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METRO ROSA: come immaginare il LATO NORD

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Ipotesi alternative M6 verso nord

Le possibilità per Milano di avere una nuova linea metropolitana, M6 o linea rosa, si sono fatte più concrete dopo il finanziamento del progetto preliminare per individuare il tracciato migliore e capire se il rapporto costi/benefici possa risultare favorevole. Al momento è stato ipotizzato solo il lato sud della linea: come potrebbe essere se proseguisse verso nord? 

METRO ROSA: come immaginare il LATO NORD

# Il nuovo tracciato della futura M6: da sud-est a sud-ovest e 12 stazioni con interscambi con M2, M3 e passante/circle line

Credits metromilano – Nuova M6

Per il potenziamento delle sue linee metropolitane il Comune di Milano ha ottenuto 4,5 milioni di euro dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili per studiare un percorso che invece di andare lungo la direttrice nord-sud, come da ipotesi iniziale, collegherà la zona di sud-est della città con quella di sud-ovest.

Nel tragitto, che è ancora da individuare con precisione, ci sarebbero 12 stazioni, dal capolinea ad est a Ponte Lambro, per poi avere fermate alla futura Arena di Santa Giulia, nel quartiere di Morsenchio, a Zama intersecando il passante e la futura Circle Line, a Piazzale Cuoco e a Lodi T.I.B.B. con interscambio con la linea M3. 

La linea dovrebbe proseguire con ulteriori stazioni lungo viale Ortles, nel quartiere Fatima e nell’area tra via Ferrari e via Monte Sabini, incrociare la M2 a Piazza Abbitategrasso per terminare con la fermata nei pressi delle Cartiere Binda e infine fare capolinea ad ovest all’Ospedale San Paolo in zona Barona. 

A beneficiare di questa nuova riformulazione del tracciato sarebbe il Municipio 5 che da tempo chiede l’arrivo di una linea metropolitana per questa zona della città e soprattutto nuove fermate visto che ad oggi è presente solo quella di piazza Abbiategrasso sulla M2. Ma in molti protestano: perchè lasciare sguarnito l’emisfero nord di Milano? Come potrebbe proseguire la linea verso nord?

# Le alternative di tracciato verso nord della M6

Coperto il lato sud da Ponte Lambro alla Barona, si potrebbero ipotizzare due alternative per la prosecuzione della nuova linea M6 verso nord oppure un tracciato con due diramazioni.

#1 Prosecuzione su Corso Sempione e Viale Certosa fino a Baranzate

Tracciato M6 ipotesi interna

La prima ipotesi, di tracciato più interno, potrebbe prevedere l’estensione della metropolitana verso ovest incrociando la stazione di San Cristoforo M4-FS, poi una stazione nel quartiere Ebraico, una a Pagano per intersecare la linea M1 nel bivio verso l’attuale capolinea Bisceglie e quello di Rho Fiera, una stazione nei pressi dell’Arco della Pace e una a incrociare Domodossola M5 FN. Il tracciato seguirebbe quindi lungo Corso Sempione con fermate in Piazza Firenze e Piazzale Accursio e poi per viale Certosa con fermata anche al Cimitero Maggiore.

L’ultimo tratto della linea metropolitana potrebbe avere una stazione nel quartiere Stephenson interscambiando con quella della futura Circle Line, una nei pressi dell’Ospedale Sacco e infine il capolinea nel comune di Baranzate a servizio anche degli utenti in uscita dalla Tangenziale Nord.

#2 Un tracciato più esterno, affiancato alla tangenziale ovest, con capolinea a Rho Fiera

Ipotesi M6 esterna

La seconda ipotesi di linea verso nord, più esterna, potrebbe intersecarsi sempre con la stazione di San Cristoforo M4-FS e dirigersi verso il nuovo capolinea della M1 nel quartiere Olmi nei pressi della tangenziale ovest con una fermata nel Comune di Cesano Boscone.

A quel punto potrebbe coprire il lato ovest escluso dalla futura Circle Line e, affiancando la tangenziale, fare una fermata nei pressi del Parco delle Cave tra Baggio e Quinto Romano, un’altra fermata su via Novara per incrociare la linea M5 in caso di futura estensione verso Settimo Milanese e servire anche Figino, infine attestarsi al capolinea della linea M1 Rho Fiera, già stazione di treni regionali, suburbani e dell’alta velocità e nei prossimi anni probabile terminale nord nella Circle Line.

#3 Un tratto comune fino a San Cristoforo e poi una biforcazione interna e una esterna

Ipotesi alternative M6 verso nord

In alternativa si potrebbe mantenere il tratto comune della linea fino a San Cristoforo M4-FS e realizzare entrambe le ipotesi di percorso con una biforcazione: un ramo terminerebbe a Rho Fiera e l’altro nel comune di Baranzate.

Continua la lettura con: M6: cambia il tracciato della METRO ROSA?

FABIO MARCOMIN

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Il CAFFÈ più BUONO d’ITALIA

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credits: pexels

Chiedete agli italiani di rinunciare a tutto, ma non al caffè. Quando si va all’estero è una vera impresa riuscire a trovare un buon espresso, ma anche in Italia non è detto che vada sempre bene al primo colpo. E per chi si fosse mai chiesto dove bere il caffè italiano più buono, ecco svelato il mistero.

Il CAFFÈ più BUONO d’ITALIA

# Milano ospita la champions dell’espresso

credits: IG @stefanocevenini

Che sia fatto con la moka, con la macchinetta o preso al bar, non c’è miglior sveglio del profumo del caffè. Da tempo ormai un rito per la stragrande maggioranza degli Italiani, esistono guide e classifiche per aiutare gli italiani fuori casa a trovare i migliori bar e caffetterie per bere un buon caffè. Esiste addirittura una gara in suo onore: L’Espresso Italiano Champion, dove ogni anno migliaia di baristi partecipano per vincere la medaglia di miglior espresso. La domanda sorge spontanea, ma dove si può bere il miglior caffè italiano? Sorprendentemente non a Napoli ma…

# Bologna è la capitale italiana del caffè

credits: IG @stefanocevenini

…a Bologna. Ebbene si, l’ultima edizione della gara nel 2019 è stata vinta da Stefano Cevenini, barista bolognese di soli 19 anni. Il campionato si è svolto presso la Mumac Academy, l’accademia della macchina per caffè di Binasco, a sud di Milano. Stefano, dopo aver battuto altri tredici baristi connazionali, si è aggiudicato il titolo di miglior barista alla sesta edizione del campionato internazionale baristi, promosso dall’Istituzione espresso Italiano (Inei).

Un orgoglio per la sua città e per l’intero Paese. Infatti, grazie a questa vittoria, Stefano Cevenini ha potuto anche rappresentare l’Italia alle finali mondiali del campionato aggiudicandosi ancora una volta il primo premio. Il giovane campione ha anche svelato la ricetta migliore per l’espresso italiano: “Una miscela bilanciata che sappia rendere una tazzina complessa nei profumi e rotonda al palato”. Cevenini ha anche spiegato di aver lavorato molto sulla temperatura della macchina per “ottenere un espresso rotondo ed equilibrato tra acidità e amaro”.

# Bollente, ristretto e nerissimo

credits: pexels

Nonostante in Italia ormai la preparazione del caffè sia un culto, stupirà scoprire che sia solo al quinto posto fra i maggiori importatori di caffè e al decimo posto in Europa per consumo pro-capite. Il maggior consumatore è la Germania, ma ciò che conta è la qualità e non la quantità. Per gli italiani il caffè è da consumarsi alla mattina, dopo pranzo, mentre in altri paesi è diventato una bevanda da consumarsi nell’arco della giornata. Ma sulla qualità del gusto, non ci sono paragoni. In Italia il caffè va servito bollente, ristretto, nerissimo e amaro, negli altri paesi è una bevanda più allungata e acquosa. I gusti son gusti ma, provate a dare un americano ai veri intenditori.

Continua la Lettura con:  Il CAFFÈ più ANTICO del mondo è in Italia

SARA FERRI

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Le CASCATE COLORATE: un’idea per i Navigli?

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https://www.wonews.it/post/il-progetto-neon-luminance-illumina-magicamente-le-cascate-della-california

Già di per sé le cascate sono uno di quei fenomeni spettacolari donati dalla Natura, che ammaliano con la loro potenza e ritmo. C’è un luogo però dove ci sono delle cascate che sono state ulteriormente spettacolarizzate. Un’idea che potrebbe ispirare anche la città dell’acqua?

Le CASCATE COLORATE: un’idea per i Navigli?

# Il progetto delle cascate che si illuminano

https://www.wonews.it/post/il-progetto-neon-luminance-illumina-magicamente-le-cascate-della-california

Sono due fotografi di San Francisco i creatori di questo progetto, chiamato Neon Luminance, che prevede l’installazione di luci colorate sotto l’acqua, in posizioni ben precise e calcolate. Queste luci sono le cosiddette lightstick, delle luci di emergenza spesso usate dai pescatori che contengono delle sostanze chimiche che tingono la luce di colori accesi come il verde, rosso e il giallo. Il tutto in totale sicurezza, prendendo tutte le precauzioni possibili per evitare una contaminazione delle acque. 

https://www.wonews.it/post/il-progetto-neon-luminance-illumina-magicamente-le-cascate-della-california

Le cascate sono poi state fotografate a lunga esposizione, così da immortalare il movimento e la forza dell’acqua. Queste fotografie sono le uniche testimonianze del progetto, poiché si è trattato di una installazione temporanea, in quanto set fotografico privato. 

https://www.wonews.it/post/il-progetto-neon-luminance-illumina-magicamente-le-cascate-della-california

# Le cascate di FUOCO della California

https://viaggi.corriere.it/eventi/cascate-fuoco-parco-yosemite-california/

Sempre in California esistono delle cascate all’interno del parco Yosemite le cui acque, con il tramontare del sole, si tingono di rosso e diventano le “cascate di fuoco”.  Si tratta di un’illusione ottica dovuta alla posizione del sole durante il crepuscolo, che si verifica però solo due settimane l’anno durante il mese di febbraio. 

https://www.iconaclima.it/estero/yosemite-national-park-lo-spettacolo-delle-cascate-di-fuoco-foto-e-video/

# Uno Stato che si ILLUMINA di notte

https://www.lastampa.it/viaggi/2020/01/24/video/quando_il_mare_s_illumina_di_blu_cosi_il_plancton_colora_l_acqua_in_tutto_il_mondo-67341/

Questo stato degli USA è decisamente ricco di spettacoli di luci, naturali o no. La costa della California, in particolare nei pressi di San Diego, è infatti una tra le poche coste marittime al mondo in cui si può assistere al fenomeno naturale della sabbia bioluminescente, grazie alla presenza di un plancton che permette alla spiaggia di illuminarsi di notte. 

