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CURIOSITÀ e LEGGENDE su Belluno e le DOLOMITI, le montagne più amate dai milanesi

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Ph. kordi_vahle (pixabay)

Le Dolomiti sono tra le montagne più famose al mondo. La parte centrale della catena montuosa sorge in Veneto. Dal punto di vista amministrativo, Belluno è la provincia che “governa” gran parte delle Dolomiti venete. Ecco 5 curiosità e leggende su Belluno e sulle Dolomiti, le montagne più amate dai milanesi. 

CURIOSITÀ e LEGGENDE su Belluno e le DOLOMITI, le montagne più amate dai milanesi

#1 Belluno è la “città splendente”

Ai piedi delle Dolomiti sorge Belluno, la città più settentrionale del Veneto. Belluno conta circa 36000 abitanti e sorge a 389 metri sul livello del mare. È una delle province venete a cui fanno capo molti paesi nelle valli circostanti, ma soprattutto diverse aree montane. L’Alpago, il Cadore, l’Agordino, Cortina stessa, sono tutte zone che amministrativamente appartengono alla provincia di Belluno. La città è conosciuta anche come “la città splendente”. Il nome Belluno, infatti, sembra abbia origini celtiche e derivi da Bel (splendente) e Dunum (centro fortificato), attribuito per la bellezza del paesaggio che circonda la città.

Credits: @dolomiti.it(IG)

#2 Patrimonio dell’UNESCO

Il comune di Belluno fa parte del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, patrimonio naturalistico italiano istituito nel 1993. Inoltre, è parte del patrimonio dell’umanità delle Dolomiti, dichiarato tale dall’UNESCO nel 2009. Assieme a Latina, Belluno è l’unica città italiana il cui territorio sorge all’interno di una parco nazionale.

Credits: @dolomiti.it(IG)

#3 Dino Buzzati è nato a Belluno e si può dormire a casa sua

Uno degli scrittori più famosi di Milano in realtà è nato proprio a Belluno, in località San Pellegrino, nel 1906. Dino Buzzati è stato scrittore, giornalista, pittore, drammaturgo, poeta. Il suo capolavoro Il deserto dei tartari, datato 1940, è considerato il culmine della narrativa esistenzialista italiana. Il 28 gennaio di quest’anno, ricorre il cinquantesimo anniversario della sua scomparsa.

Se la comunità bellunese è pronta a festeggiare l’evento, di certo la ricorrenza non passerà inosservata tra gli amanti di letteratura. Primo fra tutti, il Convegno internazionale “Dino Buzzati e la Parola“, organizzato presso lo IULM di Milano. “A una certa età tutti voi, uomini, cambiate. Non rimane più niente di quello che eravate da piccoli. Diventate irriconoscibili”.

Alle porte di Belluno, è possibile visitare la casa natale del Buzzati, che è anche un bellissimo B&B.

Credits: @villabuzzati.com(IG)

#4 – I Monti Pallidi

Le Dolomiti hanno un secondo nome, che pochi conoscono: i Monti Pallidi. Come tutti i territori montani, anche le Dolomiti sono da sempre la location ideale per ambientare leggende che si tramandano da generazioni. Il nome di Monti Pallidi è stato dato a seguito di un prodigioso incantesimo avvenuto quando ancora esisteva l’antico Regno delle Dolomiti. Ai tempi, la roccia delle montagne aveva lo stesso colore delle Alpi, ma ciò impediva, al principe delle Dolomiti, di poter condividere del tempo con la moglie, che era invece la principessa della Luna.

Lui non poteva andare sulla Luna perché avrebbe rischiato l’accecamento a causa della luce troppo intensa. Lei, invece, non poteva fissare l’oscurità delle montagne perché le procuravano malinconia e depressione. Il principe, disperato, incontrò per caso il re dei Salvani, un piccolo gnomo che cercava una terra per il suo popolo. Dopo che il principe raccontò la sua triste storia allo gnomo, questo gli propose di rendere splendenti tutte le montagne del suo regno. In cambio, avrebbe ottenuto il permesso di vivere con il suo popolo in questi boschi. Dopo aver stretto il patto, gli gnomi tessero per un’intera notte la luce della luna, ricoprendone tutte le rocce. La principessa poté così tornare a vivere sulla Terra assieme al suo sposo e le Dolomiti presero il nome di Monti Pallidi.

Credits: @dolomiti.it(IG)

#5 Sorapis, il lago delle lacrime

Uno dei laghi più belli e scenografici di tutte le Dolomiti è il Lago di Sorapis, racchiuso dalle meravigliose cime del parco naturale d’Ampezzo.

Credits: @Lagodisorapis.official(IG)

Una famosa leggenda vuole attribuire la genesi del monte Sorapis, che sovrasta il lago, e del lago stesso, a Misurina, figlia del re Sorapis. L’amore del padre per la figlia, che veniva accontentata ad ogni capriccio, aveva reso Misurina egoista e viziata. Ogni suo desiderio era per il gigante Sorapis un ordine. L’ultimo capriccio di Misurina, che le fu fatale, fu quello di volere a tutti i costi impossessarsi dello specchio della Regina del Monte Cristallo.

Sorapis, che già vedeva la cosa impossibile, si recò comunque dalla regina, la quale gli fece una proposta: in cambio dello specchio, Sorapis si sarebbe dovuto trasformare in montagna. Misurina avrebbe dovuto prendere la decisione finale. Sorapis tornò così dalla figlia e le spiegò la proposta della Regina. L’egoismo della bambina vinse: Misurina impugnò lo specchio e Sorapis iniziò subito a trasformarsi in una montagna. Misurina e lo specchio precipitarono giù in basso. Sorapis, vedendo la figlia morire, pianse talmente tanto da formare il lago su cui tutt’ora egli stesso si riflette. In fondo al lago, la leggenda vuole che riposino ancora Misurina e il suo magico specchio.

Credits: @Lagodisorapis.official(IG)

L’album Sabato pomeriggio (1975) di Claudio Baglioni, contiene una bellissima traccia intitolata Il lago di Misurina, che racconta la versione personale di Baglioni della leggenda del lago.

Credits: montipallidi.net, venetocio.com

Continua la lettura con: La Milano di Buzzati

LUCIO BARDELLE

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SHOTTINO di sera, divertimento si spera: ma come si dice in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

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Diego DI DONATO: “la mia Milano sarà più VIVIBILE e SERENA anche in periferia”

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Diego Di Donato

Diego Di Donato. Sui social network per lavoro (Università di Milano-Bicocca) e per passione. Durante il primo lockdown ha creato la community di “Milano Dentro Casa” per offrire qualche occasione di leggerezza in un periodo complicato.

Diego DI DONATO: “la mia Milano sarà più VIVIBILE e SERENA anche in periferia”

La cosa che ami di più di Milano?

Il suo stile elegantemente internazionale e l’ampia offerta di servizi/opportunità di ogni tipo.

Quella che invece ti piace di meno?

Ultimamente sono parecchio insoddisfatto della gestione delle mense scolastiche.

Il tuo locale preferito?

