4 italiani su 10 non sono convinti sull’estensione della terza dose a tutti i cittadini vaccinabili. Ecco l’esito del sondaggio di Emg-Different/Adnkronos.
TERZA DOSE? I dubbi degli italiani: 6 su 10 per l’estensione e nella FASCIA più PRODUTTIVA (35-54) SOLO 1 su 2 è a favore
# I dubbi degli italiani sulla terza dose
Credits fondazioneveronesi – Vaccino
Secondo un sondaggio di Emg-Different/Adnkronos, in cui sono state coinvolte 1588 persone, sono molti gli italiani dubbiosi sulla terza dose di vaccino contro il Covid-19. Alla domanda ‘lei è favorevole o contrario alla terza dose di vaccino per tutti?‘, il 28% si è detto contrario, il 61% degli intervistati si è detto favorevole, mentre l’11% preferisce non rispondere. Circa 4 cittadini su 10 esprimono dubbi su estendere la terza dose a tutte le persone ritenute vaccinabili.
# Nella fascia più produttiva, tra 35 e 54 anni, la divisione tra i cittadini è ancora più marcata
corteo no green pass milano
Se la distribuzione delle risposte non differisce in base al genere rispetto all’esito generale del sondaggio, questa cambia sensibilmente prendendo come parametro le fasce d’età. In quelle più giovani la divisione degli italiani su questo tema è molto più marcata. Emerge infatti che la quota del campione intervistato, che si è dimostrato contrario all’obbligo di terza dose, sale al 48% nella fascia più produttiva del Paese tra i 35 e i 54 anni, passa al 42%nella fascia 18-34, mentre crolla al 28% solo nella fascia over 55.
A livello geografico Sud e Nord-Est mostrano il maggior numero di diffidenti, mentre al centro si concentrano quelli più favorevoli.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Nel libro 1984 Orwell descriveva il bipensiero come lo strumento di manipolazione delle menti esercitato dal regime.
Il bipensiero (double think) consiste nel diffondere messaggi contraddittori. Tipo la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza e altri pilastri del testo Orwelliano.
L’effetto nella diffusione di questo tipo di messaggi in aperta contraddizione è quello simile all’ipnosi: confondere la razionalità tagliando fuori la coscienza dal ragionamento logico deduttivo.
Questo sta avvenendo anche ai giorni nostri, in cui vengono veicolati messaggi che si contraddicono in continuazione.
Questo serve perché se il cittadino non riesce ad affrontare con la logica delle informazioni in evidente contrasto, a quel punto gli restano solo due strade. O il rigetto per la palese insostenibilità degli assunti contrapposti. Oppure la sostituzione della razionalità con una fede ideologica nei confronti della fonte dell’informazione che, come nel meccanismo dell’ipnosi, proprio grazie alla continua oscillazione da un lato all’altro dell’oggetto di attenzione riesce ad assumere il totale controllo della volontà del soggetto.
L’ipnosi porta all’ubbidienza incondizionata, anche se esiste sempre un momento del risveglio.
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Tra le prime ipotesi si è pensato ad un attacco hacker ai sistemi che generano i certificati verdi, ma il problema potrebbe essere molto più serio. Ecco cosa potrebbe essere successo.
GREEN PASS di Hitler e Topolino: la REALTÀ potrebbe essere PEGGIORE di quella che pensi
# Da Adolf Hitler a Mickey Mouse, i Green Pass fasulli ma validi in giro per il web
Credits corrieredelticino – Green Pass Hitler
La notizia, diffusa dall’account twitter “reversbrain” nei giorni scorsi, dei Green Pass validi a nome Adolf Hitler, ma anche con quello di Mickey Mouse e molti altri, hanno fatto giro del web e del mondo. Hanno creato ilarità da un lato e preoccupazione dall’altro. Inizialmente si è pensato ad un attacco hacker al portale che genera i certificati, un fatto che mostrerebbe una pericolosa vulnerabilità del sistema. Ma la realtà potrebbe anche essere peggiore.
# Le chiavi potrebbero essere compromesse e i green pass dovrebbero essere revocati
Credits Yt Flora-Revers Brain – Qr code Green Pass
Se venisse confermata la prima ipotesi, di un attacco hacker, vorrebbe dire che le chiavi per generare i green pass sarebbero compromesse e quindi qualcuno potrebbe avere trovato il modo di creare i certificati a suo piacimento.
Il meccanismo di creazione del green pass prevede la possibilità di revocare alcune chiavi, solo che le chiavi hanno una estensione nazionale e questo porterebbe a dover revocare tutti i green pass fatti da un determinato Stato. Come conseguenza andrebbero tutti cancellati e poi riemessi seguendo la stessa procedura attivata in origine. Ad oggi sono state utilizzate una chiave francese e una polacca, ma potrebbero essere di qualunque nazionalità e quindi anche in Italia si corre il rischio di dover revocare i certificati creati con una specifica chiave con il conseguente assalto delle farmacie da parte dei cittadini per chiederlo di nuovo.
Altrimenti il rischio è di assistere a una proliferazione di Green Pass fasulli ma perfettamente validi.
# L’ipotesi più inquietante: tramite dei portali si potrebbero generare Green Pass validi senza lasciare alcuna traccia
Credits YT Flora – Dgca issuance web
La seconda ipotesi, che secondo l’esperto di sistemi di sicurezza informatica Matteo Flora sarebbe quella più probabile, è che ci siano alcuni portali a cui qualcuno ha avuto accessoattraverso un servizio dato anche in demo“Dgca issuance web”, che appunto serve per l’emissione dei certificati, che discende direttamente dal sito dove sono depositati codici sorgenti che ha condiviso l’Unione Europea.
Questa applicazione serve per emettere e testare green pass. Facendo il test di un green pass viene emessa una preview, senza necessità di salvarla, che risulta a tutti gli effetti un certificato valido ma senza che ne rimanga traccia da nessuna parte.
Pertanto se l’applicazione fosse stata creata in questo modo starebbe a significare un’enorme falla del sistema e un problema irrisolvibile al momento almeno in Italia, visto che non sono state ipotizzate delle liste di revoca per i singoli certificati “validi”, anche se falsi. In sintesi, chiunque abbia accesso a questa applicazione sarebbe in grado di generare infiniti certificati senza alcun rischio di essere scoperto.
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L’obiettivo di questo progetto sperimentale, frutto della sinergia tra Coripet e Atm, è avviare a Milano il processo “bottle to bottle”. Vediamo dove è stato posizionato e come funziona l’ecocompattatore.
🛑 Guadagnare con la PLASTICA in METRO: installato il primo ecocompattatore
# Nella stazione M2 di Cascina Gobba è stato installato il primo ecocompattatore per la plastica che premia i cittadini
Nella stazione M2 di Cascina Gobba è stato installato nei giorni scorsi il primo ecocompattatore per la plastica che premia i cittadini. Sono due le possibilità di conferimento del PET: i cittadini possono inserire le bottiglie vuote, non schiacciate, con tappo, etichetta e codice a barre leggibile, in alternativa possono scaricare l’app Coripet per farsi riconoscere e accedere alla macchina conferendo le bottiglie per guadagnare punti. Ogni 100 bottiglie si avrà infatti diritto a dei buoni sconto utilizzabili nel circuito Coripet, il partner di Atm nel progetto, come Libraccio, TheFork, AON, iMask e Marthas Cottage.
# L’obiettivo del progetto sperimentale è avviare a Milano il processo “bottle to bottle”
Credits sienambiente.it – Plastica
L’obiettivo del progetto sperimentale, frutto della sinergia tra Coripet e Atm, è avviare a Milano il processo “bottle to bottle”, ossia generare Rpet da bottiglie usate per realizzarne nuove. Il piano infatti si inserisce alla perfezione nel più ampio piano di transizione ecologica e ambientale impostato da vede Atm, dallo sviluppo di una mobilità sempre più sostenibile fino al rispetto dei criteri di sostenibilità in tutta la filiera del gruppo.
# Anche nella sede Atm i dipendenti avranno a disposizione un ecocompattatore
Corrado Dentis, presidente Coripet, commenta l’iniziativa: “Milano e una citta in prima fila nella sensibilità sulle tematiche ambientali e proprio per questo riteniamo la collaborazione con Atm particolarmente significativa. Con un semplice gesto, quale e quello di conferire le bottiglie in PET negli appositi eco compattatori si contribuisce al raggiungimento degli obbiettivi di una direttiva europea che stabilisce che, entro il 2025, le bottiglie in PET vengano realizzate almeno con il 25% di PET riciclato“. Anche i dipendenti Atm avranno a disposizione un ecocompattatore che sarà installato nella sede di viale Monterosa.
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La Milano EXTRA-LUSSO nella villa con giardino più costosa venduta quest’anno.
La casa più COSTOSA venduta quest’anno a Milano. E i 5 quartieri con PREZZI STELLARI
# 20 milioni per una villetta con giardino in Corso Magenta
A Milano è possibile trovare il modo di stupirsi ogni giorno, per motivi sempre differenti. Ciò che ha attirato l’attenzione dei milanesi, nelle ultime settimane, è stata la transazione immobiliare che ha superato ogni record del 2021, sia per numeri assoluti, che per le modalità.
