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Lucia MARTINAZZO: “la mia Milano sarà RIFERIMENTO MONDIALE”

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Lucia Martinazzo

Lucia Martinazzo. Tecnologo ambientale, responsabile Qualità e Auditor di Sostenibilità Ambientale, impegnata a Milano a livello sociale e politico. 

Lucia MARTINAZZO: “la mia Milano sarà RIFERIMENTO MONDIALE”

Lucia Martinazzo

La cosa che ami di più di Milano?

È la città delle opportunità. Se hai passione e determinazione, qui, puoi realizzare quello che vorresti.

Credits: @cross_eyed_mary
Gae Aulenti

Quella che invece ti piace di meno?

Sarò impopolare e politicamente scorretta (cosa che mi piace), gli manca un po’ di orgoglio, troppo servile a volte.

Il tuo locale preferito?

Non ho un locale preferito in assoluto, ma sicuramente le terrazze sullo skyline di Milano, sono bellissime.

Credit: Mymi.it

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Passeggiare per la città con il mio cane o con gli amici, perdermi nei quartieri, nelle vie, negli sguardi delle persone.

La canzone su Milano a cui sei più legata?

Milano Milano – Articolo 31

Il luogo nei dintorni di Milano che ami di più?

Milano è al centro di una regione bellissima, amo la montagna, i nostri laghi, la Franciacorta, l’Oltrepò pavese e inoltre in 2 ore siamo anche al mare, (fuori regione, specifichiamo) meglio di così! Essere inoltre una ragazza di città, ti fa apprezzare ancor di più tutti questi luoghi meravigliosi.

credits @teamoltrepo:

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Mi ha fatto sentire realizzata.

La fermata della metro a cui sei più affezionata (perché)?

Può sembrare banale, ma Duomo. È stata la mia prima fermata, la prima volta a Milano.

Credits Andrea Cherchi – Duomo

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

La cosa più curiosa, se così di può definire, è vedere come Milano può cambiare le persone.

Il quartiere che ami di più?

Buonarroti/Wagner. Non è il mio quartiere (purtroppo) ma amo andarci spesso. È un quartiere vivace e pieno di vita, ma al contempo elegante. Mi ci rispecchio appieno.

quartieri più strani

Caro Sala, ti scrivo (cosa chiederesti per rendere migliore la città)?

In un’ottica, molto vicina ai milanesi, da sindaco credo che dovrebbe stare un po’ di più in mezzo alla gente e vivere la città in tutte le sue sfaccettature, soprattutto i contesti più duri e difficili. Puoi comprendere le esigenze di una città, se vivi la sua quotidianità, soprattutto all’ombra dei grattacieli. La sicurezza e la tutela dei cittadini prima di tutto. E non mi interessa se qualcuno mi dice, che ci sono città più pericolose. Nella vita sono sempre stata abituare a guardare chi sta meglio di me per migliorarmi, non chi sta peggio per giustificarmi. E questo ovviamente non vale solo per le tematiche di sicurezza, ma per qualsiasi altra tematica cittadina.

Milano città stato sei favore  oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Ovvio che si! Se hai un grande potenziale, non vedo perché bisogna continuare a limitarlo, per ottuse concezioni amministrative, anacronistiche. Se Milano cresce, inoltre, cresce anche il resto d’Italia, perché come accennavo anche prima, Milano dà agli altri, molto più di quello che riceve.

Se dovessi lasciare Milano in quale città vorresti vivere?

Manhattan senza ombra di dubbio.

Lo skyline di Manhattan a New York, la numero uno tra le alpha cities
Lo skyline di Manhattan a New York

Se avessi 2 miliardi per Milano cosa faresti?

Se fossimo una provincia autonoma, si stima che potremmo usufruire di di 10 -11 miliardi di residuo fiscale, e me ne volete dare solo 2 per fare qualcosa? OK, con 2 miliardi, possiamo fare qualcosina, ma con oltre 10 miliardi, potremmo fare cose grandiose! Le riqualificazioni e le infrastrutture sono sicuramente importanti, ma vorrei andare oltre. Realizzerei un vero distretto imprenditoriale, industriale e di ricerca scientifica, con agevolazioni fiscali e burocratiche. Affronterei inoltre seriamente e con meno ideologia, il problema dell’inquinamento in città. Siamo geograficamente in una posizione sfavorevole, per molteplici fattori. Una riconversione termica sarebbe uno dei primi punti. E mezzi pubblici (in sicurezza) H24!

Qual è il più grande auspicio per Milano?

Che sia IL riferimento mondiale, per cultura, cibo, industria, moda, ricerca scientifica e tecnologie. Per molti versi in alcuni contesti lo siamo già, ma possiamo e dobbiamo fare meglio. Serve più coraggio, chi si accontenta…. non gode!

Lucia Martinazzo

Continua la lettura con: Tutti i personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

W il conformista

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Da Il Conformista di Bernardo Bertolucci

L’Italia è profondamente divisa.
C’è una maggioranza totalitaria che è convinta che sia in atto un processo di rigenerazione politica, culturale ed economica trainata da personaggi lungimiranti che stanno risollevando l’Italia dal pantano e la stanno proiettando ai vertici della ribalta internazionale.

A questa maggioranza conformista si oppone uno sparuto gruppo di ribelli in stile Matrix che osano mettere in dubbio questa narrazione. Anzi, sembrano intravedere in questo processo una caduta disastrosa negli abissi provocata dagli stessi personaggi sopra descritti che, invece di condurre a grandi risultati, stanno alimentando una potente forza autodistruttiva come avviene nei film in cui qualcuno schiaccia il famoso tasto rosso e innesca il conto alla rovescia finale.

Secondo la maggioranza totalitaria le uniche crepe all’arrivo della nuova età dell’oro sarebbero proprio questa minoranza di reietti che, impedendo il raggiungimento del paradiso, sono da annientare a ogni costo.

Forse hanno ragione i conformisti, anche se avessero torto. Perché anche nel caso che stiamo precipitando negli abissi, si stanno godendo l’ultimo canto del cigno.
Non solo, contribuendo con il loro tifo entusiasta ad accelerare questo processo, potrebbero avvicinare il momento della distruzione totale e, di conseguenza, di un’autentica rinascita.

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

MILANO CITTA’ STATO 

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🔴 La nuova VIA PALESTRO color catrame: che fine ha fatto l’asfalto “ROSSO MILANO”?

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Togliere la pavimentazione storica di via Palestro, con la promessa che al suo posto sarebbe arrivato un asfalto rosso? Questa l’idea suggestiva.
Poi c’è la realtà che scatena le reazioni dei milanesi. 

🔴 La nuova VIA PALESTRO color catrame: che fine ha fatto l’asfalto “ROSSO MILANO”?

Com’era

# Eliminato il pavé…

Ph. Christian Busato

Un’immagine, un sentimento e, come per magia, scattano i ricordi. È successo ieri sera, quando Christian Busato ha scattato queste foto in Via Palestro, pubblicandole poi sul Cantiere Urbanfile.
Immediatamente sono riaffiorati i ricordi di promesse, mantenute solo in parte.
È sicuramente stato rimosso lo storico pavé coi suoi binari, ormai in disuso da 40 anni; insieme alla rimozione dei lastroni è stato raggiunto un grado di sicurezza maggiore per le due ruote.

Ma c’è quella vocina fastidiosa dei ricordi, quella che sussurra “asfalto rosso, quello utilizzato in centro“. Quindi si ritorna a guardare le foto con più attenzione e si nota che l’asfalto non è per niente rosso

Leggi anche: Via il PAVÈ dalle strade di MILANO?

# L’asfalto “rosso Milano”

Ph. Milano Post

L’asfalto color rosso è una scelta che il Comune di Milano ha intrapreso “per coniugare la sicurezza [delle strade n.d.a.] e salvaguardare il carattere storico di un luogo importante per i milanesi“, (citando una delle ragioni dei nostri amministratori).
Ma resterà uno dei misteri che da quest’epoca consegneremo alla storia, per investigarci su e trovare il colpevole: a Milano l’asfalto rosso diventa, prima o poi, sempre nero.
In Piazzale Baracca, come in altri luoghi del centro storico, succede dopo qualche anno.
In via Palestro deve essere successa una magia particolare: è diventato nero in corso d’opera.

Leggi anche: GAM di via Palestro: una app gratuita creata dagli studenti per apprezzarla meglio

# Intervento economico, che rompe la poesia di un angolo storico

Ph. Christian Busato

Le reazioni “a caldo” dei milanesi sono, in pratica, un coro di critiche e, con tutta onestà, nessuno vorrebbe essere nei panni dei protagonisti di questa distesa di bitume, stamattina.

«Si sarebbe potuto asfaltare solo la sede stradale e lasciare il pave ai lati, com’era in un piccola porzione» dice Andrea L. seguito da altri che ne condividono il pensiero.

«Dove sono quelli che: “ma l’asfalto sarà di un elegantissimo rosso”? Uno scempio indecente!» dice Riccardo M. mentre gli fa eco Camilla P. «Che peccato!», aggiungendo l’emoticons con il magone.

