Un panorama tropicale in vetta alle montagne? A poco più di tre ore da Milano è possibile assistere a uno spettacolo naturale che rievoca le mete più esotiche del mondo. A Bormio, si può fare il bagno in un mare tropicale… a 3.000 metri d’altezza.
BORMIO: a tre ore da Milano “le Maldive delle Alpi”
@cigiiii IG – Cartello Bei Laghetti
Per essere precisi ci troviamo a una quota di circa 2.715 metri e non si tratta ovviamente di un mare bensì di acqua di lago: quella dei Bei Laghetti, tre laghi alpini nascosti fra le balze rocciose delle montagne con colori sbalorditivi che rievocano panorami simili a quelli delle Maldive.
L’estate è la stagione perfetta per vedere brillare l’acqua di un colore azzurro brillante. Il sole che splende più in alto e il cielo terso sono la giusta combinazione per assistere a uno spettacolo naturale davvero unico.
Credits _saragallagalli_ IG – Indicazione per Bei Laghetti
Partendo da Milano servono poco più di 3 ore di auto per arrivare in questo paradiso d’alta quota. Arrivati a Bormio si può scegliere di parcheggiare allo Chalet Rododendri e prendere il sentiero 542 che da Bormio 2000 arriva fino ai Bei Laghetti, un tragitto lungo e faticoso, o in alternativa prendere la funivia che arriva a Bormio 3000 e fare circa un’ora di cammino o in sella a una mountain bike lungo il sentiero 541 per scendere fino ai Bei Laghetti.
# E poi c’è… Bormio!
Credits: milanosguardinediti.com – Bagni e vecchi e nuovi
Le Maldive delle Alpi non potevano che trovarsi a Bormio, il borgo delle acque sulle Alpi, nel parco nazionale dello Stelvio. Celebre fin dai tempi dei romani per le terme è località di sport e benessere, oltre a essere uno dei luoghi delle Olimpiadi del 2026.
Protetta dai venti del Nord, la conca di Bormio è ampia e luminosa, interamente circondata da valli fluviali.
La presenza degli scarichi delle acque termali (Bagni Vecchi di Bormio) ha fatto sì che lungo la parete rocciosa sottostante si sia insediata una stazione di Capelvenere che è la più alta d’Europa.
Bormio dispone inoltre di un orto botanico tra i maggiori e più ricchi delle Alpi. Ospita moltissime specie e molte sono le iniziative che propone per tutte le età.
L’autobus è uno dei mezzi più utilizzati nella vita tutti i giorni, per lunghi viaggi oppure brevi tratti in città, alcuni sono comodi, altri meno, alcuni sono alti, altri bassi, alcuni più adatti alla città, altri a tratti più impegnativi, possono essere lunghi e corti, ma solo uno è il più lungo del mondo.
L’AUTOBUS più LUNGO del MONDO
# L’autobus più lungo del mondo non è né cinese né americano
Credits: pixabay
Esiste un autobus lungo 32,2 metri, il più lungo fino ad ora mai realizzato. Il DAF SuperCityTrain pesa ben 28 tonnellate e può trasportare fino a 350 persone per viaggio. Si potrebbe pensare che un colosso del genere sia stato creato negli Stati Uniti, oppure in Cina, paesi dalle grandi dimensioni, con grandi aree di terreno da coprire con i trasporti pubblici, e invece il DAF ha la sua casa natale nei Paesi Bassi. Quando si parla di autobus è lui il sovrano della lunghezza mondiale.
MikaelStrandberg, fivehundredpxLe sue grandi dimensioni e l’enorme peso però non permettono al DAF SuperCityTrain di viaggiare per le strade delle città olandesi. Per questo motivo il mezzo è dovuto emigrare: ha trovato nuova collocazione nella Repubblica del Congo, dove, grazie alla sua lunghezza combinata alla vastità delle strade del paese, riesce a raggiungere i 100 km/h trasportando tutte le persone che ne hanno bisogno. La Repubblica del Congo è uno dei paesi più poveri del mondo e i proprietari di automobili sono rari, quindi, l’utilizzo di pullman e autobus è molto diffuso. Il DAF non poteva trovare posto migliore per dimostrate a pieno le sue capacità.
Milano avrà una superpedonale che percorrerà tutto il centro, lungo l’asse Castello – Loreto? Si tratta di un progetto a cui sta pensando il Municipio 1. Diventerà mai realtà?
A Milano la SUPERPEDONALE URBANA più lunga d’Europa? Dal Castello a Loreto
# Il Presidente del Municipio 1: in progetto un’isola pedonale da primato in Europa
Progetto San Babila pedonale. Credits: Comune di Milano
Come rivelato da Urban File, il Municipio 1 avrebbe in progetto la pedonalizzazione di corso Venezia. Mattia Abdu, il presidente del Municipio 1, conferma che: “La riduzione del traffico automobilistico era nel nostro programma elettorale. Dopo la trasformazione di via Palestro con l’asfalto, si dovrà arrivare anche a progettare la riqualificazione e la pedonalizzazione di corso Venezia per creare un’isola pedonale la cui ampiezza sia un primato in Europa. La pedonalizzazione dovrà essere avviata in modo soft, ed è chiaro che non si può imporre un cambiamento simile dall’oggi al domani“.
# Si partirebbe sperimentando la chiusura alle auto nei fine settimana
Il progetto prevede un approccio graduale anche per affrontare le ovvie conseguenze indigeste, come quelle sul traffico e sulle attività commerciali. Una strada da percorrere potrebbe essere quella di iniziare una sperimentazione nei week end, come rivela lo stesso Abdu: “Si deve costruire un progetto. Secondo noi un’idea potrebbe essere quella di partire organizzando nei fine settimana degli eventi e delle iniziative per utilizzare lo spazio di corso Venezia come area pedonale”.
# Il completamento della riqualificazione di Buenos Aires: “bastano i mezzi pubblici”
Corso Buenos Aires
La superpedonale potrebbe a questo punto fare da completamento al progetto di boulevard, di riqualificazione di corso Buenos Aires, che prevede l’allargamento dei marciapiedi, l’alberatura con grandi vasi e l’eliminazione dei parcheggi ai lati del corso. “Il centro, soprattutto in quest’ambito,”, spiega ancora Abdu, “è così innervato di mezzi pubblici che non ha senso la presenza del traffico privato. Pensiamo che arterie di questo tipo che oggi somigliano più a scampoli di autostrade urbane, debbano diventare zone vivibili”.
# Una Superpedonale di sei chilometri, da piazza Castello a piazzale Loreto
La proposta sarà presentata nell’ambito della procedura di revisione del Piano Generale del Traffico Urbano avviato dall’assessorato alla Mobilità. I consigli di zona allegheranno al piano i loro spunti e progetti di mobilità sostenibile.
Se l’idea verrà accolta e messa in atto, la nuova super pedonale coprirà un percorso di circa sei chilometri, da piazza Castello sino a Piazzale Loreto, della durata di circa un’ora. Senza la presenza contemporanea delle auto, come attualmente lungo corso Venezia e corso Buenos Aires.
Si prevede che sarà un percorso complesso. Anche perché Confcommercio ha già levato in alto gli scudi promettendo battaglia, definendo il progetto “una bolla avulsa dalla realtà”, che rischia di compromettere seriamente gli equilibri dell’area, dalle attività commerciali agli eventi.
Grido di allarme di una delle analiste internazionali più quotate del mondo: Gail Tverberg. La sua tesi è che i politici ci stiano nascondendo la verità. Ma, forse, non hanno alternative.
Perché nessun politico è disposto a dirci la verità sull’ENERGIA
“Nessun politico vuole raccontarci la vera storia dell’esaurimento dei combustibili fossili. La vera storia è che siamo già a corto di petrolio, carbone e gas naturale perché i costi diretti e indiretti di estrazione stanno raggiungendo un punto in cui il prezzo di vendita del cibo e di altri beni di prima necessità dovrà essere inaccettabilmente alto per rendere il sistema economico sostenibile. Allo stesso tempo, l’energia eolica, solare e altre fonti di “energia pulita” non sono in grado di sostituire la quantità di combustibili fossili perduta. “
Consumo pro capite di energia di origine fossile nel mondo – Elaborazione: Gail Tverberg
“Questa sfortunata storia sull’energia è essenzialmente un problema di fisica. L’energia pro capite e, in effetti, le risorse pro capite, devono rimanere sufficientemente elevate per la popolazione in crescita di un’economia. Quando ciò non accade, la storia mostra che le civiltà tendono a crollare.
I politici non possono ammettere che l’economia mondiale di oggi sia diretta al collasso, in un modo simile a quello delle civiltà precedenti. Invece, devono fornire l’illusione di essere al comando. Il sistema di auto-organizzazione in qualche modo porta i politici a proporre ragioni per cui i cambiamenti futuri potrebbero essere desiderabili (per evitare il cambiamento climatico) o almeno temporanei (a causa delle sanzioni contro la Russia).”
Queste le ragioni principali che motivano le bugie dei politici su questo tema:
#1 I cittadini di tutto il mondo stanno percependo che qualcosa non va: l’aspettativi sul futuro tra i consumatori è al livello più basso dal 2009.
