L’industria italiana sta affrontando una delle maggiori crisi degli ultimi decenni, nonostante la ripresa economica, a causa della crescita in tripla cifra del costo delle bollette energetiche.
RIALZO RECORD dell’energia: RISCHIO BLOCCO per alcune FILIERE INDUSTRIALI italiane
# Rincari fino al 300% delle bollette mettono a rischio la sopravvivenza delle imprese italiane
Credits Tama66 -pixabay – Industria
L’industria italiana è messa a dura prova del rincaro delle bollette energetiche, di luce e gas, con un’impennata dei costi energetici che arriva superare il 300%. Nonostante la ripresa economica sono diverse le filiere a rischio.
Dalla fine di dicembre2021 molte aziende del manifatturiero, dalle fonderie a quelle di vetro, carta, ceramica e automotive hanno deciso di fermare la produzione per qualche settimana, per evitare il tracollo. Anche le migliori imprese dell’agroalimentare sono davanti al bivio drammatico di chiudere per non accumulare ulteriori ingenti perdite di bilancio per via di una situazione diventata insostenibile. Come sottolinea Ivano Vacondio presidente di Federalimentare, il settore è costituito spesso da aziende di trasformazione medio piccole che lavorano con bassi margini, che vengono azzerati dal costo delle bollette.
# Nel distretto delle ceramiche il costo dell’energia non è assorbibile dalle vendite
Credits legambiente Emilia Romagna – Distretto Ceramico
Tra i settoridove l’impatto del rialzo record dell’energia è maggiore c’è quello delle ceramiche, che concentra tra Reggio Emilia e Sassuolo uno dei maggiori distretti al mondo. La bolletta del gas per questo comparto nel 2022 sarebbe pari a 1,25 miliardi di euro, un valore prossimo a un quarto del fatturato secondo Confindustria Ceramica: “un costo chiaramente non assorbibile per un fattore di produzione che pesa già oggi più del 25% dei costi di fabbricazione“.
Con il costo delle bollette triplicato dall’inizio dell’anno per le aziende del distretto è più conveniente fermare la produzione, come fatto in queste ultime settimane, perché pur con alti ordinativi è insostenibile economicamente lasciare accesi i forni e assumere altro personale, mettendo però a rischio la futura tenuta occupazionale degli attuali dipendenti.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI
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L’EMA frena sui vaccini. Secondo l’Agenzia europea per i medicinali ripetere le dosi di richiamo ogni quattro mesi “potrebbe indebolire la risposta immunitaria e stancare le persone.”
L’EMA avverte: i BOOSTER ripetuti potrebbero INDEBOLIRE il SISTEMA IMMUNITARIO
# EMA: ripetere le dosi di richiamo ogni quattro mesi potrebbe indebolire la risposta immunitaria
Credits geopatrinos IG – EMA
Le autorità di regolamentazione dell’Unione europea hanno avvertito che frequenti iniezioni di richiamo di Covid-19 potrebbero influire negativamente sulla risposta immunitaria e potrebbero non essere fattibili. Ripetere le dosi di richiamo ogni quattro mesi potrebbe con il tempo indebolire la risposta immunitaria e stancare le persone, secondo l’Agenzia europea per i medicinali. I Paesi dovrebbero lasciar passare più tempo tra i programmi di richiamo e legarli all’inizio della stagione fredda in ciascun emisfero, in base a quanto stabilito dalle strategie di vaccinazione antinfluenzale, ha affermato l’agenzia.
Il consiglio è indirizzato ai Paesi che considerano la possibilità di offrire alle persone una seconda dose di richiamo nel tentativo di fornire ulteriore protezione contro l’aumento delle infezioni da omicron. All’inizio di questo mese Israele è diventata la prima Nazione a iniziare a somministrare un secondo booster agli over 60. Il Regno Unito ha affermato che i booster stanno fornendo buoni livelli di protezione e al momento non è necessario un secondo richiamo, ma esaminerà i dati man mano che si evolvono.
# I richiami possono essere fatti al massimo due volte
Nella conferenza stampa di martedì 11 gennaio 2022 Marco Cavaleri, il responsabile dell’EMA per le minacce per la salute biologica e la strategia dei vaccini, ha dichiarato che i booster “possono essere fatti una, o forse due volte, ma non è qualcosa che possiamo pensare debba essere ripetuto costantemente. Dobbiamo pensare a come possiamo passare dall’attuale ambiente pandemico a un ambiente più endemico“.
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Sono due anni che i tentativi dei governi di risolvere i problemi vanno a vuoto e in questo momento siamo all’apoteosi del distacco tra il pensiero e la realtà.
Quello che pare ovvio diventa difficilissimo senza una onorevole exit strategy.
Perché anche in una situazione in cui è evidente che si sta procedendo in modo sbagliato attivando comportamenti autolesionisti e anacronistici non è così semplice uscire perché nessuno vuole perderci la faccia.
Nel mondo anglosassone, nord Europeo e orientale, le persone sono più avvezze a considerare l’errore come un percorso normale e ad assumersene le responsabilità anche con un certo orgoglio. Quindi basta riconoscere che quello che si stava facendo non ha conseguito i risultati sperati per cambiare strategia e impostare un nuovo percorso.
La mentalità latina è invece più orgogliosa e incapace di assumersi le responsabilità, perché gli errori commessi sembrano togliere credibilità agli individui che si identificano con il ruolo ricoperto. Tendenzialmente si adottano due possibili strategie di uscita.
La prima più roboante è quella della tragedia greca o napoletana dove alcuni aspetti dei problemi vengono amplificati in un climax che porta alla catastrofe salvifica. Il disastro collettivo riporta le persone a riconciliarsi amorevolmente, dimenticando le esagerazioni e le responsabilità passate.
L’altra strategia di uscita è quella di Don Abbondio. Ceare un caos e una confusione indicibile in un polverone di norme e contronorme, decreti e controdecreti che rendono inintellegibile la realtà fino all’intervento provvidenziale dell’autorità stessa che, eliminando in un colpo solo tutto il castello di regole che ha posto in essere, salverà tutti, rendendo impossibile qualunque indagine retrospettiva per accertare ogni responsabilità.
Speriamo che il delirio normativo attuale sia solamente l’exit strategy di questa situazione.
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Livelli di inquinamento da PM2.5 Arpa Lombardia 18-03-2020
Dopo le prime evidenze emerse fin dall’inizio della pandemia, una nuova ricerca ha evidenziato come l’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico aumenterebbe il rischio di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2. Vediamo i risultati.
