Patrizia Falsitta. Commercialista, Presidente ANC (associazione nazionale commercialisti), membro della segreteria del Partito Liberale.
Patrizia FALSITTA: “la mia MILANO sarà sempre più al PASSO con i TEMPI”
La cosa che ami di più di Milano?
L’operosità e lo spirito di iniziativa milanese.
https://www.eventimilano.it/
Quella che invece ti piace di meno?
Il non riuscire ad essere una città per anziani che necessitano di spostarsi in auto, quindi la mancanza di parcheggi.
Il tuo locale preferito?
L’alchimia un mix di ristorante longe bar e ritrovo di amici.
Credits: @lalchimiaristorante L’alchimia
Il tuo passatempo preferito a Milano?
Camminare con il naso in su e meravigliarsi ogni volta di quanto è bella Milano.
Credits: milanoweekend.it Milano
La canzone su Milano a cui sei più legata?
È una di Lucio Dalla.
Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?
Quelle cittadine appena fuori dal naviglio grande, Vermezzo etc.
La cosa più bella che ti è capitata a Milano?
La cosa più bella è essere nata Milanese con tutti i pregi e difetti della milanesità.
La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?
La fermata di Garibaldi di cui ho visto i primi lavori e l’inaugurazione.
Credits: @mr.want_ Garibaldi FS
La cosa più curiosa che hai visto a Milano?
Tanti artisti di Milano esibirsi in centro.
Il quartiere che ami di più?
Il mio quartiere, Brera.
Credits Andrea Cherchi – Brera
Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?
Caro Sala ti scrivo: non snaturare troppo la nostra città che è una città di lavoratori che hanno bisogno di spostarsi e di spostare merci e persone con una mobilità disastrosa, riconoscendone i limiti green tipici della città e avendo un occhio di riguardo anche ai milanesi che invecchiano e che non riescono a camminare per ore e usare la bicicletta e il monopattino.
Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?
Sono sempre stata a favore di Milano autonoma e regione.
Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?
Se proprio dovessi lasciare la mia città non ne troverei un’altra così, sicuramente opterei per un radicale cambiamento, Marbella in Spagna.
Marbella (da pixabay)
Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?
Se avessi una considerevole cifra, alloggi per non vedere più tanta gente dormire per strada.
Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?
Il mio sogno che Milano diventi sempre più una città a spasso con i tempi e servizi ma che non perda nel tragitto di supermodernizzazione le sue caratteristiche architettoniche, la sua realtà e il suo stile di vita.
Credits Greta Bianchi Fb - Edifici in lockdown a Shanghai
In seguito alla scoperta di nuovi casi legati alla variante Omicron, dal 28 marzo 2022 la megalopoli cinese di Shanghai ha introdotto un lockdown senza precedenti. Ecco il racconto di Greta Bianchi che dal 2014 vive e lavora lì. Tratto da VareseNews.
Da Varese a SHANGHAI: il racconto impressionante del nuovo LOCKDOWN
# “Se per due anni la propaganda ha elogiato la strategia zero casi come un successo non è possibile ora ammettere che bisogna cambiare strada“
Credits varesenews – Greta Bianchi
“Dopo la prima ondata del 2020 in Cina si era creato un certo equilibrio e con l’adozione della politica “Zero Covid” siamo stati tutti abbastanza tranquilli. Fino ad ora. Io ho personalmente sempre sostenuto la strategia degli zero casi. […] Ora il virus è cambiato ma ciò non porta ad un cambiamento nella strategia seguita dal governo e la motivazione è prettamente culturale a mio avviso: la faccia. Se per due anni la propaganda ha elogiato la strategia zero casi come un successo non è possibile ora ammettere che bisogna cambiare strada perché ciò potrebbe creare dubbi anche su altre politiche intraprese dal governo facendo così mancare il “sostegno” della popolazione al buon XiJay”.
# Il cambio di strategia dall’arrivo di Omicrom a dicembre 2021
Credits Greta Bianchi Fb – Edifici in lockdown a Shanghai
“All’inizio è stato abbastanza facile continuare ad isolare le persone positive ed i loro contatti. Ma il numero è continuato a crescere, e qui siamo davvero in tanti. […] a febbraiogli alberghi adibiti alla quarantena di chi faceva ritorno dall’estero erano completamente pieni in tutta la città.Si è quindi iniziata una chiusura “strategica” delle zone a rischio della città: trovo un positivo, isolo il suo building per 48h, faccio test a tutti e se non trovo altri casi libero tutti. Probabilmente avrete visto video di gente chiusa in ristoranti e centri commerciali per lo stesso motivo.Omicron però è […] molto più contagiosa (nonostante sia molto meno letale, ma ciò al governo interessa ben poco) perciò il virus ha continuato a girare. Le 48 ore sono diventate 2+12 (due giorni chiusi con due test e poi liberi ma con test di controllo fino al 14esimo giorno) se non direttamente 14 (14 giorni di isolamento con test)”.
# “Girando in strada sembrava di essere in Squid Game”
Credits Greta Bianchi FB – Shanghai in lockdown
“Le zone della città che venivano chiuse nella prima settimana di marzo continuavano ad aumentare, girando in strada sembrava di essere in Squid Game. Il 13 marzo, domenica con 28 gradi, giornata stupenda, esco per brunch e sto fuori fino a sera, tornando a casa trovo l’apocalisse nel mio compound, stanno sigillando tutto e non vogliono farmi entrare, poco importa, in casa ho gli animali e il PC del lavoro, ti pare che mi fermi? Mi dicono che se entro però devo stare dentro 14 giorni, speravo 2+12 ma vabbè entro e mi metto il cuore in pace. Il test si farà il lunedì (ma ovviamente si dimenticano di chiamarmi per farlo) e poi tutti i giorni alle 14 un DaBai (gli omini con le tute bianche) mi chiede se sono libera per fare il test. Mi avete chiuso in casa diciamo che non ho molte alternative a disposizione“.
# L’organizzazione per la spesa alimentare
“Dovendo stare in casa due settimane faccio la spesa e già lì vedo le prime cose che non quadrano, pochissimi supermercati fanno servizio di delivery nel mio compound, perché zona a rischio con casi positivi, e quindi faccio un altro tipo di spesa da un magazzino, che ha però consegna 6 giorni dopo (di solito consegnava in mezza giornata), e mi batto ancora la pacca sulla spalla ogni giorno per averne fatta così tanta. Venerdì 18 scendo all’entrata per prendere una boccata d’aria dato che non si poteva neanche andare in giardino a passeggiare, e con mia grande sorpresa (dopo soli 5 giorni su 14 previsti) trovo i nastri della polizia strappati, mi avventuro più avanti in giardino e vedo gente correre come se stesse correndo per la vita verso le scale mobili dove abbiamo l’uscita. Mezz’ora dopo sono fuori con i miei amici a festeggiare. Sembra che questa chiusura “a macchia” possa funzionare. E invece no. Il 24 marzo, 8 del mattino […] esco per andare al lavoro quando una vicina viene verso di me urlando come una pazza: “Chiuso!”. Ho così scoperto che dalla sera prima il mio compound era in lockdown, di nuovo“.
