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🔴 Come sarà il SALONE del MOBILE 2022

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Credits gabilopezinteriordesign IG - Installazione Cucinella 1

Dopo due anni travagliati a causa della pandemia ritorna alla sua forma originale il Salone del Mobile per festeggiare il sessantesimo anniversario. Ecco le novità di quest’anno.

Come sarà il SALONE del MOBILE 2022

# Dal 7 al 12 giugno la 60esima edizione del Salone del Mobile

Il Salone del Mobile di Milano festeggia quest’anno dal 7 al 12 giugno, presso Fiera Milano Rho, il suo sessantesimo anniversario con l’installazione Design with Nature, ospitata nel padiglione 15 di S.Project e progettata dall’’architetto Mario Cucinella. In un’area di 1.400 mq verrà raccontato un ecosistema virtuoso che vorrebbe, idealmente, rappresentare il futuro dell’abitare. L’installazione si fa amplificatrice di tre tesi: l’urgenza della transizione ecologica, la casa come primo tassello urbano e la città come miniera.

La Presidente Maria Porro, durante la presentazione dell’evento al Teatro Lirico appena restituito alla città, ha affermato come il Salone del Mobile “sostiene la necessità di una transizione ecologica reale e immediata: proprio per questo ha deciso di essere acceleratore di percorsi etici e virtuosi investendo in un grande progetto curato dall’architetto Mario Cucinella.

# Oltre 1.200 espositori da tutto il mondo e un nuovo SaloneSatellite

Credits isalaoniofficial – Presentazione Salone del Mobile 2022

Il Salone del Mobile 2022 occuperà l’intera disponibilità degli spazi di Rho, 200.000 mq, con oltre 1200 aziende espositrici da tutto il mondo. Al 23esimo SaloneSatellite, intitolato “Designing for our future selves” e pensato per favorire i contatti mirati tra i giovani designer e le aziende espositrici al Salone del Mobile, saranno 600 i protagonisti. L’evento inviterà “a riflettere sul design che include favorendo autonomia, comfort, movimento, usabilità, interazione e sicurezza per tutti”. Il SaloneSatellite, collocato all’inizio del percorso fieristico, viene ripensato anche a livello di layout e si svilupperà attorno al tema della piazza come luogo di incontro per sottolineare il ruolo di questa manifestazione che ha come obiettivo creare nuove connessioni tra le scuole internazionali di design, i giovani, le nuove startup e il mondo produttivo.

# Il calendario di Talk eredità del SuperSalone

Credits salonemilano – Talk SuperSalone 2021

Tra le eredità del concept del Supersalone di settembre 2021, con le aziende ospitate in soli due padiglioni, c’è il calendario di Talk, una manifestazione di conversazioni e dibattiti tenuti dalle voci più interessanti sulla scena contemporanea del progetto. Curata da Maria Cristina Didero, Chiara Alessi e Beatrice Leanza, avrà luogo sempre nella cornice della Fiera e avranno il focus sulla sostenibilità affidato all’area progettata da Mario Cucinella.

Fonti: Domus, Ingenio

Continua la lettura con: In arrivo a Milano SanNOLO, il (contro)FESTIVAL della CANZONE ITALIANA

FABIO MARCOMIN

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Il TEMPIO della NOTTE: l’unico esempio storico di architettura massonica a Milano

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Credits: @archeologia.del.sottosuolo Tempio della Notte Cernusco

Di massoneria se ne è parlato molto, eppure, nonostante questo, è un argomento che ancora oggi è tema di dibattito su cosa sia, su cosa faccia, se è utile o meno, se è legale o no. Per semplificare la cosa, la massoneria non è altro che un’associazione che si basa sull’iniziazione e sulla fratellanza tra le varie logge sparse in tutto il mondo. La sua origine è antichissima, gli studi fanno risalire al 1727 e più precisamente a Londra la nascita della prima associazione, anche se nel 1723 a Girifalco in Calabria esiste un’associazione massonica chiamata Fidelitas. Inoltre la massoneria ha regole molto precise non discutibili e, a parte questo, quello che affascina molto di questo mondo è l’uso del simbolismo e dell’architettura.

Il TEMPIO della NOTTE: l’unico esempio storico di architettura massonica a Milano

Basta fare un giro in via Pirelli 5 dove si trova un insegna G.O.I. (Grande Oriente d’Italia), da dove si intravede una scalinata sfarzosa con luci di dieci ampi gradini che simboleggiano l’evoluzione spirituale, stiamo parlando di una delle tante sedi massoniche in Italia. Non molto distante da qui e più precisamente in zona Gorla presso il parco di Villa Finzi esiste un luogo molto misterioso che alcuni studi recenti hanno definito l’unico esempio storico di architettura massonica a Milano.

# Il Parco di Villa Finzi

Credits: @marialetiziadorsi
parco villa finzi

Il parco Villa Finzi si trova tra la Martesana e viale Monza ed è uno dei parchi più antichi di Milano. La sua storia inizia agli inizi dell’Ottocento quando il conte ungherese Batthyàny fece costruire in questa zona una villa e un parco. Un luogo ricco di vegetazione varia, un laghetto che prendeva l’acqua da un fontanile a Precotto, ma soprattutto due tempietti neoclassici, ed è qui che questa storia ha inizio. Il tempio dell’innocenza, ancora oggi visibile, è in superficie, ma il tempio della notte fu costruito in una grotta artificiale difficilmente praticabile.

# Iniziano gli scavi

Credits: @newyork_73
scavi tempio della notte

Fu lo speleologo Andrea Thum dell’associazione SCAM (Speleologia Cavità Artificiali Milano) che nel 2005 aveva notato nel parco la presenza di una collinetta coperta da una grata. Il primo pensiero fu quello che si trattasse di una semplicissima ghiacciaia del tempo, ma quando quattro anni dopo ebbe il permesso di scavare, la sorpresa fu enorme. Dai primi scavi effettuati si scopre che il Tempio della Notte è una struttura completamente sotterranea a pianta circolare sormontata da una cupola e un oculo in cima che serviva a comunicare con l’esterno.

Credits: @__conoscimi__
Tempio della notte

L’associazione Speleologia Cavità Artificiali Milano, che nel 2009 ha iniziato i suoi studi, ha comunicato che ci troviamo di fronte ad una struttura unica nel suo genere. Benché si trovi sottoterra, si tratta di una struttura del primo Ottocento: composta da tre corridoi, blocchi di ceppo d’Adda alti due metri e diversi cunicoli collegati ad una camera centrale dove si trova il tempio costituito da otto colonne in marmo con capitelli in stile corinzio e diverse nicchie. L’oculo centrale da cui entra la luce ha la caratteristica di illuminare alcune nicchie soprattutto nei giorni del 21 giugno, del 7 e 8 agosto. Perché?

# Il legame con la massoneria

Credits: @archeologia.del.sottosuolo
Tempio della Notte Cernusco

L’interesse che si è sviluppato intorno alla scoperta di questo tempio, ha portato gli studiosi a indagare anche sulla presenza di strutture simili tra cui una a Cernusco sul Naviglio, dove, presso il parco della villa del conte Ambrogio Uboldo, è stato rinvenuto un altro tempio della notte. Stesso discorso in Austria, nei pressi di Schonau, dove il barone Von Baun fece costruire nel suo parco una struttura praticamente uguale. Gli studi recenti hanno affermato con certezza che questi templi sparsi in giro hanno delle relazioni molti forti con la massoneria, i suoi segreti e le sue affiliazioni. Per quanto riguarda il tempio della notte milanese dobbiamo attendere ancora qualche anno, prima che venga terminato il restauro completo e si possa visitare in totale sicurezza.

Continua la lettura con: Otto quartieri per fare i turisti a Milano

MICHELE LAROTONDA

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5 BUONI MOTIVI per una VACANZA in BARCA a VELA quest’estate

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Credits samboat.it - Barca a vela

Siamo reduci dalla pandemia da Covid-19 e in questa coda finale di emergenza, iniziamo a vedere la graduale riapertura delle frontiere, e la prospettiva di riappropriarci delle vacanze estive, per rigenerare corpo e anima. 

