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Ne avete abbastanza di Milano? I 7 BORGHI MIGLIORI dove andare a vivere in Italia

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Credits: @finrod68 Santa Fiora

Ecco una selezione di borghi dove la vita e le abitazioni costano poco e il caos della città è solo un lontano ricordo. 

Ne avete abbastanza di Milano? I 7 BORGHI MIGLIORI dove andare a vivere in Italia

#1 Santa Fiora, uno dei borghi sull’acqua più belli d’Italia ha lanciato il primo “smart village” – Toscana

Credits: @finrod68
Santa Fiora

Santa Fiora è uno dei borghi sull’acqua più belli d’Italia, sul monte Amiata in provincia di Grosseto. Immerso in un ambiente naturale affascinante e lontano dal caos e dallo stress è pronto ad accogliere tutti gli smart worker d’Italia nel “Santa Fiora smart village”. Il primo progetto lanciato in Italia, grazie al recente arrivo della banda ultralarga, che attraverso un bando, con una dotazione finanziaria complessiva di 30mila euro, coprirà il 50% dell’affitto a chi desidera vivere per un periodo a Santa Fiora lavorando da remoto.

 

Leggi anche: I 10 BORGHI SULL’ACQUA più BELLI d’Italia: dalla Venezia umbra al paese con la cascata in centro

#2 San Casciano dei Bagni, un bellissimo borgo immerso nel Val di Chiana – Toscana

Credits enrico_chiorrini IG – San Casciano dei Bagni

San Casciano dei Bagni è un bellissimo borgo della val di Chiana che ha messo in campo incentivi per chi ha decide di trasferircisi o per aprire un’attività. Sono stati stanziati 45 mila euro su tre bandi: un incentivo di 2.500 euro a fondo perduto è previsto per chi aprirà una nuova attività, un contributo economico pari al 50% del canone di locazione versato per i nuovi nuclei familiari, con attestazione Isee non superiore a 23.000 euro, che trasferiscano la residenza nel territorio, oltre un sostegno economico per il pagamento delle rate del mutuo prima casa per l’acquisto di un’abitazione.

 

#3 Santo Stefano di Sessanio, lo storico borgo aquilano cerca residenti – Abruzzo

Credits emanuelecolancecco IG – Santo Stefano di Sessanio

Il comune abruzzese di Santo Stefano di Sessanio, tra i più belli d’Italia, ha avviato una iniziativa per evitare lo spopolamento con delle agevolazione per gli under 40 che lo scelgano per viverci. In questo borgo di 115 persone i giovani riceveranno un contributo mensile a fondo perduto per tre anni fino ad un massimo di 8.000 euro all’anno, un’abitazione ad un affitto simbolico e un contributo a fondo perduto una tantum, per l’avvio dell’attività imprenditoriale, fino ad un massimo di 20.000 euro.

 

#4 Bisaccia, il borgo campano che propone le case a 1 euro – Campania

Credits manuelita_conf IG – Bisaccia

Il caratteristico borgo campano di Bisaccia, in provincia di Avellino, per salvare la comunità morente e ripopolarlo ha messo in vendita 40 abitazioni abbandonate ad un euro. L’unico obbligo del nuovo proprietario, a fronte di questo forte incentivo per acquisire un’abitazione, è di farsi carico della ristrutturazione e conseguente messa in sicurezza.

 

#5 Cinquefrondi, il borgo che offre abitazioni nella sua parte antica – Calabria

Credits p.happy92 IG – Cinquefrondi

In Calabria nel borgo di Cinquefrondi è presente la stessa iniziativa che permette di avere una abitazione da ristrutturare a 1 euro, sottoscrivendo una polizza assicurativa annuale di € 250 fino al completamento dei lavori. Le case ad un euro, hanno una dimensione di circa 40-50 mq e sono ubicate nella parte antica del borgo. La ristrutturazione deve avvenire entro 3 anni pena una sanzione di 20.000 euro.

 

#6 Sambuca, vivere nel quartiere arabo a solo 1 euro – Sicilia

Credits chiarichiari IG – Sambuca

Per recuperare le case, il patrimonio architettonico e per contrastare lo spopolamento del centro storico anche il comune di Sambuca, in provincia di Agrigento, ha presentato il progetto Case a 1 euro. La giunta di uno dei borghi più belli della Sicilia ha inserito 17 abitazioni da acquistare al prezzo simbolico di 1 euro, nel quartiere arabo dei sette vicoli, che l’acquirente si impegna a ristrutturarla entro 3 anni dall’acquisto. In preparazione un nuovo bando per la compravendita di altre case alla cifra simbolica di 2 euro.

 

Leggi anche: Tra mito e realtà: in SICILIA il borgo dove le CASE costano 1 EURO

#7 Gangi, il borgo palermitano che aderisce all’iniziativa delle case a 1 euro – Sicilia

Credits tommasodiprima IG – Gangi

Sempre in Sicilia, anche il comune di Gangi nel palermitano mette in vendita case al prezzo simbolico di un euro. Il bando comunale è aperto anche alle aziende o a chi ha interesse ad aprire un hotel, un ristorante o un b&b nel borgo. L’obbligo per l’acquirente dell’abitazione è di sostenere le spese del passaggio di proprietà e a sottoporre un progetto di ristrutturazione entro il primo anno, per portarlo poi a conclusione entro i successivi tre.

 

Fonte: Zingarate

Continua la lettura con: Il borgo super COLORATO sulle sponde del PO a due ore da Milano

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Le foreste italiane sono in aumento. E non è per forza un bene

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La MILANO DA BERE “BIO”: 3 luoghi imperdibili dove gustare vini artigianali

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Credits: @batfrangetta enoteca naturale

Conosciamo tutti la famosa “Milano da bere”, la città dell’aperitivo e della movida. Uno spritz è quasi d’obbligo dopo il lavoro il venerdì sera, oppure prima dell’inizio della settimana la domenica nel tardo pomeriggio. Una Milano che però non è solo spritz e stuzzichini, è una città sofisticata dal cibo gourmet. E se il cibo gourmet è ormai ovunque, ad esso bisogna accompagnare il giusto bere.

La MILANO DA BERE “BIO”: 3 luoghi imperdibili dove gustare vini artigianali

Milano si sta popolando di vini sempre più puristi, come si suol dire. Etichette naturali o artigianali diventano all’ordine del giorno e vini impermeabili a qualsiasi additivo chimico più facili da trovare.

# La passione di produrre naturale

Credits: @ultrawines
Vinoir

Secondo l’Unione Italiana Vini, tra il 2009 e il 2019, i vigneti biologici lombardi sono quasi quadruplicati. C’è una maggiore attenzione che si è trasformata ormai in passione. Così, in giro per la città si possono trovare alcuni locali con vini naturali, anche se manca una normativa europea che ne regolamenti la produzione. Ecco 3 posti dove andare se si vuole “bere bio”.

#1 E/n enoteca naturale, il giusto mix tra cucina e buon vino in Sant’Eustorgio

Credits: @batfrangetta
enoteca naturale

Una selezione di vini naturali provenienti da tutto il mondo. I proprietari di e/n enoteca naturale amano scovare i vini più particolari, come riportano loro stessi, tanto che alcuni arrivano addirittura dall’Australia. La Lombardia, in quanto a vini bio, qui è rappresentata dall’Oltrepò Pavese e dalla Vatellina. E/n enoteca naturale offre anche da mangiare ed è perfetta per chiunque voglia provare qualcosa di diverso al classico attacco al buffet. Il locale si trova nel giardino dello spazio di Casa Emergency, proprio a fianco della basilica di Sant’Eustorgio, e conta più di 300 bottiglie diverse di vino naturale.

#2 Vinoir, la prima enoteca moderna, in Ripa di Porta Ticinese

Credits: @memoriedivino
Vinoir

In Ripa di Porta Ticinese 93b, c’è forse l’enoteca moderna più “vecchia” di Milano. Si tratta di Vinoir, lo storico locale di vini artigianali aperto nel 2012 da Gianluca Ladu. Il proprietario, ormai quasi 10 anni fa, aveva capito che la passione per il buon vino non poteva rimanere solo un hobby e decise quindi di aprire un locale dopo il ponte di via Valenza. Qui la Lombardia è rappresentata da San Colombiano, ma a Vinoir ci sono vini bio provenienti da tutto il mondo.

#3 Surlì, il buon vino per il primo appuntamento, in Thaon de Revel

Credits: @enotecasurli
Surlì

Si sale all’Isola, in via Thaon di Revel, 12, dove c’è una piccola enoteca che offre vino artigianale. Nella botte piccola c’è il vino buono, si sa. Surlì è un posto romantico, amato dalle donne o dalle coppie, come dice il proprietario, un giovane ragazzo di 26 anni che ha fatto dell’amore per il vino il proprio lavoro.