Giochi di luce per rendere l’acqua ancora più spettacolare: possono essere un’ispirazione per i Navigli?

Continua a leggere con: Le CASCATE di GHIACCIO a due ore da Milano

ALICE COLAPIETRA

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PIACIONE: molti lo sono, anche a Milano. Ma come si traduce?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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I 10 MEGAPROGETTI in costruzione più IMPRESSIONANTI del mondo

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https://www.dohanews.co/qatar-restarts-ambitious-katara-towers-project-in-lusail-city-2/

Si stanno affacciando nel mondo 10 nuove meraviglie. Vediamole in anteprima. 

I 10 MEGAPROGETTI in costruzione più IMPRESSIONANTI del mondo

# La NUOVA CAPITALE d’Egitto

https://www.ilpost.it/2020/02/18/nuova-capitale-egitto/

A 45 km dall’attuale capitale egizia, Il Cairo, sorgerà il nuovo centro urbano di riferimento del paese. Il progetto di questa nuova città, ancora senza nome, prevede che avrà un’estensione capace di ospitare fino a 7 milioni di abitanti e la maggior parte delle funzioni amministrative dello Stato, in modo tale da togliere un po’ di peso dalle spalle del Cairo, ormai congestionata ed eccessivamente popolata.

L’obbiettivo dello Stato egizio è quello di creare una città dominata da grattacieli, monumenti paragonabili alla Torre Eiffel o al monumento di Washington, enormi aree verdi, centinaia di moschee e ospedali, un parco a tema di dimensioni quadruple rispetto a Disneyland, campi di pannelli solari a perdita d’occhio, 10.000 km di nuove strade, una ferrovia elettrificata che la colleghi con Il Cairo, e un nuovo aeroporto internazionale.

# Il centro urbano verticale di JEDDAH, Arabia Saudita

https://www.jec.sa//en/9_17/portal/Media/Photo_Gallery/

La ristrutturazione e ottimizzazione della città di Jeddah, in Arabia Saudita, viene finanziata e seguita da un principe saudita, uno degli uomini più ricchi e influenti nel mondo (secondo il Time). Il progetto consiste nella trasformazione dell’attuale città in un centro urbano verticale: una smart city che rifletterà perfettamente l’era che stiamo vivendo, padroneggiata dalla tecnologia, dalla velocità, dall’interconnessione e continua evoluzione.

# Il Padma Bridge, il ponte a DUE LIVELLI in Bangladesh

https://www.youtube.com/watch?v=NSk0fXWBGc4&t=215s

Il cambiamento climatico ha messo a dura prova il Bangladesh, che negli ultimi anni sta vivendo delle distruttive e massicce inondazioni che mettono a dura prova le città e il popolo. Il progetto di maggiori dimensioni e importanza ideato per affrontare questo problema è la costruzione del Padma Bridge, un ponte a due livelli (sotto una ferrovia e sopra strada asfaltata) che collegherà la capitale Dhaka al sud del paese, per una lunghezza totale di più di 6 km, assicurando così almeno lo spostamento di merci e beni.  Inizialmente finanziato dalla Banca Mondiale, il ponte peserà unicamente sulle finanze del Bangladesh, poiché i finanziamenti internazionali previsti sono stati ritirati per accuse di corruzione interne al paese.

# New Clark City, la NUOVA CAPITALE delle Filippine

https://thepirec.com/2019/10/03/451/

La costruzione di una nuova capitale per il paese delle Filippine ha motivazioni alla base molto differenti rispetto al medesimo progetto in Egitto. L’attuale capitale, Manila, si trova nella cintura di fuoco del pacifico, una zona soggetta a frequenti terremoti ed eruzioni vulcaniche. Di conseguenza, il paese ha dovuto far fronte alla possibilità che un giorno Manila potrebbe non essere più in grado di compiere le funzioni di capitale, ed è così che è nato il progetto di New Clark City. La nuova capitale, che sarà in grado di dare casa a più di un miliardo di persone, sarà anche lei una smart city, tecnologica ed ecosolidale.

# La GALLERIA di BASE del Brennero, Italia – Austria

https://www.youtube.com/watch?v=NSk0fXWBGc4&t=215s

Con una lunghezza pari a 64 km, questo tunnel sotterraneo collegherà l’Italia all’Austria, passando sotto il passo del Brennero. Questo progetto si differenzia da quelli già esistenti poiché è prevista una maggior capacità ferroviaria e un’altra serie di migliorie che velocizzeranno e ottimizzeranno il trasporto di merci e passeggeri in Europa. I lavori dovrebbero terminare nel 2032, dopo 25 anni di lavori.

# La Merdeka Tower: sarà il secondo più alto grattacielo al mondo

https://quicktelecast.com/merdeka-118-the-worlds-second-tallest-building-is-now-complete-reaching-a-height-of-2227ft/

Con i suoi 678,90 metri di altezza, sarà il grattacielo più alto della Malesia e il secondo al mondo. All’interno saranno presenti 100 piani affittabili da aziende private, dei quali una buona parte diventeranno uffici, altri diventeranno camere di un albergo e i piani rimanenti saranno adibiti a centro commerciale. Lo spazio non affittabile conterrà invece per lo più parchi interni e un parcheggio da 8500 posti auto che occuperà i 5 piani interrati. Il progetto è stato ampiamente criticato dai moltissimi cittadini, che avrebbero preferito vedere spesi i 2.5 miliardi per il popolo e le varie emergenze umanitarie del paese, invece che per la Merdeka Tower.

# Lusail City, il paradiso artificiale del Quatar

https://www.dohanews.co/qatar-restarts-ambitious-katara-towers-project-in-lusail-city-2/

La 22esima edizione dei campionati di calcio mondiali si terranno in Qatar. Nonostante le pesanti accuse di corruzione, sfruttamento dei lavoratori e violazione dei diritti umani, il paese si è subito mosso per poter ospitare l’evento e tutte le persone che attirerà. Ed è così che sorgerà la città pianificata, chiamata Lusail City, grande abbastanza per accogliere 450.000 persone, aree residenziali, centri commerciali, resort, isole artificiali e lo stadio dove di giocheranno le partite di calcio del mondiale.

# L’International Business Center con i 15 GRATTACIELI a Mosca

https://www.expresstorussia.com/guide/moscow-international-business-center-moscow-city.html

Anche chiamato Crystal Island, sarà un quartiere d’affari nella città di Mosca. Comprenderà 15 grattacieli in 60 ettari di territorio. Il progetto è in atto dal 1997 e per ora sono state completate 8 delle mega costruzioni verticali previste.

# L’isola energetica danese

https://www.repubblica.it/green-and-blue/2021/02/09/news/la_danimarca_costruira_la_prima_isola_che_produrra_energia_con_il_vento-286560238/

Nel 2020 è stato approvato il progetto della costruzione di un’isola energetica in Danimarca, che avrà lo scopo di produrre energia elettrica per alimentare milioni di case sfruttando il vento in mare aperto, così da raggiungere la “neutralità climatica” entro il 2050. Con i suoi 120mila metri quadrati e 200 turbine eoliche giganti, l’energia sembra non essere destinata unicamente alla Danimarca, ma i paesi che ne beneficeranno sono per ora ignoti.

# La ristrutturazione dell’aeroporto di New York City

In uno dei più grandi e frequentati aeroporti del mondo, il JFK di New York City, verrà costruito un nuovo enorme terminal 1, che sostituirà l’attuale primo, secondo e il terzo terminal. Il progetto prevedere la realizzazione di un modernissimo e spaziosissimo terminal, che oltre a rispondere alle funzioni di qualsiasi aeroporto, sarà anche una autocelebrazione della città, in quanto verranno esposti iconiche e famose pietre miliari, come i vecchi taxi e fotografie della vecchia NYC.

Continua a leggere con: I PROGETTI IMPOSSIBILI della Milano “fascistissima”

ALICE COLAPIETRA

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La TOP 10 degli OTTICI di MILANO

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In una città come Milano o si conosce un professionista di fiducia o risulta quasi più facile tirare a sorte da quante sono le possibilità di scelta. Ma se invece ci affidassimo ad un amico che di ricerche è un esperto? Pronta per l’evenienza, ecco una top list degli ottici stellati di Milano secondo le recensioni Google.

La TOP 10 degli OTTICI di MILANO

credits: pexels

#10 Ottica Arnaldo Chierichetti

4,9 Stelle (17 recensioni) Largo della Crocetta, 1, Milano MI; 02 5412 1912

“Mi sono rivolta a loro per acquistare il mio primo paio di lenti a contatto. Consulenza professionale e accurata, cortesia e disponibilità anche per la prova e il successivo acquisto. Comodissima anche l’app per comunicare in tempo reale.” B.G.

