglia fuori stagione, l’idea di svegliarmi e in un quarto d’ora essere in spiaggia. E la costa ionica è incredibilmente bella».

Ciò che resta di ogni viaggio non sono solo i chilometri percorsi, ma le esperienze vissute e le persone incontrate. Frank Lotta non viaggia solo per arrivare a destinazione, ma per riscoprire il valore della lentezza, della condivisione e della libertà. E, ogni anno, con la sua bicicletta, ci ricorda che il viaggio più bello è quello che ci porta a conoscere meglio noi stessi. A quanti milanesi gioverebbe una scelta “folle” come questa?

Spunto: Gazzetta del Mezzogiorno 

Continua la lettura con: Il primo volo diretto Milano – Mongolia: cosa può fare un milanese nella steppa?

MATTEO RESPINTI

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La Torre delle Sirene, l’ultimo misterioso nascondiglio di Mussolini a Milano

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Uno dei luoghi abbandonati più strani che ci sia a Milano, nascosta nel cortile di Palazzo Isimbardi. Nasconde una storia drammatica con i contorni del mistero.  

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La Torre delle Sirene, l’ultimo misterioso nascondiglio di Mussolini a Milano

# Non c’entrano nulla le affascinanti figure mitologiche

credits: @milano_mirabilia

La Torre delle sirene è un edificio alto una ventina di metri, in cemento armato e dalla forma cilindrica con il tetto a punta, costruito nel 1939. Si trova nel giardino di Palazzo Isimbardi, tra il palazzo della Provincia e quello della Prefettura, ed è in una posizione poco visibile. La torre non si vede dalla strada, ma si nota solo se si entra nel cortile interno.

Il nome della costruzione non ha nulla a che fare con le affascinanti e misteriose figure mitologiche, bensì con le sirene che suonavano nel momento in cui venivano avvistati aerei nemici durante la Seconda Guerra Mondiale. Nella torre, infatti, era stata installata una centralina con funzioni di vero e proprio allarme per avvisare i cittadini dei possibili bombardamenti.

# Una bicicletta per far funzionare le luci in caso di blackout

Credits la.tesserissima IG – Interno Torre delle Sirene

La struttura, alta e stretta, era difficile da colpire in caso di attacco aereo per cui risultava un luogo sicuro. Dentro c’era un bunker, dotato di meccanismi per filtrare l’aria e lampade a tenuta stagna. In caso di blackout era presente una bicicletta per far funzionare le luci presenti. Qui durante la guerra si rifugiarono in molti, compreso il prefetto e la sua famiglia.

# Fu l’ultimo rifugio di Mussolini a Milano

Al crollo della «linea gotica», Benito Mussolini si trasferì a Milano il 17 aprile del 1945, tentando di contrattare la propria incolumità con il Comitato di Liberazione Nazionale. Quei giorni si narra che fosse nascosto nella torre delle sirene per evitare l’arresto. Svanite le possibilità di una trattativa, Mussolini fuggì sul lago di Como, in divisa di soldato tedesco, per mettersi in salvo in Svizzera. All’altezza di Dongo fu riconosciuto e arrestato dai partigiani che lo giustiziarono per ordine del Comitato di Liberazione Nazionale il 28 aprile 1945. Il suo corpo martoriato fu appeso a testa in giù a Piazzale Loreto. 

Continua la lettura con: Quando i bambini dicevano Arimo

ANDRA STEFANIA GATU

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I mostri

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I mostri

“I mostri”. Secondo estratto dalla prima puntata di Ci vediamo a Fermento, il nuovo videopodcast di Milano Città Stato. La puntata intera dal titolo “E’ successa una cosa pazzesca” è disponibile sul canale di youtube di Milano Città Stato.

Regia: Francesco Leitner. Prodotto da: Fabio Novarino. Location: Fucine Vulcano APS – Via Fabio Massimo 15/12 (IG: @fucinevulcano).

Guarda la prima puntata: Ci vediamo a Fermento – Ep. 1 – «E’ successa una cosa pazzesca»

Qui tutte le puntate del podcast il Lato Chiaro

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La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. @milanosuitacchi IG

La foto del giorno: oggi siamo in via della Moscova 28 (Mediateca Santa Teresa)

Ph. @milanosuitacchi IG

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Continua la lettura con: La foto del Giorno 

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La polizia sperimenta tecniche nuove per combattere il crimine a Milano

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Suggestivo ma forse poco efficace.

