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Come si dice MASCHERINA in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

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Entro il 2030 la METRO CRESCERÀ del 34%: le 38 NUOVE FERMATE in arrivo

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Credits: mos.ru - Cartina nuove linee metropolitane Mosca

Se si contano anche le nuove metrotranvie si arriva a un aumento del 55%: si passerà dai 127 km attuali di rete ai 195 km. Non solo, trasformando anche tutti gli studi di fattibilità già realizzati in progetti esecutivi, si potrebbe arrivare a 260 km entro il 2050. Ecco come ci si muoverà a Milano.

Entro il 2030 la METRO CRESCERÀ del 34%: le 38 NUOVE FERMATE in arrivo

# Oggi Milano ha una rete metropolitana di 113 stazioni e 96,8 chilometri di binari. Entro il 2030 avrà l’ottava rete metropolitana per estensione in Europa con 130,5 km

Mappa metropolitana di Milano

Ad oggi la metropolitana di Milano conta 113 stazioni e 96,8 chilometri di binari, è la più estesa d’Italia e al contempo una delle più recenti d’Europa con l’inaugurazione della linea M1 avvenuta nel 1964. Nel 2023 la lunghezza della rete sarà di 114 km, superando quella della Svezia ora al decimo posto in Europa, mentre con 136 stazioni consoliderà il settimo posto della graduatoria per le metropolitane con più fermate. Nel 2030 con 130,5 km di estensione salirà all’ottavo posto davanti a San Pietroburgo e le stazioni saranno 151. Vediamo nel dettaglio le nuove infrastrutture che saranno inaugurate nei prossimi dieci anni e quelle possibili entro il 2050.

Leggi anche: Curiosità e record delle 7 METROPOLITANE nelle città italiane

# La nuove metropolitane entro il 2030: la nuova M4, il raddoppio della M5, estensioni a nord e ovest della M1, per 33,5 km e 38 fermate

In un post sulla sua pagina Facebook l’assessore alla mobilità Marco Granelli ha fatto il punto della situazione sul futuro del trasporto milanese, illustrando tutte le nuove linee metropolitane o estensioni che verranno inaugurate tra il 2023 e il 2030. Tre le linee protagoniste.

#1 M1 Sesto FS-Monza Bettola: 2 fermate e 1,9km di lunghezza

Credits: Urbanfile – Prolungamento M1 Monza-Bettola

L’estensione della linea rossa a nord vedrà l’inaugurazione nei prossimi anni di due nuove fermate, ormai in costruzione dal 2010 e rallentate da alcuni fallimenti dell’aziende, di Restellone e Monza Bettola per una lunghezza complessiva di 1,9 km.

# M1 Bisceglie-Quartiere degli Olmi: 3 fermate e 3,5 km di estensione. La M1 supererà per lunghezza la M2 e con 43 fermate consoliderà anche questo record 

Credits: Urbanfile – Prolungamento Bisceglie-Quartiere degli Olmi

La linea rossa si prolungherà anche ad ovest con 3 nuove fermate dal capolinea Bisceglie, le stazioni: Parri, Baggio e Quartiere degli Olmi. In tutto 3,5 km con  deposito e parcheggio di interscambio oltre la tangenziale ovest. Un progetto del valore di 350 milioni di euro che avrà un potenziale bacino d’utenza che comprenderà i comuni di Cesano Boscone, Settimo Milanese, Cusago e la connessione della statale 114 con la tangenziale per l’ingresso in città delle auto provenienti da Cisliano, Albairate, Abbiategrasso. In totale la M1 raggiungerà circa 32 km di estensione, superando la M2, e con 43 fermate si confermerà anche come linea con più stazioni della città.

#2 M4 Linate-San Cristoforo: 21 stazioni per 15 km

Credits: wiikipedia.org – Il tracciato delle linea blu

La quinta linea di Milano, la M4, dovrebbe inaugurare nella sua interezza entro la fine del 2023 collegando l’aeroporto di Linate a est con la stazione di San Cristoforo Fs a ovest passando per il centro storico sul percorso della cerchia dei Navigli. Gli scavi si sono già conclusi e le prime 3 fermate dovrebbero aprire entro il primo semestre del 2021. In totale la linea blu avrà 21 stazioni per 15 km di estensione.

Le nuove denominazioni delle stazioni delle linea blu
Le nuove denominazioni delle stazioni delle linea blu

Leggi anche: La nuova STAZIONE di LINATE: M4 vicina al DECOLLO (fotogallery)

#3 M5 Milano Bignami-Monza Brianza: 13km e 12 fermate, quasi raddoppiata l’estensione della lilla

Credits: Urbanfile – M5 Bignami-Monza

La linea attraverserà i comuni di Milano, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni e Monza. Dopo la stazione di Bignami, ora capolinea, verranno costruite altre 12 fermate, quasi raddoppiando la lunghezza attuale della M5: Testi Gorky, Bassini, Rondinella Crocetta, Matteotti, Monza Bettola, Campania, Marsala, Monza Fs, Monza Centro Trento Trieste, Villa Reale, Ospedale San Gerardo, Polo Istituzionale.

# Le metrotranvie veloci in sede protetta pronte nei prossimi dieci anni: 34,9 km complessivi di rete

Non solo metropolitane ma anche metrotranvie nel futuro prossimo di Milano. Tre interesseranno il quadrante nord e una quello a est.

#1 Metrotranvia Ospedale Niguarda-Cascina Gobba M2: lunga 4,5 km intersecherà le stazioni della metro M5 Bicocca, M1 Precotto, M2 Cascina Gobba

Credits: Urbanfile – Metrotranvia Niguarda Cascina Gobba

La metrotranvia Niguarda-Cascina Gobba attraverserà trasversalmente il nord della città partendo dall’ospedale Niguarda e incrociando la fermata M5 Bicocca, la fermata M1 Precotto e dopo aver attraversato il quartiere Adriano farà capolinea ad est attestandosi alla fermata M2 Cascina Gobba. L’intero percorso sarà lungo 4,5 km.

#2 Metrotranvia Milano-Desio-Seregno: estesa 14,2 km attraverserà 6 comuni dopo Milano

Progetto Metrotranvia Milano-Seregno

La prima parte fino a Paderno Dugnano (loc. Calderara) sarà a doppio binario e la seconda (da Calderara a Seregno) a binario singolo con raddoppi per gli incroci. Il progetto prevede la trasformazione dell’obsoleta tranvia interurbana Milano-Desio, con prolungamento a Seregno, in una moderna metrotranvia. Lunga 14,2 km attraverserà 6 comuni: Bresso, Cusano Milanino, Paderno Dugnano, Nova Milanese, Desio e Seregno.

#3 Tramvia Milano-Limbiate: 11,7 km per 18 fermate

Credits: wikipedia.org – Metrotraniva Milano-Limbiate

La metrotranvia Milano-Limbiate non è altro che la storica linea tranviaria che collega da fine ‘800 il quartiere Comasina a Limbiate. La riqualificazione delle linea in metrotranvia, lunga 11,7 km per 18 fermate, la renderà più veloce perché in sede protetta e con un servizio migliore.

#4 Metrotranvia Rogoredo M3-Repetti M4 (ex Quartiere Forlanini M4): 4,5 fermate km per 15 fermate, una fermata servirà l’arena del ghiaccio delle Olimpiadi 2026

Il percorso della nuova metrotranvia partirà dalla stazione M4 Repetti, nuovo nome della stazione che avrebbe dovuto chiamarsi “Quartiere Forlanini” e terminerà a M3/FS Rogoredo. I tram partendo da viale Forlanini proseguiranno sullo stesso percorso del tram 27, poi verso le vie Monlué e Bonfaldini, attraverseranno il quartiere nuovo di Santa Giulia terminando nel piazzale dell’entrata delle Stazioni FS e Metropolitana linea 3 di Rogoredo. In totale saranno 4,5 km per 15 fermate.

Tutti i progetti sono stati approvati e finanziati, tranne il prolungamento Adriano-Gobba la cui domanda di finanziamento sarà presentata a gennaio 2021.

Leggi anche: La GRONDA NORD e le altre METROTRANVIE che ruoteranno attorno a Milano

# Entro il 2050 Milano potrebbe arrivare a 260 km di rete grazie ad altri 12 studi di fattibilità presentati 

Oltre a queste opere interamente finanziate e solo in attesa di avvio o conclusione lavori, ci sono altre infrastrutture per le quali sono già stati effettuati gli studi di fattibilità e che stanno proseguendo l’iter di valutazione. Nel caso venissero approvate e realizzate tutte, si arriverebbe ad avere una rete di metropolitane e metrotranvie estesa per 260 km nel 2050.