Si registra l’affare immobiliare dell’anno, che alza l’asticella fino a 20 milioni di Euro, per un soggetto inconsueto in città: una villa con giardino.
Se 20 milioni sembrano giusti per una Villa con giardino, pensate di mettere questo immobile in pieno centro a Milano, protetti dalla discrezione di un interno di Corso Magenta, ed ecco la miscela esplosiva che rende la compravendita immobiliare così speciale.
# Superata Villa Mondadori
Villa Mondadori
Si tratta comunque di una rarità del genere, perché purtroppo i parchi delle ville del centro storico di Milano, sono sempre più in via di estinzione.
Questa villa venduta da poco, supera l’affaire di Villa Mondadori e si pregia di trovarsi a due passi dalla Vigna di Leonardo.
# I 5 quartieri con prezzi stellari: fino a 15.000 euro al metro quadrato
villa mozart. Foto: Corriere della Sera (c)
A Milano ci sono quartieri top per quanto riguarda la compravendita immobiliare, i prezzi degli immobili ed il loro prestigio. Per comprendere questo mercato è addirittura attivo un Osservatorio speciale per le residenze esclusive, che ha appunto divulgato la notizia dell’ultimo record di vendita a Milano.
Corso Magenta e dintorni sono solo uno dei 5 quartieri più prestigiosi per case, appartamenti e sedi di lavoro qui a Milano.
Magenta divide lo scettro insieme al Centro storico, il Quadrilatero della moda, Brera e Corso Venezia.
In questi 5 quartieri, le case sfiorano e – in qualche caso superano – i 15.000 €/mq, per esempio nel Quadrilatero per le case ristrutturate a nuovo; segue Porta Venezia con un picco di 11K €/mq.
# Sconti solo fino al 5,4%
Per questa parte di mercato, si registrano nel 2021 anche le percentuali di sconto più basse degli ultimi 10 anni. Tra la proposta di vendita e l’aspettativa di ribasso, è possibile spuntare al massimo un 5,4% di sconto: segno che il prezzo richiesto si avvicina il più possibile al valore effettivo di mercato. Ciò rende più veloci le trattative e le compravendite.
I prezzi assestano un aumento intorno allo 0,2% rispetto al semestre precedente.
Le transazioni immobiliari sono in aumento da diversi mesi, come ampiamente previsto dal monitoraggio del mercato “standard”, che a Milano non sono mai calati. Un aumento che non riguarda solo il mercato standard. Il report dell’Osservatorio speciale, riferisce che anche il mercato delle residenze di lusso è in aumento di un buon 25% abbondante.
Che la ripresa arrivi proprio dal mercato del lusso?
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7 LUOGHI IDEALI per il ponte di ognissanti (con il tragitto da Milano)
#1 Un tour tra i Castelli del Ducato di Parma e Piacenza
Credits roccadolgisio IG – Rocca d’Olgisio
In Emilia si può fare un tour tra alcuni dei 24 Castelli del Ducato di Parma e Piacenza per ammirare perle architettoniche suddivisi tra manieri affrescati, rocche e fortezze. Visitando queste antiche strutture si avrà la sensazione di scorgere davanti agli occhi epoche antiche, tra giardini e ambientazioni da favola, ancora di più nel ponte di ognissanti.
Milano-Rocca d’Olgisio
Il primo castello, la Rocca d’Olgisio, è distante da Milano di circa 80 km.
#2 Il Lago di Garda, perfetto per una piccola vacanza
Credits: @br8.fra Lago di Garda
Una meta perfetta per concedersi una mini vacanza è il Lago di Garda, con il dolce clima mite, antichi borghi, castelli, ville, palazzi scenografici e colorati giardini. Per una giornata a tema Halloween fatta di leggerezza e divertimento Gardland è il luogo più indicato.
Milano-Salò
Le località più vicine a Milano, rimanendo in Lombardia, distano poco meno di 130 km.
#3 Torino, la città più esoterica d’Italia
Credits: @malaga_yegan IG
Per il ponte di ognissanti Torino non può che essere la meta perfetta: la città più esoterica d’Italia custodisce misteri e antiche leggende. Si trova infatti al vertice di due triangoli magici, quella legato alla magia bianca con Praga e Lione e l’altro alla magia nera con Londra e San Francisco. Tra i luoghi magici da scoprire ci sono Piazza Statuto, Piazza Castello e la Chiesa della Gran Madre.
Milano-Torino
Per arrivare a Torino da Milano bisogna percorrere circa 140 km.
#4 Triora, un piccolo borgo ligure nel cuore della Valle Argentina
Credits: @casu_ale Triora
Il piccolo borgo ligure di Triora, nel cuore della Valle Argentina, è una delle destinazioni ideali per un weekend d’autunno e per il ponte di Ognissanti. Tra i luoghi capaci di offrire atmosfere d’altri tempi ci sono i vicoletti lastricati, il Museo Etnografico e della Stregoneria, i portali dipinti e la Cabotina, luogo di ritrovo delle streghe.
Milano-Triora
Triora è distante da Milano di circa 290 km.
#5 Borgo a Mozzano, la località toscana con il caratteristico Ponte del Diavolo
Credits benini.bruna IG – Borgo a Mozzano
Borgo a Mozzano è una piccola località toscana, in provincia di Lucca, che durante il periodo autunnale si riempie di eventi e che grazie allo scenografico Ponte del Diavolo è capace di regalare atmosfere magiche. Simbolo della valle e del paese attorno all’opera architettonica medievale aleggia la leggenda della nobildonna Lucinda che sacrificava i propri amanti per rimanere sempre bella e giovane.
Milano-Borgo a Mozzano
Il borgo si trova a 300 km da Milano.
#6 Il Parco dei Mostri a Bomarzo, in provincia di Viterbo
Credits: @viaggiuniversitari.it parco dei Mostri di Bomarzo
In provincia di Viterbo, nel paese di Bomarzo, c’è un parco che racchiude enigmi, simbolismi e richiami mitologici: il Parco dei Mostri. Questo complesso monumentale ideato dall’architetto Pirro Ligorio è un “mondo fantastico” popolato da bizzarri edifici tra indovinelli e iscrizioni che disorientano e gigantesche sculture in pietra.
#7 Narni, il gioiello medievale nel cuore dell’Umbria
Credits alecero IG – Narni
In Umbria si può passeggiare ammirando scorci panoramici che si aprono tra le vie lastricate e le pittoresche piazzette del borgo medievale di Narni. In questo gioiello storico vale la pena addentrarsi nel cuore della Narni sotterranea attraverso una chiesa del XII secolo con gli affreschi i più antichi del borgo e una visita alla possente fortezza della Rocca Albornoz.
Milano-Narni
Servono poco più di 500 km e 5 ore abbondanti per arrivarci da Milano.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Nel momento in cui si dice che affrontare un problema è come una guerra, si entra in un paradigma completamente diverso. In cui di colpo tutto quello che in tempo di pace è considerato da criminali diventa invece lecito.
In guerra esiste un sistema di leggi diverso da quello dello stato di pace. Un sistema che naturalmente non tutela i diritti primari dei cittadini. Addirittura, in alcuni codici di guerra è consentita la pena di morte che non è consentita in tempo di pace.
In guerra si dà per scontato che possano esistere vittime innocenti anche tra i civili, che si possa non dire la verità senza rischio di incorrere in sanzioni e che si possa usare ogni forma di violenza contro quelli che sono considerati nemici.
In guerra chi uccide è scudato dalla responsabilità penale per il crimine commesso, anche per quello che in tempo di pace sarebbe considerato omicidio colposo o per futili motivi.
In guerra la stampa è una delle armi in possesso del governo e quindi si trasforma in strumento di propaganda non di informazione, usata in maniera spregiudicata per veicolare notizie vere o false che siano funzionali allo schieramento.
In guerra lo Stato può disporre della vita dei cittadini e, nel caso, di sacrificarli per raggiungere il suo scopo.
Essendo le due condizioni non compatibili una con l’altra, quando si usa la metafora di essere in guerra automaticamente si fa scattare comportamenti in contrasto con le regole democratiche.
Per un Paese civile il solo pensare di essere in guerra determina per i cittadini gli stessi pericoli dell’essere in una guerra vera.
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L’edizione 2022 di Osterie d’Italia, il sussidiario del mangiar bene all’italiana stilato dai promotori del “mangiare lento”, conferma il massimo riconoscimento a tre trattorie milanesi. Ecco quali sono e le nuove “chiocciole”.
Le “CHIOCCIOLE” di Milano: le TRATTORIE dove si mangia meglio secondo SLOW FOOD
# Tre conferme nell’edizione 2022 di Osterie d’Italia
Trippa – credit facebook trippamilano
Sono fresche di riconferma le tre punte di diamante della ristorazione milanese secondo Slow Food. L’edizione 2022 di Osterie d’Italia, il sussidiario del mangiar bene all’italiana stilato dai promotori del “mangiare lento”, ha infatti confermato alle tre trattorie contemporanee meneghine – Ratanà, Mirta e Trippa – il massimo riconoscimento presente in guida, la chiocciola, ovvero l’equivalente delle tre stelle della Michelin.
