Credits amazonfreshuk IG - Amazon Fresh just walk out
Uscire da un negozio “senza pagare”? Dopo la diffusione degli Amazon Go negli USA sono arrivati anche in Europa i punti vendita dove si può acquistare senza tirare fuori il portafoglio. Ecco come funzionano e dove si trovano.
In Europa i primi NEGOZI AMAZON da cui si esce “SENZA PAGARE”
# Fare la spesa “senza pagare”: la rivoluzione di Amazon
credit: supermarketnews.com – Store di Seattle
Da qualche anno Amazon sta rivoluzionando il modo di fare la spesa nei supermercati americani. Nei punti vendita Amazon Go si può uscire senza pagare, o meglio senza fermarsi in alcuna cassa e tirare fuori il portafoglio, grazie alla tecnologia. Il sistema che lo consente si chiama “Just Walk Out”, che tradotto significa “Basta semplicemente uscire”. Nella primavera del 2021 il primo negozio cashierless della multinazionale americana è sbarcato a Londra, nel Regno Unito. Per il debutto europeo è stato scelto un altro nome per identificare i punti vendita: Amazon Fresh, come il servizio di consegna di generi alimentari di Amazon già disponibile anche a Milano. Un indizio per un prossimo arrivo anche nella nostra città?
# Come funzionano questi supermercati hi-tech
credit: foodweb.it – Amazon Fresh
All’ingresso del punto vendita il cliente dovrà passare il proprio Qr Code Amazon Freshsui lettori digitali installati sui tornelli, per attivare la procedura. Subito dopo potrà iniziare la spesa inserendo i prodotti desiderati all’interno di sacchetto. Al termine gli articoli verranno visualizzati su una ricevuta virtuale, recapitata via email, collegata allo stesso account Amazon su cui verrà addebitato il costo di quanto acquistato.
Credits amazonfreshuk IG – Amazon Fresh food to go
Per rilevare gli oggetti prelevati dagli scaffali sono state installate delle telecamere dotate di intelligenza artificiale capaci di individuarli e infine delle machine learning che si occupano di verificare il conto e concludere in modo automatico il pagamento.
# Dopo la prima inaugurazione sono saliti a 17 i punti vendita Amazon Fresh a Londra
Street view google – Amazon Fresh Ealing
Il primo negozio Amazon Fresh ad inaugurare è stato quello al numero 59 di Broadway, nel quartiere di Ealing nella zona ovest della capitale britannica, di fronte al supermercato Morrison’s di Ealing Broadway ormai da tempo partner Amazon per le consegne di prodotti freschi nella City. Un’iniziativa fino ad oggi vincente visto che, in un solo anno, se ne sono già aggiunti altri sedici in tutta la metropoli, tra cui uno vicino allo stadio Wembley e un altro a Canary Wharf.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
“Ci sono città di evidente bellezza che si danno a tutti, e altre segrete che amano essere scoperte. Milano appartiene a questa specie…”
Parlava così il poeta milanese Carlo Castellaneta della sua città amata e non si può che dargli ragione. Milano è affascinante e seducente, ma sa essere anche molto misteriosa e discreta in tutte le sue romantiche sfaccettature. Di seguito un paio di chicche sugli Atenei meneghini.
7 cose che POCHISSIMI sanno delle UNIVERSITÀ MILANESI
#1 Cattolica: la base della Resistenza milanese
https://www.radiolombardia.it/
Durante il periodo del secondo conflitto mondiale, l’Ateneo ha ospitato all’interno delle sue mura universitarie il Corpo volontari della libertà, struttura di coordinamento partigiano ed un centro di espatrio clandestino del cappuccino padre Carlo da Milano, per convogliare oltralpe perseguitati politici o prigionieri di guerra.
Ezio Franchescini e Concetto Marchesi, professori dell’Università, fondarono il Gruppo Frama, nome nato dall’unione delle prime lettere dei due cognomi. A causa delle numerose perquisizioni tedesche, se Marchesi è costretto a bruciare preventivamente i documenti segreti, Franceschini raccoglie il tutto e lo seppellisce in una scatola metallica sotto un cumulo di scheletri di vittime della peste settecentesca. Ad assistere alla sepoltura per esserne testimone dell’ubicazione, solamente Marisa Scolari, segretaria del fondatore della Cattolica, padre Agostino Gemelli.
Che fine ha fatto la scatola? Dissotterrata soltanto alla fine della Guerra, ne conserva perfettamente il contenuto, che sarà successivamente pubblicato, divenendo così materiale di storica importanza.
#2 Bocconi: una guerra e un Presidente della Repubblica nella sua storia
1896. Battaglia di Adua. In quella che è una delle più grandi disfatte del Regio Esercito, si contano più di 6 000 vittime italiane. Tra queste vi è anche Luigi Bocconi, a cui il padre Ferdinando intitolerà l’Università fondata ad imperitura memoria del figlio scomparso, con l’intento di creare una Scuola Superiore di Commercio da affiancare al Politecnico di Milano per “dotare gli ingegneri di una solida base commerciale e […] promuovere socialmente i ragionieri attraverso un diploma universitario.”
Ma non è tutto. Rispettivamente Direttore e Presidente della Bocconi, Luigi Einaudi sarò eletto primo Capo dello Stato, mentre Giovanni Spadolini Presidente del Consiglio dei Ministri. Chissà che la Bocconi non porti la stessa fortuna anche agli studenti. Forse è per questo che la leggenda vuole che tre edifici della sede di Via Röntgen abbiano una struttura particolare a formare la dicitura “30L”.
#3 Conservatorio: per fare musica bisogna leggere
https://www.artribune.com/
In che città si trova la più grande biblioteca italiana per la ricerca storica e scientifica in ambito musicale? A Milano ovviamente. La Biblioteca del Conservatorio Giuseppe Verdi, fondata nel 1808, conta circa 30 mila volumi a carattere musicale, 50 mila manoscritti e circa 400 testate di periodici musicali.
Nel 2007 nasce anche la Biblioteca Digitale del Conservatorio di Milano per preservare in forma computerizzata il ricco patrimonio culturale posseduto. In bocca al lupo a chi deve scannerizzare tutto quel materiale…
Luigi Mangiagalli le ha fatte proprie tutte. Medico ostetrico, accademico, senatore del Regno di Italia, sindaco di Milano, filantropo, rettore dell’Università Statale. È lui il promotore della UniMi, progetto a cui lavorava da tempo e di cui assumerà la massima carica.
Grazie ai suoi lavori in ambito medico ed universitario, gli verranno intitolate la Clinica del Policlinico in Via della Commenda ed una via, oggi sede del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche della Sua Statale. Bello pensare che in questo modo possa sempre stare accanto ai suoi studenti.
#5 IED: “Aria” nuova dall’ex macello
L’ultimissima novità riguardo lo IED? È stato approvato il progetto del nuovo Campus internazionale di 30.000 mq nella zona nord dell’ex macello di Porta Vittoria. Arriverà ad ospitare 4.500 studenti ed uno studentato da 400 posti. Il tutto si inserisce nel disegno di riqualificazionedell’area in disuso con la realizzazione del nuovo quartiere Aria, caratterizzato da sostenibilità, social housing e numerosi spazi verdi.
#6 Politecnico: i record di velocità di droni e guida autonoma
https://www.indyautonomouschallenge.com/media-all
Record del mondo per i ragazzi del PoliMOVE Team, squadra di automobili a guida autonoma. Arrivando a battere il proprio primato conseguito nel 2021, sono stati in grado di far sfrecciare il bolide alla bellezza di circa 280 kmh, velocità massima mai raggiunta prima d’ora da un veicolo della categoria all’interno di un circuito ovale. Ma non finisce qui.
Sventola infatti la bandiera a scacchi per il PoliMi nella prima e seconda edizione del “Leonardo Drone Contest”, svolte rispettivamente nel 2020 e nel 2021 e finalizzate allo sviluppo della AI nei sistemi senza pilota.
Speriamo di non dover essere mai inseguiti dagli ingegneri dell’Ateneo milanese…
#7 Università che vai, superstizione che trovi
Superstiziosi o meno che siano i milanesi, sicuramente lo sono i suoi universitari. Se in Cattolica è “scaramanticamente” vietato attraversare in linea retta i cortili e passare in mezzo alla scalinata con le colonne ai lati, allo stesso modo in Bocconi vige il detto “chi passa tra i leoni, non si laurea in Bocconi”, in riferimento alle statue feline poste all’ingresso della sede storica.
In Statale, per accedere al cortile di Filarete secondo alcuni è proibito attraversare la porta centrale, secondo altri quelle laterali. Un consiglio per non sbagliare? Non passate proprio per il cortile di Filarete, cambiate strada.