#1 M3 Comasina-Paderno Dugnano: l’ipotesi più accreditata vede l’aggiunta di due stazioni ovvero Cormano e Paderno Dugnano

Credit: nord24milano.it

#2 M4 Linate-Segrate: lo studio prevede una stazione intermedia “Idroscalo” oltre a quella di Segrate che servirà il “Westfield Center” e l’hub AV

Leggi anche: Estensione Metro più Stazione Alta Velocità a SEGRATE: finanziato lo studio di fattibilità

#3 M4 San Cristoforo-Buccinasco: ad oggi ci sono 6 ipotesi al vaglio

Credits: giornaledeinavigli.it – Diverse ipotesi di prolungamento M4 a ovest

Ormai scontato il prolungamento della M4 ad ovest oltre il capolinea di San Cristoforo Fs, resta da decidere il percorso, la lunghezza e il numero di fermate. Sono 6 le ipotesi al vaglio su cui dovrà ricadere la scelta definitiva.

#4 M5 San Siro-Settimo Milanese: 4 fermate ipotizzate

Prolungamento M5 Settimo Milanese

Ad oggi sono 4 fermate che potrebbero estendere la linea M5 a ovest: Sant’Elena, Quarto Cagnino, Quinto Romano e il capolinea con deposito di Settimo Milanese.

#5 Sbinamento della M5 per portarla a Bresso e Cusano Milanino

Sbinamento M5

Lo sbinamento, già finanziato con 15 milioni di euro, è fondamentale per l’eventuale prosecuzione della linea M5 verso Cinisello passando per Bresso.

#6 Metrotramvia Ospedale Niguarda-Stazione Certosa

Credits: Urbanfile: Metrotranvia Niguarda- Certosa

Questo tratto di metrotranvia si collegherebbe con il tratto “Ospedale Niguarda-Cascina Gobba”, già approvato e in attesa di fondi, formando la cosiddetta “Metrotranvia Nord”.

#7 Un trasporto rapido di massa da Cologno Nord M2 a Vimercate

Prolungamento Cologno Nord – Brugherio

In fase di valutazione c’è la scelta della tipologia di trasporto più conveniente a livello di costi benefici, ovvero tra metropolitana, metrotranvia o bus veloci.

#8 Un trasporto rapido di massa da San Donato M3 a Paullo (ed eventualmente fino a Crema)

Prolungamento M3

Qui vale lo stesso discorso fatto per il prolungamento da Cologno Nord M2 a Vimercate, anche se in questo caso sembra più fattibile un primo tratto con la metropolitane di 2 fermate fino a San Donato Est e il resto del percorso utilizzando infrastrutture meno impattanti sia a livello costruttivo che finanziario.

Altre infrastrutture in fase di studio avanzato:

  • Un trasporto rapido di massa nel quadrante sud di Milano
  • Un trasporto rapido di massa da MIND ad Arese
  • Un trasporto rapido di massa intorno alla futura città della salute
  • Un trasporto rapido di massa intorno Settimo Milanese-Magenta

Continua la lettura con Le estensioni della metro più desiderate dai milanesi

FABIO MARCOMIN

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Inaugurato il MUSEO del CINEMA più GRANDE del mondo. È firmato Renzo Piano

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Credits: @mdkinla Academy Museum of Motion Pictures

Il 30 settembre 2021 è stato inaugurato il museo più grande del mondo. E non poteva che essere qui. Un omaggio alla storia del cinema firmato Renzo Piano.

Inaugurato il MUSEO del CINEMA più GRANDE del mondo. È firmato Renzo Piano

# Il più grande museo del cinema mai visto

Credits: @mdkinla IG
Academy Museum of Motion Pictures

Nulla da togliere al nostro museo del cinema torinese, ma una struttura del genere dedicata interamente all’arte del cinema non si era mai vista. Circa 28 mila metri quadrati di spazio espositivo distribuiti su più piani, è questo quello che è stato ideato e realizzato da Renzo Piano a Los Angeles, precisamente nel quartiere Miracle Mile. il più grande museo al mondo dedicato al cinema. Riqualificando un ex magazzino degli anni Trenta, Renzo Piano ha progettato una struttura spettacolare, degna di ospitare un museo interamente dedicato all’arte dello spettacolo. Così, sopra alla struttura, ha ideato un volume in vetro e cemento a forma di sfera.

# L’industria dei sogni

Credits: @brianfizzy
Academy Museum of Motion Pictures

Il museo ospita sia una mostra permanente che esposizioni temporanee. Video, poster, fotografie d’epoca, costumi e oggetti di scena, collezioni legate a personaggi che hanno fatto la storia del cinema e pezzi di film riempiranno le sale del museo, facendolo diventare una sorta di industria dei sogni. Nel museo ci sono anche una sala cinematografica con 1000 posti a sedere e il Ted Mann Theatre da 288 posti.

# Il percorso espositivo

Credits: @ograham26
Academy Museum

L’Academy Museum of Motion Pictures apre al pubblico con la mostra principale intitolata “Stories of Cinema” e organizzata su tre piani espositivi occupando circa 3000 metri quadrati. Si parte dalla videoinstallazione che racconta la storia del cinema, a partire dai fratelli Lumière fino ai giorni nostri, nella Spielberg Family Gallery. Si passa alla Wanda Gallery, una galleria d’ingresso con proiezioni dal pavimento al soffitto di spezzoni di film, per poi arrivare alla Significant Movies and Moviemakers.

Sala immancabile è poi quella dedicata agli Academy Awards, dove si racconta della statuetta più importante di sempre, l’Oscar, con le sue più famose vittorie e i suoi rifiuti che hanno fatto la storia. Non solo. Nella The Oscar Experience, i visitatori possono simulare di aver vinto la statuetta e accettare l’Oscar nel Dolby Theatre.

# La mostra temporanea

Credits: @academymuseum
Academy Museum of Motion Pictures

Le sale del museo del cinema più grande al mondo non si esauriscono qui. Ce ne sono molte altre come quella dedicata agli effetti del cinema sul sociale, ad esempio sui rapporti di lavoro e il movimento #MeToo. Ma oltre alle stanze dell’esposizione “Stories of Cinema”, l’Academy Museum of Motion Pictures dedica i suoi primi mesi di apertura a  Hayao Miyazaki, mago del cinema di animazione.

Continua la lettura con: Inaugura il primo CINEMA-HOTEL del mondo: il PARADISO, di nome e di fatto

BEATRICE BARAZZETTI

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Le 3 migliori città dove studiare all’estero

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Credits: pexels-pixabay.com

Nonostante la pandemia il desiderio di un’esperienza di istruzione all’estero è ancora comune tra i giovani italiani e non solo, ma prima di partire per un’avventura simile bisogna scegliere una meta. Quali sono le città più accoglienti per uno studente straniero?

Le migliori città dove studiare all’estero

#Scegliere

La scelta di iscriversi in università all’estero deriva da molti fattori: il giudizio negativo delle strutture d’istruzione nel proprio paese, la supposizione che i corsi di studi all’estero siano migliori o che producano un vantaggio inseriti nel curriculum, la maggiore possibilità di trovare lavoro dopo la laurea. Ma più di tutto, chi fa un’esperienza di studio all’estero è alla ricerca di un periodo di immersione all’interno di una cultura altra. Le città ospitanti devono quindi soddisfare non solo il requisito di competenza scolastica, ma anche offrire esperienze sociali e culturali che facciano sentire lo studente accolto e affascinato. Sono tre le città più ambite, una delle quali si trova in Europa.

Credits: pixabay.com

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#1 Kuala Lumpur

Al primo posto troviamo Kuala Lumpur in Malesia. È la più grande città del paese, fondata nel 1857 è passata dall’occupazione inglese a quella giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale. La città vanta un grande numero di moschee e musei visitabili, è il centro economico e finanziario di tutta la Malesia e meta turistica per milioni di persone ogni anno. Kuala Lumpur offre numerosi servizi per arricchire la propria cultura, imparando la storia del luogo ma anche per divertirsi, sono infatti numerose le vie dello shopping e le discoteche. L’accoglienza dei locali è molto apprezzata dagli stranieri e il costo della vita è tra i più sostenibili al mondo, garantendo la possibilità di mantenere un equilibrio tra vita professionale e privata.

Credits: pixabay.com

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#2 Màlaga

La città europea posizionata nella top 3 delle mete preferite dagli studenti universitari è la spagnola Màlaga, nella comunità autonoma dell’Andalusia. La città ha origini antiche, ci sono testimonianze di insediamenti addirittura preistorici. La sua espansione protratta nei secoli è incora in atto grazie al settore del turismo e del terziario. La lunga storia ha donato alla metropoli europea un patrimonio artistico ampio e ricco di bellezze passando dal Teatro Romano del primo secolo al Centro Pumpidou Màlaga inaugurato nel 2015. È il centro economico della regione grazie al settore marittimo, delle costruzioni e delle nuove tecnologie, vanta inoltre numerosi eventi festivo-religiosi e folkloristici che trasportano all’interno della tradizione andalusa. Questo clima insieme ai bassi costi della vita permettono di avere una movimentata vita sociale e stringere legami duraturi.

