Prendiamo la palla al balzo e chi domandiamo: se invece dell’Inghilterra si trovasse a Milano, come sarebbe la sua vita?

# Vivere nella Milano degli anni Quaranta: lavori, divertimenti, mezzi di trasporto

La prima grande differenza è nella politica. L’Inghilterra del tempo era una democrazia, in Italia il regime fascista aveva precipitato il Paese in guerra. A inizio del decennio la vittoria sembrava a portata di mano e, tutto sommato, la guerra sembrava una cosa lontana da Milano. Ma tutto sarebbe cambiato dal 1942 in poi. Ma com’era vivere a Milano in quel periodo? Tutto cambia ovviamente se si parla dell’inizio del decennio o dell’immediato dopoguerra. 

Gli anni Quaranta si aprono con una propaganda del regime fascista dominante, rafforzata anche dalla guerra. Le leggi razziali avevano reso dura la vita per i milanesi di origine ebraica. La partecipazione nella guerra si fece sentire anche nell’economia: razionamenti e restrizioni divennero all’ordine del giorno con code sempre più lunghe da affrontare per prendere il cibo. Molti vestiti venivano realizzati direttamente a casa: in una casa ambientata a quei tempi si può immaginare gran parte del tempo impiegato a lavorare a maglia e cucito. 

Credits: archivio
Publifoto intesa Sanpaolo – Milano nel dopoguerra

Nonostante le difficoltà legate alla guerra, c’erano ancora forme di intrattenimento disponibili. Teatri, cinema e locali notturni erano frequentati, sebbene con limitazioni e controlli governativi. Tra i film che hanno segnato l’epoca ci sono: “Ossessione” di Luchino Visconti (1943) e soprattutto, i capolavori dell’immediato dopoguerra, come “Roma, città aperta” (1945) e “Paisà” (1946). 

I mezzi di trasporto erano limitati rispetto a oggi. Non c’erano auto private per la maggior parte delle famiglie e il trasporto pubblico era meno sviluppato. Le biciclette e i tram erano comuni mezzi di spostamento. Un po’ come sta tornando a essere Milano…

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