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Sfida al CARO-AFFITTI: a Milano parte il PIÚ GRANDE PROGETTO d’Italia

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Credits: Hines MAB

Tra i più grandi d’Europa e il maggiore in Italia, parte da Milano un grande progetto di rigenerazione immobiliare, col preciso scopo di restituire alloggi a canone accessibile. Vediamo alcune anticipazioni

Sfida al CARO-AFFITTI: a Milano parte il PIÚ GRANDE PROGETTO d’Italia

# A Porta Romana e a Lambrate

Credits: Kindel Media, via Pexels

Siamo abituati alle novità in questo periodo: alla forzata ricerca di soluzioni scaccia crisi, si sentono idee di ogni tipo, provenienti da ogni settore. Tra le novità assolute annoveriamo anche un nuovo progetto di rigenerazione immobiliare, che si candida a sfidare il caro affitti.

A Milano Sud e a Lambrate verrà realizzato un particolare progetto, con lo scopo ultimo di consegnare abitazioni di ultimissima generazione, a impatto ridotto sia sull’ambiente che sul bilancio familiare degli inquilini.

Leggi anche: 100 euro di AFFITTO in centro a Milano: esplode lo SCANDALO degli affitti FOLLI

# 1.400 appartamenti per 850 milioni

Credits: Hines MAB

Numeri da capogiro? Probabilmente no se pensiamo che, a Milano, l’emergenza abitativa è una spina nel fianco quotidiana. Ma non si deve sottovalutare la portata del progetto, che riguarda 1.400 appartamenti. Le unità, dislocate tra Lambrate, i Navigli e Porta Romana, verranno trasformate in appartamenti a basso impatto ambientale, rifiniti con le tecniche di ultima generazione e consegnati ai nuovi residenti con un canone di affitto studiato a tavolino, in modo che la locazione sia sostenibile anche per le famiglie.

A condurre l’intero progetto sarà Hines, la multinazionale già protagonista di altre operazioni identiche in altre città europee. Per la prima volta si impegna in Italia, a Milano, una città per cui la multinazionale ha già dimostrato interesse. Ora la conferma di questa attenzione: 850 milioni di Euro per alleviare un problema della città, che si aggiungono agli oltre 5 miliardi che la stessa Hines ha già capitalizzato ai piedi della Madonnina.

Leggi anche:  SAN SIRO: Partiti i lavori per la RIGENERAZIONE URBANA nell’EX TROTTO

# La conferma di Milano Sud

Credits: Hines MAB

La parte di Milano Sud si conferma tra le più vivaci e interessanti da qui ai prossimi anni. La concomitanza con molti legami tra questa zona e i prossimi Giochi Olimpici, rende i lotti tra i più appetibili.
Tra Navigli, Porta Romana e Bocconi verranno realizzate 14 immobili, con 450 unità tra Porta Romana e San Cristoforo e altri 550 appartamenti tra Morivione e Via Lampedusa.
L’intervento abbraccia ogni particolare del benessere per i futuri inquilini. Aree verdi, orti urbani e verticali e un centro culturale, fanno parte delle migliorie destinate ad impattare sul tempo libero dei cittadini. Il tutto sviluppato su oltre 40.000 m².

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# L’identità di Lambrate

Credits: Hines MAB

A Lambrate Hines si prenderà cura di una superficie altrettanto vasta: 40.000 m² dismessi da oltre 10 anni, su cui realizzare 8 nuovi immobili sede di 400 unità abitative. Le nuove abitazioni vedranno la sede in un nuovissimo parco, che diventerà la sede di un hub per lo sviluppo della socialità, la salvaguardia dell’artigianato e dell’imprenditoria locale.
L’hub, che occuperà circa 3.000 dei 20.000 m² totali di estensione del parco, ospiterà startup, laboratori e tante piccole realtà impegnate nel campo tech e nei servizi di vicinato.
Anche Lambrate conferma la sua vocazione legata alla sostenibilità e all’impronta che Città Studi conferisce alla zona.

Leggi anche: SCALO LAMBRATE diventerà un MAXI-PARCO con case accessibili: i pro e i contro del progetto

# Milano 2030 replicabile in tutta le penisola

Credits: gianninalin, via Pixabay

L’inurbamento della popolazione mondiale dovrebbe continuare come da previsioni degli esperti. A Milano i residenti dovrebbero aumentare di un +9% entro il 2030 ed è quindi ora il momento di affrontare questo tema.
Di questo specifico intervento si occupa il fondo  Milan Living Fund I, gestito da Antirion SGR. Il finanziamento di Milan Living segue un consolidato metodo, già sperimentato da Hines in altre città europee e verrà finanziato dal fondo pensione olandese Pggm. Proprio i Paesi Bassi hanno ispirato questa strategia che, secondo Mario Abbadesse che guida Hines in Italia modello che Hines intende realizzare è replicabile anche in altre città italiane.

Come reagirà il mercato immobiliare della Grande Milano?

Continua la lettura con: La FEBBRE degli AFFITTI a MILANO: in 12 mesi una CRESCITA RECORD. Le 3 cause principali

LAURA LIONTI

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Un NUOVO GRATTACIELO per gli uffici di REGIONE LOMBARDIA?

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La regione punta in alto: all’orizzonte si intravvede un nuovo grattacielo. 

Un NUOVO GRATTACIELO per gli uffici di REGIONE LOMBARDIA?

# Una NEW ENTRY nello SKYLINE MILANESE?

https://www.eventimilano.it/

Il 23 marzo è stato lanciato il concorso per la realizzazione di nuovi uffici della Regione Lombardia, attualmente collocati nell’edificio di via pola che verrà demolito. L’Azienda Regionale per l’innovazione e gli Acquisti (ARIA S.p.a.) ha quindi invitato gli architetti interessati a partecipare di elaborare una proposta di progetto di un edificio riconoscibile, iconico e in armonia con gli altri poli regionali esistenti (Palazzo Pirelli e Palazzo Lombardia).

Edificio attuale degli uffici della Regione, tra via Pola, Taramelli, Abbadesse e Rosellini (https://blog.urbanfile.org/)

# Due progetti distinti

L’intera struttura è stata distinta di 2 parti, ambito A (che corrisponde all’area attualmente occupata dall’edificio con accesso principale su via Pola 12/14 e accessi su via Taramelli 12 e Rosellini 17) e ambito B (che corrisponde all’area attualmente occupata dall’edificio con accesso principale su via Taramelli 26). Quest’ultimo sarà quello ancora funzionante e operativo durante i lavori di demolizione e costruzione. Una volta terminati i lavori nell’ambito A, il B sarà destinato a un altro progetto.

Entrambi gli ambiti saranno oggetto di progettazione nella medesima procedura, ma solo il progetto relativo all’Ambito A è oggetto di compiuta progettazione nel concorso lanciato da ARIA.

Per quanto riguarda l’idea per l’Ambito B, non è chiaro cosa verrà realizzato ma sicuramente dovrà essere garantita armonia e organicità con il nuovo palazzo sistema che sorgerà nell’ambito A.

# Un grattacielo di 120 metri

https://blog.urbanfile.org/

Si parla di un grattacielo di 120 metri, quindi alto quanto la Torre Gioia 22, ma in realtà i requisiti intorno a cui il progetto dovrà girare sono la presenza di aree verdi, un’elevata integrazione spaziale del nuovo edificio, sostenibilità ambientale e centralità dell’uomo e del suo benessere psico-fisico. Infatti, i nuovi uffici della Regione dovranno essere accessibili, sicuri, digitalizzati ed energeticamente efficienti.

“Il nuovo Palazzo – dichiara il direttore Generale di ARIA S.p.A. Lorenzo Gubian – sarà pensato e realizzato nel rispetto della sostenibilità ambientale ed efficienza energetica; della centralità dell’uomo ed equità; dell’utilizzo di Tecnologie costruttive all’avanguardia, di materiali innovativi ed ecosostenibili; dell’utilizzo della Mobilità sostenibile e di tutti i più moderni canoni di progettazione”.