#9 Ottica Gandolfo

4,9 Stelle (22 recensioni) Via del Liri, 3, Milano MI; 02 503438

“Marco, il proprietario è davvero un professionista competente e sempre cordiale, sempre gentile e disponibile e con prezzi sempre adeguati alla qualità dei prodotti e del servizio.” Cristian R.

#8 Ottica San Carlo

4,9 Stelle (32 recensioni) Via Pattari, 2, Milano MI; 02 798827

“Molto gentili e molto professionali! il nostro punto di riferimento, il nostro ottico di fiducia!  CONSIGLIATISSIMO!!” Andrea C.

#7 Ottica San Maurilio

5,0 Stelle (4 recensioni) Via S. Maurilio, 14, Milano MI; 02 3659 4909

Occhiali stupendi e una grande capacità nell’aiutare a scegliere il modello più adatto al proprio viso.” Tommaso C.

#6 Ottica Quercetti & Vanzina

5,0 Stelle (11 recensioni) Via S. Raffaele, 3, Milano MI; 02 805 2293

“Davvero un’ottima esperienza e prodotti eccellenti. Persone cordiali e competenti. Un ringraziamento particolare a Valentina che con molta pazienza mi ha aiutato a trovare gli occhiali che cercavo. Occhiali con lenti “su misura” pronti in meno di 24 ore, davvero super!” Cristian F.

Ph. Daniel Sampaio (Pixabay)

#5 Manzoni Ottica Milano

5,0 Stelle (11 recensioni) Via Alessandro Manzoni, 12, Milano MI; 02 794649

“Professionalità, negozio stiloso con ampia scelta di modelli e marche, prezzi competitivi, personale cordiale e preparato” Maurizio R.

#4 Ottica del Corso Milano

5,0 Stelle (13 recensioni) Corso di Porta Ticinese, 58, 20123 Milano MI; 02 5810 1525

“Professionisti d’eccellenza, cordiali e pazienti. È sempre un piacere entrare ed ammirare occhiali sempre alla moda sia da vista che da sole. Lo consiglio vivamente” Stefania R.

#3 G-Spectacles Milano

5,0 Stelle (22 recensioni) Via Cesare Correnti, 22, Milano MI; 329 008 0755

“Sinceramente i migliori occhiali mai avuti. Ormai da almeno 8 anni, 4 modelli, mai deluso.” Antonio P.

#2 Ottica Barello

4,9 Stelle (776 recensioni) Via Torino, 25/5, Milano MI; 02 8646 1391

“Mi sono trovata benissimo presso ottica Barello, personale molto gentile e disponibile, e in poco tempo ho avuto un paio di occhiali nuovissimi e perfetti, ma soprattutto ad un prezzo fantastico! Consigliatissimo” Anita D.

#1 Ottica Imperatore Milano

5,0 Stelle (500 recensioni) P.za Imperatore Tito, 4, Milano MI; 02 3984 4059

“Servizio eccellente, gentilezza e professionalità. acquistate lenti per rallentare la miopia per la mia nipotina. Una piccola boutique con una padrona di casa molto gentile e professionale. Acquistato sia io che mia moglie occhiali progressivi perfetti e confortevoli. Vasta scelta di montature. Molto consigliato.” David D.

Continua la Lettura con:  La TOP 10 dei CALZOLAI di MILANO

SARA FERRI

copyright milanocittastato.it

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I palazzi più ALTI nei paesi più PICCOLI d’Europa

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https://www.giurisprudenzapenale.com/2021/02/07/la-corte-di-giustizia-ue-sulla-legittimita-del-mae-alla-luce-del-diritto-ad-un-ricorso-effettivo-ex-art-47-della-carta-dei-diritti-fondamentali-dellue/

Sono piccoli ma hanno alti palazzi. Vediamo quali grattacieli e quali altri palazzi più alti conquistano il primato nei 12 stati più piccoli d’Europa (in ordine crescente di superficie).

 I palazzi più ALTI nei paesi più PICCOLI d’Europa

# Città del Vaticano: Basilica di San Pietro (a un passo dai grattacieli)

https://www.vaticanstate.va/it/

Con i 136,5 metri della famosa cupola della Basilica di San Pietro, chiamata affettuosamente ‘er cupolone’, il microscopico stato pontificio sfiora la fatidica quota dei 150 metri, entry level dei grattacieli che vengono anche misurati nelle due categorie successive 200+ e 300+.

# Principato di Monaco: la Tour Odéon (170 metri)

https://www.merusonline.com/tour-odeon-monaco/

La Tour Odéon, uno dei più alti grattacieli (170 metri) a uso residenziale d’Europa, completata nel 2015, si trova nel comparto di Monte-Carlo del Principato di Monaco. Esternamente è caratterizzata da una superficie vetrata che riveste finestre e terrazzi incassati. La decorazione ondivaga in vetro azzurro e le sommità oblique conferiscono ulteriore slancio all’intera struttura.

# San Marino: World Trade Center (40 metri)

https://www.gatteiimpianti.com/world-trade-center-san-marino/

Il World Trade Center di San Marino si trova a Dogana, curazia (frazione) di Serravalle, a soli 100 m dal confine con l’Italia ed è il centro direzionale della Repubblica. Progettato dallo studio Foster + Partners di Londra con la collaborazione dello Studio Antao della Città di San Marino, fu inaugurato nel 2004: 11 piani per soli 40 metri di altezza.

# Liechtenstein: il condominio in Schwefelstrasse (39 metri)

https://www.volksblatt.li/nachricht.aspx?id=36636&src=vb

Il principato, così avanti in molti aspetti della sua visione del mondo libertaria, risulta ancora refrattario alla sfida lanciata ai cieli. A oggi, l’edificio più alto risulta essere un (brutto) condominio residenziale in Schwefelstrasse 25 (https://www.inconsult.li/standort), alla periferia della capitale Vaduz: 39 metri.

# Malta: Mercury House Tower (97,5 metri)

https://www.maltatoday.com.mt/business/business_news/97198/mercury_tower_92_of_apartments_on_promiseofsale

Qui la sfida si gioca tutta nella incantevole località di St. Julian’s, dove la Sicilia incontra Monte-Carlo. Al momento la palma va alla Portomaso Business Tower, complesso di uffici portato a termine nel 2001.

Nel 2020, però, la vicina Mercury House Tower progettata da Zaha Hadid e tuttora in costruzione, ha superato i 97,5 metri della Portomaso, che però, a differenza del nuovo palazzo residenziale, è dotato di una lunga antenna sul tetto. Chi la spunterà?

# Andorra: la Piramide della Caldea (80 metri)

https://www.viaggideimesupi.com/2014/07/13/caldea-la-spa-piu-bella-del-mondo-in-andorra/

Difficile non notare, visitando il bel principato pirenaico, lo splendido edificio termale a vetri della Caldea, situato nella località doppia di Escaldes-Engordany, in quella che è l’appendice commerciale della capitale Andorra La Vella, il cui territorio comunale è confinante. La piramide astratta del grosso complesso termale, terminato nel 1994, raggiunge quota 80 metri.

# Lussemburgo: Corte Europea di Giustizia (115 metri)

https://www.giurisprudenzapenale.com/2021/02/07/la-corte-di-giustizia-ue-sulla-legittimita-del-mae-alla-luce-del-diritto-ad-un-ricorso-effettivo-ex-art-47-della-carta-dei-diritti-fondamentali-dellue/

Qui il palazzo più alto è costituito dal terzo edificio della Corte Europea di Giustizia, completato nel 2019 su progetto di Dominique Perrault. La terza torre appare costituita da due volumi contigui e leggermente ruotata rispetto all’orientamento delle prime due. Il primo volume dorato richiama l’aspetto delle due torri esistenti, il secondo di vetro smaltato nero evoca l’edificio ad anello che circonda il palazzo di giustizia. E’ alta 115 metri.

# Cipro: ONE Limassol (165 metri)

https://www.quarryandconstructionweb.it/rubriche/cave-cantieri/potain-tower-cranes-supporta-e-sostiene-il-progetto-trilogy-sulla-costa-di-limassol-a%20cipro.htm

Nell’importante città portuale di Limassol, libera dai problemi politici della capitale Nicosia (divisa a metà con lo stato non riconosciuto turco), si stanno concentrando i nuovi investimenti immobiliari, e il lungomare è tutto un fiorire di gru e grattacieli di nuova ideazione. Appena completato, l’edificio residenziale dell’ONE Limassol si è preso subito il primato di edificio più alto di tutta Cipro con i suoi 165 metri di una bella struttura concava.

# Montenegro: Bulevar Mitra Bakica Towers (65 metri)

https://virtualglobetrotting.com/map/bulevar-mitra-bakica-towers-tallest-buildings-in-montenegro/

La piccola capitale di Podgorica, la “città dei cipressi”, detiene il primato degli edifici più alti del paese. In questo caso ben 3: le Bulevar Mitra Bakica Towers, polverosi edifici residenziali degli anni ’70, ruotati di trenta gradi rispetto alla strada e circondati da ampi giardini. I loro 18 piani raggiungono quota 65 metri.

# Slovenia: Kristalna palača (89 metri)

https://images.skyscrapercenter.com/building/crystal-palace_http-www-sloveniatimes-com-btc-city-ljubljana1.jpg

Il Crystal Palace (Kristalna palača) è un edificio di Lubiana situato nel distretto di Jarše, a poca distanza dal centro cittadino e nei pressi dell’area commerciale BTC. La sua costruzione fu completata nel 2010: ha un’altezza di 89 metri e ospita negozi, un centro benessere ed una sala congressi.

# Macedonia del Nord: Sky City Towers (136 metri)

https://www.dansuk.com.tr/en/is/sky-city-skopje/

Alla periferia della capitale Skopje, sono stati completati nel 2016 dall’investitore turco Cevahir i tre edifici residenziali di lusso delle Sky City Towers, dotate di vari sistemi all’avanguardia come il Wi-Fi, l’accesso alle zone comuni con carta magnetica, una portineria 24/7, telecamere di sicurezza e l’immancabile centro commerciale annesso. La più alta delle tre misura 136 metri.

