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Riparte il «Treno del Foliage»: le date dell’unico treno in funzione solo un mese all’anno

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vigezzinacentovalli.it - Treno del Foliage

Il treno percorre 52 km, attraversando 83 ponti e 31 gallerie, e collega l’Italia alla Svizzera, offrendo viste spettacolari su paesaggi incantevoli. Dai finestrini panoramici si possono osservare i boschi colorati con sfumature vibranti di rosso, giallo e arancione, capaci di creare uno scenario mozzafiato. Un’esperienza imperdibile che si può fare solo un mese all’anno. Ecco le date per il 2024 e tutte le informazioni sui biglietti.

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Riparte il «Treno del Foliage»: le date dell’unico treno in funzione solo un mese all’anno

# Il treno panoramico che in circa 2 ore attraversa 83 ponti e 31 gallerie, tra Italia e Svizzera 

Percorso Treno del Foliage

Anche per l’autunno 2024 torna sui binari il suggestivo “Treno del foliage”. Stiamo parlando della storica linea del percorso della Vigezzina – Centovalli presente dal 1923, da Domodossola in Piemonte a Locarno in Svizzera. Lungo il tragitto il convoglio attraversa ben 83 ponti e 31 gallerie in poco meno di due ore lungo un percorso di 52 chilometri di binari e 24 fermate, oltre i due capolinea, con vedute mozzafiato.

vigezzinacentovalli.it – Treno del Foliage su ponte

Attraversa la Val d’Ossola, la Valle Vigezzo, detta anche “Valle dei pittori” per i suoi scorci pittoreschi, e le Centovalli, così chiamate per via delle numerose valli laterali molto amate dagli escursionisti. Un viaggio romantico e allo stesso tempo adrenalinico.

Leggi anche: I 3 luoghi dove ammirare il più bel foliage nel Nord Italia

# Tra le dieci ferrovie più belle del mondo secondo Lonely Planet

vigezzinacentovalli.it – Treno del Foliage

A certificare l’unicità di questo meraviglioso percorso è stato la famosa guida turistica Lonely Planet che l’ha incoronata tra le dieci ferrovie più belle del mondo e a ragione. Durante il viaggio si può ammirare attraverso i vetri panoramici un paesaggio dai mille colori, con i boschi che si tingono di tutte le tonalità del rosso, giallo e arancione, e alcuni dei paesini più caratteristici dell’alto Piemonte. Uno spettacolo della natura da vivere sugli storici treni bicolori attraverso boschi e vallate selvagge.

# Una visita ai due capolinea: Domodossola e Locarno

Piazza Mercato – Domodossola

Domodossola non è solo celebre per “nomi, cose, animali”, l’unica città italiana che inizia per la “D”. E’ anche città dall’antico fascino medievale, con un centro storico di pregevole fattura, adagiata nel fondovalle del fiume Toce, all’imbocco di sette valli alpine.

Piazza Grande – Locarno (Ph. Hermann – pixabay)

Locarno celebre per il Festival del Cinema, è posta sulla parte svizzera del lago Maggiore. Circondata dalle montagne ha una deliziosa città vecchia con le sue pittoresche viuzze e la suggestiva Piazza Grande. Raggiungibile a piedi c’è anche Ascona, soprannominata la St. Tropez della Svizzera. 

# Le date del 2024 e tutte le informazioni sui biglietti

lacasaviaggiante IG – Centovalli

Il “Treno del Foliage” riparte il 12 ottobre ed è operativo fino al 17 novembre compreso. Le prenotazioni sono già aperte e i biglietti possono essere acquistati online, al prezzo di 36 euro durante la settimana e 40 euro per il sabato e la domenica.

Queste tutte le caratteristiche del ticket:

  • è valido un giorno, diventano due se si pernotta in una struttura presente in uno dei due capolinea;
  • include la prenotazione del posto a sedere (obbligatoria);
  • bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni non compiuti pagano la metà;
  • sotto i 6 anni viaggiano gratis se non occupano un posto a sedere;
  • comprende un viaggio di andata e ritorno Domodossola – Locarno o viceversa;
  • consente una sola fermata intermedia all’andato o al ritorno, da inserire in fase di acquisto, per visitare anche una delle pittoresche località che costellano il percorso ferroviario;
  • il viaggio può iniziare, a libera scelta, da Domodossola o Locarno: per i viaggiatori in arrivo dalla Lombardia, è consigliabile intraprendere il viaggio della Ferrovia Vigezzina-Centovalli partendo dal capolinea svizzero di Locarno, la cui stazione è raggiungibile con il treno diretto TILO RE80 che collega quotidianamente Milano Centrale a Locarno.

Considerando l’elevata affluenza la prenotazione è obbligatoria.

Qui trovate tutte le informazioni necessarie. Oppure si può contattare:

LOCARNO
+41 91 7518731
labiglietteria@centovalli.ch

DOMODOSSOLA
+39 0324 242055
info@vigezzinacentovalli.com

Continua la lettura con: I viaggi in treno più lunghi partendo da Milano

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Cavalcavia, ponti, sottopassi: il super piano per 500 interventi entro il 2027

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funksoul71 IG - Cavalcavia Bussa

Non solo maxi riqualificazioni. Milano si prepara a un triennio di cantieri su cavalcavia, ponti e passerelle in tutti i 9 municipi della città. Ecco cosa prevede il dossier della Direzione Mobilità e gli interventi programmati.

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Cavalcavia, ponti, sottopassi: il super piano per 500 interventi entro il 2027

# I 4 obiettivi del dossier della Direzione Mobilità

Life-Of-Pix-pixabay – Cantiere

Milano non è solo maxi riqualificazioni. Ci sono tante infrastrutture esistenti che hanno bisogno di manutenzione. Per questo motivo, terminata la ricognizione nei 9 municipi di cavalcavia, i ponti, le passerelle e altri manufatti, il Comune di Milano tramite la Direzione Mobilità ha realizzato un dossier sugli interventi necessari nei prossimi tre anni. I tempi 

Gli obiettivi previsti da questo super piano da realizzare entro il 2027, salvo che non insorgano intoppi di vario genere, sono:

  • incremento della vita utile delle strutture;
  • miglioramento della fruibilità delle aree pubbliche;
  • miglioramento del decoro urbano;
  • eliminazione dei pericoli.

# 500 manufatti interessati

amarmariani IG – Cavalcavia Bussa

In totale sono 500 i manufatti inseriti nel dossier. Tra questi spicca il cavalcavia intitolato a don Eugenio Bussa, dal quale sia una vista dello skyline milanese di Porta Nuova comprese le due Torri Garibaldi, che «oltre al distacco del copriferro e la presenza di ferri di armatura esposti e ossidati, dalle prove di carotaggio si è riscontrato, in alcuni casi, un grado di carbonatazione del copriferro che compromette l’integrità delle armature; in alcune carote di calcestruzzo si è riscontrata la presenza di cloruri. Tali situazioni potrebbero essere ancora più gravose in corrispondenza dei giunti di dilatazione tra i vari tronchi in quanto le acque di scolo dell’impalcato sono penetrate nel giunto stesso».

Nell’elenco dei cavalcavia da sistemare ci sono quelli, tra gli altri, di: via Marie Curie, via De Marchi, viale Brianza, piazza Carbonari, viale Monza, via Padova, via Sammartini, viale Sarca e via Bassini.

# Tra i ponti ce ne sono 21 nel parco Lambro

Parco Lambro – Andrea Cherchi.jpg

Capitolo ponti. Troviamo quelli di piazza Piccoli Martiri e via Palmanova, 21 nell’area del parco Lambro, colpiti dalle esondazioni del fiume e che dovranno essere rinforzati negli archi o prevedere la sostituzione dei tubi, e altri nel quadrante dei Navigli. In questo caso gli interventi riguarderanno anche tunnel, passerelle pedonali e cavalcavia.

Fonte: Corriere Milano

Continua la lettura con: 7 aree di Milano da riqualificare alla grande

FABIO MARCOMIN

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Le due “Tangenzialine” della Grande Milano

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Tangenziali di Gessate

Una novità che migliorerà la mobilità urbana, agevolando in maniera particolare gli spostamenti casa-lavoro. Il punto sul progetto e sui lavori.

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Le due “Tangenzialine” della Grande Milano

# Le tangenziali che azzerano il traffico

credits: motociclismo.it

Avanza il progetto di completamento dell’anello di tangenziale nel territorio di Gessate, estremo hinterland milanese. Grazie alla realizzazione di queste due nuove “tangenzialine”, la TEEM, un tracciato di 33 chilometri che mette in connessione con A4 Torino-Trieste, A35-BreBeMi e A1 Milano-Napoli, potrà agevolare gli spostamenti casa-lavoro della maggior parte dei milanesi pendolari e fruitori dell’interscambio auto-metro.

# Dimezzati i tempi di percorrenza con due tracciati per un totale di 4,5 km

Tangenzialine Gessate

Queste due piccole tangenziali, nord e ovest, accorciano il tratto Casello Gessate di A58-Teem e la stazione della MM2 con effetto decongestionante sul traffico. Si prevede la connessione di aree ad ovest verso Pessano e la zona industriale direttamente con la ex S.S. 11 Padana Superiore e la S.P. 176 verso Cambiago, così come ad est procedendo verso Basiano sulla S.P. 216, escludendo così il traffico di passaggio dal centro abitato di Gessate. Un tracciato di 4,5 chilometri di direttissima tra il casello di A58-Teem e la fermata della Metropolitana, capace di snellire la circolazione e dimezzare tempi. Dall’attuale quarto d’ora, il tempo di percorrenza diminuirà a ben 7 minuti, in condizioni ottimali di traffico. 

# A settembre 2023 approvato progetto definitivo per il secondo lotto

Tangenziali di Gessate

Il 20 settembre 2023 si è conclusa con parere favorevole la Conferenza dei Servizi per l’approvazione del progetto definitivo della “Variante nord alla S.P. 216 Masate – Gessate – Pessano e variante ovest alla S.P. 176 Gessate – Bellusco in Comune di Gessate – LOTTO 2″. Per la costruzione delle nuove arterie di Gessate, sono stati stanziati 10 milioni di euro da parte di Regione Lombardia e 2 milioni di euro da parte di Città Metropolitana di Milano. Nei primi mesi del 2024 è stata avviata la fase conclusiva per arrivare a concludere l’anello di tangenziali a nord del territorio comunale.

Continua la lettura con: La corsia dinamica sulla tangenziale si “allunga”

Articolo di SELENE MANGIAROTTI aggiornato dalla redazione

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Ufficiale: Tramlink in arrivo! Quando entrano in servizio i nuovi tram super tecnologici di Milano

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Il nuovo tram Atm Tramlink in deposito Precotto

All’inizio di quest’estate ci eravamo chiesti che fine avessero fatto i tram bidirezionali Tramlink. Primi test partiti a maggio 2023, attesi in servizio per l’estate dello stesso anno e poi ancora prima dell’inizio del 2024. Nessuna data è stata però rispettata, ma ora dovrebbe mancare poco per vederli girare sui binari della città. Ecco come sono fatti e quando è programmato il primo viaggio.

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Ufficiale: Tramlink in arrivo! Quando entrano in servizio i nuovi tram super tecnologici di Milano

# La prime prove tecniche notturne per il nuovo tram a maggio 2023

Prove in linea notturne tram Atm Tramlink

Dalla prima prova tecnica notturna è passato oltre un anno e mezzo. La vettura “Tramlink” numero 7201, parte del parco degli 80 tram di nuova generazione prodotti nello stabilimento Stadler di Valencia, ha infatti iniziato a circolare sui binari cittadini a maggio 2023. I test sono serviti a misurare le prestazioni e le funzionalità dei sistemi di controllo di guida e di sicurezza, mentre di girono sono stati effettuati check up a 360 gradi con verifiche a tutti i dispositivi elettronici e meccanici, dalla cabina di guida agli impianti di videosorveglianza. L’alto livello tecnologia e la doppia ha però richiesto molti più controlli e test rispetto ai classici tram e questo è stato uno dei motivi del ritardo della messa in esercizio. 

Leggi anche: I Tramlink bidirezionali: che fine hanno fatto i nuovi tram milanesi?

# Attesi nell’estate 2023, poi prima dell’inizio del 2024, ma questi intoppi ne hanno fermato la messa in servizio

Il nuovo tram Atm Tramlink in uscita dal deposito

I nuovi tram avrebbero dovuto circolare già nell’estate 2023, poi a ottobre 2023 e infine entro l’ultimo mese dell’anno, ma oltre alla maggior durata richiesta nei test ci sono stati alcuni imprevisti che al momento non hanno ancora consentito di vederli in servizio. In primis perché è necessaria la percorrenza di 5.000 km senza guasti come richiesto da Ansfisa, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, e tutte le autorizzazioni del caso. Poi una serie di problemi tecnici, tra cui a quanto pare la difficoltà di trazione sul cavalcavia Grassi con la vettura rimasta ferma in salita per mancanza di corrente, come spiegato nel gruppo facebook “I tram di Milano”. Finalmente però i test si sono conclusi e si attende il via libera ufficiale.