Tutti gli indici segnalano che l’economia sia diretta verso una grave recessione nel breve termine.” Con un sentiment così negativo nessun politico può permettersi di rivelare una verità così drammatica che si tratta di una crisi non congiunturale ma inesorabile e definitiva. Non solo: la verità è ancora più drammatica di una crisi economica. Significa non potere avere risorse per riscaldarsi di inverno, per cucinare, per muoversi. Una prospettiva catastrofica.
Indice del sentiment dei consumatori sul futuro dell’economia – Elaborazione: Gail Tverberg
#2 I politici eviteranno di parlare dei problemi economici futuri legati a un approvvigionamento energetico inadeguato.
Questo perchè “I politici vogliono essere rieletti. Vogliono che i cittadini pensino che tutto va bene. Se ci sono problemi di approvvigionamento energetico, devono essere inquadrati come temporanei, come legati alla guerra in Ucraina. In alternativa, qualsiasi problema che si presenta verrà discusso come se potesse essere facilmente risolto con una nuova legislazione e forse un po’ più di debito.”
“Anche le aziende vogliono ridimensionare al minimo i problemi. Vogliono che i cittadini ordinino i loro beni e servizi, senza il timore di perdere il lavoro o di finire in miseria. Vorrebbero che i mezzi di informazione pubblicassero articoli in cui si afferma che qualsiasi calo economico sarà probabilmente molto lieve e temporaneo.”
#3 Si tratta di un problema di fisica: il funzionamento della nostra economia richiede energia del tipo corretto e della giusta quantità.
“L’economia è qualcosa che cresce attraverso la “dispersione” dell’energia. Esempi di dissipazione di energia includono la digestione del cibo per fornire energia agli esseri umani, la combustione di combustibili fossili e l’uso dell’elettricità per alimentare una lampadina. Un aumento del consumo energetico mondiale è fortemente correlato alla crescita dell’economia mondiale. Il calo del consumo di energia è associato alla contrazione economica.
Correlazione tra GDP mondiale e consumo di energia – Elaborazione di Gail Tverberg
In termini fisici, l’economia mondiale è una struttura dissipativa, proprio come lo sono tutte le piante, gli animali e gli ecosistemi. Tutte le strutture dissipative hanno una durata limitata, inclusa l’economia mondiale.
Questa scoperta non è ben nota perché i ricercatori accademici sembrano operare in torri d’avorio. I ricercatori nei dipartimenti economici non comprendono la fisica e come si applica all’economia.”
“Inoltre, non ci si aspetta che i ricercatori economici studino la storia delle molte civiltà più piccole e più localizzate che sono crollate in passato. (…)
La combinazione della diminuzione della disponibilità di risorse di alta qualità e dell’aumento della popolazione tendeva a lasciare a queste civiltà uno scarso margine per affrontare i brutti tempi che ci si può aspettare per caso. In molti casi, tali civiltà sono crollate dopo epidemie di malattie, un’invasione militare o una fluttuazione climatica che ha portato a una serie di raccolti falliti.”
#4 La gran parte delle persone sono state messe in confusione su come funziona davvero un’economia
“I modelli economici standard promuovono la convinzione che l’economia possa continuare a crescere senza un corrispondente aumento dell’approvvigionamento energetico.
Quando i modelli economici sono progettati con lavoro e capitale come input importanti, l’approvvigionamento energetico non sembra essere affatto necessario.”
La realtà è che “Se verranno compiuti sforzi per abbassare i prezzi dei combustibili fossili (come aumentare i tassi di interesse e aggiungere petrolio dalle riserve petrolifere statunitensi per aumentare l’offerta totale di petrolio), dobbiamo aspettarci che l’estrazione ne risentirà negativamente.”
In sintesi, se aumenta il costo per estrarre nuova energia, tenere il prezzo dell’energia artificialmente basso significa non consentire gli investimenti per nuove estrazioni: “Se il costo di estrazione aumenta troppo, rispetto a quello che le persone in tutto il mondo hanno per reddito spendibile, la produzione si fermerà perché la domanda (in termini di ciò che le persone possono permettersi) scenderà troppo in basso. Le persone tenderanno a ridurre le spese discrezionali, come le vacanze e i pasti nei ristoranti, riducendo la domanda di combustibili fossili.”. Rendendo così ancora meno conveniente l’investimento in nuove estrazioni.
“Una quota sorprendentemente ampia della domanda è legata alla necessità di cibo, acqua e servizi di base come scuole, strade e servizio di autobus. Le persone povere richiedono questi elementi di base tanto quanto le persone ricche. Ci sono letteralmente miliardi di poveri nel mondo. Se i salari dei poveri sono troppo bassi rispetto a quelli dei ricchi, il sistema non può funzionare. I poveri scoprono che devono spendere quasi tutto il loro reddito per cibo, acqua e alloggio. Di conseguenza, hanno poco da pagare le tasse per sostenere i servizi governativi di base. Senza un’adeguata domanda da parte dei poveri, i prezzi delle materie prime tendono a scendere a livello troppo basso per incoraggiare il reinvestimento.
La maggior parte dell’uso di combustibili fossili è da parte di utenti commerciali e industriali. Ad esempio, il gas naturale viene spesso utilizzato nella produzione di fertilizzanti azotati. Se il prezzo del gas naturale è alto, il prezzo del fertilizzante aumenterà più di quanto gli agricoltori siano disposti a pagare per il fertilizzante. Gli agricoltori ridurranno l’uso di fertilizzanti, riducendo i raccolti per le loro colture. I costi propri degli agricoltori saranno inferiori, ma ci saranno meno raccolti desiderati, forse aumentando indirettamente i prezzi alimentari complessivi”
“I lockdown del 2020 mostrano che i governi possono davvero aumentare la domanda (e quindi i prezzi) di prodotti energetici inviando assegni ai cittadini. Ora stiamo vedendo che l’approccio sembra produrre inflazione piuttosto che una maggiore produzione di energia. Inoltre, i paesi senza risorse energetiche proprie potrebbero vedere le loro valute cadere rispetto al dollaro USA.”
#5 Non è vero che i tipi di energia possono essere facilmente sostituiti l’uno con l’altro
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“Nella modellazione energetica, come nel calcolo del “rendimento energetico sull’energia investita”, un presupposto popolare è che tutta l’energia è sostituibile con altra energia. Questo non è vero, a meno che una persona non renda conto di tutti i dettagli della transizione e dell’energia necessaria per rendere possibile tale transizione.
Ad esempio, l’elettricità intermittente, come quella generata da turbine eoliche o pannelli solari, non è sostituibile con l’elettricità che segue il carico. Tale elettricità intermittente non è sempre disponibile quando le persone ne hanno bisogno. Parte di questa intermittenza è a lungo termine. Ad esempio, l’elettricità generata dal vento può essere bassa per più di un mese alla volta. Nel caso dell’energia solare, il problema tende ad accumulare energia elettrica sufficiente durante i mesi estivi per l’utilizzo in inverno. Una persona ingenua potrebbe presumere che l’aggiunta di alcune ore di batteria di riserva risolva i problemi di intermittenza, ma una tale soluzione si rivela del tutto inadeguata.
Se le persone non vogliono congelare al buio in inverno, sono necessarie soluzioni a lungo termine. Un approccio standard consiste nell’utilizzare un sistema di combustibili fossili per colmare le lacune quando l’eolico e il solare non sono disponibili. Il problema, quindi, è che il sistema dei combustibili fossili deve davvero essere un sistema per tutto l’anno, con personale qualificato, condutture e un adeguato stoccaggio di carburante. Un modellatore deve considerare la necessità di costruire un intero sistema doppio invece di un unico sistema.
A causa di problemi di intermittenza, l’elettricità eolica e solare sostituiscono solo i combustibili (carbone, gas naturale, uranio) che fanno funzionare il nostro attuale sistema. Le pubblicazioni parlano spesso del fatto che il costo dell’elettricità intermittente è a “parità di rete” quando il suo costo temporaneo sembra corrispondere al costo dell’elettricità di rete, ma questo corrisponde a paragonare “mele e arance”. Il confronto dei costi deve essere confrontato con il costo medio del combustibile per gli impianti che producono elettricità, piuttosto che con i prezzi dell’elettricità.”
“Un’altra ipotesi popolare è che l’elettricità possa essere sostituita con combustibili liquidi. Ad esempio, in teoria, ogni pezzo di attrezzatura agricola potrebbe essere riprogettato e ricostruito per essere basato sull’elettricità, piuttosto che sul diesel, che è tipicamente usato oggi. Il problema è che ci sarebbe bisogno di un numero enorme di batterie costruite ed eventualmente smaltite affinché questa transizione funzioni. Ci sarebbe anche bisogno di fabbriche per costruire tutte queste nuove apparecchiature. Avremmo bisogno di un sistema commerciale internazionale che funzioni straordinariamente bene, per reperire tutte le materie prime. Probabilmente, non ci sarebbero ancora abbastanza materie prime per far funzionare il sistema.”