5 BUONI MOTIVI per una VACANZA in BARCA a VELA quest’estate

Costretti dalle misure di contenimento, molti di noi hanno fantasticato sulla reclusione e su dove avremmo voluto essere e – almeno la metà di noi – ha pensato al mare. Per molti è stata la promessa dell’aria fresca, di godersi lo spazio circostante, di nuotare, di pescare… Per fortuna presto potremo riprendere a navigare e partire per la nostra fuga tanto agognata.

Con le nuove abitudini della vita sociale, innumerevoli motivi possono spingerci a trascorrere le nostre prossime vacanze in barca a vela o in catamarano a noleggio.

Tuttavia, uno degli errori che allontano i sognatori da questa opzione è la convinzione che per fare un viaggio in barca a vela bisogna possederla, non è per forza così. Esistono delle società di noleggio gommoni Ponza, ad esempio, che permettono ad appassionati, skipper esperti e viaggiatori profani, di poter godere di questa opzione, noleggiando catamarani e altre imbarcazioni a chiunque voglia realizzare il proprio desiderio. È questo l’obiettivo di SamBoat, presente in più di 45 paesi con più di 40000 referenze a disposizione che ogni cliente può opzionare.

# Ponza: l’isola top per gli amanti della vela

Caratterizzata da ripide scogliere bianche e acqua cristallina, Ponza è una splendida via di fuga dal turismo tradizionale. A differenza della maggior parte delle destinazioni turistiche in Italia. Con una popolazione di circa 3500 abitanti, Ponza rimane abbastanza tranquilla per la maggior parte dell’anno e mantiene un’atmosfera da piccola città.

Ponza è dunque un’oasi felice per nuotare e prendere il sole, la spiaggia di Cala Feola è raggiungibile a piedi dall’isola, e dispone di numerose piscine naturali di acqua di mare. La Spiaggia Di Frontone è un’altra popolare località balneare, ed è solitamente una delle spiagge più affollate e vivaci dell’isola. La sera, un dj ingaggiato trasforma Frontone in una discoteca all’aperto.

Una delle spiagge più famose di Ponza, Chiaia di Luna, è chiusa da alcuni anni per motivi di sicurezza, ma i visitatori possono comunque godersi la spiaggia a distanza: la zona sopra la spiaggia offre viste mozzafiato sul mare e sull’isola costa.

Se fin qui ti abbiamo già incuriosito e messo voglia di prenotare le tue vacanze, adesso ti proponiamo i 5 vantaggi delle vacanze in barca a vela.

#1 Allontanati dalla folla della città e goditi il mare

Credits samboat.it – Barca a vela

Volevi evitare hotel affollati, locali e spiagge affollate già prima del Covid-19? Fai il grande passo quest’estate e goditi una vacanza in barca a vela lontano dalla folla.
Da solo in un ancoraggio selvaggio o a buona distanza dalle altre barche in porto, godrai della tua privacy e di tutti i comfort necessari. Dato che la tua volontà è stare lontano dalla folla, il vantaggio della barca a vela è innegabile, ci dormi, mangi lì, abiti a bordo. 

#2 Visita diverse destinazioni ad un costo accessibile

Credits samboat.it – Barca a vela

Un viaggio in barca a vela per la tua vacanza è un’occasione per vivere un’avventura indimenticabile. Come molte persone, sei sicuramente portato a pensare che una gita in barca a vela sia estremamente costosa. La verità non è questa. Tutto dipende, infatti, dalla scelta della formula che hai fatto. Il vantaggio qui è che paghi una volta e hai la possibilità di visitare più destinazioni.

#3 Vacanze in comunione con la natura

Credits samboat.it – Barca a vela

E se questa crisi risvegliasse le nostre coscienze e ci incoraggiasse a viaggiare in modo più responsabile? Viaggiare in barca a vela grazie alla forza del vento permette di essere in comunione con la natura ammirandone la bellezza. In barca niente è superfluo, vivrai al ritmo del sole e del tempo lontano dai consumi eccessivi delle navi da crociera o dei club
alberghieri.

#4 Sentiti come a casa

Credits samboat.it – Barca a vela

Una barca è sempre un’estensione di sé stessi, si può personalizzare come l’interno di una casa. In fretta troviamo certe abitudini e poi ne inventiamo altre, per adattarci e inventarci nuove regole. Infine, il comfort necessario è abbastanza soggettivo, ma per quanto si ha tempo davanti a sé, lavare le stoviglie con acqua di mare o cucinare senza turbomix può avere un sapore di vita semplice e genuina. E ciliegina sulla barca, hai i vantaggi di un hotel ma con una vista a 360° sul mare e senza vicini al tuo fianco.

#5 Pesca e cucina del buon cibo

Credits samboat.it – Barca a vela

Le vacanze in barca sono uno stile di vita così economico su base giornaliera. A bordo abbiamo tutto il necessario per cucinare piccoli piatti senza andare al ristorante. Possiamo anche pescare e assaporare il gusto di una vita semplice e genuina. Sebbene esposta all’aria aperta, cosa che a volte ci è mancata nelle ultime settimane, la barca è un luogo sicuro in cui vivere. E poiché il virus non tollera l’acqua e non si diffonde nell’aria, questo è un altro buon motivo per preferire le vacanze in barca a vela quest’estate.

REDAZIONE

Continua la lettura con: La Torre del Sole

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🔴 IL MIGLIOR AEROPORTO D’EUROPA è in LOMBARDIA

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credits: val brembana web- Caravaggio Bergamo

Terzo scalo italiano per movimento di passeggeri e principale riferimento per i voli lowcost del Paese, il Caravaggio di Bergamo si aggiudica l’Airport Service Quality Award e il Best Hygiene Measures. Due premi di gran prestigio che lo portano al primo posto come miglior aeroporto europeo per qualità dei servizi, categoria tra i 5 e i 15 milioni di passeggeri annui, e per l’efficacia delle misure di prevenzione e contrasto del Covid.

IL MIGLIOR AEROPORTO D’EUROPA è in LOMBARDIA

#  Voli lowcost senza rinunciare alla qualità dei servizi

credits: avion tourism – Caravaggio Bergamo

Conosciuto con il nome Orio al Serio, l’aeroporto Caravaggio di Bergamo a soli 50 km da Milano, era già stato premiato come terzo scalo italiano per movimento di passeggeri. Infatti, insieme agli aeroporti di Milano-Malpensa e Milano-Linate, forma il sistema aeroportuale milanese che, con oltre 49 milioni di passeggeri annui (il dato più recente è del 2019), è il secondo sistema aeroportuale in Italia, dopo quello della capitale. Il network di Orio al Serio è il principale riferimento per i voli lowcost del Paese e, grazie alla sua posizione centrale e alla rete di servizi di collegamento da Milano, Bergamo e città limitrofe come Monza, Brescia e Torino, è uno degli aeroporti più frequentati del nord Italia.

Ma, oltre alla sua posizione strategica, è anche uno degli aeroporti più serviti d’Italia. Anche se è principalmente frequentato per i suoi voli lowcost e il tempo trascorso in aeroporto è di breve durata, in media due ore, il Caravaggio garantisce un’esperienza di comfort a 360 gradi.  È per questo che, oltre servizi di base come ristoranti, bar, bancomat e negozi, presenti in tutti gli aeroporti, offre anche servizi più specifici. Alcuni esempi sono: una connessione wi-fi gratuita senza limiti, un ufficio lost and found, un deposito bagagli, il fast track, due sale vip lounge, un ufficio anagrafe e un pacchetto di servizi esclusivi denominato “BGY TOP”.