Je suis Jambon (zona Bicocca)

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Scattare fotografie con qualsiasi mezzo (cellulare, reflex, vecchie analogiche…)

La canzone su Milano a cui sei più legato/a?

Andava a Rogoredo del grande Jannacci: vivo a Rogoredo da 40 anni e la sento un po’ mia.

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Melegnano. Dal castello ai locali che animano la serata soprattutto in estate (almeno prima della pandemia)

Credits: 7giorni.info – Melegnano

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Sono nate le mie figlie, alla mitica Mangiagalli.

La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?

Rogoredo (Rogotown) perché ci abito e l’ho “vista nascere”.

Credits laeriiika IG – Stazione di Rogoredo

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Io sono molto incuriosito dal misterioso autore delle scritte “anti-sataniche” (Baal culo), una vera leggenda metropolitana mai abbastanza studiata.

Il quartiere che ami di più?

Bicocca, perché ci lavoro e perché l’ho vista mutare da paesaggio industriale a campus universitario, una vera rivoluzione.

Credit: artribune
Bicocca

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Favorire ulteriormente l’inclusione delle minoranze, il sostegno alle famiglie e la spinta per l’utilizzo delle energie rinnovabili.

Milano città stato: sei a favore oppure no che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Mi farebbe piacere per Milano e sarebbe di sicuro auspicabile ma bisognerebbe valutare attentamente eventuali ripercussioni negative per non rischiare di penalizzare altri territori circostanti e subirne un inatteso contraccolpo.

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Pescara perché è la mia seconda città da quando sono nato (parte della mia famiglia è originaria di li)

Credits marti_matta IG – Pescara

Se avessi due miliardi di euro per Milano che cosa faresti?

Riaprirei alcuni tratti dei vecchi Navigli e potenzierei il trasporto pubblico (che comunque già ci invidiano).

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Che possa diventare più vivibile e serena anche in tutte le periferie, un ambiente dove sia possibile formare e crescere una famiglia, per dare una spinta demografica alla città.

Diego DI Donato

Continua la lettura con: Tutti personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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La nonna che ha salvato il mondo

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In un celebre film di Tim Burton Mars Attack si narra di una invasione di alieni che arrivano da Marte e cercano di conquistare tutto il pianeta.

Un tema ironico sviluppato da Burton è quello di considerare gli alieni con benevolenza e far credere i terrestri alle loro dichiarazioni in cui affermano ripetutamente di venire in pace. In realtà i marziani, malgrado a parole continuino a rassicurare tutti, si mettono a distruggere e a uccidere, soprattutto i capi di stato.

L’epilogo del film è surreale. Per caso, una nonna in una casa di riposo mettendo su un grammofono il disco di una vecchia canzone di Slim Whitman fa esplodere il cervello dei marziani, risolvendo con uno schioccare di dita il problema dell’invasione che non era riuscito a essere arginato dai mezzi militari più potenti, dall’esercito fino alle bombe atomiche.

Di questi tempi se si può fare un’analogia potrebbe essere che nonostante l’impegno di tutto il mondo, in particolare di politici e scienziati, per risolvere la situazione odierna potrebbe essere che il rimedio sia la cosa più semplice, già a portata di mano.

Nella storia dell’umanità la gran parte delle scoperte scientifiche vengono trovate per caso e questo succede quando l’attività degli scienziati, invece che rivolta a spiegare ciò che non si è capito e a prevedere quello che non si può sapere, viene indirizzata a comprendere sperimentalmente e con mente aperta perché le cose si comportano in un certo modo.

VIDEO. La nonna salva il mondo

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

MILANO CITTA’ STATO 

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I LUOGHI in Italia dove BACIARSI è un OBBLIGO

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Credits: @giorgia_poledancetherapy Tortoreto

Kiss please. In un mondo dove ormai è tutto un divieto, in giro per l’Italia ci sono dei cartelli che non fanno altro che chiederti di dare un bacio. Verona, Venezia, Roma, ogni città italiana ha sempre quel non so che di romantico: un angolo, un parco, un’intera via o addirittura la città in sé. E proprio per celebrare l’amore, in giro per lo Stivale si trovano dei cartelli che chiedono una cosa molto semplice, un bacio. Questi i tre luoghi celebrati dal sito siviaggia.it.

I LUOGHI in Italia dove BACIARSI è un OBBLIGO

# Un bacio a Trentinara (Cilento) per Saul e Isabella

Credits: @travels_inajar
Trentinara

Sono semplici cartelli, generalmente di colore blu e con su scritto “Kiss please”, un invito a baciare il proprio partner e celebrare l’amore che lega i due innamorati, ma non solo. Un invito chiaro spesso posto in luoghi suggestivi, come terrazze vista mare, strade panoramiche e posti affascinanti. Uno di questi cartelli si trova in Cilento, precisamente a Trentinara. Qui, sul belvedere del paese, c’è un cartello con raffigurate due persone e con su scritto “Kiss please”. Le due sagome che si baciano al belvedere di Trentinara si pensa siano Saul e Isabella, i protagonisti di una leggenda del posto. Si narra infatti che i due amanti si gettarono dalla terrazza insieme, racchiusi in un abbraccio senza fine, e promettendosi amore per l’eternità.

# Baci d’artista a Sirmione (Lago di Garda)

Credits: @petra_paa
Sirmione

Spostiamoci un po’ più su e arriviamo al nord Italia, nella gemma del Lago di Garda. Anche a Sirmione, infatti, precisamente sulla passeggiata più romantica del borgo, compare il cartello “Kiss Please”. Un vero e proprio monumento al bacio, realizzato dall’artista Lillo Marciano.

# Quattro baci a Tortoreto (Abruzzo)

Credits: @giorgia_poledancetherapy
Tortoreto

Arriviamo ora nella provincia di Teramo, in Abruzzo, più precisamente a Tortoreto. Qui un bacio è d’obbligo, sì perché ci sono ben quattro cartelli che invitano cittadini e visitatori a baciarsi. Sarà che dopo il Covid, il Comune di Tortoreto voleva portare un po’ di amore tra i suoi abitanti. L’iniziativa dei cartelli “Kiss please” a Tortoreto è infatti abbastanza recente, risale all’estate del 2021, quando il comune ha deciso di celebrare l’amore in quattro suoi punti panoramici: tra questi il lungo mare, i giardini di Piazza Campo della Fiera e i giardini Gaetano Ruggieri del Belvedere.

Continua la lettura con: La TERRAZZA dei BACI, dove un bacio è D’OBBLIGO

BEATRICE BARAZZETTI

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La misteriosa CITTÀ dei TEMPLARI

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Tomar

Una città dominata da una Rocca su cui svetta il leggendario Convento de Cristo, luogo dei Cavalieri del Tempio, che oggi offre relax e svago a chi la visita. 

La misteriosa CITTÀ dei TEMPLARI

# In uno dei luoghi più affascinanti

Credits: @rubenrgameiro IG

Ci troviamo a Tomar, città del Portogallo che offre uno dei viaggi più affascinanti e suggestivi di tutto il mondo.
Sviluppata attorno alle rive dei Rio Nabão, la città di Tomar può regalare visite stimolanti: si può scegliere fra le passeggiate e le numerose attività nel centro storico da cui si giunge, con una breve camminata, dalla Rocca soprastante, quella che ospita il Convento dei Templari di Cristo.