#6 C’è molta confusione sui prezzi attesi del petrolio e degli altri prezzi dell’energia
“Un presupposto comune tra gli analisti è che “ovviamente” i prezzi del petrolio aumenteranno, man mano che i limiti si avvicinano. Questa ipotesi si basa sulla curva di domanda e offerta standard utilizzata dagli economisti.
Il problema è che la disponibilità di prodotti energetici a basso costo influisce molto sia sulla domanda che sull’offerta. I lavori che pagano bene sono disponibili solo se il lavoro umano può utilizzare prodotti energetici a basso costo. Ad esempio, i chirurghi oggi eseguono la chirurgia robotica, richiedendo, come minimo, una fonte stabile di elettricità per ogni operazione. Inoltre, le apparecchiature utilizzate nell’ambulatorio sono realizzate utilizzando combustibili fossili. I chirurghi usano anche prodotti anestetici che richiedono combustibili fossili. Senza l’attrezzatura di lusso di oggi, i chirurghi non sarebbero in grado di addebitare quanto fanno per i loro servizi.”
Pertanto, non è immediatamente ovvio se la domanda o l’offerta tenderebbero a diminuire più rapidamente, se l’offerta di energia dovesse raggiungere dei limiti. (…) Ciò suggerisce che almeno a volte durante i crolli del passato, il problema era la domanda troppo bassa (e i prezzi troppo bassi), piuttosto che la fornitura troppo bassa di prodotti energetici.”
# Stiamo vivendo un periodo davvero insolito, con un grave problema energetico nascosto ai nostri occhi
Ph. 李磊瑜伽 – Pixabay
I politici non possono dire al mondo quanto sia grave la situazione energetica. Il problema dei limiti energetici a breve termine è noto almeno dal 1956 (M. King Hubbert) e dal 1957 (Hyman Rickover). Il problema è stato confermato nella modellazione eseguita per il libro del 1972, The Limits to Growth di Donella Meadows e altri.
La maggior parte dei politici di alto livello è consapevole del problema dell’approvvigionamento energetico, ma non può assolutamente parlarne. Invece, scelgono di parlare di cosa accadrebbe se all’economia fosse permesso di andare avanti senza limiti e di quanto gravi potrebbero essere le conseguenze di ciò.”
Contrordine a Milano. Non aumenterà (per ora) il biglietto dei mezzi pubblici a Milano. Ma si tratta di una tregua temporanea. Prosegue infatti il gioco a rimpiattino tra Comune e Regione.
Congelato l’AUMENTO dei BIGLIETTI della METRO: il braccio di ferro tra Comune e Regione
Credits ebay – Biglietto superficie ATM
Al momento l’aumento, previsto per biglietti e carnet ma non per gli abbonamenti, è congelato. Il Comune di Milano lo ha escluso, “almeno fino a Novembre”.
L’aumento era dovuto all’inflazione, in base ad una rivalutazione più o meno automatica al costo della vita secondo regole della Regione Lombardia. Il Comune rilancia la sfida alla Regione: “Regione Lombardia si faccia carico dell’adeguamento Istat 2022 deliberato il 4 luglio – ha spiegato l’assessore alla Mobilità del Comune, Arianna Censi – . E per questo ho chiesto formalmente alla Regione di provvedere e porre in essere tutte le azioni utili a ricercare le risorse necessarie per coprire l’aumento Istat. Ma il tema delle risorse è più ampio: per questo chiederemo urgentemente al prossimo ministro dei Trasporti un tavolo tecnico perché intervenga a livello centrale per evitare il rincaro dei biglietti”
Ma di quanto aumento si sta parlando?
# Fino a 30 centesimi in più per il biglietto ATM
leggo.it – Biglietto Atm
Si tratterebbe di un nuovo rincaro. Se nel 2018 il biglietto per muoversi all’interno del territorio del comune di Milano costava 1,50 euro, nel 2019 ci fu un rincaro: il costo del viaggio diventò 2 euro, un aumento di circa il 33%, giustificato però dall’agevolazione per chi veniva da fuori perché, insieme all’aumento del prezzo, era stato introdotto il sistema integrato STIBM (un solo biglietto per viaggiare in territorio urbano ed extra-urbano).
In piena estate la nuova doccia fredda: l’anticipazione di un nuovo rincaro dai 10 ai 30 centesimi in più. La notizia era stata data a inizio agosto durante l’assemblea dei soci dell’agenzia del trasporto pubblico locale del bacino della città metropolitana di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia.
Notizia che aveva innescato le polemiche: ma come, in un’Europa che per incentivare il trasporto pubblico riduce o azzera il costo del biglietto, Milano accelera in controtendenza?
Quanto ci manca Alboreto! Quanto ci manca la sua ironia, la sua tranquillità nel raccontare le corse e la sua classe nel condurre quei bolidi, che appassionano e spaventano. La vita e le gesta del più grande pilota italiano degli ultimi decenni.
MICHELE ALBORETO, il “pilota gentiluomo”
# L’ultimo pilota italiano ad aver vinto in Formula Uno sulla Ferrari
Michele Alboreto
“Il mio primo testacoda? Avevo 16 anni, ero con la macchina di un mio amico, i miei genitori non lo seppero mai“. Era la fine degli anni ’80 e Michele Alboreto raccontava così la sua prima “impresa” sulle quattro ruote.
Quanto ci manca Alboreto! Quanto ci manca la sua ironia, la sua tranquillità nel raccontare le corse e la sua classe nel condurre quei bolidi, che appassionano e spaventano. Eranato a Milano il 23 dicembre 1956, è stato l’ultimo pilota italiano ad aver vinto in Formula Uno sulla Ferrari.
# L’amore per Nadia Astorri
Dopo il diploma di perito, entra in un’azienda milanese: lavoro e passione per i motori, ma ancor prima c’è stata la passione per Nadia (Astorri) che sposò e dalla quale ebbe due figlie, Alice e Noemi; una passione che non finirà mai….
“Abitavamo nella stessa via – disse Nadia in un’intervista negli anni duemila – avevamo compagnie in comune, ci innamorammo adolescenti con grande semplicità. Michele era già appassionato di motori, io di quel mondo non sapevo nulla, ma rimasi attratta dalla sua ironia, sottile, dalla solarità e dalla capacità di sdrammatizzare“.
# Le prime corse al campionato di Formula Monza
A vent’anni Alboreto partecipa al campionato di Formula Monza, per la “Salvati”, mentre a ventidue passa alla Formula Italia, dove si mette in mostra per le sue doti tecniche, che presto lo fanno passare alla Formula 3. Viene ingaggiato dalla scuderia Euroracing, alla fine del campionato arrivò secondo.
Nel 1979, sempre in F3, vince il titolo europeo, mentre nel 1981 si afferma al Gran Premio di F2 a Misano. Si fa le ossa nel campionato Sportprototipi, per entrare in F1 nel 1981: va alla Tyrrell, la prima stagione è avara di soddisfazioni, ma nel 1982 conquista quasi subito un buon sesto posto nel Gp del Brasile (diventato poi quarto per la squalifica di due piloti). Al Gp degli Usa-Ovest arriva ancora sesto e al GP di San Marino è terzo, ma l’inarrestabile bravura di Alboreto, presto, gli darà la soddisfazione della prima vittoria in F1, nella tappa di Las Vegas: risultati che gli consentono di chiudere la stagione all’ottavo posto nella classifica piloti.
# L’approdo in Ferrari e il secondo posto nel mondiale di Formula Uno del 1985
Credits mariomotorsports_page_ IG – Alboreto in Ferrari
Nell’83, sempre con la Tyrrell, vince il GP di Detroit, malgrado una vettura tutt’altro che competitiva. Si fa notare da molte scuderie e nel 1984 approda alla Ferrari, segno della grande stima che il fondatore della scuderia di Maranello aveva per il pilota milanese. Nella prima stagione Alberto arrivò al 4° posto, ma nel 1985 lui e la sua “rossa” fecero sognare gli italiani: Alboreto diede vita ad un emozionantissimo testa a testa con Alain Prost (McLaren), vinto dal francese, con il milanese secondo nella classifica finale, con due vittorie (in Canada e in Germania), quattro secondi posti e un terzo. Michele Alboreto restò alla Ferrari fino al 1988, per tornare alla Tyrrell. Passò poi all’Arrows e alla Scuderia Italia.
Nel 1995 esce dalla Formula 1 e corre nel campionato Turismo tedesco, tornando alla vittoria il 15 giugno 1997 nella 24 ore di Le Mans, poi la sua carriera continua con alcuni buoni risultati a bordo dell’ Audi Sport.
Diventa giornalista e commentatore radiofonico delle corse.
# La scomparsa in un test sulla pista di Klettwitz in Germania
Il 25 aprile 2001, mentre collauda un‘Audi R8 Sport sulla pista di Klettwitz in Germania, lungo un rettilineo esce di strada e compie un volo di diverse decine di metri. L’impatto col suolo è terribile e Alboreto morirà all’ospedale di Dresda.
Michele è stato il più grande pilota italiano degli ultimi decenni, sulla Ferrari ci fece sognare. Un italiano che fa sognare gli italiani correndo su una “rossa” … accadrà ancora?
A seconda del traffico servono dalle tre alle quattro ore per arrivare in un borgo dai mille colori. Scopriamo dove si trova e le attrazioni da non perdere.