Qui il video: La polizia sperimenta tecniche nuove per combattere il crimine a Milano

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Continua con: L’autocontrollo del milanese quando non trova più l’Iphone

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I 7 luoghi più belli da ammirare in scooter a Roma: il percorso delle meraviglie

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Roma è tanto bella quanto caotica: lo si riscontra nel traffico che spesso blocca la circolazione. Questo crea molto disagio, tanto che sempre più romani adottano la soluzione dello scooter per muoversi in città, cosa che permette di ammirarne le bellezze nell’ambito dei nostri impegni quotidiani. Questa esperienza evidenzia quella particolare caratteristica di Roma per cui da una parte ti stressa e crea disagio, mentre dall’altra ti consola e ti affascina come nessun’altra città riesce a fare. Ecco quindi quali sono i 7 luoghi più belli da vedere passando in scooter a Roma.

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I 7 luoghi più belli da ammirare in scooter a Roma: il percorso delle meraviglie

# Piazza della Repubblica

Credits: Ozan Tabakoğlu – Pexels

Se si deve pensare a una zona affascinante ma particolarmente trafficata sia da lavoratori, che da studenti e turisti, non si può non pensare a Piazza della Repubblica. Si può arrivare in questa piazza giungendo da più parti, ma se immaginiamo di arrivare qua dalla zona di Roma Termini, entrando avremo alla nostra destra la Basilica di Santa Maria degli Angeli e Martiri, luogo in cui si celebravano alcuni dei matrimoni della famiglia reale dei Savoia. Girando ancora intorno alla fontana delle Naiadi, centro della piazza, avremo ancora modo di notare tante altre affascinanti strutture che si affacciano su essa, per poi poter uscire e entrare in via Nazionale.

# Via Nazionale

Ph: noidiroma – Instagram

Forse una delle più belle strade di Roma, oltre ad essere una tra le più trafficate. Già entrando, si può scorgere, in fondo alla via, un particolare dell’Altare della Patria, cosa che basterebbe a rendere spettacolare questa strada. Tuttavia, percorrendola, si possono notare altri elementi interessanti, tra cui la Chiesa di San Paolo entro le Mura, che attira la nostra attenzione con un gioco di colori dato dall’alternanza di mattoni rossi e travertino della facciata. Giungendo verso la fine della via, alla nostra destra abbiamo invece il Palazzo delle Esposizioni, altro luogo che suscita l’interesse di romani e non. Ma, a questo punto, invece di percorrere questa via fino in fondo, per regalarci una nuova suggestione ci conviene girare sulla sinistra e entrare in via dei Serpenti.

# Il celebre scorcio sul Colosseo

Credits: Michael Giugliano – Pexels

Percorrendo via dei Serpenti, portando un po’ di pazienza, attraversando qualche incrocio, arriviamo finalmente a via degli Annibaldi, che offre uno dei più bei scorci sul Colosseo. Famosissima soprattutto perché offre la possibilità di catturare foto spettacolari, è un punto particolare perché leggermente sopraelevata rispetto alla base del Colosseo, cosa che permette di ammirarlo da vicino, con la particolare impressione di poterlo quasi toccare. Questo è forse uno dei punti di vista più suggestivi da cui ammirare l’Anfiteatro.

# Circo Massimo

Credits: Duc Tinh Ngo – Pexels

Uscendo da questo punto spettacolare, percorrendo ancora un po’ di strada ci avviciniamo al Circo Massimo. Il percorso per arrivarci obbliga a costeggiare ancora il Colosseo, cosa che dunque offre certamente ancora una continua emozione nel solo percorrere la strada. Superato il Colosseo, si può notare l’Arco di Costantino, struttura che ci ricorda che stiamo per lasciarci alle spalle questo suggestivo punto della città e che apre, davanti a noi, un largo stradone che preannuncia il Circo Massimo. Rispetto a questo, si potrebbero fare più esperienze: parcheggiare ed entrarvi dentro, girarci attorno e notare tutto ciò che lo costeggia, come il monumento dedicato a Mazzini. Qualunque sia la scelta a riguardo, uscendo poi da questa zona ci addentreremo nei pressi del Foro Boario

