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Il CALCIO BOLLA alla RISCOSSA: dove praticarlo a MILANO

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Credits sarganserlaender IG - Bubble Soccer

Una variante divertente del classico sport nazionale, dove i giocatori corrono protetti da un pallone gonfiabile. Vediamo come si gioca e dove si sperimentare a Milano.

Il CALCIO BOLLA alla RISCOSSA: dove praticarlo a MILANO

# Il Bubble Soccer, il calcetto con palloni gonfiabili

Credits bubblesoccermilano – Bubble Soccer

Il Bubble Soccer, chiamato anche calcio bolla, è una divertente variante del classico sport nazionale che solitamente si gioca su un campo da calcetto a 5 utilizzando le stesse porte. Il regolamento è però differente, dato che si gioca con delle speciali “divise” fatte a palloni gonfiabili e indossate tramite un sistema di bretelle simile a quelle di uno zaino. Questa bolla lascia scoperte solo le gambe, proteggendo il resto del corpo fin sopra la testa per garantire la massima sicurezza durante le partite. 

# Come si gioca

Credits sarganserlaender IG – Bubble Soccer

Lo scopo principale del Bubble Soccer è quello di segnare nella porta avversaria, come in una normale partita di calcio, con l’obiettivo di ottenere il maggior numero di reti.  Per farlo i giocatori dovranno compiere spettacolari capriole ed acrobazie per raggiungere l’obiettivo, scaraventando a terra gli avversari che saranno di ostacolo lungo il percorso, e buttare la palla in rete.

# Dove si può praticare a Milano

Credits bakku_shan.de IG – Bubble soccer

Nella Città Metropolitana di Milano ci sono 5 campi.

Tre misti al coperto e all’aperto:

  • allo Sport Promotion Comasina in via Salemi 19;
  • alla C.S. Cormano in via Europa a Cormano;
  • al C.S. Albatros in via Don Sturzo 2 a Robbiano.

Due esclusivamente all’aperto:

  • al Football City in piazza Tirana 17 a Milano;
  • al Palacus Idroscalo in via Circovallanzione est 11 a Segrate.

Continua la lettura con: Peppin MEAZZA: il più grande MITO MILANESE del calcio mondiale

FABIO MARCOMIN

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FERMATA DEL GIORNO: 7 cose interessanti da fare e vedere intorno a CAIROLI

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https://www.hierbasrestaurant.it/milano/

Il Castello Sforzesco non è l’unica attrazione che questa zona offre. Scopriamo alcuni dei posti degni di nota dell’area subito intorno la stazione della metropolitana di Cairoli.

FERMATA DEL GIORNO: 7 cose interessanti da fare e vedere intorno a CAIROLI

# Museo d’Arte e Scienza

https://www.meetingecongressi.com/en/

In via Quintino Sella 4, apre nel 1990 il museo di Milano che ospita una notevole collezione d’arte buddhista e africana. Provenienti dalla Birmania, Thailandia, Mali, Nigeria e tanti altri incantevoli paesi del continente asiatico e africano, le collezioni sono composte da pezzi che spaziano fra tappeti, ceramiche, stampe, libri antichi e lavorazioni in legno. L’occhiello del Museo è però il lavoro di autenticazione dell’arte, missione del museo che vuole coinvolgere anche il visitatore, includendolo nel processo di riconoscimento dell’autenticità di un artefatto, grazie alla possibilità di far effettuare prove pratiche alle persone, tramite l’uso di attrezzature del mestiere.

# Lindt Chocolate Shop Milano Castello

https://www.tripadvisor.it/

La boutique firmata Lindt in via Beltrami 2 è il paradiso per gli amanti del cioccolato. Gli arredi eleganti in scuro legno massiccio e tutti i contenitori e le vetrine che espongono decine di diversi tipi di cioccolato fanno da cornice all’arte della lavorazione del cioccolato che si respira in questi locali e contraddistingue l’azienda Lindt.

# Casa Rossi e il cortile ottagonale

https://www.vitasumarte.com/2018/08/milano-da-scoprire-luoghi-insoliti-aperto-fotografie-instagram.html

Casa Rossi, in Corso Magenta 12, è un edificio della metà dell’Ottocento particolarmente conosciuto – anche se non troppo – per l’unicità del cortile interno. Progettato da Giuseppe Pestagalli, il cortile ha una pianta ottagonale e ciò lo rende uno dei luoghi più instagrammabili della città, anche perché accessibile a chiunque.

# Artisti del Vegetariano Milano – Per uno stile di vita sano

https://www.facebook.com/artistidelvegetariano/

La cucina di Artisti del Vegetariano, firmata Cristina Biollo, è totalmente green, km 0 e rispettosa dell’ambiente. Riconosciuto come uno dei 21 format più innovativi al mondo, il concept apre anche un locale a Milano, dopo Padova, in via Ponte Vetero 15. Sul sito ufficiale, l’ideatrice e creatrice dichiara che “oggi più che mai è importante fare la spesa scegliendo prodotti di stagione che, oltre ad abbattere i costi, sono più salutari dal punto di vista nutrizionale. Una scelta responsabile per noi, il nostro stile di vita e per l’ambiente”.

# Hierbas Milano – Prohibido pensar negativo

https://www.hierbasrestaurant.it/milano/

Dopo l’apertura a Jesolo e Cortina D’Ampezzo, il locale e ristorante Hierbas apre anche a Milano, in Largo Beltrami 1. Hierbas è un dinner club che propone dei dinner show ispirati alla giungla. Il menù è prevalentemente caratterizzato da pietanze provenienti dalla cucina spagnola, come tapas e paella.

# Tartufotto by Savini Tartufi

https://www.thefork.it/ristorante/tartufotto-savini-tartufi-milano-r304935

In via Cusani 8 si trova un ristorante il cui menù gira intorno ad un unico ingrediente protagonista: il tartufo. Abbinato in tutti i modi possibili immaginari, qui il tartufo regna sovrano. La cucina è quindi molto creativa, raffinata e intensa: sicuramente non adatta al palato di tutti. Il Tartufotto oltre che ristorante è anche boutique, in cui si possono acquistare numerosi prodotti gastronomici.

# Farinella

https://www.farinellarestaurant.it/

In Foro Bonaparte 71 si può gustare una cucina tradizionale mediterranea in un ambiente che emana calore, convivialità e una sensazione di familiarità. Da Farinella dominano il rispetto delle tradizioni, cucina sana e gustosa e una grande attenzione e cura del cliente.

ALICE COLAPIETRA

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La MAPPA dell’EUROPA del FUTURO: il mare a Milano, Londra sott’acqua, Roma arcipelago

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Come sarà l’Europa trasformata dal climate change? Lo immagina un nuovo libro, pubblicato lo scorso Novembre, con mappe che raffigurano il possibile futuro del mondo. Una catastrofe per il pianeta, ma anche un piccolo grande sogno dei milanesi che si realizza. 

La MAPPA dell’EUROPA del FUTURO: il mare a Milano, Londra sott’acqua, Roma arcipelago

Cosa succede se non si inverte la rotta del riscaldamento globale? Se lo sono immaginato Telmo Pievani, professore di Filosofia all’Università di Padova, e Mauro Varotto, professore di Geografia nella stessa università, nel libro pubblicato lo scorso Novembre dal titolo Il giro del mondo nell’Antropocene – Una mappa dell’umanità del futuro, in cui con l’aiuto di Francesco Ferrarese hanno realizzato 17 mappe delle diverse parti del mondo sommerse in parte dal mare e dagli oceani per effetto dello scioglimento dei ghiacciai. 

# II giro del mondo nel 2872

Da Il Giro del mondo nell’Antropocene – Una mappa dell’umanità del futuro

Gli autori immaginano una terra in cui il livello dei mari si è innalzato di 65 metri, inondando le grandi pianure della Terra.
Il libro racconta il giro del mondo intrapreso per scommessa dal protagonista Ian Fogg nel 2872, a mille anni di distanza da quello realizzato, sempre per scommessa, da Phileas Fogg, l’aristocratico inglese protagonista di Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne.

Il viaggio è percorso su un jet a idrogeno e ripercorre le traiettorie dell’espansione umana sulla Terra, con mappe dettagliate delle aree continentali con schede di approfondimento scientifico sull’Antropocene contemporaneo. Con una sorpresa finale al Polo Sud.
Il libro alterna tre linguaggi e livelli di lettura che dialogano tra loro: la dimensione narrativa del viaggio immaginario, la descrizione scientifica delle sfide dell’Antropocene attuale, la potenza visionaria del linguaggio cartografico.

Ma cosa accadrà nei luoghi a noi più vicini?

# Il mare (quasi) a Milano

Milano sarà una città di mare. O quasi. Più precisamente si andrà al mare a Pavia sulla Foce del Ticino. Pavia sarà su una costa magnifica, una riviera da cui sfociano Olona e Oglio e si estende dolce fino ad innalzarsi all’altezza delle attuali Prealpi venete. 

Suggestiva anche l’altra sponda del golfo, con la riviera lombarda d’Oltremare. Nel Canale Padano si potrà nuotare già nel mar Adriatico, facendo attenzione agli scogli e ai tetti delle abitazioni più alte della sommersa Piacenza

Ma che cosa accade al resto d’Europa?

# Le città sommerse

Nel 2872 l’Europa sarà molto diversa da oggi. Non solo per Milano a pochi chilometri dal Mare Adriatico. Ma anche per molti luoghi che saranno coperti dalle acque. Venezia, Bologna e le altra città padane saranno fondali del Mare Padano. Roma sarà alla luce solo con i colli come una laguna di isolotti, piuttosto simile a Venezia. La Sardegna sarà tagliata in due ad altezza di Cagliari, anch’essa finirà sott’acqua. La Francia sarà più piccola, con le coste occidentali e settentrionali divorate dall’oceano. Anche la parte settentrionale dell’Europa perderà molte città, come Amsterdam o Copenaghen, con la Danimarca ridotta a un arcipelago. Perfino Londra sarà perduta. Oltre a Milano chi potrebbe godere di una posizione privilegiata? Su tutte due nuove città costiere: Bruxelles e Berlino. 

Continua la lettura con: Se Milano avesse il mare sarebbe così 

ANDREA ZOPPOLATO

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Dopo il TUNNEL BOULEVARD via al countdown per la RIVOLUZIONE di VIA PADOVA

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Via Padova subirà trasformazione radicale nella logica della città dei 15 minuti, collegandosi agli interventi già realizzati e alla futura piazzale Loreto con il progetto “LOC”. Ci saranno “8 nuove piazze”, 230 alberi e marciapiedi allargati e in granito. Vediamo gli interventi nel dettaglio e quando dovrebbero concludersi.