Il BORGO ARCOBALENO a 3 ore e mezza da Milano (non è Burano)
# Nel cuore della Toscana un paese dai mille colori
@sarakarenroyal_sararoyal.dk IG – Ghizzano
Ghizzano è un piccolo borgo di 350 abitanti, nel cuore della Toscana, situato nel comune di Peccioli. L’attrazione principale è la coloratissima Via di Mezzo, caratterizzata da una fila di casette a schiera dalle facciate multicolor, dove il verde è il colore dominante alternato al marrone per creare una strada in perfetta armonia con le sfumature delle campagne toscane.
@danielcitizen IG – Ghizzano
Ma non è questa l’unica particolarità. Alcune porte sembrano fatte per gli gnomi e sia le porte che le finestre sono realizzate da linee orizzontali o verticali che creano incredibili contrasti visivi. Inoltre, appese alle pareti o nelle piazzette ci sono alcune installazioni di arte contemporanea realizzate dall’artista Patrick Tuttofuoco che rappresentano braccia di giganti, in connessione con altre opere presenti nel capoluogo comunale.
A pochi chilometri di distanza, nel comune di Peccioli ci sono altre meraviglie da vedere. La prima è il ponte arcobaleno, una passerella pedonale colorata che collega la strada provinciale, il centro storico e la parte moderna del paese, dove i colori sono sia sul pavimento che sul soffitto.
La seconda sono i “chiassi a fil di luce”, sei passaggi segreti illuminati dai led. La terza è una terrazza panoramica che si affaccia sulle campagne, con vista sull’ultima attrazione, una serie di opere d’arte che raffigurano dei giganti dal nome di “Presenza di Naturaliter”.
Da Milano si prende l’autostrada A1 e all’altezza di Parma si prende lo svincolo per l’A15 in direzione di La Spezia, poi si prosegue verso Livorno percorrendo l’A12 e sulla superstrada Firenze Pisa Livorno fino a Pisa. Infine si esce a Pontedera e si percorre la strada provinciale fino a Ghizzano. Traffico permettendo, per arrivare a destinazione, servono circa tre ore e mezza, al massimo quattro.
Sfidarsi al famosissimo gioco “Nomi, Cose, Animali” scegliendo un albergo in giro per il mondo. Ecco dove è possibile farlo
Dormire negli alberghi con la FORMA PIÙ STRANA del mondo
# 7 proposte bizzarre per viaggiatori molto insoliti
Dormire come Ulisse la notte prima di conquistare Troia
A quanti di noi è capitato di scegliere un albergo per un viaggio?
La variabile più divertente è quella introdotta da alcuni albergatori, che offrono la possibilità di unire al luogo del riposo alloggi dalla forma più bizzarra che si possa immaginare. Sembra quasi che nel mondo stiano facendo una gara, per assegnare il premio all’albergo più eccentrico.
Una spa e un romantico rifugio per due, nel mezzo della campagna dell’Idaho, in una splendida fattoria con una mucca Jersey al posto dei vicini di casa. Può capitare al Big Idaho Potato Hotel, l’albergo a forma di patata di Boise.
Dotato di (quasi) tutti i comfort e arredato con stile, il tubero gigante è particolarmente luminoso e vale tutta la strada necessaria per raggiungerlo. La proprietaria, Kristie Wolfe proponealtre soluzioni altrettanto innovative, segnalate per chi si immedesima in questo tipo di viaggi.
La posizione precisa di questa patata da 6 tonnellate viene inviata privatamente, a prenotazione avvenuta.
# Il migliore amico dell’uomo è il Beagle più grande del mondo
Credits: @wikpicsofnote IG
Immancabile, nella mente e nel cuore, un chiaro riferimento al migliore amico dell’uomo, il cane. Le campagne dell’Idaho fanno da cornice anche ad un’altra curiosa sistemazione, quella proposta dal Dog Bark Park Inn di Cottonwood. La famigliola di Beagle è stata premiata tra i 20 posti migliori e più entusiasmanti dove dormire e vanta anche il primato di Beagle più grande del mondo. Stanze comode e, per colazione, biscottini a forma di osso.
Da quando la tribù dei Seminole ha preso il controllo del gruppo Hard RocK Cafè, stiamo assistendo a colpi di grazia favolosi. Come un hotel e Casinò di Miami, Florida, il Guitar Hotel è un grattacielo a forma di chitarra che ha, ai suoi piedi, un fantastico villaggio improntato al relax assoluto: capanne circondate da vegetazione della baia, acque azzurre e ogni comfort balneario, con il clima di Miami a completare l’opera d’arte. L’Hotel è tappa fissa per gli Igers a Miami.
# 4 stelle di Lego
Credits: inntelhotelsamsterdamzaandam.nl
L’Inntel Hotels Amsterdam Zaandam offre un soggiorno in uno degli angoli più tridimensionali di Zaan, presentando una facciata impressionante ricavata sovrapponendo tipo lego, le casette tipiche della zona. Una volta all’interno, oltre al sapore del passato, coniuga tradizione e comfort, a due passi dai mulini a vento di Zaan, a 12 minuti di passante dal centro di Amsterdam e a 20 dall’aeroporto di Schiphol, praticamente una delle soluzioni più scelte per visitare la Venezia dei Paesi Bassi.
Dallo stivale italico a quello del Jester House in Nuova Zelanda, una soluzione improntata al relax assoluto in Tasmania, che ha da offrire il soggiorno e alloggio in una tiny house a forma di stivaletto. La star di Instagram della Tasmania mostra soltanto foto di ospiti molto felici di stare come un calzino o un piede.
# Sentirsi Mr. Crocodile Dundee
Credits: @crocodilehotel IG
Nella stupefacente riserva naturale del Parco Nazionale Kakadu, in Australia, terra di acque e coccodrilli, l’Hotel Mercure Kakadu Crocodile gioca con la mimetizzazione, indossando i panni del coccodrillo. Non facciamoci influenzare dall’aspetto quasi digitale del Mercure: le escursioni che si possono fare con base questo hotel, sono alcune tra le più incredibili avventure offerte dal continente australiano.
Forse l’emozione più straordinaria che può capitare ad un viaggiatore di piacere: impersonare Ulisse la notte prima della distruzione di Troia. Si può fare a La Balade des Gnomes, in Belgio, un complesso di residenze che offre la possibilità di dormire in un cavallo di legno, ispirato da quello che l’astuto archetipo del viaggiatore ha ideato per porre finne alla guerra tra Atene e Troia, non perché fosse un condottiero ma, semplicemente, perché voleva tornare a viaggiare. Impossibile dargli torto.
Al La Balade des Gnomes si può scegliere anche tra altre deliziose sistemazioni.
A parte farsi ispirare da questi bizzarri hotel, magari per richiedere a gran voce un hotel a forma di panettone a Milano, qual è il vostro preferito?
25 agosto. Nuovo record del prezzo del gas che ha sfondato quota 300 euro. Il contratto sul future del gas naturale in apertura ha segnato un nuovo record a 302 euro al megawattora. Dopo poco meno di un’ora di scambi resta poco sotto i massimi a 299,75 euro. Il rialzo dei costi energetici sembra non dare tregua ad aziende e famiglie. Da UK e USA arrivano segnali di allarme: sempre più persone non pagano la bolletta.
Nuovo RECORD del prezzo del GAS. Allarme in USA e in UK: le famiglie non pagano più le BOLLETTE
# USA: 20 milioni di famiglie (1 su 6) non riescono a pagare la bolletta
Si sta andando verso uno “Tsunami delle interruzioni”: 1 famiglia americana su 6 è in ritardo con il pagamento della bolletta energetica. 20 milioni di case negli Stati Uniti sono a rischio di sospensione della fornitura, riporta Bloomberg, citando i dati del Associazione Nazionale Direttori di Assistenza Energetica (Neada).
La rivista americana riporta già casi di chiusura delle forniture, come è il caso di “Adrienne Nice che si è svegliata la mattina del 25 luglio ricevendo una notizia che temeva. La compagnia elettrica aveva interrotto l’elettricità al piccolo appartamento di Minneapolis che condivide con suo figlio adolescente, proprio mentre un’ondata di caldo si abbatteva sulla città.” L’interruzione è stata attivata dopo il mancato pagamento di 3.000 dollari di bollette scadute. Quello che è capitato ad Adrienne presto potrebbe estendersi a milioni di altre famiglie, scatenando un vero e proprio tsunami sociale senza precedenti.
Ma questo è niente rispetto a quello che può capitare in Europa dove, ricorda Bloomberg, “la crisi della bolletta elettrica è ancora più elevata, dove l’impennata dei prezzi del gas naturale è stata di gran lunga maggiore sulla scia dell’invasione russa dell’Ucraina.” Le difficoltà di sostenere i costi dell’energia stanno innescando un movimento di protesta in UK.
# UK: “Non pagate più le bollette di gas ed elettricità”. Nasce il movimento contro il caro vita
Il rischio che il banco salti ancora prima viene dal movimento di protesta in UK dove si invitano le famiglie a non pagare più le bollette. Se dovesse estendersi in patria e a livello internazionale si potrebbe arrivare a un crack di sistema di cui è impossibile immaginare le conseguenze.