Laura M. gioca la carta storica «tra la villa neoclassica del ‘700 del Pollak e più bella della città e i giardini pubblici del Piermarini più antichi e famosi di Milano …un tratto ricco di storia e di zero industrie o negozi….serviva l’orrido catrame a spezzarne la poesia?!», ponendo inoltre un ulteriore quesito: «come fanno a Salisburgo?».

Interessanti i commenti a favore: parlano comunque solo della sicurezza di quel tratto di strada, che vanno a sbattere però con la realtà: Via Palestro non è mai stata una highway di Los Angeles. Buona parte dei commentatori lo sa e, infatti, molti si auspicavano un uso del catrame nella sola sede stradale, «per lasciare il pave ai lati, salvaguardando la particolarità della via. Oltre a creare un arredo urbano adeguato al contesto» (Andrea L.)

Leggi anche: La TRASFORMAZIONE di Milano dall’ottocento agli anni settanta: online 3000 FOTO d’epoca dell’Archivio Storico di ATM

# Le ragioni del cuore e quelle del catrame

Ph. Christian Busato

Come descritto in questo articolo, il pavé di Via Palestro è stato rimosso per incentivare la mobilità leggera e per oggettivi problemi di sicurezza. Il lastricato, sollecitato dai moderni mezzi a 4 ruote, si solleva e genera pericoli costanti. La manutenzione del pavé sembra essere una sfida che nessuno è in grado di affrontare, nella Milano dei grattacieli.

Meglio una distesa di catrame?
A parere di chi scrive ha fatto bene Christian Busato a incentrare la questione sul contrasto tra l’eleganza della pavimentazione precedente e il «conglomerato bituminoso» fotografato.
Non è l’unica chiave di lettura, ma rende l’idea di aver trasformato Via Palestro in «un’anonima strada di periferia», come sottolinea il primo commento di Roberto S.

Quindi in periferia, tutto questo andrebbe bene? Siamo proprio sicuri di questo?

 

Fonte: Cantiere UrbanFile FB

Continua la lettura con: Le STRISCE PEDONALI più creative del mondo da realizzare anche a Milano

LAURA LIONTI

Copyright milanocittastato.it

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Raffaele KOHLER: “la mia MILANO sarà più BOHÉMIEN e meno BAUSCIA”

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Raffaele Kohler

Raffaele Kohler. Il trombettista delle notti Bohémien milanesi, fondatore degli Ottavo Richter, degli Slide Pistons e della Raffaele Kohler Swing Band. Nato a Milano, diplomato a pieni voti in tromba presso il conservatorio G. Verdi di Milano. 

Raffaele KOHLER: “la mia MILANO è più BOHÉMIEN e meno bauscia”

Foto: Andrea Cherchi (c)

La cosa che ami di più di Milano?

La sua apertura al Mondo e la sua inclusività.

Quella che invece ti piace di meno?

Le macchine, ogni giorno anche solo attraversando a piedi si rischia la vita, non parliamone poi se ti muovi in bicicletta.

credit: chiamamilano.it

Il tuo locale preferito?

Il Pentesilea di Claudio e Germana, che era nella piazzetta di via Cesariano, non esiste più ma lo porto sempre nel mio cuore.

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Passeggiare per Chinatown.

credits: @visit_milano IG

La canzone su Milano a cui sei più legato?

Nustalgia de Milan di Giovanni D’Anzi.

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

La cascina di Mattia a Cantù.

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

È stata poter diventare un musicista.

La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?

Gerusalemme della linea 5, è la fermata più vicina a casa mia e da lì il martedì e il sabato parte l’amato mercato di via Fauchè.

Credits: @d_cassandro
Gerusalemme (M5)

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Un mio caro amico, che purtroppo non c’è più, che viveva e passeggiava con un gallo e che mi raccontava storie incredibili su Milano vissute in prima persona.

Il quartiere che ami di più?

Villapizzone.

villapizzone

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Più attenzione verso i servizi per l’infanzia e per gli anziani.

asilo nido
(da pixabay)

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Non sono a favore, ma sono sicuro che tutti i suoi abitanti la possano far diventare un punto di riferimento per il resto d’Italia e anche d’Europa.

Tolta Milano in quale città ti piace vivere?

Rimini.

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

Un’orchestra che suoni in piazza tutti i giorni e alla stessa ora, un punto di riferimento e di incontro per gli abitanti e i visitatori.

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Che diventi una città più bohémien e meno bauscia.

Credits: Antonio Manzo (da Fan Page Kohler)

Continua la lettura con: Tutti i personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

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OLIMPIADI a MILANO: le 7 opere da MEDAGLIA d’ORO

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Credits: Skidmore, Owings & Merrill

Con l’arrivo a Milano anche della bandiera Bandiera Paralimpica, la nostra città si prepara ad essere la prossima città ospitante delle Olimpiadi Invernali del 2026 insieme a Cortina. I Giochi saranno l’occasione per rigenerare aree abbandonate, riqualificare edifici sportivi e realizzare nuove infrastrutture. Vediamo come si trasformerà la città e quale sarà il lascito di Milano-Cortina 2026.

OLIMPIADI a MILANO: le 7 opere da MEDAGLIA d’ORO

#1 La rigenerazione dello Scalo Romana con il Villaggio Olimpico e un nuovo quartiere

Masterplan Scalo Romana

Il tassello più importante, nel lascito complessivo delle Olimpiadi Invernali del 2026, sarà la rigenerazione urbana dello Scalo Romana e la nascita di un nuovo quartiere.

Credits: Skidmore, Owings & Merrill – Vista aerea villaggio olimpico

Il masterplan definitivo è stato presentato a luglio del 2021 e prevede sull’area di 190.000 mq:

  • un grande parco pubblico di circa 100 mila mq nel mezzo, caratterizzato da un “Bosco sospeso’’ che collegherà l’area più a est con quella più a ovest e passerà sopra la ferrovia, che per circa 400 metri sarà interrata entro il 2028;
  • una nuova piazza su più livelli in prossimità di piazzale Lodi con alcuni palazzi per uffici, negozi e ristoranti e la stazione ferroviaria della Circle Line entro il 2031;
  • infine nella zona ovest dello scalo il Villaggio Olimpico su una superficie di 60 mila mq. Progettato dallo studio di architettura Skidmore, Owings & Merrill, è a impatto ambientale zero e il suo cuore sarà la “piazza olimpica”, l’unica zona accessibile durante le Olimpiadi anche dai visitatori esterni. Il villaggio si costituirà di sei stecche, posizionate parallelamente ai binari ferroviari, unite tra loro in gruppi di tre tramite delle strutture aeree e delle piccole torri, e ospiterà 1300 atleti. La costruzione è affidata a Coima Sgr, Covivio e Prada Holding, già terminati i lavori di bonifica, con consegna prevista a luglio del 2025
Credits: Skidmore, Owings & Merrill

Al termine delle Olimpiadi il villaggio olimpico verrà riconsegnato ai proponenti del progetto per un’immediata riconversione, entro quattro mesi dalla fine delle gare, in un quartiere a impatto ambientale zero secondo i requisiti NZEB (Nearly Zero Energy Building). Il complesso diventerà una residenza per 1.000 studenti universitari, gli edifici lato parco e ferrovia nell’area dell’Olympic Village Plaza, che sarà la nuova piazza del quartiere con negozi e esercizi al piano strada, saranno destinati a residenza libera e agevolata, ci saranno serre e orti per la produzione di cibo all’interno dell’area e spazi di co-working. 

Leggi anche: SCALO ROMANA: presentato il VILLAGGIO OLIMPICO

#2 Pala Italia, l’arena polifunzionale da 16.000 posti che ospiterà le gare di Hockey maschile

Ph. @Onirism IG – PalaItalia

L’opera più attesa è senza dubbio l’arena che ospiterà le gare di hockey maschili ai giochi olimpici di Milano-Cortina 2026 e che in futuro verrà utilizzata per eventi sportivi come basket, oltre a spettacoli teatrali e musica dal vivo: il Pala Italia. Il progetto è dello studio di architettura Onirism Studio di David Chipperfield, su incarico ricevuto dalla società Eventim CTS vincitrice del bando, e prevede un palazzetto che con 10.000 mq di superficie e 16.000 posti diventerà il più grande d’Italia.

Un capolavoro architettonico di forma ellittica sospeso da terra e che si sviluppa in altezza e ampiezza grazie a 3 cerchi che di notte faranno parte dello spettacolo, con i LED che illuminandosi proietteranno effetti multimediali. I lavori inizieranno già nel 2022 e termineranno nel 2025.

Leggi anche: La “SIGNORA DEGLI ANELLI”: svelato il progetto della nuova ARENA di Milano

#3 La nuova metrotranvia 13 da Repetti M4 a Rogoredo M3 passando per il futuro Pala Italia

Percorso Metrotranvia 13

L’infrastruttura più importante che verrà inaugurata entro il 2026 sarà la metrotranvia 13, che collegherà la fermata della M4 Repetti su viale Forlanini e la stazione M3 di Rogoredo e relativo hub ferroviario dei treni regionali, suburbani e alta velocità. Sarà la prima linea ad avere i nuovi tram bidirezionali acquistati di recente dal Comune di Milano. Lungo 4,7 km per 17 fermate, con 9 già presenti e in condivisione con il 27 e 8 da realizzare da zero, il tracciato attraverserà la porzione nord del quartiere di Santa Giulia in costruzione, servendo il Pala Italia, e infine quella sud già esistente.