# Le caratteristiche dei Tramlink

Nuovo tram Atm Tramlink dettaglio cabina guida

Ma come sono fatti i nuovi tram? Si caratterizzano per la caratteristica livrea giallo Milano e sono due i modelli approvati: quelli lunghi 25 metri con tre carrozze e quelli lunghi 35 metri con cinque. Per i primi è stato fatto un ordine nel 2019 di 80 mezzi, di cui 60 già acquistati, con un secondo nel 2023 se ne prevedono un massimo di altri 50 tram, di cui ordinati 14 veicoli ad alta capacità. Dei primi 80 mezzi previsti, infatti, 18 verranno impiegati sulla futura metrotranvia Milano-Seregno FS in costruzione.

Il nuovo tram Atm Tramlink in deposito Precotto

Queste le caratteristiche nel dettaglio:

  • il primo tram urbano bidirezionale di Milano, consentendo l’inversione di marcia in caso di necessità e di realizzare nuovi capolinea occupando meno superficie, eliminando la necessità di costruire l’anello di binari;
  • pianale ribassato per garantire massima accessibilità, il primo tram urbano bidirezionale di Milano, 
  • resistenti alla corrosione;
  • a bordo un sistema di videosorveglianza con 10 telecamere interne monitorate dalla centrale Security di Atm;
  • dotati anche di un sistema di infomobilità in tempo reale e schermi che indicano fermate, percorso e informazioni sulla mobilità cittadina
  • prese USB per ricaricare gli smartphone;
  • sistema di climatizzazione.

# Quando e su quale linea è previsto il primo viaggio

Linea 31

Per vederli circolare sui binari mancano solo le autorizzazioni necessarie, attese nei prossimi mesi. Entro la fine del 2024 dovrebbe quindi avvenire il primo viaggio sulla linea 31, che collega la fermata di Bicocca M5 al Comune di Cinisello Balsamo. I tram di nuova generazione andranno poi progressivamente a rimpiazzare tutti quelli più datati, eccetto le 125 storiche vetture Carelli, per migliorare l’accessibilità e il comfort della rete milanese ma di quella extraurbana.

Fonte: Repubblica Milano

Continua la lettura con: Quel pasticciaccio brutto della M3 fino a Paullo: MM e Regione Lombardia divise sul progetto

FABIO MARCOMIN

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La «Rivoluzione di Via Padova»: dal Tunnel Boulevard alle 8 nuove piazze

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Riqualificazione via Padova

Il concept di città dei 15 minuti si applica a Via Padova, oggetto di una profonda trasformazione, in continuità con gli interventi già realizzati e con il progetto “LOC” che riguarda anche il futuro piazzale Loreto. Si prevede la creazione di “8 nuove piazze”, la piantumazione di 230 alberi e l’ampliamento dei marciapiedi con l’uso di granito. Ecco nel dettaglio le opere previste e i tempi di completamento.

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La «Rivoluzione di Via Padova»: dal Tunnel Boulevard alle 8 nuove piazze

# Avviata la rigenerazione di tutti i 2 km della via e dei passaggi pedonali del tunnel ferroviario

Credits: Comune di Milano – Fasi di intervento via Padova

Un intervento che segue la logica della città dei 15 minuti adottata dal Comune di Milano da altre città europee, come Parigi. Nato e sviluppatosi attraverso il Bilancio partecipativo, il progetto di trasformazione di via Padova ha previsto un investimento complessivo di 10 milioni di euro, per metà coperto dalle risorse del Patto per Milano. I primi cantieri si sono aperti nel 2023.

# La rivoluzione slow: la strada a 30 all’ora

Credits: blog.urbanfile.org da via Anacreonte a via Arici

L’intero tratto di due chilometri di via Padova, compreso tra via Arici, nei pressi di Crescenzago, e via Giacosa, è coinvolto nei lavori di riqualificazione urbanistica. Questa area fa parte di una più ampia zona con limite di velocità a 30 km/h, che si estende da piazzale Loreto fino a Crescenzago Nord. Gli interventi puntano a ridurre lo spazio riservato al traffico automobilistico, ampliando quello destinato ai pedoni e ai cittadini.

# Il progetto del Tunnel Boulevard e la riqualificazione di altri sottopassi ferroviari

Credits: Urbanfile – Sottopasso ferroviario

L’inizio della riqualificazione ha avuto origine con il progetto Tunnel Boulevard, realizzato grazie a un patto di collaborazione e al supporto della Fondazione Cariplo. Il progetto prevede la trasformazione dei passaggi pedonali sotto il sottopasso ferroviario in una galleria d’arte pubblica.

La prima fase del progetto Tunnel Boulevard è stata inaugurata nel dicembre 2021 con una mostra di poster art dell’artista Pablo Pinxit, esposta nei tunnel di via Padova. Le opere affrontano temi legati a culture, questioni sociali, attualità, ambiente, arti, letteratura e filosofia, e sono parte del progetto intitolato “Via Padova come il mondo”. La direzione artistica di questa esposizione è stata curata da Christian Gangitano, concepita come un diario di viaggio.

Credits tunnelboulevard Fb – I tunnel che verranno riqualificati

Nel progetto complessivo è inclusa la riqualificazione di altri quattro sottopassi ferroviari, fino all’intersezione con viale Monza, anche se i tempi di realizzazione sono incerti.

# 8 nuove piazze, 230 alberi e marciapiedi allargati e in granito

Riqualificazione via Padova

I primi interventi sono già stati eseguiti e includono la realizzazione di nuovi parcheggi, previsti all’incrocio con via Ancreonte e lungo le vie Esterle e Cambini, che diventeranno a senso unico per compensare i posti auto eliminati su via Padova. Inoltre, è previsto un aumento delle aree verdi.

Credits Comune di Milano-MM – Via Padova – Giacosa

L’allargamento dei marciapiedi rappresenta uno degli elementi chiave della trasformazione di via Padova. Finora, i marciapiedi sono stati asfaltati fino a via Fanfulla da Lodi, mentre nel tratto successivo sono stati rifatti con lastre di pietra e cubetti di granito. Inoltre, sono stati parzialmente piantati 230 alberi, tra cui magnolie, ginkgo biloba e corbezzoli greci, collocati in grandi vasi. Complessivamente, saranno riqualificati 22 incroci e realizzati 35 attraversamenti pedonali rialzati.

Alcuni incroci vedranno la creazione di nuovi spazi pedonali, arricchiti con aree verdi e panchine, dando vita a “otto nuove piazze di quartiere” per migliorare la sicurezza dei pedoni e favorire la socialità. Inoltre, è stato rimosso il parcheggio taxi di fronte alla chiesa di San Crisostomo, sostituito con un maggiore numero di alberi.

# Il punto sull’avvio dei cantieri e quando è prevista la conclusione dei lavori

Ipotesi di sedute via Padova

La partenza dei lavori è avvenuta all’inizio del 2023 e prevedono una durata approssimativa di 185 giorni

Urbanfile – Aggiornamento cantiere via Padova settembre 2024

I cantieri procedono a rilento. Attualmente è attivo quello nel tratto da via Giacosa a via Leonardo Cambini, di fronte alla chiesa di San Giovanni Crisostomo, dove sono stati rifatti i marciapiedi in pietra e posati i grandi vasi per la piantumazione delle alberature.

Urbanfile – Cantiere Via Padova

Il lato pari della via è stato quasi completato, mentre quello sul lato dispari è in piena attività.  

Urbanfile – Vasi con rifiuti in via Padova

Purtroppo si intravede quello che potrà essere lo stato futuro della via: marciapiedi già sporchi vasi pieni di rifiuti, ancora prima di essere arricchiti da piante. Per quanto riguarda la consegna definitiva della via riqualificata, questa non avverrà probabilmente prima del 2025. 

Continua la lettura con: 7 aree di Milano da riqualificare alla grande

FABIO MARCOMIN

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I 10 sogni proibiti dei milanesi

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Chi è di Milano non si accontenta mai. Aspira al massimo, è insoddisfatto, vuole sempre fare qualcosa di nuovo per vincere la noia. Una via di mezzo tra Donald Trump e il puffo brontolone. Questi sono i 10 sogni proibiti che ogni milanese vorrebbe fare almeno una volta nella vita.

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I 10 sogni proibiti dei milanesi

# Come Dick Dastardly sulla Serravalle Genova

Il milanese considera l’introduzione del tutor sulla Serravalle Genova come un crimine contro l’umanità. Per fortuna pare che non funzionino. Quindi, passata l’uscita di Serravalle di Serravalle molti sognano di premere sul gas sfidando le altre auto in una gara stile Dick Dastardly. «Muttleeeeey. Fai qualcosa!!!!!»

Leggi anche: 7 curiosità sulla Genova Serravalle

# Aprire un chiosco a Formentera

Ognuno di noi lo ha pensato, almeno una volta nella vita. Di solito dopo essere stato trattato a pesci in faccia da un cliente o dal principale.

# L’attraversata dell’oceano in barca a vela

Credits samboat.it – Barca a vela

Santa – New York in meno di due giorni, taaac!

# La transiberiana

Non si può mancare di provare la più lunga ferrovia del mondo. Di questi tempi un sogno ancora più proibito. 

# Trasferirsi in Australia

Brisbane, Milano
Brisbane, Milano

Per disperazione o come minaccia è un’altra frase tipica del milanese. Ciò che attrae dell’Australia è poter svolgere i lavori più umili, come raccogliere frutta in una fattoria o pulire i cessi di un ostello, sentendosi però molto fighi.

# Fare il giro del mondo

I sogni dei milanesi riguardano quasi sempre un viaggio, o comunque andarsene via. Il massimo è un giro del mondo in stile Jules Verne. Forse no, meglio in prima classe.

# Farsi la barca

Credits: nautica.news

E poi imprecare perché costa troppo.

# Prendersi un anno sabbatico

Il sogno dei sogni. Levare le tende per un anno. Via a vivere in giro per il mondo esperienze estreme. Sapendo che più te ne vai da Milano e più ti riassale la voglia di ritornarci.

# Fare la Parigi Dakar o la Marathon de Sable

Runner

Il milanese è un grande sportivo. E sogna sempre il top. Prima o poi la farà, la Parigi Dakar, anche se ora il fatto che si faccia in Sudamerica suona un po’ da sfigati. La Marathon de Sable è invece per uomini e donne vere. Giorni di corsa sul deserto potendo contare solo su se stessi. Nessuno la fa ma quasi tutti quelli che corrono al parco ogni tanto ci pensano.

# Mettersi in proprio

credit: businesstoday.in

Il milanese è nato imprenditore anche se fa il dipendente comunale. Prima o poi ci pensa: mettersi in proprio. Poi basta che si documenti su burocrazia e tassazione e gli scappa la voglia.

Continua la lettura con: L’isola dei sogni in vendita in Lombardia

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I 5 quartieri più belli di Milano

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Via Eugenio Vania, Porta Romana - @milanoeprovincia IG

Milano è una città affascinante e misteriosa, da scoprire un pezzetto alla volta. Ma quali sono i quartieri più belli da visitare? Scopriamoli insieme in questa selezione di momondo.it. Foto cover: Via Eugenio Vania, Porta Romana – @milanoeprovincia IG

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I 5 quartieri più belli di Milano

# Isola: nuovo centro del design e della finanza milanese

@cityscapepoetry

Isola è un quartiere che negli ultimi anni è completamente rifiorito e può vantare oggi di essere il nuovo centro del design e della finanza di Milano. È fresco e innovativo: passeggiando per il quartiere sembra di essere stati catapultati in una piccola New York dal sapore italiano. Se siete amanti del bello e della movida questo è il quartiere che fa per voi. Qui troviamo locali per ogni gusto: caffè alla moda, boutique magnifiche, negozi dell’usato e i bar più informali all’interno degli ex magazzini.

Inoltre Isola ospita due edifici iconici della nuova Milano: “Il bosco verticale“. All’apparenza questi giganti non sembrano tanto diversi dal resto della città a parte il loro aspetto muschiato, ma avvicinandosi ci si rende conto che ogni balcone di questi edifici ospita moltissime piante diverse, assomigliando a una mini giungla. Sono circa 900 specie di piante che troviamo su questi due palazzi. Un po’ strano per un edificio di Milano no?