Non si sentano però al sicuro gli studenti delle altre università. Guai, infatti, ad accedere alla Terrazza del Duomo, pena ovviamente il mancato conseguimento della tanta agognata laurea. Ci sarà sicuramente altra occasione per farsi i selfie con una bella vista.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Mentre Milano va sempre avanti e la città si popola di edifici ultra moderni, per tornare un po’ indietro nel tempo basta prendere la macchina e farsi meno di due ore di strada. Una volta percorsi circa 150km, si viene catapultati in un posto senza tempo.
Il VILLAGGIO d’EPOCA: il tempo si è fermato a un’ora da Milano
# Un villaggio operaio in stile liberty
Credits: @nick_abbrey VIllaggio Leumann
Il Villaggio Leumann è un paesino che sembra essersi fermato nel tempo. Si trova nel comune di Collegno, in provincia di Torino, e fu costruito tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento per ospitare gli operai di un cotonificio. L’imprenditore svizzero Napoleone Leumann chiese infatti all’ingegnere Pietro Fenoglio di realizzare un quartiere operaio in stile liberty così da poter offrire una casa ai lavoratori della sua fabbrica. Il risultato fu un villaggio di 60mila metri quadrati con più di 60 edifici e 100 alloggi.
# Rischiava di diventare un quartiere fantasma
Credits: @innamoratopazzo8 Villaggio Leumann
Negli anni Settanta però il cotonificio chiuse e il villaggio Leumann sembrava destinato a diventare un quartiere fantasma. Fu grazie all’interesse della comunità e del comune di Collegno che oggi il villaggio Leumann è ancora così com’era un secolo fa. Il Comune, infatti, annesse il villaggio alle sue proprietà e, dato che l’intero quartiere residenziale aveva perso la sua funzione, decise di preservare le sue bellezze e riassegnare alcune case secondo le norme dell’edilizia residenziale pubblica, mentre altre sono rimaste agli operai e alle loro famiglie. Da quindi quartiere destinato a scomparire, il villaggio Leumann è diventato un luogo unico nel suo genere, un posto dove sembra di essere ancora a fine Ottocento.
# Il tempo si è fermato alla fine dell’Ottocento
Credits: @achille_jus Villaggio Leumann
Tra la vecchia scuola dei figli degli operai, gli edifici e le case liberty, i richiami ai paesini svizzeri sono ovunque. Passeggiando per il quartiere, è possibile anche scorgere la vecchia stazione Torino-Rivoli e la chiesa eclettica di Santa Elisabetta. Il Comune di Collegno ha proprio voluto mantenere vivo il villaggio Leumann, infatti vengono organizzate tantissime iniziative che puntano sul fatto che qui il tempo si è fermato.
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A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI
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Ogni settimana ci fermiamo in una stazione della metro di Milano. Senza allontanarci troppo. Oggi restiamo nei dintorni della Centrale.
La FERMATA del giorno: 7 cose da vedere e fare intorno alla STAZIONE CENTRALE
Credits Damiano Baschiera-unsplash – Stazione Centrale
#1 Il Bar: Crazy Cat Cafe
IG crazycatcafe
Se si è in anticipo per un treno, un bel caffè da Crazy cat cafe può essere il passatempo ideale. Se non si è allergici ai gatti, però. Infatti, questo piccolo cafè è la casa di 9 gatti, che sonnecchiano tra un tavolo e l’altro, godendosi qualche coccola dai clienti.
#2 Il Gelato: al Gelato Giusto
Credits: https://web.gelatogiusto.it/
Gelato Giusto vanta uno dei gelati più genuini, freschi e autentici di Milano: nessun conservante o colorante.
Risalente all’epoca sforzesca, della cascina in realtà sono rimasti solo la cappella, l’edicola e il porticato. Già dall’esterno si possono scorgere degli affreschi che decorano il porticato. L’autore di questi e della struttura intera in realtà non è noto, ma si pensa all’architetto e pittore Donato Bramante.
Con il suo stile neogotico eclettico, è una delle più belle chiese della città. Quasi incastrata nel panorama della piazza omonima, il santuario di San Camillo de Lellis è spettacolare e merita anche solo un’occhiata dall’esterno, se non si desidera entrare.
Si tratta di una delle più grandi librerie in Europa per bambini e ragazzi. Offre un’ampissima selezione di libri e attività per i più piccoli, come corsi di lettura a laboratori.
#6 Il monumento: La mela reintegrata
La Mela davanti alla Stazione Centrale
Opera di Michelangelo Pistoletto, si trova nel mezzo della Piazza Duca D’Aosta ed è simbolo del passaggio evolutivo che coinvolge l’intera società umana. “Rappresenta la ricomposizione degli elementi opposti: natura e artificio. La mela significa natura; il morso della mela significa artificio, così come lo vediamo utilizzato in un marchio di computer mondialmente diffuso posto ad emblema della tecnologia che sostituisce integralmente la natura”, come si può leggere su www.cittadellarte.it/.
Noto anche come Casa Felisari, si trova in via Settembrini ed è un edificio in stile liberty che però presenta delle caratteristiche medievaleggianti. Costruito nei primi anni del secolo scorso, con i suoi mattoni a vista e decorazioni in cemento è sicuramente uno degli edifici più particolari della zona.
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Ecco una selezione con i locali più interessanti nei comuni dell’hinterland nord di Milano e della provincia di Monza e Brianza.
I 7+1 LOCALI più INTERESSANTI dell’HINTERLAND a nord di Milano
#1 Cpiace, dove provare un’esperienza culinaria unica a Cinisello Balsamo
Credits cpiace FB – Cpiace
Cpiace, nato nella primavera del 2020 dalla trasformazione del Nevada Saloon, ha deciso di puntare su piatti di altissima qualità e una cucina tradizionale, imperdibile la carne di fassona, per offrire al cliente un’esperienza culinaria unica. Aperto anche a mezzogiorno, tra i punti di forza del locale c’è il cocktail bar, dove sorseggiare ottimi cocktail, dai classici ai più creativi, vini selezionati e birre speciali anche nel dopocena, e la pinseria, con la pinsa romana composta da 3 farine e lievitata 48 ore.
Indirizzo: via Giovanni Frova, 24 – Cinisello Balsamo (MI)
#2 Cacao apericena & lounge a Sesto San Giovanni
Credits cacao apericena & lounge IG – Cacao
Nato nel 2007 a Sesto San Giovanni, nella zona della Breda e della Falck, Cacao apericena & lounge è stato pensato come locale in cui buona musica, cibo e drink potessero viaggiare all’unisono. Rivisitate le ambientazioni dagli anni settanta in poi, è dotato anche di un ampio spazio esterno.
Indirizzo: via Giosuè Carducci, 43 – Sesto San Giovanni (MI)
#3 Place’s Pub, atmosfere anni ’90 a Cusano Milanino
Credits place’s pub Fb – Place’s pub
Il Place’s pub di Cusano Milanino richiama le atmosfere dei pub anni ’90. I punti di forza sono l’ampio spazio all’esterno e il menù molto ricco che spazia dagli hamburger ai piatti di carne, pizza e molti antipasti.
Indirizzo: via Omodei, 9 – Cusano Milanino (MI)
#4 Lola, ispirato ai loft newyorkesi
Credits lolalvingbar IG – Lola
Pensato come se dovesse richiamare la convivialità del salotto di casa, Lola Living Bar si ispira al concetto di loft newyorkese. Progettato in stile tipicamente lounge con forti connotazioni modaiole, ruba la sua anima al design anni ’70.
Indirizzo: viale della Repubblica, 131 – Lissone (MB)
#5 Zero3nove, un punto di riferimento a Monza per i cocktail
Credits kiaraetta IG – Zero3nove
Zero3nove è un cocktail bar a Monza, aperto dal 1999, disposto su due piani e con un arredamento dal design moderno. Non manca un ampio spazio esterno con annesso giardino. Il punto di forza sono i cocktail, classici e rivisitati, con tantissime varianti del Mojito, e la musica di sottofondo che spazia dal Chillout alla Deep House.
Indirizzo: via Sempione, 15 – Monza
#6 Discovery Pub, il primo pub nell’hinterland nord milanese
Credits discoverypub.it – Discovery
Discovery Pub nasce a Paderno Dugnano, in una villa degli anni ’50, il primo pub nell’hinterland nord milanese. La sua storia trentennale, iniziata il 25 maggio 1985, continua nel 2016 in nuova sede sempre a Paderno Dugnano, con una proposta culinaria variegata e ricercata.