Continua la lettura con: Così nasce la “Milano da bere”, la città simbolo di yuppies e paninari (video della pubblicità originale)

BEATRICE BARAZZETTI

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🛑 Torino batte Milano: ospiterà l’EUROVISION 2022

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Credits eurovision.calling IG - Eurovision 2022

La Rai ha deciso: sarà Torino a ospitare la prossima edizione dell’Eurovision Contest, la competizione europea della musica che nel 2022 avrà luogo in Italia grazia alla vittoria dei Manneskin.

Torino batte Milano: ospiterà l’EUROVISION 2022

La candidatura presentata in estate dal sindaco Chiara Appendino è stata preferita a quelle di Milano, Bologna, Rimini e Pesaro che erano rimaste in lizza per avere tutti i requisiti base per poter ospitare la manifestazione. 

Arriva dunque a Torino l’evento non sportivo più seguito al mondo, vinto quest’anno dai Maneskin, con centinaia di milioni di spettatori. Nel presentare la candidatura della città nei mesi scorsi, la sindaca Appendino aveva ricordato che Torino è dotata di “spazi con capienze adatte, in pieno territorio cittadino e facilmente raggiungibili”, con una “offerta ricettiva in grado di accogliere le migliaia di persone che l’evento saprà attrarre”. 

Rammarico per la bocciatura di Milano che per la presenza dei maggiori operatori musicali nazionali, l’offerta alberghiera, la logistica e le infrastrutture di collegamento internazionale sembrava la favorita. 

Si fa sempre più strada l’ipotesi che a condurre il festival sia Mika accompagnato da Alessandro Cattelan.

Continua la lettura con: Le 17 città candidate a ospitare l’Eurovision in Italia

MILANO CITTA’ STATO

copyright milanocittastato.it

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Leggi anche: Beppe Sala rieletto sindaco di Milano, una vittoria che viene da lontano

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La GONDOLA FUTURISTICA che potrebbe rivoluzionare Venezia (soprattutto d’inverno)

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La gondola è probabilmente l’imbarcazione artigianale più famosa ed iconica del mondo. Oggi andiamo ad analizzare un progetto futuristico ad essa legato, che ha dell’incredibile.

La GONDOLA FUTURISTICA che potrebbe rivoluzionare Venezia (soprattutto d’inverno)

# Dream of Winter

La Gondola Dream of Winter. Philippe Starck ha battezzato con questo nome uno dei suoi ultimi progetti. L’opera fa parte di un programma che ha l’obiettivo di incoraggiare i creativi veneziani a utilizzare il design come strumento di innovazione.

La moderna gondola di Starck – una tradizionale barca a remi a fondo piatto – è stata progettata per “fondere l’identità della bellezza e del patrimonio italiano“.

Il progetto è stato creato per VeniSIA (Venice Sustainability Innovation Accelerator), un programma di accelerazione aziendale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia che mira a ispirare studenti e veneziani locali a perseguire azioni creative e strategie per l’innovazione.

L’ex macello di san Giobbe, a Venezia, è una delle sedi di VeniSIA

Un disegno 3D della gondola è attualmente in mostra presso l’Hub of Strategy Innovation dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

“La gondola è la bellissima versione di un sogno”, commenta Starck. “La gondola, per la sua immagine globale, è una tecnologia estremamente sofisticata. Ho molta ammirazione e rispetto per la gondola, una delle barche più complesse al mondo. Il suo design è completamente asimmetrico, ma nonostante ciò il suo peso è perfettamente bilanciato e può andare dritto anche nelle condizioni più difficili”, ha aggiunto.

Credits: @a_girl_from_venice(IG)

# In bambù laminato, usabile anche per l’inverno

Starck, che ha vissuto nell’isola veneziana di Burano negli ultimi 50 anni, ha immaginato che la gondola “aggiornata” fosse costruita con bambù compresso laminato. La scelta è giustificata dalla durata e dalla resistenza del materiale.

“Il bambù laminato compresso viene utilizzato per la sua estrema resistenza e rigidità, la sua assoluta indifferenza nei confronti dell’umidità. Ciò significa che non ha bisogno di manutenzione e ha una durata a vita”, ha spiegato.

Al centro della gondola c’è un piccolo spazio chiuso che permetterebbe di utilizzare la barca durante i mesi invernali.

# Una mini turbina elettrica, alimentata dall’energia solare

La barca funzionerebbe grazie a una mini turbina elettrica, alimentata dall’energia solare e da un idrogeneratore. Questo è stato progettato per aiutare il gondoliere a condurre la gondola con uno sforzo inferiore. Il tutto,  nel pieno rispetto dei requisiti di sostenibilità necessari per il progetto.

È la stessa icona intoccabile, la stessa silhouette iconica ma lavata dal tempo e profondamente, strutturalmente rimodernizzata dalla tecnologia”, ha affermato Starck.

Credits: @echotouristique (IG) – Gondole tradizionali nel Bacino San Marco

Per compensare la naturale torsione dello scafo della gondola, Starck prevede l’installazione di un giroscopio, che aiuta a stabilizzare la barca e ad eliminare ondeggiamenti non necessari. Secondo Starck “Un piccolo giroscopio è un modo semplice per controllare la stabilità senza aggiungere peso. Il giroscopio è alimentato da una miscela di energia solare e una turbina rotativa, se il gondoliere lo desidera. Dà la possibilità, allo stesso tempo, di spingere la gondola e, a gondola ferma, di creare energia grazie alla marea”.

# Philippe Starck a VeniSIA

Starck è uno dei designer più famosi al mondo. È il primo designer internazionale invitato dal chief creative officer di Balich Wonder Studio, Marco Balich, a partecipare al progetto di VeniSIA, sostenuto dalla Regione Veneto e dal governo italiano.

Credits: @philippestarckfan IG

Starck ha utilizzato la tecnologia in molti dei suoi altri progetti. Nel 2016 ha creato Mi Mix, il suo primo smartphone per l’azienda di elettronica cinese Xiaomi. Ha anche sviluppato un braccialetto di localizzazione GPS che consente agli amanti degli sport acquatici di comunicare ai soccorsi costieri la loro posizione in caso di emergenza.

Credits: dezeen.com, veniSIA.org

Continua la lettura con: SkyWay: il TRENO DEL CIELO. Truffa o futuro della mobilità?

LUCIO BARDELLE

copyright milanocittastato.it

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Nasce una CITTÀ GIARDINO nella periferia ovest

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Credits seimilano.com - Rendering dall'alto

Nei pressi della fermata della M1 Bisceglie sta nascendo un nuovo quartiere immerso nel verde che riqualificherà una zona degradata nella periferia ovest della città. Cosa ospiterà e quando sarà pronto.

Nasce una CITTÀ GIARDINO nella periferia ovest

# La “Città Giardino” di Milano è un progetto di rigenerazione urbana di oltre 300.000 mq

Credits seimilano.com – Rendering dall’alto

Sei Milano è un progetto di rigenerazione urbana che si estende su un’area di oltre 300.000 mq in prossimità di Bisceglie M1, nel distretto di Sella Nuova in via Bisceglie e via dei Calchi Taeggi. Il masterplan è stato disegnato dall’archistar Cucinella, mentre i lavori sono ad opera di Borio Mangiarotti e Värde Partners per un investimento di oltre 250 milioni di euro. Un nuovo quartiere multifunzionale con 30.000 mq di uffici, 10.000 mq di spazi commerciali spazi commerciali e 1.000 residenze, in edilizia libera e convenzionata residenze, immerse in un parco di oltre 16 ettari.

# SeiMilano sarà suddiviso in 3 settori con un grande parco al centro da 200.000 mq

Credits: Urbanfile – Masterplan SeiMilano

Il progetto si suddivide in 3 settori distinti: l’area destinata al terziario nel nord-est dell’area, le residenze nell’asse sud-nord e est-ovest, il polo commerciale tra il nuovo boulevard lungo la direttrice nord-sud e via Bisceglie.

Al centro ci sarà un grande parco urbano di 200.000 mq disegnato da Michel Desvigne – Studio MDP, che si inserisce all’interno di una catena di parchi urbani tra loro collegati da una pista ciclopedonale. Inoltre è direttamente connesso al vicino Parco dei Fontanili con il quale forma una delle aree verdi più estese della città.

# I lavori iniziati nel 2020 si concluderanno entro la prima parte del 2025

I lavori sono iniziati nel 2020 con le attività di pulizia e bonifica dei terreni che fino agli anni ’60 ospitavano una cava di estrazione, trasformata poi in una discarica per materiali inerti e di altre tipologie, prima della sua chiusura negli anni ’80 del secolo scorso. Attualmente stanno salendo i palazzi che ospiteranno uffici, nell’angolo tra le via Bisceglie e Calchi Taeggi, mentre le palazzine residenziali iniziano a prendere la forma definitiva: alcune sono arrivate già al tetto e dovrebbero essere terminate nel 2022. Nell’area delle residenze del quarto lotto sono in corso i lavori per i pali di fondazione. La conclusione complessiva dei lavori è prevista tra la fine del 2024 e la prima parte del 2025.