# Foro Boario e Santa Maria in Cosmedin

Credits: Henry Acevedo – Pexels

A questo punto del nostro percorso, giunto ormai quasi alla fine, si apre di fronte a noi il celebre Foro Boario. In questa zona, spiccano all’occhio i templi sacri dell’antica Roma e, di fronte a essi, la Basilica di Santa Maria in Cosmedin, presso la quale è conservata la famosissima Bocca della Verità. Tutto ciò è racchiuso in una manciata di metri ed è forse il punto meno apprezzabile del nostro percorso se lo si percorre ancora in scooter ma che, tuttavia, regala comunque grandi suggestioni. Continuando su questa strada, si può entrare poi in via Petroselli.

# Campidoglio

Credits: C1 Superstar – Pexels

Questa strada è forse il tratto con sampietrini più lungo del percorso. Percorrendolo, ci affianchiamo al Teatro Marcello, quella struttura che inganna moltissimi turisti che, forse trepidanti e impazienti di vedere il monumento romano più conosciuto in tutto il mondo, lo scambiano proprio col Colosseo. Superato questo punto, alla nostra destra troviamo la scalinata che conduce al Campidoglio, sede del Comune di Roma e che, ennesimo punto elevato della città, offre tantissimi altre prospettive sull’Urbe, tra cui un primo piano sull’Aerarium Saturni e le rovine della città antica. Superato anche questo punto, arriviamo alla fine del nostro viaggio.

# Piazza Venezia

Credits: Ensar asterisco – Pexels

Per concludere in bellezza, un’altra piazza in cui le auto scorrono in senso circolare, concentrato di traffico (soprattutto in quest’ultimo periodo a causa degli eterni lavori della Metro C) che però offre uno sguardo privilegiato sul maestoso Altare della Patria, conosciuto anche come la “macchina da scrivere” a causa della sua caratteristica forma che ricorda il vecchio strumento. Contemporaneamente, percorrendo la piazza e superando l’Ara Patriae, ci si può affacciare sull’inizio dei fori imperiali, scorgendo la celebre colonna traiana, per poi rituffarsi nel traffico quotidiano in direzione di nuove mete, percorrendo strade condite da meraviglie uniche, capaci di trasmettere altre mille sensazioni indescrivibili.

Continua la lettura con: I grattacieli mai realizzati a Roma: c’è anche quello che doveva essere il più alto del mondo

RAFFAELE PERGOLIZZI

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M4 e le linee sospese: i tre casi più clamorosi del paradosso milanese

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Coni Zugna M4

Milano ha un problema con le linee di superficie. Al taglio delle corse, si è aggiunta la rimodulazione dei tracciati e la sospensione di fermate in seguito all’apertura della M4. Vediamo le linee colpite.

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M4 e le linee sospese: i tre casi più clamorosi del paradosso milanese

# Sospesa la fermata di interscambio tra il tram 10 e M4

Atm – Messaggio fermata sospesa

L’apertura integrale della M4 non ha portato solo benefici ai milanesi. L’altro lato della medaglia sono state la rimodulazione delle linee di superficie, fino ad arrivare alla soppressione o sospensione di fermate. A volte a causa dei lavori non ancora completati su strade e marciapiedi dopo la chiusura dei cantieri per la metro. È proprio questo il caso riportato da Giulia Gentile in una segnalazione inviata all’edizione milanese del Corriere della Sera. Riportiamo un estratto: «in corrispondenza della fermata di Coni Zugna non sono stati attivati gli adeguati collegamenti con le linee di superficie. Pertanto, un viaggiatore proveniente dall’aeroporto con al seguito bagagli, per proseguire con una linea di superficie, dovrà percorrere almeno 300 metri per trovarne una. Ciò che sconcerta è che di fronte all’uscita del metrò è attiva una linea tranviaria con fermate sospese».

Coni Zugna M4

In effetti, come si può vedere anche sul sito di ATM, la fermata è sospesa da entrambi i lati e pertanto gli utenti sono obbligati a muoversi verso quelle di piazza Aquileia o Solari per salire sul tram 10 che transita lungo Coni Zugna. Inoltre non c’è indicazione di quando e se verranno riattivate. E non è l’unico caso. Anzi. Quello più discusso riguarda la sostituzione della linea 73. 