# Sicurezza è la parola d’ordine

Credits: ilmattino.it

Ed è proprio per l’attenzione verso i suoi viaggiatori che Orio al Serio si aggiudica il primo posto come miglior aeroporto europeo per qualità dei servizi nella categoria tra i 5 e i 15 milioni di passeggeri annui, vedendosi assegnare il premio Airport Service Quality Award. Un riconoscimento di grande prestigio, attribuito ai migliori aeroporti nel mondo sulla base dell’opinione espressa dai viaggiatori attraverso migliaia di interviste raccolte nei singoli scali da Aci, l’Associazione mondiale degli aeroporti.

Ma non finisce qui, il titolo di Airport Service Quality Award è stato ottenuto contestualmente al premio “Best Hygiene Measures”, relativo all’applicazione delle misure di contrasto al Covid. “Entrambi i premi – ricorda Luis Felipe de Oliveira, direttore generale di Aci Europe – sono stati assegnati dopo valutazione dei risultati di 370mila interviste sulla qualità dei servizi e sull’efficacia delle misure di prevenzione e contrasto del Covid”.

# Il Caravaggio di Bergamo, un’eccellenza europea e soprattutto lombarda

credits: val brembana web- Caravaggio Bergamo

Infatti, soprattutto a causa della pandemia, le aspettative e le esigenze dei viaggiatori sono cambiate e questo ha comportato una nuova sfida per Sacbo, società che gestisce l’aeroporto, e per gli altri operatori aeroportuali. Questi hanno dovuto aggiustare la propria offerta per garantire migliori servizi, prevedendo anche nuovi sistemi di sicurezza e misure anti-contagio vista l’emergenza Covid-19.

Una sfida più che superata, osservando i dati dei questionari, tutti gli sforzi giornalieri per andare incontro alle aspettative e necessità dei propri passeggeri sono stati riconosciuti e apprezzati. Infatti, secondo i criteri Aci, il giudizio sull’esperienza di viaggio aereo dipende per il 50% dalla qualità dei servizi aeroportuali. È così che la vittoria è da attribuirsi soprattutto a Sacbo e a tutti gli operatori che hanno adattato l’aeroporto al meglio per garantire un’esperienza di viaggio sicura e piacevole per tutta la sua durata.

Un merito che viene ancor più apprezzato in un periodo di difficoltà e di lenta ripresa del trasporto aereo dovuto alla pandemia e che trasforma il Caravaggio di Bergamo in un’eccellenza europea, italiana e soprattutto lombarda.

Continua la Lettura con: Come superare il problema del PARCHEGGIO in AEROPORTO

SARA FERRI

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Come si dice AIRBNB a Milano?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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Debora BIONDA: “nella mia Milano sarà impossibile VIVERE o MORIRE dimenticati dalla società”

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Debora Bionda

Debora Bionda, laureata in Bocconi, giornalista, ha lasciato il piccolo paese del Piemonte dove è cresciuta per venire a Milano a studiare e non se ne è più andata.

Debora BIONDA: “nella mia Milano sarà impossibile VIVERE o MORIRE dimenticati dalla società”

Debora Bionda

La cosa che ami di più di Milano?

Rispondo con una sensazione: il sentirmi a casa, nonostante non sia nata a Milano. È una città che accoglie, certo devi stare alle sue regole e non è affatto semplice. È come salire su un’auto da corsa, serve saper guidare bene, prendere le misure, cambiare la marcia nel momento giusto, accelerare solo quando ci sono le condizioni per farlo, altrimenti si va fuori strada. Insomma, devi aver voglia di imparare e rimboccarti le maniche, ma la possibilità di salire su quell’auto ti viene data. Poi sta a te.

Quella che invece ti piace di meno?

L’apparenza. C’è una vera e propria corsa ad andare in certi posti, essere vestiti e parlare in un certo modo, farsi il selfie nel tal locale, avere un certo tipo di interessi e amicizie, anche le vacanze devono essere fatte in alcune località ben precise. Un mondo di apparenza portato all’ennesima potenza che a Milano purtroppo trova terreno fertile.

Il tuo locale preferito?

TeaCup in via Caminadella. Ho conosciuto la proprietaria casualmente anni fa a una degustazione di tè e non ci siamo più perse di vista. Ora che ha aperto questa sala da tè vicino a Sant’Ambrogio ci vado appena posso. Fra l’altro, lei è una ragazza trentenne che ha aperto in piena pandemia: una dimostrazione di amore per la città che è una lezione di coraggio per tutti. Un esempio della Milano che non si arrende e guarda al futuro.

Si apre la porta e si entra in un luogo intimo e fuori dall’ordinario, fra tè profumati, dolci che non trovo altrove, un soffitto a cassettoni in legno splendido, opere d’arte appese alle pareti e un’amica con cui parlare. Cosa chiedere di più?

Credits: @teacup.milano
TeaCup

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Passeggiare. Lo è sempre stato e c’è un perché. Quando sono arrivata a Milano per studiare faticavo a orientarmi, prima dell’università non c’erano state occasioni per venire a Milano per cui per me era difficile capire cosa avessi vicino, come raggiungere alcune zone. E allora, quando non studiavo per gli esami, camminavo e camminavo, memorizzando fermate della metropolitana, palazzi, nomi delle vie. Oppure prendevo i tram con un lungo percorso che attraversavano le zone centrali, come l’1 o il 9 e facevo da capolinea a capolinea, è stato fondamentale per capire le distanze. Nel 2020, dopo vent’anni nella stessa zona, mi sono trasferita in un quartiere diverso. Ho passeggiato per ogni via, angolo, piazza, finché non ho ricostruito la mia mappa di luoghi e distanze. È il mio modo di conoscere la città, ovunque mi trovo so come tornare a casa.

La canzone su Milano a cui sei più legata?

“Innamorati a Milano”.Che pazzia innamorarsi in mezzo a tanta gente, eppure ‘in questo posto impossibile, tu mi hai detto ti amo, io ti ho detto ti amo’. Sarà che i miei grandi amori li ho vissuti qui o forse è che più che A Milano, mi sono innamorata DI Milano.

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

I miei luoghi del cuore sono in città, c’è però un angolo di bellezza raggiungibile in un’ora di treno da Milano dove mi piace andare: le Isole Borromee a Stresa. In realtà sono molto affezionata a tutta la sponda piemontese del lago Maggiore. Sono nata in Ossola, alto Piemonte, il lago Maggiore è sempre stata la ‘terra di mezzo’ fra le montagne della mia infanzia e la città dove ho scelto di vivere. Un passaggio obbligato per andare da un mondo all’altro, ma anche un cuscinetto morbido a cui appoggiarsi.

Ph. credits verbanovolant

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Laurearmi. Può sembrare una banalità, ma è un grave errore dare per scontata la possibilità di istruirsi. Ho tanto voluto quella laurea, ho dedicato allo studio tutte le mie energie fra i 19 e i 24 anni, ha richiesto sacrifici economici non indifferenti ai miei genitori. Per me ha significato tanto e resta uno dei miei traguardi più importanti.

La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?

Repubblica. Ho abitato in quella zona per vent’anni, quindi era la “mia” fermata. Conosco ogni centimetro di quella porzione di Milano. Ho dato baci, ho litigato, ho preso metropolitane con la luce del sole o il buio, a volte con le lacrime agli occhi, a volte ridendo. Sono uscita da quella fermata stanca dopo una giornata di lavoro e una volta mi sono pure trovata davanti a uno scenario apocalittico: un velivolo si era appena schiantato contro il Pirellone e le persone per strada correvano verso la fermata da cui stavo uscendo. Pensavo di essere sul set di un film catastrofico, invece, sfortunatamente, era tutto vero. I milanesi si ricordano molto bene di quel drammatico giorno.

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

L’orecchio di palazzo Sola-Busca in via Serbelloni 10. Una scultura sorprendente che “ascolta” la città. Mi è sempre sembrato un simbolo molto forte, quell’orecchio che rende labile il confine fra dentro e fuori. Non lontano da lì, fra l’altro, c’è Villa Necchi Campiglio, splendida, assolutamente da visitare.

