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L’unica e inevitabile rivoluzione politica che ci attende

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Perché la libera concorrenza possa produrre vantaggi per tutti i consumatori occorre che si impedisca la formazione di posizioni dominanti.
Per questo ci sono gli organi antitrust, per evitare che chi ha più potere si trasformi in un monopolista, perché a quel punto i produttori più forti non sono più al servizio del mercato ma è il mercato che subisce il loro abuso di potere.

In politica si sta assistendo a un analogo processo. I governi stanno accelerando sempre più verso un accentramento di poteri, scavalcando gli organi istituzionali che dovrebbero bilanciare eventuali eccessi della loro autorità. Una tendenza che sta avvenendo a livello nazionale, in particolare in Italia, sia a livello internazionale, in cui si cerca di accentrare nelle mani di un organo sovranazionale il potere sui singoli stati e sui cittadini.

Questo sta venendo dipinto come qualcosa di positivo, ma in realtà segue la stessa dinamica della formazione di ogni monopolio: tanto più si crea una posizione dominante tanto più si tende all’abuso di potere di tale posizione. E quindi è inevitabile che accentrare ogni potere nelle mani dei governanti determini come conseguenza che invece di governare nell’interesse dei cittadini siano i cittadini a subire il dominio e l’abuso del potere del governante.

In mancanza di un organo antitrust nella politica che impedisca l’accentramento di potere in una posizione dominante, l’unico antidoto rimane la stessa logica che avviene nello scambio online attraverso il peer to peer. Occorre la diffusione di un movimento di cittadini che a livello politico rivendichi un sistema non gerarchico ma diffuso, strutturato come una rete e che eviti la formazione di posizioni di dominio eccessivo. Un sistema più flessibile, capace di adattarsi a ogni situazione e che rimetta al centro ogni cittadino nel suo ruolo di protagonista e di responsabilità all’interno della società.

Forse una politica sana è come una concorrenza davvero libera sui mercati, dove ci siano molti leader in ogni ambito sociale e in cui non ci sia nessuno che possa sottomettere tutti gli altri al proprio potere.
Questa forse è l’unica e inevitabile rivoluzione che ci attende.

Continua la lettura con: In Italia sta nascendo una nuova coscienza popolare? 

MILANO CITTA’ STATO

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Leggi anche: Greta Thunberg? No, ora c’è Vanessa: è lei la nuova stella del clima

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I VIDEO della PROTESTA dei CAMIONISTI

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Blocco autostrada foto

27 settembre. E’ iniziata la protesta dei camionisti contro il Green Pass obbligatorio. Lungo la rete autostradale italiana hanno guidato i mezzi pesanti procedendo a 30 km/h. La manifestazione è stata indetta per protestare contro l’estensione dell’obbligo delle certificazione verde nel mondo del lavoro a partire dal 15 ottobre. I problemi dicono sono soprattutto per quelli di loro che entrano ed escono dal Paese e per i trasportatori che arrivano dall’estero, dove non usano il Green Pass.

“Durante il lockdown noi abbiamo continuato a lavorare per fornirvi cibo anche nell’emergenza. Ora scendiamo in strada per difendere i diritti di tutti”, ha dichiarato un autotrasportatore. La protesta è stata indetta “a oltranza” fino a eliminazione del Green Pass per chi lavora. Ecco come è andata la prima giornata di proteste in alcuni video raccolti su Telegram.

I VIDEO della PROTESTA dei CAMIONISTI 

# VideoGallery: video in successione dalle autostrade (clicca qui sotto)

# FotoGallery:

# Segnalazioni delle manifestazioni sul sito di Autostrade per l’Italia

Continua la lettura con: Le 5 DONNE SIMBOLO per chi dice NO al GREEN PASS

FABIO MARCOMIN

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MOTHER EARTH, a Milano l’opera che invita a RICONNETTERSI con il SUOLO

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Sisterhood. Opera di Federico Clapis

Il suolo, “una risorsa non rinnovabile limitata, ecologicamente ed economicamente preziosa, nonché essenziale per la vita”. Federico Clapis, artista e youtuber, sa bene quanto le risorse del Pianeta siano a rischio e per questo ha deciso di realizzare e presentare a Milano un’opera legata all’importanza di madre natura.

MOTHER EARTH, a Milano l’opera che invita a RICONNETTERSI con il SUOLO

# Greta arriva in città

Credits: milano.repubblica.it
Mother Earth

Un busto di una donna in malta cementizia e un cavo elettrico che fuoriesce dal suo ventre. Questo è il nome dell’ultima opera del 34enne Federico Clapis intitolata “Mother Earth”. Si tratta di una scultura che invita gli spettatori a riconnettersi con il suolo, risorsa ormai non rinnovabile. È proprio attraverso l’energia generata dall’uomo che può ricrearsi un legame reciproco.

