Uno studio mostra la cifra di una famiglia media necessaria per vivere a Milano. Una cifra record che mostra i sempre maggiori affanni del ceto medio in città. Vediamo i risultati.
Quanto COSTA VIVERE a Milano? Queste le SPESE di una famiglia tipo
# Le spese superano i 3.300 euro al mese, l’affitto è la voce più impattante
Francesco Sgura-pexels – Milano
L’ultimo studio dell’Unione Nazionale Consumatori che rielabora i dati Istat, pubblicato da “la Repubblica Milano”, analizza nel dettaglio le spese che una famiglia media milanese composta da 2 o 3 persone deve sostenere mensilmente per vivere in città.
Il budget mensile ammonta a 3.314 euro: 441 euro sono destinati alla spese alimentare, 345 euro per i trasporti, 25 euro per l’istruzione e 1.325 euro per bollette e affitto, con quest’ultimo che pesa 869 euro ed è quindi la voce più impattante nel bilancio familiare.
Secondo l’indice degli affitti di Idealista.it, piattaforma del settore immobiliare, il costo medio di un metro quadro in locazione a Milano è il doppio rispetto alla media nazionale, 22 euro contro 11,4 euro, confermando il capoluogo lombardo come città più cara d’Italia.
# Stipendi in calo e inflazione in crescita mettono in difficoltà il ceto medio
Marco Ottaviano-pexels – Milano
Oltre alle spese sempre più elevate per vivere in città, l’inflazione milanese è in crescita al +4% nei primi mesi del 2022, come emerge dall’Osservatorio JobPricing, mentre gli stipendi di impiegati e operai hanno registrato una sensibile riduzione negli ultimi cinque anni, rispettivamente del 2,3% (33.673 euro lordi), e del 3,4% (25.870 euro lordi).
Spese in crescita, stipendi in calo: che futuro si può avere a Milano?
Milano – Roma. Una tratta che fino al 2008 ha costituito il 10% del traffico nazionale, tanto da attirare in Italia gli aerei delle compagnie straniere, sembra sul viale del tramonto. Cosa è successo dal 2009 in poi?
La “METROPOLTANA d’ITALIA” ha vinto la sfida con l’AEREO
# -80%: il crollo dei viaggiatori su quella che era la tratta d’oro del traffico nazionale
Google Maps
I viaggiatori che si spostano tra le due più importanti città italiane, Milano e Roma, non scelgono quasi più la tratta aerea, come succedeva fino al 2008, ma quella ferroviaria.
Il tempo di percorrenza resta il parametro più discriminante che l’alta velocità soddisfa pienamente. Freccia Rossa e Italo, infatti, battono “la navetta dei cieli”, erodendo alle compagnie aeree una fetta sempre più significativa di passeggeri, calati dell’80% dal 2005 al 2018.
La grande quantità di viaggiatori che preferivano l’aereo per lo spostamento Milano-Roma, ha attirato l’attenzione delle compagnie aeree straniere, che hanno sottratto il monopolio di Alitalia, facendo atterrare Easy Jet a Linate e Ryanair a Bergamo. Ma la concorrenza, quella vera, è un’altra.
# La “metropolitana d’Italia” conquista quasi il 90% dei passeggeri della tratta
Credits: Flikr
Italo e Freccia Rossa impiegano, in realtà, lo stesso tempo della navetta dei cieli per spostarsi tra Roma e Milano: 3 ore circa per entrambi i mezzi.
Ma mentre su Milano scegliere la stazione Centrale o l’aeroporto cittadino di Linate ha la stessa comodità, per Roma la differenza tra Fiumicino (fuori città) e Termini (in pieno centro di Roma), ha decretato una prima preferenza dei passeggeri, che hanno via via privilegiato la ferrovia.
Il treno tra Milano e Roma ha praticamente monopolizzato il traffico tra le due capitali italiane, “catturando” fino all’85% dei viaggiatori totali, circa 3,6 milioni di passeggeri all’anno.
Le corse di Italo e Freccia Rossa tra Milano e Roma, specialmente quelle dirette, sono state ribattezzate “la metropolitana d’Italia”, accentuando una propensione al pendolarismo tra le due città, fenomeno che ha addirittura fatto aumentare i passeggeri totali annui.
Tra Roma e Milano si spostano, durante l’anno, milioni di persone, diventando un’attrattiva commerciale che fa gola a diversi player. Fino al 2013 Alitalia ha potuto godere del monopolio assoluto sulla tratta Linate – Fiumicino, convogliando 2,4 milioni di passeggeri ogni anno. Per il traffico domestico, si tratta del 10% del volume totale dei transiti aeroportuali.
Nel 2009 Alitalia ha portato nei cieli 60 voli tra Roma e Milano. Dal 2013 anche Easy Jet e Ryanair sono scese in campo, attirate da questa enorme fetta di mercato, spezzando il monopolio della ex compagnia di bandiera. Questo mercato si è però contratto, non tanto per la concorrenza straniera, ma proprio perché, nel frattempo, l’alta velocità ha iniziato a correre sul serio: 2 ore e 59 minuti da Roma centro a Milano Centrale senza fermate intermedie.
I passeggeri hanno smesso di mettersi in fila ai check in e imbarcare i bagagli, passando dal cielo ai binari, aumentando il volume da 2,4 a 3,6 milioni di viaggiatori nel 2019.
La prima tra le compagnie aeree ad arrendersi, è stata Easy Jet, che pure era riuscita ad accaparrarsi 400.000 dei 2,4 milioni di passeggeri, ma l’efficienza dell’alta velocità ha messo in ginocchio la compagnia aerea, che ha interrotto il servizio perché poco sostenibile economicamente.
Già nel 2009 le perdite di passeggeri, per le compagnie aeree, sulla tratta Roma – Milano, ammontavano al 50%, passata da 2,4 a 1,4 milioni di viaggiatori.
Dal 2010 in poi la tratta Linate – Fiumicino smette di essere la più trafficata della penisola; il calo è vertiginoso e passa dal 10% storico ad appena 1,7% nel 2021.
Perdite ingenti soprattutto per Alitalia. Una fonte riservata del Corriere della Sera ha avuto accesso al consuntivo di Alitalia del 2018: 97,7 i milioni di Euro incassati con i voli Linate – Fiumicino, con un rosso di bilancio pari a circa 9 milioni.
Componenti fondamentali di questo calo sono state certamente la chiusura di Milano Forlanini nel 2019 per i lavori di restyling, la pandemiae la maggiore efficienza di Trenitalia e Italo nel ripristinare le corse con maggiore velocità dopo le restrizioni al Covid.
Il city airport milanese è quello più in sofferenza, sia per le restrizioni Covid che per le decisioni di Alitalia prima e ITA poi, di cancellare i voli tra Fiumicino e il Forlanini.
Una sovrastruttura politica, nazionale ed europea, impone limitazioni di manovra a Linate e anche questo ha gettato Linate nel baratro.
Dal Forlanini non si può raggiungere Londra ad esempio, perché Linate non può far parte del circuito extra UE. Si può volare da e per l’Unione Europea, ma dentro un raggio di 1.500 km, misurati secondo il metodo della rotta ortodromica.
Tutte limitazioni politiche che il governo italiano ha dovuto chiedere a Bruxelles di rimuovere, nel tentativo di trovare una ri-collocazione allo scalo cittadino milanese.
La prossima volta che cerchiamo la rotta, per lavoro e per vacanze, ma non la troviamo su Linate (la cui comodità è innegabile) sappiamo che una parte della colpa è di anacronistici vincoli imposti a Milano sia dal governo italiano che da quello europeo
Milano non arresta la sua forza propulsiva che ha avuto un’accelerazione negli ultimi 15 anni, agevolata anche dal volano di Expo 2015 sia prima che dopo l’evento internazionale. Si moltiplicano i progetti di rigenerazione e riqualificazione di intere zone della città. Il Municipio 5 è il più effervescente in assoluto. Scopriamo come si sta trasformando: tra le novità anche un “principe” della ristrutturazione.