Continua a leggere con: CITIES: come la SOSTENIBILITÀ impatta lo sviluppo urbano

ALICE COLAPIETRA

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Il CAFFÈ più CARO al mondo

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caffè (da pixabay)

Il caffè pagato più di 11 euro in piazza San Marco a Venezia, che ha fatto tanto scandalo qualche tempo fa, ha ora un rivale. Se nel caso veneziano è stata la vista, l’atmosfera e il fatto di essere un luogo particolarmente turistico ad alzare il prezzo di un espresso dal classico euro, cosa renderà il caffè più caro del mondo così costoso?

Il CAFFÈ più CARO al mondo

# 67 euro di caffè

Credits: bar.it
caffè più caro al mondo

In un bar californiano, precisamente al  Klatch Coffee di San Francisco, è stata venduta un tazzina di caffè al modico prezzo di 75 dollari che, cambiati, corrispondo a ben 67 euro. Il caffè in questione è un estratto pregiato dagli aromi floreali di gelsomino e frutta rossa e si chiama Elida Natural Geisha 803. Un caffè che deve essere particolarmente buono se berne una tazzina costa quanto un viaggio in aereo in qualche città europea con bagaglio in stiva, se non di più.

# L’ Elida Natural Geisha 803 il miglior caffè di Panama

caffè
(da pixabay)

L’Elida Natural Geisha 803 è infatti entrato nel guiness dei primati come caffè più costoso, ma questo non è l’unico premio che ha vinto. La miscela si è aggiudicata il primo posto nel Best of Panama coffee competition ed è stato valutato all’asta per 803 dollari a libbra, ovvero a mezzo chilo. Ad ogni modo l’Elida Natural Geisha 803 non è così “natural”: nonostante la miscela sia così costosa non è coltivata biologicamente. In più ci si chiede, questo caffè vale veramente il prezzo? All’asta sono state acquistate solo 100 libbre tra Cina, Giappone, Tawain e Usa. E pare che il bar di San Francisco sia l’unico americano ad averlo comprato, rendendosi sì unico, ma potendo fare solo 80 tazzine di caffè con 10 libbre.

# Si alza il prezzo del caffè anche in Italia

caffè
(da pixabay)

Ma non bisogna andare troppo lontano per trovare caffè sempre più costosi. Senza arrivare all’eccesso dell’Elida Natura Geisha 803, anche in Italia l’espresso sta abbandonando il suo prezzo di 1 euro. Mentre il caffè continua la sua corsa verso la candidatura a patrimonio dell’Unesco, inizia a costare sempre di più. Ferrara si aggiudica il prezzo più alto, per ora, con il suo euro e 18 centesimi di media, ma sembra che la scalata sia solo l’inizio. Arriverà anche in Italia un caffè caro quanto l’ Elida Natural Geisha 803? Ma sarà il fatto di essere una miscela pregiata o il rincaro a renderlo più costoso?

Continua la lettura con: Il GELATO più costoso al mondo: 683 euro. Ecco dove

BEATRICE BARAZZETTI

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In mostra a PALAZZO REALE, una piccola guida alla pittura di TIZIANO 

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credits: wikipedia - Autoritratto Tiziano
Dopo la gradita comparsata dell’Annunciazione napoletana ai chiostri di Sant’Eustorgio, Tiziano torna a Milano con 14 opere in una collettiva sul ‘500 veneto e, in particolar modo, sulla figura della donna.
Ma chi è, da un punto di vista squisitamente pittorico, Tiziano Vecellio? Cosa ha reso grande questo delicato poeta del colore? E soprattutto, come fa colui a cui piace la bellezza – ma non ha avuto la fortuna di potersi formare adeguatamente sulla storia dell’arte – a godere della pittura veneta del ‘500? Per voi, una piccola guida.

in mostra a PALAZZO REALE, una piccola guida alla pittura di TIZIANO 

# Breve biografia dell’artista

credits: wikipedia – autoritratto tiziano

Poche parole sulla sua vita (parafrasando Longhi, quando si parla di pittura i dati biografici sono quasi irrilevanti): non sappiano di preciso quando è nato (tra il 1488 e il 1490) ma morirà nel 1576 a Venezia dove trascorre gran parte della sua vita. Il grosso della sua formazione avviene nella bottega dei Bellini ma la svolta (e tra poco vedremo il perché) avviene con l’incontro con Giorgione.

# Lo stile di Tiziano

credits: wikipedia – Pietà (Giovanni Bellini Brera)

Finalmente parliamo di pittura! Un passo indietro e partiamo dalla Pietà di Giovanni Bellini a Brera, dove una luce calda tendente all’ocra permea il mondo intero – dal corpo di Cristo alle colline sullo sfondo – e ammorbidisce persino il marmo sul quale poggia la mano del Redentore, e iniziamo a parlare di pittura tonale (e qui l’incontro con Giorgione) e tonalismo (un -ismo, appunto; un’estremizzazione di un concetto che vediamo nel Tiziano più maturo e poi in El Greco fino a Cézanne). Il tripudio di colore puro del Rinascimento fiorentino (prendiamo un dipinto di Raffello qualsiasi), dove la natura del rosso è rossa, e la natura del blu è blu e via dicendo; nella scuola veneta cinquecentesca appare smorzato e uniformato dalla luce: la luce che altera il colore, lo sfuma velatura su velatura, e ne definisce appunto il tono col suo riverbero che si rende palpabile nell’aria.

# La pittura tonale

credits: wikipedia -Assunta di Santa Maria Gloriosa dei Frari

Osserviamo ora la monumentale Assunta di Santa Maria Gloriosa dei Frari e vediamo come dalla terra al Padre Eterno, questa luce dorata “uniforma” le nuvole con le carni del coro degli angeli, e le vesti della Vergine coi volti bruni degli astanti. La pittura tonale è appunto un’indagine scrupolosa sull’impatto che la luce ha sui colori e i loro riflessi.

Inutile dire che qualcosa che per i nostri occhi non ha nulla di nuovo – si pensi alla fotografia nel cinema ma anche ai filtri di Instagram – ha rappresentato una rivoluzione le cui conseguenze arrivano fino all’Impressionismo e, per citare un esempio ancor più recente, al periodo blu di Picasso.

# Il mondo poetico e concettuale del pittore

credits: wikipedia – Pietà Tiziano

Ma in Tiziano, così come in Rembrandt o in Rubens, la poesia del vero (il colore puro è parte di un linguaggio convenzionale, ogni colore è definito dalla luce) è al servizio di una intellettualizzazione della realtà. 

 
Vediamo appunto l’ultima opera di Tiziano: la Pietà delle Gallerie dell’Accademia. Sul palcoscenico è rappresentata la tragedia e, a differenza della prima Pietà che abbiamo visto, il dolore regna supremo – c’è, in effetti, una pestilenza in corso a Venezia – e il mondo è qui ridotto a un monocromo; è giusto una punta di colore nelle vesti della Vergine, della Maddalena e dell’uomo di destra (Giuseppe di Arimatea? Nicodemo?) a suggerirci che non stiamo osservando un gruppo scultoreo, ma persino quelle che sono in effetti sculture (il Mosè a sinistra e la Sibilla di destra) esprimono in un ossimoro, un dolore vivo, animato e tumultuoso. Infine, la fiaccola dell’angelo dalle ali ombrose non emana altro che una luce grigia, morta.
Un tonalismo il cui grigio accomuna materiale e immateriale desaturando la realtà fino, come detto sopra, alla quasi monocromia in un’esaltazione della tragicità.