# Il 27 marzo alla 21,30 viene annunciato a sorpresa il lockdown di Shanghai
Credits Greta Bianchi FB – Buste con il cibo distribuite ai cittadini di Shanghai
«Cerco di organizzarmi, avevo appena ricevuto la grande spesa di cui parlavo e per fortuna perché a questo punto nessun supermercato faceva consegne da me. […] Continuano a chiudere ed aprire persone con criteri che ancora stiamo cercando di capire. Le persone alla guida della municipalità di Shanghai sembrano sotto effetto di droghe, non si capisce più nulla. I positivi aumentano e iniziano a vedersi le prime immagini degli hangar dell’Expo 2010 usati come “quarantine centers”, robe da brividi. Arrivano gli ufficiali di Pechino a prendere il comando della situazione e il 24 marzo dicono “Tranquilli siamo qui per sistemare le cose, di certo non mettiamo la città in lockdown”. Cosa da tutti temuta perché Shanghai non è Cina, Shanghai è intoccabile e non si può mettere in lockdown, sarebbe un dramma a livello economico e politico. Il 27 marzo alla 21,30 viene annunciato a sorpresa il lockdown. […] la gente in città (giustamente) è impazzita per fare scorte. […] Il 31 marzo il governo distribuisce una borsa con generi alimentari a gran parte della popolazione. Il 1 aprile il lockdown di Pudong non finisce e nel frattempo comincia ufficialmente quello di Puxi. Il 5 aprile faccio una scena da pazza alla presidentessa del comitato di quartiere dicendo che se muoio perché non ho cibo ci pensano loro a dirlo al mio Consolato e ai miei genitori. Parolina magica, in un’ora mi raccatta un cartone di uova, patate e carote, pranzo quotidiano ormai».
# “Il lockdown in Italia era una passeggiata a confronto“
“Giusto per chiarire il lockdown in Italia era una passeggiata a confronto. Qui non si esce dalla porta di casa, non si va a fare la spesa, non si porta a spasso il cane, non si va a fare jogging né tantomeno al lavoro con l’autocertificazione. Shanghai è bloccata. Completamente. Quelli che si lamentavano della “dittatura sanitaria” sono invitati a fare un giro a Shanghai al momento“.
# “Emotivamente si è preoccupati di essere letteralmente prelevati dalle proprie case e trascinati in questi famosi centri di quarantena“
“Shanghai, 26 milioni di persone, il 9 aprile contava 24.000 casi asintomatici e mille con sintomi, morti zero. Numeri ridicoli penserete voi. Cosa c’è di tanto tragico allora? A livello mentale intanto il non sapere quando questa cosa finirà. Ci si aspettava un minimo che il Governo mollasse, che Shanghai avrebbe fatto cambiare idea sulla politica degli zero casi, che invece viene perseguita in modo sempre più convinto come fosse una battaglia che bisogna vincere, a tutti i costi, tutti. Emotivamente si è preoccupati […] che risultando positivi si viene letteralmente prelevati dalle proprie case e trascinati in questi famosi centri di quarantena, con migliaia di persone positive, condizioni igieniche scarsissime e senza una garanzia di quanto ci si dovrà stare. Il fatto che se hai un animale domestico e risulti positivo il Governo “prende la responsabilità” del tuo animale, cioè lo ammazza, perché ancora pensano che gli animali trasmettano il virus. Il fatto che se hai un figlio e risulta positivo, questo viene mandato a fare la quarantena in ospedali specializzati da solo, indipendentemente dall’età, anche neonati».
# “Grazie a numerose polemiche sui social cinesi e al passaparola c’è stata una forte denuncia di questa situazione“
“Fortunatamente in questi giorni grazie a numerose polemiche sui social cinesi e al passaparola c’è stata una forte denuncia di questa situazione e sono stati istituiti dei rifugi per gli animali, mentre un genitore potrà fare la quarantena con i figli assumendosi tutte le responsabilità del caso, tra cui la possibilità di risultare positivo. Purtroppo ancora non è stata invece cambiata la politica per quanto riguarda la quarantena degli asintomatici […]. Non ci sono medici né infermieri perché sono tutti impegnati a testare a ripetizione 26 milioni di persone. Si ha paura perché non si può uscire di casa neanche se si sta male, in parole povere se ti viene un infarto crepi in casa e forse ti trovano a fine lockdown. Gli ospedali sono inaccessibili, niente chemio, niente dialisi, niente medicine, esiste solo il Covid. Questo è il prezzo che si sta pagando».
# “A livello pratico cibo e acqua stanno diventando un problema“
“A livello pratico cibo e acqua stanno diventando un problema. I supermercati sono chiusi e i servizi di consegna sono stati sospesi. Pochissimi driver hanno la licenza per poter consegnare in questi giorni e gran parte del personale dei pochi supermercati disponibili è in lockdown, ci sono tir carichi di prodotti che stanno marcendo fuori Shanghai perché non hanno l’autorizzazione ad entrare in città. […] Si stanno organizzando acquisti di gruppo e tramite i propri compound e un po’ bisogna accontentarsi perché chiaramente si pensa ai bisogni primari e si prende quello che c’è, ma credetemi anche per quello c’è da starci dietro giornate intere perdendo la ragione. […] Poi il tutto dipende ovviamente dalla zona della città in cui si vive, dal management del proprio compound, ecc. Per questo in alcuni compound, chiusi da circa un mese la gente sta iniziando a rivoltarsi all’organizzazione e ai DaBai, non c’è accesso ad acqua potabile, e bisogna aspettare che il governo consegni qualcosa da mangiare ma senza sapere né se né quando arriverà. La situazione è surreale e personalmente credo che stiamo vivendo uno dei momenti più bassi che Shanghai abbia mai visto“.
# “Shanghai, una delle città più grandi e ricche al mondo. Siamo pieni di soldi eppure siamo tornati al baratto“
“Il 10 aprile 2022, lockdown a Shanghai, una delle città più grandi e ricche al mondo. Siamo pieni di soldi eppure siamo tornati al baratto, a scambiare il detersivo dei piatti per i noodles o una bottiglia d’acqua per le cipolle. Fa rabbia ed è frustrante sapere che il cibo è lì, c’è, ma non puoi averlo neanche pagando tutti i soldi del mondo per via di una convinzione deleteria. Torniamo ad apprezzare le piccole cose di questi tempi […]. La mia azienda è anche riuscita a comprarmi un chilo di carote quindi oggi festa grande. Sperando finisca presto e si ritorni alla normalità, ma quella vera“.
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Piccola guida alla pittura di Marc Chagall, in mostra al Mudec fino al 31 luglio con il titolo “Marc Chagall-una storia di due mondi”.
Ritrovare la JOIE de VIVRE con CHAGALL in mostra a Milano
# Un poeta con ali da pittore
Credits: commons.wikimedia.org Marc Chagall
È stato l’autore di Tropico del Cancro, Henry Miller, a definire Chagall “un poeta con ali da pittore”. E per capire la pittura dell’artista di Vitebsk, è proprio “poesia” la parola chiave.
Marc Chagall ha sempre preferito la compagnia di scrittori e poeti a quella dei suoi colleghi pittori, troppo presi da speculazioni di carattere intellettuale sulla raffigurazione, ed è sempre stato un vero e proprio outsider della pittura rinnegando l’adesione a qualsiasi movimento pittorico. Paga un debito piuttosto alto nei confronti di Matisse e del Fauvismo (i cui colori, violentemente accesi, sembrano balzare fuori dalle tele come feroci fiere), si accosta al Cubismo prendendone solo il gusto per la geometria (considererà il Cubismo troppo focalizzato sull’aspetto esteriore delle cose) e pianterà i semi che porteranno alla nascita del Surrealismo in Francia e dell’Espressionismo in Germania, diventando così uno dei pittori più importanti in assoluto del XX secolo.