The “REGENERATED DISTRICT”: come sta cambiando il MUNICIPIO 5
#1 La nuova sede della Fondazione Prada realizzata trasformando gli edifici di una storica distilleria milanese in abbandono da decenni
Courtesy Fondazione Prada
La sede della Fondazione Prada, terminata nel 2008, è stata il primo tassello della rivoluzione del Municipio 5. Ha visto il recupero di un bel fabbricato degli inizi del ‘900 distribuito su un’area di 19.000 mq che un tempo ospitava la prestigiosa ed affermata distilleria della Società Italiana Spiriti, famosa per il brandy del Cavallino Rosso. Il progetto curato dallo studio Oma di Rem Koolhas ha permesso di salvare sette edifici industriali originali, tra cui ai quali sono state affiancate delle nuove strutture tra cui la “Torre” di 60 metri, con all’interno percorsi espositivi permanenti e un bar ristorante con terrazza con vista panoramica sullo Scalo Romana e il centro di Milano.
#2 Il progetto Symbiosis: la “metamorfosi” dell’ex area industriale del sud Milano
Credits: ioarch.it – Masterplan Symbiosis
Accanto alla Fondazione Prada sta procedendo da qualche anno il progetto di rigenerazione urbana Symbiosis che coinvolge un’area di 125.000 mq. Si estende dai margini dello Scalo Romana fino a via Quaranta a sud, via Orobia e via Gargano a est e via Adamello e via Broni ad ovest. Un nuovo Business District, a firma dello studio Antonio Citterio Patricia Viel e sviluppato dal gruppo Covivio, con nuovi edifici di classe energetica A che prendono il posto degli ex-stabili industriali della zona.
Symbiosis Municipio 5
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Cresits: Andrea Cherchi - Piazza Olivetti
Credits Urbanfile - Edificio D
Credits Urbanfile - Edificio D
Al centro del progetto c’è piazza Olivetti inaugurata qualche anno fa, su cui affaccia il palazzo Next dal 2019 nuova sede di Fasteweb e Cirfood. A fianco sono in fase di rifinitura i lavori per l’edificio “D”, che ospiterà la società italiana del colosso del lusso Lvmh (Louis Vuitton Moët Hennessy), quella di una dei principali gruppi farmaceutici (la tedesca Boehringer Ingelheim), alcune realtà del gruppo Mars, il gruppo ortofrutticolo Orsero e un’altra azienda italiana.
Edifci Symbiosis
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Progetto Vitae in via Serio
Progetto Vitae in via Serio
Credits: icsmilano.it
Credits: icsmilano.it
Su viale Ortles ha già aperto i battenti l’iconico palazzo del campus Ics del gruppo Globeducate, tra le più prestigiose scuole internazionali al mondo, mentre altre multinazionali sposteranno il proprio HQ, Snam e Moncler, rispettivamente negli edifici “C+E” tra via Condino e via Vezza d’Oglio e nell’edificio G tra via Broni e via Gargano. Un altro edificio in fase di costruzione è Vitae, progetto vittorioso alla prima edizione di Reinventing Cities, che si distingue per una “Spirale verde”, un sentiero con una pergola di vite che sale in cima all’edificio, filari sui tetti che si alternano a terrazze e orti e serre stagionali. Tutto il complesso Symbiosis dovrebbe essere portato a termine entro il 2026.
#3 Il “Faro” di Milano: un avveniristico grattacielo di 144 metri pronto a diventare un landmark cittadino
Rendering Acpv – Torre Faro
Torre Faro” sarà il grattacielo del sud di Milano. Alto 144 metri per 28 piani, questo avveniristico edificio ospiterà dal 2026 i 1.500 dipendenti di A2A, la multiutility milanese e bresciana dell’energia, oggi dislocati in diverse sedi in città. Progettato dallo studio di architettura Antonio Citterio – Patricia Viel, disporrà di innovativi sistemi di efficienza energetica ed eco sostenibilità, avrà una forma tubolaree un’originale spaccatura a circa 61 metri di altezza con dei giardini pensili, uno sky garden di tre piani. In cima, all’altezza di 125 metri, uno spettacolare belvedereaccessibile al pubblico da cui osservare la città dall’alto.
#4 La rigenerazione dello Scalo Romana con il Villaggio Olimpico e un nuovo quartiere
Credits: Skidmore, Owings & Merrill – Vista aerea villaggio olimpico
Tra il grattacielo di A2A e la sede di Fondazione Prada ci sarà una delle più importanti rigenerazioni urbane di Milano dei prossimi anni: al posto dello Scalo Romana, uno dei sette ex-scali merci ferroviari della città, sorgerà un nuovo quartiere che ospiterà anche il villaggio olimpico per le Olimpiadi Invernali del 2026.
Credits: Skidmore, Owings & Merrill
Nel dettaglio, sull’area di 190.000 mq tra viale Isonzo, Corso Lodi, via Brembo e via Ripamonti, ci sarà:
al centro un grande parco pubblico di circa 100 milamq caratterizzato da un“Bosco sospeso’’ che collegherà l’area più a est con quella più a ovest e passerà sopra la coppia di binari ferroviari rimasti in esercizio, che per 400 metri saranno interrati entro il 2028;
una nuova piazza su più livelli in prossimità di piazzale Lodi con alcuni palazzi per uffici, negozi e ristoranti e la stazione ferroviaria della Circle Line entro il 2031;
nella zona ovest dello scalo il Villaggio Olimpico su una superficie di 60 mila mq che ospiterà 1.300 atleti. Progettato dallo studio di architettura Skidmore, Owings & Merrill sarà costituto dasei stecche collegate tramite delle strutture aeree e delle piccole torri. Verrà costruito da Coima Sgr, Covivio e Prada Holding con consegna a luglio del 2025 eal termine delle Olimpiadi verrà riconvertito in un quartiere a impatto ambientale zero secondo i requisiti NZEB (Nearly Zero Energy Building) con: una residenza per 1.000 studenti universitari, alcuni edifici destinati a residenza libera e agevolata, una nuova piazza con negozi e esercizi al piano strada, serre e orti per la produzione di cibo all’interno dell’area e spazi di co-working.
#5 La novità del 2022 nel settore delle ristrutturazioni: Principe Ares in via Ripamonti
Showroom Principe Ares
In questo contesto di profonda trasformazione, a pochi passi dai due progetti di Symbiosis e Scalo Romana, ha aperto in via Ripamonti 92 lo showroom diPrincipe Ares. L’azienda milanese nata come costruttrice di immobili, si è evoluta nel tempo arrivando a proporre un servizio esclusivo e completo per ristrutturare vecchie abitazioni e uffici o realizzarne di nuovi partendo da zero. Una consulenza cucita su misura, rivolta sia ai privati che agli interior design o architetti autonomi, che spazia dal concept al design, con scelta dei materiali per pavimenti e pareti e dei mobili per ogni ambiente della casa, fino al collaudo finale. Il plus di Principe Ares è la possibilità per il cliente di visionare i progetti in 3D a 360 gradi, vivendo in anteprima il risultato finale dei lavori, per facilitare la scelta e vedere con maggior accuratezza ogni scelta di stile.
Mentre la primavera sta lasciando posto all’estate, la maggior parte delle persone ha già prenotato le vacanze. Ma non sempre si è già organizzato anche come raggiungere il posto. Per questo, due nazioni europee hanno risolto il problema: non è importante dove tu voglia andare, se resti nel paese potrai viaggiare quanto tu voglia ad un prezzo fisso per tutta l’estate. Quanti vorrebbero quest’offerta anche in Italia?