Credits: @dilyalondon
Citofono orecchio

Il quartiere che ami di più?

Wagner-Buonarroti. Quel che si dice classe ed eleganza. Ci sono molte Milano, alcune più glamour, altre meno patinate ma di una raffinatezza assoluta. Ecco, basta farsi un giro in zona Wagner per capire che c’è una Milano sotto i riflettori con l’acconciatura perfetta e il vestito firmato, e c’è una Milano bellissima anche senza sentire il bisogno di sfilare. Wagner rientra in questa seconda dimensione.

Credits: @griff_fra
Milano Buonarroti/Wagner

Caro Sala, ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Siamo un popolo di allenatori di calcio la domenica, di virologi di fronte a una pandemia, di esperti di geopolitica quando scoppia un conflitto, di curling durante le olimpiadi invernali. Ecco, mi rifiuto di essere le cose elencate in precedenza e anche di fare il sindaco dal divano di casa. Quindi a Sala chiedo semplicemente di fare il suo meglio nel prendersi cura della città e dei milanesi. È stato votato da molti, me compresa, e questo vuole dire che le aspettative sul suo operato solo altissime. Gestire il bene comune è difficile, bisogna dimenticarsi di sé e agire per gli altri. Impone che si accantonino i personalismi e che si affondino le mani nei problemi, occupandosi anche ciò che non piace, di criticità decisamente meno di stimolati delle Olimpiadi. In questa Milano che sta ripartendo dopo il Covid, a Sala chiedo di essere il sindaco di tutti e di pensare a chi ha meno opportunità.

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Dipende da cosa si intende per autonomia e come viene usata. Se l’obiettivo è quello di diventare un’isola felice staccata da tutto il resto, per me non è una buona idea. Una maggiore autonomia d’intervento per risolvere situazioni critiche in tempi rapidi o nel prendere decisioni in modo più preciso e mirato dove serve, invece, è sicuramente un vantaggio.

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Parigi. Trovo abbia diversi punti in comune con Milano. Sono due città affascinanti, ricche di storia, arte e cultura, eleganti, sfaccettate, enigmatiche e misteriose. Un mix per me fatale.

Credits: sognandoparigi.it

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

Li investirei nelle periferie. Mi piacerebbe che Milano fosse bella tutta, non solo le zone centrali o semicentrali. E poi è là che la tensione sociale si sente di più. È là che la rabbia diventa violenza o la mancanza di lavoro diventa delinquenza. Il centro non sarà un luogo sicuro finché la periferia sarà sofferente.

foto di andrea cherchi (c)
foto di andrea cherchi (c)

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Dopo due anni di distanziamento e mascherine, c’è tutto un tessuto sociale da ricostruire. Lo stesso lavoro da remoto, sempre più diffuso, è utilissimo da un certo punto di vista, ma dall’altro allontana e riduce le occasioni di incontro. È il momento di tessere relazioni, di creare un circolo virtuoso, di guardare oltre il proprio giardinetto o banalmente oltre la porta di casa.

Sono rimasta molto colpita dalla storia di una signora a Como morta in casa e ritrovata dopo due anni perché senza parenti o amici e al Cimitero Maggiore a Milano c’è il campo 87 con 128 persone decedute durante la prima ondata di Coronavirus che nessuno ha reclamato. Auspico che Milano diventi la città dove è impossibile vivere o morire dimenticati dalla società. Sogno una Milano fatta di relazioni solide e che ci sia nel momento del bisogno. Ognuno faccia la propria parte, magari anche solo bussando alla porta dei vicini e offrendo loro una tazza di caffè in compagnia.

Debora Bionda

Continua la lettura con: Tutti i personaggi di #milanomia già pubblicati

MILANO CITTÀ STATO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

Lo schiaffo terapeutico

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Un amico superintellettuale e avvezzo a ragionamenti filosofici mi ha confessato un giorno che da giovane era esattamente l’opposto. Era una persona aggressiva, violenta, un fautore di tecniche di bullismo. Ma al servizio militare è incappato in un bullo che era grosso il doppio di lui e che alle sue prime provocazioni ha risposto con un sonoro ceffone, ribaltandolo come un calzino.
Da quel giorno ha deciso di confrontarsi con gli altri solo a livello intellettuale.

Dalla conquista dell’homo sapiens dei territori europei del Neanderthal, l’espansione dei greci nel Mediterraneo, l’esempio della Roma imperiale fino alla colonizzazione militare dell’Occidente dell’intero pianeta, la storia dell’umanità è un crescendo di espansione e di conquista di nuovi territori.

Fino al Novecento l’espansione è stata sempre territoriale e basata sulla forza militare. Dal secolo scorso si è trasformata in conquista economica realizzata attraverso prodotti commerciali e strumenti finanziari.
Forse siamo arrivati al primo momento di stallo nella storia dell’umanità perché ci siamo accorti che geograficamente non rimane più nulla, a parte qualche lembo di foresta e l’Antartide.

Anche economicamente sta succedendo lo stesso processo avvenuto nell’era coloniale. Quando i territori conquistati si sono sviluppati fino ad affermare la loro autonomia dall’invasore. Paesi che erano in via di sviluppo ed erano stati colonizzati economicamente oggi hanno la capacità di farcela da soli, cercando di replicare il modello occidentale ad armi pari.

Questa ancestrale volontà di espansione si sta sempre più spostando a livello delle idee, pretendendo di avere un diritto di supremazia e di dominio non più motivato dalla forza militare o da quella economica ma da una presunta superiorità culturale.

Il problema è che si tratta in questo caso di una superiorità solo presunta, che assomiglia più a un bullismo da adolescenti che al pensiero filosofico o scientifico.
Come nel bullismo si cerca di imporre agli altri la propria visione del mondo ma, se manca la forza, ogni atto di prepotenza ottiene l’effetto opposto.

Per evitare di ricevere un sonoro ceffone forse l’Occidente dovrebbe dedicarsi allo sviluppo del pensiero e della conoscenza, non della forza.  

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

MILANO CITTA’ STATO 

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La CITTÀ con le FERMATE del BUS a forma di FRUTTA: un’idea per Milano?

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Credits: Instagram

Specialmente negli ultimi anni si è scoperto come le fermate degli autobus possano essere sfruttate per migliorare l’aspetto estetico di una città. Ma c’è un luogo dove l’avevano già capito più di 30 anni fa.

La CITTÀ con le FERMATE del BUS a forma di FRUTTA: un’idea per Milano?

# L’Expo del 1990

Credits: Wikimedia Commons (CC BY-SA 3.0)

Il Bureau International des Expositions è l’organizzazione intergovernativa che gestisce le Esposizioni Universali e Internazionali come l’Expo che è stato ospitato da Milano nel 2015. Esistono differenti tipologie di esposizioni, come L’Esposizione Orticola che si è tenuta ad Osaka, in Giappone, nel 1990 con l’obiettivo di promuovere la cooperazione e la condivisione di conoscenze e soluzioni tra Paesi, produttori orticoli e industrie agricole affrontando le questioni fondamentali di stili di vita sani, economie verdi, vita sostenibile, istruzione e innovazione.
L’Expo vero e proprio è stato ospitato dalla città di Osaka per sei mesi consecutivi e ha attirato oltre 23 milioni di visitatori con una serie di eventi minori su diversi temi in tutto il Giappone.

# Le fermate a forma di frutta ispirate dalla zucca di Cenerentola

Nella città di Konagai si tenne l’evento “Nagasaki Journey” che comprendeva anche la realizzazione di una quindicina di pensiline per gli autobus a forma di succosi e colorati frutti per accompagnare i visitatori lungo il loro viaggio verso Nagasaki.
Gli ideatori di quelle che possono essere definite delle vere e proprie opere d’arte hanno dichiarato che si sono ispirati dalla carrozza a forma di zucca di Cenerentola.
Così ancor oggi, percorrendo la strada nazionale 207, si possono incontrare fragole, arance, pomodori, meloni e angurie giganti ancora in ottime condizioni nonostante i 30 anni trascorsi, rappresentando addirittura un’attrazione turistiche che i visitatori della zona non mancano di fotografare.

