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GIARDINI SUI TETTI : le novità per le “nuove” CASE POPOLARI

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ph. internews.biz

Un passettino alla volta, anche la vicenda di queste torri si avvia alla soluzione. È partito il bando di riqualificazione, all’insegna della sostenibilità

GIARDINI SUI TETTI : le novità per le “nuove” CASE POPOLARI

# Dall’amianto all’economia circolare e sostenibile

ph. milanosud.it

È stata pubblicata la gara per l’appalto dei lavori di ristrutturazione che riguarda le case ALER di Via Russoli. Una manutenzione straordinaria che si preannuncia imponente, perché coinvolgerà ogni singolo aspetto delle torri a Milano Sud.
Da oltre un decennio gli inquilini delle case popolari a Via Russoli, combattono per la bonifica dell’amianto presente nelle palazzine e la messa in sicurezza, ora ce l’hanno fatta.

Nel progetto per le “nuove” torri di Via Russoli la sostenibilità green è la parola d’ordine: tutto verrà migliorato, utilizzando anche logiche mutuate dall’economia circolare, la sostenibilità ambientale ed efficientamento energetico.

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# Gli interventi nel dettaglio

ph. internews.biz

La ristrutturazione ambisce anche a creare connessione con il territorio circostante, grazie alla realizzazione di un “cappotto termico” derivante dagli scarti di lavorazione del riso. Una sfida a km. zero, dato che il cereale è prodotto a pochissima distanza dalle palazzine.
Anche finestre e tapparelle verranno sostituite, con dispositivi più attenti alla riduzione di sprechi energetici. Completerà l’efficientamento anche l’ammodernamento della centrale termica.

L’aspetto più curioso è il rivestimento della parete verticale con la pannellatura verde, che ha la doppia funzione: gradevole guarnizione estetica e green, ma anche favorire il comfort termico per tutte le stagioni.

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# Giardini sui tetti

ph. cosedicasac.om
repertorio

Il verde spunterà anche sui tetti, dove una parte della superficie sarà adibita a giardinetto. Gli interventi sulle coperture sono tutti indirizzati a recuperare spazio pubblico, che verrà impiegato con un unico scopo: la convivialità e la socialità degli inquilini.

La riqualificazione green volge lo sguardo agli inquilini, con il preciso scopo di migliorarne la qualità della vita, la prima in Italia a svilupparsi in queste direzioni multidisciplinari.
Concetti che secondo Mario Sala, presidente di ALER Milano, “saranno sempre più adottati in futuro, a fronte della crisi energetica. […] Un’inversione di rotta radicale che dobbiamo incominciare ad affrontare seriamente, anche modificando il modo di concepire la ristrutturazione dei nostri edifici“.
Gli fa eco l’Assessore comunale Mattinzoli, il quale sottolinea come “Il deterioramento degli edifici porta con sé il deterioramento sociale“. Nei 177 appartamenti del complesso in Via Russoli tale pericolo è, al momento, scongiurato.

Leggi anche: Il NUOVO LOOK del POLICLINICO con suite e giardini sui tetti

# Bonus 110%

ph. Michael Gaida da Pixabay

Regione Lombardia e ALER sono fiere di essere, forse, le uniche in tutta Italia ad affrontare con serietà il tema del super bonus. Domenico Ippolito, DG di ALER, ha sottolineato come la proproga del bonus 110% sia stata cercata e ottenuta dalla politica lombarda.
Grazie a questa strategia “alcuni cantieri sono già aperti, altri in corso e altri ancora che stanno per partire“.

Come quello di Via Russoli che, dopo le istanze portate avanti dal comitato inquilini, promette di mettere una data di inizio cantiere del bosco verticale di periferia, che sia anche la fine di ogni vicenda passata

Continua la lettura con: C’è vita a Milano SUD: le attrazioni che troviamo oggi e quelle che troveremo in futuro nella metà “meno nobile” di Milano

LAURA LIONTI

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Fermata del giorno: 10 cose interessanti da fare e vedere intorno alla stazione di MONUMENTALE

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ph. Mitomorrow.it

Milano. Una delle poche metropoli europee ad avere un grande cimitero nel cuore della città. Ma a Milano non si tratta di un normale cimitero ma di un vero e proprio museo a cielo aperto che celebra i milanesi del passato. Ma attorno alla stazione Monumentale della M5 non c’è solo il cimitero…

Fermata del giorno: 10 cose interessanti da fare e vedere intorno alla stazione di MONUMENTALE

# Murale Fraintesa – “L’unico viaggio impossibile è quello che decidi di non iniziare”

ph. Mitomorrow.it

In Piazzale Cimitero Monumentale 8 nel 2021 è stato inaugurato un murales dedicato ad una conosciuta travel bloggler, Francesca Barbieri – in arte Fraintesa – scomparsa per un tumore al seno. Che si conosca bene la sua Storia o no, passare davanti questo murales fa commuovere e riflettere chiunque.

# Ceresio 7, la terrazza con piscina panoramica

credits: www.ceresio7.com

Ceresio 7 è una terrazza panoramica che prende il nome dalla via e dal numero civico in cui è posto. Cocktail e piatti di cucina italiana contemporanea sono serviti a pochissimi centimetri da piscine a sfioro e davanti ad una bellissima vista sulla città.

# Piazza Compasso d’Oro, Premio internazionale di design

Si tratta di una piazza verde ad uso pubblico tra via Ceresio e piazzale Cimitero Monumentale, costruita in occasione della realizzazione della nuova sede dell’Associazione per il disegno industriale (ADI), situata nel palazzo in stile liberty che si affaccia sulla piazza. Fontane e alberi ancora in crescita sono protagonisti.

# ADI Design Museum

Si trova nel sopranominato edificio in stile liberty risalente agni anni 30 e utilizzato, ai tempi, sia come impianto di distribuzione di energia elettrica sia come deposito di tram a cavallo (da qui il nome dell’edificio “Tram a Cavallo”).

“ADI Design Museum nasce attorno all’intero repertorio di progetti appartenenti alla Collezione storica del premio Compasso d’Oro, premio nato nel 1954 da un’idea di Gio Ponti per valorizzare la qualità del design made in Italy, è oggi il più antico e istituzionale riconoscimento del settore a livello mondiale”

# Hanoi, il ristorante vietnamita

https://www.thefork.it

In Piazzale Antonio Baiamonti n. 5 si trova questo ristorante vietnamita, dove poter conoscere e gustare la cucina tradizionale di questo paese. Il ristorante è molto semplice ma caratteristico.

# Sbunda, i panini di Calabria

Credits FB @Sbunda

In Piazza Antonio Baiamonti1 si trova questa paninoteca che prepara dei panini alla calabrese: ingredienti come cipolla rossa, ‘nduja, soppressata, capicollo e butirro sono protagonisti in questo fast food calabrese.

# Bulk Mixology Food Bar

https://flawless.life

Il Bulk si trova in via Fioravanti 4 ed è il luogo ideale dove godersi un brunch, un pranzo e un aperitivo a base di “Gian Tonic” e altri cocktail d’autore. Elegante ma informale e cozy, il Bulk si trova all’interno dell’Hotel Viu, ma è completamente indipendente.

# Il Cimitero e la tomba di Manzoni

https://monumentale.comune.milano.it/

Forse un po’ scontato ma se ci si trova in questa zona non si può non visitare il Cimitero Monumentale e in particolare la tomba di Alessandro Manzoni, uno dei milanesi più famosi. L’intero cimitero è una vera a propria città piena di dettagli artistici che rapiscono lo sguardo.

# The Wall of Kindness – «Se non ne hai bisogno, lascialo. Se ne hai bisogno, prendilo»

https://milano.repubblica.it/

Questo fenomeno di carità per i senzatetto che prese il via in Iran nell’inverno a cavallo tra il 2015 e il 2016 è arrivato anche a Milano da qualche anno. Si tratta letteralmente di un muro presso cui vengono appesi e lasciati indumenti da coloro che non ne hanno più bisogno, cosicché coloro che ne hanno necessità ne possano usufruire. Il muro si trova in via Luigi Nono 7.

# Statua e fontana San Antonio da Padova

https://www.facebook.com/MILANO.sparita.e.da.ricordare

All’esterno del Santuario di Sant’Antonio di Padova, collocato tra via Carlo Farini e via Piero Maroncelli si trova questa fontana con statua annessa di San Antonio da Padova. La fontana è stata anche teatro di un fatto di cronaca: Franco Verga, deputato della Democrazia Cristiana, venne trovato senza vita il 28 agosto 1975 adagiato nella fontana di fronte alla Basilica di Sant’Antonio, apparentemente annegato in circa 30 cm d’acqua.

Continua la lettura con: Le altre fermate del giorno

ALICE COLAPIETRA

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CALA VIOLINA, la splendida spiaggia “sonora” (ma riservata solo a pochi “eletti”)

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Credits tommasoghelarducci IG - Cala Violina

Questa caletta è un piccolo gioiello naturale del nostro Paese, ma è riservata solo a pochi eletti ogni giorno. Il suo nome cela inoltre una caratteristica che la rende davvero unica. Ecco dove si trova e perché è così speciale.

CALA VIOLINA, la splendida spiaggia “sonora” (ma riservata solo a pochi “eletti”)

# Cala Violina, la perla della Maremma

Credits ilceko40 IG – Cala Violina

Immersa all’interno della Riserva Naturale delle Bandite di Scarlino dove la natura è selvaggia e rigogliosa, Cala Violina è una tra le spiagge più belle d’Italia, una perla della Maremma.

andretonz IG – Cala Violina

Una piccola caletta che non ha eguali in Italia. La sabbia finissima, l’acqua limpida del Mar Tirreno e la rigogliosa macchia mediterranea che la circondano regalano ai turisti un panorama paradisiaco.

Leggi anche: L’incredibile SPIAGGIA dei CRISTALLI a 2 ore da Milano

# A pagamento e a numero chiuso

salutidallatoscana IG – Accesso a Cala Violina

Questo lembo di spiaggia racchiuso tra due promontori è però solo per pochi: l’accesso è limitato a 700 persone al giorno, per preservare il paesaggio, e per entrarvi si deve prenotare e pagare la cifra simbolica di 1 euro. Inoltre si può raggiungere solo a piedi o in bicicletta e al suo interno non ci sono stabilimenti balneari, ma solamente un chioschetto con tavoli da pic-nic poco prima di arrivarci.

Leggi anche: Le 7+1 SPIAGGE LIBERE più BELLE d’Italia

 # Perché si chiama così

Credits tommasoghelarducci IG – Cala Violina

Il nome Cala Violina nasconde un particolare che caratterizza solo un centinaio di spiagge nel mondo: è una spiaggia sonora. Un fenomeno antico, raccontato già da Marco Polo, è che è reso possibile dai minuscoli granelli di quarzo che compongono la battigia e che quando vengono calpestati suonano una melodia. 