# Tiziano a Milano

credits: wikipedia – San Girolamo penitente

Riepilogo della presenza di Tiziano nelle permanenti milanesi:

  • Ritratto di vecchio armato, 1535 circa, olio su tela, 65×58 cm, Milano, Pinacoteca Ambrosiana
  • Ritratto del conte Antonio Porcia, 1535-1540 circa, olio su tela, 115×90 cm, Milano, Pinacoteca di Brera
  • Ritratto del signore d’Aramont, 1541-1543 circa, olio su tela, 74×70 cm, Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco
  • San Girolamo penitente 1552, olio su tela, 235×125 cm, Milano, Pinacoteca di Brera
Per approfondire il pittore, ecco na serie di testi alternativi al catalogo della mostra:
  • Tiziano – I.G. Kennedy, Taschen 2006
  • Tiziano – A. Chastel, Abscondita 2013
  • Tiziano. Problemi di iconografia – E. Panofsky, Marsilio 1992
 

Continua la Lettura con: All about BANKSY: la mostra a Roma sullo street artist più famoso e misterioso del MONDO

MARCO LAGOSTENA

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Tutto è WOW! Ma cose si dice a Milano?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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Federica VENNI: “la mia Milano avrà POCHISSIME AUTO per strada”

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Federica Venni

Federica Venni. “Mi dici un nome di una giornalista promettente tra le nuove leve” (noi). “Una delle più in gamba è sicuramente Federica Venni” (direttore di testata, non la sua). Scrive per Repubblica. 

Federica VENNI: “la mia Milano avrà POCHISSIME AUTO per strada”

Federica Venni

La cosa che ami di più di Milano?

Il Naviglio Martesana.

Credits: @nonseifigo
Naviglio Martesana

Quella che invece ti piace di meno?

Il Portello.

Credits: @guigoklopper IG

Il tuo locale preferito?

Tipografia Alimentare.

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Passeggiare.

La canzone su Milano a cui sei più legata?

Luci a San Siro.

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Chiaravalle.

borghi di milano

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Incontrare un romano.

La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?

Lima, è la fermata vicina a casa di mamma e papà.

Credits: @stefanello71
metro lima

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

I trabattellisti di Atm.

Il quartiere che ami di più?

Ortica.

Tolta Milano in quale città ti piace vivere?

Roma.

Roma @pixabay

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

Prenderei la Bullona e la trasformerei in una biblioteca.

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Che abbia pochissime auto in strada, sia in movimento che parcheggiate.

Federica Venni

Continua la lettura con: Tutti i personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

MATTONI D’ORO: qual è il PREZZO al MQ di una CASA a Milano? E il QUARTIERE che si è APPREZZATO di PIÙ?

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Credits dimitrisvetsikas1969-pixabay - Milano via Dante

La Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi attraverso una commissione di rilevazione composta dalle principali associazioni di categoria ed ordini professionali del settore immobiliare ha annunciato nella giornata di martedì 29 marzo gli ultimi dati del mercato relativi al 2021. Vediamo i numeri principali che sono emersi.

MATTONI D’ORO: qual è il PREZZO al MQ di una CASA a Milano? E il QUARTIERE che si è APPREZZATO di PIÙ? 

# Il prezzo medio di una casa nuova è cresciuto del 13% tra il 2020 e il 2021 sfiorando i 6.000 euro al mq

Ph. Dimitris Vetsikas (Pixabay)

Nella giornata di martedì 29 marzo la Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi, attraverso una commissione di rilevazione composta dalle principali associazioni di categoria ed ordini professionali del settore immobiliare, ha annunciato i dati del mercato del 2021. Rispetto al 2020 si è registrato una crescita del 13% relativamente al prezzo al mq per l’acquisto di una casa nuova a Milano, con un valore passato dai 5.210 ai 5.898 euro di fine 2021. Negli ultimi sei mesi l’aumento è stato dell’1,1%.

# Il boom delle periferie con crescita anche in doppia cifra: Salomone-Bonfadini al primo posto con un +10,1% in 12 mesi

Salomone-Bonfadini

A trascinare i valori immobiliari medi verso l’alto ci hanno pensato le periferie, dove si sono registrati gli aumenti maggiori, soprattutto a Nord con +1,9% e a Est con +1,7%. Ecco dove nel dettaglio:

  • oltre l’8% ci sono le zone di Salomone-Bonfadini, con un +10,1%, Accursio, 9,2%, e Musocco-Villapizzone, 8,8%.
  • sotto questa soglia troviamo Pellegrino Rossi – Affori – Bruzzano con + 7,8%, Quarto Oggiaro con +7,0%, Fulvio Testi – Cà Granda con +6,9%, Baggio – Quinto Romano con + 6,4% e Gen. Govone – Cenisio con + 6,1%;
  • tra il 4,1% e il 6% le zone di Padova – Palmanova a + 6,0%, Argonne – Corsica a +5,4%, Pacini – Ponzio a + 5,2%, Carbonari – Maggiolina a +4,7%, Brianza – Pasteur a +4,6%, Ronchetto a + 4,5%, Lagosta – Stazione Garibaldi a +4,3%;
  • nell’ultima fascia di aumento troviamo i quartieri di Abruzzi – Romagna con +4,0% e Santa Giulia – Rogoredo con +3,8%.

# Le zone più care della città: il Quadrilatero della Moda e il “supercentro” con prezzi fino a quasi 13.000 euro al mq

Credits dimitrisvetsikas1969-pixabay – Milano via Dante

Le zone centrali o semi-centrali rimangono sempre quelle più care, anche se i prezzi sono sostanzialmente stabili, la crescita media è dello 0,3%, salvo qualche aumento o decremento di massimo 1 punto percentuale. Vediamo i quartieri con prezzi al mq più alti di Milano:

  • sopra i 10.000 euro al mq troviamo: Spiga – Montenapoleone con 12.950, Vittorio Emanuele – S.Babila con 12.450, Diaz – Duomo – Scala con 11.950 rispetto, Parco Sempione – Castello con 11.000, Brera con 10.725 e Cairoli – Cordusio con 10.550;
  • tra i 9.000 euro e i 10.000 al mq ci sono le zone di Venezia – Monforte con 9.450, Nirone – S.Ambrogio con 9.425, Repubblica – Porta Nuova con 9.350;
  • nella fascia compresa tra gli 8.000 e i 9.000 euro al mq l’area attorno a Largo Augusto con 8.850, Missori – S.Sofia con 8.525, Leopardi – Boccaccio – Pagano con 8.350 e infine Solferino – Corso Garibaldi con 8.150.

Continua la lettura con: RECORD per le CASE EXTRA-LUSSO in VENDITA a Milano: immobili per 4,6 miliardi

FABIO MARCOMIN

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Milano si colora di ROSA: le nuove opere di PAO

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credits: IG @paopao_island

E dopo il mistero dei nidi giganti apparsi sui palazzi di Milano, ora è l’arredo cittadino color rosa a suscitare domande. Magia? No, paracarri, cartelli stradali e dissuasori sono diventati oggetto della fantasia artistica dello street artist milanese Pao.

Milano si colora di ROSA: le nuove opere di PAO

# Nintendo gioca con Pao

credits: IG @paopao_island

Quest’anno la multinazionale giapponese celebra il 30º anniversario. Ma non solo, in questi giorni ha anche lanciato il nuovo videogioco, “Kirby e la terra perduta”, che sta già spopolando anche in Italia.

E per celebrare queste occasioni storiche, Nintendo ha deciso di coinvolgere lo street artist Pao, che sicuramente non si lascia sfuggire l’occasione per stupire tutti. Infatti, ancora una volta, l’artista milanese è riuscito a trasformare in arte banali oggetti stradali. Cartelli, dissuasori e paracarri sparsi per Milano si sono tinti di rosa e, con occhioni e guacciotte rosse, sono apparsi per tutta la città dei piccoli Kirby lasciando di stucco i passanti. Ma chi è questo mostriciattolo rosa?

# Kirby divora Milano

Kirby il protagonista del nuovo videogioco è, insieme a al mitico Super Mario, tra le icone più longeve e amate del mondo Nintendo. Il personaggio, creato nel 1992 da Masahiro Sakurai, ha le sembianze di una pallina rosa in grado di risucchiare i nemici e assimilarne le abilità. Una schiera di decine di videogiochi lo hanno visto protagonista e ora si addentrerà in un terra sconosciuta. Da pochi giorni, sul mercato è arrivato “Kirby e la terra perduta”, il primo videogioco in 3D del tenero ed intraprendente eroe rosa.

Kirby, in questa nuova avventura, porta i giocatori a esplorare un misterioso mondo in cui la natura ha preso il sopravvento sulla civiltà per salvare suoi amici. Un viaggio indimenticabile insieme anche al curioso Elfilin e che si potrà condividere anche con altri amici. Infatti, l’esperienza di gioco può essere affrontata da soli o in compagnia di un secondo giocatore.