Leggi anche: In TRENO dal PORTOGALLO a SINGAPORE con un BIGLIETTO SOLO

# Il Convento dei Templari, una delle costruzioni più importanti del Rinascimento

Il Convento dei Templari è la caratteristica più enigmatica di questa cittadina che da la casa a circa 43.000 persone. Il Convento de Cristo è una delle costruzioni più importanti di tutto il Rinascimento. Come tale influenzato da numerosi stili architettonici, come quello delle fortificazioni del castello, ispirato direttamente dalle mura della Terra Santa.

All’epoca della costruzione del Castello dei Templari, è stata la struttura militare più moderna al mondo, che per i Templari ha anche adottato l’antica pianta circolare dell’oratorio romanico, per usarlo come base per la Charola. Si tratta della chiesa con pianta circolare, ornata da colonne e archi, che oltre ad essere piena di riferimenti ai riti Templari, ha permesso ai Cavalieri di Cristo di seguire la messa senza scendere mai da cavallo.
Dallo spunto del vecchio oratorio circolare, è stata poi edificata la fortezza-convento più curiosa del mondo.

Leggi anche: La misteriosa chiesa dei SURFISTI nascosta dietro a un portone di via Montenapoleone

# La finestra decorata da Dio in persona

Finestra Manuelina Credits: conventodecristo IG

Aggirarsi tra i loggiati e gli stili del Convento de Cristo è certamente una gita nel tempo e negli stili architettonici. Si devono scoprire piano piano i misteri della cittadella dei Templari, come il portale rinascimentale e le sue enigmatiche raffigurazioni, le sale legate ai riti Templari, aggirarsi tra i chiostri fino ad arrivare ad una finestra della Sala Capitolare decorata in arte Manuelina, che si dice essere decorata da Dio in persona.
La cornice esterna della finestra è adornata con scudi crociati e nodi, propone in basso un rilievo dello scultore Diego de Arruda (oppure il vecchio del mare) e in generale ha un aspetto caratteristico conferito da alcuni segni del tempo, che la fanno apparire come se avesse un’incrostazione marina.

Leggi anche: La prima CITTÀ SUBACQUEA del mondo: progettata da un ITALIANO

# La città a forma di croce

Credits: @sandra_d.o.m.i.n.g.o.s IG

Il luogo più antico della città di Tomar è a forma di croce, orientata verso i punti cardinali e ad ogni estremità vi è stata costruita una chiesa. La più meridionale, dedicata a São Francisco è quella che offre la curiosità più ghiotta: un Museo dei Fiammiferi, una vastissima  collezione di scatole di fiammiferi custoditi in teche verticali alte più di una persona adulta.
Si può visitare il fiume che divide la città, il Rio Nabão, attraversarlo passeggiando sui ponti ed arrivare ai mulini che il rio alimentava in epoca storica.

Leggi anche: I 10 LUOGHI migliori dove vivere dopo la PENSIONE

# La città dei mulini

Roda do Mouchão Credits: tigeladakawaii IG

Proprio il lavoro di mulini e  frantoi di Tomar ha fatto, fin dal Medioevo, la fortuna e le ricchezze di questa cittadina, una delle più influenti di tutta la penisola iberica.
Nel Parque do Mouchão, a cui si giunge attraverso itinerari che passano tra edifici caratteristici, percorrendo acciottolati storici, è conservato uno degli emblemi della città, una ruota idraulica in legno denominata Roda do Mouchão.
Per una pausa ristoratrice, ci si può accomodare nei caratteristici caffè del centro, che propongono dolci tipici della zona, a base di mandorle o di zucca siamese, in alternativa una specialità unica del posto, le Fatias de Tomar, tuorli d’uova cotti in una speciale pentola per la cottura a bagnomaria, inventata nel secolo scorso da un artigiano stagnaio di Tomar.

L’ordine dei Templari è stato poi sciolto e – altrettanto misteriosamente – trasformato nell’Ordine di Cristo, per salvaguardare le ricchezze possedute dal Portogallo in ambito religioso.  La città di Tomar non ha mai smesso di ospitare la cittadella dei Templari, che è poi diventata Patrimonio Unesco.

Fonte: Si Viaggia

Continua la lettura con: I luoghi più ESOTERICI da visitare in Italia almeno una volta nella vita

LAURA LIONTI

Copyright milanocittastato.it

 

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TRAINING, una parola chiave per ognuno di noi: ma come si dice in milanese?

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Elisabetta PISELLI: “la mia Milano sarà d’ispirazione per le altre città, per lavoro, creatività e modernità”

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Elisabetta Piselli

Elisabetta Piselli. Cofondatrice di Milanodavedere.Quasi 270mila follower di una pagina che invita a scoprire Milano organizzando tour in luoghi noti e meno noti della città. Una delle iniziative più stimolanti di Milano. 

Elisabetta PISELLI: “la mia Milano sarà d’ispirazione per le altre città”

Elisabetta Piselli

La cosa che ami di più di Milano?

Che è Milano.

Quella che invece ti piace di meno?

Vedere la povertà sotto i ponti, sdraiata lungo i corsi commerciali, muoversi invisibile sotto i nostri occhi. Credo che bisognerebbe fare qualcosa di diverso per aiutare queste persone.

Il tuo locale preferito?

Era il Bobino.

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Girarla in bici la mattina presto. Oppure camminare e andare a vedere una mostra.

Credits: donnesulweb.it
biciclette sui marciapiedi

La canzone su Milano a cui sei più legato/a?

Luci a San Siro.

 

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Milano Due.

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Innamorarmi.

La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?

Udine perché casa è vicina.

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Io in bicicletta e due poliziotti a cavallo fermi al semaforo rosso a Palestro alle sette del mattino di un giorno di agosto di qualche anno fa, in una Milano assolutamente deserta.

Il quartiere che ami di più?

Brera.

Via Fiori Chiari

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Caro Sindaco Sala, peccato che il progetto sul doppio nome delle fermate della metro, per ricordare che anche le donne fanno parte della storia, non si sia fatto. Credo che sia stata un’occasione persa. Ma c’è sempre tempo per rimediare.

Milano città stato: sei a favore oppure no che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Si.

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Se lasciassi Milano, non andrei a vivere in una città.

Se avessi due miliardi di euro per Milano che cosa faresti?

Probabilmente li spenderei in modo sbagliato, ci vogliono visioni a lungo termine e credo che ci siano persone più adatte a fare pensieri di questo tipo.

Credits: @club_of_miljonairs IG

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Che sia di ispirazione per altre città italiane per lavoro, creatività, modernità.