“Noi siamo slow food nell’anima – commenta Cesare Battisti, da dodici anni chef del Ratanà nel quartiere Isola -. Questo è un riconoscimento che premia il lavoro di tutto lo staff, dei ragazzi di cucina e quelli di sala”. Non meno felice Juan Lema, lo chef gallego-uruguagio, titolare insieme alla moglie di Mirta, delizioso locale del quartiere Casoretto. “Non era scontata la chiocciola, siamo tutti contenti perché la guida è prestigiosa e seria – spiega con sguardo burbero ma infinitamente buono – Io non sono abituato a parlare. Io lavoro, dalle 7,30 a sera tardi. Per reperire, prima, e cucinare, poi, le migliori materie prime che riesco a trovare nel territorio”.
Anche Pietro Caroli, patron del Trippa si accoda alle dichiarazioni dei colleghi: “Abbiamo ricevuto la chiocciola nel 2018 e non l’abbiamo più lasciata – riferisce il titolare del locale in Porta Romana – Il riconoscimento è la conferma che navighiamo nella stessa direzione di Slow Food. E’ bello sapere che siamo in ottima compagnia e la tendenza è che saremo sempre di più ad avere una grande attenzione al cibo che proponiamo e, in generale, all’esperienza che siamo in grado di offrire”.
# Il futuro della ristorazione? Identità e tradizione
foto_Cesare-Battisti-Ratanà
Sul presente e sul prossimo futuro della ristorazione concorda il collega Battisti: ”Per noi il futuro è il cibo stagionale, il cibo di prossimità. Vogliamo educare gli ospiti al cibo consapevole. Per questo facciamo da cassa di risonanza ai piccoli agricoltori e allevatori, dal parco Sud Milano fino alle pendici delle prealpi lombarde”.
Ma lo chef del Ratanà si spinge oltre. “Petrini (fondatore di Slow Food, ndr) ha ragione, ci vuole una globalizzazione delle idee e non delle merci. Occorre una maggior presa di coscienza e una sovranità alimentare per tutelare il nostro patrimonio di biodiversità che è invidiato in tutto il mondo”.
juan lema – ph stefano corrada
Sovranista, gastronomicamente parlando, anche Juan Lema. “Territorio e tradizione sono colonne portanti della mia cucina e della mia vita. Qui faccio cucina italiana, anzi cucine italiane, ogni angolo della penisola ha la sua. Ho imparato in Uruguay da mia mamma Mirta a preparare piatti senza fronzoli. Poi sono arrivato qui a Milano per i mondiali del ‘90. E mi sono innamorato, non solo di mia moglie Cristina, ma anche dei prodotti meno conosciuti della Lombardia, del Veneto e di tante zone del resto d’Italia”.
# Gli altri locali milanesi e le chiocciole lombarde
Credits lornapaner IG – Antica Trattorie Piè del Dos
Nonostante non sia la prima regione italiana come numero di onorificenze, la Lombardia conferma il numero di chiocciole (19) lo stesso numero che aveva nella guida del 2020. In questa nuova edizione le province più feconde di locali del mangiar bene sono Brescia con 7 osterie e Cremona con 5. Nel resto d’Italia le aree più “chiocciolate” sono la Campania (23), seguita da Toscana e Piemonte (22). Poi arrivano Puglia ed Emilia Romagna (19). In totale 246 chiocciole in tutta Italia.
Nella locomotiva economica d’Italia sono quattro i nuovi locali che si fregiano del simbolo di Slow Food: Le Frise, Hostaria Viola, Antica Trattorie Piè del Dos e Osteria del Miglio 2.10.
Ecco l’elenco completo:
Visconti – Ambivere (BG)
Le Frise – Artogne (BS)
La Madia – Brione (BS)
Locanda degli Artisti – Cappella de’ Picenardi (CR)
Hostaria Viola – Castiglione delle Stiviere (MN)
Da Sapì – Esine (BS)
Antica Trattoria Piè del Dos – Gussago (BS)
Caffè la Crepa – Isola Dovarese (CR)
Al Resù – Lozio (BS)
Mirta – Milano
Ratanà – Milano
Trippa – Milano
Prato Gaio – Montecalvo Versiggia (PV)
Guallina – Mortara (PV)
Osteria della Villetta – Palazzolo sull’Oglio (BS)
Trattoria dell’Alba – Piadena Drizzona (CR)
Osteria del Miglio 2.10 – Pieve San Giacomo (CR)
Lago Scuro – Stagno Lombardo (CR)
Lamarta – Treviso Bresciano (BS)
All’ombra della madonnina oltre ai tre già citati troviamo confermati di tutti i locali presenti nella scorsa edizione di Osterie d’Italia. Nel nucleo storico di Baggio troviamo Alla Grande, allegra osteria gestita dallo Smilzo e sciura dove i piatti della tradizione milanese vengono serviti con un’umanità ormai rara. In zona Garibaldi, precisamente all’inizio di via Farini, troviamo Da Martino, pizzeria trattoria dove si trova la fiorentina cotta nel forno a legna e una delle migliori cotolette di Milano.
A due passi dalla stazione Centrale c’è l’Osteria del Treno. Ex dopolavoro dei ferrovieri è un’osteria di tono dove oltre ai cassoeula e busecca c’è una sontuosa selezione di formaggi. Sottobosco locale giovane in zona corso Lodi, dove gli osti Lorenza e Giorgio sono riusciti nell’impresa di regalare alla frenetica città di Milano un’osteria di quartiere fatta di ritmi lenti e cucina autentica.
Ultima ma non tra gli ultimi, la trattoria delNuovo Macello, un locale contemporaneo e di tono nel quartiere Calvairate, dove poter gustare un’impareggiabile cotoletta, i classici mondeghili e il gustoso minestrone alla milanese.
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Bancarelle di vestiti, prodotti tipici, oggetti stravaganti, tanti stuzzichini pronti a soddisfare le voglie improvvise dei visitatori o veri e propri piatti da mangiare per strada in sostituzione del pranzo. L’atmosfera del mercato è unica e, se da una parte sembra così familiare ovunque tu sia, dall’altra ogni nazione, città, paesino ha le proprie tradizioni, il proprio mercato.
5 MERCATI da visitare almeno una volta in PROVENZA
Anche in Provenza i mercati hanno tutto un loro fascino. Colori, profumi, sapori e odori creano una magia imperdibile nelle città e nei paesi in cui vengono allestiti. I mercati della Provenza, poi, sono particolarmente famosi. Allora tra cibo, lavanda, saponi, prodotti artigianali, agricoltura locale e mercatini delle pulci, ecco i 5 mercati assolutamente da visitare in Provenza.
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#1 Aix-en-Provence
Credits: @Marchand.C Aix-en-Provence
Aix-en-Provence è una città che va conosciuta pian piano, passo dopo passo. Mentre si cammina nell’atmosfera vivace si scorgeranno le case color pastello, le finestrelle azzurre, i profumi e il caos della città. Nel frattempo si noteranno una gran quantità di statue e fontane. Se si vuole conoscere a pieno la vita di Aix-en-Provence, immancabile è però un giro al suo mercato.
Per tre giorni a settimana, tra le strade e nelle piazze della città, numerosi venditori si posizionano con le loro bancarelle e aspettano i clienti. Martedì, giovedì e sabato, Aix-en-Provence si colora ancora di più. I fruttivendoli popolano Place des Prêcheurs. Place de l’Hôtel de Ville è famosa per il suo mercato dei fiori, mentre a Cours Mirabeau e Place de Verdun si troveranno rispettivamente tessuti particolari ed antichità.
#2 Marsiglia
Noailles, Marseille
Il principale centro della Provenza, anche famosa per i suoi mercati, è proprio Marsiglia. Una delle città più colorate della Francia ospita infatti diversi mercati durante la settimana. Tra i più famosi si trova certamente il Marché aux Poissons, mercato del pesce aperto tutti i giorni dalle otto del mattino all’una di pomeriggio e frequentato sia dagli abitanti della città, sia dai turisti che vogliono gustarsi prodotti freschi appena pescati.
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Ma visto che Marsiglia non è solo città di mare, ma anche terra della mixité francese e della creatività, assolutamente da segnarsi per un’eventuale visita a Marsiglia è un giro al Marché de Noailles. Qui si potranno trovare prodotti internazionali, spezie, pane e prelibatezze arabe. Si tratta infatti del Marché des Capucins, il Mercato dei Cappuccini, in rue du Marché des Capucins nel quartiere nord-africano di Marsiglia, il quartiere Noailles. Inoltre, quasi ogni giorno Marsiglia si colora e profuma con i suoi numerosi mercati dei fiori. Il più importante è certamente il Marché aux fleurs du Prado: nelle bancarelle del mercato, che vanno dalla rotonda de Castellane alla rotonda du Prado, si potranno trovare numerose composizioni floreali da regalare all’amata o da acquistare per arredare appartamenti, terrazze o giardini.