# La quotidianità trasformata in arte

credits: IG @paopao_island

Insomma, Kirby ha raggiunto anche Milano, ma forse non tutti conosceranno l’artista che l’ha aiutato. Conosciuto come Pao, Paolo Bordino, è un street artist milanese noto da oltre 20 anni per trasformare oggetti della quotidianità urbana in opere d’arte vivaci e colorate.

È il desiderio di reinterpretare il contesto urbano in modo creativo e giocoso ad animarlo e chiunque passeggi per Milano avrà notato almeno una volta una delle sue opere. Le più famose sono sicuramente i pinguini dipinti sui paracarri, i dissuasori della sosta trasformati in delfini, i pali della luce in margherite e i bagni pubblici in lattine Campbell, tutti nati con ispirazione diretta a partire dall’oggetto stesso. E come per altre, il suo stile inconfondibile lo rende riconoscibile anche in quest’ultima sua opera che trasforma Kirby un simpatico elemento da scovare per le strade di Milano.

Continua la Lettura con: I NIDI GIGANTI sui palazzi di MILANO: cosa sono e dove ammirarli?

SARA FERRI

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Una società di m

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Credits: airtribune.it - Merda d'artista

Un amico recentemente commentando una mostra d’arte contemporanea in Germania raccontava di un artista che ha esposto cacca umana come forma d’arte, ponendo dei dubbi interpretativi ai visitatori.

Di fatto la storia dell’arte è caratterizzata dal tentativo continuo di riprodurre la bellezza ispirandosi alla natura e cercando come confine quello della perfezione. Anche nel parlare quotidiano, definire una cosa fatta ad arte significa perfetto. E il termine artista serve a definire in tutte le professioni chi è particolarmente bravo e capace.

Lo stesso avviene per la bellezza che è usata come criterio di valore. Il filosofo Edmund Husserl sosteneva il criterio estetico come l’unico criterio universale che ci connette a tutti i viventi. E questo lo vediamo quando utilizziamo il termine “bello”: definiamo come bello tutto ciò che ci sembra riuscito. Un gesto, un fatto, una esperienza, un’emozione. Il bello è un criterio ontologico e universale per ognuno.

La ricerca della bellezza presuppone uno sforzo continuo. Perché mentre basta anche un dettaglio brutto per rovinare l’armonia e la perfezione della bellezza, così all’opposto in qualcosa di brutto non basta tutta la bellezza del mondo per migliorarla, perché serve invece un cambiamento radicale.

Mentre la bellezza richiede sforzo e attenzione continui, il brutto è sempre a disposizione. Fare qualcosa di brutto è alla portata di chiunque. Basta rovinare ciò che è bello o creare qualcosa senza cura o attenzione. Il brutto è il grado zero dell’esperienza umana.

Non solo. Così come per produrre bellezza bisogna nutrirsi di bellezza, più ci nutre di bruttezza esistenziale più si producono e si ricercano solo cose brutte. Nell’informazione, nel contatto, nelle esperienze.

L’amico ha concluso il suo ragionamento domandandosi: perchè le persone sono così attratte dalla cacca?
La riposta potrebbe essere questa: eliminando la tensione per il bello, questa è l’unica cosa che molti sono capaci di produrre.

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

MILANO CITTA’ STATO 

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🔴 MILANO si avvicina alla COSTA AZZURRA: i nuovi TRENI e quanto ci metteranno

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Mentone (ph. Fabien - pixabay)

Il rapporto di Milano con la Francia si fa sempre più stretto. Dopo il collegamento ad alta velocità Milano-Parigi, la città meneghina agevola il contatto tra i suoi cittadini e la Costa Azzurra. Sono in arrivo, infatti, dei treni TGV di SNCF Voyages Italia che partiranno da Milano e giungeranno nelle località di mare francesi. Ecco da quando ci saranno.

🔴 MILANO si avvicina alla COSTA AZZURRA: i nuovi TRENI e quanto ci metteranno

# Nuovi treni ad alta velocità a partire da dicembre 2023

Credits: @laloutiti IG

Per quest’estate non si potrà ancora usare il servizio e, molto probabilmente, neanche la prossima, ma la notizia che ci saranno nuovi treni ad alta velocità da Milano alla Francia è pressoché certa.

A partire da dicembre 2023, nuovi treni ad alta velocità collegheranno il capoluogo lombardo alle città della Costa Azzurra. Nonostante manchi ancora tempo a quando si potranno organizzare viaggi nella costa francese e raggiungerla in poco tempo in treno, si sa già qualcosa sul dove e quando partiranno. I treni partiranno alle 7:00 da Milano Porta Garibaldi e arriveranno a Nizza alle 11.35 e viaggeranno nel weekend (venerdì, sabato e domenica). Per il ritorno invece ci saranno treni in partenza da Nizza alle 8:00 per arrivare nella città meneghina alle 12:35. In questo caso i treni saranno dal venerdì al lunedì.

# In 4 ore e mezza per le spiagge della Cote

TGV
(da pixabay)

Questo significa che in quattro ore e mezza si potrà passare dall’afa milanese al mare di Nizza. I treni non viaggeranno solo la mattina, ma ci saranno anche due tratte (una andata e un ritorno) nel pomeriggio. I TGV pomeridiani, che faranno il percorso Milano-Nizza dal giovedì alla domenica, partiranno da Porta Garibaldi alle 15.00 e arriveranno a destinazione alle 19:35. Mentre per il ritorno gli orari saranno: partenza alle 18.00 e arrivo alle 22.35.

I treni ad alta velocità faranno comunque numerose fermate. Partendo da Milano Porta Garibaldi gli stop intermedi saranno a Milano Rogoredo, Pavia, Genova, Savona, Finale Ligure, Albenga, Alassio, Diano Marina, Imperia, Sanremo, Ventimiglia e Monte Carlo.

Continua la lettura con: 🔴 Si torna a dormire ad alta velocità: riparte il FRECCIAROSSA NOTTURNO Milano-Reggio Calabria

BEATRICE BARAZZETTI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

A Milano sbarca l’APP per comprare le OPERE d’ARTE al RISTORANTE

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artàporter

È capitato a tutti almeno una volta di essere seduti al ristorante e desiderare di portare via quel quadro che sarebbe perfetto in soggiorno. Ma se si potesse comprare per davvero? Ci pensa Artàporter: l’app che trasforma i ristoranti in gallerie d’arte arriva anche a Milano.

A Milano sbarca l’APP per comprare le OPERE d’ARTE al RISTORANTE

# L’arte a portata di tutti

credits: Facebook Artàporter

Con una cornice rossa sottobraccio arriva a Milano Artàporter: la piattaforma che permette il match fra artisti emergenti e la rete di locali cittadini. Ristoranti, caffetterie, studi professionali o negozi si rendono disponibili per ospitare nei propri spazi le opere degli artisti trasformandosi in gallerie d’arte alternative.

“Non siamo solo artisti, non siamo solo negozi, non siamo gli spazi d’arte canonici. Siamo una mano tesa, un caffè sospeso, un’opportunità ancora da cogliere. Portiamo conoscenza, senso di unione, bellezza. Mettiamo l’arte in movimento e la fissiamo alla portata di tutti. Nasciamo dalla voglia di rendere l’arte capillare e ci dedichiamo a farlo attraverso il potere della democrazia. Crediamo che l’arte sia delle persone, che possa scuotere gli animi, toccare cuori e migliorare gli spazi che ci circondano.” dal manifesto di Artàporter.

# Ripensare ai luoghi comuni dell’arte

credits: IG @art.aporter

Questa iniziativa rivoluzionaria nasce a Torino da un’idea di Massimo Gioscia e Dario Ujetto insieme agli altri co-founders Pierangelo Decisi, Emanuele Buscaglione, Gaetano Coppola, Savio Musicco e Alyona Kosareva. La giovane startup propone di ripensare i luoghi comuni dell’arte creando nuovi distretti alternativi alle gallerie per dare l’opportunità ad artisti emergenti di farsi conoscere ed esporre la propria arte.

