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Come si dice STALKING in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

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YOGA con i GATTI? A Milano si può

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Credits: marysoulyoga, IG

Fare yoga rilassa il corpo e la mente. Un beneficio che si ottiene anche con la compagnia degli animali domestici. A Milano esiste un centro che ha trovato il modo di unirli.

YOGA con i GATTI? A Milano si può

# Il paradiso degli amanti dello yoga e dei gatti

Durante il lockdown in molti si sono ritrovati a fare sport in casa in compagnia del proprio amico a 4 zampe, ma c’è un luogo dove questa esperienza è garantita sempre. Questo è ciò che succede in un centro yoga in zona Lorenteggio dove sono i gatti i protagonisti. Gli amanti dello yoga e dei gatti trovano in questo centro il posto perfetto per dedicarsi alla propria salute fisica e mentale.

Credits: pixabay.com

Leggi anche: SQUARCI di NATURA nei PALAZZI: sarà questa la nuova via delle archistar?

# Il Mary Soul al Lorenteggio

L’idea di un centro yoga in cui sono ospitati i piccoli felini è venuta ad Eleonora Coco, del centro MarySoul in via Panizzi. La proprietaria ha notato che la presenza della sua gatta alle lezioni non infastidiva i partecipanti, anzi, ancor prima di salutare lei alcuni di loro si mettevano a coccolare Musa. Da queste dimostrazioni di affetto sono nate le “lezioni sperimentali con gli amici a 4 zampe”, che sono state ben accolte dal pubblico e anche dagli amici animali.

Credits: marysoulyoga, IG

Leggi anche: È esplosa l’ALPACA MANIA! Gli “animali che sorridono sempre” si possono INCONTRARE anche in LOMBARDIA: ecco dove 

# Gattini in cerca di casa

Si dice che i gatti assorbano l’energia negativa, e in più sono animali affettuosi che comunicano tranquillità. Ma a beneficiare di questa compresenza uomo-animale, non sono solamente i praticanti di yoga ma anche i felini. Infatti, Eleonora ha ideato queste lezioni anche con lo scopo di dare una casa a chi, tra questi amici a 4 zampe, non ce l’ha. Gli studenti che lo desiderano possono portare a casa un gatto e adottarlo. Un fine certamente lodevole, che permette di godere della reciproca compagnia non solo alle lezioni di yoga.

 

Continua la lettura con Prendere il tè a Milano con ALICE nel paese delle MERAVIGLIE

SARAH IORI

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I TAXI VOLANTI in arrivo a Milano: da Malpensa alla Stazione Centrale in 15 minuti

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Credits elysiumpost.t - Taxi-volanti-a-Milano

Gli aerotaxi sono pronti a volare nei cieli di Milano. Ecco quando sarà attivo il servizio e quale sarà il costo del biglietto.

I TAXI VOLANTI in arrivo a Milano: da Malpensa alla Stazione Centrale in 15 minuti

# L’idea di utilizzare “air shuttle” nasce dalla necessità di permettere viaggi rapidi e ecologici e contrastare lo stress del traffico cittadino

Credits wallemobility – Walle air Milano

Fra pochi anni nei cieli di Milano potrebbero volare i primi aeromobili per trasportare passeggeri e merci. L’idea di utilizzare “air shuttle” per la mobilità cittadina nasce per permettere viaggi più semplici, ecologici e veloci e contestualmente contrastare lo stress dovuto al traffico cittadino. Il progetto è stato strutturato attraverso studi e ricerche portati avanti nel corso del 2020 e a maggio 2021 è stata fondata Walle srl, l’unica azienda Italiana ad oggi a voler gestire una flotta di tali velivoli. Il suo obiettivo è quello di diventare un operatore di VTOL, offrendo gli stessi servizi di una normale compagnia aerea. Walle air, questo il nome del servizio, è pensato per tratte interurbane brevi, di massimo 50 km.

# La tecnologia utilizzata sarà quella dei VTOL Vehicles, Vertical Take Off and Landing

Credits aerotaxi – jauntairmobility

La tecnologia utilizzata per gli aerotaxi sarà quella dei VTOL vehicles (Vertical Take Off and Landing) in grado di decollare ed atterrare verticalmente su superfici di area paragonabile a quella di un eliporto. Gli VTOL possono essere sia ibridi sia elettrici, con i primi favoriti sui secondi in quanto più performanti allo stato attuale delle tecnologie. Tra i modelli di aeromobili che potrebbero essere impiegati ci sono: Xcraft di VRCO, ROSA di Jaunt Air Mobility e ANN4 di Manta Aircraft, partner attuali di Walle.

# Entro il 2024 un servizio di cargo, entro il 2028 il trasporto passeggeri tra città limitrofe

credit: imbruttito.com

Walle prevede di lanciare un servizio cargo per business di logistica o per municipalità entro il 2024, cominciando le sperimentazioni su beni socialmente utili durante il 2022. Successivamente nel 2026 dovrebbe essere introdotto il trasporto passeggeri che possa consentire trasferimenti da e per gli aeroporti e tra le isole, mentre nel 2028 potrebbe essere implementato un servizio che permetta gli spostamenti tra città limitrofe. Ogni aerotaxi trasporterà 3-4 viaggiatori. La legislazione per questa modalità di trasporto dovrebbe essere completata da EASA ed ENAC entro il 2025. 

# Le rotte allo studio e i prezzi dei biglietti

Credit wallemobility – Milano-Malpensa

La stima del costo del servizio è stato calcolato a regime tra i 2 ed i 3 euro al km per passeggero, rendendo il taxi volante un mezzo competitivo parametrato al vantaggio temporale. Il tempo per percorrere ad esempio la tratta Milano-Malpensa, tra quelle con maggiore potenzialità, passerà dai 45 necessari in auto a soli 15-18 minuti, mentre il biglietto verrebbe a costare circa 120-150 euro

Tra le rotte allo studio per il territorio italiano, oltre a quelle su Milano, ce sono circa altre 50. Le più promettenti sono quelle su Torino, Brescia e il collegamento tra le isole, ad esempio tra Napoli e Capri.

Continua la lettura con: A LINATE ci sarà il primo VERTIPORTO: nel 2026 i primi voli in AEROTAXI

FABIO MARCOMIN

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La solitudine dei morti

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Nella nostra società la morte è un falso. Perché è sempre la morte di chi guarda, mentre nelle filosofie antiche la morte era di chi la viveva, non di chi la guardava.