Nuovo studio: più l’ARIA INQUINATA più si DIFFONDE il COVID
# L’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico aumenterebbe il rischio di infezione da SARS-CoV-2
Inquinamento Pianura Padana
Fin dall’inizio del periodo di pandemia è stato osservato come, anche in Italia, le aree più esposte all’inquinamento atmosferico come la Pianura Padana erano anche quelle con tassi di infettività da SARS-CoV-2 più elevati. Uno studio portato condotto da Epimed, il Centro di Epidemiologia e medicina preventiva dell’Università dell’Insubria, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista online Occupational & Environmental Medicine, del gruppo editoriale Bmj, ha evidenziato come l’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico aumenterebbe il rischio di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2. Lo studio ha preso in esame la popolazione adulta della città di Varese (62.848 persone), dall’inizio pandemia a marzo 2021, in quanto crocevia importante del trasporto aereo, su ferro e su gomma, con la presenza di molti hub di logistica, aziende, un aeroporto e il transito dei frontalieri da e per la Svizzera.
# I risultati dello studio: l’aumento di 1 microgrammo di PM 2.5 è associato a una crescita del 5% delle infezioni
Credits Surprising_Shots -pixabay – Donna con mascherina
Lo studio ha considerato molte delle caratteristiche cliniche e demografiche che possono aumentare la suscettibilità a SARS-CoV-2 oltre all’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico. I risultati che sono emersi indicano che l’aumento di 1 microgrammo/metro cubo nel livello medio annuo di PM2.5 era associato ad un aumento del 5% dei tassi di infezione, corrispondente a 294 ulteriori casi di positività da Covid-19 per 100mila abitanti/anno. Simili relazioni si sono avute anche con altri inquinanti quali PM10, NO e NO2.
# La prima solida prova empirica del legame tra inquinamento e diffusione del Covid
Livelli di inquinamento da PM2.5 Arpa Lombardia 18-03-2020
Il professor professor Marco Ferrario, uno dei docenti che ha seguito lo studio, ha spiegato l’importanza della ricerca e dei dati emersi: “I nostri risultati da soli non sono in grado di stabilire il nesso di causa-effetto, ma forniscono la prima solida prova empirica in merito al legame finora solo ipotizzato che collega l’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico con l’incidenza di Covid-19. Per questo meritano una futura generalizzazione in diversi contesti”
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Sta per sorgere un grattacielo dalla forma curiosa: il progetto sembra infatti imitare i giocattoli per bambini. Vediamo dove e quali sono le caratteristiche del progetto.
Il GRATTACIELO che sembra un GIOCATTOLO
# Incastro di cubi
Giochi ad incastro, dadi, lego, i giochi per bambini ispirati alle forme geometriche sono numerosi, sviluppano l’intelligenza logica e motoria, e divertono grandi e piccini. Lo studio olandese MVRDV sembra essersi ispirato a questo tipo di giocattoli nella progettazione del palazzo Candid-Tor. L’idea è quella di un palazzo formato da sette sezioni, simili a cubi che si appoggiano uno sull’altro secondo un ordine non lineare. Sembra proprio che un bambino di dimensioni gigantesche abbia dimenticato di mettere a posto i suoi giocattoli.
Importante sarà la presenza del verde, infatti, su ogni cubo saranno presenti terrazze con giardini, e spazi verdi saranno anche posti ai suoi piedi. Lo scopo della costruzione è quello di rivalutare l’area circostante. Il palazzo sorgerà a Monaco, in Germania, vicino alla fermata della metropolitana Candidplatz, area soggetta a diversi progetti di riqualificazione e riadattamento, la vicinanza alla tangenziale aveva infatti fatto in modo che questa zona venisse tralasciata. Gli edifici precedenti saranno mantenuti e rinnovati, ciò renderà il processo di costruzione più sostenibile. La sostenibilità, oltre all’utilizzo di materiale riciclato sarà rispettata grazie all’istallazione di pannelli solari, che garantiranno la fornitura di energia necessaria per l’edificio.
L’aria giocosa del palazzo sarà data anche dalla luminosità dello stesso, che sarà coperto da piccole finestre rettangolari e vetrate lungo tutta la sua superficie. Tale luminosità combinata al colore bianco, renderà il palazzo ben visibile all’interno dell’area e le darà aria di nuovo, allontanandosi dai colori scuri che caratterizzavano i palazzi precedenti.. La forma, che ricorda i lego, contribuirà a rendere il palazzo adatto ad ospitare un asilo nido, un centro comunitario e culturale, oltre ad un centro servizi per anziani, ristoranti e una sala fitness. La fisicità giocosa del palazzo renderà quindi la struttura ancora più adatta alle personalità che la frequenteranno.
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Per chi è stanco della vita frenetica della città, in Svizzera c’è un piccolo villaggio a 80 chilometri dall’Italia che paga chi sceglie di andare a viverci. Ecco le condizioni previste e i requisiti richiesti per chi vuole cambiare vita.
Il PAESE SVIZZERO poco oltre il confine che ti paga fino a 70.000 euro per andare a viverci
# Un sostegno economico per contrastare il calo demografico
Credits in_love_with_albinen IG – Albinen
Il regolamento comunale di Albinen ha introdotto nel 2017, entrato poi ufficialmente in vigore a gennaio 2018, un sostegno economico per le persone e per le famiglie che scelgono di andare ad abitarci. L’obiettivo dichiarato è quello di combattere il calo demografico che aveva determinato addirittura la chiusura della scuola locale.
# A 80 chilometri dal confine con l’Italia
Credits Mutinka-pixabay – Terme leukerbad
Il paesino è l’ideale per chi vuole scappare dallo stress e dalla frenesia della città. Si trova a 80 km oltre il confine italiano, immerso nella natura più selvaggia e mozzafiato, non mancano le attività da fare tra escursioni, scii, slittini o rilassanti passeggiate. Poco distante dal villaggio si trova la località termale di Leukerbad, conosciuta sin dai tempi dell’Impero Romano.
Scopriamo le condizioni per chi vuole cambiare vita e trasferirsi tra le montagne svizzere.
# I benefici per chi sceglie di abitare ad Albinen
Credits bnyfeler IG – Albinen
Il comune versa a singoli, coppie e famiglie disposti a costruire o acquistare una casa un contributo una tantum per il sussidio abitativo di:
25.000 franchi, circa 24.000 euro, in caso di singoli
50.000 franchi, circa 48.000 euro, a coppie
in aggiunta 10.000 franchi, circa 9.600, per ogni bambino già nato o entro i 10 anni di età, per massimo due figli.
# Le condizioni da rispettare per ricevere il contributo
Credits in_love_with_albinen IG – Albinen neve
Per essere idonei a ricevere gli incentivi del piccolo comune svizzero bisogna però rispettare delle condizioni molto rigorose:
i membri della famiglia devono avere meno di 40 anni;
devono rimanere a vivere nel paese almeno 10 anni;
l’immobile da acquistare, ristrutturare o costruire deve avere un valore minimo di 200.000 franchi, circa 192.000 euro, e deve essere un’abitazione permanente, non una seconda residenza;
il 70% dei lavori in caso di costruzione o ristrutturazione dell’immobile devono essere assegnati a società con sede nel Cantone;
gli stranieri devono avere un permesso svizzero C valido.
