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“RUBA RAPINA fai quello che vuoi questo è il PAESE dei BALOCCHI”

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Credits: sicurauto.it muri imbrattati

“Ruba rapina fai quello che vuoi questo è il paese dei balocchi”. Così recitava una scritta in lingua rumena che faceva bella mostra di sé su di un muro di Milano alcuni fa. Non si scoprì mai se fosse stata scritta per “scherzo” o come chiaro invito a delinquere in una terra estremamente tollerante nei confronti dei delinquenti.

“RUBA RAPINA fai quello che vuoi questo è il PAESE dei BALOCCHI”

In Romania la polizia, non solo non è molto morbida nell’affrontare la criminalità “minore”, ma è anche solita controllare in maniera estremamente capillare il territorio. E la legge, nella terra del conte Vlad, non concede molte possibilità di riduzioni di pena o di permessi dalle loro notoriamente poco accoglienti carceri.

# A casa loro la delinquenza non è ammessa

Credits bisericidinromania IG – Curtea Veche

Questo avviene più o meno in tutti i paesi dell’Est o ex socialisti, tant’è che la stragrande parte delle case, non solo non è dotata di inferriate alle finestre, ma nemmeno di tapparelle, e nessuno solitamente si permette di entrarti in casa senza invito.

Chi scrive può testimoniare personalmente di quanto scritto avendo soggiornato diverse volte in case private in Lituania, Polonia, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca…e, davanti ai dubbi per la mancanza di dispositivi di sicurezza, veniva sempre tranquillizzato.

# Il paradiso dei delinquenti di importazione

Più o meno lo stesso discorso si potrebbe fare con i paesi del Nord Africa, durante una intercettazione telefonica, si è registrata l’esternazione di uno scafista che tranquillizzava un complice dicendogli: “non ti preoccupare non ti faranno nulla se ti beccano, questo è un paese di handicappati…”. In fondo, dal loro punto di vista, come dargli torto?

L’Italia è un paese estremamente permissivo e lassista. Un paese dove una borseggiatrice seriale non sconta neanche un giorno di carcere dei tanti che le sono stati comminati poiché, vista la numerosa prole, nonché il permanente stato di gravidanza, le attenuanti e gli sconti si moltiplicano. Risultato: continua a borseggiare impunemente.

# Uno Stato drammatico

violenza

Un paese dove una errata visione di integrazione porta solo ad emarginazione e squilibri. Un drammatico fenomeno già visto in altri paesi. Si vanno ad aggiungere: immigrazione incontrollata regolare, disparità economiche, piani urbanistici concepiti apposta per creare dei ghetti, scolarizzazione carente, modelli culturali negativi, situazione carceraria esplosiva e ultimamente il disagio provocato da due anni di “lock down” applicati in maniera schizofrenica.

Non vogliamo fare i giustizialisti, non sia mai! Tolleranza, rieducazione per chi sbaglia e integrazione sono valori fondanti della nostra società, libertà e diritti sono imprescindibili, ma qui siamo andati ben oltre.

# Chi non paga, non sbaglia

La totale impunità per chi non paga l’affitto che, nonostante una procedura di sfratto avviata da anni, continua ad occupare abusivamente case, cumulando debiti per spese non pagate che dovrà poi sobbarcarsi il legittimo proprietario, è indegna di un paese civile. Forse ancora più indegno avere la certezza che il reo non solo non risarcirà mai nulla di quanto dovuto, ma non si farà nemmeno un giorno di carcere. Le vittime di questi abusi sono poi in grandissima parte persone che, con enorme fatica, si sono acquistati una casa attraverso impegnativi ed estenuanti mutui.

# Milano non è da meno

Credits: milano.corriere.it
polizia milano

Milano e la Lombardia (quest’ultima governata dal centro destra, a parole molto impegnato a combattere i fenomeni di microcriminalità, nei fatti un po’ meno) certo non fanno eccezione quando si tratta di delinquenza. Basta farsi un giro sui treni serali e notturni dove il capotreno non si vede circolare tra le carrozze perché chiuso in cabina assieme al macchinista. Come dargli torto?

Bande di ragazzini arroganti e violenti, tossici, alcolizzati, clandestini, senza tetto che bivaccano, fumano, gridano, bevono…guai a redarguire o sanzionare, figuriamoci chiedere il biglietto! Il biglietto lo devono pagare sempre i soliti, gli stessi che devono poi subirsi pure gli aumenti. Vogliamo negare che sia così? Benissimo, fatevi un giro su qualche treno in certi orari, poi ci racconterete.

# Le risse in Duomo e una giunta poco attiva nella sicurezza

Credits: ilrestodelcarlino.it
Risse in Duomo

Come ignorare poi le mega risse tra giovanissimi che ultimamente, purtroppo, non sono sicuramente una rarità. Il problema non riguarda certo solo le periferie oramai sempre più simili a Banlieue parigine. Quanto accaduto in Duomo durante i festeggiamenti di Capodanno lascia sbigottiti: due ragazzine aggredite fino ad essere spogliate, con le forze dell’ordine “distratte” non essendo abituate a questo tipo di reato. Immaginarsi una cosa simile a Varsavia o Vilnius ci pare difficile, si sarebbe sentito rumore di manganelli fino da noi…Non stupiamoci se poi reati minori, come imbrattare muri, saltare regolarmente i tornelli per non pagare il biglietto, devastare treni (lo possiamo considerare reato minore?), possano mai avere delle conseguenze serie oltre ad una eventuale multa o lavoro socialmente utile.

D’ altronde la giunta attuale, supportata da una certa sinistra, è molto attiva a promuovere la cultura LGBT e i gay pride fino ad organizzare fiaccolate per testimoniare contro la bocciatura del Ddl Zan, meno quando si tratta di far rispettare le regole. Si emettono divieti di utilizzare petardi ma non se ne vieta la vendita permettendo poi di farli esplodere impunemente in mezzo alla gente. In tutto questo però notiamo un zelo teutonico nel controllare il green pass e l’utilizzo delle mascherine all’aperto. Questi sì, sono ormai considerati tra i più gravi reati.

# …il problema sono sempre i No Vax

Non importa invece se un transessuale sudamericano arrivato clandestinamente in Italia e tuttora irregolare sul territorio italiano, si dedichi con passione alla prostituzione di strada e nonostante i suoi precedenti per rissa, resistenza, spaccio e le svariate malattie dei quali porta il virus come HIV, epatite, sifilide, non possa essere rispedit* a casa perché la nostra legge lo/a tutela. L’importante per forze dell’ordine, governanti e organi di informazione è che abbia il green pass e sebbene costi un patrimonio per il nostro sistema sanitario a causa delle sue svariate patologie… il problema sono sempre e solo i no vax.

Continua la lettura con: Per una Milano senza violenze: le proposte di otto donne

ANDREA URBANO

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Andrea BULLO: “la mia Milano ETERNAMENTE IN BILICO”

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Andrea Bullo. Lo spirito di Andrea Pinketts reincarnato in un avvocato milanese Doc. Un talento pazzesco nella scrittura con uno stile che ti incolla. In attesa del grande salto nella narrativa ci fornisce il suo punto di vista fuori dagli schemi su Milano.

Andrea BULLO: “la mia Milano ETERNAMENTE IN BILICO”

Andrea Bullo

La cosa che ami di più di Milano?

Questa faccenda di essere eternamente in bilico tra la memoria e il futuro, tra il dialetto e l’inglese, tra i Navigli e l’Atlantico, tra la polenta (che non si trova più) e il sushi (che ha anche un po’ rotto le balle).
Una fune sottilissima tra un sereno rimpianto e un’accanita determinazione ad andare avanti.
 

Quella che invece ti piace di meno?

Il clima. Ce ne sarebbero tante altre, s’intende: i palazzoni dei geomostri degli anni ’60, per dirne una. Ma il clima è veramente insopportabile, a maggior ragione oggi che non c’è neanche più la nebbia che almeno, d’inverno, ti nascondeva alla vista quei cessi immondi.
 

 Il tuo locale preferito?

I miei locali preferiti uno ad uno hanno chiuso, se ci penso mi sento vecchio. Sicché, ovunque facciano un Long Island capace di tagliarti le gambe senza che te ne accorga: ecco, quello è il mio locale preferito.

 Il tuo passatempo preferito a Milano?

Forse sarà poco milanese, lo ammetto, ma il mio passatempo preferito a Milano è non fare assolutamente un cazzo di niente, ecco. Proprio immobile, bradipico, letargico a fissare il vuoto.
In sintesi: sbatter via del tempo, cosa che a Milano è un lusso assoluto.
 

 La canzone su Milano a cui sei più legato/a?

Nostalgia de Milan del Rabagliati. Nessun dubbio. Mio nonno l’amava, me lo ricorda moltissimo. Con una carissima amica mi sono trovato a suonarla, lei alla fisarmonica ed io alla chitarra, nel patio di casa sua a Seattle. Piangevo come un vitello.