La nostra incapacità non ci dà la percezione della morte dalla parte di chi muore.
Il morto cessa solo alcune funzioni ma tutte le tradizioni antiche ci dicono che altre percezioni fuori da quella razionale e fisiologica rimangono attive dentro di lui, entrando in una fase in cui avrebbe bisogno di sostegno per continuare il suo viaggio.

In tutte le religioni, fino a tempi ancora recenti, dopo la morte si celebravano molti giorni di rituali che la modernità ha eliminato. Si era consapevoli della necessità di accompagnare l’anima per agevolare il trapasso, per consentire a chi andava via di lasciarci nel migliore dei modi senza rimanere agganciato a questa dimensione e a chi restava di staccarsi da quelle ombre che avrebbero potuto condizionare il suo percorso esistenziale.

Chi percepisce questa dimensione sente questa solitudine dei morti, che poi significa la solitudine di tutti noi perché siamo vivi ma stiamo anche morendo.
In un mondo vitale che sia capace di conciliare il viaggio e di accogliere l’invito all’eternità, che è connessa ai cicli della vita fatta di tante fini e tanti inizi, bisognerebbe ristrutturare la capacità simbolica e rituale per accompagnare l’interezza di questo processo. Cosa che le forme di civiltà più alta hanno sempre fatto.

Darebbe più sicurezza alla vita perché toglierebbe quel terrore con la consapevolezza della prosecuzione del viaggio in forma diversa, invece che come un salto in un buio senza fine.
L’incapacità di gestire questo processo fa in modo che il nostro atto vitale non possa essere disgiunto dal residuo della morte. E così la morte la viviamo non vivendo, perché la paura è il peggiore anti-vita che esiste

Continua la lettura con: L’ora delle tigre

LA FENICE

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Come si dice WELFARE in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

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Milano Est o Milano Ovest?

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Meglio Milano Est o Milano Ovest

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MILANO CITTA’ STATO

Leggi anche: Il muro di Milano: sei più Milano Est o Milano Ovest? Qui le caratteristiche

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In AUTO sopra la TORRE EIFFEL? Il progetto di un visionario che anticipò un’altra opera grandiosa

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Progetto 1936, Andrè Basdevant Credits: Messy Nessy Chic

Ve lo immaginate il periodo appena trascorso, senza poter andare al ristorante tranne che per l’asporto? Nel 1936 André Basdevant presentò un progetto per permettere alle auto di accedere sulla Torre Eiffel.

In AUTO sopra la TORRE EIFFEL? Il progetto di un visionario che anticipò un’altra opera grandiosa

# Una visione alta

Credits: @parisfranceofficialeiffeltower IG

Nel 1889, in occasione del centenario della rivoluzione francese, Parigi ha ospitato un’Esposizione Universale presso Champ Du Mars. Per l’occasione oltre 100 artisti presentarono progetti per il monumento destinato sulle rive della Senna, quello prescelto è poi diventato un’icona della città: la Torre Eiffel, 10.000 tonnellate di ferro, 312 metri di altezza – successivamente portati a 324 – e una manutenzione continua da fare invidia alla Fabbrica del Duomo.

Il successo della Torre Eiffel durante l’esposizione universale del 1889 è stato folgorante: oltre 200.000 di visitatori si sono arrampicati sulla torre per godere della sua vista. Un trionfo che ha scatenato le fantasie più audaci.

Leggi anche: TORRE BRANCA: 5+1 cose che pochi sanno della Tour Eiffel di Parco Sempione

# La strada nel cielo

Progetto 1936, Andrè Basdevant Credits: Messy Nessy Chic

Nel 1936 André Basdevant ha presentato un rivoluzionario progetto di modifica della Torre Eiffel per realizzare giganteschi piani si salita e discesa delle automobili, fino al secondo livello della torre, là dove c’è il ristorante.
L’idea era quella di affiancare alla Lady di ferro ben due torri elicoidali di cemento, rampe di accesso e uscita per le auto, unite da un ponte ad una campata, perfettamente ancorato con al centro il secondo livello della Tour Eiffel.

Una specie di San Siro, che ha quelle torri laterali, ma a Parigi sarebbero state alte 115 metri: una strada assurda, senza inizio e senza fine, appoggiata su due alti pilastri di cemento.

# La Torre Eiffel car-friendly

Credits: Pexel-Pixabay

Ma perché progettare una modifica del genere ad un’icona già fortemente dibattuta nella capitale francese?
La risposta è semplice e risiede in quella che negli anni 30 ha rappresentato una nuova frontiera per architetti ed urbanisti, ovvero l’impulso esponenziale che in quegli anni ha interessato l’industria, lo sviluppo e soprattutto la diffusione delle automobili.
Architetti e progettisti hanno iniziato a fantasticare su come adattare gli spazi urbani alle autovetture e ai loro conducenti.

Non si poteva sottrarre il simbolo di Parigi, su cui ha fantasticato appunto Basdevant, con l’idea di rendere l’accesso al ristorante della torre così facile, da poterci andare senza mai scendere dalla propria auto.
Molti parigini hanno disprezzato la Torre Eiffel fin dagli albori, chissà cosa avrebbero detto di questa modifica.
Non è dato sapere il perché di questa proposta, se ha a che fare con le rigide regole del BIE per le Esposizioni Universali, che vietano di riutilizzare le strutture di una Expo come progettata per lo spazio espositivo. Certo è che a Parigi la Tour Eiffel è rimasta, finendo per essere uno degli emblemi e che la proposta di André Basdevant è stata abbandonata e ci domandiamo cosa accadrebbe presentandola oggi.

# Da car-friendly a bike-friendly

La storia d’amore che si è sicuramente interrotta è quella tra Parigi e le automobili. Dall’infatuazione che ha trasformato la capitale francese in un immenso showroom di automobili (se vogliamo essere gentili), Parigi assume i panni della capofila che dichiara la lotta senza quartiere alle vetture. Altro che Torre Eiffel “car-friendly“, oggi La Ville Lumiere è la città più bike-friendly d’Europa.
Per decenni architetti e progettisti si sono sbizzarriti per progettare spazi per le auto. Adesso che la tendenza si è invertita, tocca a loro restituire gli spazi alle persone.

Che sia arrivato il momento di mettere il traguardo del Tour De France direttamente al secondo piano della Torre Eiffel?
Senza scherzi: si è poi scoperto che Basdevant era un visionario in grado di anticipare il futuro.
Non ci credete?
È stato ritratto in posa accanto ad un suo progetto utopistico, un passaggio sotterraneo per i pendolari tra la Francia e l’Inghilterra.
Avete capito benissimo. Parliamo di Chunnel, il tunnel della Manica, realizzato solo 60 anni dopo, ma che questo pioniere aveva già in mente.
Se ha avuto ragione con il Tunnel della Manica, perché avrebbe dovuto sbagliarsi con il drive-through della Torre Eiffel?