Credits: pixabay.com

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#3 Dubai

La grande città negli Emirati Arabi Uniti è caratterizzata da una grande varietà di lingue e culture che fanno in modo di non fare sentire lo studente uno straniero. Formalmente istituita nel XIX secolo, Dubai hai origini risalenti al 1000 e il suo sviluppo economico è dovuto alla dominazione inglese nell’Ottocento, che ha scelto la città per via della sua collocazione geografica. Un punto a favore di Dubai è la presenza di trasporti urbani accessibili e diffusi. Le possibilità lavorative offerte dalla città sono concentrate nel settore petrolifero ed immobiliare ma anche in quello turistico. Queste caratteristiche fanno in modo che ogni anno siano numerosi gli studenti che decidono di restare in città anche dopo il completamento del loro corso di studi.

Credits: @visit.dubai
Dubai

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Fonte Mollo tutto e vado a studiare all’estero: le città migliori e peggiori per l’avventura da expat 

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SARAH IORI

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Il nuovo CAPOLAVORO di Renzo Piano: apre la CATTEDRALE di LUCE

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Credits che_eireen IG - GeS- 2 interni

Al posto di una storica centrale elettrica in disuso nasce un polo culturale scenografico a firma dell’archistar genovese Renzo Piano. Dove si trova questa incredibile struttura e come è stata trasformata.

Il nuovo CAPOLAVORO di Renzo Piano: apre la CATTEDRALE di LUCE

# Nasce la “Casa della cultura” nel centro di Mosca a firma Renzo Piano

Credits eugenykorolev IG – Ges-2

Renzo Piano con il “Renzo Piano Building Workshop” firma il progetto della “Casa della cultura GES-2” nel centro di Mosca che rigenera una storica centrale elettrica del 1907 in disuso, nel frequentato quartiere Ottobre Rosso sul Bolotnaya Embankment.

Questo polo della cultura è uno spazio accessibile a tutti grazie a: cinema, sala concerti, biblioteca, negozi, ristorante, alla caffetteria, parco giochi, laboratori, atelier e una zona dedicata alle residenze per artisti, alle sale espositive e all’auditorium che ospiteranno performance ed eventi pubblici. L’obiettivo di questo immenso spazio, acquistato nel 2015 dalla Fondazione V-A-C creata dal magnate russo Leonid Mikhelson (Ceo di Novatek), è di reimmaginare le tradizionali “case della cultura” russe, centri ricreativi nati sul finire dell’Ottocento e ancora oggi molto popolari.

# Il progetto della “Cattedrale di Luce” si sviluppa su un’area di due ettari

Credits arquitectturavica.com – Progetto Ges-2

Gli interni dell’ex centrale elettrica sono strutturati come prosecuzione dello spazio pubblico e fanno sembrare la Casa della Cultura come una cattedrale di vetro, inondata dalla luce. Tutto il polo culturale si estende su una superficie complessiva di due ettari.

All’esterno è stata realizzata una collinetta artificiale con un bosco di oltre 600 betulle e 80.000 cespugli e un sentiero che lo attraversa che conduce alla piattaforma d’osservazione esterna.

# Gli edifici e gli spazi principali del nuovo polo culturale della capitale russa

Credits eugenykorolev IG – Ges-2 laterale

L’edificio del GES 2 è composto da cinque parti: l’edificio frontale, l’edificio principale, l’ala destra, l’ala sinistra e l’auditorium:

  • la parte anteriore dell’edificio ospita la Piazza, sopra la quale trova spazio una biblioteca, uno degli ingressi principali del complesso;
  • l’ala destra ospita alloggi e spazi per il lavoro collettivo e collaborativo;
  • nell’ala sinistra ci sono il ristorante e alcuni uffici;
  • l’edificio principale ospita il Prospekt e la passerella principale del GES-2 al livello 1, mentre attorno sono disposti gli spazi dedicati ai programmi artistici e didattici, la caffetteria, diversi negozi e dall’Auditorium;
  • al livello -1, ricco di luce naturale, si trovano i principali luoghi espositivi.

All’interno di un edificio ottocentesco, appartenuto in passato all’importante imprenditore Petr Smirnov, sorge il “Vaults Art Production Centre” con laboratori dotati di attrezzature all’avanguardia a disposizione dei creativi di vari ambiti artistici, per lavorare legno, metallo, ceramica e tessili, oltre a un laboratorio di fotografia, atelier per la serigrafia e la stampa 3D e uno studio di registrazione audio-video.

Nella parte posteriore del complesso si sviluppa il cortile, che in estate sarà luogo di concerti e proiezioni cinematografiche, mentre al di sotto un parcheggio a due livelli che può ospitare fino a duecento auto. Al di sopra, un’area che può essere utilizzata per concerti e rave. Al di sotto del parcheggio, un archivio di 2000 mq.

# L’Auditorium ospita un cinema cittadino e una sala concerti con 10 possibili configurazioni di allestimento

Credits che_eireen IG – GeS- 2 interni

L’Auditorium è l’elemento centrale del progetto. Si tratta di una struttura modificabile, il cinema cittadino GES-2 Kino e una sala concerti che dispone di dieci possibili configurazioni di allestimento e che può accogliere fino a 420 persone. Lo spazio è stato studiato per ospitare conferenze, produzioni teatrali, concerti e proiezioni. 

 

Fonte: Professione Architetto

Continua la lettura con: MERDEKA! È in arrivo il SECONDO GRATTACIELO più ALTO del MONDO

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Inizia l’era Scholz, Roma è avvisata: alla Germania serve un’Italia forte

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PREZZI delle case: la PREVISIONE per il 2022 in 11 città. Atteso un BOOM in questi quartieri di Milano

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Credits Andrea Cherchi - Piazzale Ferrara

Pubblicata un’analisi su 11 città per prevedere l’andamento del prezzo al metro quadro nel 2022. Vediamo le previsioni per il prossimo anno, con molte sorprese.

PREZZI delle case: la PREVISIONE per il 2022 in 11 città. Atteso un BOOM in questi quartieri di Milano

# A Torino la crescita record, Milano rimarrà la città più cara

Credits: @igers.torino
Porta Palazzo Torino

Immobiliare Insights, l’unità di Immobiliare.it, ha elaborato un algoritmo predittivo che consente di avere le proiezioni dei prezzi per i 12 mesi successivi prendendo come dati di riferimento i prezzi unitari medi (€/mq) calcolati ogni mese per ogni Comune dal 2012. Tramite questo strumento è stata effettuata un’analisi i su 11 città italiane da cui è emersa Torino come quella che nel 2022 dovrebbe registrare una crescita record del +5,3% con il costo medio delle abitazioni che dovrebbe crescere da 1.893 a 1.994 euro al mq. A seguire c’è Milano che dovrebbe rivalutarsi in media del 4,2% restando però la più cara in assoluto, con un prezzo medio al mq di 5.107 euro. Tra le altre città esaminate solo Bari e Bologna, rispettivamente al +1,8% e +1,2%, e Roma, con un +0,3%, dovrebbero segnare una crescita dei prezzi.

# A Catania il calo più marcato 

Credits: siciliafan.it – Catania

Tra le città con uno scenario negativo Genova, Napoli e Venezia dovrebbero registrare un calo compreso tra il – 2,8% e il -2,1%, Palermo del -3,2%, Firenze del -3,6%. La città con la discesa dei prezzi più marcata dovrebbe essere Catania, con una perdita dei valori immobiliari del 4,8%, passando dai 1.229 euro al metro quadro ai 1.170 per l’acquisto di un’abitazione.

# I quartieri più caldi: gli aumenti maggiori attesi in periferia. In testa Corvetto a sud e Turro a nord

Credits Andrea Cherchi – Piazzale Ferrara

Nel focus su Milano si evidenzia come le aree con una salita più sensibile dei prezzi degli immobili dovrebbero essere quelle periferiche. Corvetto, a sud della città, potrebbe registrare la performance migliore con +8,9%, seguita da Turro con +8,4%. Poco sotto la soglia dell’8% troviamo altri quartieri periferici: a nord-ovest Viale Certosa con un +7,9% atteso, Cimiano a nord-est +7,7% e infine Pasteur e a sud Abbiategrasso-Chiesa Rossa con +7,6%.

Continua la lettura con: Affitti a Milano: le ZONE che RENDONO di PIÙ (con sorpresa)

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: “La cultura è lo strumento chiave per uscire dalla pandemia”

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In Veneto il presepe di GHIACCIO più grande d’Italia

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Quindici statue a grandezza naturale, realizzate con 10 tonnellate di ghiaccio a -12°C, trasformano il Natale in magia

# Jesolo e la magia di Natale

Il Natale è oramai alle porte e sempre più grandi e piccini avvertono tutt’intorno un’atmosfera degna dello speciale momento dell’anno. Dopo la scorsa puntata sulle ottime iniziative per il Natale di Jesolo, sembra che alla cittadina sia stato attribuito un altro record, sempre legato alle Feste di fine anno.

Credits: @cittàdijesolo.it (FB)

# Il presepe di ghiaccio più grande d’Italia

Jesolo ha organizzato il periodo natalizio in maniera assolutamente speciale. Quest’anno si è trasformata in una città di ghiaccio incantata, pronta ad accogliere persone di tutte le età.
Fino a domenica 9 gennaio 2022 il centro storico di Jesolo Paese ospita il Presepe di ghiaccio più grande d’Italia.
La rappresentazione della natività, che talvolta passa in secondo piano rispetto agli immensi alberi addobbati, è qui resa spettacolare dall’utilizzo del ghiaccio.