# Navigli: non solo aperitivo ma anche cultura, storia e design

@associazionedelnavigliogrande

I Navigli sono uno dei luoghi più conosciuti a Milano, ma sapevate che in passato erano una zona poco frequentata perché ritenuta malfamata? Oggi è il simbolo dell’aperitivo e delle serate in stile milanese, in attesa che riprendano, specie per giovani e universitari, con il suo Naviglio Grande e la Darsena, ma non solo. Il quartiere offre molto di più alla città, basta andare a curiosare.

Vicolo dei Lavandai è sicuramente uno di quei luoghi che profumano di storia e quotidianità milanese per eccellenza. Qui fino agli anni ’50 le donne venivano a lavare i propri panni, oggi possiamo ancora ammirare il lavatoio storico che è rimasto a testimoniare il lavoro delle donne meneghine.

Se siete appassionati di viaggi e culture diverse non potete non fare tappa al MUDEC, un museo etnografico dedicato alle diverse testimonianze e culture del mondo. Al suo interno troverete più di 7000 opere: oggetti, tessuti e strumenti musicali da ogni angolo del pianeta.

Per gli amanti del design non possiamo non citare il Camp Design Gallery, una delle gallerie più sperimentali nello scenario milanese dedicata al design contemporaneo da collezione, non potete perdervela. Così come Base, il centro polifunzionale aperto all’arte e alla creatività, dove spesso vengono organizzati workshop e attività creative di vario genere.

Ma non finisce di certo qui: il quartiere ospita anche il museo di Alda Merini e il Silos Armani. 

# Il centro storico: l’anima di Milano e della sua storia

@andreacherchi

Non potevamo dimenticarci del cuore di Milano, il centro storico. Qui anche i più scettici si sciolgono alla vista della maestosità del Duomo e delle sue guglie. Per i più romantici si può andare ad osservare il tramonto in cima alla Cattedrale e salutare la Madonnina. Per chi invece vuole fare shopping c’è la Galleria Vittorio Emanuele e il Corso omonimo.

Anche qui la cultura non manca: vicino al Duomo troviamo il Museo del Novecento e Palazzo Reale. In fondo a Galleria Vittorio Emanuele ci aspetta il teatro alla Scala con numerosi concerti e le Gallerie D’Italia con numerose opere d’arte antica e contemporanea.

Si può prendere la metro rossa e scendere a Cairoli per trovarci di fronte al Castello Sforzesco. Qui ci si può sentire dei nobili di un tempo, ammirare le bellezze custodite all’interno, partecipare ai numerosi eventi o semplicemente coccolare la colonia di gatti che vivono nei fossati.
Parco Sempione è sempre un’ottima scelta per una bella passeggiata immersi nel verde.

# Da Città Studi a Porta Venezia: la Milano poliedrica e internazionale

@hotelcavourmilano

Questa è una zona che soddisfa sicuramente molti gusti differenti. Per chi è amante del verde i giardini pubblici Indro Montanelli sono il luogo adatto. È un parco davvero speciale poiché al suo interno troviamo il Civico Planetario Ulrico Hoepli che fa letteralmente vedere le stelle. 
Dopo si può fare una passeggiata in Corso Buenos Aires fino a Porta Venezia dove si trovano deliziosi locali. E poi la chicca finale: il quadrilatero del Silenzio. Sì perché Milano non è solo moda e fatturato, ma anche questo.

# Da Statale a Porta Romana: la Milano misteriosa e magica

@flawless.life_

Solitamente si pensa che Milano sia una città senza segreti oscuri, in realtà anche la capitale meneghina ne è piena. Vi affascina il dark e l’esoterismo? La zona dall’Università Statale a Porta Romana è di sicuro la zona dark di Milano.

San Bernardino alle ossa è una chiesa bellissima ma allo stesso tempo veramente terrificante. Entrando e percorrendo un corridoio stretto si arriva a una sala che al posto dei classici affreschi ospita centinaia di femori e teschi che, le leggende dicono, sarebbero appartenuti ad alcuni ex pazienti dell’Ospedale di Brolo. L’esperienza perfetta se volete la sorpresa e il brivido.

Altre leggende invece raccontano che a Milano sia vissuto il diavolo. Nel 1630, periodo in cui ci fu una terribile pestilenza, pare che al numero 3 di Corso di Porta Romana abitasse un certo marchese Ludovico Acerbi. Dalla casa di questo personaggio si udivano solo risate e musica, nonostante la popolazione soffrisse e morisse ogni giorno. Un luogo sicuramente inquietante se si pensa che il marchese era già morto quando iniziò l’epidemia, no?

Qual è il tuo quartiere preferito? Scrivicelo nei commenti!

Continua la lettura con: I 7 QUARTIERI MENO CONOSCIUTI di Milano

ANDRA STEFANIA GATU

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La rivoluzione dei grattacieli di legno: la nuova frontiera per Milano?

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Ph. credits: studio motterle

La rivoluzione dei grattacieli in legno è in atto. La prova che il legno può essere un’alternativa valida e sostenibile al cemento e all’acciaio ora c’è. Come potrebbe in futuro questo tipo di materiale impattare su Milano? I 5 perché del legno come materiale nell’edilizia, i 5 più grandi esempi internazionali di architettura multipiano e 5 aree milanesi in cui sarebbe auspicabile un intervento di questo tipo.

La rivoluzione dei grattacieli di legno: la nuova frontiera per Milano?

# Se Milano diventasse di legno? 5 motivi per convertirsi e i quartieri dove farlo

Ph. credits: studio motterle

L’industria delle costruzioni in cemento è responsabile di oltre un terzo delle emissioni totali di carbonio e produce un terzo dei rifiuti in tutto il mondo. 
Si quantificano in 3 miliardi le persone che richiederanno soluzioni abitative entro il 2030, anche in città in cui mancano spazi edificabili. Ecco perché l’unica soluzione accessibile è l’edilizia multipiano con materiali ecologicamente sostenibili.

# I 5 perchè del legno nell’edilizia moderna

#1 Perchè il carbonio assorbito dagli alberi nella loro vita rimane incorporato nel legname durante il suo utilizzo. E il legname può essere riutilizzato e riciclato diverse volte prima di essere scartato come biomassa per produrre energia. Vari studi sostengono che 1 metro cubo di legno può immagazzinare più di una tonnellata di anidride carbonica.
Per esempio, gli sviluppatori del complesso di appartamenti Ascent di Milwaukee affermano che, in termini di inquinamento, la quantità di legno usata per il progetto equivale all’eliminazione di 2.100 auto dalla strada.

#2 I grattacieli di legno sono più leggeri di quelli in cemento, hanno fondamenta meno profonde e un impatto ambientale minore: ciò consente una maggior velocità costruttiva.

#3 Gli edifici costruiti in legno hanno ottime caratteristiche in termini di resistenza sismica, durabilità, prestazioni energetiche, di resistenza al fuoco. I sostenitori di questa nuova tendenza costruttiva sostengono che in caso di incendio il legno è più sicuro perchè brucia in modo più prevedibile.

#4 La ricerca in termini di vivibilità degli interni ha dimostrato che essere in ambienti organici può avere una serie di benefici sulla salute. Uno studio austriaco del 2010 ha scoperto che gli studenti nelle aule in legno erano più rilassati e dormivano meglio di quelli nelle stanze costruite con materiali tradizionali.

#5 I passi in avanti nell’ingegneria del legno sono tanti, basti pensare alle innovazione come il CLT (legno lamellare a strati incrociati), il LVL (legno lamellare per impiallacciatura) e il glulam (legno lamellare a colla), tanto che i costi sono più o meno equiparabili a quelli del cemento.
Inoltre, i risparmi possono essere trovati in altri modi: la capacità di prefabbricare o costruire componenti in legno significa che altri costi di costruzione possono diminuire, un cantiere più snello e più veloce è anche più economico, dare alla luce un edificio in tempi più brevi significa monetizzare prima e ottenere un ritorno sugli investimenti più rapidamente.

# 5 esempi internazionali

Ph. credits: infobuidenergia

#1 Torre Mjøstårnet, Norvegia
Situata a Brumunddal, è alta 18 piani e contiene appartamenti, spazi per uffici e il Wood Hotel.
#2 HoHo, Austria
L’edificio a uso misto si trova a Vienna, ha 24 piani ed è alto oltre 70 metri.
#3 Residenza per studenti, Canada
A Vancouver, presso la University of British Columbia, si trova una struttura di 18 piani, terminata in poco più di due mesi nell’estate del 2017, grazie a una struttura in pannelli prefabbricati.
#4 Complesso residenziale FORTE, Australia
Sorto a Melbourne, vanta 12 piani e una struttura in X-lam, costituita da 760 pannelli.
#5 Cross Lam Tower, Italia
A pochi passi dal mare, sorge una struttura di 12 piani realizzata secondo i principi della bioarchitettura.

# I quartieri di Milano da riconvertire al legno

Ph. credits: zeroeu

Ma quali potrebbero essere le aree interessate da interventi architettonici di questo tipo? Dove far sorgere grattacieli in legno avrebbe senso?

Ecco 5 ipotesi:

#1 Le aree che coinvolgono la riqualificazione degli scali ferroviari, dove previsti interventi residenziali, come per esempio lo Scalo Greco-Breda. L’Innesto è il progetto di housing sociale collaborativo e sostenibile e un nuovo modo di abitare a zero emissioni, che già prevede l’uso del legno per la realizzazione di solai e tamponamenti e per gli interni potrebbe prevedere una riduzione ancora più consistente dell’uso del cemento armato previsto per travi e pilastri.

#2 Le case popolari Aler dei quartieri più degradati, come Giambellino, San Siro-Selinunte, Mecenate e Quarto Oggiaro, da far rivivere con un progetto di riqualificazione, integrazione sociale e collaborazione, con standard di vita più elevati per i residenti e per l’intera città, a fronte di graduatorie efficaci e tutelative.

#3 Il primo tratto di via Imbonati. Se l’area che ha accolto la Giax Tower, la torre residenziale sorta dietro il Maciachini Center, ha cambiato aspetto e identità, un intervento di questo tipo potrebbe bonificare l’intero tratto della via, in gran parte ancora degradata, ma ad un passo dal quartiere Isola e dall’ex scalo Farini, prossimo alla trasformazione.

#4 Il tratto di Corso Lodi non coinvolto dalla riqualificazione dell’ex scalo ferroviario di porta Romana. Nonostante la vicinanza alla metropolitana questa è l’area in cui si concentrano meno gli interessi, mentre un progetto ecosostenibile e di grande impatto architettonico potrebbe far brillare la zona.

#5 La zona Stephenson dove un intervento di grande impatto architettonico rappresenterebbe un ottimo anello di congiunzione tra l’area Expo con lo Human Technopole, il centro di ricerca high-tech e Roserio, Villapizzone e Bovisa, tre zone che verrano coinvolte dall’influsso del maxi progetto, ma che ancora non hanno ricevuto le giuste attenzioni.

Continua la lettura con: Il quartiere delle Olimpiadi

BARBARA VOLPINI

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I 7 colli di Milano

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Credits Andrea Cherchi - Parco Portello dall'alto

Non solo Roma. Anche Milano vanta 7 magnifici colli.

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#1 Monte Stella: frutto della guerra e dell’amore

7 colli

 

 

 

 

 

 

Conosciuta anche come Montagnetta di San Siro, è forse il più conosciuto tra i colli milanesi. Si trova nella zona nord-ovest della città, precisamente nel quartiere QT8.

Fu costruita artificialmente con l’accumulo di detriti e macerie a seguito dei bombardamenti che colpirono Milano nella Seconda Guerra Mondiale. Il progetto fu affidato all’architetto Piero Bottoni che dedicò la montagnetta alla moglie Elsa Stella. Ancora oggi ne conserviamo il nome originario. Con i suoi 50 metri, anche se il progetto originario ne prevedeva il doppio, è il punto più alto della città. Infatti, nei giorni più limpidi si può facilmente osservare la città, l’hinterland, parte dell’Arco Alpino e parte dell’Appennino.

tramonto monte stella
tramonto monte stella

Curiosità: Per tre inverni consecutivi, 1982-83-84, la Montagnetta fu dotata di impianti di risalita, illuminazione e neve artificiale e una pista da sci di 250 metri.  Qui nel 1984 il celebre sciatore Alberto Tomba vinse lo slalom della gara chiamata “Parallelo di Natale”.

Campionati italiani di sci al Monte Stella

Leggi anche: Il Monte Stella: una storia d’amore gli dà il nome

#2 La Collina dei Ciliegi (Bicocca)

7 colli

 

 

 

 

 

 

Anche chiamata Collina dei Ciliegi. È una collinetta artificiale alta circa 25 metri, eretta a ovest del quartiere Bicocca con parte dei detriti di scavo della ristrutturazione della Pirelli.