Si chiama Don’t Pay UK e l’obiettivo è di organizzare una massiccia azione di protesta l’1 ottobre quando ci sarà il nuovo aumento del costo dell’energia. Quasi centomila persone hanno già aderito all’iniziativa che sta rapidamente estendendosi nel paese.
Le ultime analisi sulla crescita dell’inflazione rapportate al costo della vita anticipano che la bolletta domestica media supererà le 3.300 sterline all’anno, con un picco che potrebbe arrivare a 4.200 sterline a partire da gennaio del prossimo anno.
Per tale motivo i principali sostenitori di Don’t Pay UK spingono affinché le famiglie britanniche si rifiutino di pagare le bollette a partire da ottobre.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
All’interno sembra di guardare un angolo di una qualunque città metropolitana: metà della stanza è totalmente bianca e l’altra metà, invece, è decorata con graffiti di artisti famosi.
La magia di dormire tra i GRAFFITI
# Mille colori ed emozioni
Credits: www.auvieuxpanier.com
Siamo all’hotel Au Vieux Panier. L’hotel è diventato di culto tra gli amanti della street art. Un artista che si è cimentato nella decorazione delle stanze è Tilt, che ai più dice poco, ma gli amanti del genere lo conoscono molto bene. Infatti, si tratta di una celebrità nell’ambiente della street art. Ogni anno le decorazioni cambiano e vengono affidate ad artisti diversi, per proporre nuovi temi, nuovi spazi, nuovi “sogni” ai turisti.
La cosa incredibile è che anche i mobili, e non solo le pareti, sono la tela dell’artista. Quindi, magari, mezzo specchio è pulito e l’altra metà è un’opera d’arte, o anche la coperta del letto segue la linea tra arte e bianco.
L’hotel si trova al centro del quartiere storico di Marsiglia, Le Panier, dove ci sono tanti riferimenti artistici, e anche diversi musei. La stessa Marsiglia, crocevia di vite e persone, porto molto grande e prima tappa di tante popolazioni delle colonie, è un miscuglio di identità, cibi, colori che è ben rappresentata da queste stanze.
# Le sorprese di Marsiglia
IG @madeinmarseille_officiel
“La plus belle ville du monde”, la città più bella del mondo, così la definiscono i suoi abitanti. In effetti, la grande città della Provenza rappresenta una grande sorpresa per chi non la conosce. Una città che si è saputa riproiettare nel futuro, abbinando quartieri storici come Le Panier con opere d’avanguardia. Al centro c’è il suo porto suggestivo ed è dominata dal santuario di Notre Dome da cui si gode il panorama sulla città e sui dintorni. Di fronte ci sono isole raggiungibili in pochi minuti dal porto e sulla costa orientale parte quella che è stata definita la “strada panoramica più bella d’Europa”: la Corniche.
Ma la sorpresa naturale più impressionante sono le Calanque, dei piccoli fiordi costruiti su imponenti rocce a picco sul mare che collegano Marsiglia con la deliziosa cittadina di Cassis.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Credits: @mely_travellinglover
Torbiere del Sebino
Più nota per i suoi vini che per i suoi bellissimi paesaggi: andiamo a visitare questo splendido territorio, poco noto, della Lombardia.
FRANCIACORTA: torbiere, vini e scale sante nella “PICCOLA FRANCIA” a un’ora da Milano
# L’origine del nome: un piccolo paradiso fiscale
I confini della zona sono definiti dalla zona collinare compresa tra Brescia e l’estremità meridionale del lago d’Iseo, di cui fanno parte circa 20 comuni. Quello che resta da capire invece è l’etimologia del nome, argomento discusso da molti studiosi, ma ancora privo di una soluzione definitiva. Franciacorta, secondo la versione più accreditata, potrebbe derivare da “Corte Franca”.
Queste terre intorno alla fine del 1200 erano infatti proprietà vitivinicola ecclesiastica e i monaci in cambio del duro lavoro in vigna godevano dell’esenzione dei tributi imperiali richiesti altrove. Alle corti franche, quindi, non era richiesto alcun dazio per il trasporto delle merci in altri stati. C’è poi anche la leggenda che fa derivare il toponimo da una “piccola Francia” di Carlo Magno, ma sembra quasi un’opzione imposta, un po’ come l’origine della parmigiana che viene di tanto in tanto associata a Parma, senza alcun fondamento. Ma vediamo alcune delle attrazioni del territorio.
# La finta fortezza medievale: il centro commerciale
Credits: tripadvisor
Appena usciti dall’autostrada ci troviamo davanti questo complesso monumentale i cui parcheggi sotterranei sono impressionanti, specie se visti durante un festivo di inopinata chiusura. Non può mancare il cinema, né l’aria giochi spaziale, in questa finta fortezza medievale, ma il motivo per cui ci fermiamo è quello di cominciare a intravedere il territorio dalla lista di suoi prodotti in offerta nei negozi del complesso, un po’ come quando atterriamo in un aeroporto ed entriamo nelle boutique di souvenirs per immaginarci cosa ci aspetta. Le bottiglie impilate cominciano a raccontarci la loro storia, rendendoci ancora più curiosi…
# Erbusco, il punto di partenza per il viaggio tra le cantine
@decanter IG – Franciacorta
Siamo già, di fatto, nell’area della cittadina più importante di tutta la Franciacorta, quella che sorge sulle pendici collinari di un territorio che conserva tuttora una quota importante di bosco. Le stradine ripide del piccolo centro portano tutte a qualche villa o cantina dedicata alle bollicine, ma ci sono anche monumenti da apprezzare, in un contesto così curato da poter sembrare, a tratti, persino un parco tematico.
Il grazioso nucleo antico si sviluppa intorno al castello, eretto nel 1300 nei burrascosi anni di lotta tra guelfi e ghibellini. Il profilo di Erbusco (che si può notare anche dall’autostrada, appena prima dell’uscita Rovato) è però ancora più fortemente connotato dall’imponente costruzione in stile palladiano di Villa Lechi, con pianta a U e un corpo centrale caratterizzato da una loggia con balaustra ad affacciarsi su un giardino all’italiana. Considerate la località come punto di partenza, bevetevi un caffè e cominciate a telefonare per prenotarvi le visite alle cantine, se siete venuti in un giorno feriale. Altrimenti non troverete posto, che ve lo dico a fare?
# Le cantine più conosciute
Credits: @the_wine_doctor_italy Ca’ del Bosco
Siete pronti a scoprire l’unico vino a essere prodotto esclusivamente con la rifermentazione in bottiglia? In Franciacorta si vive un’esperienza unica visitando le cantine storiche, alla pari di un viaggio nella storia delle famiglie che hanno saputo dare un seguito alle tradizioni dei loro antenati. Evidentemente, adesso, selezionare solo alcuni nomi risulterebbe poco professionale, per chi non le ha potute giudicare tutte. Per cui citiamo Barone Pizzini, il primo ad aver prodotto una bolla biologica, oppure Bersi Sellini che vi farà assaggiare il vino bendati e naturalmente Ca’ del Bosco con la sua tenuta con pista di atterraggio elicotteri a cui si accede varcando un cancello in bronzo firmato da Arnaldo Pomodoro. Ferghettina vi accompagnerà attraverso la fermentazione dei mosti e la “presa di spuma” fino all’imbottigliamento e alla sboccatura del vino finito nelle iconiche bottiglie a base quadrata, Contadi Castaldi saprà regalarvi un panorama incredibile sul paesaggio unico della Franciacorta dalla vecchia torre della sua fornace, mentre Fratelli Berlucchi vi spiegherà la targhettizzazione dei suoi prodotti tra classici, preziosi ed esclusivi. Formaggio e bollicine sono l’accoppiata perfetta delle degustazioni a fine tour, in questa zona. Scegliete almeno tre cantine alternando magari visite e degustazioni, altrimenti sarete venuti per niente. L’amico astemio che vedete una volta all’anno potrebbe farvi comodo, in questa occasione.
# La Scala Santa di Monte Alto
@andy7bianca Corte Franca
Poi c’è questa incredibile località nata nel 1928 dalla fusione delle frazioni di Borgonato, Colombaro, Nigoline e Timoline. La sede comunale è stata a Nigoline fino agli anni novanta, quando è stata trasferita a Timoline, secondo il mantra di una politica che al livello più basso sa ancora concedere qualche libertà minima. Ma attraversare i campi e le colline di collegamento tra le quattro frazioni originarie è emozione pura di scoperta del territorio: per chi ama il trekking, c’è la bella passeggiata al Monte Alto, con numerosi sentieri convergenti al punto comune della Scala Santa, struttura naturale formata da sassi, 50 metri di un percorso atto a depurare lo spirito del “viaggiatore”.
# Il “Cenacolo naturale” di Palazzo Torri
Palazzo Torri
Se all’attività fisica preferite l’arte, potrete fermarvi ad ammirare il maestoso Palazzo Torri, splendida villa nobiliare seicentesca che la famiglia residente trasformò in un “cenacolo culturale” frequentato da ospiti illustri, come Carducci e Fogazzaro. Se non siete invitati qui a nozze, o per una cena di gala, dovrete prenotare una visita per ammirare gli splendidi interni. Niente da fare? Allora passate dallo stadio per vedere l’allenamento della squadra femminile, orgoglio locale, che gioca in una splendida serie B.