 

 Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

L’Adda, a Imbersago, dove c’è il traghetto a fune. Una volta ho visto un cigno decollare dal fiume, nel silenzio, circondato dagli alberi. Uno spettacolo indimenticabile.
 
traghetto di leonardo da vinci

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Nascerci e crescerci e aver avuto delle opportunità che altrove mi sarei sognato, probabilmente.
C’è un episodio, però, che non saprei collocare esattamente nel tempo. Per lavoro vado molto spesso a Roma e per tanto tempo, tornando a Milano dopo tanta magnificenza, avevo l’impressione di essere tornato in provincia. Finché una volta, non saprei dire quando, era primavera, mi sono sorpreso a stupirmi di quanto Milano fosse bella anche lei. Era primavera, mi sembra. Il cielo era azzurro, le ragazze vestite leggere, qualche cabriolet in giro… è stata una rivelazione. Da allora, vado a Roma malvolentieri…
 

 La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?

Cimiano, perché la metro esce all’aperto. Mi rendo conto che è una cosa un po’ idiota, ma da bambino mi emozionava e adesso che ho cinquant’anni non smette di piacermi.

 

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Premetto che io passo un sacco di tempo chiuso in studio e mi muovo sempre in moto. La verità è che Milano me la godo poco, e penso che sia comune a chi a Milano c’è nato. Chi viene da fuori ha la fortuna di trovarsi davanti un mondo nuovo e penso che si goda la città molto di più, soprattutto se è giovane e vive scomodo, in condivisione: a quel punto hai molte più possibilità di incappare in cose curiose. M’incuriosiscono le persone, quello si: una volta, sul tram, una signora anziana ha condiviso il posto col ragazzino di colore che gliel’aveva ceduto; ecco, magari non sarà una cosa “curiosa”, ma molto, molto milanese, quello si.

Il quartiere che ami di più?

Porta Genova. Penso che sia uno dei quartieri che, pur essendo ormai in centro, abbia conservato intatto lo spirito della Milano di una volta.

 

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Tre cose.
Primo, c’è un botto di gente che si sente esclusa. Esclusa da tutto. Vuoi perché rifiuta il cambiamento, vuoi perché non riesce a rimanere al passo: a queste persone bisogna pensare di più, bisogna tirarle in mezzo. Bisogna che le periferie recuperino un’identità chiara e non siano soltanto dei dormitori o dei posti per speculazioni urbanistiche. Altrimenti questo malessere finirà per contagiare tutti.
Secondo, riqualificazione urbanistica: è una roba che si sta facendo urgente. Ci sono zone a Milano, che ormai non si possono nemmeno più chiamare periferia, che i geomostri degli anni ’60 hanno deturpato in modo osceno. Bisogna metterci mano, ripensare interi quartieri, dare dignità al bisogno.
Terzo: la Circle Line. E’ praticamente già lì. Chiudiamo l’intesa con FS e facciamo ’sta cosa, è ridicolo che si spenda un botto di quattrini per allargare le tangenziali quando la soluzione è a portata di mano.
 

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Diciamoci anzitutto che, a centosessant’anni dall’unità d’Italia e a cento e passa anni dalla fine della prima guerra mondiale, alcune “autonomie locali” mi sembrano un tantino anacronistiche. E però, per le stesse ragioni per cui allora c’erano le condizioni perché certi posti godessero di certe autonomie, sono dell’avviso che oggi ci siano le condizioni perché Milano ne abbia di uguali, se non di maggiori. Milano è l’unica città italiana ad avere una proiezione internazionale che non sia dovuta al turismo (semmai il contrario). É obiettivamente impensabile che, nelle sedi istituzionali, debba avere lo stesso peso di qualunque altro Comune. Quanto alla Città Metropolitana, è rimasta una faccenda sulla carta, benché ci siano tutte le condizioni territoriali per una espansione vera e propria sul modello della “Greater London”; magari si potrebbe, anzi si dovrebbe, partire proprio da qui.
 

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Per vivere e lavorare, San Francisco. Quando vedo passare il tram F con lo stemma del Comune mi sale sempre l’orgoglio.
Per ciabattare da pensionato, Lisbona. Grandiosa e sciatta al punto giusto.
Credits: vnews24.it

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

Recupererei tutta la zona dell’ippodromo, del Lido, le scuderie Montel. E’ bellissima e trascurata.

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Mi piacerebbe che Milano s’affrancasse del tutto dalla pessima reputazione (parzialmente immeritata, va ammesso) che l’Italia sconta presso i grandi investitori internazionali. Che potesse lasciarsi alle spalle quell’attitudine, molto italiana ma poco milanese, alla polemica fine a se stessa e che potesse diventare ancora più attrattiva, come Monaco di Baviera, che negli ultimi anni ha conosciuto un vero e proprio boom di afflussi da tutta Europa nonostante l’ostacolo della lingua.
Però lo devo ammettere: questa città non è la stessa in cui sono nato ed in cui sono cresciuto. Quella me la porto nel cuore, ma non la rimpiango: il Duomo di quand’ero bambino era nero, quello dei film di Celentano e Pozzetto con cui ho riso tanto. Ora è bianco e lucente, io non sono più un bambino, e grazie a dio le cose cambiano. E finché cambiano, va bene.
 
Andrea Bullo

 

Continua la lettura con: Tutti personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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A Milano il CASH è di casa: ma come si dice in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

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JAKARTA: il destino inesorabile della capitale che verrà detronizzata

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Credits katon765-pixabay - Jakarta

Adesso è ufficiale. Se ne era cominciato a parlare nel 2019, quando il governo indonesiano annunciò per la prima volta l’intenzione di spostare la capitale dello statoOra è stato votato dal parlamento: nell’isola del Borneo, divisa tra Indonesia, Malesia e Brunei, si costruirà la nuova città di Numasantara. Nella lingua locale il nome della futura capitale significa ‘arcipelago’, a voler rappresentare in maniera iconica questo stato sterminato composto di 2500 isole abitate e 15000 disabitate.

Prima di iniziare i lavori, però, il governo vuole completare il piano vaccinale. Insomma, prima del 2024 (quantomeno) questa nuova città ideale non vedrà la luce. To be continued.

JAKARTA: il destino inesorabile della capitale che verrà detronizzata

# Perché viene traslocata la capitale indonesiana?

Credits tresiahoban3-pixabay – Giacarta

Ma cosa spinge un paese a investire un numero sterminato di risorse per far traslocare i ministeri e tutti i vari elefanti della burocrazia statale in un’altra isola a migliaia di chilometri di distanza?

Il motivo ufficiale è che Jakarta (in lingua locale) affonda a una media di circa 7,5 centimetri all’anno per colpa della subsidenza (movimento della piattaforma continentale, che tende ad abbassarsi sotto il peso dei sedimenti accumulati sopra) e innalzamento dei mari. E se il global warming è un problema mondiale, il sovraffollamento della capitale situata nell’isola di Giava è una questione tutta locale: 10 milioni di abitanti, un inquinamento ambientale e un traffico automobilistico da primi posti del ranking mondiale.

Ambientalmente parlando, però, il trasferimento di capitale porterà nuovi problemi: la deforestazione delle aree tropicali del Borneo, a mettere in pericolo la biodiversità. Avranno valutato bene i pro e i contro di una mossa del genere? Pare di sì, e che la diga in costruzione per salvare Giacarta non sarà sufficiente nel lungo periodo: la città potrebbe avere seri problemi di sopravvivenza per il 2050.

# J-Town, la città che affonda

Credits iqbalnuril-pixabay – Giacarta

Se il cambio di capitale non è usanza nuova nel sudest asiatico (pensiamo ai relativamente recenti casi di Putrajaya, Malesia e Naypyidaw, Myanmar), in questo caso è la prima volta che si opera una tale scelta in condizioni di minaccia per la capitale presente. Eppure al momento ben il 96% della popolazione locale si è espressa contro il trasferimento di poteri, evidente nei cittadini di Giacarta la consapevolezza della ricchezza indotta che genera la presenza di tanti uffici governativi. E la città, tanto bistrattata dai suoi stessi abitanti da essere nominata the Big Durian, con riferimento al famoso frutto nazionale verde maleodorante, in realtà, pur non potendo rivaleggiare con altre metropoli della zona come Bangkok o Singapore, vale sicuramente una visita, magari all’inizio di un tour che vi porterà poi a visitare le meraviglie di tutto il paese. Partiamo, allora, prima che il livello del mare la sommerga.

# Il fascino irresistibile dell’agglomerato

Credits liveriandono IG – Viale alberato Giacarta

Se vi piacciono i grandi centri urbani, anche qui il vostro cuore batterà forte. Cominciamo col dire che la prima impressione sulla città, scontando i suoi limiti negativi che ci sono già noti, è più che positiva. Ci colpisce l’alberatura sistematica delle strade, sempre disordinata, affascinante, con qualche anno alle spalle, a dare alla città un significato profondo di giungla urbana. Anche il livello medio dei servizi è superiore alle nostre aspettative addormentate in un’Italia stagnante, basti pensare alla risorsa del TransJakarta, il più grande sistema di Bus Rapid Transit (BRT) del mondo, con gli autobus che hanno corsie dedicate al centro dei lunghi viali di scorrimento. I numerosissimi grattacieli, alcuni datati, altri ancora in costruzione, danno anche a Giacarta il fascino notturno delle città contemporanee. Certo, la città è sterminata e per muoversi da una parte all’altra in taxi ci vuole immancabilmente almeno un’ora, negli ingorghi permanenti e anche un po’ rassegnati davanti ai warung, i negozietti di cibo di strada.