La collinetta oggi è un parco attraversato da un percorso elicoidale e da una rampa di scale che portano fino alla cima. I versanti sono ricchi di vegetazione, alberi e arbusti. Ma non solo. La grande caratteristica, come suggerisce il nome, è che la maggior parte degli alberi piantumati sono ciliegi che danno fiori di diversa varietà e colore creando un ambiente molto suggestivo ed affascinante nel periodo della fioritura.

#3 Il Colle Zen e il viaggio nel tempo del Portello

7 colli

 

 

 

 

 

 

Si trova nell’area milanese del Portello che per oltre 100 anni ha ospitato la celebre industria automobilistica Alfa Romeo da cui nel 2015 il parco ha preso il nome.

Il parco segna l’ingresso nella città per chi arriva da nord ed è davvero difficile non rimanerne affascinati. Ha infatti forme molto particolari che lo rendono per molti il parco più zen di Milano. Si sviluppa su tre alture, chiamate “sculture verdi”, di diversa quota collegate da un percorso chiamato “TimeWalk” proprio perché le diverse alture rappresentano le varie scansioni del tempo: la Preistoria, la Storia, il Presente e il tempo individuale.

A queste creazioni circolari si affianca una geometria ricca e articolata con cerchi, archi e spicchi di luna che caratterizzano per esempio le pavimentazioni.

Leggi anche: Le mille facce del Portello

#4 Colle di San Colombano, emerso dal mare

7 colli

 

 

 

 

 

 

Famoso per la coltivazione delle viti sui suoi versanti sempre esposti al sole, il colle fa parte del comune San Colombano al Lambro della città metropolitana di Milano.

Si erge tra le sponde del fiume Lambro e del Po e secondo alcuni studi è solo il residuo di un rilievo ben più alto, ma poi eroso ai lati dai due fiumi. Altri studi, forti del ritrovamento sul colle di alcune conchiglie e coralli, sostengono che sia emerso dal mare tra i 5 e 20 milioni di anni fa.

Curiosità: ogni anno, tra la fine di agosto e gli inizi di agosto, viene qui organizzata una sessione di Birdwatching, ovvero un’occasione per i più appassionati di conteggio degli uccelli migratori minori che transitano da questa zona dalle temperature favorevoli partendo dalla Scandinavia per arrivare in Africa.

Leggi anche: San Colombano: la colonia di Milano

 

#5 Monte Tordo: nel cuore di Milano

7 colliFacilmente riconoscibile dalla statua di Napoleone posta sulla sua cima, Monte Tordo è la celebre altura situata all’interno del parco Sempione, dove oggi si trova anche la Biblioteca Rionale.

Curiosità: da qui, partiva la prima seggiovia “urbana” che fu realizzata a Milano nel 1951 in occasione della IX Triennale. Una vignetta della Domenica del Corriere ritrae una coppia a bordo della seggiovia.

(fonte: www.mountcity.it)

#6 Piazza Carbonari: il colle della Maggiolina

7 colli

 

 

 

 

 

 

 

Si tratta di una piazza sopraelevata, creata artificialmente nel 1912 per permettere la continuità della Circonvallazione delle Regioni scavalcando la ferrovia. In foto è la collinetta in basso.

Oggi la piazza è un esempio eccellente di riprogettazione urbana. La sua messa a nuovo è avvenuta nel 2012, esattamente 100 anni dopo la sua costruzione: è stata aumentata la superficie dedicata al verde ed è stata realizzata una pista ciclabile in ordine e simmetria con i nuovi parcheggi.

Leggi anche: 10 cose da vedere nella Maggiolina: il quartiere dell’architettura sperimentale

#7 Monte Tabor e le prime montagne russe di Milano

7 colli

 

 

 

 

 

 

Lo si trova in Via Caldara. È un’altura di pochi metri costruita con i resti, le pietre e la terra delle Mura Spagnole.

Era uno dei luoghi più famosi e frequentati nella Milano degli anni Venti dell’Ottocento perché proprio su questa altura vi era un’Osteria e un Luna Park che ospitò le prime montagne russe di Milano. Inutile dirlo, l’attrazione riscosse un forte successo soprattutto tra i giovani che qui vi trovavano compagne anche per avventure di una notte. Fu poi fatto chiudere dalla polizia austriaca per motivi di decoro.

Continua la lettura con: VIA GEROLAMO MORONE: da Manzoni a Madama Butterfly la strada al centro della storia di Milano

LETIZIA DEHÒ

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«Librai per (mezzo)giorno»: l’invito di un bookshop ai milanesi

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Elisabetta Paciello - Ph. @hellisbook IG

Un’esperienza che molti vorrebbero vivere. Almeno a Milano. Infatti appena lanciata siamo già al sold out fino a novembre. Ma vediamo l’idea. 

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«Librai per (mezzo)giorno»: l’invito di un bookshop ai milanesi

Ph. @hellisbook IG

I libri sono una grande passione. Chi li ama, non vuole solo leggerli ma adora suggerirli. Fa leva su questa passione una libreria di Milano. L’invito di Elisabetta Paciello, titolare di Hellisbook in via Losanna: «Provate a stare dietro il bancone per mezza giornata». Un invito già accolto da molti: le prenotazioni arrivano fino a Novembre inoltrato. Ma vediamo come è nata l’iniziativa e come si fa a partecipare.

# Tutto esaurito fino a metà novembre

«Provate: diventate libraio per mezza giornata. Potrete girovagare tra gli scaffali senza sentirvi solo un cliente», questo il messaggio lanciato ai milanesi da Elisabetta Paciello, titolare della libreria indipendente “Hellisbook” di via Losanna 6, una traversa di corso Sempione. All’inizio sembrava uno scherzo e invece «abbiamo avuto il pienone: tutto esaurito fino a metà novembre. Le prenotazioni sono quasi tutte di donne, tra i 30 e i 50 anni», dichiara la titolare a Il Giorno

L’iniziativa consiste nell’affiancamento di due librai per mezza giornata tutti i sabati, uno al mattino e l’altro al pomeriggio: possono stare dall’altra parte del bancone e dare consigli ai clienti, anche se, come spiega l’altra socia, Paola Rinaldi: «questa è un’occasione ludica, un momento di svago, l’opportunità di realizzare un sogno. Non è né un corso né una pre selezione di personale. Non c’è nulla di professionale, invitiamo le persone a divertirsi, giocando a fare il libraio. Deve essere un momento di gioia, per sé. Niente altro».

Elisabetta Paciello – Ph. @hellisbook IG

# La prima libraia per passione

La prima libraia per passione è stata Sara Morelli, imprenditrice e cliente abituale della libreria, che così racconta la sua esperienza: «Mi sono divertita un mondo, lo rifarei subito. Ho sistemato i nuovi libri sugli scaffali e ho dato consigli ai clienti» e aggiunge che: «vorrei che le librerie indipendenti fiorissero in ogni quartiere: sono un faro. È vero, i libri si trovano anche al supermercato e on line. Ma in libreria si trovano titoli diversi, scelti sapientemente, non solo perché sono “popolari“; si può avere il consiglio giusto, si coltiva l’interazione umana. Fa la differenza anche solo sapere che esiste un posto in cui sentirsi a casa».

Per info e prenotazioni: info@hellisbook.it, www.hellisbook.it/

Fonte: Il Giorno

MILANO CITTA’ STATO

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La «CityLife di periferia»: il quartiere delle Olimpiadi a Milano

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Credits: ideogram.ai

Il quartiere Santa Giulia, ex area industriale, ambisce a conquistare un posto nella lista delle zone che, come CityLife, rendono Milano una città d’avanguardia. L’occasione ghiotta sono le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026

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La «CityLife di periferia»: il quartiere delle Olimpiadi a Milano

# Il quartiere dei Giochi Olimpici

Credits: amat-mi.it

Per Santa Giulia le Olimpiadi sono una grande opportunità, ma anche un rischio. Il quartiere è al centro di un radicale processo di riqualificazione proprio in vista dei Giochi Olimpici e si candida a essere il luogo dove avranno luogo appuntamenti culturali e di intrattenimento collegati con la manifestazione. Non bisogna però limitarsi a vedere Santa Giulia solo come il quartiere “usa e getta” delle Olimpiadi. Come potrebbero le Olimpiadi diventare un volano per il quartiere, come è successo con Expo a Milano?

# Le Olimpiadi come trampolino di lancio per il quartiere

MCA_Milano Santa Giulia_birds-eye view_Visual by MCA VIsual

A partire dalla competizione sportiva, in tutta l’area potrebbero sorgere centri avanzati che sfruttino tecnologie d’avanguardia per il monitoraggio delle prestazioni fisiche. Certo, si partirebbe con gli atleti delle Olimpiadi, ma ai residenti (e a tutti i cittadini di Milano) rimarrebbero in eredità strutture para-sanitarie di altissimo livello.

Anche le palestre, i campi da gioco e i centri fitness, costruiti per la competizione del 2026, potrebbero essere dotati di sensori intelligenti e realtà aumentata, per offrire feedback in tempo reale agli atleti. Certo, queste strutture potrebbero non essere immediatamente utili per i cittadini, ma chi dice che, con simili innovazioni, gli atleti di tutto il mondo non possano scegliere Santa Giulia per allenarsi?

Il cuore pulsante della rinascita di Santa Giulia sarà il PalaItalia. Fortunatamente, non sarà progettato solo come arena per gli eventi olimpici, ma come struttura permanente che possa ospitare una varietà di discipline. Con il Pala Italia, connesso ai centri sportivi intelligenti, forse Santa Giulia potrebbe persino competere con San Siro.

Continua la lettura con: MILANO CORTINA: quando era anche un TRENO. Perché non RIPRISTINARLO per le OLIMPIADI?

# Dopo le Olimpiadi: We Are MSG, una comunità viva

Credits: primochef.it

Un altro elemento chiave della trasformazione di Santa Giulia è il progetto We Are MSG, che, attraverso un programma biennale di eventi e iniziative, mira a generare coesione sociale attorno al quartiere.

Il progetto è interessante proprio perché parte dalle Olimpiadi per costruire una nuova identità. Iniziative di valore che potrebbero essere implementate includono:

  • Museo dello Sport e dell’Industria: il retaggio industriale del quartiere sarebbe rivalutato attraverso un Museo dello Sport e dell’Industria, un centro culturale immersivo, magari con stanze che simulino le competizioni del passato. Questo luogo potrebbe anche ospitare mostre temporanee in occasione delle Olimpiadi, aggiungendo valore alla zona.
  • Laboratori urbani di intelligenza artificiale: questo polo tecnologico avanzato potrebbe ospitare una serie di laboratori, aperti a residenti e cittadini di Milano, dedicati alla sperimentazione con l’intelligenza artificiale. Gli studenti, i ricercatori e gli appassionati potrebbero lavorare insieme su progetti IA per risolvere problemi quotidiani. Le potenzialità per la nascita di start-up legate all’idea di smart city sarebbero molto ampie.
  • Villaggio culinario multiculturale: insieme all’avanguardia tecnologica e all’ipotesi di atleti da tutto il mondo, non può mancare l’idea di uno spazio dedicato alle nuove esperienze gastronomiche. Il progetto potrebbe svilupparsi in collaborazione con le comunità straniere già presenti sul territorio e, soprattutto, in base alla provenienza degli atleti internazionali che potrebbero scegliere Santa Giulia per allenarsi. Da qui, potrebbe nascere un mercato multietnico con laboratori di cucina, showcooking e degustazioni, un’area ancora poco sviluppata a Milano.

Continua la lettura con: Sport, musica e tempo libero: le OPERE che TRASFORMERANNO il quartiere di SANTA GIULIA

# Il trasporto merci del futuro: medicine via drone?

Credits: trasportivirdo.it

Una rivoluzione urbana non è tale se non pensa anche ai trasporti. A Santa Giulia si potrebbe sperimentare (per la prima volta a Milano) un sistema di droni per il trasporto leggero.

I droni, alimentati da energia solare e dotati di intelligenza artificiale, potrebbero trasportare piccole merci, come medicinali e integratori, o documenti come esiti di analisi mediche. L’utilizzo dei droni ridurrebbe la necessità di veicoli tradizionali, migliorando l’efficienza logistica e contribuendo alla sostenibilità urbana.

Continua la lettura con: Taxi volanti tra Lombardia e Canton Ticino: nasce il primo vertiporto

Santa Giulia è pronta a rinascere come zona di avanguardia tecnologica, sportiva e culturale. Con il progetto We Are MSG e le innovazioni in ambito trasportistico, sportivo e gastronomico, il quartiere potrebbe diventare un modello internazionale di innovazione urbanistica, contribuendo a proiettare Milano come esempio europeo di città all’avanguardia.

Continua la lettura con: Un nuovo BUSINESS DISTRICT cambia il volto di SANTA GIULIA. Sarà la CityLife della periferia?