Continua la lettura con: Le fermate della metro che non ci sono ma che ci piacerebbero molto  

ALESSANDRO VIDALI

Copyright milanocittastato.it

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La FEBBRE degli AFFITTI a MILANO: in 12 mesi una CRESCITA RECORD. Le 3 cause principali

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Credits Andrea Cherchi - Skyline di Milano

Da anni Milano si aggiudica il titolo di regina degli affitti con una media di 19 euro al metro quadro. E se con il Covid si è vista una leggera flessione, con l’effetto del blocco degli sfratti, la preferenza per affitti brevi, e l’offerta sempre più ridotta, il prezzo per vivere nella City torna a farsi prepotente. In 12 mesi gli affitti hanno visto rincari record che portano Milano a consolidare il primato di città più cara d’Italia.

La FEBBRE degli AFFITTI a MILANO: in 12 mesi una CRESCITA RECORD. Le 3 cause principali

# Affitti raddoppiati negli ultimi 10 anni

Credits: pinterest.it, wiki

Si sa, ormai da anni, Milano è la città italiana con gli affitti più cari. Solo tra il 2010 e il 2020 i prezzi dei canoni d’affitto sono quasi raddoppiati. Il grande sviluppo della città, la crescita della popolazione e la riqualificazione di molte aree urbane e quartieri, hanno portato i prezzi a oscillare tra i 14 e i 19 euro al metro quadro, contro gli 8,5 e 10 registrati nel 2010. E se con la pandemia e il conseguente lockdown si è andati incontro ad una fase di stallo, ad oggi l’impennata ha ripreso il suo corso.

# Negli ultimi 12 mesi un rialzo record: +11%

Sono i dati di studi realizzati dai portali di annunci Immobiliare.it e Idealista.it ad evidenziare l’ascesa dei prezzi degli affitti nel Paese. Le protagoniste sono le zone più dinamiche, colpite maggiormente dalle conseguenze del Covid, come Milano dove i canoni d’affitto in città hanno subito un incremento dell’11% negli ultimi 12 mesi e un “aumento del 5% su base annuale”. Queste le spiegazioni degli esperti. 

#1 Il rientro post Lockdown

credits: idealista

Innanzitutto, con il ritorno alla quasi totale normalità, Milano vede finalmente la via d’uscita da una fase di stallo causata dal Covid. Infatti, se con il lockdown e le seguenti limitazioni molti lavoratori e studenti fuorisede si sono visti costretti a lasciare l’appartamento in affitto iniziando a svolgere tutte le attività in smartworking o diventando pendolari, ad oggi invece, che sia per obbligo o per scelta, molti di questi sono tornati in città in cerca d’affitto. 

#2 L’effetto boomerang del blocco degli sfratti

Al ritorno di una forte domanda si aggiunge anche il malcontento dei proprietari per i quasi due anni di blocco degli sfratti. Questi, sebbene giustificati dall’emergenza sociale, hanno lasciato il segno sugli affittuari e molti non sono più disposti a cedere la casa in affitto per tutti gli otto anni di durata standard del contratto oltre a dover caricare sull’affitto il maggior rischio e le spese più alte per gli sfratti bloccati.

#3 Minore offerta di affitti a lungo termine 

Per queste regioni, aumentano i proprietari che reputano l’affitto temporaneo come più vantaggioso oppure preferisce mettere direttamente in vendita la casa, ma senza scendere a compromessi. Molti proprietari, infatti, sono tornati ad affittare per brevi periodi, turistici e d’affari, o di durata limitata come per lavoratori in trasferta e studenti lasciando poco margine per gli altri acquirenti.  Così, chi è alla ricerca di un affitto a lungo termine, o desideroso di comprare una casa a Milano, si vede costretto o a rinunciare per l’offerta ridotta e con prezzi poco accessibili, oppure tenta di non demordere e la prende come una sfida.

# Affitto o mutuo, Milano o hinterland: i dilemmi dei milanesi

 
Mappa Città metropolitana

Molti, infatti, rinuncerebbero volentieri all’affitto e non scartano a priori l’idea di comprare casa. L’Agenzia delle Entrate segnala che le compravendite nel Paese sono cresciute del 24% sul 2019 (anno su cui è più corretto fare il confronto, perché nel 2020 non si sono fatte vendite per almeno quattro mesi causa pandemia). Ma non lo stesso per Milano città dove, invece, la crescita è stata solo del 2,6%, il dato più basso tra le grandi città italiane, mentre nel resto della provincia l’aumento è stato del 21,4%. Non c’è da stupirsi, la preferenza per andare fuori Milano risulta spontanea confrontando i prezzi delle case proposte in periferia, magari anche da sistemare, e le case nuove nell’hinterland ben servito.

Per chi invece è tenace e vuole restare in città si trova difronte due opzioni: il mutuo o l’affitto. Spesso però non è una vera scelta, per chi non ha risparmi propri o una famiglia alle spalle su cui fare affidamento, si vede costretto a cercare affitto. Anche perché il prezzo di vendita rende difficile ottenere mutui agevolati e disponibili per gli under 36 e sul medio periodo le prospettive non sono buone, i tassi dei finanziamenti appaiono destinati a salire. E se da un lato affittare pare l’unica soluzione, qualche margine d’azione in più ce l’ha chi invece dispone di almeno il 30% della somma per comprare. Per questi, cercare casa in affitto non ha nessun senso finanziario, conviene invece progettare di restare a Milano per una decina d’anni, sempre se la si trova.

Che dire, cercare casa a Milano città ormai è diventato uno sport per molti. E tra una ricerca competitiva e frustrante e dilemmi continui, c’è da chiedersi se ne valga davvero la pena e iniziare a considerare l’hinterland come un buon piano B.

Continua la Lettura con: AFFITTI a Milano: i canoni per quartiere e la ZONA più CONVENIENTE

SARA FERRI

Copyright milanocittastato.it

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🔴 La SCATOLA NERA per consentire ad ACCEDERE in AREA B: come funziona

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Credits Regione Lombardia - Move In

Quando entreranno i vigori i nuovi divieti, con molta probabilità non prima di ottobre come annunciato dall’Assessore ai traporti del comune di Milano Arianna Censi, i possessori di auto con motori diesel Euro 4 e Euro 5 dovranno installare questo dispositivo se vorranno circolare dentro i confini comunali. Vediamo come funziona e quanti km consente di percorrere in città.

La SCATOLA NERA per consentire ad ACCEDERE in AREA B: come funziona

# MoVe-IN, la scatola nera per circolare in Area B

Credits: milanopost.info
Area B

Dentro l’Area B, la Ztl attiva dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30 che comprende gran parte del territorio comunale, non possono accedere e circolare i veicoli benzina Euro 0-1 e quelli diesel da Euro 0 a Euro 3 anche con filtro particolato. Entro ottobre, dopo la proroga annunciata dall’Assessore ai traporti del comune di Milano Arianna Censi, saranno soggetti a questi divieti anche le categoria di veicoli Euro 2 benzina, diesel Euro 4 (anche con filtro antiparticolato) e i diesel Euro 5.

In alternativa al pacchetto di ingressi gratuiti previsti (50 ingressi nei primi 12 mesi dal primo accesso ad Area B, poi dal secondo anno 25 per i residenti e 5 per i non residenti) l’altra possibilità per i possessori di questi veicoli di muoversi dentro la Ztl è quella di installare la scatola nera “MoVe-In”, dal nome del progetto di Regione Lombardia “MOnitoraggio dei VEicoli INquinanti”. Con questo dispositivo, da installare al costo di 30 euro più altri 20 euro per la fornitura del servizio annuale, si avranno a disposizione un numero di km da percorrere in base alla classe di emissione del veicolo. Nel caso sia già stato installato un dispositivo compatibile si dovrà pagare solo il servizio annuale.

