Un progetto da 300 milioni di euro riqualificherà l’area dell’ex Trotto ed ex centro di allenamento di San Siro abbandonata dal 2012. Sarà in gran parte edilizia residenziale e terziaria con un parco pubblico di 30.000 mq. Ecco il progetto nel dettaglio.
SAN SIRO: Partiti i lavori per la RIGENERAZIONE URBANA nell’EX TROTTO
# Rinasce un’area di oltre 130.000 mq abbandonata dal 2012
Credits ferra_20 IG – Scuderie ex-trotto demolite
Sono partiti i lavori nell’area di oltre 130.000 mq, in disuso dal 2012, che ospitava la gare di trotto in città. Delle tribune dell’ex Trotto ed ex centro di allenamento di San Siro rimane solo lo scheletro delle strutture, mentre le scuderie sono già state abbattute. La demolizione delle tribune sarà ultimata, si prevede, per l’inizio del 2022 mentre per la fine dello stesso anno dovrebbero concludersi i lavori di bonifica dei terreni. Le scuderie anni ’50 situate sul lato opposto della pista rispetto alle Vietti, dove è presente la fermata della metro Ippodromo, sono tutelate dalla soprintendenza, pertanto non verranno demolite ma saranno invece restaurate per offrire “una tipologia di servizi altamente innovativi.”
# Un progetto da 300 milioni di euro per 700 nuovi appartamenti e un parco da 30.000 mq
Credits: conoscimilano.it
Il progetto di rigenerazione urbana sarà sviluppato da Hines, che ha acquisito l’area nel 2019, e prevede in gran parte edilizia residenzialee terziaria con un parco pubblico di 30.000 mq e oltre il 60% della superficie totale a verde, e con vincoli stringenti essendoci le scuderie con vincolo diretto. Sono previsti 700 appartamenti che saranno dati esclusivamente in locazione, con particolare attenzione alle giovani coppie e all’affitto convenzionato, ma anche alla cosiddetta formula multi-family. L’investimento complessivo è stimato in più di 300 milioni di euro e i lavori dovrebbero terminare entro il 2026.
# Spazi di coworking, aree dedicate allo sport e attività commerciali di vicinato inserite in un’area ad uso esclusivo di pedoni e ciclisti
“Il progetto definitivo è in fase di elaborazione e verrà sottoposto al vaglio della giunta appena insediata” spiega Marco Abbadessa Senior Managing Director & Country Head di Hines Italia, ma di certo saranno realizzati “spazi di coworking, di baby sitting e svago per i bambini, aree destinate all’attività sportiva che onoreranno la storica vocazione di questa zona, infrastrutture per favorire la mobilità elettrica. Tutto immerso in un parco il cui flusso verde non sarà interrotto da vie e passaggi aperti al traffico, ma la cui fruizione sarà destinata solo al passeggio e alle pedalate in bici. Nessun centro commerciale a servire il quartiere, assicura Hines, ma una serie di attività essenziali e commerciali di vicinato: dall’artigiano al piccolo alimentari.”
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Se ne parla da anni, quasi da decenni, eppure non si è ancora arrivati ad una decisione. L’ipotesi di prolungare la M3 fino a Paullo, non fermandola più a San Donato, è stata portata sul tavolo della fattibilità, ma la Regione e i locali hanno pareri ben contrastanti. Ecco cosa si è deciso.
La M3 arriverà fino a PAULLO? La regione dice NO e propone altre due soluzioni
# La regione dice NO e propone altre due soluzioni
Credits: laprovinciacr.it m3 a Paullo
La M3 fino a Paullo è certamente una soluzione conveniente, almeno per quanto riguarda l’impatto ambientale e la comodità delle migliaia di pendolari che ogni giorno sono costretti a prendere l’auto per arrivare in stazione. Portare la M3 fino a Paullo sarebbe quindi certamente una svolta, ma in Regione i tecnici hanno bocciato l’idea. Si crede che le soluzioni possibili, e migliori, possano essere due: o realizzare un prolungamento più corto, un ossimoro ma che in generale significa portare la M3 fino a Peschiera, oppure creare una metro tranvia.
# Pnnr da cogliere
Credits: @mezzi_atm_milano stazione san donato
In Regione, è stata quindi bocciata la proposta di portare la metro fino a Paullo e sono state avanzate altre due idee. Ma cosa sta diventando effettivo? Niente. Ancora una volta le procedure sono lunghe e per ora si ha solo uno studio di fattibilità a metà: infatti è stata fatta una prima analisi, a cui sarebbe dovuto seguire un approfondimento, mai realizzato. Altro problema è la poca trasparenza del progetto, i cittadini interessati sono poco coinvolti e come spiega Marco Degli Angeli, consigliere 5 stelle che ha richiesto ai Trasporti Claudia Terzi, insieme a Nicola Di Marco, un aggiornamento sullo studio di fattibilità, “è che questo stallo e poco coraggio politico rischia di far perdere ancora mesi se non anni“. In più non bisognerebbe perdere l’opportunità di sfruttare i fondi del Pnrr.
# I cittadini non ci stanno e VOGLIONO la metro
Credits: @milanotrasporti metro san donato
Se la Regione quindi sembra decisa sul no, i cittadini locali non ci stanno. È stato deciso mercoledì sera scorso durante un’assemblea cittadina a Spino d’Adda: i fondi ci sono, il progetto anche, non c’è niente che possa bloccare il prolungamento della metro gialla fino a Paullo. Le due soluzioni proposte dalla Regione, secondo i locali, sono ben poco funzionali: la metrotramvia di solito è usata per spostamenti in città e non è adatta a tratte lunghe, mentre la metro corta fino a Peschiera non risolverebbe il problema del traffico sulla paullese.
La domanda quindi resta sempre la stessa, la M3 arriverà fino a Paullo o no?
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Una nuova opera tanto straordinaria quanto strana è stata pensata per la città di New York e, forse, Milano un giorno potrebbe prendere spunto.
Vediamo insieme il successo di questo nuovo grattacielo.
Archistar, ultima frontiera: il GRATTACIELO CAPOVOLTO
# Mezzo chilometro a testa in giù
credits: dezeen.com
Pensando a come poter riempire uno spazio vuoto di 1.2 acri (circa 4.856 metri quadrati) nella città della grande mela, l’architetto David Adjaye ha avanzato la proposta di un nuovissimo grattacielo dal design molto particolare: è capovolto.
Si chiama Affirmation Tower, o più semplicemente Upside Down Skyscraper, e verrà costruito all’418 11th Avenue di Manhattan, rientrando tra gli edifici più alti del mondo, nonché secondo edificio più alto di New York con i suoi 506 metri.
# Lontano parente della nostra Velasca
Credits: @amilanopuoi su IG
Una serie di travi a sbalzo conferiscono all’edificio quel tocco “drammatico” e invertito che lo fanno rientrare con facilità nella categoria dell’architettura brutalista, vale a dire tutti quegli edifici a blocchi, squadrati, con superfici tozze e volumi accentuati, forme strane e poco sinuose, e uno stile geometrico piuttosto rigido. Un classico esempio di questo tipo di architettura a Milano è la Torre Velasca.
# Anche una pista di pattinaggio
credits: @robbreportmx IG
David Adjaye ha pensato il grattacielo come costituito da tanti blocchi sempre più piccoli man mano che scendono verso la base. In questo modo, i piani superiori saranno più di dimensioni maggiore rispetto a quelli inferiori che costituiranno la base della struttura, ricreando così l’effetto capovolto. Insieme all’edificio, ci saranno due hotel e un’area solo di uffici, una terrazza panoramica e addirittura una pista di pattinaggio.