MATTEO RESPINTI

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Quel pasticciaccio brutto della M3 fino a Paullo: MM e Regione Lombardia divise sul progetto

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L’inaugurazione di tutta la M4 rischia di essere un lampo nel buio. Non è, infatti, un buono momento per i nuovi lavori della metropolitana di Milano. Il bando per portare la M1 verso Baggio è da rifare, quello per estendere la M5 fino a Monza è in attesa perchè mancano circa 400 milioni di euro di fondi per realizzare l’opera. Sul fronte M3 si attende invece da oltre 30 anni di allungarla fino a Paullo. Finalmente la situazione sembrava sbloccata, con la scelta di un percorso misto metro/metrotranvia, ma Regione Lombardia vuole rivedere l’ultimo progetto di MM con i sindaci interessati dall’infrastruttura. Vediamo il punto sul progetto. 

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Quel pasticciaccio brutto della M3 fino a Paullo: MM e Regione Lombardia divise sul progetto

# Da oltre 30 anni si attende l’estensione della linea gialla fino a Paullo

Credits: wikipedia.org – Linea M3

Dopo anni di stasi, nel 2022 erano stati destinati 5,5 milioni per la redazione del PFTE, il progetto di fattibilità tecnico economico, per prolungare la linea M3 in direzione di Paullo. Un’opera attesa da oltre 30 anni, con diversi tentativi andati a vuoto, e con l’ultimo progetto, realizzato da MM presentato dal Comune di Milano al Ministero dei Trasporti, da far partire nei prossimi anni. 

# Il tracciato elaborato da MM: 15 km di linea tra metro e metrotranvia

Tracciato M3 fino a Paullo

Nel dettaglio si prevede la prosecuzione del tracciato della M3 in una doppia modalità: circa 15 km, suddivisi tra metropolitana e metrotranvia. La prosecuzione come metro è di di 4,4 km con due nuove fermate: San Donato-De Gasperi e Peschiera Sud.

Da quest’ultima stazione partirebbe un servizio di metrotranvia, in sede protetta, di 10,9 km e 8 fermate: Peschiera Sud, Peschiera Bettola, Pantigliate-Vigliano, Mediglia Mombretto, Settala-Caleppio. Le ultime 3 fermate nel comune di Paullo con Paullo Centro, Paullo Conterico e Paullo TEEM all’intersezione con la Tangenziale Est Esterna. La frequenza della tratta in metrotranvia sarebbe di un mezzo ogni 7,5 minuti, con velocità commerciale dei tram di 30 km/h.

# Un investimento complessivo salito da 700 a 850 milioni di euro 

Credits hopefulbeers IG – Linea M3

Per realizzare tutto il progetto era stato stimato un investimento complessivo pari a 700 milioni di euro, di cui 435 milioni per la tratta di metropolitana e 265 milioni per la tratta di metrotranvia. L’importo è salito nel frattempo a 850 milioni di euro a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e delle energie, e non detto che non lieviti ulteriormente.

# Attesa per i risultati dell’analisi costi-benefici, lo studio di fattibilità non prima del 2025

La prima delibera regionale, che stanziava parte dei fondi per lo studio di fattibilità, è del 2017. Alla fine del 2023 era attesa la conclusione dell’analisi costi-benefici, della quale al momento non sono stati pubblicati i risultati, mentre nelle intenzioni del Comune di Milano lo studio di fattibilità tecnico-economica elaborato da parte di Mm Spa dovrebbe arrivare entro il 2025 per dare avvio ai lavori nel 2028. C’è però chi non è d’accordo.

# Regione Lombardia non è accordo: previsto incontro con i sindaci per portare la metropolitana fino a Mediglia

Credits lombardianotizie IG – Palazzo Lombardia

Quando tutto sembrava puntare verso un progetto misto metro/metrotranvia, l’Assessore ai Trasporti di Regione Lombardia, Franco Lucente, ha dichiarato la sua contrarietà, come riportato a fine agosto da “Il Cittadino”: «A me non piace il prolungamento con una metropolitana leggera fino a Paullo: o la si porta all’interno delle città, altrimenti non ha senso». La sua intenzione è realizzare un percorso più breve, fino a Vigliano di Mediglia, ma tutto come metropolitana. In totale le fermate di metro salirebbero da due a quattro. 

M3 fino a Vigliano

Entro la fine di settembre dovrebbe esserci un incontro con tutti i sindaci dell’asse della 415 per illustrare l’idea: «Questo prolungamento richiederebbe, addirittura, meno investimenti rispetto alla metrotranvia e garantirebbe un servizio più efficiente. I costi stimati per la metrotranvia superano di quasi 200 milioni di euro quelli del prolungamento della metropolitana fino a Vigliano con due fermate in più rispetto al capolinea di Peschiera». L’obiettivo è garantire un collegamento efficiente e completo, cosa che non sarebbe con la metrotranvia dato che raggiungerebbe una velocità massima di 30 chilometri all’ora su varie fermate: «Una soluzione che risulta poco pratica per i cittadini, che preferirebbero salire sull’auto per coprire la stessa tratta più velocemente e raggiungere direttamente il capolinea del metrò». 

Continua la lettura con: La metro a Monza resta un miraggio: perché tutto è bloccato?

FABIO MARCOMIN

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I 5 prolungamenti più attesi per la metropolitana di Milano: a che punto siamo?

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ar-architettiroma.it - Estensioni metro a Milano

Il 12 ottobre 2024 apre integralmente tutto il tracciato della linea M4, completando tutte le cinque linee milanesi. La rete metropolitana di Milano continua ad espandersi e tra i progetti futuri è prevista la realizzazione della linea M6: a ottobre è attesa la presentazione pubblica delle sei ipotesi di tracciato. Grande importanza per i milanesi lo rivestono i prolungamenti, approvati e ipotizzati da tempo, delle linee esistenti. A che punto sono quelli più attesi?

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I 5 prolungamenti più attesi per la metropolitana di Milano: a che punto siamo?

#1 M1 fino a Baggio: un prolungamento di circa 3,5 km fino alla tangenziale ovest. Un flop la prima gara d’appalto, si attende la seconda. L’inaugurazione non prima del 2031

Comune di Milano – Prolungamento M1 Baggio

Il prolungamento previsto per la linea M1 ad ovest è di circa 3,5 chilometri dall’attuale capolinea di Bisceglie. Tre nuove stazioni: Parri-Valsesia, Baggio e Olmi, tutte interrate e all’interno del territorio comunale, che porteranno a 10 quelle del ramo verso sud per un totale di 43 stazioni e 32 chilometri di lunghezza su tutta la linea.  

Il progetto definitivo è stato realizzato nel 2021. La gara di appalto invece, attesa inizialmente per l’autunno 2022 e poi entro la fine del 2023, si è tenuta nel 2024 a causa della necessità di trovare 145 milioni di euro di extra costi, in seguito stanziati. Il costo complessivo è salito così a circa 543 milioni di euro. Purtroppo non è stata ricevuta nessuna offerta congrua, le aziende sul mercato hanno ritenuto troppo bassa l’offerta economica. Si attende pertanto una seconda gara d’appalto per lo stesso importo, stralciando però il deposito, che verrò messo a gara separatamente, per un valore di circa 50-60 milioni di euro e le cui risorse sono ancora da recuperare. Slittano quindi anche i lavori, per una durata di 5-6 anni, attesi per l’inizio del 2025 e che non inizieranno prima della fine dello stesso anno o all’inizio del 2026. L’inaugurazione non avverrà prima del 2032.

A nord, invece, per prolungare fino a Monza Bettola, i lavori sono iniziati oltre 12 anni fa. Confermato lo stanziamento di circa 30 milioni di extracosti, si attende il bando di gara per dare l’incarico alla nuova ditta per portare a termine la tratta di 1,9 km.

Leggi anche: Una rete di 200 km di METROPOLITANA a Milano entro il 2030: sarà più estesa di quella di Berlino?

#2 M2 da Cologno Nord a Vimercate: sbloccate le risorse per completare il “mini” studio di fattibilità del prolungamento con una metropolitana leggera

Il vecchio progetto di prolungamento della linea M2 prevedeva la connessione di Cologno Nord con Vimercate attraverso 5 fermate. In base alle ultime indicazioni si dovrebbe virare su una Light Rail o metrotranvia veloce, con le caratteristiche della metropolitana classica, anche se con un percorso meno intenso di fermate e una velocità commerciale inferiore.

Un tracciato di circa 12 km di nuova linea dovrebbe quindi partire da Cologno Nord, facendo una rottura di carico dall’attuale capolinea, e con treni di dimensioni più ridotte rispetto a quelli della metropolitana, simili a un tram-treno. In base a questa soluzione tutti i comuni interessati, Brugherio, Carugate, Agrate, Concorezzo e Vimercate, dovrebbero avere almeno una stazione nel loro territorio.

Lo studio di fattibilità è stato affidato a MM, per definire gli standard infrastrutturali del sistema, effettuare un’analisi planoaltimetrica del tracciato, verificare le principali interferenze e vincoli. Nelle scorse settimane sono state sbloccate le risorse per procedere al “mini” studio di fattibilità tecnica-economica, prodromico a quello completo per il quale bisognerà trovare i fondi.

M2 a Rozzano

Nel PUMS, tra le destinazioni interessanti da raggiungere, era stata inserita anche l’estensione verso a sud con nuovo capolinea a Rozzano partendo dalla fermata di Assago Forum. Al momento rimane solo una suggestione.

Leggi anche: Le ESTENSIONI FUTURE delle linee della METROPOLITANA

#3 Paullo M3: finanziato nuovo studio di fattibilità per un’estensione mista metro-metrotranvia di 10 fermate

Tracciato M3 fino a Paullo

Dopo un’attesa di oltre 30 anni, che sembra destinata a prolungarsi ancora nonostante i progressi compiuti, il prolungamento della linea M3 verso est continua a rimanere un obiettivo lontano. Attualmente la linea si ferma a Milano, al confine con San Donato, e la sua estensione intercetterebbe i flussi di pendolari provenienti da Cremona e Crema, alleggerendo il traffico di una delle arterie più congestionate: la Paullese.

L’ultimo progetto sviluppato da MM e presentato dal Comune di Milano al Ministero dei Trasporti prevede l’estensione della M3 con un percorso misto: 15 km suddivisi tra metropolitana e metrotranvia. Il tratto della metropolitana sarà di 4,4 km con due nuove fermate, San Donato-De Gasperi e Peschiera Sud. Il restante tratto di 10,9 km sarà servito dalla metrotranvia, che aggiungerà altre otto fermate: Peschiera Sud, Peschiera Bettola, Pantigliate-Vigliano, Mediglia Mombretto, Settala-Caleppio e, nel comune di Paullo, Paullo Centro, Paullo Conterico e Paullo TEEM, quest’ultima in corrispondenza della Tangenziale Est Esterna.

Lo studio di fattibilità tecnico-economica, finanziato con 5,5 milioni di euro dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, dovrebbe concludersi entro il 2025. Se questa scadenza sarà rispettata, la progettazione definitiva e il bando di gara potrebbero essere pronti per l’inizio dei lavori nel 2028. Tuttavia, il principale ostacolo rimane il reperimento delle risorse necessarie per realizzare l’opera, il cui costo è aumentato da 700 a 850 milioni di euro a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prime e dell’energia. Dalla maggioranza in Regione Lombardia si dicono però perplessi riguardo la soluzione mista metro-metrotranvia.

Leggi anche: LINEA GIALLA fino a PAULLO: l’ultimo tracciato e le nuove FERMATE previste

#4 M4 a sud-ovest in direzione Trezzano sul Naviglio e ad est fino a Segrate

Credits: giornaledeinavigli.it – Diverse ipotesi di prolungamento M4 a ovest

Si sta studiando per estendere la linea M4 anche ad ovest, oltre la futura stazione di San Cristoforo FS. Sono in valutazione 6 ipotesi, la numero 4 spingerebbe la linea fino a Trezzano sul Naviglio con fermate con fermate che toccherebbero i comuni di Corsico, Buccinasco e Cesano Boscone. Gli altri scenari prevedono il prolungamento di una/due fermate a Buccinasco e Corsico. Al momento però Comune di Milano e Regione Lombardia opterebbero per una sola fermata aggiuntiva dal costo di 150 milioni di euro, perché meno impattante a livello di costi di realizzazione e di successivi costi di esercizio. Da tempo però non ci sono aggiornamenti.