# I km percorribili in base alla classe di emissione del veicolo

Credits Regione Lombardia – Move In

MoVe-In”, in base alla classe di emissione del veicolo, consente di percorrere questo numero di km:

  • benzina e Diesel Euro 0: 200 km all’anno in Area B su 1.000 km consentiti dentro la Regione Lombardia;
  • diesel Euro 1: 300 km in Area B su 2.000 km consentiti;
  • diesel Euro 2: 600 km in Area B su 4.000 km consentiti;
  • diesel Euro 3: 1.500 km in Area B su 7.000 km consentiti;
  • diesel Euro 4: 1.800 km in Area B, 2.000 km in caso di veicoli commerciali.

Per i veicoli diesel euro 5 deve essere ancora definito il limite di km concessi.

Continua la lettura con: PROROGA area B: DIESEL euro 4 e euro 5 potranno ENTRARE a MILANO per QUALCHE MESE in PIÙ

FABIO MARCOMIN

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🔴 ALLARME CONTI di Sala: servono 200 MILIONI o MILANO va in DEFAULT

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Ph. dimitrisvetsikas1969 (pixabay)

L’allarme del Sindaco Sala a margine della presentazione della 60esima edizione del Salone del Mobile. Senza un rapido intervento del governo il Comune di Milano non potrà approvare il bilancio preventivo.

ALLARME CONTI di Sala: servono 200 MILIONI o MILANO va in DEFAULT

# Mancano 250 milioni per chiudere il bilancio del comune

Credits beppesala IG – Beppe Sala

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a margine della presentazione della 60esima edizione del Salone del Mobile ha parlato delle difficoltà di approvare il bilancio preventivo del Comune entro il 31 maggio a causa di un buco di 250 milioni di euro: “noi senza almeno un paio di centinaia di milioni da parte del governo non riusciamo a chiudere” aggiungendo che “siamo appesi a una decisone del governo […] il bilancio del comune di Milano attualmente non si riesce a chiudere e parlo di quello preventivo. Abbiamo tempo fino al 31 maggio e io continuo a parlarne con il governo e con il presidente del Consiglio per manifestare le nostre difficoltà.”

Leggi anche: PNRR FUORIONDA SALA e FONTANA: “sud sud sud…”. Ma è proprio così?

# I mancati ricavi da Sea e Atm

Credits: @atm_milano
M1

Per il terzo anno consecutivo il governo è chiamato a ripianare i conti delle amministrazioni comunali dovuti ai mancati ricavi conseguenti alla pandemia. Per le annualità 2020 e 2021 il comune di Milano ha ricevuto complessivamente circa 900 milioni di euro di ristori, ma ad oggi il governo non parla di interventi. “Nella pubblica amministrazione i costi sono quasi tutti fissi e in questo momento non si possono tagliare i servizi, sarebbe grave. I ricavi però non sono fissi perché in questo momento noi paghiamo le difficoltà perché non abbiamo i dividendi, in particolare da Sea, e perché nel trasporto pubblico c’è meno bigliettazione».

A questo si aggiunge il problema dell’aumento del costo delle materie prime e dell’energia a causa delle guerra, che potrebbe avere pesanti ricadute sulla prosecuzione e l’avvio dei cantieri in città, dalla manutenzione ordinaria fino agli interventi più complessi.

Continua la lettura con: Forse ci siamo: conto alla rovescia per l’INAUGURAZIONE delle prime 6 FERMATE della M4. Fissata la nuova data per le ULTIME STAZIONI

FABIO MARCOMIN

Copyright milanocittastato.it

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Un DAY OFF capita a tutti: come si dice a Milano?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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Roberto RASIA: “la mia Milano avrà la CLASSE POLITICA DIRIGENTE che si merita”

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Roberto Rasia dal Polo
Roberto Rasia dal Polo. Genovese, a Milano ha trovato il suo successo da manager. A lungo sembrava il candidato per sfidare Sala ma all’ultimo miglio è stato lasciato da parte per il dottor Bernardo e tutti sanno come è andata a finire. Un liberale autentico che sta cercando di scrollarsi di dosso l’etichetta di candidato abbandonato, di giocatore a cui viene privato il campo da gioco. 

Roberto RASIA: “la mia Milano avrà la CLASSE POLITICA DIRIGENTE che si merita”

Roberto Rasia dal Polo

La cosa che ami di più di Milano?

La sua velocità, è a parer mio la sua caratteristica principale. Viene anche presa a modello per questo, ma anche presa in giro. Le persone sui marciapiedi non camminano, corrono. C’è un perché: è una città iperattiva, una piccola New York italiana, in cui non si viene per fare un solo lavoro. A Milano si viene da fuori per fare più cose.

Credits: allafinediunviaggio.com
andare di fretta Milano

Quella che invece ti piace di meno?

La qualità dell’aria. Non è colpa di Milano però, ma della sua posizione geografica, in una conca padana che non aiuta il ricambio d’aria. I fumi delle caldaie, del trasporto pesante e solo per ultimo del trasporto automobilistico, poi, peggiorano le situazione per i nostri polmoni.

da comeinunbosco.it
da comeinunbosco.it

Il tuo locale preferito?

Refeel in Porta Romana.

Credits: @refeel_milano
Refeel

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Lavorare.

La canzone su Milano a cui sei più legato?

Porta Romana di Gaber, è del ’64.

 Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Pavia, città di una bellezza nascosta.

Credits: @michelisofi_
Certosa di Pavia

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Davvero tantissimi ricordi mi legano alla città che mi ha consentito di fare tutto ciò che ho fatto dai 23 anni in poi. Ma il primo ricordo è di quando ancora non ci vivevo, avevo solo 18 anni e venni in treno per un colloquio con il fratello di una signora che abitava a Genova, dove vivevo all’epoca. Non mi disse che suo fratello era uno dei più noti scrittori del secondo ‘900: Umberto Simonetta. Fu un incontro straordinario. Era già malato e non stava bene, ma fu molto gentile con me. Mi regalò alla fine il compendio dei suoi romanzi, dicendomi che era l’unico a cui l’editore aveva già pubblicato una raccolta prima che morisse, lo considerava di buon auspicio. Aveva una ironia inarrivabile.

Umberto Simonetta

 La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?

Porta Genova, perché mi riporta in un lampo al 1999 quando arrivai a Milano, lavoravo come stagista a Radio24 e la fermata più vicina era la “verde” Porta Genova.

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Ho fatto un giro del Duomo guidato da una guida e sono rimasto a bocca aperta di fronte alle migliaia di statue inserite sui 4 lati esterni del Duomo.

La nostra statua della libertà (Duomo di Milano)

Il quartiere che ami di più?

Porta Romana doverosamente. Il primo dove capitai per puro caso 23 anni fa e quello in cui abito tuttora.

Credits: @kiaciof
Murale Porta Romana

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Tante cose, gliene ho anche parlato personalmente. Se dovessi scegliere la prima, la pulizia, per combattere il degrado (oltre che la sicurezza) che è un tema davvero caldo per Milano.

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Mi piace il concetto in generale e in teoria. Sarei curioso, però, di vedere come possa essere realizzato. Non credo la Regione voglia “mollare” alla città alcune sue competenze.

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Zoagli, perché tutti vanno a Portofino, ma alle 15 non c’è più il sole, mentre Zoagli guarda Portofino in faccia, c’è sole fino alle 19.30 ed è la scogliera più bella del mondo.

Credits: @ig_genova_
Zoagli

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

Due miliardi di euro? Beh, ci vorrebbe tempo per rispondere, farei una strategia ad hoc e agire. Mi limito ai titoli degli interventi: qualità di vita, qualità dell’aria, sicurezza, Wi-fi gratuito, sistema di trasporto pubblico diverso e servizi per gli anziani.

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Quello di avere una classe dirigente politica che si merita, non quella che altri decidono che abbia.