 

Continua la lettura con: Le 5 SPIAGGE più BELLE d’Italia dove andare quest’estate (secondo gli inglesi)

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Nuova SEDE del POLITECNICO a Bovisa: il progetto di Renzo Piano

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Credits: domusweb.it nuovo campus Politecnico

Innovazione e benessere faranno da padroni nella sede del nuovo campus del Politecnico di Milano. Il progetto di Renzo Piano per l’ampliamento del Polimi è stato presentato qualche tempo fa, ma vediamo più nel dettaglio cosa si vuole fare.

Nuova SEDE del POLITECNICO a Bovisa: il progetto di Renzo Piano

# Innovazione e benessere per il nuovo campus

Credits: milano.corriere.it
Nuovo campus Bovisa

Il nuovo campus Bovisa sarà realizzato nell’area degli ex-gasometri e del parco la Goccia. È Renzo Piano a firmare il progetto e per questo ci si aspetta grandi cose. In collaborazione con il paesaggista Andrea Kipar, Piano vuole realizzare due poli dai concept differenti: uno dedicato all’innovazione dove potranno risiedere circa 200 start up e uno dedicato al benessere e allo sport. Saranno due poli come due solo i gasometri.

Nel progetto non mancheranno aree verdi, il nuovo campus non ostacolerà infatti la natura green che si vuole dare all’area. Il parco della Goccia con i suoi 16,5 ettari di alberi, dopo la chiusura del sito di stoccaggio del gas dell’Union de Gaz, diventerà un grande parco pubblico e, quindi, lo stesso nuovo campus del Politecnico conserverà quest’attenzione al verde.

# 1000 alberi per un nuovo polmone verde

Il nuovo, il vecchio e la natura dovranno convivere in un progetto che, se vincente, darà nuova vita all’area. Nei giorni scorsi è stato annunciato anche il progetto per una sede nell’area della Goccia della “Fondazione per il futuro delle città” dell’architetto Stefano Boeri. Considerando inoltre il piano ForestaMI, nel realizzare il nuovo campus della Bovisa, il Politecnico dovrà stare particolarmente attento al verde. Saranno piantati circa 1000 alberi che si uniranno ai 2000 cresciuti spontaneamente e insieme creeranno un polmone verde in zona Bovisa.

# 100 milioni di euro per il nuovo campus Bovisa

Credits: domusweb.it
nuovo campus Politecnico

Coinvolgendo quindi due dei più grandi architetti italiani dei nostri tempi, la Bovisa avrà un nuovo volto. A fine maggio il rettore del Politecnico Ferruccio Resta ha incontrato Renzo Piano per fare un sopralluogo dettagliato. Sempre durante la giornata di incontri, ai due sopra si sono uniti l’architetto Stefano Boeri e il paesaggista Andreas Kiparl.

Per ora c’è massimo riserbo riguardo il progetto firmato da Piano, si sa solo che nel nuovo campus Bovisa ci saranno due poli e tanto verde. Non resta che attendere maggiori dettagli e capire come diventerà il campus del Politecnico che già ospita 20mila studenti e 5 dei 12 dipartimenti dell’Ateneo. Per ora si parla comunque di investimenti dal valore complessivo di 100 milioni di euro.

Fonti: domusweb.it

Continua la lettura con: I 3 CAMPUS UNIVERSITARI che rivoluzionano Milano

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

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Alla scoperta della “PICCOLA FRANCIA”, il PARADISO della BOLLA a un’ora da Milano

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Credits: @prolocoerbusco Erbusco

A Milano, il prossimo lunedì 20 giugno, è in arrivo un evento itinerante della recente tradizione dei Festival Franciacorta. Inserito per la prima volta nel palinsesto degli eventi di Milano Moda Uomo, la manifestazione si terrà dalle 16.00 alle 21.30, nella magica cornice del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, con un grande banco d’assaggio di 44 Cantine in degustazione e due seminari di approfondimento. Scopo dell’evento è, neanche a dirlo, quello di promuovere vini e territori che possono fregiarsi di un nome dall’origine controllata e garantita (DOCG). Prendiamo dunque virtualmente l’auto e andiamo a visitare questo splendido territorio, poco noto, della nostra Lombardia.

Alla scoperta della “PICCOLA FRANCIA”, il PARADISO della BOLLA a un’ora da Milano

# Franciacorta: l’origine del nome

Credits decanter IG – Franciacorta

I confini della zona, non così estesa, sono ben definiti dalla zona collinare compresa tra Brescia e l’estremità meridionale del lago d’Iseo, di cui fanno parte circa 20 comuni. Quello che resta da capire invece è l’etimologia del nome, argomento discusso da molti studiosi, ma ancora privo di una soluzione definitiva. Franciacorta, secondo la versione più accreditata, potrebbe derivare da “Corte Franca”.

Queste terre intorno alla fine del 1200 erano infatti proprietà vitivinicola ecclesiastica e i monaci in cambio del duro lavoro in vigna godevano dell’esenzione dei tributi imperiali richiesti altrove. Alle corti franche, quindi, non era richiesto alcun dazio per il trasporto delle merci in altri stati. C’è poi anche la leggenda che fa derivare il toponimo da una “piccola Francia” di Carlo Magno, ma sembra quasi un’opzione imposta, un po’ come l’origine della parmigiana che viene di tanto in tanto associata a Parma, senza alcun fondamento.

# Il centro commerciale le porte franche

Credits: tripadvisor

Appena usciti dall’autostrada ci troviamo davanti questo complesso monumentale i cui parcheggi sotterranei sono impressionanti, specie se visti durante un festivo di inopinata chiusura. Sappiamo che tutti i giovani delle periferie passano sabati pomeriggio tutti uguali, in giro per i centri commerciali, a guardare le vetrine, le ragazze e i ragazzi, per cui nemmeno noi ci vogliamo sottrarre al fascino delle cattedrali nel deserto, che hanno così tanto segnato, nel bene e nel male, i nostri tempi. Non può mancare il cinema, né l’aria giochi spaziale, in questa finta fortezza medievale, ma il motivo per cui ci fermiamo è quello di cominciare a intravedere il territorio dalla lista di suoi prodotti in offerta nei negozi del complesso, un po’ come quando atterriamo in un aeroporto ed entriamo nelle boutique di souvenirs per immaginarci cosa ci aspetta. Le bottiglie impilate cominciano a raccontarci la loro storia, rendendoci ancora più curiosi…

# Erbusco, il punto di partenza per il viaggio tra le cantine

Credits: @prolocoerbusco
Erbusco

Siamo già, di fatto, nell’area della cittadina più importante di tutta la Franciacorta, quella che sorge sulle pendici collinari di un territorio che conserva tuttora una quota importante di bosco. Le stradine ripide del piccolo centro portano tutte a qualche villa o cantina dedicata alle bollicine, ma ci sono anche monumenti da apprezzare, in un contesto così curato da poter sembrare, a tratti, persino un parco tematico. Il grazioso nucleo antico si sviluppa intorno al castello, eretto nel 1300 nei burrascosi anni di lotta tra guelfi e ghibellini. Il profilo di Erbusco (che si può notare anche dall’autostrada, appena prima dell’uscita Rovato) è però ancora più fortemente connotato dall’imponente costruzione in stile palladiano di Villa Lechi, con pianta a U e un corpo centrale caratterizzato da una loggia con balaustra ad affacciarsi su un giardino all’italiana. Considerate la località come punto di partenza, bevetevi un caffè e cominciate a telefonare per prenotarvi le visite alle cantine, se siete venuti in un giorno feriale. Altrimenti non troverete posto, che ve lo dico a fare?

# Le cantine più conosciute

Credits: @the_wine_doctor_italy
Ca’ del Bosco

Siete pronti a scoprire l’unico vino a essere prodotto esclusivamente con la rifermentazione in bottiglia? In Franciacorta vivrete un’esperienza unica visitando le cantine storiche, alla pari di un viaggio nella storia delle famiglie che hanno saputo dare un seguito alle tradizioni dei loro antenati. Evidentemente, adesso, selezionare solo alcuni nomi risulterebbe poco professionale, per chi non le ha potute giudicare tutte. Per cui citiamo Barone Pizzini, il primo ad aver prodotto una bolla biologica, oppure Bersi Sellini che vi farà assaggiare il vino bendati e naturalmente Ca’ del Bosco con la sua tenuta con pista di atterraggio elicotteri a cui si accede varcando un cancello in bronzo firmato da Arnaldo Pomodoro. Ferghettina vi accompagnerà attraverso la fermentazione dei mosti e la “presa di spuma” fino all’imbottigliamento e alla sboccatura del vino finito nelle iconiche bottiglie a base quadrata, Contadi Castaldi saprà regalarvi un panorama incredibile sul paesaggio unico della Franciacorta dalla vecchia torre della sua fornace, mentre Fratelli Berlucchi vi spiegherà la targhettizzazione dei suoi prodotti tra classici, preziosi ed esclusivi. Formaggio e bollicine sono l’accoppiata perfetta delle degustazioni a fine tour, in questa zona. Scegliete almeno tre cantine alternando magari visite e degustazioni, altrimenti sarete venuti per niente. L’amico astemio che vedete una volta all’anno potrebbe farvi comodo, in questa occasione.

# Corte Franca e le quattro frazioni

Credits: @andy7bianca
Corte Franca

Poi c’è questa incredibile località nata nel 1928 dalla fusione delle frazioni di Borgonato, Colombaro, Nigoline e Timoline. La sede comunale è stata a Nigoline fino agli anni novanta, quando è stata trasferita a Timoline, secondo il mantra di una politica che al livello più basso sa ancora concedere qualche libertà minima. Ma attraversare i campi e le colline di collegamento tra le quattro frazioni originarie è emozione pura di scoperta del territorio: per chi ama il trekking, c’è la bella passeggiata al Monte Alto, con numerosi sentieri convergenti al punto comune della Scala Santa, struttura naturale formata da sassi, 50 metri di un percorso atto a depurare lo spirito del “viaggiatore”.

Se all’attività fisica preferite l’arte, potrete fermarvi ad ammirare il maestoso Palazzo Torri, splendida villa nobiliare seicentesca che la famiglia residente trasformò in un “cenacolo culturale” frequentato da ospiti illustri, come Carducci e Fogazzaro. Se non siete invitati qui a nozze, o per una cena di gala, dovrete prenotare una visita per ammirare gli splendidi interni. Niente da fare? Allora passate dallo stadio per vedere l’allenamento della squadra femminile, orgoglio locale, che gioca in una splendida serie B.

# Le Torbiere del Sebino

Credits: @mely_travellinglover
Torbiere del Sebino

Ai limiti settentrionali della Franciacorta, che coincidono con l’estremità meridionale del lago d’Iseo, c’è un luogo magico dove l’incontro tra acqua e terra dà vita a una zona di grande interesse naturalistico tutelata dalla Regione Lombardia: le Torbiere del Sebino, riserva naturale dai colori mozzafiato, se avete la fortuna di non visitarle sotto un cielo plumbeo. Si estendono per circa 360 ettari come un territorio acquitrinoso e paludoso, con canneti e specchi d’acqua, in alcuni punti attraversati da iconici pontili in legno, perfettamente inseriti nel panorama circostante formato da campi coltivati, abitazioni e strade della Franciacorta. La flora è influenzata dalla profondità dell’acqua, ma le Torbiere offrono numerosi punti di osservazione soprattutto per gli appassionati di birdwatching: armati di macchina fotografica e binocolo potrete osservare l’avifauna presente, tra cui l’airone rosso, il falco di palude, il nibbio bruno, il tarabuso, per scoprire il modo di comportarsi di questi esemplari e ammirare la bellezza dei loro colori.

