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🛑 Il nuovo piano aria al voto: AREA B estesa all’area metropolitana?

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Credits: pixabay.com. dimitrisvetsikas1969

L’obbiettivo di una città più green è in cima alla lista delle amministrazioni milanesi così il Piano Aria e Clima torna al voto, con nuovi obbiettivi orientati alla riduzione dello smog nella metropoli.

Il nuovo piano aria al voto: AREA B estesa all’area metropolitana?

# Milano torna al Piano Aria e Clima

Con un nuovo Piano Aria e Clima, Milano punta a costituire un piano per una città che viaggia a 30 km/h entro il 2026 e la trasformazione in un’area ciclopedonale entro il 2050. La città ha visto cambiamenti ogni anno, con la costruzione di nuove piste ciclabili, le promozioni per l’acquisto di monopattini e biciclette e l’introduzione di aree a circolazione ridotta. Nonostante questi cambiamenti la città è consapevole del fatto che si può fare di più.

Credits: pixabay.com, anncapictures

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# Nuovi obbiettivi

Tra gli obbiettivi della nuova proposta troviamo la circolazione di meno auto private entro il 2025, cosa che sarà resa possibile riducendo l’asfalto in città, sostituendo gli spazi con nuove aree verdi. La mobilità in bicicletta verrà promossa togliendo i parcheggi gratuiti e perseguendo il proposito di creare piste ciclabili in tutte le maggiori vie di circolazione della città. Inoltre Milano progetta la costruzione di edifici eco friendly, come impianti sportivi a zero emissioni. Altre iniziative riguardano invece la quotidianità della vita dei cittadini, la proposta è di estendere il divieto di fumo nei pressi delle scuole e posizionare alert anti-smog in tutti i quartieri.

Greenway Milano Credits: Pirelli

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# Citttà a 30 km/h

La riduzione della velocità vedrà l’allargamento dell’area B all’hinterland milanese, con l’obbiettivo di fermare il traffico privato entro il 2050. La strategia è quella di posizionare il limite di velocità a 30 km/h in tutta la città ad eccezione delle grandi arterie di circolazione, ponendo come priorità quelle aree che riguardano la vita dei cittadini più fragili come zone vicine a scuole, ospedali e in generale luoghi di servizio sanitario. A fianco di queste iniziative verrà posto il potenziamento dei trasporti pubblici, che permetterà di ridurre la circolazione delle automobili, permettendo al ristretto numero dei mezzi privati di rispettare il nuovo limite di velocità in tutta Milano.

Credits: pixabay.com, Beeki

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# L’hinterland e l’area B

Il nuovo piano prevede l’inclusione nel processo di creazione della città green, tutta l’area metropolitana, includendo quindi i municipi dell’hinterland milanesi. Con la riduzione del numero di mezzi privati circolanti in città sarà necessario permettere ai pendolari e in generale a chi abita nei dintorni di Milano di accedere alla città senza preoccupazioni. L’area B, infatti, coinvolge anche la mobilità dei piccoli comuni, i cui collegamenti con la grande città saranno garantiti non solo dal potenziamento dei mezzi pubblici ma anche dall’aumento dello spazio per la mobilità sostenibile, ciclabili e punti di ricarica per auto elettriche.

Credits: milanopost.info
Area B

Leggi anche I TESORI dell’Hinterland di Milano 

Il futuro di Milano è Green e la partenza del Piano Aria e Clima prevista con l’inizio del nuovo anno è ostacolata solamente dall’approvazione del Consiglio Comunale che voterà la prossima settimana. Gli obbiettivi sono chiari e la pianificazione riguarda molti cambiamenti strutturali all’interno della città e non solo, le aspettative sono alte ma la volontà di cambiare le cose anche.

Continua la lettura con I LUOGHI più BELLI nei dintorni di Milano dove ABITARE in COLLINA 

SARAH IORI

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Come si dice KM ZERO in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

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Continua con: come si dice TRUZZO in milanese?

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Il Neoliberismo si mangia il libero mercato

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Le società occidentali si sono fondate sul libero mercato.

Si può dire che il libero mercato è la legge sociale più simile a quella della natura.
In natura ogni organismo vivente ha un rapporto metabolico con il suo habitat che è il suo mercato. Offre qualcosa all’habitat per ottenere in cambio qualcos’altro. E ogni vivente è libero di scegliere ciò che nell’habitat gli è più congeniale. Se con quello che consuma produce a sua volta qualcosa di utile, l’ambiente lo premia agevolando la sua diffusione. Se invece ha un atteggiamento invadente o parassitario questo provocherà anche la sua estinzione.

Libero mercato significa dare al consumatore il massimo potere. E questo genera un continuo equilibrio con consumatori che spingono i produttori a generare delle soluzioni sempre più ottimali, conducendo a un equilibrio dinamico tra domanda e offerta.

Il neoliberismo, che si sta diffondendo rapidamente negli ultimi tempi, risponde a una logica opposta. Al centro di tutto c’è il produttore a cui viene dato il massimo potere possibile. Un potere che tende a fagocitare qualunque concorrente e a estendersi senza limiti planetari.
In un sistema neoliberista il consumatore diventa un utente obbligato di fatto ad assumere i beni o i servizi offerti dal produttore, e non è più in grado di esercitare il suo potere selezionando l’offerta.

Nel sistema neoliberista si tende ad avere per ogni settore un solo produttore dominante, che può essere singolo o avere la forma di un cartello (trust), la cui azione diventa sempre più simile a un monopolio pubblico. Il paradosso è che spingendo al limite un sistema neoliberista che parte dando il massimo potere a delle componenti di mercato giunge agli stessi risultati di un’economia collettivista di stampo sovietico, dove la programmazione centralizzata impone i bisogni delle persone.

Ciò che dovrebbe impedire al libero mercato di collettivizzarsi in una logica neoliberista sono i meccanismi antitrust che dovrebbero funzionare proprio per riportare in equilibrio il rapporto tra consumatore e produttore, scongiurando distorsioni monopoliste.

Mentre il libero mercato si basa sull’equilibrio, la caratteristica di un mercato neoliberista è l’espansione continua.
Un mercato che per sopravvivere deve espandersi all’infinito assomiglia a una catena di sant’Antonio, al tipico schema Ponzi: si regge finché esistono territori e risorse da conquistare.

Esattamente come la catena di Sant’Antonio è inevitabile che si arrivi a un punto in cui la crescita diventa insostenibile e quella stessa pressione che portava a espandersi scatenerà l’implosione.

Continua la lettura con: La controrivoluzione italiana

MILANO CITTÀ STATO

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Leggi anche: Sindacati in piazza divisi: una scelta sempre perdente (per i lavoratori)

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🛑 “Il problema più significativo per i Giochi”: ALLARME per la nuova ARENA di Milano

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Credits eventimsi IG - Rendering PalaItalia

Una controversia giudiziaria sta bloccando il progetto del PalaItalia. A rischio il termine dei lavori nei tempi previsti.

“Il problema più significativo per i Giochi”: ALLARME per la nuova ARENA di Milano

# Il presidente del Coni Malagò: “Santa Giulia è il problema in assoluto più significativo del dossier olimpico in termini temporali

Credits fabrizio_turba IG – Evento Territori Olimpici

Il presidente del Coni Giovanni Malagò, intervenuto a un convegno in Regione dal titolo “Territori olimpici: la Lombardia protagonista’’, non nasconde la preoccupazione in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 in merito alle infrastrutture e alle opere che dovranno essere realizzate. Oltre al ritardo di quasi due anni per la costituzione della società, che si occuperà di realizzare e migliorare i collegamenti con le varie sedi olimpiche tra Lombardia e Veneto, la situazione più allarmante riguarda la futura arena per l’hockey su ghiaccio: “Santa Giulia è il problema in assoluto più significativo del dossier olimpico in termini temporali. Questo è un dato di fatto“.