Roberto Rasia dal Polo

Continua la lettura con: Tutti i personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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Vado a vivere in Antartide

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Antartide, sulle orme di Shackleton

Un amico mi ha raccontato che si sta preparando per andare a vivere in Antartide. Dopo un primo choc di perplessità mista a stupore ho iniziato a ragionare che il pianeta su cui viviamo è finito, anche se il modello occidentale lo considera come fosse infinito.

Negli ultimi decenni in tanti pensatori hanno profetizzato la morte dell’Occidente. Ma per voltare pagina occorre capire cosa sia effettivamente morto della nostra civiltà in modo da disfarcene per lasciare spazio a qualcosa di nuovo.

Morto è il sogno novecentesco del benessere diffuso nella società dell’avere.
L’idea di crescita perenne è tramontata perché è in realtà una catena di Sant’Antonio, una crescita basata sulla finanza, sul doping, prima o poi arriva un punto in cui la crescita non si può più fare. Il limite principale che stiamo verificando sono le risorse naturali che non solo non sono infinite ma presentano costi crescenti di reperimento.

Una civiltà al capolinea si sta scontrando con economie più arretrate che si stanno sviluppando seguendo un modello che abbiamo già percorso e che ci stiamo accorgendo che è insostenibile per il pianeta.

Ciò che servirebbe sarebbe un salto, un cambiamento in una nuova dimensione.  
Forse ciò che è morto della nostra società è l’idea di essere umano che la rappresenta. L’idea che fine della società sia garantire sicurezza e benessere di ogni singolo individuo, come se il fine della vita fosse di vivere più tranquilli e il più a lungo possibile.

Inseguendo questo fine sociale si è dimenticata una dimensione piena del vivere, abbiamo perso la componente di evoluzione spirituale e profondamente soggettiva dell’esistenza. Forse la rivoluzione dell’intera civiltà umana potrebbe ripartire dal ruolo e dal fine di ognuno di noi.

Per evitare di ritrovarci come l’equipaggio di Schakleton a vagare disperati in cerca del nulla nel deserto di ghiaccio dell’Antartide. 

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

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A un’ora da MILANO il primo B&B a bordo di un AEREO

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Credits: @naturairsuite naturairsuite

Dormire in aereo per alcuni non è un’impresa facile. A meno che non si sia in business class, bastano i posti scomodi o un vicino di posto fastidioso e l’idea di rilassarsi durante il viaggio è già stata abbandonata. Eppure, a circa un’ora da Milano, si può dormire comodamente all’interno di un aeroplano. Qui non bisogna preoccuparsi di possibili turbolenze, annunci del capitano o in generale di tutte le eventualità del caso di un viaggio in aereo, l’aeroplano in questione è infatti diventato un B&B molto particolare che regala sonni tranquilli ai suoi ospiti.

A un’ora da MILANO il primo B&B a bordo di un AEREO

# Un Fokker 27 del 1968 diventa una suite open space

Credits: @naturooms
naturairsuite

Grazie ad un’iniziativa della società Nature Experience, fondata da Giampiero Bianchi, un Fokker 27 del 1968, della ormai fallita compagnia aerea MiniLiner, è stato portato nel parco comunale di via XXIV Maggio di Brembate Sopra, paese del Bergamasco. Questo aeroplano è stato completamente trasformato ed è diventato una suite open space che ospita fino a 4 persone. All’interno si trovano un letto matrimoniale e due letti singoli, ma, essendo una suite, vengono offerti anche altri servizi: quali un’area relax con sauna e idromassaggio e un piccolo parco giochi per i bimbi.

# La NaturAirSuite: una novità mondiale in un aereo così piccolo

Credits: @naturooms
naturairsuite

Sebbene sia la prima volta in Italia che un vecchio aereo diventa B&B, esempi di questo tipo si trovano anche in altri Stati, come Canada, Olanda e Colombia, che però hanno sempre optato per aerei più grandi. Brembate Sopra ha scelto per un aeroplano più contenuto, lungo circa 30 metri, che stupisce però con la sua ristrutturazione.

Credits: @naturairsuite
naturairsuite

La suite si chiama Naturairsuite ed è stata inaugurata da qualche giorno, è stato infatti possibile soggiornare in questo aeroplano a partire dal 12 marzo scorso. Ma qual è il prezzo di una notte?

# Un prezzo a quattro stelle

 
Credits: @naturairsuite
naturairsuite

Una notte nella Suite costa circa 420 euro, il prezzo cambia dal giorno e anche da quante persone vi soggiornano. Qui si può gustare un aperitivo con le specialità bergamasche e la colazione è inclusa nel prezzo. In più, l’allestimento di NaturAirSuite può essere personalizzato per eventi e occasioni speciali.

Credits: @naturooms
naturairsuite

Continua la lettura con: Dormire dentro una BOTTE DI VINO in Lombardia

BEATRICE BARAZZETTI

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🔴 San Pietroburgo ci ripensa: le OPERE dell’Ermitage rimarranno a Milano fino alla fine delle MOSTRE

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Credits: @hermitage_museum IG

Le opere d’arte prestate all’Italia dalla Russia non torneranno in patria prima del previsto, ma potranno aspettare il termine della collaborazione concordata. Il curatore del museo Hermitage di San Pietroburgo è giunto ad un accordo con il ministro della cultura russo.

San Pietroburgo ci ripensa: le OPERE dell’Ermitage rimarranno a Milano fino alla fine delle MOSTRE

# “La bellezza salverà il mondo”

Credits: @hermitage_museum IG – Adamo Tadolini: Gianimede e l’Aquila, 1823 / presso il museo Hermitage

Questo episodio è la dimostrazione che tramite dialogo e mediazione si può arrivare ad un accordo, anche in situazioni delicate come quelle della guerra. Con una lettera il direttore del museo russo, Michail Piotrovsky, ha fatto sapere al Palazzo Reale e alla Galleria d’Arte milanesi che le opere prestate non dovranno essere smantellate e restituite prima della fine effettiva delle mostre.

Ha dichiarato che “L’odierna situazione museale deve mostrare un modo per risolvere problemi seri in un mondo molto complicato per non diventare uno strumento di lotta politica. Abbiamo bisogno di nuovi approcci e accordi senza un ritorno alla retorica della Guerra Fredda” conclude il messaggio.

# Ma sulla cultura l’Occidente non ci ripensa

Nonostante questa ultima comunicazione per l’Italia da parte di San Pietroburgo, nel nostro paese e in Occidente continuano a manifestarsi episodi di cancel culture e “russofobia”: nessuno ha cambiato idea per quanto concerne le loro scelte riguardanti la presenza di – rispettivamente – corsi, rappresentanti e celebrazioni musicali della cultura russa.

Credits: @paolo.nori IG – Post di Paolo Nori su Instagram, in risposta alla scelta della Bicocca di cancellare il suo corso su Dostoevskij e in generale al dilagante fenomeno della “russofobia”

Continua a leggere con: Anche l’ARTE in GUERRA: l’Ermitage rivuole le opere prestate all’Italia

ALICE COLAPIETRA

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🔴 Forse ci siamo: conto alla rovescia per l’INAUGURAZIONE delle prime 6 FERMATE della M4. Fissata la nuova data per le ULTIME STAZIONI

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Ph. metro4milano.it

L’annuncio è arrivato da parte del presidente della società M4 nel corso della commissione consiliare congiunta enti partecipati e mobilità. Doccia fredda sull’inaugurazione totale: slitta ancora. 

Forse ci siamo: conto alla rovescia per l’inaugurazione delle prime 6 FERMATE della M4. Fissata la nuova data per le ULTIME STAZIONI

# Entro il 30 settembre sarà operativa la tratta Linate-Dateo

Dateo-Linate M4

Il presidente della società M4 Alessandro Lamberti, nel corso della commissione consiliare congiunta enti partecipati e mobilità nel pomeriggio di martedì 15 marzo, ha comunicato che entro l’autunno, probabilmente entro il 30 settembre, verrà aperta la prima tratta della nuova linea metropolitana milanese tra Linate e Dateo: sei fermate in totale comprese Repetti, Stazione Forlanini, Argonne e Susa.