Le Torbiere del Sebino sono aperte tutti i giorni dell’anno dall’alba al tramonto. Vi si accede per tre ingressi principali, uno a Iseo, uno a Provaglio e uno a Corte Franca: presso ognuno è collocato un erogatore automatico per l’acquisto del ticket, al prezzo di 1 euro. Che dite, ne può valere la pena?

Continua la lettura con: I 5 VINI LOMBARDI più amati dai grandi sommelier

LORENZO ZUCCHI

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La denuncia: la Milano che raccontano? Ormai ESISTE SOLO NELLE BROCHURE

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credit: Instagram @umb.o

Una denuncia pubblicata sul sito di Fondazione Feltrinelli, basata sull’analisi di documenti e report pregressi o attuali, fa a pezzi la narrazione dominante. Esisterebbero due Milano molto diverse tra loro: quella che racconta sé stessa agli altri e quella che emerge dagli studi. Vediamo lo studio del dott. Lucarelli. 

La denuncia: la Milano che raccontano? Ormai ESISTE SOLO NELLE BROCHURE

# I parametri dello studio/denuncia

tommaso picone da Pixabay

Il Dott. Stefano Lucarelli, professore Associato di Politica Economica presso il Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università degli Studi di Bergamo, compila una denuncia shock.
Autore nel 2022 di un caso-studio su Milano, il professor Lucarelli si basa sui report dell’Osservatorio Milano e una vasta letteratura edita a partire dagli ultimi 5 anni.

Le prestazioni del capoluogo lombardo sono comparate, a livello internazionale, con quelle mostrate da Lione, Barcellona, Monaco e Stoccarda, considerate dallo stesso Osservatorio Milano, rilevanti per l’esercizio comparativo.
Sono state analizzate le capacità di attrarre investimenti esteri, impiego di capitali per ricerca e sviluppo sul territorio, l’integrazione dei giovani nel mondo del lavoro e le politiche territoriali. Vediamo quali sono i risultati. 

Leggi anche: I 7 MOTIVI perché Milano NON si può considerare una METROPOLI INTERNAZIONALE

# Milano ultima per ricerca e sviluppo

Credits: B_Me, via Pixabay

I risultati dell’analisi compiuta dal Dott. Lucarelli sono impietosi.
Tra le 5 città Milano è, ad esempio, ultima per investimento procapite in ricerca e sviluppo.
500 Euro /anno, contro gli 800 di Lione, i 1.400 di Monaco e il mostruoso quadruplo di Stoccarda, con 2.000 Euro.

Milano è sull’ultimo gradino del podio se si analizzano il numero di ricercatori attivi sul totale degli occupati e una percentuale di popolazione tra i 30 e i 34 anni in possesso di istruzione terziaria giudicata troppo piccola. Triste primato se si guarda alla percentuale degli occupati nei settori scientifico-tecnologici con istruzione terziaria rispetto alla popolazione.

Leggi anche: BOOM dei PREZZI delle CASE nell’HINTERLAND di Milano: a quanto è arrivato il mq e qual è il paese più caro?

# Un solo primato: Top immobiliare, ma…

Credits: fototommy via Pixabay

Milano si aggiudica un solo primato, rispetto alle sue “gemelle”: Top score nell’indice di investimenti esteri nel comparto immobiliare.
La narrativa dominante, partendo da questo risultato, mostra una città in grado di sfruttare la crescita del settore per affrontare le proprie debolezze. Lo studio del Prof. Lucarelli, invece, smonta l’entusiasmo, domandandosi se non sia un po’ autoreferenziale.

Il modello Milano di sviluppo ha infatti un impatto sul mercato immobiliare, che ha prodotto rialzi dei prezzi delle case e dei canoni di locazione.
Il risultato? Oltre alla città, cresce il divario tra la qualità della vita degli abitanti dei vari quartieri.

Leggi anche: I segreti del RIOCONTRA, il gergo della Milano di periferia

# Insostenibilità economica fuori dalla circonvallazione

circonvallazione
circonvallazione

Nello studio Lucarelli, Milano è stata suddivisa in 35 zone, dopodiché analizzato il campione di una famiglia monoreddito composta da 2 adulti, senza figli, in affitto in un bilocale.
La bellezza di 22 zone su 35 sono caratterizzate da una situazione di insostenibilità economica, di cui 18 molto seria. Questi ultimi riguardano tutti quartieri che si trovano oltre la circonvallazione.

La penalizzazione economica sta spingendo queste famiglie sempre più fuori Milano, tanto che il 49% della popolazione attiva lavorativa, vive fuori dal territorio cittadino.
I lavoratori si spostano nei comuni di fascia I e II, denotando il calo demografico di Milano a scapito dell’hinterland e gravando sulla mobilità inquinante.

Leggi anche: IMMOBILIARE di PREGIO: la RISCOSSA delle zone oltre la CIRCONVALLA

# Nel “modello Milano” nemmeno un accenno

Di queste precise contraddizioni, che sembrano rilevanti ai fini degli studi considerati, la narrazione del “modello Milano” non fa il benché minimo accenno.
Sul banco degli imputati il Piano di Governo del Territorio, o PGT, riconosciuto impreparato a fronteggiare la fuga verso i comuni di fascia I e II e, pertanto, “incapace di costruire un saldo, competitivo e coeso tessuto economico-sociale”.

La raccomandazione di Lucarelli e Fondazione Feltrinelli è quella di dare attuazione alle strategie già individuate dal PGT milanese, che è lo strumento principale per la pianificazione urbanistica a livello comunale.
Smettere di guardare solo ai pregi dell’internazionalizzazione di Milano e finlamente affrontare tutte le criticità che l’attuale modello di sviluppo sta creando. Guardare poi alla Grande Milano, senza circoscrivere lo sguardo ai soli confini comunali, perché sta diventando miopia confinata dentro i bastioni, relegando le periferie a concetti astratti.
Oppure il “modello Milano” continuerà a produrre “risultati diversi da quelli riconosciuti pubblicamente dall’amministrazione”

Fonte: Fondazione Feltrinelli

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LAURA LIONTI

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DOVE si MANGIA MEGLIO a Milano?

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Credits trattorialatrebia IG - Trattoria de la Trebia

In un recente sondaggio abbiamo posto questa domanda ai milanesi: “Dove si mangia meglio a Milano?”. Questi sono i ristoranti preferiti dai milanesi.

DOVE si MANGIA MEGLIO a Milano?

# Premiata Trattoria Arlati dal 1936, il ristorante della vecchia Milano con opere d’arte originali alle pareti

Credits simi1175 IG – Premiata Trattoria Arlati

La Premiata Trattoria Arlati, presente in città dal 1936 e gestito sempre dalla stessa famiglia, è il classico ristorante di cucina milanese. Le quattro sale del locale sono arricchite da numerose opere d’arte, ognuna molto particolare. Oltre all’ottimo cibo e all’atmosfera famigliare, il ristorante propone anche una carta dei vini composta da celebri etichette nazionali ma anche squisiti prodotti di piccole aziende.

Indirizzo: Via Alberto Nota, 47

Leggi anche: 15+1 RISTORANTI nel cuore dei milanesi

# Osteria dei Binari, il locale nato da una scommessa 

@osteriadeibinari IG

Osteria dei Binari si trova a pochi passi dalla stazione di Porta Genova e pare sia nata da una scommessa. Un vecchio angolo di Milano che è cresciuto insieme alla metropoli e parla ancora meneghino e dove la cucina tipica milanese e un gran giardino interno sono perfetti per una cena in compagnia.

Indirizzo: Via Tortona, 1

# Osteria dell’Acquabella, la versione moderna della trattoria milanese con cucina tipica lombarda

Credits osteria_acquabella IG – Osteria Acquabella

Osteria dell’Acquabella è una versione moderna della trattoria milanese, con arredo di legni chiari e una interessante carte dei vini. La cucina è quella tipica lombarda, dall’ossobuco con risotto alla milanese, alla cotoletta alla milanese fino alla punta di vitello al forno. In zona Porta Romana. 

Indirizzo: via San Rocco, 11

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# Trattoria del Nuovo Macello, la più tradizionale fra le trattorie milanesi

credits: trattoriadelnuovomacello.it

La più tradizionale fra le trattorie milanesi, ambiente minimal, giunta alla terza generazione e a due passi dai mercati agroalimentari all’ingrosso del gruppoSogemi, periferia Sud-Est della città. La cotoletta alla milanese è il piatto di punta del locale.

Indirizzo: via Cesare Lombroso, 20

# Taverna Calabiana, per gli amanti della carne alla griglia e della cucina del nord-ovest d’Italia

Credits marco.borioli.cevibi IG – Taverna Calabiana

Taverna Calabiana, a due passi dal futuro quartiere “Scalo Romana” che ospiterà il villaggio olimpico nel 2026, è una tappa obbligata per gli amanti della carne alla griglia. Oltre ai piatti tipici della cucina nord-occidentale italiana come la cassoeula e il minestrone fresco alla genovese, il vero piatto forte è infatti la costata di Angus cotta sulla griglia e nel forno della pizza. 

Indirizzo: via Arcivescovo Calabiana, 3

# Trattoria San Filippo Neri, con un ambiente tipico dei bar-trattoria di una volta

trattoriasanfilipponeri IG

La Trattoria San Filippo Neri, a nord della città, propone la tradizionale cucina milanese. L’ambiente è tipico dei bar-trattoria di una volta, aperta da oltre 30 anni, con prezzi buoni e porzioni abbondanti. C’è un’ampia la selezione dei piatti, dalla carne al pesce, mentre i vini sono dell’azienda Bardoneschi, dell’Oltrepò Pavese.

Indirizzo: viale Monza, 220

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# Trattoria de la Trebia, specialità carne alla brace in Porta Romana

Credits trattorialatrebia IG – Trattoria de la Trebia

La Trattoria De La Trebia nasce nel 1981 dalla creatività e dalla passione per la ristorazione di Carmine e Maria e ancora oggi la gestione è rimasta la stessa. Il punto di forza è infatti i segreti di una cucina a conduzione famigliare. La specialità è la carne alla brace, dalla carne di scottona bavarese alla fiorentina, per finire con dorata e croccante costoletta di vitello alla milanese.

Indirizzo: Via Trebbia, 32

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FABIO MARCOMIN

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Dall’EX-ALFA alla FORESTA URBANA: come sarà TRASFORMATO il versante NORD OVEST di Milano

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Credits lmblog.it - Progetto Ex-Alfa Romeo

Dopo la realizzazione del mall commerciale “Il Centro” l’ex-area industriale dell’Alfa Romeo ad Arese prosegue nella progettazione della riqualificazione delle zone rimaste ancora da trasformare. Vediamo quale sarà il futuro della zona a nord-ovest di Milano.