Leggi anche: OLIMPIADI: ci sarà anche la METRO 13

#4 Il nuovo svincolo della Paullese con l’ingresso in città

Nuovo svincolo paullese Credits_ @Jpius.it

Tra le infrastrutture secondarie, ma funzionali anche a servire l’area del Palaitalia, ci sarà la conclusione dell’innesto della Paullese all’ingresso della città, rimasta tutt’ora monca, che vedrà però una sola corsia per senso di marcia. In questo intervento è previsto anche l’ammodernamento dello svincolo Mecenate e del sottopasso Paullese, uniti da un collegamento tramite Via Toledo già interessata da lavori di adeguamento. 

#5 Il Mediolanum Forum riqualificato e ampliato

Credits orcoshrek IG – Mediolanum Forum

Entro il 2026 il Mediolanum Forum di Assago, che dispone attualmente di 12.000 posti a sedere, verrà ampliato e riqualificato per ospitare il pattinaggio di figura e lo short track. Saranno interessati dai lavori sia la pista centrale, che si trova a 4,60 metri d’altezza rispetto al suolo, sia quella secondaria al pianterreno.

#6 La rinascita del Palasharp in Arena Hockey

Credits emanuele_fitdaddy IG – Palasharp

Un altro importante intervento di riqualificazione sarà la rinascita del Palasharp, in zona Lampugnano, ormai in stato di abbandono da anni dopo aver ospitato importanti eventi sportivi e concerti. La Milano Arena Hockey, o Hockey Arena, avrà una capienza di 8.200 posti per le manifestazioni sportive e 9.700 per gli eventi di spettacolo. La tensostruttura ospiterà le competizioni di hockey su ghiaccio femminile in occasione dei giochi invernali di Milano-Cortina del 2026.

#7 La “Medals Plaza” di Piazza del Duomo

Piazza del Duomo

Anche se per sole due settimane, Milano si trasformerà in Medals Plaza insieme a Cortina, con allestimento e arredo temporaneo per cui verranno investiti 207.000 euro e dove verranno premiati gli atleti che gareggeranno in città e nelle Alpi lombarde tra Livigno e Bormio. A questo si affiancheranno le “fan zone” in Piazza Castello, Piazza Gae Aulenti, Tre Torri e Darsena.

Continua la lettura con: A Milano è CURLING MANIA: ecco dove prepararsi per le prossime olimpiadi

FABIO MARCOMIN

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La politica dell’autoscontro

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Ph. Ben Scherjon (Pixabay)

“Armiamoci e partite!” è una frase proverbiale per descrivere un atteggiamento molto diffuso alle nostre latitudini sia tra i cittadini che tra chi ha il potere. Sintetizza l’attitudine di creare problemi i cui effetti ricadono sugli altri.

Molti commentatori stanno sottolineando come ormai da tempo le politiche adottate dal governo abbiano sulla vita dei cittadini e sull’economia del paese conseguenze imprevedibili e spesso devastanti.
In questi due anni si è visto di tutto: restrizioni sulla libertà, blocchi alle attività economiche, esagerate politiche di chiusura, impedimenti vari a chi vuole svolgere attività economica o a chi porta o produce ricchezza, fino all’effetto boomerang delle sanzioni.

Sulla stessa linea sono gli interventi a singhiozzo che alternano annunci euforici di crescita da boom economico a schianti contro la realtà come fossero dei crash test.
Si sta assistendo a una politica che sembra più finalizzata a un continuo autoscontro che a un percorso di sviluppo e di miglioramento per i cittadini.

E il paradosso è che, come l’autoscontro alle giostre, sembra che questa politica sia un grande divertimento e che tutti siano disposti a pagare un biglietto, anche molto caro, per parteciparvi.

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

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Come si diventa RE di un’ISOLA del REGNO UNITO

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Cumbria è una contea situata nel nord-ovest dell’Inghilterra che ospita il Lake District National Park, una delle zone più turistiche del Regno Unito. Ad inizio 2022 l’amministrazione di Barrow ha pubblicato un annuncio per trovare il nuovo re di una delle isole più particolari del Regno Unito.

Come si diventa RE di un’ISOLA del REGNO UNITO

# AAA Cercasi nuovo Re

Credits: Photo © Ian Taylor (cc-by-sa/2.0)

Sull’isola di Piel Island, a 800 metri al largo dalla costa di Furness, è situato il pub “The Ship Inn” che è recentemente rimasto senza gestore.
Così il Consiglio Comunale ha pensato di pubblicare un annuncio per selezionare quello che sarebbe diventato il titolare di un contratto di locazione del pub per i prossimi 10 anni, oltre a dover gestire e mantenere altre parti dell’isola, incluso il piccolo campeggio, tenendo sempre presente i vincoli di quello che è un sito riconosciuto come di speciale interesse naturalistico e scientifico.
Il candidato selezionato riceverà inoltre il titolo di “Re” o “Regina” di Piel Island.
L’annuncio ha avuto diffusione in tutto il mondo, sul New York Times e su Radio Canada, e il Barrow Borough Council, il custode dell’isola, ha ricevuto circa 200 candidature.

Leggi anche: L’ISOLA dei PESCATORI, l’incanto medievale a un’ora e mezza da Milano

# Il nuovo Re di Piel Island

Credits: Photo © Arnold Price (cc-by-sa/2.0)

Dopo un’attenta selezione tra gli ultimi 30 candidati rimasti, è stato selezionato Aaron Sanderson di 33 anni. L’uomo è stato spinto a candidarsi, nonostante una posizione lavorativa sicura, per l’amore che ha verso l’isola e i ricordi delle vacanze estive trascorse in infanzia proprio sull’isola.
Il signor Sanderson si trasferirà sull’isola con la compagna Anita Palfi che lo accompagnerà in questa avventura che avrà inizio con la cerimonia di incoronazione che prevede gli venga versata della birra in testa mentre sarà seduto su un’antica sedia, indossando un elmo e impugnando una spada.
Non ci resta che augurare al Sig. Sanderson buona fortuna per i suoi primi 10 anni da monarca!

Continua la lettura con: 4 giorni di lavoro, 3 di vacanza, stipendio uguale: in BELGIO la rivoluzione della SETTIMANA CORTA

ALESSANDRO VIDALI

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Una GIUNGLA in CITTÀ : il nuovo CAFFÈ di Milano

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Credits: idealista.it (foto di Gianluca di Ioia) bar Triennale

Sostenibilità ed efficienza energetica, sono questi i due principi cardine alla base del restyling di un caffè milanese. All’insegna dell’arte, della cultura e del green a Milano è arrivata una nuova piccola giungla, inserita in quello che potrebbe essere chiamato il polmone verde del capoluogo lombardo.

Una GIUNGLA in CITTÀ : il nuovo CAFFÈ di Milano

# Un bar dove le piante fanno da padrone

Credits: idealista.it (foto di Michele Nastasi)
bar Triennale

La Triennale di Milano ha deciso di coinvolgere l’architetto Luca Cipelletti, già impegnato nei lavoro di Palazzo dell’Arte e nella valorizzazione dell’architettura di Giovanni Muzio, anche nel rifacimento della caffetteria dello spazio espositivo. Così è stato svuotato lo spazio centrale del bar e creato un bar green. Liberando lo spazio centrale, l’ingresso è diventato di più ampio respiro, questo anche grazie alle grandi vetrate su Parco Sempione, ora più visibili, e l’intera sala è stata arricchita di piante di ogni tipo. Inoltre, al centro della caffetteria verranno poste installazioni temporanee che avranno a che fare con la sostenibilità.

Credits: idealista.it (foto di Gianluca di Ioia)
bar Triennale

Si potrebbe dire che il bar della Triennale sia diventato una vera e proprio giungla urbana, seppure piccola. Dopo il restyling le piante fanno da padrone all’intero spazio. Sono state poste sul perimetro dalla sala e intorno ai tavoli, come se l’architetto volesse dare un senso di continuità tra la caffetteria e il parco, come se non si fosse mai entrati in un bar ma si fosse ancora all’aria aperta tra gli alberi.

# Il tocco di design sempre nell’ottica della sostenibilità

Credits: idealista.it (foto di Gianluca di Ioia)
bar Triennale

Poteva mancare un tocco di classe e di innovazione tipico milanese? La particolarità è che le piante provengono dai vivai di Vanucci Piante di Pistoia, progettati per ridurre l’impatto ambientale e l’utilizzo delle risorse naturali, vivai che perseguono quindi la stessa idea del nuovo Caffè della Triennale. In più, sempre per rimanere green, anche Lavazza, fornitrice del caffè del bar, ha deciso di offrire ai suoi clienti miscele della linea La Reserva de Tierra, provenienti da territori e comunità coinvolte in progetti di responsabilità sociale.