Elisabetta Piselli

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Portare i BAMBINI degli ALTRI al cinema o al museo: a Milano l’AFFIDAMENTO CULTURALE

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Credits: pianetamamma.it

La cultura è essenziale, soprattutto per i più piccoli, ma non sempre è accessibile a tutti. A Milano arriva un’iniziativa che permette anche ai bambini meno coinvolti culturalmente, di partecipare ad esperienze teatrali o cinematografiche, oppure di entrare in un museo e una libreria.

Portare i BAMBINI degli ALTRI al cinema o al museo: a Milano l’AFFIDAMENTO CULTURALE

# Cos’è l’affidamento culturale?

Per promuovere la cultura tra i più piccoli, il Municipio 8 di Milano, insieme all’associazione di promozione sociale Mitades, ha adottato la strategia dell’Affidamento culturale. La strategia è quella di affiancare una famiglia o una persona che frequenta abitualmente musei, teatri, cinema o biblioteche, ad una famiglia che invece non visita questi ambienti, per disparità economica o culturale. Chiunque può partecipare, basta scrivere a Mitades. Una volta contattata l’associazione, questa metterà in contatto le due parti e queste sceglieranno tramite un’app l’esperienza più adatta a loro.

Credits: pinterest.com, ioeilmiobambino.it

Leggi anche 7 LUOGHI per i BAMBINI MILANESI 

# L’affido culturale in Italia

Milano non è la prima città italiana ad adottare la strategia dell’Affido culturale, infatti, il fenomeno è presente anche a Roma, Modena, Bari e Napoli. L’obiettivo è quello di espandere il progetto alla penisola, raggiungendo più famiglie e bambini possibili, trasformando la cultura da un privilegio ad un diritto per tutti. Questo comporterebbe anche un cambiamento sociale basato sull’inclusione. A permettere ciò sarà anche una maggiore partecipazione delle strutture culturali all’iniziativa.

Credits: pinterest.com, milkbook.it

Fonte Portare i bambini (degli altri) in un museo o a teatro: a Milano arriva l’affido

Continua la lettura con Il SUPERMERCATO più BELLO d’Italia

SARAH IORI

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Gli smemorati

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Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz svelando al mondo l’orrore dell’Olocausto. È diventata da allora la data simbolo della “giornata della memoria” per ricordare le vittime delle atrocità naziste.

Purtroppo la storia dell’umanità è costellata di violenza e persecuzioni contro le minoranze.
Persecuzioni religiose, come quelle contro i cristiani o quelle dei cristiani contro miscredenti o eretici, persecuzioni etniche, come lo sterminio degli indiani d’America o quello in Rwanda contro i Tutsi, o persecuzioni politiche, come il trattamento dei dissidenti nei regimi totalitari.
La storia insegna che la maggioranza non è immune dalla tentazione di discriminare la minoranza di turno che viene giudicata come un nemico o pericolo per gli altri.

Per non ricadere nella trappola della discriminazione, la vera evoluzione della civiltà passa attraverso la capacità di rispettare come dei pari chi è diverso e perfino chi dovesse avere torto.
Celebre la frase di Anna Frank dal suo diario “quello che è accaduto non può essere cancellato ma si può impedire che accada di nuovo”.

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

MILANO CITTA’ STATO 

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Il TUNNEL SOTTOMARINO più LUNGO del MONDO avanza: la SCANDINAVIA sarà più vicina

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Credits FemernAS YT - Tunnel Fehmarn Belt dall'alto

L’Europa diventa ancora più unita. Nel 2029 si potrà passare dalla costa nord della Germania all’isola di Copenaghen in 7 minuti di treno o in 10 minuti di auto grazie a un tunnel lungo 18 km e profondo 40 metri sul fondale del mar Baltico. In futuro da Milano, grazie ai corridoi ferroviari europei, si potrà arrivare in treno o in auto fino a Copenaghen in modo ancora più rapido da Amburgo, senza prendere un traghetto o senza allungare passando per la Danimarca continentale. E a quel punto proseguire fino in Svezia fino a capo Nord, senza soluzioni di continuità.

Il TUNNEL SOTTOMARINO più LUNGO del MONDO avanza: la SCANDINAVIA sarà più vicina

# Sono partiti i lavori per costruire il tunnel immerso più lungo del mondo

Credits FemernAS YT – Vista aerea porto Rødbyhavn

Il cantiere per il tunnel Fehmarnbelt è attivo dall’inizio del 2021 a Rødbyhavn, dove è iniziata la costruzione del porto operativo, il più grande tra i due che saranno realizzati e che sarà utilizzato per la spedizione delle grandi quantità di materiali da costruzione. A seguire inizierà la realizzazione di quello a Fehmarn, in Germania. Nel 2023 partirà la costruzione dei primi settori del tunnel e nell’anno successivo inizierà la posa degli stessi sul fondo del mare. Tra il 2025 e il 2028 all’interno delle gallerie verranno asfaltate le strade per i veicoli, posati i binari ferroviari e tutta l’infrastruttura tecnologica necessaria al funzionamento del tunnel. Nel 2029 è prevista l’inaugurazione.

“Fehmarn Belt Tunnel” sarà lungo 18 Km e collegherà la Danimarca e la Germania in soli 7 minuti

Definito dal Ministero dei Trasporti danese come “una nuova porta d’ingresso per l’Europa”  il “Fehmarn Belt Tunnel” sarà lungo 18 km e si troverà a 40 metri sotto il Mar Baltico. A differenza del tunnel della Manica o della galleria Seikan in Giappone, questo tunnel non sarà costruito sotto il fondale marino, ma poggerà su di esso.

Credits FemernAS YT – Tunnel Fehmarn Belt connessione con rete ferroviaria Europea

Grazie a quest’opera ci vorranno soli 7 minuti in treno, che potranno correre fino ai 200 km/h, e 10 minuti di auto dalla costa nord della Germania all’isola di Lolland, da cui si raggiunge Copenaghen, la distanza da Amburgo a Copenaghen si ridurrà da 450 km a 320 km e verrà facilitata la comunicazione fra la Scandinavia, la Germania e tutta l’Europa. 

# Tutti i numeri di questa incredibile infrastruttura

Credits femern.com – Sezione Tunnel

Il tunnel Fehmarnbelt comprenderà un’autostrada a quattro corsie e due binari elettrificati. L’infrastruttura sarà composta da 79 blocchi di cemento, ciascuno lungo 217 metri, e 10 elementi speciali con un piano inferiore per l’utilizzo delle attrezzature di esercizio e manutenzione del tunnel. Ogni elemento del tunnel pesa 73.000 tonnellate, pari a 14.000 elefanti. La quantità di acciaio utilizzata nel tunnel è equivalente a circa 50 Torri Eiffel e saranno impiegate direttamente fino a 3.000 persone per la sua costruzione.

Il costo dell’opera è di circa 7 miliardi di euro, uno di questi proveniente dall’Unione Europea, e secondo le stime dovrebbe essere ripagato in 40 anni dal pedaggio stradale dei veicoli che vi transiteranno. La parte ferroviaria del tunnel sarà inserita nella rete TENS, la rete di treni diurni e notturni europea.