# Un altro primato
credits: @glenjacksondesign IG
Sarà costruito proprio accanto al Javis Centre di Manhattan, il parco lineare di New York (High Line) e la linea 7 della metro. Il grattacielo Upside Down potrebbe, però, ottenere un altro primato: se il progetto dovesse venire approvato, il grattacielo diventerà il primo a essere stato realizzato interamente da un team di architetti, sviluppatori, finanziatori e costruttori neri. Questo sarà un traguardo molto importante per la città di New York e per la Black Community.
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Dopo lo stop imposto dal primo anno di pandemia da Covid-19, il mercato immobiliare milanese è tornato a correre sia in termini di transazioni che di crescita dei prezzi, con valori in linea con le metropoli nel nord. Ecco la fotografia dei prezzi delle abitazioni in città.
Prezzi nordeuropei ma stipendi anni ’90: quanto COSTA comprare CASA a Milano zona per zona
# I valori immobiliari sono in crescita dell’1,54% rispetto al 2020, per un prezzo medio al mq che sfiora i 6.000 euro
Credits: Andrea Cherchi
Secondo un’indagine condotta dalla Commissione Immobili della Camera di commercio di Milano, Monza, Brianza e Lodi ha condotto i prezzi delle case nel capoluogo lombardo e nell’hinterland sono saliti ai livelli di metropoli del Nord Europa, mentre gli stipendi sono rimasti sempre ai livelli italiani. Rispetto allo scorso anno si è assistito a un aumento generale dell’1,54%, i quartieri centrali sono gli unici ad avere registrato una lieve flessione, e in alcune zone la crescita ha superato il 10%. Il valore medio al mq è arrivato a 5.798 euro.
# Gli aumenti zona per zona: a sud e est la crescita maggiore (+3%), centro in flessione (ma resta sopra i 10K al mq)
Credits: Andrea Cherchi – Vista da Fondazione Prada
Il mercato immobiliare ha ripreso a correre nel primo trimestre 2021 dopo il fermo causa Covid-19 del 2020, andando a pareggiare le 13.000 transazioni del 2019, e con esso anche i valori immobiliari. Facendo riferimento a abitazioni di classe energetica A e B la crescita maggiore c’è stata nel quadrante sud con +3,07% e prezzo medio di 4.229 euro/mq e in quello a est che ha registrato un +3,04% e un prezzo medio 4.848 euro/mq.
A seguire la zona nord della città con +2,97% e un costo medio al metro quadro di 4.464 euro e quella ovest con +2,51% e un prezzo 5.307 euro al mq.
Il centroè l’unico ambito territoriale in flessione, facendo segnare -0,85%, ma dovei prezzi al metro quadro rimangono i più alti in assoluto con una media pari a 10.140 euro.
# Nelle periferie boom dei prezzi: in zona Città Studi +10,9%
Città Studi
Sono le periferie a vedere una crescita più consistente dei prezzi rispetto al resto della città. La crescita più alta nel quartiere di Città Studi tra le vie Pacini e Ponzio, con un +10,9% e un valore medio al metro di 4.325 euro.
I quartieri compresi tra Ripamonti e Vigentino e Gallaratese – Trenno registrano un incremento dei prezzi rispettivamente del 7,86% e del 7,27% per una forbice tra i 3.700 e 2.950 euro al mq.
Sotto al 7%troviamo i quartieri di: Axum – Ospedale San Carlo a San Siro a +6,6% e un costo di 2.825 euro al mq, Pisani – Gioia – Baiamonti in salita del 6,48% per un valore medio di 5.750 euro e Lagosta – Stazione Garibaldi con +6,21% e 5.200 euro di prezzo al mq.
Un aumento del 5,71% è stato registrata tra Istria e Maciachini dove per l’acquisto di un immobile è stimato un costo medio di 3.700 euro al mq.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Era il 26 Febbraio del 2015, il giorno era arrivato, il mio volo per Milano sarebbe partito alle 17:00. Avevo deciso di lasciare la mia città natale, Palermo, per trasferirmi a Milano, città un po’ ostica per chi lì non ci è nato ma ne ha solo sentito parlare. Dicevo sempre “mai a Milano, piuttosto vegeto qui”, ma Milano proprio no.. finii per innamorarmene perdutamente.
“Questa città mi è entrata nelle vene”: io PALERMITANA, milanese per scelta
# Milano era l’unica città che poteva darmi opportunità
Credits: milano.repubblica.it Fuorisalone
Volevo cambiare vita, volevo di più di quello che avevo fino a quel momento costruito, volevo che i sacrifici fatti durante gli studi dessero i loro frutti e sapevo che Milano sarebbe stata l’unica città in grado di darmi questo. A Palermo avevo una vita molto tranquilla: lavoricchiavo, uscivo con gli amici di sempre e ammiravo il mio amato mare, cosa che, fra tutte, mi è sempre mancata di più ma ero frustrata, infelice, mi sentivo irrisolta. Allora decisi: o cambiavo la mia vita o avrei ristagnato nell’infelicità in eterno. Sapevo che avrei dovuto pagare un prezzo, la nostalgia, ma alla fine ne è valsa la pena.
# La prima impressione? Trovarmi nel paese dei balocchi
Credits: milanoweekend.it Milano
Sicuramente tutti quelli che hanno fatto l’esperienza di un trasferimento possono capire in quante parti il mio cuore si fosse spezzato quando sono salita su quell’aereo. E cosi arrivai in questa città cosi piena di luci, di colori, di gente che proviene da ogni parte del mondo, all’inizio mi sembrava di essere nel paese dei balocchi.
Vedevo fiumi di persone correre alle 8 del mattino, andare da una parte all’altra con cosi tanta fretta da non accorgersi nemmeno di cosa stesse accadendo nei 2 metri successivi, gente che picchiava contro la mano per aver perso la metro, pur sapendo che il secondo dopo ne sarebbero passate altre 2 almeno, che si incazzava se ti mettevi sul lato sinistro della scala mobile, pur scusandoti per l’oltraggio commesso.
# “Scusi signorina c’è l’app”
Un giorno mi trovavo in via Boccaccio e avrei dovuto raggiungere Corso Monforte, allora, non conoscendo la città chiesi ad un passante se potesse indicarmi la strada, ma lui mi rispose “scusi signorina, c’è l’App”. Mi raggelai, non potevo credere che per un’indicazione stradale io dovessi scaricare un App! Trovavo tutto incredibilmente lontano da me, un modo di vivere molto diverso, una cultura distante anni luce da quella cui ero abituata e la cosa mi faceva sentire cosi tanto triste, cosi piena di nostalgia.
Allora pensavo che la mia permanenza sarebbe durata veramente molto poco (non ci credevo fino in fondo), però più passavano i mesi, più quello che dicevo si discostava molto dalle mie sensazioni, lo dicevo più per dire che per un reale pensiero.
# La meraviglia nei dettagli
credits: @milanodisera IG
Passavano infatti i mesi e io stranamente iniziavo a sentirmi a mio agio, e mi accorgevo di piccoli dettagli che ti danno la misura che qualcosa ti si inizia a muovere dentro. Quando camminavo per strada mi perdevo nel guardare la sua bellezza, la sua eleganza, i profumi che vengono fuori da quelle strade piene di negozi, di vetrine colorate. Ad ogni angolo un evento, una manifestazione culturale, gente che balla nelle piazze, allegria, tantissima allegria.
Milano infatti non è la città della nebbia, del grigiore; ti riesce a regalare dei colori che ti lasciano senza fiato, con il verde dei suoi immensi parchi, il gioco di luci delle sue fontane che zampillano acqua a qualsiasi ora del giorno, il contrasto dei suoi meravigliosi vicoli, collocati in mezzo a costruzioni moderne.