Credits: idealista.it (foto di Michele Nastasi)
bar Triennale

Infine il tocco di design che uno spazio come la Triennale merita. Il bancone del bar è stato riprogettato da Lavazza coinvolgendo l’illustratrice e graphic designer Raikhan Musrepova e le lampade del bar sono tutte di design.

Fonti: artribune.com

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BEATRICE BARAZZETTI

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In Italia l’HOTEL dove passi la notte in PARADISO o all’INFERNO (quale scegli?)

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Credits: @ariannadigiulio Stanza inferno

A volte dormire in una stanza particolare vale il viaggio. In questo caso in una delle capitali artistiche e culturali italiane, se non LA capitale artistica del mondo intero, si trova un hotel un po’ strano dalle atmosfere dantesche…

In Italia l’HOTEL dove passi la notte in PARADISO o all’INFERNO (quale scegli?)

# L’hotel dantesco a Firenze

Credits:@lapietracompattata
ristorante i golosi

Si tratta dell’Hotel Piazza San Paolino a Firenze della 25hous Hotel Company, nel quartiere di Santa Marina Novella. La particolarità di questo albergo è il fatto di essere ispirato alla Divina Commedia.

Mantenendo il concept di smart hotel di grande carattere, design d’impatto e un servizio originale e rilassato, tipico della compagnia di hotellerie, all’interno dell’hotel fiorentino si può fare un tuffo nel passato e soprattutto nella letteratura italiana. Su progetto dell’interior designer Paola Navone, l’hotel è stato realizzato in quello che un tempo era un antico monastero, a cui è stato poi aggiunta una nuova dependance. L’hotel Piazza San Paolino conta 177 stanze, tutte a tema dantesco. Ma se foste gli ospiti di questo albergo dove dormireste?

# Inferno o Paradiso? Lasciate ogni speranza o voi che entrate

Credits: @ariannadigiulio
Stanza inferno

“Lasciate ogni speranza o voi che entrate” e che all’Inferno dormire volete. Nelle camere Inferno del 25hours Hotel fiorentino il rosso è il colore dominante, all’interno si trovano continui riferimenti alla prima cantica della Divina Commedia e ai gironi infernali più famosi. Per raggiungere la stanza bisogna prendere un ascensore a tema mondo di lucifero e all’ingresso compare una grossa scritta luminosa neon “Hell”, rigorosamente in rosso. Dalle pareti dalle mille sfumature rossastre, le camere Inferno hanno anche scritte sui vetri e lampadari che rimandano ai vizi capitali.

Credits: @ariannadigiulio
Stanza inferno
Credits: @ludoda_
stanza inferno

# Dormire nel mondo degli angeli

Credits: booking.com
stanza paradiso

Ma come si è detto gli ospiti dell’hotel 25hous non devono per forza scegliere di andare giù negli inferi, possono anche salire a rivedere le stelle. Purché sia “puro e disposto a salire a le stelle”, l’ospite che sceglie il Paradiso viene portato nella stanza da ascensori sempre con lo stesso tema. Nelle stanze si alternano colori molto chiari, solitamente il bianco e l’azzurro, e l’arredamento è ispirato al mondo degli angeli. In una stanza ad esempio ci sono uccellini al posto delle lampadine e ali d’angelo da indossare. Ogni cosa qui è pensata ad hoc: ci sono superfici trattate con broccato, mosaico, carta da parati, laminato o specchio. Anche qua, all’ingresso delle stanze si trovano scritto come “Heaven” o “Fly to Heaven”.

Credits: @beatricevirno
Stanza paradiso
Credits: @beatricevirno
Stanza paradiso

# Un viaggio nella Divina Commedia pensato ad hoc

Credits: @vittoriagiani_
25hours Hotel Piazza San Paolino

Non sono solo le stanze ad essere a tema Divina Commedia. Come Dante ha immaginato un viaggio nell’Aldilà così l’hotel offre un viaggio al suo ospite. Alla reception viene chiesto dove si vuole mangiare: se al girone dei Golosi o alla Corte Incantata, a tema selva non molto oscura. I corridoi sono ambientati nel Purgatorio e oltre ai classici servizi che si possono trovare in un hotel di lusso come è l’Hotel Piazza San Paolino, come vari ristoranti, centro benessere o palestra, qui si trova anche un Cinema Paradiso, sempre per rimanere in tema.

Continua la lettura con: Per dormire da DIO: la CHIESA di Milano trasformata in HOTEL di LUSSO

BEATRICE BARAZZETTI

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🔴 RECORD per le CASE EXTRA-LUSSO in VENDITA a Milano: immobili per 4,6 miliardi

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Ph. inno kurnia (Pixabay)

Due analisi sul comparto residenziale di lusso confermano Milano al primo posto in Italia per immobili disponibili sul mercato, crescita di domanda e offerta e anche aumento dei prezzi. Vediamo quanto costano le abitazioni più esclusive.

🔴 RECORD per le CASE EXTRA-LUSSO in VENDITA a Milano: immobili per 4,6 miliardi

# Il 26% delle case di lusso in vendita in Italia si trova a Milano per un valore complessivo di 4,6 miliardi di euro

Credits milano.corriere – Andamento semestrale domanda ultimi 6 mesi

Uno studio del portale Immobiliare.it che con Realytics, società specializzata nell’analisi dei big data immobiliari, e con il portale LuxuryEstate.com ha dato vita all’Osservatorio del mercato residenziale del lusso in Italia, conferma Milano come città con i prezzi più alti in Italia e con la crescita maggiore dei prezzi negli ultimi anni.

L’offerta di immobili di fascia alta è aumentata del +17% per un valore complessivo di 4,66 miliardi di euro, sul totale di quelli in vendita in Italia il 26% si trova a Milano, mentre l’aumento della domanda è salita addirittura del +30% su base annua nel 2021. Anche i tempi di chiusura delle trattative si è sensibilmente ridotto passando dai 7 mesi del 2019 ai 3 del 2021. Le stesse indicazioni arrivano anche dai dati dell’Osservatorio sulle residenze esclusive di Tirelli & partners, concentrato sull’offerta nel Centro storico, tra Brera, Magenta-Castello, e l’area di corso Venezia.

Leggi anche: Il QUARTIERE “LOW COST” di Milano: ad aprile via ai lavori

# Nel centro storico gli immobili più esclusivi, ma anche in zone decentrate i prezzi superano il milione di euro

Credits Andrea Cherchi – Brera

Gli immobili di lusso si trovano in prevalenza all’interno del Municipio 1, con valori medi di 8.772 euro al mq, ma non mancano anche in aree più decentrate come Città Studi o la Maggiolina dove per questo genere di abitazione non si scende sotto la forbice compresa tra 1,2 e 2 milioni di euro. Il Quadrilatero ospita le abitazioni con i prezzi più elevati, con una media di 13.221 euro al mq e punte di 25.000 euro.

A Brera il prezzo medio è di 10.153 euro al mq, il massimo arriva a 15.800, mentre nella zona di Corso Venezia e Magenta si hanno rispettivamente valori medi di 10.457 e 9.813 euro e valori massimi di 16.842 euro al mq.  La fascia più esclusiva però, quella di abitazioni con superficie dai 300 mq a salire, spesso è soggetta a trattativa riservata e non transita sui portali immobiliari classici e pertanto sfugge a queste analisi. 

# Le transazioni record degli ultimi sei mesi

Credits milano.corrirere – Andamento semestrale mercato del lusso a Milano

Come riportato dal Corriere della Sera, sommando le tre transazioni più elevate registrate negli ultimi 6 mesi si arriva ad un totale di oltre 23 milioni di euro movimentati a Milano. Il primo posto di questa “graduatoria” se lo è aggiudicato una villa del centro storico di 950 acquistata al prezzo di 11 milioni di euro, a seguire un appartamento di 660 metri da ristrutturare in Brera a 7,2 milioni di euro e infine un immobile di 410 mq in corso Magenta venduto alla cifra di 5,2 milioni di euro.

Continua la lettura con: La FEBBRE degli AFFITTI a MILANO: in 12 mesi una CRESCITA RECORD. Le 3 cause principali

FABIO MARCOMIN

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AUTO in RITIRATA dal centro: arriva una nuova ZONA PEDONALE A BRERA

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Ph. Ufficio stampa Comune di Milano

La rigenerazione urbana parte ad aprile, per concludersi dopo circa sei mesi. Secondo il comunicato del Comune di Milano, Largo Treves diventerà “una piazza pedonale a disposizione dei cittadini, un’area da vivere, in cui poter camminare, sostare e ritrovarsi”.

AUTO in RITIRATA dal centro: arriva una nuova ZONA PEDONALE A BRERA

# Restituire la piazza ai pedoni e al vicinato

Ph. Ufficio stampa Comune di Milano

Milano che si fa bella è sempre una buona notizia e la primavera 2022 porta subito una ventata di aria nuova.
L’ufficio stampa del comune ha reso noto il progetto che trasforma Largo Treves, includendo Via Statuto e Via Solferino, da “svincolo trafficato” a piazza pedonale.
Lo spazio torna a disposizione dei cittadini, che con questo intervento ritroveranno il piacere di passeggiare, sostare e ritrovarsi in un’area pienamente da vivere, con lentezza.
Se guardiamo i rendering e li sovrapponiamo alle immagini attuali, non sembrerà nemmeno di stare a Milano.