La sfida dei TRENI (quasi) GRATIS: dove si viaggia in treno in tutto il Paese a un PREZZO FISSO
# Danimarca: al prezzo di un biglietto si viaggia illimitatamente per 8 giorni
stazione Copenaghen (da pixabay)
In Danimarca quest’estate si può acquistare un abbonamento che permette di viaggiare illimitatamente per un periodo di 8 giorni. I cittadini potranno acquistare il pass tra il 1 giugno e il 31 luglio e utilizzarlo tra il 25 giugno e il 7 agosto. L’abbonamento non sarà propriamente gratuito, anzi costerà 399 corone (circa 54 euro), ma considerati i prezzi di alcuni biglietti quali quello per andare da Aarhus a Copenaghen, con il prezzo di un viaggio ci si può spostare in modo illimitato per 8 giorni.
# In Germania 9 euro per 90 giorni
stazione berlino (da pixabay)
In Germania, invece, il Governo ha deciso di mettere in vendita un abbonamento mensile per tutti i mezzi pubblici e i treni regionali al prezzo di 9 euro. Il biglietto sarà acquistabile a partire dal 1 giugno e l’abbonamento sarà utilizzabile per i 3 mesi estivi, questo significa che per tutta estate si può viaggiare in Germania al costo di 27 euro totali, praticamente come un andata e ritorno. I biglietti potranno essere acquistati online o agli sportelli della Deutsche Bahn, la società ferroviaria tedesca con sede a Berlino, e l’abbonamento, che si chiama 9 für 90 (9 per 90), sarà valido in tutte le città tedesche. L’idea di offrire i viaggi in treno e sui mezzi pubblici a prezzi così contenuti non viene in realtà dalla volontà di far viaggiare i tedeschi in Germania durante l’estate, ma piuttosto è uno strumento per combattere la crisi energetica in atto. Ad ogni modo, però, l’abbonamento incentiva i cittadini a trascorrere l’estate all’interno dello Stato.
# Un’idea per l’Italia?
Credits: @ dinomarino7942 IG
Le proposte di Germania e Danimarca potrebbero essere l’ideale anche per l’Italia e il turismo interno, anche perché il treno sta diventando il mezzo preferito da molti italiani grazie ai prezzi contenuti, alla possibilità di portare quanti bagagli si vuole (a differenza dell’aereo) e al fatto che stanno diventando sempre più veloci. Intanto però anche TrenItalia ha lanciato delle offerte per l’estate seppure non all’altezza di Danimarca e Germania. La Promo Estate Frecce permette ad esempio di viaggiare su Frecciarossa e Frecciargento pagando il biglietto fino a 60% in meno
Già mille le prenotazioni con spazi già esauriti fino a metà giugno: sono gli artisti più o meno conosciuti che vogliono sperimentare, come novelli U2, il concerto in metropolitana. Vediamo come è andato il debutto del nuovo festival underground di Milano.
Primo CONCERTO IN METROPOLITANA: è partito il Festival Underground di Milano
# Il via alla Fermata Garibaldi con Emit, Cance e Ode
Emit – ATM
A dare il via al progetto Sound Underground, siglato Open Stage e Atm, è stato Emit sul palco di Garibaldi M2, finalista di Musicultura 2022. E poi la voce netta, cristallina e tagliente di Cance, vincitrice del festival “Musica contro le mafie”. E ancora a seguire Ode, una giovane band milanese, Marchettini, cantante pop che ha già pubblicato un suo album, e Ivan Kp, busker che si sta facendo strada in tutta Italia.
# Prossima fermata: Loreto
Ivan Kp – ATM
Non bastasse un palco, eccone un secondo. È quello di Loreto, la stazione di interscambio tra M1 e M2, dove la rossa e la verde si intrecciano creando uno spazio per i giovani cantanti e le band emergenti per esprimersi e far conoscere la loro musica.
Anche se a Milano tutto ha un prezzo, in questo caso si fa eccezione. I promotori offrono spazi e tecnologie gratuitamente a tutti cantautori in erba, a tutti i musicisti in cerca di visibilità e luoghi per diffondere la loro arte. Il palco hi-tech e multicolor è infatti disponibile gratuitamente, con quattro slot da un’ora tutti i giorni dalle 15 alle 17 e dalle 19 alle 21, nell’area interna ai tornelli delle due stazioni.
# Obiettivo: a Milano anche la metro è luogo di opportunità
«Il progetto – spiegano da Atm – vuole far vivere la metropolitana come luogo di opportunità, intrattenimento, incontro e contenuti artistici». L’azienda di Foro Buonaparte, come ha comunicato nelle sue più recenti campane, è infatti decisamente impegnata nel creare “un ambiente sempre più inclusivo per le persone e l’intera comunità, con progetti basati sulla sostenibilità sociale”.
# Come diventare protagonisti di Sound Underground
Cance – ATM
Per potersi esibire in metropolitana è indispensabile effettuare la prenotazione sull’app Open Stage, disponibile già da oggi su tutti i dispositivi Android e iOS. Sul palco di Sound Underground è infatti presente un totem altamente tecnologico con all’interno un mixer e un diffusore audio, attivabile solo tramite il codice Bluetooth ricevuto sul proprio smartphone, che gli artisti potranno utilizzare per collegare i loro strumenti musicali.
Cantanti e musicisti possono esibirsi solo dopo aver prenotato la postazione, il giorno e la fascia oraria tramite l’app e avere ricevuto la successiva approvazione dall’amministratore di sistema.
«Tutti i passeggeri hanno la possibilità di assistere e di scaricare l’app Open Stage per scoprire il calendario delle esibizioni in programma – fanno sapere da Atm -. Inoltre, chiunque voglia sostenere il performer e i gruppi può fare una libera donazione direttamente dall’app».
La sanità milanese primeggia in Italia per velocità nell’erogazione delle visite mediche. Tra le grandi città male Torino, Firenze, Roma, Bari e Palermo. Vediamo quali sono i tempi d’attesa secondo un’inchiesta di La Repubblica.
Tempi di ATTESA per VISITE MEDICHE: Milano la più VELOCE in ITALIA. Ecco quanto si deve aspettare
# Milano è l’unica grande città a rispettare i tempi d’attesa e senza bisogno di andare fuori comune o provincia
Credits Andrea Cherchi – Ospedale Galeazzi
Per valutare la rapidità del servizio sanitario, tra il 12 e il 13 maggio “Repubblica” ha contattato i centri di prenotazioni di otto grandi città italiane chiedendo di prenotare alcune visite con ricette aventi la priorità D che dovrebbero garantire un appuntamento entro 30 giorni per le visite e 60 per gli esami. L’unica a rientrare nei tempi per ogni tipo di visita è stata Milano, senza necessità di andare fuori città o provincia.
# Per una visita ortopedica 3 giorni d’attesa, 5 per quella cardiologica e 8 per un’ecografia all’addome
Tempi di attesa della visite mediche per città. Fonte: Repubblica
A Milano si rimane sempre sotto i 20 giorni d’attesa per le visite oggetto della ricerca: nessun’altra città raggiunge questo livello di efficienza e tutte le altre almeno in un’occasione non rispettano i tempi previsti dalla priorità della ricetta. A Bari, Roma, Firenze e Torino si possono superare i 200 giorni e in alcuni casi essere costretti a fare oltre 100 km per ricevere la prestazione.
Per una visita cardiologica a Milano sono cinque i giorni di attesa, meglio solo Bologna con tre. Per una vista oculistica undici giorni, anche qui dietro a Bologna con quattro giorni e Genova con 7. Per una visita ortopedica Milano è davanti a tutti con 3 giorni, così come per una risonanza all’encefalo.
In caso di necessità di un’ecografia all’addome o di una gastroscopia il capoluogo lombardo si posiziona al secondo posto, rispettivamente dopo Bari e Firenze, con 8 e 14 giorni d’attesa.