# Le Torbiere del Sebino
@mely_travellinglover Torbiere del Sebino
Ai limiti settentrionali della Franciacorta, che coincidono con l’estremità meridionale del lago d’Iseo, c’è un luogo magico dove l’incontro tra acqua e terra dà vita a una zona di grande interesse naturalistico tutelata dalla Regione Lombardia: le Torbiere del Sebino, riserva naturale dai colori mozzafiato, se avete la fortuna di non visitarle sotto un cielo plumbeo.
Si estendono per circa 360 ettari come un territorio acquitrinoso e paludoso, con canneti e specchi d’acqua, in alcuni punti attraversati da iconici pontili in legno, perfettamente inseriti nel panorama circostante formato da campi coltivati, abitazioni e strade della Franciacorta. La flora è influenzata dalla profondità dell’acqua, ma le Torbiere offrono numerosi punti di osservazione soprattutto per gli appassionati di birdwatching: armati di macchina fotografica e binocolo potrete osservare l’avifauna presente, tra cui l’airone rosso, il falco di palude, il nibbio bruno, il tarabuso, per scoprire il modo di comportarsi di questi esemplari e ammirare la bellezza dei loro colori.
Le Torbiere del Sebino sono aperte tutti i giorni dell’anno dall’alba al tramonto. Vi si accede per tre ingressi principali, uno a Iseo, uno a Provaglio e uno a Corte Franca: presso ognuno è collocato un erogatore automatico per l’acquisto del ticket, al prezzo di 1 euro.
Dense nubi all’orizzonte del mondo Occidentale. Praticamente tutti gli esperti di economia sono concordi che ci attende un periodo molto buio, che potrebbe avere inizio fin dall’autunno. Ma concretamente che cosa potrebbe accadere? E ci sono strategie che si possono mettere in atto per affrontare in modo costruttivo anche un periodo così nero? Pubblichiamo la traduzione di estratti di The Pause…, articolo di Tyler Durden pubblicato su zerohedge.com.
“Presto saremo tutti MILIARDARI. Come nello ZIMBABWE”
Come lo Zimbabwe, come la Repubblica di Weimar: ci attende un periodo in cui saremo tutti miliardari ma di monete che non varranno più nulla? Questa la tesi di Tyler Durden, che così la argomenta.
# Lo Zimbabwe, il nostro destino
“Ho spesso descritto il “Progetto Zimbabwe” come un ciclo altamente inflazionistico in cui sia lo stimolo fiscale che quello monetario entrano in modalità folle. Anche se spero sinceramente che non diventeremo iperinflazionistici come lo Zimbabwe, penso certamente che assisteremo a un periodo prolungato di inflazione sostanziale e debilitante. Quando questo ciclo finalmente si concluderà, la società e il nostro sistema finanziario risulteranno irrimediabilmente cambiati. Per coloro che sono consapevoli di dove stiamo andando, questa sarà l’età d’oro degli investimenti basati sugli eventi reali. Per tutti gli altri, sarà assolutamente infelice.”
Ph. Albrecht Fietz – Pixabay
# Il precedente: la Germania di Weimar
“Torniamo indietro di un secolo a Weimar. La maggior parte degli speculatori sapeva che il governo aveva perso il controllo e che l’unica strada da percorrere era stampare denaro. Tuttavia, occasionalmente i politici tentarono di arrestare l’inflazione, poiché l’inflazione fa perdere elettori. A volte era una dichiarazione improvvisata di un funzionario del governo, a volte era un’azione concreta. Gli elettori odiano l’inflazione, ma odiano ancora di più perdere il lavoro. I politici lavorano per gli speculatori, non per gli elettori: presi a dover decidere tra inflazione e depressione, i politici sceglieranno quasi sempre l’inflazione”
# Al primo segno di panico la FED stamperà moneta
Credits: www.ultimenotizieflash.com
Malgrado le dichiarazioni ufficiali, la FED americana farà “il minimo indispensabile per cercare di riguadagnare un po’ di credibilità, ma è tutto per spettacolo. In realtà non si preoccupano dell’inflazione: si preoccupano di arricchire i loro amici, i grandi fondi del Private Equity, mentre fingono di preoccuparsi della “politica economica inclusiva” e di altre sciocchezze da insalata di parole. Naturalmente, si fermeranno sui tassi al primo segno di un vero dolore economico. La storia della Federal Reserve negli ultimi decenni è che sovrastimolano l’economia, quindi cercano di amministrare le cose fino a quando non si rompe qualcosa. A quel punto tornano di nuovo a sovrastimolare l’economia. Una volta sulla ruota del criceto, la loro unica scelta è di farla girare più velocemente”
Secondo Durden è scorretto pensare che riaccada quello che è capitato con la crisi del 2008: “la lezione che la Fed ha imparato dal far saltare in aria il sistema finanziario di allora, è che una volta che il sistema viene distrutto, è più difficile rimettere tutto insieme, basta guardare quanto è stata estrema la loro risposta nel marzo del 2020. Anche dopo che era ovvio che avevano inondato il mercato con troppa liquidità e l’inflazione stava andando fuori controllo, la Fed non ha corso rischi: ha continuato ad andare avanti con il Quantitative Easing (a inondare il mercato di moneta n.d.r.) fino al primo trimestre del 2022.”
“È chiaro che (alla FED) preferiscono l’inflazione a un altro decennio perduto di rattoppamento del sistema finanziario, come negli anni post 2010. Stranamente, gli investitori pensano che la Fed porterà i tassi a un livello tale da far esplodere le cose. Dato il livello del debito nel sistema, un inasprimento eccessivo potrebbe far salytare in aria l’intero sistema occidentale, anche gli Stati Uniti. Queste cose precipitano velocemente: i mercati non possono nemmeno avvicinarsi alla velocità di stallo. Tutti i veri esperti sanno che la Fed tornerà a stampare denaro al primo segnale di panico.”
# Ci attende un futuro alla Weimar: soldi usati per fare castelli di carte. Come reagire?
Tutti miliardari a Weimar
Quindi ci attende un periodo in stile Weimar o in stile Zimbabwe, con un’economia segnata da una iperinflazione. Come si può operare per non perdere i propri risparmi? Investire a lungo termine nel settore dell’energia: “L’energia è una delle poche classi di attività che è ancora in guadagno nell’anno – ti sta dando un messaggio chiaro su ciò che sta arrivando – sembra proprio che l’energia sarà la prossima bolla in movimento. Perdilo a tuo rischio e pericolo.”
“Ripensa a Weimar: quelli che non hanno raggiunto il limite massimo di investimento azzeccato, quelli che hanno investito sui cicli sbagliati e sono rimasti oltre le precedenti bolle di rotolamento, sono finiti tutti al verde.Certo, erano miliardari di Weimar, ma alla fine tutti erano miliardari di Weimar. Weimar ha completamente sconvolto la società e quando tutto si è concluso solo gli speculatori più astuti erano in cima: tutti gli altri hanno perso tutto, nonostante siano diventati miliardari di Weimar. Guadagnare in termini nominali non bastava, bisognava creare valore in termini reali. Pertanto, il rischio principale che vedo non è perdere soldi, poiché tutti guadagnano durante l’inflazione. Piuttosto, il rischio è di non guadagnare abbastanza e di rimanere sostanzialmente indietro rispetto all’inflazione”
# Time is market: fondamentale il tempismo
Il tempismo è fondamentale: perchè “tutti dovranno inseguire e poi continuare a inseguire. Una volta iniziato l’inseguimento, le azioni non si fermeranno”
“Troppo presto e vengo eliminato, troppo tardi e rimango indietro. Questo è il dilemma con cui ho lottato dallo scorso autunno, quando ho capito che la Fed avrebbe temporaneamente ritirato la liquidità. Sono in alto quest’anno, ma non abbastanza ed è questo dilemma che mi ha trattenuto da grandi guadagni, ma anche dalle perdite. Ora, mentre ci stiamo avvicinando alla fine di questo ciclo in termini di durata, ma potenzialmente non di prezzo, l’unica cosa che conta è il tempismo al momento della pausa. Quando questa finisce, non puoi perdere il trend”
“Per me, essere rischiosi equivale ad avere un’esposizione ridotta: la sottoperformance equivarrà a non avere abbastanza leva finanziaria, il che equivarrà a trascinare l’inflazione e distruggere il capitale, anche se le vostre azioni salgono in termini di dollari.”
Quando dovrebbe terminare questo periodo di “pausa” che precede la futura impennata dei prezzi? Secondo Durden sarà in autunno quando i grandi signori del mercato “riprenderanno il controllo della narrazione”.
La terrazza sospesa sulla montagna offre una vista spettacolare e prende il nome di “Terrazza del Brivido”. Si trova in uno dei borghi più belli d’Italia, il cui territorio comunale si estende dai 65 ai quasi duemila metri di altezza.