# Cercando la vecchia Batavia

Credits Elvan Putra-unsplash – Fatahillah Square

Il vecchio centro coloniale olandese dell’ex capitale delle Indie Orientali Olandesi (Batavia) non può più considerarsi il fulcro della città, dato che la città ha spostato le sue attività principali a sud, ma rimane la zona più antica e più piacevole da percorrere passeggiando. Oggi si chiama Kota Tua e si sviluppa intorno a Fatahillah Square, una vivace piazza in cui si svolgono regolarmente spettacoli di danza tradizionali. Qui troverete, oltre al Jakarta History Museum ospitato in un edificio di epoca olandese con dipinti e oggetti d’antiquariato e al Wayang Museum che espone marionette giavanesi in legno, anche tutte le ragazze locali, la maggior parte velate, che si fanno l’immancabile selfie con i pupazzi di Doraemon o di Masha&Orso venuti a catturare l’attenzione dei più piccoli.

Nelle vicinanze (andateci con un economico tuk-tuk oppure noleggiando le coloratissime biciclette dotate di cappelli protettivi), golette e pescherecci solcano il vecchio porto di Sunda Kelapa, dove in mezzo alle bianche imbarcazioni decorate con motivi colorati tradizionali del folclore locale, potrete osservare in diretta le attività di carico e scarico merci, mentre nei vicini ex-magazzini, dalle tipiche finestre in legno dei Paesi Bassi, potrete tornare indietro nel tempo visitando le collezioni del Museo Marittimo.

# Quando le pellicole ispirano

Credits Lorenzo Zucchi

Cosa ci racconta, cosa ci dice a prima vista questa Indonesia? La società è in bilico, sicuramente, tra una frangia di islamisti oltranzisti e una buona fetta di popolazione (per lo più giovane) che vuole vivere secondo i dettami dell’occidente. Uno spaccato ben reso anche dalla cinematografia locale, che ha regalato delle perle: ad esempio la saga delle due pellicole The Raid, horror di ottima fattura, di cui il secondo girato nell’iconico centro commerciale del Plaza Indonesia, nel benestante quartiere di Menteng. Qui aveva sede pure l’associazione culturale della finzione del più recente film di Netflix Photocopier, che ben rende il livello di corruzione nel paese (non è una sorpresa, nemmeno per noi italiani, e non deve essere ovviamente un limite ai viaggi, per non dover andare sempre in Svizzera o in Scandinavia). In generale la popolazione è un mix talmente estremo che il paese mantiene una certa tolleranza di fondo per tutte le minoranze, con una lingua collante senza grammatica che ha diversi prestiti anche dalle lingue romanze.

# La Giacarta da non perdere

Credits Lorenzo Zucchi – Monumen Nasional

Abbiamo tenuto per ultimi i monumenti comandati, ma sappiamo bene che nessuna visita, nemmeno quella più alternativa, ne può fare a meno. Al centro di tutto, c’è il MoNas (abbreviazione di Monumen Nasional), il monumento più emblematico della città da quando è stata eretto nel 1961 per ricordare coloro che hanno combattuto contro l’Olanda per l’indipendenza del Paese. Percorrendo la vasta, squadrata Merdeka Square, annoterete prima il Palazzo presidenziale, dove risiede al momento Widodo, in carica dal 2014. Poi potrete visitare gli interni del Museo Nazionale Indonesiano, che spicca già per la bellezza dell’edificio, in un bianco pulito e con una bella fontana raffigurante un elefante.

Fronte a fronte, in una contrapposizione pacifica di idee diverse e rispettate, a pochi metri dalla piazza dell’indipendenza, troverete i due edifici religiosi più importanti di Giacarta: la Cattedrale neogotica di Nostra Signora Assunta (1901) e la famosa Moschea Istiqlal (1978), la terza moschea sunnita più grande del mondo. Va bene, adesso andatevi a mangiare dei frutti di mare, prima che l’oceano diventi padrone di tutto. Non so se avete visto Don’t Look Up, ma probabilmente è proprio l’ora per bere come se non ci fosse un domani, nei locali turistici dei cocktail senza pretese di Jalan Jaksa, brindando al domani di questa città straordinaria.

 

Continua la lettura con: 10 città MERAVIGLIOSE ma SOTTOVALUTATE nel mondo

LORENZO ZUCCHI

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Ci vediamo ASAP, rispondimi ASAP, tutto è sempre più ASAP: ma come si dice in MILANESE?

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Sarà un altro vedere

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Ph. Bessi (pixabay)

Il sistema è una materializzazione dell’Io irrisolto.
Se vivessimo in un mondo di esseri illuminati nella loro coscienza non avremmo nulla di quello che vediamo. Gli stati, le città, la cultura, i prodotti non sarebbero in questo modo.
Il mondo che vediamo è una somatizzazione dell’io fittizio che l’umanità ha vissuto negli ultimi secoli.

Stiamo assistendo alla morte dell’io fittizio. Chi non ha la capacità di affrontare questa morte simbolica che avverte dentro sé stesso e che vede al di fuori, si aggrappa a memorie e a macerie prive di vita. Chi, invece, si rende conto di questo processo cerca strumenti che lo appoggino in questa radicale messa in discussione del sé.

Non ha senso opporsi in senso sociale o politico a ciò che vediamo contraddire ogni valore umano autentico. L’opposizione fa parte dello stessa campo di gioco della posizione a cui si oppone. Anzi, opponendosi costituisce un rinforzo a chi occupa la posizione dominante.

La chiave è accettare il processo, capire l’ineluttabilità, rinunciare a una opposizione sterile a qualcosa che ha già un destino inesorabile. Il punto non è come è fatto il mondo, ma è capire come uscire da questo condizionamento senza farci travolgere.

Si devono creare strutture autonome, indipendenti dal sistema, coltivare, allevare, lavorare con la natura per entrare in sintonia con il suo ritmo.
In un momento come questo in cui la trasformazione è prima di tutto informazione, dentro a questo contatto con la natura inizi ad avvertire questa nuova informazione, questa frequenza, scarichi la nuova informazione che è viva all’interno del pianeta.

Perché l’errore si è sedimentato nella società umana, non nella natura.
Rendendoti autonomo da quello che chiamiamo mondo, che in è un mega riflesso della massa degli Io fittizi, puoi avere la possibilità di utilizzare dei percorsi che ti permettano di rompere i confini del tuo Io.  

A quel punto nascerebbe quella forza, quell’intensità, quel magnetismo spirituale, che darà la capacità di percorrere strade nuove da condividere con gli altri. Ma l’ampliamento di questa esperienza sarà possibile solo dopo che le dimensioni più grandi avranno fatto il loro corso.

Un processo che non si può immaginare ma solo assecondare.
Come un seme che prima deve radicarsi e solo dopo si trasforma in un processo di azione via via più visibile che prende la forma di una pianta. Ora bisogna occuparsi di ottenere, di intercettare quella forza, invece che pensare a come usarla.

Perché bisogna accogliere, non razionalizzare. Bisogna sottomettersi al processo, non dominarlo o programmarlo. E orientarsi a una rigenerazione spirituale prima ancora che materiale.
A quel punto la coscienza scaricherà solo l’informazione prioritaria, mentre la razionalità servirà per formalizzare.

Ogni tentativo che vada in contrasto a questi enormi cambiamenti sarà reso inefficace dal cambiamento stesso.
Hai un modo interno con la capacità di creare tutte le condizioni, per cui il tutto verrà a te.

Continua la lettura con: Cavalcare il male

LA FENICE

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7 VIAGGI ALTERNATIVI fuori dai RADAR del turismo di massa

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Herbert Bieser (Pixabay)

Nel mondo ci sono una moltitudine di posti e paesaggi mozzafiato non ancora contaminati dal turismo di massa e, proprio per questo, meravigliosi. Quasi ci dispiace, oggi, dovervi suggerire queste nuove mete alternative di viaggio rispetto alle solite città d’arte (belle, ma quante volte ci siamo stati?) quelle spiagge, o quelle montagne dove abbiamo passato le nostre vacanze.

Oggi usciamo dai radar e andiamo a scovare dei luoghi, sia in Italia che nel mondo, che meriterebbero molta, ma molta più attenzione di quanta non ne abbiano avuta finora. Anche se purtroppo, come vedrete, non tutte le mete sono attualmente accessibili per svariati motivi, speriamo che lo siano o tornino a esserlo presto. Confidando poi che quest’ultima variante della pandemia vada presto in pensione, e con essa le ultime restrizioni, per poter finalmente tornare a viaggiare dove e quando vogliamo.