Credits: @cittàdijesolo.it (FB)

Il ghiaccio è normalmente conosciuto come un materiale effimero, che si scioglie, almeno in pianura, quando appare il primo raggio di sole. In questa situazione speciale, viene invece utilizzato come una materia prima magica e preziosa, che viene trasformata dagli artisti: su di essa viene impresso il lavoro degli scultori, ne raccoglie l’idea. Il ghiaccio cattura la luce rifrangendola in mille gradazioni di colore.

Credits: @Accademia-Italiana-Ghiaccio-Artistico-AIGA (FB)

L’esposizione jesolana è composta da quindici statue a grandezza naturale, create partendo da circa 10 tonnellate di ghiaccio e ospitata in una teca refrigerata di 65 mq, con un fronte lineare di 14 m, mantenuta ad una temperatura interna di -12°.

# L’Accademia Italiana Ghiaccio Artistico

L’opera spettacolare è frutto del lavoro del un team di scultori che costituisce l’accademia Italiana Ghiaccio Artistico. Il gruppo è guidato da Francesco Falasconi, maestro intagliatore che ha al suo attivo numerosissimi riconoscimenti e che ha formato una squadra di artigiani che si sono “esibiti” in diversi luoghi d’Italia. Tra gli artisti Francesco Carrer e Matteo Renato.

# Quando visitare il Presepe

Le date disponibili per visitare il Presepe di ghiaccio sono:

  • 18-19 dicembre dalle ore 10.00 alle 19.30
  • Dal 20 al 23 dicembre dalle 14 alle 19.30
  • Dal 24 dicembre al 9 gennaio dalle ore 10.00 alle 19.30

Eventuali aggiornamenti di programmazione sono reperibili sul sito ufficiale del Comune di Jesolo.

Credits: comune.jesolo.ve.it

Continua la lettura con: Sull’adriatico la prima pista di sci da fondo in riva al mare

LUCIO BARDELLE

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Leggi anche: Da Barbero ai podcast di Limes: Intesa Sanpaolo ora è una “centrale” culturale

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La prima volta non finisce mai

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Celebre l’esperimento di Konrad Lorentz nell’anello di Re Salomone in cui descrive come sia diventato mamma di un gruppo di papere, essendo l’unico vivente presente al momento della schiusa delle loro uova. A quel punto tutte le papere lo seguivano ovunque.
Questa è la perfetta rappresentazione del meccanismo della dipendenza.

Il tossicodipendente testimonia come la dipendenza mentale nei confronti della droga nasce nel tentativo invano di replicare la prima esperienza che era concisa con il massimo piacere provato.

La prima volta di un’esperienza che trasmette piacere, emozioni o sicurezza condiziona l’esistenza perché è come se creasse il contenitore psicologico di tutte le esperienze successive.
La grande cassettiera della vita è fatta di cassetti “prima volta” che tendono a riempirsi di tentativi successivi fatti per replicare la prima esperienza.

Gran parte dell’esistenza si conduce cercando di inseguire le sensazioni della prima volta però inutilmente, perché la forza della prima volta è proprio nel suo essere una novità.

In fondo, il consumismo ci induce proprio questo: a riempire sempre gli stessi cassetti con esperienze emotivamente sempre più insignificanti.

Invece di vivere una vita di riproduzione di esperienze già vissute è più vitale aggiungere sempre nuovi cassetti invece che continuare a riempirli.

Continua la lettura con: Il pianeta dei giganti

MILANO CITTÀ STATO

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Il “villaggio più magico” del Natale è nella CAPITALE LOMBARDA del Lago Maggiore

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Credits: @romicontini_42 IG

Non solo le più famose “Lucine di Natale” ma anche tante altre sorprese in una rinomata località di lago che, in questo periodo, si veste della stessa materia di cui è fatto il Natale: la magia. Tanto da essere stato definito “il villaggio di Natale più magico d’Italia”. 

Il “villaggio più magico” del Natale è nella CAPITALE LOMBARDA del Lago Maggiore

# 500.000 led di magia

Credits: @lucinedinatale.it IG

Sono oltre mezzo milione di lucine che addobbano alberi, sculture, piazze, fontane e installazioni. Nessun dettaglio del Parco del Gaggetto e dei luoghi urbani di Laveno Mombello viene sottovalutato, per rendere questa località a pochi chilometri da Milano, il villaggio di Natale più magico di tutti.

Tutto curato nei minimi particolari, per lasciare a bocca aperta gli spettatori delle “Lucine di Natale”, titolo della manifestazione. Anche gli oggetti urbani di tutti i giorni, come ad esempio le fontane, con le Lucine di Natale si vestono di atmosfera natalizia, trasformando la loro essenza in un piccolo gioco di prestigio che regala meraviglia e un sorriso a grandi e piccini.

Leggi anche: I MERCATINI di NATALE più belli di Milano e della Lombardia

# Le Lucine di Natale

Credits: @sonsolessr IG

Quest’anno arriva a Laveno Mombello lo spettacolo che ha fatto innamorare migliaia di visitatori di Leggiuno, dove si sono tenute le scorse edizioni.
Basta varcare la soglia del Parco del Gaggetto, per venire catapultati in un paesaggio da fiaba, in cui i led vestono le installazioni per dar vita alla magia tridimensionale del gioco di luci. Il percorso poi segue l’itinerario ispirato da un’idea di Lino Betti del lontano 1999.

L’installazione è aperta tutti i giorni fino al 9 gennaio, lo spettacolo gode della compagnia di mercatini con prodotti enogastronomici e momenti di gioco e cultura, dalle 17:30 alle 23:00 tutti i giorni dalla domenica al giovedì, i fine settimana con prolungamento fino alle 24:00, sono invece gli orari per immergersi nella magia delle lucine.

Da non perdere poi la suggestiva cornice del Presepe Sommerso. Durante questo periodo, con particolare attenzione nei weekend di dicembre, l’associazione “Amici del Presepe Sommerso”, propone una curiosa rivisitazione del classico presepe, accogliendo in una Piazza Caduti del Lavoro a Laveno Mombello addobbata a festa, insieme a dell’ottimo vin brûlé o della cioccolata calda.

Leggi ancheIl festival delle luci di Natale per TRAM e BUS: un’idea per Milano?

# Babbo Natale e la Befana

Credits: @lucinedinatale.it IG

L’edizione del 2021 vede come ospiti d’onore sia Babbo Natale che la Befana, i quali animeranno le giornate e le serate degli ospiti di Laveno Mombello.
Fino al 25 dicembre sarà possibile incontrare Babbo Natale tutti i giorni. Per gli impegni natalizi di Santa Claus, a Laveno Mombello si potrà incontrare esattamente negli orari di apertura delle Lucine.
Al Parco del Gaggetto Babbo Natale ha portato la sua famosa cassetta delle lettere, per imbucare la lista dei regali dopo aver fatto una chiacchierata magica con lui.

Dal 26 dicembre in poi, invece, entra in scena la Befana con la sua scopa, in una ideale staffetta con Babbo Natale e i folletti.
Portate la calza e la vecchina più curiosa della tradizione natalizia sarà disponibile fino al 6 gennaio per spargere un po’ della magia del Natale, sotto forma di caramelle per i più buoni, o carbone per i più birichini.
📌 I folletti si prenderanno solo una piccola pausa il 24 dicembre e il 31 dicembre, in cui il villaggio sarà chiuso 📌

Leggi anche: Ha aperto a Milano il “quartier generale di BABBO NATALE”

# Il contorno della manifestazione

Credits: @___tundri___ IG

A corredo di questa bella manifestazione, che sembra fatta apposta per i grandi che la visitano con la scusa di portarci i più piccoli, sono previsti momenti di lettura di fiabe, accompagnate da spettacoli di danza, i titoli proposti, intervallati, sono Frozen e Lo Schiaccianoci.
Questi momenti avvengono sulla pista da ghiaccio che completa l’offerta di Laveno Mombello.

Una proposta incredibile e, guardando le immagini, assolutamente imperdibile.
Non state già acquistando il biglietto online?
A Laveno Mombello, da Milano, si arriva con la macchina percorrendo la Strada Provinciale 233, con due linee ferroviarie, sulla linea di Gallarate o di Trenord. Dal Piemonte si può arrivare … in barca!

 

Fonte: Si Viaggia

Continua la lettura con: Il villaggio delle MERAVIGLIE di MILANO

LAURA LIONTI

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I RISTORANTI che RUOTANO più belli del mondo: dove si potrebbe fare a Milano?

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Zipline projects in Milan

Cenare comodamente seduti attorno al tavolo e intanto godere di un panorama ogni istante diverso. Questa è la caratteristica dei ristoranti girevoli in cima a grattacieli o a torri. Ma dove si trovano i più famosi e qual è stato il primo della storia?

I RISTORANTI che RUOTANO più belli del mondo: dove si potrebbe fare a Milano?