# Milano mi ha ascoltata
Gae Aulenti e Bosco Verticale
Iniziavano ad arrivare anche le prime soddisfazioni sul lavoro, che diventavano sempre più nette, definite e costanti e io mi sentivo fiera di me per la prima volta. Passavano infatti i mesi e mi accorgevo che questa città mi era entrata nelle vene, io la sentivo, ne ero orgogliosa, sì, orgogliosa. Quando mi chiedevano dove vivessi adesso e io rispondevo “a Milano”, lo dicevo con un tale orgoglio che quasi stupiva anche me. La famosa nostalgia che mi aveva accompagnata per un bel po’ di tempo iniziava a lasciare spazio ad altro. Milano mi aveva cambiata, mi aveva resa una donna forte, mi aveva realizzata professionalmente.
È come se mi ascoltasse: tutte le volte che mi metto in testa di fare qualcosa, di coltivare una passione, ecco che si presenta l’opportunità per farlo, perché diciamolo, Milano non è solo la città del business, la grande città europea, è anche la città delle opportunità. Sì, è vero, mi sono dovuta adattare anch’io a delle logiche diverse dalle mie (ad esempio poi l’app l’ho scaricata!!) diversamente sarei stata tagliata fuori, ma alla fine i traguardi che volevo raggiungere li ho raggiunti e non solo traguardi professionali, ma anche personali.
# Il milanese è un diesel
Credits: westwing.it – Clotilde Brera
Sicuramente si è presa tanto, ma mi ha restituito altrettanto. D’altra parte la realizzazione degli obiettivi passa sempre dai sacrifici e Milano, più di qualunque altra città, te ne chiede tanti. Ho cominciato a conoscere tantissima gente, proveniente da ogni regione d’Italia e del mondo e anche, naturalmente, “Milanesi puro sangue” che non sono affatto freddi o scostanti per come voci di popolo descrivono. Il milanese è solo un diesel, è più rallentato rispetto ad altri, ma quando gli entri nel cuore, difficilmente ne esci.
Con non poca fatica iniziale avevo creato il mio micro-ambiente, avevo la mia salumeria di fiducia, la mia tintoria, uscivo di casa e nel mio quartiere tutti salutavano tutti, arrivai persino a lasciare le chiavi di casa alla signora del piano di sotto (milanesissima e super disponibile), perché dovevano venire a fare il controllo dei termosifoni a casa e io sarei dovuta andare in ufficio assolutamente. D’altra parte ho sempre pensato che sorriso chiama sorriso, educazione chiama educazione e rispetto chiama rispetto, che tu sia milanese, palermitano o svedese!
# Ora anch’io corro, Milano mi ha adottata
Credits: allafinediunviaggio.com andare di fretta Milano
Adesso vivo qui da 7 anni e diciamo che praticamente mi sono “milanesizzata” pure io. Tutti quegli aspetti che all’inizio, bonariamente, prendevo in giro, adesso fanno parte di me. Anch’io corro, mi arrabbio se perdo la metro e ho un’app per ogni situazione, anche quella che mi ricorda la lista di cose che devo fare nel quotidiano!!
Si lo so, sembra tutto un po’ buffo, ma alla fine è solo questione di abitudine. Ogni volta che mi allontano, anche solo per brevi periodi, Milano mi manca. Continuo ad amare profondamente la mia Palermo, ma Milano mi ha adottata facendomi sentire a casa quasi da subito. È una grande storia d’amore la nostra, lei è la mia rinascita. Il mio grazie non sarà mai abbastanza e i motivi profondi li conosciamo solo io e Lei, mi piace pensare che questo sarà sempre il nostro segreto.
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Riqualificati gli edifici esistenti, potenziata la funzionalità generale e aumentate le zone verdi circostanti. Andiamo alla scoperta del nuovo campus nato dall’idea dell’architetto genovese.
NUOVO CAMPUS di ARCHITETTURA del Politecnico: ecco il progetto di Renzo Piano
# L’idea di Renzo Piano ha rivoluzionato il Politecnico di Milano
Progetto Campus architettura Politenico
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Progetto Campus architettura Politenico
Progetto Campus archiettura Politenico
Nato da unaidea iniziale del grande architetto Renzo Piano il nuovo campus di architettura del Politecnico di Milano ha trovato forma nella riorganizzazione l’intero polo universitario di via Bonardi. Il progetto finale è stato sviluppato da uno dei migliori allievi dell’architetto genovese, Ottavio Di Blasi socio fondatore dello studio ODB&Partners, e ha consentito: la trasformazione dell’ampia area urbana ridando unitarietà all’insieme, riqualificando gli edifici esistenti, potenziando la funzionalità generale e aumentando le zone verdi circostanti. L’intervento è stato possibile grazie anche ai sei milioni di euro raccolti con un’operazione di crowdfunding e il nuovo campus è stato inaugurato a giugno di quest’anno alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella.
Le volumetrie del Politecnico sono state aumentate senza interferire con la percezione visiva che attualmente si ha del campus in quanto gli edifici presenti sono gran parte sotto il livello stradale, comprese le architetture di prestigio a firma da Gio Ponti. Trovano quindi una rinnovata dimensione architettonica i laboratori, tra cui uno all’avanguardia di modellistica, le aule, gli spazi per la didattica, e l’aula magna declinata attraverso il linguaggio che contraddistingue lo stile di Renzo Piano. Gli elementi distintivi del nuovo campus di architettura del Politecnico di Milano sono: “leggerezza strutturale, trasparenza, illuminazione naturale, fluidità spaziale”. A questo si aggiunge un bosco di 8.000 mqcon oltre 130 essenze arboree che farà da tessuto connettivo delle costruzioni storiche con quelle di nuova realizzazione e sarà fruibili da tutti i cittadini.
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Nati non così tanto tempo fa, i centri commerciali sono diventati ormai parte della vita cittadina. Sono lì ad aspettarti in una lunga giornata di pioggia, ti accolgono nei periodi natalizi quando c’è la corsa ai regali, sono sempre pronti ad offrirti una buona colazione, pranzo o cena e se ti serve qualcosa o devi fare un regalo si è certi che al centro commerciale lo si troverà. Pian piano nel tempo nei centri commerciali sono comparsi molti altri servizi: giochi e spazi per divertirsi, mentre in alcuni vengono addirittura organizzati eventi. Allora ci si chiede, tra tutte queste piccole città concentrate in un edifico, che ormai sono ovunque, quale sarà il più bello?
L’EDIFICIO-DRAGO: è il più bel centro commerciale al mondo
# Il Global Rli Award: l’oscar dei centri commerciali va in Slovenia
Credits: @aleja_ljubljan Aleja
La risposta l’hanno data a Londra, all’assegnazione del prestigioso premio Global Rli Award. Alla cerimonia è stato sottolineato quanto ormai i centri commerciali siano importanti nel creare tendenze e promuovere marchi ed è stato poi annunciato il vincitore. È l’Aleja di Lubiana, in Slovenia, il più bel centro commerciale al mondo. Per la Slovenia è stato un gran colpo, perché grazie al suo edificio ispirato all’animale fantastico del drago, è riuscita a portarsi a casa un riconoscimento importante.
L’Aleja si trova lungo la vecchia direttrice che, prima della realizzazione dell’autostrada, portava dalla capitale a Bled. Il centro commerciale sloveno è stato premiato per il suo alto livello di offerta di servizi e per l’assortimento diversificato, ma anche per il design eccezionale e la creazione di un’esperienza attraente per i visitatori. In un periodo come questo, poi, è stato essenziale considerare anche quanto il centro commerciale venga mostrato online e la pulizia e l’igiene del centro.