Leggi anche: I TRANS-EUROP EXPRESS: i nuovi treni notturni per andare all’estero 

# Il tunnel prende il nome dall’isola tedesca di Fehmarn e consentirà la nascita del nuovo progetto turistico “Destination Fehmarnbelt”

Il tunnel si collegherà all’attuale Fehmarn Belt, un ponte che connette l’isola tedesca di Fehmarn alla terraferma. Toccherà poi l’isola danese di Lolland, a sud di Copenhagen. Il nome è preso appunto dalla famosa isola tedesca attraversata, Fehmarn, nello Schleswig-Holstein a Nord della Germania. Questa zona del Mar Baltico è molto turistica ed offre sia tantissime attività all’aria aperta legate alla natura e al mare sia molte visite a siti culturali. Con il nuovo ponte nascerà anche il nuovo progetto turistico “Destination Fehmarnbelt” con itinerari in comune tra i due Paesi e tra le città di Copenhagen, Malmö e Amburgo.

Nota finale: 18 chilometri di ponte. Una distanza sei volte maggiore a quella che divide la Calabria dalla Sicilia. 

Continua la lettura con: Il progetto del TUNNEL SOTTOMARINO più LUNGO del mondo per collegare Emirati Arabi e India

FABIO MARCOMIN

Copyright milanocittastato.it

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Sapessi come è strano passeggiare tra le BOTTEGHE di TOKYO… a MILANO

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Credits: Semplicemente Milano di Andrea Cherchi

A Milano è possibile fare una camminata immersiva nelle strade di Tokyo. Vediamo dove.

Sapessi come è strano passeggiare tra le BOTTEGHE di TOKYO… a MILANO

# I negozi tradizionali giapponesi

Credits: Semplicemente Milano di Andrea Cherchi

Fino al 27 marzo sarà possibile fare un’esperienza unica: passeggiare tra i vicoli e le strade di Tokyo e imbattersi nei tradizionali negozi e botteghe giapponesi.
Al Tenoha di Milano, in Via Vigevano 18 (fermata M2 Linea verde Porta Genova F.S.), tutti i giorni dalle 11:00 alle 20:00 si trovano gli spazi adibiti ad una mostra immersiva, che ha come tema appunto le botteghe di Tokyo.

Il compito di far comparire le botteghe e i negozi tipici di Tokyo, è svolto egregiamente dalle tavole ad acquarello dell’artista Mateusz Urbanowicz, l’illustratore di Slesia diventato celebre per i background creati per il cinema di animazione giapponese.
La mostra ha una pagina Instagram ben seguita e consigliamo di tenere d’occhio anche il sito per le prenotazioni: fissare la propria visita è obbligatorio e presto verranno aperti gli slot di febbraio e marzo. Il 5 febbraio sarà possibile prenotarsi per un evento unico in compagnia di Urbanowicz.

Leggi anche: Un ANGOLO di GIAPPONE a Milano

# The Exhibition

Credits: Semplicemente Milano di Andrea Cherchi

La mostra è curata da Laura Micalizzi alla direzione creativa, prevede l’ingresso nel concept store di Tenoha che si presenta come un’area di attesa aeroportuale, con tanto di sedute e armadietti, poi il passaggio in un corridoio trasformato in cabina aerea. Idealmente ci si imbarca a Milano e si giunge a Tokyo.

Una volta entrati nell’esperienza immersiva, pannellature giganti sono le opere d’arte di Mateusz Urbanowicz, a cui è deputato il compito di riprodurre Tokyo a grandezza naturale.
Ecco che ci sono le poste, la bottega del barbiere, il ristorante di street food con i tavolini e le sedute ricavate impilando cassette di bibite, la milk hall o l’angolo zen del giardino con la panchina e l’acero rosso giapponese.
Bello lo sviluppo dello spazio e lo stimolo alla fantasia, ispirato dagli acquarelli e realizzato anche grazie all’allestimento scenografico, che prevede l’uso oggetti che davvero si possono trovare ai lati delle strade di Tokyo, reali o illustrati.

Credits: Semplicemente Milano di Andrea Cherchi

Leggi anche: A Tokyo inaugurato l’albergo-libreria: con l’ingegno la cultura diventa business

# Tokyo Storefronts e i Navigli milanesi

Credits: Semplicemente Milano di Andrea Cherchi

Il concept della mostra parte essenzialmente da una delle raccolte più significative di Mateusz Urbanowicz: “Tokyo Storefronts“, una raccolta di 10 tavole che l’artista polacco ha realizzato nel 2016, raffiguranti botteghe storiche di Tokyo riprodotte partendo dalle sue fotografie.
Urbanowicz le ha raffigurate con gli acquerelli, donando profondità con il contrasto dei colori tenui e le trasparenze di una tecnica che padroneggia in modo del tutto naturale.

Ora queste tavole sono a Milano e ricreano, in scala 1:1, la magia di negozi dall’aspetto un po’ retrò della super tecnologica capitale giapponese.
Le opere dell’artista di Slesia sono disponibili anche nel merchandise della mostra “Le botteghe di Tokyo a Milano – The Exhibition”. Al concept store di Tenoha è infatti possibile acquistare un supply box dedicato ad Urbanowicz, oltre al volume dedicato alla mostra milanese.
Imperdibile l’appuntamento di sabato 5 febbraio: dalle 11 alle 12 sarà possibile partecipare ad una live painting session insieme a Mateusz Urbanowicz, per acquerellare i Navigli di Milano. Chissà come sarà rappresentato l’aspetto un po’ retrò della metropoli milanese.
Non vi siete ancora prenotati?

#Paint session Credits bottegheditokyo.tenoha.it

Continua la lettura con: L’impresa impossibile: da MILANO a TOKYO in VESPA

LAURA LIONTI

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🔴 Tutti pazzi per il MAD: a Milano il primo museo italiano di ARTE DIGITALE

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Credits: pexels.com

Milano è una città artistica, testimonianza del passato storico e culturale d’Italia. Milano è una città al passo con i tempi. Il connubio di questi due aspetti porta la metropoli a diventare la sede del primo museo del digitale nazionale.

Tutti pazzi per il MAD: a Milano il primo museo italiano di ARTE DIGITALE

# Inaugurazione nel 2026

MAD, così si chiamerà il primo museo nazionale del digitale, nato su iniziativa del ministro della Cultura Franceschini, verrà realizzato entro il 2026. Il museo sarà testimonianza di contemporaneità: non proporrà la digitalizzazione di opere classiche, ma esporrà opere pensate in digitale, dimostrando che l’evoluzione dell’arte è parallela all’evoluzione tecnologica.

In una società sempre più digitalizzata, anche l’arte figurativa ha imparato ad esprimersi adattandosi a questo ambito culturale e ai suoi linguaggi artistici. A differenza del MEET, istituito come spazio di accoglienza per mostre e laboratori tecnologici, nel MAD la tecnologia diventa la protagonista in senso culturale e non più solo tecnico, si tratterà di vere e proprie esposizioni.

Credits: pexels.com

Leggi anche Questa TECNOLOGIA cambierà il volto delle città. Anche a Milano?