Secondo gli archeologi, addirittura, il primo ad inventarlo fu Nerone. Sembra infatti che l’imperatore romano avesse una sala da pranzo rotante in cima alla Domus Aurea. Verità o leggenda, ciò che è sicuro è che nell’era moderna il primo esemplare conosciuto sorse a Dortmund nel 1959, sulla vetta di una torre della televisione. Mentre nel 1961 fu costruito a Seattle il primo ristorante girevole brevettato. Da allora decine di strutture girevoli dedicate alla ristorazione sono state costruite in tutto il mondo, ne presentiamo cinque che risultano particolarmente significative.

# Il Ristorante “181” di Monaco di Baviera

Credits: @docogermany
181

Il ristorante “181” di Monaco di Baviera è posto sulla torre del villaggio olimpico, aperta al pubblico nel 1968 in anticipo di quattro anni rispetto all’inizio dei giochi. Ben lungi dal limitarsi a ruotare, è diventato uno dei ristoranti più ambiti della città, dato che la cucina dello chef Otto Koch ha meritato una stella Michelin. Potrebbe essere definito il ristorante girevole più serio del mondo.

# The TWIST Mediterranean Buffet a Guangzhou

Ph. Julia Cui

Il ristorante girevole a buffet mediterraneo TWIST, situato al 106° piano della Canton Tower, è “Il ristorante girevole più alto in un edificio” insignito del Guinness World Records. Ruota sospeso a 422 metri sulla città di Guangzhou, sul delta del fiume Pearl, in un ambiente decisamente accattivante. Purtroppo, leggendo i commenti dei clienti, sembra essere la classica trappola per turisti: cucina appena mediocre, servizio scadente e prezzi alti…come il ristorante.

# Il Drehrestaurant Allalin sul Mittelallalin

Credits: @redzebraus
Drehrestaurant Allalin

Il Drehrestaurant Allalin non è sorretto da alcuna torre e non ne ha bisogno, perché pur ruotando vicino al suolo è posto sul Mittelallalin (3456 m s.l.m.) da dove si gode un panorama superbo ed ineguagliabile per estensione. Posto nel cuore della catena dei Mischabel, una ghirlanda di eleganti 4000 delle Alpi, consente alla vista di spaziare dalle Alpi Bernesi fino a Milano e alla Pianura Padana. Per raggiungerlo si parte da Saas-Fee (Svizzera) con due opzioni: o a piedi con 1700 metri di dislivello e attrezzatura da ghiacciaio, oppure col Metro Alpin, la funicolare sotterranea più alta del mondo, una corsa della quale, purtroppo, costa il doppio dell’abbonamento annuale a tutte le autostrade della Svizzera.

# Il Casinò Stratosphere Hotel & Tower di Las Vegas

Ph. Rudi Nockewel

Il Casinò Stratosphere Hotel & Tower di Las Vegas, sorregge un ristorante girevole posto all’altezza di 257 metri. Lo stile del locale risponde all’atmosfera del luogo, tutta tesa a stupire ed emozionare. Non solo il menù prevede piatti stravaganti come il lecca lecca di cheesecake, ma non è raro, pranzando durante il giorno, rischiare di strozzarsi alla vista di una figura umana che precipita fuori dalla finestra. In realtà non si tratta di un avventore, rovinatosi nella sala da gioco sottostante, che vuole suicidarsi: è un amante degli sport estremi che sta provando il nuovo skyjump, sito proprio sopra il ristorante.

# Il ristorante Star-Plucking a Taipei

Credits: it.mydailyselfmotivation.com
Star-Plucking

Il ristorante Star-Plucking a Taipei ruota attorno alla ciminiera dell’inceneritore di rifiuti di Beitou. All’inaugurazione 7000 persone si sono messe in coda per accedere al locale, che può ospitare 120 clienti. Gli avventori sono stati rassicurati con la dichiarazione che” il tasso di diossina dell’inceneritore è molto al di sotto del tasso standard” e le comunicazioni di marketing recitavano: “dallo Star-Plucking si può godere della vista di Taipei ed esaminare anche la pulizia del nostro inceneritore di immondizie”. Sicuramente il ristorante girevole più bizzarro della serie.

# Revolving Restaurant: dove si potrebbe fare a Milano?

Le opzioni per un revolving restaurant a Milano potrebbero essere una struttura leggera sulla vecchia torre Branca del parco Sempione, oppure (più promettente) una nuova costruzione da abbinare ai lavori per il rifacimento dello Stadio, che si avvantaggerebbe anche della vicinanza dei parchi di Trenno e delle cave.

Continua la lettura con: Il RISTORANTE di Milano dove si mangia seduti sull’ALTALENA

ANDREA CAVALLERI

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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La SCALA in MINIATURA nel centro di Milano

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Credits: teatro gerolamo, IG

Tutto il mondo conosce La Scala, ma non molti milanesi sanno dell’esistenza di una Scala in miniatura. Il piccolo teatro ha circa 150 anni ed è un gioiello nascosto in pieno centro città. Ora rilanciato nella serie The Ferragnez.

La SCALA in MINIATURA nel centro di Milano

# La Scala in miniatura

A Sanremo 2021 Francesca Michielin e Fedez hanno portato la canzone “Chiamami per nome”. Il videoclip del brano presenta inquadrature a palco vuoto di diversi teatri italiani, costretti alla chiusura nel periodo più intenso della Pandemia. Tra questi troviamo un piccolo teatro che somiglia molto al grande teatro lirico de La Scala. E’ il teatro Girolamo, fondato nel 1868 e costruito dalla stessa impresa che si occupava della Galleria Vittorio Emanuele. Il soprannome deriva dalla sua architettura, il cui loggione in legno e i due ordini di palchi ricordano il tempio della lirica, ma i posti disponibili arrivavano solo ad un numero di 600, contro i duemila del più celebre teatro.

Ma perché queste dimensioni ridotte? E dove si trova?

Credits: babeline6, IG

Leggi anche I 10 SEGRETI che si nascondono nel TEATRO ALLA SCALA, il tempio della lirica mondiale 

# Teatro di Marionette

Il piccolo teatro si trova in Piazza Beccaria ed è dimensioni ridotte perché il palco era pensato non per gli esseri umani, bensì per le marionette. Alla sua nascita fu affidato al marionettista Giuseppe Fiando, che lasciò spazio anche al teatro dialettale. Con la morte di Fiando il teatro non ha smesso di svolgere il suo compito di teatro di marionette: molte compagnie hanno calcato il suo palco, tra cui Carlo Colla & figli, a cui il teatro fu affidato dal 1911 al 1957. Dopo la prima, ma non ultima, minaccia di chiusura, evitata dall’intervento di Paolo Grassi, la “scala in miniatura” ha smesso di ospitare marionette e tra gli anni 60 e 70 è diventata sede privilegiata per il teatro dialettale milanese.

Credits: teatro gerolamo, IG

Leggi anche Le FORME di MILANO 

# La produzione dialettale

Nonostante i numerosi passaggi di gestione, conseguenza di continue chiusure e riaperture dovute alla messa a norma del teatro, il Gerolamo non ha mai sentito la lirica inondare la sua platea. La produzione dialettale è continuata con Umberto Simonetta fino al 1983, anno della seconda chiusura. Oggi il teatro ospita monologhi, prosa, musica da camera e ancora una volta marionette, inoltre grazie alla riapertura nel 2017, anche conferenze, mostre e proiezioni. I nuovi spazi ospitano anche una sala per pianoforte e una biblioteca. La scala in miniatura è così ancora ridimensionata, arrivando ad ospitare 209 spettatori. L’ultima chiusura è quella dovuta alla Pandemia, che ha accomunato il teatro Gerolamo con la sua grande sorella: La Scala.

Credits: tetaro gerolamo, IG

 

Leggi anche La PIAZZA PIÙ IGNORATA del centro di Milano 

Continua la lettura con L’AMBROGINO d’ORO a chi compie 100 ANNI 

SARAH IORI

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Inaugurata a Torino la “PIAZZA LINEARE”

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Credits officines - Officine S

Dopo anni di dissesti finanziari, rinasce l’ex galleria commerciale realizzata all’interno di un complesso di storici edifici industriali del capoluogo piemontese. Scopriamo la “piazza lineare” più lunga d’Europa. 

Inaugurata a Torino la “PIAZZA LINEARE”

# La “piazza lineare” più lunga d’Europa

Credits officineS – Rendering esterni officine S

Il 16 dicembre ha inaugurato a Torino la “piazza lineare” più lunga d’Europa. Si sviluppa per 300 metri sia all’interno e all’esterno della struttura originale delle storiche Officine Savigliano. L’ex galleria commerciale cambia pelle dopo anni di dissesti finanziari   e mette a disposizione 12.600 mq di spazi, 26 nuove attrazioni e una promenade di 160 metri con dehors nella parte esterna nelle nuove Officine S di corso Mortara 24.