# Negozi, cibo, sport e divertimento in un unico edificio
Credits: @aleja_ljubljan Aleja
80 negozio e oltre 6000 metri quadrati di aree sportive e ricreative su un tetto verde. È questo ciò che ha fatto vincere all’Aleja il Global Rli Award. L’Aleja è infatti un centro multifunzionale che non si limita all’offerta dei servizi base dei centri commerciali, quali la vendita al dettaglio, ma piuttosto vuole diventare un luogo dove trascorrere il proprio tempo libero anche facendo sport e divertendosi. Sul tetto del centro commerciale c’è infatti il cosiddetto Aleja Sky, un’area completamente dedicata allo sport e alla ricreazione.
# Il drago è il simbolo della città e dell’edificio
Credits: @aleja_ljubljan Aleja
Ma non è finita qui, perché l’Aleja ha un forte legame con uno di quelli che è il simbolo della città di Lubiana. Stiamo parlando del drago, richiamato sia all’interno dell’edificio sia nella sua architettura imponente. L’animale è sullo stemma della città, ma anche nella copertura esterna dell’Aleja. L’edificio infatti, chiaramente progettato in una concezione moderna, presenta una facciata che richiama le squame del drago. Un’alternanza di colori e trasparenze che hanno fatto vincere all’Aleja il premio di miglior centro commerciale al mondo.
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Credits Ufficio Stampa Atm - Lavori Binari Atm dettaglio
Sono partiti da alcuni giorni i lavori per il rinnovo dei binari del tram nel quadrante a nord ovest e est della città. Ecco quanto dureranno e quali sono linee tranviarie coinvolte.
Iniziati i lavori di RINNOVO BINARI del TRAM: le linee interessate all’intervento
# Partiti i lavori per il rinnovo dei binari Atm in via Procaccini e viale Corsica
Credits Ufficio Stampa Atm – Lavori Binari Atm Procaccine
Proseguono i lavori per migliorare la rete tranviaria Atm, attraverso il rinnovo dei binari e la riqualificazione del manto stradale. Come annunciato dal Comune di Milano, il 23 ottobre sono partiti i lavori nel tratto di via Procaccini tra via Lomazzo e via Messina con termine il 5 dicembre, e in viale Corsica, con conclusione prevista il 19 di dicembre. L’obiettivo dell’intervento è di migliorare il confort di viaggio e ridurre l’impatto sonoro al passaggio dei mezzi.
# Le linee tranviarie interessate dall’intervento: deviazioni e sostituzione di corse
Credits Ufficio Stampa Atm – Lavori Binari Atm
In conseguenza ai lavori alcune linee tranviarie saranno deviate e/o sostituite da bus. In riferimento al cantiere di via Procaccini, saranno deviate le linee 10 e N25, con bus sostitutivi da Sempione/Domodossola M5 a Cenisio M5. Per l’intervento in viale Corsica è stato modificato il servizio delle linee 27, 45, 73, 175 e N27.
In particolare il tram 27 è sostituito da bus tra la fermata 22 Marzo e il capolinea di viale Ungheria, mentre da via Cadore segue un percorso alternativo per viale Umbria fino a viale Molise, dove fa capolinea. Le linee di autobus sono state deviate e saltano alcune fermate.
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In questa immagine è previsto tutto, tranne un’eventualità: che la corda si rompa perché viene tirata troppo.
«La virtù sta nel mezzo» era una sentenza della Scolastica che riprendeva l’ideale di Aristotele della giusta misura come punto di valore compreso tra posizioni estreme.
Nella situazione che stiamo vivendo ci sembra che a livello politico sia stato cancellato il concetta di misura, come se l’obiettivo non sia più quello di trovare quel medio, quel punto di incontro tra posizioni estreme.
Un esempio è l’introduzione del Green Pass. Non vogliamo qui parlare se sia una misura positiva o negativa, ma ci interroghiamo sul fatto che uno strumento di emergenza che provoca gravi scossoni a livello sociale sia stato introdotto senza al contempo prevedere in modo esplicito la condizione per la sua abolizione.
Altro sarebbe stato inserirlo con lo scopo di aumentare la vaccinazione condizionandolo al raggiungimento di un risultato. Ma in questo caso non esiste nessuna limitazione che ne preveda la sua fine. E questo determina che il governo si arroga di fatto ogni arbitrio su questo strumento senza rendere partecipi i cittadini sulla sua durata o condizione di ritiro.
Inserire misure dure, senza precedenti, che colpiscono con forza componenti della società senza un limite esplicito, che può essere temporale o di conseguimento di un obiettivo, sembra rispondere a una logica di non ritorno, al tentativo di forzare la mano e di arrivare a un punto di rottura invece che a una soluzione ottimale per fare evolvere la società nel suo complesso.
Potrebbe sembrare che lo scopo non sia quello di raggiungere un obiettivo, qualunque esso sia, ma di rompere la corda.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Migliorano i collegamenti ferroviari di Trenitalia, con i convogli Frecciarossa che sostituiranno i Frecciargento su alcune direttrici da Milano verso la Puglia. Ecco i viaggi previsti da dicembre.
Da dicembre 4 NUOVI FRECCIAROSSA in partenza da Milano
# Dal 12 dicembre almeno 4 nuovi collegamenti con Frecciarossa per Bari e Taranto
Credits rtmweb.it – Frecciarossa Taranto
Con l’entrata in vigore del prossimo orario invernale il 12 dicembre, Trenitalia introdurrà almeno quattro nuovi collegamenti Frecciarossa, in sostituzione di quelli eserciti con Frecciargento. Da quella data ci saranno in totale 3 viaggi giornalieri direttiall’andata (con ultima partenza alle 16.05 da entrambe le città) e 4 al ritornosulla direttrice Milano-Bari e 1 viaggio giornaliero a/r tra Milano e Taranto, con partenza rispettivamente alle 11.05 e 9.16. Con la definizione dell’orario invernale definitivo dovrebbe essere aggiunte ulteriori connessioni con il Frecciarossa verso la Puglia.
# Maggior numero di posti sedere e comfort migliore
I treni 8807, 8810, 8819 e 8820 saranno effettuati da convogli ETR500 Frecciarossa e rispetto agli ETR700-Frecciargento garantiranno diversi vantaggi: maggiore numero di posti a sedere e di bagni a disposizione dei passeggeri e un comfort migliore grazie alla prevalenza di sedili frontali con tavolini rispetto a quelli a correre.
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
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Camminare sull’acqua o pedalare con la propria bici sulla superficie di un lago sono cose che accadono solo nei sogni, o forse no. All’interno di una riserva naturale in Belgio, c’è chi ha reso questi sogni realtà.
Si chiama Fietsen door het water ed è la pista ciclabile che permette di pedalare sull’acqua, immersi in un lago.
PEDALANDO in bicicletta SULL’ACQUA
# La pista ciclabile immersa nella natura
Credit: visitlimburg.be
Siamo nel Limburgo, la provincia più orientale delle Fiandre nonchè una delle tre regioni del Belgio, zona molto conosciuta per la Riserva naturale De Wijers.
Proprio in mezzo a questa natura incontaminata troviamo una pista ciclabile unica nel suo genere; si chiama Fietsen door het watered è il nuovo percorso in bici in mezzo al laghetto che permette di pedalare sull’acqua.