# La sede

La sede del museo sarà l’ex albergo Diurno Venezia, in Piazza Guglielmo Oberdan, nei pressi di Porta Venezia. Lo spazio in stile liberty ha già fatto posto al MEET, centro internazionale di cultura digitale, progettato da Fondazione Cariplo, con cui il nuovo MAD avrà un dialogo professionale e creativo. La vicinanza con il Planetario, il Padiglione di Arte Contemporanea, la Galleria di Arte Moderna e quella di Arte Etrusca, contribuirà a far percepire l’area come il vero e proprio polo museale della città.

Lo spazio fisico sarà riprogettato, abbandonando lo stile novecentesco. L’idea è quella di un ambiente coerente all’esposizione tecnologica, con un aspetto più moderno. Il museo verrà fisicamente collegato al MEET e rimodernato, ad eccezione della parte aperta al pubblico dal FAI.

Credits: pinterest.com

Leggi anche Inaugurato il MUSEO del CINEMA più GRANDE del mondo. È firmato Renzo Piano

# Tecnologia culturale

La creazione del Museo Nazionale del Digitale, fa parte di un progetto più ampio, che vede l’espansione degli spazi culturali, insieme a lui sono stati finanziati anche: il Museo Nazionale della Resistenza ai Bastioni di Porta Volta e la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (Beic), in Porta Vittoria. La missione di Milano è affermare la sua identità come centro di cultura italiano, ma dimostrando di possedere uno spirito moderno. La tecnologia, che gioca un ruolo da protagonista nella quotidianità dei milanesi, vedrà la sua casa nel MAD, in cui regnerà sovrana assumendo un importante connotazione culturale, staccandosi dall’immagine tecnica che l’ha caratterizzata finora.

Credits: pexels.com

Continua la lettura con PARCO ALFA ROMEO al Portello: arriva l’ultimo tassello di un progetto durato 10 anni 

SARAH IORI

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Una PASSWORD in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

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A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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🔴 M4: la nuova DATA d’inaugurazione e il “nuovo” PRIMO TRATTO

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Nella storia infinita legata alla linea metropolitana blu di Milano, tra rinvii e false speranze, è comparsa una nuova data d’inaugurazione, almeno per il primo tratto. 

M4: la nuova DATA d’inaugurazione e il “nuovo” PRIMO TRATTO

# Lavori ultimati subito dopo l’estate

Credits: www.ilgiorno.it

L’inaugurazione riguarderà inizialmente un primo tratto della M4. Contrariamente al programma precedente, non sarà più il percorso Linate-Forlanini ad entrare in funzione, bensì Linate-Dateo. Come riporta l’assessora alla Mobilità Arianna Censi, la società M4 garantisce la consegna dei lavori appena dopo l’estate. Ma perché sarà proprio il tratto Linate-Dateo ad essere inaugurato?

# Il rilancio di Linate

Credits: siviaggia.it
Linate

Si crede che il percorso Linate-Dateo sia quello con una maggiore efficacia e la sua apertura si basa principalmente sulla volontà di rilanciare l’aeroporto milanese. Nonostante ci sia una costante voglia di viaggiare e una conseguente minore tendenza a rinunciare ai propri momenti di vacanza, il traffico aereo registra ancora cali consistenti. Non si sta parlando di numeri come quelli del 2020, dove si era registrato un crollo del 75%, ma dal traffico aereo pre-pandemia siamo ben lontani. Grazie ai numerosi viaggi estivi fatti dagli italiani e non, quest’anno per ora si registra “solo” il 50% dei viaggi in meno rispetto all’epoca pre-Covid. Sono perdite enormi, circa 200 milioni di euro di cassa, che fanno intendere che bisogna cercare di rilanciare gli aeroporti.

# Nuova data: autunno 2022

 

E proprio per questo continuo crollo del traffico aereo, si spera di aprire il primo tratto della M4 in autunno. L’avvio della linea metropolitana blu potrebbe essere un buon mezzo per rilanciare l’aeroporto di Linate, anche perché ci si attende che inaugurazione della M4 e traffico di passeggeri nell’aeroporto milanese vadano di pari passo. Si ricorda, infatti, che uno dei motivi per cui la linea non è stata inaugurata nell’aprile 2021 era il basso numero di utenti provenienti dall’aeroporto di Linate, che non avrebbero giustificato la messa in funzione della sola tratta di 3 fermate fino alla stazione di Forlanini F.S. Lo scorso luglio infatti il tratto Linate-Forlanini era pronto, ma si rimandò l’apertura perchè i costi superavano i benefici.

Non resta che attendere quest’autunno, a meno di un’ennesima comunicazione di rinvio…

Continua la lettura con: La nuova DATA per la INAUGURAZIONE della M4: sarà la volta buona?

BEATRICE BARAZZETTI

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Lisa KINSPERGHER: “la mia Milano sarà AUTONOMA e ATTRAENTE per le aziende internazionali”

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Lisa Kinspergher

Lisa Kinspergher. Studentessa molto attiva in campo politico a livello universitario. Bergamasca di origini asburgiche, iperattiva, non poteva che scegliere Milano come luogo da cui librare in volo.

Lisa KINSPERGHER: “la mia Milano sarà AUTONOMA e ATTRAENTE per le aziende internazionali”

Lisa Kinspergher

La cosa che ami di più di Milano?

I ristoranti etnici e i semafori sempre arancioni dopo le due di notte.

Quella che invece ti piace di meno?

Le palme davanti al Duomo.

Credits: ilportaledeitreni.it – Palme in Piazza del Duomo

Il tuo locale preferito?

Bar Barba.

Bar Barba, via San Gregorio

Il tuo passatempo preferito a Milano?

L’open wine il giovedì sera.

Credits: @ultrawines
Vinoir

La canzone su Milano a cui sei più legata?

Triste storia dei ragazzi di provincia del Pagante.

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Idroscalo (rigorosamente se c’è poca gente)

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Iscrivermi all’università di Milano e conoscere un sacco di persone con punti di vista che non avevo mai sentito prima.

La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?

Non uso mai la metro

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

I supermercati aperti 24h su 24 7/7

Il quartiere che ami di più?

Brera

Via Fiori Chiari

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Trovare un posto/occupazione per i senzatetto che stanno tutto il giorno e che dormono in piazza Duomo e sul viale che porta alla stazione centrale

Milano città stato: sei a favore oppure no che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Ovvio!

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

In Europa Londra o Madrid, altrimenti negli Stati Uniti a Boston.

Madrid – Calle Toledo – 05/04/2020 (Fonte: INSTG madrid_monumental)

Se avessi due miliardi di euro per Milano che cosa faresti?

Costruirei una pista da sci al coperto

foto di repertorio
foto di repertorio

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Che, nonostante sia in Italia, riesca ad attrarre grandi aziende e che ritorni un centro culturale autonomo. Le persone dall’estero non dovrebbero solo passare per una visita ma fermarsi stabilmente.

Lisa Kinspergher

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

Continua la lettura con: Tutti personaggi di #milanomia già pubblicati

MILANO CITTÀ STATO

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L’economia dinastica d’Italia

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Questo grafico mostra chiaramente come la ricchezza delle famiglie italiane a partire dall’introduzione dell’euro si è divaricata nettamente spostandosi verso l’eredità e le donazioni, cioè la ricchezza di famiglia.