# Chi è Marc Chagall?
Credits: commons.wikimedia.org Marc Chagall
Mark Zacharovič Šagal nasce nel 1887 in un villaggio vicino alla rurale Vitebsk (in mezzo agli asinelli, i buoi e le galline; ovvero gli animali-simbolo che ricorreranno per tutta la sua produzione pittorica), oggi in Bielorussia, ed è un ebreo russo che vivrà l’antisemitismo sulla sua pelle fin dall’infanzia. Ha uno zio che ama suonare il violino sul tetto di casa (che sia il primo violinista sul tetto della storia?), un padre che puzza sempre di aringhe e una madre di una dolcezza infinita. Questo quadretto della sua infanzia sarà uno dei temi più cari dell’artista: la nostalgia. Tuttavia, ai suoi genitori verrà un colpo quando scopriranno che vuole fare il pittore: il Giudaismo proibisce la creazione di idoli e tale precetto è spesso applicato alle arti figurative in genere, anche se Chagall, in un certo senso, sublima questo precetto prendendo sempre le distanze dal realismo figurativo.
Vivrà tra Russia, Stati Uniti e Francia e sceglierà quest’ultima come sua patria; dove si spegnerà serenamente, quasi centenario, nel 1985.
# Joie de vivre
Credits: it.wikipedia.org Compleanno, 1915
Chagall è il pittore della leggerezza e dell’amore ed esprime una joie de vivre che non raggiungeva una tale intensità dai tempi di Renoir. Ed è partendo dal matrimonio (uno dei suoi soggetti preferiti) con il suo primo grande amore, Bella Rosenfeld, che vorrei iniziare a parlare della sua pittura.
# Un linguaggio simbolico
Credits: it.wikipedia.org Alla Russia, agli asini e agli altri, 1911
Vediamo Bella nella tela Compleanno, (a dire il vero anche in molte altre, dato che sarà sempre uno dei suoi soggetti prediletti anche quando passerà a miglior vita) qui sta sistemando dei fiori e il nostro poeta, come una sorta di spiritello, le gira intorno e la bacia cogliendola alla sprovvista. Marc è vestito di verde; e, come vediamo già in “Io e il villaggio”, diventerà sempre più verde nel corso della maturazione del suo linguaggio simbolico fatto di forme e colori. In alto a sinistra, attraverso la finestra, intravediamo la cupola della sinagoga: un altro elemento irrinunciabile per il pittore, senza il quale il ricordo del villaggio natio sarebbe mutilato.
Credits: it.wikipedia.org Autoritratto con sette dita, 1913
Nell’Autoritratto con sette dita la cara sinagoga rientra ben due volte: nell’opera che il pittore dipinge e nella nostalgica nuvoletta con la quale un Marc, stravolto dal Cubismo, ricorda l’amata Vitebsk. L’autore, agghindato a festa con tutte le stelle che mancano al cielo sulla sua camicia, mostra la sua opera, Alla Russia, agli asini e agli altri, (dipinta con sette dita, secondo un proverbio in yiddish) dalla quale fa capolino uno dei primi animali chagalliani: quell’incrocio tra un bue, una mucca e un asino che rappresenta la fusione panico/dionisiaca tra spirito e natura.
E la simbologia si fa via via più complessa negli anni: con pendole, violini, illustrazioni di proverbi ebraici e figure come quella di Cristo (che incarna la sofferenza del popolo ebraico) e quella dell’Ebreo Errante (il peregrinare di Chagall e del suo popolo) che vediamo in basso a destra nella Crocifissione bianca del 1938.
# La tela è uno specchio
Credits: it.wikipedia.org Io e il villaggio, 1911
Tuttavia, questo copioso utilizzo di simboli non fa di Chagall un pittore “intellettuale”, e non fa della sua pittura un’arte “letteraria”; il suo colorato bestiario e le sue figure sottosopra appaiono sulla tela in maniera onirica, istintiva e talmente onesta da sembrare una confessione spirituale; un riflesso della sua intimità. Ed è infatti usanza comune, tra gli ebrei, coprire gli specchi a seguito di un lutto in famiglia, e quando Bella morirà nel 1944, Marc sentirà il bisogno di girare tutte le sue tele faccia al muro.
P.S. Per approfondire il pittore, oltre alla monumentale opera del cognato Franz Meyer (il Saggiatore, 1961), è da segnalare l’autobiografia La mia vita (SE, 2012) per l’eccezionale poetica e l’intimo lirismo.
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Oltre alla sfida forse è anche l’evoluzione di un borgo, nato negli anni ottanta con lo scopo di rispondere alla vita di città
MILANO 3.0. : il Next Generation Living alle porte della città
# Tra il laghetto e il parco
Credits: milano3puntozero.it
Nato negli anni ’80, consegnato agli inizi degli anni ’90, Milano 3 è uno dei quartieri che più di tutti ha sposato l’idea di vivere a 13 Km dal centro della metropoli ma immersi nel verde.
Un’esigenza abitativa molto sentita soprattutto in quegli anni in cui il complesso è nato, cresciuta poi negli anni successivi. Tanto che 40 anni dopo, Milano 3 si evolve, sotto forma di un nuovo progetto di riqualificazione.
Sei nuove palazzine, per un totale di 260 appartamenti prenderanno posto tra il laghetto di Basiglio e il grande parco. Si chiamerà Next Generation Living, perché sposa la nuova filosofia abitativa delle future generazioni, pronto quindi a raccogliere la sfida del lifestyle milanese e l’eredità di Milano 3.
Secondo le idee di progettisti e sviluppatori, Milano 3.0 riparte dalle proprie radici e giunge ad un rinnovato rapporto con l’ambiente, improntato all’attenzione alle persone e con un progetto che coniuga sforzi architettonici ed evoluzione tecnologica.
Le sei palazzine saranno rivestite di ceramica, per rendere il complesso percepibile e cangiante a seconda dei momenti di luce della giornata.
Completano le facciate loggioni, vetrate a tutta altezza e i vuoti dei terrazzi. I 260 appartamenti mettono a disposizione tagli diversi, che giocano sull’interior design differenziato dall’Atelier(s) Alfonso Femia, particolarmente orgoglioso del progetto, nato in un momento storico delicato come questo.
Grazie ai pannelli solari e all’energia geotermica che alimenta il complesso residenziale, Next Generation Living sarà in classe energetica A4, la massima a disposizione.
Quando Milano 3 è nata negli anni ’80, era a tutti gli effetti una cittadella autonoma, con servizi essenziali e di vicinato immersi in una struttura viabile lontano dal traffico veicolare. Più che una sfida, era l’alternativa fornita all’unica scelta della vita in centro città.
Milano 3.0 evolve questo concetto, affacciato vista laghetto o immerso nel parco di Basiglio, attraversato da un parco lineare che diventa una piccola oasi relax.
All’interno del complesso diversi servizi che rendono le sei palazzine strumento per migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti. Aree fitness outdoor e indoor, uno spazio per attività aggregative della comunità, area giochi per bambini, locker room e una conciergerie sono pensati per rispondere alle nuove esigenze abitative.
L’attenzione alla qualità della vita delle persone è un aspetto particolarmente piacevole, per gli amanti di questi dettagli.
Le case vedono la presenza di ampi terrazzi per godere ancora di più la vista sul verde del parco o la vista sul laghetto.
Milano 3.0 promette un’atmosfera rilassata, lontana dalla vita frenetica di Milano distante solo pochi chilometri. Una cittadella a misura d’uomo, attenta all’ambiente e alla comunità del vicinato.
Chi raccoglierà la sfida di Next Generation Living, sposando l’evoluzione di Milan Trii?