 

Continua la lettura con: Il TUNNEL BOULEVARD: il PROGETTO dal sapore berlinese tra Turro e NoLo

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Zero donne, zero tituli. L’astensionismo è giusto e salutare

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I PAESAGGI mozzafiato del LITORALE della COSTA AZZURRA (da Mentone all’Estérel)

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Crique massif de l'Esterel ©LePelley.S

Forse il tratto di costa del Mediterraneo dove in pochi chilometri si trovano luoghi e paesaggi così differenti. Spiagge libere ma tenute con grande cura, calette e strade panoramiche che collegano luoghi ricchi di fascino: questo ci aspetta attraversato il confine della Liguria, il tutto condito e animato da eventi mondani e culturali di rilevanza mondiale. Questi sono i posti del famoso litorale francese assolutamente da non perdere, tra Mentone e l’Estérel.

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I PAESAGGI mozzafiato del LITORALE della COSTA AZZURRA (da Mentone all’Estérel)

# Mentone, il paradiso dei limoni

Credits: ©Mouton.A 

È il primo paese che si incontra venendo dalla Riviera Ligure e le sue vie pittoresche e forse la sua semplicità, custode della sua bellezza, l’hanno fatta definire la “perla della Francia”.  Dopo il tipico lungomare della Costa Azzurra, superate le palme vicino al mare, Mentone è una cittadina tutta da scoprire. Boutique di alta moda e ristoranti che servono i piatti più prelibati, ma anche, e soprattutto, chiese, musei e un patrimonio architettonico e culturale invidiabile.

Ciò che però rende Mentone un luogo assolutamente da visitare sono i suoi giardini ricchi di piante e fiori. Una città-giardino, patria dei limoni, tanto che la leggenda dice che sia stata Eva ad aver portato via dall’Eden un seme di limone e di averlo piantato a Mentone. Una cittadella ricca di sole e di agrumeti, che rendono Mentone un luogo con scorci da paradiso terrestre.

# Èze, la cittadella medievale

Credits: ©Chillio.C

A circa 400 metri sopra il livello del mare, arroccata sopra il Mediterraneo, c’è Èze, cittadella di origine medievale che mantiene ancora tutta la sua bellezza storica. Appena si entra in paese, i vicoli stretti e tortuosi, le volte delle case e le botteghe di artisti ed artigiani ti fanno tornare indietro nel tempo. Ma l’attrazione più bella di Èze si trova nella parte alta della città.

Qui, annesso alle rovine del castello, c’è il Giardino Esotico, popolato da cactus e una vegetazione esotica, in parte mischiata a quella mediterranea. Da qui si può anche godere una delle viste panoramiche più belle della Costa Azzurra. Se si vuole andare poi alla spiaggia, basta percorrere il Chemin de Nietzsche, un sentiero che porta dritto alle belle spiagge del borgo marino, dove il grande filosofo scrisse una parte del celebre Così parlò Zarathustra. 

# Beaulieu-sur-Mer, la tipica località balneare

 

A 10 km da Nizza, poco dopo il Principato di Monaco, si entra nel triangolo d’oro con i tre luoghi dove i prezzi del settore immobiliare sono i più alti dell’intera Francia e tra i più alti del mondo. Il primo di questi paesi è Beaulieu-sur-Mer, il “Bel Luogo sul mare”. Una delle classiche località della Costa Azzurra, dove il clima è mite tutto l’anno e dove, soprattutto nella prima parte del Novecento, molti reali d’Europa trascorrevano i mesi invernali. Tra le più famose spiagge ci sono la Petite Afrique e la Baie des Fourmis. Un lungomare costeggiato da palme, il casinò, i negozi lussuosi e ristoranti di alta cucina rendono Beaulieu-sur-Mer il luogo perfetto per vivere l’atmosfera tipica francese del litorale della Costa Azzurra.

# Saint-Jean-Cap-Ferrat e i suoi sentieri sul mare

Saint jean cap ferrat

Si prosegue nel “triangolo d’oro” con una penisola che negli anni è diventata famosa a livello mondiale. Stiamo parlando di Saint-Jean-Cap-Ferrat, una delle perle della Costa Azzurra proprio per i suoi sentieri da percorrere ammirando il mare. Potremmo definirlo il paese del sole, perché qui c’è il sole 300 giorni all’anno, e luogo perfetto per camminare ammirando tutto il litorale della Costa Azzurra fino ad intravedere all’orizzonte l’Italia. Un punto di partenza per questa camminata? Potrebbe essere sicuramente il porto di Saint-Jean-Cap-Ferrat, per poi passare dalla spiaggia Cros dei Pin e dalla punta di Saint-Hospice e proseguire lungo la penisola. Oppure si può percorrere in senso contrario. 

Spiagge, ristoranti, magnifici giardini e sontuose ville rendono Saint-Jean-Cap-Ferrat una delle città della Belle Époque. La sua villa più famosa è Villa Ephrussi de Rothschild, una villa di 10 ettari che ricorda un po’ una casa delle bambole o un angolo fiabesco e che fu costruita per ospitare la collezione d’arte della Baronessa Béatrice de Rothschild. Villa ora aperta al pubblico. 

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# Villefranche-sur-Mer, la baia degli abissi

Vicino a Saint-Jean-Cap-Ferrat, procedendo lungo la costa verso Nizza, si trova Villefranche-sur-Mer, terzo angolo del “triangolo d’oro”. Acque cristalline e una vegetazione provenzale la rendono uno dei luoghi assolutamente da visitare sul litorale della Costa Azzurra. La sua è una delle baie più profonde al mondo e la sua spiaggia di sabbia a mezzaluna naturale è una delle grandi attrazioni.

Anche la parte vecchia di Villefranche-sur-Mer è ricca di sorprese. Assolutamente da percorrere è il passaggio sotto le case del porto, costruito nel 1260. Su una collina di Villefranche, poi, c’è Villa Leopoldo, casa privata un tempo abitazione del re Leopoldo II del Belgio, oggi, o meglio nel 2019, dichiarata la casa più costosa al mondo.

# Cap d’Antibes

Credits: ©JF-Diaz ©sce-communication-ville-antibes

Luogo reso immortale da Tenera è la notte, il romanzo di Fitzgerald in cui raccontava degli “anni folli” del primo Novecento sulla Costa Azzurra, tra serate sfrenate e i tuffi dalle rocce della Garoupe. La penisola di Cap d’Antibes, che si allunga nel mare tra la parte vecchia della città e le spiagge di Juan-les-Pins, ospita ville sfarzose immerse nel verde con vista mozzafiato sulla costa e il celebre Eden Roc, per anni considerato l’hotel più caro del mondo. Lungo la costa si può percorrere il sentiero del litorale, anche noto come Sentiero di Tire-Poil, un anello di 5 chilometri, in gran parte tracciato direttamente tra le rocce a picco sul mare. 

# Le rocce rosse dell’Estérel

Credits: ©LePelley.S.

Proseguendo a scendere lungo la costa dopo Cannes in direzione Saint-Raphaël, si incontrano i massicci vulcanici dell’Estérel, immense rocce eruttive a blocchi, di colore rosso fuoco. Situate lungo la Corniche d’Or, le calanche dell’Estérel sono formate da falesie di porfido rosso a picco sul mare.

È proprio tra queste calanche che si nascondono poi delle spiaggette dai ciottoli rossi, raggiungibili spesso solamente dopo una lunga scalinata. Tra queste, una delle più suggestive è la spiaggia di Camp Long, all’altezza del Dramont, non molto lontana dalla spiaggia di Agay, dove, prima di raggiungere la calanca vera e propria, si deve attraversare una distesa di sabbia. Proseguendo lungo la costa, oltre Saint-Raphaël, si trova inoltre Fréjus, città fondata dai romani e che ancora reca numerose tracce delle sue origini.

Per saperne di più: www.nicetourisme.com, provence-alpes-cotedazur.com e www.france.fr 

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Continua a leggere con: I tesori dell’entroterra della Costa Azzurra

BEATRICE BARAZZETTI

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Milano Città Stato

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Nel momento in cui un determinato percorso di sviluppo di una civiltà arriva ad incontrare i suoi limiti, inizia un periodo di stallo che porta all’inevitabile collasso che consiste in una rapida semplificazione della complessità, finché si riparte dai frammenti della civiltà precedente che diventano germogli della società futura.

L’esempio più chiaro è quello dell’Impero Romano che dopo aver raggiunto il massimo splendore si è diviso in due, Impero Romano d’Occidente e d’Oriente, finché anche queste forme provvisorie hanno ceduto a una frammentazione dei singoli territori.
Perdendo gli effetti benefici della globalizzazione del tempo la civiltà si è ricomposta in piccole forme di autarchia.