Artàporter è l’impresa per tessere una rete di aiuto mutuo fra due mondi messi in crisi dalla pandemia. I locali, offrendo un’esperienza alternativa, guadagneranno maggiore attrattività e, allo stesso tempo, giovani artisti avranno visibilità e riconoscimento economico senza l’intermediazione di una galleria. Ma come funziona?

# L’app di dating dell’arte emergente

credits: IG @art.aporter

Semplice come una comune app di dating, Artàporter funziona con un semplice click. Per candidarsi basta registrarsi sulla app gratuita ed essere selezionati dal team di Artàporter. Una volta approvati si attende il match tra l’artista e l’Host, che può essere il proprietario di un’attività commerciale, uno studio professionale o un semplice luogo di passaggio che vuole mettere a disposizione una parete del proprio locale agli artisti della città. Se l’incontro va a buon fine, proprio come nel logo, l’artista dovrà consegnare la propria opera autonomamente all’Host, senza essere tenuto ad installarla. I locali decideranno autonomamente come esporre l’opera che sarà munita di un codice QR. E così, sorseggiando un caffè, i clienti interessati potranno acquistare il quadro semplicemente inquadrando il codice e, non appena terminato di bere, lo potranno portare via con sé.

Un affare win win. Infatti, l’Host non solo avrà abbellito le pareti del locale, ma grazie alla vendita otterrà il 5% del prezzo fissato su ogni opera e l’artista il 100%. In caso, invece, di mancata vendita, trascorsi da uno a tre mesi dall’esposizione, le opere verranno riassegnate ad altri Host per garantire una rotazione.

# A Porta Venezia il primo match della City

credits: IG @art.aporter

Ad inaugurare l’iniziativa a Milano è stato il conduttore televisivo e deejay, oltreché artista, Alvin (all’anagrafe Alberto Bonato). In collaborazione con Stefano Corti delle Iene, è stato il protagonista del primo match e ora le sue coloratissime tele pop sono esposte sulle pareti del cocktail bar Cera in Porta Venezia.

Seppur nuovissima, la piattaforma sembra già essere molto apprezzata nella City e sono già molti i match di altri locali on boarding a Milano. Fra i primissimi host affiliati al progetto, anche il Cinema Teatro Trieste di Milano, il Delight di Nerviano, il Club House di Saronno. Per riconoscerli basterà cercare il logo di Artàporter sulla vetrina o guardare comodamente la mappa sul sito ufficiale.

# Un nuovo modo per far riscoprire la città nel segno della bellezza

credits: IG @art.aporter

Insomma, Artàporter è un nuovo modo per far riscoprire la città nel segno della bellezza. Non solo permette uno scambio reciproco fra artisti ed esercenti, ma anche una vera e propria prossimità di quartiere dell’arte creando circuiti alternativi alle gallerie. Infatti, oltre ad aumentare l’affluenza di vie e negozi attraverso l’arte, la rete sempre più ampia e diffusa di locali coinvolti permetterà la nascita di luoghi fisici attraverso cui veicolare l’arte.  E se ad aprire le danze sono state Torino e Milano, l’app è destinata ad espandersi. Sono molte le città europee desiderose di diventare nuovi distretti d’arte e le prossime in lista sono Roma, Bologna, Parigi e Londra.

Continua la Lettura con: Esiste una APP che ti PAGA per CAMMINARE

SARA FERRI

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SYRE: la NUOVA TORRE di 70 metri in arrivo a San Siro

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Credits abitare.co - Syre

Il nuovo complesso residenziale fa parte del più ampio progetto di riqualificazione e sviluppo immobiliare della zona di San Siro che comprenderà i terreni del ex-trotto. Ecco come sarà e quando sarà costruita.

SYRE: la NUOVA TORRE di 70 metri in arrivo a San Siro

# Una torre di 70 metri per 22 piani al confine con l’area dell’ex-trotto

Credits abitare.co – Syre

L’iniziativa immobiliare di Axa Investment Managers e Redbrick Investment Grouplad porterà un nuovo complesso residenziale di pregio a San Siro lungo via Rospigliosi, nell’isolato compreso tra piazza Axum, via Capecelatro e via Pessano.

Sul lato opposto della via, nell’area dell’ex-trotto Hines realizzerà circa 1.000 appartamenti in edilizia convenzionata e affitti a canone concordato. Il progetto sviluppato da Marco Piva, dal nome Syre, prevede la costruzione di una torre alta 70 metri per 22 piani e un edificio da otto per un totale di 120 appartamenti in vendita in edilizia libera, da bilocali fino a pentalocali. Accanto a questi due edifici dovrebbe essercene un terzo dedicato ad affitti calmierati per un totale di 22.000 mq di superficie di nuova edificazione.

Leggi anche: La RIVOLUZIONE di San Siro: tutti i progetti che trasformeranno la zona

# Le forme del complesso residenziale richiamano l’idea della rosa camuna

Credits marco piva-abitare – Rendering Syre

Le forme del complesso residenziale richiamano l’idea di un “fiore”, una rosa camuna, che cresce, tra i petali-balcone. Ci sarà un percorso alberato che farà da “barriera” tra gli alloggi e il viale trafficato, sotto al sistema di terrazzi e logge delle facciate. Il pianoterra sarà vetrato e destinato alle aree comuni.

Credits Urbanfile – Giardino Syre

A fare da cornice ci sarà un grande giardino interno privato con 90 nuovi alberi, tigli, querce, magnolie, frassini, che andranno ad affiancare i tre platani di 30 metri rimasti nell’area dopo le demolizioni. Ai piedi della torre ci sarà uno specchio d’acqua. Abitare Co. è stata incaricata della commercializzazione, i prezzi dovrebbero attestarsi attorno ai 6.500 al mq, con consegna degli immobili prevista entro luglio 2025.

 

Leggi anche: Milano avrà delle TERME FIABESCHE

Continua la lettura con: L’impressionante GRATTACIELO fatto di PIXELS

FABIO MARCOMIN

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Come si dice un CRACK FINANZIARIO a Milano?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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Enrico Saverio Pagano: “la mia Milano è una CITTÀ da VIVERE”

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Enrico Saverio Pagano

Enrico Saverio Pagano. Direttore d’orchestra. A 19 anni ha fondato l’​Orchestra da Camera Canova che raduna alcuni dei migliori giovani professionisti italiani, la cui età media è di 25 anni. Nel mese di marzo 2021, la rivista Forbes Italia lo ha inserito nella lista dei 100 leader del futuro under 30, unico rappresentante del mondo della musica classica. Nato a Roma, cresciuto a Varese, lavora a Milano. 

Enrico Saverio Pagano: “la mia Milano è una CITTÀ da VIVERE”

La cosa che ami di più di Milano?

Milano ha quel connubio unico al mondo tra italianità ed europeismo. Penso sia l’unica città del nostro Paese che, pur mantenendo una sua identità e un suo modo di essere vissuta puramente italiani, è contemporaneamente proiettata in una dimensione europea e internazionale. È capace di attrarre e accogliere persone da tutto il mondo, e di dare mezzi e opportunità per esprimersi e portare avanti idee e progetti.

Quella che invece ti piace di meno?

Da romano di nascita sento la nostalgia (oltre che, inutile dirlo, della bellezza artistica della mia città) dei parchi e delle ville di Roma. Poter andare a correre nel verde e nella natura è qualcosa che a Milano manca, o comunque è presente in maniera non adeguata.

Credits: optimagazine.com

 Il tuo locale preferito?

Ce ne sono molti. Ho tanti bei ricordi al Joy, il bar accanto alla sala dove provo con l’Orchestra Canova.

Credits: @joybarmilano
joybarmilano

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Milano è una città da vivere, infatti nel periodo dei lockdown rispetto a tante altre città italiane, a mio modo di vedere, aveva perso la sua anima. Mi piace uscire con gli amici e approfittare di tutto quello che la città ha da offrire (dai locali, agli eventi e tutto ciò che ne consegue).

La canzone su Milano a cui sei più legato?

Sinceramente non saprei proprio (che forse è grave per un musicista).

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Ho praticato per molti anni canottaggio agonistico sul lago di Varese e, sicuramente, i laghi della Provincia di Varese sono dei luoghi a cui sono tutt’ora molto affezionato.