#7 Level, il cocktail bar innovativo con chiringuito a Desio
Credits level_cocktailbar IG – Level
Il Level è un cocktail bar innovativo, sobrio ed elegante, dove luci soffuse e musica selezionata creano un ambiente confortevole. Arredato con comodi divani in pelle ed un fantastico bancone all’americana, in estate entra in gioco lo spazio esterno con un chiringuito dove vengono preparati i cocktail.
Indirizzo: via Forlanini, 71 – Desio (MB)
#7+1 Bar Coppa d’oro dal 1976 a Muggiò
Credits arianna b tripadavisor – Coppa d’oro
L’ultimo della lista è il Bar Coppa d’Oro a Muggiò. Noto per le sue deliziose coppe di gelato dal 1976, al suo interno si possono gustare crepes dolci e salate, ma anche panini, piadine, focacce e pizze da accompagnare con birre selezionate.
Indirizzo: via Camillo Benso Conte di Cavour 10/A – Muggiò (MB)
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità
Il fatto che il comune di Milano, in special modo questa giunta, abbia poca simpatia per le auto è cosa nota. Concordiamo che il traffico automobilistico sia causa di
inquinamento, traffico, rumore e diversi altri problemi. Siamo però altresì consapevoli che, sebbene vadano incentivati sia il trasporto pubblico sia quello a due ruote, le automobili siano insostituibili. Soprattutto per chi viene da fuori o dalla periferia della città, dove i collegamenti non sempre sono dei migliori.
Quando si parla di auto a Milano però, il problema arrivato ad un punto di non ritorno è quello del parcheggio. Non tutti possono permettersi un box e non tutti
rientrano nella categoria dei privilegiati (criterio non molto di sinistra…) degli aventi
diritto alle strisce per “solo residenti”, strisce posizionate a macchia di leopardo
in tutta la città con un criterio decisamente discutibile, per non dire a casaccio.
# Quando neanche IL GLORIOSO PASSATO di una città può aiutare
https://www.wikiwand.com/it/Casa_automobilistica
Milano era la capitale dell’auto: Alfa Romeo, Isotta Franceschini, Innocenti. L’automobile per la nostra città era un vanto, una eccellenza industriale che dava
lavoro e creava ricchezza. Ora, cancellata ogni traccia di quel importantissimo passato
industriale quasi da dover nascondere scelte politiche sconsiderate, possedere un
mezzo a quattro ruote sta diventando una colpa da scontare.
Oltre alle spese dell’acquisto della automobile, il costo del carburante sempre
più caro, le spese per le tasse, dell’assicurazione e della manutenzione, che
rendono il possesso di un’auto sempre più un lusso , oggigiorno a Milano ci si deve anche sentire colpevoli di infilare la chiave nel cruscotto.
Quante volte dopo aver percorso innumerevoli giri intorno a casa, magari di ritorno
da un lungo viaggio, si deve faticare imprecando per poter posteggiare?! In alcune fasce orarie parcheggiare è praticamente impossibile.
Una volta riusciti nell’impresa si deve poi sperare la mattina seguente di non
trovare specchietti rotti, graffi, vetri infranti. Ovviamente
tutti reati per i quali non ci sarà mai alcuna punizione per i colpevoli.
La situazione sta peggiorando sempre di più, ma la cosa sconcertante è che all’orizzonte non si scorge alcun progetto o proposta sensata che possa offrire una soluzione a questo annoso problema. Il tutto si riduce a invitare a usare auto elettriche in condivisione o ad andare su due ruote: improponibile!
Viene da domandarsi se i nostri amministratori parcheggino mai, se vedono che Milano
è sommersa di auto, se notano che i cartelli di divieto di sosta non vengono nemmeno più
rispettati e che la gente si arrende davanti alla possibilità di prendere una multa piuttosto che impazzire ore per trovare un posto. Sanno che in certi orari e in certe zone si è oramai rassegnati a non parcheggiare e a fare innumerevoli giri, posteggiando poi in qualche maniera lontanissimo? Non vogliamo pensare che lo scopo sia proprio quello di elevare contravvenzioni per fare cassa…
Possibile che tra un annuncio ecochic e un altro supergreen non si pensi a costruire parcheggi sotterranei che, in più, non costino una fucilata? E a ideare progetti che diano finalmente una soluzione a questa situazione disastrosa?
Possibile che quando viene concesso il permesso per costruire una sala bingo o una palestra o un luogo aperto al pubblico, non si preveda anche un adeguato numero di posti auto? Così come non si può mettere al servizio anche dei non clienti parcheggi dei supermercati o di altre strutture commerciali?
Da un lato ne si vuole disincentivare del tutto l’uso e dall’altro lo Stato offre sovvenzioni per l’acquisto. E ci si dispera se il settore auto va male?
Che senso ha, inoltre, mettere una enormità di divieti se poi, soprattutto in certi orari, nessuno controlla e non li fa rispettare? Si trovano auto sulle strisce pedonali, sullo spazio riservato alla fermata dei mezzi pubblici, auto sui marciapiedi…
Piuttosto che la giunta lo dica chiaramente: possedere un’automobile diventerà sempre più un privilegio riservato ai ricchi. Soprattutto quelli che vivono in area C.
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Sono ormai oltre 30 anni che i comuni e i residenti lungo l’asse della Paullese chiedono che la linea gialla venga prolungata fuori Milano. I precedenti progetti preliminari realizzati sono stati bocciati dalla Corte dei Conti. Ora però sembra aprirsi uno spiraglio grazie anche i fondi stanziati dal Ministero dei Trasporti. Vediamo come potrebbe essere realizzata l’opera.
🔴 M3 fino a PAULLO: finanziato il progetto per una “METRO a METÀ”
# Assegnati 5,5 milioni di euro per la redazione dello studio di fattibilità per l’estensione della M3 a est
Credits: laprovinciacr.it m3 a Paullo
All’interno del pacchetto di 732,3 milioni di euro assegnati nei giorni scorsi dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile per il potenziamento delle metropolitana milanesi, ne sono stati destinati 5,5 milioni alla redazione del PFTE (progetto di fattibilità tecnico economico) per l’agognata estensione della linea M3 fino a Paullo. Una questione dibattuta da oltre 30 anni ma che potrebbe finalmente trovare una soluzione, anche se non quella sperata dai pendolari.
# Il nuovo progetto prevede 11 fermate, ma solo 2 di metropolitana
M3 fino a Paullo PFTE
Il nuovo progetto presentato dal Comune di Milano al Ministero dei Trasporti prevede la prosecuzione del tracciato della M3 in una doppia modalità. Dall’attuale capolinea di San Donato la linea proseguirebbe come metropolitanaper circa 5 km e altre due fermate, San Donato Centro e Peschiera Centro, per poi effettuare una rottura di carico e da quel punto ripartire come metrotranvia per altre 9 fermate: Peschiera Bellaria, Peschiera Matteotti, Peschiera Bettola, Pantigliate-Vigliano, Medolla, Settala-Caleppio e le ultime 3 fermate nel comune di Paullo. Una scelta dettata da un rapporto costi/benefici negativo, a causa di una prevista bassa affluenza di passeggeri, in caso di costruzione di una metropolitana oltre il centro di Peschiera Borromeo.
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A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI
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Greta Sclaunich. Giornalista del Corriere della Sera. Una friulana a Milano.
Greta SCLAUNICH: “nella mia Milano si è ORGOGLIOSI di essere MILANESI”
Greta Sclaunich
La cosa che ami di più di Milano?
È aperta e cosmopolita, ed è ancora amisura d’uomo: c’è tutto quello che serve e in centro ci si può tranquillamente muovere a piedi.
Quella che invece ti piace di meno?
L’inquinamento! E il fatto che la nebbia, che io amo e che mi ricorda il mio Friuli, sia praticamente sparita.
Credits: milanofanpage.it – Inquinamento a Milano
Il tuo locale preferito?
The Space cinema, in via Santa Radegonda: un posto magico, voglio godermelo il più possibile prima che diventi (l’ennesimo) centro commerciale.
Credits:@tardisyl The Space Cinema
Il tuo passatempo preferito a Milano?
Sbirciare nei portoni aperti e incustoditi! Milano ha una bellezza nascosta, spesso bisogna fare un piccolo passo in più per scovarla.
La canzone su Milano a cui sei più legata?
“Sei bella come Roma” di Viito, anche se Milano è presente solo nel ritornello (e non ci fa una gran figura).
Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?
Il giardino di Villa Monastero a Varenna: quando ho bisogno di staccare, anche solo per un pomeriggio, prendo il treno e in circa un’ora sono in riva al lago di Como. A portata di bici, invece, l’Idroscalo.
La cosa più bella che ti è capitata a Milano?