Forma di autarchia tipica dell’Italia Medievale è il Comune, dal latino bonum comune che significa piccole comunità che mettono in comune beni e li proteggono attraverso alture e mura fortificate, rispetto al periodo precedente quando la difesa era garantita dall’Impero.
Da questi semi germoglia la civiltà moderna.

Alla società contemporanea sta succedendo qualcosa di simile.
Negli anni Ottanta si è arrivati ai limiti dello sviluppo, compensati dall’enorme ricorso al debito: l’edonismo degli anni Ottanta nascondeva, attraverso lustrini e paillettes, il fetore di un corpo putrescente.

Si è proseguito per una trentina d’anni nell’illusione di una crescita che ormai non c’era più, provocando peraltro una pessima allocazione di risorse sempre più scarse,  fino ad arrivare in prossimità della frantumazione. Che è il momento che ci stiamo trovando ad affrontare.  

Una volta che Milano sarà cosciente della dinamica di questo processo potrà ritrovare una forma di protagonismo completamente diverso da quello attuale, rispondendo alla necessità di ricostruire con le sue sole forze il nucleo di una nuova società.
Perché gli esseri umani, una volta che sono sottoposti alle inesorabili leggi della natura, prendono coscienza di dove stanno e delle reali possibilità di progettare un nuovo futuro.  

Continua la lettura con: Il secolo delle campagne

LA FENICE

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Halloween alle porte: i più bei CAMPI per raccogliere ZUCCHE vicino a MILANO

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Credits tulipaniaworld IG - Il campo di Tulipania

Per chi vuole immergersi nell’atmosfera di Hallowen ecco cinque campi poco distanti da Milano dove raccogliere e intagliare le zucche preferite.

Halloween alle porte: i più bei CAMPI per raccogliere ZUCCHE vicino a MILANO

#1 Nel Campo di Zucche di Tulipania, in provincia di Bergamo, si pagano solo le zucche che si portano a casa

Credits tulipaniaworld IG – Il campo di Tulipania

A Terno d’Isola, in provincia di Bergamo, il Campo di Zucche di Tulipania è aperto in tutti i fine settimana di ottobre, con ingresso gratuito e si pagano solamente le zucche che si portano a casa. Il nome Tulipania è dovuto al fatto che in primavera questi campi sono pieni di tulipani in fiore. Nel mese autunnale più classico troverete invece le zucche già staccate dalla pianta, pulite e mature di cui tante già decorate, oppure si possono scegliere quelle che piacciono per decorarle o intagliarle nelle postazioni prestabilite. Al banco, oltre alla classica zucca di Halloween, si trovano le zucche ornamentali e quelle commestibili. Non mancano attrazioni e giochi realizzati con materiali naturali sparse per il campo per divertire i bambini.

Indirizzo: Via Roma, 61 Terno d’Isola (BG)

 

#2 Il Campo di Federica a Nerviano, appena fuori Milano, a ottobre si trasforma in “Pumpkin Patch”

Credits steraku IG – Il Campo di Federica

Il Campo di Federica, a Nerviano, si trasformerà per tutto il mese di ottobre in un suggestivo Pumpkin Patch, con laboratori di intaglio e pittura delle zucche. Si potrà camminare tra centinaia di zucche e scegliere la preferita da decorare o intagliare immersi in una calda atmosfera autunnale. Ci sono poi anche balle di fieno, fiori, pannocchie, gattini e oche. Il prezzo del biglietto è di 15 euro dal martedì al venerdì e di 18 euro dal sabato alla domenica, gratuito sotto i 2 anni di età.

Indirizzo: Via Tonale, 20014 Nerviano (Mi)

 

#3 Il Campo dei Mirtilli di San Vito, nell’ovest milanese, in autunno diventa una distesa di zucche

Credits ilariacastano IG – Il Campo dei Mirtilli

Nel Campo dei Mirtilli di San Vito, a Gaggiano, si potrà trascorrere un pomeriggio raccogliendo zucche di diverse varietà e partecipare al laboratorio di intaglio e decorazione. Sarà possibile dal weekend del 9/10 ottobre e per i successivi weekend del mese, nel pomeriggio dalle ore 14.30. Oltre a questo ci sono la vasca del mais, il castello di paglia e tanti altri giochi in pieno stile campagna per i bambini, merenda con tè caldo per tutti e vendita diretta dei prodotti. Il costo del biglietto è di 15 euro per bambino, gratis per i bambini con età inferiore a 1 anno.

Indirizzo: Cascina Nuova, Gaggiano (Mi)

 

#4 Il Villaggio delle Zucche, in provincia di Pavia, dedica ogni weekend a un tema speciale per intrattenere i più piccoli

Credits lalu3384 IG – Villaggio delle zucche

Presso il club Puravida a San Martino Siccomario, in provincia di Pavia è stato inaugurato il Villaggio delle Zucche, aperto tutti i weekend dalle 10:00 alle 18:30. Potrete scegliere la vostra zucca da intagliare e decorare per Halloween e trascorrere una giornata all’aria aperta tra la vasca del mais, con gli animali da fattoria galline, conigli e un asinello, con giri in carrozza o con i pony. Ogni weekend è dedicato ad un tema speciale tra cui: laboratori creativi di decorazione delle zucche, labirinto di paglia e gonfiabili e trattorini giocattolo per bambini. In caso di maltempo, meglio munirvi di stivali da pioggia, impermeabile o giacca a vento e ombrello per tutta la famiglia. L’accesso è consentito solo con green pass e il costo del biglietto è di 11 euro, gratis sotto i 3 anni.

Indirizzo: Via Piemonte, loc. La Lanca, San Martino Siccomario

 

#5 Nel Campo di Zucche a Galbiate, nel lecchese, ogni tipo di zucca, da quella mangereccia a quella ornamentale

Credits sllsnn IG – Campo di Zucche Galbiate

In provincia di Lecco è aperto fino al 31 Ottobre il Campo di Zucche a Galbiate, parte del campo dei Fiori dove si trovano alcune specie che fioriscono come le zinnie, i cosmos ed i girasoli. Tra le zucche ci sono: quelle mangerecce delle principali varietà quali violino, butternut, mantovana, chioggia, hokkaido e la zucca spaghetti, quelle ornamentali tra cui le protagoniste della festa di Halloween e tante zucche decorate a mano. Ingresso gratuito (obbligo Green Pass) con i seguenti orari: dal lunedì al giovedì dalle 16:00 alle 18:30 senza prenotazione, il weekend dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 14:00 alle 18:30 con obbligo di prenotazione.

Indirizzo: SP51 N. 4, Sala al Barro, Galbiate

 

Fonte: Mamme a Milano

Continua la lettura con: Il TRENO del FOLIAGE: a un’ora da Milano uno dei 10 percorsi più belli del mondo

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: “Cicatrici – l’arte di ripartire”. L’iniziativa del Bullone per raccontare le cicatrici della pandemia

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Starter Kit per l’apocalisse

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Sta facendo molto scalpore il piccolo filmato tedesco in cui spiegano cosa fare in mancanza di energia. Uno spot prodotto per promuovere una esercitazione tra i cittadini, simulando un evento catastrofico, che testimonia la preoccupazione per possibili balckout energetici nel prossimo inverno.

Negli ultimi giorni stanno aumentando gli allarmi in tutto il mondo: il Presidente americano ha parlato di un meteorite che potrebbe abbattersi sull’economia americana.

E anche nel nostro Paese i media stanno iniziando a ipotizzare un “black out” energetico per il periodo invernale.

L’Italia, sempre premurosa per i propri cittadini, non ha ancora preso in considerazione il problema. Per i nostri lettori abbiamo così immaginato un survivor starter kit.

In primis la sopravvivenza passa attraverso il cibo. Bisogna procurarsi una scorta alimentare di lunga durata che possa mantenere il proprio nucleo famigliare per almeno tre settimane. In particolare, occorre scegliere conserve e alimenti che si possano assumere anche in mancanza di gas o elettricità.
Da non sottovalutare anche le scorte d’acqua minerale, perché in caso di catastrofe energetica si potrebbero avere guasti alla rete idrica o acque inquinate.

La seconda priorità dovrebbe essere quella di avere un kit medico per far fronte a esigenze di pronto soccorso o comunque di cura, immaginando che ci possano essere carenze nell’assistenza sanitaria degli ospedali o di medici. Il kit dovrebbe prevedere dai farmaci fondamentali fino a cose più meccaniche per approntare suture o riparare piccole fratture.

Per i trasporti è importante avere sempre il serbatoio pieno nei propri mezzi per poter raggiungere almeno il confine o luoghi  in grado di garantire una maggiore autosufficienza.