Dalla collaborazione tra Ikea, da sempre specializzata nell’ottimizzare gli spazi, e la società americana ESCAPE esperta in tiny house è nato il progetto di una minicasa sostenibile, autosufficiente e accogliente. Ikea è famosa per i suoi prodotti che possono montare tutti e anche per le minicase non è da meno, questa infatti è pronta all’uso. Vediamo come sono fatte e quanto costano.
MINICASE fai-da-te IKEA: prezzi bassi e costruibili in qualsiasi luogo
# Vivere in una minicasa è diventato uno stile di vita
Credits: idealista.it
Spopola in America: andare ad abitare in micro case è diventato uno stile di vita. Il fenomeno si sta diffondendo sempre di più sul mercato internazionale. Le minicase sono piccoli rifugi che possono essere posizionati e trasportabili ovunque, come in mezzo al verde per godersi a pieno la natura. In questo ci si può trasferire cambiando città, ma non cambiando casa, con un notevole risparmio. Si tratta comunque di una scelta molto azzardata perché comporta vivere in spazi ridotti, avere molti meno oggetti e vestiti rispetto ad una classica abitazione e il fatto di dover gestire al meglio gli spazi.
# Le mini case di Ikea: 17mq a poco più di 50.000 euro
Credits: pinterest.it – Interno minicasa
Le micro case Ikea sono state definite dall’Archtectural Digest come “chic, sostenibili, funzionali e convenienti”, praticamente perfette. Queste piccole abitazioni sono frutto della collaborazione con Escape, che da anni costruisce mini case sostenibili e trasportabili. Ikea è riuscita a creare uno spazio dove vivere piccolo, ma comodo. Le mini case sono super luminose, forse anche perché la luce gioca molto sulla percezione dello spazio, costruite con materiali interamente riciclabili e garantiscono poche emissioni. In poche parole sono un bocca sana per l’ambiente.
Credits ikea – Minicasa
L’idea di base è quella di un camper, la struttura è in legno di cedro e al suo interno si può trovare tutto ciò che c’è in una casa normale: un letto, un vano portaoggetti, un bagno, lavatrice, asciugatrice, cucina, scaldabagno e riscaldamento, divano pieghevole, un tavolino e prese USB. Le dimensioni sono di 17 mq, per una lunghezza di appena 8 metri, e funziona senza rete elettrica grazie alle sue batterie di accumulo. I prezzi vanno dai 40.000 a poco di più di 50.000 euro se si sceglie la versione arredata con i mobili del brand svedese.
Si affermerà anche in Italia questo nuovo stile di vita, meno stanziale, poco inquinante e che ha bisogno di spazi ridotti? Ikea ha lanciato la sfida.
Paola Caneva. Architetto, fondatrice dell’associazione manoxmano che ha lo scopo di rendere più piacevole la vita delle famiglie a Milano.
Paola CANEVA: “La mia MILANO sarà la METROPOLI EUROPEA (che si merita di essere)”
Paola Caneva
La cosa che ami di più di Milano?
Che ogni volta che giri un angolo c’è sempre qualcosa da scoprire.
Quella che invece ti piace di meno?
Di Milano non mi piace come viene considerata dalla maggior parte della gente, un luogo dove vivere e lavorare con una routine quasi autistica.
Il tuo locale preferito?
Non ho un locale preferito oltretutto dopo perché ce li hanno fatti odiare e non frequentare….adoro stare nei “locali” all’aperto…sì le iniziative all’aperto per me sono i migliori locali.
Il tuo passatempo preferito a Milano?
Attraversarla, camminarla, alzare la testa…quando non ho fretta.
La canzone su Milano a cui sei più legata?
Luci a San Siro, “Milano mia portami via fa tanto freddo e schifo e non ne posso più…”.
Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?
Milano sud, Chiaravalle, San Dionigi, la trattoria al Laghet…
Credits: borgodichiaravalle.org – Abbazia di Chiaravalle
La cosa più bella che ti è capitata a Milano?
È strano ma la cosa più bella che mi è capitata a Milano sono state le giornate di silenziodel primo lockdown, i rumori dei passi, la brezza tra le foglie, il cinguettio e tutto sembrava più lieve.
Credit: artribune.it
La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?
Milano non è Parigi ahimè, mi dissocio dal trovare caratteristiche positive nelle fermate del metro…
La cosa più curiosa che hai visto a Milano?
Come in ogni quartiere ci siano razze di cani diverse e in alcuni quartieri è pieno di cani in altri nemmeno l’ombra…
Il quartiere che ami di più?
Il mio. Popolare, commerciale e fascinoso al punto giusto. Romana vigentina.
Credits: pinterest.it
Caro sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?
Chiudi la cerchia dei Navigli, che cosa stai aspettando a dire basta alle auto?
Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?
Si.
Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?
Non vivrei in nessuna altra città ma non voglio vivere sempre in città. Milano è ok, ma a 50 anni mi sta stretta.
credits: wikipedia.org – Toscana
Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?
Penserei ai giovani e a come farli muovere di sera senza prendere auto o moto. Loro hanno il diritto di divertirsi senza rischiare.
Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?
Desidero la metropoli europea che si merita di essere.
Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano
MILANO CITTÀ STATO
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Per un caffè al bar serve in media 1 euro, in alcuni casi si può trovare a 80 centesimi. Nel bar più economico d’Italia il costo di una tazzina è sensibilmente più basso. Scopriamo dove si trova e perché riesce a tenere dei prezzi stracciati.
Il BAR più ECONOMICO d’ITALIA? Bastano 30 CENTESIMI per un caffè
# “Un caffè, per favore” – “Sono 30 centesimi, grazie”
Credits kirby parsons – Ideal Bar
Fare colazione al bar non è mai stato così economico. All’Ideal Bar in provincia di Palermo, nel piccolo comune di Alia, per bere un caffè espresso bastano soli 30 centesimi. Fino a poco tempo il costo era ancora più basso, 20 centesimi. La famiglia Perrone, che gestisce il locale, per far quadrare i conti ha adottato la strategia di comprimere drasticamente i margini di guadagno e puntare sui prodotti del territorio. Il tutto senza compromettere la qualità, partendo dall’espresso, un caffè proveniente da una torrefazione del vicino comune di Mussomeli. Ma tutti i prodotti del bar hanno prezzi imbattibili, ecco quanto costano.
# Una gestione a conduzione familiare che dura da 60 anni: “Negli anni ’60 un espresso costava 300 lire”
Credits kirby parsons – Bancone Ideal Bar
L’economia di costi è possibile grazie alla conduzione familiare dell’azienda, infatti al banco ci sono Mariagrazia insieme alla figlia, mentre nel laboratorio di specialità dolci e salate il marito insieme al figlio, per portare avanti una gestione che dura da 60 anni. In questomodo anche gli altri prezzi rimangono bassi: il caffè macchiato a 40 centesimi, i cornetti artigianali sono venduti 60 centesimi, panini, pizza e sfincione a 80 centesimi al pezzo. Mariagrazia Perrone racconta quando è nata la tradizione: “Quella dei prezzi bassi è una tradizione inaugurata dai miei suoceri. Negli anni ’60 un espresso costava 300 lire. Adesso abbiamo arrotondato a 30 centesimi”.
Il duro lavoro è premiato anche oltre regione, gli ordini di dolci arrivano anche dal nord Italia: “Un lavoro che ci costa tanta fatica. Anche 18 ore al giorno ma tutto è ripagato dal successo della clientela e dagli ordini per dolci e paste di mandorla che arrivano dagli altri paesi e persino dal nord Italia”.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Tornano i viaggi notturni sui treni ad alta velocità che collegano Milano a Reggio Calabria nel massimo del comfort. Ecco quando.