L’opera, richiesta dalla Fondazione Re Soil, è stata presentata il 24 settembre al giardino condiviso ParteciPrato, all’angolo tra via Faravelli e via Gattamelata, ed è stata realizzata in occasione della Pre-Cop26 che si terrà proprio a Milano. La città meneghina ospiterà infatti, dal 30 settembre al 2 ottobre, il Summit sui cambiamenti climatici in cui sarà presente anche Greta Thunberg.

# Una rottura con il mondo, un cavo per riconnettersi

Credits: huffingtonpost.it
Mother Earth

L’opera vuole segnare una rottura con l’epoca chiamata antropocene, governata da un uomo che fa pesare le sue attività su tutto il pianeta Terra. Il cavo infatti trasmette inquietudine, è completamente estraneo al corpo femminile da cui esce. È grande, ingombrante, ma allo stesso tempo è un cavo elettrico e, come dice l’artista, “il cavo industriale, poi, in qualità di mezzo di trasmissione dei dati del nostro DNA, porta idealmente nel suolo le informazioni necessarie ad aiutarci a trovare una nuova direzione, immaginando che la terra sia pronta a restituirci una nuova consapevolezza e un nuovo approccio alla vita stessa”.

Continua la lettura con: 🛑 “METTITI nelle MIE SCARPE”: in arrivo a Milano una grande opera esperienziale. Ecco quando e dove vederla

BEATRICE BARAZZETTI

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🛑 La METRO fa tremare di nuovo la città: tutti i QUARTIERI COLPITI dalle vibrazioni

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credits: milano.corriere.it

Milano trema. Le vibrazioni e le oscillazioni della metropolitana hanno raggiunto il livello della strada e causato disagio anche ai residenti di alcuni palazzi vicini alle stazioni.

Vediamo cos’è successo e quali sono le zone colpite.

La METRO fa tremare di nuovo la città: tutti i QUARTIERI COLPITI dalle vibrazioni

# Le scosse hanno raggiunti i piani alti dei palazzi

credits: milano.corriere.it

Sono state raccolte diverse segnalazioni da parte di alcuni residenti dopo aver avvertito vibrazioni e scosse fino ai piani più alti dei palazzi vicino alla metropolitana. Il fenomeno è causato dal via vai sotterraneo dei treni, ad ogni passaggio una scossa percepita anche in appartamenti a 30 metri di altezza. “È come avere azionato in casa un martello pneumatico ad ogni passaggio del metrò”, così viene descritta da alcuni cittadini.

# Non è la prima volta

credits: 10alle5 Quotidiana

Questi disagi erano già stati segnalati nel 2019 quando ATM e MM, insieme al Politecnico avevano istituito un tavolo tecnico per poter capire cosa causasse il problema e trovare delle soluzioni, pianificando anche delle manutenzioni straordinarie. Si parlava di rigidità dell’armamento, di usura anomala dei binari, di curve del tracciato e di acqua in galleria, ma a distanza di due anni, il problema si ripete e tornano le segnalazioni, questa volta più insistenti.

Paolo Talenti racconta: “Le vibrazioni sono ricominciate dalla fine di agosto, proprio sopra una delle “curve” della M2. Sono un po’ diverse da prima. C’è stato un periodo di alta frequenza dei tremolii, poi sono diminuiti ma è aumentata l’intensità. E consideriamo che il mio appartamento sta a 30 metri d’altezza”.

# Tutte le zone colpite

credits: milano.corriere.it

Le scosse e i rumori sembrano aver colpito maggiormente la tratta della M1, la rossa, con ben 35 segnalazioni: 16 segnalazioni lungo il tratto Sesto Marelli-Sesto Rondò, 5 tra Gorla e Pasteur, 6 a Loreto. Altre arrivano dalle fermate comprese tra Cadorna e Lotto. Sulla verde (M2) invece sono 5 le segnalazioni, tra Caiazzo e Loreto e tra Moscova e Lanza. Alcune segnalazioni sono arrivate anche dalla M5, tra le fermate di Zara, Marche e Segesta.

# Le cause forse nella falda acquifera

credits: La Repubblica

L’ingegnere Giorgio Campolongo parla delle possibili cause scatenanti del disagio, facendo riferimento alla “marezzatura” delle rotaie, la quale richiederebbe treni speciali e attività di manutenzione, e alla falda acquifera, il cui livello si è innalzato negli ultimi anni. “Il continuo movimento di acqua potrebbe essere anche uno dei fattori alla base del problema vibrazioni: con il venir meno dei «cuscinetti» d’acqua nel terreno, rumore e scosse potrebbero non essere più attutiti”.

Sono già stati avviati i lavori di ATM per l’impermeabilizzazione delle gallerie, ma la presenza d’acqua e umidità, forse, è solo una delle tante cause del problema.

Fonte: Milano corriere

Continua a leggere con: Perché MILANO non è ZONA a rischio TERREMOTI?