Dopo il TUNNEL BOULEVARD via al countdown per la RIVOLUZIONE di VIA PADOVA

# Il progetto, nato dal Bilancio Partecipativo, rientra nella logica della città dei 15 minuti

Credits: Comune di Milano – Fasi di intervento via Padova

Il progetto di trasformazione di via Padova è “nato e si è sviluppato attraverso il Bilancio partecipativo, con i cittadini diventati parte attiva del cambiamento“, come spiegava ad aprile l’ex assessore alla Partecipazione Lorenzo Lipparini ed è in linea con la logica della città dei 15 minuti adottata dal Comune di Milano e che vuole fare diventare la via “un luogo di vita per le persone e le realtà che la valorizzano e per le attività commerciali presenti“, il commento dell’ex assessore Marco Granelli. L’investimento complessivo è di 10 milioni di euro, per metà coperto dalle risorse del Patto per Milano. L’avvio dei primi cantieri è stato il 19 aprile, la seconda fase inizierà entro l’inizio del 2023. 

# Verranno riqualificati tutti i 2 km e i passaggi pedonali del tunnel ferroviario

Credits: blog.urbanfile.org da via Anacreonte a via Arici

Gli interventi di questa riqualificazione urbanistica interesseranno tutti i due chilometri di via Padova, tra via Arici all’altezza di Crescenzago e via Giacosa, facendo entrare la via nella più vasta zona con limite di 30 chilometri orari compresa tra piazzale Loreto e Crescenzago Nord. Verrà ridotto lo spazio dedicato al transito delle auto e aumentato quello dedicato ai cittadini. 

Credits: Urbanfile – Sottopasso ferroviario

Infine grazie al progetto Tunnel Boulevard, sviluppato attraverso un patto di collaborazione e il sostegno di Fondazione Cariplo, i passaggi pedonali sotto il sottopasso ferroviario sono diventati da poco una galleria d’arte pubblica

A inizio dicembre 2021 è stata infatti inaugurata una prima tappa di Tunnel Boulevard con una galleria di poster art di Pablo Pinxit, proprio nei tunnel di via Padova. I temi rappresentati sono legati alle culture, al sociale, all’attualità, all’ambiente, alle arti, letteratura e filosofia, “Via Padova come il mondo”, un diario di viaggio con la direzione artistica di Christian Gangitano.

Credits tunnelboulevard Fb – I tunnel che verranno riqualificati

Il progetto non si esaurisce qui. I sottopassi ferroviari ad essere riqualificati saranno infatti altri quattro, fino all’intersezione con viale Monza.

# Tutti gli interventi nel dettaglio: 8 nuove piazze, 230 alberi e marciapiedi allargati e in granito

Rendering del progetto

I prossimi interventi a partire riguarderanno la creazione di parcheggi: uno all’incrocio con via Ancreonte per recuperare parte dei posti che scompariranno da via Padova, altri lungo le vie Esterle e Cambini che diventeranno a senso unico. In questo punto, per dare continuità agli orti condivisi gestiti da Legambiente, verrà incrementata la quota di verde.

Credits Comune di Milano-MM – Via Padova – Giacosa

Uno dei punti focali della trasformazione di via Padova sarà l’ampliamento dei marciapiedi, rifatti con cubetti di granito e l’inserimento di 230 alberi parzialmente piantati in grandi vasi: magnolie, ginko biloba, corbezzolo greco. In totale saranno 22 gli incroci riqualificati e 35 gli attraversamenti pedonali rialzati.   

Per aumentare la sicurezza di pedoni e la socialità dei cittadini verranno ritagliati degli spazi pedonali ad alcuni incroci e arricchiti da verde e panchine creando così “otto nuove piazze di quartiere”. Tra questi, il parcheggio taxi antistante la chiesa di San Crisostomo verrà restituito agli abitanti con l’aggiunta di più alberi e l’area pedonale di via Prinetti saraà allargata.

# Il punto sull’avvio dei cantieri e quando è prevista la conclusione dei lavori

Ipotesi di sedute via Padova

I cantieri per rivoluzionare via Padova, che sarebbero dovuti partire verso la fine di aprile 2022 per concludersi durante l’estate, sono stati spostati alla fine dell’anno. Sono già state effettuate le prime verifiche riguardanti i sottoservizi, l’acquedotto e la rete di Unareti e nelle prossime settimane dovrebbero cominciare i lavori veri e propri per una durata approssimativa di 185 giorni. La consegna della via riqualificata slitterà quindi all’estate 2023.

Continua la lettura con: Conclusi i lavori del CAMPUS VERTICALE a BOSTON. Un’idea per Milano?

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Le LOCALITÀ più CARE dove AFFITTARE casa in Italia: MILANO non è la più FORTE

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Credits gsp_cbitaly IG - Villa Versilia

Nell’ultimo report di idealista/data il capoluogo lombardo non si aggiudica lo “scettro” di località più costosa d’Italia dove affittare casa. Ecco la classifica delle prime 20.

Le LOCALITÀ più CARE dove AFFITTARE casa in Italia: MILANO non è la più FORTE

# Milano non si aggiudica lo “scettro” di città più costosa d’Italia

ph. dimitrisvetsikas1969

Forse la notizia più rilevante. Milano non si aggiudica lo “scettro” di città più costosa d’Italia dove affittare casa. Questo è quanto emerge dal report di idealista/data relativo all’ultimo trimestre del 2022 con la classifica dei 100 Comuni che hanno la media del canone mensile d’affitto più alta. Nell’analisi sono stati considerati i comuni con un prezzo di vendita medio richiesto superiore ai 875 euro/mq e per i quali sia presente uno stock di annunci di immobili in vendita di oltre 975 unità su idealista e più di 50 in affitto. 

# La Versilia domina il podio, il capoluogo lombardo nella top ten

Credits gsp_cbitaly IG – Villa Versilia

La Versilia domina il podio della classifica delle case più care d’Italia nell’ultimo trimestre 2022. Al primo posto c’è Forte dei Marmi dove gli immobili proposti sul mercato hanno una locazione media di 4.588 euro al mese, al secondo Pietrasanta con 3.037 e al terzo Riccione con 2.766 euro mensili. Dalla quarta alla sesta posizione ci sono sempre località turistiche, Cervia, Camaiore e Jesolo, mentre dopo Fiumicino c’è Milano in ottava posizione con un valore di affitto medio richiesto di 1.378 euro al mese. A completare la top ten Massa e Olbia.

Alle soglie della top 10 troviamo Venezia, Alassio, Firenze rispettivamente con 1.227, 1.220 e 1.202 euro. A seguire Rosignano Marittimo, Anzio, Ostuni, Rapallo. La capitale si piazza al 18esimo con 1.112 euro, davanti a Bologna e Como.

Fonte: Qui Como, Idealista

Continua la lettura con: BELLA ma IMPOSSIBILE: quasi DUEMILA EURO al mese per un bilocale. Milano supera Parigi e Berlino

FABIO MARCOMIN

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Il GRATTACIELO a forma di NUVOLA

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Stanno progettando un grattacielo mai visto prima: le nuvole diventeranno parte dello skyline della città in un modo totalmente inaspettato. Ecco il progetto del grattacielo a forma di nuvola.

Il GRATTACIELO a forma di NUVOLA

Lo studio di architettura canadese Partisans ha progettato per la città di Toronto un nuovo grattacielo a forma di nuvola.

L’edificio sarà formato da dei normali piani rettangolari e la novità riguarderà la facciata, i cui bordi e balconi fungeranno da ornamenti a forma di nuvola. Se verrà costruito nel sito fino ad ora proposto, la via di 15-17 Elm Street, nel centro della città, l’edificio sarà alto 99 metri e conterà 32 piani rivolti prevalentemente a una funzione di tipo residenziale. Il contorno ondulato che renderà unica la struttura deriva sia dalla forma delle nuvole naturali (quelle che si osservano in cielo) che dalle ”nuvole revisionate” (cioè nuvole più geometriche e regolari disegnate in studio).

Partisans revision cloud skyscraper

La torre sarà composta di tre parti: ci sarà un podio alla base con le due parti superiori progressivamente più ristrette e ogni parte dovrà avere il motivo ondulato della facciata leggermente diverso dagli altri.

# Una facciata straordinaria

Partisans Cirro Toronto skyscraper

Il co-fondatore di Partisans, Alex Josephson, ha affermato che si sta prendendo in considerazione anche l’utilizzo di cemento rinforzato con fibra di vetro (conosciuto con la sigla GFRC) per la facciata. Il risultato dovrebbe essere come mostrato dai rendering fatti al computer. Questi modelli mostrano la torre rivestita con pannelli GFRC di colore chiaro disposti verticalmente, tra queste ”striature” verticali si troveranno poi dei gruppi di finestre che insieme formeranno delle aperture di forma ovale nella facciata.

Josephson ha detto che nel modello “Le finestre sono disposte regolarmente, si alzano in ”pile” che aiutano a fornire luce alle unità residenziali“. L’obiettivo è quello di andare oltre all’impostazione rigida e squadrata che caratterizza la maggior parte degli edifici e di privilegiare l’esposizione alla luce solare. L’eccezione sarà costituita dai bordi della struttura, che avranno meno finestre in modo da risaltare la curvatura a forma di nuvola della facciata, e vicino alla base, i pannelli di GFRC saranno inclinati verso l’interno.

# Il ruolo della natura

I partigiani rivelano il design per un grattacielo ispirato al cloud nel centro di Toronto - Immagine 3 di 12

La forma dei pannelli verticali a livello del suolo, così come gli archi sopra i gruppi di finestre e la punta a forma di corona della torre le conferiscono un aspetto gotico, “Penso che l’architettura gotica sia ispirata dalla crescita organica e dalle forme che vediamo in natura”, ha detto Josephson. L’obbiettivo è quello di costruire un grattacielo all’avanguardia che sappia introdurre degli elementi naturali nel proprio stile. Come dice Josephson questo progetto “In un certo senso è anche un sogno, il sogno è che questo edificio venga approvato dalla città di Toronto e che noi lo costruiamo”.

fonte: www.dezeen.com

JACOPO CESARETTI

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L’INCANTEVOLE BORGO tra RUSCELLI e CASCATELLE senza bar, negozi e ristoranti

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Credits: @rasiglia rasiglia

A oltre 600 metri di altezza, a 18 km da Quintana e non distante da Foligno della quale Rasiglia è una frazione ci si può perdere in un meraviglioso borgo che ha una caratteristica che rende il tutto meravigliosamente poetico: una serie di corsi d’acqua che passano tra case e costruzioni. Acqua cristallina del Capovena che scorre regalando un suono intervallato solo da qualche voce dei tanti turisti che ogni giorno si recano a visitare questo paese. Paese privo di quello che hanno gli altri paesi del mondo. 