Dall’EX-ALFA alla FORESTA URBANA: come sarà TRASFORMATO il versante NORD OVEST di Milano

# Sbloccati 4 nuovi ambiti di trasformazione sull’area dell’ex-fabbrica di automobili milanese

Credits lmblog.it – Ambiti di intervento

Con le proposte di varianti urbanistiche presentate dai comuni di Lainate, Arese e Garbagnate, all’interno dell’Atto Integrativo all’Accordo di Programma per la riqualificazione e reindustrializzazione dall’ex stabilimento Alfa Romeo, si sbloccano 4 ambiti di trasformazione dell’area ai margini del nord-ovest di Milano.

La superficie complessiva ammonta a circa 690.000 mq e per ogni ambito sono previste le seguenti destinazioni d’uso delle aree con una superficie lorda di Pavimento prevista in 260.000 mq oltre a 40.000 mq per funzioni di interesse generale: impianti sportivi e spazi funzionali alle attività delle organizzazioni sportive, spazi espositivi, strutture sanitarie, strutture di ricerca e sviluppo, educative e formative e di residenzialità scolastica e universitaria. Gli spazi commerciali saranno per circa il 50% destinati alle grandi strutture di vendita.

# Ambito 1: la “Foresta urbana” con sport quale elemento cardine 

Credits lmblog.it – Foresta urbana

Al posto del grande posteggio auto realizzato per Expo 2015 ci sarà “Foresta Urbana”,  con un mix di funzioni che si integrerà con parchi, giardini, specchi d’acqua, piazze e percorsi pedonali e ciclabili. Si prevede un nuovo modello di sviluppo in cui la rigenerazione urbana è affidata sia ad interventi privati sia alla progettazione di attrezzature e infrastrutture collettive che promuovano innovazione e sostenibilità ambientale.

L’elemento attorno a cui ruoterà la riqualificazione di questo ambito è lo sport, dove alle tradizionali attività del terziario e del commercio, saranno affiancati spazi per attività sportive, luoghi per la cultura e la formazione oltre a residenze universitarie.

# Ambito 2: automotive e innovazione

Credits lmblog.it – Ambito 2

Nell’ambito 2 è previsto lo sviluppo di attività produttive legate al settore dell’automotive oltre a una quota di funzione commerciale di ampliamento de “Il Centro”. La porzione di un edificio già presente verrà riservata alla promozione e sviluppo di attività legate al settore dell’innovazione.

# Ambito 3: “Saper Fare”, con mix funzionale di attività artigianali insieme ad altre legate allo svago e al benessere della persona

Credits nujna_ya IG – TopGolf

Nell’ambito 3 si concentrerà il “saper fare”. In sostituzione degli edifici industriali esistenti ci sarà spazio per un nuovo mix funzionale di attività capaci di generare nuove dinamiche legate allo svago e al benessere della persona: attività artigianali di servizio, spazi commerciali per il fai da te e il bricolage, intrattenimento e sport con Topgolf. Questo sarà un campo molto più pic­colo del classico campo da golf, circa 5 ettari, che non verrà calpestato dai giocatori ma dove pal­line dotate di microchip vengono lanciate direttamente da una lounge, comoda e dotata di tutti i comfort. Si dovranno colpire dei bersagli a settori concentrici.

# Ambito 4: riqualificazione Edificio Gardella con nuove funzioni in linea con la sua vocazione d’uso originaria

Credits giorgio_sivocci IG – Palazzo Gardella

L’ambito 4 coincide con l’Edifico Gardella, l’unica testimonianza rimasta oggi dell’ex fabbrica di automobili dell’Alfa Romeo. Nel progetto ne è previsto il recupero e valorizzazione nel rispetto dei suoi caratteri architettonici storici con l’inserimento di nuove funzioni in linea con la sua vocazione d’uso originaria. In prevalenza ci saranno attività terziarie-direzionali e/o ricettive supportate da spazi artigianali di servizio e di piccolo commercio.

Fonte: LmBlog

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FABIO MARCOMIN

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I SILOS di SERIATE: DORMIRE vicino a Milano sentendosi dei CHICCHI di GRANO

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Credits myvacationpants IG - B&B I silos

Tra le strutture più fantasiose e strane nel mondo in cui passare una o più notti a dormire questa in provincia di Bergamo merita una menzione d’onore. Vediamo come è fatta e quali servizi offre.

I SILOS di SERIATE: DORMIRE vicino a Milano sentendosi dei CHICCHI di GRANO

# Due granai abbandonati trasformati in B&B per “sentirsi come un chicco di grano”

Credits myvacationpants IG – B&B I silos

Nel mondo sono tante le strutture bizzarre e strane dove dormire, sugli alberi, in mezzo alla neve, in una caverna, dentro un’alveare, in una stazione oppure sospesi in una bolla, ma solo questa può far vivere un’emozione unica: sentirsi come un chicco di grano. A Seriate in provincia di Bergamo, esistono infatti due torri gialle, realizzate nel 1950 per uso agricolo come enormi contenitori di granaglie, recuperate grazie alla fantasia di un architetto bergamasco e trasformate in un originale B&B

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# Un giardino di 3.000 mq e wifi gratis

Credits bandb-i-silos.wixsite.com – Camera matrimoniale

La struttura ospita 4 camere da letto di 25 mq con bagno privato all’interno e mette a disposizione la connessione wi-fi gratuita, un parcheggio esterno e un giardino di 3.000 mq con tavoli, sedie e sdraio per godersi il soggiorno all’aria aperta in completo relax.

 

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FABIO MARCOMIN

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L’ombra di VERDI in Piazza Buonarroti

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Credits: @fantastikarla Milano - Piazza Buonarroti

Chi conosce Milano sa benissimo qual è la piazza forse più famosa della città fra gli appassionati di musica classica e non solo. Celebre come “la rotonda con la statua”, Piazza Buonarroti, uno snodo chiave per entrare nel vecchio quartiere di Fiera Milano City ormai completamente assorbito da City Life, è la piazza della Casa della Musica, dedicata al più grande fra i compositori classici della storia, secondo probabilmente solo a Mozart e Beethoven: l’autore del Va’ Pensiero, ovvero Giuseppe Verdi. Il monumento al quale è stato realizzato con non pochi ostacoli, sia storici legati al periodo che burocratici che, per così dire, naturali, con la scomparsa di alcuni dei protagonisti in corso d’opera.

L’ombra di VERDI in Piazza Buonarroti

# All’età di 87 anni Verdi muore a Milano

Credits: @fantastikarla
Milano – Piazza Buonarroti

Nel 1900 Verdi, musicista ma anche grande attivista politico coinvolto nelle dinamiche dell’Italia postrisorgimentale, rimase profondamente sconvolto per l’assassinio del re Umberto I di Savoia e abbozzò una poesia in suo ricordo, ma non fu in grado di completarla. Il 21 gennaio 190, infatti, durante la permanenza presso il Grand Hotel et de Milan Verdi fu colpito da un ictus cerebrale. A poco a poco divenne sempre più debole fino a spegnersi alle 02:50 del 27 gennaio, all’età di 87 anni, assistito dalla figlia adottiva insieme alla cantante Teresa Stolz. Inizialmente tumulato con una cerimonia privata nel Cimitero Monumentale di Milano, dopo un mese il suo corpo fu traslato nella cripta della Casa di Riposo. In quell’occasione fu intonato da ben 820 interpreti canori il coro Va’ pensiero, diretto da Arturo Toscanini, e si stima che più di 300000 persone abbiano presenziato all’evento.

# Milano vuole un monumento a Verdi per il suo centenario

Credits: @gallicus56
Casa di riposo dei musicisti

In seguito alla morte del Maestro, il Comune di Milano deliberò la costituzione di un Comitato Esecutivo per l’erezione di un monumento commemorativo. Per la scelta dell’artista esecutore, nel maggio 1904, fu bandito un pubblico concorso; il bando, che lasciava agli artisti massima libertà nell’ideazione e nello stile, precisava che l’opera si sarebbe dovuta erigere in piazza Michelangelo Buonarroti, di fronte alla Casa di Riposo per i musicisti fondata dallo stesso Verdi. Dopo un anno, la commissione giudicatrice esaminò settantotto bozzetti pervenuti senza individuare un progetto accettabile, per cui fu bandita una nuova gara il 15 dicembre 1905.

Qui, la nuova giuria presieduta dallo scultore Enrico Butti scelse il bozzetto di Antonio Carminati, il quale si mise all’opera fra il 1907 e 1908 realizzando due statue allegoriche (oggi disperse). La sorte avversa ha voluto che, proprio poco dopo aver iniziato i lavori per la statua del Maestro, Carminati morì improvvisamente, l’11 maggio 1908. Seguirono quindi accese discussioni interne al Comitato sull’opportunità di affidare a terzi il completamento dell’opera del Carminati o procedere al rinnovo del concorso. Per ragioni economiche e scarsità di tempo dato l’approssimarsi del centenario della nascita di Verdi, fu affidato l’incarico di eseguire il monumento allo stesso Enrico Butti, presidente della giuria del concorso (e maestro di Carminati all’Accademia di Brera).

# Una delle statue più eleganti della città

Credits: @pontir
Milano – Piazza Buonarroti

In data 12 ottobre 1911 il Comitato si recava a Viggiù (Va) per un sopralluogo al modello in gesso in grandezza naturale esposto nel cortile dello studio dell’artista. I gessi di studio del monumento a Verdi sono oggi conservati e visibili presso la gipsoteca Butti di Viggiù, patria dello scultore. La Commissione richiese alcune modifiche relative alla composizione del monumento e ai materiali lapidei da impiegarsi, e nella seduta del Comitato del 1 giugno 1912 Butti propose per il basamento l’impiego del granito di Castione (presso Bellinzona), fornito dalla Società Graniti Svizzeri la quale, l’11 marzo 1913 comunicava di aver spedito tutti i pezzi di granito lavorato del basamento. Dalle fatture del capomastro si apprende che il granito era lucidato, caratteristica riportata per spiegare un sovrapprezzo per la posa. Infine, il 14 maggio 1913 la Commissione si recò presso la Fonderia Faruffini ed Ottolina di Milano per prendere visione della fusione dei rilievi, di cui fu constatata la riuscita e la grandiosità, e il 13 settembre seguente la Commissione visionò in fonderia la statua, constatando la perfezione del getto e la maestria dello scultore. Il monumento fu inaugurato come previsto il 10 ottobre 1913, nel centenario della nascita di Verdi.

Oggi, oltre ad essere una delle statue più belle ed eleganti in una zona più che signorile di Milano, la statua di Verdi simboleggia l’importanza che la nostra città ha sempre dedicato, con Verdi, con il Teatro alla Scala e non solo, alla maestosità della musica classica. Se voleste visitarla, la fermata della metro è linea rossa M1 – BUONARROTI.

Continua la lettura con: SURREALE MILANO: la statua di Mirò che non ti aspetteresti mai di trovare nel cuore della città

CARLO CHIODO

copyright milanocittastato.it

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MILANO-GENOVA in 50 MINUTI: da sogno a realtà nel 2024

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Credits terzovalico - Cantieri attivi

Proseguono i cantieri per la realizzazione del Terzo Valico di Giovi che garantirà in futuro un collegamento rapido tra Milano e Genova e sarà necessario al miglioramento infrastrutturale di tutto il nord Italia e a garantire una maggior velocità di connessione con l’Europa. Vediamo gli ultimi aggiornamenti.