Credits mm – Tracciato M4 Segrate

Più avanti invece il progetto per allungare la linea ad est di 3,1 km con 2 fermate, Idroscalo e Segrate. Nel mese di dicembre 2023 la giunta di Milano ha approvato il Piano di fattibilità tecnica ed economica, anche se ai 420 milioni di euro già finanziati ne servono altri 44 milioni di extra costi dovuti all’incremento delle materie prime. Previsto al nuovo capolinea l’interscambio con la futura stazione dell’Alta Velocità Porta Est.  I passi successivi saranno nell’ordine: progetto definitivo, esecutivo, indizione bando e avvio lavori. Al netto della necessaria copertura finanziaria integrale, l’inaugurazione non avverrà prima del 2032.

Leggi anche: Perché è stata costruita l’M5 PRIMA dell’M4?

#5 Mancano 400 milioni per la M5 fino a Monza. Attesi gli studi di fattibilità per portare la M5 fino a Quinto Romano, Settimo Milanese e oltre fino a Magenta. 

Prolungamento M5 Settimo Milanese

Il progetto del raddoppio a nord fino a Monza Polo Istituzionale della M5, 11 fermate e 13 chilometri, è già stato approvato e in teoria anche finanziato prima dell’aumento del costo delle materie prime. Vanno infatti trovati circa 400 milioni di extracosticome comunicato di recente dal Comune di Milano al Governo, per procedere con la gara d’appalto, ma l’estensione non è in discussione anche perchè la procedure per gli espropri è partita alla fine del 2023. Difficilmente si riusciranno a fare partire i cantieri entro il 2025, Palazzo Marino ha chiesto anche la proroga del termine ultimo per l’assunzione dell’obbligazione giuridicamente vincolante, con molta probabilità si andrà al 2026. L’inaugurazione potrebbe avvenire quindi tra il 2033 e il 2034. 

Un primo studio preliminare di fattibilità realizzato nel 2019 immaginava invece un prolungamento fino a Settimo Milanese, per un totale di 5 fermate. Una successiva delibera aveva dato il via libera a realizzarne uno per spingersi fino a Magenta, per un totale di quasi 20 km di nuovo tracciato. La soluzione più accreditata rimarrebbe comunque quella di arrivare con la metropolitana fino a Settimo Milanese e poi proseguire con una metrotranvia o un sistema di BRT (Bus rapid transit).

Oggi l’ipotesi quella più concreta sarebbe un percorso più breve di 2,5 km e due fermate ad ovest: Quarto Cagnino e Quinto Romano. Per questo progetto si attende lo studio di fattibilità, l’investimento necessario è stato stimato in circa 350 milioni di euro

Attualmente è in corso un’indagine geognostica finalizzata a definire i “caratteri geotecnici” del sottosuolo in vista della progettazione del prolungamento della linea metropolitana M5 da San Siro Stadio fino a Settimo Milanese. Tra i comuni dell’hinterland interessati all’opera c’è il Comune di Bareggio che di recente, tramite il suo sindaco, ha ricordato a tutti gli enti coinvolti, MM e il Ministero dei trasporti l‘importanza dell’estensione della M5. L’orizzonte minimo per l’avvio dei cantieri è il 2030.

Leggi anche: M5 punta verso Settimo: le ultime novità

Continua la lettura con: Metro: le estensioni e le nuove linee più desiderate dai milanesi

FABIO MARCOMIN

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1 milanese su 5 è straniero: quali sono e dove vivono le comunità straniere più numerose?

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Credits: Chiesa di Milano

A Milano ci sono 301.149 residenti di nazionalità straniera, sono il 21% della popolazione (2023). Scopriamo quali sono le comunità più presenti.

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1 milanese su 5 è straniero: quali sono e dove vivono le comunità straniere più numerose?

#1 Egiziani: i più numerosi

Credits: Pete Linforth – Pixabay

15,3%. La comunità egiziana è la più numerosa a Milano. I milanesi di nazionalità egiziana sono distribuiti in modo uniforme sul territorio cittadino, ciò è dovuto alla loro presenza in tutti i settori del lavoro (industria, commercio, servizi…).

Gli egiziani a Milano parlano principalmente arabo (e dialetti locali), la religione più diffusa è l’Islam sunnita, ma sono numerosi anche i cristiani copti.

L’Egitto ha una storia millenaria e una grande cultura, le celebrazioni religiose e le festività come l’Eid sono fondamentali per la comunità. Pur essendo una delle economie più avanzate del Medio Oriente e del Nord Africa, il loro paese d’origine soffre alti tassi di disoccupazione e un’inflazione molto elevata.

Leggi anche: I 7 gruppi ETNICI che si sono INTEGRATI MEGLIO a Milano

#2 Filippini: c’è del vero nel luogo comune 

14,2%. La comunità filippina è la seconda comunità straniera più numerosa a Milano. I milanesi di origine filippina tendono ad abitare concentrati in zone centrali (come Porta Romana e Porta Venezia), nelle quali spesso sono impiegati nei lavori domestici o di assistenza.

Oltre l’italiano, i filippini a Milano parlano principalmente il tagalog e l’inglese. La cultura filippina è influenzata da una combinazione di tradizioni indigene, spagnole e americane ed è caratterizzata da una forte enfasi sulla famiglia, le celebrazioni festose come il Sinulog e il Natale, e una cucina che include piatti come adobo e lechon.

La migrazione dal paese del Sud-Est asiatico è alimentata dalla ricerca di opportunità di lavoro migliori, ancorché le Filippine vivano una situazione di generale stabilità economica e politica.

Leggi anche: La prima comunità straniera di Milano sono i FILIPPINI

#3 Cinesi: più chiusi, ma meglio organizzati

Credits: cosafareamilano.it

12,4%. La comunità cinese è l’unica che mostra una concentrazione abitativa significativa in aree specifiche della città. I milanesi lo sanno, Paolo Sarpi, conosciuta anche come Chinatown, è il cuore di questa comunità: qui è sorto una vera e propria enclave economica.

In Paolo Sarpi, la cucina cinese, con piatti come i dim sum e il riso fritto, ha conosciuto l’imprenditorialità milanese ed è diventata a pieno titolo parte integrante della vita di tanti giovani milanesi.

I membri della comunità parlano principalmente cinese mandarino e cantonese. La cultura cinese è ricca di tradizioni millenarie, con un forte valore posto sulla famiglia, sull’educazione e il rispetto per le tradizioni. Le fedi professate sono principalmente taoismo, buddismo e Confucianesimo.

La Repubblica Popolare Cinese è la seconda economia mondiale, negli ultimi anni ha vissuto una crescita economica importante sebbene il governo del paese non sia democratico. Per i cinesi, Milano è una meta molto ambita soprattutto per le opportunità che offre la comunità già consolidata.

Leggi anche: Via Paolo Sarpi e le chicche di Chinatown: breve guida al quartiere più di tendenza nel cuore di Milano

#4 Cingalesi: food e assistenza 

Credits: Chiesa di Milano

5,9%. La comunità srilankese di Milano si concentra principalmente nella zona Bicocca, ed è legata a quella di Sesto San Giovanni, dove gli alloggi sono più economici ed è presente una fitta rete di attività gestite da srilankesi.

Le lingue parlate sono il singalese e il tamil, la cultura è fortemente influenzata dal buddismo e la cucina, non molto diffusa a Milano, è caratterizzata da piatti come il rice and curry e gli hoppers (cavallette). Le condizioni dello Sri Lanka, segnato da un lungo conflitto interno, spingono molti srilankesi a cercare opportunità migliori all’estero.

Leggi anche: Il MISTERO che avvolge lo “Stargate” in Sri Lanka

#5 Peruviani: il Sudamerica a Milano

5,9%. La comunità peruviana è concentrata nelle zone di Lambrate e Niguarda, dove gli alloggi sono moderatamente accessibili e vi è un’ampia rete di impieghi nei settori del commercio e dei servizi. Gli appartenenti alla comunità parlano principalmente spagnolo e la loro cultura è una fusione di tradizioni indigene e spagnole.

Le festività come l’Inti Raymi e il Día de la Independencia sono celebrate con fervore, ancorché non abbiano fatto presa sui milanesi come è, invece, per il capodanno cinese.

 

Credits: tuttitalia.it

Le altre comunità che vale menzionare per numero di componenti sono: Romania (5,2%), Bangladesh (4,3%), Equador (3,3%) e Ucraina (3,3%).

Continua la lettura con: Milano sempre più international: 4 nuovi abitanti su 5 saranno stranieri

MATTEO RESPINTI

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Come sono cambiate nel tempo le sciure milanesi

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Miriam McMoura IG - Sciure milanesi

Tendenze, mode, stili che hanno fatto della Sciura milanese un vero e proprio marchio di fabbrica a Milano.

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Come sono cambiate nel tempo le sciure milanesi

# Gli anni ’80 – ’90

bircide_il_paninaro IG – Moda anni ’80

Siamo negli anni della Milano da bere, dei paninari e di San Babila. Impossibile non notare una sciura: elegante, persino appariscente, passeggiava nelle vie della moda con borsa, gioielli e pelliccia. Capi must che identificavano più la classe sociale di appartenenza che lo stile. Era necessario apparire, farsi notare ed esserci a tutti i costi. 

# L’evoluzione 

damokpotomilano IG – Sciure milanesi

Oggi le sciure si percepiscono. Meno appariscenti e più attente agli aspetti Green del vivere quotidiano. Scelte oculate, abiti dai colori neutri, gioielli appena accennati. Un look studiato ma non troppo fatto di caspita semplici e quasi austerity, ma che conferiscono una classe ed eleganza senza pari. Forse è per questo che la loro attitude si nota ancora di più. 

# Vintage che passione

Vintage market – Credits: Jon Tyson, Unsplash

Grande attenzione per i capi vintage, il riuso, la scelta di capi immutabili nel tempo e soprattutto durevoli. Niente esibizione ma borsa piccola, tacco basso, capi comodi e di qualità non necessariamente iper costosi e non necessariamente acquistati nelle boutiques di lusso.

# Il tocco in più 

Credits sciuraglam IG

Quindi per essere una vera Sciura basta l’abito giusto? Assolutamente no. Occorre un tocco in più, tipo fregarsene altamente del giudizio altrui, riuscire ad essere chic scovando negli armadi della nonna, piazzare un foulard colorato su un look spento e anonimo, indossare una camicia Dior su un paio di jeans Zara. Lei è Sciura perché ha stile, non perché è schiava della moda. Ma soprattutto non lo fa apposta, è nata così.

Continua la lettura con: Il mercatino di classe delle sciure milanesi

ALESSANDRA GURRIERI

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Il mare in autunno: dove in Italia l’estate non è ancora finita

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Siamo entrati nell’autunno con l’equinozio del 21 settembre. Possiamo dire addio all’estate astronomica, ma, per quanto riguarda temperature e bagni al mare, non è ancora giunto il momento di mettere la parole FINE.

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Il mare in autunno: dove in Italia l’estate non è ancora finita

# Le vacanze d’autunno

Credits: sardegnanews.it
mare autunno

È ora di concentrarsi sul lavoro a testa bassa, oppure vale la pena guardarsi intorno, per un ultimo bagno di sole e di mare? Le giornate si stanno accorciando e non c’è più la canicola estiva, ma le spiagge sono deserte e silenziose. Soprattutto in alcune regioni del Sud Italia, le temperature permettono anche a settembre e ottobre di prendere il sole e fare il bagno, regalando tutto lo spettro delle piacevoli sensazioni da vacanza estiva senza la corsa ad acchiappare l’ombrellone più vicino al bagnasciuga e, ancor meglio, senza la calura soffocante o la calca di turisti in fila per un gelato o un panino all’ombra. Scopriamo dove si può andare in spiaggia fino a novembre.

# Sicilia protagonista assoluta

Credits: @real_mondello
Mondello

Per la posizione geografica e il mare che circonda l’isola, la Sicilia, in questa speciale classifica, può esercitare la parte del leone. È possibile abbandonarsi sulle spiagge migliori dell’isola principale, perché località come Mondello, Capo D’Orlando o Giardini Naxos, sono ancora in piena trance estiva, almeno per le temperature dell’aria e del mare. Meglio addirittura optare per un viaggetto nelle isole che circondano la Sicilia, che in alta stagione, sono letteralmente in overbooking.

# Isole Eolie

Credits: @pillole.di.sicilia
Filicudi

Raggiungibili in traghetto con partenza dal porto di Milazzo, le isole Eolie sono una vera gioia per gli occhi. L’arcipelago di origine vulcanica rappresenta, infatti, uno scorcio autunnale da non perdere. Oltre a Lipari, la principale delle isole, le più ricercate sono Panarea, Salina e Vulcano, con le sue fumarole e per gli stabilimenti termali. Per gli amanti del paesaggio e del turismo meno attrezzato, Alicudi e Filicudi, che sono le più lontane, offrono un soggiorno più ruspante nella natura incontaminata di rara bellezza.