L’INCANTEVOLE BORGO tra RUSCELLI e CASCATELLE senza bar, negozi e ristoranti

# Rasiglia, un borgo con una lunga storia. L’unico negozio: un ufficio postale

Credits cristina.melchiorre IG – Lanificio a Rasiglia

Sin dal XII secolo si registrano, in questa porzione della valle del Menotre, insediamenti umani, ma è dalla metà del 1300 che i Trinci, i Signori del luogo, costruirono il Castello e le relative fortificazioni attirando numerose persone che, grazie all’acqua che scorre, poterono costruire mulini che avrebbero per secoli mosso macchinari e macine. Grazie ai mulini si svilupparono lanifici e produttori di farine, le industrie dell’epoca, portando lavoro e benessere per tutta la vallata. Oltre a commercianti, 4 banche e un ufficio postale, Rasiglia vide nascere e proliferare i mulini Silvestri e Angeli oltre ai lanifici Tonti e Accorimboni. Le attività e il commercio furono floride fino all’inizio del ‘900, poi il lento declino con una forte accelerazione allo spopolamento del luogo dovuto prima alla Seconda Guerra mondiale e poi al terremoto del 1997 che mise fine ad ogni tipo di attività. Nel paese non ci sono più bar, negozi e ristoranti. Rimane solo un ufficio postale. 
Rasiglia sembrava destinata all’oblio ma la caparbietà di alcuni abitanti e la spettacolarità del luogo ridiedero vita al paese che è ora meta di moltissimi turisti.

# Cosa visitare: dalla “Peschiera” all’Antico Santuario della Madonna delle Grazie

Ruscelli, torrenti che convogliano a valle in un laghetto chiamato Peschiera, una forma di anfiteatro formato dalle varie abitazioni dominate dal Castello del quale sono ancora visibili anche parti del muro di cinta e la base di una torre difensiva. Ancora l’Antico Santuario della Madonna delle Grazie, fondato nel 1450, abbellito da preziosi affreschi tra cui la Madonna della Misericordia che protegge i propri fedeli dalla peste grazie al suo manto, dalla peste i fedeli con il suo manto mentre all’esterno domina un crocefisso di oltre 3 metri di altezza.

Credits simonelucesoli IG – Cascate Menotre

Il Parco dell’Altolina, le Cascate del Menotre e le Grotte dell’Abbadessa, di origine carsica, con formazioni di stalattiti e stalagmiti. In Estate si rimettono in funzione alcuni mulini per rivelare ai presenti gli antichi mestieri di tessitura e macinazione mentre a dicembre c’è il caratteristico presepe vivente che attira visitatori da tutta Italia, e non solo.

 

Fonte: Umbriatua

Continua la lettura con: Il BORGO MEDIEVALE SOSPESO sulle rive di un FIUME

ROBERTO BINAGHI

Le altre località del giorno (per una gita da Milano):

AddaBiella, Brescia, BrunateGenova, ComoOrrido di NessoCrespi d’AddaTorrechiara, il parco speleologico di Dossena, Civate e il lago più vicino a MilanoOasi Zegna, Bormio, Lucchio, i Dolmen d’Italia, l’altra Santa Margherita, Val Cavargna, Labirinto della Masone, Cornello dei Tasso, il presepe sommerso, il ponte tibetano più alto d’Europa, le Marmitte dei GigantiIsolino Virginia- l’isola di LotoLugano, il borgo superocolorato di PomponescoMerano, Isole Caraibiche della Lombardia, Morcote il villaggio più bello della Svizzera, MantovaIncisioni Rupestri della ValcamonicaLecco, Mandello del Lario, Peccioli borgo medievale dell’arte contemporanea, lo Snow Chalet di Livigno, il 09, l’Acquaworld, Grotte di Soprasasso, Sankt Moritz, la Casa dei Maghi, il fiordo norvegese d’Italia di Crap de la Parè, Ciaspolate vicino a Milano, il lago alpino più bello del mondo, il Treno del Natale, il capolavoro del Cinqucento Gualtieri, Lago di Carezza, Moltrasio “il borgo dell’amore”, Villa Selvatico, Castel Savoia la reggia della Regina Margherita, Glacier Express, Courmayeur, la Pozza di LeonardoMartello il Comune che non parla italiano, La funicolare cabriolet di Grimselwelt, le “FilippineItaliane”Lodi, PaviaVigevanoBobbio, La savana di Cumiana, MonzaValsassinaBardineto il villaggio dei funghiValle d’Intelvi, Maranello, La terrazza del brivido di Tremosine, Ricetto di Candelo, Madonna di CampiglioVal Vigezzo la valle dei pittoriPunta SassoBubble Room, Portofino, BellagioLegnanoSottomarinaLe 5 TerreBroloPreda RossaLomelloBergamo, Il castello da fiaba di MadruzzoGaggioPusianoGera LarioChamoisLerici

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🔴 SMOG RECORD a Milano: 3 mesi fuorilegge. E scattano i rincari dei BIGLIETTI: ma se facessimo come BARI?

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Smog, Milano maglia nera nel 2022: tre mesi di aria «fuorilegge». Si chiude l’anno peggiore degli ultimi cinque. E le premesse non sembrano le migliori. L’amministrazione sembra insistere sulla stessa strada: rincari ovunque, anche dei biglietti. Ma se invece servisse un cambio di direzione? L’esempio di Bari e di altre città europee. 

SMOG RECORD a Milano: 3 mesi fuorilegge. E scattano i rincari dei BIGLIETTI: ma se facessimo come BARI?

# 91 giorni da bollino rosso: un mese in più del 2021. In calo i passeggeri dei mezzi pubblici

da comeinunbosco.it
da comeinunbosco.it

Nel giorno del nuovo rincaro del prezzo dei mezzi pubblici, arriva un’altra doccia fredda sulle politiche ambientali attivate a Milano. Sono usciti i risultati del livello inquinamento a Milano nel 2022: in un anno è stato sforato 91 volte il limite giornaliero di Pm10, pari a tre mesi da bollino rosso. La direttiva europea ne ammette 35. La fase più critica tra gennaio e marzo. È stato l’anno peggiore degli ultimi cinque: rispetto all’anno precedente si è avuto un mese in più di inquinamento, con 30 giorni “fuorilegge” in più. Sopra la soglia anche le polveri sottilissime che nei quattro anni precedenti erano restate sotto il livello di emergenza. Oltre a questa arriva un’altra brutta notizia che potrebbe peggiorare con il nuovo rincaro dei biglietti:  i passeggeri sui mezzi pubblici milanesi sono in calo. 

# La scelta di Bari: fondi europei per rendere i mezzi pubblici (quasi) gratis

Fonte: Will

Lunedì 9 gennaio a Milano il biglietto dei mezzi pubblici subisce un nuovo rincaro: da 2 a 2,20 euro per un rialzo del 10%. Anche Parma e Roma seguono la strada di Milano. Ma c’è chi invece si muove in senso contrario: è il caso di Bari, dove è stato annunciato che a breve sarà sperimentato l’abbonamento annuale per i mezzi di trasporto al costo fisso di soli 20 euro rispetto agli attuali 250 euro. Il Comune ha deciso di investire in questo modo i fondi europei, per incentivare l’uso dei mezzi pubblici, come sperimentato con successo in altre città. A Genova, ad esempio, è gratuito l’utilizzo della metropolitana, in alcune fasce orarie.

# Gli incentivi delle città europee per viaggiare sui mezzi pubblici

Mezzi pubblici Lussemburgo
Mezzi pubblici Lussemburgo

Forse Milano, soffocata dall’inquinamento, potrebbe prendere ispirazione da quello che accade in altre città europee. Sono numerose le iniziative per incentivare l’uso dei mezzi pubblici. In Austria esiste un pass annuale di 1.095 euro che consente di viaggiare su tutti i mezzi pubblici del paese, dalla metro ai treni. La Spagna consente di viaggiare gratis sui treni locali sulle tratte dei pendolari, mentre in Germania si è sperimentato l’uso dei mezzi pubblici con un abbonamento mensile di 9 euro per tutta l’estate. Iniziativa che si sta studiando di replicare. Ancora meglio fa il Lussemburgo: è l’unico Paese al mondo in cui i mezzi pubblici sono gratuiti in tutto lo Stato. Ma qual è l’opinione di Sala sul fronte incentivi?

# Beppe Sala: mezzi pubblici gratis? Sarebbe «un grave errore»

smog free tower (rotterdam)

Proprio in risposta alla mossa di Bari che ha alimentato le speranza di molti cittadini, è arrivata la secca replica del sindaco di Milano: rendere gratis i mezzi pubblici “sarebbe un errore grandissimo”, ha commentato Sala, spiegando che: “Grande rispetto per Bari, ma questo significherebbe fare un passo indietro nello sviluppo del trasporto pubblico e portare al tracollo tanti Comuni. Ma perché dobbiamo essere così demagogici?”.

 
Una posizione netta che però sembra non cogliere la strategia attuata dal sindaco di Bari che non consiste nell’utilizzare fondi comunali ma nell’impiegare fondi che l’Europa mette a disposizione proprio per la sostenibilità ambientale. Perché allora non provare a valutare iniziative come questa insieme ad altri utilizzi di tali fondi, come potrebbe essere il caso di sviluppare tecnologie per areare e depurare l’aria inquinata? 
In sintesi, se a fronte di grandi sacrifici richiesti ai milanesi in termini di costi, di divieti, di multe per disincentivare il trasporto in auto, non si sono ottenuti risultati positivi per lo smog, che senso ha proseguire sulla stessa rotta?