Leggi anche: Il MOSTRO EDILIZIO in costruzione tra Brera e Garibaldi: una raccolta firme per BLOCCARLO

# I dettagli della rigenerazione

Ph. Ufficio stampa Comune di Milano

Largo Treves viene completamente ridisegnato, eliminando la strada carrabile che unisce Via Statuto e Via Solferino. Anche le parti di queste vie confinanti con Largo Treves, saranno interessate da questa rigenerazione.
I dislivelli attualmente verranno eliminati, grazie anche alla nuova pavimentazione prevista in cubetti di pietra di Luserna e granito.
Il colpo d’occhio dei rendering è impressionante: Largo Treves risulta più grande di come viene percepito adesso, grazie anche all’ampliamento del marciapiede lato Via Solferino, che viene praticamente raddoppiato di estensione.
Il Comune promette che il traffico privato, nonostante le massicce modifiche che lo relegheranno ai margini della piazza, non verrà penalizzato.

Leggi anche:  PORTA NUOVA sempre più PEDONALE: si aggiungono ALTRI 20.000 MQ

# L’arredo urbano

Ph. Ufficio stampa Comune di Milano

All’imponente bagolato presente in Largo Treves, verrà affiancato un platano, posato già maturo, in modo da aumentare i ripari dal sole.
All’ombra dei due grandi alberi verranno realizzate delle fioriere, composte da un muretto in granito, da cui scenderanno quattro panchine con schienale in legno; all’interno delle fioriere prenderà posto verde d’arredo.
Resta l’edicola, così come la banchina per le biciclette BikeMI che risulterà spostata davanti all’ex palazzo comunale.
Anche la stazione dei taxi cambierà posto, avanzando di qualche metro, fino a giungere all’inizio di Via Statuto.

Leggi anche: A Milano l’ARREDO URBANO non è di casa

# Le aspettative degli amministratori

Ph. Ufficio stampa Comune di Milano

Il comunicato stampa del Comune riporta le dichiarazioni di Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione urbana e di Mattia Abdu, Presidente del Municipio 1.
Entrambi svelano le loro aspettative, per questa rigenerazione che finalmente arriva alla fase di realizzazione.
Giancarlo Tancredi sottolinea come, grazie anche a questo intervento, Milano riacquista la «dimensione di una città internazionale, a misura d’uomo» restituendo ai cittadini la libertà di muoversi con maggiore tranquillità in una piazza che ora è «sacrificata al traffico veicolare».

Mattia Abdu parla di restituire dignità ad uno spazio, fino ad oggi, «caotico e disorganizzato» riconsegnando la piazzetta anche agli operatori economici e culturali che negli ultimi dieci anni hanno fatto di questa parte del centro storico una delle aree più dinamiche di Milano.

In attesa della realizzazione finale, iniziamo a raccogliere le reazioni dei lettori, sia semplici curiosi, sia amanti delle passeggiate in Brera, sia dei residenti nella zona: vi piace la proposta contenuta nei rendering? Soprattutto, pensiamo a come separarci da tutte le auto e gli scooter parcheggiati in Largo Treves?

Continua la lettura con: È allarme per BRERA: il quartiere sta sprofondando nel degrado?

LAURA LIONTI

Copyright milanocittastato.it

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Flavio VERRI: “la mia Milano sarà una CITTÀ d’ACQUA”

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Flavio Verri

Flavio Verri. Avvocato, consigliere del Municipio 5 dove è nato e cresciuto e di cui conosce ogni angolo e ogni storia. 

Flavio VERRI: “la mia Milano sarà una CITTÀ d’ACQUA”

Flavio Verri

La cosa che ami di più di Milano?

Il suo essere Milano, in tutto e per tutto, innovativa e freddamente accogliente, quel posto dove (come diceva Lucio Dalla) uno ti fa una domanda in tedesco e l’altro ti risponde in siciliano.

Quella che invece ti piace di meno?

L’aver rallentato negli ultimi decenni quella forza propulsiva e pioneristica su diversi aspetti rispetto agli anni ’80 e ’90.

Il tuo locale preferito?

La taverna Moriggi, un salto nel passato, non so se esista ancora.

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Nella bella stagione biciclettare senza impegno nel Parco Agricolo Sud Milano con meta Chiaravalle, durante tutto l’anno girare e ammirare la città in scooter.

Credits: naviglilombardi.it – Parco Agricolo Sud

La canzone su Milano a cui sei più legato?

El Tambur de la Banda d’Affori, esempio di ironia meneghina

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Macconago e Chiaravalle.

Castello di Macconago

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Troppe: nascerci, crescerci, lavorarci, viverci. E poi a Milano ho anche conosciuto quella che è diventata mia moglie.

La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?

Duomo, sin da bambino punto di approdo nel cuore della città e fermata dalla quale potevo dirigermi con la metrò verso altri ambiti cittadini arrivando dalla periferia con il tram 24.

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

I sempiterni fenicotteri rosa di Villa Invernizzi in via dei Cappuccini.

foto di andrea cherchi (c)
Fenicotteri a Villa Invernizzi – foto di andrea cherchi (c)

Il quartiere che ami di più?

Il Vigentino, quartiere Fatima, vengo da lì e credo proprio che un giorno dipartirò sempre da lì.

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Chiederei al Sindaco una maggiore attenzione per la città e i suoi cittadini, mi piacerebbe vedere qualche ghisa in più per le strade, mi piacerebbe che le trasformazioni urbanistiche non appaiano come dei funghi sparsi ma rientrino in un disegno complessivo più lineare e coerente, mi piacerebbe che a Milano si possa sempre scegliere di circolare a piedi, in bici, con i mezzi pubblici ma anche con le auto che non meritano di essere così vituperate.

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Milano potrebbe essere veramente un laboratorio ideale per sviluppare forme di maggiore autonomia ma rispetto ad altre città europee siamo dimensionalmente molto più ridotti, potremmo iniziare a chiedere maggiori poteri e più autonomia per la regione Lombardia.

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Lascerei Milano, con dolore, solo per una città di mare, Barcellona sarebbe una delle candidate.

Credits 3856969-pixabay – Barcellona

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

Li impiegherei per contribuire alle spese di realizzazione di una linea metro, come la M6, che possa servire lo spicchio sud di Milano lungo la via Ripamonti.

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Milano pensata anche come città d’acqua, se avessimo un corso d’acqua minimamente navigabile che si addentrasse per Milano e nel suo centro più di quanto lo siano i navigli attuali, la città diventerebbe ancora più bella e avrebbe ancor più fascino, pensiamo tra le tante a una Parigi, Londra, Copenaghen o Praga.

Credits Andrea Cherchi – Vicolo dei Lavandai, Navigli

Continua la lettura con: Tutti i personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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Esperti di dogma

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Vittorio Gassman - I nuovi mostri

Negli ultimi due anni gli organi di informazione ci hanno invaso di esperti.

Apparentemente sembrano esperti degli argomenti che trattano, ma in verità sono chiamati a commentare in quanto esperti del dogma che promuovono.

Qualunque cosa accada vengono invitati a commentare dei personaggi che già dalla loro apparizione si sa già dove vogliono portare lo spettatore. Il loro fine evidente non è descrivere o analizzare il fatto secondo la loro competenza specialistica, bensì strumentalizzarlo secondo la convenienza del punto di vista ideologico a cui appartengono.

Per certi aspetti è come se in un dibattito scientifico, culturale o di attualità si chiamassero solo dei teologi, cosa che del resto avveniva fino all’Ottocento, quando a giudicare le scoperte delle scienze naturali erano gli esegeti della Bibbia che dovevano verificare la coerenza della scoperta con il dogma dell’origine divina della creazione del mondo.  

Come in passato i sacerdoti del dogma indossavano tuniche e abbigliamenti ben definiti, forse servirebbe che gli esperti di dogmi contemporanei fossero riconoscibili inequivocabilmente per non inquinare il pensiero di chi li ascolta.

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

MILANO CITTA’ STATO 

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COSE ASSURDE viste sulla METRO di Milano

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Credits manuelaboni_ IG - Pappagallo in metro

La metropolitana milanese è utilizzata quotidianamente da circa 1 milione di persone, ognuna con la propria vita e la propria storia. Abbiamo raccolto storie e testimonianze bizzarre avvenute sulla metro di Milano. Ecco le più pazze.

COSE ASSURDE viste sulla METRO di Milano

# Il viaggiator confuso: “È questa la linea per raggiungere la stazione Tiburtina?”

“Scusi, per andare alla stazione Tiburtina?”

Poco prima dell’arrivo della pandemia, appena fuori dalla metro di Porta Romana, mi ferma una giovane mamma francese con due bambini appresso. Mi chiede: È questa la linea per raggiungere la stazione Tiburtina?” (Marco R.)

# La ragazza col topolino

Ph. Rob Owen-Wahl (Pixabay)

Ragazza di 15-16 anni con topolino in una scatola: andava in giro in skate nei corridoi della metropolitana” (Jessica E.)