# Un ricorso al Tar sta bloccando l’iter per la realizzazione del PalaItalia

Credits eventimsi IG – Progetto Pala Italia

L’impianto da circa 15.000 posti, che verrà costruito nel quadrante di Santa Giulia nord, e che ospiterà le partite olimpiche di hockey su ghiaccio maschile, è oggetto di un ricorso al Tar proposto dal gruppo Cabassi, proprietario del Mediolanum Forum di Assago. Il motivo di contestazione è l’iter amministrativo e gli atti con cui il Comune ha affidato al privato proprietario dei terreni di Santa Giulia, Risanamento Spa, la costruzione del PalaItalia. Nonostante i lavori di bonifica sull’area procedano, la Cts Eventim, incaricata della progettazione, edificazione e gestione del nuovo palazzetto, non potrà muoversi fino alla definizione della controversia giudiziaria.

Leggi anche: Anche Milano avrà una ARENA. E sarà la più GRANDE d’Italia

# I tempi sono strettissimi, entro il 2025 dovranno essere terminati i lavori del palazzetto

Credits eventimsi IG – Rendering PalaItalia

Per realizzare la nuova arena mancano poco più di tre anni e i tempi sono quindi molto stretti. Il contratto sottoscritto in seguito all’assegnazione dei giochi olimpici prevede infatti che gli impianti sportivi debbano essere agibili da gennaio 2025 per poter far delle gare test. Il commento su Il Giorno del Presidente del Coni Giovanni Malagò: “Questo vuol dire avere gli impianti a gennaio 2025, siamo esattamente a tre anni da tutto questo. Sono orgogliosissimo e meno male che ci agganciamo al Pnrr, ma se non si accelera… Siamo onesti, conosciamo la realtà del nostro Paese“.

Continua la lettura con: Olimpiadi 2026 “Milano-Cortina”: il progetto per il treno verso l’aeroporto di Venezia ha il via libera

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Olimpiadi di Pechino, il boicottaggio soft di Biden e il silenzio di Bruxelles

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La rivoluzione di una MICRONAZIONE EUROPEA: tutte le località connesse tra loro con tram e teleferiche

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Credits: pexels.com, Aline Cardoso

Per ridurre la crescita del traffico, che sta diventando insostenibile, uno dei più piccoli stati d’Europa ha deciso di collegare tutti i suoi centri tramite tram e teleferiche.

La rivoluzione di una MICRONAZIONE EUROPEA: tutte le località connesse tra loro con tram e teleferiche

# Il problema: troppe auto per un piccolo paese

Sono circa 224.000 i veicoli privati che ogni giorno viaggiano per le strade del principato di Andorra, uno stato troppo piccolo per contenere così tanti mezzi su ruote. La previsione è che i viaggiatori su mezzi pubblici e privati aumentino dai 337.000 odierni ai 400.000 entro il 2030. Per rispettare gli obbiettivi di sostenibilità che il paese si è prefissato è dunque necessario escogitare un piano per permettere ai nuovi viaggiatori di non utilizzare i loro mezzi privati a carburante.

Credits: pexels.com

Leggi anche Milano e il nuovo “SOCIALISMO a 4 RUOTE”: in futuro MAI PIÙ AUTO PRIVATE in città 

# Una nuova mobilità: tram e funivia

L’idea dei governanti del piccolo stato di Andorra è dunque quella di creare un nuovo sistema di trasporti pubblici su rotaie e non solo. Attualmente il tram percorre il tratto tra Sant Julià e Escaldes-Engordany, con tre collegamenti funiviari per l’aeroporto. La proposta è quella di ampliare la linea tramviaria all’interno dello stato e sviluppare nuovi collegamenti della funivia, così da permettere a tutti gli andorrani di contribuire alla riduzione di emissione di gas inquinanti e permettere allo stato di raggiungere i suoi obbiettivi green nei tempi prefissati.

Credits ufficio stampa Atm – tram Milano1928 o Carrelli

Leggi anche La CITTÀ più PICCOLA al MONDO ad avere una linea di TRAM 

# La via Andorrana

Andorra non è l’unica ad affrontare il problema della mobilità su mezzi a 4 ruote. In Europa sono molte le città e gli stati che hanno deciso di promuovere la mobilità ecologica. Anche Milano si sta muovendo in questa direzione, per ora puntando sulla costruzione di nuove piste ciclabili, l’istituzione di zone a 30 km/h e la facilitazione nell’acquisto di monopattini elettrici e biciclette.

Credits: ildigitale.it – Pista ciclabile a Milano

Leggi anche Le città europee migliori per viaggiare DA SOLA 

La direzione dell’Europa e del mondo è quella di conservare il nostro pianeta riducendo le emissioni di gas nocivi: la strategia di Andorra è quella di costruire rotaie, ampliando le linee tramviarie e costruendo nuovi collegamenti tramite la funivia.

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SARAH IORI

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PREZZI delle case: la PREVISIONE per il 2022 in 11 città. Atteso un BOOM in questi quartieri di Milano

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Credits Andrea Cherchi - Piazzale Ferrara

Pubblicata un’analisi su 11 città per prevedere l’andamento del prezzo al metro quadro nel 2022. Vediamo le previsioni per quest’anno, con molte sorprese.

PREZZI delle case: la PREVISIONE per il 2022 in 11 città. Atteso un BOOM in questi quartieri di Milano

# A Torino la crescita record, Milano rimarrà la città più cara

Credits: @igers.torino
Porta Palazzo Torino

Immobiliare Insights, l’unità di Immobiliare.it, ha elaborato un algoritmo predittivo che consente di avere le proiezioni dei prezzi per i 12 mesi successivi prendendo come dati di riferimento i prezzi unitari medi (€/mq) calcolati ogni mese per ogni Comune dal 2012. Tramite questo strumento è stata effettuata un’analisi i su 11 città italiane da cui è emersa Torino come quella che nel 2022 dovrebbe registrare una crescita record del +5,3% con il costo medio delle abitazioni che dovrebbe crescere da 1.893 a 1.994 euro al mq. A seguire c’è Milano che dovrebbe rivalutarsi in media del 4,2% restando però la più cara in assoluto, con un prezzo medio al mq di 5.107 euro. Tra le altre città esaminate solo Bari e Bologna, rispettivamente al +1,8% e +1,2%, e Roma, con un +0,3%, dovrebbero segnare una crescita dei prezzi.

# A Catania il calo più marcato 

Credits: siciliafan.it – Catania

Tra le città con uno scenario negativo Genova, Napoli e Venezia dovrebbero registrare un calo compreso tra il – 2,8% e il -2,1%, Palermo del -3,2%, Firenze del -3,6%. La città con la discesa dei prezzi più marcata dovrebbe essere Catania, con una perdita dei valori immobiliari del 4,8%, passando dai 1.229 euro al metro quadro ai 1.170 per l’acquisto di un’abitazione.