Intanto, io ve le racconto. Mettetevi comodi.

7 VIAGGI ALTERNATIVI fuori dai RADAR del turismo di massa

# Mongolia, un eden incontaminato

Herbert Bieser (Pixabay)

I mongoli sono un popolo pacato e ospitale, e alcune zone di questo paese sono talmente remote che potreste guidare per un intero giorno senza incontrare segni di presenza umana. Ed è proprio l’unicità di questo eden incontaminato ad affascinare molte persone. Anche i residenti di Ulaanbaatar cominciano a esplorare il resto della nazione e il campeggio si diffonde tra gli abitanti urbani. Le aree protette coprono quasi un quinto della nazione e il governo sta cercando di estenderle ulteriormente. La cultura nomade della Mongolia è rinomata: si può dormire in una gher di pastori (yurta in feltro tradizionale), aiutare a radunare le pecore, montare i cavalli, vivere un vero e proprio ‘ritorno alla natura’, reso ancora più intenso dall’eredità di Gengis Khan e dal risorgente orgoglio nazionale.

# I territori dei Nativi americani: saper andare oltre gli stereotipi

Per conoscere un’America diversa lontana dagli stereotipi bisogna assolutamente visitare i territori indipendenti dei nativi americani. Sul territorio statunitense rimangono oggi circa trecento riserve federali che coprono una superficie di più di cinquantadue milioni d’ettari, con una concentrazione a ovest del fiume Mississippi.

Di queste, solo dodici sono affidate direttamente alle tribù indiane e le più grandi sono rispettivamente quelle dei Navajo e degli Hopi, conosciute soprattutto per gli immensi paesaggi tipici del Far West come i profondi canyon e la Monument Valley. Sono dei luoghi davvero incredibili, dove ciò che resta dei veri abitanti del Nord America vive all’insegna del rispetto e dell’onore, gli stessi valori che i nativi americani mostrano (e pretendono) dai turisti.

# Alaska, una bellezza che fa paura

Ph. Noel_Bauza (pixabay)

Il suo mito è stato reso celebre dal capolavoro di Sean Pean (Into The Wild) che narra la vera storia dell’esploratore Christopher McCandless, partito per un viaggio all’avventura rifiutando le comodità e l’ipocrisia delle società moderne e trovando poi la morte nel Magic Bus. Che per la cronaca, è esistito davvero ma è stato rimosso dal governatore dell’Alaska perché molti emuli del celebre esploratore ne erano andati in cerca con inevitabili rischi.

Avventure pericolose a parte, l’Alaska, lo stato più grande (e il meno popolato) degli Stati Uniti è un territorio di una bellezza naturale spaventosa, per i suoi laghi ghiacciati e per le montagne innevate. Se siete amanti delle situazioni estreme, questo è il paese che fa per voi.

# Crimea e la sua città autonoma

Di estrema attualità il conflitto in essere (che speriamo resti un conflitto semifreddo) fra la Russia e la contesa penisola di Crimea in Ucraina. In ogni caso, che ci si possa andare fra un mese o fra dieci anni, se le minacce russe non sconvolgeranno il paese, la cosa migliore è iniziare un viaggio in Crimea dalla sua città più grande: Sebastopoli. Un luogo di gloria militare e, a livello amministrativo (uno dei motivi delle ostilità) una “città autonoma”. Su una barca turistica si può salpare dal Molo del Conte e lungo la baia di Sebastopoli attraversare scorci di terra e di mare stupendi.

Lontano dalla capitale invece, nella tortuosa baia di Balaklàva, si possono contemplare un incredibile paesaggio naturale e il principale porto turistico di Crimea. Qui consigliamo vivamente di noleggiare una barca e fare un giro sulla baia verso il mare aperto, fino alle grotte rocciose. Come per il punto seguente, tutti si augurano che questo paese possa tornare a essere visitato presto. Sperando che non faccia la fine della Siria, dove un patrimonio artistico e culturale millenario è stato in larga parte distrutto per sempre.

# Haiti, le bellezze naturali contro ogni avversità

Un paese martoriato prima dal terremoto del 2010 poi dalle instabilità politico economiche non hanno certo scalfito le bellezze naturali di un paese, quello di Haiti, che coabita con la più pacifica e altrettanto bellissima Repubblica Dominicana sull’Isola di Hispaniola. Quasi tutti i governi e i ministeri degli esteri (Farnesina compresa) sconsigliano viaggi qui nei prossimi anni, ma, a parte le meravigliose spiagge come quella di Labadie, i punto fermi del turismo haitiano sono la città di Cap Haitien che offre al mondo i resti del Palais du Sans-Souci, sontuosa residenza fatta costruire da re Henri Christophe agli inizi dell’Ottocento e la Citadelle Laferrière, incredibile castello costruito sulla cima di una collina per proteggere il re e la sua famiglia.

La fortezza, la più grande di tutto l’emisfero boreale è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO: poteva contenere scorte per il re con il seguito e cinquemila uomini della della sua armata e fu progettata per respingere un eventuale sbarco dell’esercito napoleonico. Ma non sparò mai un colpo.

# Il Molise diviso tra colline e montagne

Rientrando in Italia, e a dispetto dell’ironico hashtag #ilmolisenonesiste, che ha fatto il giro del mondo ed è diventato un marchio registrato, il Molise esiste, eccome. È una regione ricca di storia e bellezze naturali, con tradizioni di origine antichissima. Il suo territorio è equamente diviso tra montagne e colline: attraversato interamente dalla dorsale appenninica, il terreno degrada, con ampie ondulazioni, verso le strette pianure fino ad arrivare al mare.

Dalle vette dei Monti della Meta e dei Monti del Matese, si passa ai Monti Frentani, dalle forme arrotondate, e alle piane di Bojano e di Venafro, dove le montagne e le colline lasciano a poco a poco spazio alla pianura e ai quaranta chilometri di costa sul Mar Adriatico. Tra le tante le città balneari disseminate sulla costa spicca Termoli, da dove ci si imbarca per raggiungere le incontaminate Isole Tremiti. Il Molise è una terra per lunghi tratti ancora incontaminata, dalla cucina spettacolare e abitata da un popolo ospitale verso i turisti, che qui possono trovare tutto quello che cercano.

# Il punto di forza dell’Abruzzo è nella varietà dei suoi paesaggi

Circa sei o sette anni fa fece molto scalpore uno show del comico genovese Maurizio Crozza che, durante un suo spettacolo, mostrò agli spettatori centinaia di foto di paesaggi lacustri e di montagna a dir poco meravigliosi assicurando che si trovassero tutti fra Tibet e in Himalaya. Alla fine, ammise lo scherzetto: erano tutti in Abruzzo. La bellezza nascosta di questa regione, una terra che fa della varietà dei paesaggi il suo punto di forza, è rappresentata già dallo stemma: uno scudo italico suddiviso in tre fasce trasversali, bianco come le montagne innevate, verde come le dolci colline dell’entroterra e blu, come il mare e gli occhi delle ragazze.

Colpito duramente dai terremoti del 2009 e nel 2016, l’Abruzzo sta poco a poco risorgendo, e il suo fascino è ancora immutato per i turisti. Rocca Calascio, la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, il Lago di Scanno o la Grotta di Stiffe sono solo quattro delle meraviglie naturali e architettoniche che questa regione dal popolo forte e orgoglioso può vantare di fronte al mondo intero. Essendo in Italia, non possiamo non parlare di cibo, e qui, da padrone, la fanno ovviamente gli arrosticini e le pietanze a base di selvaggina. Cosa aspettate a prenotare una vacanza qui?

Continua a leggere con: 10 città MERAVIGLIOSE ma SOTTOVALUTATE nel mondo

CARLO CHIODO

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Le tre TIGER EXPERIENCE: l’incontro con le TIGRI a due ore da Milano

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Se vi dicessi che le tigri sono più vicine di quanto pensiate, e che per vederle non occorrono ore e ore di volo ma una gita in auto? 

Le tre TIGER EXPERIENCE: l’incontro con le TIGRI a due ore da Milano

Vi piacciono tigri, leoni, leopardi, e i grandi felini in generale? Io- che in realtà adoro anche quelli più piccini e domestici- adoro queste creature. Eleganti, scattanti e intelligentissimi, ne sono sempre stata affascinata. Ma incontrarle dal vivo (e non in gabbia) non è semplice. O no? Non siamo in Asia e nemmeno in Africa. Ci spostiamo davvero poco da Venezia- su cui troneggia un leone, tra l’altro. Siamo a Campolongo Maggiore, e qui esiste un parco faunistico dedicato esclusivamente ai grandi felini in cattività, con percorsi didattici ed esperienze alla portata di adulti e bambini che sicuramente vi faranno dimenticare di non essere dall’altra parte del globo. 

Abu

# Tiger Experience – cos’è

Tiger Experience è un’associazione senza scopo di lucro nata nei primi anni 2000 dalla mente di Gianni Mattiolo, l’addestratore che ha unito passione per gli animali e formazione delle migliori scuole di addestramento nelle scuole americane, e ha creato un parco faunistico che è un luogo unico che ha lo scopo di formare e informare le persone sulla vita degli animali in cattività, e della loro relazione con chi si prende cura di loro, i keepers. 