Credits Alexandra_Koch-pixabay - Mascherina a scuola
Welcome in Mascheriland. Così ormai all’estero si descrive l’Italia, il paese che prevede ancora l’obbligo di mascherina in contesti dove altrove non c’è più, come nelle scuole o sull’aereo. Ma c’è chi prova a ribellarsi.
Liguria e Trentino Alto Adige vogliono lo STOP alle MASCHERINE in CLASSE. Nel resto d’Europa niente mascherine anche in aereo
# In Italia mascherine in classe fino alla chiusura dell’anno scolastico, unica Nazione in Europa. Liguria e Trentino vogliono lo stop
Credits Alexandra_Koch-pixabay – Mascherina a scuola
In Italia sarà obbligatorio indossare la mascherina in classe, almeno quella chirurgica, fino alla fine dell’anno scolastico: un unicum in Europa. La regola vale sia per gli alunni, sia per gli insegnanti, ma anche per il personale Ata. Alcune regioni chiedono però con forza lo stop.
Il presidente della Liguria Toti ha scritto su Facebook: “La Liguria è pronta a portare questa richiesta in Conferenza Stato-Regioni: basta regole stravaganti, fidiamoci degli italiani e dei nostri ragazzi“.
In Trentino Alto Adige i due assessori all’istruzione Philipp Achammer e Mirko Bisesti hanno scritto una lettera ai ministri Patrizio Bianchi e Roberto Speranza facendo leva sull’autonomia delle due province di Trento e Bolzano in materia di istruzione: “In qualità di assessori delle Province autonome di Trento e Bolzano, con deleghe in materia di istruzione, vista la nostra storia di autonomia, di sguardo rivolto all’Europa dove è venuto meno da tempo l’obbligo di indossare le mascherine nelle aule scolastiche e sottolineando, in virtù della nostra autonomia, la ferma volontà di dare un segnale chiaro e positivo alle comunità scolastiche e in particolare ai più piccoli chiediamo, […] che i nostri studenti, di ogni ordine e grado, siano esonerati dall’uso dei dispositivi di protezione all’interno degli ambienti scolastici, nelle modalità ritenute più consone dai vostri ministeri”
# Non solo in classe, l’obbligo della mascherina è il più esteso in assoluto
Credits pagella politica – Obbligo mascherina in Europa
L’obbligo delle mascherine In Italia non è presente solo nelle scuole. Il nostro Paese continua ad essere quello dove questa restrizione è mantenuta in modo più esteso. Nel Regno Unito, in Belgio, nei Paesi scandinavi e in Slovenia non è più obbligatoria in nessuna situazione. In Germania, Francia e Spagna, Portogallo e Irlanda, la mascherina serve solo nelle strutture sanitarie e sui trasporti pubblici, in Austria e Grecia nei supermercati come in Italia fino a qualche settimana. Sul territorio italiano l’obbligo è invece presente anche nei luoghi di lavoro privati, cinema, teatri, concerti, palazzetti dello sport e competizioni sportive al chiuso. Dal 16 maggio in Europa la maschera di protezione non si usa più nemmeno sui voli aerei, eccetto per quelli dall’Italia dove rimarrà obbligatoria il modello FFP2 fino al 15 giugno e dalla Germania fino al 23 settembre.
Solo mezz’ora da Milano per arrivare all’aeroporto di Bergamo? Un sogno per molti milanesi e non, ma che ben presto diventerà realtà. Ferrovie dello Stato annuncia il suo piano industriale per il 2022-2031 e tra i vari progetti c’è anche il tanto atteso treno per Orio al Serio. Sarà pronto per il 2026?
Da MILANO a ORIO al SERIO in soli 30 MINUTI!
# Terzo scalo più movimentato d’Italia, eppure raggiungerlo non è così semplice
credits: @oriospottedgroup su IG
I milanesi di certo non possono lamentarsi per mancanza di aeroporti, sono ben tre ad essere comodi per vicinanza alla città: Malpensa, Linate e Orio al Serio. Molto spesso però, per chi si trova a Milano, la scelta ricade automaticamente su Malpensa e non perché fornisca più voli rispetto agli altri, ma semplicemente per la facilità nel raggiungerlo.
Ormai è da anni che dal centro di Milano con il treno Malpensa Express, in circa cinquanta minuti si possono raggiungere i terminal dell’aeroporto. Non è lo stesso per gli altri due poli, soprattutto per il Caravaggio di Bergamo, che pur essendo il terzo scalo italiano per movimento di passeggeri, risulta scomodo per chi proviene dalla City. Ma le cose stanno per cambiare.
# Essere in aeroporto in mezz’ora non è più un’utopia
credits: IG @hey_yo1126
A dare la grande notizia è il recentissimo piano industriale 2022-2031 emanato dalle Ferrovie dello Stato e da poco presentato a Roma: il collegamento ferroviario tra Milano e l’aeroporto di Orio al Serio si farà e non sarà il solo.
L’obiettivo è di portare un treno ogni mezz’ora a collegare il capoluogo con il “suo” aeroporto, possibilmente entro le Olimpiadi invernali del 2026. Sarebbero solo 5 chilometri di tracciato aggiunti alla linea Bergamo-Rovato, ma potrebbero rivoluzionare il traffico e gli spostamenti dei milanesi (e non solo).
Con questo nuovo disegno Milano sembra aver fatto centro, non solo diventerebbe ancora più attrattiva per i viaggiatori di tutto il mondo, ma semplificherebbe la vita soprattutto ai suoi cittadini. In questa ottica non sono da meno i progetti previsti per l’intera Lombardia.
# Investimenti esorbitanti per una Lombardia sempre più connessa
credits: IG @fsitaliane
Più di 14 miliardi di euro, gli investimenti previsti per la Regione. L’intervento principale riguarda i 48 chilometri di alta velocità tra Brescia e Verona, ormai completato per circa un terzo del totale. E poi il quadruplicamento dell’infrastruttura ferroviaria tra Milano, Pavia, Voghera e Tortona, così come il potenziamento della tratta tra Rho e Gallarate, il raddoppio della linea Codogno-Piadena-Mantova e la soppressione di diciannove passaggi a livello.
Infine, oltre 75 milioni di euro sono espressamente dedicati al polo urbano di Milano e ai suoi scali ferroviari. Dai parchi di scalo Farini e scalo San Cristoforo a Porta Romana, dove è in progetto la realizzazione del Villaggio Olimpico per le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. Un piano ambizioso che si estende a tutta l’Italia, le parole d’ordine?
# Innovazione, digitalizzazione e connettività
credits: IG @a.elnagar53
I progetti sul lungo periodo sono molti e dalle proposte emerge una visione strategica e industriale sostenuta da un piano di investimenti da oltre 190 miliardinei prossimi dieci annicon un impatto di circa il 2-3% del Pil sull’economia nazionale.
Un piano innovativo che mira a creare una rete sempre più connessa e digitalizzata. Un’attenzione particolare va alla transizione ecologica. L’obiettivo è di rendere più attrattivo l’uso del treno, il mezzo più ecologico per eccellenza, attraverso l’attività di efficientamento e riduzione dei consumi. Come?
# Treni sempre più sostenibili, diventeranno la prima scelta?
credits: IG @fsitaliane
Si prevedono nuove iniziative per valorizzare i propri asset, come impianti di autoproduzione di energia elettrificata fonti rinnovabili, per garantire almeno il 40% del fabbisogno energetico del Gruppo.
“Lavoriamo per rendere le nostre infrastrutture sempre più moderne, interconnesse e resilienti e i servizi di mobilità calibrati sulle diverse esigenze dei nostri clienti. Intendiamo promuovere un trasporto collettivo multimodale, e più sostenibile anche in ambito urbano”, ha dichiarato Luigi Ferraris, Amministratore Delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.
Di certo i buoni propositi ci sono, ora non resta che attendere la messa in atto di questi servizi e prenotare il prossimo volo da Bergamo senza la preoccupazione di come arrivarci.