Ph. credits: varesenews

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Comprare e avere, per la prima volta, casa mia.

La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?

Pagano, ovviamente.

Enrico Saverio Pagano

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Una ragazza che portava un maialino al guinzaglio.

 Il quartiere che ami di più?

Amo molto la Milano moderna e i mutamenti che ha avuto negli ultimi due decenni, quindi direi senz’altro la zona di Porta Nuova e Isola.

Credits francesco ungaro-unsplash – Diamantone Porta Nuova

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Milano è una città che corre moltissimo, ma in questa corsa non deve lasciarsi i cittadini alle spalle. Penso che si debba puntare a interventi che possano permettere a tutti di vivere appieno la città e di poter godere di ciò che la città ha da offrire.

Inoltre, interventi che rendano la città più verde e sostenibile sono quanto mai attuali, per quanto bisogna ammettere che l’amministrazione si sta già muovendo in questa direzione.

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Senz’altro. Milano ha dimostrato più volte di essere una città che si muove a un ritmo diverso rispetto al resto d’Italia ed è giusto che questo sia favorito e incoraggiato anche a livello amministrativo. Troppi progetti subiscono rallentamenti dovuti a intoppi burocratici o alla mancanza di autonomia nel poter prendere decisioni.

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Mi piacerebbe tornare a vivere a Roma, cosa che non escludo di fare in futuro.

Credits Skitterphoto-pixabay – Roma al crepuscolo

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

I progetti di ammodernamento e riqualificazione hanno dimostrato di poter cambiare il volto della città e quindi è sicuramente qualcosa che bisogna continuare a fare. Da qui possono nascere nuovi spazi culturali, aree verdi e luoghi dedicati ai cittadini. Tutto questo per continuare il percorso che sta portando Milano a essere una delle città più attrattive d’Europa.

Credits: @milanoguida
BAM

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Sembrerò ridondante, ma lo smog e la scarsità di verde pubblico rendono la vita dei cittadini più difficile e meno salubre. Sogno una Milano sempre più verde e attenta a quella che è la principale sfida dei nostri tempi: la sostenibilità ambientale.

Enrico Saverio Pagano

Continua la lettura con: Tutti i personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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L’ACQUA del SINDACO: Milano mette l’acqua potabile nel CARTONE

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Credits giampaolog IG - Acqua del Sindaco

L’acqua che sgorga gratis nei rubinetti dei milanesi è stata imbottigliata nei brick di cartone. Idea geniale o solo una “trovata” di marketing?

L’ACQUA del SINDACO: Milano mette l’acqua potabile nel CARTONE

# L’acqua che sgorga gratis nei rubinetti dei milanesi inscatolata in un brick di cartone

Credits elenagrandi_verdi_it IG – Assessore Elena Grandi

A Milan anca i murun fann l’uga, recita un vecchio adagio popolare. Ovvero anche le (povere) more di gelso, grazie alla proverbiale laboriosità meneghina, si trasformano in chicchi di pregiata uva. O si travestono astutamente da uva, sperando che nessuno si accorga del bluff.

Una magia simile, a metà tra l’invenzione strabiliante e il bluff, è avvenuta dalle parti di Palazzo Marino. Che ha pomposamente imbottigliato nel brick la propria acqua potabile. Sì, proprio l’acqua del sindaco, quella che sgorga gratis e liberamente dai rubinetti delle case milanesi, dalle 650 fontanelle e 53 casette idriche installate nel territorio comunale. Proprio questo liquido è stato messo – grazie a un’intuizione che definire geniale è poco – in bottiglia. Anzi nel cartone poliaccoppiato, ovvero in un materiale costituito in genere da quattro strati in polietilene, uno in carta ed uno in alluminio. Lo stesso che si usa per inscatolare il latte e il vino low cost. E che l’assessore comunale all’Ambiente Elena Grandi ritiene sia un gesto utile all’ambiente, perché «riduce il consumo di plastica monouso e quindi la produzione di rifiuti plastici». E chissenefrega se aumento quelli dei poliaccoppiati!

# Sarà destinata inizialmente alla Protezione Civile per la distribuzione alla cittadinanza e agli eventi sportivi

Credits giampaolog IG – Acqua del Sindaco

Quindi secondo la giunta meneghina l’acqua di Milano è così “sana, buona e controllata” che può “diventare anche ‘à porter’, comoda e sostenibile, da consumare ovunque”. Quindi ricapitolando: l’acqua potabile di Milano, che esce dai rubinetti ed è disponibile e gratis per circa 2 milioni di utenti, viene lavorata e inscatolata nella centrale di Baggio, sorvolando sui relativi costi energetici e ambientali. Ma la narrazione dice che è green!   

L’acqua confezionata da MM, si legge in una nota comunale, per il momento sarà destinata alla Protezione Civile per la distribuzione alla cittadinanza piuttosto che per le ‘week’, i concerti, le manifestazioni culturali e sportive. «Con questo progetto facciamo un altro piccolo passo per la transizione ambientale – ha dichiarato Simone Dragone, presidente di MM, società che gestisce la rete idrica di Milano  –. A Milano siamo bravi, abbiamo perdite inferiori al 15% contro una media nazionale pari a circa il 45%». Sempre secondo Dragone a Milano abbiamo «un’acqua super controllata, buona, a chilometro zero, una delle migliori d’Europa e, probabilmente, la meno costosa». Addirittura. Tanto che secondo ATS (Agenzia di Tutela della Salute) avendo un valore di residuo fisso dai 200 ai 450 mg/L «può essere classificata come “oligominerale”».

Peccato che il termine “minerale” (e per estensione “oligominerale”) per legge sia riservato ad acque batteriologicamente pure, non sottoposte a processi di disinfezione e potabilizzazione. Mentre quella pomposamente inscatolata dalla giunta comunale è più semplicemente acqua potabile che, per legge, deve essere trattata prima di poter essere bevuta. Ma queste, come diceva sempre Totò, sono tutte quisquilie… 

Continua la lettura con: Draghi: AZZERARE il DEBITO di NAPOLI

LEONARDO MENEGHINO

Copyright milanocittastato.it

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🔴 Draghi: AZZERARE il DEBITO di NAPOLI

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Credits comunedinapoli IG - Draghi a Napoli

Il premier firma il Patto per sanare un debito “monstre” da 5 miliardi.

Draghi: AZZERARE il DEBITO di NAPOLI

# Il “Patto per Napoli” per sanare il debito municipale da 5 miliardi di euro

Credits comunedinapoli IG – Draghi a Napoli

«Con questi fondi rilanciamo la città» annuncia il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. E vorremmo ben vedere. Un gigante buco municipale da 5 miliardi di euro sta per essere sanato (leggi, cancellato) con un colpo di bacchetta magica. È stato il premier Mario Draghi a suggellare la magia, battezzandola come il “Patto per Napoli”

La firma è arrivata oggi, i napoletani la attendevano con ansia. Per questo motivo quando il Migliore è arrivato all’ingresso dello storico castello partenopeo e dopo essersi soffermato ad ammirare il cortile e le torri, è stato osannato da un lungo applauso. Un applauso decisamente interessato, che pare quello dei sudditi nella fiaba “I vestiti nuovi dell’imperatore”: nella favola di Hans Christian Andersen infatti il popolo applaudiva il passaggio del sovrano per i suoi abiti sfarzosi. Anche se questi, in un’occasione, risultassero trasparenti. L’imperatore incurante, continuava a bearsi del successo popolare, finché un bambino gridando «ma il re è nudo!» ha finalmente aperto gli occhi ai sudditi. 

# La città partenopea ha il più alto debito pro capite d’Italia

Credits radio_club_91_official IG – Gaetano Manfredi

I sudditi partenopei applaudono pure loro, come da copione. Sapendo bene che le promesse fatte dal sindaco Manfredi in cambio dei danèè («punteremo su riorganizzazione amministrativa, assunzione di personale giovane e competente, investimenti in opere e servizi. Dai napoletani ci aspettiamo una maggiore fedeltà fiscale, ordine e grande responsabilità») sono trasparenti e inconsistenti come i vestiti invisibili del protagonista della fiaba danese. 