# I quartieri più caldi: gli aumenti maggiori attesi in periferia. In testa Corvetto a sud e Turro a nord

Credits Andrea Cherchi – Piazzale Ferrara

Nel focus su Milano si evidenzia come le aree con una salita più sensibile dei prezzi degli immobili dovrebbero essere quelle periferiche. Corvetto, a sud della città, potrebbe registrare la performance migliore con +8,9%, seguita da Turro con +8,4%. Poco sotto la soglia dell’8% troviamo altri quartieri periferici: a nord-ovest Viale Certosa con un +7,9% atteso, Cimiano a nord-est +7,7% e infine Pasteur e a sud Abbiategrasso-Chiesa Rossa con +7,6%.

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FABIO MARCOMIN

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🛑 Milano e il nuovo “SOCIALISMO a 4 RUOTE”: in futuro MAI PIÙ AUTO PRIVATE in città

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Credits Andrea Cherchi - Via Melchiorre Gioia

L’obiettivo della amministrazione milanese è avere una città libera dalle auto, senza distinzione tra quelle inquinanti e quelle a zero emissioni. Ecco quando si potrebbe verificare.

Milano e il nuovo “SOCIALISMO a 4 RUOTE”: in futuro MAI PIÙ AUTO PRIVATE in città

# L’assessora all’Ambiente Elena Grandi: “L’obiettivo di massima è avere, entro il 2050, una città totalmente senza auto private

Credits: mianews.it

In un’intervista al “Corriere della Sera” la nuova assessora all’Ambiente del Comune di Milano ha espresso l’orizzonte dell’amministrazione milanese in tema di mobilità: “L’obiettivo di massima è avere, entro il 2050, una città totalmente senza auto private. Non auto elettriche: noi vogliamo una città senza macchine”. Per raggiungerlo si proseguirà con l‘istituzione di zone a 30 km/h e piste ciclabili ovunque portando all’estremo l’ideologia dell’ambientalismo mentre, come sottolinea “Quattroruote”, viene data carta bianca ai grandi operatori immobiliari per costruire nuovi grattacieli, riqualificare gli edifici con bonus volumetrici e realizzare un nuovo stadio.

# La replica di Quattroruote: così si aumenta la distanza tra chi vive in centro e chi abita in periferia

Credits Andrea Cherchi – Via Melchiorre Gioia

La battaglia principale da combattere a Milano dovrebbe essere quella contro l’inquinamento, ribatte la rivista Quattroruote, dove il traffico privato riveste solo una della cause ma che invece sembra sempre l’unico colpevole. In questo caso si va oltre perché non consentendo lo spostamento in città nemmeno alle auto elettriche è evidente che si tratta di una scelta ideologica.

L’auto però non è usata solo da chi è troppo pigro per prendere il tram o la metropolitana, ma da molti milanesi che non possono permettersi di abitare in centro dove il trasporto pubblico e i servizi sono capillari e hanno necessità di spostarsi con il proprio mezzo per qualsiasi tipo di necessità quotidiana. Dai genitori che devono accompagnare i figli in istituti scolastici in diverse zone della città, dagli anziani che devono spostarsi nei supermercati dell’hinterland o semplicemente chi vive in zone periferiche ed è soggetto a lunghe attese per l’arrivo del bus e a viaggi interminabili per poi andare in centro a lavorare.

Non si rischia di dividere ancora di più i cittadini di Milano, quelli più privilegiati che vivono dentro l’Area C che possono spostarsi a piedi e quelli fuori dalla circonvallazione che non hanno alternativa all’auto privata?

Fonte: Quattroruote

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FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Marta Destino, un mosaico di storie per l’esordio narrativo di Luca Montani

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Le CASCATE di GHIACCIO a due ore da Milano

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Credits: @flapic IG

A 10 minuti a piedi dall’omonimo villaggio, si trovano delle meravigliose cascate che donano uno spettacolo magico in ogni periodo dell’anno. Soprattutto in inverno, perché offrono la possibilità di arrampicarsi sul ghiaccio per gli appassionati di ice climbing. Vediamo quali sono e dove si trovano. 

Le CASCATE di GHIACCIO a due ore da Milano

# Tre salti nei boschi della Valle d’Aosta

Credits: @ar_travelers IG

Le cascate di Lillaz si raggiungono facilmente con un’escursione a piedi, tra boschi di larice e abete rosso, sono scavate dal torrente Urtier. La formazione rocciosa è composta da due risalti principali, un anfiteatro e una linea di uscita.
Una volta percorso l’itinerario molto semplice, si arriva alle cascate composte da 3 gradoni scavati dal torrente, per un dislivello di circa 150 metri totali.
L’itinerario prevede un piccolo percorso ad anello di circa 2 km, quasi del tutto pianeggiante dato che prevede una variazione di pendenza pari a circa 100 metri, ricavato da una strada poderale che parte da Lillaz per arrivare alle cascate, la quali si affacciano sul Vallone della Valeille, dominato dall’omonimo ghiacciaio insieme a quello di Sengie.

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# Un classico del soggiorno a Cogne

Credits: @ anja_v13 IG

La visita alle Cascate di Lillaz è ormai diventato un classico per chi soggiorna a Cogne. L’anfiteatro delle acque è molto frequentato soprattutto d’estate, ma è in inverno che lo spettacolo raddoppia: le acque della cascata diventano di ghiaccio e gli appassionati di ice climbing, si danno appuntamento per l’arrampicata.
Le temperature rigide dell’inverno fanno ghiacciare tutto, compresi i rivoli e le pozze d’acqua intermedie, rendendo l’arrampicata sul ghiaccio un’esperienza imperdibile anche per i principianti. Il livello di difficoltà medio-alto, rende l’esperienza consigliata anche ad arrampicatori meno esperti, che vogliano mettere in gioco le proprie capacità su un campo relativamente semplice, dove è sufficiente un buon allenamento generale per affrontare la scalata.

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# Attenzioni particolari

Credits: @valledaostaimmaginiemozioni IG

Le attenzioni tipiche delle avventure in montagna sono sempre le prime a dover essere evidenziate. Per sicurezza occorre essere informati sulle condizioni meteo e, per rispetto del bosco e dei suoi abitanti, è necessario percorrere l’itinerario poderale da Lillaz in completo silenzio: sarà così possibile fare incontri straordinari, se ci si imbatte nella fauna tipica locale, tra camosci e scoiattoli.

Inoltre è necessario informarsi dalle Guide alpine locali o al Comune di Cogne, in quanto è possibile che la società CVA, che gestisce gli impianti idroelettrici della zona, possa rilasciare quantità di acqua dell’Urtier in maniera automatica e incontrollabile. Questa è ampiamente segnalata e concordata proprio con le guide e le autorità comunali, cosicché gli escursionisti siano sempre protetti dall’eventualità.
Tutto è pianificato in modo da evitare incidenti gravi e poter continuare ad accedere a queste cascate straordinarie, quindi si raccomanda di seguire scrupolosamente le indicazioni degli esperti di Lillaz.

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# Come e quando arrivare

In auto da Milano dista circa 215 km, da percorrere tramite l’autostrada A4 fino allo svincolo di Santhià e svoltando poi per Aosta. Dalla A5 si prende l’uscita dell’autostrada Aosta Ovest e si prosegue sulla strada regionale SR47 per ca. 25 km.

In treno invece si giunge alla stazione di Aosta, che è vicina alla stazione inferiore della funicolare, la quale porta alla stazione sciistica di Pila. La ferrovia che collega Aosta con Milano impiega circa 3 ore e mezza, attraversando la meraviglia di Pont-Saint-Martin, Verres e Châtillon/Saint-Vensan, collegate alle valli trasversali con orari di coincidenze pullman, le cui partenze sono dettate proprio dai treni.