# Isole Egadi

Credits: siviaggia.it
Favignana

Le Egadi sono un altro delizioso arcipelago raggiungibile dalla punta di Marsala e Trapani.
La più famosa isola della famiglia è senza dubbio Favignana, con coste a strapiombo sul mare limpido e cristallino e con un territorio brullo, quasi aspro. Favignana si è specializzata nel turismo slow, con percorsi a piedi e in mountain bike, lungo itinerari che portano a scoprire gli angoli più preziosi e nascosti dell’isola.

Per rilassarsi nel silenzio, a Favignana c’è l’imbarazzo della scelta tra le spiagge e il bel mare. Le migliori marine e calette sono nella parte meridionale dell’isola, ma intorno a Favignana sono tutte balneabili. Perché concentrarsi solo da una parte? Ancora più selvaggia e incontaminata è Marettimo, l’isola più lontana di tutte, con coste altissime e arenili di fine sabbia bianca.

# Lampedusa

Credits: @we_lovelampedusa
Lampedusa

La casa italiana a Sud, in pieno Mar Mediterraneo, così lontana dalla Sicilia da avere un fascino selvaggio tutto personale. Lampedusa fa parte delle Pelagie, arcipelago che comprende anche Linosa, L’Isola dei Conigli e lo Scoglio di Sacramento. Tutto fa parte di una riserva naturale, dedicata alle tartarughe, di cui si possono incontrare le tracce lasciate sulla sabbia.

# Pantelleria

Credits: @the_italyedit
Pantelleria

Più vicina geograficamente alla Tunisia, Pantelleria è un mondo da scoprire lentamente. Non adatta per il turismo di massa estivo, questo è il periodo ideale per esplorare il mondo brullo e senza tempo dell’isola. Il mare si raggiunge dopo camminate più o meno impervie e lunghe, necessarie per attraversare l’entroterra di formazione vulcanica. Una volta arrivati al mare, però, ogni sforzo verrà ricompensato.

# Salento, Puglia

Credits: @lola_milan94
Punta Prosciutto

Uno dei modi per godere appieno del mare e delle coste salentine, è proprio l’autunno. La penisola è conosciuta per le spiagge più belle d’Italia, alcune tra le più belle al mondo. Vale la pena visitare Punta Prosciutto, le zone del litorale di Otranto, fino a proseguire e raggiungere Lecce o Gallipoli. Per un tramonto romantico a strapiombo sul mare, conviene arrivare a Roca Vecchia, per una pausa di silenzio e relax sui ruderi di un vecchio castello.

# Maratea, Basilicata

Credits: siviaggia.it
Maratea

Conosciuta come la Perla del Tirreno, Maratea offre al turista un sapiente mix di calette e spiagge che affacciano su un mare cristallino e blu intenso, intervallato da costoni di roccia a strapiombo sul mare. Una sapiente gestione ha saputo evitare la speculazione edilizia, pertanto il borgo presenta deliziosi vicoli che portano ad antiche chiesette, fino ad arrivare in cima al Monte San Biagio dove svetta la statua di un enorme Cristo Redentore, 21 metri di marmo di Carrara, che veglia e protegge tutto il Golfo di Sapri. Al tramonto, il cielo e il Cristo si tingono di rosa, ed è il momento più bello della giornata.

# Cilento e il Golfo di Napoli

Credits: @wonderland_palinuro
Palinuro

La Campania, prendendo spunto dalla continuità geografica con Maratea, offre alcune mete che in ottobre sono perfettamente accessibili, cosa non facile in alta stagione. Per chi preferisce la terra ferma, invece, la Magna Grecia o la Città di Nettuno, Poseidonia, il Cilento è la gita perfetta per unire l’ultimo bagno, cultura e relax.

Nel Cilento è possibile visitare Paestum, o camminare nella natura dei Parchi cilentano e del Vallo di Diano, oppure spiaggiarsi a Palinuro, Scario, Cala Bianca e Marina di Camerota. Le isole del Golfo di Napoli, Procida, Capri e Ischia, sono solo le prime di una lunga wishlist universale: tutti ci vorremmo andare. I Faraglioni, Capri e Anacapri, le casette, la pace e i colori delle coste, il piccolo ponte che unisce Procida a Vivara, sono solo alcune tra le più famose esperienze che si possono fare in questo piccolo arcipelago al largo del capoluogo campano. 

# Sardegna

Credits: sardegnanews.it
Sardegna

Non deve mancare un pensierino alla meta balneare più ambita: la Sardegna. Le calette e le spiagge di sabbia candida, il mare dei Caraibi di casa nostra è perfetto per una vacanza autunnale. Difficile scegliere tra le migliori spiagge d’Italia, quindi meglio partire avendo già chiara la meta cui arrivare, semmai optare per qualche gita alla ricerca dei lidi circostanti. La spiaggia di Arenas Biancas, senza la folla dei turisti, è l’oasi perfetta per rilassarsi e prendere la tintarella o per un tuffo fuori stagione. Che poi così fuori stagione non è, visto che sono previste temperature medie piuttosto comode in questo periodo, con punte di 29°C.

Fonte: Zingarate.com

Continua la lettura con: Le 7 migliori DESTINAZIONI ITALIANE per l’AUTUNNO

LAURA LIONTI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

La trasformazione di Zavattari: come cambia la piazza meno glam di Milano

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Un nuovo progetto di riqualificazione immobiliare di Coima per rigenerare un edificio degli anni ’50, parte dello stabilimento della Isotta Fraschini, con terrazze verdi e un design dinamico. Insieme alla realizzazione della preferenziale della 90/91 contribuirà a dare una nuova vita ad una piazza assai poco quotata e nota solo per il passaggio del filobus.

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La trasformazione di Zavattari: come sta cambiando la piazza più brutta di Milano

# Coima recupera un edificio degli anni ’50, parte dello stabilimento della Isotta Fraschini, con il progetto Ivory

Piazzale Zavattari 12

Una piazza da riqualificare, soprattutto per il degrado della preferenziale mai realizzata all’imbocco con viale Migliara, con i lavori partiti da pochi mesi. Un progetto che sta trasformando Piazzale Zavattari: il recupero di un edificio degli anni ’50, parte dello stabilimento della fabbrica automobilistica Isotta Fraschini da parte di Coima.

Piuarchivory – Vista d’insieme

Ivory, questo il nome scelto per il nuovo complesso al civico 12 della piazza, consiste nella riqualificazione di una superficie di circa 14.000 mq su 12 piani fuori terra, con circa 1.400 mq di terrazze panoramiche, oltre a spazi polifunzionali e retail. A destinazione direzionale, è stato progettato per raggiungere i massimi livelli di benessere nel rispetto dei più alti standard ESG.

# Previsto il recupero di elementi architettonici della struttura originale 

Coima – Ivory

Nell’intervento è in programma il recupero di alcuni elementi architettonici della struttura originale, mantenuta, alleggerita e ampliata con l’integrazione di una seconda maglia di pilastri che va a creare ampie balconate e terrazze ogni due piani, fruibili come estensioni all’aperto degli uffici. Ampie vetrate incastonate tra elementi metallici e linee verticali slanciano l’intera struttura, mentre le diverse altezze della facciata, l’alternanza delle logge e il gioco di riflessi fra le vetrate donano movimento e dinamicità al progetto architettonico. 

# Due grandi terrazze verdi con vista Citylife

Piuarchivory – Terrazza

All’ottavo e decimo piano due grandi terrazze verdi con elementi di rinaturalizzazione che hanno l’obiettivo di migliorare il microclima dell’area e creare un dialogo con il contesto cittadino anche attraverso un ripensamento delle aree esterne al piano terra, aperte alla comunità.

# Partiti i lavori per la preferenziale della 90/91: ciclabili, 240 alberi e 11mila mq di aree pedonali

Al progetto di riqualificazione si affianca quello della realizzazione della preferenziale della 90/91. Dopo mille rinvii, in ultimo stop burocratici, autorizzazioni da ottenere e interlocuzioni con i commercianti, sono finalmente partiti nel mese di luglio i lavori per un’opera attesa da oltre 10 anni.

L’intervento interessa un tracciato di poco meno di 1 km tra Piazzale Zavattari e Piazza Stuparich, comprende Viale Migliara e Viale Enrico Elia, che oggi è nel più totale degrado. 

Nel dettaglio sono previsti:

  • lavori su tre rotonde, di cui due da realizzare ex novo;
  • 2.300 metri quadrati di verde permeabile;
  • 240 alberi;
  • un anello ciclabile bidirezionale perimetrale;
  • una coppia di piste ciclabili monodirezionali;
  • una corsia riservata;
  • circa 11 mila mq di aree pedonali;
  • rifacimento sistema fognario.

# Chiusure al traffico e deviazioni di linee di bus

I cantieri sono entrati nel vivo. Da sabato 21 settembre per una durata di 9 mesi chiudono al traffico veicoli gli accessi su piazza Stuparich delle vie Algardi, Albani e Salmoiraghi, mentre via Algardi diventa a doppio senso di marcia al posto dell’attuale senso unico. Prevista la creazione di percorsi pedonali provvisori per consentire gli attraversamenti di piazza Stuparich in tutte le direzioni e deviazione della linea 68 e del servizio notturno sostitutivo M1 deviati lungo la direttrice Vigliani-Lotto-Diomede. Nel percorso del 68 è compreso anche il passaggio da piazza Santa Maria Nascente, rimane percorribile via Elia.

# Un investimento di oltre 23 milioni di euro, fine lavori nel 2027

L’investimento è di 23,4 milioni di euro, di cui 3,5 da fondi Pinqua, 9 dal ministero Infrastrutture e il resto a carico del Comune di Milano, mentre la durata dei lavori è stata stimata in circa 3 anni.

Continua la lettura con: 7 aree di Milano da riqualificare alla grande

FABIO MARCOMIN

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Dove sono i Ciclo-Parcheggi? 5 idee per una città da vivere su due ruote (Video: parcheggio Hi-Tech)

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Ph. credits: www.continental-tires.com

Bello incentivare l’uso delle biciclette con bonus e piste ciclabili, ma poi dove le mettiamo? Questo è uno dei problemi che noi ciclisti conosciamo da tempo e in cui i nuovi ciclisti si imbatteranno. Come si pone la questione dei parcheggi delle auto e moto, bisogna riflettere anche su quella delle bici. I ciclo-parcheggi sono un elemento indispensabile da offrire a chi si muove su due ruote soprattutto in una città congestionata di spazi.
Queste sono 5 idee per dare uno stop definitivo al parcheggio selvaggio di biciclette, con qualche suggerimento per migliorare la vita dei ciclisti.

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Dove sono i Ciclo-Parcheggi? 5 idee per una città da vivere su due ruote (Video: parcheggio Hi-Tech)

Ciclo-parcheggi adeguati risolverebbero la questione “ordine“, rappresenterebbero un elemento di arredo urbano piacevole, ma darebbero una risposta anche al problema della sicurezza. Non è cosa così rara parcheggiare la propria bici all’esterno e non ritrovarla più. O ancora decidere di lasciarla dove la si è parcheggiata perché ha cominciato a piovere, o si è bucata una ruota, o per un qualsiasi altro cambio di programma.

In generale i pochi ciclo-parcheggi disponibili hanno come problematiche:

  • assenza di capillarità
  • assenza di sicurezza
  • strutture non compatibili con tutte le bici
  • estetica poco gradevole per il contesto urbano

Ad oggi non ci risultano progetti concreti in tal senso: abbiamo visto tracciare le famose piste ciclabili in Porta Venezia e vari rendering, ma sulla questione posteggi bici poco o nulla.

Leggi anche: La nuova ciclabile di Porta Venezia

#1 L’abc: il modello Verona

Ph. credits: portabiciclettemodelloverona.it

Fiab (Federazione Italiana Amici della bicicletta) propone il modello Verona come ciclo-parcheggio di qualità.
Caratteristica principale, quella di poter legare con facilità il telaio della bici alla struttura del ciclo-parcheggio, al fine di evitare che la bicicletta possa essere facilmente asportata.
Inoltre è delimitato da segnaletica orizzontale.

Le sue caratteristiche originali?

# E’ semplice da usare perché i manubri che non si toccano e perché la posizione delle biciclette è alternata alta e bassa. Perciò, anche le bici con cestini non hanno problemi di alloggiamento
# E’ sicuro contro il furto
# E’ adattabile a tutte le tipologie di biciclette
# Consente il massimo utilizzo dello spazio e una sistemazione ordinata delle bici
# Rende possibile un’agevole pulizia sotto il portabiciclette

#2 Spazi custoditi a pagamento

Ph. credits: laprovinciadicomo.it

Alcuni autosili o garage potrebbero offrire un servizio a pagamento, come per auto e moto: certe bici costano molto, quasi quanto uno scooter!