Il primo cittadino della città partenopea d’altra parte sa benissimo le condizioni non certo meritevoli nonostante le quali si procederà alla cancellazione del debito municipale. «A Napoli abbiamo il più alto debito pro capite d’Italia – ha dichiarato Manfredi –  e grandi carenze in molti settori. Conseguenza di tutto ciò si riverbera nella scarsa capacità di gestire servizi essenziali». 

Leggi anche: 249 milioni contro 8 miliardi: ROMA MAGNA, a MILANO restano le BRICIOLE

# Mentre Napoli esulta, Milano non ride affatto

Credits italiadomanigov IG – Colao e Sala

Napoli esulta del dono arrivato dalla capitale. Mentre Milano non ride affatto. Nella città più sviluppata d’Italia i soldi escono verso le casse statali e faticano a rientrare. E non certo per coprire buchi e disavanzi storici. Ma per finanziare opere, infrastrutture e progetti che la città non ha mai smesso di portare avanti. Fa male da milanese sentire il sindaco meneghino sostenere che, con la diminuzione delle entrate e l’aumento dei costi generati dal covid e conflitto russo-ucraino, «siamo appesi a una decisione del governo» perché mancano 250 milioni per chiudere il bilancio del 2021. Imploriamo per avere briciole. Altrove recitano meglio. E il colpo di spugna è ben più consistente. 

Nella patria di Pulcinella e della pizza i numeri sono infatti ben più preoccupanti. Secondo quanto indica Il Sole 24 Ore è di 4.981.062.563 euro l’«esposizione finanziaria» del Comune a fine 2021. Che significano ben 5.430 euro ad abitante, ovvero cinque volte le entrate tributarie di un anno. 

Continua la lettura con: TRASPORTO PUBBLICO: NAPOLI spende il DOPPIO di MILANO

LEONARDO MENEGHINO

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Gli hotel più particolari della Lombardia: 7 notti strane vicino a Milano

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credits: IG @expherarelax

Per vivere una notte diversa dal solito non serve percorrere migliaia di km, anche in Lombardia ci sono hotel fuori dal comune da provare almeno una volta nella vita. Glamping, castelli e sfere trasparenti: questi sono solo alcuni dei posti più insoliti in cui trascorrere una notte romantica senza scegliere il solito B&B. E se la ricerca risulta laboriosa: ecco la lista dei 7 alloggi più strani per un weekend fuoriporta, ma non troppo.

Gli hotel più particolari della Lombardia: 7 notti strane vicino a Milano

#1 Dormire in una casa sull’albero: Agriturismo Tenuta Il Cigno a Villanterio (PV)

credits: IG @tenutailcigno

Il sogno d’infanzia di chiunque: la casa sull’albero. Poter vivere in una casetta di legno sospesa è sempre stato un desiderio condiviso, ma per chi non avuto la fortuna di poterci giocare da piccoli, oggi poterci passare una notte romantica è possibile. L’agriturismo Tenuta Il Cigno, situato a circa 30 chilometri da Milano, ha costruito una casa sull’albero interamente in legno e dotata di ogni confort per chiunque desideri passare una notte alternativa.

La Tree House è costruita ad un’altezza di oltre 5 metri avvolta tra le chiome di una quercia secolare e regala una vista dall’alto sulla campagna pavese. La camera è pensata appositamente per la coppia, con accesso indipendente e arredata in modo caldo e accogliente.  E per completare il quadro idillico, sulla terrazza esterna è presente anche una vasca idromassaggio riscaldata da cui ammirare il tramonto sorseggiando spumante.

#2 Dormire immersi in 4000 ettari di bosco: Il Roccolino di Valsecca (BG)

credits: IG @il_roccolino_casa_vacanze

Tra i posti più particolari in cui dormire in Lombardia c’è sicuramente il Roccolino di Valsecca (Bergamo). Un B&B unico nel suo genere: un ex roccolo da caccia restaurato e messo a disposizione per trascorrere un weekend romantico nel cuore della Valle Imagna.

Immerso in 4000 ettari di bosco, tradizionalmente era utilizzato per la caccia agli uccelli. Oggi sassi, pietre e legni sono stati completamente recuperati, riciclati e riutilizzati per far tornare in vita il roccolo. Così che, oltre che dare un sapore di altri tempi alla location, promuove un nuovo modo di ristrutturare eco-compatibile con il territorio e la natura circostante. Il luogo ideale per concedersi un’esperienza esclusiva con la possibilità di degustare un romantico apericena a lume di candela con i prodotti esclusivi locali.

#3 Glamping in Lombardia: Campeggio della Colombaia a Padenghe sul Garda (BS)

credits: facebook campeggio della colombaia

Molti pensano che andare in campeggio significhi rinunciare ad ogni confort con spazi ridotti e bagni in comune, ma non è così al campeggio della Colombaia a Padenghe sul Garda. Infatti, qui al camping si aggiunge il glamour trasformandolo il semplice campeggiare in glamping. La struttura comprende queste tende Safari Lodge, adatte per ospitare fino a cinque persone, con un’ampia veranda vista lago e arredate con lo charme degli hotel di lusso.

E così alla Colombaia non si deve rinunciare a nulla. Le casette immerse negli ulivi secolari comprendono sia un bagno privato in camera, che una a cucina attrezzata con piano cottura ad induzione. Insomma, fare glamping in Lombardia è un nuovo modo fashion per trascorrere le vacanze immersi nella natura, ma senza rinunciare ai comfort di un hotel.

#4 Dormire sotto le stelle con Exphera a Palazzago (BG)

credits: IG @expherarelax

Nulla è paragonabile alla magia di una notte stellata, soprattutto se puoi godertela comodamente da un letto accanto alla persona amata. Sogno? No, grazie a Exphera questo è possibile. A Palazzago, in provincia di Bergamo, una sfera con il tetto trasparente ospita chiunque desideri concedersi un’esperienza di benessere unica. La struttura richiama lo stile di una tenda, ma il suo fascino moderno la rende un rifugio intimo perfetto per godersi il panorama magari con una cena a lume di candela.

L’eperienza a Exphera include anche una mini centro benessere: dall’abitazione si accede al giardino privato dove si trova una vasca idromassaggio con acqua riscaldata a legna una sauna finlandese e del piccolo centro benessere. Il luogo ideale per regalarsi un weekend alternativo di relax. 

#5 Casa, ma anche Museo: Palazzo Valenti Gonzaga a Mantova

credits: IG @paolasaltari

Tra le mura della Casa Museo di Palazzo Valenti Gonzaga si viene direttamente teletrasportati nel diciassettesimo secolo nel cuore della storica città di Mantova.  E perché non tornare indietro nel tempo e vivere in un’epoca stravagante per una notte. La struttura dispone di due appartamenti e di due camere, tutti arredati con mobili d’epoca, con affreschi e caminetti. La stanza più sensazionale è la Cappella del Cardinale interamente ricoperta di stucchi e affreschi rinascimentali.

Un’esperienza a dir poco fuori dal comune in una location che, oltre a regalare una notte tra affreschi, drappeggi e ricche decorazioni, è anche un museo a cui si potrà accedere gratuitamente. Infatti, riservando l’abitazione sarà possibile visitare gratuitamente anche il Museo Valenti Gonzaga, dove esposte mostre d’arte permanenti e temporanee, che includono opere del pittore fiammingo Frans Geffels, dello scultore italiano Giovan Battista Barberini e una collezione di libri antichi e rari.

#6 Diventare dei reali per una notte al Castello di Cernusco Lombardone (LC)

credits: IG @castello_di_cernusco

Per rimanere in tema viaggio nel tempo, in Lombardia è possibile diventare dei reali per una notte. A soli 27 km da Milano si può essere coccolati come un vero nobile trascorrendo una notte all’antico castello di Cernusco Lombardone.  La sua storia affonda le radici sino ai tempi dell’Impero Romano, nasce come “Castellum” avamposto di controllo del territorio, passando poi ai Longobardi e ai milanesi Visconti e diventando presto una vera e propria residenza nobiliare.