# Shopping, cibo e sport nel nuovo polo torinese

Credits requadro.com – Rendering Officine S

Negli spazi dell’ex stabilimento SNOS hanno preso il via quattro giornate di eventi, con show cooking, spettacoli musicali e intrattenimento per i bambini, per presentare il nuovo polo alla città. Oltre alle solite attività commerciali aprono in esclusiva tra gli altri: Zero Gravity, la palestra di tappeti elastici più grande d’Italia, Miniso, il primo gadget store nel Nord Italia di ispirazione giapponese, Ma Bookstore, la prima libreria contemporanea made in Italy esperienziale e green e Doppio Malto, un birrificio artigianale italiano che ha conquistato l’Europa.

 

Fonte: SiViaggia

Continua la lettura con: Il nuovo CAPOLAVORO di Renzo Piano: apre la CATTEDRALE di LUCE

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Il ban americano contro Huawei? Un boomerang per gli Stati Uniti

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Come si dice ASPORTO in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: come si dice KM ZERO in milanese?

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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La STELLA che ha reso il Castello Sforzesco INESPUGNABILE

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Credits : repertoriodimilano.wordpress.com - dalla Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli

Una stella eretta dagli spagnoli intorno al Castello Sforzesco ha trasformato la corte in una cittadella a sé stante. A prova di assalto. 

La STELLA che ha reso il Castello Sforzesco INESPUGNABILE

Il Castello Sforzesco di Milano è oggi uno dei simboli più importanti della città. Uno dei castelli urbani più grandi d’Europa è tra i monumenti più visitati e ricercati di Milano, dagli stessi milanesi che si recano a passeggio o in visita ai meravigliosi musei interni.
Ma il rapporto tra il castello e i milanesi non è sempre stato un idillio, perché fin dalla nascita ogni signore o dominatore straniero ha stabilito lì la sua casa. E non si è trattato sempre di personaggi molto apprezzati dai cittadini. 
Chissà se per tenere lontane le potenze straniere o per fronteggiare possibili rivolte popolari, gli spagnoli hanno deciso di costruire una fortificazione a protezione del Castello. Già perché i milanesi, popolo tradizionalmente pacifico, a volte può scattare di rabbia contro il loro signore. 

Leggi anche: 🛑 PIAZZA CASTELLO avrà un nuovo VOLTO: il restyling entra nel vivo

# La distruzione del Castello ad opera dei milanesi

Credits: @giannicongiu IG

Con la fine della prima signoria dei Visconti, i milanesi entrano nelle mura del castello, depredando ogni bene e distruggendo il più possibile dell’odiata struttura, immagine di tirannide.

Dopo questa insurrezione, seguono il bel periodo dell’Aurea Repubblica Ambrosiana e la Signoria degli Sforza, che sanciscono l’abbellimento della città con il contributo, seppure ancora contraddittorio, del Bramante, di Leonardo da Vinci e del Filarete.

La fine della dinastia Sforza consegna Milano all’instabilità e porta all’abbandono del castello, fino a che gli spagnoli con Carlo V sconfiggono definitivamente i francesi e diventano signori di Milano nella seconda metà del 1500.

Milano sembra debole di fronte alle mire di governanti di mezza Europa, pertanto gli spagnoli, dopo aver abbandonato l’idea di rottamare il Castello Sforzesco per costruirne uno nuovo, decidono per l’opzione più economica: costruire bastioni di rinforzo alla città, includere nella fortificazione anche il Castello e completare l’opera con una bastionatura dello stesso.

Leggi anche: La SCIATTERIA tra Duomo e Castello. La DENUNCIA di Urbanfile

# La stella a sei punte

Credits: repertoriodimilano.wordpress.com – dalla Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli

La fortificazione delle mura del castello arriva 12 anni dopo l’inizio dei bastioni intorno alla città: costa ben 60.000 ducati, anticipati da un banchiere emergente, quel Tommaso Marino che vede la sua fortuna nascere e crescere intorno all’influenza degli spagnoli.
Il primo baluardo è quello che punta verso via Quintino Sella, a seguire vedono la luce quello di Via Ricasoli, poi Largo Cairoli, per finire con il sesto e ultimo verso Corso Sempione.

In spregio ai sogni di indipendenza dei milanesi, ogni punta della stella viene intitolata a un’autorità spagnola.
Da questo momento il Castello, così circondato, diventa una delle cittadelle più grandi di tutta Europa. Il fossato di protezione intorno al Castello è alimentato dai canali artificiali dei Navigli e una parte del progetto di Ludovico il Moro sta così prendendo forma.

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# Il raddoppio della stella

Credits : repertoriodimilano.wordpress.com – dalla Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli

Terrorizzati dalle nuove tecnologie belliche, gli spagnoli ritengono Milano e la loro residenza al Castello non ancora sufficientemente protette, pertanto puntano al raddoppio dei baluardi, aggiungendo alla già complessa struttura a sei punte, altrettante “mezzelune” conficcate nel fossato e che protendono verso l’esterno, portando il Castello Sforzesco ad avere una fortificazione a 12 punte per un totale di oltre tre chilometri di bastionatura.
Di tutte le opere dell’epoca, forse la più fedele vista prospettica dell’edificio, è quella ritratta in un affresco di Villa Arese Borromeo a Cesano Maderno.

Leggi anche: SFIDA al DUOMO: qual è il SIMBOLO “ALTERNATIVO” di Milano

# Milano e il “suo” Castello si separano

Credits: qr.villegentilizielombarde.org – Affresco Villa Arese Borromeo

Finalmente viene coronato il sogno di Ludovico il Moro: quello di creare una cittadella nella città di Milano, complesso a sé stante lontano dalle abitazioni, ambizione perseguita con fissazione anche dagli spagnoli con espropri e abbattimenti delle case nate a ridosso del Castello.
Dei costi preventivati ad inizio lavori, per il Castello, non si sa più quante volte sono lievitati: le punte della stella sono raddoppiate, ma tra lavori, guarnigione e soldatesca da mantenere, il consuntivo è aumentato di 16 volte, praticamente più della cifra pagata da Francesco II di Sforza all’Imperatore Carlo V per comprarsi i diritti di governo sul Ducato di Milano qualche decennio prima.

Se i milanesi l’avessero saputo prima, probabilmente, anziché offrirsi agli spagnoli alla morte degli Sforza, avrebbero potuto contrattare per ricomprarsi la loro stessa libertà, continuando a perseguire il sogno dell’autogoverno iniziato con l’Aurea Repubblica Ambrosiana.

Leggi anche: Il CASTELLO di CARTE di MILANO

# L’inevitabile casermone militare

Credits: monicamagenes IG

Questa insana paura degli spagnoli nei confronti degli attacchi esterni, l’ossessione per la difesa di Milano e della loro cittadella nel Castello, ha inevitabilmente portato all’unico utilizzo possibile dell’edificio: riempito di soldati, armi e fortificato a quella maniera, il Castello Sforzesco diviene la più lussuosa ed elegante caserma militare post rinascimentale d’Europa.
La bella torre del Filarete, zeppa di polvere esplosiva, salta per aria e scompare, così l’esistenza di un’opera d’arte si tramuta in un cumulo di mattoni e macerie ammucchiate alla meno peggio.
Quando Milano cambia dominatore straniero, da Napoleone agli austriaci, il primo pensiero del nuovo padrone di casa è quello di abbattere queste mura e far contenti i milanesi.

Credits: @andreacherchi_foto IG

Anche quando il Comune, suo malgrado, ne diviene proprietario, il primo pensiero è lo stesso di tutti i predecessori: la demolizione.
Si deve alla testardaggine del Beltrami se invece il Castello Sforzesco è stato ristrutturato, restaurato, la Torre del Filarete ricostruita il più possibile fedele alle stampe e affreschi dell’epoca e lo spazio adibito a luogo museale pieno di storia, cultura e identità.
Ora il Castello Sforzesco è proprietà di una cittadinanza più consapevole di avere tra le mani un capolavoro di cui andar fieri, sempre un po’ altezzoso e lontano dalle case del circondario. Ma adesso sappiamo il perché.

Continua la lettura con: L’AUREA REPUBBLICA AMBROSIANA: i tre anni di AUTOGOVERNO di Milano

LAURA LIONTI

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Leggi anche: Droga, gli intrecci pericolosi degli Ultras milanesi. Scarica le carte dell’inchiesta

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Il pianeta dei giganti

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La sala dei Giganti, Mantova

65 milioni di anni fa un meteorite caduto nello Yucatan ha provocato l’estinzione dei dinosauri. Sono sopravvissuti alla catastrofe solo animali di piccole dimensioni.
Nella storia si sono succeduti periodi in cui la natura ha avuto la tendenza a evolversi verso forme giganti. E lo stesso è accaduto per l’umanità.

Se pensiamo agli imperi che si sono affermati nel corso dei secoli, hanno cercato dimensioni sempre più grandi fino a crollare inesorabilmente sotto il proprio peso. A questo sono seguiti periodi in cui il mondo si è parcellizzato in piccole realtà, molto più adatte a sopravvivere in periodi di difficoltà. Esemplare nel mondo occidentale il caso dell’impero romano che dopo aver raggiunto la sua massima estensione è involuto rapidamente fino a portare l’Europa nell’alto Medio Evo delle città stato e dei piccoli territori.