# Albania: Arena Center Tower (112 metri)

Inaugurata nel 2019, l’Arena Center Tower è parte di un edificio polivalente situato nel cuore di Tirana, che comprende anche il nuovo complesso dello Stadio Nazionale, che ospiterà a maggio la prima finale della Conference League di calcio, neonata manifestazione sportiva continentale. Ospita il Marriott Hotel (5 stelle) ed è alta 112 metri.

Continua a leggere con: Il “PARCO più PICCOLO del mondo” con i folletti e la piscina per le farfalle

LORENZO ZUCCHI

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Ne abbiamo tutti un gran bisogno: come si dice PORTAFORTUNA a Milano?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

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Estensione Metro più Stazione Alta Velocità a SEGRATE: le ULTIME NOVITÀ sull’HUB del futuro di Milano

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Credits mm - Hub Segrate Porta Est

Procede l’iter per la realizzazione del Milano East Gate Hub. Il progetto prevede il prolungamento della M4 fino a Segrate dove verrà realizzata una stazione dell’alta velocità. Ecco la situazione aggiornata.

Estensione Metro più Stazione Alta Velocità a SEGRATE: le ULTIME NOVITÀ sull’HUB del futuro di Milano

# Nel 2021 è stato presentato il progetto di fattibilità per il “Milano East Gate Hub”

Credits mm – Hub porta Est

Nel 2020 Regione Lombardia tramite una delibera approvata dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile ha finanziato 400.000 euro in aggiunta ai precedenti 110.000 euro, sui 2,5 milioni necessari, per la seconda fase del progetto di fattibilità tecnica ed economica del nodo di interscambio ‘Hub metropolitano Segrate Porta Est Milano – Prolungamento M4 a est di Linate’. Il rimanente delle risorse è arrivato da fondi europei, il 50% del totale, e dallo Stato.

Il progetto complessivo, per un investimento previsto di oltre 500 milioni di euro, vede coinvolti Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano, Comune di Milano, Rfi, lo stesso Comune di Segrate, Sea S.p.a., Westfield Milan S.p.a. MM, incaricata alla redazione del progetto di fattibilità, lo ha presentato ufficialmente nel 2021 con il nome di “Milan east gate hub”.

Leggi anche: EAST HUB: le novità sulla PROSSIMA PORTA di INGRESSO di Milano

# Ass. Trasporti della Regione Terzi: “L’obiettivo è realizzare una stazione di Porta per l’Alta Velocità ferroviaria”

Credits mm – Alta velocità Porta Est

Il commento dell’Assessore Regionale ai Trasporti Terzi sulla realizzazione della nuova porta d’accesso a est per Milano: “L’obiettivo è realizzare una stazione di Porta per l’Alta Velocità ferroviaria, in analogia a Milano-Rogoredo e Rho-Fiera, che possa servire l’asse ferroviario ad est di Milano. La linea AV Milano-Brescia è una realtà, la sua prosecuzione verso Venezia lo sarà nei prossimi anni con i lavori sulla tratta Brescia-Verona. Il nuovo Hub metropolitano di Segrate Porta Est, in sostituzione dell’attuale fermata ferroviaria di Segrate, si candida a diventare un nodo di interscambio tra treni suburbani, treni a lunga percorrenza, treni ad Alta Velocità e trasporto pubblico locale. In quest’ottica è determinante prevedere il prolungamento della M4 tra Linate e Segrate. Il tutto dovrà integrarsi con le trasformazioni urbanistiche previste nella zona, attraverso un efficientamento anche della mobilità stradale e ciclopedonale. Un lavoro rilevante che andrà a potenziare l’accessibilità dell’aeroporto di Linate, uno dei principali scali a livello nazionale”.

# Finanziata l’estensione della M4 fino a Segrate con 420 milioni di euro

Credits mm – Prolungamento M4 Segrate

La parte del progetto relativo alla realizzazione del prolungamento della M4 fino a Segrate è pronta a partire. Nell’ultima finanziaria sono stati infatti assegnati 420 milioni necessari alla sua costruzione assieme al sottopasso pedonale di collegamento alla nuova stazione dell’alta velocità ferroviaria di Segrate e alcune opere accessorie. Il tracciato di 3,1 km della linea M4 proseguirà dall’Aeroporto di Linate in sotterranea all’Idroscalo con due fermate, nel territorio di Segrate, Idroscalo-San Felice e Segrate punta Est. I tempi saranno però più dilatati del previsto, con l’inaugurazione che non avverrà più entro il 2026 ma molto più probabilmente nel 2029.

# Mancano circa 100 milioni di euro per la stazione dell’alta velocità e i terminal bus

Credits mm- Integrazione nodo East Hub

All’appello mancano ancora circa 100 milioni di euro per costruire la stazione dell’alta velocità, la bretella stradale SP160-via Mondadori, il parcheggio e terminal bus nelle due stazioni della M4 e le passerelle meccanizzate. Tra le opere collaterali ci saranno:

  • il completamento della Cassanese bis, una bretella di collegamento tra la BreBeMi e la tangenziale Est di Milano. Il primo lotto già realizzato e a carico di Serravalle, il secondo tratto completato al 90% Westfield, mentre i cantieri del terzo lotto verranno avviati nei prossimi mesi;
  • dei percorsi ciclopedonali per realizzare un sistema di mobilità dolce integrato attorno all’area del nuovo hub e da e verso Milano e Segrate.

Continua la lettura con: M3 fino a PAULLO: finanziato il progetto per una “METRO a METÀ”

FABIO MARCOMIN

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Il primo TRAM-TRENO in partenza nella città Ticino: lo stesso modello in arrivo a Milano per le OLIMPIADI

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Credits laregione.ch - Tram treno Lugano-Stresa

Il “trenino” Lugano-Ponte Tresa verrà sostituito nei prossimi anni dal primo tram/treno, lo stesso modello che arriverà a Milano entro le Olimpiadi Invernali 2026. Ecco come cambierà la mobilità del Ticino.

Il primo TRAM-TRENO in partenza nella città Ticino: lo stesso modello in arrivo a Milano per le OLIMPIADI

# Nel 2021 consegnati i primi nove convogli che circoleranno inizialmente sull’attuale linea ferroviaria

Credit: rttl.ti.ch

Nel 2021 sono stati consegnati i primi nove convogli che circoleranno inizialmente sul tracciato dell’attuale linea ferroviaria Ponte Tresa-Lugano. Prodotti nello stabilimento della svizzera Stadler a Valencia, questi nuovi modelli andranno a sostituire quelli in funzione oggi, che hanno alle spalle ormai 40 anni di servizio. Stadler fornirà anche i nuovi Tram alla città di Milano in occasione delle prossime Olimpiadi invernali del 2026. 

Leggi anche: Per le OLIMPIADI Milano diventa più SVIZZERA

# I nuovi Tram/Treno: veloci come treni, silenziosi come tram sospesi

Con i nuovi mezzi c’è un deciso salto di tecnologie, che del passato hanno mantenuto, a testimoniare la loro storia, soltanto un sorriso dipinto sul frontale del treno. Sono infatti i primi mezzi veloci come un treno, ma nel contempo silenziosi per essere idonei a viaggiare anche nel centro cittadino. Lunghi 45 metri e larghi 2,4 metri possono ospitare fino a 600 passeggeri.

# Il nuovo percorso Ponte Tresa–Lugano e i futuri prolungamenti

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La tratta Bioggio-Ponte Tresa resterà la stessa attualmente in funzione, saranno invece cambiati i collegamenti con Manno e con Lugano. La galleria che congiungerà la piana del Vedeggio con il centro di Lugano sarà certamente l’opera più impegnativa. Si aprirà direttamente su corso Pestalozzi, dove sorgono palazzi e lo snodo principale di tutta la rete di trasporti del Luganese alla attuale pensilina Botta.

Le tappe successive di sviluppo della rete Tram/Treno del Luganese prevedono inoltre l’estensione dell’utilizzo della linea a nord verso Cornaredo e a sud verso il Pian Scairolo. I lavori per il nuovo percorso inizieranno tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 per concludersi nel 2029, mentre si andrà oltre il 2030 per i prolungamenti. L’investimento complessivo previsto è di 47 milioni di franchi e i Tram/Treno avranno una cadenza a regime tra i 7 e i 10 minuti. 

Continua la lettura con: I 7 motivi perché CITTÀ TICINO si può considerare una METROPOLI

FABIO MARCOMIN

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Perché RESTARE in ITALIA? Le 10 MOTIVAZIONI più FORTI

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fonte: affaritaliani.it
fonte: affaritaliani.it

Anno dopo anno, tra problemi interni ed esterni e un declino che pare non avere capolinea, vivere nel nostro Paese si sta rivelando un’impresa sempre più titanica. Molti se ne vanno ma moltissimi tengono duro e rimangono. In un sondaggio abbiamo posto questa domanda: “Perché restare a vivere in Italia?”. Questa la classifica delle motivazioni che hanno ricevuto il maggior consenso. 

Perché RESTARE in ITALIA? Le 10 MOTIVAZIONI più FORTI

#10 Per la speranza di cambiare la classe politica

Sala e Draghi

Apre la top 10 la voglia di cambiamento. Il bersaglio non può che essere la classe politica, problema ancestrale che vede da decenni il Paese perdere di vista i meglio amministrati. Classe politica corrotta, incapace, inadeguata, serva di interessi estranei?

Perché ho sempre la speranza che sia possibile eliminare questa classe politica corrotta incapace” Cit. Paola R.

#9 Per Milano

Credits Simone Daino-unsplash – Milano tramonto

Restare in Italia per Milano è un’altra tra le motivazioni più votate dai nostri lettori. Solo qui si ha il privilegio di sentirsi in Europa rimanendo nel nostro Paese. E andarsene sarebbe uno smacco che la città, che più di ogni altra cerca di non mollare, non merita. 