Il lavoro che ho sempre sognato di fare: giornalista al Corriere della Sera.
Greta Sclaunich
La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?
Moscova, per la ragione di cui sopra.
La cosa più curiosa che hai visto a Milano?
Una tomba del 1800 nella cantina del mio palazzo (giuro! Se qualcuno ha idea di come possa localizzarne la provenienza e ritrovare i familiari, si faccia avanti).
Il quartiere che ami di più?
Porta Venezia, dove vivo: mi piacciono le sue vie strette con tanti negozi e locali, il fermento e i riferimenti storici al Lazzaretto e ai Promessi sposi.
Credits: Andrea Cherchi – Casa Galimberti – Porta Venezia
Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?
…ti scrivo perché sono stanca di vedere Milano ai primi posti nelle classifiche delle città più inquinate. Vorrei più mezzi pubblici con fasce orarie più estese, più ciclabili e in generale più attenzione al verde.
Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?
Sì, la trovo una buona idea.
Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?
Non so se sceglierei una città, di sicuro un posto sul mare.
Credits: @youngpeoplehotels Rimini
Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?
Li investirei nella cultura: musei gratis per tutti, come a Londra.
Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?
Molto spesso, quando chiedo alle persone che incontro di dove sono, mi rispondono citando le regioni dalle quali provengono le loro famiglie, anche se magari loro stesse sono nate e cresciute a Milano. La trovo una cosa curiosa: da un lato è bello tenersi strette le proprie origini (io per prima, anche se vivo qui da 13 anni, continuo a definirmi friulana) ma dall’altro ho l’impressione che ci sia una sorta di rifiuto di sentirsi milanesi. È come se, in un certo senso, ci fosse una difficoltà ad integrarsi davvero in questa città per chi viene da fuori, soprattutto dalla provincia. Mi piacerebbe che questa situazione cambiasse, che fosse più semplice sentirsi milanesi e che ci fosse l’orgoglio di definirsi tali.
Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano
MILANO CITTÀ STATO
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Dopo oltre due anni di stato di emergenza sanitaria oggi, primo aprile, l’Italia torna a essere “normale”. Anche la data è simbolica.
La sensazione diffusa è un generale disorientamento. Nessuno di noi ha ancora capito esattamente che cosa abbiamo vissuto, cosa era autentico e cosa invece era frutto di suggestione o ipnosi collettiva.
Stiamo vivendo come in quei film distopici, tipo Inception o Fight Club, in cui non si capisce bene cosa sia reale. Anzi, spesso, il finale rivela che era tutto un sogno o comunque diverso da quello che si credeva.
Lo stato di emergenza si è via via innalzato come un enorme castello di carte fatto di una pletora di norme farraginose e spesso contraddittorie: questo castello che invece di cadere rimane parzialmente in piedi come le rovine di una civiltà ormai scomparsa, tipiche del territorio italiano.
Solo il tempo ci dirà se questo primo di aprile lo ricorderemo come una data di libertà o come un perfido scherzo.
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Kristen Grove. Storica dell’arte, celebre vee-jay negli anni d’oro di MTV Italia, conduce programmi in radio ed è attiva in progetti a impatto sociale, soprattutto per rendere più sano l’ambiente in cui viviamo. Nata a Pittsburgh, ha scelto Milano.
Kristen GROVE: “la mia MILANO sarà la città con l’ARIA più PULITA d’Europa”
KRISTEN GROVE
La cosa che ami di più di Milano?
Mi piace il fatto che sia una città sempre più internazionale e all’avanguardia, un luogo cosmopolita e moderno che però non ha perso il legame con il suo passato ricco d’arte. Amo le persone e le connessioni che ho creato nel tempo. Un’altra cosa che mi piace di Milano è che è relativamente piccola e che ci si possa spostare facilmente grazie ai trasporti pubblici e ai veicoli elettrici…raramente utilizzo la macchina.
Credits: @Semplicemente Milano di Andrea Cherchi (FB)
Quella che invece ti piace di meno?
Una delle cose che meno mi piace è l’inquinamento dell’aria qui a Milano, ci penso tutto il tempo e mi rende davvero molto triste. I parchi sono poco curati e poco valorizzati. Penso che ci sia il bisogno di aggiornare l’intero senso della natura in città.
Credits: formulapassion.it
Il tuo locale preferito?
Il mio locale preferito dopo questi anni di pandemia è diventata casa mia, ho davvero cominciato ad apprezzare e ad amare lo stare in casa.
Il tuo passatempo preferito a Milano?
Mi piace tanto passare il mio tempo libero camminando per le vie di Milano, e mantenendomi in forma all’aria (inquinata) aperta dentro un parco (da curare). Un ́altra cosa che adoro di Milano è la facilità con cui io posso incontrare le persone a me care per un semplice caffè o un aperitivo.
La canzone su Milano a cui sei più legata?
Giovanni D’anzi – Oh Mia Bela Madunina
Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?
I dintorni di Milano che amo di più, non riuscirei a definirli, anche perché quando mi sposto dal centro raggiungo posti e luoghi relativamente lontani. Sono affezionata ad alcuni agriturismi, dove all’interno si riesce ad apprezzare e poter acquistare una varietà di prodotti biologici.
La cosa più bella che ti è capitata a Milano?
Milano e l’Italia in generale mi hanno davvero insegnato a sforzarmi, a come lavorare duramente, a come essere paziente e a come dimesticarmi nei rapporti commerciali. La realizzazione dei progetti sembra richiedere così tanto tempo e molto impegno, per questo sento che Milano mi ha davvero aiutata a crescere in ambito lavorativo, questo sono riuscita a capirlo per la mia esperienza di lavoro a livello internazionale, dove in altri luoghi i progetti riescono ad ottenere forma con molta più facilità. É proprio per questo, con l’influenza dell’Italia, che il mio stile di lavoro è cambiato, perché l’Italia ti insegna che anche se ci vuole così tanto tempo per fare qualcosa, quando la porti a termine, ti senti davvero soddisfatto di ciò che sei riuscito a concludere. Posso davvero dire che Milano mi ha formato per quanto riguarda il mondo lavorativo e mi ha davvero insegnato come curare le mie relazioni e navigare all’interno della mia rete di contatti.
La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?
Sono affezionata alla grafica della metro, mi rende molto felice, adoro la storia che circonda il Design e la grafica di Milano con Franco Albini. Mi sento sempre con un grande senso di calore e mi fa sentire orgogliosa ogni volta che vedo le grafiche all’interno della metro.
Ph. danielemik (pixabay)
La cosa più curiosa che hai visto a Milano?
Sono stata sorpresa quando ho scoperto le reliquie dei Re Magi in piazza Sant’ Eustorgio. La torre ha una stella con 8 punte che allude ai Re Magi. Tutto ciò mi affascina e incuriosisce, come anche apprendere di tutte le chiese che sono state costruite una sopra all’altra. Adoro la giustapposizione della storia, dalla storia antica alla storia moderna e della cultura cosmopolita moderna che riesce ad amalgamarsi insieme e creare un fascino misterioso.
Credits: @alessia_dimo_ Basilica Sant’Eustorgio
Il quartiere che ami di più?
Ho vissuto tanti anni sul Naviglio, e quando ero giovane mi piaceva davvero. Adesso vivo nella zona di Porta Romana e mi piace molto, la trovo bella e calma, ho anche passato tempo nella zona di Nolo e trovo che ci sia una bella vibrazione da quelle parti.
Credit Andrea Cherchi – Porta Romana
Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?
Caro Sala ti scrivo. Ti ringrazio per aver attuato e stabilito delle misure per cambiare la situazione nel 2023 riguardo l’inquinamento atmosferico nella nostra città. Nessuno merita di vivere respirando quest’aria, è terribile. Grazie per avere nelle tue priorità il cambiamento dei sistemi di riscaldamento così da poter ridurre il pm. Spero vivamente che in questo cambiamento ci siano incluse scuole ed edifici pubblici dentro la nostra città.
Credits: @marco.9lli BAM
Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?
A favore.
Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?
Se non dovessi più vivere qui a Milano, penso di esser pronta per vivere anche nelle periferie, nelle campagne. Se dovessi proprio vivere in un’altra città, magari proverei a vivere a Los Angeles, forse New York, sicuramente non Londra, anche Parigi mi incuriosisce.
tramonto sulla Muzza
Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?
Non so se due miliardi potrebbero bastare per quello che vorrei fare.
Prima di tutto cambierei tutti gli impianti di riscaldamento in tutti gli edifici pubblici. Ognuno di questi edifici con antichi impianti di riscaldamento immettono troppo inquinamento nell’aria e avrebbero bisogno di essere revisionati e cambiati. Insieme a questo mi concentrerei anche sulla creazione di più parchi, curando anche i parchi che già abbiamo piantando più alberi. Mi piacerebbe davvero che Milano possa diventare un paradiso di edifici cosmopoliti, edifici antichi e molta natura.