Continua la lettura con: Il biglietto più caro non basta: ATM da gennaio taglia le corse

ANDREA ZOPPOLATO

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I PRIMI EVENTI DELL’ANNO: gli appuntamenti da non perdere dal 9 al 13 gennaio (#To-DO Milano)

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Teresa Mannino - Credits: TicketOne

Con il ritorno dalla pausa natalizia, arriva l’appuntamento con i primi eventi del 2023 in città (e non solo)

I PRIMI EVENTI DELL’ANNO: gli appuntamenti da non perdere dal 9 al 13 gennaio (#To-DO Milano)

#Sommario

#Lunedì 9/01: le nozze d’oro di Giorgio Conte con la sua arte

Giorgio Conte – Credits: Franco Parenti
  • ReA! Kids: arriva a Milano il format per bambini che unisce teatro, laboratorio, gioco e divertimento, sviluppati su date multiple. Appuntamento alle 17.30 al Campo Teatrale di via Casoretto 41, altre info QUI.
  • Bagni arcobaleno: Giorgio Conte racconta i suoi 50 anni di carriera, in uno spettacolo composto da letture, aneddoti, canzoni e proiezioni. In scena al Franco Parenti di via Pierlombardo 14, alle ore 20.30.
  • Marco Albonetti e l’Orchestra Filarmonica Italiana: alla Sala Verdi, la Filarmonica Italiana fa da cornice al sassofonista Albonetti. In occasione del trentennale della scomparsa di Astor Piazzolla, un programma dedicato al grande autore argentino, alle 20.45 in via Conservatorio 12.
  • Bookswap: scambio di libri, per farli tornare a nuova vita, alla sede dell’associazione Il Tassello, via Don Minzoni a Saronno. Swap con inizio alle ore 21.00.

#Martedì 10/01: il ritorno di Raffaele Kohler, a teatro con Dragon Ball e Teresa Mannino, concerto di Lucinda Williams

Teresa Mannino – Credits: TicketOne
  • Raffaele Kohler Swing Band: a Cascina Cuccagna, nel cuore di Porta Romana, Kohler e la sua Swing Band sono i protagonisti del Jazz in Cascina. Due spettacoli: alle 19.30 con l’aperitivo o alle 21.30 con la cena.
  • Omaggio ai Queen a lume di candela: doppio spettacolo al Teatro Gerolamo di piazza Beccaria, in compagnia di Federica Badalini al pianoforte e Loris Rossi al violoncello. Appuntamenti alle 19.30 e alle 21.30.
  • Processo Galilei: 3 episodi che narrano la vita del padre della scienza moderna, dalle tavole del palcoscenico del Piccolo Teatro Strehler, in Largo Greppi 1. Debutto alle ore 19.30, in replica fino al 15/01.
  • Hokuspokus: la Familie Flöz è sul palco del Teatro Menotti (nell’omonima via), con il proprio standard interpretativo. Improvvisazione all’inizio e poi il racconto che abbandona la parola e lascia lo spazio alla musica e alla manipolazione di immagini e luci. In replica fino al 15 gennaio, sipario ore 20.30.
  • Lolita, Reading & Music: la fuga senza speranza di Humbert Humbert e le sue perversioni, con la lettura e l’interpretazione di Paolo Calabresi, accompagnato dalla musica di Violetta Zironi. Sipario alle 20.30 al Teatro Carcano in Porta Romana.
  • Frank McComb: virtuoso delle tastiere e grande pianista, McComb è sul palco del Blue Note di via Pietro Borsieri 14. Il concerto inizia alle 20.30.
  • Portatori Sani di Stand Up: serata di avvicendamenti sul palco dello Zelig Cabaret, in viale Monza 140. Dalle 21.00 è staffetta non-stop tra alcuni dei protagonisti più divertenti della stand up comedy.
  • Amore e informazioni: la drammaturgia di Caryl Churchill in prima nazionale all’Elfo Puccini di corso Buenos Aires 33. In scena fino al 29 gennaio, interpretato da Corinna Agustoni, Mauro Barbieroed Elena Callegari, per la regia di Marina Bianchi. Spettacolo alle 21.00.
  • Vegetà è morto (e l’ho ucciso io): la voce di uno dei personaggi di Dragon Ball è di Gianluca Iacono, che si “ribella” ai personaggi da lui doppiati. Per la regia di Nicola Nocella al Teatro Martinitt di via Pitteri 58, alle ore 21.00 e in replica anche mercoledì 11.
  • Max Prandi Vintage Trio: riapre all’insegna del blues il Mare Culturale Urbano, nella cornice di Cascina Torretta in via Gabetti 15. Tutti sul palco alle 21.30.
  • Teresa Mannino: tra irriverenza e improvvisazione, arriva al Teatro Manzoni l’artista palermitana, con lo spettacolo Il Giaguaro Mi Guarda Storto. In scena fino a domenica 22 gennaio.
  • Lucinda Williams: unica data italiana per la cantautrice americana, che porta le sue ballate sul palco del Teatro Lirico – Giorgio Gaber, alle ore 20.45.

#Mercoledì 11/01: si gioca al buio

Tributo a Valerio Negrini – Credits: Milano Pocket
  • Volevo scrivere una poesia, invece ho fatto una torta: è il titolo del libro di Grace Paley. Nel centenario della sua nascita, c’è una lettura, con aperitivo e torte salate, presso il bar Mosso, di via Mosso al Parco Trotter. Appuntamento alle 18.00.
  • Tre modi per non morire: Baudelaire, Dante, i Greci portati in scena da Toni Servillo al Piccolo Teatro Studio – Melato, in giorni diversi fino al 22 gennaio.
  • Tributo a Valerio Negrini: una serata di prestigiosi omaggi ad uno dei fondatori dei Pooh, autore di tutti i successi del gruppo. Al Teatro Pime di via Mosè Bianchi 94, fuoriclasse della musica si avvicenderanno per una serata di beneficienza ad un ente a cui Negrini era molto legato. Sipario alle ore 21.00.
  • Giochi di ruolo al buio: presso la sede di Dadi Ducali, in via Pisani 1 a Vigevano, si entra alle 21.00, ci si siede e si gioca un GdR al buio.
  • MTG Pauper: si gioca anche al Labirinto di Bollate, in via Donadeo 7. In programma il torneo di MTG Companion, a partire dalle 21.15. Continua venerdì 13 alle ore 21.00 con MTG Modern.

#Giovedì 12/01: Riccardo III, un attentato e strani misteri ambientati a Milano

Jack Savoretti – Credits: Billboard Italia
  • Casa è…: mostra collettiva d’arte contemporanea che sviluppa un percorso attraverso l’interpretazione del concetto di abitazione e focolare, visti da numerosi artisti. Apre alle 18.30 presso Spazio HUS, in via San Fermo 19.
  • Born in the first light of the morning: aperta fino a domenica la mostra personale di Dineo Seshee Bopape. L’artista sudafricano è noto per creare con materiali organici, ed è ospite del Pirelli Hangar Bicocca.
  • Family: a Modern Musical Tragedy: nuova opera di Gipo Gurrado, che torna con canzoni ironiche e coreografie surreali, a raccontare una classica famiglia che riserva acidità e sorpresa sapientemente equilibrate. Al Teatro Fontana di via Boltraffio 21, fino al 29/01, alle ore 20.30.
  • Lo Sboom: monologo diretto e interpretato da Paolo Rozzi, che arriva a Milano col preciso intento di far saltare in aria uno dei simboli del potere, un grattacielo. Viene inesorabilmente inghiottito dalla città e lo ritroviamo al Teatro Oscar di via Lattanzio 58, fino a sabato 14 compreso. Spettacolo alle 20.30.
  • Riccardo III, invito a corte: feroci delitti e inconfessabili progetti, tratti dalla tragedia di Shakespeare, in scena al Pacta Salone fino a domenica 15. In via Ulisse Dini alle 20.45.
  • Chi siamo noi per giudicare? Serata di comicità e gara di magia allo Zelig di viale Monza 140. Serata dedicata ai nuovi protagonisti, ma in compagnia del Mago Forest, Raul Cremona e Marco Santin, alle 21.00.
  • Passanti: frecciate velenose in una placida stand-up comedy, sono gli ingredienti di uno dei protagonisti emergenti del genere milanese, Amedeo Abbate. Unica data al Teatro Martinitt di via Pitteri, alle ore 21.00.
  • A casa allo zoo: feroce ironia e sarcasmo dilaniante, per due opere che Edward Albee ha ricostruito in un unico spettacolo teatrale. Con la regia di Bruno Fornasari, interpretato da Tommaso Amadio, Valeria Perdonò e Michele Radice al Teatro Filodrammatici alle 20.30, in replica fino al 29/01.
  • Jack Savoretti: torna la voce ruvida e profonda dell’artista anglo-italiano, che propone al pubblico il suo omaggio allo stile europeo anni ’60 e ’70. Euronomia è al Teatro degli Arcimboldi alle ore 21.00
  • Frigor Mortis: i misteri di una strana casa di Milano, in cui abitano due vecchie sorelle, sono in scena al Teatro Da Vinci di via Ampere 1. Repliche fino a domenica 22 gennaio, per la regia di Marco Rampoldi.

#Venerdì 13/01 (orario diurno e pre serale): il Padel mondiale si raduna a Milano

  • Padel – Credits: IGfotojonas, Pixabay

    Padel Trend Expo: In esclusiva a Milano, 3 giorni in compagnia degli operatori provenienti da tutto il mondo. Il Padel monopolizza la scena fino a domenica 15 gennaio compresa, all’Allianz MiCO di viale Scarampo, dalle 9.00 alle 18.00.

  • Mi-Lo | Innovazione, Sviluppo, Tradizione: il governo Meloni a seminario (per due giorni) su Milano al centro dello sviluppo del Sistema Lombardia e del sistema italia. Dalle ore 11.00 presso l’auditorium Testori di piazza Città di Lombardia.
  • Art Aperitivo: appuntamento di 3 ore per dipingere e assaggiare. Un laboratorio di pittura organizzato da Ma Ma Che Buono di via Lorenteggio 5, accompagnato da un calice di vino a scelta e gustosi salatini. Inizio alle ore 12.00.
  • Mille Volti: apertura della mostra personale della collezione di Enrico Rovelli, imprenditore del settore musicale. Debutto alle ore 19.00 presso la Galleria Cael, di via Tenca 11.

Appuntamento a giovedì 12 per gli eventi del week end!

Continua la lettura con: Le più CALDE NOTTI di Milano: i LOCALI HOT

LAURA LIONTI

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LIVIGNO, “NOVAX LAND”: solo il 2% con la quarta dose

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Credits nirolfix-pixabay - Livigno

Prosegue la campagna vaccinale per la quarta dose in Lombardia, ma i risultati sono assai diversi sul territorio. L’area della Valtellina è quella meno coperta, con il record di Livigno. Vediamo nel dettaglio la situazione aggiornata in tutta la regione.