Leggi: Pioggia di firme contro le corse tagliate. Ma il Comune «silenzia» la petizione per l’indennizzo per i disservizi

# Il percorso della 973 che non piace a nessuno

Foto bus Urbanfile – Nuovo percorso 973

Il primo disservizio e le prime proteste c’erano state con la cancellazione della linea 73, da San Babila a Linate, sostituita da una linea più breve con capolinea a piazzale Ovidio, subito dopo il ponte ferroviario su viale Forlanini. Un contentino per i milanesi che però ha scatenato ulteriori polemiche fino all’estensione del tracciato al capolinea attuale di via Morosini, zona piazza Cinque Giornate. Una scelta che però non piace ai comitati cittadini, in primis “Rivogliamo la 73”, da sempre contrari a un percorso ridotto e che hanno sempre richiesto il ripristino della tratta originaria: i mezzi pubblici passano in un percorso stretto e congestionato, con un’utenza inesistente nel tratto citato e in una strada con grandi problemi di viabilità, via Morosini, in quanto a ridosso di un complesso scolastico. Ma forse i problemi più grandi riguardano i dintorni di Milano. 

Leggi anche: «La nuova linea denominata…vede una situazione di difficoltà crescente»

# Hinterland isolato ad est e ovest dopo il completamento di M4

A pagare dazio non ci sono solo i milanesi, anche chi vive nell’hinterland sta subendo le conseguenze indirette dell’apertura della M4. Tra i cittadini colpiti ci sono quelli di Buccinasco: il bus 351 è stato accorciato da Romolo M2 a piazza Negrelli, dove ci sarebbe dovuto essere l’interscambio con il capolinea di San Cristoforo M4 grazie alla passerella pedonale. Ad est le frazioni di Redecesio, Lavanderie e Novegro, con quest’ultima che ha perso la 38 di ATM dopo l’entrata in servizio di M4, sono sempre più isolate.

Leggi anche: Hinterland sempre più isolato da Milano: i bus «scomparsi» a Ovest ed Est dopo l’apertura di M4

Continua la lettura con: La nuova M4: i 3 lavori ancora in corso per completarla

FABIO MARCOMIN

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12 marzo 1918. La stazione di Porta Vittoria viene allacciata alla nuova cintura ferroviaria di Milano

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Credits brugna - Milano Porta Vittoria Vecchia fabbricato viaggiatori prima della demolizione

12 marzo 1918. La stazione di Porta Vittoria che era stata inaugurata nel 1911 viene allacciata alla nuova cintura ferroviaria di Milano. Resterà in funzione fino al 1984. 

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12 marzo 1918. La stazione di Porta Vittoria viene allacciata alla nuova cintura ferroviaria di Milano

credits: it.wikipedia.org

Un tempo crocevia di binari e viaggiatori, la stazione di Milano Porta Vittoria racchiude una storia di trasformazioni e mutamenti urbani. Inaugurata il 16 marzo 1911, viene successivamente collegata alla nuova cintura ferroviaria il 12 marzo 1918 per alleggerire il traffico di Porta Romana, la stazione ha vissuto il suo periodo di attività anche nel servizio passeggeri locale dopo la Seconda guerra mondiale.

Poi, il declino: il servizio venne soppresso nel 1984, la dismissione ufficiale arrivò nel 1991 e, nei primi anni 2000, i suoi edifici furono demoliti. 

Leggi anche: Le stazioni scomparse di Milano

ROSITA GIULIANO

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

La «metropoli a un’ora» (di treno) sarà la nuova frontiera della «Milano a 15 minuti»?

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Megalopoli Milano

Con la «città a 15 minuti» Milano è andata in scia a Parigi. Il punto forza del progetto è quello di dotare di ogni servizio, in particolare la metro, ogni piccola area di Milano. Il rischio è quello però di creare dei ghetti, “proteggendo” con questa scusa le aree più prestigiose dall’arrivo di chi vive in altre zone, come succede ad esempio con area C e come accade in generale rendendo più complicata la circolazione delle automobili. Malgrado sia uno slogan affascinante, la realtà è che non tutti i milanesi, in particolare chi vive in periferia e chi ha più difficolta di movimento come le persone anziane o i genitori con bambini piccoli, possono soddisfare la maggior parte delle necessità quotidiane muovendosi a piedi o in bicicletta. Forse per valorizzare meglio i punti di forza originali di Milano si dovrebbe allargare l’orizzonte, considerando tutte le città collegate a Milano al massimo in un’ora di treno, con i suoi milioni di pendolari, e che altrove farebbero parte di un’unica metropoli. 