Chiamarlo mercato sarebbe riduttivo, ma gli amanti di antiquariato che si trovano in Provenza non possono non andare al Mercato di Isle-sur-la-Sorgue, la domenica mattina dalle 8 alle 13. In realtà i mercatini di Isle-sur-la-Sorgue sono due: uno molto provenzale il giovedì mattina, quasi turistico, dove si vendono lavanda, saponi, biancheria fatta a mano e prodotti enogastronomici tipici, l’altro molto più ampio che si tiene la domenica. Per gli appassionati di oggetti antichi però Isle-sur-la-Sorgue fa al caso loro non solo nei giorni di mercato. Sì, perché la cittadina di poco meno di 20 mila abitanti, fatta di canali, mulinelli ad acqua e finestrelle colorate, ha proprio un Villaggio dell’Antiquariato (Village des Antiquaires de la Gare). Qui si potranno fare acquisti ad ottimi prezzi ma soprattutto si potrà vivere l’atmosfera tipica di Isle-sur-la-Sorgue.
Ad Isle-sur-la-Sorgue, poi, una volta all’anno si organizza quello che potrebbe essere uno dei mercati più belli al mondo: “Le marché flottant”. La prima domenica di agosto il mercato si tiene su delle barche molto simili alle gondole veneziane.
#4 Avignone
Credits: @Marchand M
E per chi vorrebbe andare al mercato tutti i giorni a fare la spesa, ad assaggiare le prelibatezze locali o semplicemente a fare un giro per incontrare la gente, il mercato di Avignone, a nord-ovest di Aix-en-Provence, è il posto perfetto. Les Halles è una sorta di mercato coperto aperto dal lunedì al sabato dalle 6 alle 13:30/14:00. Qui si potranno trovare erbe, spezie, olive, olio nonché un’ampia scelta gastronomica di prodotti tipici provenzali.
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Les Halles è però ormai diventato un punto di incontro, dove ritrovarsi per prendere un caffè dopo aver fatto la spesa, per fare un aperitivo o per pranzare in uno dei suoi stand. Tralasciando però il classico mercato di tutti i giorni, ad Avignone assolutamente da non perdere è il Festival di Avignone, che si tiene durante tutto il mese di luglio, e dove, solo in quella occasione, si possono trovare il Marché aux livres, o bancarelle che vendono dischi e manifesti.
#5 Saint-Rémy-de-Provence
Credits: @messaouda_gatellier_iad_immo mercato Saint Remy de Provence
Nel cuore delle colline provenzali, c’è una cittadina molto apprezzata dagli artisti grazie ai suoi viali alberati, alle stradine, i negozi, caffè e ristoranti che creano un caratteristico paese provenzale. Tra le attrazioni più belle di Saint-Rémy-de-Provence c’è Place de la République, la piazza principale che ogni mercoledì mattina diventa ancora più vivace grazie al suo mercato.
Il mercato di Saint-Rémy-de-Provence è uno dei più colorati e profumati della Provenza, grazie alle bancarelle che vendono lavanda e le erbe del luogo. Saint-Rémy è famoso però anche per la sua vicinanza con les Alpilles, un gruppo di colline della Regione ricche di ulivi, e per questo sui banchi del mercato è impossibile non trovare mille prodotti a base di olive, nonché olio, taglieri e ciotole fatte con legno di ulivo e saponi all’olio, sempre di oliva.
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In questo hotel gli ospiti possono vivere un’esperienza spaventosa ogni giorno dell’anno.
L’HOTEL dove ogni giorno è HALLOWEEN
# Nello Stato di New York c’è The Rosbury, un hotel che fa vivere un’atmosfera spaventosa
Credits therosbury.com – The Rosbury
Quando arriva il periodo di Hallowen siamo tutti un po’ affascinati da poter immergerci in esperienze caratterizzate dall’oscuro e dal macabro. Negli Stati Uniti c’è un luogo dove si può farlo sempre. Nella cittadina di Roxbury, nello Stato di New York, c’è un hotel che fa vivere l’atmosfera spaventosa di Halloween tutti i giorni: “The Roxbury”. Una struttura ricettiva nata per famiglie, viaggiatori in coppia e in solitaria, che dal 2014 ha aggiunto dei cottage dall’aspetto spettrale sia all’esterno che all’interno per trasformare gli ospiti in protagonisti di un film dell’orrore.
# Ci sono 8 Tower cottage, ognuno con un’ambientazione fantasy differente
The Rosbury Hotel
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Credits therosburyexperience - Crown of the pendragons
Credits therosburyexperience - Galileo's Gate
Credits therosburyexperience - The Lost Horizon
All’interno dell’hotel ci sono 8 Tower Cottage, questo il nome di questi alloggi “fantasy”, ognuno dei quali è sviluppato su due piani con due camere da letto, un bagno, una cucina e un salotto per i momenti conviviali. Ogni dettaglio, dai colori ai tessuti fino all’arredo, è stato studiato e curato in base al tema principale della stanza per creare un’atmosfera bizzarra da vivere ogni stagione dell’anno. Per far sentire gli ospiti ancora più coinvolti in questa esperienza magica e terrificante, sono tutti invitati a vestirsi con creativi, paurosi o irriverenti. Tra i cottage ci sono: “Crown of the pendragons”, “Galileo’s Gate” e “The Lost Horizon”.
# Dracula’s Fangs è la stanza in assoluto più “terrificante”
Dracula’s Fangs è la stanza più terrificante. Per realizzarla i proprietari dell’hotel hanno scelto di ispirarsi, sia nell’esperienza visiva che nell’arredamento e nell’esperienza visiva, alla prima trasposizione cinematografica di Dracula, girata nel 1931 con Bela Lugosi nel ruolo del principe Vlad.
Se questo non bastasse si dice che nell’hotel si dice si aggiri il fantasma di una giovane ragazza molto affezionata alla signora Hicks, la moglie dell’uomo che ha costruito la villa che poi è stata trasformata nel The Roxbury. A quanto pare però non c’è troppo da preoccuparsi perché, a detta degli albergatori, si tratta di una presenza amorevole e accogliente che ha a cuore il soggiorno degli ospiti nella struttura.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Viaggiare, uno dei passatempi più belli di sempre, ma viaggiare ha sempre un costo e a volte si rinuncia anche ad un semplice weekend perché i prezzi sono troppo alti. Di solito bisogna giocare d’anticipo: prenotare un po’ di tempo prima e controllare tutti i siti di offerte, che ormai ce ne sono tantissimi. E poi dipende ovviamente da dove si vuole andare, Parigi non è la stessa cosa di Bucarest e Dubai è ben diversa da Madrid, in tutto e per tutto ma soprattutto nei prezzi.
Allora ecco le mete più economiche dove viaggiare (con circa 40 euro al giorno), prendendo spunto dal sito zingarate.com.
VIAGGIARE a meno di 40 EURO al giorno? Qui è possibile
# Estonia, Lettonia e Lituania: 15 euro per dormire, 5 euro per mangiare
Credits: @traveltriangle Tallinn
Iniziamo il nostro viaggio immaginario all’insegna dello scrocco e del risparmio in Europa. Il Vecchio Continente ha città bellissime, ma alcune di queste sono trascurate, un esempio? Quelle dell’Estonia, Lettonia e Lituania. L’Estonia combina paesaggi naturali con architetture eleganti. La sua capitale Tallinn è un posto da fiaba, con un centro storico dichiarato Patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO, ma anche altre città della Nazione sono degne di una visita. Parnu, Tartu o Viljandi, per citarne alcune. Qui, in Estonia, un soggiorno costa circa 15€, se si scelgono ostelli forse anche meno, e un pasto si aggira intorno ai 5€.
Non sono da meno la Lettonia e la Lituania. Con le magnifiche spiagge di sabbia bianca affacciate sul Mar Baltico e suggestivi borghi, nonché una capitale storica come Vilnius, vivere un giorno in Lituania sta sotto il budget prefissato di 40€ al giorno. In Lettonia, invece, assolutamente da visitare è la sua capitale Riga, con un centro storico e diverse attrazioni culturali che meritano e soggiorni economici che rendono la vacanza ancora più bella.
# Bosnia, Macedonia e Ucraina super low cost
Credits: @digitalnomadarch Sarajevo
Rimanendo sempre in Europa, ma spostandoci verso l’Est, Ucraina, Macedonia e Bosnia Erzegovina sono le mete più economiche dove andare. Kiev, capitale dell’Ucraina, è veramente accessibile a tutti e un giorno in Macedonia, o tra le sue belle montagne o nella sua capitale Skopje, costerà non più di 40€. In Bosnia Erzegovina il budget invece si può anche abbassare. A Sarajevo dormire costa circa 20€ a notte e i prezzi del mangiare non superano i 10€.
# Serbia, Albania e la sorpresa del Kosovo
Ma si sa che l’Est è tutt’altro che caro e quindi a queste mete economiche si possono aggiungere anche la Serbia, dove riesci a soggiornare anche in centro città con veramente poco e mangiare con meno di 10€, e Albania. Sicuramentesottovalutato è il Kosovo, non tutti sanno che oltre a vivere con meno di 40€ al giorno, la natura, i boschi e le grandi cascate, e Prizren con i suoi monumenti e moschee patrimonio UNESCO rendono la vacanza in Kosovo unica.