LIVIGNO, “NOVAX LAND”: solo il 2% con la quarta dose

# In Valtellina il minor numero di vaccinati con la quarta dose, il record a Livigno

Credits nirolfix-pixabay – Livigno

La campagna vaccinale contro il Covid-19, con la somministrazione della quarta dose, prosegue a ritmi differenti in Regione Lombardia. L’area della Valtellina in provincia di Sondrio risulta quella meno coperta in assoluto: hanno ricevuto la seconda dose booster appena 20.000 persone, con il record di no vaxLivigno dove della popolazione vaccinabile solo il 2% si è fatta somministrare la quarta dose.

# La provincia di Lodi è quella con più somministrazioni 

Credits lalobi IG – Lodi

La provincia più vaccinata è invece quella di Lodi, con 35.000 residenti a cui è stata somministrata la quarta dose pari al 15,2% della platea. Poco sotto il 15% troviamo la provincia di Cremona, seguono, attorno al 14,5%, Milano e Monza. Poi ci sono Lecco, Varese con circa il 14%, Pavia e Como con il 13,5%, Brescia con il 13% e infine Bergamo e Mantova rispettivamente poco oltre e poco sotto il 12%.

Fonte: Il Giorno

Continua la lettura con: Inghilterra: per la prima volta dal 2020, i RICOVERI in OSPEDALE per INFLUENZA superano quelli per COVID

FABIO MARCOMIN

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PARCHEGGI a pagamento, rincari, multe: considerare i CITTADINI come dei BANCOMAT è una strategia VINCENTE?

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Credits: milano.repubblica.it - Multe su auto parcheggiate su strisce blu

Negli ultimi 10 anni i parcheggi passati da gratuiti a pagamento sono cresciuti di oltre il 200%, dilagando anche nelle aree periferiche. A Milano il costo della vita si fa sempre più proibitivo, anche per le iniziative del Comune. E all’orizzonte la nuova mazzata: passano a pagamento anche le seconde auto dei residenti. Ma questa politica è vincente?

PARCHEGGI a pagamento, rincari, multe: considerare i CITTADINI come dei BANCOMAT è una strategia VINCENTE?

# “Oltre il 200% di strisce blu in più in 10 anni

Foto redazione – Nuove strisce blu Via Verbano estate 2022

Quasi in ogni quartiere, dal centro alla periferia, la sostituzione dei parcheggi gratuiti bianche con quelli a pagamento sta procedendo senza sosta da ormai 10 anni. Una crescita del 200% come fatto notare nei mesi scorsi da Silvia Sardone, consigliere comunale della Lega a Milano, che ha ricevuto conferma dall’assessore alla Mobilità in seguito a un’interrogazione sul tema: “Dal 2011 (ultimo anno di amministrazione di centrodestra) al 2021, a Milano, i parcheggi a strisce blu sono passati da 35.213 a 106.206: un incremento di oltre il 200% targato sinistra che ha trasformato i milanesi in veri e propri bancomat“. Le giustificazioni addotte per questo cambio di rotta sono sempre le solite di stampo ambientalista ma per Silvia Sardone si tratta solo di “una crociata finto-ambientalista contro gli automobilisti“. Anche perchè i dati sull’inquinamento sono impietosi: il 2023 risulta l’anno record per lo smog a Milano. 

Leggi anche: Smog record a Milano: tre mesi di aria fuorilegge

# Automobilisti usati come bancomat senza alcun beneficio per la collettività

Credits sicurauto – Zone a pagamento a Milano

L’esubero di parcheggi a strisce blu sta diventando un salasso per gli automobilisti che vengono considerati dal Comune alla stregua di un bancomat, utili solo per fare cassa ma senza avere nessun particolare beneficio: “In dieci anni hanno reso Milano un’enorme macchia blu senza tra l’altro migliorare la qualità dell’aria, come si evince dalle costanti rilevazioni delle autorità preposte“.    

# La cerchia extra-filoviaria registra l’incremento maggiore di parcheggi a pagamento

Foto redazione – Nuovi stalli strisce blu via Verbano estate 2022

Le periferie sono quelle che hanno registrato l’incremento maggiore di stalli a pagamento. Nella cerchia filoviaria si è andati da 21.625 a 31.284 parcheggi con le strisce blu, in quella extra-filoviaria da 5.408 a 68.077. Nella risposta all’interrogazione il Comune si giustifica parlando dei parcheggi a lunga sosta ma secondo la Sardone non è una scusa che regge: “La lotta alle auto è solo un pretesto, l’ennesimo, per spolpare i milanesi“.

Vedi qualcosa che non va a Milano? Segnalacelo scrivendo (mettendo foto se possibile) qui: info@milanocittastato.it (oggetto: milano non fa schifo ma…)

MILANO CITTA’ STATO

ALTRI MILANO NON FA SCHIFO MA:

Le strade perdute di Milano: asfalto o groviera?

CASORETTO: spariscono i CESTINI, l’immondizia in strada si MOLTIPLICA

A Milano lo stipendio non basta

Caro biglietti, taglio dei servizi: sarà un anno di austerity?

“Non riesco più a capire la mia città”

Malpensa Express mica tanto Express

Buenos Aires: la strada dei record (di incidenti)

Groviglio di bici sul Passante

L’asfalto ferito: la video denuncia del comico Storti

Prima di aprire la STAZIONE FORLANINI M4 è già in DEGRADO

Milano non fa schifo ma… i MARCIAPIEDI di Via Sirtori sono PERICOLOSISSIMI

Gli ostacoli per chi si muove sulla carrozzina

La sciatteria delle scuole di Milano

Bovisa o Calcutta? I CUMULI di SPAZZATURA abbandonati in strada

L’enigma MALPENSA EXPRESS: la stralunata porta d’ingresso a Milano

Quei primi 100 METRI di via IMBONATI

Il DEGRADO delle PORTE di Milano

Il lato oscuro della City: il DEGRADO di PORTA VOLTA

 Shock al rientro: DEGRADO e INCURIA nel CUORE di Milano

Milano non fa schifo ma…i palazzi INSUDICIATI dagli scarabocchi sì

I giochi pericolosi ai GIARDINI OSIRIS

I CARTELLI DA MARCIAPIEDE di Via Taormina

Il grave degrado dei GIARDINI MENDEL

il MARCIAPIEDE di Via Pirelli

Dilagano le STRISCE BLU: TRIPLICATE in pochi anni

La SPAZZATURA ACCUMULATA agli angoli delle strade

Le tre sedi di municipio dell’ORRORE

 I progetti di URBANISTICA TATTICA abbandonati…

 La CORSIA PREFERENZIALE INCOMPIUTA

Milano non è più Erasmus City: SCIVOLA al 48esimo POSTO

 Le BUCHE sull’ASFALTO

Milano ha troppi PALI

Il SOTTOPASSO CHIUSO di Piazzale Lugano

I TRENI IMBRATTATI

La strana estate delle 11 PISCINE CHIUSE di Milano

Le STRISCE PEDONALI “SCOMPARSE”

Il JERSEY ABBANDONATO di viale LANCETTI

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Il GARAGE TRAVERSI diventa LOUIS VUITTON

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Louis Vuitton Garage Traversi

Dopo 20 anni di abbandono, la prima autorimessa multipiano priva di rampe di Milano è rinata come spazio commerciale destinato al luxury retail & food. Vediamo come è stato trasformato questo mirabile esempio di architettura razionalista.

Il GARAGE TRAVERSI diventa LOUIS VUITTON

# La rinascita dopo 20 anni di abbandono

Garage Traversi anni ’50

L’ex Garage Traversi, la prima autorimessa multipiano di Milano priva di rampe, fu progettato e realizzato nel 1938 secondo il progetto degli architetti Giuseppe De Min e Alessandro Rimini per la Società Anonima Resta Gestioni Immobiliari e per 60 anni è rimasto in attività. Un esempio mirabile di architettura razionalista, uno dei primi fabbricati in cemento armato realizzati in città, sviluppato su 8 piani fuori terra, era servito da una scala elicoidale ed all’interno era anche organizzato il servizio di lavaggio e manutenzione vetture. 

Dopo 20 anni di abbandono è rinato pochi giorni fa come spazio commerciale destinato al luxury retail & food grazie ad un investimento di 30 milioni di euro da parte della maison francese Louis Vuitton

# Un restyling che comprende due terrazze panoramiche e il rinnovo dell’area su via Bagutta

Louis Vuitton Garage Traversi

Nel restyling è compreso anche l’area antistante l’immobile su via Bagutta, in direzione San Babila, con l’utilizzo di sampietrini nel nuovo marciapiede e due terrazze panoramiche destinate ad attività food & entertainment  che verranno inaugurate successivamente.

Rendering terrazze ex Garage Traversi

È stato ripristinato il colore originale dell’intonaco verde salvia ricreando così il collegamento visivo originariamente pensato dall’architetto De Min con la torre di Piazza San Babila.

# Tre piani di esperienza immersiva nell’universo della maison francese

Interno Louis Vuitton ex Garage Traversi

Il nuovo store di Louis Vuitton si sviluppa su tre piani e 5.550 mq con un concept pensato per mantenere inalterata la storia dell’edificio, che si contraddistingue per un sistema di pareti curve che lascia a vista le monumentali travi a ventaglio in cemento armato, con l’obiettivo di offrire un’esperienza immersiva nell’universo della maison francese.

Credits giulialoveslife_ IG – Garage Traversi Louis Vuitton

Il piano terra e il secondo piano sono dedicati al retail, con borse, scarpe e abbigliamento femminile e maschile, occhiali da sole, fragranze e gioielli, mentre al primo piano verranno ospitati progetti speciali, eventi, manifestazioni, con un calendario di attività già in essere che verrà dedicato all’arte e alla cultura.

L’apertura è stata l’occasione per lanciare la nuova collezione firmata Yayoi Kusama caratterizzata da un allestimento costellato da pois su tutte le superfici, su tutti i capi e accessori e esposti, da un’installazione di palle che invadono tutti i piani, zucche giganti e colori sgargianti dal giallo al fucsia. 

 

Fonte: Wallstreet Italia

Continua la lettura con: Svelato THETRIS, il nuovo GRATTACIELO alla BARONA

FABIO MARCOMIN

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Le TERME da FAVOLA di San Siro: quando saranno inaugurate?