Continua la lettura con: L’ ETERNALE, il GRATTACIELO più ALTO del MONDO che si voleva costruire a ROMA

LAURA LIONTI

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PIAGNISTEO sabaudo

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Ph. Travelato_eu (pixabay)

“L’espressione vernacolare napoletana chiagni e fotti (o chiagne e fotte) costituisce una formula proverbiale della tradizione partenopea. Viene usata, di solito, per sottolineare e stigmatizzare un tipico atteggiamento umano, opportunista e ipocrita, esibito da alcune persone che sono solite indugiare in lamentazioni proprio in quei momenti in cui le cose, per loro, vanno a gonfie vele.” Sebbene di matrice partenopea, la massima potrebbe essere declinata in chiave sabaudo torinese.

PIAGNISTEO sabaudo

Questa espressione spesso utilizzata per addebitare ai concittadini di Massimo Troisi, De Crescenzo,  Nino D’Angelo e i meridionali in genere, una presunta inclinazione alla pigrizia e una propensione al lamento opportunistico, forse con qualche fondamento…potrebbe però tranquillamente venire utilizzate per indicare l’atteggiamento di continuo monotono lamentio tipico di Torino e della sua corte.

# La cantilena torinese

Torino

Dall’incessante millantare presunti “furti” di Milano, alle insistenti richieste di maggiori attenzione da parte dei governi di qualunque colore siano, quella torinese è una cantilena che rivela una mancata rassegnazione a ruolo di città di secondo piano dopo il suo inesorabile decadimento industriale. A Milano siamo spesso abituati, e forse ingiustamente, ad accusare il Sud di frenare il nostro sviluppo considerandolo una palla al piede ma, in realtà, a pensarci bene quanti danni ha fatto la cittadina lungo le rive del Po alla nostra metropoli? Ben più di quanto non ne abbia fatti Napoli con il suo folklore. Sulle rive del Po la propensione al lamento è una attitudine alla quale abbiamo assistito più volte vista nella storia. 

# Quella volta che uno degli Agnelli si precipitò a Roma

Tra i tanti esempi che si potrebbero elencare prendiamo quello che vide uno degli Agnelli  precipitarsi a Roma per evitare l’acquisto da parte della Ford della gloriosa Isotta Fraschini: ”Infatti, quando Giovanni Agnelli seppe del progetto di Ford, urlò al più fidato collaboratore: ma come, le mie officine languono, i miei operai lavorano 4 o 5 giorni a settimana e si permette a un costruttore straniero d’impiantarsi in Italia a togliermi l’ultimo boccone di pane? Agnelli si precipitò sul primo treno verso Roma dove incontrò tutti i responsabili governativi; poco dopo fu promulgata la legge Gazzera che così stabiliva: sono vietati nuovi impianti di fabbriche o ampliamenti di quelle esistenti senza previo consenso del Ministero della Guerra.”

Il tanto sospirato consenso mai arrivò: a quel punto Ford capì la situazione e non volle insistere. Con la rinuncia del grande industriale statunitense, l’Isotta Fraschini perse un’occasione irripetibile di eventuale sviluppo produttivo.

# Una grossa ferita: l’industria automobilista meneghina lascia spazio alla Fiat

Alfa Romeo

Stessa sorte subì un’altra gloriosissima fabbrica automobilistica meneghina, l’ALFA ROMEO, dismissione che avvenne grazie ad appoggi politici di governi deboli e condizionabili e discorso non molto diverso si potrebbe fare anche per L’ IINNOCENTI. Risultato: l’importantissima industria automobilistica milanese nel corso degli anni fu completamente azzerata permettendo alla FIAT di beneficiare di innumerevoli aiuti di stato in una situazione di monopolio assoluto. Sotto le guglie del Duomo non vengono nemmeno più progettate delle carriole a motore.

# La Juventus e i tesori d’Egitto

Juventus

Nel calcio possiamo ignorare l’occhio di riguardo della classe arbitrale e della stampa italiana nei confronti della compagine bianconera? Quanti scudetti sono stati assegnati alla Juventus, condizionati da “sviste” ed “errori arbitrali!” ? Persino gli egiziani avrebbero da ridire, vista la notevole collezione di reperti presenti al museo egizio di Torino, (bellissimo museo, probabilmente la cosa più interessante della città oltre ai grissini) non trafugati certo, ma sicuramente frutto di “accordi” ai giorni nostri impensabili…

# Torino piange e ottiene la sede di eventi e istituzioni 

trofeo

Mentre a Torino ultimamente si strappavano le vesti disperatamente per avere perso alcuni espositori della sagra del Libro e aver visto il trasloco della casa di Babbo Natale (qualcuno a Milano se ne era accorto?), tra un lamentio e l’altro, la città dello sporco lenzuolo di dubbia autenticità, ogni tanto esteso per fargli prendere aria come facciamo noi con quelli di casa, otteneva le finali ATP di Tennis, la finale dell’Euro festival e la sede dell’Istituto Italiano dell’Intelligenza Artificiale.

# pleure et baise

I torinesi però non ancora appagati, ma bensì ancora molto indignati per la vergognosa scarsa attenzione del governo repubblicano, (eh sì la monarchia purtroppo non esiste più, rimpiangerà qualcuno) puntano ora a trasformare le Olimpiadi di Milano Cortina in Torino Cortina Milano… Di che stupirsi, fotti e chiagni! Purtroppo, non masticando il dialetto di Macario non possiamo pertanto tradurlo in torinese, in francese invece, lingua tanto amata da quelle parti suonerebbe più o meno così… pleure et baise.

Continua la lettura con: 🛑 Torino batte Milano: ospiterà l’EUROVISION 2022

ANDREA URBANO

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L’ora della tigre

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Secondo la filosofia orientale il tempo che viviamo non ha sempre la stessa importanza.
Ci sono tempi diversi. C’è un tempo dove bisogna semplicemente cercare di fare il meglio nella propria quotidianità e poi accade un momento in cui si è chiamati a fare qualcosa di superiore, di straordinario. Questo momento viene chiamato l’ora della tigre, a significare che bisogna tirare fuori da se stessi coraggio e forza come mai eravamo portati a fare.