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La «metropoli a un’ora» (di treno) sarà la nuova frontiera della «Milano a 15 minuti»?

# Dalla “città a 15 minuti” alla “metropoli a 1 ora”?

 
Città a 15 minuti

Nel 2020, proprio nel bel mezzo della pandemia, a Milano si è iniziato a parlare seriamente di “città dei 15 minuti”. Ispirandosi a Parigi, Palazzo Marino sta cercando da allora di ridisegnare la città in modo più vivibile e sostenibile, per consentire a sempre più milanesi di avere tutto a portata di mano: lavoro, scuole, negozi, sanità e spazi verdi. Un concetto urbano residenziale che il completamento della M4 ha rafforzato, accorciando ancor di più le distanze dalla metro. Il rischio però è quello di ingabbiare i cittadini in singole aree, in particolare deprimendo il principale fattore di forza di Milano: la posizione. Per governare al meglio le dinamiche cittadine non ci si può limitare ai confini comunali e al milione e 400mila abitanti. Occorre allargare lo sguardo per considerare tutta la sua area metropolitana abitata da milioni pendolari che ogni giorno, al massimo in un’ora di viaggio, arrivano in treno nelle stazioni di Rogoredo, Centrale, Porta Garibaldi, Cadorna e del passante.

Leggi anche: Genova lancia la sfida a Milano: la città da 15 MINUTI tra supermercati e progetti innovativi

# In Lombardia si possono raggiungere da Milano tutti capoluoghi di provincia, eccetto Mantova e Sondrio, in massimo un’ora di treno

la regione urbana di Milano secondo l’OCSE

Nel resto d’Europa e del mondo chi vive entro un’ora di distanza dal centro economico di una determinata area geografica viene considerato cittadino di un’unica metropoli. Secondo l’OCSE la regione urbana di Milano dovrebbe includere gran parte delle province lombarde e Novara. Prendendo però come riferimento le città raggiungibili in treno in un’ora o meno, Milano potrebbe avvicinarsi più al concetto di megalopoli.

Facendo il focus sulla Lombardiatutte le città capoluogo di provincia, tranne Mantova e Sondrio, si raggiungono in treno al massimo in un’ora: Monza e Lodi 15 minuti, Pavia 20, Brescia e Como 40, poco sopra i 50 minuti Bergamo, Varese, Cremona e Lecco. 

# Fuori regione si arriva in Emilia Romagna e in Piemonte

r-italy-reddit – Rete alta velocità Italia

In mezz’ora con l’alta velocità Milano è collegata a Piacenza e Reggio Emilia, in meno di un’ora a Torino, Parma e Bologna. Entro l’ora troviamo, con collegamenti regionali, Vercelli e Novara in Piemonte.

# In futuro Genova e Verona collegate in meno di 60 minuti

Megalopoli Milano

Nel futuro le distanze si accorceranno con altre due regioni, la Liguria e il Veneto. Le due opere dell’alta velocità in costruzione, il Terzo Valico e la linea Brescia-Padova, faranno scendere i tempi di percorrenza sotto i 60 minuti tra Milano e Genova verso sud ovest e tra Milano e Verona verso est. 

Sommando la popolazione di Milano con quella di tutte le province raggiungibili al massimo in un’ora con il treno si verrebbe a creare una megalopoli da oltre 15 milioni di abitanti. Fondamentale progettare fin da subito una regia comune per questo immenso territorio superando la logica degli spicchi e delle aree esclusive.

Continua la lettura con: Da Milano a Courmayeur in treno: in futuro sarà possibile? La linea esiste già!