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Credits termedisansiro.it - Nuove terme alle ex scuderie de Montel

Il cantiere alle ex scuderie de Montel prosegue a pieno ritmo per consegnare nei tempi previsti le nuove terme da favola ai milanesi.

Breve cronistoria che ha portato all’avvio dei lavori: a fine settembre 2020, il Comune firma il contratto preliminare di vendita con la società incaricata di sviluppare il progetto. Il contratto definitivo viene stipulato a inizio 2021 per il via ai lavori. Nello stesso periodo arriva il via libera fondamentale da parte della Sovrintendenza in quanto il complesso in stile Liberty delle scuderie costruito tra il 1915 e il 1917-18, è sotto vincolo monumentale.

Vediamo il progetto nel dettaglio, lo stato di avanzamento del cantiere e quando dovrebbe inaugurare il nuovo complesso termale.

Le TERME da FAVOLA di San Siro: quando saranno inaugurate?

# La rinascita delle ex scuderie De Montel: un gioiello Liberty in zona San Siro

@alesabi54 IG – Scuderie de Montel

Le ex scuderie De Montel, straordinario complesso in stile Liberty costruito tra il 1915 e il 1917-18 all’angolo tra via Achille e via Fetonte, accanto allo stadio Meazza, diventeranno le “vere” terme di Milano. “Vere” in quanto saranno alimentate dall’“acqua marcia” che scorre sotto la città. Un’acqua caratterizzata da un elevato contenuto di solfuri che verrà emunta a 250 metri di profondità (e poi riscaldata) grazie a un pozzo già esistente profondo 350 metri.

# La storia: scuderie di lusso del banchiere De Montel

Ex scuderie De Montel

Fu il banchiere Giuseppe De Montel a voler costruire il complesso di lussuose scuderie che oggi si intravede sotto gli edifici fatiscenti, per anni – dopo lo splendore – teatro di degrado e occupazione abusiva.

Prima della Seconda Guerra Mondiale, la zona di San Siro era costellata di scuderie e allevamenti di cavalli pensati sul modello “ippico” di Chantilly in Francia e Newmarket in Inghilterra. Ma con il Fascismo De Montel, a causa delle sue origini, fu costretto a vendere le scuderie che ospitavano i cavalli della borghesia meneghina.

L’area fu inizialmente data alle Pie Opere Missionarie, che la affittarono ad altre scuderie e allenatori.
Nel 1983, la società Ilaria del Gruppo Ligresti, divenuta nel frattempo proprietaria, cedette l’immobile al Comune di Milano per far tornare i conti con gli oneri di urbanizzazione per la lottizzazione del condominio del Cavallino costruito in via Fetonte. Quattro anni più tardi, Ligresti tornò sui suoi passi e chiese la concessione della scuderia per trasformarla in una club house per gli inquilini dei palazzi da lui costruiti. Ma non gli fu concesso.

Altri progetti, avanzati nel tempo, naufragarono uno dopo l’altro: il Gruppo Verde San Siro voleva il restauro delle scuderie per farne un centro culturale aperto alla cittadinanza, il WWF un centro di ippoterapia, l’architetto Giovanna Franco Repellini, nel 2005, presentò un progetto per la costruzione di un centro termale e, nel 2018, gli studenti dell’Istituto Europeo Leopardi di Milano, vinsero il Torneo del Paesaggio del Fai con un disegno che prevedeva scuderie, pista di allenamento, museo dell’ippica e del cavallo, centro medico, ristorante e pet therapy.
Il gioiello Liberty si è trasformato così, negli anni, in un rifugio per senzatetto e sbandati.

# Rispetto del patrimonio storico-artistico ed effetti suggestivi nel progetto di Marzorati

scuderie de montelNel 2021, il nuovo bando è stato vinto dallo Studio Marzorati Architettura – S+J srl. «La fattibilità del progetto è garantita dal sostegno di un’impresa privata», spiega l’architetto Marzorati. «Attualmente, su un terreno di 16mila e 200 metri quadrati, vi sono due edifici storici su cui sono ancora visibili dettagli artistici dell’epoca. La nostra intenzione è quella di mantenere religiosamente l’architettura delle costruzioni originarie, con piccoli adattamenti necessari per la destinazione di utilizzo. Nei vari sopralluoghi, abbiamo anche scoperto un edificio che probabilmente costituiva l’abitazione del custode e un’area di pertinenza con un sontuoso affaccio su via Fetonte. Nel progetto, abbiamo pensato di utilizzare il parco oltre all’edificio principale, quello a forma trapezoidale, per costruire un anfiteatro dove l’acqua scorrerà sulla cavea, sfruttando il dislivello dei gradoni, per creare un effetto di grande suggestione».

# Il più grande complesso termale italiano in una grande città

scuderie de montel

Il “Teatro delle Terme”, questo il nome del progetto vincitore, sarà il più grande complesso termale italiano in una grande città e le prime terme green d’Europa, a zero emissioni di CO2. Avrà 800 mq di vasche interne ed esterne di acqua sulfurea che potranno ospitare fino a 600 persone contemporaneamente. Il nuovo parco urbano si svilupperà su una superficie di 8.000 mq con saune, piscine, aree relax. 2.400 metri quadrati di cortili interni.

# Il punto sui cantieri 

Credits Urbanfile – Ex Scuderie de Montel

Nel 2021 si è proceduto alla pulizia dell’area e ai rilievi necessari e successivamente sono state effettuate le bonifiche. All’inizio di quest’anno sono state demolite alcune porzioni pericolanti dell’edificio e sono state sgomberate le macerie.

Durante l’estate è stato avviato il cantiere e come si vede nel reportage fotografico di Ottobre del blog Urbanfile.org è in corso la realizzazione di parte delle fondamenta e del piano interrato del futuro nuovo complesso termale milanese. 

# L’inaugurazione è prevista tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024

scuderie de montel
Teatro delle Terme

Il cronoprogramma prevede la completa costruzione di tutte le strutture e la realizzazione del parco entro la fine del 2023. Sempre per la fine del prossimo anno è prevista l’apertura al pubblico del centro termale, al più tardi all’inizio del 2024.

 

Continua la lettura con: A Milano il VILLAGGIO delle MERAVIGLIE

FABIO MARCOMIN

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Il FUTURO dei VOLI SUPERSONICI: da Milano a NEW YORK in 4 ore, a LONDRA in 30 minuti

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Ouverture

Uno dei grandi sogni dei milanesi: la velocità. Anche nei voli. Qualcosa potrebbe cambiare molto presto per due delle tratte internazionali più frequentate. 

Il FUTURO dei VOLI SUPERSONICI: da Milano a NEW YORK in 4 ore, a LONDRA in 30 minuti

# MILANO – NEW YORK in 4 ore a 100 euro: il sogno di una nuova start up

Un rendering del nuovo aereo superveloce Ouverture. Nathan Leach-Proffer, Boom Supersonic (it.businessinsider.com)

Si chiamerà Overture, come il preludio di una grande opera, e sarà il frutto di una start up americana nata con il sogno di realizzare un aereo supersonico capace di abbattere, oltre al muro del suono, i tempi di trasporto ora necessari sulle lunghe distanze. Molto più evoluto del francese Concorde, molto più sicuro del russo Tupolev Tu-144 che fu ironicamente soprannominato Konkordski per la somiglianza al blasonato fratello d’Oltralpe, Overture sarà equipaggiato per trasportare circa 80 passeggeri e dotato di propulsori di nuova generazione capaci di erogare una potenza devastante pur stringendo l’occhio alla necessaria filosofia della eco compatibilità essendo in grado di lavorare con un impatto ambientale decisamente migliore rispetto agli attuali jet in circolazione.

# Poco più di tre ore per volare dall’altra parte dell’oceano

Credits: @trapgrunge
(INSTG)

La Boom Supersonic è un sogno che si sta realizzando grazie alla caparbietà di un illuminato imprenditore, Blake Scholl, che ha già raccolto diverse adesioni in campo finanziario e che fissa l’obiettivo di una messa a regime del nuovo aereo supersonico per il 2030.

Prezzi popolari, ambienti super lusso e una capacità di muovere le persone da una parte all’altra del pianeta in tempi ridotti. La tratta classica Parigi New York sarà quindi percorribile in tre ore e 15 minuti, esattamente un quarto d’ora in meno rispetto al Concorde, ma senza tutti i problemi che comportava un aereo avveniristico per l’epoca ma con molte criticità.

Si concentrerà su oltre 500 rotte principalmente transoceaniche e aspira ad essere un nuovo aereo di linea commerciale entro il 2026. Il prezzo del biglietto? Dovrebbe essere di poco superiore ai cento euro, molto meno rispetto al Concorde che negli anni ’90 faceva pagare circa 12.000 dollari per un viaggio di andata e ritorno.

# MILANO – LONDRA: con il JET SUPERSONICO si potrà volare in 30 MINUTI

Credits: aerionsupersonic.compersonic.com

Il jet supersonico è stato sviluppato dalla società Aerion Corporation, fondata da Robert Bass nello Stato americano del Nevada, in collaborazione con Airbus. Il nome dell’erede del Concorde è AS2 anche se rispetto al suo “predecessore”, che raggiungeva i 2.179 km orari, viaggerà “solo” alla velocità Mach 1.4: circa 1.610 chilometri orari, comunque oltre la velocità del suono. Da Milano a Londra si impiegherebbero appena 30 minuti. L’altra differenza con l’areo anglo-francese è che sarà un jet privato.

Credits: aerionsupersonic.com – Interni Jet

L’AS2 è stato pensato per trasportare 8-10 passeggeri, con un design di lusso sostenibile, sedili proprietari di Aerion, cabina insonorizzata e climatizzatore, connettività ad alta velocità, ambiente full digital, illuminazione OLED avvolgente e cucina completa con suite di elettrodomestici di ultima generazione.

# La produzione dei velivoli inizierà nel 2023. Il primo volo nel 2027

Credits: aerionsupersonic.com – Aerion Park

La costruzione dei velivoli inizierà nel 2023 all’interno dell’Aerion Park della società, in Florida, un campus integrato per la ricerca, la progettazione, la produzione e il supporto degli aerei supersonici di Aerion. 

Sempre da qui nel 2025 decolleranno i jet per i primi voli di prova. Il primo volo con passeggeri è invece programmato nel 2027 dalla pista dell’aeroporto di Orlando Melbourne che verrà realizzata accanto all’Aerion Park.