Per l’energia servirebbero dei fornelletti a gas e ad alcol, insieme a candele e fiammiferi. Per i più attrezzati anche un piccolo generatore elettrico con relativi carburanti e mini pannelli solari. Inoltre servono power bank per cellulare e computer.

Consigliati tenda e sacchi a pelo per poter creare un ambiente più caldo in casa se c’è assenza di riscaldamento.

Fondamentale infine avere dei punti di riferimento dove poter trovare rifugio nei luoghi tipici dove si sfollava durante la guerra nel caso in cui le carenze energetiche, con relativi effetti collaterali, rendessero la coesistenza nella città pericolosa e difficile.
Per la sopravvivenza in natura sono indispensabili corda, ami e fili da pesca oltre a un coltello, una piccola sega e una scure.

Per ogni evenienza è sempre utile l’intramontabile manuale delle Giovani Marmotte.

Continua la lettura con: Prove generali di Apocalisse

MILANO CITTA’ STATO

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🛑 RECORD di GIOVANI a Palazzo a Marino: chi sono gli UNDER 40 ELETTI a Milano

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Eletti under 40 consiglio Milano

Aria fresca a Palazzo Marino. Tra la coalizione di centrosinistra e centrodestra sono 11 gli eletti under 40 in Consiglio comunale a Milano. Un record. Scopriamo chi sono.

RECORD di GIOVANI a Palazzo a Marino: chi sono gli UNDER 40 ELETTI a Milano

# Centro Sinistra: 6 gli eletti under 40, di cui cinque donne

Nel Partito Democratico sono tre gli eletti più giovani:

Gaia Romani PD
  • Gaia Romani, 25 anni praticante consulente del lavoro e coordinatrice delle donne democratiche di Milano, è arrivata quarta con 2.200 preferenze nella lista del Partito democratico. Negli ultimi 5 anni è stata consigliere nel Municipio 8. 
  • Federico Bottelli, anche lui 25enne e dei Giovani democratici, ha ottenuto oltre 1.600 preferenze. Nel precedente quinquennio è stato consigliere nel Municipio 7.
  • Luca Costamagna, di anni 31, è l’assessore uscente alla cultura nel Municipio 3.

Una eletta per la Lista Sala:

Martina Riva Lista Sala

Martina Riva, capolista della Lista Sala, di 28 anni, è stata eletta grazie a quasi 1.600 voti. Praticante avvocato ed ex consigliera nel Municipio 7.

Una consigliera per la Lista dei Riformisti:

Giulia Pastorella Riformisti-Calenda

Per la Lista dei Riformisti entra in Consiglio Comunale Giulia Pastorella, 35 anni, manager di Zoom e dirigente nazionale di Azione (Carlo Calenda).

Una eletta per il partito dei Verdi:

Francesca Cucchiara Verdi

Il partito dei Verdi porta in Consiglio Comunale Palazzo la 28enne Francesca Cucchiara, co-portavoce nazionale dei giovani del movimento ed esperta in sviluppo sostenibile.

# Centro Destra: 5 eletti con meno di 40 anni, la maggioranza in quota Lega

Tre gli eletti per la Lega:

Silvia Sardone Lega

Silvia Sardone, 38enne giuslavorista e europarlamentare, è la più votata tra gli under 40 del centrodestra in quota Lega. Consigliera uscente a Palazzo Marino quando fu eletta tra le fila di Forza Italia.

Il 26enne Alessandro Verri, sempre tra i candidati espressi dalla Lega, è risultato il secondo più votato. È consigliere uscente del Municipio 4.

Samuele Piscina di 31 anni è il presidente uscente del Municipio 2 sempre per la Lega. 

Un eletto tra le file di Fratelli d’Italia:

Francesco Rocca Fratelli d’Italia

Francesco Rocca, 32enne di Fratelli d’Italia, è arrivato quinto per preferenze nel suo partito e ultimo degli eletti.

Un consigliere in quota Forza Italia:

Marco Bestetti

Entra in Consiglio Comunale anche Marco Bestetti, il presidente uscente del Municipio 7. Il 34enne di Forza Italia ha ottenuto più preferenze di tutti nel suo partito.

Continua la lettura con: I PROGETTI del SALA BIS

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Lo tsunami “Generazione Milano”: 17 eletti e migliaia di voti, ora con gli under 30 bisogna trattare

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Il PALAZZO col PIERCING

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credit: @ dida_torino IG

Un’installazione artistica che potrebbe facilmente passare inosservata a uno sguardo poco attento, in particolare se non si è abituati a guardare all’insù. Ma una volta notata, potrebbe far sollevare qualche domanda. Perché mai un palazzo dovrebbe avere un piercing?

Il PALAZZO col PIERCING

# Piercing e baci rubati

credits: @danila.napolitano IG

Corrado Levi, insieme al gruppo di architetti Cliostraat, ha iniziato a sperimentare nel campo architettonico e artistico e da questa sperimentazione ne è scaturita questa particolare quanto buffa installazione. L’opera d’arte moderna è stata nominata “Baci Rubati”, anche se ormai i torinesi preferiscono chiamarla “Il palazzo con il piercing”, e la si può osservare in piazzetta Corpus Domini, nel centro di Torino, più precisamente sullo spigolo del 4° piano di un palazzo risalente al ‘700, al numero civico 19.

# Il significato dell’opera

credit: @dida_torino IG

La storia di quest’opera è datata 1996, in occasione della prima edizione di Biennale Giovani di Torino. Faceva parte di un’esposizione temporanea che non è mai stata smantellata. Il piercing è concepito come un simbolo di modernità e di ribellione; infatti, prestando più attenzione si può notare che da un lato del piercing, proprio dove il “gioiello” è incastonato nel muro, fuoriescono delle macchie di sangue rosse, mentre dall’altro lato le gocce sono di colore blu.

Il sangue rosso che sgorga dal lato che dà verso Porta Palazzo andrebbe a rappresentare “l’anima proletaria”, mentre quello blu nella facciata che dà verso il centro indicherebbe “l’animo nobile”.

# Due ceti sociali uniti da un piercing

credits: @caterinacugnasco
IG

“Un bacio rubato, appunto, della modernità che si inserisce nella tradizione senza volerla sovrastare, ma condividendo con essa lo spazio e il tempo”. Il significato dell’opera è ancora discusso, ma la teoria più accreditata è che l’installazione rappresenti l’unione di due ceti sociali diversi attraverso la ribellione per le norme e le convenzioni sociali. Come Milano, anche Torino è una città molto legata alla sua storia e alle sue tradizioni, ma allo stesso tempo sa accogliere le novità, a volte anche un po’ “ribelli”.

 

Fonte: guidatorino

Continua a leggere con: Per tre anni Milano è stata sotto TORINO: cosa è successo e che cosa i Savoia hanno lasciato a Milano

SELENE MANGIAROTTI

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Inaugurato alle porte di Milano il BENZINAIO del FUTURO

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flagship Q8 Credits: q8.it.

Inaugurata alle porte di Milano una stazione di servizio che abbraccia il futuro, un hub dove trovare molte attività e piaceri, con un design innovativo e accattivante, unico nel suo genere. Ecco dove si trova e che cosa si trova. 

Inaugurato alle porte di Milano il BENZINAIO del FUTURO

# Sulla Milano – Meda l’energia del futuro

Archiviato da decenni il concetto di “benzinaio”, la stazione di servizio è uno dei luoghi che più di tutti ha saputo reinventarsi nel tempo. Nella galassia sterminata dei punti di rifornimento carburante, nasce in piena Città Metropolitana, a Paderno Dugnano, un vero e proprio hub in grado di accontentare qualsiasi utente che si trovi a viaggiare sulla Milano-Meda.
Il distributore Q8 di Paderno, si presenta infatti con un look innovativo e una molteplicità di servizi da fare invidia alle capitali internazionali.

 

# Ricarica elettrica ultrafast

La transizione del futuro è praticamente alle porte di Milano. L’area di servizio si sviluppa su 8.000 mq e sul piazzale sono presenti, oltre al rifornimento per mezzi a motorizzazione tradizionale, anche 6 postazioni di ricarica elettrica (di cui 2 ultrafast), nonché il metano, che sarà disponibile a breve.

La stazione di servizio è già improntata alla interconnessione digitale con gli utenti, tutto il progetto nasce all’insegna della sostenibilità: l’illuminazione è a led con sensori di movimento e c’è ampio uso di materiali rigenerati.

L’efficientamento energetico è di dimensioni notevoli: è previsto il recupero delle acque piovane e il futuro compressore del metano sarà a zero emissioni. Il fabbricato, anche quello commerciale, filtra la luce solare e offre termoregolazione a zone. Tutte le pensiline sono invece realizzate con materiali ad elevata riflettenza solare, che finisce per essere convogliata sugli impianti fotovoltaici posti sulle superfici di ognuna.

# Il restyling a vela

flagship Q8 Credits: q8.it.