“Se siete tristi perché è lunedì, pensate a chi abita a Milano“. Con l’immagine di una Milano nebbiosa e questa provocazione sferzante il The Roman Post ha deciso di salutare l’inizio della settimana dalla sua bacheca di Facebook. La reazione dei milanesi non è tardata ad arrivare…
“Se siete tristi perché è lunedì, pensate a chi abita a Milano”: l’attacco SOCIAL dei ROMANI
# “Se siete tristi perché è lunedì, pensate a chi abita a Milano”
The Roman Post FB
Un anonimo incrocio attraversato da macchine, un cielo plumbeo “ravvivato” solo dai cavi appesi della filovia. La nebbia che ingrigisce la mattina di una città. E un titolo: “Se siete tristi perché è lunedì, pensate a chi abita a Milano”. Il senso è che Se Roma piange, Milano non ride.
Sberleffo? Provocazione? Sicuramente The Roman Post ha fatto centro, scatenando in poche ore oltre 3.200 interazioni, 177 condivisioni e quasi 600 commenti, tutti all’insegna dello storico derby d’Italia tra Roma e Milano.
Il post ha scatenato l’incendio. Le principali reazioni sono sulla scarsa attualità dell’immagine scelta: Roma è in ritardo anche nelle fotografie.
Tra i principali commenti del post troviamo infatti quelli come Ubaldo P. che geolocalizza nel tempo l’immagine: «Dalle auto penso siano almeno 10 anni fa …..piazza Caiazzo». Già, perché la foto ritrae una Milano avvolta nella nebbia, fenomeno che ormai è un lontano ricordo nel capoluogo lombardo.
Questo concetto è rimarcato da moltissimi milanesi, che allegano anche le foto in real time di una Milano soleggiata in un lunedì di piena estate, nonostante sia solo metà maggio. Gianmario S. sottolinea che «Una nebbia così a Milano non si vede dai tempi di Craxi» e Francesca E.L.M. fa eco: «Aò la nebbia qui non si vede dal 1970 forse dovreste un po’ aggiornare i vs stereotipi …». Mirko D.F. mette subito le cose a posto, perché i milanesi amano la nebbia: «la foto postata di Milano con la nebbia è semplicemente bellissima. Racchiude l’essenza intima di una vera metropoli. Misteriosa, alienante, in movimento. Milano non è una grande borgata, è una piccola metropoli, e noi ci stiamo benissimo ve lo assicuro».
Perché non solo i milanesi sbeffeggiano l’inattendibilità della foto ma il tenore è proprio l’opposto: la nebbia a Milano non c’è più. Ed è un peccato.
E in un attimo si passa dalla difesa (della nebbia) al contrattacco (dei cinghiali).
È il festival degli stereotipi. A Milano funziona tutto, a Roma niente. A Roma è tutto-bello, Milano è brutta. I romani sono fannulloni, ma indigeni; a Milano i fannulloni sono importati dal Sud. Ce n’è per tutti i gusti, in uno scontro dialettico dai toni a volte anche accesi.
«Almeno a lavoro ci arrivano» è una sintesi di Lorenzo A.
C’è un Brambilla-Fumagalli tutto impuntito che da ragione alla redazione del Roman Post: «Sono Milanese, ho vissuto a Roma e sottoscrivo. Milano triste, Roma top», mentre i convinti in coro puntano sulle eccellenze di Milano. Come Mirko D.F. che commenta «Se siete tristi perché è lunedì, pensate che a Milano le strade sono intere (anche quelle con i sampietrini), i palazzi sono interi, i monumenti sono interi, i mezzi di trasporto funzionano e non ci sono ratti o cinghiali in giro per la città», o un provocatore Danilo C. che affonda la stoccata: «Seee rosicate Romaniii, che quando raggiungerete gli standard di Milano l’umanità sarà già su Marte» o Laura V. che si chiede «Ma voi il lunedì non lo passate sul raccordo????».
Trova spazio l’attualità, in cui le vicissitudini romane vengono usate come attacco. Paolo C. dice «Vivete in mezzo alla spazzatura da anni e anni e volete anche minimamente solo paragonarvi a Milano? Per favore, non diciamo cazzate», o Ines P. «… che a Milano non hanno cinghiali e monnezza sotto casa, poverini», cui fa eco Francy G. «Effettivamente la peste suina ve la invidiamo».
The Roman Post tocca il nervo scoperto per eccellenza dei milanesi che, sentendosi in diritto di difendere la propria città, hanno sfoderato armi pesanti. La domanda di Alessia G. sembra opportuna: «Milanesi rosiconi ne abbiamo??? si chiama ironia per chi non l’avesse capito! Ma fateve na risata», ma la risposta di Federica C. ribalta la frittata «Siete solo dei rosiconi….. Detto da una romana felice di vivere a Milano, non tornerei a vivere a Roma manco ammazzata….». Anche Chiara C. si chiede «Quanto stanno rosicando i Milanesi sotto questo post?» e Sabrina L. che risponde che «Chi afferma questo [riferito all’affermazione del The Roma Post] credo che a Milano non ci sia mai stato o non ci vada da una vita...»
# L’invito a unire le forze per un nuovo bersaglio comune: Torino
Credits: djedj via Pixabay
«Comunque questo post fa davvero ridere. Sembra estratto da un film anni ’50: su dai a tutti servirebbe un bagno di realtà, al di là del tifo campanilista e un pò da stadio, per questa o quella città» dice Viviana M. sdrammatizzando gli sfottò che si sono susseguiti in poco tempo nei commenti.
Famosa eredità degli anni ’50 è probabilmente una certa spensieratezza, la stessa sfoggiata da Alex R. che rifiuta di raccogliere la provocazione di Francesco Cianfarani [curatore della pagina The Roman Post] «No no ma chi li pensa.. Me se annebbia il pensiero..» così come Romano S. che sicuro dichiara «Ma neanche ci penso». Umberto W. consiglia alla redazione di darsi una “svecchiata” con un laconico «Ok boomer».
La rivalità tra Milano e Roma non sembra placarsi, come dimostrano i quasi 600 commenti che si sono susseguiti sulla bacheca Facebook del Pigneto.
In caso i romani decidessero di cambiare bersaglio, Jacopo G. ne suggerisce uno: «in un anno a Milano non ho mai visto nebbia, in tre mesi a Torino svariate volte ho girovagato in cerca del portone di casa. dobbiamo cambiare il nostro obiettivo».
Non molti decenni fa, si registrava una fuga di massa dal sud Italia. Tutti a bordo di quelle lunghissime tratte ferroviarie che collegavano il Mezzogiorno con le città del nord, come Milano e Torino. Le città in cui ognuno dei migranti riponeva le proprie speranze e sogni. Oggi, però, sembra che anche al nord si stia assistendo alla fuga dei suoi abitanti: in particolare a Milano. Dove si sta fuggendo?
Fuga da Milano: prima per cancellazioni anagrafiche. Dove scappano i milanesi?
# La fuga: Milano prima in Italia per cancellazioni demografiche
natipervivereamilano.com
Pubblicato un nuovo rapporto ufficiale. Nel 2021 Milano è prima in Italia per cancellazioni demografiche in Italia. I motivi sono diversi: c’è chi non è stato risucchiato dal movimento incessante e ipnotico della città e ha capito che non è la città adatta alla sua persona, c’è chi ha usato Milano come trampolino per raggiungere altre mete, c’è chi semplicemente non riesce a stare dietro al caro prezzo di vita, e preferisce spostarsi in provincia o altrove.
# Se non Milano, dove?
Per tanti giovani – e non – Milano è stata una tappa nel loro percorso di vita. E questa è sicuramente una cosa positiva: agli occhi di un milanese si è orgogliosi e ci si riempie di speranza il cuore sapendo di vivere nella città capace di offrire concrete possibilità per un futuro migliore. D’altro canto viene da chiedersi: perché Milano non è stata abbastanza? A volte non ci pensiamo, ammaliati dai grattacieli e dalla modernità della città, ma Milano rimane sempre Italia, e i problemi del paese riempiono le vite anche di chi vive nella città europea italiana.