In particolare, il grafico mostra come la capacità di risparmiare delle famiglie si è erosa sempre di più fino ad arrivare ai minimi storici alle soglie della pandemia. Dall’altro lato invece le famiglie stanno sopravvivendo sempre più grazie ai soldi messi da parte dalle generazioni precedenti.

Questo amplifica enormemente la grossa divisione in classi sociali caratteristica della società italiana. Se la ricchezza dipende in massima parte dal patrimonio di famiglia rispetto che dal proprio lavoro significa che la società è divisa in compartimenti stagni invalicabili, avvicinando la situazione odierna a quella delle società feudali in cui la ricchezza era appannaggio di una ristretta classe, i nobili, mentre il popolo non aveva alcuna chance di cambiare le proprie condizioni sociali.

In quella situazione la borghesia mercantile è riuscita a proporre una apertura delle classi sociali e le rivoluzioni sociali di fine Settecento. Questo è potuto accadere perché comunque i governi lasciavano buona parte del reddito a chi lo produceva.

Nel caso dell’Italia di oggi si assiste a una forma di controllo indiretto che impedisce un processo analogo. A differenza di allora, oggi lo Stato impone sempre più tasse sul reddito che si produce e in questo caso rende ancora più difficile per chi si muove nel mercato accedere a una classe superiore. Non solo, lo Stato che preleva gran parte del reddito dispone poi di un grande potere per orientare il consenso e alimentare ancora di più le sacche di privilegio formate da chi vive delle tasse altrui oppure di rendita di capitali ricevuti da altri.

Si tratta questo di un processo inesorabile senza ritorno oppure si arriverà a un punto di rottura che aprirà le porte a una società più equilibrata?

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

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Bar chiusi, ristoranti vuoti, negozi trasformati in temporarystore: MILANO IRRICONOSCIBILE. Si riprenderà?

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credits: repubblica.it

Dopo due anni di pandemia, ci si chiede quale sia veramente la normalità. Fin dall’inizio si è parlato di un ritorno alla vita pre-Covid, ad una normalità tanto desiderata, ma siamo sicuri che questa pandemia non abbia definitivamente e irrevocabilmente cambiato la vita di tutti? Sarà ben difficile tornare indietro nel tempo, fare finta che nulla sia successo e rivivere la vita di tutti i giorni con quella spensieratezza pre-Covid. E se la vita delle persone è cambiata, quella delle città che le ospitano non è da meno. Potremmo mai tornare alla tanto veloce e dinamica Milano di un tempo? Questo il grido di allarme nell’editoriale di Alessandro Rovellini, direttore di Milano Today. 

Bar chiusi, ristoranti vuoti, negozi trasformati in temporarystore: MILANO IRRICONOSCIBILE. Si riprenderà?

# Una Milano vuota

Milano non è, e non sarà, la città disegnata 5 anni fa. È irriconoscibile! Bar vuoti, serrande abbassate, strade generalmente super affollate dove ora riesci a camminare tranquillamente, senza farti spazio tra un signore che parla al telefono e una donna che beve il caffè con in mano una borsa più ingombrante di lei. Tra i migliaia di contagiati e chi fa quarantene preventive, Milano si è completamente svuotata. A risuonare nel silenzio della città ci sono i riders, che sfrecciano da una casa all’altra per portare il pranzo, la cena o addirittura l’aperitivo e la merenda.

# Una città rallentata

Credits: milanotoday.it
Antares

“Il Covid sta cambiando Milano sotto i nostri occhi”, denuncia Rovellini, citando l’esempio emblematico di Antares in via Vittor Pisani è chiuso da tempo e che non si sa quando e se aprirà. Ma allora chi darà da mangiare a chi lavora negli uffici che popolano la via? Antares infatti è uno dei principali self-service sempre pieno di lavoratori, ora il suo dehors è rifugio per senzatetto. Il vero problema è che molto probabilmente la metà di questi lavoratori non avrebbe più bisogno di andare da Antares, perché avrà un piatto caldo pronto a casa sua. Sì perché il famoso smartworking, tanto osannato e apprezzato, in realtà svuota la città. E allora, milioni di caffè, di pause pranzo e di aperitivi post lavoro in meno. Rovellini cita altri casi, come le difficoltà di Starbucks e, in generale, locali in difficoltà soprattutto nelle zone più centrali e più ricche. Ma in difficoltà appare non solo il presente della città, ma anche il futuro. Con i nuovi progetti che vengono ritardati. 

# Le inaugurazioni rinviate

Credits: @schiacciatella_italiana
Cusano milanino

In più, mentre alcuni progetti pre-pandemia vengono portati a termine, altri, come quello del grattacielo Scheggia di Coima, che svetta tra Gae Aulenti e Gioia, non hanno una data di inaugurazione. Lo stesso accade per la linea M4 con l’inaugurazione rinviata ormai da un anno all’altro. E pure i nuovi progetti programmati per le Olimpiadi a questo punto ci si chiede se abbiano ancora senso.  Il Covid ha creato una nuova normalità, fatta di abitudini diverse, ma che hanno reso Milano un’altra città. Il paradosso? È che mentre i grandi grattacieli della nuova Milano si spopolano, i negozietti di prossimità dei quartieri dormitorio, i piccoli comuni dell’hinterland hanno invece nuova vita. Che stiano diventando questi, conclude Rovellini, il cuore pulsante del nuovo vivere quotidiano di Milano?

Fonti: milanotoday.it

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BEATRICE BARAZZETTI

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

🔴 GREEN PASS in RITIRATA (fuori dall’Italia)

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In Italia continua l’inasprimento delle restrizioni per i non vaccinati: dal primo febbraio ci sarà l’obbligo di presentazione del green pass anche per ritirare la pensione e accedere a banche, uffici pubblici e negozi. “Vi renderemo la vita sempre più difficile”, ha minacciato a DiMartedì il sottosegretario Sileri. All’estero invece si sta assistendo invece ad un’inversione di rotta: sono sempre più i Paesi che dichiarano di voler abbandonare il Green Pass. Vediamo quali. 

🔴 GREEN PASS in RITIRATA (fuori dall’Italia)

# In Italia continua l’inasprimento delle restrizioni per i non vaccinati

Nuove regole Green Pass

In Italia stanno entrando progressivamente in vigore nuove restrizioni per i non vaccinati. Dopo l’obbligo vaccinale per coloro che hanno compiuto 50 anni, dal 20 gennaio è necessario essere in possesso di Green pass anche per andare dal parrucchiere o nei centri estetici e, dal primo di febbraio, lo sarà per accedere agli uffici pubblici, alle poste anche per ritirare la pensione, in banche e negozi, anche edicole e tabaccai. Al momento sono esclusi i supermercati e le farmacie. 

Si è inoltre introdotto il Green Pass rinforzato che è necessario per muoversi sui mezzi e per lavorare, se si è over 50. Per il governo italiano sembra uno strumento prioritario, anche se all’estero le cose stanno procedendo in modo diverso. Aumentano infatti ogni giorno i Paesi intenzionati ad eliminare il Green Pass.