Un restyling dedicato a tradizione e innovazione, gioca un ruolo d’effetto e conferisce alla stazione un look scenografico. Il progetto richiama le vele della “Dhow”, imbarcazione tipica del Kuwait e simbolo stilizzato del brand della catena. Un albero maestro centrale, alto ben 25 metri, collega le due pensiline a forma di vela triangolare e riesce a coprire 2.000 mq dell’area. Una vela copre e quindi identifica, le pensiline di distribuzione dei carburanti tradizionali. Con un ideale transizione al futuro, la successiva “pensivela” copre gli erogatori dei prodotti alternativi.
Anche il fabbricato commerciale richiama le forme e i colori della tradizione mediorientale.

# “Il fiore all’occhiello”

L’edificio che ospita i servizi commerciali è anch’esso realizzato all’insegna della sostenibilità. 1.200 mq a basso impatto ambientale, per ospitare utenti e clienti e soddisfare decine di esigenze. Con a disposizione oltre 60 stalli per la sosta delle auto, “Svolta” ospita soluzioni di Food&Beverage come il tradizionale bar, una catena di bakery e un noto brand di offerta di carne di qualità.

All’inaugurazione della stazione di servizio del futuro, sono venuti dal Kuwait il Presidente di Kuwait Petroleum, Nawaf S. Al-Sabah, insieme al Vice Presidente esecutivo, Azzam Al Mutawa, a testimoniare l’importanza e il rispetto che il colosso petrolifero nutrono nei confronti dell’Italia e del mercato di area sud europea.

I pionieri dell’automotive elettrico, potranno trovare ricarica e ingannare il tempo in un gioiello di architettura e design, prima di arrivare a Milano con le batterie completamente cariche.

Fonti: Gazzetta.it e Q8.it

Continua la lettura con: Il rilancio dell’astronave di Milano

LAURA LIONTI

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Completato l’ICEBERG, la “montagna di ghiaccio” di Milano

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Credits Urbanfile - Iceberg San Raffaele

Credits e foto copertina: Urbanfile

Conclusi i lavori per il nuovo edificio iconico e ecosostenibile nel polo ospedaliero del San Raffaele. Le caratteristiche tecniche e di design adottate.

Completato l’ICEBERG, la “montagna di ghiaccio” di Milano

# Terminati i lavori del nuovo padiglione dell’Ospedale San Raffaele 

Credits Urbanfile – Iceberg lato

Sono arrivati a conclusione i lavori per la costruzione del nuovo padiglione, nato da un investimento di oltre 50 milioni di euro del Gruppo San Donato e progettato dallo studio di Mario Cucinella Architects, per il nuovo Polo Chirurgico e delle urgenze I.R.C.C.S. dell’Ospedale San Raffaele di Milano.

Il nuovo edificio, in via Olgettina nel quartiere di Cascina Gobba, è stato realizzato con materiali e soluzioni sostenibili come l’utilizzo della luce naturale convogliata anche nei collegamenti sotterranei con il resto dell’ospedale.

# Un edificio iconico soprannominato “Iceberg” per la sua somiglianza a una montagna di ghiaccio

Un nuovo edificio iconico a Milano, soprannominato “iceberg” per la sua somiglianza a una montagna di ghiaccio, al centro del complesso ospedaliero tra i prestigiosi in Italia. La struttura si compone di “due grandi elementi complementari sul piano architettonico e funzionale: la piastra tecnica, che ospita le funzioni ospedaliere più importanti come il nuovo pronto soccorso, e la parte alta, all’interno della quale sono collocati i reparti di degenza, gli studi medici e gli ambulatori.”

L’involucro dell’edificio è stato progettato puntando alla sostenibilità grazie all’utilizzo “di tecnologie e materiali ecosostenibili, come le lamelle esterne in ceramica in grado di disintegrare le particelle di smog, al pari di quaranta alberi, e preservare il calore, abbattendo i consumi energetici del 60%.”

 

Fonte: Urbanfile

Continua la lettura con: Rinasce il GIARDINO SEGRETO di porta Magenta

FABIO MARCOMIN

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Le 7 CITTÀ più RICCHE d’Italia: Milano è in classifica?

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Credits: Andrea Cherchi (c)

Quali sono le città più ricche d’Italia? Scopriamo insieme le prime 7 basandoci sui dati per depositi bancari ossia sulla giacenza media dei conti correnti pro capite per ogni città.

Troveremo Milano sul podio?

Le 7 CITTÀ più RICCHE d’Italia: Milano è in classifica?

#7 Aosta: 31.867 euro

Credit: @20regionsin2yearsc IG

Al settimo posto troviamo Aosta. Il capoluogo della Valle d’Aosta rientra nelle 7 città più ricche d’Italia. Ed è anche la più piccola per dimensioni. 

#6 Trieste: 34.775 euro

Credit: @earth_frommyeye IG

La città più ricca del Friuli Venezia Giulia, l’ultima città italiana prima di passare il confine con la Slovenia, Trieste si pone al sesto posto della classifica.

Il porto in continua espansione gioca un ruolo molto importante nell’economia italiana ma nonostante la ricchezza di questa città, Trieste sembra perdere sempre più abitanti: che stiano cercando fortuna nella top 5?

#5 Bologna: 34.794 euro

Bologna è la città più ricca dell’Emilia-Romagna.

La città emiliana viene spesso vissuta come località universitaria e culturale, spesso dimenticando che invece è sede produttiva di importanti aziende Italiane, motivo per cui si aggiudica il quinto posto tra le città italiane più ricche.

#4 Roma: 38.179 euro

credits: @manutoni24 IG

Ad un passo dal podio troviamo la capitale.

Sede delle più grandi aziende e istituzioni pubbliche nazionali, Roma è il primo comune in Italia per prodotto interno lordo forte delle sue dimensioni. E’ l’unica città del centro-sud presente in classifica e perde per un soffio la possibilità di salire sul podio.

#3 Bolzano: 39.934 euro

Credit: @bolzano_city IG

Conquista invece il podio la Provincia Autonoma di Bolzano.

In vetta a moltissime classifiche sul tenore di vita, i bolzanini si distinguono anche per i loro depositi bancari pro-capite. Contribuirà al successo la grande autonomia della loro provincia?

#2 Treviso: 41.399 euro

Credit: @igers_treviso IG

I trevigiani possiedono uno dei livelli medi di depositi bancari più alti di tutta i Italia mantenendo così alta la reputazione dei veneti come grandi risparmiatori.

 

#1 Milano: 62.521 euro

Credit: @milano IG

La capitale della finanza e della moda, la città della Borsa e delle maggiori aziende italiane, Milano non poteva che posizionarsi al primo posto, confermandosi unica città italiana a poter competere con le altre città europee. Addirittura con circa 20 mila euro in più sul conto corrente rispetto alla seconda in classifica. 

Definita spesso “la città che non si ferma mai”, ancora una volta Milano sembra fare una gara tutta da sé.

Fonte: Notizie Business

Continua la lettura con: Milano è in TERZA FASCIA tra le città del mondo: 10 COSE da CAMBIARE per scalare la classifica

ARIANNA BOTTINI

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Il secolo delle campagne

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Orto di guerra, Milano (Seconda Guerra Mondiale)

In un mondo globalizzato la città è il punto che fornisce know how e personale alla globalizzazione, inteso come sistema complesso. È l’amministrazione della complessità: fornisce i manager, le società di revisione, gli hub logistici e finanziari, fornisce le competenze amministrative per gestire la complessità.

In cambio la città prende dal sistema una importante fetta di energia e beni di consumo. Quando l’energia che entra nel sistema va in diminuzione il processo si inverte: l’impossibilità di mantenere la complessità (aumento delle funzioni) porta alla frantumazione e la città diventa un luogo che consuma senza produrre niente. Ci si sposta dalla priorità di amministrazione alla necessità di beni materiali, cibo ed energia.

Nello stesso tempo la propaganda governativa tende a impedire la presa di coscienza di questo processo, continua a trasmettere rassicurazioni o depistaggi, e costringe a restare passivi fino a che le soluzioni diventano difficili o quasi impossibili.

Il posto peggiore dove trovarsi durante il processo di riduzione della complessità è la città perché non ha una sua autonomia e vive in massima dipendenza dal governo, che è l’ente meno capace di affrontare qualsiasi tipo di problema reale.

Anche durante una guerra succede la stessa cosa e le campagne acquisiscono una forza che nei periodi di crescita e prosperità è all’opposto.

Si è aperto il millennio con la profezia che questo sarebbe stato il secolo delle città e invece come spesso accade alle previsioni avverrà probabilmente il contrario: sarà questo il secolo delle campagne?

Continua la lettura con: Piromane di notte, pompiere di giorno

LA FENICE

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Leggi anche: “Le prossime sfide di Milano? Cambiamento climatico ed aumento dell’energia rinnovabile”

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I PROGETTI del SALA BIS

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Nuovo stadio San Siro

In questo secondo mandato il sindaco Beppe Sala è chiamato a portare a conclusione o far decollare numerosi progetti di rilevanza per Milano. Vediamo i più importanti dei prossimi 10 anni. 