# La meta? Le piccole città intorno alla metropoli lombarda. In primis: Pavia.
Città di Pavia – https://www.facebook.com/unipvinternational/
Città come Monza, Bergamo e Pavia sono le mete favorite da chi decide che i suoi giorni da milanese – di nascita o adozione – sono finiti. Rimanendo però sempre alle sue porte.
A Monza il costo di vita non è significativamente più basso rispetto a Milano, però è registrata come una delle mete più popolari da chi scappa dal capoluogo lombardo, in particolare l’intera area della provincia Monza-Brianza.
Anche Pavia e la campagna pavese sono le mete più amate in questi casi: è sicuramente la scelta migliore se si vuole vivere con costi moderati e continuare ad avere contatti, anche quotidiani, con Milano. Soprattutto se si è studenti. Questa zona è un’opzione più verde e tranquilla di Milano.
Bergamo e l’area limitrofa sono un’ottima opzione, soprattutto per chi ha anche bisogno di cambiare un po’ aria.
Spostandosi in uno di questi paesi o nella città di Bergamo, si sale al nord e di conseguenza il paesaggio cambia: sono vicinissimi il lago d’Iseo e le montagne, che sovrastano la città. Il centro storico bergamasco è sicuramente più piccolo di quello meneghino, ma quanto a bellezza non ha nulla di meno.
Un duro colpo per Milano, più abituata ad accogliere volti stranieri sorridenti invece che vedere schiene che si allontanano da lei.
Nel capoluogo lombardo il costo della vita è sempre più alto. Il prezzo degli affitti è schizzato alle stelle e le retribuzioni non riescono a tenere il passo.
Carissima Milano: AFFITTI RECORD, il DOPPIO rispetto al resto d’ITALIA
# A Milano il prezzo degli affitti è di 20 euro al mq contro gli 11 della media nazionale. Mentre le retribuzioni sono superiori “solo” del 30%
Andrea Cherchi – Tetto del Duomo
Il costo degli affitti continua a salire a Milano, nonostante gli effetti della pandemia, mentre gli stipendi rimangono al palo. L’ultimo dato registrato riporta infatti una media di 20 euro al mq contro gli 11 della media nazionale per vivere in un appartamento in città, quasi il doppio.
La forbice relativa al reddito medio lordo annuo pro capite si ferma però al 32%: nel capoluogo lombardo la media delle dichiarazioni IRPEF di 31.777 euro, a livello nazionale è di circa 21.500 euro. Il ceto medio è quindi sempre più in difficoltà.
# Il 40% delle spese di una famiglia media è destinato a locazione e bollette
dimitrisvetsikas1969-pixabay – Milano
Secondo i calcoli effettuati da “Repubblica”, in base alle ultime rilevazioni dell’Istat, il 40% delle spese di una famiglia media milanese è destinato al pagamento della locazione dell’immobile di residenza e alle bollette, poco più di 1.325 euro su un totale di 3.330 euro. Tra le altre spese essenziali si aggiungono 441 euro per la spesa alimentare e 345 euro per i trasporti.
Roma e Milano da sempre sono agli opposti: sono la nemesi e l’antitesi una dell’altra. Più ironicamente si contendono il titolo di capitale italiana, una è quella ufficiale amministrativa, l’altra quella economica. Anche a livello di bellezze architettoniche, le due città si contendono scorci e paesaggi che fanno di Roma una città romantica, storica, un museo a cielo aperto. D’altro canto Milano (soprattutto negli ultimi anni) ha conosciuto una riscoperta e un restyling totale che l’ha fatta diventare una città molto europea che non ha nulla da invidiare alle più blasonate Parigi, Londra o Berlino. Ora, a parte le differenze ironiche e non, a Roma bisogna dare atto di una cosa importante: parecchi secoli fa il suo impero, la sua città dominarono il mondo conosciuto, non c’è zona d’Europa che non abbia tracce del passaggio romano. Quando il glorioso impero si sgretola e si divide in occidente e oriente è a quel punto che Milano diventa capitale e lo resterà per poco più di un secolo.
SOR CARERA: la scultura ROMANA per le strade di MILANO
# Romana o milanese?
Credits: @passeggiate_milanesi Scior Carera
Quante volte siete passati per Corso Vittorio Emanuele? Se siete dei veri milanesi, è una zona imprescindibile nell’arco della nostra vita. Eppure nonostante questo, sono tante le cose che ci scorrono davanti agli occhi, ma per la fretta (tipica milanese) non vediamo e non notiamo. Al civico 13, circondati dai grandi marchi quali Zara, Tezenis e Bershka, si trova una statua in marmo che dai milanesi è conosciuta come Omm de Preja (uomo di pietra). Una statua molto anonima che per anni è stata oggetto di discussione sulle sue origini e soprattutto su chi rappresentasse. Gli studi hanno rilevato che la statua risale al terzo secolo circa e che all’inizio, chi l’avesse scolpita, avesse volutamente omesso la testa che è stata, a sua volta, aggiunta in epoca medioevale. Si può notare facilmente che l’Omm de Preja indossa una tunica tipicamente romana ed è da questo particolare che comincia la diatriba.
# Due correnti di pensiero: è Adelmanno o Cicerone?
Credits: @raffaellatremolada Scior Carera
Dopo diversi studi e analisi, si sono formati due correnti di pensiero. Alcuni sostengono rappresenti l’arcivescovo di Milano Adelmanno che tra il 948 e il 953 d.C. usò tutto il suo potere ecclesiastico per difendere i diritti della plebe andando contro la nobiltà, nonostante lui stesso discendesse dalla nobile famiglia milanese dei Menclozzi.
Eppure, nonostante questo, il fatto che l’Omm de Preja sia vestito con una tunica romana, ha fatto sì che alcuni studiosi contestassero la teoria di Adelmanno, attribuendo alla statua la figura di Marco Tullio Cicerone che aveva origine laziali, ma che è stato pretore di Milano nel 67 a.C.
# Anche la scritta fa nutrire i dubbi
Credits: @mirkob73 Scior Carera
Sotto la statua si trova una scritta in latino: Fu per Milano, quello che per Roma era la statua di Pasquino (Son Carera). Da questa frase nasce il dubbio che ci troviamo di fronte ad un’opera romana piuttosto che milanese. Il Pasquino non è altro che una celebre statua capitolina conosciuta anche come statua parlante. Pare che al collo di questa statua venissero appesi dei cartelli con delle satire e offese per farsi beffa dei personaggi più in vista della città (da qui il termine pasquinate). Ragione per cui il papa Adriano VI (anche lui oggetto di scherno) ordinò di gettare la statua nel Tevere, decisione bloccata per paura di conseguenze peggiori.
Stessa cosa accadeva a Milano con ‘Omm de Preja, dove le pasquinate erano rivolte verso gli austriaci durante il loro dominio in città, ma tanto bastò per sospettare che la statua avesse origine romane piuttosto che milanesi.
# Il dubbio rimarrà per sempre
Ancora oggi i dubbi sono tanti e gli studi proseguono senza mai arrivare ad una soluzione. Ad ogni modo che sia l’Omm de Preja o il Son Carera, ci troviamo di fronte ad un’altra scoperta nascosta della nostra città che meriterebbe più attenzione. Che sia romana o milanese ha poca importanza.
Siamo a poco meno di un anno dalle elezioni regionali in Lombardia ma la situazione candidature è ancora in alto mare in entrambi gli schieramenti. Da un lato il centrosinistra sta cercando di capire quale la coalizione a scendere in campo, dall’altro lato il centrodestra rischia di avere più di un pretendente. Vediamo il punto della situazione.
COTTARELLI candidato contro FONTANA (o Moratti) alle REGIONALI?