# La disponibilità per un massimo di 10 famiglie
Gli incentivi sono sotto forma di rimborso e pertanto verranno versati al termine dell’acquisto dell’abitazione o al termine dei lavori per ristrutturarla o costruirla. Nel caso che i beneficiari decidano di trasferirsi da Albinen prima dei 10 anni dovranno restituire il contributo, eccetto quello erogato per i figli.
Il comune ha affermato che “al massimo da cinque a dieci giovani famiglie” potranno beneficiare del supporto economico. La prima famiglia a rispondere ai requisiti e a ottenere il contributo ha traslocato alla fine del 2018.
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A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI
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Essere o non essere?
Nessuno è impazzito e i mini-bus non hanno una coscienza. Non ancora.
Hanno però le possibilità per interpretare più tracciati. Vediamo come possono essere utili e scopriamo anche una chicca milanese
Debutta il primo BUS-TRENO
# Un veicolo col doppio fondo?
Credits: @takeshi_inoue_ IG
Un mini bus dotato di grande personalità, quello che si presenta a Kaiyo, nella prefettura di Tokushima. Il veicolo, nato per il trasporto pubblico locale della città giapponese, ha la doppia caratteristica di muoversi su strada, con dotazione di gomme, quando però arriva di fronte ad un percorso rotabile, ecco che si trasforma in treno: uno speciale carrello scende dal ventre del bus, si aggancia ai binari sostenendo il telaio e solleva le gomme da terra, iniziando a viaggiare su rotaia.
Sono i VDM, veicoli a doppia modalità, che si apprestano a rivoluzionare il TPL.
Immaginate la brochure commerciale per la presentazione di un veicolo VDM? Piena di elogi e improntata ad esaltare tutti gli itinerari percorribili?
In effetti sembra proprio questa la principale caratteristica di questo debutto. Il minibus nasce come ogni altro mezzo destinato al piccolo TPL, come può essere quello che coinvolge gli spostamenti a livello di quartiere. Dopo aver percorso il suo tratto di strada asfaltata, però, può innestare la corsa sulle rotaie, come possono essere quelle del treno.
La rivoluzione che si desidera ottenere riguarda una provincia giapponese, soprattutto la parte costiera dell’isola di Shikoku, con il compito di collegare tra loro alcune zone rurali, le cui strade hanno appunto questa caratteristica: dividersi tra asfalto e rotaia.
C’è un altro parametro che gli amministratori giapponesi della provincia stanno valutando, ed è quello del progressivo invecchiamento della popolazione.
In questa provincia e, soprattutto, lungo la striscia costiera, la popolazione sta – per fortuna – allungando l’aspettativa di vita. Si renderà pertanto indispensabile agevolare gli spostamenti dei residenti, tra una città e l’altra, favorendo il su e giù da bus e treni.
Il VDM eliminerà i cambi necessari, percorrendo asfalto e binari, portando cittadini alle zone commerciali e riportandoli a casa.
La scommessa servirà anche alla compagnia del trasporto locale delle piccole città, come Kaiyo, che a causa dei fattori appena analizzati, faticano a fornire servizi adeguati ai cittadini, che si traducono in mancati introiti per loro.
Il veicolo nasce come mini bus a 21 posti, e potrà percorrere tutte le strade dei piccoli centri, pensato per il trasporto pubblico locale. Una volta a settimana, o quando vi è richiamo di persone in un unico luogo, trasporta i passeggeri lungo la ferrovia, facendole giungere al mercato, ad esempio, o alla festa. Shigeki Miura, CEO di Kansai Bus, che ha acquistato i veicoli prodotti da Asa Coast Railway, ha dichiarato che per Kaiyo si prevede che questa sarà «una fantastica forma di trasporto pubblico» proprio perché adatta alle «aree rurali con una popolazione anziana».
Su strada può raggiungere la velocità massima di 67 Km/h, mentre su rotaia la velocità di punta prevista è di 100 Km/h.
Anche a Milano abbiamo già un paio di VDM, veicoli doppia modalità, che girano su gomma e sulle rotaie: sono quelli che si occupano di una certa manutenzione dei binari del tram, le molatrici nello specifico.
Sono camioncini nati per spostarsi su strada, che però ad un certo punto vengono innestati sulle rotaie, trasformandosi in una specie di buffo rotabile, con il compito di percorrere la linea del tram, facendo il filo ai binari.
Una piccola chicca per gli amici di Milano Città Stato, che magari vi sveleremo nelle prossime settimane. Intanto godetevi due immagini e aguzzate l’occhio, cercando questi VDM al lavoro sui pavè milanesi.
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Un mezzo che potrebbe contribuire a rivoluzionare la mobilità cittadina, riducendo il traffico privato stradale. Ecco come funziona e quando potrebbe volare nei nostri cieli.
In arrivo la MOTO VOLANTE
# Hoverbike Horizon: la moto elettrica ibrida a tecnologia eVTOL, Vertical Take Off and Landing
Credits blainjett – Simulazone moto volante
Horizon Aeronautics sta lavorando, in collaborazione con Blainjett Aviation, una startup che studia nuove tecnologie di propulsione aerodinamica, allo sviluppo di una soluzione innovativa chiamata Dynamic Variable Pitch (DVP). Si tratta di una tecnologia brevettata di un rotore emisferico a passo variabile che consente di generare velocità più elevate con dimensioni molto più ridotte rispetto al classico rotore e si adatta perfettamente ad un velivolo come una moto volante, perché ha necessità di restare dritto durante il volo. Questo nuovo mezzo di trasporto sarà un hoverbike elettrico ibrido eVTOL, Vertical Take Off and Landing, quindi a decollo verticale come i futuri taxi volanti.
# Le caratteristiche della moto volante
Credits blainjett – Struttura Hoverbike
Le caratteristiche di struttura e design fanno assomigliare l’Hoverbike di Horizon a una moto d’acqua. Il velivolo peserà circa 380 kg, sarà lungo 2,70 metri e largo 1,20 metri, verrà alimentato appunto da un motore ibrido-elettrico compatto e potrà ospitare da uno a tre passeggeri a bordo. Rispetto ad avere i rotori completamente esposti come su un elicottero, metà di ciascun rotore a più pale si “richiude” all’interno del corpo dell’hoverbike, con le pale che aumentano il passo quando attraversano la metà esterna della moto volante e lo riducono quando passano attraverso la carenatura interna.
In questo modo, come spiega il presidente di Blainjett Cary Zachary, il velivolo è “2-3 volte più efficiente con una densità di potenza 2-3 volte maggiore e a parità di spazio. C’è anche una riduzione della resistenza aerodinamica nel volo in avanti”.
# Il lancio di un prototipo funzionale è previsto entro la fine del 2022
Credit futuroprossimo.it – Hoverbike Horizon
Il lancio di un prototipo completamente funzionale che integri il design a rotore emisferico è stato programmato da Horizon Aeronautics per la fine del 2022. In caso di successo dei primi voli, come riporta Futuroprossimo, dovrebbe entrare in produzione negli anni successivi per poi affiancarsi ai taxi volanti tra i mezzi che rivoluzioneranno la futura mobilità cittadina.