Il periodo migliore per le visite dipende esclusivamente dai gusti personali. Per gli amanti della montagna estiva, il periodo migliore alle Cascate di Lillaz è tra inizio giugno e fine settembre. Lo scioglimento delle nevi rende le strade più agevoli, con maggiore frequenza dei mezzi a disposizione dei turisti. Da dicembre a marzo è l’alta stagione per chi ama la montagna d’inverno, con l’unica raccomandazione di prestare attenzione a quanto scritto poco fa, cui aggiungere le precauzioni da usare sulla neve: ad esempio è possibile il rischio valanghe sopra i 1.000 metri di quota.

Non vi è scattata la molla della prenotazione, per un Capodanno in Valle d’Aosta?

Fonte: Si Viaggia

 

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LAURA LIONTI

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Continua con: come si dice BRIEFING in milanese?

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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I 5 MIGLIORI PANETTONI ARTIGIANALI del 2021

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Credits altromercato IG - Panettone Don Bosco

Il Gambero Rosso ha stilato la lista dei migliori panettoni artigianali prodotti nelle grandi pasticcerie, nei laboratori artigiani, nei forni e in altre realtà che producono in modo artigianale e senza conservanti. Sono stati provati 40 panettoni, nei formati tradizionali alto tipo Milano e basso tipo galup, ma anche le forme intermedie, in un blind test. Ecco i migliori di quest’anno.

I 5 MIGLIORI PANETTONI ARTIGIANALI del 2021

#5 Il Panificio D’angelo: il panettone classico che arriva dalla Sicilia

Credits panificio_dangelo IG – Panettone classico

Dalla Sicilia ecco il panettone milanese del Panificio D’angelo di Palermo. La valutazione in sintesi della degustazione: “Alto, slanciato, ben lievitato, con una scarpatura ben realizzata, il colore della mollica è molto naturale, la trama è ricca di frutta ben distribuita e di ottima qualità. Buoni gli aromi al naso, onesti ed eleganti, goloso e dolce senza estremismi.”

Tra gli altri panettoni selezionati spiccano il panettone basso della “pasticceria Fiasconaro”, quello del “Forno Gentile” e del “Sal De Riso Costa d’Amalfi“, i panettoni con glassa alle mandorle del “Gran Caffè Romanoe del pluripremiato Iginio Massari.

#4 Dal Veneto “Il Chiosco” di Francesco Ballico

Credits giuliano.guzzo IG – Panettone classico Il Chiosco

Un altro panettone classico è quello de “Il Chiosco” di Francesco Ballico in provincia di Vicenza. Ecco una breve descrizione dei giurati: “Preciso, uniforme, rotondo: un panettone con una bella faccia, molto invitante così scuro e composto. L’alveolatura fitta ma uniforme, ordinata e gradevole è punteggiata di frutta, soprattutto uvetta, e di vaniglia.

#3 Cremeria Capolinea, panettone all’emiliana

Credits cremeriacapolinea IG – Panettone classico

Entra tra i migliori il panettone classico della Cremeria Capolinea di Reggio Emilia. Una breve sintesi della degustazione: “Qualche imprecisione nella forma e nella cottura, al taglio rivela una struttura di colore giallo chiaro punteggiata di vaniglia ben visibile e frutta in giusta quantità. Gli alveoli sono irregolari e al naso si sentono aromi di tostatura e note lattiche decise.

#2 Panificio Ascolese, il panettone con glassa ricca di mandorle della Campania

Credits panificioascolese.com – Panettone con glassa

Dal Panificio Ascolese di San Valentino Torio (SA) arriva un panettone basso e coronato da una glassa chiara a base di mandorle, come da tradizione piemontese. All’interno un soffice impasto di colore giallo carico e ricco di morbida uvetta e scorze di arancia candita.

#1 Renato Bosco, il miglior panettone milanese è fatto in Veneto

Credits altromercato IG – Panettone Bosco

Il miglior panettone è quello di Renato Bosco prodotto a San Martino Buon Albergo (VR), il classico milanese con canditi e uvetta. Una breve sintesi della degustazione: “Un panettone molto elegante: di un bel color nocciola brunito in modo omogeneo. Cottura uniforme, magnifica lievitazione, al naso è equilibrato, pulito, fresco, molto piacevole, con un corredo aromatico coerente. agrumato (di canditi buonissimi) uvetta di grosso calibro dolce e consistente. Realizzato in maniera ottimale, racconta il Natale in modo perfettamente riconoscibile.

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FABIO MARCOMIN

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La controrivoluzione italiana

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La Libertà che guida il popolo (La Liberté guidant le peuple), Eugène Delacroix

I tre pilastri della Rivoluzione Francese erano riconducibili al motto Liberté, Égalité, Fraternité.
In Italia sembra abbiano pensato bene di eliminare nello stesso ordine questi tre pilastri, facendo crollare il tempio della società contemporanea.

La prima ad essere stata tolta è stata la libertà con il lockdown.
La seconda l’uguaglianza con il Green Pass.
E la terza con la proposta di togliere cure e contatti sociali a chi non si è vaccinato.

La libertà è stata tolta a partire dal lockdown in cui non si era più liberi di uscire di casa, declinata poi in tutte le salse possibili. Dal divieto di fare attività sportiva all’aperto fino ad arrivare a dover esibire un lasciapassare per godere di essa.
Abbiamo assistito alle follie più incredibili, dalle retate nelle spiagge deserte ai droni per sorprendere incontri “segreti” sui tetti. Chiaramente questi comportamenti aberranti hanno comportato un cambiamento nel concetto di uguaglianza, facendo diventare delle persone più uguali delle altre.

L’uguaglianza infatti è stata soppressa non solo formalmente dividendo con il Green pass i cittadini in serie A e in serie B, ma anche intellettualmente, perché si è operata una cesura trasversale dagli operai fino all’élite contro persone che ad oggi non hanno commesso nessun crimine o illecito.

L’ultima barriera è stata rotta con la proposta di togliere le cure ai non vaccinati e di non incontrarli neanche a Natale. La fratellanza che dovrebbe essere l’elemento fondamentale di coesione civile viene così ad essere criminalizzata.

Forse gli storici del futuro descriveranno questa epoca alla stregua della Controriforma Cattolica in seguito alla riforma di Lutero. Dopo secoli che sono stati effetto della rivoluzione francese, forse si identificherà l’attuale fase come l’inizio di una controrivoluzione che porterà inevitabilmente alla formazione di nuove classi privilegiate con un potere assoluto su cittadini spogliati da ogni diritto.

Continua la lettura con: La sindrome della brioche

MILANO CITTÀ STATO

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🛑 PNRR: per MILANO solo 660 MILIONI. SALA: “Servono 5 MILIARDI!”

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PNRR

Durante la tappa milanese del ciclo di incontri promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la presentazione del Pnrr a cittadini, imprese e enti locali sono state illustrate le risorse destinate ai territori. Il sindaco Sala spiega le necessità della città e manda una stoccata al Mezzogiorno riguardo ai fondi assegnati che sono attorno al 40% del totale: “Il Sud è chiamato a prendersi la responsabilità di spenderli bene”

PNRR: per MILANO solo 660 MILIONI. SALA: “Servono 5 MILIARDI!”

# La presentazione delle risorse destinate alla Lombardia e a Milano

Credits italiadomanigov IG – Italia Domani tappa di Milano

Il 13 dicembre al Piccolo Teatro di Milano si è tenuta la sesta tappa di “Italiadomani – Dialoghi sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, il ciclo di incontri promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per comunicare con cittadini, imprese e amministrazioni locali sui contenuti e le opportunità del Pnrr. Durante l’evento, alla presenza del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, del ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao, del sindaco di Milano, Beppe Sala e della vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti sono state illustrate le risorse destinate alla Regione e Milano.