Lucky

All’interno di Tiger Experience è possibile trovare leoni, tigri, pantere, leopardi, e altri grandi felini, alcuni sottratti a situazioni difficoltose, che nel parco hanno trovato affetto, serenità, e cure dalle mani esperte degli addestratori che collaborano all’associazione. Come Giacomo Ferrari, addestratore cinofilo ed equestre, che nel 2015 si unisce alla famiglia di Tiger Experience e collabora alla gestione del parco. 

Sophie

# Tiger Experience – l’esperienza con i grandi felini 

Tiger Experience

Ma cosa è possibile fare, esattamente, al Tiger Experience? Se scrivessi “vedere le tigri e i leoni”, non sarebbe niente di diverso che un qualsiasi zoo sparso nel mondo. La differenza di questo posto sta nella possibilità, anche per i bambini, di incontrare questi grandi felini da vicino, accompagnati da un addestratore, e di scoprire in che modo questi animali vivono in sintonia con le persone che si prendono cura di loro. Il parco offre tre tipi di esperienze di diversa durata e tutte adatte a chiunque a partire dai sei anni: 

  1. Tiger Tour: un tour di circa due ore in cui entrare a contatto con gli animali del parco e conoscere le loro abitudini e stili di vita; 
  2. Tiger Exclusive: un tour approfondito per piccoli gruppi di persone e per una durata massima di 4 ore. In questo tempo, si ha la possibilità di approfondire ancora di più la relazione tra i felini e i loro addestratori, che saranno pronti a rispondere a dubbi, domande, e curiosità sul mondo animale, e che offriranno un’esperienza sicuramente unica nel suo genere; 
  3. Ranger per un giorno: attività adatta a chi proprio muore dalla voglia di conoscere per bene questi splendidi animali. Si tratta di una intera giornata in compagnia di chi si prende cura degli animali. Stando accanto a loro, si scopriranno molte più cose e si avrà davvero la possibilità di trascorrere una giornata con degli animali splendidi ma che—di solito—siamo abituati a vedere solo da lontano. 
Nuk & Deli

Il parco non ha orari di apertura fissi, ed è preferibile contattare i gestori per organizzare una visita. Sulla loro pagina web è possibile trovare tutte le info e i contatti utili. Come si fa a dire di no a una giornata con le tigri? Coraggio, sono più vicine di quanto pensiate! 

 

 

Fonte: Tiger Experience

Continua la lettura con: Antichi ROMANI e ROMANI di oggi a confronto: in cosa sono CAMBIATI nel corso dei SECOLI?

GIADA GRASSO 

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BANNARE alla MILANESE

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

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Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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Milano CAPITALE del BRUNCH: dove provarlo almeno una volta nella vita

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Credits: upcyclebikecafe IG

La tradizione del Brunch ha attraversato il mare ed è arrivata ormai da qualche decennio a Milano. Una tradizione che ha attecchito tra i milanesi nel week end, unendo chi è in ritardo per la colazione e chi è in anticipo per il pranzo.

Milano CAPITALE del BRUNCH: dove provarlo almeno una volta nella vita

# Nato come banchetto dopo le battute di caccia degli aristocratici inglesi

La tradizione del brunch risale all’Inghilterra del XIX secolo, che ha riportato in auge i banchetti che si organizzavano alla fine delle battute di caccia dell’aristocrazia inglese. Oggi l’usanza del brunch (breakfast+lunch) è diffusa in tutto il mondo e a Milano è diventata un rito del fine settimana, quando ci si alza tardi e non si ha voglia di cucinare. Ecco alcuni dei migliori locali per gustare un brunch a Milano, l’indiscussa capitale italiana del brunch. 

Credits: pixabay.com

# God Save the Food nel design industriale 

La catena God save the food ha quattro locali a Milano, in zona Tortona, Brera, viale Piave e Duomo. Il locale in via Tortona, dal design industriale, è un luogo alla moda, con cucina a vista, che permette ai suoi fruitori di godere di ottimo cibo salato e dolce ogni giorno, all’interno di un luogo accogliente.

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# I pancakes di Ofelé

Per chi invece cerca un’atmosfera più raccolta, che ricordi casa, il luogo ideale è Ofelé, una home bakery che serve il brunch durante il weekend, in via Savona. La specialità di casa sono i pancakes, che si possono scegliere anche salati oppure realizzati con latte vegano, per soddisfare ogni esigenza. Oltre a questo piatto forte sono numerose le alternative tra cui i beagles, tradizionalmente gli accompagnatori dei pancakes, insieme ad un dolce sempre diverso. A base di pancakes sono anche le nuove proposte di aperitivo e cena del locale.

Credits: ofelemilano IG

# I taglieri di Otto

In via Paolo Sarpi, il brunch si serve il sabato e la domenica dalle 12.30 alle 15, dove si può scegliere dal tagliere il salato, accompagnato da frutta, yogurt, patate e caffè. Chiamato anche L’8 dai milanesi, il locale è sicuramente da provare per passare un momento in compagnia coccolati da ottimo cibo.

Leggi anche Le 10 COLAZIONI più STRANE del mondo

# Le atmosfere svedesi dell’Upcycle Bike Café 

A tema ciclismo, con biciclette appese qua e là, i città studi si trova Upcycle bike café, che nel fine settimana offre cibo dolce e salato, di tradizione svedese. Il brunch qui si può vivere come momento di condivisione e cordialità, con la possibilità di vivere testimonianze di incontri e interviste dal mondo del ciclismo.

Credits: upcyclebikecafe IG

# Le uova di OV Milano

Il protagonista del pasto a L’OV Milano è l’uovo, cucinato in mille modi è il simbolo della colazione internazionale, accompagnato a pietanze dolci e salate. La catena ha aperto tre locali in Cinque Giornate, Cadorna e Tortona e il design crea un ambiente caldo e accogliente, riportando al passato grazie a piatti semplici e legati alla tradizione.

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# Il brunch di classe all’Emporio Armani 

Rinnovato in stile anni Trenta e ampliato negli spazi, l’Emporio Armani in via Manzoni offre un brunch in un luogo di classe, diverso in ogni giorno della settimana, tra cui spicca in particolare il Sunday Brunch, composto da un tagliere di salumi e formaggi, oppure da pesce, a seguire un piatto a scelta, frutta e dolci. In alternativa ci sono proposte alla carta. Certamente i prezzi sono meno accessibili rispetto alle proposte precedenti, ma adatte se si cerca di vivere un’esperienza di classe.

Credits: saya_k0105 IG

# il Brunch vintage all’Apollo Club

A riportare al passato è anche l’aspetto vintage dell’Apollo Club, in zona Navigli, in via Giosué Borsi, dove il giovane chef di origine pugliese, che ha collaborato con grandi cucine stellate fonde la tradizione e l’innovazione della cucina mediterranea.

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# Brunch ferroviario al 55 Milano

Vicino all’ex stazione ferroviaria di Bullona, in via Piero della Francesca si trova invece, Milano 55, ricavato da un ex deposito ferroviario, l’ambiente ampio è stato reso accogliente e dotato di una terrazza. La location è storica e particolare, la sua antichità mantiene l’identità del locale, che però è resa dinamica e alla moda grazie al lavoro dei giovani che gestiscono il ristorante, che gli hanno portato una ricchezza contemporanea, sia per quanto riguarda la l’aspetto del locale, sia per l’offerta culinaria proposta.

Credits: 55milano, IG

# Brunch panoramico al Terrazza 12 Milano

In Piazza San Babila, si trova The Brian&Barry Building, al cui decimo piano si trova una lounge dalle eleganti atmosfere anni Cinquanta, che offre una visuale magnifica: con uno sguardo di 360 gradi, si può vedere la Madonnina del Duomo, e lo Skyline di Milano City. Il menù offre brunch, pranzi e cene, accompagnati da drink d’ispirazione vintage.

Leggi anche 7 NEGOZI VINTAGE da non perdere a Milano (Mappa)

# Brunch con vista Duomo al Maio

Ad offrire un panorama altrettanto mozzafiato, nei pressi del Duomo, si trova Maio, che si affaccia in direzione delle guglie. Il ristorante si trova al settimo piano della Rinascente, è decorato da un design moderno e raffinato, con materiali italiani ricercati e funzionali. L’atmosfera intima e chic unita al panorama, rendono Maio il luogo ideale per un brunch a Milano, rappresentando al meglio la città.

Credits: maiorestaurant_milano, IG

Continua la lettura con Camminare sull’ARCOBALENO? Qui è POSSIBILE 

SARAH IORI

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Elisabetta ANDREIS: “La mia Milano è una CITTÀ DA CINEMA”

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Elisabetta Andreis

Elisabetta Andreis. Ogni giorno è la voce di Milano sul Corriere della Sera. Sempre attenta a chi soffre e a dare spazio a chi è rimasto indietro, Elisabetta incarna la milanesità nel giornalismo. Un sorriso dolcissimo e un atteggiamento sempre positivo fa vacillare lo stereotipo dei giornalisti arrivisti e incazzosi.