# Sarà Cottarelli a sfidare Fontana?
Credits azionetoscana IG – Carlo Cottarelli
Nella primavera del 2023 i cittadini lombardi saranno chiamati a decidere chi sarà il presidente e la coalizione politica a guidare la regione per i successivi cinque anni. Il Partito Democratico e tutto il centrosinistra proverà a spezzare il lungo dominio della Lega e Forza Italia che da decenni siedono nei banchi della maggioranza di Regione Lombardia. Esclusa sin da subito la possibilità di vedere Beppe Sala candidarsi a presidente in quanto fresco di rielezione a sindaco di Milano, uno dei nomi più concreti delle ultime settimane è l’economista Carlo Cottarelli. L’ex Presidente del Consiglio incaricato ed ex direttore del dipartimento Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale rispondendo alla domanda su una sua possibile investitura ha dichiarato: “Se me lo chiedessero insistendo, ci penserei riflettendo“.
Il problema principale del centrosinistra, che dovrà puntare su un fronte allargato per poter vincere la sfida il prossimo anno, è che l‘asse tra Pd, Azione e M5S sembra destinato a morire prima del tempo visto che Carlo Calenda vorrebbe il movimento fondato da Beppe Grillo fuori dalla coalizione e lo stesso movimento preferirebbe correre da solo. Se la situazione rimanesse tale le probabilità di ribaltare i pronostici odierni sarebbero flebili.
# Fontana ancora in dubbio come candidato per il centrodestra
Credits: milanopost.info Fontana
Attilio Fontana avrebbe dovuto sciogliere la sua riserva sulla sua ricandidatura al Pirellone nel mese di Marzo, ma il leader della Lega Salvini ha posticipato questa decisione a poco prima dell’estate. Se la gestione della pandemia ha fatto scendere l’apprezzamento per l’attuale presidente regionale, il proscioglimento nell’inchiesta sul “caso camici” potrebbe avere migliorato la fiducia nei suoi confronti da parte dei lombardi e quindi giocare in suo favore.
Anche nel centrodestra però non mancano le difficoltà.
La prima è la possibile discesa in campo della vicepresidente Letizia Moratti, in quota Forza Italia, che proprio nel pieno della pandemia è arrivata per sostituire Giulio Gallera e soprattutto per agire come una sorta di “presidente in pectore” vista la debolezza dimostrata da Attilio Fontana. Questa scelta potrebbe minare l’unità del fronte Lega-Forza Italia.
La seconda è il cambiamento di peso politico che potrebbe verificarsi nella colazione del centrodestra dove, secondo i sondaggi più recenti, la Lega sarebbe ancora primo partito ma con un vantaggio molto ridotto rispetto alle precedenti elezioni e con Fratelli d’Italia pronto a superarla nei prossimi mesi. Se così fosse il nome di Attilio Fontana potrebbe non essere più il favorito e una riconferma del centrodestra alla guida della regione più produttiva d’Italia non sarebbe più così tanto scontata.
Ci ritroviamo ancora una volta in Cina, paese che negli ultimi decenni ha superato i limiti dell’architettura, stravolgendo l’idea di innovazione e modernità che abbiamo avuto fino ad oggi. Scopriamo il Liebian Building, il grattacielo con la più grande cascata artificiale di sempre.
Nel sud-ovest della Cina, nella provincia di Guizhou, è stato inaugurato l’incredibile grattacielo dalla cui fiancata sgorga una cascata artificiale. L’acqua – riciclata – precipita da un’altezza di 108 metri e viene raccolta alla base da un sistema di stoccaggio e drenaggio sotterraneo. Successivamente un impianto elettrico dotato di 4 pompe da 185 kilowatt la rispedisce verso l’alto.
Il Liebian Building ospita gli uffici dell’azienda Guizhou Ludiya Property Management Co – mandante del progetto – oltre ad un centro commerciale e un hotel. É quindi possibile vedere la cascata anche dall’interno dell’edificio anche per il turista.
# Uno spettacolo dispendioso
https://www.arabnews.com/node/1346231/offbeat
La bellezza e spettacolarità del progetto non sono sufficienti per far tenere la cascata accesa in maniera continua. Infatti, il costo all’ora per mantenere accesa la cascata si aggira sui 120 dollari all’ora: da qui la decisione di tenerla accesa per un massimo di 20 minuti unicamente in occasioni importanti.
Per quanto riguarda invece l’impatto ambientale e lo spreco, l’acqua è totalmente riciclata e riutilizzata ed è un mix tra acqua piovana e acqua proveniente dagli acquedotti pubblici della regione.
# Innovazione o regressione?
https://www.arabnews.com/node/1346231/offbeatù
Le opinioni in merito a questa incredibile e unica costruzione sono contrastanti: per alcuni si tratta di una meravigliosa creazione architettonica degna di lodi, altri invece vedono solo lo spreco di energia e di acqua non necessario.
In soli due mesi hanno lasciato la metropoli oltre 131.000 abitanti e la maggioranza degli abitanti vorrebbe andarsene. Cosa sta succedendo nella metropoli asiatica?
L’80% degli ABITANTI di Hong Kong vuole EMIGRARE: la CINA sta DISTRUGGENDO la CITTÀ STATO?
# Hong Kong ha perso oltre 131.000 residenti in appena due mesi
Hong Kong – Ph. Brayden Law, by Pexels
La Città Stato di Hong Kong continua a perdere residenti, in soli due mesi tra febbraio e marzo è stato registrato un calo di oltre 131.000 unità e sembra che questo trend sia destinato a perdurare a lungo. Secondo un sondaggio online effettuato dalla società Bartra a metà marzo, su un campione di circa 500 residenti maggiorenni, è emerso come il 79% degli intervistati stia prendendo in considerazione l’emigrazione o la prenderà in considerazione, per il 48% potrebbe verificarsi in futuro, mentre il 31% stava considerando di farlo.
# I motivi principali di emigrazione dalla metropoli asiatica
Credits MarciMarc105-pixabay – Hong Kong
Tra i motivi principali per cui i cittadini delle metropoli asiatica potrebbe emigrare, sempre in base al sondaggio, ci sono al 51% un ambiente di vita migliore, al 29% la ricerca di una migliore istruzione per i propri figli e il 27% l’ottenimento di un’ulteriore residenza e nazionalità straniera.
# Il crollo dei milionari
Credits blazejosh-pixabay – Hong Kong
Anche il numero di milionari è in calo. Il report “Hong Kong Multi-millionaire Survey Report 2021” elaborato da CityBank mostra come i residenti con un patrimonio netto totale di 10 milioni di Hk$, circa equivalenti a 1 milione e 211 mila euro, o più e attività liquide di almeno 1 milione di Hk$, è sceso del 15% e quindi di circa 81.000 unità.
Il maggiore controllo della Cina, con il tentativo di riduzione di libertà, autonomia e poteri, sta distruggendo dalle “fondamenta” la Città Stato di Hong Kong?
Sondaggio fatto ai milanesi: “Qual è il posto meno milanese di Milano?”. Questa la classifica dei top 7 luoghi più “alieni di Milano” in base alle risposte ottenute.
I 7 luoghi MENO MILANESI di Milano
#7 Piazza Olivetti e il distretto Symbiosis: sembra la Silicon Valley
Cresits: Andrea Cherchi – Piazza Olivetti
Piazza Olivetti e tutto il distretto Symbiosis con i suoi edifici orizzontali a specchi, i laghetti e gli stagni dove gli stessi si riflettono, i canneti, le ninfee proiettano chi ci sta al di là dell’oceano. Più che alla Madonnina ricordano le sedi ipertecnologiche disseminate nella Silicon Valley americana.