MILANO-GENOVA in 50 MINUTI: da sogno a realtà nel 2024

# Tutti i 6 lotti sono in fase di cantiere e in collegamento diretto, per una tratta di circa 17 km

Credits terzovalico – Cantieri attivi

Sono iniziati nell’aprile 2012 i lavori per la realizzazione del Terzo Valico dei Giovi e, dopo uno lungo stop a cui è seguito il commissariamento, a inizio settembre del 2020 è stato completato il cantiere principale. Conclusi anche gli interventi sulla linea ferroviaria Succursale di Giovi, nella tratta Arquata Scrivia-Genova. Un importante tassello all’interno del Terzo Valico dei Giovi, il progetto più rilevante all’interno dell’asse ferroviario Genova-Rotterdam: un corridoio fondamentale per il trasporto di passeggeri.

Con l’abbattimento degli ultimi diaframmi della linea AV/AC Terzo Valico dei Giovi nel comune di Serravalle Scrivia a fine settembre 2020, sono stati messi in collegamento diretto i 6 lotti previsti da progetto per una tratta di 17 km. I cantieri sono quindi operativi su tutto il tracciato.

# I lavori principali in corso e quelli realizzati

 rocco.formica IG – Doppio abbatimento Galleria Terzo Valico e Serravalle

I lavori riguardano gli scavi delle due opere in sotterraneo più importanti della nuova linea: la Galleria di Valico, che sarà la galleria ferroviaria più lunga in Italia, e la Galleria di Serravalle, per quanto riguarda il binario pari. Entrambi gli scavi sono eseguiti con metodo tradizionale tramite TBM. In realizzazione anche il tratto di linea in galleria artificiale nel comune di Pozzolo Formigaro

Sono invece già stati completati gli scavi delle quattro gallerie di accesso alla futura galleria di Valico (le “finestre”) e la galleria Campasso all’estremità sud del Terzo Valico.

Complessivamente sono stati installati oltre 170 dispositivi ferroviari, oltre 610 chilometri di cavi, 37 chilometri di conduttori in rame e 250 tonnellate di carpenteria pesante.

# Il progetto garantirà una velocità dei treni di 250km/h con un sensibile miglioramento delle connessioni tra Nord Italia e Europa

Terzo valico

Il progetto del Nodo Ferroviario di Genova prevede il completamento delle opere civili delle Gallerie Colombo, San Tomaso e Polcevera, per un importo dei lavori pari a 120 milioni di euro, con una durata di 30 mesi. Terzo Valico, Nodo ferroviario e scalo merci Campasso rientrano in un progetto unificato nel 2019 e del valore di quasi 7,4 miliardi di euro, con cui si intende dare un colpo di acceleratore alla nuova ferrovia tra Genova e la valle del Po, attualmente completata al 40%. Lungo la rete ferroviaria del Terzo Valico dei Giovi transiteranno merci e persone a 250 chilometri orari, favorendo i collegamenti tra le regioni del Nord Italia e dell’Europa.

Il potenziamento infrastrutturale del Nodo di Genova assicura il collegamento diretto con il Terzo Valico per i treni merci in partenza e in arrivo dal porto di Genova, e permette di separare i flussi di traffico tra treni regionali e treni a lunga percorrenza, con una conseguente potenzialità di incremento dell’offerta dei treni regionali e metropolitani.

# Da Milano a Genova in treno in 50 minuti, invece di 1 ora 39 minuti di oggi. La conclusione dei lavori slitta dal 2023 al 2024

Credits alcotec.spaIG – Galleria Terzo Valico

La ferrovia del Terzo Valico, lunga 53 km, una volta a regime, assicurerà il collegamento tra Genova e Milano in 50 minuti rispetto a 1h e 39 minuti attuali e, oltre alla costruzione del tracciato principale ad alta velocità, prevede la costruzione di 4 interconnessioni tra Voltri, Genova Parco Campasso, Novi Ligure e Tortona, che permetteranno di collegare la nuova linea con quelle già esistenti. La tratta si inserisce nel corridoio Reno-Alpi, uno degli assi della rete strategica transeuropea di trasporto (TEN-T core network). A fine febbraio 2022 l’avanzamento complessivo è di circa del 52,4%, pari a 3,2 milioni di euro, dell’importo totale. L’ultimazione dell’opera, previsto inizialmente nel 2023 dopo la ripresa dei lavori, è stata posticipata al 2024.

Continua la lettura con: La METROPOLITANA più CORTA d’Italia si ALLUNGA

FABIO MARCOMIN

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A Milano le PANCHINE più innovative del mondo? Queste le candidate

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ph. Roland Barthoger Flickr

Oggetti di design, alcuni veri e propri pezzi di arte pubblica: sono le panchine più innovative del mondo. Quali si potrebbero portare nella capitale del design?

A Milano le PANCHINE più innovative del mondo? Queste le candidate

# Panchine come “Forme d’arte”

ph. themindcircle – origine sconosciuta

Dopo la panchina più lunga del mondo, Milano potrebbe fare un bel salto nella qualità. Potrebbe farlo scegliendo di ospitare, nelle sue strade, alcune espressioni di arte urbana.
Il ruolo della panchina, reinterpretato dai designer, può quindi evolversi sotto qualsiasi forma. Vediamo qualche esempio di panchine come forme d’arte

#1 Il ciottolato di fiume e la macchina da scrivere di Gensler, San Francisco

ph. Architizer.com

Ispirate al ciottolato levigato dalle acque del fiume, le panchine installate da Gensler nell’edificio del South Market di San Francisco fanno parte di un progetto quasi unico.
L’intero edificio è stato completamente rinnovato, per ricavare spazi multi funzionali. Le panchine sono ospitate in un ambiente all’aperto, che è allo stesso tempo co working e spazio di connessione con i colleghi.

ph. pinterest

Fa parte dell’arredo esterno anche una struttura di sedute, ispirate alla tastiera “QWERTY” di una vecchia macchina da scrivere. Potrebbe essere un tributo all’iconica Lettera 22 dell’Olivetti. 

Leggi anche: In Italia c’è la “PANCHINA più BELLA del mondo”. Ecco perché

#2 L’asfalto sbucciato di Thomas Heatherwick, Newcastle

ph. the mind circle

Letteralmente un pezzo di arte urbana, la panchina di Newcastle è un lembo di asfalto che si solleva da terra per ospitare i cittadini.
È come se la città venisse sbucciata, per arrivare alla polpa e al succo.

#3 La galleria nel lago del Vöcklabruck Park, Austria

ph. Roland Barthoger Flickr

Un’opera che cela il mistero dei suoi creatori, permette un surreale viaggio nell’acqua del lago a Vöcklabruck, in Austria.
La panchina è in realtà una piattaforma che scompare sotto il pelo dell’acqua, immergendo gli avventori a contatto con la natura. Un’idea per la Darsena?

Leggi anche: Il misterioso UOMO di bronzo sulla PANCHINA

#4 La panchina a manovella contro la pioggia di Sung Woo Park

ph. the mind circle

L’idea è utile e accattivante: la panchina progettata da Sung Woo Park è ricoperta da una superficie rotante, che può essere azionata da una manovella laterale.

ph. coroflot.com

Quando ha finito di piovere, si aziona la manovella per fare sollevare la parte asciutta della panchina, che diventa subito pronta all’uso.

#5 L’installazione vetro-cemento di Zoltan Bencze & Szovetseg’39, Ungheria

ph. architecturendesign.net

Una panchina apparentemente semplice, che nasconde un’intuizione di Zoltan Bencze e  Szovetseg’39, installata a Pecs in Ungheria.
La seduta è una semplice gettata di cemento levigato, con inserti di vetro che, in realtà, prendono vita col buio della sera, illuminandosi a led.

Leggi anche: La PANCHINA più LUNGA del mondo è a Milano: oltre 200 metri. Ecco dove si trova

#6 La panchina scavata nei palazzi di AllesWirdGu, Lussemburgo

ph. huaban.com

In realtà è una lunga panchina coperta e si trova in Steelyard Square, nella City di Lussemburgo.
Potrebbe però essere scavata in un palazzo moderno di Milano, diventando uno dei posti all’ombra più ambiti della città.

#7 Gli spaghetti di Pablo Reinoso

ph. thisiscolossal.com

Pablo Reinoso è un artista franco argentino che disegna panchine da quando ha 15 anni.
Alcune delle sue creazioni sono ispirate dalle forchettate di spaghetti. Ne ha progettate in legno e in acciaio dipinto, ognuna sarebbe perfetta in quasi ogni municipio di Milano.

Leggi anche: Le PANCHINE GIGANTI della Lombardia

#8 La panchina di Piano City

ph. Pinterest

Note musicali e come seduta la tastiera di un pianoforte, ecco le panchine adatte alla città che ha dato i natali a Piano City. Panchine così si possono trovare in Polonia e in Ungheria.
Perché non a Milano?

ph. Pinterest

#9 L’altalena di Cho Neulhae

ph. gessato.com

Vero e proprio oggetto di arredamento esterno, Cho Neulhae e Jaebeom Jeong hanno portato il gioco dell’altalena nel loro progetto “Swinger“. Si tratta di due sedute collegate tra loro, con gli schienali opposti e una grande “U” centrale che permette alla struttura di fare perno col peso degli ospiti. Quando si è in due il divertimento è assicurato.

Leggi anche: Le 5 PANCHINE GIGANTI da cui ammirare gli Appennini

#10 I libri di Parigi

ph. wikimedia

Ormai diventate un classico nel loro genere, le panchine a forma di libro si sono evolute sempre più, fino a diventare delle sculture in cemento, come questa che si può trovare a Parigi, nella piazza intititolata a Gabriel Pierné.

Continua la lettura con: Panchine a forma di libri a Londra. Le facciamo così anche a Milano?

LAURA LIONTI

copyright milanocittastato.it

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MILANO NON è una città per GIOVANI: tra le peggiori dove vivere in Italia per gli under 35

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Credits: www.repubblica.it

Tra le preferite per gli over 65, ma fuori classifica per i giovani. Il risultato per Milano della classifica sulla qualità della vita nelle varie città italiane de Il Sole 24 Ore.

MILANO NON è una città per GIOVANI: tra le peggiori dove vivere in Italia per gli under 35

# Milano tra le città migliori per gli over 65 

Credits: lab24.ilsole24ore.com
Tabella indicatori città per over 65 – Milano

Ogni anno Il Sole 24 Ore pubblica un’analisi molto dettagliata di come si vive nelle varie città italiane, distinguendo anche quali sono le migliori dove stare se si è giovani, se si è anziani o se si hanno bambini. Per gli anziani il posto migliore dove vivere è Cagliari, seguito poi da Bolzano, Trento e Roma, ma anche Milano non è male considerando che rientra nella top 10 delle città dove vivere se si è over 65, posizionandosi al 9° posto.