# Il percorso in mezzo al lago
Credit: @hotel_zuid
L’obiettivo di questo progetto è quello di promuovere il cicloturismo, soprattutto in questo paradiso naturale famoso per i suoi laghetti e le centinaia di specie animali che lo abitano.
La pista ciclabile realizzata in cemento è lunga 212 metri e larga tre ed è stata costruita in mezzo ad un lago, regalando così l’esperienza unica di essere totalmente circondati dall’acqua quando la si attraversa.
La Fietsen door het water ha gli argini alti un metro e mezzo circa ed è quindi sicura per tutti quelli che la attraversano, siano essi in bici o a piedi, grandi o piccini.
Proprio per questa struttura non sono necessari strumenti particolari per attraversarla come stivali di gomma, l’unico strumento che può rendersi utile è la macchina fotografica per immortale il paesaggio mozzafiato.
# Pedalare sull’acqua
Credit: @notnella
Questa pista ciclabile ha un asso nella manica: è stata costruita sotto il livello dell’acqua.
Il risultato? Quando la si attraversa si ha la superficie liscia del lago ad altezza occhi e si ha la sensazione di essere sott’acqua.
Osservando lo spettacolo dall’esterno, le persone lungo la pista sembrano essere dei busti che fluttuano nell’acqua, rendendo il tutto ancora più divertente.
L’esperienza rara di camminare sull’acqua è stata per la prima volta resa fruibile nel 2016, anno nel quale la pista è stata inaugurata e ancora oggi ha un grandissimo successo.
Attraversare questa pista è facile e tutti lo possono fare, l’unica cosa a cui bisogna stare attenti è il panorama intorno, dietro e davanti a sé che potrebbe togliere il fiato.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Spesso si sente parlare di cob house, ma cosa sono esattamente? Possono rivoluzionare il concetto di casa? Vediamo in che cosa consistono queste abitazioni.
Come già anticipato, la loro origine si perde nella notte dei tempi, risalgono alla preistoria: sono abitazione costruite con materie prime totalmente naturali: argilla, sabbia, acqua, terra, paglia.
Chi si trova davanti ad una di queste strutture, può capire come vivevano gli antenati.
Un professore inglese di 59 anni, Michael Buck, è riuscito a realizzare il suo sogno di costruire una di queste abitazioni che sembrano uscite da un racconto di Tolkien. Sapete quanto ha investito (economicamente parlando)? Solo 180 € in 8 mesi, tanto ci è voluto per completarla.
Questo proprio perché sono stati utilizzati solo materiali naturali e di riciclo: una piccola abitazione ma con tutti i comfort e nulla da invidiare ad una normale casa.
COB HOUSE: le case che costano appena 180 EURO
# Come è composta questa abitazione da Terra di Mezzo?
Credits: homecrux.com
Costruita su solide fondamenta in pietra, nella casa del professore inglese non manca davvero nulla: quando si entra la prima cosa che colpisce sono le travi in legno e paglia per la copertura, quasi in stile baita di montagna, quanto basta per dare un senso di calore ed accoglienza. Questi materiali sono stati recuperati da un terreno nelle vicinanze. Le finestre sono state prese da… un camion abbandonato. Il bagno? Il wc è un gabinetto di compostaggio in una dependance in paglia separata dalla casa… con vista panoramica sulla campagna dell’Oxfordshire. Per lavarsi ha utilizzato una vasca in latta sulla parete esterna, che si può utilizzare all’occorrenza. Per la cucina, Buck si è organizzato con un sistema a legna e, al bisogno, c’è anche la possibilità di sfruttare un impianto a gas. C’è una camera da letto, un salotto, una cucina e un’ampia area esterna.
Per non farsi mancare nulla: l’impianto elettrico è a bolletta 0€ (anzi… sterline) grazie a delle pale di legno che sfruttano le acque di un torrente nelle vicinanze, che è stato “sfruttato” anche per l’impianto idraulico, incanalando l’acqua in un condotto che serve direttamente la casa.
Inoltre l’abitazione ha un ottimo sistema di isolamento termico: d’estate è fresca grazie alla terra cruda di cui sono costituite le pareti, d’inverno invece, la paglia del tetto, trattiene il calore sprigionato da una stufa a legna.
Ovviamente non manca il frigorifero, ricavato da una cavità nel terreno che sfrutta le caratteristiche geodetiche della terra.
# Cob House: un fenomeno diffuso in U.K
Credits: agoravox.it
Nel Regno Unito sono molte le cob house, alcune davvero grandi, alte fino a 3 piani e con 4/5 camere da letto. La particolarità della casa dell’ex professore d’arte è l’investimento davvero irrisorio, come già scritto: solo 180 €. Dietro questa sua scelta c’è una motivazione ben precisa, Il sig. Buck ha infatti dichiarato:
“Ho voluto dimostrare che le case non devono costare nulla. Viviamo in una società in cui passiamo le nostre vite a pagare i nostri mutui, che molti neppure riescono a godere una volta estinti.”
Grazie ad un appezzamento di terreno di sua proprietà e, usufruendo di una normativa britannica secondo cui non bisogna chiedere permessi per la costruzione delle case estive, ha potuto realizzare l’abitazione che ha messo in affitto ad un contadino della zona che lo ripaga con latte e panna delle sue mucche.
Leggendo i libri di storia ha imparato le tecniche usate dagli antenati… e le ha messe in atto per la realizzazione della sua “casa preistorica”, dichiarando inoltre:
“Penso che tutti dovrebbero essere in grado di farlo davvero. Penso che le persone perdono tre anni all’università, quando dovrebbero essere in grado di costruire le proprie case. Non è complicato.”
In Italia? In realtà anche noi abbiamo le nostre “cob house”. Si trovano principalmente in Abruzzo e nelle Marche, risalgono agli anni settanta e sono più conosciute come massoni di campagna e alla realizzazione partecipava tutta la famiglia.
Purtroppo va detto che, nel nostro paese, non è così semplice poter costruire un’abitazione simile, perché qualsiasi tipo di trasformazione del terreno richiede una specifica procedura amministrativa, inoltre l’autocostruzione non è ancora regolata da norme, se non in casi particolari.
# Negli Stati Uniti, la sfida: costruire casa in un giorno
Credits: hypha.org
L’idea di una casa eco-sostenibile sta ormai prendendo sempre più piede, e Coenraad Rogmans ha lanciato una sfida, con l’aiuto di un gruppo di volontari: costruire una casa in un giorno! Ovviamente le tempistiche erano troppo ristrette, quindi la sfida è stata “in parte” persa. “In parte” perché alla fine ci hanno impiegato solo una settimana, un tempo sicuramente ristretto rispetto alle canoniche tempistiche dell’edilizia ordinaria.
L’iniziativa di Rogmans ha però avuto successo e ha replicato organizzando dei workshop formativi per insegnare come si costruiscono queste case in terra cruda. Per partecipare basta contattare l’ideatore e versare una piccola quota (circa 50 $).
#Le caratteristiche delle cob house
Credits: naturalhomes.org
Per concludere vediamo quali sono le caratteristiche che queste abitazioni devono avere:
Le dimensioni ridotte per rispecchiare a pieno le esigenze di ogni residente.
Impiego di materiali locali: le risorse devono essere tutte naturali e di provenienza locale.
Le cob house devono avere un’anima artistica. Chi decide di imbattersi in questa nuovo modo di vivere la casa può modellare (nel vero senso del termine) la sua abitazione, per far sì che lo rispecchi al massimo.
La socialità: costruire cob house richiede la collaborazione di tutti (amici, parenti, vicini ecc. ecc.).
Una soluzione eco-sostenibile, a basso consumo, a km 0 e soprattutto, ottimale per eventuali famiglie disagiate in cerca di casa.