Ecco come sarà in volo:

 

Continua la lettura con: In costruzione il treno più veloce del mondo: farebbe Milano-Roma in 1 ora

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NUOVA DARSENA ancora in alto mare: cosa manca per completare il RESTYLING

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Credits: riaprireinavigli.it - Progetto restyling Darsena

La Darsena è stato il lascito più grande oltre che simbolo della rinascita di Milano in occasione dell’Expo2015 anche perché realizzata dopo la conclusione di lunghe vicende giudiziarie legate al progetto di costruzione di un parcheggio sotto il vecchio porto milanese. Un acquitrino misto a vegetazione selvaggia e fauna varia è così rinato, ma a distanza di nemmeno 7 anni avrebbe bisogno di una accurata manutenzione e di un pesante restyling. Foto da: Urbanfile

 

NUOVA DARSENA ancora in alto mare: cosa manca per completare il RESTYLING

# Da dove si è partiti: il vecchio porto di Milano in abbandono per anni

Darsena prima dei lavori

L’immagine della Darsena prima dei lavori di rifacimento era una delle più brutte “cartoline” da far vedere ai milioni di turisti che sarebbero arrivati da tutto il mondo per partecipare ad Expo2015 e visitare la città. 
L’amministrazione comunale decise quindi di fare il possibile per vincere la causa in corso tra il Comune e l’azienda che avrebbe dovuto realizzare un parcheggio a pagamento a servizio dell’area dei Navigli proprio sotto la superficie dell’acqua. In questo modo Milano ha potuto beneficiare di una Darsena rinnovata.

# Il progetto di restyling della Darsena e il mistero della Conca perduta

Credits: riaprireinavigli.it – Progetto restyling Darsena

Il progetto di restyling ha previsto la realizzazione di una banchina allargata rispetto all’originale Darsena, per permettere passeggiate ed eventi, l’installazione di bar e la costruzione del nuovo mercato rionale in sostituzione di quello precedente demolito, la riapertura del Ticinello a ridosso di Piazza 24 Maggio e la pedonalizzazione di quest’ultima.

Foto Credit: https://www.milanodavedere.it
Foto Credit: https://www.milanodavedere.it – Conca di Viarenna

Dalla parte opposta, sul lato opposto alla Canottieri Milano, è stato costruito un ponticello di attraversamento tra le due sponde e un’area verde per fare attraccare le piccole imbarcazioni. In mezzo, sul lato di Viale D’Annunzio un altro ponticello con la predisposizione sottostante al collegamento con la Conca di Viarenna. Dato per certo fino a poco prima della progettazione definitiva, dell’apertura del collegamento con la Darsena e della rifunzionalizzazione della conca non se ne è saputo più nulla.

Leggi anche: La proposta di UrbanFile per RISOLLEVARE la DARSENA dal degrado

# Un progetto suggestivo, ma di qualità mediocre e con molti problemi

Credits Urbanfile – Degrado in Darsena

L’inaugurazione della nuova Darsena è stato un momento importante per tutti i milanesi, ma già dopo poco tempo si è capito che la qualità progettuale e dei materiali non è stata della migliori.

Vediamo tutto quello che non va:

#1 Scelta di un design datato

Credits Urbanfile – Degrado Darsena graffiti

La prima nota dolente riguarda la scelta dei mattoni in pietra, inguardabili e fuori contesto, non richiamano in nessun modo lo stile architettonico milanese e in aggiunta fanno da sponda al secondo e ben più grave problema.

#2 Materiali sbagliati e scarsa manutenzione che causano degrado

Credits: Urbanfile – Degrado in Darsena

La scelta di utilizzare mattoni per i muri perimetrali e di lasciare le altre pareti grigie è stato percepito da molti come un invito ai writer ad usarle come delle belle tavolozze da dipingere. Non è passato molto tempo infatti prima che venissero prese d’assalto. La mancanza di una rapida pulizia delle scritte, da parte degli operatori dell’Amsa, ha amplificato la situazione di degrado e oggi la Darsena è ricoperta di scarabocchi su ogni superficie.

Credits Urbanfile – Tag Darsena

Inoltre la manutenzione insufficiente peggiora l’estetica e crea pericolo: i faretti sulle banchine mal tenuti, i listelli di legni rotti sulla banchina, gli ascensori per i disabili a supporto dell’attraversamento tra le due sponde mai entrati in funzione, balaustre completamente rovinate, panchine e molto altro.

#3 Utilizzo di materiale di pessima qualità

Ponticello ammalorato e arrugginito

In aggiunta a tutto questo, le poche risorse a disposizione per il progetto e la sua implementazione e la concomitante scarsa lungimiranza hanno fatto il resto, ovvero la scelta di materiali di scarsa qualità con il risultato che:

  • le balaustre in legno sono da tempo ammalorate, con evidenti segni di usura nonostante la recente datazione dell’opera
  • la pavimentazione della banchina d’attracco sarebbe già da sostituire
  • numerosi faretti a bordo banchina sono rotti
  • i lampioni dall’orrendo design persino in un’area industriale
  • panchine realizzate con legno di bassa qualità
  • il ponticello con la struttura già gravemente arrugginita

Questo e altro nella galleria di foto in basso:

# Urge già un nuovo restyling

Credits Urbanfile – Tag sui muri della Darsena

La situazione in Darsena sembra ormai fuori controllo, non c’è un angolo che sia libero da scritte, scarabocchi e disegni di ogni tipo. Occorre quanto prima rimettere mano al progetto iniziale, aprendo un nuovo bando internazionale per rivisitarlo con materiali e arredo urbano degni di Milano e della sua storia. La “nuova Darsena” doveva essere un fiore all’occhiello della città, un luogo iconico e storico da trasformare in qualcosa di meraviglioso, ma la combinazione di un progetto al ribasso e investimenti forse non adeguati ha prodotto un risultato appena soddisfacente e più fungibile che bello.

Vista la mole di capitale estero che gravita e graviterà anche in futuro su Milano se ne potrebbe intercettare una parte per fare risplendere la Darsena e tenerle pulita salvandola dal costante degrado.

Continua la lettura con: Il video del giorno: da Gioia alla Darsena, IN VOLO sopra Milano sul percorso dei vecchi NAVIGLI

FABIO MARCOMIN

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ADRIANA ASTI, l’artista ribelle amata dai grandi del cinema e del teatro

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Un viaggio iniziato a Porta Romana e arrivato a toccare i grandi del cinema e del teatro italiano. Senza farsi mancare nulla, neppure lo scandalo della censura. Una grande artista milanese che ha attraversato stagioni molto diverse. 

ADRIANA ASTI, l’artista ribelle amata dai grandi del cinema e del teatro

A dire il vero a Milano, in modo stanziale, non stette molto, perché sin da ragazzina aveva una verve all’insegna del “nuovo” e del cambiamento, ma la milanesità ad Adriana Asti continua a scorrere nelle vene, anche se da molti anni vive all’estero. Milano se la sente dentro, come quando interpreta, per esempio, “Stramilano Dienott”, raccontando il suo essere una donna che guarda l’evoluzione della propria città, che cambia col passare degli anni e le diventa un po’ amante e un po’ estranea. La signora Asti è un simbolo ed un esempio prezioso nella recitazione, capace di trasmettere, con quegli enormi occhi, passione ed ironia, tragedia e comicità.

# Da Porta Romana a Strehler e Visconti

Adriana Asti con Pasolini

E’ nata a Porta Romana il 30 aprile 1931, in una famiglia benestante e borghese: con l’adolescenza emerge un carattere ribelle, sempre alla ricerca dell’evasione dalla routine quotidiana. “A Milano conobbi alcuni attori della compagnia teatrale “Il Carozzone”, mi chiesero se volevo unirmi a loro e mi affascinò il fatto che viaggiavano molto ed io non vedevo l’ora di partire ed andarmene”, raccontò la Asti. Fu lì che mosse i primi passi all’interno del mondo dello spettacolo.
La nota Giorgio Strehler, che la vuole in “Elisabetta d’Inghilterra” di Brukner al Piccolo Teatro, lei ha 21 anni. A 23 anni recita in “Partita a quattro”, il suo primo lavoro per la televisione. Torna a teatro, è il 1955 e Luchino Visconti la ingaggia nel “Crogiuolo”, di Miller. In questo periodo però Adriana deve sospendere l’attività per un esaurimento nervoso.

# Musatti e la psicanalisi

Contatta lo psicoterapeuta Cesare Musatti, un professore giunto nel 1940 a Milano, dal Veneto, per insegnare Filosofia al Parini. Lui le cambierà la vita: innanzitutto la spinge a riprendre la recitazione, vedendo questa’arte come una terapia per chi soffre di fragilita psichica. Per convincerla a non interrompere l’attività, la va a vedere alle prove. Musatti scrive per lei la commedia “Tre uomini per Amalia” e Adriana Asti “risponde” con “Caro Professore”, che interpreta, tra l’altro, con Cochi Ponzoni.
Ora Adriana è pronta per ri-partire. E lo fa diventando un simbolo della recitazione. Lavora ancora con Luchino Visconti, in “Rocco e i suoi fratelli”, con Pasolini, in “Accattone” e, nel 1962, incontra Vittorio Gassman, che la inserisce nel cast di “Questa sera si recita a soggetto”.
Nel frattempo si era sposata con lo scrittore e drammaturgo Fabio Mauri, da cui si separò dopo due anni, in seguito ebbe una bella storia con Bernardo Berlolucci, con cui lavorò in “Prima della rivoluzione”, film del 1964. Da circa 50 anni è sposata con il regista e direttore artistico, Giorgio Ferarra.

# Lo scandalo e la censura

Ma torniamo alla carriera della Asti, passando al periodo più trasgressivo di una vita artistica mai banale e sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo ed esclusivo: era il 1973 e Luchino Visconti metteva in scena “Tanto tempo fa”, meglio nota come “Old time”, un ‘opera di Harold Pinter. “Visconti, preparando quella rappresentazione, mi anticipò che dovevo recitare nuda, io pensavo ad uno scherzo, invece era tutto vero; fu uno scandalo, il primo ad arrabbiarsi fu proprio Pinter, poi arrivò la censura e la chiusura del set dopo due rappresentazioni”. Era allo Stabile di Roma.
Quello della scandalosa trasgressione diventa uno dei periodi più significativi della carriera di Adriana Asti, che compare senza veli in “Caligola” e in “Action”, entrambi film di Tinto Brass. Due opere a cavallo tra il 1979 e l”80, periodo in cui Adriana Asti conduce su Rai 1 la trasmisione televisiva “Sotto il divano”, con ospiti in studio che si raccontano, in modo intimo ed ironico. Nell’ultima puntata, e capirete il perchè fosse l’ultima, era ospite proprio Tinto Brass, che recita una poesia veneta, che fa così: “la rosa vien de maggio, la viola vien col giasso, la mona vien col casso”. Ai vertici della Rai viene una sincope e la trasmissione finisce lì.