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Quando tutta la linea entrerà in funzione sarà il più grande anello metropolitano al mondo, battendo il primato della Second Circle Line della metropolitana di Pechino. Scopriamo i numeri di questa opera mastodontica e dove si trova.
Finiti i tunnel per la CIRCLE LINE più GRANDE del MONDO
# Conclusi i lavori per la “Big Circle Line”, il più grande anello metropolitano al mondo
Credits tunnel.engineering IG – TBM nella Big Circle Line di Mosca
Negli ultimi giorni del 2021 è terminata la realizzazione dei tunnel del Moscow Metro Big Circle Line, in meno di 10 anni sono stati costruiti più di 140 km di gallerie, tra i più grandi progetti di metropolitana esistenti e il più grande anello metropolitano in assoluto al mondo. Si snoda per 70 km, superando i 57 km della Second Circle Line della metropolitana di Pechino.
# La terza linea circolare di Mosca avrà 31 stazioni, tre depositi e decine di interscambi tra metropolitane radiali, linee suburbane e stazioni ferroviarie
Credits: mos.ru – Big Circle Line
Oltre alla Koltsevaya line, l’anello circolare interno lungo 20 km, e alla Moscow Central Circle estesa 52 km, è in arrivo la terza linea circolare moscovita. La BCL “Big Circle Line” formalmente denominata Linea 11 lungo il suo percorso avrà tre depositi e 31 stazioni.
La linea avrà interscambi con 20 stazioni su 11 linee metropolitane radiali, tre stazioni sulla ferrovia Moscow Central Circle (MCC), 13 stazioni delle linee suburbane Moscow Central Diameters e 11 stazioni ferroviarie. I principali snodi di transito saranno Delovoi Tsentr, Nizhegorodskaya, Savyolovskaya e Ulitsa Novatorov. Parzialmente già in funzione, l’intero tracciato sarà attivo entro la fine del 2022.
# A regime sarà utilizzata da 2,25 milioni di persone al giorno
Credits nikitos_bukin IG – Interno stazione Big Circle Line Mosca
L’apertura integrale della linea semplificherà il movimento di 3,3 milioni di residenti in 34 distretti della città. Tutte le 22 stazioni che sono state aperte finora sono già utilizzate da quasi 500.000 persone ogni giorno. In futuro, quando il Big Ring sarà completamente chiuso, sarà utilizzato da circa 2,25 milioni di persone al giorno lavorativo.
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Credits libreriadellosport FB - Messaggio chiusura Libreria dello Sport
Un altro doloroso addio in città, l’unica libreria nel suo genere in Italia. Questo luogo di culto per gli appassionati di letteratura sportiva chiude per sempre i battenti. Ecco la sua storia.
🛑 Triplice fischio: chiude la storica LIBRERIA dello SPORT
# Dopo quasi 40 anni finisce un’era, chiude la “Libreria dello sport”, un luogo di culto per gli appassionati di letteratura sportiva
Credits libreriadellosport FB – Messaggio chiusura Libreria dello Sport
La Libreria dello Sport di via Carducci a Milano, dopo quasi 40 anni di attività, chiuderà i battenti. Fondata nel 1982 da Paolo Frascolla, alla fine di questo mese smetterà di essere un punto di riferimento per la cultura e lo sport in città, un vero luogo di culto per gli appassionati di letteratura sportiva. È stata uno dei primi book-shop dedicati a un unico genere letterario in Italia ed era l’unica libreria in Italia specializzata nello sport. Il messaggio di addio sulla pagina facebook del negozio: “Alle soglie del quarantesimo anno di attività, il triplice fischio dell’arbitro ha sancito la fine del match. Non sono bastati i tempi supplementari. Il negozio di via Carducci a Milano chiude. Ringraziamo tutti voi che ci avete supportato in questi anni“.
# Dall’e-commerce alla creazione della casa editrice
Credits libreriadellosport FB – Libri
Nella sua lunga storia la libreria si è evoluta, aprendo l’e-commerce su Ebay negli anni ’90 e diventando anche casa editrice. Tra le sue pubblicazioni biografie e autobiografie dei campioni dello sport, manuali di didattica delle discipline sportive e narrativa sportiva.
# La svendita prima della chiusura
Credits libreriadellosport FB – Libreria dello Sport
Prima che la Libreria dello Sport chiuda per sempre, gli affezionati e non potranno acquistare le rimanenze di magazzino con sconti tra il 50 e il 75 per cento. Tra i titoli disponibili ci sono quelli dedicati alla storia dello sport, delle singole discipline, dei campioni e delle squadre. Non mancano poi veri e propri romanzi a tema sport o lavori dedicati alle culture che gravitano intorno allo sport e al tifo, fino a testi più tecnici come quelli legati alla medicina sportiva, alla scienza applicata allo sport, alla legislazione sportiva e anche i manuali di allenamento fisico.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Il posto più remoto della Terra, quello più freddo, i più avventurosi da raggiungere, il centro amministrativo più a Nord del mondo o l’isola dove i giornalisti devono dichiarare di dire la verità. Quali sono i posti più isolati del pianeta abitati dall’essere umano? E come si può raggiungerli?
I 5 LUOGHI più sperduti del MONDO e come raggiungerli
# Staccare la spina
Credits: @istrazujemo_ostrva IG
Il sogno di sempre, la vacanza perfetta in un luogo completamente diverso da quello di provenienza, isolato dal resto del mondo e in cui farsi avvolgere da culture completamente alternative alla nostra.
Questo ed altro si può ottenere in quelli che sono considerati gli insediamenti urbani più remoti di tutta la Terra. Distanti da tutto, perfino da sé stessi, ognuno può offrire esperienze di rottura rispetto agli altri, hanno due caratteristiche in comune: si possono raggiungere, alcuni più facilmente di quanto si creda, ma soprattutto offrono l’ambiente perfetto per staccare la spina dalla vita di città.
# 1 L’isola del Bounty: 1 volo alla settimana + viaggio in nave (solo 4 volte all’anno) che dura 32 ore
Credits: @pitcairnislandstourism IG
Le isole Pitcairn sono di bandiera Britannica e si trovano al centro dell’Oceano Pacifico, a migliaia di chilometri dalle isole più vicine, Tahiti o l’Isola di Pasqua, nonché a metà strada tra la Nuova Zelanda e il Cile. Non esiste in mezzo al mare un luogo più remoto delle Pitcairn, che sono le 4 isole su cui si sono rifugiati gli ammutinati del Bounty quando si sono ribellati al loro comandante nel 1789. Capitale è Adamsworth, che vanta una bassa densità abitativa, circa 15 abitanti per km².