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Il complesso residenziale è immerso in una cornice da favola e il suo colore richiama le sfumature del lago su cui affaccia. Scopriamo questo incredibile progetto.
Nascono in Lombardia le CASE BLU
# A Laveno nasce un complesso residenziale di 26 unità che richiama il blu del lago e ricorda le ceramiche Pozzi-Ginori
Credits archea_associati IG
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Credits archea_associati IG - Case blu Laveno 4
Credits archea_associati IG - Case blu Laveno 3
Credits archea_associati IG - Case blu Laveno 1
A Laveno, sulle sponde del Lago Maggiore, è nato un nuovo complesso residenziale caratterizzato dal colore blu che rappresenta la località e che ne diventa uno dei suoi simboli ricordando le storiche ceramiche dell’antica fabbrica di ceramiche Pozzi-Ginori presente un tempo sul posto. Il progetto a firma dello studio Archea riqualifica infatti l’ex area industriale su cui sorgeva lo stabilimento e si inserisce nella tradizione innescata in Italia dagli anni Venti con Gio Ponti, dove la ceramica e il design rappresentavano una simbiosi di arte e industria. Il progetto ha un’architettura ritmica che dialoga con l’ambiente circostante e si sviluppa su un’area è di 2.400 mq completamente pedonale per un totale di ventisei unità abitative.
# La ceramica Blu Laveno è l’elemento che ha ispirato il progetto
Credits arche_associati IG
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Credits archea_associati IG - Case blu Laveno
Credits archea_associati IG - Case blu Laveno
La ceramica Blu Laveno, famosa per per le caratteristiche intrinseche dei materiali e per la lavorazione ma anche per il taglio artistico della produzione sempre all’avanguardia, veniva prodotta nello stabilimento sul lago. Il motivo ispiratore del progetto è proprio questa ceramica blu, scelta come materiale di rivestimento con “una formairregolare pentagonale espressamente disegnate, smaltate con una sfumatura studiata ad hoc, posizionate non solo sulle facciate ma anche sulle falde delle coperture”. Il risultato che si ottiene è “un’effetto materico totale che fa sembrare i 4 edifici come 4 sassi blu” posizionati sul terreno, le cui bucature diventano “funzionalmente delle logge affacciate sul panorama circostante”.
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La fortezza è uno dei monumenti antichi più apprezzati dell’entroterra Ligure.
Il CASTELLO nella ROCCIA a un’ora da Milano
# Il castello tra due budini
credits: @elenacrosetti IG
Sebbene il castello sia stato eretto tra due torrioni di roccia, che per la somiglianza alla forma del budino vengono denominati “torrioni di puddinga”, il Castello della Pietra vede il suo nome indissolubilmente legato alla famiglia Della Pietra, proprietaria del sito fino al 1515. L’origine del castello è talmente antica che è stato impossibile risalire alla sua costruzione. Si sa solo che è lì da circa mille anni ed ora, grazie ad un’attenta opera di restauro delle strutture, è la punta escursionistica del Parco Antola, dopo che la proprietà è stata tolta alla famiglia Adorno con il trattato di Campoformio del 1797, che ha sancito la fine dell’epoca feudale.
# L’escursione nel Parco Antola
credits: @simonemodica
La roccaforte si trova in ottimo stato di conservazione generale, anche perché è in una posizione inespugnabile. La rocca è situata a circa 140 metri di altezza e domina la Val Vobbia, ed è meta di diverse escursioni che mostrano natura e sport insieme. Si può scegliere tra il sentiero più moderno, un percorso di circa un’ora e mezza con ascese abbastanza impegnative, ma che in questa stagione regalano anche la possibilità di raccogliere le castagne. Il sentiero è stato recentemente ristrutturato: sono state posizionate delle panchine belvedere, ma soprattutto è stato abbellito il tratto finale, che porta i visitatori al Castello della Pietra attraverso una passerella di legno, bella e panoramica.
Un altro modo per raggiungere le cime di puddinga e la fortezza, invece, è il Sentiero dei Castellani, il più antico della zona. Anche il Sentiero dei Castellani è lungo (1 ora e 30 minuti) ma presenta meno difficoltà e, soprattutto, è più panoramico. Parte da Vobbia, località Torre e prevede una decina di soste, che raccontano la vita del maniero in epoca medievale. Ci sono infatti diverse piazzole di arrivo, che portano il nome di antichissimi usi e mestieri, tra i quali la “piazzola del carbone”, la Forra, zona rupestre con flora selvatica, per finire con il Belvedere sul Castello passando per il Canyon della Val Vobbia, scenario davvero imperdibile.
# Il Castello e il suo mistero
credits: yallers.com
La storia del castello è avvolta dal mistero, perse le tracce della sua costruzione. Probabilmente era la sede dei monaci dell’Abbazia di San Colombano, che da Bobbio si allontanavano per affrontare la vita da eremiti. Quasi nulla si sa di come sia passato dai monaci ai Della Pietra e, da questi, agli Spinola e infine agli Adorno. Nel 1620 diventa uno dei manieri più strategici degli Asburgo, quando Mattia d’Asburgo lo conquista per controllare le zone intorno a Genova. Finisce depredato e incendiato nell’Ottocento e, infine, ristrutturato negli anni novanta per riportare in vita le sue segrete, le cisterne, i camminamenti di guardia e il salone centrale.
# Come arrivarci
credits: travel.fanpage.it
Da Milano si arriva in un’oretta abbondante di macchina, dalla A7 uscita a Busalla dove si imbocca la SP.9 fino a Crocefieschi. La Provinciale termina nello spettacolare canyon a Vobbia. Le indicazioni portano ad un piccolo parcheggio e da lì partono le segnaletiche per i sentieri, quello moderno e quello dei Castellani.
Cosa aggiungere? Che il Castello della Pietra è un esempio maestoso di architettura castellana ligure. È aperto al pubblico da maggio a novembre, mentre le escursioni si possono affrontare tutto l’anno. Da sapere che la zona, oltre alle castagne, offre ampi spazi per la raccolta funghi, che però è regolamentata. Quindi, vietato esagerare nella raccolta di questi organismi.
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Hai mai vissuto l’esperienza di osservare nel cielo la magia delle luci colorate e danzanti dell’aurora boreale? Ecco i luoghi migliori dove farlo.
7+1 LUOGHI UNICI dove ammirare lo spettacolo dell’AURORA BOREALE
#1 Abisko, a oltre 1.000 metro l’Aurora Sky Station (Svezia)
Credits khaterat_e_safar IG – Abisko
Uno dei luoghi migliori dove ammirare le luci dell’aurora boreale è l’Aurora Sky Station ad Abisko in Svezia. Si tratta di una postazione per l’osservazione dell’aurora boreale, a oltre 1.000 metri d’altezza, situata sulla cima del Monte Nuolja.
#2 Kirkenes, l’ultimo porto del Postale dei Fiordi (Norvegia)
Ci spostiamo nel villaggio norvegese di Kirkenes, uno dei punti più estremi della Nazione dove rimanere incantanti dallo spettacolo luminoso. Qui si trova anche l’ultimo porto del Postale dei Fiordi, l’Hurtigruten.
#3 Isole Lofoten, un arcipelago dalla bellezza unica (Norvegia)
Sempre in Norvegia, troviamo un arcipelago dalla bellezza unica delle Isole Lofoten. A nord del Circolo Polare Artico di circa 200 Km, queste isole sono tra i luoghi migliori per godersi il meraviglioso gioco di luci colorate tra le stelle.