# Tra Comune e Città Metropolitana di Milano sono disponibili 660 milioni

Credits 01net – Città Metropolitana di Milano

Il capo del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica (Dipe) Marco Leonardi ha confermato che dal Pnrr arriveranno in totale per la Regione Lombardia circa tre miliardi, 1,2 per la sanità e 1,7 per infrastrutture e trasporti, per Comune e Città Metropolitana di Milano la quota è 659,6 milioni di euro.

Nei capitoli di investimento principali al capoluogo lombardo saranno destinati: poco più di 150 milioni di euro per il trasporto pubblico locale, altri 100 per la costruzione della BEIC, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura e quasi 100 milioni per un progetto di riqualificazione e riorganizzazione dell’edilizia residenziale sociale.

Le risorse potrebbero aumentare solo nel caso in cui qualche ente non dovesse confermare il suo progetto, “ci potrà essere uno scorrimento nella graduatoria” afferma Marco Leonardi. 

Leggi anche: Il PERCORSO INCOMPIUTO della 90-91 sarà (quasi) COMPLETATO

# Sala: “Milano ha richieste per 5 miliardi

Credits italiadomanigov IG – Colao e Sala

In merito alle risorse destinate a Milano, nel suo intervento il sindaco Sala ha evidenziato come si stia finalmente discutendo su bandi e tempi di assegnazione ma anche come le richieste della città sono molto più alte delle risorse stanziate: “Noi abbiamo bisogno di sapere con urgenza quando i fondi verranno assegnati e con quali funzionalità, dando la possibilità a tutti i Comuni di partecipare. Bisogna tenere conto anche di quanto si è in grado di investire. Non possiamo perdere questi fondi. Dai documenti che ho esaminato vedo che finalmente si comincia a parlare di tempi di bandi e di assegnazione. Dopo un primo giro dedicato a tutti i Comuni, magari a chi è in grado di fare di più arrivi di più. Milano è in grado di investire un miliardo all’anno più o meno. Non è un’idea politica, si tratta di capacità amministrativa: noi abbiamo potenzialmente richieste per 5 miliardi. Ci verranno assegnate? Siamo qui oggi per capire quali sono le regole del gioco“.

# “Se qualcuno rinuncia, il residuo venga dato a chi può farlo”

A conclusione Sala chiede che il Sud si impegni a spendere bene le risorse assegnate e che in caso contrario il residuo sia assegnato a chi è capace di impiegarle al meglio: “Io non voglio dire che la nostra speranza sia che qualcuno non li chieda e noi possiamo chiedere di più, ma non possiamo buttare via questi fondi. Se qualcuno rinuncia, il residuo venga dato a chi può farlo. Io non contesto la regola del 40% dei fondi al Sud, se fossi stato al governo l’avrei approvata subito, ma il Sud è chiamato a prendersi la responsabilità di spenderli bene“.

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FABIO MARCOMIN

Copyright milanocittastato.it

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Il “Bagno dei coraggiosi” nella LAGUNA BLU nel cuore d’Italia

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Credits: @fraconti14 IG

Incastonata tra le bellezze dei boschi al centro dell’Italia, c’è una perla di bellezza unica. Nel paese circondato dal mare nell’unica regione del centro sud a non avere spiagge si trova una laguna blu.  

Il “Bagno dei coraggiosi” nella LAGUNA BLU nel cuore d’Italia

# La Laguna Blu dell’Umbria, un paradiso da millenni

Solarium Credits: @goledelnera IG

Questo luogo incantevole si scopre percorrendo la Valnerina, uno dei paesaggi più suggestivi di tutto il centro Italia.
Proprio prima di giungere al ponte di Augusto, è possibile imbattersi in questo specchio d’acqua dall’incantevole trasparenza e dai colori smeraldo e turchese, la cui suggestione è in grado di togliere il fiato a prima vista.
La piscina naturale è circondata da un paesaggio rigoglioso, che sancisce lo straordinario incontro tra natura, cultura e storia: quest’angolo è noto fin dai tempi dei romani, che navigavano queste acque provenienti dal Tevere e diretti a Stifone.

I resti dell’antico porto romano e del rispettivo cantiere navale, si trovano a Sud delle Gole del Nera, mentre a Nord si staglia la “Superba Narnia” medievale, adagiata sullo sperone del Monte Maggiore.
Il contorno verdeggiante e impenetrabile, che confina con l’Oasi ecologica del Lago di San Liberato, è garantito da boschi di leccio e ornello che – oltre a dare rifugio a merli, ghiandaie e rapaci sia diurni che notturni – offrono riparo al Passero Solitario ed altri passeriformi, che qui sostano nelle loro migrazioni.

Leggi ancheLe 7 SPIAGGE più belle dei FIUMI del NORD ITALIA

# Turismo e sport

Rafting Nera Credits: @ramunzel_dis IG

Clive Stapies, autore delle “Cornache di Narnia”, avrebbe scoperto questo incanto e scritto di questo piccolo paradiso naturale nella saga, dando così lo spunto per una profonda riqualificazione a fini turistici.
Per fortuna le amministrazioni locali non si sono fatte scappare l’occasione di questa ritrovata popolarità, per attrezzare l’area ad esempio con un solarium in legno e, soprattutto, per inserire le Mole di Narni all’interno del già ricco percorso turistico che si snoda all’inseguimento delle “cronache di Narnia”.
Non solo birdwatching, ma anche trekking, mountain bike e sentieri da percorrere a cavallo.
Il fiume inoltre si presta per escursioni in canoa e gommone.
Sono previsti per il futuro interventi di riqualificazione alle fonti di Stifone, dove sorge la prima centrale idroelettrica mai costruita in Italia e, dove abbiamo visto, si trova l’antico porto risalente all’epoca romana. Una volta riqualificate sia l’Officina Idroelettrica Comunale che il Molino di Stifone, anch’essi si troveranno sul percorso turistico e paesaggistico, rendendolo ancor più generoso.

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# Il bagno dei coraggiosi

Credits: @michelas_89 IG

Una certa incoscienza e coraggio devono far parte dell’equipaggiamento personale di chi si tuffa in queste acque.
Se la trasparenza e i colori di acqua e fondali sono un richiamo irresistible, la temperatura ed alcuni imprevisti possono far desistere chiunque.
L’acqua non supera mai i 15°C nemmeno nelle giornate più calde e presenta un “pericolo di balneazione” qualora le chiuse della vicina diga vengano aperte.
L’eventualità è di certo annunciata da un allarme acustico e dall’aiuto di esperti bagnanti, però le acque che dalla diga raggiungono le Mole di Narni lungo il fiume del Nera, possono provocare delle piccole inondazioni nella piscina naturale; è quindi necessario prestare la massima attenzione e precauzione, per continuare a godere in tranquillità della Laguna Blu umbra.