Tra i parametri considerati da Il Sole 24 Ore ci sono speranza di vita, esposizione all’inquinamento, numero di biblioteche, assistenza domiciliare, presenza di orti urbani, trasporto anziani e disabili, numero di infermieri, geriatri, consumo di farmaci per malattie e altri. Per quasi tutti i parametri, ad eccezione dell’esposizione all’inquinamento dove è 90esima e al numero di infermieri ogni 100mila abitanti che è invece 100esima, in tutti gli altri si classifica quasi sempre nella top 50 e a volte anche nella top 10. Ma se è una città per anziani perché non può esserlo anche per giovani e bambini? Non per forza sono cose che si escludono, Trento infatti è nella top 10 per tutte e tre le classifiche (bambini, giovani e anziani).

# Milano non è per giovani: si posiziona al 95esimo posto su 107

Credits: lab24.ilsole24ore.com
Tabella indicatori città per giovani – Milano

Per quanto riguarda le città italiane dove è meglio vivere se si hanno tra i 18 e 35 anni Milano non rientra nella top10. Neppure tra le prime 50. E questo nonostante le città del nord abbiano la meglio come città per giovani: nessuna città del sud è infatti tra le migliori. Sulla base di 12 parametri e attribuendo un punteggio da 0 a 1000, Il Sole 24 Ore ha eletto Piacenza come città dove i giovani vivono meglio, seguita da Ferrara e Ravenna. Per arrivare a Milano bisogna scendere verso il fondo della classifica.

Milano si posiziona solo al 95esimo posto, perdendo quasi venti posizioni rispetto all’anno prima. Tra gli indicatori utilizzati per fare l’analisi ci sono: saldo migratorio, imprenditoria giovanile, presenza di aree sportive, bar, canone di locazione, età media al parto, disoccupazione giovanile e altri. E, salvo per i parametri dei laureati e delle imprese che fanno ecommerce, dove si classifica rispettivamente seconda e terza, per tutti gli altri indicatori i punteggi della città meneghina sono tra i peggiori della Penisola.

Molto meglio spostarsi, anche di poco, da Milano: nella top 10 infatti si trovano Cremona, al quinto posto come città per giovani, e Brescia.

Continua la lettura con: Record di giovani a Palazzo Marino

BEATRICE BARAZZETTI

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Milano non fa schifo ma… i TRENI sono IMBRATTATI

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Treno imbrattato

“Milano non fa schifo ma…”: una rubrica per mettere in luce le piccole cose che non vanno nella nostra città che, se sistemate, potrebbero migliorare la qualità della vita a Milano e l’immagine per chi la visita. 

Milano non fa schifo ma… i TRENI sono IMBRATTATI

# I treni imbrattati impediscono la visione all’esterno

Treno imbrattato

La capitale mondiale della moda, del design, sinonimo di stile e classe nel mondo, si proietta nel futuro con slancio e dinamismo attraverso grandiosi progetti di recupero urbanistico. Troppo spesso però Milano si perde nella cura dei dettagli.

In questo caso nemmeno troppo un dettaglio, ma un treno imbrattato da scarabocchi. Oltre allo squallore stile NEY YORK anni ’70 che gli imbrattamenti suscitano, questi atti vandalici sono anche un pericolo per la circolazione e per i passeggeri. Gli idioti imbrattano anche i vetri delle porte e dei finestrini rendendo impossibile la visione sia all’interno che all’esterno del treno e impedendo quindi anche di vedere il nome delle fermate o eventuali richieste di soccorso.

La soluzione? Certamente una pulizia immediata dei vagoni e magari l’utilizzo di prodotti che rendano difficile l’adesione delle vernici sulle superfici ma soprattutto maggior prevenzione e repressione degli atti vandalici. Purtroppo però in Italia e Milano non fa eccezione, il permissivismo è arrivato a livelli di non ritorno. Certi reati non vengono ne perseguiti ne repressi in larga misura.

Ci sarà un motivo se a Bucarest, non certo la capitale di una potenza economica, non si trovi un solo scarabocchio, non solo sui treni ma nemmeno sulle facciate delle case… E, in generale, risulta difficile se non impossibile trovare una città fuori dall’Italia con treni e palazzi imbrattati come a Milano. 

Vedi qualcosa che non va a Milano? Segnalacelo scrivendo (mettendo foto se possibile) qui: info@milanocittastato.it (oggetto: milano non fa schifo ma…)

Continua la lettura con: Milano non fa schifo ma… il JERSEY ABBANDONATO di viale LANCETTI

ANDREA URBANO

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Le 10 PISCINE più SPETTACOLARI del MONDO

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Credits travelmenu1 IG - Galaxy Hotel

Sul ciglio di un burrone, dentro un labirinto, sospesa sopra la città o sull’oceano. Scopriamo quali sono le piscine più spettacolari del mondo.

Le 10 PISCINE più SPETTACOLARI del MONDO

#1 La piscina tra due palazzi del complesso residenziale The Arc Vancouver (Canada)

Credits concordadex IG – The Arc Vancouver

A Vancouver in Canada, nel complesso residenziale The Arc, è stata realizzata una piscina tra i due palazzi della struttura. Si trova al 20esimo piano e il fondo completamente trasparente permette di osservare da 60 metri d’altezza la piazza cittadina sottostante oltre alle auto e pedoni in transito.

 

Leggi anche: Londra inaugura la “PISCINA del CIELO”: si potrà nuotare tra le nuvole (immagini)

#2 La piscina con vista deserto circondata dai canyon nell’hotel Amangiri (USA)

Credits lisaingmarinelli IG – Amangiri

L’hotel 5 stelle Amangiri, nello stato dello Utah, è una struttura perfettamente integrata con la natura e circondata da canyon. Al suo interno spa, saune e una piscina con vista deserto costruita attorno ad alcune rocce di 165 milioni di anni fa.

 

#3 La piscina privata con vista Mar dei Caraibi nel Resort Jade Mountain (Santa Lucia – America Centrale)

Credits jademountainstlucia IG – Jade Mountain Resort

Resort Jade Mountain, nell’isola caraibica di Santa Lucia, è un hotel 5 stelle realizzato nel mezzo della natura con vista sull’Oceano Atlantico e Mar dei Caraibi e le montagne circostanti. Da ogni stanza si può ammirare il paesaggio circostante dall’alto mentre si nuota nella piscina privata a sfioro.

 

#4 Sky Lagoon, 70 metri di laguna senza soluzione di continuità con l’oceano (Islanda)

Credits skylagooniceland IG – Sky lagoon Islanda

La Sky Lagoon è ormai diventata una delle mete turistiche più ambite dell’Islanda, già definite la piscina geotermica più bella del mondo. La laguna ha un’ampiezza di 70 metri senza soluzione di continuità con l’oceano grazie al bordo a sfioro. Se si è fortunati si può ammirare lo spettacolo offerto dall’Aurora Boreale.

 

Leggi anche: Inaugurate le TERME più BELLE del mondo

#5 Badeschiff, la piscina sopra il fiume (Germania)

Credits badeschiff_berlin IG – Badeschiff Berlino

A Berlino, nel quartiere di Kreuzberg, ogni estate viene aperta una piscina rettangolare sopra il fiume Sprea. Inaugurata nel 2014 per consentire ai berlinesi di nuotare in acque pulite, visto l’inquinamento del corso della capitale tedesca, ha anche una spiaggia di sabbia con lettini e sdraio e altre zone di relax e per praticare sport. D’inverno si trasforma in una sauna coperta. 

 

#6 Aquadome, tra “dischi volanti” e una piramide (Austria)

Credits aquadome_hotel.therme.spa IG – Aquadome

Tra le piscine dell’Hotel Terme e Spa Aquadome in Austria, quella esterna assomiglia a un “paesaggio alieno“. Due enormi strutture circolari, dalla parvenza di dischi volanti, sono in realtà le piscine riscaldate tra le montagne di questa struttura e sono collegate da una bizzarra costruzione a forma di piramide al centro.

 

#7 La piscina a sfioro vista lago e Alpi di Villa Honegg (Svizzera)

Credits villahonegg IG – Piscina Villa Honegg

L’Hotel 5 stelle Villa Honegg, ad un’altitudine di 914 metri sopra il livello del mare, è dotato di un’incredibile piscina esterna a sfioro con vista Lago dei Quattro Cantoni e le Alpi Svizzere. Riscaldata tutto l’anno a circa 33 gradi al suo centro ha una vasca idromassaggio circolare dentro cui rilassarsi ammirando lo spettacolo della natura.

 

Leggi anche: NUOTARE tra le NUVOLE: la PISCINA a sfioro più ALTA del MONDO

#8 La piscina labirinto delle Therme di Vals (Svizzera)

Credits marta.mantoan IG – Therme di Vals

Therme di Vals, costruita sulle sorgenti termali del cantone dei Grigioni in Svizzera, è una struttura alberghiera 5 stelle progettata dall’architetto Peter Zumthor. Situata a 1.252 sopra il livello del mare, al suo interno c’è una piscina fatta come un labirinto di tunnel che attraversa l’edificio.

#9 La piscina sul bordo di un burrone di oltre 160 metri nel Resort The Edge Bali (Indonesia)

Credits theedgebali IG – Piscina del Resort The Edge Bali

All’interno del Resort The Edge Bali, situato su una scogliera a picco sul mare, si trovano delle spaziose ville a 5 stelle dotate di sistemi di intrattenimento all’avanguardia,  giardino tropicale e terrazza solarium privata. Un centro spa e benessere dove la vera chicca sono le piscine private a 6 metri oltre il bordo di un burrone di 162 metri sull’Oceano Indiano. Non adatta a chi soffre di vertigini.

 

#10 La piscina di 575 metri con vista “turisti” del Galaxy Hotel (Macao – Cina)

Credits travelmenu1 IG – Galaxy Hotel

Nell’hotel 5 stelle Galaxy a Macao, una delle regioni amministrative speciali della Cina insieme a Hong Kong, c’è una piscina esterna che si estende per 575 metri. Un tratto del percorso è sospeso all’interno di un tubo trasparente dove, mentre si nuota, si possono vedere i turisti camminare sotto i propri piedi. Da non perdere gli scivoli d’acqua che passano attraverso un montagna artificiale e le rapide.

 

Fonte: Gufo Saggio YT

Continua la lettura con: Meglio di una piscina super lusso: il LAGO con vista sull’OCEANO

FABIO MARCOMIN

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La “CIAMBELLA”, il condominio brutalista a forma di O

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Credits: themindcircle.com Bublik

Un’opera ingegneristica discutibile, per alcuni, un’idea funzionale, per altri. Un residuo del passato oppure una fonte d’ispirazione per qualche architetto contemporaneo?

La “CIAMBELLA”, il condominio brutalista a forma di O

# Il condominio brutalista a forma di O

 themindcircle.com
Bublik

Il condominio circolare si chiama Bublik ed è stato costruito a Mosca durante il periodo socialista. È una delle strutture più brutaliste del Paese (con brutalismo si intende il movimento architettonico caratterizzato da una certa rudezza del cemento a vista) ed è stata realizzata dall’architetto Eugene Stamo e dall’ingegnere Aleksandr Markelov. Il nome Bublik glielo hanno dato i suoi inquilini e chi abita lì vicino perché, tradotto, significa ciambella, il nome quindi ricorda la sua forma circolare del condominio. L’edificio ha un diametro di 150 m e il cerchio interno creato dalla struttura è stato adibito a giardino.