# Dal Regno Unito alla Svizzera i Paesi che fanno dietrofront sul Green Pass

Uk green pass

Nel Regno Unito il premier Boris Johnson il 20 gennaio ha annunciato alla Camera dei Comuni lo stop al lavoro da casa e alle mascherine da subito nelle scuole e al green pass e mascherine in tutti i luoghi pubblici dal 27 gennaio, sostenendo che l’emergenza Covid sta “entrando in una fase endemica”. 

Irlanda green Pass

Anche la vicina Irlanda ha cancellato gran parte delle restrizioni imposte per contrastare la diffusione della variante Omicron dal 22 gennaio, con pub e ristoranti che potranno rimanere aperti oltre le 20 e il green pass che non è più necessario per accedere ai luoghi di ristoro, intrattenimento e tempo libero. In Galles e in Irlanda del Nord il certificato rimane in vigore solo per i grandi eventi al chiuso e all’aperto.

Israele Green Pass

Come già preannunciato la scorsa settimana dal Ministro delle Finanze dello Stato di Israele, Avigdor Liberman Israele cancellerà il green pass entro la fine del mese di gennaio. Il ministro ha spiegato che non c’è più alcuna “logica medica ed epidemiologica nel green pass”, idea peraltro condivisa da “molti esperti”, visto che con Omicron si ammalano anche i vaccinati. 

Leggi anche: ISRAELE: nuovo RECORD MONDIALE di CONTAGI. Pronti a CANCELLARE il GREEN PASS: “controproducente, il vaccino è inefficace contro omicron”

Svizzera Green Pass

In Svizzera il ministro della sanità Alain Berset ha dichiarato in un’intervista qualche giorno fa che l’obbligo di presentare il certificato Covid potrebbe presto essere soppresso: “Il periodo del certificato sembra arrivare alla fine“. Oltre a questo se ci sarà un’evoluzione favorevole della pandemia verrà abolito anche l’obbligo di smart working e di quarantena.

Green pass Spagna

A muoversi in direzione opposta all’Italia c’è anche la Spagna dove il Green Pass è stato dichiarato incostituzionale già ad agosto dello scorso anno.

Anche la Danimarca ha annunciato il 25 gennaio di voler eliminare tutte le restrizioni, seguendo a ruota i paesi come la Svezia e la gran parte di quelli dell’Est Europa che non hanno mai attivato il Green Pass. 

Perfino il paese che ha introdotto per primo il Green Pass, la Francia, ha annunciato per voce del primo ministro Jean Castex, un calendario con la progressiva eliminazione delle restrizioni. 

A questo punto ci si chiede che cosa accadrà in Italia: proseguirà nella strategia volta a rendere questo strumento strutturale, come sembra nelle ultime indiscrezioni sulla estensione della scadenza per i tridosati, oppure seguirà la tendenza in atto nel resto d’Europa?

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FABIO MARCOMIN

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Little island, la piccola ISOLA ARTIFICIALE di New York. Un’idea per DARSENA o IDROSCALO?

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Photo by Yoav Aziz on Unsplash

L’isola artificiale è il frutto di un’opera di ripristino del Pier 54, gravemente danneggiato dall’uragano Sandy nel 2012.
New York City ha reagito così.

Little island, la piccola ISOLA ARTIFICIALE di New York. Un’idea per DARSENA o IDROSCALO?

# Uno sguardo su Manhattan

Credits: Hector Falcon on Unsplash

Little Island offre una vista spettacolare sulle rive circostanti. È stata costruita nell’Hudson River, la riva ovest di Manhattan che guarda il New Jersey su progetto di Thomas Heatherwick, il designer che ha progettato gli uffici Google di Mountain View, o i 1.000 alberi di Shanghai, costruiti con una tecnica replicata proprio per l’isola artificiale di New York.
Little Island offre numerose esperienze, tra cui una vista privilegiata su New York, la città che potrebbe ispirare l’evoluzione di moltissimi centri urbani, compresa Milano.

# Le palafitte del III Millennio

Credits: William Justen de Vasconcellos on Unsplash

Little Island è ricavata con strutture di cemento, alte tra i 5 e 18 metri, che ricordano le palafitte a forma di tulipano. Il risultato è un progetto armonioso che si affaccia tra Manhattan e il New Jersey, promettendo una speciale esperienza immersiva nella natura.
I tulipani sono stati poi riempiti di terra e trasformati in giardino, in cui sono stati messi a dimora almeno 35 specie diverse di alberi, 70 tipi di arbusti e 200 tra piante perenni o erbe.
La visita diventa così un esercizio di stile, grazie all’altopiano ricavato al centro e denominata “The Little Playground” ed un palcoscenico, “The Amph”, per concerti e rappresentazioni e che, grazie all’esposizione ad Ovest, promette emozione nello spettacolo nelle ore del tramonto.

# Un villaggio turistico a cielo aperto

Credits: Yoav Aziz on Unsplash

Sull’isola artificiale di Little Island si può fare di tutto: attività fisica, un pisolino, un picnic e ci sono tante attività per i più piccoli. È previsto anche un fitto calendario di musica e intrattenimento, che va dai concerti di musica soft per godersi il tramonto, i brunch con concerto al The Amph del giovedì, fino al lungo palinsesto del weekend. Il tutto garantito da compagnie e impiegati stabili, o in appalto.

«Ci sono queste canne di metallo, che puoi suonare mentre passeggi, tutta la gente può farlo. Diventa un concerto che può magicamente vagare nell’aria, da ascoltare nelle serate tranquille». Così commenta Emily, un’utente di Little Island.

# Perché non farlo a Milano?

Credits: @edoardeus on IG

Ma perché voi di Milano Città Stato non vi fate gli affari vostri e, soprattutto, non la smettete di proporre novità per Milano?
La colpa non è di qualcuno in particolare, fa proprio parte della natura milanese: osservare le cose belle e trarne ispirazione per la propria città.
Little Island è un progetto dal quale si deve lasciarsi ispirare.

Il design innovativo rende il progetto molto aggraziato e allo stesso tempo intrigante. Vedere le mille cose che si possono realizzare in uno spazio artificialmente ricavato dall’acqua, è un’esperienza che vale la pena spingere.
La biodiversità ricreata a New York, con le specie selezionate per il suo clima, a Milano potrebbe solo amplificare lo storico spettacolo della natura in ogni stagione: dai colori del foliage autunnale, passando dai rami spogli o innevati dei mesi freddi, fino all’esplosione di germogli e le mille tonalità del verde da primavera a fine estate.

Immaginate uno spettacolo musicale, magari un quartetto d’archi o un gruppo di urban theatre che intrattiene i milanesi da un palcoscenico aggraziato, simile a quello di Little Island, ma in Darsena o all’idroscalo. Fatto, immaginato?
Bene (anzi male): ora pensate al teatro Burri al Parco Sempione

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LAURA LIONTI

Copyright milanocittastato.it

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