TREMOSINE: la “TERRAZZA DEL BRIVIDO” a due ore da Milano
# A due ore da Milano la “terrazza del brivido”
Credits: pinterest.it
La Terrazza del Brivido si trova a Pieve di Tremosine, in provincia di Brescia e fa parte dell’Hotel Paradiso, nota struttura turistica della zona. Sospesa a circa 350 metri d’altezza, è possibile vedere tutto ciò che la bellezza del Lago di Garda ha da offrirci. Inoltre al panorama può essere abbinato un tramonto e un aperitivo in grado di rendere speciale ogni serata.
# Cosa si può vedere dalla Terrazza del Brivido?
Credits: tuttomusei.blogspot.com
Tremosine si trova sulla riva occidentale del Lago di Garda ed è uno dei punti panoramici più impressionanti della zona. Posto su un terrazzo strutturale che sovrasta l’alto lago di Garda, è stato selezionato tra “I borghi più belli d’Italia”. Nelle giornate più limpide si possono ammirare le acque del lago ma anche il Monte Campione e un pezzo della Gardesana, la strada panoramica con vista sul lago. Da certi punti pare intravvedersi le Prealpi, Sirmione e alcuni comuni della provincia di Verona. A poco più di due ore da Milano è possibile visitare questo posto incantato dalla veduta panoramica.
Paradiso o incubo distopico? Un quartiere surreale, terminato tra il 2018 e il 2019, fatto solo di villette che si possono prendere in affitto. Dove si trova e come è stato realizzato.
Le VILLE FOTOCOPIA del nuovo QUARTIERE di DUBAI: VILLAGGIO PARADISO o INCUBO DISTOPICO?
# Un nuovo quartiere da 500 ville da prendere in affitto
Credits geoplastgloabl.com – Nad al Sheba 3
Situata lungo la Sheikh Zayed Bin Mohammed Road (E311) all’interno di Nad Al Sheba, un quartiere particolarmente famoso a Dubai per l’ippodromo di Meydan Nad, si trova una sub-comunità di ville sviluppata da Nakheel: Nad Al Sheba 3. Pensato per le famiglie e lo stile di vita all’aperto questo quartiere si compone quasi completamente di ville, 500 per l’esattezza,disponibili per l’affitto e tutte ricomprese in unico quadrante.
# Le abitazioni hanno fino a 5 camere da letto e la locazione annuale può arrivare a 110.000 euro
Credits yaser_abdaly IG – Nad Al Sheba 3
Le abitazioni in stile mediterraneo e marocchino hanno 4 o 5 camere da letto, matrimoniali e condivise con bagni annessi, con cabine armadio e armadi a muro. Oltre agli ampi spazi del soggiorno e delle sale da pranzo, sono presenti delle camere di servizio e l’area esterna comprende un ampio portico sul retro e un parcheggio coperto per due veicoli.
# Un quartiere dormitorio: parchi, luoghi di sport e intrattenimento sono altrove
Google Nad al Sheba
Fuori dal perimetro residenziale ci sono diversi istituti scolastici e un centro commerciale, mentre palestre, parchi, luoghi di sport e intrattenimento sono localizzati nelle altre sub-comunità Nad al Sheba 1, 2 e 4. Ci sono solo due fermate di bus e i principali centri di interesse sono ad almeno 20 minuti di distanza. Di fatto Nad al Sheba 3 è un quartiere dormitorio strutturato con un viale principale da cui diramano perpendicolarmente 26 strade da un lato e 28 dall’altro che servono le ville.
La politica era cristallizzata da mezzo secolo. Lo stesso partito sempre al governo, l’unica certezza in Italia era che saremmo morti tutti democristiani. Sopra tutto regnava un sistema di malaffare che sembrava l’essenza stessa della politica italiana. Qualcosa da sopportare con una scrollata di spalle, sembrava incrollabile come il muro di Berlino.
Invece il muro è crollato. E a Milano un politico di secondo piano è stato beccato che cercava di buttare nel cesso (letteralmente) dei soldi intascati in una tangente. Era il 17 febbraio 1992.
E’ stato come se avesse buttato nel cesso insieme ai soldi anche partiti, politici, imprenditori di primo piano dell’Italia di allora.
Si trattava di Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio, membro di del PSI milanese. “E’ solo un mariuolo isolato”, un compagno che sbaglia, fu la dichiarazione sprezzante del suo boss, Bettino Craxi, che ancora non poteva immaginare che quel caso isolato sarebbe stato per lui la falce della morte.
Già, forse perché risentito o perché ormai si era arrivati al capolinea di un sistema insostenibile, una volta finito in gattabuia il mariuolo disse ai giudici che altro che isolato!, aveva tutto un mondo intorno che viveva di tangenti. Le rivelazioni di Chiesa scatenarono un effetto domino che travolse tutti i principali protagonisti della politica e dell’imprenditoria di quegli anni. Ogni mattina si attendeva dai giornali o dalla tv la superstar del giorno raggiunta dall’avviso di garanzia.
Il nome in codice dell’inchiesta era “Mani Pulite” e il pool di giudici capitanati da Di Pietro divennero delle vere e proprie rockstar, sembravano un gruppo di cavalieri senza macchia che provavano a riportare pulizia in un mondo, quello della politica, ridotto a sterco per il livello di corruzione dilagante.
Personaggi che facevano paura si trasformarono in pulcini, ritratti perfino in manette con i rivoli di saliva che strisciavano dalla bocca. Milano è stata la grande protagonista di quella stagione: Milano era Tangentopoli, certo, dove si era concentrato il malaffare, ma era anche il pool di giudici supportati quei mesi dalla comunità dei cittadini. Ci si sentiva tutti parte di una rivoluzione del bene contro il male e quando il Parlamento provò a mettere il bavaglio all’azione dei giudici con un colpo di spugna, tutta Milano guidò la resistenza della nazione, accerchiando il tribunale a difesa dei giudici e delle inchieste.
Come spesso accade alle rivoluzioni, ci furono anche delle degenerazioni. Ci furono dei suicidi in carcere o prima di essere arrestati, come Raul Gardini, altri videro incenerita la loro carriera. Dalle fiaccolate ordinate di Milano si passò a scene più sguaiate, come l’assalto all’hotel Raphael di Roma con il lancio delle monetine contro Craxi, “prendi anche queste, Bettino, prendi anche queste”. Il leader socialista diventò la vittima sacrificale e dovette andare a morire in Marocco per sottrarsi alla galera.
Quali furono le conseguenze politiche della rivoluzione dei giudici?
Venne modificato il sistema elettorale, passando dal proporzionale all’uninominale secco che sembrava più trasparente nel garantire la separazione tra chi governa e chi sta all’opposizione. Una nuova forza, creata da Silvio Berlusconi, entrò di slancio sulla scena conquistando il governo della nazione, malgrado lui fosse stato grande amico nonché il braccio imprenditoriale proprio di Bettino Craxi.
Anche il giudizio storico è cambiato nel corso del tempo. Quella che sembrava inizialmente come lotta del bene contro il male ha assunto tinte più fosche, alla luce di quello che accadde in seguito.
Il sistema uninominale è stato via via corretto per recuperare i vantaggi clientelari del proporzionale. Il giudice Di Pietro si liberò della toga per provare a diventare leader politico, ma finendo sommerso dai gorghi del potere romano. I partiti che erano stati disintegrati dall’inchiesta si sono ricostituiti cambiando nome ma con le stesse fattezze di prima, come i Mister Smith di Matrix.
Per il resto, sotto il pomposo maquillage di “Terza Repubblica”, l’intero sistema giudiziario, partitico, clientelare di prima è rimasto lo stesso.
E il malaffare si è fatto più scaltro, nascondendo meglio il giro di tangenti che negli anni Ottanta era di pubblico dominio come un dépliant di Postal Market.
A distanza di trent’anni si può dire che il muro di Berlino è crollato, ma quello della partitocrazia italiana si è ricompatto. Sulla sua superficie invece dei murales rievocativi di quegli anni è rimasta una cicatrice e una scritta: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.
I prossimi “5-10 inverni saranno difficili”, ha dichiarato il primo ministro belga Alexander De Croo dopo che i prezzi dell’energia in Europa sono saliti a nuovi record.
Il primo ministro del Belgio: in arrivo 10 INVERNI “DIFFICILI” per l’Europa
Alexander De Croo
Il futuro è nero per l’Europa. Questo l’avvertimento del primo ministro belga: “Lo sviluppo della situazione è molto difficile in tutta Europa”, ha detto De Croo ai giornalisti. “Alcuni settori stanno affrontando gravi difficoltà a causa di questi prezzi elevati dell’energia”.
I prezzi del gas naturale in Europa sono aumentati di circa 15 volte, seguiti a ruota da quelli dell’elettricità a causa della minaccia di ulteriori tagli alla fornitura russa.
Future sul gas
Come riporta la rivista internazionale Bloomberg, un altro funzionario del governo belga ha dichiarato che: “il grande rischio delle ricadute in corso dalla guerra in Ucraina è la possibilità che la solidarietà europea possa crollare“, producendo un effetto domino che metta a rischio non solo l’Unione Europea ma la solvibilità di alcuni debiti pubblici.