# L’uomo con un gatto al collo

Ph. Engin Akyurt (pixabay)

Sulla gialla ho visto un uomo con un gatto intorno al collo tipo collo di pelliccia. Vivo.” (Viviana D.)

# Il procione di De Angeli

Credits dagospia – Procione al guinzaglio a Milano

Un procione al guinzaglio. Scesi a De Angeli M1” (Milva G.)

# Un uomo in giacca e cravatta. E boxer

www.mondoaeroporto.it
www.mondoaeroporto.it

Ho visto uno in giacca e cravatta e boxer, sulla gialla. Con invidiabile nonchalance ha fatto tutto il tragitto come se fosse la cosa più naturale di questo mondo.” (Viviana D.)

# Il piccione viaggiatore

Ph. Liguriaoggi.it

“Un piccione che saliva a Inganni e scendeva a Gambara. Tutte le mattine” (Elisabeth S.)

Continua la lettura con: E se chiamassimo le LINEE della METRO con il nome di PERSONAGGI STORICI di Milano?

FABIO MARCOMIN

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I MEGA PROGETTI di Londra e New York… mai realizzati 

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Aeroporti cittadini, mega costruzioni di cristallo e perfino un totem multimediale. Sono solo alcuni dei progetti che dall’astrazione del pensiero non sono mai stati realizzati. Un celebre studio immobiliare ci regala oggi alcuni rendering affascinanti.

MEGA PROGETTI di Londra e New York… mai realizzati 

# Visioni alternative di NYLon

Ph. Pinterest

Il concetto di NYLon è nato per caso, durante un volo transatlantico da New York a Londra. Un passeggero ha guardato il suo biglietto e ci ha fatto questo bel gioco di parole, simulando il celebre tessuto sintetico.
New York e Londra hanno in comune molto di più che la lingua di origine: sono ad esempio meta di rotte internazionali molto frequentate. L’immaginario collettivo si è sempre scatenato su queste grandi metropoli, fantasticando su come avrebbero potuto essere ancor più maestose.
Lo hanno fatto anche gli architetti, concependo grandiosi novità che non sono mai state realizzate. Oggi gli specialisti immobiliari londinesi dello Studio Barrat, hanno esaminato alcuni di questi progetti e le loro ubicazioni nelle città. Vediamone alcuni.

Leggi anche: Nasce il FIORE DELL’OCEANO: gli arcipelaghi artificiali arriveranno anche in Italia?

# London 1: la monorotaia sospesa

Monorotaia Regent Street – Ph. bigthink.com

Uno dei più fastidiosi problemi di Londra è stato, fino a tempi recenti, l’eccessivo smog dovuto al traffico urbano. Addirittura i londinesi hanno preferito l’auto privata ai mezzi pubblici che, risultando semi vuoti, sono stati anche oggetto di critiche e proposte di soppressione.
Per decongestionare le strade si è pensato quindi ad una monorotaia sospesa, da portare lungo le arterie principali della città.
I progetti del trasporto di massa a Londra si sono poi concentrati esclusivamente sulla metropolitana, la monorotaia è stata abbandonata. Il rendering riguarda Regent Street.

Monorotaia, rendering – Ph. bigthink.com

# London 2: l’aeroporto di Wesminster

Ph. bigthink.com

L’aeroporto cittadino è praticamente il sogno proibito di ogni abitante delle grandi metropoli. A Londra è stato proposto un mega progetto nel 1934, con una pista di lunghezza coerente per decollo e atterraggio dei monoelica, un piano sotto pista per ospitare aerei e immagazzinare i carburanti e un check in posto dall’altro lato del Tamigi. La struttura avrebbe dovuto essere proprio nei pressi della House of Parliament, talmente sollevata da permettere il passaggio delle navi sul fiume.
Oggi crediamo di sapere perché questo mega progetto non ha mai preso vita.

Leggi anche: THE LINE, la CITTÀ RETTILINEO lunga 170 km da 500 MILIARDI di dollari senza auto e strade

# London 3: la Piramide di Trafalgar Square

Ph. bigthink.com

Trafalgar è il luogo dove le autorità londinesi hanno deciso di concentrare i ricordi della lunga guerra con la Francia. Deve il suo nome al campo di battaglia dove la guerra è stata vinta, con il monumento dedicato all’Ammiraglio Nelson, che lì ha perso la vita.
La visione di oggi ha, per così dire, vinto su un’altra suggestiva ipotesi, quella di realizzare un’enorme piramide, composta da 22 gradoni, uno per ogni anno delle guerre anglo-francesi, così alta che avrebbe sovrastato la cattedrale di St. Paul.

# London 4: il Crystal Skycraper

Ph. bigthink.com

Il grattacielo di cristallo, visto oggi, non sembra più neanche un mega progetto, ma se lo contestualizziamo al momento in cui è stato proposto ci accorgiamo della sua vera mole.
Doveva sorgere nel Sud di Londra, nella zona che ancora oggi è denominata Crystal Palace e che deve il suo nome ad una struttura andata distrutta da un incendio nel 1936.

Il Crystal Palace è stato la sede dell’Esposizione del 1851, sbaragliando il progetto di Charles Burton, che aveva immaginato un edificio alto 1.000 piedi, in acciaio e vetro e che sarebbe stato alto quanto lo è oggi “The Shard”.
I calcoli di Burton non erano però poco affidabili, quindi si è preferito adagiare in orizzontale il palazzo di cristallo: quello in verticale di questo mega progetto sarebbe, molto probabilmente, imploso sotto il suo stesso peso, crollando miseramente e mortalmente.

Leggi anche: Un progetto faraonico: la mega PIRAMIDE con 1 milione di abitanti. Ci vivresti?

# NY 1: l’aeroporto di MidTown

Ph. bigthink.com

Naturalmente anche New York City ha sognato il suo aeroporto cittadino, da realizzare a Manhattan. L’idea è di William Zeckendorf, proprietario del Crysler Building e dell’Hotel Astor.
Salutato da LIFE Magazine come un progetto avveniristico nel 1946, si tratta di una mega struttura purosangue: esteso su oltre 144 isolati, dalla 24ma alla 71ma strada, dalla 9 Avenue fino all’Hudson, l’aeroporto avrebbe avuto anche banchine e moli per attracco navi.
Forse la discriminante è stato l’eccessivo costo: 3 miliardi di dollari del dopoguerra.

# NY 2: il centro civico di Roosevelt Island

Ph. bigthink.com

Roosevelt Island è il nome di un lembo di terra che si affaccia sull’East River, un tempo luogo dedicato all’alloggio dei condannati ai lavori forzati, a ospedali e strutture psichiatriche.
Nel tentativo di dare nuova linfa e riqualificare quest’isolotto, Thomas J. George propone un grandioso progetto per un centro civico, in grado di servire tutta New York.
Sarebbe stato dominato da un edificio in stile greco e rinascimentale, alto oltre 600 piedi ed esteso per 7 isolati.
Se fosse stato costruito sarebbe di certo una delle mete turistiche di NYC e, forse, Roosevelt Island avrebbe ceduto il nome a Municipal Island.

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# NY 3: il monumento a George Washington in Union Square

Ph. bigthink.com

Nel 1845 New York era probabilmente l’unica città degli Stati Uniti a non avere dedicato monumenti a nessuno dei protagonisti della propria storia.
La critica è apparsa sulle colonne del Broadway Journal e quindi la città si è subito mossa per erigere un gigantesco monumento a George Washington, pensato in Union Square e che sarebbe stato alto 425 piedi, il doppio dei grattacieli più alti dell’epoca.
Il monumento sarebbe stato la sede di una biblioteca con oltre 400.000 volumi. Un vero mega progetto, degno dell’iconico padre fondatore, che sarebbe apparso al secondo piano della biblioteca, con in mano una copia della Costituzione.
Tutto era pronto, i fondi deliberati dalla città. Curiosamente fu proprio la feroce stroncatura del Broadway Journal ad impedirne la realizzazione.

# NY 4: un mega totem a Times Square

Ph. bigthink.com

Il passato di Times Square non è sempre stato limpido. La piazza che oggi viene visitata da decine di milioni di turisti ogni anno, illuminata a giorno dai mega schermi, una volta era un luogo buio e pericoloso.
Un concorso, lanciato dalla Municipal Art Society e dal National Endowment for the Arts, ha raccolto le idee più avveniristiche, nel tentativo di riqualificare l’area. Tra queste spicca sicuramente un vero e proprio totem proposto da George Ranalli.

Con la sua testa a forma di piramide a gradini e una specie di osservatorio realizzato con una gigantesca sfera verso i piani inferiori, il totem avrebbe dovuto svettare al civico 1 di Times Square, il mitico One o semplicemente Times Tower. Non è stato necessario

Se le mancate realizzazioni sono mega occasioni perse, o mega fortune, lo lasciamo al giudizio personale. Quello che ci piace di queste storie è vedere come le grandi città hanno sempre bisogno di sognare per migliorarsi.
Secondo voi, ci riescono sempre?