A Pitcairn si arriva solo via mare, passando prima da Tahiti per poi fare tappa all’isola di Mangareva, con un volo che passa una sola volta a settimana. Il viaggio diventa avventuroso perché occorre raggiungere il villaggio di Rikitea, approdo dell’imbarcazione Claymore II, che parte ogni tre mesi per raggiungere Pitcairn in un viaggio in mare che dure circa 32 ore.
# 2 Il posto più freddo della Terra: 7 ore di volo da Mosca + 5 giorni in auto
Ojmjakon Credits: @andrea_grimaldi__ IG
Con le sue temperature rigide, che in inverno scendono sempre sotto i 50 gradi sotto zero, con punte storiche di -71,2°C un secolo fa o un più “modesto” -62°C registrato anni fa, Ojmjakon detiene il record assoluto di città abitata più fredda del pianeta.
In inverno tutto a Ojmjakon congela. Capita all’acqua corrente, che per vivere si ottiene sciogliendo i blocchi di ghiaccio messi a disposizione dalla natura, i motori delle automobili, che quando sono in funzione non devono mai essere spenti se non a destinazione, per finire con le parti del corpo, come ciglia, sopracciglia e la saliva.
Ojmjakon, scritto anche Oymyakon, è in Siberia nella regione della Jacuzia e la popolazione residente di circa 800 abitanti, ha fatto del freddo una ragione di vita.
Alcuni intrepidi esploratori ne hanno fatto anche una ragione di viaggio spingendosi fino a questo villaggio, per essere ospitati dai residenti e condividere con loro le meraviglie dell’inverno e le temperature più estreme per l’esser umano.
Per arrivarci bisogna fare 7 ore di volo da Mosca a Yakutsk. Poi 5 giorni di guida.
L’arcipelago delle Kerguelen si trova nell’Oceano Indiano, ad oltre 3.300 Km dalla terra più vicina che è il Madagascar. Di bandiera francese, è di sicuro il posto più difficile da raggiungere. Non c’è un aeroporto e per raggiungerla c’è solo un traghetto che parte una volta ogni 3 mesi dall’Isola di Riunion, distante 28 giorni di navigazione.
Si dice che alle Kerguelen non ci sia un giorno senza pioggia, ma nemmeno uno senza sole, per questo presenta le condizioni ideali per la stazione meteorologica e di ricerca presente sull’isola, che non offre altre possibilità di civilizzazione a dispetto del paradiso in cui si trova.
Il nome dell’arcipelago è stato dato dal suo scopritore, l’Ammiraglio Joseph Yves de Kerguelen Trémarec. Convinto di portare l’equipaggio alla scoperta del paradiso terrestre, al ritorno da un luogo plumbeo e inospitale è stato incarcerato per 6 lunghi anni, come punizione per non aver portato i tesori promessi.
# 4 Tristan de Cunha, 6 giorni di nave da Cape Town
Tristan Credits: @istrazujemo_ostrva IG
Un altro arcipelago, ritenuto dagli esperti il più remoto del pianeta e che si trova nell’Atlantico, al largo del Sud Africa. Il territorio è Britannico e di tutte le isole solo Tristan De Cunha è abitata. Alte isole sono le Nightingale e l’Isola Inaccessibile. L’arrivo avviene solo via mare, con imbarcazioni che trasportano passeggeri e merci destinate all’isola che partono da Città del Capo e percorrono il tragitto in sei giorni.
Non servono visti per sbarcare a Tristan de Cunha, servono tanta pazienza, avventura e sincerità. Il Governo dell’isola deve sapere, ad esempio, se i viaggiatori sono giornalisti o intendono scrivere una storia su questo isolotto. Registi e video maker devono ottenere anche un permesso speciale per effettuare riprese, che è a pagamento di una tariffa di 5.000 sterline. Rispettando tutte queste regole, ci si potrà imbarcare da Città del Capo alla volta di Tristan da Cunha con un peschereccio, una nave da ricerca o un più comodo traghetto da crociera.
A giugno e luglio gode della luce del sole per 24 ore al giorno, mentre il sole di mezzanotte è presente da aprile ad agosto, a Longyearbyen nelle isole Svalbard, che vanta il primato di distretto amministrativo più a Nord del mondo, tra la Norvegia e il Polo Nord.
Nell’insediamento di Longyearbyen affascinanti sono le colorate casette dei pescatori, che con la loro attività contribuiscono a rifornire il ristorante di sushi più a nord della Terra.
Tutti questi primati fanno, della capitale delle Svalbard, la cittadina abitata più a nord del mondo e la star indiscussa del luogo, così vicino al polo, è senza dubbio l’aurora boreale.
Molto curiosa la compagine sociale di quest’isola. Abitata inizialmente da avventurieri norvegesi alla ricerca del carbone, poi da pescatori, vede oggi una composizione di una cinquantina di nazionalità, arrivati da queste parti anche grazie alla realizzazione di un comodo aeroporto locale. Il piccolo centro ha anche un’università di ricercae un paio di musei, tra cui il Museo del Polo Nord. Per arrivare da Milano ci vogliono circa 3 giorni di viaggio. Una volta atterrati, sull’isola ci si sposta in bicicletta e in taxi, da soli o in tour guidati.
Servono tenacia e tanta pazienza negli spostamenti, che possono sembrare difficoltosi. In realtà sono semplicemente avventurosi e, ne siamo certi, una volta giunti a destinazione, i piaceri saranno così tanti da sovrastare le abitudini cittadine.
Quel posto è più bello? Cliccate sulla mappa e scegliete il vostro
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Nelle malattie mentali il problema non è la logica di chi è preda della follia, ma la premessa che innesca quella logica.
Ad esempio, se uno crede che tutte le altre persone lo vogliano uccidere, sulla base di questa premessa assurda si comporta poi in modo perfettamente logico, leggendo tutti gli avvenimenti come un pericolo per la sua incolumità e cercando in ogni modo di sfuggire alle aggressioni.
Questo fa parte di uno dei principi della mente umana che è chiamata a interpretare l’ambiente e a reagire di conseguenza. La razionalità umana è lo strumento per reagire all’ambiente in cui si opera.
Ma se la lettura della realtà è sbagliata, il cervello automaticamente giustifica tutti i fatti con questa chiave di lettura, comportandosi con logica razionale anche se questa è la conseguenza di qualcosa di falso.
Se la premessa da cui parte la logica individuale è dissociata dalla realtà a quel punto si parla di psicosi.
Se un governante parte dalla premessa infondata che i mali di un Paese derivino da uno sparuto gruppo di cittadini, tutte le azioni che saranno messe in opera verteranno sul contrasto dei poveri malcapitati. Non solo, se questa premessa venisse accettata dall’opinione pubblica, si giustificherebbe ogni tipo di sopruso e di persecuzione attivata dal governo perché sarebbe ritenuta come il modo per eliminare qualunque tipo di problema.
E la inevitabile incapacità del governo di risolvere i problemi con questo tipo di procedure porterebbe ancor più a dare la colpa al gruppo scelto come capro espiatorio, rafforzando così il convincimento della premessa in un crescendo senza fine, esattamente come nella malattia mentale.