I PROGETTI del SALA BIS

# Gli operatori di mercato stimano 50 miliardi di investimenti per almeno 22 progetti in città

Credits: Milanofinanza – Progetti di Milano

La stima degli operatori di mercato è di circa 50 miliardi di investimenti per almeno 22 progetti che dovrebbero nascere a Milano nei prossimi dieci anni. Nel conteggio sono compresi quelli in cantiere, definiti e in fase di consegna e quelli le cui tempistiche sono ancora da stabilire, senza considerare però i progetti in fase di approvazione e che potranno emergere. Vediamo quali sono. 

# Infrastrutture di trasporto pubblico: M4, estensione M1 e M5, alta velocità Milano-Genova

Treno M4

Le infrastrutture di trasporto pubblico che entreranno in funzione nei prossimi anni cambieranno radicalmente la mobilità di tutta l’area metropolitana milanese:

  • tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 inaugurerà per intero la linea M4 dall’aeroporto di Milano alla periferia sud-ovest del Giambellino e Lorenteggio fino alla stazione di San Cristoforo FS;
  • entro il 2024 l’alta velocità dovrebbe collegare Milano-Genova in circa 40 minuti.

Oltre a questo sono previsti il prolungamento dalla M1 a ovest fino a Baggio entro il 2027 e a nord fino a Monza-Bettola nel 2024, senza dimenticare la costruzione della metrotranvia tra la stazione M4 Forlanini e Rogoredo FS. I lavori per il raddoppio della linea M5 fino a Monza Polo Istituzionale dovrebbero partire tra la fine di questo secondo mandato e l’inizio di quello del successivo sindaco. 

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# Nuovi quartieri e trasformazioni urbanistiche

Milano Sesto. Credits:
©Foster+Partners

Nei prossimi dieci anni sono numerosi i quartieri che vedranno la luce:

  • nel 2023 dovrebbero partire i lavori per la realizzazione della porzione nord del quartiere di Santa Giulia, con conclusione prevista nel 2031;
  • la nuova Città della Salute di MilanoSesto, per la quale sono partiti i lavori di bonifica, e che dovrebbe inaugurare nel 2032;
  • la “Città Giardino” di SeiMilano nei pressi della M1 Bisceglie, un nuovo quartiere residenziale immerso nel verde che dovrebbe essere concluso tra il 2024 e il 2025;
  • la seconda fase di sviluppo di MIND, con inizio dei lavori nel 2022 e conclusione nel 2029;
  • la consegna del villaggio olimpico nello Scalo Romana nel 2025 e la successiva realizzazione del nuovo quartiere con annesso parco entro il 2028;
  • lo Scalo Farini e l’ex Macello, con tempistiche ancora da definire, e la riapertura dei Navigli annunciata in pompa magna ma rimasta al momento nel cassetto.

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# Riqualificazioni scali ferroviari e piazze: Cordusio e Loreto

Credits: archiportale.com Plastico Piazzale Loreto

Le due principali riqualificazioni attese nei prossimi anni sono quelle della pedonalizzazione e riordine di piazza Cordusio, con deadline ancora da stabilire, e di piazzale Loreto con il progetto LOC con orizzonte 2025. A questi interventi si aggiungeranno le riqualificazioni degli altri scali ferroviari con tempistiche ancora da definire nel dettaglio.

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# Nuovi spazi per la cultura e la formazione

Nuovo campus Statale al MIND

Nell’ambito della cultura e della formazione ci sono quattro progetti di rilievo:

  • il 2025 è la data prevista per l’inaugurazione del campus scientifico dell’Università Statale di Milano al MIND;
  • altri progetti che attendono una definizioni di date sono quelli riguardanti la realizzazione dell’accademia di Brera nello Scalo Farini, i nuovi spazi di prova e realizzazione scenografie per il Teatro alla Scala negli ex-edifici industriali al Rubattino e il raddoppio del Museo del ‘900 nel palazzo gemello dell’Arengario in piazza del Duomo.

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# Nuovi impianti sportivi

Nuovo stadio San Siro

Entro le olimpiadi Milano potrebbe arricchirsi di nuovi impianti sportivi di rilevanza internazionale, la nuova arena del ghiaccio nel quartiere di Santa Giulia pronta nel 2025, che sarà il palazzetto più grande d’Italia, e il nuovo stadio di San Siro il cui destino si saprà nei prossimi mesi. Oltre a questi è in programma la riqualificazione dell’ex-Palasharp, da utilizzare per le gare olimpiche.

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# Nuove sedi istituzionali

Credits: milano.repubblica.it – Possibile Sede Tribunale dei Brevetti

Potrebbero essere due le future nuove sedi istituzionali ad approdare a Milano, il Museo Nazionale dell’Arte digitale dovrebbe inaugurare nel 2026, per il Tribunale dei Brevetti Europei la città dovrà attendere un responso alla candidatura proposta. 

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# L’Olimpiade Milano-Cortina 2026

Futura

Le olimpiadi di Milano-Cortina 2026 saranno l’evento internazionale a fare da cornice a molte delle infrastrutture che verranno realizzate nei prossimi 5 anni e faranno da chiusura al secondo mandato di Beppe Sala.

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Fonti: MilanoFinanza, PNRR, ATM

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FABIO MARCOMIN

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L’autosabotaggio governa il mondo

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In Psicologia si studia che il principale problema nella vita di una persona è l’autosabotaggio. Esiste una componente inconscia attivata da complessi irrisolti e da superficialità che porta l’individuo a compiere atti che gli recano danni.
Il meccanismo di difesa dell’autosabotaggio è scaricare la colpa su altri o su eventi esterni.

Ciò che avviene a livello individuale si riproduce a livello di sistema. Se si guardano le decisioni di chi governa e i loro effetti spesso si verifica che i danni provocati sono molto superiori rispetto ai benefici prodotti.

Spesso i problemi vengono affrontati da chi governa con superficialità, senza considerare tutti gli effetti provocati dalle proprie decisioni.
Per esempio, limitare l’accesso a dei luoghi aperti al pubblico per ragioni sanitarie determina soprattutto un danno ai gestori di tali locali che perdono clienti: li si porta ad andare contro la finalità economica della loro attività che consiste nel trovare e servire i clienti.

Lo stesso discorso vale nella limitazione dell’accesso al posto di lavoro che produce conseguenze negative in primis sui datori di lavoro che perdono la forza della loro attività e in seconda misura sui clienti perché riduce se non elimina i servizi e i prodotti che possono ricevere.

È un anno e mezzo che la politica cade nello stesso errore. Di considerare semplicisticamente problemi molto complessi pensando che la soluzione ipotizzata per uno specifico problema non produca effetti anche gravi sulle altre componenti della società.

La società è il risultato di un equilibrio che si è generato attraverso decine se non centinaia di anni, un equilibrio che non può essere ribaltato in pochi istanti con l’illusione di aver trovato una soluzione geniale per affrontare un fenomeno inaspettato.

Nel caso in cui appaia un problema nuovo su cui ogni intervento possa produrre effetti imprevedibili, il vero atto di coraggio e di responsabilità per chi governa è mantenere l’umiltà di non agire.

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Il “cammino della morte”: la STRADA PIÙ PERICOLOSA del mondo

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Credits: gulliver.com.es

Una strada sterrata, senza parapetti, guardrail o muretti che delimitino il bordo stradale, costeggiata da precipizi ricoperti da una fitta vegetazione che non permette di vedere il fondo… Insomma, già solo dalla descrizione questo percorso non sembra essere molto sicuro.

Ed è dalle migliaia di persone che hanno perso la propria vita su questo sentiero che deriva il suo nome, per il quale non c’è bisogno di molte spiegazioni: “El Camino de la Muerte”.

Il “cammino della morte”: la STRADA PIÙ PERICOLOSA del mondo

# Un viaggio che sfida il destino sulla strada più pericolosa del mondo

Credits: @boliviamarcapais IG

Una strada relativamente breve di circa 60 km è considerata la più pericolosa del mondo. Si tratta della via degli Yungas, il collegamento tra La Paz, capitale amministrativa delle Bolivia, e la selva amazzonica.

Ma c’è un “piccolo” problema: il dislivello è notevole, pari a circa 3600 metri. Questo significa che chi percorre la strada passa da un clima freddo ad uno caldo-umido tipico della foresta amazzonica. E ciò comporta incredibili disagi: infatti, le variazioni climatiche tipiche della Bolivia creano pericolosi banchi di nebbia intervallati da piogge incessanti. La visibilità ridotta, unita alla larghezza della strada di appena 4 metri, trasforma senza alcun dubbio questo viaggio in una sfida contro il destino.