Leggi anche: L’INVASIONE delle MALDIVE DI MILANO: perchè si chiamano così? La strada per arrivarci

# Come arrivare e cosa vedere

Stifone Credits: @umbriaunafotoalgiorno IG

Questo piccolo angolo di paradiso dell’Umbria, è accessibile praticamente con ogni mezzo. C’è chi arriva in bici dalle zone bagnate dal Tevere, c’è chi vi arriva a piedi all’interno del proprio cammino, oppure in treno.
Si può arrivare a Narni Scalo, che si trova a poco più di 10 minuti a piedi dall’ingresso delle Gole del Nera e partendo da qui è possibile imbattersi immediatamente nei resti del ponte di Augusto, risalente al primo secolo avanti Cristo. Col treno si può anche arrivare a Nera Montoro, estremità del percorso di trekking, dove è possibile organizzare uno splendido picnic oppure proseguire fino a Stifone.
L’escursione si delinea lungo la ex ferrovia dismessa e riqualificata per essere percorsa dai turisti, quindi incontra anche una galleria illuminata da foto sensori, che sbuca alla montagna di Santa Croce e porta all’Abbazia benedettina di San Cassiano, mostrando gli accessi alle grotte usate come rifugio dagli eremiti nel Medioevo.

Sono necessari abbigliamento e scarpe comode, una riserva d’acqua e ripari per il sole, specialmente per i camminatori di età più piccola.  Il percorso naturalistico è privo di servizi igienici e punti di ristoro, a parte le tappe di arrivo e partenza.
È possibile noleggiare la mountain bike anche sul posto.

Vi è partita la suggestione? Che ne dite di ripercorrere le Cronache di Narnia con le vostre gambe? Qui la mappa per arrivarci:

 

Continua la lettura con: Sapevi che NARNIA, il paese magico, esiste veramente? È in ITALIA

Fonte: Si Viaggia

LAURA LIONTI

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🛑 Nascerà una MEGA AZIENDA dei TRASPORTI per Milano, Roma e Napoli?

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Credits: it.blastingnews.com

Per l’Atm potrebbe rivelarsi una scelta rischiosa. Ecco quali sono le ipotesi sul tavolo.

Nascerà una MEGA AZIENDA dei TRASPORTI per Milano, Roma e Napoli?

# La prima ipotesi di condivisione del management di Atm con l’Atac romana 

Credits medium.atm – Arrigo Giana

In queste ultime settimane si stanno facendo sempre più frequenti gli incontri tra l’attuale Direttore Generale di ATM Arrigo Giana e il Sindaco di Roma Gualtieri, con il benestare del Sindaco Sala. L’obiettivo del primo cittadino della Capitale sarebbe quello di mettere Arrigo Giana a capo della presidenza dell’azienda dei trasporti romana, affiancato da un altro manager di Atm Alberto Zorzan, pur continuando a rimanere al vertice dell’azienda dei traporti di Milano. Una collaborazione avvallata dal Pd nazionale, per venire in soccorso all’amministrazione della città eterna ritornata ad essere guidata da un sindaco di centrosinistra. Questa collaborazione tra enti locali però non si limiterebbe a una pura questione di nomine, ma potrebbe riguardare un progetto più ampio in cui Milano avrebbe molto da perderci.

# Il rischio per Atm nell’eventuale sinergia con le aziende di trasporto pubblico di Roma e Napoli

Credits mobilita.org – Charger bus atm

L’ipotesi allo studio, come riportato da milanopost.it, sarebbe quello di creare un mega polo del Trasporto Pubblico Locale unendo ATM Milano con ATAC Roma e ANM Napoli, fatto passare come una fusione o una alleanza necessaria per affrontare le future gare del trasporto pubblico locale e respingere gli “attacchi” delle aziende di trasporto europee. Il rischio per Milano sarebbe quello di peggiorare le performance economiche di Atm unendosi ad aziende come Atac, in concordato preventivo, che ha evitato il fallimento solo perché il Comune di Roma ha rinunciato a far valere i crediti per 500 milioni verso Atac fino al 2039 o dell’ANM di Napoli salvata dal fallimento nel 2018. Tenendo anche conto che il parco mezzi è molto diverso tra le tre metropoli, quindi anche la realizzazione di un’unica centrale di acquisto avrebbe poca utilità, il dubbio è che questa operazione possa servire solo a migliorare la situazione delle aziende di trasporto pubblico di Roma e Napoli, a discapito di quella milanese.

Continua la lettura con: Le STAZIONI da INCUBO della METRO di Milano

FABIO MARCOMIN

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Come si dice BRIEFING in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: come si dice ARCHISTAR in milanese?

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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Le 7 CITTÀ PERDUTE più BELLE del mondo

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Palenque. Credits: k_tzito

Sono numerosissime le città perdute, un tempo luogo di splendore e gloria, che oggi, per diverse ragioni, non ci sono più. Città scomparse, di cui oggi rimangono resti archeologici o addirittura solo il ricordo. Quali sono le 7 più belle in tutto il mondo secondo la guida Lonely Planet?

Le 7 CITTÀ PERDUTE più BELLE del mondo

#1 Palenque, la città messicana strategica per l’impero Maya

credits: tripadvisor.it

Oggi tutelata dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità, Palenque, ai piedi delle montagne del Chiapas in Messico, era una cittadella Maya, che ricoprì un ruolo strategico nell’espansione dell’Impero. Le sue origini sembrano risalire al 100 a.C. e ancora oggi custodisce opere dal valore inestimabile. Alcuni esempi sono il Tempio del sole ed altre importanti strutture architettoniche costruite sotto il regno di Pacal il Grande, sovrano che regnò per ben 72 anni, pensate, più della Regina Elisabetta!

#2 Babilonia, la città che risorge

credits: danielemancini-archeologia.net

La leggendaria cittadina si trova oggi in Iraq, a circa 80 km da Baghdad. Fondata intorno al 2500 a.C., fu una città ambita, spesso attaccata, ma sempre in grado di risorgere. Fu infatti conquistata da amorrei, ittiti, cassiti e molti altri, ma raggiunse il suo apice sotto il regno dei caldei, che inaugurarono, tra il VII e il VI secolo a.C., il cosiddetto impero neobabilonese.

È sicuramente stato il più importante centro del mondo mesopotamico e innumerevoli narrazioni, sia bibliche che greco-romane, evocano l’antica città, molto spesso lodandola.

#3 La città di Taxila: centro economico, militare e culturale nell’attuale Pakistan

credits: adventure-kings.com

L’antica città di Taxila, in Pakistan, rimane oggi uno dei complessi archeologici più importanti della regione, entrando nel 1980 nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. La città è stato un antico centro di studio buddista e un crocevia di incontro tra diverse culture. Era infatti collegata alla via della seta ed era frequentata da studenti buddisti provenienti da ogni dove.

Taxila ha conosciuto una continua espansione tra il V e il I secolo a.C., diventando uno dei principali centri del Regno di Gandhara e, come la definiremmo oggi, una vera e propria metropoli. Oltre che centro di ritrovo culturale, era punto di giunzione di tre importanti rotte commerciali, svolgendo così un ruolo centrale sia economico che militare.

#4 Darwin: la città sfruttata dalla ricerca di materiali preziosi

credits: it.wikipedia.org

La città Darwin si trova negli Stati Uniti, in California per la precisione. Mi raccomando, fate attenzione a non confonderla con l’omonima città australiana.

Darwin è stata fondata nel 1878 dai cercatori d’oro, ma è diventata famosa per essere punto d’estrazione dell’argento. La sua storia è però piuttosto breve, e per certi versi anche triste, infatti fu presto abbandonata in seguito all’esaurimento dei materiali preziosi. Nonostante i recenti tentativi di farla rivivere, oggi Darwin è solo un ricordo perso nel deserto tra le balle di fieno.