#3 I Commercial Bike Lockers

Ph. credits: cyclesafe.com

Soluzioni di deposito privato che potrebbero essere installate per esempio nelle stazioni, nei centri commerciali, presso i supermercati, i negozi, i ristoranti e i bar, oppure negli edifici ad uso prevalentemente commerciale dove gli uffici sono molti.

#4 Un parcheggio biciclette da record

Ph. credits: www.continental-tires.com

Oppure si potrebbe guardare i grandi esempi già realizzati e imitarli. Come il più grande parcheggio di biciclette al mondo, situato presso la stazione centrale di Utrecht, nei Paesi Bassi: Stationsplein ha spazi per ben 12.500 biciclette.

#5 Il parcheggio futuristico giapponese

Ph. credits: greenstyle.it

A crearlo è stata l’azienda Masanori Mitobe ed è un parcheggio sotterraneo e automatico: basta avvicinare una tessera magnetica al lettore per veder scomparire in pochi secondi la propria bici e fare altrettanto per poterla riprendere.


#5+1 I servizi da pensare per supportare i ciclisti

Infine, sarebbe importante ampliare la gamma di servizi per i ciclisti:  

  • il soccorso stradale
  • taxi speciali attrezzati per trasporto bici
  • treni e metropolitane, con spazi attrezzati
  • assicurazione ad hoc: se vogliamo rendere le bici un mezzo urbano equiparato alle auto e le moto, è necessario anche richiedere un’assicurazione di responsabilità civile che copra gli eventuali danni causati a terzi in un incidente con la bicicletta.   

Continua la lettura con: Milano nella TOP 10 delle CITTÀ MENO SANE per vivere

MICHELA PARLATO

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Perché vivere a Milano? Le 5+1 ragioni per restare qui

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Ph. @eleonoraingrid IG

Sembra che molti milanesi stiano pensando di andare via: riscopriamo i motivi per cui resteremo (quasi) tutti a Milano. La parola a chi ha scelto Milano. Foto cover:  @eleonoraingrid IG

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Perché vivere a Milano? Le 5+1 ragioni per restare qui

#1 La provincia ci sta stretta

Credits: @cinramp
Bar di paese

«Perché ho vissuto in una città di provincia per 35 anni e mi è sempre stata molto stretta, vivo a Milano da 27 anni e mi piace moltissimo, amo questa città.» – Elisabetta 

#2 Le opportunità sono qui

Credits: milanotoday.it – Fuorisalone

«Milano è la città delle opportunità. Mi ospita da sei anni e ci siamo capiti.» – Gionathan 

#3 Si respira aria di libertà

La nostra statua della libertà (Duomo di Milano)

«Milano è la mia città, la amo e ci sto bene. Qui si respira aria di libertà, più che nel resto d’Italia.» – Cecilia

#4 Accoglie a braccia aperte chiunque si dia da fare

Credits: mitomorrow.it

«La città più accogliente che esista in Italia, trovi le tue radici anche se non sei nato li. Ma ti chiede impegno e sbatti (per fortuna).» – Francesca 

#5 Una metropoli in miniatura

Credits: @sardiniamood
Brera

«Francese, ho scelto Milano x vivere ( da Parigi)….ci vivo da più di 50 anni..mi sento Milanese…Milano è cosmopolita, sufficientemente grande, ma abbastanza piccola x essere vivibile» – Marie Josè 

#5+1 Siamo una vera comunità: se hai bisogno, l’aiuto arriva

Credits: www.comunitanuovacoop.it

«Vivo a Milano da 12 anni…l’ho scelta. Potrei vivere ovunque visto che lavoro da casa ma Milano mi ha subito fatta sentire a casa con la sua eleganza, discrezione e attenzione ai dettagli. A Milano ognuno si fa i fatti suoi ma se hai bisogno ci sono 1000 persone pronte a darti un’occasione. Milano è unica.» – Samanta 

Continua la lettura con: Non puoi VIVERE A MILANO se non capisci l’importanza di…

FABIO MARCOMIN

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Mike Bongiorno, da San Vittore a “Re dei telequiz”

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Mike Buongiorno

Sono passati cento anni dalla nascita di Mike Bongiorno e la città di Milano ha voluto dedicare una mostra, dal titolo “Mike Bongiorno 1924-2024”, con l’esposizione che ripercorre l’immensa carriera del “Re dei telequiz”.

Mike Bongiorno, da San Vittore a “Re dei telequiz”

# La mostra “Mike Bongiorno 1924-2024”

Mostra Mike B

L’iniziativa, che si tiene a Palazzo Reale, è stata inaugurata martedì scorso e si chiuderà il 17 novembreBongiorno, pur non essendo nato a Milano, con la nostra città ha sempre avuto un legame forte, infatti, per circa cinquant’anni, ha abitato in un palazzone, al settimo piano, in via San Giovanni da Procida 10.

Ma il suo primo contatto con la città della Madonnina fu in un’occasione drammatica: era il 1944 quando andò in prigione a San Vittore, dopo la cattura ad opera della Gestapo, in quanto partigiano. Nel 1954 invece Milano rappresenta l’inizio della immensa carriera da presentatore, con la conduzione di “Arrivi e partenze”, prima trasmissione Rai, che veniva trasmessa dagli studi allestiti alla Triennale; un anno dopo inizia “Lascia o raddoppia?”, in diretta Tv, sempre dal Teatro dell’Arte. Anche la seconda stagione di “Rischiatutto” (1970), veniva realizzata nella nostra città. Nel 1976 c’è l’esordio di “Scommettiamo ?”, quello del cavallino Mike, presentato dai locali del Fiera 2.

# Il passaggio dalla Rai a Fininvest dopo la corte di Berlusconi

via mike bongiorno

Verso la fine del 1977 c’è stato l’incontro con Silvio Berlusconi, presso il ristorante Club 44, in via Cino del Duca, a 150 metri da San Babila. Alla presenza di Fedele Confalonieri, il Cavaliere voleva a tutti i costi convincere Bongiorno a lasciare la Rai per la Fininvest. Ecco qui un’altra pagina milanese di Mike che, dopo molte titubanze, rispose di “sì”, dando il via al fitto passaggio di vip della Rai, dalla Tv di Stato al mondo dell’homo novus della Tv commerciale.

# Da New York a Milano passando per Torino 

Quanta Milano c’è nella carriera e nella vita di Mike Bongiorno! Anche se lui nacque a New York, figlio di una torinese (Enrica Carello) e di Philip, un nativo degli Usa, ma di origine siciliana. I genitori si separarono quando Mike ha soltanto cinque anni e la madre decide di tornare in Italia con il figlio, andando a vivere a Torino. Bongiorno inizia il Liceo e, al momento di ultimarlo, deve sospendere gli studi per la guerra, per poi diplomarsi un po’ dopo.

# La gavetta nella redazione della Stampa

Credits: radiolombardia.it

A livello lavorativo, entra nella redazione della Stampa, iniziando la gavetta. Ma il conflitto bellico incombe e Mike Bongiorno decide di aderire alla lotta partigiana, tenendo i contatti tra i resistenti piemontesi del Verbano e coloro che avevano sconfinato in Svizzera. Viene catturato dalla Gestapo e messo al muro per la fucilazione, ma all’ultimo momento, prima degli spari, l’esecuzione viene sospesa, perchè i tedeschi scoprono che ha il passaporto americano e ciò potrebbe tornare utile per proporre scambi di prigionieri con gli americani. Viene così condotto a San Vittore, dove subisce  torture, poi conosce la tragica realtà del campo di concentramento.

# Una carriera con 11 film, 82 programmi tv e 15 trasmissioni radiofoniche

Mike Buongiorno

Dopo la guerra inizia la straordinaria carriera, che lo vedrà anche attore in undici pellicole, tra cui “Giudizio universale” di Vittorio De Sica. Tra il 1953 e il 2009, condusse 82 programmi TV e, tra il 1946 e il 1972, 15 trasmissioni radiofoniche. Pensate che Bongiorno fu anche autore di 15 canzoni (una su tutte, “L’amico è”, cantata da Dario Baldan Bembo) e doppiatore in un episodio della serie animata “I Simpson”. Pochi giorni fa c’è stato il 15° anniversario della morte, avvenuta l’8 settembre 2009.

FABIO BUFFA 

Continua la lettura con altri milanesi d’autore:

I 50 anni di “Romanzo Popolare” e la canzone “Vincenzina e la fabbrica”, uno degli inni della classe operaia

“Il Vedovo”: la “black comedy” milanese con Alberto Sordi e Franca Valeri

Rosetta, la prostituta della Ligera uccisa in circostanze misteriose

Renato Scarpa, il “caratterista” milanese diventato famoso nel cinema romano e napoletano

Leonardo Re Cecconi, in arte Leopardo: un pioniere delle radio libere

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Mario Cavallè, il papà delle case Igloo alla Maggiolina

Enrico Molaschi, el “Barbapedana”di Milano

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Serafino, il “supertifoso” dello sport italiano

Giorgio Porcaro, l’inventore del “terrunciello”

Gianni Bonagura, il maestro milanese del doppiaggio

Pietro Annigoni, il “pittore delle regine”

I “Gufi”, il gruppo musicale, dialettale e cabarettistico milanese più famoso di sempre

Gian Maria Volontè, l’attore impegnato “al di sopra di ogni sospetto”

Pierina Legnani, la prima milanese a diventare “prima ballerina assoluta”

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AMBROGIO FOGAR, l’ “Ulisse” di Milano

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PAOLO GIORZA, il papà della “bella Gigogin”

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D’ANZI, il papà della “bela Madunina”

GASPARE, ZUZZURRO e la brioche più celebre della TV

LUISELLA VISCONTI, la voce più bella del CINEMA

ANNA CARENA, la signora Marta in “Miracolo a Milano”

GAETANO SBODIO: il guerrigliero del dialetto

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CINI BOERI, l’architettura come impegno sociale

TONY DE VITA, il re delle sigle televisive

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JOHNNY DORELLI, una vita al massimo

EZIO BARBIERI, il Robin Hood di Isola

RENZO PALMER, la voce milanese dei grandi divi di Hollywood

MONTICELLI e MARCHESI, i due grandi “cantori evirati” della storia milanese

MARIA GAETANA AGNESI, la “donna più intelligente del Settecento”

GIUSEPPINA PIZZIGONI, la fondatrice della SCUOLA RINNOVATA

PIERO MAZZARELLA, personaggio simbolo di una Milano che non c’è più

LUCIANO BERETTA: “il POETA del CLAN CELENTANO”

ANTONIA POZZI: la POETESSA negli ABISSI dell’ANIMO UMANO

Elio FIORUCCI: the place to be nel cuore di MILANO

AGOSTINA BELLI, la “bella tosa” del cinema italiano

Enrico BERUSCHI…e allooora???

GIANRICO TEDESCHI, l’attore milanese “che parla, comunica e ti INCANTA”

Fabio CONCATO: il lato romantico e “bestiale” della musica milanese

Dina GALLI, l’eccentrica monella: la prima attrice COMICA italiana

Gino LANDI, il mago delle COREOGRAFIE della TELEVISIONE ITALIANA

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Quando a Milano c’erano i BEATLES

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Liliana FELDMANN: la VOCE di Milano

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EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

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Quando, a Milano, VISCONTI girava “ROCCO E I SUOI FRATELLI”

MARCELLO MARCHESI, un ciclone di ironia

NANNI SVAMPA, l’ironico artista della canzone milanese

ADRIANO CELENTANO, il “molleggiato” nato a due passi dalla CENTRALE

GINO BRAMIERI, il RE delle BARZELLETTE

CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto

Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

GIORGIO GABER, l’inventore del TEATRO CANZONE

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GIANLUIGI BONELLI, il creatore di TEX WILLER, sempre in lotta contro il POTERE

LUISA AMMAN: un’OPERA d’ARTE di Milano

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Sandra MONDAINI: uno dei punti fermi della televisione italiana

TINO SCOTTI, il milanese del “Ghe pensi mi”

ORNELLA VANONI, Milano e Settembre

MARIANGELA MELATO, da “ranocchietta” a mito del cinema

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Quelle DIABOLIKE sorelle GIUSSANI

GIANNI MAGNI: il re del cabaret milanese

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Giorgio AMBROSOLI: il RIVOLUZIONARIO in GIACCA e CRAVATTA che sfidò anche lo Stato

Peppin MEAZZA: il più grande MITO MILANESE del calcio mondiale

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I KRISMA: la coppia più PUNK della storia di Milano

LILIANA SEGRE, la testimonianza milanese dell’Olocausto

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WALTER VALDI, cintura nera di dialetto milanese

LORENZO BANDINI, lo sfortunato campione adottato da Milano

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MICHELE ALBORETO, il “pilota gentiluomo”

BEPPE VIOLA: il geniale raccontatore del calcio

Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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