Nell’ora della tigre si concentra la proiezione del futuro. Se in quel periodo si riesce a essere all’altezza e a ergersi al di sopra delle abitudini, del confort e dei propri stereotipi, c’è la possibilità di aprire un nuovo mondo, una nuova fase in cui la vita si riempirà di frutti e di risultati più gratificanti.
In caso contrario, ossia se in questo momento l’individuo non risponde, per viltà, pigrizia, ignoranza o abitudine, alla chiamata di un’azione superiore, il futuro sarà perso per sempre e ciò che non si è colto in questa fase non tornerà mai più.

Come si capisce che è l’ora della tigre?
Ci sono dei segnali inequivocabili. Quando, per esempio, si avverte uno scostamento incolmabile della realtà che ci appare attorno a noi con quella che sentiamo autentica e coerente con la nostra natura. Se si entra in questa sinergia con la natura si riceve un effetto moltiplicatore che trasmette un’energia capace di farci fare cose che non avremmo mai immaginato di poter fare.

Molti di noi sentono che riuscire a elevarsi in questo momento potrebbe avere un impatto determinante sulla vita nostra e di tante altre persone.
Abbiamo nelle nostre mani un’occasione probabilmente senza precedenti per rigenerare le nostre esistenze.
Per molti di noi l’ora della tigre è adesso.

Continua la lettura con: La strada nuova

MILANO CITTA’ STATO

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Arrivano i “MURI ABITATI”: un nuovo concept rivoluzionario

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Credits: archiportale.com Belgio Muri abitati

Il progetto è stato indetto dal Vlaams Bouwmeester e Leiedal e gli edifici dovrebbero essere adibiti a sale riunioni e uffici low-tech. Gli architetti hanno deciso di adottare un approccio sostenibile, ma tramite un design ben diverso dal solito e dalle ormai tipiche facciate in vetro performanti. Vediamo dove e come. 

Arrivano i “MURI ABITATI”: un nuovo concept rivoluzionario

# In Belgio un progetto rivoluzionario

Credits: @C+S Architects
progetto muri abitati interno

Ispiratosi ai castelli inglese, in Belgio, precisamente a Kortrijk, C+S Architecs e MMA firmano il progetto dei cosiddetti “muri abitati”.  

Gli edifici sorgeranno in un’area verde della città, il parco tecnologico Kennedypark, e di preciso dovranno inserirsi un un’area dove ci sono tracce di bosco e un piccolo corso d’acqua. Nonostante non saranno utilizzati pannelli fotovoltaici o pareti in vetro, gli architetti useranno un approccio olistico e low-tech, lavorando il mattone in modo innovativo. Mattone che è anche particolarmente legato alla tradizione del luogo. Si vuole garantire il massimo comfort abitativo, ma la costruzione deve essere essenziale e avere la minima dotazione impiantistica.

Saranno edifici ad elevate prestazioni energetiche e che richiederanno un consumo di energia minimo, quasi nullo. Inoltre, immediatamente vicino all’area di progetto passerà una pista ciclabile. Il paesaggio circostante è un’oasi di periferia. Disegnato da Jan Minne, dall’edificio si ammireranno scorci di natura che mutano al trascorrere delle stagioni.

# I muri abitati: in che senso ci si ispira ai castelli inglesi?

Credits: professionearchitetto.it
progetto muri abitati Belgio

Il progetto è stato ispirato dal “castello inglese”, caratterizzato da uno spazio centrale vuoto e circondato da spazi laterali di servizio. Questi ultimi venivano scavati nelle spesse murature, la stessa massa muraria che fungeva da isolamento termico.

Allo stesso modo, il gruppo di architetti ha deciso di realizzare uno spazio vuoto centrale 15X15m flessibile (i locatari sceglieranno come utilizzarlo), circondato da una facciata di 70cm con mattoni a vista sia dentro che fuori. Non ci sono corridoi e le stanzette sono ricavate nei muri. Queste saranno adibite a cucine, servizi igienici e terrazze alberate scavate nell’edificio. “Grazie ai suoi ‘muri abitati’, sogniamo un edificio che sia abitato da persone e alberi, che diventi la metafora di un nuovo modo possibile di abitare il pianeta in equilibrio con l’ambiente” spiegano su archiportale.com gli architetti Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini.

Continua la lettura con: 🛑 La rivoluzione GIAPPONESE nella zona Est di Milano: i cittadini vivranno in simbiosi nella NATURA

BEATRICE BARAZZETTI

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Il MISTERO della provincia di VCO

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credits: @diezan69 IG

La sigla che identifica questa provincia richiama tre zone: il Verbano, il Cusio e l’Ossola. Il primo e il terzo nome hanno un significato abbastanza intuitivo e si riferiscono alle aree che circondano le città di Verbania e Domodossola, mentre pochi sanno che il Cusio si riferisce al lago d’Orta e ai suoi dintorni. Non è citato il Vergante, zona prevalentemente collinare che si affaccia sul lago Maggiore, che però concorre a completare il territorio del VCO con la sua parte settentrionale.

Il MISTERO della provincia di VCO

# 77 comuni in una sola provincia

credits: @lorisferrari
IG

La provincia è stata disegnata sulla carta con un atto amministrativo del 1992, riunendo 77 comuni precedentemente novaresi. La densità della popolazione del VCO è un terzo rispetto alla media italiana e la cosa non può sorprendere troppo, dato che il territorio comprende vaste zone montuose o incontaminate.

Esempi di questa wilderness sono la Val Grande, considerata la riserva naturale più selvaggia d’Europa, oppure la ripida e stretta valle Anzasca, incastonata fra numerose cime alpine, che sfocia ai piedi della maestosa e terrificante parete est del Monte Rosa.

# Valli, colli, monti e laghi

credits: @diezan69
IG

Anche la val Formazza, che termina con la spumeggiante cascata del Toce a ridosso delle bastionate montuose del Basodino e del Blinnenhorn, si configura come tipica vallata alpina. E se più modesta e pianeggiante appare la valle Antigorio quando ivi ci si addentra, non è così procedendo verso il parco Veglia-Devero e verso il passo del Sempione.

Colline, laghi, valli e monti con abissi e cascate sono la causa del tipico fascino misterioso dell’Ossola: i corni di Nibbio, che delimitano la val Grande con le loro creste contorte, sono il prototipo perfetto degli antri delle streghe e riescono a stimolare anche le fantasie più assopite.

# Cosa lega la VCO a Milano?

credits: @lordcapa
IG

Eppure esiste un legame sottile che unisce Milano al VCO. Da sempre le “perle” del lago Maggiore, Stresa e Pallanza, sono meta di affollati pellegrinaggi turistici, mentre la val Vigezzo ha una lunga tradizione vacanziera, fatta di villette e seconde case che, durante l’estate, la trasformano in una piccola Milano.