Elisabetta ANDREIS: “La mia Milano è una CITTÀ DA CINEMA”

 

La cosa che ami di più di Milano?2

Le stradine di Chinatown, quelle intorno al Trotter e quelle di Dergano

 

Quella che invece ti piace di meno?

il numero di piste ciclabili, ancorché aumentato negli ultimi anni, é assolutamente scarso rispetto alle necessità e alle capitali europee che si rispettano.

Credit: @pisteciclabilimilano

Il tuo locale preferito?

Il pub del Casoretto, ma il mio luogo del cuore é anche il Cinema Beltrade

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Andare al cinema e girare in bici

Elisabetta Andreis

La canzone su Milano a cui sei più legata?

Milano di Lucio Dalla

 Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

🤨 nessuno.
 

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Che ingrandissero il cinema Anteo (la più brutta, che chiudessero uno dopo l’altro i cinema del centro: Apollo, Excelsior, Corso, President, Maestoso, Astra, De Amicis, Nuovo Orchidea e Mignon)

La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?

Loreto. tra qualche anno sarà tutto diverso…

Credits: notizie.tiscali.it – Distanziamento sociale in banchina

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Nascere come funghi i grattacieli a Porta Nuova

Credits: corriere.it – Porta Nuova

Il quartiere che ami di più?

 
casoretto (piazza Aspromonte) Fonte: Urban File (c)
casoretto (piazza Aspromonte) Ph. blog.urbanfile.org/

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Un CENTRO di aggregazione giovanile per gli adolescenti di San Siro, con campo da calcio ed educatori esperti, se lo meritano: quegli adolescenti finora non hanno avuto niente. E poi, PISTE CICLABILI

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

E’ un’idea da non scartare

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Parigi o Roma
 
Credits: Daria Obymaha

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

1) un CENTRO di aggregazione giovanile per gli adolescenti di San Siro, con campo da calcio
2) PISTE CICLABILI
3) CINEMA multisala in centro. Riaprirei l’Apollo in piazzetta Liberty.
 

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Che sappia avere uno sguardo attento a chi non ce la fa, con una politica intelligente di affitti a prezzi normali (oggi sono alle stelle) e che voglia diventare davvero amica del cinema e delle biciclette.

Credits: donnesulweb.it
biciclette sui marciapiedi

Continua la lettura con: Tutti personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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Scontrino optional, Green Pass obbligatorio

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Chi siete? Cosa portate? Un fiorino (Non ci resta che piangere)

Aperitivo in zona centrale. Non siamo ancora entrati che veniamo assaliti da uno zelante controllore del locale. Controllo Green Pass con sguardo truce, da guardia del check point Charlie. Malgrado qualche brivido di disagio, il controllo viene superato brillantemente. A quel punto per una buona mezzora nessuno degli zelanti controllori si mostra più, lasciandoci ad aspettare, finché alla fine si ricordano di essere anche camerieri. Due Spritz, patatine e dopo un’ora ci si alza per pagare. Scontrino emesso con fastidio, solo dopo specifica richiesta. 

L’Italia si è trasformata in un paese di controllori. E tra quelli che sembrano entrare con più convinzione nella parte di inflessibili applicatori delle regole ci sono  proprio quelli che normalmente cercano modi per eludere controlli e infrangere altre regole.

Per certi aspetti questa nuova regola si è sovrapposta a tutte le altre. Vale più di norme e leggi di grado superiore. Rispettare questa sola regola, ormai pilastro fondante dell’intera società, porta molti a pensare di essere esentati dal rispettarne altre.

Dopo aver esteso la sua durata illimitatamente, la prossima mossa sarà di trasformare il Green Pass in un giubileo che cancella tutti i crimini e i peccati, consentendo di commetterli senza timore di punizione?

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

MILANO CITTA’ STATO 

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Camminare sull’ARCOBALENO? Qui è POSSIBILE

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Credits: pixabay.com

Il National Geographic ha inserito tra i luoghi da visitare almeno una volta nella vita, il luogo magico dove l’arcobaleno riposa sul terreno: la montagna dai 7 colori.

Camminare sull’ARCOBALENO? Qui è POSSIBILE

# Dove si cammina sull’arcobaleno

Camminare sull’arcobaleno è possibile in Perù: la montagna dei 7 colori o Montagna Arcobaleno, si trova nella catena montuosa delle Ande a 5200 metri di altezza. Qui l’arcobaleno si appoggia sul terreno della catena montuosa Vinicunca. Il magico luogo si trova non lontano dall’antica capitale Inca di Cusco, oggi città patrimonio dell’UNESCO, capitale della provincia e della regione di Cusco.

Credits: pexels.com

Leggi anche Un week end in PROVENZA tra borghi e colori

# I 7 colori dell’arcobaleno

Credits: pixabay.com

Fino a 40 anni fa la Montagna Arcobaleno è rimasta nascosta agli occhi del mondo perché coperta da uno spesso strato di ghiaccio. Oggi, a causa dell’innalzamento delle temperature e allo scioglimento dei ghiacciai, si rivela in tutta la sua bellezza. La magnifica montagna assume i suoi particolarissimi strati colorati grazie ai minerali presenti nel terreno: il rosso dato dall’ossido di ferro, il rosa dal manganese, il giallo dallo zolfo, il bianco dalla marna, il blu-verde è il risultato dell’ossidazione del rame, mentre il marrone è una miscela di fanglomerato di roccia e il magnesio, il nero, infine, è dato dal granito.

Leggi anche 7 DESTINAZIONI MAGICHE da vivere su TRENI a CINQUE STELLE

# La montagna

La disposizione dei colori a striature si deve all’origine della catena montuosa delle Ande, queste sono il risultato della collisione tra la placca terrestre di Nazca e la placca sudamericana, che, scontrandosi, hanno spinto la crosta terrestre verso l’altro. Oggi è possibile camminare sull’arcobaleno grazie ad un percorso di trekking, accessibile solo accompagnati da guide specializzate, poiché la strada è impervia e pericolosa a causa dell’altitudine, che rende l’aria respirabile molto rarefatta.

Credits: pixabay.com

Continua la lettura con Il segreto del successo di LUINI e dei PANZEROTTI più famosi del mondo

SARAH IORI

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Torna alla luce il MERCATO all’ISOLA

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Credits: @madeincorvetto IG

Ristrutturato e rinnovato, riapre lo storico mercato coperto di Piazzale Lagosta. Tante le novità per un luogo che sta trasformando il suo significato

Torna alla luce il MERCATO all’ISOLA

# Nuova forma, nuovo nome

I mercati coperti di Milano sono uno dei capitoli più controversi in città, però qualche ciambella riesce col buco e stavolta diamo merito all’operazione di makeover che riguarda il mercato comunale coperto di Piazzale Lagosta, che riapre dopo due anni di lavori di ristrutturazione.
È stata conservata la storica struttura, che risale al 1946, ma il mercato ha cambiato nome da Zara a Isola, è stato ingrandito e si è rinnovato, ampliando i servizi offerti.

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# Un mercato social e orari più ampi

Credits; @masseria.isola IG

Il mercato comunale coperto, ex Zara ora Isola, ha un sito web, una newsletter, una pagina Facebook e una di Instagram. Di fatto il mercato si candida a diventare un luogo di incontro e condivisione, dove fare la spesa possa trasformarsi in un momento di socializzazione con la propria comunità.

Sono 10 le botteghe dove è possibile acquistare beni alimentari, ma non solo: l’ambizione è quella di conquistare il cuore dei cittadini di Isola, aggiungendo al servizio spesa la possibilità di consumare le specialità preparate in orari che si allungano. Il mercato rimane aperto infatti dalle 9:00 alle 24:00 tutti i giorni della settimana.

Il Comune di Milano ha già sperimentato, con successo, questa formula in altri mercati coperti, la quale è stata accolta con il favore dei cittadini coinvolti.
Anche al mercato di Piazzale Lagosta spuntano quindi i dehors, dotati di riscaldamento e affrescamento, il wi-fi e il servizio cucina.

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# Dallo scheletro all’inaugurazione

Il mercato coperto di Piazzale Lagosta è stato inizialmente scarnificato fino all’osso. La ristrutturazione ha infatti riguardato la struttura fin dalle fondamenta e i pilastri principali.
C’è stato un momento in cui il mercato, seppur riconoscibile nella forma, è apparso più come lo scheletro di sé stesso.
Per fortuna il cantiere ha potuto proseguire i lavori ed ora, dopo due anni intensi, si presenta ai cittadini completamente rinnovato, a norma di sicurezza per quanto riguarda incendi e stabilità, contenimento energetico e l’aggiunta dei nuovi servizi, che ha coinvolto anche alcuni degli storici negozianti presenti con le proprie attività all’interno di questo mercato rionale. Sono quelli come loro il vero cuore di Milano e dell’Italia: gli imprenditori che accettano di accompagnare la città progredendo ed ampliando le proprie offerte, in questo caso cucinare sul posto le pietanze vendute.