Se per affrontare una psicosi non si interviene correggendo la premessa sbagliata, nessun tipo di terapia può risultare efficace.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Credits: immobiliare.it - Prezzo al mq immobili Milano
+30%: questo il valore medio di incremento per le case a Milano negli ultimi 5 anni. Ma quali sono i quartieri che hanno registrato la crescita maggiore a Milano? E qual è il tipo di abitazioni più richieste in Lombardia? Lo vediamo in questi studi appena usciti.
I 10 QUARTIERI di Milano dove le CASE si sono RIVALUTATE di più del 30%
# Milano la città più ricercata in Lombardia per una nuova abitazione: +28%. Boom delle case indipendenti: quasi +100% in un anno
Casa.it, portale che raccoglie oltre 3 milioni di annunci immobiliari ogni anno, ha reso note le preferenze degli utenti lombardi sulla ricerca di una nuova abitazione, analizzando sia il dato sulle compravendite che quello degli affitti. I risultati indicano quali sono le città più richieste nella nostra regione, la tipologia di immobile che va per la maggiore, i prezzi medi e gli spazi desiderati nel mese di settembre di quest’anno, facendo un confronto rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Sul gradino più alto del podio, tra le città più ricercate in termini assoluti, c’è Milano. Il capoluogo lombardo segna un aumento delle ricerche del 28% anno su anno, seguita da Brescia, che registra una crescita dell’interesse del 20%. In terza posizione Monza, con un aumento delle ricerche sul portale che raggiunge il 45%. Gli appartamenti sono al primo posto delle tipologie abitative più ricercate, con il trilocale al 34% ei bilocali al 23%, ma sono sono le case indipendenti a registrare un aumento della domanda del 98%.
Ma se si parla delle compravendita, qual è l’andamento del mercato a Milano?
# Negli ultimi 5 anni il prezzo medio per l’acquisto di un’abitazione è salito del 30%: 4.756 euro al mq
Credits: immobiliare.it – Prezzo al mq immobili Milano
Il 30% in più rispetto a cinque anni fa: è in media quanto deve mettere in conto chi desidera oggi acquistare casa nel capoluogo meneghino. L’analisi, realizzata dal nuovo Ufficio Studi del portale Immobiliarie.it ha preso in considerazione tutta l’offerta di annunci immobiliari residenziali della città e ne è emerso che, includendo anche gli immobili di prestigio, il prezzo medio per gli immobili in vendita a Milano è di 4.756 euro al metro quadro, contro i 3.672 del 2015. La mappa della città mostra una sorta di ciambella con un centro popolato da immobili dai costi elevatissimi, mediamente a 9.625 euro/mq, +23% in cinque anni, e cerchi concentrici in cui man mano che ci si allontana si riducono i costi.
# I 10 quartieri top della crescita: vince il Nord
Credits: quotidianodelcondominio.it – Classifica primi 10 quartieri
L’aumento dei prezzi, nel quinquennio considerato, segue un disegno diverso da zona a zona. Le aree in cui si sono registrate le rivalutazioni più forti non sono solo quelle centrali, ma quelle oggetto di importanti interventi, progetti e iniziative di riqualificazione. Ci sono infatti aree dove la crescita dei valori ha sfiorato il 50% in cinque anni.
Il quartiere che si è rivalutato di più è “Maggiolina-Istria”, dove dal 2015 gli immobili si sono rivalutati del 49%. Sul podio ci sono anche “Cenisio, Sarpi, Isola” e “Centrale, Repubblica” con un +43%. Quarta è “Pasteur, Rovereto” con +41%, quinta “Città Studi, Susa” con +38%.
Tutte zone nella parte nord di Milano. Se si scende dalla sesta alla decima posizione appaiono i primi quartieri della zona Sud: “Corvetto, Rogoredo“, “Navigli” e “Napoli, Soderini“.
# Le 10 aree meno rivalutate: “Bisceglie, Baggio, Olmi” e “Ponte Lambro, Santa Giulia” sotto all’8%
Credits: quotidianodelcondominio.it – Classifica ultimi 10 quartieri per variazioni di prezzo
Le aree della città che hanno una crescita più contenuta, anche se comunque quasi sempre in doppia cifra, si trovano nelle parti più periferiche. Nelle ultime 5 posizioni troviamo “Udine,Lambrate” con una crescita del 22% nell’ultimo quinquennio, “San Siro, Trenno” si ferma alla metà con l’11%, poi “Forlanini” al 10% e infine “Bisceglie, Baggio, Olmi” al 7% e “Ponte Lambro, Santa Giulia” nella periferia sud-est con un aumento di solo il 4%. Saranno queste le zone protagoniste della crescita nel futuro?
Qualche segnale negli ultimi mesi, soprattutto per Forlanini, San Siro e Santa Giulia, sembra indicare proprio questo.
11 gennaio 2016. Viene messo on line il sito www.milanocittastato.it.
Obiettivo è di rendere Milano libera di gestirsi come le principali città d’Europa. La finalità dell’iniziativa è illustrata in questoManifesto.
16-25 gennaio 2016. Vengono organizzati i tavoli di ideazione di Milano Città Stato a Copernico. Ingresso libero. Viene coniato lo slogan identificativo del progetto:
“Milano città stato è un progetto trasversale alla politica che ha l’obiettivo di coinvolgere i cittadini nella costruzione della città ideale”
3 marzo 2016. Viene pubblicata la Restaurant Mapdi Milano Città Stato. Il primo articolo a superare i 10.000 lettori. La Restaurant Map New Edition supera i 30.000 lettori.
9-12-16-23 marzo 2016. Vengono organizzati i tavoli per la definizione dei progetti prioritari di Milano Città Stato.
7 aprile 2016. Il Crowdparty al Botinero inaugura il crowdfunding per Milano Città Stato su Indiegogo.
25 maggio 2016. Beppe Sala in un’intervista dichiara: “Se ricominciamo dalla Città Stato, come sostiene il centrodestra, campa cavallo”. A questa dichiarazione i firmatari dell’associazione Milano che promuove Milano Città Stato rispondono con una lettera aperta: “Caro Beppe, Milano è Campa Cavallo“.
30 maggio 2016. “Milano Città Stato invita i candidati sindaco alla Triennale“. Accettano l’invito tutti i candidati sindaco ad eccezione di Sala e Rizzo. I candidati rispondono SI o NO ai progetti prioritari di Milano Città Stato nel salone d’onore della Triennale e in diretta streaming su corriere.it. Qui le loro risposte: SI o NO a Milano Città Stato
2 giugno 2016. Sul sito viene pubblicata lalista dei candidati al consiglio comunale che si sono espressi a favore di Milano Città Stato.
9 giugno 2016. Lettera aperta di www.milanocittastato.it a Beppe Sala: “Caro Beppe, anche i tuoi vogliono l’autonomia. Ripensaci e impegnati anche tu per Milano Città Stato”
14 giugno 2016. “Io mi impegnerò che succeda“. Stefano Parisi, candidato al ballottaggio come sindaco, manda una lettera aperta al sito www.milanocittastato.it in cui dichiara il suo impegno per Milano Città Stato.