Si torna a dormire ad alta velocità: riparte il FRECCIAROSSA NOTTURNO Milano-Reggio Calabria
# Riparte la tratta notturna ad alta velocità Milano-Reggio Calabria per i weekend primaverili
In occasione delle vacanze di Pasqua, aumentano le corse che portano i cittadini fuori Milano per un momento di relax, di mare, di montagna o per una visita ad una città d’arte. Trenitalia ha infatti deciso di riattivare la tratta notturna ad alta velocità Milano-Reggio Calabria a partire dal 13 aprile.
Credits: google maps Milano-Reggio Calabria
Il punto forte di questa tratta sta proprio nel viaggiare di notte. Si parte infatti alle 21:20 da Milano e si arriva alle 8:03 a Reggio Calabria (ad eccezione del 13 aprile che il treno giungerà a destinazione alle 8:18). Mentre per il ritorno la partenza è prevista a Reggio Calabria alle 21:37 per arrivare a Milano alle 8:45 del mattino dopo. Le date fissate, per ora, per il ritorno del treno notturno che collega il capoluogo meneghino alla punta dello Stivale, sono: 13 Aprile, 18 Aprile, 22 Aprile e 25 Aprile. I Frecciarossa fermano anche a Milano Rogoredo, Reggio Emilia AV, Bologna Centrale, Firenze S.M.N., Paola, Lamezia Terme Centrale, Rosarno e Villa S. Giovanni.
# Da una parte all’altra dell’Italia in 10 ore e 45 minuti
Questa tratta notturna FrecciaRossa era già stata attivata nell’estate 2021, ma poi venne tolta dal programma. Per i weekend primaverili fatti di ponti e vacanze pasquali è stato però deciso di far tornare le comodità del notturno anche per chi vuole andare nel Sud Italia. Il treno viaggia per circa 10 ore e 45 minuti.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
L’obiettivo di questa “metropolitana delle Alpi” è quello di rilanciare il turismo di due suggestive vallate tra Italia e Svizzera. Vediamo i dettagli del progetto e quando potrebbe essere inaugurata.
La METROPOLITANA delle ALPI: il progetto per collegare Italia e Svizzera
# Un investimento di 52 milioni di franchi per rilanciare il turismo di due suggestive vallate tra Italia e Svizzera
Credits laratorgano IG – Val Formazza
Fra qualche anno potrebbe inaugurare una “metropolitana delle Alpi“, pensata per rilanciare due vallate splendide tra Italia e Svizzera che soffrono la concorrenza delle località montane più rinomate e preferite dai turisti. Il Bak Economics, autorevole centro studi elvetico, ha pubblicato le cifre di questo incredibile progetto: l’investimento previsto è di 52 milioni di franchi, 26,5 milioni di franchi sarebbe il valore aggiunto lordo generato solo in fase di costruzione e tra occupazione diretta e indotto si verrebbero a creare 235 posti di lavoro.
# La “metropolitana delle Alpi” sarà lunga di 5,8 km e avrà 2 sole stazioni
Credits il giorno – Tracciato metro Italia-Svizzera
La metropolitana transnazionale collegherebbe, tramite un tracciato di 5,8 km interamente in galleria per ridurre l’impatto ambientale, la località di Formazza, a 1.280 metri in Piemonte nell’omonima valle, e la località walser ticinese di Bosco Gurin, in Vallemaggia a 1.500 metri d’altezza. Le fermate saranno solo due, quelle dei due capolinea, e il viaggio durerà 8 minuti. I treni avranno una capienza di 50 posti e effettueranno sei corse all’ora. A regime dovrebbero essere trasportati 115.200 persone ogni anno, molti dei quali dormiranno almeno una notte nelle strutture ricettive e sosteranno a mangiare nei rifugi e nei ristoranti dei due comuni.
Il Comune di Formazza ha avanzato la proposta presso la Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, mentre in Svizzera si attende l’inoltro della procedura all’Ufficio federale dei trasporti entro la fine di giugno. L’obiettivo è inaugurare la “metropolitana delle Alpi” entro la fine del 2027.
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L’amaro sfogo del primo cittadino di Milano, che sfiducia il governo
BUCO di 200 MILIONI di EURO: i servizi a rischio per i milanesi
# «Non posso avere fiducia nel governo»
Credit: @beppesala
Salaall’attacco del governo Draghi: «Non posso avere fiducia in un governo che non ascolta», dichiara nel cuore della seduta del Consiglio comunale, nella quale la giunta si è vista costretta a congelare una parte delle spese. Il Comune deve approvare il bilancio cittadino, ma non ci sono abbastanza voci di entrata che diano la garanzia di affrontare le spese preventivate.
«Se necessario farò dei tagli», dichiara il primo cittadino davanti all’aula in cui erano convocati anche i parlamentari di tutti gli schieramenti. Il “buco” è di 200 milioni e le perdite sono legate ai mancati introiti causati dalla gestione della pandemia.
C’è poco tempo per ragionare con la necessaria serenità, perché il bilancio deve essere votato entro il 31 maggio. Far passare il rendiconto in queste condizioni significherebbe imporre «tagli molto significativi in un momento di grande tensione sociale».
Beppe Sala, che finora ha sempre appoggiato la linea di governo, sfida l’esecutivo rimarcando per ben due volte la mancanza di fiducia nei confronti di chi «non vuole affrontare questo problema e non ascolta una città che ha sempre celebrato come traino del paese».
I servizi per ora sono “rallentati”, nella speranza di non dover procedere a tagli di spesa. Le voci di spesa interessate, riguardano sportelli dell’anagrafe, manutenzione delle scuole e welfare.
# Il buco con la pandemia intorno: guadagni azzerati da SEA e ATM
Le entrate che si sono praticamente azzerate sono quelle di SEA e aeroporti, più ATM. Gli incassi degli aeroporti milanesi sono crollati a causa delle misure intraprese per fronteggiare il virus respiratorio. La decisione poi di mantenere tali restrizioni, uniche nel mondo occidentale ancora così aspre, ha indotto le compagnie nazionali e internazionali a ridurre il traffico aeroportuale, convergendo sulla capitale e meno in “periferia”.
Il trasporto pubblico locale, tornato al 100% della capienza solo dal 1 aprile di quest’anno, ha trasformato ATM da fiore all’occhiello di Milano, ad una compagnia priva di ogni risorsa. Da pilastro a problema è una involuzione troppo severa per ATM.
Beppe Sala sottolinea che Milano ha ricevuto dall’esecutivo, sotto forma di “ristori” 478 milioni nel 2020 e 467 nel 2021. Per il 2022 la previsione è praticamente pari a zero.
«È macroscopicamente evidente che non si può costruire un bilancio equilibrato con numeri del genere», continua Sala, salvo effettuare tagli di spesa così drastici da influire pesantemente sull’amministrazione della città e, quel che è peggio, peggiorare la qualità dei servizi ai milanesi.
Una brutta “spada di Damocle” pende sulle teste dei cittadini di Milano che, non solo devono continuare a trainare il paese, ma anche stringere la cinghia.
Sala ha anche sottolineato la penalizzazione subita da Milano nel conteggio dare/avere col governo centrale.