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# Il primo mercato plastic-free della penisola italiana

Credits: @nicolettagraziosi IG

Il mercato Isola è il primo in Italia dichiaratamente plastic-free. La somministrazione dei cibi o delle bevande al suo interno o per asporto, non fa uso di plastica mono uso, seguendo una linea che a Milano è diventata una tradizione partita proprio da Isola e Niguarda con la famosa campagna “Milano Plastic Free” del 2019.
Secondo il celebre blog UrbanFile, la ristrutturazione avrebbe dovuto osare di più, coinvolgendo anche lo stesso Piazzale Lagosta, altro oggetto misterioso del Municipio 9, ridotto oramai ad un «agglomerato di lamiere e disordine senza senso». Il mercato poteva poi essere rifinito con un colore più acceso, utilizzando una cartellonistica meno anonima, per uno dei quartieri simbolo della città.

Cosa si può trovare all’interno del mercato Isola?
Due botteghe di carne, una di pesce, sushi fusion, frutta, verdura, pasta, birra, pizza, dolciumi, salumi e un bar per la pausa caffè.
Le 10 novità all’interno del mercato Isola vi aspettano. Ci avete già fatto un salto?

 

Fonte: Blog.urbanfile.org

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LAURA LIONTI

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🔴 Tamponi, decessi, contagi, letalità: tutti i NUMERI della PANDEMIA in Italia

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Numeri generali della pandemia

A due anni dal suo divampare nel febbraio 2020, facciamo un quadro aggiornato sui numeri della pandemia in Italia. Vediamo che cosa emerge.

Tamponi, decessi, contagi, letalità: tutti i NUMERI della PANDEMIA in Italia

# Contagi: un italiano su cinque ha contratto il virus

Numeri generali della pandemia

Da febbraio 2020, esattamente 24 mesi dopo il primo caso accertato di positività al Sars-Cov-2, sono questi i numeri aggiornati della pandemia:

  • il numero di persone che sono risultate positive in Italia ha superato gli 11 milioni e 230 mila: questo significa che il 20%, ossia un italiano su 5, è stato infettato dal virus;
  • di questo numero, 8,6 milioni sono le persone guarite 2,4 milioni gli attualmente positivi;
  • il totale di persone testate sfiora i 49 milioni.

# Tasso di mortalità allo 0,25%, tasso di letalità all’1,3%

Vediamo ora i tassi di incidenza dei decessi sulla popolazione:

  • i decessi sono 147.320, pari all’1,3% del totale degli infettati ufficiali (tasso di letalità);
  • il tasso di mortalità, numero di decessi sul totale della popolazione, è dello 0,25%
  • Tra i grandi paesi europei, l’Italia registra il più alto numero di morti Covid per milione di abitanti (2,45), davanti a UK (2,30), Russia (2,28), Francia (2,01), Spagna (2,01), Svezia (1,5), Germania (1,41) e Olanda (1,24).

Analizzando il tasso di letalità per fasce d’età, l’ultimo dato disponibile si riferisce in questo caso al 26 gennaio, come ultimo report dell’ISS, non ha registrato significative variazioni dall’inizio della pandemia.

Tasso di letalità Iss-Il Sole 24ore

Nelle fasce d’età tra 0 e 49 anni il tasso di letalità, rapporto tra decessi e positivi, è dello 0,1%: significa che in questa fascia si registra un decesso ogni mille infettati.  

Nella fascia 50-59 si sale allo 0,3%, quindi tre decessi ogni mille infettati
Nella fascia 60-69 anni è all’1,70%, quasi due decessi ogni cento infettati.
Il tasso cresce più sensibilmente nella fascia d’età compresa tra i 70-79 con il 6,1%, a seguire quella 80-89 con il 15% e oltre i 90 anni al 22,9%, quindi oltre un decesso ogni cinque infettati.

# I tamponi effettuati hanno superato la quota di 172 milioni per un costo stimato di 5,55 miliardi

Stima costo tamponi

Il tampone è lo strumento utilizzato per rilevare i contagi e monitorare la pandemia del virus Sars-cov-2. Alla data del 2 febbraio ne risultano eseguiti 172.843.235, per una media giornaliera vicina al milione con un costo stimato di circa 19 milioni.

Facendo una stima complessiva del costo di ogni tampone effettuato, molecolare e antigenico, si arriva alla cifra di 5,55 miliardi di euro. Per fare un riferimento con una delle iniziative di potenziamento sanitario ipotizzate, la cifra spesa per i tamponi equivale a oltre 55 mila nuovi posti di terapia intensiva, più di 5 volte di posti letti in più rispetto agli attuali.

# Oltre 129,5 milioni di dosi di vaccino somministrate, 49 milioni di italiani hanno ricevuto almeno un’iniezione

Campagna vaccinale alla data del 4 febbraio 2022

La campagna vaccinale, che ha preso il via ufficialmente a fine dicembre 2020, ma a livello massivo solo da gennaio 2021 registra ad oggi i seguenti dati:

  • le persone con almeno una dose ricevuta sono 49 milioni, circa il 91% della popolazione over 12, inserendo l’Italia tra i paesi con il maggior tasso di vaccinazione al mondo;
  • la vaccinazione completa è stata effettuata da 47,5 milioni di persone, quindi l’88% della popolazione over 12;
  • infine la dose booster è stata somministrata all’80% dei cittadini con vaccinazione completa, poco più di 34,4 milioni;
  • nella fascia 5-11 è stato vaccinato il 33% della popolazione.

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FABIO MARCOMIN

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Per un mese Milano diventa la CAPITALE dei GATTI

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Credits: 7giorni.info

Il mondo felino protagonista assoluto di una pagina culturale a Milano. Si parte ne “La Giornata Nazionale del Gatto”, che cade il 17 febbraio, per finire a marzo. Vediamo cosa ci sarà in programma. 

Per un mese Milano diventa la CAPITALE dei GATTI

# Festa del Gatto

Gatti del Castello Credits: @art.modernandpast IG

Che siano randagi della colonia di quartiere, oppure domestici e coccolati dai loro compagni umani, i gatti sono gli spiriti più liberi e anticonvenzionali al mondo. Forse gli unici a raccogliere consensi in maniera trasversale, che riescono ad unire i capolavori di Mozart, Andy Warhol, artisti e persone comuni, tutti impegnati a rendere omaggio o a prendersi cura di questi piccoli felini urbani.
A Milano, in occasione della Giornata Nazionale del Gatto fissata sul calendario al 17 febbraio di ogni anno, sono in programma eventi e laboratori che coinvolgeranno anche i più piccoli, in onore di questi a-mici.

Leggi anche: YOGA con i GATTI? A Milano si può

# Un programma per tutti i gusti in compagnia del “Gatto con gli stivali”

Cari amanti dei gatti, quest’anno conviene fare sforzi di memoria per tenere a mente tutti gli impegni organizzati a Milano, che ruotano intorno alla Festa del Gatto.
Per l’edizione 2022 è stato scelto il Gatto con gli stivali come testimonial. Nella locandina ufficiale è ritratto da Luca Salvagno, in posa alle vecchie e ormai perdute mura del Castello Sforzesco.
Per l’occasione, è allestita a Wow Spazio Fumetto una mostra con 12 tavole originali di autori come Guido Crepax, Dino Battaglia e lo stesso Salvagno.

Al Museo del Fumetto di Viale Campania sono previsti anche laboratori domenicali per bambini, il 20 febbraio e 6 e 13 marzo, dove la cagnolina Pimpa incontra proprio il Gatto con gli stivali, si trasformano in Manga o diventano 3D. La prenotazione è obbligatoria e il costo del laboratorio, materiali compresi, è di 10 Euro. Attenzione: la mostra è chiusa nei giorni 26 e 27 febbraio.

Leggi anche: La CAFFETTERIA dei GATTI vicina alla CENTRALE

# Concerto in Miao

Credits: @hachiware1519

Sabato 19 febbraio il primo dei weekend dedicato al gatto parte col botto. Spazio Wow Fumetto ospita il celeberrimo Concerto in Miao, un appuntamento fisso di questa rassegna e che quest’anno prevede la partecipazione della mezzosoprano Manuela Bambino e il tenore Danilo Formaggia, accompagnati dal M° Antonio Bologna al piano.
Musiche dedicate al gatto di Rossini, Mozart e Ravel con un piccolo intermezzo di stile: nel mezzo del concerto verrà proiettato il corto della Disney, “Puss in Boots, di circa 8 minuti, la cui colonna sonora verrà eseguita dal vivo da Antonio Bologna. Proprio come si usava un tempo. Ingresso libero e prenotazione obbligatoria.