Tra i luoghi meno milanesi di Milano non può mancare via Paolo Sarpi, il cuore di Chinatown. Nonostante il quartiere sia ormai abitato in maggioranza da italiani, camminando tra via Paolo Sarpi e le vie perpendicolari sembra di essere stati catapultati in Cina, con molti negozi, insegne e ristoranti che richiamano la Terra del Dragone. C’è persino un centro commerciale di cinque piani di soli prodotti cinesi.
#5 Il quartiere arcobaleno di via Lincoln: un po’ Notting Hill, un po’ Burano milanese
Credits: @solynou IG
Il villaggio operaio di via Abramo Lincoln, un quartiere di case progettate e pensate nell’Ottocento da una cooperativa edilizia per gli operai e ferrovieri della fu stazione di Porta Tosa. La caratteristica di questo quartiere sono le variopinte villette colorate, da cui il soprannome di quartiere arcobaleno, che richiamano le atmosfere inglesi di Notting Hill o quelle di Burano, l’isola veneziana.
Piazza Sant’Alessandro, nascosta tra le vie del centro. alle spalle di piazza Missori, si può definire come la più classica delle piazza romane. Prende il nome dalla chiesa barocca omonima, una delle più belle della città, e si caratterizza per il suo pavimento in pietra, lo spazio raccolto di fronte al sagrato e le abitazioni basse di colore pastello, cosa comune nel centro della capitale ma non a Milano. Molto romana anche la tendenza diffusa di fermarsi a parlare in piccoli gruppi o a sgranocchiare uno snack sui gradini della chiesa.
Citylife, il quartiere sorto dalla ceneri dell’ex-fiera, ha tutto quanto per ricordare New York. Il grande parco circondato dai grattacieli più alti di Milano, le opere di design all’aperto, il locale cool con sdraio e balle di fieno creano un’atmosfera da Central Park.
#2 Porta Nuova come la Défense di Parigi
Credits Andrea Cherchi – Porta Nuova vista grattacieli
Se Citylife ricorda New York, Porta Nuova richiama la Défense di Parigi. La selva di grattacieli che ha trasformato e continua a modificare lo skyline e il volto del financial district milanese riportano alla memoria il centro finanziario che ha spostato l’asse del business nella capitale francese.
#1 L’aiuola con le palme di piazza del Duomo: l’angolo esotico nel cuore di Milano
Credits: ilportaledeitreni.it – Palme in Piazza del Duomo
“Sapessi come è strano…vedere delle palme a Milano…”. Si potrebbe prendere spunto dal celebre brano cantato da Memo Remigi e Ornella Vanoni “Innamorati a Milano” per spiegare come le aiuole con le palme in piazza del Duomo facciano venire in mente tutto tranne che di trovarsi nel capoluogo lombardo. Forse in una città del sud Italia o sul mare, ma non nella Pianura Padana. Un po’ per scherno, un po’ per fastidio, al primo posto tra i posti indicati come meno milanesi di Milano svetta questo angolo esotico di Piazza del Duomo.
Sono state inaugurate quelle che sono state definite “le terme più belle al mondo”. Ecco dove si trovano e come sono state realizzate.
Inaugurate le TERME più BELLE del mondo
# La Sky Lagoon: dove l’oceano incontra il tetto più bello al mondo con un panorama mozzafiato
Skylagoon Island
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Credits skylagooniceland IG
credit: siviaggia.it
credit: siviaggia.it
Le terme Sky Lagoon si trovano nel cuore dell’oceano Atlantico e sono già definite la piscina geotermica più bella del mondo. Inaugurate nella primavera 2021, sono attorniate dall’oceano Atlantico e coperte dal tetto più bello al mondo: il cielo d’Islanda. Grazie alla posizione strategica da queste terme spettacolari si può godere di un panorama mozzafiato.
# Progettata dall’uomo ma il vero relax è offerto dalla natura
credit: siviaggia.it
Sky Lagoon si trova per l’esattezza nel porto di Kársnes, a Kópavogur, ed è stata progettata da Pursuit. Le immagini che hanno iniziato a circolare ancora prima dell’inaugurazione hanno subito lasciato immagine il relax che la natura circostante avrebbe potuto offrire. Seduti in una vasca idromassaggio, se si è fortunati, si può ammirare lo spettacolo offerto dall’Aurora Boreale circondati dai profumi e dai suoni oceanici oppure fare il bagno nelle caldeacque termali che contrastano le fredde temperature islandesi.
Le dimensioni di questa laguna sono di circa 70 metri d’ampiezza ma lo spazio sembra non avere una vera fine, grazie al bordo a sfioro che dà la sensazione di trovarsi nell’oceano, senza soluzione di continuità. Il relax è sempre assicurato. L’obiettivo principale della struttura è quello di offrire una totale immersione panica, connettendo mente, corpo e ovviamente la natura.
credit: siviaggia.it
La Sky Lagoon è ormai diventata una delle mete turistiche più ambite dell’Islanda: in quale altro luogo si può sorseggiare un drink in una rilassante piscina termale, circondati dai rumori dell’oceano e sovrastati dai colori di un tramonto dai mille colori? Anche Milano però non sarà da meno quando nel 2023 inaugurerà le sue terme fiabesche restaurando e riqualificando il gioiello liberty delle Scuderie de Montel nel cuore di San Siro.
Poco più di cento abitanti e solo 2 alunni. Ai piedi del Gran Paradiso, nella valle Orco e sulle acque dell’omonimo lago, si trova Ceresole Reale, il paesino che ospita la scuola più piccola del mondo.
La SCUOLA più PICCOLA del MONDO è a due ore e mezza da Milano
# Due alunni bastano per fare una scuola
Ceresole Reale è un paesino di montagna in provincia di Torino, vicino al confine con la Francia. Insieme a Venaria Reale è l’unico comune italiano a potersi fregiare del titolo Reale. Oltre a questo, detiene un altro primato: ospita la scuola più piccola del mondo. Sono soltanto due gli alunni iscritti alla primaria. Si tratta i due cugini Raffaele di sei anni e Guglielmo di nove, che vengono seguiti dalla maestra Ylenia di 27 anni di Cuorgnè.
I due bambini svolgono le loro lezioni insieme, in una pluriclasse che si trova al piano terra del municipio. Ma nonostante le dimensioni, la scuola fornisce ogni servizio. L’aula è dotata di computer, una lavagna luminosa e, in più, offre una vista meravigliosa sul parco naturale che circonda il paese, offrendo la possibilità anche di lezioni all’aperto.
# La scuola è il cuore del paese
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È da anni che a Ceresole mancano alunni. Il paesino d’inverno conta non più di 80 persone: molti anziani e pochi bambini. Purtroppo, è la storia di molti paesini di montagna che si spopolano durante l’inverno diventando solo mete turistiche, mentre gli abitanti si spostano verso le città per avere più servizi e comodità.
Ma non importa la grandezza, la scuola è di enorme importanza per il suo paese e per questo, ad accogliere i due alunni il primo giorno di scuola, erano presenti il sindaco Alex Gioannini, il vicesindaco Mauro Durbano e il consigliere regionale canavesano Claudio Leone. “Un paese senza bambini non ha futuro – commenta il vicesindaco Mauro Durbano – de la scuola rende il paese ancora vivo. Ci auguriamo che il bando della Regione Piemonte che offre contributi a coloro che intendono trasferirsi nei comuni di montagna possa, in un prossimo futuro incrementare il numero dei nostri alunni. Un paese senza scuola – conclude – è un paese fantasma”.
# Più servizi per aiutare chi rimane
credits: @emanuelbernardi88
Ma forse il primato non verrà mantenuto ancora a lungo. Infatti, grazie anche alla Regione che finanzia all’80% le scuole sussidiate di montagna, Ceresole Reale è uno dei piccoli comuni che può ancora offrire un servizio basilare alla popolazione, agevolando chi decide di rimanere. Anche per la scuola l’aiuto della regione è fondamentale ed evita che bambini e genitori debbano affrontare inenarrabili disagi per frequentarla.
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