Fonte: Big Think

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LAURA LIONTI

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Il RIFUGIO nella ROCCIA che incanta il mondo: è in ITALIA

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Negli ultimi anni, con l’innalzamento delle temperature e il disgelo, sono emersi relitti della Grande Guerra sui monti in cui si combatterono le battaglie tra gli italiani e gli austriaci. Relitti come il rifugio sul Monte Cristallo, nel Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo.

Il RIFUGIO nella ROCCIA che incanta il mondo: è in ITALIA

Rifugio Monte Cristallo
Rifugio Monte Cristallo

Incastonato in una parete rocciosa del Monte Cristallo, ad un’altezza di oltre 2700 metri, si trova un rifugio costruito durante la Prima Guerra mondiale.

Irraggiungibile per i non esperti,  il rifugio venne probabilmente costruito per ripararsi dal gelo e dai nemici

Con un tetto spiovente e porte e finestre che danno quasi direttamente sul vuoto, è difficile riuscire a immaginare che poco più di cento anni fa degli uomini si recavano qui a riposare e rifocillarsi, tra una battaglia e l’altra. 

In giro per il mondo si possono trovare numerosi edifici e strutture uniche e insolite: tra questi sicuramente il Monastero di Sumela.

# Il MONASTERO di Sumela, TURCHIA

Credits: @fatihmorguel IG

Con una Storia millenaria, si tratta di un monastero greco-ortodosso costruito nella roccia in Turchia, ad un’altezza di 1200 metri. Il sito è formato da una Chiesa nella roccia, delle sale di studio, per un totale di oltre 760 stanze, un ostello, una biblioteca e una fonte miracolosa venerata.

# Il SANTUARIO di San Besso, Valle d’Aosta

Credits: https://pin.it/6FWEZkR

In Valle d’Aosta, a Cogne, si trova un santuario che poggia su una roccia monolitica, il Monte Fautenio, alta circa 60 metri e sospesa a quota 2000 metri. Oltre che come santuario funge anche da rifugio per gli appassionati di trekking che desiderano affrontare il cammino fino a questo magnifico e suggestivo luogo.

# Il COMPLESSO RESIDENZIALE Espaces d’Abraxas

Tornando con i piedi per terra, invece, in un sobborgo di Parigi, Noisy-le-Grand, tra il 1978 e il 1983, l’architetto catalano Ricardo Bofill realizzò un complesso residenziale molto particolare. Tre edifici di cui uno semicircolare, costruiti in una grande piazza che richiama molto l’architettura tipica dell’Antica Grecia. Il progetto voleva creare un ambiente in cui sia la classe media sia il ceto popolare potessero trovare una residenza, creando una combinazione tra i due mondi.

Credits: https://flightsim.to/file/15651/noisy-le-grand-espaces-d-abraxas-and-other-landmarks

# Il COMPLESSO RESIDENZIALE Lamela, Bosnia Erzegovina

Un altro complesso residenziale degno di nota per la sua particolarità e unicità si trova a Zenica, in Bosnia Erzegovina. Con i suoi 27 piani lo stile architettonico rispecchia perfettamente il contesto storico-politico degli anni in cui venne costruito: infatti l’edificio si presenta come la tipica struttura dei paesi comunisti, capace di ospitare numerose famiglie nei suoi 232 appartamenti.

 

Credits: @bravnicar IG

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ALICE COLAPIETRA

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VIVERE una FAVOLA a un’ora da Milano: la magia delle ISOLE BORROMEE

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È primavera, iniziano le giornate soleggiate e la voglia di uscire a fare un giro all’aria aperta. Inizia anche quel caldo che ti fa mettere via cappotti e giacche a vento, in favore di giubbetti di pelle, di jeans e in generale di vestiti più leggeri. Ed è proprio una di queste future giornate di sole primaverile che bisogna sfruttare per fare una gita fuoriporta nelle Isole Borromee a circa un’ora in treno da Milano.

VIVEERE una FAVOLA a un’ora da Milano: la magia delle ISOLE BORROMEE

# Le isole regali che svettano sul Lago Maggiore ancora di proprietà (2 su 3) della storica famiglia

Credits: @valentinaredaelli
Isole Borromee

L’Isola Madre, l’Isola dei Pescatori e l’Isola Bella sono le tre celebri isole del Lago Maggiore: tutte insieme prendono il nome di Isole Borromee. Non è difficile intuire che il nome glielo abbia dato la famiglia Borromeo, di origine toscana, ma grandi proprietari terrieri della zona intorno a Milano, i quali possiedono ancora oggi due delle isole (l’Isola Bella e l’Isola Madre). Partiamo per un piccolo giro turistico: prima di tutto si fa tappa all’Isola Madre, seguono poi l’Isola dei Pescatori e quella Bella.

# Le isole regali che svettano sul Lago Maggiore ancora di proprietà (2 su 3) della storica famiglia

Raggiungere le Isole Borromee da Milano è particolarmente facile, anche perché si possono usare tutti i mezzi. In macchina bisogna prendere l’Autostrada dei Laghi in direzione Gravellona Toce e poi uscire a Carpugnino, in un’ora e un quarto circa si arriva alle Isole. Mentre in treno basta prendere la linea Milano-Sempione e scendere a Stresa. Da Stresa ci sono poi i motoscafi che partono dal Molo di Carciano e con un unico biglietto è possibile fare il giro di tutte e 3 le isole.

# L’Isola Madre tra giardini incantati, pavoni e palazzi

Credits: @tamarkask
Isola Madre

La prima che si incontra nel giro turistico delle tre isole è l’Isola Madre, la più grande di tutte nonché l’isola più importante del Lago Maggiore. La meraviglia dell’isola è il suo grande palazzo Cinquecentesco circondato da un giardino all’inglese realizzato a fine ‘800. Qui si trovano piante esotiche, pavoni bianchi e fagiani dorati che rendono il giardino dell’Isola Madre un luogo incantato.

# L’Isola dei Pescatori: il villaggio medievale 

Credits: @djiemo86
Isola dei Pescatori

Dall’isola Madre si giunge a quella dei Pescatori. Quest’isola è ancora abitata da una piccola comunità ed è l’unica delle tre isole ad essere pubblica: mentre i signori abitavano le altre due isole, le famiglie dei pescatori vivevano su questa isola, la più “popolare” delle tre. Una minuscola perla dal sapore medievale abitata da appena 50 persone che da secoli si tramandano le tradizioni che rendono quest’isola una delle più pittoresche d’Europa. Qui, in quelle che un tempo erano case di un borgo per pescatori, ci sono tanti ristorantini, bar e negozietti. È separata dall’Isola Bella dalla Malghera, detta anche Scoglio degli Innamorati, ed è anche quella che più di tutte ha conservato intatta la sua essenza medievale.

Leggi anche: L’isola dei pescatori

# L’Isola Bella: la reggia

Credits: @milanibelunga
Isola Bella

Infine si giunge all’Isola Bella, che già dal nome è una garanzia. Fino al 1630 era uno scoglio abitato da pescatori, con due piccole chiese e qualche orto. I Borromeo, proprietari dell’Isola Madre dal 1501, nel Seicento danno avvio al grandioso progetto che porterà alla creazione del Palazzo e del giardino. Ambienti unici del Palazzo sono la Sala del Trono, la Sala delle Regine, il Salone degli Arazzi e le Grotte, in uno degli esempi più affascinanti dell’arte Barocca nella regione. Altra attrazione è il giardino, costruito dal 1631 al 1671.

Il Teatro Massimo è il monumento più importante del giardino con statue, obelischi e fontane che si integrano con la vegetazione delle dieci terrazze, sulla cui cima svetta la statua dell’Unicorno, simbolo araldico della famiglia Borromeo.

Tutto attorno al Teatro, un tripudio di fioriture e piante rare: incanta durante la fioritura il Parterre delle azalee ed è una favola il Giardino d’Amore.

sola Bella, cerchia di Antonio Joli (Modena, 1700 - Napoli, 1777), 1756-1760 (?), olio su tela
sola Bella, cerchia di Antonio Joli (Modena, 1700 – Napoli, 1777), 1756-1760 (?), olio su tela

Continua la lettura con: Il TREKKING più BELLO d’ITALIA (con altalena panoramica inclusa) a un’ora da Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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🔴 Il nuovo CAR SHARING ELETTRICO che collega le città della LOMBARDIA

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Con l’aumento dei prezzi del carburante delle ultime settimane, tanti di noi hanno dovuto scendere a compromessi per arrivare a fine mese. La città di Milano si è dichiarata pronta a rispondere a questo cambiamento dei costi.

Il nuovo CAR SHARING ELETTRICO che collega le città della LOMBARDIA

# Un car-sharing FUORI DAL COMUNE

https://www.vaielettrico.it/

Il 21 marzo è stato presentato il nuovo progetto del Gruppo Fnm (Ferrovie Nord Milanesi), che si è aggiudicato un bando del comune di Milano per attivare il quarto servizio di car-sharing elettrico della città. Con una copertura praticamente totale del centro urbano, assicura anche diversi collegamenti nell’hinterland milanese. Infatti, oltre alle 112 postazioni fisse di parcheggio e ricarica collocati in punti strategici in giro per la città (vicino a università, stazioni, ospedali, metropolitane), E-VAI ha dei E-POINT in 90 comuni. Collegando 45 stazioni e tutti i tre aeroporti lombardi, offre un vero e proprio servizio integrato con il sistema ferroviario.