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# Un programma diffuso

Credits: @gatto_gnagni al Castello Sforzesco

Non c’è un vero e proprio baricentro della rassegna, lunga un mese e dedicata ai gatti.
Sono previsti aperitivi e incontri al Crazy Cat Cafè di Via Napo Torriani, una proiezione Cathollywoodiana alla sala MediCinema del Cà Granda Niguarda, che verrà proiettato per i pazienti ricoverati nel grande ospedale, i quali nel pomeriggio riceveranno la visita del Gatto con gli stivali, che si aggirerà per i corridoi di Niguarda.
Si assegna il premio Urbancat dedicato ad Anna Magnani, ideato da Davide Cavalieri e che nel 2022 viene assegnato a Mondo Gatto. Il premio, sicuramente utile e gradito, la fornitura di una lettiera di origine vegetale e totalmente smaltibile, messa in palio da uno degli sponsor.

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# Il gatto verde di Andy Warhol

Credits: Catawiki

A pensarci bene solo i gatti riescono ad unire una così ampia varietà di eventi o persone, apparentemente diverse tra loro, ma tenute insieme da un filo conduttore comune.
Nell’edizione 2022 a Milano, oltre alle tavole della mostra dedicata al Gatto con gli stivali, sono presenti 7 tavole del “Green Cat” ritratto da Andy Warhol. 7 rappresentazioni del siamese Sam, che sono parte di un portfolio di 25 realizzate dal gigante della pop-art nel 1956.
La rassegna milanese assume, così, il tono internazionale che merita, candidando Milano a diventare la vera e propria Capitale dei Gatti. Almeno fino alla metà di marzo 2022.

Fonte: 7 Giorni

Continua la lettura con: Il MISTERO dei 12 GATTI NERI sui tetti di Milano

LAURA LIONTI

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LOC, il nuovo piazzale LORETO: ecco progetto e rendering

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Credits: natipervivereamilano.com Loreto Loc

In vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 piazzale Loreto cambia volto. Ecco come sarà.

LOC, il nuovo piazzale LORETO: ecco progetto e rendering

# LOC: riscoprire i valori della comunità

Credits: natipervivereamilano.com
Loreto Loc

Loc- Loreto Open Community vuole trasformare Loreto in una piazza da vivere, facendo apprezzare il luogo. L’obiettivo è di creare uno spazio pubblico e collettivo, che riesca a rispondere alle esigenze dei cittadini mettendo al centro la comunità, come suggerisce il nome stesso del progetto.

La riqualificazione di Loreto sarà uno dei più importanti progetti di riqualificazione urbana di Milano, ma forse anche d’Italia, e avrà inizio l’anno prossimo, per poi poter essere completata entro il 2025, un anno prima le Olimpiadi. Sarà una trasformazione completa: da snodo di traffico a piazza di comunità.

# Ci saranno aree pedonali, alberature, fontane 

Credits: natipervivereamilano.com
Loreto

Loc è guidato da Ceetrus Nhood, gruppo che ha vinto il bando per la riqualificazione, ed è promosso dal Comune di Milano insieme a C40. Ma la realizzazione del progetto non sarà possibile solo grazie a loro, sono coinvolti anche Metrogramma Milano (coordinatore del Design Team), Mobility In Chain, Studio Andrea Caputo, LAND, Temporiuso e Squadrati Srl.

Con il nuovo progetto il piazzale diventerà in parte pedonale e soprattutto ecosostenibile. Precisando che la riqualificazione non ha l’obiettivo di eliminare quello che potrebbe essere parte del carattere identitario di Loreto, ovvero l’essere uno snodo viario, il piazzale manterrà questa caratteristica diventando però accessibile anche ai cittadini. A Loreto compariranno una grande area pedonale con alberature, fontane, panchine.

# Il progetto in pillole

Credits: natipervivereamilano.com
Loreto Loc

Come si è detto Loreto rimarrà uno snodo viario, ma questa volta il traffico sarà portato all’esterno, ai margini della piazza, rimanendo così connesso con le 8 grandi vie a cui si collega attualmente, tra queste Corso Buenos Aires, Via Padova, Viale Monza e Via Antonio Porpora.

Al centro comparirà invece una piazza, una sorta di agorà (proprio per riscoprire i valori antichi della piazza) con gradoni e un anfiteatro in centro, dove si potrà assistere a concerti, mercati e manifestazioni di ogni genere. La piazza abbraccerà anche il nuovo modello di vita green che sta spopolando in città: saranno realizzati percorsi ciclopedonali e all’interno saranno poste colonnine di ricarica elettrica e stazioni bike sharing. Il progetto prevede anche la costruzione di 3 nuovi edifici, con terrazze verdi sui tetti, destinati ad uso commerciale, uffici e svago. Qui i rendering:

Credits: natipervivereamilano.com
Loreto Loc
Credits: natipervivereamilano.com
Loreto Loc
Credits: artribune.com
Loreto Loc

Continua la lettura con: Corso SEMPIONE: come procede la RIQUALIFICAZIONE per gli Champs Elysee di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Come si dice OMG in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

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A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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Anita LIKMETA: “la mia Milano sono le IDENTITÀ delle COMUNITÀ che la popolano”

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Credits: foto di Luca Cattoretti Anita Likmeta

Anita Likmeta. Imprenditrice e Advisor, Ambasciatrice Connect Albania per UN Migration. Umanista, di cultura classica, fuggita in Italia e cresciuta nel nostro paese affrontando molti sacrifici. Anche se è una cittadina del mondo, un’affinità elettiva con Milano la riporta sempre qui.

Anita LIKMETA: “la mia Milano sono le IDENTITÀ delle COMUNITÀ che la popolano”

Credits: foto di Luca Cattoretti
Anita Likmeta

La cosa che ami di più di Milano?

Milano è una città elegante e contraddittoria, una città che ha i suoi codici e una sua identità complessa ma radicata. Milano ti cambia e allo stesso tempo ti riporta a chi sei davvero.

Quella che invece ti piace di meno?

L’umidità.

Il tuo locale preferito?

Gogol & Co in Piazza Berlinguer.

Credits: @e.goa
Gogol and Company

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Correre a Parco Solari o lungo il Naviglio.

La canzone su Milano a cui sei più legata?

Un romantico a Milano dei Baustelle.

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Villa Necchi, un piccolo gioiello borghese che racconta tanto della città.

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Di camminare per strada in un qualsiasi pomeriggio agostano e sentirmi felice davvero, senza un perché.

La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?

Porta Genova per la sua poliedricità.

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Una donna che correva nuda al Naviglio in pieno inverno urlando “Non esisto!”

Il quartiere che ami di più?

Il mio, tra Via Tortona e Via Savona.

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?


Caro Sala, le scrivo per dirLe che è arrivato il momento di pensare alle periferie come progetto cruciale per la crescita della Milano inclusiva di cui in campagna elettorale tanto abbiamo parlato. È ora che pensiamo insieme i quartieri rispettando le identità delle comunità che li popolano. Dobbiamo strutturare un progetto inclusivo per i giovani e il loro inserimento nel mondo del lavoro con proposte avvincenti. Perché una Milano inclusiva è possibile solo insieme.

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

L’autonomia non si pretende, si è autonomi o non lo si è. Milano sarà anche il pollice ma servono tutte le altre dita per fare una mano. Una vera capitale europea si contraddistingue per la sua capacità di accogliere la diversità come fattore valoriale.

Credits: foto di Luca Cattoretti
Anita Likmeta

Continua la lettura con: Tutti personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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Bullismo di stato

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Francesco vive in Italia e ha due cittadinanze per nascita, quella italiana e quella tedesca. Secondo l’ultimo decreto approvato nel Consiglio dei Ministri il 2 febbraio, se non si è vaccinato negli ultimi sei mesi Francesco con il passaporto italiano non ha più possibilità di accedere sui mezzi pubblici, in un hotel o mangiare al ristorante. Ma se mostra il passaporto tedesco tutto gli è concesso con un semplice tampone.

L’Italia diventa il primo paese del mondo occidentale dove due persone con caratteristiche simili hanno diritti differenti solo in base alla loro nazionalità. Tra un italiano e uno straniero il discriminato è così l’italiano, nonostante sia a casa sua.
La grande controrivoluzione attuata dal governo italiano è quella di avere eliminato il principio di uguaglianza che rappresenta il pilastro fondamentale delle democrazie moderne nate in seguito alle rivoluzioni francese e americana.

Al principio di uguaglianza si è sostituita la regola della discriminazione tra le persone, andando nella dimensione opposta rispetto a dove si stava procedendo negli ultimi secoli. La società è ora suddivisa in caste dove i diritti goduti aumentano secondo il numero di dosi assunte e secondo la nazionalità. Ci sono persone con tre dosi che hanno diritti superiori a chi ne ha fatte due. Ci sono stranieri che, a parità di altre condizioni, hanno diritti superiori rispetto a chi è di nazionalità italiana.

Una volta che si perde il principio fondamentale dell’uguaglianza, a quel punto la discriminazione automaticamente si declina in maniera spontanea in ogni ambito, dagli ospedali alla scuola portando a una bullizzazione della società.  
I principi fondamentali sono stati inseriti proprio per evitare questo. Perché i padri costituenti sapevano che esistono dei pilastri fondamentali che non devono mai essere derogati, pena l’imbarbarimento dell’intera comunità.

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

MILANO CITTA’ STATO 

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