«Quest’anno Milano registra 133 milioni di penalizzazione […] Lo dico per dimostrare che nei fatti, dalla buona performance di Milano ne abbiamo tratto giovamento tutti». Il nostro primo cittadino ha uno scatto d’orgoglio quando afferma che «Milano ha un profilo di unicità relativamente alle entrate extratributarie che, in condizioni normali, sono più significative ed è evidente che questo se l’è conquistato in decenni di lavoro».
Adesso che Milano è in difficoltà, la risposta alle istanze poste al governo arriva da Maria Stella Gelmini, attraverso una lettera consegnata alla Presidente del Consiglio comunale, Elena Buscemi.
«Il Comune di Milano ha beneficiato, nel 2020 e nel 2021, di circa 900 milioni di euro complessivi, che hanno consentito all’amministrazione di fronteggiare la situazione, senza interruzione di servizi».
# Da Milano col cuore in mano a Milano col cappello in mano
Credits: Parma-La Repubblica
È vero Ministra Gelmini. Ma perché dimenticare di quello che Milano dà al resto del Paese? A fronte dei 40 miliardi l’anno che Milano “crea” con la tassazione ogni anno, il governo restituisce sul nostro territorio solo 450 milioni circa. Milano contribuisce per il 5% al bilancio dello stato italiano, ricevendo indietro l’1% di quello che versa. Adesso che Milano ha un buco di 200 milioni (lo 0,5% di quello che ha versato per decenni) dobbiamo andare a Roma ad elemosinare?
I milanesi potranno ricevere i mobili direttamente a casa o ritirarli presso gli uffici postali. Ecco come funziona il servizio.
La RIVOLUZIONE IKEA: a Milano i MOBILI potranno essere SPEDITI a CASA
# L’accordo Ikea-Poste Italiane per la spedizione a casa dei mobili svedesi
Negozio Ikea
I cittadini di Milano e dei comuni della Città Metropolitana potranno ritirare i mobili di Ikea presso gli uffici postalio riceverli direttamente a casa. L’accordo sottoscritto tra la multinazionale svedese e Poste Italiane permette di fare l’acquisto online o negli store e poi farsi spedire il pacco. La nota di Poste Italiane: “L’accordo conferma ancora una volta che l’azienda è il partner logistico strategico per l’Italia, offrendo ai cittadini della provincia di Milano un’esperienza di acquisto più veloce e flessibile. La garanzia offerta dal brand Poste Italiane e la sua capillarità sono al servizio di tutti i clienti Ikea per acquisti online e negli store presenti su tutto il territorio nazionale“.
# Il peso dei colli non può superare i 50 kg
Creits klc687k IG – Corriere Poste Italiane
Il servizio consente di scegliere l’opzione per il ritiro presso gli uffici postali se il pacco non supera i 30 kg, con un costo massimo di 16 euro e i prodotti acquistati rimarranno in giacenza presso per un massimo di 7 giorni di calendario decorrenti dalla data di ritiro confermata da IKEA. In alternativa, superata quella quella soglia di peso e fino ai 50 kg i mobili saranno consegnati solamente a domicilio tramite il servizio Sda extralarge. Sono esclusi i prodotti considerati fragili o oltre una certa dimensione. I clienti potranno anche scegliere la data di consegna.
Dallo scoppio della guerra in Ucraina la maggior parte dei cittadini europei ha visto i prezzi di molti beni di prima necessità aumentare esponenzialmente. Il caro carburante è stato però uno degli aumenti più sofferti, sia in Italia che in altre nazioni. Una di queste ha trovato un modo, almeno spera, per alleggerire le spese dei consumatori.
La soluzione contro il CARO-CARBURANTE? L’abbonamento LOW-COST del trasporto pubblico in ESTATE
# La Germania è il terzo paese in Europa per il prezzo di benzina e diesel
caro carburante (da pixabay)
Si chiama 9 für 90 (tradotto in italiano 9 per 90) ed è l’iniziativa del Governo federale tedesco volta a dare un po’ di sollievo ai consumatori contro i prezzi del carburante alle stelle. La Germania è il terzo paese in Europa ad aver maggiormente subito le conseguenze dell’invasione dell’Ucraina da parte dei russi per quanto riguarda i prezzi di benzina e diesel: il 4 aprile si registrava ancora una media di 2,06 euro al litro per la benzina e solo il 10 aprile si è notato un leggero calo dei prezzi, 1,995 euro al litro. Si tratta di prezzi superati solo da Danimarca e Paesi Bassi e proprio per questo motivo il Governo ha deciso di promuovere un progetto che ha il fine di incoraggiare i cittadini a utilizzare i mezzi pubblici evitando quindi spese consistenti legate al carburante.
# 9 euro per 90 giorni
stazione berlino (da pixabay)
Il progetto 9 per 90 prevede che dal 1 giugno tutti i cittadini possono acquistare l’abbonamento mensile per mezzi pubblici e treni regionali a 9 euro, questo prezzo rimane fisso anche per luglio e agosto. L’iniziativa verrà definitivamente approvata tra il 18 e il 19 maggio al Parlamento, ma la Commissione dei trasporti del Bundestag ha già confermato che verrà attuata. Per sostenere quest’operazione il Governo dovrà investire 2,5 miliardi di euro, ma l’abbonamento mensile dei mezzi pubblici a 9 euro potrebbe essere un grande aiuto ai cittadini tedeschi. I biglietti potranno essere acquistati online o agli sportelli della Deutsche Bahn, la società ferroviaria tedesca con sede a Berlino, e chi ha già acquistato un abbonamento annuale verrà rimborsato per i tre mesi estivi applicando quindi anche a lui lo sconto. L’abbonamento 9 für 90 sarà valido in tutte le città tedesche.
# Potrebbe essere un’idea anche in Italia?
Credits: @Semplicemente Milano di Andrea Cherchi (FB) Caro benzina
Per quanto riguarda il caro carburante, l’aumento esponenziale del prezzo dello scorso mese è stato gestito dall’Italia bloccando le accise. Una soluzione che ha alleggerito i pensieri degli italiani per almeno un po’ di tempo, sperando però che i prezzi non si rialzino così velocemente. Nel tentativo di trovare un’altra soluzione al caro carburante, quella tedesca del 9 per 90 potrebbe essere applicata anche in Italia? Purtroppo la risposta sembra essere un no. Escludendo la città di Milano, in Italia i mezzi di trasporto non funzionano alla perfezione. Tra ritardi e pochi collegamenti con le periferie, una diminuzione del prezzo degli abbonamenti dei mezzi di trasporto non scoraggerebbe l’uso delle auto, proprio perché spesso per raggiungere le stazioni si necessita del mezzo privato. Quindi se in Germania potrebbe funzionare, in Italia il 9 per 90 non sarebbe la soluzione ideale.
Credits ufficio stampa ATM - Giambellino green wall - lavori in corso APR2022
Iniziati i lavori per installare la prima parete verde su una rimessa Atm. Servirà a raffrescare lo stabile e a risparmiare sui costi di climatizzazione estiva e riscaldamento invernale. Tutti i dettagli del progetto.
A Milano il GREEN WALL MANGIASMOG: per pulire l’aria e rinfrescare l’ambiente. Sarà il primo di una lunga serie?
# Il “green wall” di 350 mq sul deposito Atm abbasserà di 4,5 gradi la temperatura dello stabile
Credits ufficiostampa ATM – Giambellino green wall – dettagli lavori in corso
Entra nel vivo uno degli ultimi progetti “green” di Atm: nei giorni scorsi sono infatti iniziati i lavori per la realizzazione della parete verde di 350 metri quadri sulla facciata del deposito bus di via Giambellino 121, la storica struttura che si sta convertendo all’elettrico e che ad oggi ospita 300 bus e 500 tra conducenti e tecnici della manutenzione. Alla conclusione dei lavori, prevista per fine mese, il “green wall” comporterà una diminuzione della temperatura dell’aria fino a 4,5 gradi, un risparmio energetico fino al 40% per il raffrescamento e di circa il 5% per il riscaldamento dello stabile.