#5 Dunwich, da grande e potente città portuale a piccolo villaggio costiero

credits: medevialists.net

Di questa città si dice che fosse una delle più grandi e proficue dell’intero Regno Unito medievale. Le sue prime attestazioni risalgono al 632, quando Felice di Borgogna vi fondò la sede episcopale dell’Anglia orientale. Ma fu sotto il regno di Edoardo I che, diventando uno dei più grandi porti commerciali dell’Inghilterra orientale, la città raggiunse l’apice del suo splendore.

La sua decadenza iniziò nel 1286 quando una grande tempesta danneggiò gran parte della città provocandone un parziale interramento. Un’altra tempesta, nel 1347, provocò un ulteriore danno alla linea costiera, sommergendola e innescando un inarrestabile processo di erosione. Nonostante gli sforzi degli abitanti per salvaguardare la baia, molti edifici sono scomparsi e oggi Dunwich si è ridotto a un piccolo villaggio costiero che fatica ad aggiudicarsi lo status di città.

#6 La grande Cartagine: una città ricca e gloriosa, distrutta dall’Impero Romano

credits: romanoimpero.com

Cartagine fu una delle più potenti città del mondo antico. Fondata nell’821 come snodo commerciale fenicio, diventò nei secoli una città gloriosa e potente. Il declino della civiltà fenicia avvantaggiò Cartagine che assunse un ruolo chiave nel controllo marittimo del mediterraneo, dando vita a un vero e proprio impero commerciale che si estendeva dall’Africa settentrionale fino alle coste di Spagna, Sicilia e Sardegna.

Le inestimabili ricchezze della civiltà costituirono uno dei principali acceleratori sociali ed urbani, che portarono la città ad espandersi nell’area meridionale della regione.

La fine di Cartagine arrivò con la terza guerra punica, qui, l’impero romano vinse e si aggiudicò la totale supremazia sul mar Mediterraneo. L’assedio durò due anni e terminò con il saccheggio e la totale distruzione della meravigliosa città.

#7 La città perduta italiana: Ercolano, la leggendaria città di Ercole

credits: vesuviolive.it

Concludiamo con l’Italia, anche noi abbiamo infatti una città perduta tra le più belle al mondo: Ercolano. Secondo la leggenda, fu fondata nel 1243 a.C. da Ercole, come suggerisce il nome, ma ipotesi più accreditate sostengono che sia in realtà stata fondata dagli Etruschi nel V secolo a.C.

Espugnata dai Romani, ha conosciuto la sua massima gloria nell’ultima età della Repubblica, quando molti patrizi, attratti dalla sua posizione geografica, ci costruirono le loro ville. La città sorgeva ai piedi del Vesuvio, ed è proprio questo che ha scritto la parola fine alla sua storia nel 79 d.C. La colata lavica, che ha coperto anche Pompei, ha infatti abbracciato tutto ciò che la nobile città ospitava.

Continua a leggere: Le tre città esistenti più ANTICHE del MONDO: una è ITALIANA 

CHIARA BARONE

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Le FORME di MILANO

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Credits: joecrupier (Pixabay)

A Milano ci sono una serie di forme molto particolari che simboleggiano la storia della città e la identificano in maniera inequivocabile di fronte ad altri grandi centri urbani. Ma non tutti, milanesi compresi, sono a conoscenza di queste figure. Andiamo a vederle assieme.

Le FORME di MILANO

# I “tognolini”: il panettone di cemento

Credits: @urban360milano
panettone

Disseminati per tutte le strade di Milano, questi dissuasori sono di forma cilindrica sormontata da una semisfera, e col tempo vennero chiamati appunto panettoni per la somiglianza con il tipico dolce milanese , mentre come secondo soprannome hanno “tognolini”. Fu il defunto sindaco Carlo Tognoli, infatti, ad avallare l’installazione dei panettoni di cemento creati da Enzo Mari, universalmente considerato uno dei maggiori teorici del design italiano e mondiale.

L’idea venne al grande designer milanese quando era consulente per l’arredo urbano del sindaco negli anni ’80. Mari suggerì di adottare un nuovo elemento per delimitare una strada recentemente resa pedonale al posto delle classiche fioriere, e concepì lo schizzo del panettone cilindrico che fu accolto subito con successo. Alla morte di Mari il writer Pao, che negli ultimi ha reinterpretato i panettoni con mille colori, ha reso omaggio al maestro ammettendo che “devo ad Enzo gran parte della mia carriera artistica.”

# La testa di drago delle Vedovelle

Alias, le fontane milanesi, il cui nome deriva dal filo d’acqua incessante che sgorga dal loro rubinetto, quasi come fosse il pianto perenne di una vedova inconsolabile. Le Vedovelle hanno una struttura in ghisa dipinta in color verde scuro. Sono alte circa un metro e mezzo e larghe cinquanta centimetri e sono composte da una torretta a base quadrata marchiata con lo stemma del Comune di Milano, mentre alla base sono munite di una bacinella semi-circolare (che serviva per far abbeverare gli animali) e hanno inoltre un pilastrino dal quale spunta una testa di drago.

Le fontanelle di questa tipologia sono presenti in molte grandi città italiane e ovviamente hanno altri soprannomi: ad esempio a Torino sono i Torelli (torèt) e a Roma i Nasoni. Ad oggi, nella nostra città, ce ne sono di funzionanti e distribuite su tutto il territorio del Comune più di quattrocento. Assieme a Vedovella, hanno un altro soprannome: il Drago-Verde, che deriva dal sopracitato rubinetto a forma di drago. Un centinaio di anni fa era tipica tra i milanesi l’usanza di dire: “andiamo a bere al bar del drago verde!” ,infatti, la prima Vedovella è quella installata in piazza della Scala verso la fine degli anni Venti del ‘900 e, curiosità nella curiosità, è l’unica in tutta Milano ad essere realizzata in ottone dorato e non in ghisa.

# Le guglie del Duomo

Concerto tra le guglie del Duomo

Il profilo del Duomo che, anche da lontano, si staglia sulla città e lo rende inconfondibile, è caratterizzato dalle sue guglie appuntite. La guglia è elemento tipico dell’architettura gotica, inizialmente di modesta altezza, poco slanciata, compatta e robusta; solo verso la fine del XII secolo prese via via slancio, diventando acuminata nella forma ed elaborata nella decorazione, proprio come le conosciamo oggi.

Di tutte le cattedrali mondiali, il Duomo di Milano possiede il più elevato numero di guglie, essendo ben centotrentacinque. Le guglie svettano sui perimetrali, ma anche sui piloni o sul tiburio, dove si dispongono a corona attorno alla Guglia Maggiore, la più famosa, quella della Madonnina.

# La Michetta

Credits: PH Profumo di Broccoli

Tralasciando installazioni stradali e monumenti, occupiamoci un attimo di un intruso e passiamo a parlare del preferito fra i panini meneghini: la michetta. Che nacque all’inizio del Settecento durante l’occupazione del territorio di Milano da parte dell’Impero austro-ungarico. I funzionari dell’Impero, infatti, non amavano la locale micca, un pane diffuso in tutta la zona del Nord Italia che produceva moltissime briciole quando veniva spezzato (il nome di questo pane ha infatti origine proprio dal latino mica, ossia briciola): per questo motivo importarono il loro tradizionale kaisersemmel (che letteralmente significa “pane dell’imperatore”), un piccolo panino a forma di rosa, del peso di circa 50-90 grammi, caratterizzato da una morbida mollica che però sul suolo lombardo, nel quale è presente maggiore umidità rispetto a quello austriaco, non conservava la sua fragranza, diventando lievemente più molle.