#4 Ivalo, un piccolo insediamento lontano da traffico e luci (Finlandia)
Credits lucas.feng2 IG – Ivalo aurora
In Finlandia si può osservare l’aurora boreale quasi ogni notte nei mesi giusti. Il luogo ideale è Ivalo, un paese situato in un’area quasi completamente priva di traffico o luci, sull’omonimo fiume della Lapponia.
#5 Grundarfjörður, una cittadina pittoresca in Islanda
Credits mafarka80 IG – Grundarfjörður aurora
Nella cittadina pittoresca islandese diGrundarfjörður, alle pendici del Monte Kirkjufell, si può ammirare lo spettacolo naturale dell’aurore boreale. Ci troviamo nella penisola di Snæfellsnes, da dove è facile raggiungere l’omonimo Parco Nazionale.
#6 Groenlandia, un terra estrema e affascinante
Credits shrutisen_21 – Groenlandia aurora
La Groenlandia, una terra estrema e dal grande fascino, è senza dubbio uno degli ambienti migliori dove osservare da vicino la magia delle luci colorate nel cielo. La natura incontaminata di questo luogo selvaggio garantisce delle esperienze incredibili.
#7 Yellowknife, uno dei luoghi migliori in assoluto dove ammirare le luci danzanti (Canada)
Credits darstravelbest IG – Yellowknife
Yellowknife in Canada, è uno dei luoghi migliori in assoluto dove osservare le luci colorate e danzanti nel cielo. Natura incontaminata a perdita d’occhio e un tasso di inquinamento tra i più bassi del mondo ne fanno la location perfetta.
#7+1 Fairbanks, una piccola cittadina nel nord America (Alaska – Usa)
Credits thenizthatis IG – Fairbanks
La cittadina di Fairbanks in Alaska, grazie alla sua latitudine a nord, è una delle mete ideali per ammirare l’aurora boreale. Situata in una zona di alta attività, ospita anche un centro di previsione e monitoraggio e di sorgenti termali per riscaldarsi.
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In questo progetto ci sarebbe spazio per il nuovo stadio e il mantenimento di quello attuale, anche se rifunzionalizzato. Il San Siro Park sarebbe un parco tematico dedicato allo sport e al calcio in una chiave di divertimento educativo. Scopriamo quali servizi e attrazioni ci sarebbero al suo interno.
SAN SIRO PARK: sarà il nuovo quartiere dello sport?
# Un progetto per preservare il vecchio stadio costruendo quello nuovo
Credits jdparchitects – Due stadi
San Siro Park è un’idea sviluppata da Joseph Di Pasquale, fondatore dello studio di architettura milanese JDP Architects, per realizzare un ambizioso progetto capace di legare architettura e città, elevando la vocazione turistica di Milano insieme al settore del divertimento. Alla base c’è il mantenimento del vecchio stadio, con nuove attività e una nuova sostenibilità economica, rendendo vantaggioso al contempo la costruzione del nuovo stadio.
# San Siro Park sarà un parco tematico dedicato allo sport e al calcio in una chiave di divertimento educativo
Credits jdparchitects – San Siro Park
Nel progetto è previsto il parziale smontaggio del terzo anello, e l’integrazione con nuove strutture per convertirlo in un “parco tematico dedicato allo sport, al calcio, ai suoi valori positivi ed educativi in una chiave di divertimento educativo” oltre a una serie di altre attività. Ci sarà una superficie di 100.000 mq dedicati al divertimento per giovani, anziani e per le famiglie: “La forte iconicità della “scala del calcio” non è solo un valore affettivo ma anche un grandissimo asset economico in termini di attrattività», afferma l’architetto Di Pasquale.
# Il polo di eccellenza del divertimento che manca a Milano
San Siro Park
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Credits jdparchitects - Stadio San Siro rifunzionalizzato
Credits jdparchitects - San Siro Park stadio
Credits jdparchitects - San Siro Park stadio
Sky island osservatorio girevole
Ristorante panoramico
Spa e piscine
Location per eventi
Area commerciale
Parco
Secondo l’architetto Joseph Di Pasquale “il San Siro Park diventerebbe il polo di eccellenza del divertimento che attualmente manca alla città“. Ecco cosa potrebbe ospitare il parco tematico: museo del calcio, un’e-sport center, una area football legoland, il museo delle cere dei grandi campioni, un football hotel, un meeting centre ed un ristorante girevole panoramico. A questo si aggiungerebbero boulevard commerciali, parco pubblico e parco acquatico coperto, infinity spa, rooftop open sport e parco pensile con pista da jogging.
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Un viaggio a bordo di un’icona dell’Art Déco tra percorsi pittoreschi, un servizio extra lusso e atmosfere d’altri tempi. Il Venice Simplon-Orient-Express consente di fare un salto indietro nel tempo. Scopriamo quando si può viaggiare e quanto costa il biglietto.
La nuova moda: andare a Parigi sul TRENO più ICONICO del MONDO
# La storia del Simplon Orient Express parte agli inizi del ‘900
Credits orientexpress iG – Orient Express
Nel 1906fu inaugurato il viaggio del Simplon Orient con il collegamento Londra-Calais-Parigi-Losanna-Milano attraverso il nuovo traforo del Sempione, con capolinea a Venezia. Un percorso alternativo rispetto a quello originale, che transitava per Strasburgo, Vienna, la Romania e la Bulgaria per arrivare, con l’ultimo tratto in traghetto, all’antica Costantinopoli. Negli anni ’30 c’era attivo anche un terzo collegamento, l’Arlberg-Orient Express via Innsbruck, Vienna, Budapest e Atene.
# Il convoglio del Venice Simplon-Orient-Express è composto da 17 vagoni originali degli anni ’20 e ’30 del secolo scorso
Nel 2021 Venice Simplon-Orient-Express ritorna proponendo un’offerta di inediti itinerari alla scoperta dell’Europa nascosta e una serie di nuove Grand Suite a bordo. Le cabine doppie, dotate di comodi sedili da cui ammirare il paesaggio, per la notte si trasformano in allettanti camere da letto con luci soffuse e fresche lenzuola.
Credits belmond IG – Venice Simplon Orient Express Suite
Nel convoglio, composto da 17 vagoni letto originali del 1920 e 1930, è rimasto intatto lo splendore originario di una vera e propria icona dell’Art Déco: i pregiati intarsi, i pannelli in vetro e le decorazioni in cera lacca nelle tre carrozze ristorante, i suoi legni lucidi, la tappezzeria dall’eleganza antica e i lampadari originali di cristallo.
Salendo alla stazione di Venezia Santa Lucia i viaggiatori vengono serviti con un pranzo di tre portate in uno dei vagoni ristorante e con una selezione di dolci in cabina nel pomeriggio. Alla sera gli chef francesi preparano una deliziosa cena di quattro portate, mentre il secondo giorno la colazione viene servita in cabina all’orario prima di entrare con il treno nella Gare de l’Est di Parigi, dove finisce l’itinerario. Per chi vuole fare un altro spuntino durante il viaggio c’è anche una carrozza bar con pianista pronto ad allietarvi con la sua musica. Il Venice Simplon-Orient-Express vi farà fare un salto indietro nel tempo, in un’epoca dal fascino nostalgico e intramontabile e dal glamour davvero senza limiti.