Un servizio che “non ha nulla di simile al mondo, un vero esempio di intermodalità con stazioni e aeroporti, ma anche in piccoli paesi e nelle loro frazioni” spiega l’amministratore delegato di E-Vai Gianni Martino.

# POCHI CENTESIMI per un IMPATTO AMBIENTALE uguale a ZERO

https://www.ferrovie.info/index.php/it/

Le centinaia di Renault Zoe già a diposizione si possono noleggiare pagando 0,12 centesimi al minuto per i primi 30 km e 0,19 cent per i seguenti.

Il servizio si differenzia dagli altri 3 già presenti su territorio (Enjoy, Leasys e ShareNow) perché è una valida soluzione per chi deve percorrere diversi chilometri. Con un noleggio minimo di 2 ore infatti è adatta per lo più per chi deve recarsi in aeroporto o in un comune limitrofo alla città, non consumando neanche una goccia di carburante.

https://www.quattroruote.it/

L’intermobilità assicurata da E-VAI ha permesso anche di far nascere delle collaborazioni atte a vantaggiare ulteriormente i cittadini lombardi. Tra vari codici sconto è presente anche una promozione per gli studenti dell’Università Pavia, che ammortizza i costi del noleggio.

Continua a leggere con: I TRASPORTI di Milano ieri e oggi: FOTOGALLERY ESCLUSIVA su come sono cambiati i 9 municipi

ALICE COLAPIETRA

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Letizia GAMBI: “la mia Milano sarà l’esempio di una città GIUSTA”

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Letizia Gambi

Letizia Gambi. Artista, musicista Jazz, nata a Napoli cresciuta in Lombardia tra Milano e Como, da qualche tempo trasferita negli Stati Uniti dove tiene concerti e incide dischi. Innamorata di Milano, con nostalgia. 

Letizia GAMBI: “la mia Milano sarà l’esempio di una città GIUSTA”

Letizia Gambi

La cosa che ami di più di Milano?

Amo la vasta proposta di ristoranti e cucine alternative che solo Milano ha in Italia. Amo i panifici di quartiere con focaccia e cornetti caldi, che profumano di buono. Le attività a gestione familiare. Sono le cose che mi mancano di più da quando vivo negli Stati Uniti. Amo Milano perché è la città più internazionale d’Italia.

Quella che invece ti piace di meno?

Paragonata ad altre metropoli europee Milano a volte è un po’ provinciale, ma non sa di esserlo! Milano è la metropoli meno internazionale d’Europa.

Il tuo locale preferito?

Essendo sempre via ho perso di vista i locali. Però ho lasciato il cuore al Club Due di Brera, dove iniziai a cantare da ragazzina, appena arrivata a Milano per studiare Jazz.

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Fare il tour delle gelaterie per decidere qual è il gelato migliore. Passeggiare al parco.

Gelateria della Musica Piazzale Baracca

La canzone su Milano a cui sei più legata?

La canzone su Milano è Milano di Dalla. Ma la canzone che mi fa pensare a Milano ogni volta che l’ascolto si intitola “A time” . E’ il primo brano che ho composto nella mia mansarda a Porta Venezia, scritto a Milano e inciso poi a New York nel mio primo album..

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Il lago di Como.

Credits: @best_hotelsandresorts
Lago di Como

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

L’incontro che mi ha cambiato la vita, al Blue Note, con il mio produttore americano Lenny White.

La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?

Porta Venezia. Dove ho sempre avuto casa.

Credits Andrea Cherchi – Porta Venezia

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Sul Duomo, la Statua della Libertà in miniatura! In realtà si chiama la statua della Legge Nuova che, scolpita all’inizio dell’800 da Camillo Pacetti ispirò, 70 anni dopo, quella di New York. Come al solito copiano sempre da noi!

La nostra statua della libertà (Duomo di Milano)

Il quartiere che ami di più?

Porta Venezia e Brera.

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

1.Chiederei di investire davvero nella musica live e nell’educazione musicale anche nelle scuole. Gli chiederei di darmi in mano la direzione di un nuovo festival musicale internazionale. Di ridurre la burocrazia e la tassazione per i teatri, locali, e club che vogliono fare musica. Bisognerebbe incentivare alla bellezza e all’arte, nel rispetto dei professionisti e del loro prezioso lavoro.

2. Gli chiederei anche di restituirci i (già pochi) parcheggi per residenti in centro che ha dato ai dehors dei ristoranti!

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Si, ma dipende sempre da chi controlla l’autonomia.

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Ho già lasciato Milano per New York e Miami. Torno ogni tanto per qualche settimana. Vorrei tornare a vivere a Milano, in una Milano che accoglie gli artisti italiani con lo stesso entusiasmo con cui accoglie quelli stranieri.

Credits amber ig – Miami

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

Il Festival di cui sopra e rilancerei le piccole imprese. Il made in Italy.

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Il futuro è già domani. In questi tempi di difficoltà e ingiustizie vorrei solo che Milano fosse l’esempio di città “giusta”. Una fortezza dove le libertà di pensiero e di scelta vengono garantite a tutti e dove si vive da esseri umani liberi. Una città più umana e meno digitale. È il mio sogno.

Letizia Gambi

Continua la lettura con: Tutti i personaggi di #milanomia già pubblicati

MILANO CITTÀ STATO

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🔴 PORTA NUOVA sempre più PEDONALE: si aggiungono ALTRI 20.000 MQ

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Credits Andrea Cherchi - Porta Nuova vista grattacieli

Garibaldi, Isola, Porta Nuova si stanno imponendo come il nuovo cuore pulsante di Milano. Piazza Gae Aulenti con il suo palazzo dell’Unicredit, la sua modernità e il suo essere arrivata per prima con i suoi grattacieli e voglia di contemporaneità ha reso la zona una dei nuovi simboli di Milano. E proprio per quest’importanza che sta accumulando negli anni nella vita dei milanesi, il Comune ha deciso di investire per nuove opere urbane nel quartiere e nell’area circostante.

PORTA NUOVA sempre più PEDONALE: si aggiungono ALTRI 20.000 MQ

# Porta Nuova più verde e più fruibile a tutti

Credits: blog.urbanfile.org
progetto porta Nuova

È stata decisa una convenzione della durata massima di 5 anni che verrà sottoscritta tra il Comune e Coima SGR Spa, piattaforma leader nell’investimento, sviluppo e gestione di patrimoni immobiliari per conto di investitori istituzionali che ha sede in Piazza Gae Aulenti. Nella convenzione, le cui linee di indirizzo sono state appena approvate con una delibera della Giunta, sono previsti interventi che coinvolgono l’area di Garibaldi, Isola e Porta Nuova, estendendosi però anche verso la Stazione Centrale e via Melchiorre Gioia. L’area delimitata dalle vie Gioia, della Liberazione, Cardano, Bordoni e lungo le vie Sassetti e Pirelli sarà nuovamente trasformata, aumentando il verde pubblico e le aree pedonali, proprio con l’obiettivo di rendere la zona più fruibile a tutti.

# 4 aree di intervento principali

Credits: blog.urbanfile.org
progetto porta Nuova

Porta Nuova diventerà un’area più pedonale e ciclopedonale, si creerà un asset viabilistico centrale e aumenteranno le aree verdi intorno alla Biblioteca degli alberi. Il progetto nella convenzione, più specificatamente, prevede 4 aree di intervento. Prima di tutto si vuole riqualificare via Bordoni ripavimentando i marciapiedi e inserendo nuovo verde urbano, si allungherà poi la pista ciclabile già presente. Sempre con l’intento del rendere l’area più fruibile alle biciclette, verrà completata la pista ciclabile tra via De Castilla e via Confalonieri e saranno realizzate nuove ciclabili in zona Pirelli. Nello specifico, partendo da via Pirelli in direzione Stazione Centrale saranno realizzati nuovi viali alberati e ripavimentati i marciapiedi, dalla stessa via poi, in direzione Melchiorre Gioia, saranno sistemati i marciapiedi e realizzate nuove aree alberate diffuse.

# Più 20 mila metri quadrati

Credits: blog.urbanfile.org
riqualificazione marciapiedi

La convenzione vuole più in generale promuovere una mobilità sostenibile e per farlo, oltre ai già presenti 120mila mq di spazi ciclopedonali, nella prima fase verranno aggiunti più di 12mila mq sull’asse che porta a Fondazione Feltrinelli e altri 20mila mq in Porta Nuova Gioia. Gli interventi previsti richiedono un investimento di circa 8,5 milioni di euro, finanziati da privati. Se quindi questi sono gli obiettivi della convenzione, i progetti veri e propri non sono ancora stati presentati. Si ha infatti circa un anno per la presentazione dei progetti e i cantieri apriranno nel 2024.

Fonti: blog.urbanfile.org

Continua la lettura con: Il MISTERO degli ARCHI di PORTA NUOVA

BEATRICE BARAZZETTI

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