16 giugno 2016. “Proviamoci. Mi impegnerò personalmente“. Anche Beppe Sala manda una lettera aperta a www.milanocittastato.it in cui dichiara il suo impegno per Milano Città Stato se fosse diventato sindaco:
19 giugno 2016. Sala vince il ballottaggio con Parisi e diventa il nuovo sindaco di Milano.
Foto Sala brunch di Vivaio @Atelier Forte
7 settembre 2016. Viene firmato da Renzi e Sala il patto per Milano.
11 gennaio 2017. Primo compleanno di Milano Città Stato. Lo festeggiamo con questo articolo.
13 marzo 2017. Primo passo del Consiglio Comunale per Milano Città Stato. Il consiglio comunale ha messo ai voti un ordine del giorno in cui “invita il sindaco e la giunta ad individuare ed attuare in ogni sede iniziative politiche e amministrative tendenti ad ottenere maggiore autonomia finanziaria e normativa a tutela degli interessi dei milanesi“. La proposta fatta dal consigliere Alessandro Morelli viene approvata quasi all’unanimità, con 36 voti a favore e un solo astenuto.
30 aprile 2017. “Le città stato“. Puntata di Reteconomy (Sky) dedicata ai desideri di Londra e di Milano di diventare delle città stato. Qui la puntata.
16 maggio 2017. “Gli Stati Generali di Milano Città Stato” al Teatro Franco Parenti in diretta streaming su corriere.it. Politici (Barberis del PD, Cappato dei Radicali, Morelli della Lega, Nicolò Mardegan), imprenditori (Regina De Albertis, Marco Gualtieri, Gianmarco Senna, Cristina Pepe), esponenti della cultura e della società civile (Andree Ruth Shammah, Francesco Cancellato, Corrado Passera, Gaingiacomo Schiavi, Fabio Massa) e altri personaggi di spicco di Milano rispondono alla domanda: “Perchè Milano Città Stato?“.
14 giugno 2017. “Per Milano un regime d’attrazione su misura“. Presentata alla Camera una proposta di legge per dotare Milano di poteri speciali. Primo firmatario: Maurizio Bernardo, Presidente della commissione finanze di Montecitorio)
24 ottobre 2017.Philippe Daverio: «Milano si sente come una Città Stato. Parla col mondo intero. Non ha bisogno delle mediazioni regionali»
1 settembre 2018. Inizia la call to action “ci sono anch’io” per invitare chi vuole supportare il progetto ad affiancarsi alla rete di volontari di Milano Città Stato.
3 dicembre 2018. Vengono lanciati i Milano Città Stato Awards per premiare le eccellenze di Milano. Partecipano al voto oltre 20.000 persone. Clicca per la sezione AWARDS
31 dicembre 2018. Si chiude un anno record per il sito con una media di oltre 150.000 lettori al mese e un incremento medio del 20% su scala mensile. 56.000 fans su Facebook e su Google “Milano città stato” (con virgolette) ha oltre 27.000 risultati (erano meno di 3.000 quando abbiamo aperto il sito).
18 maggio 2019. Primo sondaggio su Milano Città Stato. Vengono pubblicati i risultati del sondaggio sui milanesi:
il 93% è a favore di un referendum sull’autonomia della città
il 94% è per dare più autonomia a Milano (in maggioranza, 61%, sono per una “città regione” sul modello di Berlino, Madrid o Amburgo, segue l’ipotesi di “legge speciale”, votata dal 33%).
3 luglio 2019. Via al progetto Referendum. Evento di presentazione per organizzare la raccolta firme per il Referendum per Milano città stato nella primavera 2020 (iniziativa sospesa successivamente causa pandemia del Covid)
22 ottobre 2019. Viene predisposta la lettera d’intenti di coinvolgimenti dei sogetti promotori per il referendum per l’autonomia di Milano. Qui la lettera d’intenti
15 novembre 2019. L’intervista su Milano All News ad Andrea Zoppolato, fondatore di Milano Città Stato: Video intervista
7 dicembre 2019. Milano città stato riceve l’ Ambrogino (Attestato di Benemerenza Civica)
13 febbraio 2020. Vengono votati dai milanesi i 10 effetti preferiti a diventare una città stato: qui i risultati
Al primo posto:
#1 Ora: A differenza di Milano, tutte le maggiori città del mondo hanno poteri e autonomia simili a una regione. Milano no.
Con Milano città stato: Milano avrà poteri simili a tutte le principali città del mondo (20,5%)
1 marzo 2020. Iniziano le pubblicazioni anche la versione del sito del Triveneto, del Canton Ticino (città Ticino), di Emilia Romagna e Roma (Roma cultura del mondo).
5 maggio 2021. Sondaggio Ipsos: 2 MILANESI su 3 vogliono per MILANO poteri da REGIONE o PROVINCIA AUTONOMA
Sondaggio richiesto da Gianfranco Librandi, parlamentare di Italia Viva e promotore di una lista a sostegno di Beppe Sala, a Ipsos di Nando Pagnoncelli (2.250 interviste).
Alla domanda: “Sarebbe opportuno che alla città di Milano venissero attribuiti poteri o competenze speciali come se Milano fosse una regione o una provincia autonoma?”
Così hanno risposto i milanesi:
SI 63%
NO 28%
Non so/non rispondo 9%
2 milanesi su 3 desiderano per Milano il tipo di autonomia più spinto previsto dalla nostra Costituzione.
3 ottobre 2021. Lanciato il progetto La Fenice
per trasformare il momento di crisi nazionale in un’occasione di regenerazione.
11 novembre 2021. Pubblicato online www.reshumana.com, la versione internazionale di milanocittastato.it
31 dicembre 2021. Si chiude un anno record per il sito con una media di oltre 3.500.000 visualizzazioni pagine al mese, con un picco di 154.000 lettori unici giorno, e un incremento del 50% rispetto all’anno precedente. 140.000 fans su Facebook, 7.000 su Instagram e su Google “Milano città stato” (con virgolette) ha oltre 41.900 risultati.
Fondatori del progetto editoriale: Andrea Zoppolato, Duilio Forte, Cristiano Longhi, Francesco Boz e Paola Perfetti
Redazione: Fabio Marcomin, Francesco Moretto, Beatrice Barazzetti, Selene Mangiarotti, Stefano Corrada, Andrea Urbano, Carlo Chiodo, Laura Lionti, Sarah Iori, Antonio Buonocore, Giuseppe Marzagalli, Fabiana Crivello, Michele Larotonda, Roberto Binaghi, Lucio Bardelle, Giada Grasso.
Special Guest: Duilio Forte, Luca Morotti
Un grazie speciale a Corrado Passera, Alessandro Fracassi, Andree Ruth Shammah e all’indimenticato Claudio De Albertis.