# Costruito per ospitare la nuova classe media

Credits: themindcircle.com
Bublik

Bublik si trova nel distretto di Ochakov-Matveevskoe e ospita poco meno di 1000 appartamenti, più precisamente 913 case. L’edificio circolare è stato costruito nella capitale russa con l’obiettivo di ospitare le migliaia di persone che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, si trasferirono dalla campagna alla città. Prima della guerra, infatti, la maggior parte dei cittadini dell’Europa orientale lavorava ancora la terra e viveva in aree rurali, nel periodo post-bellico, grazie ad una maggiore industrializzazione e alla nascita della classe media, anche le città si riempirono. A Mosca furono costruiti edifici giganti che avrebbero dovuto ospitare questi cittadini arrivati all’improvviso e tra queste costruzioni c’è proprio Bublik.

# 5 cerchi olimpici 5 condomini circolari

themindcircle.com
Bublik

Il condominio circolare fu costruito nel 1972. Pare che l’allora Unione Sovietica fosse molto orgogliosa del proprio edificio e, in vista delle Olimpiadi del 1980, a Mosca si vollero realizzare 5 edifici simili a Bublik. Ogni condominio circolare avrebbe rappresentato uno dei cinque cerchi olimpici. L’idea non fu però portata a termine perché si scoprì che edifici simili comportavano costi troppo alti e quindi si abbandonò il progetto. Si riuscì però a costruire almeno uno degli altri edifici simili a Bublik. Oggi quindi ci sono due edifici dalla forma insolita a Mosca: Bublik il condominio circolare da 913 case e un altro edificio simile perfino più grande, con 936 appartamenti.

Fonti: themindcircle.com

Continua la lettura con: Il più bel condominio del MONDO è l’ “ALBERO BIANCO” (Fotogallery)

BEATRICE BARAZZETTI

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MADRID e i suoi PRIMATI: la mentalità vincente della città più di successo nell’Europa di oggi

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Metro madrid

Ancora una volta ha trionfato nella Coppa dei Campioni. L’ennesimo trofeo di una città che si è affermata sempre più come emblema della mentalità vincente nel Vecchio Continente. Città stato (comunidad autonoma) con poteri da regione, rinforzati rispetto alle nostre per l’assetto federale, si è distinta durante la pandemia per la politica liberale, rifiutando Green Pass, lockdown e mascherine, anticipando ciò che è accaduto negli altri paesi. In Spagna i madrileni sono considerati un po’ come i milanesi in Italia, stimati ma non sempre amati, come spesso succede a chi mira sempre all’eccellenza sfoggiando una mentalità vincente. Ed è proprio questo il segreto dei madrileni, una mentalità che li porta sempre a puntare in alto, a non considerarsi da meno di nessuno, a ricercare la massima libertà per sfidare i propri limiti. Una mentalità che forse si dovrebbe rinvigorire anche a Milano. Ma vediamo quali sono alcuni dei risultati di questa mentalità vincente. 

MADRID e i suoi PRIMATI: la mentalità vincente della città più di successo nell’Europa di oggi

# Il calcio: 14 coppe dei campioni (il doppio rispetto al Milan, la seconda più vincente d’Europa)

Stadio Real Madrid
(da pixabay)

Dimentichiamo i primi successi nella vecchia coppa dei campioni, quando la squadra era la favorita del caudillo (dittatore) Francisco Franco. In tempi recenti, però, nessuno ha saputo fare meglio dei blancos: nelle ultime 10 edizioni, la squadra tradizionalmente associata alla famiglia reale ha saputo imporsi ben 5 volte, in alcuni casi (come nell’ultima edizione) superando squadre più attrezzate per la vittoria, perlomeno sulla carta.

Il modello Real è da tempo radicato nel tessuto cittadino, con lo stadio-monumento, il suo museo, il suo ristorante, la boutique e altri esempi di marketing illuminato che, unitamente a un settore giovanile da sempre all’avanguardia, mantengono il brand appealing per qualsiasi giocatore. C’è di più, perché Madrid ha saputo conquistarsi addirittura una finale intera, giocata a Milano nel 2016, quando in finale giunse anche la seconda squadra cittadina, l’Atletico, tuttora sugli scudi nelle competizioni spagnole e che in ogni caso non si limita mai a riempire le caselle dei gironi di Champions League per poi uscire subito, come fanno da tempo le squadre milanesi.

# La rete metropolitana: più estesa di tutte le metro italiane messe insieme

Metro Madrid

La rete metropolitana di Madrid supera per chilometri la somma di tutte le linee metropolitane d’Italia. A cosa si deve questa incredibile performance? La maggior parte della rete era preesistente, ma tutte le undici linee originarie (tutte!) hanno visto espansioni notevoli dei loro percorsi negli anni del boom economico (primi Duemila) e anche oltre, a dimostrazione che con un’efficiente pianificazione si possono ottenere risultati impensabili.

Oggi la città è coperta da ben 302 stazioni e dodici linee, senza considerare le tre di metropolitana leggera di superficie. Una linea (la Metro Sur, l’ultima concepita) arriva a circumnavigare in toto anche i sobborghi periferici, rendendo di fatto realtà l’unificazione della città con la sua periferia, che è uno dei tanti talloni d’Achille milanesi. Finita qui? No, sono in progettazione i lavori per espandere nuovamente quattro delle direttrici. Quelle che a chi arriva in aeroporto, scendendo al livello dei treni e guardando ammirato la mappa, sembrano solo uno dei tanti paradisi sconosciuti d’Europa.

# Il “triangolo d’arte”

@goatboy91587
Museo del Prado

Nemmeno le più celebrate e ricche Londra e Parigi possono vantare tre musei così importanti e ravvicinati come quelli del Triangolo dell’arte di Madrid, la zona dei musei nella quale si concentra una delle più importanti collezioni di dipinti del mondo. Cominciamo, noblesse oblige, con il Museo del Prado, dove forse sarà impossibile visitare tutto in poche ore ma potremo comunque avere un assaggio delle opere d’arte che Madrid ha saputo raccogliere, per esempio la collezione di pittura spagnola, con opere di Goya e Velázquez, tra cui il famoso Las Meninas. Il Centro de Arte Reina Sofia è il partner ideale del Prado: dopo una bella dose di arte rinascimentale e barocca, depuriamoci con un po’ di arte contemporanea! Ospitato in un ex ospedale neoclassico del XVIII secolo, ospita molte opere di grandi artisti spagnoli del Novecento come Dalì, Mirò e Picasso (qualcuno ha detto Guernica?). A chiudere, e che chiusura, resta la collezione privata della famiglia Thyssen-Bornemisza, vero e proprio nirvana per amanti dell’impressionismo e del post-impressionismo. Siamo sicuri che alla fine non saprete scegliere quale dei tre musei vi sarà piaciuto di più.

# “Madrid Orgullo”: riferimento mondiale per i diritti civili

esmadrid.com
Gay pride Madrid

Il Madrid Gay Pride rappresenta la più grande festa per l’orgoglio LGBT+ d’Europa. “Madrid Orgullo”, con i suoi 2 milioni di partecipanti, è un altro dei recenti primati di questa città incredibile e poliedrica. Storicamente, già nel 1977, Madrid fu protagonista della prima manifestazione per l’orgoglio gay in Spagna. Fu l’inizio del movimento per i diritti LGBT+ spagnolo, dopo quarant’anni di dittatura franchista. Con il passare degli anni l’evento si espanse, travolgendo il polveroso passato nel neonato quartiere gay di Madrid, il distretto Chueca. Nel 2007 Madrid fu scelta come sede per l’Europride, manifestazione internazionale che coinvolse più di un milione di persone. Oggi il Madrid Orgullo comprende un’intera settimana di eventi musicali e culturali, che coinvolgono tutta la città. Oltre ai locali LGBT+, vi partecipano anche un gran numero di luoghi mainstream, associazioni cittadine, musei e teatri. Ciascuno di loro collabora per offrire una grande festa, che abbia però anche uno spessore culturale oltre che ludico. L’apertura di Madrid verso l’universo LGBT+ emerge con tutta la sua forza e si espande, trasformandosi in una celebrazione della libera espressione individuale. Happy Pride!

# La Casa di Carta e altre serie TV Netflix

Sicuramente non ci sarà bisogno di parlare qui del Professore e degli altri protagonisti con nomi di città della seminale serie TV La casa di carta, conclusasi con la quinta stagione nel 2021 e che ci ha trasportato per tante puntate direttamente davanti alla Zecca di Madrid. Ma come in altri settori, anche qui la città sta vivendo una stagione d’oro, con altre serie popolari ambientate nei suoi luoghi più iconici. Pensiamo al fittizio quartiere esclusivo di Las Encinas (che in realtà è Vilaviciosa de Odòn), dove si svolge la serie Elite con tutta la sua poesia di scontri sociali, delitti e mistero. E che dire della pluripremiata serie delle Ragazze del Centralino, che ci riporta a una Madrid degli anni Venti passati, attraverso gli occhi di chi lotta quotidianamente per l’indipendenza e l’emancipazione delle donne, lungo le locations della più famosa strada di Madrid, la famosissima Gran Via con i suoi palazzi dal valore inestimabile. Se abbiamo finito di visionare tutte le stagioni disponibili di queste serie fortunate, possiamo sempre scegliere dalla lunga lista di thriller iberici realizzati appositamente per Netflix, molti dei quali sono stati girati a Madrid, tra cui Il Bar, Tuo figlio e Quando gli angeli dormono.

# Il ristorante più antico del mondo

@spainonafork
Sobrino de Botín

Madrid è una città fortemente al passo con i tempi, che ha saputo cambiare rapidamente la sua immagine, migliorandola e internazionalizzandola, nel giro di pochi decenni. Questo non significa però che la città voglia liberarsi della sua anima più tradizionale e tradizionalista, quella che ancora serpeggia in certi quartieri benestanti del centro e della sterminata periferia sempre ombreggiata da viali alberati. Secondo il libro del guinness dei primati, il più antico ristorante del mondo ancora aperto è il Sobrino de Botín.

Inaugurato nel 1725, si trova in pieno centro storico (Calle Cuchilleros). Il locale non è famoso soltanto per la sua lunga storia, ma anche per gli innumerevoli premi ricevuti negli anni per la qualità dei suoi piatti della tradizione madrileña. Per fare un esempio, la rivista Forbes ha assegnato al ristorante il terzo posto tra i 10 migliori ristoranti classici del mondo, grazie principalmente alle sue due specialità, i deliziosi maialini e agnelli arrosto in stile castigliano, quelli provenienti da un altro magico triangolo, la zona di produzione di questa carne: Sepúlveda-Aranda-Riaza. Manca ancora qualcosa di importante alla scena vegetariana, siamo sicuri che nei prossimi anni qualcuno a Madrid provvederà.