Per questo motivo i panettieri dell’epoca decisero di togliere la parte interna, quella della mollica, in modo da lasciare il nuovo pane cavo all’interno e dunque fresco e croccante più a lungo. Nel 2007 la michetta milanese è stata consacrata tra i prodotti gastronomici tradizionali milanesi in seguito al conferimento del riconoscimento De.Co (Denominazione Comunale).

# I cubetti del pavé

strade pavé
Via Torino

Per l’ultimo punto ritorniamo in strada e conosciamo il principe degli arredi urbani di Milano, il  pavé. Un tradizionale tipo di pavimento stradale formato da cubetti di pietra o di porfido, utilizzato per la pavimentazione da esterni, sia privata che pubblica e perlopiù urbana, o per la realizzazione di selciati. Amato dai cultori delle antichità e dell’eleganza delle ricche strade del centro di Milano, il pavé è invece odiatissimo da ciclisti e motociclisti per la sua pericolosità quando vi si transita al di sopra (specialmente se piove) e per la continua sollecitazione (e a volte rottura) delle sospensioni se si percorre a velocità elevata. Naturalmente è apprezzato per la sua lunga durata e resistenza all’abrasione e perché, se ben posato, richiede poca manutenzione.

Queste, amici lettori di Milano Città Stato, sono le cinque forme tipiche di Milano che mi vengono in mente se devo pensare alla mia città. Ma sono certo di essermene dimenticata qualcuna. Qualche idea in proposito?

Diteci la vostra!

Continua la lettura con: Via il PAVÈ dalle strade di MILANO?

CARLO CHIODO

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🛑 Milano torna SECONDA nella classifica della QUALITÀ della VITA dominata dal NORD EST

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Credits Andrea Cherchi - Skyline di Milano

Il capoluogo lombardo risale dopo lo scivolone del 2020 a causa degli effetti della pandemia. Ecco la top ten e le performance delle altre città nella nuova classifica de Il Sole 24 ore.

Milano torna SECONDA nella classifica della QUALITÀ della VITA dominata dal NORD EST

# Nel 2020 Milano era scivolata fuori dalla top ten, nel 2021 risale fino al secondo posto

Credits Andrea Cherchi – Tramonto a Milano

Nell’edizione 2020 sulla Qualità della vita nelle province italiane realizzata da “Il Sole 24 ore” Milano era scivolata fuori dalla top, alla posizione numero 12, penalizzata soprattutto dall’impatto dell’emergenza sanitaria, misurato ad esempio dal crollo del Pil pro capite in seguito al lockdown e dai dati sanitari. Nella classifica di quest’anno risale fino al secondo posto grazie alla riconquista del primato nell’indice di «Ricchezza e consumi», «Affari e lavoro» e per la conferma in quelli relativi ai prezzi delle case, la retribuzione media annua, l’incidenza di imprese che fanno e-commerce e la diffusione dei servizi bancari online. Precede Trento ed è battuta solo da Trieste che ha consolidato la crescita degli ultimi grazie soprattutto agli ottimi risultati negli indici tematici di «Cultura e tempo libero», «Affari e lavoro» e «Ambiente e servizi». 

# Tra le prime dieci province sette sono del Nord-Est: oltre a Milano le uniche di altre aree sono Aosta e Bologna 

Credits: indijessta IG – Aosta

La top ten prosegue con Aosta e altre cinque province del Nord-Est, in totale sono sette, con Bolzano, Pordenone, Verona, Udine e Treviso dal quinto al decimo posto. L’ultima casella libera è occupata da Bologna alla sesta posizione che perde il primato conquistato nel 2020.

# Tra le città metropolitane Roma e Firenze in salita, in calo Torino, Genova e Cagliari

credits: @roma.racconta su IG

Tra le città metropolitane si registra la risalita di Roma dal 32esimo al 13esimo posto, Firenze passa dal 27esimo all’11esimo, mentre Bari alla posizione numero 71 e Napoli alla 90esima ne guadagnano rispettivamente una e due. Rispetto al 2020 sono in calo invece Cagliari, Torino, Genova e Catania.

# Monza registra la crescita migliore, +47 posizioni, seguita da Como, +38. Crotone all’ultimo posto

Credits: parcodimonza IG

La città che registra la performance migliore nel confronto con la graduatoria dell’anno scorso è Monza, che recupera 47 posizioni issandosi alla 14esima, seguita da Como che con ne guadagna 38 e sale fino alla 17esima. Eccetto Sondrio, tutte le città della Lombardia hanno fatto meglio del 2020 e in particolare: Varese ha segnato un +30, Lecco +24, Cremona +22, Brescia +18. Scendono invece nelle ultime posizioni Foggia e Trapani con Crotone che si conferma l’ultima in graduatoria.

# I parametri presi in considerazione dalla classifica

La classifica de “Il Sole 24 ore” viene redatta attraverso l’utilizzo di 90 indicatori statistici su base provinciale divisi in sei ambiti: ricchezza e consumi, affari e lavoro, demografia società e salute, ambiente e servizi, cultura e tempo libero. Il focus della classifica di quest’anno è sulla ripresa post pandemia, su 20 indicatori è stata infatti anche considerata la variazione rispetto all’anno precedente, su quali sono i divari territoriali, di genere e generazionali tramite l’utilizzo degli indici della Qualità della vita di bambini, giovani e anziani e l’indice della Qualità della vita delle donne che misura la geografia dei divari di genere, inserito per la prima volta in questa edizione.

Continua la lettura con: BALZO di 40 posti in un anno: Milano entra nella TOP 5 in Italia per la la QUALITÀ della VITA

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: “La cultura è lo strumento chiave per uscire dalla pandemia”

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Come si dice ARCHISTAR in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: come si dicono FAKE NEWS in milanese?

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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Dai Flinstones a l’Uomo Tigre: la capitale italiana dei CARTONI ANIMATI

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Credits: paolo_carriere, IG

Lo sapevate che c’è un paese in Italia dove i vostri cartoni animati preferiti invadono le strade?

Dai Flinstones a l’Uomo Tigre: la capitale italiana dei CARTONI ANIMATI

# Grottaglie, il paese delle ceramiche

In provincia di Taranto si trova una piccola cittadina le cui ceramiche, certificate D.O.C., sono famose in tutto il mondo. Luogo di antica origine, Grottaglie prende il nome dalle numerose grotte nelle quali sono stati situati i primi insediamenti. I laboratori dei ceramisti con i forni ricavati nella roccia sono ammirabili passando per la Gravina di San Giorgio. Ma i ceramisti non sono gli unici ad abitare le strade di Grottaglie.

Credits: alexnineta, IG

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# Ritorno all’infanzia

Grottaglie non è solo il paese delle ceramiche ma anche dei cartoni animati. Le sue strade e le sue case sono abitate da L’Uomo Tigre, Holly e Benji, Goku di Dragon Ball e molti altri. Murales con l’immagine dei personaggi più famosi dei cartoni decorano gli angoli della cittadina pugliese, riempiendola di colori e riportando molti dei turisti a rivivere la loro infanzia grazie ai personaggi più amati.

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# I murales che colorano la città

Ad abbellire i muri della città sono anche fumetti, personaggi famosi contemporanei e figure originali ideate dall’autore. La mano dietro a queste figure è quella di Paolo C’è Carriere, street artist che ha deciso di fare della sua città il centro produttivo della sua arte. Dai Flintstones a Maradona, passando dalla Disney e il fumetto dell’Uomo Ragno, le opere di Carriere colorano la città portando la notorietà di Grottaglie oltre le ceramiche.

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SARAH IORI

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