FABIO MARCOMIN

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Le 7 «mini città» d’Italia che potrebbero avere una metro: questi i percorsi

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Metro Como

La più piccola città ad avere la metro? Losanna, in Svizzera, 140mila abitanti. Ma c’è perfino un piccolo paese del Tirolo di poco più di mille abitanti ad avere una linea della metro lunga appena un chilometro: Serfaus. In questi articoli abbiamo visto le città in cui erano state abbozzati progetti di linee metropolitane e dove si potrebbero realizzare per popolazione e aree di interesse. E se si prendesse spunto da quelle più piccole al mondo ad avere un servizio metropolitano? Ecco dove si potrebbero avere in Italia.

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Le 7 «mini città» d’Italia che potrebbero avere una metro: questi i percorsi

#1 Monza: M5 con Milano, una linea circolare per collegare l’hinterland e due linee radiali

Metro di Monza

La prima città che viene alla mente è Monza, dato che per superficie e popolazione comunale è simile a quella di Losanna, la città più piccola al mondo dotata di una metropolitanaLa prima si estende per 33,5 kmq e ha 125mila residenti, la seconda 41,37 kmq e 140mila residenti. La metropolitana monzese potrebbe prevedere, in aggiunta alla M5 in arrivo da Milano, magari con un interscambio con la ferrovia prima di raggiungere il Polo Istituzionale, queste linee:

  • una linea circolare a servizio dell’hinterland con fermate a Muggiò, Brugherio, Concorrezzo, la stazione ferroviaria di Villasanta, Vedano al Lambro, Lissone e le periferie di San Rocco/Sant’Alessandro e di San Fruttouso;
  • da quest’ultima stazione potrebbe partire una linea tangenziale passante per il centro ad incrociare la stazione centrale e la M5 e terminare nel quartiere Libertà;
  • infine una breve linea dalla stazione principale della città a servizio dei quartieri verso est di Regina Pacis e Cederna.

In totale circa 35 km di tracciati.

Leggi anche: No metro? Monza è rimasta al verde. Anzi, non ha più nemmeno quello

#2 Abbiategrasso: una rete a croce di due linee

Maps – Abbiategrasso

Rimaniamo nell’area metropolitana milanese, in questo caso nella Città Metropolitana. Abbiategrasso, con una superficie territoriale addirittura più estesa di Losanna, quasi 48 kmq contro 41, potrebbe essere uno degli altri luoghi indiziati per una piccola metropolitana leggera o una tranvia sotterranea vista la popolazione di circa 32.000 abitanti. Si potrebbe immaginare una struttura a croce di circa 5 km di lunghezza con una linea lungo via Novara da nord a sud ad intersecare una seconda da ovest ad est con interscambio nella stazione ferroviaria. Tra i punti di interesse serviti ci sarebbero: l’ospedale, il cimitero, il centro storico con il castello, il campo sportivo e le scuole. 

#3 Como: due linee radiali e una per i comuni dei “vip”

Metro Como

Como, con una superficie territoriale di 37 kmq e circa 84mila abitanti, potrebbe avere una rete metropolitana composta da tre linee:

  • una da Senna Mornasco fino al lungolago con interscambio nella stazione ferroviaria di Albate e fermata nel centro storico;
  • una seconda linea da Grandate nell’hinterland sud, poi tra le fermate quella tra i quartieri di Lazzago e Breccia, una di interscambio con la ferrovia per Chiasso, un’altra con la metropolitana passante per il centro e capolinea nel quartiere Lora ad est;
  • una terza linea a servire i comuni di Maslianico e Cernobio per poi incrociare la linea diretta a Chiasso da un lato e verso Como dall’altro.

Un totale di circa 18 km di percorsi.

#4 Pordenone: due linee a croce, una con biforcazione a sud

Metropolitana Pordenone

Restando al nord troviamo Pordenone, in Friuli Venezia Giulia, con un’estensione di circa 38 kmq e una popolazione di poco più di 58mila residenti. In base alla conformazione del territorio si potrebbe pensare a due linee per una lunghezza complessiva di circa 12 km:

  • una da ovest ad est con partenza dal comune di Porcia e che arriva in città con due fermate prima di quella per l’Ospedale Civile, poi altre in centro e infine altre due nel comune di Cordenons;
  • un’altra con partenza dal centro città diretta a sud, interscambiando con la prima linea, e stop alla stazione ferroviaria dove arrivano anche i treni dell’alta velocità e al centro direzionale, un’altra alle scuole e poi una biforcazione per servire i quartieri di San Gregorio e Borgomeduna.