# Gli investimenti immobiliari

@visita_madrid

Madrid ha identità ben oltre le sue zone centrali. I quartieri periferici di Madrid hanno tutti quell’impronta, sono sempre caratteristici, per posizione, per estrazione e immancabilmente madrileni di sfilate di case in mattoni rossi. E qui durante gli ultimi decenni abbiamo assistito al proliferare di investimenti immobiliari superiori a quelli sostenuti dalle altre capitali europee, al punto di essere fatalmente esplosi in una bolla negli anni più neri della crisi economica. Ma ora costituiscono una grandissima opportunità di investimento, secondo gli esperti del settore, per chi volesse acquistare casa e trasferirsi qui, oppure magari vivere della rendita. Innanzitutto non dimentichiamoci che siamo pur sempre nella capitale di uno degli stati più importanti dell’unione Europea. Poi c’è la questione degli affitti, che sono molto alti. La tassazione agevolata della Communidad autonoma di Madrid, altro privilegio precluso a Milano, pur non raggiungendo i livelli di quella delle Canarie, rende comunque la città particolarmente interessante per tutto quello che riguarda la compravendita. Non vorremmo in fin dei conti vivere anche noi in una città con così tanti primati?

Continua la lettura con: A Madrid apre la STANZA del PIANTO: servirebbe anche a Milano?

LORENZO ZUCCHI

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La METROPOLITANA più CORTA d’Italia si ALLUNGA

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Prolungamento metropolitana di Genova

Le metropolitana più corta d’Italia, la settima più corta del mondo. 8 fermate per 7 chilometri. Ma ora si sta dando da fare per perdere questo poco edificante primato.  

La METROPOLITANA più CORTA d’Italia si ALLUNGA

# Pronto lo studio di fattibilità per 4 nuove stazioni 

Prolungamento metropolitana di Genova

Genova. La metropolitana più corta d’Italia collega il centro storico con il quartiere di Rivarolo ed è costituita da 8 fermate per 7 km. Presto aggiungerà nuove stazioni e chilometri di tracciato alla sua rete composta da una sola linea.

E’ stato redatto lo studio di fattibilità per realizzare 4 nuove stazioni su un percorso di un chilometro verso Ponente. L’investimento complessivo previsto è di circa 400 milioni di euro ed entro l’autunno, se verranno assegnati i finanziamenti dal governo, il Comune di Genova farà l’affidamento del progetto definitivo. 

La nuova tratta per Sampierdarena si diramerà dalla stazione di Dinegro, con la prima fermata sotto via Dino Col a servizio del Matitone, del casello di Genova Ovest e dei numerosi uffici della zona, la seconda sotto Villa Scassi a beneficio dell’ospedale, la terza in piazza Montano con l’interscambio con la ferrovia e l’ultima a Fiumara, a servizio del centro commerciale e di importanti luoghi di lavoro tra cui Arpal e la Asl. L’obiettivo è inaugurare l’estensione entro il 2027.

Leggi anche: Curiosità e record delle 7 METROPOLITANE delle città ITALIANE

# I cantieri in corso per l’apertura di 3 nuove fermate

wikipedia.org – Metro Genova

Nel frattempo avanzano i cantieri per i prolungamenti verso la Valpolcevera e il quartiere di San Fruttuoso, per un investimento di circa 48 milioni di euro. Sono due le stazioni previste, Canepari verso nord con inaugurazione prevista alla fine del 2023, Martinez verso est nel 2024. Si attende invece la richiesta di finanziamento da parte dell’amministrazione genovese per la realizzazione di una fermata successiva a Canepari, quella di Rivarolo.

Al via anche i primi sopralluoghi per il completamento della stazione di Corvetto mai terminata sino ad oggi, grazie a 43,8 milioni di euro provenienti dal Pnrr, e posizionata a metà percorso tra le due stazioni esistenti di De Ferrari e l’attuale capolinea di Brignole.

# Ipotesi prolungamento fino all’Ospedale San Martino

@genova_metropoli_italy
IG

La linea metropolitana di Genova potrebbe poi allungarsi di un’ulteriore fermata, dopo la stazione di Martinez, per raggiungere l’ospedale di San Martino. Gli studi di fattibilità sono datati e in corso di aggiornamento, i costi ipotizzati in passato erano di circa 600 milioni di euro. In futuro questa fermata rivestirebbe un’importanza ancora maggiore rispetto ad anni fa visto che nelle stesse aree verrà realizzata la nuova stazione ferroviaria di Terralba, il capolinea per i treni metropolitani.

# Il progetto Skymetro nella Valbisagno

Stazione Skytram

A questi cantieri e progetti si aggiunge quello dello Skymetro, già finanziato, una metropolitana aperta e sopraelevata di cinque metri che arriva al livello di Brignole. Sarà realizzata in un binario unico da Brignole a Molassana e correrà lungo sette chilometri in raddoppio della linea. In futuro si ipotizza un’estensione del tracciato fino al quartiere Prato.

Leggi anche: Lo SKYTRAM: il nuovo “TRAM VOLANTE” di Genova. Perché non portarlo anche a Milano? Si potrebbe fare qui

Continua la lettura con: La linea L1 della METRO di NAPOLI: sarà la prima CIRCLE LINE italiana

FABIO MARCOMIN

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La strana estate delle 11 PISCINE CHIUSE di Milano

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Piscina Suzzani - ph. infomilano.news

Piscine aperte? Purtroppo non nell’estate 2022. Milano fa una figura da provinciale: non si è riusciti in due anni a organizzarsi e fare trovare pronti gli impianti per tutti i milanesi in cerca di refrigerio. La denuncia di mitomorrow.it

La strana estate delle 11 PISCINE CHIUSE di Milano

# Un triste censimento

Credts: IG @milanosport_official

11 piscine chiuse. Questo il triste censimento rendicontato dall’Assessora Riva, che nella giunta Sala ha le deleghe allo sport. 11 impianti sportivi o anche solo ricreativi chiusi per lavori di manutenzione, ordinaria e straordinaria, alla ricerca del mantra inseguito dagli amministratori cittadini: la sicurezza totale.

Gli impianti chiusi sono: Arioli Venegone, Bacone, Cantù, Cozzi, De Marchi, Mincio, Murat, Parri, Procida, Quarto Cagnino e Suzzani.
Ai milanesi che resteranno in città, per scelta o necessità, restano a disposizione le piscine di Argelati, Romani, Iseo, Saini, Cardellino, Sant’Abbondio e Solari. La messa in sicurezza è senza dubbio fondamentale ma, con soli 7 impianti comunali aperti su 18, sembra di essere ancora in lockdown.

Leggi anche: 7 modi per SCONFIGGERE il CALDO a Milano

# Dove si è nascosta l’efficienza di Milano?

ph. Gerd Altmann da Pixabay

Uno schiaffo alla reputazione della città super efficiente ed organizzata; queste qualità di Milano sembrano essersi dissolte nella confusione creata dalla pandemia. Milano non ha saputo organizzarsi per tempo e programmare quei lavori di manutenzione necessari, trascinando i tempi a ridosso della stagione più proficua, anche a livello di incassi.

L’Assessora Riva ha “giustificato” i ritardi, causati dalla gestione Covid: «Negli scorsi due anni non è stato possibile svolgere i necessari interventi per mettere le strutture in sicurezza», che è l’obiettivo principale.

# Scaramuccia PD in consiglio comunale

ph. Affaritaliani – aula consiliare Palazzo Marino

Martina Riva è stata “attaccata” dal collega di partito Alessandro Giunti, consigliere comunale del Partito Democratico. L’interrogazione all’Assessora parte dall’emergenza piscine denunciata da Giunti, che ha invitato Riva a risponderne in consiglio.
Se per la giovane Assessora «la sicurezza degli utenti ha la priorità», per Alessandro Giunti resta l’imbarazzo di rispondere alle (tante) famiglie che non potranno andare in vacanza ad agosto. «Dove andranno per rifugiarsi dal caldo?».
Con un 20% di piscine chiuse in più, rispetto all’estate 2021, è impossibile rispondere a questa domanda. L’episodio non è il sintomo che qualcosa non va all’interno del PD milanese, è la dimostrazione che qualcosa non va a Milano. Il problema andava affrontato prima, discuterne a giugno è troppo tardi.

Leggi anche: NUOTARE tra le NUVOLE: la PISCINA a sfioro più ALTA del MONDO

Fonte: mitomorrow.it

Continua la lettura con: Milano non fa schifo ma… potrebbe essere meglio

LAURA LIONTI

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Piazzale LORETO in alto mare. Obiettivo 2026 a RISCHIO?

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Credits: natipervivereamilano.com - Nuovo piazzale Loreto

Si avrà veramente un nuovo Piazzale Loreto entro le Olimpiadi Milano-Cortina 2026? Le speranze ci sono ancora ma i problemi iniziano a farsi vedere.

Piazzale LORETO in alto mare. Obiettivo 2026 a RISCHIO?

# Non c’è ancora un cronoprogramma

Credits: natipervivereamilano.com
Loreto Loc

“L’obiettivo ambizioso comune delle parti interessate, sia pubbliche che private, è la conclusione dei lavori entro il 2026” sono queste le parole, riportate da ilgiorno.it, dell’assessore alla Rigenerazione Giancarlo Tancredi parlando del progetto di riqualifica di Piazzale Loreto. Piazzale Loreto dovrebbe essere riqualificato e finito entro le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 ma, seppure si è tutti entusiasti del progetto che ha vinto il bando, iniziano a vedersi i primi problemi. Il consigliere comunale di Forza Italia, Alessandro De Chirico vede l’obiettivo di concludere i lavori entro il 2026 molto ottimistico, dice infatti: “Sulla riqualificazione di piazzale Loreto sembra che siamo ancora in alto mare. È passato più di un anno dell’assegnazione del bando e non c’è ancora un cronoprogramma”.

Il problema che si è incontrato e di cui si era già a conoscenza, ma che non permette un facile inizio dei lavori è la questione del traffico. La riqualificazione di Piazzale Loreto si dovrebbe dividere in 6 fasi, così da evitare di mandare in tilt il traffico milanese, e lasciare la riqualificazione dell’edificio comunale di via Porpora a sé, facendola procedere con tempi diversi. Nonostante questa decisione condivisa, il cronoprogramma non è ancora stato realizzato.

# Il progetto LOC – Loreto Open Community

Credits: natipervivereamilano.com
Loreto Loc

L’obiettivo di concludere i lavori entro il 2026 sembra quindi a rischio. Ma cosa prevede il progetto LOC per un nuovo Piazzale Loreto? In pillole, Loc- Loreto Open Community vuole trasformare Loreto in una piazza da vivere e creare uno spazio pubblico e collettivo che riesca a rispondere alle esigenze dei cittadini mettendo al centro la comunità.

Il progetto sarà guidato da Ceetrus Nhood e farà diventare il piazzale in parte pedonale, senza bloccare uno dei più grandi snodi viari della città: saranno inserite alberature, fontane e panchine. Si creerà una sorta di piazza/agorà con gradoni e un anfiteatro e saranno costruiti 3 nuovi edifici.

Continua la lettura con: LOC, il nuovo piazzale LORETO: ecco progetto e rendering

BEATRICE BARAZZETTI

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