Ph. metro4milano.it

La mini tratta Linate-Stazione Forlanini, già potenzialmente operativa dal 15 luglio 2021 dopo l’ottenimento del nulla osta di esercizio non è mai entrata in funzione a causa della diminuzione del traffico aereo a Linate e pertanto si è scelto di posticiparne l’apertura con ulteriori 3 fermate per consentire un maggior numero di utenza. Il resto della linea aprirà a scaglioni: entro aprile 2023 fino a San Babila mentre per l’autunno del 2024 fino al capolinea ovest di San Cristoforo FS.

Leggi anche: Le IMMAGINI in ANTEPRIMA della fermata della metro di LINATE M4

# Ulteriori 15 mesi di ritardo, in totale sono due anni e mezzo rispetto all’ultimo cronoprogramma

Linate Ph. metro4milano.it

Con il nuovo aggiornamento sull’inaugurazione completa della linea si aggiungono ulteriori 15 mesi di ritardo, rispetto all’atto integrativo del 2019, per un totale di due anni mezzo complessi rispetto all’ultimo cronoprogramma. Il commento dell’amministratore delegato di M4 Renato Aliberti: “Tre mesi di ritardi si sono accumulati a causa della pandemia nel 2020, tra il fermo lavori e il rallentamento per le norme di sicurezza. Mentre l’ulteriore ritardo è dovuto agli scavi archeologici, ovvero il ritrovamento delle mura medievali nella stazione De Amicis. Sulle singole tratte rispetto all’atto integrativo 2019, c’è un ritardo di 3 mesi, mentre sull’intera linea sono stimati in 15 mesi“. L’amministratore delegato di M4 ha comunque aggiunto che “la posa dei binari è comunque oggi all’ottanta per cento di avanzamento” e che “a febbraio è stato trasferito il primo treno dal deposito di San Cristoforo fino all’aeroporto.” 

Leggi anche: La PASSERELLA ELETTRONICA dalla Metro a Linate

# La nuova linea M4: 15 km, 21 stazioni e 86 milioni di passeggeri trasportati

Le nuove denominazioni delle stazioni delle linea blu

Come sarà la nuova linea metropolitana driverless milanese? La M4 o linea blu, quando sarà operativa al 100%, taglierà da est a ovest la città e conterà 15km di tracciato, 21 stazioni, 47 treni e a regime dovrebbe trasportare circa 86 milioni di passeggeri annui, secondo le stime pre-pandemia.

Nel percorso tra i due capolinea di Linate e San Cristoforo FS ci saranno interscambi con le linee suburbane nella fermate di Stazione Forlanini, Dateo e appunto San Cristoforo FS, con la linea M1 a San Babila e M2 a Sant’Ambrogio, mentre ci sarà solo un collegamento pedonale parzialmente in superficie tra Missori M3 e la stazione di Sforza-Policlinico.

Leggi anche: Scoppia lo SCANDALO M4: 100 milioni di euro extra ma zero interscambi tra M3 e M4

Continua la lettura con: M4: la nuova DATA d’inaugurazione e il “nuovo” PRIMO TRATTO

FABIO MARCOMIN

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Che ci fa una CARROZZA della M2 nella CASERMA dei POMPIERI?

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Il vagone della M2 nel piazzale del comando VVF di via Messina (foto R. Bosi)

Cosa ci fa una carrozza di 20 metri nel piazzale della caserma dei pompieri di via Messina? E’ stato un regalo, sicuramente massiccio e ingombrante, ma molto apprezzato dai vigili del fuoco. Atm l’ha donata al Comando provinciale di Milano con uno scopo ben preciso. 

Che ci fa una CARROZZA della M2 nella CASERMA dei POMPIERI?

# Il viaggio da Famagosta a via Messina dove è stato ricostruito un tratto di linea della metro

Il convoglio M2 in partenza dal deposito Atm di Famagosta (Foto ATM)

Il convoglio, in disuso e non in circolazione da tempo, è partito all’alba dai binari del deposito Atm di Famagosta e, attraverso un trasporto eccezionale, è giunto nel piazzale in via Messina. E anche qui è stato collocato su binari ferroviari, predisposti ad hoc da Atm: i tecnici dell’Azienda hanno ricostruito un tratto di linea del tutto simile a quella di servizio. Dal pietrisco adagiato sulla pavimentazione, alla banchina per l’attesa e salita dei passeggeri sul mezzo, fino alla linea aerea e alla piastra da cui i convogli prelevano l’elettricità.

Il vagone della metrò entra in caserma dei VVF (foto R. Bosi)

Alle operazioni, oltre al responsabile Infrastrutture di Atm, Pietro Antonacci, era presente il comandante provinciale, Nicola Micele, che ha permesso la realizzazione di questa operazione, definita «unica in Italia nel suo genere».

# I vigili del fuoco potranno compiere le manovre di emergenza sui convogli direttamente nel piazzale del comando

Il vagone della M2 nel piazzale del comando VVF di via Messina (foto R. Bosi)

La donazione da parte della ex municipalizzata consentirà infatti ai vigili del fuoco di compiere ogni manovra addestrativa utile alla conoscenza delle attrezzature destinate al sollevamento dei convogli in caso di soccorso, come ad altre emergenze che possono incorrere all’interno delle linee metropolitane.

I pompieri milanesi non dovranno più trasferirsi nei depositi di Atm per prendere dimestichezza con i convogli della metrò, come accadeva prima del trasferimento della carrozza. D’ora in poi i soccorritori potranno recarsi solo saltuariamente in galleria, per continuare la formazione specifica nei tunnel della metropolitana, di notte quando dalle 1 alle 5 è sospesa la circolazione dei treni.

Continua la lettura con: TRASPORTO PUBBLICO: NAPOLI spende il DOPPIO di MILANO

LEONARDO MENEGHINO

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🔴 Le PRIME IMMAGINI INTERNE della TORRE GIOIA 22

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Credits Paul Pablo - Vista da 23esimo piano Gioia 22

Il noto fotografo e blogger Paul Pablo svela in esclusiva le immagini dall’interno del nuovo grattacielo di Porta Nuova, Gioia 22, i cui lavori sono terminati da poco. Ecco come si presenta e da chi verrà occupato.

Le PRIME IMMAGINI INTERNE della TORRE GIOIA 22

# Le immagini esclusive dall’interno del nuovo grattacielo

Paul Pablo con il suo blog “Nati pere vivere a Milano ci porta all’interno del nuovo grattacielo di Porta Nuova, Gioia 22, con immagini esclusive. Una visita virtuale dal piano terra, passando per la terrazza del secondo piano, una vista del decimo e infine la salita fino all’ultimo, il piano numero 23.

Leggi anche: Paul PABLO: “la mia Milano avrà mezzi pubblici 24H e un GRATTACIELO da record”

# Gioia 22 sarà la nuova sede di Fideuram – Intesa Sanpaolo

Credits Andrea Cherchi – Gioia 22

Entro la fine dell’anno l’intera divisione Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, si trasferirà dalla sede attuale di via Montebello 18 alla “Scheggia di vetro”. Il nuovo grattacielo Gioia 22 è stato così soprannominato a causa della sua particolare architettura che si sviluppa allargandosi in una tensione verso l’alto e che al contempo si protende verso il basso. Disegnato da Pelli Clarke Pelli Architect ha un’altezza di 120 metri per 26 piani e sarà il primo edificio a emissioni zero ad inaugurare a Milano. 

Fonte: Nati per vivere a Milano

Continua la lettura con: La TORRE A CUBI: sarà questo il NUOVO GRATTACIELO allo SCALO FARINI?

FABIO MARCOMIN

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ANYWAY… come si dice a Milano?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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