#5 Frosinone: due linee che corrono in parallelo

Metro Frosinone

Frosinone viene spesso indicata come una delle città più inquinate d’Italia. Per questo, al netto dell’estensione territoriale superiore a quella di Losanna, pur con una popolazione tre volte inferiore, potrebbe avere una metropolitana. Data la conformazione allungata dell’area comunale si potrebbero ipotizzare due linee, per complessivi 15 km, che corrono in parallelo:

  • la prima dalla zona commerciale/industriale a sud ovest per dirigersi a nord est, scambiando con la stazione ferroviaria e servendo il lato orientale della città;
  • la seconda dal quartiere Pratillo a sud est fino alla strada regionale 214 a nord, con interscambio alla stazione ferroviarie e con la prima linea e fermate nei pressi dell’ospedale e del quartiere Madonna della neve.

#6 Ravello sulla Costiera Amalfitana: una linea per collegare il mare alle ville con terrazze panoramiche

Metro Ravello

Se si prendesse come esempio la U-bahn di Serfaus, nel distretto di Landeck in Tirolo, la funicolare a cuscini d’aria più ad alta quota e più piccola del mondodove si potrebbe realizzare in Italia? Il comune austriaco è il più piccolo al mondo ad avere un servizio di tipo metropolitano, con i suoi 1.127 abitanti distribuiti su quasi 60 kmq. Nel nostro Paese ci potrebbe essere Ravello, nella Costiera Amalfitana, con una popolazione di poco più di 2.300 abitanti. Famoso per le sue terrazze panoramiche, si potrebbe immaginare una linea che parta dal mare, colleghi le ville con terrazze e che poi termini all’auditorium Oscar Niemeyer. Un tracciato di meno di 2 km.

#7 San Marino: una linea nord-sud collegata alla funivia per Borgo Maggiore

Metro San Marino

Ora spostiamoci all’estero pur rimanendo nella penisola italiana. Andiamo nella Città di San Marino, capitale dell’omonimo stato, di 7 kmq e circa 4.500 residenti. Il territorio è fatto di continui saliscendi, si trova ad un’altitudine media di 675 metri sulla cima del Monte Titano e quindi un sistema come quello di Serafus sarebbe l’ideale. Il percorso più sensato sarebbe nord-sud, vista anche la conformazione lunga e stretta della città, con una linea di circa 2 km e fermate nei punti più strategici compreso l’interscambio con la funivia per Borgo Maggiore, la seconda città dello stato per estensione.

Continua la lettura con: Le due ombre sulla Linea D, la nuova metro all’orizzonte di Roma: come rimediare?

FABIO MARCOMIN

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Milano – Istanbul in treno: il viaggio più avventuroso da fare in Europa

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puoy_italia tik tok - Milano-Istanbul

Un tempo si poteva fare tutto in treno. Oggi con le interruzioni in diverse tratte del percorso, questo tragitto è diventato forse il viaggio più avventuroso che si può fare in Europa partendo da Milano. Vediamo quanto tempo ci si mette, i mezzi da prendere e i prezzi dei biglietti per arrivare in Turchia… senza prendere l’aereo.

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Milano – Istanbul in treno: il viaggio più avventuroso da fare in Europa

# Un viaggio in 5 tappe: primo treno fino a Lubiana

Lubiana car free
Lubiana car free

Chi ha in mente di viaggiare da Milano a Istanbul di solito sceglie un volo diretto. Un’altra opzione è volare fino a Sofia e poi proseguire in treno verso la meta turca. Ma per chi preferisce evitare l’aereo o semplicemente ha una passione per il viaggio in treno, esiste un’alternativa che consente di percorrere l’intero itinerario sui binari. Il viaggio si articola in cinque tappe, con alcune modifiche rispetto all’itinerario tradizionale dell’Orient Express.

La prima tratta è la Milano-Lubiana, per una durata complessiva minima di 7 ore e 42 minuti, compreso almeno un cambio, nella soluzione Frecciarossa-RV-R. I biglietti partono da circa 60 euro.

# Seconda tappa: dalla Lubiana a Zagabria in poco più di due ore

infinitecroatia-pixabay – Zagabria

Dalla capitale slovena si prende un treno servito dalla compagnia austriaca OBB diretto a Zagabria. Il viaggio ha una durata di circa 2 ore 20 minuti, non prevede cambi, e i prezzi partono da 25 euro.