Creerei anche una zona a inquinamento 0 nel centro della città, non consentendo alle macchine il transito. Solo veicoli elettrici o veicoli che non inquinano avrebbero il consenso per il passaggio nel centro, creare una rete di veicoli con zero inquinamento per facilitare lo spostamento di persone in differenti zone.
Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?
Vorrei davvero che Milano diventasse una città di aria pulita. Una città che non sia paralizzata dall’inquinamento atmosferico. Milano è una città piena di arte, cultura, bellezza, quindi per me non ha senso non adottare misure critiche e definitive per ripulire la qualità dell’aria. Quindi sì, il mio più grande auspicio per Milano è che diventi la città con l’aria più pulita di Europa.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
L’aperitivo alla milanese è stato lanciato a Milano da Vinicio Valdo verso la metà degli anni’70 e, come una macchia d’olio, ha iniziato a diffondersi senza sosta dapprima nel capoluogo lombardo e poi in tutta la penisola. Col tempo l’aperitivo ha cambiato nome, trovando accostamento del nickname happy hour rispetto al nomignolo di partenza e venendo incastonato a orari diversi e in formule svariate in tutti i locali milanesi. É così che con gli anni sono nati l’equivalente dei caffè letterari di inizio Novecento: gli aperitivi culturali di Milano.
Gli APERITIVI CULTURALI di Milano
# Colibrì
Credits: @erminiag Colibrì
Il Colibrì, confortevole caffè e libreria dall’atmosfera bohemienne sito nel cuore di Milano, rappresenta un vero e proprio salottino letterario di sapori, è un bar ma è anche una libreria, è un luogo di aggregazione per chi vuole condividere una colazione, un drink, un pasto o una bella serata. Rappresenta il perfetto compromesso per chi vuole passare del tempo in tranquillità immerso nella buona musica e nei libri, tra spazi colorati e cortili nascosti, ma anche per chi vuole divertirsi con gli amici e bere dei cocktail fatti con autentica passione.
# Al Cortile
Credits: @marcellamarra_mm Al Cortile
Nell’elegante locale di via Giovenale 7 si trova un vero e proprio tesoro nascosto. Creazione del Food Genius Academy nato durante EXPO 2015, l’aperitivo Al Cortile si consuma in un modernissimo loft che oltre a offrire drink e stuzzicheria fra le migliori ospita anche show room di artisti, architetti e designer emergenti. Il servizio cucina è fornito dai migliori studenti dell’Accademia. E la location è da 10 e lode.
# Santeria Paladini
Credits: @pennylena Santeria Paladini
La Santeria è una piccola perla della zona orientale di Milano, poco al di sotto di Lambrate e del variopinto quartiere di Città Studi. É possibile scegliere fra aperitivo con menù fisso o consumare drink e birre fra le più pregiate dentro un delizioso giardino ricavato in un cortiletto interno, mentre dentro il locale c’è uno spazio mostre, concerti e presentazioni letterarie. La Santeria di Via Paladini 8 è l’ “originale”, nata nel 2011. Nel 2015 è stata affiancata dalla sorellona di Viale Toscana, sulla circonvallazione esterna. Oltre a questo, c’è un negozio di dischi, libreria e cortile esterno “total green”. L’East Side di Milano, in tutto il suo verde splendore.
# Mare culturale urbano
Credits: @maremilano mare culturale urbano
Spostandoci più a ovest nel multietnico quartiere Harar a San Siro (via Gabetti 15) troviamo il Mare Culturale Urbano. Un vero e proprio centro di produzione artistica e culturale e, al contempo, un luogo di aggregazione che gravita attorno al “Mare Birra e Cucina”, ovvero la parte food & drink di questo curioso locale. Eventi letterari, mostre fotografiche e non solo trovano spazio fra queste mura. In una location deliziosa non molto diversa da quella del locale di cui vi parlo al prossimo punto.
# Cascina Cuccagna
credit: zero.eu – Cascina Cuccagna
Si trova in zona Porta Romana ed è una cascina settecentesca recuperata all’uso pubblico. Abbandonata per molti anni, si è affermata negli ultimi anni in un luogo di incontro e aggregazione, grazie all’iniziativa di una rete di cittadini e associazioni: l’Associazione Consorzio Cantiere Cuccagna (ACCC). Dalla riapertura del 2012, la Cascina Cuccagna ha raccolto attorno a sé persone, organizzazioni e imprese che compongono la Comunità Cuccagna e che sviluppano progetti e attività legati agli stili di vita sostenibili, all’alimentazione sana, all’agricoltura urbana, all’economia circolare, alla riscoperta del saper fare e all’integrazione culturale e sociale. Negli altri spazi, Cascina Cuccagna promuove iniziative e progetti, come ad esempio il Mercato Agricolo della Cuccagna, e ospita eventi pubblici e privati che contribuiscono alla vita culturale e collettiva della comunità. Al suo interno, anche un ristorante.
# Frida
Credits: @themagicofaphoto Bar Frida
Quello del Frida è un nome ben noto, custodito tra le strade del movimentato quartiere di Isola. Qui oltre al bar troverete anche un piccolo negozietto dal gusto vintage ( bracciali, collane, antiquariato, modernità ma non solo), potete pensare di rinfrescarvi con una birra, un vino o un cocktail e stuzzicare qualcosa da mangiare: il tutto mentre chiacchierate con i vostri amici di sempre, immersi nel verde cortile interno. Spesso poi questo locale nel cuore della Milano post-industriale ospita nella spaziosa sala interna presentazioni di libri, rassegne artistiche di creativi emergenti e molto, molto altro ancora.
# Long Song
Credits: @longsongbooks Long song
Secondo il modo in cui gli stessi gestori si autodefiniscono, il Long Song cafè di Via Stoppani altro non è che una caffetteria bistrot, una libreria di usato, modernariato e vintage. Presso questo originale locale sito in un’arteria del quartiere arcobaleno di Porta Venezia infatti, è possibile non solo gustare ottimi caffè e tutto ciò che ad esso gravita, ma anche sedersi al suo interno (o nei carinissimi tavoli al di fuori se la stagione lo permette), lavorare al pc e sfogliare uno dei tantissimi testi che si trovano alle spalle degli avventori.
Conoscete altri locali dove è possibile gustare un “aperitivo culturale”? Segnalateli nei commenti!
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Un ponte tanto lungo da riuscire a collegare non solo due regioni o due Stati, ma bensì due continenti. Sembra quasi impensabile eppure, ci sono due continenti molto vicini tra loro, anzi attaccati, e a volte l’acqua che li divide può essere battuta semplicemente costruendo un ponte. Una grande opera ingegneristica che è stata appena inaugurata, un ponte accolto con entusiasmo da alcuni capi di Stato, ecco dov’è questo ponte tanto importante.
Inaugurato il PONTE SOSPESO più LUNGO del mondo: collega due CONTINENTI
# Il ponte che collega due città e due continenti, ma tutto in un unico Stato
Credits: @laprensaturca Çanakkale Bridge
Si tratta del ponte che attraversa lo stretto dei Dardanelli e che collega l’Asia all’Europa. Chiamato ponte della battaglia di Gallipoli (Çanakkale Bridge), in ricordo del conflitto durante la Prima Guerra Mondiale dove la flotta Ottomana sconfisse quella britannica, l’opera ingegneristica è stata inaugurata dalla Turchia lo scorso 18 marzo.
Il ponte, seppure può apparire un po’ strano, collega due continenti ma si trova all’interno di un unico Stato: il Çanakkale Bridge infatti unisce la parte europea della Turchia e quella asiatica. Grazie al ponte della battaglia di Gallipoli chi vuole attraversare lo stretto potrà risparmiarsi un’ora e mezza di traghetto, percorrendo invece questo ponte complessivamente lungo 3911 metri.
# Un’unione tra Oriente e Occidente
Credits: @laprensaturca Çanakkale Bridge
Oltre ad essere particolarmente funzionale, il Çanakkale Bridge è entrato nel guinness dei primati. Per costruirlo si sono impiegati 5 anni e ha richiesto un investimento di circa 2,7 miliardi di dollari, ma la sua realizzazione è stata ben accolta sia dal Capo di Stato turco sia da quello della Corea del Sud. L’opera è stata infatti finanziata da entrambi gli stati anche con lo scopo di rafforzare i rapporti tra questi. Interessanti sono state le parole pronunciate dal Primo Ministro della Corea del Sud che ha ribadito come “questo ponte unirà Oriente e Occidente e porterà pace e prosperità”. Ma quello che fa entrare il ponte nel guinness dei primati è proprio la sua lunghezza: complessivamente misura 3911 metri mentre tra le due torri ci sono 2023 metri.