# Le mete economiche in Asia: Laos e Vietnam a meno di 30 euro
Credits: @nakudoh Laos
Abbandonando l’Europa e spostandoci verso l’Asia, anche se raggiungere le destinazioni sarà un po’ più lungo, non è detto che sia più costoso. Tra le mete assolutamente più economiche c’è il Laos, zona poco turistica e che quindi permette di godere tutta quell’autenticità che in altri posti si è persa. Qui si può spendere anche un massimo di 30€ e lo stesso budget lo si può avere in Vietnam, uno dei paesi più belli e affascinanti del sud-est asiatico.
Ma anche Cambogia e Thailandia non sono da meno con i prezzi. Se ormai la Thailandia è molto turistica, ci sono certe sue zone, come Koh Adang dove fare escursioni e immersioni, che non costano per niente tanto. Ovviamente qui bisognerà soggiornare in campeggi o ostelli.
# America Latina: Nicaragua e Guatemala sotto i 30 euro
Credits: @killaexpeditions Perù
Quando si parla di America si pensa sempre agli Stati Uniti, dimenticandoci un po’ che c’è sempre un Sud America che vale la pena visitare, soprattutto perché lì la vita costa pochissimo. In questo caso il viaggio sarà sicuramente più costoso ma una volta arrivati sarà una vacanza al risparmio. Un patrimonio culturale millenario, una natura incontaminata, spiagge paradisiache, montagne, vulcani, ma anche tante città e villaggi particolari. In Sud America il budget si può anche abbassare. In Nicaragua non si spende più di 30€ al giorno, in Guatemala si va anche sotto i 20€ e in Perù con 30€ mangi e dormi tranquillamente. Anche la Bolivia è a buon mercato, con 20€ dormi comodamente e mangi abbondantemente.
# Finiamo il viaggio in Africa: dal Marocco all’Etiopia quasi tutta sotto il budget
Credits: @flaviofara Etiopia
E arriviamo nel continente africano per concludere il nostro viaggio immaginario all’insegna del risparmio. Il Marocco è una delle mete più esotiche al mondo, un sogno anche per molti italiani, eppure non tutti sanno che non è per niente caro. Con le sue influenze berbere, arabe, africane ed europee, un soggiorno in una grande città costa circa 20€. Con la sua cultura, la storia, il cibo, la fauna selvatica anche un soggiorno in Etiopia è ben al di sotto del budget di 40€ al giorno. Infine c’è il Sud Africa, un po’ più caro, ma qui una macchina si può noleggiare per 20€ e un alloggio lo si paga intorno ai 15€.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Andare al supermercato è un’ansia. C’è questa regola implicita nel dover fare tutto di fretta, soprattutto una volta raggiunte le casse. Bisogna stare attenti a non aver dimenticato niente, essere abbastanza veloci nel posizionare i prodotti sul nastro, rapidi nel contare le monete da dare e, infine, buttare tutto dentro alle borse senza nemmeno guardare perché quello dietro di voi sta già sbuffando e lanciando occhiatacce a voi e alla cassiera.
Per evitare tutto questo, dall’Olanda arriva questa soluzione. Per trasformare la spesa in un momento di relax.
Aprono in Olanda le CASSE RELAX nei supermercati. Un’idea per Milano?
# Le casse LENTE contro la SOLITUDINE
credits: @labodif IG
La catena di supermercati olandesi “Jumbo” introdurrà le Kletskassa, le nuove casse “relax”a scorrimento lento in cui si dà la possibilità di fare la spesa con calma e scambiare amabilmente due chiacchiere con i cassieri. L’iniziativa parte dalla campagna “Uno contro la solitudine” il cui obiettivo è combattere la piaga della solitudine che colpisce ogni anno moltissimi anziani.
# Il male più diffuso tra gli anziani: la solitudine
credits: @rob_engelaar IG
Solamente in Olanda, ci sono 1,3 milioni di persone con più di 75 anni (su un totale di 17 milioni) e più della metà di loro afferma di sentirsi sola. In particolare, durante questi anni di pandemia, sentimenti di angoscia, solitudine e depressione si sono intensificati un po’ per tutti, ma soprattutto gli anziani si sono ritrovati ad essere ancora più isolati dalla vita sociale e relegati in casa per ridurre al minimo il rischio di contrarre il virus.
Il supermercato, da non luogo dove ognuno si fa in genere i fatti propri, è diventato un luogo di socializzazione, dove spesso ragazzi e adulti si davano “appuntamento” al banco dei surgelati o del pane per potersi vedere ancora una volta e scambiare due chiacchiere. A volte capitava d’intavolare conversazioni anche con persone totalmente sconosciute per poter finalmente parlare di nuovo con qualcuno.
# Esistono anche in Francia e in Scozia: quando a Milano?
credits: @retailbouwmanagement IG
Colette Cloosterman-van Eerd, Chief creative officer della catena di grande distribuzione spiega su tg24sky.it che l’obiettivo è aiutare le persone a stabilire un contatto reale, con il genuino interesse dei cassieri nei confronti dei clienti. È un piccolo gesto, ma molto prezioso”.
Non dimentichiamo che questa iniziativa delle casse lente è molto importante non solo per la socialità degli anziani, ma è di grande aiuto e sostegno anche per quelle persone che soffrono di patologie invalidanti come l’Alzheimer e che hanno bisogno di prendersi più tempo.
Questa nuova tipologia è già stata sperimentata in altri Paesi, come in Francia e in Scozia, e sarebbe fondamentale portarla anche qui in Italia dove moltissime persone over 60 stanno vivendo uno stato di “morte sociale, una condizione definita dalla quasi totale assenza di contatti fisici con familiari, amici, vicini o associazioni”.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
La settimana lavorativa Bibliobus la sfrutta per portare cultura diffusa ogni mattina in un posto diverso
Sulle strade di Milano torna il BIBLIOBUS: queste le sue FERMATE
# Lettura a domicilio
Bibliobus è un servizio che nasce nel 1984 a cura di SBM, il Servizio Bibliotecario Milanese.
Il bus, rinnovato poi nel 2017, è un veicolo carico di libri: oltre 1000 titoli di narrativa e saggistica che, invece di rimanere fermi sugli scaffali delle biblioteche, vengono portati in giro per la città, per raggiungere tutti quei quartieri più lontani dal centro e che sono anche privi di un servizio bibliotecario permanente.
# Le “fermate”
Questo servizio si comporta come un bus a tutti gli effetti: ha degli orari e delle fermate fisse secondo un calendario ben stabilito ed ogni giorno lo si può trovare in posti differenti.
Gli orari, nemmeno a dirlo, ricalcano quelli di una biblioteca comunale, dalle 9:00 alle 12:30, così come i servizi, perché dal Bibliobus è possibile prenotare e ritirare volumi, o ricevere consulenza bibliografica.
# Come funziona
Bibliobus 2021 ph. SBM IG
Per usufruire del servizio, basta essere iscritti al Servizio Bibliotecario Milanese, registrandosi dapprima online al form che si può trovare qui (https://milano.biblioteche.it/iscrizione/) e poi concludere la procedura di persona, presentando un documento di identità ad uno sportello di una qualunque biblioteca comunale.
Agile anche la consultazione del catalogo: si può chiamare il numero 02/88463365 oppure 335/7762410 per chiedere e prenotare un titolo; disponibilità e prenotazione si possono verificare anche online. Dopodiché è sufficiente uscire di casa per una passeggiata ed andare incontro al Bibliobus, trasformando il giorno stabilito in consuetudine settimanale, a seconda del quartiere di residenza.
Una settimana si ritirano i libri e quella successiva si riconsegnano, sapendo che nel frattempo i titoli sono stati aggiornati perché Bibliobus non teme la concorrenza di nessuno: il catalogo viene aggiornato continuamente, per offrire sempre le ultime uscite editoriali.
La ciliegina sulla torta è la possibilità di salire sul Bibliobus senza aver prenotato il libro e iniziare la ricerca. Se si ha fortuna, si trova subito il libro desiderato e si porta via. Se invece non si trova, si può benissimo prenotare sul bus e ritirarlo al giro successivo.
# Quanta strada
primo Bibliobus Milano ph. FB
Bibliobus ne ha fatta di strada da quel lontano 1984, non solo metaforicamente.
Sono stati via via allestiti mezzi sempre differenti, alla ricerca di spazio e per un servizio sempre più comodo ed efficiente. Fa quasi tenerezza vedere il primissimo mezzo, specchio ed anima degli anni ’80: linee essenziali, design quasi approssimativo (era il periodo che lo imponeva) allestito su quello che sembra un vecchio autobus ATM, di quelli dismessi a partire da fine anni ’70.
Si è poi passati ad un vero e proprio TIR, bello squadrato e colorato anni ’90, sempre alla ricerca di zone da coprire per portare i libri a domicilio. Quando la biblioteca di Piazzale Accursio è rimasta danneggiata da un incendio, nel 2016, Bibliobus ha esteso gli orari del servizio – che sono gli stessi da almeno 10 anni – per stazionare in Accursio ben 3 pomeriggi a settimana, ovviando così alla momentanea interruzione della biblioteca in attesa della ristrutturazione.