# Stop alle tratte Zagabria-Belgrado e Belgrado-Sofia. Ha inizio la vera avventura: questa la prima opzione (passando per Sofia)

Credits: wikipedia.org – Euronight Milano-Belgrado

Arrivati a Zagabria inizia la vera avventura. Le tratte dalla capitale della Croazia a Belgrado e da quest’ultima a Sofia sono state sospese come ci ha segnalato Michele Sellitti. A questo punto ci sono diverse alternative tutte molto “movimentate”:

  • I treni diretti tra Zagabria e Belgrado sono sospesi fino a nuova disposizione, ufficialmente per lavori, ma con probabili motivazioni politiche. Chi vuole comunque raggiungere la capitale serba può prendere un treno fino a Tovarnik, l’ultima fermata croata prima del confine, e da lì un taxi fino a Šid, la prima cittadina serba. Da Šid si può riprendere il treno per Novi Sad e Belgrado.
  • Anche il collegamento ferroviario diretto tra Belgrado e Sofia è stato sospeso. L’unica opzione è arrivare in treno alla cittadina serba di Dimitrovgrad, attraversare il confine fino a Dragoman in Bulgaria e proseguire di nuovo in treno fino a Sofia. Per arrivare a Istanbul, bisogna mettere in conto 11-15 ore di viaggio sul treno notturno Espresso 493 fino alla stazione di Halkali.

Ma per chi cerca un’alternativa forse ancora più affascinante, esiste un’altra possibilità. Scopriamola insieme.

# La seconda opzione: dirigersi da Zagabria a Budapest, sei ore di viaggio con cambio stazione oppure oltre 10 ore con treno diretto

Credits JStolp-pixabay – Budapest

Invece di puntare verso Belgrado, da Zagabria si può scegliere Budapest come destinazione. In particolare, nei mesi estivi, nei giorni di mercoledì, sabato e lunedì, parte in serata un treno proveniente da Spalato. Questo treno arriva a Budapest alle 9:35 del giorno successivo, con biglietti a partire da 54 euro e arrivo previsto alla stazione Budapest Déli.

Una volta a destinazione, il viaggio prosegue con la metropolitana: si passa alla stazione di Keleti, da cui si continua verso la tappa successiva. Un itinerario che, pur richiedendo un cambio, apre la strada a collegamenti efficaci verso nuove destinazioni.

# Da Budapest a Bucarest, un treno diretto per un viaggio di oltre 17 ore

Toni_Valaulta-pixabay – Bucarest

La quarta tappa del viaggio (secondo la seconda opzione) prevede un trasferimento a bordo del treno notturno da Budapest Keleti a Bucarest Nord. Il treno parte alle 19:10 e arriva alle 11:35 del giorno successivo. I biglietti per questo servizio partono da 29 euro.

# Si arriva finalmente a Istanbul: dopo circa 2200 chilometri percorsi, fino a 5 giorni di viaggio e almeno 200 euro di biglietti 

Milano-Istanbul

Ed eccoci giunti all’ultima e più affascinante tappa del nostro viaggio: un lungo percorso di circa 19 ore a bordo del leggendario “Bosphorus Express”. Il treno parte intorno alle 11:00 da Bucarest e arriva il giorno seguente, poco dopo le 06:00, alla stazione di Halkali in Turchia. Questo viaggio, che attraversa i Balcani in tutta la sua magnificenza, è disponibile anche con Interrail, ma bisogna considerare l’aggiunta dei costi di prenotazione, che variano a seconda della tipologia di sistemazione scelta.

La tratta segna la fine di un’avventura che ha coperto circa 2.200 chilometri, un viaggio che dura tra i 4 e i 5 giorni e comporta una spesa di oltre 200 euro in biglietti, se si sommano tutte le tratte. Una conclusione indimenticabile per un’epica traversata che unisce l’Europa all’Asia.

“Ho percorso quest’ultimo tratto nel settembre scorso”, assicura Michele Sellitti, “e posso garantire che per gli appassionati del viaggio in ferrovia è una figata da non perdere!

Continua la lettura con: Roma-Milano in un’ora con il treno più veloce del mondo: il primo progetto è in realizzazione

FABIO MARCOMIN

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