# 2023 metri sospesi sull’acqua
Credits: @turkiyenewsen Çanakkale Bridge
Questi dati lo rendono il ponte sospeso più lungo del mondo, superando il suo predecessore, il ponte dello stretto di Akashi, solo di 32 metri. Il ponte che collega più precisamente la città europea di Gelibolu (Gallipoli) a quella turca di Lapseki rimane in piedi e “sospeso” grazie alla particolare struttura di cavi e elementi rigidi che collegano le due torri, mai fino ad ora si era arrivati a 2023 metri di ponte senza incontrare una torre o in generale un supporto impiantato nel terreno. Ad ogni modo questo ponte è stato una vera svolta per i cittadini delle due città che ora si possono raggiungere in 6 minuti di strada piuttosto che in un’ora e mezza di traghetto.
Internet delle cose ed una tecnologia che da anni è in fase di sviluppo, per aumentare la sicurezza delle strade, fa ora un progresso grazie agli sforzi di un produttore americano di auto. Vediamo i dettagli
I nuovi SEMAFORI INTELLIGENTI: Milano città pilota?
# Semafori e veicoli che dialogano tra loro
Credits: alvolante.it
C’è una parte di tecnologia che da qualche anno ha smesso di fare parte del cosiddetto futuro, passando di diritto nella realtà. Succede ad esempio con l’immagine di un ambiente urbano connesso, via internet, a tutto l’eco-sistema che lo abita.
Siano essi pedoni, o veicoli, nelle città tutto sarà interconnesso. È ciò che cerca di anticipare il progetto della Connected Traffic Light Technology o CTLT, una sperimentazione voluta da Ford e che sfrutta la connessione dei veicoli con le infrastrutture.
Tutta la comunicazione converge per inviare informazioni ai semafori, che saranno così in grado di cambiare i tempi di percorrenza del traffico e privilegiare un veicolo. Ad esempio per far scattare il verde per i mezzi di soccorso.
Il motivo principale per cui è nato il progetto CTLT è proprio questo: evitare che un qualunque mezzo di soccorso, perda istanti preziosi imbottigliato nel traffico.
Ogni cellula di un ipotetico eco sistema urbano, sarà quindi in grado di fornire la propria posizione, permettendo a sofisticati software di elaborare le condizioni in tempo reale e, ad esempio, far scattare il verde se un’ambulanza o un’autopompa dei vigili del fuoco, si dovessero trovare a percorrere una traiettoria trafficata nell’ora di punta.
Connected Traffic Light Technology è in fase avanzata di test ad Aachen, in Germania. Rivela qualche particolare Martin Sommer, research Engineer Automated Driving Europe di Ford, che spiega anche l’ispirazione del progetto: «L’ultima cosa che si vuole, è che i soccorritori rimangano bloccati tra gli altri veicoli in attesa al semaforo».
Per questo innovativo esperimento sono in campo 11 semafori, dislocati in due diversi modi ad Aachen: 8 consecutivi su una strada cittadina e 3, sempre consecutivi, appena fuori città. La comunicazione tra veicolo e semaforo è garantita dalla tecnologia C-V2X, Cellular Veichle-to-everything. La piattaforma collega il veicolo test, in questo caso una Kuga Plug-in ibrida, con l’infrastruttura e gli altri utenti.
L’impianto semaforico è stato quindi messo alla prova, simulando un’emergenza, cambiando i tempi standard di luci verdi e rosse, indicando al semaforo di far scattare il verde per il passaggio del veicolo test.
Una volta passata la Kuga, dotata della tecnologia Adaptive Cruise Control di Ford, il semaforo ha ricevuto l’input di tornare alla sequenza standard, non prima di aver registrato i tempi di percorrenza del veicolo di soccorso.
# Big Data e risvolti sul traffico “civile”
Credits: geralt, via Pixabay
Questa mole di dati raccolta, sarà in grado di perfezionare anche le dinamiche cittadine e messa a disposizione per migliorare la routine.
Il veicolo test, infatti, non ha solo simulato il passaggio di un veicolo di soccorso, ma ha anche interpretato il ruolo del semplice user urbano. Nelle prove di uso quotidiano, il veicolo ha ricevuto dal semaforo, con largo anticipo, i tempi di percorrenza per l’incrocio e la tempistica di attesa per il semaforo verde. La tecnologia adaptive è stata in grado di suggerire un rallentamento da 50 Km/h a 30 Km/h, cronometrare l’avvicinamento e giungere al transito dell’incrocio con luce verde.
Si tratta di un’opportunità per ridurre, ad esempio, le frenate brusche, ma anche il consumo di tempo e risorse in fermata al semaforo, con tutto vantaggio per gli automobilisti e le emissioni del veicolo.
# Perché dovrebbe essere Milano la città pilota
Credits: Mocauto Group
Milano è una città che su certi tratti, a determinate ore del giorno, è congestionata dal traffico veicolare. È la settima città al mondo per traffico, ma anche una città dove la tecnologia è continuamente implementata. La connessione mobilità/tecnologia potrebbe essere concentrata lungo Melchiorre Gioia, molto frequentata in qualunque ora, oppure in una stretta via del centro, tipo Via Manzoni (da e verso Piazza della Scala).
Un test di questo tipo verrebbe accolto con entusiasmo e curiosità da parte dei milanesi?
Non resta che chiedere ai creatori e gestori di queste tecnologie, di portare a Milano queste tecnologie
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Con la primavera è arrivato anche un rinnovato desiderio di viaggiare, vedere nuove città, passeggiare al sole, visitare le più belle attrazioni europee. La scelta è ampia, ma quali sono le mete low cost più belle per trascorrere un indimenticabile weekend?
Weekend LOW COST in Europa ad aprile: le METE IMPERDIBILI da Milano
# Spagna: Ibiza (da 50 a 180 euro A/R)
Ibiza (da pixabay)
Sorprende scoprire che Ibiza non è solo la classica meta estiva all’insegna del divertimento, ma offre tantissime esperienze e luoghi di storia e relax. Un weekend è il periodo di tempo perfetto per visitare la città di Ibiza, chiamata anche Eivissa o Vila.
La città alta, considerata Patrimonio Mondiale dell’Umanità raccoglie diverse culture, dai fenici ai romani fino ai catalani. Attraversando il ponte levatoio alle porte della città si incontra il Portal de yes Taules che porta alla Plaza de Vila. Proseguendo per i vicoletti pensati dall’architetto italiano Clavi si possono visitare la chiesa dell’Hospitalet, la Cattedrale, il Castello che si appoggia all’Almudaina, una struttura fortificata, formata da 9 torri, destinata dagli arabi a centro militare e amministrativo del governatore.
# Spagna: Valencia (da 100 a 140 euro A/R)
Valencia (da pixabay)
Da non perdere la terza città per importanza e charme dopo Barcellona e Madrid. Ricca di luoghi intrisi di storia è il luogo perfetto per distrarsi dalla quotidianità. In due giorni si possono vedere la bellissima Cattedrale con i suoi tre portali: Puerta del Los Hierros, Puerta del Palau e Puerta de Los Apostoles. Salendo la torre per 270 gradini si trova una splendida vista su tutta la città.
Una chicca di questo luogo è il Santo Graal, il Calice che Gesù avrebbe usato durante l’Ultima Cena. Ottima per passare una giornata indimenticabile è la visita alla “Città delle Arti e delle Scienze”, un complesso ideato dall’architetto Calatrava che racchiude: L’Oceanografic, l’Umbracle, il Palazzo delle Arti, il Museo della Scienza e l’Hemisferic. Infine, non può mancare il Barrio del Carmen, il luogo più frequentato della città sia di giorno, per lo shopping, che di notte per i tipici locali.
# Grecia: Rodi (da 18 a 100 euro A/R)
Rodi (da pixabay)
La città medievale di Rodi, patrimonio Mondiale dell’UNESCO, è la più grande e meglio preservata città fortificata in tutta Europa. Sicuramente da visitare è il Palazzo del Gran Maestro dei Cavalieri di Rodi. Uno dei primi castelli costruiti dai cavalieri di San Giovanni arrivati sull’isola nel 1309. Al suo interno si trovano il museo della storia di Rodi e l’appartamento del Gran Maestro.