Il gigantismo funziona bene in alcuni periodi perché tende a moltiplicare il fattore di scala rendendo più efficienti sistemi molto grandi. Risponde poi all’esigenza di governare la realtà e in qualche modo cristallizzandola, mentre invece le grandi dimensioni risultano poco capaci di rispondere a rapidi e radicali cambiamenti.

Anche in questa fase storica stiamo assistendo alla riorganizzazione del pianeta in colossi politici e finanziari. Stati come la Cina e l’India sono diventate potenze mondiali proprio grazie al loro gigantismo economico e la stessa Europa sta cercando di trasformarsi in un organismo unitario. Mentre dal punto di vista economico la possibilità di accedere ai mercati mondiali sta creando realtà che un tempo erano confinate all’interno di uno stato, o di pochi stati, in aziende globali con capacità tentacolari su tutto il pianeta.

Una delle caratteristiche del gigantismo è quello di cannibalizzare i piccoli che hanno meno capacità di economie di scala e quindi vengono schiacciati sotto l’ingigantimento dei grandi. La scomparsa dei piccoli porta a un impoverimento culturale e di innovazione del sistema che tende a sclerotizzarsi sui modelli vincenti. Non solo. Porta anche a una distribuzione della ricchezza e del potere sempre più concentrata in poche mani, con il deterioramento della condizione della generalità delle persone.

Il gigantismo di per sé non ha limiti e quando arriva ai confini di un mercato sconfina anche in altri ambiti. Un approdo naturale del gigantismo economico è il potere politico. Tutti i giganti globali prima o poi arrivano a conquistare anche il potere politico, soprattutto in quegli stati dove è maggiore la debolezza finanziaria ed economica.

Il gigantismo si riflette anche a livello individuale e non è un caso che la nostra sia la società dell’obesità, che è essa stessa riflesso di un atteggiamento bulimico verso l’esistenza che porta molti a essere indotti ad acquisire molte più cose del necessario e soprattutto cose che spesso non sono necessarie.

Quale potrebbe essere il meteorite destinato ad estinguere i giganti di oggi?

Continua la lettura con: Il Neoliberismo si mangia il libero mercato

MILANO CITTÀ STATO

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🛑 EAST HUB: le novità sulla PROSSIMA PORTA di INGRESSO di Milano

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Credits mm - Alta velocità Porta Est

Il progetto per la realizzazione della nuova porta di accesso a Milano lungo la direttrice est procede e vengono svelati ulteriori dettagli della futura mobilità dell’area. Ecco come sarà il “Milan east gate hub”.

EAST HUB: le novità sulla PROSSIMA PORTA di INGRESSO di Milano

# Un investimento di circa 450 milioni di euro per la realizzazione del “Milan east gate hub” 

Credits mm – Hub Segrate Porta Est

Il progetto per la realizzazione di una nuova porta di accesso ferroviaria a Milano, lungo la direttrice est, prosegue e si fa sempre più concreto. La presentazione di “Milan east gate hub” è avvenuta durante un evento che ha visto tra i vari partecipanti Comune di Milano, Mm, Rfi e lo stesso Comune di Segrate. Lo studio di fattibilità del progetto ha un costo pari a 2,5 milioni di euro finanziato al 50% da fondi europei, mentre per realizzazione dell’hub è stimato un investimento dei circa 450 milioni.

# Le opere nel dettaglio della nuova porta d’accesso a Milano

#1 3,1km di prolungamento della M4 fino a Segrate

La metropolitana di Milano si espanderà ad est. Nel progetto è inserito il prolungamento del tracciato di 3,1 km della linea M4 con la prosecuzione della linea dall’Aeroporto di Linate in sotterranea all’Idroscalo e due fermate, nel territorio di Segrate, Idroscalo-San Felice e Segrate punta Est. Il costo complessivo dell’opera, assieme al sottopasso pedonale di collegamento alla nuova stazione dell’alta velocità ferroviaria di Segrate, è di 350 milioni di euro.

Leggi anche: Estensione Metro più Stazione Alta Velocità a SEGRATE: finanziato lo studio di fattibilità

#2 La stazione dell’alta Velocità di Segrate

Una stazione ferroviaria dell’alta velocità, con un terminal degli autobus nelle immediate vicinanze, andrà a rimpiazzare l’attuale fermata dei treni di Segrate. Integrerà l’AV sulle direttrici Torino-Milano-Venezia con le linee regionali e suburbane dell’area metropolitana di Milano Est e avrà un costo totale di 80 milioni di euro. Questa infrastruttura avrà la medesima funzione che ha la stazione di Rogoredo a sud e quella di Rho Fiera a nord-ovest.

#3 La riorganizzazione della viabilità locale

Credits westfieldmilan – Cassanese Bis

Si prevede il completamento della Cassanese bis, una bretella di collegamento tra la BreBeMi e la tangenziale Est di Milano. Il primo lotto già realizzato e a carico di Serravalle, il secondo tratto completato al 90%  Westfield, mentre i cantieri del terzo lotto verranno avviati nei primi mesi del 2022.

#4 Un potenziamento dei percorsi ciclopedonali

Credits Comune di Segrate – Percorsi ciclopedonali

Attorno all’area del nuovo hub e da e verso Milano e Segrate sono previsti dei percorsi ciclopedonali per realizzare un sistema di mobilità dolce integrato.

Continua la lettura con: “Il problema più significativo per i Giochi”: ALLARME per la nuova ARENA di Milano

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: I curdi non tirano più. La guerra in Siria disertata dai “tifosi” in Occidente

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FAQ vs. FAKE sul futuro di SAN SIRO: i cittadini rispondono “VERO” o “FALSO” sulle questioni più importanti

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Credits: @san.siro_stadium IG

È vero che San Siro è pericolante? Il verde verrà mantenuto? Quanto costerebbe ammodernare il vecchio San Siro? E costruirne uno nuovo?
In un esaustivo comunicato Gabriella Bruschi del “Coordinamento San Siro, i cittadini fanno squadra” risponde a queste e molte altre domande

FAQ vs. FAKE sul futuro di SAN SIRO: i cittadini rispondono “VERO” o “FALSO” sulle questioni più importanti

# Coordinamento San Siro. I cittadini fanno squadra

Credits: @giodps IG

Per tutti coloro che pensano che a giocare la partite di San Siro siano soltanto il Milan, l’Inter e i rispettivi ospiti, abbiamo una notizia: mettetevi comodi, prendete i popcorn e godetevi il dietro le quinte della questione più divisiva di Milano, quella che sta spaccando le opinioni molto più di qualunque altro argomento di attualità.
Dopo che sono fluiti fiumi di inchiostro e le ragioni si sono susseguite a mezzo stampa e social per anni, sulla questione San Siro, tenerlo o abbatterlo, in pochi sono riusciti a raccogliere tutte le informazioni oggettivamente.

Il Coordinamento San Siro, i cittadini fanno squadra è un comitato spontaneo di cittadini che sono favorevoli al mantenimento del vecchio stadio, da tenere per ragioni che vanno dall’affetto alla sostenibilità ambientale ed economica, per il miglioramento della mobilità e la salvaguardia dei residenti della zona, passando per il fondamentale consolidamento «dell’identità del quartiere che da oltre un secolo è ippico/sportivo/residenziale» che verrebbe snaturato dal nuovo progetto e dai grandi spazi commerciali previsti.

# FAQ contro FAKE del coordinamento San Siro

Credits: @san.siro_stadium IG

Gabriella Bruschi sintetizza così anni di esperienza e contrapposizione a Comune e cordata Cino-Americana, mettendo nero su bianco una serie di risposte alle mille domande che ci stiamo facendo un po’ tutti a Milano.
Capitolo per capitolo, il Coordinamento San Siro. I cittadini fanno squadra, per opera dell’Amministratrice di gruppo e portavoce, puntualizza ogni dettaglio.
Nei commenti al post è possibile intuire che il coordinamento è composto da residenti della zona, appassionati e tifosi, tutti cittadini che hanno più che un diritto di far sentire la propria voce; inoltre vi sono anche tecnici specializzati, ad esempio nella conservazione dei beni culturali ed architettonici.

Leggi anche: Un nuovo FUTURO per lo stadio San Siro

# La stabilità dello stadio

Credits: @sybelle IG

«È vero che lo stadio San Siro è pericolante ? Assolutamente no». Lo stadio è stato oggetto a collaudi periodici, superandoli tutti in maniera brillante. L’ultimo collaudo ha prodotto un certificato di idoneità statica che lo garantisce per altri 10 anni.
Quindi la struttura è solida, in grado di sostenere qualsiasi tipo di ammodernamento e ristrutturazione. Questo significa che si può intervenire con tecniche moderne, per fare tutti quei lavori di ristrutturazione di cui San Siro ha bisogno.
Il coordinamento suggerisce anche un uso più affascinante delle attuali volumetrie, utilizzando spazi interni non ancora sfruttati al 100%, come lo “sfilamento” del terzo anello da sostituire con una galleria panoramica che ne farebbe «un unicum al mondo».
Gli interventi sarebbero rivolti a mantenere inalterata la struttura esistente, rispettandola.