# Una parete interattiva e dotata di sensori per lo smog
Credits ufficio stampa ATM – Il rendering della parete verde, progettata da Paolo Pignataro
La parete sarà inoltre dotata di rilevatori per misurare l’assorbimento del pm10, che saranno inseriti all’interno di tre pannelli realizzati ad hoc che serviranno a spiegare al quartiere i benefici della parete. Inoltre attraverso un QR Code sarà possibile conoscere e approfondire tutti i progetti di Atm in ottica di transizione ecologica e ambientale: dal piano “Full Electric”, alle nuove pensiline ecologiche, fino alla costruzione di nuovi depositi.
La parete verde, la cui progettazione ha visto il coinvolgimento delle associazioni del quartiere, è cofinanziata dal Comune di Milano nell’ambito del bando BE2 e del progetto europeo H2020 CLEVER Cities.
# Il piano di transizione ecologica di Atm con orizzonte 2030
Credits lineadirettaAtm – Bus elettrico
Il green wall di Giambellino si inserisce nel più ampio piano di transizione ecologica di Atm, che procede senza conoscere soste, nonostante il difficile biennio caratterizzato dall’emergenza Covid. Ad oggi sono già in servizio 170 e-bus su 10 linee e altri 75 sono in arrivo nel 2022. L’obiettivo è rinnovare completamente l’intero parco dei 1.200 mezzi entro il 2030. Questo si tradurrà in una riduzione del consumo di gasolio di 30 milioni di litri all’anno e nell’abbattimento delle emissioni di CO2 pari a 75 mila tonnellate annue.
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Emanuele Carlo Maria Gabardi. Docente in più università milanesi, tiene corsi di formazione ed è consulente di strategie di comunicazione.
Emanuele GABARDI: “La mia MILANO deve essere d’ISPIRAZIONE alle altre metropoli italiane”
Emanuele Gabardi
La cosa che ami di più di Milano?
La miacasa, nella quale sono nato e nella quale torno sempre volentieri, anche quando rientro dalle vacanze.
Quella che invece ti piace di meno?
Il delirio urbanistico degli ultimi anni. Dai grattacieli in zona Garibaldi all’insipienza con la quale si pensa di migliorare la viabilità. L’arroganza di chi viaggia su due ruote (in particolare chi lo fa su monopattini elettrici e biciclette, che non ha rispetto per i pedoni, che traversano gli incroci col rosso, che vanno contromano e viaggiano sui marciapiedi, che
pedalano col telefonino in mano …).
Il tuo locale preferito?
Per prendere un caffè il Camparino.
Credits: @travelus876 Il camparino
Il tuo passatempo preferito a Milano?
Visitare mostre e musei.
Credits: @davide_mauri97 Museo del 900
La canzone su Milano a cui sei più legato?
Per la verità nessuna.
Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?
Devo andare nel Lodigiano o in Brianza per trovare dei luoghi fuori Milano che mi piacciano.
lodi
La cosa più bella che ti è capitata a Milano?
Aver visto i Beatles nei due concerti del 24 giugno 1965.
I Beatles a Milano
La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?
Nessuna in particolare. Più facile dire quelle alle quali non sono per niente affezionato: tutte quelle della Linea Lilla e Garibaldi, che è assolutamente caotica.
Credits Atm – Metro M5 nel deposito
La cosa più curiosa che hai visto a Milano?
L’entusiasmo con cui è stata celebrata nel 2011 la vittoria di Pisapia. Non avevo mai visto una partecipazione politica così ampia e così viva per una elezione politica.
Il quartiere che ami di più?
Il Centro.
Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?
Caro Sala, devo essere molto critico con le scelte urbanistiche dissennate che sono iniziate lo scorso anno. Rifacimenti di piazze che sembrano disegnate da bambini e non da professionisti (mi rifiuto di pensarlo solo guardando il pezzo rifatto di Piazza Bacone e lo scempio che è facile prevedere sarà Piazzale Lavater). L’ennesima trasformazione di Corso Buenos Aires è un delirio e l’aumento delle zone nelle quali non sarà possibile viaggiare a più di 30 km all’ora (vale anche per i monopattini elettrici?) trasformerà una città che è storicamente fast in una città slow. Caro Sala, questa è Milano, la New York d’Italia, l’unica città europea del Belpaese, tutto il resto è provincia. Per cortesia, non trasformiamola nella Brescello di don Camilo e Peppone!
Credits: mianews.it – Pista ciclabile Corso Buenos Aires
Milano città stato: sei a favore oppure no che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?
Non sono a favore delle autonomie in genere.
Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?
Senza dubbio Torino. Ma se andiamo oltre i confini nazionali, Parigi. Forse Torino, oltre a piacermi per la sua vita culturale, i suoi musei, la gentilezza della gente (che differenza rispetto alla media dei milanesi scorbutici e spesso aggressivi1) è la mia città preferita proprio perché si respira un po’ un’aria francese.
Torino
Se avessi due miliardi di euro per Milano che cosa faresti?
Non so se mi basterebbero, ma per prima cosa occorre affrontare il problema degli indigenti. Il disagio economico, quando addirittura non è autentica povertà, è aumentato. Chi per età, salute o altri problemi non può permettersi di vivere in un’abitazione decente, di saziarsi a tavola, ottenere le cure sanitarie necessarie ecc. va aiutato. E occorre creare posti d lavoro per tutti, Lavorare non significa solo portare il pane a casa, ma anche avere una vita dignitosa. Per ottenere il rispetto per se stessi.
Credits: leggo.it code alla caritas
Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?
Essere d’ispirazione alle altre metropoli italiane in termini di efficienza e di visione internazionale.
Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano
MILANO CITTÀ STATO
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Ha avuto più attenzione dopo l’esposizione universale che durante l’EXPO, oggetto di ogni sorta di idea e progetto. Eppure è stato un’icona di Milano a livello globale. Il suo futuro torna ora in agenda.
Rinasce l’ALBERO DELLA VITA: deciso il destino di una delle ICONE DI MILANO
Star indiscussa del fotografatissimo e super condiviso Expo di Milano, l’Albero della Vita è stato l’icona milanese a livello mondiale per i 6 mesi di apertura dell’Esposizione Universale, terminata il 31 ottobre 2015.
Il successo degli spettacoli quotidiani, decretato dal pubblico, ha posto “il problema” del dopo Expo. L’Albero della Vita si è infatti guadagnato sul campo il diritto di sopravvivere alla definitiva rottamazione. Dopo aver accantonato l’idea della demolizione, hanno iniziato a “germogliare” rendering di un ipotetico spostamento più centrale.
Lo abbiamo visto immaginare in Piazzale Loreto, alla Darsena, in centro a Rho e altrove, prima di rimanere rinchiuso nel cantiere di MIND. Ora sembra prevalere la linea del ritorno alle origini.
Concluso l’Expo, l’area è stata blindata da un lungo cantiere, dal quale si aspetta la nascita di una serie di iniziative: lo Human Technopole, il MIND District e la realizzazione del nuovo Campus della Statale. Tutto ciò ha richiesto la chiusura del sito, per motivi di sicurezza. L’Albero è rimasto imprigionato in questo recinto e lo rimarrà fino alla conclusione, intorno al 2026.