Anche le grandi montagne di Milano, cioè le più vicine e visibili ad occhio nudo, si raggiungono tramite l’Ossola: il monte Rosa (4634) dista in linea d’aria 115 km dalla metropoli, mentre la Weissmies (4017), che domina il passo del Sempione, ne dista 117.

# La sua arma più forte è il turismo

credits: scuolapiancavallo.it

L’attività prevalente del VCO è quella turistica, facilitata dalle attrattive naturali e corroborata dalla presenza di poli di interesse artistico-culturale, ma anche l’industria è presente, con le cave di roccia pregiata e produzioni di eccellenza, come le rubinetterie.

# Il mistero di VCO svelato

credits: @lagomaggiore_turismo
IG

Un piccolo mistero nel mistero è stata la scelta di Verbania come capoluogo. Secondo i cittadini residenti meglio informati, per storia, centralità geografica e peso economico il capoluogo naturale sarebbe dovuto essere Domodossola; pare che, però, all’interno della città siano sorte tali rivalità sorrette da campanilismi e ambizioni personali, che la Regione per smorzare le liti, si sia vista costretta a stabilire il capoluogo altrove.

ANDREA CAVALLERI

Continua a leggere con: 40 MILA EURO per TRASFERIRTI in MONTAGNA

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Come si dice ESCORT in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

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Continua con: come si dice SVALVOLATO in milanese?

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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La rivoluzione di VIA PADOVA: prima tappa, il TUNNEL BOULEVARD

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Credits tunnelboulevard Fb - Ingresso via Pontano

Una trasformazione radicale, con i primi cantieri partiti il 19 di aprile e gli ultimi che si concluderanno a giugno 2022, nella logica della città dei 15 minuti. Ci saranno “8 nuove piazze”, 230 alberi e marciapiedi allargati e in granito. Vediamo gli interventi nel dettaglio.

La RIVOLUZIONE di via Padova

# Il progetto, nato dal Bilancio Partecipativo, rientra nella logica della città dei 15 minuti

Il progetto di trasformazione di via Padova è “nato e si è sviluppato attraverso il Bilancio partecipativo, con i cittadini diventati parte attiva del cambiamento“, come spiegava ad aprile l’ex assessore alla Partecipazione Lorenzo Lipparini ed è in linea con la logica della città dei 15 minuti adottata dal Comune di Milano e che vuole fare diventare la via “un luogo di vita per le persone e le realtà che la valorizzano e per le attività commerciali presenti“, il commento dell’ex assessore Marco Granelli. L’investimento complessivo è di 3 milioni di euro, per metà coperto dalle risorse del Patto per Milano. L’avvio dei lavori è stato il 19 aprile e la conclusione a giugno del 2022.

# Verranno riqualificati tutti i 2 km e i passaggi pedonali del tunnel ferroviario

Credits: blog.urbanfile.org da via Anacreonte a via Arici

Gli interventi di questa riqualificazione urbanistica interesseranno tutti i due chilometri di via Padova, tra via Arici all’altezza di Crescenzago e via Giacosa, facendo entrare la via nella più vasta zona con limite di 30 chilometri orari compresa tra piazzale Loreto e Crescenzago Nord. Verrà ridotto lo spazio dedicato al transito delle auto e aumentato quello dedicato ai cittadini. 

Credits: Urbanfile – Sottopasso ferroviario

Infine grazie al progetto Tunnel Boulevard, sviluppato attraverso un patto di collaborazione e il sostegno di Fondazione Cariplo, i passaggi pedonali sotto il sottopasso ferroviario sono diventati da poco una galleria d’arte pubblica

A inizio dicembre è stata infatti inaugurata una prima tappa di Tunnel Boulevard con una galleria di poster art di Pablo Pinxit, proprio nei tunnel di via Padova. I temi rappresentati sono legati alle culture, al sociale, all’attualità, all’ambiente, alle arti, letteratura e filosofia, “Via Padova come il mondo”, un diario di viaggio con la direzione artistica di Christian Gangitano.

Credits tunnelboulevard Fb – I tunnel che verranno riqualificati

Il progetto non si esaurisce qui. I sottopassi ferroviari ad essere riqualificati saranno infatti altri quattro, fino all’intersezione con viale Monza.

# Tutti gli interventi nel dettaglio: 8 nuove piazze, 230 alberi e marciapiedi allargati e in granito

I prossimi interventi a partire riguarderanno la creazione di parcheggi: uno all’incrocio con via Ancreonte per recuperare parte dei posti che scompariranno da via Padova, altri lungo le vie Esterle e Cambini che diventeranno a senso unico. In questo punto, per dare continuità agli orti condivisi gestiti da Legambiente, verrà incrementata la quota di verde.

Rendering del progetto

Uno dei punti focali della trasformazione di via Padova sarà l’ampliamento dei marciapiedi, rifatti con cubetti di granito e l’inserimento di 230 alberi parzialmente piantati in grandi vasi: magnolie, ginko biloba, corbezzolo greco. Per aumentare la sicurezza di pedoni e la socialità dei cittadini verranno ritagliati degli spazi pedonali ad alcuni incroci e arricchiti da verde e panchine creando così “otto nuove piazze di quartiere”. Tra questi, il parcheggio taxi antistante la chiesa di San Crisostomo verrà restituito agli abitanti con l’aggiunta di più alberi e l’area pedonale di via Prinetti saraà allargata.

Continua la lettura con: Un DOPPIO RESTYLING per il QUARTIERE FORLANINI

FABIO MARCOMIN

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Prendere il tè a Milano con ALICE nel paese delle MERAVIGLIE

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Credits: martii_1806, IG

Milano offre una moltitudine di possibilità per passere qualche ora in compagnia a sorseggiare tè seduti comodamente in un locale, in particolare durante la stagione fredda, ma che bello sarebbe poterlo fare nel mondo delle favole?

Prendere il tè a Milano con ALICE nel paese delle MERAVIGLIE

# Locali a tema

Credits: martii_1806, IG

La moda dei locali a tema si sta diffondendo nel mondo, soprattutto in quello asiatico. A Taiwan, ad esempio, si trovano il bar Barbie, in cui le cameriere vestono come la famosa bambola americana, le pareti sono bianche e rosa e l’arrendamento ricorda la fattura in plastica. In Cina a servire il pasto nel ristorante Wang Xianwei sono dei simpatici robot. Mentre in Giappone sono molto diffusi gli Animal cafè, in questo caso, a seconda del tema, si consuma il proprio pasto in mezzo ad animali veri, il più famoso di tutti è il Cat cafè di Nekerobi. Nonostante la presenza di locali come questi anche in Europa, ad esempio la catena Vytopna in Repubblica Ceca, dove a servire la consumazione è un trenino, ad ispirare il Rabbit Hole a Milano sono stati proprio i bar giapponesi.