Perché c’è Milano” Cit. Valeria C.

#8 Per la creatività degli italiani

week milanesi
Credits: cameramoda.it

Per la fantasia, le risorse e la creatività degli italiani, capaci di creare cose incredibili dalla moda alla cultura, dal cibo all’arte e di riuscire a trovare risorse inesauribili anche nei periodi più difficili. L’idea che con un colpo ad effetto, con una rocambolesca rovesciata si possa infilare il pallone nel sette e risolvere i problemi cronici appartiene alla nostra cultura. Funzionerà davvero?

Perché è bella, fantasiosa, piena di risorse.” Cit. Camilla C.

#7 Per il clima

Credits ottaviodegre IG – Polignano a Mare

Tra le motivazioni non poteva mancare il clima mediterraneo e temperato che permette di vivere bene tutto l’anno e il fatto che in Italia non manchi nulla: ci sono le montagne più alte d’Europa, i laghi più scenografici e i mari dal sapor dei caraibi. Un paese così meraviglioso che ci fa arrabbiare ancora di più per non essere capaci di amministrarlo alla sua altezza. 

Per il clima temperato“. Cit. Fabrizio C.

#6 Perché è casa

Perché l’Italia è casa e questa sensazione si avverte ancora di più quando si è oltreconfine. Vivere in terra straniera, sentirsi sempre ospiti, è una sensazione che logora e che alla lunga si può rivelare insopportabile. 

Perché è casa mia? Ho vissuto all’estero e so cosa vuol dire essere lontani da casa.” Cit. Sonia C.

#5 Per migliorare il Paese

Credits: @roberto_fraddosio (INSTG)

Tra le motivazioni più gettonate c’è il dovere di provare a migliorare i difetti che ci sono nel nostro Paese e trovare le soluzioni ai problemi. Se qualcosa non va bisogna darsi da fare il doppio. Scappare è spesso un atto di codardia. 

Perché è il paese più bello del mondo, se ha difetti dobbiamo cercare di migliorarlo e non certo scappare !” Cit. Matilde C.

#4 Perché fieri di essere italiani

Credits moritz320-pixabay – Bandiera italiana

Per l’orgoglio di essere italiani, di rimanere a vivere nella propria patria, una delle più belle nazioni del mondo. L’orgoglio di appartenere a un popolo che se impara a stare unito, invece che a dividersi in scontri fratricidi, può superare ogni difficoltà. 

Perché è la nostra patria, bella, maltrattata, ma è pur sempre una delle nazioni più belle del mondo!! Io sono fiera di essere italiana!!” Cit. Nory B.

#3 Perché tutto il mondo è paese

Londra 2018 (foto di Martina Mazzotta)

Tra le motivazioni più votate c’è quella che alla fine anche andando all’estero la vita non sarebbe così diversa e non mancherebbero i problemi. L’erba del vicino sembra più verde solo a distanza ma spesso ci si accorge che magari è davvero più verde ma a ben guardare nasconde altri difetti o marachelle fastidiose. Ogni luogo ha problemi. Anzi, spesso dove i problemi sembrano maggiori ci sono anche maggiori stimoli per l’intelligenza. 

Perché penso che altrove non sarebbe poi così diverso.” Cit. Sabrina C.

#2 Per rimanere vicini alla famiglia e agli amici

Credits natik_1123 -pixabay – Famiglia

Una delle motivazioni più forti che spinge a rimanere in Italia è l’amore per i propri cari, per la famiglia e gli amici, per la vicinanza a tutti gli affetti che verrebbero a mancare trasferendosi all’estero. Il valore delle relazioni umane è uno dei fattori chiave del vivere in Italia. 

Perché famiglia e amici danno senso alla vita. Nessuno dovrebbe essere costretto a lasciare i propri affetti” Cit. Rosa M.

#1 Per la “Grande Bellezza”

Credits Skitterphoto-pixabay – Roma al crepuscolo

La motivazione più votata è la “Grande Bellezza” che il nostro Paese riesce a regalare. La meraviglia dei suoi paesaggi naturali, la ricchezza dei suoi siti artistici e culturali Patrimonio dell’Unesco e la bontà della cucina riconosciuta universalmente come una delle migliori in assoluto. Vivere in mezzo al bello costruito attraverso secoli di genialità è qualcosa di unico e di ispirante che difficilmente si trova altrove. La Grande Bellezza è soprattutto una qualità della vita, fatta di luoghi, di cibo, di atmosfere che l’intero mondo ci invidia. 

Perché è un posto troppo bello per lasciarlo agli sciacalli!” Cit. Martina L.

Continua la lettura con: La Dream Route d’Italia, la CICLABILE SOSPESA tra gli ALBERI: sarà la più bella del mondo?

FABIO MARCOMIN

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

A NAPOLI c’è l’HOTEL più ALTO d’Italia

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Credits: @___gianniornella nh napoli panorama

Dove potrebbe essere l’hotel più alto d’Italia? Mentre molti potrebbero aspettarselo nella città più europea e più contemporanea del BelPaese, Milano, in realtà l’hotel più alto d’Italia si trova nel capoluogo campano. Un grattacielo poco più basso della Torre Velasca, ma il più alto in assoluto in Italia ad essere stato adibito ad hotel. Ecco qual è.

A NAPOLI c’è l’HOTEL più ALTO d’Italia

# 100 metri di altezza per 33 piani

Credits: napolidavivere.it
NH Napoli

“Pugno in un occhio” per molti e per molto tempo, nel capoluogo campano il NH Napoli Panorama è l’hotel più alto d’Italia. Prima della costruzione del centro direzionale di Napoli (un insieme di moderni grattacieli sorti nel quartiere Poggioreale, vicino alla stazione di Napoli Centrale, che costituiscono una sorta di cittadella) l’attuale NH Napoli Panorama era uno degli unici due grattacieli della città. Alto 100 metri e con ben 33 piani, si credeva che il grattacielo stonasse nello skyline della città, eppure è forse proprio il suo essere stato quasi l’unico palazzo così alto ad averlo reso un simbolo.

Inizialmente l’hotel era la sede della Società Cattolica di Assicurazioni, ma già negli anni ’80 divenne albergo. Cambiò più volte nome e gestione, passò dall’essere Ambassador, a Jolly Hotel e dal 2000 divenne NH Napoli Panorama.

# 222 camere di hotel

Credits: @campaniadavivere
panorama da NH Napoli Panorama

L’NH Hotel non copre tutti i piani del grattacielo, ma con le sue 222 camere occupa dal 15° al 30° piano. Quasi ogni camera ha viste mozzafiato sulla città e sul golfo di Napoli, fino ad arrivare ad ammirare l’isola di Capri.

Credits: tripadvisor.com
nh-napoli-panorama

Il NH Napoli Panorama fa parte naturalmente del gruppo di hotellerie NH Hotel che richiede alti standard qualitativi a tutti i suoi hotel. L’albergo più alto d’Italia è infatti un hotel 4 stelle che celebra il suo record e la sua altezza con le sue ampie vetrate nelle camere. All’interno dell’hotel ci sono anche una palestra, 8 sale meeting che ospitano fino a 200 persone e un ristorante e Lobby Bar che offrono le specialità campane.

Continua la lettura con: L’HOTEL più PICCOLO del MONDO

BEATRICE BARAZZETTI

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SMART WALKING: lavorare viaggiando

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credits: IG @smartwalking_official

Viaggiare senza smettere di lavorare è il sogno di molti e perché cambiare lo sfondo solo al desktop e non approfittare delle libertà che offre il lavoro a distanza? Zaino in spalla e laptop in mano, ecco il nuovo modo di lavorare in smart working o meglio… smart walking!

SMART WALKING: lavorare viaggiando

# Zaino in spalla e laptop in mano

credits: IG @smartwalking_official

Sono tantissime le opportunità che questa nuova modalità di lavoro offre a chi desidera cambiare la propria routine e una di queste è di certo la possibilità di scegliere dove lavorare. E per chi ha sempre desiderato di esplorare il mondo, ma senza rinunciare alla professione, non c’è alternativa migliore. In molti hanno colto la palla al balzo e hanno deciso di viaggiare con il proprio computer e cambiare lo sfondo al proprio lavoro. Un esempio è Davide Fiz che, con zaino in spalla e laptop in mano, ha scelto di fare il giro dell’Italia lavorando in smart walking.

# 2500 km lavorando immerso nella natura

credits: IG @smartwalking_official

Davide Fiz è freelance da oltre 11 anni e un grande viaggiatore appassionato di sentieri e cammini. Ormai si può considerare un esperto del lavoro flessibile da remoto e proprio conoscendone il potenziale ha deciso di provare a coniugare il suo grande amore per il trekking senza dover mettere in standby il lavoro.

È così che da marzo di quest’anno, Davide ha iniziato il suo smart walking, come lui stesso ha ribattezzato. Un percorso di 2500 km che durerà fino ad ottobre prevedendo 20 cammini per altrettante regioni dell’Italia. Un’impresa non da poco, che vedrà le giornate divise tra il lavoro e la scoperta del grande stivale. “Smart Walking porterà me, il mio zaino e il mio pc sui cammini delle regioni italiane. La mattina si cammina, il pomeriggio si lavora. La settimana lavorativa sarà una settimana di cammino, che sia il cammino a battere il tempo e che il lavoro arrivi quando, e dove, si fermano i piedi.”

# La ricerca dell’equilibrio tra lavoro e passione

credits: IG @smartwalking_official

Il programma prevede una camminata la mattina, con tappe di lunghezza media di 20Km e 4/5 ore di durata. Il viaggio partirà dal Sud Italia dal Cammino Materano, per poi spostarsi al Cammino del Salento e quello del Negro in Campania. Ora aprile prevede la Sardegna, poi si sposterà in Umbria, Lazio, Marche, Molise per proseguire in estate nel Nord Italia fino al Friuli. I mesi di settembre e ottobre saranno dedicati ai cammini, nuovamente a Sud, in Sicilia e Calabria.