La proprietà dell’Albero è passata alla società Arexpo, che vorrebbe sposare la linea dei nostalgici di Expo, trovando la via per preservare l’opera di Marco Balich e valorizzarla.
La scultura, alta 35 metri, riprende il motivo di Michelangelo pensato per la pavimentazione del Campidoglio. Nasce come installazione e scultura che, con un intricato gioco di led, giochi pirotecnici e la coordinazione delle fontane della Lake Arena in cui è immersa, può dare luogo a spettacoli commemorativi e di intrattenimento.
Igor De Blasio, AD di Arexpo, insieme ai partner di MIND, è convinto che l’Albero della Vita debba tornare a svolgere la sua primaria funzione. Dopo il 2025 l’installazione verrà rigenerata, sfruttando tecnologie nuove che permetteranno uno sviluppo e una manutenzione più leggere, quindi definitivamente restituito alla città che lo ha amato tanto 10 anni prima.
Innanzitutto verrà lanciata una manifestazione di interesse, volta a raccogliere le idee per la rigenerazione e l’impiego della scultura.
Secondo De Blasio, l’Albero della Vita «può diventare come le Fontane del Burj Khalifa a Dubai». Spettacoli a cadenza quotidiana, in un distretto che ospiterà almeno 60.000 persone ogni giorno.
Le dure regole del BIE, l’istituzione che assegna le Esposizioni mondiali e universali, impongono che nulla di ciò che è stato creato per un Expo, possa essere replicato nel futuro.
Un nuovo impiego dell’Albero della Vita pertanto, non potrà mai essere uguale allo spettacolo che ha incantato i visitatori dell’Expo di Milano.
De Blasio ipotizza un “Albero 4.0”: spettacolo nuovo, tecnologie più all’avanguardia e messa in opera nel 2025. Rigenerarlo prima «non avrebbe senso, perché non sarebbe fruibile dalle persone a causa del cantiere dell’università».
L’Albero della Vita, più di tanti altri manufatti legati ad Expo Milano 2015, ha saputo impersonare la cavalcata che ha accompagnato Milano ad una riscossa. La realizzazione in soli 4 mesi, grazie al Consorzio Orgoglio Brescia, ha trainato l’Esposizione Universale fuori dalle polemiche e dalle cronache giudiziarie. Nonostante i ritardi, le accuse di illeciti e infiltrazioni mafiose sulla manifestazione, il 1 maggio 2015 l’Expo ha aperto i battenti e Milano ha vissuto sei mesi di straordinario successo internazionale, tornando a splendere come non mai in passato.
Nell’immaginario collettivo questa rinascita ha le sembianze dell’Albero della Vita. Il più fotografato, il più ricercato, il più rivisto, il più condiviso. Da una replica quotidiana, si è dovuto fare i salti mortali per proporre almeno 3-4 spettacoli serali, per accontentare la domanda del pubblico.
Le musiche di Roberto Cacciapaglia hanno fatto da colonna sonora agli spettacoli di Expo, proposti da migliaia sulle pagine social di tutto il mondo e la struttura, progettata Giò Forma, è diventata il simbolo di Milano.
Con la realizzazione di MIND, nell’area Expo nascerà il Campus dell’Università Statale, che prevede anche lo spostamento delle facoltà scientifiche da Città Studi all’ombra dell’Albero della Vita. Insieme al trasloco dell’Istituto dei Tumori e del Besta, un’immensa porzione di Municipio 3 verrà quindi interessata da riqualificazione e nuove destinazioni, spostando altre attività, innescando così un gigantesco puzzle di incastri.
Nel pittoresco “tetris allo zafferano“, generato da quel 31 ottobre 2015, Milano cambierà ancora volto?
De Blasio è convinto che «Mind e Arexpo hanno dimostrato che se si programma nei tempi, i risultati si ottengono» e solo Milano sa quanto c’è fame di risultati a queste latitudini.
Chissà che non sia proprio la seconda fioritura dell’Albero della Vita ad accompagnare il prossimo rush di Milano: quello verso i Giochi Olimpici del 2026
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Credits ferrovie.it-FS - Foto parcheggio Stazione Centrale
Il parcheggio sotto la Stazione Centrale fa da apripista ad altre due strutture analoghe che apriranno nella capitale e Napoli e dovrebbe contribuire a risolvere il perdurante problema della sosta selvaggia nei pressi delle stazioni. Vediamo i numeri del progetto attesa da 20 anni.
Inaugura il PARCHEGGIO INTERNO in CENTRALE: con un ritardo di 20 anni raggiunge le grandi stazioni d’Europa
# Inaugura Parkin’ Station sotto la Stazione Centrale dopo 20 anni dall’annuncio
Credits ferrovie.it/Fs – Inaugurazione Parkin Station, Vera Fiorani ad di Rete ferroviaria italiana
Dopo 20 anni dall’annuncio inaugura il parcheggio coperto sotto la Stazione Centrale, che funge da area di sosta e di interscambio. Parkin’ Station, realizzato da Grandi Stazioni Rail, società del gruppo FS Italiane, e cofinanziato dal ministero delle Infrastrutture per un investimento di 15 milioni di euro fa da apripista ad altre due strutture simili che verranno aperte nella capitale, alla stazione di Roma Termini, e a Napoli Centrale.
Questa nuova infrastruttura cittadina è stata pensata per alleggerire la mobilità e eliminare la piaga del parcheggio in sosta vietata e sui marciapiedi. Vera Fiorani, ad di Rete ferroviaria italiana, spiega: “Questo hub è simbolo della libertà di movimento che vogliamo rendere disponibile ai milanesi“. Il Sindaco Sala aggiunge come questo parcheggio si inserisca nella complessiva riqualificazione della zona assieme alla “sistemazione di piazza Duca d’Aosta, la realizzazione del Mercato Centrale e dei giardinetti di piazza Luigi di Savoia“.
# 24.000 mq di superficie, 425 posti auto e a regime 25 colonnine per la ricarica di veicoli elettrici
Credits ferrovie.it-FS – Foto parcheggio Stazione Centrale
Il parcheggio è stato realizzato in un’area di 24.000 mq, nell’ex magazzino sotto i binari dei treni, con ingresso da via Ferrante Aporti e uscita in via Sammartini. Ci sono 425 posti auto, e una serie di servizi che lo trasformano in un hub della mobilità, di cui 10 riservati ai disabili e sei posti “rosa” posizionati in corrispondenza dell’entrata e dell’uscita, oltre a spazi per il car sharing e il noleggio di autovetture.
Nella struttura, a favore della mobilità “green”, sono state installate 9 postazioni per la ricarica di 18 auto elettriche che a regime diventeranno 25 per ricaricare fino a 50 veicoli in contemporanea. Infine, in corrispondenza della banchina che corre lungo i binari 11 e 12, entro la fine del mese di giugno sarà aperto un collegamento pedonale diretto con la stazione.
# Le tariffe partono da 2 euro, nelle ore notturne, per un massimo di 20 euro al giorno
Credits ferrovie.it-FS – Dettaglio parcheggio Stazione Centrale
L’orario di apertura del Parkin’ Station di Stazione Centrale è dalle 5 di mattina all’1 di notte. Le tariffe partono dai 2 ora all’ora per la fascia notturna, dall’1 alle 5, di giorno il costo orario sale a 2,50 euro mentre tutta la giornata il costo per la sosta è di 20 euro. Si può anche acquistare un abbonamento mensile al costo di 200 euro, che scende a 150 euro per i possessori di un carnet ferroviario.
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