Credits: malowaneswiatlem.pl

Leggi anche “Gite in Treno”: i 5 ITINERARI a tema per scoprire le BELLEZZE della Lombardia

# Rabbit Hole Café a Milano

In via Mazzini 20, a Milano si trova Rabbit Hole, i cui proprietari, Silvia e Roberto, hanno deciso di trasportare la tradizione dei locali a tema in Italia per far vivere la meraviglia ai propri clienti. Così in questa sala da tè si viene trasportati nel paese delle meraviglie dove Alice arriva appunto, tramite la tana del coniglio. Il locale, decorato con scenografie fatte a mano, ospita delle sale tematiche: c’è quella dedicata allo Stregatto, al Cappellaio Matto, alla regina di Cuori, il giardino di Alice e il Labirinto. Il cliente può consumare un menù a tema, immerso nella favola di Lewis Carroll.

Credits: martii_1806, IG

Leggi anche Dai Flinstones a l’Uomo Tigre: la capitale italiana dei CARTONI ANIMATI

Entrare nel Rabbit Hole di Milano, significa entrare nel paese delle meraviglie insieme ad Alice: disseminati per il locale si trovano i disegni con i quali Disney ha portato in vita l’immaginazione di Carroll, l’arredamento, piccolo, grande e sotto-sopra, confonde e affascina. Le famose etichette “Eat me” e “Drink me” invitano a consumare il proprio pasto, senza però cambiare dimensione. Le decorazioni floreali e i servizi da tè finemente decorati riportano con l’immaginazione nel mondo altro in cui, come Alice, si rischia di perdersi.

 

Fonte: A Milano apre la sala da tè ispirata ad Alice nel paese delle meraviglie 

Continua la lettura con I luoghi più ESOTERICI da visitare in Italia almeno una volta nella vita 

SARAH IORI

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Il MASSACRO degli ERETICI dove oggi c’è piazza Tricolore

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Catari Credits: anviagi.t

Un male endemico nella storia del Paese è la persecuzione contro chi non si allinea al potere dominante. Anche Milano non è stata immune. Si ricorda la strage operata dai Goti contro i cittadini che non si sono arresi o le numerosi esecuzioni di streghe bruciate in piazza Vetra. Non tutti sanno che anche degli eretici sono stati massacrati a Milano. 

Il MASSACRO degli ERETICI dove oggi c’è piazza Tricolore

Catari Credits: anviagi.t

1028. Dove oggi si trova Piazza Tricolore ha luogo il massacro di eretici che il vescovo Ariberto d’Intimiano ha fatto deportare a Milano da Monforte d’Alba.
La colpa degli sventurati era l’eresia per eccellenza di quei tempi: il catarismo. 

Il termine deriva dal latino medievale cathărus (calco dal greco καθαρός, «puro»), con il quale si autodefinirono per primi i seguaci del vescovo Novaziano autoeletto papa nel 251 che seguivano i principi di operare in povertà, umiltà e carità.

Riferendosi ad alcuni passi del Vangelo, in particolare quelli in cui Gesù sottolinea l’opposizione tra il Suo Regno celeste e il regno di questo mondo, i catari, o albigesi, rifiutavano del tutto i beni materiali e tutte le espressioni della carne. Professavano un dualismo in base al quale il Re d’amore (Dio) e il re del male (Rex mundi) rivaleggiavano per il dominio delle anime umane, sviluppando così alcune opposizioni riprese in seguito nel manicheismo, tra Spirito e Materia, tra Luce e Tenebra, tra Bene e Male.

Tutti gli sfortunati che rifiutarono l’abiura sono stati arsi vivi, proprio in quella che oggi è Piazza Tricolore e che allora si trovava fuori dalle mura.
L’eco della strage sopravvive ancora oggi, con Corso Monforte, a memoria dell’atroce fine dei Catari.

Continua la lettura con: 10 motivi per AMARE CITTÀ STUDI

LAURA LIONTI

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La strada nuova

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Credits: Marys_fotos (pixabay)

Viviamo tempi in cui molti avvertono che la società si sta trasformando in qualcosa che fa orrore. E molti sentono la tentazione di volersi opporre, di voler lottare per cambiare le cose.
Ma questo è proprio il gioco di quelli contro cui ci si vuole opporre.

Supponiamo che il tuo obiettivo sia la saggezza, l’illuminazione. Se adesso ti metti a opporti a provvedimenti ingiusti e insulsi vieni immediatamente impedito nel tuo processo di realizzazione e rimani collegato emotivamente al loro disegno.
Metti la tua anima in una pozzanghera invece di fare il tuo percorso verso l’oceano.

Fanno le cose in maniera così orrida che bisogna essere come Lao Tse per non provare dolore. Chi ti dice che anche se l’immunizzazione non funziona, ti dice che ti impone un farmaco per non farti andare in ospedale, è lo stesso che ha ridotto gli ospedali e distrutto la sanità.
Vogliono annientare il coraggio di costruirsi una vita propria. Ti mettono un chiodo nella testa, ti inchiodano nell’Io quando l’unico processo di evoluzione è di trascendere dall’io. Stanno aggredendo ogni spiritualità inchiodando ogni tensione superiore in un rasoterra materialistico.

La strada non è porsi in dialettica perché loro vivono solo di dialettica. Se cerchi di combattere la loro battaglia, perdi. Non hai le armi per farlo, anche se forse è un vantaggio perché se avessimo le armi per farlo verrebbe la tentazione di combatterli, facendo in realtà il loro gioco.
Perché entreremmo nella dialettica che ha portato gli istinti e i sogni più belli ed elevati a trasformarsi nelle più grandi distorsioni e abomini della storia.
Se ci si mette con la testa dentro il buco, significa pensare di fare la rivoluzione mentre si sta vivendo in un videogame.
Il loro disegno è di provocarci a una battaglia che non ci appartiene.

E allora che fare?

L’unica possibilità è uscire dal campo di gioco.
Non accettare il dialogo, non accettare la dialettica con una storia in cui il mutamento è solo illusione ma si trasforma sempre in consolidamento di ciò che si vuole cambiare.

L’unica possibilità è cercare l’elemento di realtà trascendente che questi personaggi stanno cercando di nascondere. E questo elemento di sacro esistenziale potrà essere l’unico elemento di unione autentica per chi non si riconosce in questa società di demoni.