Quello di oggi, finito di allestire a luglio 2020, è più spazioso, confortevole e dotato di aria condizionata.
I libri a Milano non passano solo di mano in mano, ma anche di quartiere in quartiere, perché col Bibliobus dai lontanissimi anni ’80, la lettura a Milano è una caratteristica diffusa. Chissà come sarà il prossimo Bibliobus?
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
È innegabile che dopo EXPO 2015, Milano sia cambiata radicalmente. Ha subito radicali mutamenti non solo al suo interno da parte dei suoi abitati, ma anche dall’esterno la città viene vista con occhi diversi. È diventata più europea, ha affascinato diverse aziende estere che hanno trasferito qui le loro sedi, è protagonista assoluta di diverse manifestazioni (Milano Week) sul design, sull’architettura, sulla moda, sulla musica, sul food e potrei andare avanti per pagine e pagine.
Piazza Gae Aulenti, City Life sono solo due esempi di una rivalutazione urbana sotto gli occhi di tutti. Ora è arrivato il turno dello spazio Ex Macello che subirà una profonda rivisitazione e si trasformerà in un grande polo del design.
SPAZIO EX MACELLO, la nuova sede dello IED
# Da un lusso per pochi a un punto di riferimento per molti
credits: c40reinventingcities.org
In tempi antichi la carne era un cibo pregiato, le famiglie che potevano permettersi di andare dal macellaio e comprare della carne era un lusso riservato a pochi benestanti. Col passare degli anni le cose sono cambiate e Milano è diventata uno dei centri più importanti per il commercio, vuoi per la sua posizione geografica, vuoi per lo spirito “imprenditoriale” dei milanesi, la città si è trasformata in un punto di riferimento per vendere e acquistare beni e prodotti, e tra questi la carne, che era la più ambita e venduta.
Il continuo aumento delle vendite, la costante richiesta del prodotto e la ricerca di maggiore sicurezza dal punto di vista sanitario, portano alla nascita nel 1863 del primo macello comunale milanese situato tra via Calco e via Olona. Una struttura che per i temi era uno dei luoghi più all’avanguardia in tutta Europa.
Dopo sessant’anni di onorato servizio, il Macello si sposta in viale Molise 62. La vendita era mista, si vendevano sia animali vivi sia macellati e si prestava attenzione anche ai diversi riti religiosi che prevedevano macellazioni diverse. Insomma un fiore all’occhiello per Milano e i milanesi.
# L’industrializzazione lo ha portato allo smantellamento
credits: @lucajohndalfo IG
Negli anni novanta il Macello cessa le sue attività, complice l’aumento dell’industrializzazione e la tecnologia avanzata e nel 2005 cessano operazioni di smantellamento. Da allora quello che ne rimane è un’immensa infrastruttura in stato totale di abbandono e a poco serve l’utilizzo di alcune aree per concerti estivi, l’occupazione da parte di Macao di una palazzina liberty, per ridare lustro e importanza ad un’area così vasta.
# Il progetto di REINVENTING CITIES da 500 milioni di euro
credits: @architectravels IG
Dopo tanti anni, in nome della riqualificazione dell’area, un gruppo denominato C40 (un gruppo formato da 97 megalopoli mondiali, inclusa Milano) lancia “Reinventing Cities” e presenta il progetto che delinea il futuro dello spazio ex Macello. Un progetto molto ambizioso su tutta l’area che comprende 15 ettari di immobili abbandonati, con lo scopo di creare un polo culturale e residenziale per oltre 15.000 persone tra nuclei famigliari e studenti. Un investimento di 500 milioni di euro per trasformare un area malmessa in un luogo di cultura ed eventi dentro ad un polmone verde. Sono previsti costruzioni in legano ed ecocemento e l’utilizzo di impianti fotovoltaici.
Ed è a questo punto che entra in campo l’istituto europeo di Design (IED). Il celebre istituto entra a far parte di un collettivo in cui Snøhetta, Barreca & La Varra, Chapman Taylor, Fondazione Politecnico di Milano e Deloitte, s’impegnano a sviluppare un social housing, spazi pubblici tra piazze, orti social, aree attrezzate per lo sport, la musica, il cinema, il teatro, negozi di quartiere, scuole per l’infanzia, spazi dedicati al car sharing elettrico ed infine il Campus Internazionale dello IED.
# Un collegamento tra passato e futuro
credits: c40reinventingcities.org
Il progetto visto nella sua interezza dimostra come si possano recuperarepezzi storici della nostra città e trasformarli in qualcosa di unico e soprattutto di smart. Un collegamento tra passato e futuro che fa proseguire lo sviluppo milanese verso la realizzazione di poli di eccellenza, di edilizia di qualità a prezzi accessibili con lo sguardo sempre rivolto al green e all’eco sostenibilità. Una via per continuare a far crescere Milano e farla camminare insieme alle grandi città del mondo.
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L’aggettivo metafisico è un inganno della modernità.
In realtà esiste una dimensione unica dell’essere umano. Separare il metafisico significa aver perso la visione totale dell’atto esistenziale, la dimensione intima con il cosmo che per natura è presente in ogni essere umano al momento della nascita, come sostenuto dai saggi di ogni tempo.
Non è normale che la nascita ci faccia sentire come gettati fuori, dovremmo nascere come distinti in una parte ma facenti parte di una unica intelligenza che ci sostiene. La metafisica come viene intesa oggi è conseguente della cecità in cui siamo precipitati.
Non è reale che ci sia una dimensione fisica e una dimensione metafisica.
Così come non è reale che ci sia una dimensione soggettiva e una dimensione oggettiva, perché l’essere umano autentico percepisce l’infinito esposto come proiezione dell’intimo del suo essere.
L’atto metafisico si dovrebbe risolvere nell’evidenza soggettiva di questa intelligenza che è in me e in tutto. E dove la dualità, la contrapposizione oggetto-soggetto, permane solo per l’incapacità di riconoscere questo atto unico che ci sostiene. Anche la dialettica io-tu, o individuo e società, non è reale per come la vita è costituita.
Con il decadere della manifestazione esistenziale, con il trascorrere dei secoli, l’impossibilità di analizzare l’intero agente, e quindi di analizzare l’essere umano nella sua interezza, ha ridotto l’uomo al frammento della coscienza e dell’attività cerebrale in un senso strettamente fisiologico. Ha fatto in modo che si perdesse di vista il reale funzionamento di questo essere che resta sconosciuto a se stesso.
Il materialismo è la conseguenza di regole che hanno analizzato solo una porzione dell’intero, regole che sono disfunzionali all’intero. E, prima che essere un atteggiamento nei confronti del mondo, è un atteggiamento dell’uomo verso se stesso.
Da questa riflessione si può capire tutto il dolore che viene testimoniato in ogni forma di arte, di cultura, per cui l’uomo è assente a se stesso.
In un passato recente esistevano correnti filosofiche e di pensiero che si interrogavano su questa assenza e, quindi, su questa disperazione interiore dell’essere umano. Ma nel luna park elettronico della società contemporanea la disperazione è diventata norma, senza essere più capace di riflettere se stessa.
Siamo passati dalla riflessione sull’assenza all’assenza di riflessione sull’assenza stessa. Ci siamo macchinizzati a tal punto da non essere più consapevoli di essere assenti.
Abbiamo una tensione che viene deviata al di fuori della sua naturale insoddisfazione, in un vuoto che rincorre se stesso.
A oggetto ti sei ridotto e solo oggetti cercherai. Rimanendo sempre insoddisfatto per ogni oggetto che troverai.
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Sei pronto a chiudere gli occhi e risvegliarti avvolto dai caldi colori dell’autunno? Ecco i 10 luoghi migliori dove farlo.
I POSTI più BELLI dove DORMIRE per ammirare il FOLIAGE
#1 Gaia’s Spheres B&B, il campeggio di lusso nelle Langhe (Piemonte)
Credits onthesup IG – Gaia’s Sphere
Gaia’s Spheres B&B a Gorzegno, nell’Alta Langa in Piemonte, è un campeggio di lusso a contatto con la natura. La struttura è composta di posizionate sui tipici terrazzamenti delle Langhe, ognuna con spazio di circa 20 mq, da cui si gode di una magnifica vista su tutta la valle. All’interno delle sfere c’è un letto matrimoniale e una zona relax da cui ammirare il paesaggio e il riscaldamento grazie a una stufa a legna.
#2 Le Case dei Baff, un antico mulino nel cuore della Valtellina (Lombardia)
Credits agriturismolecasedeibaff IG – Case dei Baff
Le Case dei Baff è il nome di uno storico agriturismo gestito dalla famiglia Cerasa, con camere nel tradizionale stile di montagna con dettagli moderni. Situato nel cuore della Valtellina questo antico mulino ristrutturato, circondato da stalla, vigna, caseificio e ristorante, dove mangiare le tipiche specialità locali, è in piena armonia con la natura. Sono molti luoghi per ammirare il foliage raggiungibili in poco tempo: la foresta dei Bagni di Val Masino, con abeti e faggi secolari sui toni del giallo e del rosso, i fitti boschi della Valmasino, della Valtartano o quelli della Valmalenco. Per chi non soffre di vertigini c’è Ponte nel Cielo, uno dei ponti tibetani più alti d’Europa, a circa 10 km dall’agriturismo.