Da vedere anche la Via dei Cavalieri, un luogo dove ogni lingua parlata aveva la propria locanda, come la Locanda della Lingua di Francia o di Inghilterra. Altre interessanti attrazioni sono: il Museo Archeologico, la Torre dell’Orologio di Roloi, il Museo di Arte Bizantina e le chiese di Agia Triada e Agia Aikaterini. Fuori dalle mura si trova la città moderna con i tre mulini di Rodi e il luogo dove venne costruito il rinomato Colosso di Rodi.
# Grecia: Atene (da 90 a 170 euro A/R)
Atene (da pixabay)
Gli amanti della storia non possono perdere un fine settimana nella patria della filosofia, della storia e della politica. Indimenticabile l’Acropoli, il più grande complesso architettonico dell’Antica Grecia, con ai suoi piedi l’Agorà, una vasta area che è stata la culla delle questioni amministrative e sociali della città di Atene. Da vedere poi Piazza Syntagma con il Palazzo del Parlamento e la tomba del Milite Ignoto. Quest’ultima è affiancata dal testo dell’Orazione funebre di Pericle dedicata ai caduti della guerra del Peloponneso del 431 a.C. Si prosegue con la Plaka, uno dei quartieri più antichi e particolari della città.
Qui ci si può perdere tra taverne, negozi di souvernir, shopping e la visita alle chiese bizantine di San Nicola Rangabas e San Nicodemo. Alla fine della Plaka si trova Monastiraki, il quartiere noto per il mercato con merci di ogni provenienza e dove si possono visitare la cattedrale piccola, “Mikri Metropoli” e la cattedrale grande “Megali Metropoli”.
# Regno Unito: Londra (da 40 a 100 euro A/R)
Londra @pixabay
La città che non passa mai di moda, anche se ormai fuori dall’Unione Europea, è un’ottima meta per immergersi in monumenti incredibili, musei grandiosi e capisaldi della storia. D’obbligo sono Trafalgar Square, da cui si aprono le tre principali strade verso i luoghi più importanti: The Mall che porta a Buckingham Palace, lo Strand che porta alla City e Whitehall che conduce alla Casa del Parlamento. Questa piazza, simbolo della città, ospita anche uno dei musei più famosi al mondo: la National Gallery.
Da vedere anche Bukingham Palace, la residenza della monarchia inglese costruito nel 1703 con ben 775 stanze e ovviamente il Big Ben e l’House of Parliament o palazzo di Westminster. Chi ama l’arte può visitare anche la Tate Modern, inaugurata nel 2000, che racchiude opere di grandi artisti come Matisse, Dalì, Picasso e Van Gogh, e il British Museum, il museo pubblico più antico al mondo.
# Regno Unito: Liverpool (da 40 a 100 euro A/R)
Liverpool (da pixabay)
Appena arrivati in città la prima cosa da vedere è l’Albert Dock, il porto completamente riqualificato, che oggi ospita la Tate Gallery, il Museo dei Beatles e il Museo Marittimo. Anche la Tate di Liverpool, come quella di Londra, è un insieme di opere dall’enorme valore artistico di artisti come Modigliani, De Chirico, Pollock, Klee e Picasso. Altrettanto importante è la Walker Gallery, con quadri di Rembrandt, Degas, Monet, Rubens.
Da visitare anche i tre palazzi conosciuti come “Le tre Grazie”: Il Royal Liver Building, il Cunard Building e il Port of Liverpool Building. Interessante è anche la spiaggia Cosby Beach che presenta un’installazione di Gormley che si estende su due chilometri di spiaggia. Si tratta di 100 statue di ferro che riproducono il corpo dell’artista e che si trovano quotidianamente in balia degli agenti atmosferici.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Milano si trasforma in una galleria a cielo aperto: dal 1 aprile a domenica 3 torna Miart a cura di Nicola Ricciardi. Dedicata al tema Primo movimento, l’esposizione fieristica milanese apre la stagione con oltre centocinquanta gallerie. Una 26esima edizione con un calendario ricco di appuntamenti, eventi e inaugurazioni che non interessa solo il padiglione 3 di Fieramilanocity, ma che coinvolge l’intera città. E per non farsi sfuggire nessun avvenimento dell’Art Week milanese, ecco la lista delle 7 esposizioni d’obbligo in giro per la città secondo l’esclusiva selezione di Elle Decor.
Le 7 tappe imperdibili dell’ART WEEK a MILANO
#1 YOU di Maurizio Cattelan alla Galleria Massimo De Carlo
credits: IG @francescoobi – YOU
Negli ultimi giorni ha già fatto il giro del web scatenando diverso scalpore, è You di Maurizio Cattelan. Non è la prima volta che l’artista stupisce con opere controverse, ma per questa occasione ci mette persino la faccia e ritrae se stesso impiccato nella sala da bagno dell’elegante sede di Casa Corbellini-Wassermann. Con YOU, che cade a 23 anni di distanza dall’ultima esposizione negli spazi di Massimo De Carlo, Cattelan, nelle sembianze di un fantocio, “indaga gli istinti umani fondamentali: l’amore, l’amicizia, il potere, la perdita e la sconfitta”.
L’installazione “è un’allucinazione, un’immagine simultanea di controllo e fallimento. Un generoso gesto di benvenuto o un triste e inevitabile addio, (…) un’ammissione di resa, o forse un’affermazione di gentilezza”. Visibile fino al 25 giugno 2022, “questo nuovo lavoro attesta la morte dei grandi poteri infondendo nuove energie nella forza dell’individuo“. Un’opera imperdibile visitabile alla galleria massimo De Carlo, Viale Lombardia 17, Milano
#2 FOREVER by Patrick Tuttofuoco alla Casa degli Artisti
credits: IG @thatscontemporary – FOREVER
Ci si sposta a Brera dove per l’occasione Casa degli Artisti e THAT’S CONTEMPORARY presentano Forever byPatrick Tuttofuoco. Questo progetto nasce dal dialogo con Umberto Sebastiano, con la direzione artistica di Martina Grendene, Giulia Restifo e Jessica Tanghetti. Forever nasce della ricerca di un nuovo medium per la propria espressione artistica, che Tuttofuoco sembra trovare nei Non-Fungible-Token. È il primo progetto NTF dell’artista che lo vede riflettere “su una dimensione spazio temporale nuova, in cui il corpo dell’opera, e la stessa fruizione, divengono smaterializzate mantenendo però un carattere di unicità, innato nei Non-Fungible-Token” come spiegato in una nota inviata alla stampa.
L’interesse per il tema dell’esperienza del tempo è caro a Tuttofuoco che, con la sua nuova rappresentazione, prova a tendere all’infinito. “L’idea è di andare oltre i confini materiali creando un nuovo campo d’azione che produce e al tempo stesso trascende l’esistenza dell’opera.” Una mostra del tutto innovativa visibile solo fino a domenica 3 Aprile alla Casa degli Artisti in Corso Garibaldi 89A / Via Tommaso da Cazzaniga.
#3 USELESS BODIES? Di Elmgreen & Dragset a Fondazione Prada
credits: IG @fondazioneprada – Useless Body?
Per un totale di oltre 3.000 metri quadrati Fondazione Prada si trasforma ospitando una delle indagini tematiche più estese mai realizzate. Per l’Art Week 4 spazi espositivi e il cortile espongono la rassegna “Useless Bodies?” di Elmgreen & Dragset. Già dal titolo si può evincere il tema della mostra incentrata ad esplorare la condizione del corpo nell’era post-industriale. Un’epoca, la nostra, in cui la presenza fisica sembra aver perso la sua centralità tanto da risultare ormai superflua.
Oltre ad indagare l’impatto che questo mutamento ha su ogni aspetto della nostra vita, gli artisti affrontano anche le modalità con cui gli individui si adattano fisicamente a un mondo sempre più dominato da un immaginario bidimensionale, in particolare in riferimento all’attuale pandemia. “In un’epoca in cui la mercificazione dei dati personali da parte delle aziende tecnologiche è di dominio pubblico – seppur inutilmente – e l’influenza di queste organizzazioni su ogni aspetto della nostra vita è sempre più dilagante, ci fa un po’ paura pensare al ruolo futuro dei nostri corpi”, dichiara il duo di artisti di Berlino. Una riflessione artistica che la Fondazione ospiterà fino al al 22 agosto 2022 in via Largo Isarco 2.
#4 NESTS IN MILAN di Tadashi Kawamata
credits: IG @tadashi.kawamata
Il mistero dei nidi giganti ha avvolto Milano dal primo giorno, ma ormai l’installazione diffusa di Tadashi Kawamata, è conosciuta da tutti. Infatti, questi famosi nidi di legno fanno parte di Nests in Milan, la mostra organizzata dalla galleria Building a cura di Antonella Soldaini. La rassegna prevede quattro interventi organizzati sia negli spazi interni e sulla facciata di Building, che in quelli esterni di altri edifici vicini (Grand Hotel et de Milan, Centro Congressi Fondazione Cariplo e Cortile della Magnolia, Palazzo di Brera).