Nel dolore sta nascendo qualcosa. Accetta lo stato di parto. E attendi il profumo della vita.

Continua la lettura con: Il regno della quantità

LA FENICE

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Le ESTENSIONI FUTURE delle linee della METROPOLITANA

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Credits arcipelagomilano - Prolungamenti metro

Le rete metropolitana di Milano continua a espandersi. Tutte le linee, compresa la futura M4, hanno progetti approvati o in fasi di studio per il loro prolungamento. Vediamo le estensioni programmate e quelle possibili dei prossimi anni.

Le ESTENSIONI FUTURE delle linee della METROPOLITANA

# M1: si allungherà di 5,4 km arrivando a 43 fermate 

La linea M1 crescerà di 5,4 km grazie a due prolungamenti, uno a nord e l’altro ad ovest, arrivando a 32 km di tracciato e 43 fermate.

Prolungamento M1 Monza-Bettola

A nord sono già state realizzate le gallerie per estendere il tracciato di 1,9km con le due nuove fermate di Sesto Restellone e Monza Bettola. Dopo oltre 10 anni di lavori causati dai fallimenti delle aziende incaricate e per ultimo dalla riprogettazione del nodo d’interscambio con la linea M5 con annesso polo commerciale, il nuovo capolinea della M1 e tutta la tratta dovrebbe inaugurare all’inizio del 2024.

Credits: Urbanfile – Prolumgamento Bisceglie-Quartiere degli Olmi

A ovest è già stata approvata, e finanziata con 350 milioni di euro, l’estensione della linea rossa da Bisceglie a Baggio, con la realizzazione di tre nuove fermate: Parri, Baggio, Olmi. Il tracciato si snoda per 3,5 km, con capolinea in via degli Ulivi, e i cantieri dovrebbero aprirsi nel 2022 per chiudersi entro la fine del 2027

# M2: avviata la fase di approfondimento per il prolungamento da Cologno a Vimercate con una metropolitana leggera

Prolungamento M2

La linea M2 verrà prolungata da Cologno Nord a Vimercate, anche se la tipologia di trasporto scelta è ricaduta su una metropolitana leggera. A partire dal progetto presentato nel settembre del 2019 da MM e rivisto più volte, la stessa partecipata milanese è stata incaricata di realizzare un approfondimento per definire gli standard infrastrutturali del sistema, effettuare un’analisi planoaltimetrica del tracciato, verificare le principali interferenze e vincoli. A questo seguirà lo studio di fattibilità tecnico-economica per individuare il percorso migliore per servire i comuni di Brugherio, Carugate, Agrate Brianza, Concorezzo e Vimercate. I fondi per il progetto sono stati inseriti nella finanziaria 2022.

M2 a Rozzano

A sud una possibile estensione, che ha ottenuto le migliori performance nell’analisi costi-benefici ma senza ancora uno studio di fattibilità, potrebbe arrivare nel comune di Rozzano.

# M3: allo studio due prolungamenti per la linea, a nord fino a Paderno Dugnano e a sud fino a Paullo

I progetti di prolungamento della linea metropolitana M3 si muovono più a rilento rispetto alle altre, ma sono comunque allo studio l’estensione a nord fino a Paderno Dugnano e a sud fino a Paullo.

Credit: nord24milano.it

Alla fine del 2020 è stata messa a disposizione una somma di 350mila euro per finanziare lo studio di fattibilità del prolungamento della M3 a nord di due fermate, nei comuni di Cormano e Paderno Dugnano.

Credits: laprovinciacr.it – m3 a Paullo

La vicenda sul prolungamento della linea gialla fino a Paullo dura ormai da 30 anni. Ad oggi è stato redatto un primo studio di fattibilità, che andrebbe aggiornato, ma sono ancora diverse le ipotesi in campo. La prima vede l’estensione della linea fino a San Donato Centro per poi proseguire fino a Paullo est con bus rapidi in superficie o metrotranvia, la seconda una metrotranvia fino a Peschiera, la terza tutta la tratta in metropolitana lungo i 5 km di percorso. Ad oggi l’ultima opzione sembra quella meno realizzabile. Nella finanziaria 2022 sono previste le risorse sia per il progetto di estensione fino a Paullo e sia per quello da Peschiera verso Crema.

Leggi anche: La M3 arriverà fino a PAULLO? La regione dice NO e propone altre due soluzioni

# M4: entro il 2024 entreranno in funzione le 21 stazioni lungo i 15 km della nuova linea. In fase avanzata di progettazione due prolungamenti oltre i due capolinea

Nei prossimi anni Milano vedrà l’apertura della sua quinta linea metropolitana, la M4, ma sono già in fase avanzato di studio la realizzazione di due prolungamenti verso ovest e verso est.

Le nuove denominazioni delle stazioni delle linea blu

La nuova linea metropolitana milanese, la blu o M4, dopo numerosi ritardi e rinvii dovrebbe inaugurare la prima tratta tra Linate Aeroporto e Dateo verso la fine del 2022. L’anno successivo fino a San Babila, mentre il tratto rimanente, dal centro alla periferia sud-ovest del Giambellino e Lorenteggio fino alla stazione di San Cristoforo FS nella prima parte del 2024. 

Leggi anche: La nuova DATA per la INAUGURAZIONE della M4: sarà la volta buona?

Prolungamento M4

Nel progetto ufficializzato a dicembre che prevede la realizzazione del “Milan east gate hub”, la nuova stazione ferroviaria dell’alta velocità ad est della città, è compreso il prolungamento del tracciato di 3,1 km della linea M4. Il percorso si allungherà in sotterranea dall’Aeroporto di Linate all’Idroscalo e ci saranno due fermate nel territorio di Segrate: Idroscalo-San Felice e Segrate punta Est. L’apertura della tratta dovrebbe avvenire tra il 2026 e il 2027, essendo stimanti 4 di lavori dalla consegna delle aree. I fondi sono previsti dalla finanziaria 2022.

Leggi anche: EAST HUB: le novità sulla PROSSIMA PORTA di INGRESSO di Milano

Credits: giornaledeinavigli.it – Diverse ipotesi di prolungamento M4 a ovest

La linea blu attende le risorse per finanziare il progetto preliminare di estensione ad ovest oltre il capolinea di San Cristoforo Fs. Tutti gli enti coinvolti, comuni, Città Metropolitana di Milano e Regione Lombardia, hanno approvato il prolungamento, resta da decidere il percorso, la lunghezza e il numero di fermate. Sono 6 le ipotesi al vaglio su cui dovrà ricadere la scelta definitiva, per una lunghezza massima di 4 km.