#3 Pineta Nature Resort, un “villaggio di montagna” ai piedi delle Dolomiti (Trentino Alto Adige)
Credits pinetahotels IG – Pineta Resort
Il Pineta Nature Resort è un resort ispirato alla natura di montagna, alla sua bellezza, ai suoi profumi, un hotel diffuso nella Val di Non che sembra più un tranquillo villaggio di montagna. Circondato da boschi ombrosi ai piedi delle Dolomiti di Brenta da settembre a novembre gli ospiti del resort possono partecipare quotidianamente a escursioni guidate o consigli per scoprire i luoghi migliori dove ammirare il foliage autunnale.
#4 Hotel San Luis, eleganti chalet in legno e case sugli alberi (Trentino Alto Adige)
Credits sanluislodges IG – San Luis retreat hotel & lodges
L’Hotel San Luis retreat hotel & lodges sorge attorno a un lago di 5800 mq in una radura incontaminata, poco distante da Merano. Circondato da 40 ettari di parco alpino è strutturato con eleganti chalet in legno e intime case sugli alberi dotate di tutti i comfort e pensati per favorire il contatto con la natura. Questi loft tra le fronde sono contraddistinti da elementi naturali e cura dei dettagli. In autunno è il luogo ideale per scoprire le tradizioni locali agli eventi stagionali come vendemmie, sagre e castagnate e godere delle sfumature dei colori caldi dei boschi che solo questa stagione può regalare.
#5 Chalet Alpenrose, un gioiello in legno incastonato nelle Dolomiti (Veneto)
Lo Chalet Alpenrose in provincia di Belluno, è una struttura moderna con otto appartamenti, dal bilocale al quadrilocale, nel tradizionale stile alpino con il legno dei boschi locali, tutto improntato sull’ecosostenibilità. Un vero gioiello incastonato nelle Dolomiti, con le Tre Cime di Lavaredo che si specchiano sul lago di Misurina. L’autunno è la stagione migliore per esplorare i boschi ai piedi delle Dolimiti, soprattutto la vicina foresta di Somadida, il più grande bosco del Cadore, che è capace di restituire i colori più belli del foliage.
#6 Eremo Montemezzano, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi (Toscana)
Credits clandestila IG – Eremo Montemezzano
L’Eremo Montemezzano si trova in una delle zona più autentiche della Toscana, il posto dove dormire per ammirare il foliage nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. In provincia di Arezzo a soli 10 minuti dal borgo di Stia, questo antico monastero dell’XI secolo è stato trasformato in un suggestivo ed accogliente casale, dotato di 5 camere matrimoniali e 2 triple con arredi semplici in legno e pietra, e decorate con dipinti di un’artista locale. Nelle calde giornate d’autunno l’area relax esterna è ideale per ammirare il panorama o addormentarsi sotto le stelle.
A Poggio Montorio in provincia di Perugia si può vivere un’esperienza di ecoturismo emozionale, a contatto con la natura, dentro un igloo trasparente del Casale MilleSoli. La camera si trova si trova a 180 metri dal casale, tra querce secolari con vista sulle colline, ed è provvista di letto, lenzuola, coperte e zanzariera. Da qui si può partire per escursioni tra i boschi sulle colline intorno al lago Trasimeno per ammirare il foliage .
#8 Il Podere b&b La Piantata, con suite e case romantiche sugli alberi (Lazio)
Credits lagorilla IG – Podere b&b La Piantata
A pochi chilometri dall’incantevole Lago di Bolsena e dall’antico borgo etrusco di Tuscania, fra le colline in provincia di Viterbo, sorge Il Podere b&b La Piantata. Si tratta di un casale settecentesco immerso nella natura e circondato da maestose querce che in autunno offrono lo spettacolo del foliage. Tra le suite e le camere messe a disposizione dall’agriturismo ci sono due romantiche case sull’albero: la Black Cabin, una cabina high-tech a cinque stelle con una vista meravigliosa a 360 gradi su un oliveto secolare e sulle colline coltivate a lavanda, e la Suite Bleue, casa sull’albero più romantica con letto a baldacchino, sotto la chioma di una quercia secolare.
#9 Atmosfera Bubble Glamping, il primo campeggio d’Italia fatto con “bubble rooms” (Basilicata)
A Satriano di Lucania, nei boschi della Basilicata, c’è il primo bubble glampling d’Italia. Ogni camera ha un nome che richiamano la natura: Folium in onore alle foglie delle querce del bosco che l’accoglie, Lapis per le pietre naturali usate per realizzare la sua pavimentazione esterna e la terza in arrivo di nome Lignum. Si può ammirare il foliagestando a letto. Un campeggio a basso impatto ambientale, con impianto fotovoltaico, acqua calda grazie a un pannello solare termico, zero plastica e solo prodotti a Km 0.
#10 Chiosi Country Club – B&B, circondato da querce centenarie (Sicilia)
Credits chiosicountryclub IG – Chiosi Country Club
A pochi chilometri da Corleone nel paesaggio incontaminato della Sicilia interna c’è il Chiosi Country Club – B&B, dominato dalla possente rocca della Montagna Vecchia. Un b&b circondato da querce centenarie con la villa padronale, ancora abitata dai proprietari dello storio feudo, e composto da 6 camere doppie, con ingressi indipendenti, bagno privato, terrazzino attrezzato e wifi. A questo si aggiunge un salone comune in stile country-chic con zone di lettura, tavoli da gioco e sala da pranzo nell’ex rimessa delle carrozze. Nel Chiosi Country Club – B&B ci si può rilassare a contatto con la natura d’autunno e fare escursioni alla vicina Riserva Naturale di Bosco della Ficuzza o lunghe passeggiate nell’ampia campagna circostante.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Quando c’è da prendere una decisione ci sono due possibili strade. Una è la mediazione che consiste nel trovare un punto di accordo che renda scontente tutte le parti in modo equanime. L’altra strada è il sistema autoritario in cui le decisioni vengono imposte di imperio e scontentano solo una parte.
Non a caso durante il periodo repubblicano a Roma ildictatorera nominato per scadenza, in quanto dovevano essere chiari i confini e i limiti della sua azione, altrimenti sarebbe stato subito deposto.
In questo periodo abbiamo interventi straordinari che non hanno nessun limite, né temporale né di mediazione. Questo automaticamente li pone nell’alveo degli interventi di matrice dittatoriale.
Molti in Italia subiscono il fascino dell’idea dell’uomo forte al comando, dando per scontato che scelga sempre il meglio e che esista una scelta in assoluto migliore di tutte le altre.
Invece l’arte della politica è nella capacità di mediazione. In ogni momento trovare la soluzione ottimale che sia una sintesi tra tutte le istanze, anche quelle apparentemente contrapposte.
E c’è un motivo reale per cui la mediazione è la formula ottimale di gestione del potere rispetto all’imposizione di una volontà individuale. Il motivo è che l’intelligenza collettiva supera di gran lunga l’intelligenza individuale.
Quindi il governante più capace è quello in grado di valorizzare al massimo l’intelligenza collettiva attraverso l’arte della mediazione, focalizzata alla risoluzione dei problemi e non sulla loro moltiplicazione.
Perché quasi sempre un’imposizione autoritaria, anche trainata dall’esigenza di risolvere un problema, determina la proliferazione di nuovi problemi, come ampiamente dimostrato dai vigili urbani quando gestiscono il traffico.
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Il nuovo complesso di edifici in fase di ultimazione nel quartiere di Cascina Merlata sta facendo discutere esperti e milanesi. È un intervento riuscito o è un altro obbrobrio pseudo-moderno?
Cascina Merlata o Tor Bella Monaca? Milanesi divisi sull’ULTIMA CREATURA URBANA
# Il nuovo quartiere di Cascina Merlata
Stato dei lavori Cascina Merlata
Cascina Merlata è un quartiere di Milano adiacente al sito espositivo di Expo 2015, si estende su una superficie di circa 900.000 mq, dove sono in fase di ultimazione un grande parco urbano di 250.000 mq, blocchi abitativi suddivisi in più lotti, in prevalenza di housing sociale e edilizia convenzionata, un plesso scolastico di 12.000 mq, mentre ha appena preso il via il cantiere per la costruzione del “Merlata Mall”, un centro commerciale di 60.000 mq. All’interno del quartiere ci sono i grattacieli utilizzati nel 2015 come villaggio Expo per accogliere ai rappresentanti delle delegazioni internazionali e gli staff dei Paesi partecipanti all’evento, il progetto di edifici “Uptown” e le tre torri con stecche di “Cascina Contemporanea”.
# L’ultimo edificio in fase finale di costruzione nell’area dell’ex Villaggio Expo non sta riscuotendo un gran successo
Credits Valter Repossi/Urbanfile - Lotto 9 Cascina Merlata
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Credits Urbanfile - Cascina Merlata Lotto 9
Tra gli edifici in fase di ultimazione nel blocco R9, l’area dell’ex villaggio Expo destinata ad ospitare altri edifici, c’è un complesso di edilizia convenzionata formato da tre edifici, uno di nove e due di cinque piani. Abbandonato per lungo tempo dopo il fallimento dell’azienda costruttrice ora è prossimo alla consegna. Come sottolinea il blog di Urbanfilel’edificio è “abbastanza dignitoso anche se non spicca per originalità” con la “moda dei balconi a loggia” che ha ancora una volta non ha restituito un grande risultato a livello architettonico.