L’artista crea con assi di legno letteralmente dei nidi che inglobano varie porzioni del tessuto urbano. Ma queste installazioni articolate sono solo uno stimolo per una riflessione più grande riguardo la necessità universale di costruire, sia nel mondo animale che in quello umano, un luogo in cui trovare riparo, un nido. Ma Nessun timore, per chi ancora non li ha visti, i nidi occuperanno il centro fino al 23 luglio 2022.
Ampiamente conosciuto per modellare il metallo a suo piacimento, Richard Serra arriva a Milano curando in prima persona la sua esposizione alla Cardi Gallery. Dal titolo 40 Balls, l’artista americano presenta per la prima volta 40 nuovi disegni realizzati appositamente per l’occasione.
Nel corso della sua lunga carriera Serra, oltre alle sue iconiche sculture site-specific, ha approfondito con costanza anche la pratica del disegno indagando il reale attraverso la costruzione del segno grafico. Questa ricerca si ritrova anche in questi nuovi pezzi unici creati con la pratica più amata dall’artista e utilizzata dal 1971. La mano si lascia guidare dall’intuizione e utilizzando uno stick di vernice nera (pittura ad olio compressa, cera e pigmento) crea opere immediate con identità propria e un’energia singolare che sfidano qualsiasi associazione metaforica o emotiva. L’installazione si trova in Corso di Porta Nuova 38 e sarà presente fino al 5 agosto 2022
#6 MEUBLE PLUS di Yona Friedman alla Triennale Milano
credits: triennalemilano – mueble plu
Ovviamente anche Triennale Milano è protagonista dell’Art Week e tra le stanze all’aperto nel Giardino De Carlo va in scena Meuble Plus. Questa installazione dell’architetto franco-ungherese Yona Friedman entra a far parte della collezione permanente dell’istituzione ed è un esempio significativo dell’opera visionaria dell’artista. Il progetto, a cura di Maurizio Bortolotti, è stato reso possibile da Emilio Genovesi e Rodrigo Rodriquez che, con la realizzazione di questa opera in occasione dell’edizione 2018 della Design Week, ne avevano già previsto la collocazione in Triennale per renderla disponibile alla città di Milano.
Da sempre sensibile alle esigenze della comunità e smosso dalla volontà di miglioramento e soddisfacimento della collettività, l’architetto Friedman si concentra sul preesistente per creare ciò che lui definisce “utopie realizzabili”. In questo progetto l’idea dell’autore è di creare una soluzione di riparo per rifugiati costituita da tre moduli abitativi e realizzata con materiali riciclati.
#7 SUNSHINE STATE di Steve Mcqueen al Pirelli Hangar Bicocca
credits: IG @pirelli_hangarbicocca – Sunshine State
E per concludere in bellezza, la mostra che tutti stavano aspettando : Sunshine State dedicata a Steve McQueen. Presentata da Pirelli HangarBicocca fino al 31 luglio, questa rassegna espositiva a cura di Vincente Todolì è un’immersione nell’universo del regista e fotografo di fama mondiale organizzata in collaborazione con la galleria britannica Tate Modern. Varcando le porte della Fondazione si entra nel mondo visivo dell’artista che da sempre persegue l’obiettivo di comprendere e penetrare il reale e il senso più profondo dell’esistenza.
La mostra, composta da sei opere filmiche, affronta una moltitudine di temi cari all’artista, come il razzismo, la violenza, la costruzione dell’identità e della sessualità e lo stretto legame tra corporalità e soggettività, tra realtà e la sua raffigurazione. Mescolando il linguaggio delle arti visive e del cinema, con scelte stilistiche sempre diverse, l’artista parte dall’esperienza e dall’oppressione delle comunità nere per aprire una riflessione più ampia sull’essere umano e sull’identità.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI
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Dopo oltre due anni da oggi si esce dallo stato di emergenza sanitaria. Dal 1 aprile i mezzi pubblici possono ospitare passeggeri fino al 100% della loro capienza. E per viaggiare da questa data basta il biglietto. Ecco tutte le principali novità per il trasporto pubblico.
Fine emergenza: sui MEZZI CAPIENZA al 100% e BASTA GREEN PASS
# Dal primo aprile capienza al 100% sui mezzi pubblici e stop al green pass
Credits ufficio stampa Atm- Tram covid
La lunga road map verso l’eliminazione delle norme sanitarie arriva al dunque: dal 1 aprile i mezzi pubblici possono ospitare passeggeri fino al 100% della loro capienza. E per viaggiare da questa data basta il biglietto. Il green pass, semplice o rafforzato che sia, viene bandito. La speranza è che lo sia per sempre. Queste, in sintesi, sono le principali novità che interessano i passeggeri che viaggiano su tram, bus e metropolitane della città.
# Fino a dicembre rimarranno le 120 navette dedicate agli istituti milanesi
Atm, nel corso di un incontro stampa, ha fatto sapere che una parte dei potenziamenti che nel corso dei due anni sono stati messi in campo non verranno smantellati. Resteranno sicuramente fino a fine anno le 120 navette dedicate ai 32 istituti milanesi, utilizzate da quasi 10mila studenti ogni giorno. Verranno invece gradualmente dismesse le corse servite tramite bus turistici. «In particolare – ha specificato il direttore generale e ad di Atm, Arrigo Giana – toglieremo nel corso del mese di aprile una quarantina di mezzi privati che utilizziamo su linee tpl, dunque da maggio tutte le linee torneranno ad essere gestite con mezzi Atm, a pianale ribassato e con accessibilità completa».
# Rimossi gli adesivi su treni, bus, tram e stazioni, rimangono le attività di igienizzazione e sanificazione
Credits ufficio stampa Atm – Sanificazione metro
Venendo meno lo stato di emergenza verranno tolti gran parte di tutti quegli orpelli che hanno decorato, a volte in maniera barocca e sovrabbondante, i mezzi e le stazioni. Addio quindi a nastri e adesivi per l’indirizzamento dei flussi di entrata e uscita. Così come addio ai “bolloni” a terra che indicano il posizionamento dei passeggeri. Rimarranno invece le principali attività quotidiane di igienizzazione e sanificazione di tram, bus e metropolitane; resteranno anche i dispenser di gel nelle stazioni metropolitane, mentre progressivamente verranno eliminati quelli sui mezzi di superficie.
# Il flusso di viaggiatori è ancora il 30-35% in meno rispetto al livello pre-Covid
Credits medium.atm – Arrigo Giana
Nonostante la fine di quasi tutte le restrizioni e il contestuale aumento dei costi della benzina, secondo Atm il trend del numero dei passeggeri è previsto stabile. In queste settimane il flusso di viaggiatori è ancora a un livello attorno al 30-35 per cento in meno rispetto al livello pre-Covid. «È un dato in qualche modo consolidato fin dal mese di ottobre/novembre del 2021 – ha spiegato Giana -. Questa è una situazione che ci aspettiamo rimanga anche nel medio termine. Non pensiamo che si ritorni presto ai livelli pre Covid. Perché è in atto un ridimensionamento complessivo degli spostamenti, non c’è un travaso da una modalità di trasporto ad un’altra. È evidente dai dati socioeconomici che questo caro benzina comporta un minor numero di spostamenti in generale e solo un leggero travaso sul trasporto pubblico, ma non certo significativo“.
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La psicologia moderna ha studiato in modo approfondito la mimica facciale per comprendere gli effetti del linguaggio non verbale, scoprendo che è fondamentale per la salute mentale ed emotiva delle persone. Forse anche più della parola.
Il potere del sorriso è stato analizzato come forma di comunicazione con gli animali. Ad esempio, chiunque abbia un cane sa che basta sorridergli che innescargli reazioni di felicità.
In un romanzo di viaggio, durante la traversata a piedi delle due Americhe l’autore descrive come uno dei momenti più inquietanti quando nel deserto peruviano si imbatté in un popolo che per difendersi dalle mosche si rivestiva di teli neri che impedivano di vedere le espressioni del viso e in particolare della bocca. Ogni incontro trasmetteva un senso di profondo disagio.
La suggestione indotta dalla maschera è nota da secoli: le maschere di Carnevale o del teatro servono a suscitare emozioni, mentre quella del boia e del condannato servono per recidere ogni possibile empatia emotiva, agevolando l’esecuzione mortale.
Pensiamo a come reagiremmo se ci dicessero che esiste un luogo sulla Terra dove non si vedono sorrisi. E se ci dicessero che questo luogo è l’Italia.
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