# Un viaggio tra percorsi pittoreschi, ma non per tutte le tasche
Come ricorda il sito Fonte: SiViaggia, il percorso classico si snoda tra Londra e Venezia, che dura quattro giorni e ha un costo non per tutte le tasche, circa 8000 euro, attraversando la Francia e la Svizzera. Un viaggio tra percorsi pittoreschi, arrampicandosi su ripide cime e pendii scoscesi, dalle valli verdi ai fitti boschi, rasentando costoni innevati e laghi di montagna. Per chi vuole si può scegliere un itinerario più breve, Parigi-Londra o Venezia-Parigi come optato dall’imprenditrice digitale Chiara Ferragni. Le atmosfere lontane del treno più iconico del mondo si possono rivivere solo da marzo a novembre, per consentire la ristrutturazione e manutenzione del convoglio per la stagione successiva.
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Un ristorante che ti fa entrare in contatto con la natura solo semplicemente osservandolo. Un luogo dove le tecniche della lavorazione del bambù hanno superato ogni limite. È questo il ristorante costruito sfruttando tutte le caratteristiche del materiale con cui è stato realizzato, il bambù. La sua particolarità? Sembra una nave capovolta. Ecco qual è e dove si trova.
Il RISTORANTE di BAMBÙ a forma di NAVE capovolta
# Il ristorante a forma di barca capovolta
Credits: @chloe.view bamboo long house
Realizzato da un team di architetti il cui nome permette facilmente di capire con che materiale costruiscono i loro edifici, Bambubuild, il Bamboo Long House Restaurant si trova in Vietnam, precisamente a đồng hới, una città centrale, ed è una struttura che esalta tutta la bellezza del materiale che le da il nome.
La particolarità del ristorante sta proprio nel tetto dalla forma allungata a barca, che, insieme al resto della struttura, va a creare quella classica struttura a capanna che si vede nei film ambientati nei luoghi tropicali. E mentre il tetto di 7 metri ricorda molto la forma di una barca capovolta, all’interno si nota un tetto a sbalzo che crea un ambiente molto più ampio di quello che sembra.
# Una lavorazione accurata del bambù
Il team Bambubuild è specializzato nella lavorazione del bambu, questo grazie anche al fatto che collabora continuamente con artigiani locali che insegnano le tecniche tradizionali tramandate di generazione in generazione. Quando quindi si osserva il Bamboo Long House Restaurant si rimane incantanti dalla perfezione e l’accuratezza con cui è stato progettato e realizzato. Ecco alcune foto.
Credits: @selmatammaro bamboo long houseCredits: archdaily.com bamboo long houseCredits:designboom.com bamboo long house
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Vuoi trascorrere un weekend sul Lago di Garda ma ti serve qualche suggerimento? Ecco 7 idee per una gita fuoriporta sul lago più grande d’Italia.
7 cose da fare al LAGO di GARDA per una gita fuoriporta
#1 Visitare il lago blu di Tenno
Credits marghemas IG – Lago di Tenno
Il lago di Tenno, che si è formato a seguito della frana dei Ville del Monte, è un diamante turchese incastonato nel comune di Tenno in provincia di Trento. Sul lago si trova una piccola isola avvolta dalle sue acque di mille gradazioni di blu che si può ammirare quando c’è bassa marea.
Un’esperienza da provare è quella di dormire in una villa sospesa nel verde tra Lago di Garda e Trentino, con tutti i confort di un resort. A Riva del Garda, affacciata su un un parco di 15.000 mq, l’abitazione sostenibile Treelodgy di 50 mq si trova a 3 metri d’altezza ed è caratterizzata dal legno di larice all’interno e alte vetrate che offrono una vista magnifica sulle montagne. Sul terrazzo esterno è presente una vasca idromassaggio.
#3 Percorrere la pista il ciclopedonale che parte da Limone del Garda
Credit: @vacansoleil_be
La Garda by bike è un sentiero lungo 140 km che percorre tutta la circonferenza del lago di Garda. La pista ciclabile è formata sia da piste ciclabili esistenti sia da sentieri di nuova costruzione che ci guideranno dalla Lombardia, al Veneto, fino in Trentino. La pista sarà ultimata entro la fine dell’annoma alcuni chilometri possono essere già percorsi intorno a Limone sul Garda.
La Cascata d’Ampola è una delle cascate più fotogeniche d’Italia. Si trova in Val d’Ampola, a est di Storo, in Trentino Alto Adige. Il fiume Palvico precipita per circa 12 metri in una piscina color smeraldo. Il luogo perfetto per una nuotata o per un picnic in riva all’acqua.
#5 Ammirare il panorama dalla terrazza del brivido di Tremosine
Credits iamlennyh IG – Terrazza del brivido
Il panorama più spettacolare sul Garda si trova a Tremosine, sulla celebre Terrazza del Brivido. Sospesa a 350 metri di altezza questa struttura architettonica di cemento a “precipizio” è circondata da una ringhiera in ferro e si slancia oltre il promontorio su cui è stata costruita.
#6 Camminare sul sentiero panoramico Busatte-Tempesta
Credits lauramedri IG – Sentiero Busatte Tempesta
Il sentiero panoramico Busatte Tempestaè una passeggiata nella natura del Garda, sponda trentina, caratterizzata da oltre 400 scalini e un dislivello di circa 330 metri. Lunga 11,5 km è percorribile in 3 ore con andatura medio-lenta ed è capace di regalare scorci e panorami mozzafiato del lago più grande d’Italia.
#7 Visitare Sirmione, la “perla” del Lago di Garda”
Sirmione. Credits: @paolotrl IG
Imperdibile una visita a Sirmione, la “perla” del Lago di Garda.Da vedere l’antico castello scaligero per godere appieno di un panorama a 360 gradi, perdersi per le sue vie medioevali dal profumo di lavanda, affacciarsi sulle acque del lago dai resti romani delle “Grotte di Catullo” e scendere nella nota Jamaica Beach.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità
I motivi reali di ribellione dei popoli sono sempre i prezzi dei beni di base. L’andamento dei prezzi di risorse energetiche e delle materie prime alimentari lasciano intravvedere che a breve si rischia che la gente non abbia più da mangiare. E la conseguenza potrebbe essere un’onda di rabbia enorme contro i governi.
Se a Roma mancava il pane crollava l’Impero: per assicurare la stabilità serviva innanzitutto garantire la tratta dal Nord Africa attraverso cui passava il pane per i romani.
Ai nostri giorni non stanno andando fuori controllo solo i prezzi di gas e petrolio. È triplicato il prezzo dei semi, è raddoppiato il prezzo dei fertilizzanti, c’è carenza di fosfato, stanno esplodendo i prezzi dei metalli utilizzati nell’industria e tutto si riverbera sui prezzi dei beni alimentari.
C’è una scarsità irrisolvibile, perdiamo ogni anno il 6% di fonti non rinnovabili. E le politiche attuate negli ultimi anni hanno aggravato questa scarsità, nascondendola a tutti.
Da molti anni non si trovano più i Giant, i grandi giacimenti di petrolio, le grandi imprese globali hanno da tempo smesso di investire come prima perché gli investimenti non hanno lo stesso grado di profittabilità del passato. Si spende sempre di più e l’investimento rende sempre di meno. Su questo trend calante si è inserita la transizione green che è stata concepita per coprire questa carenza: una politica che ha finito per ridurre gli investimenti in nuovi esplorazioni, aggravando così ulteriormente il deficit di offerta.
Cosa potrebbe accadere se si arrivasse a un razionamento delle fonti di energia e a una conseguente carestia di risorse alimentari?
Abbiamo l’impressione che, alla fine, potrebbero ergersi a salvatori proprio gli stessi che hanno provocato la crisi. Che potrebbero indirizzare la rabbia dei cittadini contro quelli che loro stessi hanno usato e che ora sono in primo piano nella gestione dell’emergenza attuale.
Gli stessi che stanno governando venendo assolti da ogni colpa, potrebbero presto costituire il capro espiatorio anche per colpe non loro.