Un edificio dalla storia secolare, che dopo la sua completa ristrutturazione diviene la location ideale per fantasticare su epoche passate. La struttura comprende tre camere da letto perfettamente arredate con mobili d’epoca dallo stile raffinato. L’abitazione padronale, La Suite del Camino, è composta da due camere matrimoniali, un ampio soggiorno e bagno con idromassaggio. Inoltre, un grazioso balconcino si affaccia sul cortile interno, mentre tutto attorno alla struttura si trova un grande parco che ospita anche una piscina e location di molti matrimoni.

#7 Tuffarsi in una botte di vino al Silter di Capriate San Gervasio (BG)

credits: IG @alsilter

Ma non è ancora finita, come ultimo luogo e forse il più insolito in cui dormire vicino a Milano, troviamo la camera perfetta per chi desidera godersi una vacanza gastronomica a 360 gradi. Si, per gli amanti del buon vino è finalmente possibile dormire letteralmente in una botte per un’immersione totale nella realtà della cantina. È il Silter a Capriate San Gervasio in provincia di Bergamo ad aver realizzato questa camera unica per i suoi ospiti.

Infatti, all’interno della cantina risalente al XVIII secolo, attorniata da antichi mattoni a vista si trova una grande botte di vino, ma non una qualunque: al suo interno si trova con sorpresa un comodissimo letto. Sicuramente uno dei posti più particolari in cui soggiornare e chi non vorrebbe brindare circondato da bottiglie d’annata e concedersi un bagno caldo nella vasca per poi tuffarsi dentro una botte a dormire.

Continua la Lettura con: I 10 HOTEL più STRANI del MONDO: la classifica

SARA FERRI

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La STRADA dei DUE MARI: il work in progress

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Superstrada 2 mari

Un progetto atteso da oltre 50 anni che ad oggi è realizzato solo in piccola parte. A che punto siamo e come dovrebbe essere al termine dei lavori.

La STRADA dei DUE MARI: il work in progress

# Un’attesa lunga oltre 50 anni per la “Superstrada dei due mari”

Credits provincia.pu.it – Tratti superstrada E78

Il percorso della strada europea E78, detta anche “Due Mari Grosseto – Fano”, si estende per 286 km ed esiste già quasi nella sua interezza. Mette in connessione il capoluogo di provincia toscano Grosseto, posto lungo il percorso della strada europea E80, alla città marchigiana di Fano che si trova sulla E55, l’Autostrada A14. Inoltre vengono collegate anche Siena e Arezzo in Toscana, Urbino nelle Marche e viene intersecata la E45 tra Toscana e Umbria. Il problema principale è che molti tratti sono costituiti da strade con caratteristiche di viabilità ordinaria e pertanto il sogno di avere un superstrada lungo l’intera estensione e un collegamento veloce è ancora lontano dal concretizzarsi. Per realizzare e rendere fruibile la futura SGC, la Superstrada dei due mari che collegherà appunto il Mar Tirreno con il Mar Adriatico, il costo previsto è di circa 1,2 miliardi di euro, di cui 680 milioni per la tratta toscana e 520 milioni per quella umbra.

Leggi anche: La “FERROVIA DEI DUE MARI” si farà? Così il centro Italia potrebbe cambiare volto

# Gli ultimi aggiornamenti sull’opera

Credits Anas spa – E78

Dopo la nomina dei commissari nell’aprile del 2021, per far ripartire l’iter progettuale, i lavori per la realizzazione di quest’opera, parte della rete trans europea di trasporto “Ten-T” che vuole collegare la penisola iberica dell’Europa con il versante balcanico, sono stati inseriti nell’elenco nazionale delle 14 opere strategiche del Pnrr. Il 14 dicembre il sindaco di Grosseto e il primo cittadino di Fano hanno sottoscritto un protocollo di intesa per la conclusione delle opere mentre il 30 dicembre 2021 è stato approvato un ordine del giorno che impegna il Governo valutare interventi per accelerare la fine dei cantieri. 

# I tratti in esercizio, in progettazione e in cantiere

Tratte in esercizio, progettate e in cantiere superstrada due mari

Ad oggi solo il 50% dell’itinerario è in esercizio, il resto è suddiviso in più lotti e sottoposto ad una revisione progettuale in fase di ultimazione, come circa il 65% della lunghezza totale del collegamento che si trova in Toscana. I lotti mancanti sono:

  • quelli per cui è la fase di progettazione è stata terminata o è in fase di redazione, nello specifico i tratti da Grosseto a Siena (già interamente appaltato) da Rigomagnano a Monte San Savino, il tratto aretino  (Olmo – Nodo di Arezzo – Palazzo del Pero), e quello all’ingresso in Umbria;
  • quelli per cui sono in corso i cantieri come tra Siena e Rigomagnano, tra Arezzo e il confine con l’Umbria e il successivo tratto che porta a Mercatello sul Metauro;
  • quello oggetto di studio nelle Marche tra Mercatello sul Metauro da Galleria della Guinza a Santo Stefano di Gaifa.

Gli unici due tratti del percorso già con caratteristiche da superstrada sono quelli tra Monte San Savino e Arezzo e tra Santo Stefano di Gaifa e Fano.

Continua la lettura con: La STRADA che collega GELA al CIRCOLO POLARE ARTICO

FABIO MARCOMIN

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Ci sarà una PASSERELLA con vista su Piazza Duomo?

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Passerella museo del Novecento

Si rialzano le quotazioni per la passarella tra i due palazzi dell’Arengario. Queste le ultime novità sul progetto. 

Ci sarà una PASSERELLA con vista su Piazza Duomo?

 

# L’ESPANSIONE del Museo del Novecento

https://www.comune.milano.it/-/museo-del-novecento.-pubblicato-il-bando-del-concorso-internazionale-di-progettazione-novecentopiucento-per-la-riconversione-del-secondo-arengario-in-edificio-museale

Il museo del novecento di Milano conquista anche il secondo palazzo dell’Arengario, fino ad oggi occupato da uffici comunali. Ed è così che Milano annuncia l’espansione del Museo, che potrà accogliere centinaia di opere d’arte in più, donate dalla Fondazione Pasquinelli e dalla mecenate milanese Giuseppina Antognini, che inoltre appoggia e finanzia parzialmente il progetto di ampliamento del Museo.

Il team di architetti, vincitore del Concorso Internazionale di Progettazione “Novecentopiùcento” nel dicembre 2020,  propose una passerella sospesa in aria tra i due edifici. La proposta venne bocciata dalla Soprintendenza milanese, in quanto la costruzione interferirebbe con il cannocchiale prospettico che va da piazza della Scala a piazza Diaz. Inoltre, verrebbe realizzato in stile moderno, e ciò fa temere un accozzamento di stili poco armonioso.

 

# La passerella: un SIMBOLO per la CULTURA italiana

(Foto Comune di Milano)

L’architetto capo del team vincitore del concorso Sonia Calzoni e il ministro della Cultura Dario Franceschini sono tornati a proporre il progetto, sostenendo che la sua realizzazione simboleggerebbe  “un segno della capacità del nostro Paese di non rinunciare ad operare sulle preesistenze”, come ha dichiarato Calzoni.

“Milano è la prova che si può riuscire ad essere luogo che mantiene intatta la tradizione ma diventa anche riferimento per il futuro“, ha aggiunto Franceschini.

https://blog.urbanfile.org/

# Da una passeggiata di vetro a una piazza cortile

https://blog.urbanfile.org/

Il progetto è passato dal prevedere una costruzione tubolare di dimensioni notevoli a una passerella di vetro panoramica. Per risolvere al problema dell’interferenza nel cannocchiale, gli architetti hanno proposto anche un vero e proprio atrio esterno del museo, una piazza-cortile in relazione con piazza Duomo in via Marconi, che risponderebbe anche all’esigenza di collegare i due edifici.

Per ora però è tutto ancora fermo e le proposte sono ancora sospese per aria.

Fonte: https://blog.urbanfile.org/

Continua a leggere con: ARCHISTAR in tempo di guerra: i BUNKER di LUSSO più straordinari del mondo

ALICE COLAPIETRA

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Un BITTER? Come si dice a Milano

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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