A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI
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Appena inaugurata la tratta di alta velocità tra Milano e Parigi, viene ancora più voglia di estendere ad altre città il collegamento superveloce con Milano. In un sondaggio abbiamo chiesto: “Dopo Milano Parigi in sei ore quale altre città straniera vorresti collegata con un treno d’alta velocità?”. Ecco le città più votate.
Dopo Parigi, le 5 CITTÀ STRANIERE da collegare a Milano con un treno d’alta velocità
#5 Praga, dalla Madonnina alla capitale della magia nera
Credits Pexels-Pixabay – Praga
Tra le città che i milanesi vorrebbero raggiungere con l’alta velocità c’è Praga, una delle capitali più affascinanti d’Europa. La città d’oro e delle cento torri è custode di un passato glorioso, di architetture preziose e grandi suggestioni, un luogo dove Oriente ed Occidente si incontrano e dove diverse religioni, filosofie e correnti artistiche creano un incredibile mix. E’ anche una capitale della magia nera su cui grazie all’alta velocità potrebbe esercitare il suo angelico influsso la Madonnina. In 7 ore si potrebbe arrivare.
#4 Amsterdam, dai Navigli ai Canali
Credits 1919021-pixabay – Amsterdam
Amsterdam rappresenta una meta perfetta per creare una linea d’alta velocità intitolata all’acqua. Dai Navigli ai canali, dal Mediterraneo al mare del Nord. Un collegamento che potrebbe ispirare Milano nelle strategie di città bike friendly e a un’apertura mentale che non guasta mai. In 7 o 8 ore si potrebbe passare da Brera al red light district.
#3 Berlino, dal Duomo al Dom
Credits jiriposival0-pixabay – Berlino
Come il capoluogo lombardo anche Berlino è stato un simbolo di rinascita del suo Paese, dopo i bombardamenti della seconda Guerra Mondiale, ed è riuscita a diventare la città delle start-up e una delle mete preferite dai turisti. Dal Duomo al Dom passando negli antichi territori del Sacro Romano Impero, Milano così potrebbe riportarsi nel cuore dell’Europa. La durata del viaggio sarebbe di circa 8 ore per coprire 1.000 chilometri.
#2 Vienna, il ritorno al suo passato agrodolce
Credits Mike_68 -pixabay – Vienna
Vienna ha sempre avuto un legame speciale con Milano e i milanesi, dai tempi dell’Impero Austro-Ungarico e parte della sua storia è ancora indissolubilmente legata. Il Teatro alla Scala e l’Accademia di Brera sono alcuni dei lasciti di Maria Teresa d’Austria. Non stupisce vederla quindi tra le prime città straniere da collegare con l’alta velocità a Milano. In 7 ore si potrebbe ballare il Valzer.
In cima alle preferenze troviamo Barcellona. La capitale della Catalogna si piazza al primo posto tra le città straniere da collegare con un treno dell’alta velocità a Milano. Il clima mite, il sole, la storia, la sua struttura geometrica, lo spirito di indipendenza e la metropolitana che arriva direttamente al mare sono solo alcune delle cose che i milanesi amano della città. Proprio il mare potrebbe essere il vero sogno di Milano, in una linea che potrebbe toccare Costa Azzurra, Marsiglia fino a fiondarsi sulle ampie spiagge catalane. Si potrebbe arrivare entro le 10 ore, sempre che non ci siano rallentamenti in Liguria.
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Si dice che quello che conta è il percorso del viaggio e non la meta. In alcuni casi però il tragitto è così breve che non si ha il tempo di godere dell’esperienza, come per questi voli aerei da guinness dei primati. Ecco quali sono.
I VOLI AEREI da RECORD del mondo: il più breve dura solo 53 SECONDI
# Il volo più breve in assoluto dura appena 53 secondi
credit: @amc.aviation (INSTG)
Dal 1967 la compagnia aerea regionale scozzese Loganair copre la tratta di soli 2,7 km tra le due isole dell’arcipelago delle Orcadi, a nord-est della Scozia: Westray e Papa Westray. Si tratta in assoluto del volo di linea più breve del mondo: dura appena 53 secondi quando il vento è favorevole e non più di due minuti quando non lo è.
Il collegamento è disponibile tutti i giorni tranne la domenica, a orari variabili ma sempre al mattino. Gli aerei che fanno questo volo sono da otto posti e il loro tragitto è più simile a quello di una corriera che a quello di un aereo. Infatti il costo è di appena 17 sterline e viene utilizzato da insegnanti, medici, poliziotti e scolari per gli spostamenti quotidiani. Dal 2011 il volo è disponibile anche per i turisti.
# Da Aruba al Venezuela in 8 minuti, il volo internazionale di linea più breve del mondo
Credits arubaairlines IG – Aruba airlines
Attualmente il volo internazionale di linea più breve del mondo è esercito da Aruba Airlines, tra l’aeroporto dell’isola-stato caraibica di Aruba a quello di Punto Fijo in Venezuela. Il viaggio sopra l’oceano a bordo Bombardier CRJ-200LR da 50 posti copre una distanza di 80 km e dura ufficialmente 15 minuti, anche se il viaggio effettivo è la metà, circa 8 minuti. Il volo viene effettuato solo due volte a settimana, il lunedì e venerdì e il prezzo del biglietto parte da circa 150 dollari.
Google maps – Aruba-Venezuela
# Il volo di 8 minuti tra Svizzera e Germania soppresso nel 2017
Credits lhpr_airport IG – People’s Viennaline
Fino al 2017 il primato di volo internazionale più breve al mondo era invece quello tra l’aeroporto di St. Gallen-Altenrhein in Svizzera e quello di Friedrichshafen in Germania, sulle due sponde opposte del lago di Costanza. La traversata di 20 chilometri durava anche in questo caso appena 8 minuti. La tratta è stata soppressa a causa dello scarso numero di passeggeri, visto la preferenza a favore dell’auto: in questo caso il viaggio dura un’ora ma senza la necessità di arrivare in anticipo all’aeroporto, fare il check-in e sottoporsi ai controlli di sicurezza.
Volo sul Lago di Costanza
# Il volo più breve con l’aereo più grande del mondo
Credits ramboldheiner-pixabay – Airbus A380 Emirates
Nel 2019 Emirates ha lanciato il volo più breve al mondo con l’aereo più grande del mondo. La tratta è lunga solo 340 km tra gli aeroporti di Dubai e Muscat, in Oman, ed è servita dal superjumbo Airbus A380 che impiega poco più di un’ora per compiere il viaggio. Il velivolo è composti da tre classi: 429 posti in Economy sul ponte inferiore, 76 posti a sedere completamente reclinabili in Business Class e 14 suite private in First Class sul ponte superiore. La curiosità è che la lunghezza complessiva dei cavi contenuti in un A380, pari secondo gli ingegneri di Airbus a circa 500 chilometri, sia di molto superiore alla lunghezza del volo aereo tra le due Nazioni.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.