# A causa dell’erosione, ci sono state molte vittime

Credits: @caravanasviviryviajar IG

El Camino de la Muerte fu costruita all’inizio degli anni ’30 scavando lungo i pendii delle montagne. La sua conformazione l’ha sempre resa soggetta alla caduta di massi, pietrame e frane, soprattutto a causa delle piogge e del clima tropicale del luogo.

E questa erosione causata dall’acqua ha provocato molte vittime per cedimento stradale, per l’impossibilità di mantenere il controllo dei mezzi o di vedere chiaramente il bordo stradale.

# Dopo le numerose morti, sul Camino de la Muerte è stata adottata la “guida all’inglese” che ha risolto il problema solo parzialmente

Credits: ermes.blog

Proprio su questo percorso si è verificato l’incidente più grave della storia della Bolivia che provocò quasi 100 morti.

Era il 1983 quando un autobus precipitò giù dal dirupo mostrando tutta la crudeltà della strada più pericolosa del mondo.

Ma gli incidenti si susseguirono numerosi e sono testimoniati dalle tante croci poste per commemorare i morti. Nel 1990 fu chiara la necessità di apportare modifiche in grado di tutelare la sicurezza dei frequentatori del Camino de la Muerte. Così, si cambiarono le regole della strada: gli autisti devono tenere la sinistra in modo da vedere più chiaramente dove finisce il bordo stradale.

Questa “guida all’inglese” ha diminuito il tasso di mortalità collegato alla percorrenza di questa strada, ma non l’ha cancellato. Infatti, ogni anno si registrano almeno 200 morti, numero in cui sono inclusi anche i numerosi ciclisti che sfidano la strada più pericolosa del mondo.

# Un percorso che mette alla prova le capacità dei ciclisti più esperti: il coraggio è ricompensato dall’impagabile panorama

Credits: @jukka.lora IG

Dal 2007 l’ultimo tratto della strada è stato sostituito ed è percorribile soltanto in bici con l’aiuto di guide esperte. E, nonostante questo, il suo fascino è rimasto immutato: ogni anno attira numerosi ciclisti esperti che vogliono mettere alla prova le loro capacità sfidando lo sterrato del Camino de la Muerte.

Sicuramente un percorso adrenalinico, ma la bellezza dei panorami è davvero unica: gli alberi della foresta amazzonica e delle Ande ricoprono come un tappeto tutta la superficie.

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ALESSIA LONATI

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🛑 ATM va all’ESTERO: dopo Copenaghen punta su Spagna, Francia e Medio Oriente

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Credits Ufficio Stampa Atm - Metro Copenaghen

L’Azienda dei Trasporti Milanese continua la sua crescita oltre i confini nazionali. Dopo la gestione della metropolitana di Copenaghen guarda verso il resto dell’Europa e i Paesi arabi. Ecco i piani per il futuro.

🛑 ATM va all’ESTERO: dopo Copenaghen punta su Spagna, Francia e Medio Oriente

# Atm gestisce la metropolitana di Copenaghen (che va 24 ore al giorno)

Credits medium.atm – Metro Copenaghen

Il sistema di metropolitane di Copenaghen è un modello di modernità, efficienza e rigore finanziario. Inaugurata nel 2002 è stata una delle prime reti totalmente automatizzate e l’unica che funziona 24 ore al giorno in Europa. Dal 2008 è gestita da ATM tramite la società Metro Service A/S controllata al 100% da InMetro, dove l’azienda di trasporti milanese detiene il 51% delle quote sociali, mentre il 49% è in capo ad Ansaldo STS.

Mappa metro Copenaghen

Le linee attualmente in funzione sono quattro, l’ultima è l’anello circolare inaugurato nel 2019, per complessive 37 stazioni e 36 chilometri. Nel 2024 verrà completata il tratto della M4 verso sud. Nel 2019 in occasione dell’inaugurazione del Cityringen è stata firmata l’estensione dei contratti di gestione e manutenzione di tutte le linee per ulteriori tre anni ad Atm fino al 2027. A questo si è aggiunta di recente anche la gestione di una “light rail”, un treno di superficie che contribuirà a far salire a 140 milioni gli introiti complessivi derivanti dall’attività in Danimarca, il 10% del bilancio consolidato.

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# I piani del futuro, dall’Europa al Medioriente

Credits Ufficio Stampa Atm Copenaghen inaugurazione Cityringen

I piani di sviluppo di Atm non si fermano a Copenaghen. Atm infatti pur essendo una controllata del Comune di Milano può partecipare ad altri bandi in Italia e in Europa e in prospettiva l’idea è di partecipare ad una decina di bandi pubblici all’anno, prevalentemente all’estero. L’accelerazione voluta dalla dirigenza, per puntare a gestire altri sistemi di trasporti fuori dai confini nazionali, è arrivata anche dalla conferma che le minori entrate dovute allo smart working perdureranno in futuro e l’azienda ha necessità di diversificare l’operatività per mantenere un bilancio sostenibile.

Credits ferpress.it – Metro Riyadh

Uno dei mercati più promettenti è quello del Medioriente, nello specifico in Qatar, Arabia Saudita e Emirati Arabi dove ci sono ampi progetti di crescita infrastrutturali e dove Atm parteciperà a gare aperte probabilmente in partnership con altre società di altri paesi. Nel 2018 proprio Ansaldo STS partner di ATM a Copenaghen, ha ottenuto una maxi commessa per gestire la metro di Riyadh insieme ad altre aziende. Le altre opportunità possono esserci in alcuni Stati europei, come Spagna, Francia e Germania, oltre ai paesi scandinavi grazie anche alla positiva esperienza con la vicina Danimarca.

Fonte: Atm

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FABIO MARCOMIN

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I segreti delle GRANDI INSEGNE dei grattacieli di CityLife

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credits: @m_a_r_k_m_a_i_l_a_n_d IG

Milano, la città dei grattacieli. In particolare, il trittico di CityLife presenta alcune singolarità che donano un valore aggiuntivo agli edifici e che potrebbero essere sfuggite ai milanesi più indaffarati. Andiamo a scoprirle insieme al noto sito Grattacielimilano.it

I segreti delle GRANDI INSEGNE dei grattacieli di CityLife

# Il grattacielo con il cappello rosso

credits: @m_a_r_k_m_a_i_l_a_n_d IG

L’insegna del grattacielo più imponente della città, quella di Torre Generali. Chiamata simpaticamente “Red Hat”, o cappello rosso, occupa l’intera lunghezza dell’edificio, di circa 140 metri, e lo abbraccia su tutti i lati.

Alta 15 metri, l’insegna rosso acceso non è direttamente ancorata al tetto del grattacielo, ma è sospesa in aria grazie ad un’intricata impalcatura di acciaio con elementi tridimensionali che la sorregge. L’effetto ottenuto è decisamente scenografico in quanto sembra volare e ondeggiare al di sopra dell’edificio.

Un’insegna che di certo non passa inosservata ed è anche stata vittima di polemiche in quanto molti milanesi si sono pronunciati delusi dal suo posizionamento, considerandolo addirittura un “pugno in un occhio” non solo per il colore brillante, che stona accanto all’insegna elegante e soft di Allianz, ma anche per la scelta di sospendere l’insegna a mezz’aria, spezzando così l’eleganza dell’intero edificio.

# Torre Allianz, il più alto d’Italia con la Madonnina sul tetto

credit: grattacielimilano.it

Accanto alla Torre Generali troviamo la Torre Allianz, attualmente l’edificio più alto di tutta Italia con i suoi 209 metri. La sua insegna, considerata più elegante per la forma, il posizionamento e il colore rispetto a quella della Torre precedente, conta una lunghezza di 35 metri e un’altezza di 8 ed è posta su entrambi i lati dell’edificio. La particolarità di questo grattacielo che forse non tutti conoscono, è che proprio in cima è stata posta la quarta copia della Madonnina del Duomo, come per dargli il ruolo di protettore di CityLife.

La tradizione, infatti, vuole che sia la Madonnina a dominare sulla città e così sono state poste diverse copie e posizionate sui tetti dei grattacieli più importanti.

Leggi anche: le 4 madonnine di Milano

# La Torre Libeskind è multicolor

credits: @cinziatibe
IG

La nuova arrivata. L’insegna del PwC è stata completata il 4 marzo 2020 e posizionata nella parte frontale dell’edificio. La torre è chiamata anche Libeskind, mantenendo quindi il cognome del suo architetto Daniel Libeskind, ed è alta 175 metri. Anche in questo caso quello che balza all’occhio è l’insegna, anche se risulta essere significativamente più piccola rispetto alle sue compagne accanto. Inoltre, ha un elemento aggiuntivo che le altre insegne di CityLife non possiedono: la multicromaticità.

Semplice, colorata ma comunque d’effetto.

Fonte: Grattacielimilano.it

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SELENE MANGIAROTTI

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