Racconterò dei posti, degli incontri, di cosa dicono i paesi che attraverso, quale sapore ha l’Italia, di come stanno i miei piedi e se mi vogliono ancora bene, delle strategie che metterò in pratica per far convivere – in equilibrio – la mia passione e il mio lavoro.

L’originale avventura di Davide è sicuramente di grande ispirazione per tutti coloro che pensano di dover scegliere tra la propria professione e le passioni. E per chi desidera dare uno sguardo più da vicino a questa nuova possibilità, tutte le tappe e le curiosità di viaggio di Davide si possono leggere nel suo blog personale Smartwalking.eu. Hai già lo zaino in spalla?

Continua la Lettura con: All’ESTERO in SMART WORKING? I paesi che offrono più VANTAGGI per i NOMADI DIGITALI

SARA FERRI

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POSTIAMO a Milano

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A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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3 POSTI come UNA VOLTA a Milano

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Credits: cibovagare.it Latteria

C’era una volta e oggi non c’è più. Quanti di noi hanno ricordi della propria giovinezza legati non necessariamente a degli episodi, ma ad un luogo ben preciso? Io, ad esempio, ho un ricordo molto ben definito della drogheria sotto casa di mia nonna, dove andavo a comprare caramelle e patatine. Se chiudo gli occhi, ha ancora nelle narici il profumo dolciastro, un misto di sale e zucchero mischiati in una sola fragranza. Insomma ci sono tanti luoghi che hanno riempito le nostre giovani giornate e quando hanno chiuso, un pezzettino del nostro cuore è rimasto lì appeso solo a dei ricordi. Infine ci sono luoghi che, ancora oggi, nonostante il passare degli anni, delle mode e del lifestyle, hanno saputo rinnovarsi (non sempre) per continuare a sopravvivere, per non essere condannati all’oblio. Questi sono i tre luoghi che a Milano esistono ancora e che ancora oggi ci fanno ricordare che la nostra città è sempre stata un po’ romantica e nostalgica allo stesso tempo.

3 POSTI come UNA VOLTA a Milano

# La Latteria di via San Marco

Credits: cibovagare.it
Latteria

È la regina della cucina domestica, è il luogo dove il tempo sembra essersi fermato, è il posto dove l’insegna è rimasta la stessa per cinquantatré anni, è il regno di Maria e Arturo. È la latteria di via San Marco. Sin dalla sua nascita si è contraddistinta per la sua cucina casalinga, infatti, decidere di andare in questo luogo storico di Milano era un’esperienza unica nel suo genere: Maria e Arturo non erano i semplici proprietari, non erano semplici ristoratori, erano i padroni di casa e i clienti non erano tali nel senso stretto del termine, ma veri e propri amici e ospiti in casa loro.

Credits: Narong Othavorn(FB)
Latteria

Il suo arredamento spiccava per originalità e gusto al limite del buongusto e del kitsch, ma ai clienti (ospiti) poco importava dei numerosi quadri di rose appesi ovunque, delle mattonelle che ricordavano luoghi malfamati della penisola iberica, degli sticker adesivi, dei ritratti ironici, delle sedie di plastica intrecciata, “andiamo a mangiare in latteria” era un imperativo a cui nessuno riusciva a rinunciare. Un’altra regola aurea della latteria era quello di cambiare il menù ogni giorno e in questo ci dovevano sempre essere ricette semplici, ma uniche nel suo genere. Sono passati alla storia piatti come la Crodaiola (una pappa di verdure tritate a crudo), il Tarassaco o cicoria con acciughe, le zucchine trombetta e le uova al tegamino con bottarga. Oggi l’insegna storica non c’è più, sostituita con una più moderna e al passo coi tempi. Purtroppo tutto cambia, si spostano i palazzi, le persone, gli oggetti, ma la emozioni e le sensazioni del passato no, quelle non si possono spostare.

# La Balera dell’Ortica

Credits: @alberto_cartasegna
La Balera dell’Ortica

Personalmente ho un ricordo molto preciso di questo luogo. Durante un carnevale organizzato dai ferrovieri, avevo partecipato e ballato con una bambina della mia età e alla fine avevo anche vinto un premio. Ho impiegato anni per collegare questo ricordo alla balera dell’Ortica, un luogo, a dire il vero, un po’ nascosto e che lo raggiungi solo se conosci bene la zona. L’ingresso, a mio parere, non è tra i più invitanti, ma una volta entrati è facile essere coinvolti dall’anima e dal cuore con i quali la famiglia Di Furia (mamma e cuoca Rita, papà e colonna portante Antonio, le gemelle Veronica e Marina e infine Giuseppe) da anni, gestisce la loro attività storica. Nonostante il nome possa ricordare solo attività danzerecce, la Balera dell’Ortica è anche una trattoria, una bocciofila e una sala da ballo (ovviamente), ma anche un Garage Market che, negli ultimi anni, è diventato un po’ il fiore all’occhiello della Balera. Una sorta di piccola sagra, dove a ritmo di rock’n’roll e swing, con gustosi street food, ci immergiamo in un vero proprio mercato dell’usato, dell’hand made e del vintage.

# La Ratera

Credits: @rosablublu
La Ratera

Infine ci spostiamo dalle parti del Parco Trenno (o Parco Aniasi) e più precisamente in via Ratti 22, dove si trova una delle birrerie più celebri che, col tempo, ha aperto un vero e proprio ristorante. Entrando, sembra di trovarsi in uno dei film di Celentano o di Pozzetto. Un luogo magico e che ha fatto del gusto un obiettivo e un vanto. Ancora oggi i suoi piatti, le degustazioni di vino e di birra la rendono un posto amichevole dove trascorrere una serata in compagnia dei più cari amici. In estate, durante le serate roventi milanesi, aprono anche il giardinetto nel retro che è davvero suggestivo. Magari è un po’ fuori mano dalle mete tipiche milanesi, ma vi basta dare un’occhiata al suo sito web per rendervi conto che i giudizi e i commenti di chi c’è stato è sempre positivo. Insomma restarne delusi è praticamente impossibile. Forse il punto debole è la velocità del servizio, ma tra amici non è il tempo che conta, ma la qualità del restare insieme.

Continua la lettura con: Il BAR BASSO: il locale iconico che inventò il Negroni sbagliato

MICHELE LAROTONDA

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La “VILLA di FRANKENSTEIN”: la villa più misteriosa d’Italia

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Una delle dimore storiche più belle della Toscana, un esplosione di Rinascimento, di affreschi e di lusso. Una delle classiche ville italiane che raccontano parte della storia del Paese e delle famiglie illustri che si sono susseguite nel tempo, ma allo stesso tempo una casa che nasconde segreti e misteri. Tra cui quello di aver ispirato uno dei romanzi del terrore più famosi di ogni tempo. 

La “VILLA di FRANKENSTEIN”: la villa più misteriosa d’Italia

# Una delle ville più belle della Toscana celebrata da tutti

Credits: @elenadm02
Villa di Corliano

La Villa di Corliano a San Giuliano Terme, a pochi chilometri da Pisa, è stata costruita nel XV secolo e oggi vanta il fatto di essere una delle dimore storiche più belle della Toscana. A volerla fu la famiglia Spini di Firenze, ma non sono i suoi discendenti gli attuali proprietari della villa, al contrario gli Spini già nella prima metà del Cinquecento vendettero la dimora ai conti Agostini Venerosi della Setta, famiglia ancora proprietaria.

La bellezza della Villa di Corliano fu coronata anche da Luca Pitti (conosciamo tutti il Palazzo Pitti fiorentino) che la definì “il più bel Palazzo che sia intorno a Pisa”. Ma non solo, anche personaggi come Lord Byron, Vittorio Alfieri, il sovrano Carlo Alberto di Savoia, Cristiano VI di Danimarca e molti altri soggiornarono a Villa di Corliano.

# Il complesso monumentale

Credits: @elenadm02
Villa di Corliano

La Villa era un ampio complesso monumentale all’interno del quale si trovavano le scuderie, il frantoio, una fattoria, la cappella gentilizia e la kaffeehaus, una stanza apposita dove prendere il caffè e la cioccolata. Oltre a ciò, i giardini di 3 ettari della villa contenevano piante secolari. La bellezza della Villa di Corliano non si esauriva però nel suo sfarzo e nella sua maestosità, sono infatti gli affreschi cinquecenteschi e settecenteschi a rendere gli interni così caratteristici. La Villa come la vediamo noi oggi però risale al Settecento, quando la dimora fu ristrutturata in occasione del matrimonio della sua proprietaria. Oggi, la Villa di Corliano è una struttura ricettiva di lusso, nonché luogo di banchetti, ricevimenti ed eventi.

# I segreti e misteri della villa

Credits: @giorgiotognetti68
Villa di Corliano

Ma la domanda continua a sorgere spontanea, perché è stata soprannominata “la villa di Frankenstein”? E perché una dimora così amata da tutti dovrebbe mettere i brividi? La Villa di Corliano cela segreti e misteri inimmaginabili. Testimoni raccontano di aver sentito in piena notte suoni, ticchettii di scarpe, passi che sembrano danzare. La spiegazione è il primo segreto della Villa: il fantasma di Teresa, la contessa vissuta nella dimora tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. Si dice che la donna amava talmente tanto la Villa di Corliano da non volersene mai andare e così ha fatto, il suo fantasma è rimasto nella casa.