# I numeri di una grande carriera

I numeri di Adriana Asti dicono che ha recitato in 60 film, 16 pellicole per la televisione, una ventina di opere teatrali, con 17 attrici doppiate, tra cui Romy Shneider, Edy Vessel e Claudia Cardinale. Per non parlare dei lavori in radio e degli 11 riconoscimenti nell’ambito del David di Donatello, del Nastro d’Argento, Globo d’Oro, Ciak d’Oro e Premio Flaiano.
Nelle epoche più recenti vediamo Adriana Asti interprete di Adriana Carati ne “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana. Milanese pure lui, come Visconti e Busati, che hanno incontrato sulle proprie strade questa loro concittadina.

FABIO BUFFA

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Svelato THETRIS, il nuovo GRATTACIELO alla BARONA

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TheTris

Cambio radicale per il progetto del nuovo grattacielo per il sud-est di Milano: nuovo nome e nuova forma. Ecco come sarà.

Svelato THETRIS, il nuovo GRATTACIELO alla BARONA

# Skydrop lascia il posto a TheTris

Credits Urbanfile– Cantiere Skydrop

La costruzione alla Barona del grattacielo Skydrop, la goccia del cielo, si era interrotta bruscamente quest’estate dopo l’avvio dei cantieri nel 2021 come riporta Urbanfile. C’erano tutti i presupposti affinché diventasse uno dei tanti progetti destinati a rimanere bloccati per anni. Invece è di pochi giorni fa la notizia di un cambio radicale del progetto, l’edificio a doppia vela progettato da PRP Architettura e promosso da Real Estate Center lascerà il posto ad un nuovo iconico edificio.  

Credits alesdebr-skyscrapercity – Skydrop nel dettaglio

La progettazione è stata affidata allo studio di Stefano Belingardi Clusoni – BE.ST e il nuovo nome sarà TheTris.

Leggi anche: Svelato “The Skydrop”, il NUOVO GRATTACIELO del Sud di Milano

# Come sarà il nuovo grattacielo

TheTris

In base alle prime informazioni dovrebbe essere una torre di poco più di 100 metri d’altezza suddivisa in tre moduli, da questo deriva il nome dell’edificio, il primo di 8 piani, il secondo di 6 e il terzo di 4. In totale dovrebbero esserci tra i 21 e i 25 piani. 

Ogni modulo arretra rispetto a quello successivo, partendo dal basso, creando delle aperture che consentono di guardare attraverso il grattacielo e tre terrazze verdi con piante e arbusti.

Fonte: Urbanfile 

Continua la lettura con:  L’IPERTORRE: il GRATTACIELO GIOIELLO da vertigini

FABIO MARCOMIN

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L’AUTODETERMINAZIONE dei POPOLI: il grande nemico dell’Occidente al tramonto

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Comunque la si veda, la guerra in Ucraina ha mostrato una volta ancora il grande tabù per chi governa in Occidente: l’autodeterminazione. L’autoproclamazione d’indipendenza dall’Ucraina delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk ha innescato ogni tipo di reazione tranne una di quelle forse più logiche: capire se esiste realmente la volontà maggioritaria dei popoli che vivono in quei territori di staccarsi dall’Ucraina.  

Questa non è una sorpresa. L’ostilità del mondo occidentale nei confronti di qualunque rivendicazione di autonomia territoriale è ormai cosa nota. Nel recente passato è stata esercitata anche in modo violento la repressione contro le istanze autonomiste della Catalogna o della Nuova Caledonia.

La cosa curiosa è che buona parte degli stati dell’Occidente si sono originati proprio da processi di autodeterminazione dei popoli, come ad esempio gli Stati Uniti, la Germania e la stessa Italia che durante le guerre risorgimentali ha utilizzato lo strumento del plebiscito per dare una legittimità al processo di unificazione che trovava giustificazione proprio dal diritto di autodeterminazione delle popolazione annesse.

La questione cruciale è questa: ha ancora senso che i popoli si possano autodeterminare quando di fatto l’Occidente lo considera il pericolo peggiore che possa capitare all’interno dei loro stati?

Forse, per evitare l’escalation bellica, sarebbe nell’interesse delle nazioni europee ricordarsi della loro origine e cercare di comprendere se sia autentica e accettabile la decisione della maggioranza dei cittadini delle due regioni indipendentiste di staccarsi dall’Ucraina.

La paura di risvegliare al loro interno spinte indipendentiste potrebbe alimentare un conflitto che per gli stessi stati europei presenta rischi ben maggiori.
Gli stati hanno molta più paura di perdere pezzi dei loro territori che affrontare una guerra.

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

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🔴 BELLA ma IMPOSSIBILE: quasi DUEMILA EURO al mese per un bilocale. Milano supera Parigi e Berlino

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Case Amsterdam - Foto di Łukasz Siwy da Pixabay

Nuovo record per gli affitti a Milano. Sfondato a dicembre il muro dei 21 euro al metro quadrato. Per un bilocale si raggiunge la cifra di 1.850 euro al mese. Questi i risultati da brivido raggiunti dal mercato immobiliare milanese. Con questi dati Milano è ai primi posti in Europa, superando le grandi capitali continentali. 

BELLA ma IMPOSSIBILE: quasi DUEMILA EURO al mese per un bilocale. Milano supera Parigi e Berlino

Milano è la quarta città in Europa per il prezzo di un appartamento. Nel capoluogo lombardo, infatti, per un bilocale il canone mensile arriva a 1.853 euro al mese, i monolocali sfiorano i 1.280 e per le stanze private 725 euro. Questi i dati pubblicati da Milano Today ripresi dal report di “HousingAnywhere”, la piattaforma internazionale di alloggi per studenti e giovani professionisti che ha pubblicato i risultati del suo “International Rent Index”, che prende in considerazione 23 città europee. 

Nel quarto trimestre del 2022, in Europa le case costano di più soltanto ad Amsterdam, Reykjavík e Lisbona. Mentre Milano stacca Monaco, Parigi o Berlino. Gli aumenti sono del 14,3% su base annua.

Conferma il trend il sito Idealista che sottolinea come gli affitti abbiano raggiunto soglie record: lo scorso dicembre il prezzo degli immobili in locazione ha raggiunto la cifra di 21 euro al metro quadro. Cifra sempre più insostenibile, anche perchè l’alternativa, comprare casa, sembra fuori portata, come attesta un’altra ricerca. 

# Cosa si può acquistare a Milano con uno stipendio “medio”

L’osservatorio Casa Affordable, promosso dal Ccl con la partnership del dipartimento di Architettura e studi Urbani (DAStU) del Politecnico di Milano, ha condotto una ricerca per conoscere che tipo di casa ci si può permettere a seconda dello stipendio medio.

Con uno stipendio medio di 1.500 euro al mese, tenendo conto di un mutuo ventennale con una rata al 30% dello stipendio, si può avere a Milano un appartamento nuovo di 18 metri quadrati.

Partendo sempre da uno stipendio di 1.500 euro mensili, l’appartamento può salire a 24 metri quadrati se è in buone condizioni, mentre si arriva a 31 metri quadrati nell’eventualità in cui l’immobile debba essere ristrutturato.

Come attestano gli ultimi dati della Fimaa, la Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari, escludendo il centro storico di Milano che ha valori doppi rispetto al resto della città, la media dei valori di compravendita nel 2021 è stata di 5.258 euro per quanto riguarda il mercato del nuovo con classe energetica A oppure B, di 4.122 euro sul mercato dell’usato in buone condizioni e di 3,086 euro sul mercato degli immobili usati da ristrutturare. 

# I quartieri in Italia con il più alto affitto residenziale (in rapporto al prezzo di acquisto)

Quando si parla di costo delle case, Milano batte ogni record. Anche nei quartieri. Una recente ricerca condotta da Idealista/News ha rivelato che Milano è la città che vanta il quartiere con il più alto costo residenziale: si tratta di Ortles che nella speciale classifica occupa il primo posto davanti a un altro quartiere milanese, Boffalora-Torretta. Nella top 20 Milano è presente con altri quartieri: Bovisa-Comasina al settimo posto, Dergano al dodicesimo, Turro al tredicesimo, Inganni al quindicesimo e Rogoredo-Santa Giulia inserito alla diciannovesima posizione.

Continua la lettura con: Il quartiere del boom: rivalutato oltre il 10% in un anno

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🔴 CONSOB e ANTITRUST a Milano: depositato il disegno di legge

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https://www.sostrader.it/2020/04/22/l-o-v-e-il-dito-medio-di-piazza-affari/

Da decenni lo ripetono un po’ tutti. Che senso ha avere a Roma l’autorità di vigilanza sulla Borsa di Milano? L’unico senso è il peccato originale del sistema amministrativo italiano osteggiato dai federalisti ai tempi dell’unificazione d’Italia e che ancora oggi fa rivoltare nella tomba Carlo Cattaneo. E molti altri da vivi. 

CONSOB e ANTITRUST a Milano: depositato il disegno di legge

Tutto a Roma, questo il principio del più forte centralismo in un grande paese europeo che, dopo la riforma sul decentramento d’Oltralpe, ha superato anche quello francese. A governi alterni si parla di spostare qualcosa anche a Milano, tipo un ministero o un’autority. Ora è il turno della Lega che ha depositato un progetto di legge alla Camera. 

L’intenzione è di spostare Consob e Antitrust a Milano: le sedi della commissione di vigilanza su borsa e del garante per la concorrenza e i consumatori. Il proposito è contenuto in una progetto di legge a prima firma Silvana Commaroli di Soncino (Cremona). La sede ci sarebbe già: Palazzo Mezzanotte. 

 
Intanto tra febbraio e marzo scadranno il commissario Berruti e il componente del Garante per la concorrenza Ainis: vedremo se con le nomine si respirerà aria nuova e necessaria per un territorio che sta venendo asfissiato dalla burocrazia e dal centralismo. 
 

Continua la lettura con: 5 enti da trasferire subito da Roma a Milano

 
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