I futures sul gas di riferimento sono aumentati fino al 21%, mentre l’energia elettrica tedesca è aumentata per la prima volta sopra i 700 euro un megawattora per i timori collegati alla nuova sospensione per manutenzione il 31 agosto del gasdotto Nord Stream, ancora una volta sollevando preoccupazioni sul fatto che il collegamento non torni in servizio come previsto.
De Croo ha concluso che il Belgio può sopportare la crisi “se ci sosteniamo a vicenda in questi tempi difficili”.
Il rientro delle vacanze per molti significa il trauma di dover cercare casa. O di lottare con affitti alle stelle o con monolocali da disagiati. In tutto il mondo ci si sta ingegnando per risolvere il problema delle case, utilizzando ciò che già offre la natura. Tra questi Davit e Mary Jilavyan, due fratelli che hanno ideato Dolmen Shelter: un hotel fatto di sassi dove si torna indietro nel tempo. Che sia un’idea realizzabile anche per le case?
Le SUITE dentro ai SASSI: si tornerà a dormire come nell’età della pietra?
# Il progetto
@davitjilavyan
Stanno passeggiando per le strade vicine a casa loro quando Mary e Davit vedono un paesaggio fatto da tre pietre giganti. Ecco come nasce l’idea di un hotel boutique con camere a forma di pietra.
Il progetto immagina un mini-hotel di 45 mq circa su 120 mq dell’esterno del sito, con almeno tre piccole suite per gli ospiti.
L’idea è di allontanarsi dai progetti di case moderne che danno la priorità a forme geometriche e futuristiche, concentrandosi invece su forme più organiche come quelle della pietra.
Dolmen Shelter parte dall’idea che la natura sia l’unica capace di creare perfezione e che gli uomini possano imparare da essa.
Ogni suite a forma di pietra è in cemento armato e rivestita con intonaco per imitare la pietra naturale. Finestre molto piccole imitano l’atmosfera di una grotta.
# Da dove deriva il nome
ll dolmen, da cui l’hotel prende il nome, è una tomba megalitica prestorica a camera singola.
L’idea di utilizzare l’illuminazione rossa tra le stanze nasce dal desiderio di ricreare il mistero che caratterizza gli antichi dolmen.
Come scrive lo stesso Davit su instagram “la loro alienazione da tutto il resto è ipnotizzante, attirano le persone. Quindi abbiamo voluto dare ai nostri edifici alcune di queste caratteristiche”.
@davitjilavyan
# Un interno minimalista
@davitjilavyan
I mobili semplici e minimalisti offrono abbastanza per vivere comodamente ma senza eccessi. L’obiettivo è quello di ricreare l’atmosfera di una caverna, luogo in cui vivevano tutti i nostri antenati; un esempio di come le cose necessarie per vivere a proprio agio siano poche e sicuramente meno di quelle che utilizziamo ora.
# Un quartiere di pietra: il nuovo orizzonte per le case del futuro?
Spesso dal passato si trovano le idee per risolvere problemi per il futuro. Il progetto Dolmen Shelter è per ora solo rendering immaginario che i due sperano un giorno di vedere realizzato dai loro amici nel campo dell’edilizia.
L’obiettivo è quello di utilizzare la natura come nei tempi passati, come luogo che fornisce l’habitat dove vivere. Si potrebbe immaginare di realizzare anche a Milano un quartiere di sassi, per rivivere sensazioni da età della pietra?
Sai che nel paese incastonato nella conca delle Dolomiti, a Madonna di Campiglio, è stata costruita una delle SPA più belle d’Italia? Un angolo di paradiso immerso nella natura. Un luogo che offre un’esperienza rigenerante che appaga occhi e mente, sì perché mentre un bagno caldo rilassa il corpo e libera dallo stress, gli occhi possono godere della vista dell’incantevole natura circostante. E’ il rifugio del Lago Nambino ad offrire quest’esperienza, a 1700 metri di altezza.
MADONNA DI CAMPIGLIO: il rifugio SPA sulle sponde del lago
# Sulle sponde del lago
Credits: @trentinodascoprire rifugio lago Nambino
A Madonna di Campiglio, a circa 3 ore da Milano, c’è una Spa a cielo aperto. La località trentina è ormai una delle destinazioni turistiche montane più conosciute della zona, piena soprattutto in inverno durante la stagione sciistica, ma affascinante anche in estate proprio perché paese caratteristico. Una bellezza tipica dei paesi dolomitici a 1550 metri di altezza.
Madonna di Campiglio è scelta da molti turisti anche per i numerosi sentieri che salgono in alta quota e che partono dal paese. È proprio percorrendo uno di questi sentieri, senza salire in alta quota ma arrivando a poco più di 1700 metri con 20 minuti di camminata, che si giunge al Lago Nambino e al rifugio omonimo sulle sponde dello specchio d’acqua. Ed è il rifugio Lago Nambino che offre un’esperienza di relax unica, una Spa in mezzo al nulla.
# Il rifugio del Lago Nambino
Credits: @smancori Rifugio lago Nambino spa
Se già la vista del Lago Nambino vale il soggiorno nella baita sulle sue sponde, l’esperienza rilassante che il rifugio offre completa il perfetto soggiorno di relax. Ai suoi ospiti il rifugio Lago Nambino propone una Spa a cielo aperto immersa nella natura. Tra gli alberi vicino al lago ci sono infatti una sauna e una tinozza a cielo aperto. Immersi nella tinozza si può godere di un’esperienza sensoriale unica: dall’acqua calda rilassante che ti porta oltre lo stress della quotidianità, alla vista delle montagne patrimonio dell’umanità.
# Le altre attrazioni di Madonna di Campiglio
Credits: viaggianza.it – Madonna di Campiglio
Meno di 1.000 residenti vivono a circa 1.500 metri di altezza in una delle località più pregiate delle Alpi. A circa 1700 metri si trova il villaggio Patascoss, collegato al centro del paese tramite la celebre pista “3-Tre”. In estate Campiglio è sede del “Mistero dei Monti”, rassegna di incontri e conferenze dedicati al mondo della cultura.
E’ inevitabile. D’estate si viaggia e ovunque si approdi per le vacanze parte il gioco millenario di chi vive a Milano: confrontare i luoghi dove si sta paragonandoli a Milano. Facciamo il gioco contrario. Quali sono i quartieri dove sembra di essere in una città estera?
Quali CITTÀ RICORDANO i QUARTIERI di Milano?
# Bovisa is the new Berlino Est
Bovisa
La Bovisa è un “District”entrato a pieno titolo nel circuito del design, somigliante ad uno Stadt Viertel trendy ed emergente di Berlino Est per il suo dinamismo e per la sua vitalità. Un po’ Neukolln, un po’ Friedrichshain, molto frequentato dai giovani con un fermento di creatività proiettato al futuro.
# Ponte Lambro: Ferentari, il quartiere off limits di Bucarest
Ponte Lambro
Il quartiere Ponte Lambro, nella periferia est di Milano, non riesce a sanare una situazione di degrado, bruttezza e delinquenza ormai cronica. L’aspetto degli edifici e la frequentazione della zona può ricordare Ferentari, il quartiere degli sbandati di Bucarest.
# La piccola Parigi tra Procaccini e Arco della Pace
Credits Andrea Cherchi – Arco delle Pace
La zona compresa tra via Procaccini e l’Arco della Pace trasmette un’inconfondibile atmosfera parigina. Un mix di edifici in stile liberty, strade in pavé, viale alberati, locali caratteristici e infine il maestoso Arco della Pace che lega indissolubilmente Milano a Parigi.
# I Navigli di Bruges
Credits: milanopocket.it – Naviglio Grande
Un angolo di Bruges a Milano? Sui Navigli milanesi. Le case colorate che affacciano e si specchiano sui canali danno la sensazione di trovarsi nella cittadina belga, più ancora che in altre città di canali, come Amsterdam o Copenaghen.
# Gae Aulenti, in piena city di Francoforte
Credits @francescopesce71 IG – Piazza Gae Aulenti
Nel centro finanziario di Milano, che si sviluppa attorno alla piazza Gae Aulenti con le fontane d’acqua, i 231 metri della Torre Unicredit e un parco studiato da un designer internazionale, sembra di trovarsi a Francoforte. Tra Gae Aulenti e Porta Nuova si trovano più di una decina di grattacieli e altri in costruzione che fanno di questa zona una delle più internazionali della città. Manca solo la BCE.
# Via Paolo Sarpi a Shanghai
Foto dal capodanno cinese a Milano
La Chinatown milanese. Negozi e ristoranti cinesi di ogni tipo, qui si concentra la più alta concentrazione di cittadini provenienti dalla Terra del Dragone. Durante i festeggiamenti per il capodanno cinese sembra di venire catapultati a Shanghai.
# Il “Quadrilatero dell’illegalità”, Mogadiscio
Case popolari San Siro
Dalle parti di Piazzale Segesta, vicino allo Stadio Meazza, c’è un quadrilatero di alloggi diventato un vero e proprio centro di illegalità, dove alcuni gruppi di persone occupano le case abusivamente per darle in affitto. Una situazione squallida e di degrado che può sembrare di essere a Mogadiscio.