# Frankenstein o Francesco La Pietra?

Credits: @svanish888
Villa di Corliano

Ma la cosa forse ancora più inquietante riguarda un certo Francesco Vacca Berlinghieri, soprannominato Francesco La Pietra. Chi era? Un medico chirurgo che svolgeva esperimenti nei sotterranei della villa. Il medico tentava di far muovere i muscoli del corpo attraverso impulsi elettrici.

Se non si è ancora capito il mistero, o meglio, la storia da brividi, si dice che Mery Shelley si sia recata alla Villa di Corliano e abbia preso ispirazione da questo medico per il suo personaggio più celebre, Frankenstein. Non sembra solo un caso che Frank sia il nome tedesco per Franco, Francesco, e Stein significa pietra. Francesco La Pietra.

Fonti: siviaggia.it

Continua la lettura con: La VILLA FANTASMA che emerge dal LAGO

BEATRICE BARAZZETTI

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In costruzione il TRENO più VELOCE del MONDO: farebbe Milano-Roma in 1 ora

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Maglev

Il progetto è stato finanziato per 9 mila miliardi di yen, circa 65,7 miliardi di euro. I primi convogli sono in costruzione e entreranno in funzione nel 2027, impiegando 40 minuti per percorrere circa 300 km.

In costruzione il TRENO più VELOCE del MONDO: farebbe Milano-Roma in 1 ora

# Il treno più veloce al mondo che “fluttua” sui binari

Credits Greece-China News from Pexels – Maglev

Il Maglev (Magnetic Levitation) si basa sulla tecnologia contactless che permette al treno di levitare per circa 10 centimetri sopra ai binari, generando un campo magnetico tra i magneti superconduttori a bordo e le spirali a terra. Siccome il sistema non causa attrito tra ruote e binari, la velocità del treno può raggiungere e facilmente superare i 500 chilometri orari. La differenza di polarità nel campo magnetico genera una forza che allo stesso tempo spinge e tira il treno.

# Ad oggi il treno è utilizzato solo in una tratta urbana di 9 Km

Maglev

Il sistema al momento è in uso in Giappone solo in una tratta urbana circoscritta nella regione di Aichi, a livello metropolitano, costruita in occasione dell’Expo 2005, su una lunghezza di soli 9 km. 

# Il tracciato dell’alta velocità giapponese tra Tokyo e Nagoya sarà percorso in 40 minuti con punte di 505 km/h

Credits: ohayo.it

Per la prima volta un’intera linea ferroviaria utilizzerà il treno veloce Maglev, tra Tokyo e Nagoya. Attualmente è operativo solo un tracciato di prova di 42,8 km, più altri 18,4 km in realizzazione, denominato Yamanashi Maglev Line e che diventerà parte della linea alla sua apertura. La Chūō Shinkansen, questo il nome definitivo della ferrovia a conclusione dei lavori, verrà costruita per permettere al treno di raggiungere queste incredibili velocità attraversando le prefetture di Kanagawa, Yamanashi, Nagano e Gifu e sarà lunga 286 chilometri. I lavori sono in corso d’opera e dovrebbero rispettare i tempi di consegna.

Correndo a una velocità media di circa 430 km/h, con punte di 505 km/h, ci impiegherà 40 minuti per percorrere la tratta. Se fosse esercitato sulla tratta Milano-Roma, lunga 477 km, il viaggio durerebbe poco più di un’ora. Mentre se fosse utilizzata per collegare Milano a Genova potremmo arrivare al mare in circa un quarto d’ora.

# La linea sarà attiva nel 2027, avrà 4 fermate e un tunnel di 246 chilometri tra le montagne. Nel 2037 si estenderà fino a Osaka 

Credits Satoshi Hirayama from Pexels – Osaka

Sono previste quattro fermate: Samigahara, Kofu, Iida e Nakatsugawa, situate nelle rispettive prefetture citate. Siccome la maggior parte del percorso attraversa un terreno montagnoso, circa l’86%, ovvero 246 chilometri, verranno percorsi in tunnel con alcune sezioni 40 metri di profondità. Lo scopo di questo percorso oltre a tagliare attraverso le montagne, consiste nell’ottenere una linea ferroviaria alternativa da poter utilizzare in caso di terremoti o tsunami. La linea sarà inaugurata nel 2027, mentre è previsto l’approdo a Osaka nel 2037 invece che nel 2045, come inizialmente previsto, grazie ad un prestito del governo giapponese.

# Il record mondiale di velocità per un treno: 603 km/h

 

Ma qual è l’attuale primato di velocità per un treno? Il record è stato registrato martedì 21 aprile 2016 durante una corsa test condotta sulla linea sperimentale che si trova vicino al monte Fuji, nella prefettura di Yamanashi. Il maglev L0 Series, composto da sette vagoni, ha superato la soglia dei 600 km/h per 11 secondi, spingendosi fino all’incredibile velocità di 603 km/h. Attualmente ne stanno costruendo 14 esemplari che viaggeranno sulla nuova linea Tokyo-Osaka.

Continua la lettura con: Hyperloop: in Veneto la prima sperimentazione sul TRENO che viaggia a 1000 Km/h

FABIO MARCOMIN

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Non è ancora partita ma già si ALLUNGA: ALTRE FERMATE in arrivo per la M4?

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Credits milorenteggio - Prolungamento M4 a ovest

Tra settembre e ottobre dovrebbe inaugurare la prima tratta della nuova linea metropolitana blu da Dateo e Linate, mentre per l’apertura integrale si dovrà aspettare tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Nel frattempo si già si pensa alle future estensioni, ad est e a ovest. Ecco dove potrebbe allungarsi la quinta linea milanese.

Non è ancora partita ma già si ALLUNGA: ALTRE FERMATE in arrivo per la M4?

# In progettazione le nuove fermate sulla linea M4

Credits: metro4milamno.it – Stazione San Cristoforo Fs M4 e passerelle ciclopedonale

I capolinea previsti per la nuova linea metropolitana, la blu, sono: Linate a est e San Cristoforo Fs a ovest. In attesa dell’inaugurazione che dovrebbe avvenire tra settembre e ottobre di quest’anno, per la tratta tra le fermate di Dateo e Linate, si prosegue nella progettazione di future estensioni oltre entrambi i punti terminali. Vediamo il quadro aggiornato della situazione. 

Leggi anche: M4: approvato l’hub al capolinea ovest. Quando verrà realizzato?

# Estensione a Ovest: le 6 ipotesi al vaglio nello studio di fattibilità 

Credits: giornaledeinavigli.it – Diverse ipotesi di prolungamento M4 a ovest

Lo studio di fattibilità realizzato da Metropolitana Milanese nel 2021 contiene sei diverse ipotesi di prolungamento a ovest della linea M4 tra cui gli enti coinvolti dovranno decidere.

# Prima ipotesi: Ronchetto sul Naviglio.
L’ipotesi più conservativa prevede una stazione da realizzare in superficie dove è presente il deposito dei treni a Ronchetto sul Naviglio, nei pressi dei confini comunali di Buccinasco e Corsico.

# Seconda ipotesi: due fermate a Buccinasco

# Le altre quattro ipotesi: farebbero estendere la linea fino a Trezzano sul Naviglio.

La scelta dei sindaci era ricaduta su una delle ultime quattro opzioni, con una prima fermata proprio all’interno del Comune di Buccinasco e altre tre stazioni successive con capolinea a Trezzano sul Naviglio. Si esprimeva così infatti il Sindaco di Buccinasco Pruiti: “Il prolungamento della M4 nel Sud ovest milanese è una scelta strategica per lo sviluppo della mobilità sostenibile, oggi divenuto sempre più urgente e indispensabile. […] noi sindaci siamo orientati verso le ipotesi che consentiranno di raggiungere Trezzano sul Naviglio, con la prima fermata nei pressi di Buccinasco”. L’orientamento è però cambiato nell’ultimo periodo.

Leggi anche: M6: cambia il tracciato della METRO ROSA?

# Comune di Milano e Regione Lombardia propensi a scegliere il percorso breve fino a Buccinasco

Credits milanotoday – Percorso breve M4 a Buccinasco

In base agli ultimi aggiornamenti il comune di Milano e la Regione Lombardia sarebbero più propensi ad un prolungamento con percorso breve in quanto tale soluzione risulterebbe meno impattante in termini di costi di realizzazione e di successivi costi di esercizio. L’investimento previsto sarebbe di 150 milioni di euro, un costo di esercizio annuo di 3,5 milioni di euro ed un rapporto tra benefici e costi in area ampiamente positiva. Sono dello stesso parere anche i sindaci dei comuni di Cesano Boscone e di Trezzano sul Naviglio, che avrebbero beneficiato dell’estensione della linea con più fermate e che credono sia meglio concentrare gli sforzi economici sul potenziamento del passante ferroviario con la previsione di realizzare una nuova linea (S16) fino a Gaggiano.

Leggi anche: M3 fino a PAULLO: finanziato il progetto per una “METRO a METÀ”

# Estensione a Est: il progetto finanziato per 2 nuove fermate 

Prolungamento M4

Un prolungamento per il quale è già stato definito il progetto è quello verso est dopo il capolinea di Linate, con due fermate a Idroscalo-San Felice e a Segrate punta Est dove è in fase di realizzazione il mall commerciale del lusso Westfield e dove verrà costruito il Milano East-Hub con la nuova stazione dell’alta velocità che fungerà da porta est per la città.

Il prolungamento di 3,1 km della linea M4, il cui costo è di 350 milioni di euro compreso il sottopasso pedonale di collegamento alla nuova stazione dell’alta velocità, è stato finanziato alla fine del mese di marzo all’interno del pacchetto di risorse di 732 milioni di euro destinati allo sviluppo delle mobilità milanese dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili.