# M5: entro il 2030 la linea raddoppierà con nuovo capolinea nord a Monza Polo Istituzionale: 13km e 12 fermate. Ipotizzate altre due estensioni: verso Bresso e Settimo/Magenta

La linea lilla raddoppierà la sua estensione entro il 2030, con 13km e 12 nuove fermate a nord e nuovo capolinea Monza Polo Istituzionale e sarà così la prima metropolitana a collegare due province. In studio due ulteriori prolungamenti, un altro a nord e uno ovest.

M5 Bignami-Monza

Entro il 2030 la linea M5 attraverserà i comuni di Milano, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni e Monza, raddoppiando la lunghezza attuale con i 13 km di binari aggiuntivi. Dopo la stazione di Bignami, ora capolinea, verranno costruite altre 12 fermate: Testi Gorky, Bassini, Rondinella Crocetta, Matteotti, Monza Bettola, Campania, Marsala, Monza Fs, Monza Centro Trento Trieste, Villa Reale, Ospedale San Gerardo, Polo Istituzionale. L’importo per la realizzazione dell’opera è di 900 milioni di euro, già interamente coperto, e i lavori dovrebbero partire entro il 2022.

Sbinamento M5

La linea potrebbe prevedere un ulteriore prolungamento a nord, verso i territori di Bresso, Cusano Milanino e Cinisello, con la biforcazione dei binari da Bignami: da un lato proseguendo verso Monza, dall’altro in direzione Bresso con l’ipotesi di 5 nuove fermate: Parco Nord, Bresso, Cusano e due fermate a Cinisello. Al momento è già stato completato lo studio di fattibilità. Il tracciato dovrebbe estendersi per 5,5 km.

Prolungamento M5 Settimo Milanese

In fase di partenza c’è anche uno studio fattibilità per il prolungamento della lilla a ovest da San Siro Stadio verso Settimo Milanese. Le nuove fermate sarebbero 5: Caldera, Quinto Romano, San Romanello, Figino, Settimo Milanese. Una delibera regionale ha inoltre approvato uno studio di fattibilità su estensione supplementare da Settimo Milanese a Magenta per quasi 20 km di nuovo tracciato.

Leggi anche: La M5 va oltre SAN SIRO: pronto lo STUDIO di FATTIBILITÀ per l’estensione di 11 chilometri

# Circle Line: una metro semi-circolare sul percorso della S9 con 12 fermate, interscambi con 5 linee metropolitane e passaggio dei treni ogni 10 minuti

Circle line Milano
Credits: wikipedia.org – Circle line Milano

Tra le linee più interessanti del futuro sistema di trasporto milanese c’è la circle line, una metro semi-circolare di 12 fermate sul percorso della linea S9, nel tratto compreso tra Rho Fiera e San Cristoforo FS. La linea vedrà altre 4 nuove stazioni oltre a quella in costruzione di Tibaldi, con termine lavori previsto nel 2023: Istria che interscambierà con la M5, Dergano con M3, Stephenson e MIND-Cascina Merlata a nord-ovest. Insieme alle 7 stazioni esistenti di San Cristoforo, Romolo, Porta Romana, Forlanini, Lambrate, Certosa, Rho Fiera ci saranno un totale di 12 stazioni a servizio della città e dei pendolari in ingresso. L’intero tracciato ferroviario verrà rifunzionalizzato, saranno acquistati 20 treni dedicati che a regime passeranno ogni ogni 10 minuti

Leggi anche: In costruzione la PRIMA STAZIONE della futura CIRCLE LINE

# M6: una nuova linea da nord-ovest a sud-est di 37 fermate, con orizzonte oltre il 2030

La linea M6 con le varianti previste nel PUMS
La linea M6 con le varianti previste nel PUMS

Nel Pums è prevista un’altra linea metropolitana per Milano, la linea M6 o linea rosa, al momento l’ultima linea metropolitana radiale in fase di analisi. La linea dovrebbe fungere, nelle intenzioni del Comune, da collegamento tra la periferia nord-ovest e quella sud-est di Milano, passando per il centro della città. Nel piano del 2010 la linea prevedeva 37 fermate (tra le quali Quarto Oggiaro, viale Certosa, Pagano, Porta Genova, piazza XXIV Maggio, Porta Romana, via Lombroso, Ponte Lambro). Le varianti ipotizzate sono 6: a nord diramazione verso Baranzate o Molino Dorino da Rho Fiera, dopo Cadorna l’interscambio con la linea M3 o linea M2, a sud estensione fino a Rogoredo/Ponte Lambro o Noverasco. L’orizzonte della linea è oltre il 2030. Nella finanziaria 2022 sono stati stanziati i fondi per lo studio di fattibilità di M6 che interesserà la parte sud del milanese in connessione con le linee della metropolitana 2 e 3.

Leggi il progetto qui: M6: la favola della metropolitana ROSA

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FABIO MARCOMIN

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A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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La rana è sempre l’altro

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In un esperimento del 1882 in America dei ricercatori scoprirono che una rana lanciata nell’acqua bollente saltava via immediatamente, mentre messa in acqua tiepida alzando la temperatura gradualmente finiva bollita. Da qui l’espressione rana bollita rilanciata anche da Noam Chomsky per descrivere le tecniche di manipolazione di massa.

Molti governi occidentali da due anni applicano questa tecnica per somministrare soluzioni improponibili che spesso vanno contro i principi base delle società che dovrebbero essere sempre rispettati.

Come descrive Chomsky, questo avviene con la strategia della rana bollita aggiungendo restrizioni a piccole aree della società lasciando gli altri apparentemente in salvo. Fino a che vengono estese progressivamente anche alle altre categorie che a quel punto è troppo tardi per reagire.

Vediamo la temperatura del mare magnum dell’informazione che si è alzata pian pianino fino alla situazione attuale in cui gran parte del progetto iniziale è stato realizzato. E in cui le persone si sono ritrovate a veder trasformate delle libertà universali e inalienabili, come il movimento, il lavoro, lo studio e la disponibilità del proprio corpo, in concessioni a tempo da parte dell’autorità. 

Se due anni fa avessero prospettato le soluzioni che sono attualmente in vigore ci sarebbe stata una sollevazione popolare. Mentre adesso le categorie guardano impaurite a quello che succede agli altri sperando che non tocchi a loro.

L’unico modo per salvarsi è fare tutti un grande balzo per uscire dal pentolone prima di restare secchi.

Continua la lettura con: Il nuovo canto degli italiani

MILANO CITTA’ STATO

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