A prima vista ricorda una costruzione in stile soviet, dall’impatto pesante e dal design poco ricercato e monotono. Non mancano infatti i commenti discordanti dei milanesi riguardo il nuovo complesso di edifici, vediamone alcuni:
“Evviva ! ora anche Milano ha la sua versione di Tor Bella Monaca. Lo slogan? Sentirsi a Pripyat ad appena 25 minuti di metro dal Duomo” Cit. Paolo Z.
“Ma voi ci siete mai stati a Prip’jat’? Quella era una città bellissima, un gioiello dell’urbanistica sovietica, che offriva il meglio ai suoi cittadini” Cit. Enrico B.
“Al suo posto cosa bisognava fare?! un parco, una bella distesa di alberi e prato” Cit. Alessandro M.
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Buongiorno a tutti, sono Antonio il torinese innamorato di Milano, che si sta ponendo un pensiero legittimo: come sarà il mio “Amore “ fra cent’anni?
INNAMORATI di MILANO, ma come sarà tra 100 anni?
# Da città d’acqua a città dei grattacieli
Credits: @milano_scomparsa_o_quasi Milano
Milano fra 100 anni… chissà cosa avrà pensato Leonardo quando stava progettando per Milano, o il Visconte costruendo il suo castello. Mentre cammino per Milano o viaggio sui vecchi tram color arancione, spigolando sul legno laccato dei suoi divanetti, duri quanto belli, offensivi quanto familiari, penso ai canali di acqua che un giorno avrei visto se solo fossi nato allora e come non avrei potuto immaginare di vederli coperti.
Come avrei potuto immaginare i grattacieli, le strade asfaltate e la periferia campagnola del Giambellino divenire, con la sua via Savona, l’epicentro delle recenti Maison della moda italiana, là dove pascolavano capre e pecore? Ma come avrei potuto immaginarlo!
# Milano: 6 lettere che suonano come una carezza
Credtis: @andreacherchi_foto Milano
E cosa dire dei nostri spettacolari ospedali intercontinentali. Centri di ricerca di assoluta avanguardia. Per poi non citare, e di nuovo, la nostra incredibile vera bellezza: la nostra internazionalità rappresentata dalla incomparabile ospitalità basata sul rispetto, l’intelligenza ed equità razziale. Milano, 6 lettere, che quando viaggio per l’Italia mi domando sempre come questo nome possieda una sua sorta di completezza. Un nome tondo, non aggressivo come “Roma” e non fiabesco come “Napoli”, ma invece semplice ed umile, composto, non corto, non lungo quasi come una carezza: Milano.
Che bello. E così quando dopo Piacenza appaiono i primi cartelli verdi dell’autostrada con il suo nome, così perfettamente riempiente lo spazio di scrittura, con quel catarifrangente verde che lo esalta, io mi sento onorato e un po’ felice.
# Milano ti abbraccia
Credits: @aryy0107 Milano
Milano è come se non avesse mai pretese da coloro che la abitano. È come se desse nei secoli sempre il benvenuto a degli abitanti il cui primo impiego è quello di curarla e nutrirla. E lei, la città, li coccola e li ricambia con la sua aurea, investendoli con il rango di milanese. E sì perché essere milanese, aimè per altri, non è come non esserlo. Ci sai vivere? Allora Lei ti abbraccia.
# E’ Milano a fare i cittadini o i cittadini a fare Milano?
Credtis: @andreacherchi_foto Milano
Fra 100 anni Milano sarà uguale? Certamente io non posso saperlo e devo dire che non mi permetto neanche di immaginarlo, perché mi rendo conto che la bellezza ha una sua volontà e che per anticiparla dovrei come minimo essere come Lei ed io non lo sono. Non lo sono io e non lo siete voi, perché Milano è l’insieme di così tante genti e di così tanta storia, che il quadro di insieme, nonché un minimo di coscienza di cosa sia, a noi singoli è proibita. È un po’ come se una nostra cellula potesse rendersi conto del tutto che la contiene. Ne ha una parvenza, ma non potrà avere piena coscienza, credo.
La città di Milano è una grande città. Lo dice la storia, lo dicono gli uomini e la qualità delle azioni di questi uomini. Ora la domanda è: sono stati gli uomini a fare Milano o Milano a forgiare la storia di questi uomini? Credo che quando i primi uomini hanno pensato di appoggiare qui una prima pietra sia stata questa pietra a voler essere poggiata qui. Viceversa, ferma la volontà di poggiarla l’avrebbero appoggiata da un’altra parte e invece era tempo che Milano nascesse.
# La forza di Milano è la ricerca della bellezza: quindi tra 100 anni sarà ancora più bella
Credits: @milano.dei.milanesi Milano
In una economia di massa come quella che stiamo vivendo, nella quale mischiarci sembra essere diventato un giochino imprescindibile, là dove se la natura ha colorato e strutturato pelle e fisici per meglio affrontare le varie zone del pianeta, noi invece pensiamo che un vichingo del nord starebbe comunque molto a suo agio a ridosso del Sahara, così come un nigeriano nei freddi ghiacciai della Norvegia, le cose sono due o ha sbagliato la natura o stiamo andando a 300 all’ora contro un muro. Ma per quanto vorremo mischiarci cancellando i connotati della storia, credo che Milano non lo vorrà mai fare e non lo farà. Possiamo cambiare l’arredamento di una casa, ma non per questo cancellarne le ragioni del suo esistere. Come apparirà? Bellissima, che domande! La più bella, la più aperta, la più di tutto.
Fra 100 anni io non ci sarò, ci sarà qualcun altro e certamente scriverà come io ho scritto, perché finché Milano vorrà esserci qualcuno ci sarà a cantarla. Quando uno è innamorato è innamorato!
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Inaugurato a Milano con lunghe code il negozio che può trasformare i sogni di molti bambini, ma non solo, in realtà. Per chi già conosce questo luogo magico, definito anche come il posto più bello del mondo, saprà benissimo che il Fao Schwartz è molto più di un semplice negozio. Ma che cosa lo rende così unico?
Ha aperto a Milano il “quartier generale di BABBO NATALE”
# Il negozio di “Mamma ho riperso l’aereo”
credits: FAO Schwarz FB
Lo storico negozio di giocattoli Fao Schwartz di New York ha aperto i battenti per la prima volta in Italia, a Milano. 600 metri quadrati con giocattoli di ogni tipo che riproducono la magia del negozio newyorkese. Assistenti vestiti da soldatini accolgono i genitori e i loro bimbi con migliaia di peluche, bambole, puzzle e giochi interattivi.
Il nome nasce dalle iniziali del suo creatore, Federick August Otto Schwartz, il cui marchio ha preso vita più di 150 anni fa, incantando grandi e piccini. É così amato che alcune scene di grandi film sono state proprio girate al suo interno, come “Mamma ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York”, “La dea dell’amore” di Woody Allen, “Big” con Tom Hanks, addirittura “Toy Story 3” e “I Simpson”.
# Il quartier generale di Babbo Natale
credits: @juanmartin67 IG
É stato lo stesso Otto a definirlo così. Ma torniamo un po’ indietro nel tempo per rivivere la magia del negozio. Nel 1862 a Baltimora, Otto, un immigrato tedesco, apriva quello che allora si chiamava Toy Baazar, legato a un’azienda che vendeva principalmente prodotti di cancelleria. Di tanto in tanto, però, insieme ai pennini venivano spediti anche dei giocattoli. Fu proprio lui ad avere la brillante idea di posizionarli in vetrina. Ben presto i giocattoli superarono la cancelleria e, così, Otto decise di spostare il suo business a Manhattan, dove aprì il “Schwarz Toy Bazaar”.
# Il più grande venditore di giocattoli della città
credits: FAO Schwarz FB
Il successo del negozio deriva dalla sua straordinaria capacità di fare business e marketing, allestendo sapientemente le vetrine, creando un catalogo annuale studiato per presentare i prodotti nella stagione natalizia e realizzando mostre di Natale con i suoi giocattoli. Otto ben presto diventò il più grande venditore di giocattoli della città. Anche dopo la sua morte, nel 1911, il negozio ha continuato la sua scalata verso il successo arrivando ad espandersi in 42 negozi in tutti gli Stati Uniti e pian piano anche nel resto del mondo. Mancava solo Milano.
# Vivere la magia del Natale a Milano
credits: FAO Schwarz FB
Milano a Natale diventa ancora più bella con le sue bancarelle, l’albero di Swarovski e tutte le lucine in giro per la città che le donano vita e magia. Ora, con l’apertura del negozio incantato Fao Schwartz si potrà vivere la magia del Natale a tutti gli effetti, “quell’incatesimo” che avviene solo nei negozi di giocattoli e non può essere replicato altrove.
Situato in pieno centro: in via Orefici 15, all’angolo con Piazza Cordusio.
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