# Quanto costa?

Credits: @wearepopulous IG

«Quanto costerebbe ristrutturare lo stadio San Siro? Volendo fare tutte le più avanzate operazioni di ammodernamento e ristrutturazione non si supererebbero i 300 milioni». Proseguire con il progetto già approvato, costerebbe invece 560 milioni di Euro.
Il nuovo progetto prevede la costruzione di un nuovo stadio da 60.000 posti e la “rifunzionalizzazione” del vecchio San Siro.
Ma che significa esattamente “rifunzionalizzare”? Significa abbattere lo stadio San Siro in tutte le sue parti, tranne una torre e un breve tratto di anello. Il lavoro di smaltimento durerebbe oltre 3 anni, coinvolgendo una media di 182 TIR impegnati 24/7, con picchi di traffico di 471 TIR/giorno.

Leggi anche: 🔴 “San Siro non ha nessun valore storico”: la Scala del Calcio verso la demolizione

# Il verde, l’amianto, l’abracadabra…

Credits: @callmeilchristian IG

Il capitolo “green” è decisamente il più interessante.
Tolto l’affetto e l’attaccamento verso un edificio, che può essere razionale o sembrare il contrario, la sostenibilità ambientale è l’abracadabra con cui si cerca di fare la magia del greenwashing a Milano.
Ebbene, la situazione attuale vede «un parco di 5,5 ettari piantumato con alberi di alto fusto chiamato parco San Siro oppure Parco dei Capitani», situato tra i numeri 11 e 25 di Via Tesio, lungo la Via Achille. In questo momento è attrezzato con  illuminazione soddisfacente per le ore notturne, nonché provvisto di telecamere su tutta l’area.
«Con il nuovo progetto, quest’area verrà mantenuta? No. Proprio su quest’area verrebbe costruito un nuovo stadio.
Con il nuovo progetto, ci sarà più verde rispetto ad ora ? No. Con il nuovo progetto ci saranno 2,6 ettari di verde profondo contro i 5,5 ettari attuali.
Con il nuovo stadio è stato indicato verde per 10 ettari. Che tipo di verde è? È un verde di copertura: di tetti, garage, strutture, aiuole e terrazzi».

«Esiste il pericolo/amianto in caso di distruzione dell’attuale stadio San Siro?» È un pericolo concreto. Sono stati rilevati materiali vetrosi e amianto in alcune parti come controsoffitti, nelle pavimentazioni e coibentazioni. In caso di spostamento dalla situazione attuale questi materiali potrebbero essere dispersi nell’aria

# Le squadre e gli spettatori

Credits: @clima_derby IG

Milan e Inter hanno in concessione per 90 anni lo stadio di San Siro, Giuseppe Meazza. Anche con il nuovo stadio usufruirebbero delle medesime condizioni, ma «quanto pagano ora le squadre di canone all’amministrazione? Le squadre ora pagano all’amministrazione 10 milioni all’anno di canone. Quanto pagherebbero nel caso si procedesse con il progetto nuovo stadio? Il canone verrebbe ridotto a 2,780 milioni all’anno».
La capienza attuale di San Siro è pari a 78.000 spettatori, il nuovo stadio potrebbe ospitare fino a un massimo di 60.000 spettatori, di cui 12.000 premium, aumentando quest’ultima quota a scapito dei posti dedicati alle famiglie.

Leggi anche: 🛑 San Siro diventerà CATTEDRALE? Milano avrà “il miglior stadio d’Europa”

# Volumetrie e logistica

Credits: @san.siro_stadium IG

L’istantanea di San Siro oggi, fotografa un’area di 281.000 m², suddivisi in 55.000 di verde profondo, 39.000 m² per l’area dell’impianto, 1.100 m² per la stazione MM5, aree recintate di pertinenza per 27.000 m² e aree di flusso (in sostanza, parcheggi) per circa 163.000 mq. Al nuovo stadio verrebbe riservata una superficie di 99.000 m².
«Con che volumetrie verrebbe portato avanti il progetto nuovo stadio? Per una parte viene tenuto conto dello 0,35 del Pgt, mentre il 32 pct della superficie complessiva dello stadio non concorre al calcolo della SL complessiva».
Il nuovo stadio verrebbe alto come un palazzo di 10 piani, lungo circa 200 metri per una superficie di 99.000 m². Verrebbe costruito proprio su quella parte di “verde profondo, piantumato ad alberi” cancellando il Parco di San Siro, ad una distanza compresa tra i 30 e gli 80 metri dalle attuali abitazioni di Via Tesio.

San Siro continuerà a dividere in due la città, ragioni oggettive e soggettive seguiteranno ad animare il dibattito, finché la decisione verrà presa.
E voi che avete letto fin qui, conoscendo le ragioni del Coordinamento San Siro, con quale squadra vi sentite più affini? Comune, cordata cino-americana o gli abitanti di Via Tesio?

Fonte: Coordinamento San Siro. I cittadini fanno squadra

Continua la lettura con: SAN SIRO PARK: sarà il nuovo quartiere dello sport?

LAURA LIONTI

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🛑 Il nuovo piano aria al voto: AREA B estesa all’area metropolitana?

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Credits: pixabay.com. dimitrisvetsikas1969

L’obbiettivo di una città più green è in cima alla lista delle amministrazioni milanesi così il Piano Aria e Clima torna al voto, con nuovi obbiettivi orientati alla riduzione dello smog nella metropoli.

Il nuovo piano aria al voto: AREA B estesa all’area metropolitana?

# Milano torna al Piano Aria e Clima

Con un nuovo Piano Aria e Clima, Milano punta a costituire un piano per una città che viaggia a 30 km/h entro il 2026 e la trasformazione in un’area ciclopedonale entro il 2050. La città ha visto cambiamenti ogni anno, con la costruzione di nuove piste ciclabili, le promozioni per l’acquisto di monopattini e biciclette e l’introduzione di aree a circolazione ridotta. Nonostante questi cambiamenti la città è consapevole del fatto che si può fare di più.

Credits: pixabay.com, anncapictures

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# Nuovi obbiettivi

Tra gli obbiettivi della nuova proposta troviamo la circolazione di meno auto private entro il 2025, cosa che sarà resa possibile riducendo l’asfalto in città, sostituendo gli spazi con nuove aree verdi. La mobilità in bicicletta verrà promossa togliendo i parcheggi gratuiti e perseguendo il proposito di creare piste ciclabili in tutte le maggiori vie di circolazione della città. Inoltre Milano progetta la costruzione di edifici eco friendly, come impianti sportivi a zero emissioni. Altre iniziative riguardano invece la quotidianità della vita dei cittadini, la proposta è di estendere il divieto di fumo nei pressi delle scuole e posizionare alert anti-smog in tutti i quartieri.

Greenway Milano Credits: Pirelli

Leggi anche Il BICIPLAN METROPOLITANO: il progetto di 750km di ciclabili tra Milano e hinterland 

# Citttà a 30 km/h

La riduzione della velocità vedrà l’allargamento dell’area B all’hinterland milanese, con l’obbiettivo di fermare il traffico privato entro il 2050. La strategia è quella di posizionare il limite di velocità a 30 km/h in tutta la città ad eccezione delle grandi arterie di circolazione, ponendo come priorità quelle aree che riguardano la vita dei cittadini più fragili come zone vicine a scuole, ospedali e in generale luoghi di servizio sanitario. A fianco di queste iniziative verrà posto il potenziamento dei trasporti pubblici, che permetterà di ridurre la circolazione delle automobili, permettendo al ristretto numero dei mezzi privati di rispettare il nuovo limite di velocità in tutta Milano.

Credits: pixabay.com, Beeki

Leggi anche E se a Milano si costruisse un PASSANTE TRANVIARIO? 

# L’hinterland e l’area B

Il nuovo piano prevede l’inclusione nel processo di creazione della città green, tutta l’area metropolitana, includendo quindi i municipi dell’hinterland milanesi. Con la riduzione del numero di mezzi privati circolanti in città sarà necessario permettere ai pendolari e in generale a chi abita nei dintorni di Milano di accedere alla città senza preoccupazioni. L’area B, infatti, coinvolge anche la mobilità dei piccoli comuni, i cui collegamenti con la grande città saranno garantiti non solo dal potenziamento dei mezzi pubblici ma anche dall’aumento dello spazio per la mobilità sostenibile, ciclabili e punti di ricarica per auto elettriche.

Credits: milanopost.info
Area B

Leggi anche I TESORI dell’Hinterland di Milano 

Il futuro di Milano è Green e la partenza del Piano Aria e Clima prevista con l’inizio del nuovo anno è ostacolata solamente dall’approvazione del Consiglio Comunale che voterà la prossima settimana. Gli obbiettivi sono chiari e la pianificazione riguarda molti cambiamenti strutturali all’interno della città e non solo, le aspettative sono alte ma la volontà di cambiare le cose anche.

Continua la lettura con I LUOGHI più BELLI nei dintorni di Milano dove ABITARE in COLLINA 

SARAH IORI

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Come si dice KM ZERO in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: come si dice TRUZZO in milanese?

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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