Leggi anche: EAST HUB: le novità sulla PROSSIMA PORTA di INGRESSO di Milano

Continua la lettura con: La METROPOLITANA delle ALPI: il progetto per collegare Italia e Svizzera

FABIO MARCOMIN

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Eliana LIOTTA: “La mia Milano sarà una CITTÀ ECOMODERNA”

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Eliana Liotta - ph. Matteo Strocchia

Eliana Liotta. Giornalista, saggista per La nave di Teseo, direttrice della collana editoriale Scienze della Vita in Sonzogno (gruppo Marsilio Feltrinelli) e vicepresidente della Fondazione I Pomeriggi Musicali, che ha sede al Teatro Dal Verme di Milano. È nata a Siracusa e non vede problemi nel sentirsi siciliana e milanese insieme.

Eliana LIOTTA: “La mia Milano diventerà una CITTÀ ECOMODERNA”

Eliana Liotta – Ph. Andrea Massaro

La cosa che ami di più di Milano?

È una capitale mondiale della cultura, dall’editoria alla musica.

Quella che invece ti piace di meno?

L’inquinamento dell’aria.

Il tuo locale preferito?

Il Rigolo, per me è come una seconda casa. I piatti sono i classici della tradizione italiana, con un’ottima scelta di pesce, verdure e alcune incursioni nella gastronomia toscana. E poi c’è Renato Simoncini, il proprietario, un amico, che ha sempre qualche storia da raccontare, come i ricordi di Montale e Quasimodo che erano clienti abituali.

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Passeggiare senza meta e scoprire angoli inaspettati.

La canzone su Milano a cui sei più legata?

O mia bela Madunina, perché la ascoltavo quando mi sono trasferita dalla Sicilia per cercare di imparare il dialetto milanese.

 

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Il borgo di Cremia, sul lago di Como, il luogo del relax ma anche della concentrazione: lì ho scritto la maggior parte dei miei libri.

Cremia

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Incontrare il ragazzo che sarebbe diventato mio marito e che avevo conosciuto anni prima al Certamen ciceronianum di Arpino, una gara di latino per studenti dei licei di tutta Italia. L’ho rivisto per caso al Capolinea, il locale storico sui Navigli, ci siamo riconosciuti e dopo due anni il matrimonio, alla Chiesa di San Marco.

La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?

«Tu forse non l’avevi mai pensato, / Ma il sole sorge pure a Crescenzago». È l’incipit della poesia di Primo Levi sul quartiere a Nord della città dove c’è la fermata Crescenzago della linea verde. Per anni sono scesa lì, ogni mattina, diretta alla redazione del mensile (allora Rcs) OK Salute. E sempre lì sono scesa per definire il mio primo libro, La dieta Smartfood, che ho pubblicato con Rizzoli.

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

I fenicotteri rosa a Villa Invernizzi, in via dei Cappuccini.

foto di andrea cherchi (c)
Fenicotteri a Villa Invernizzi – foto di andrea cherchi (c)

Il quartiere che ami di più?

Brera, il mio quartiere.

Credits Andrea Cherchi – Brera

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Una richiesta facile da esaudire: indicare alla fermata della metropolitana Cairoli l’uscita per il Teatro dal Verme, un’istituzione che a settembre 2022 festeggia i 150 anni di vita e che ospita la Fondazione I Pomeriggi Musicali, di cui sono vicepresidente.

Teatro Dal Verme

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Milano è di fatto una sorta di «città stato». Credo che abbia dimostrato di sapere progredire, inventare, crescere con una visione autonoma anche senza uno status amministrativo speciale.

Tolta Milano in quale città ti piace vivere?

Trieste, bellissima, affacciata sul mare.

Credits: pinterest.it, Comune di Trieste

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

Li destinerei a borse di ricerca per giovani laureati italiani e stranieri che hanno qualità eccellenti ma non possono permettersi gli affitti milanesi.

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Che diventi una città ecomoderna, con la natura che si incunea nel cemento, con i semi delle piante che germogliano tra i palazzi e i giardini che invadono i quartieri.

Eliana Liotta – Ph. Carlo Furgeri Gilbert

Continua la lettura con: Tutti i personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

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Da nemica della Spagna ad ARMA DI RIVALSA: l’evoluzione della LINGUA CATALANA

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Dispute giudiziarie e ogni sorta di intervento governativo dal 1700 ad oggi, non sono riusciti a distruggere l’idioma catalano. Anzi: hanno trasformato il Català in un’arma identitaria molto potente

Da nemica della Spagna ad ARMA DI RIVALSA: l’evoluzione della LINGUA CATALANA

# Catalano, parlato anche in Sardegna

Monumento della lingua catalana di Alghero Credits Tot Alguer

Català, o lingua Catalana, è l’idioma parlato nella Catalogna, in una parte della Francia dei Pirenei orientali, Andorra dove è lingua ufficiale e perfino da una piccola comunità di Alghero, in Sardegna.
La comunità catalana lotta da sempre per avere una sua lingua e una sua indipendenza; pertanto, la storia del Català ha sempre finito per intrecciarsi alle vicende politiche che, simpatiche o antipatiche che possano essere a titolo personale, rendono questa lingua custode di un enorme patrimonio culturale e identitario.

Il popolo catalano è molto felice di condividere il proprio idioma con tutti, dimostrando gratitudine e rispetto per gli stranieri che si sforzano di impararlo, onorati per il riconoscimento di una lingua madre per oltre 11 milioni di persone. Scopriamo la sua travagliata storia, dal 1716 al 2022.

Leggi anche: Identitari o banali? La classifica degli STEMMI dei municipi dal più bello al più brutto

# La rinascita di fine ‘800 e la co-ufficialità degli anni ‘30

Credits: Cronica Global – El Espanol

I Re Borbone di Spagna, hanno iniziato a promulgare leggi per escludere il Catalano dalla Spagna fin dal lontano 1716, relegandolo di fatto ad un utilizzo quasi esclusivamente orale.
A fine 1800, un gruppo di intellettuali e letterati ha dato il via ad una vera e propria riforma linguistica codificando il Català, proponendo una grafia standard delle unicità linguistiche dell’idioma, terminata con la pubblicazione del dizionario ufficiale nel 1932, a cura di Pompeu Fabra.
Con la Seconda Repubblica il Catalano ottiene la co-ufficialità linguistica pareggiato al Castigliano, tanto che le autorità sono obbligate ad accettare i documenti in entrambe le lingue.

Il Catalano inizia anche ad avere le sue declinazioni, come la Mallorchina, utilizzata in occasioni informali nelle Baleari e nel Regno di Maiorca, oppure il Valenzano di Valencia, fino a raggiungere la Catalunya del Nord, che si trova in realtà in Francia.

Leggi anche: Le parole del DIALETTO MILANESE derivate da lingue STRANIERE

# Dalla soppressione di Franco al manifesto Koiné

Credits: Unser Tirol 24

Un altro tentativo di soppressione avviene per opera di Francisco Franco, negli anni bui della dittatura. Il Català subisce un pesante calo dei parlanti, soprattutto nella regione di Valencia. Alla fine del regime, il castigliano è inserito nella Costituzione spagnola come unica lingua ufficiale.

Con la caduta di Franco, la stessa Costituzione spagnola favorisce la nascita delle Comunità Autonome della penisola iberica, che hanno il potere di inserire nel tessuto sociale altri idiomi oltre al Castigliano. Il Català riprende a correre nelle strade e nelle scuole della regione, in maniera così galoppante che diventa una vera e propria arma politica.

Nel 2016 il movimento indipendentista catalano pubblica il manifesto Koiné e, insieme alla dichiarazione unilaterale d’indipendenza della Catalogna dalla Spagna, dichiara il Catalano come unica lingua ufficiale della regione.

Leggi anche: I 7 incredibili SEGRETI del dialetto MILANESE

# La nuova “colonizzazione linguistica” castigliana

Credits: Eder Pozo Pèrez by Unsplash

Benché il Castigliano sia presente nella regione catalana dal 1500, ogni intervento governativo volto a ripristinare il Castigliano, in Catalogna viene catalogato come “colonizzazione linguistica”. Succede lo stesso sia con le ondate di immigrazione interna, sia con la nuova pronuncia della Corte Suprema, la quale ha confermato una sentenza che impone, nelle scuole catalane, un tetto minimo del 25% di lezioni da fare in spagnolo.

L’”immersione linguistica” è invece per i catalani un fiore all’occhiello e il Castigliano è relegato alle lezioni di letteratura spagnola.
Questo nuovo atto giudiziario, che si insinua nelle trattative politiche tra Stato e Comunità Catalana per il dialogo indipendentista, è considerato una backdoor a disposizione del governo centrale, per minare l’identità della Catalogna.

Leggi anche: Giornata del dialetto milanese

# La questione catalana per le big tech della comunicazione

Credits: Car1.Net

La lingua resta quindi un aspetto indispensabile dell’identità catalana, diventata ormai una questione internazionale.
La legge che stabilisce che il 15% dei palinsesti radio e TV sia condotto in lingua spagnola, ed almeno il 6% in lingue co-ufficiali (oltre al Catalano ci sono anche il Basco e il Gallego), interessa ora anche le piattaforme come Amazon e Netflix, che entrano nella trattativa tra le rappresentazioni politiche. Le parti hanno concordato la costituzione di un fondo che finanzi il doppiaggio o la sottotitolatura dei programmi, in catalano e le altre lingue co-ufficiali iberiche.

È sbagliato intrecciare l’identità linguistica con le vicende indipendentiste politiche? Lo stabilirà il futuro. Il Catalano è parlato dalla parte di popolazione favorevole all’indipendenza; al contrario il Castigliano si parla negli ambienti filo-statali. Il domani sembra sempre più inesorabilmente diretto verso la trasformazione delle autonomie in indipendentismi. Anche se queste rivendicazioni dovessero passare per la richiesta di una miniserie TV in lingua regionale.
Se fosse così anche per le regioni italiane più identitarie?

Continua la lettura con: Alessandro Manzoni voleva rendere lingua nazionale il DIALETTO MILANESE

LAURA LIONTI

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