SELENE MANGIAROTTI

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Leggi anche: La sicurezza di una città è prima di tutto collaborazione

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The STAR: il GRATTACIELO a forma di SFERA che sarà avvolto da una FUNICOLARE

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Credits: dezeen.com The Star

Una torre per ufficio biomorfa, un edificio dalla forma particolare, una sorta di sfera appiattita. È questo il nuovo grattacielo che apparirà nella patria delle star cinematografiche, Hollywood, e il nome dell’edificio non poteva essere più azzeccato: The Star. Sarà perché tocca il cielo? O perché gli architetti che lo hanno progettato sono entrati nel pieno spirito hollywoodiano?

The STAR: il GRATTACIELO a forma di SFERA che sarà avvolto da una FUNICOLARE

# The Star: il nuovo punto di riferimento di Hollywood

Credits: dezeen.com
The Star

Al 6061 di Sunset Boulevard di Hollywood, Los Angeles, entro il 2026 comparirà un nuovo palazzo. Non molto alto se lo si paragona ai più grandi grattacieli statunitensi, ma comunque un palazzo di 22 piani nei quali saranno integrati giardini e terrazze alberate. The Star è stato progettato dallo studio di architettura cinese MAD Architects, nato nel 2004 a Pechino e ora diffuso anche a Los Angeles, New York e Roma. L’obiettivo dello studio è quello di rendere The Star il nuovo punto di riferimento di Hollywood: sarà sede degli uffici di un importante società di intrattenimento globale e per questo gli architetti sperano possa diventare luogo di ispirazione e creatività.

# Un edificio pensato per il mondo post-Covid

Credits: domusweb.it
The Star

Sarà la prima architettura appositamente pensata per un mondo post-Covid e questo lo si noterà nella distribuzione degli spazi. Inoltre, l’obiettivo è quello di garantire un miglioramento del benessere fisico, emotivo e mentale dei dipendenti, attraverso l’architettura. Oltre agli uffici, ci saranno un ristorante sul tetto chiuso, uno spazio per eventi e una piattaforma di osservazione panoramica. Non mancheranno poi giardini pensili e terrazze alberate, come i “giardini nel cielo” al 10° e 17° piano, progettati da SALT Landscape Architects. E all’ultimo piano ci sarà un giardino progettato proprio per sembrare una serra, un terrario.

# L’edificio è circondato da un funicolare

Credits: designboom.com
The Star

Ma cosa rende l’edificio così particolare? The Star è racchiuso in una gigantesca cupola di vetro e segnato da una sovrastruttura a forma di uovo. La sovrastruttura è attraversata da una sottile fascia dalla funzione ben precisa: si tratta della pista della funicolare costruita per portare gli ospiti direttamente all’ultimo piano nel ristorante sul tetto.

Continua la lettura con: La “GRANDE CURVA”: il grattacielo a forma di U

BEATRICE BARAZZETTI

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Palazzi e dimore di LUSSO a Nizza e dintorni

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credits: voyage-prive.it

Soprannominata affettuosamente “Nizza la Bella” dalla gente del posto, è una delle località più amate dai turisti e dalle celebrità. Ma non è solo la sua storia, i vicoletti colorati o i piccoli ristoranti tipici ad attirare l’attenzione dei più curiosi, anche il fascino e il lusso fanno la loro parte. Fortunatamente, è una città ricca di palazzi e castelli eleganti e sfarzosi. Non a caso, Nizza è considerata tra le città più chic della Costa Azzurra.

Palazzi e dimore di LUSSO a Nizza e dintorni

#1 Hotel Negresco: dove storia e arte si uniscono

 

 

Un edificio di lusso a pochi minuti dalla Promenade des Anglais trova il suo punto di forza nella storia che lo ha reso testimone di due guerre mondiali. Realizzato nel 1913 per coronare il sogno di Henri Negresco, l’architetto Édouard Niermans lo immagina come un edificio in puro stile Belle Époque affacciato sul Mediterraneo, all’insegna dell’arte e della bellezza. Circa 6.000 opere esposte nelle 128 camere dell’hotel, ognuna arredata con uno stile differente ma inequivocabile per far rivivere ai propri ospiti il patrimonio e il savoir faire francese.

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Dopo la liberazione venne sfruttato come base di controspionaggio anglo-americano e successivamente come ospedale di guerra. La libertà arriva nel 1947 con “Madame” Jeanne Augier la quale, insieme al marito Paul Augier, si è impegnata a restituire la bellezza perduta dell’hotel iniziando una vera e propria collezione di opere d’arte da esibire al suo interno.

#2 L’Hotel Château de la Chèvre d’Or degno di una principessa Disney

Eletto per due anni consecutivi il “miglior resort della Francia”, nel 2019 e nel 2020, l’hotel Château de la Chèvre d’Or è un altro simbolo storico di Nizza, posto nel borgo medievale di Éze che sorge a 249 metri di altitudine. La sua posizione elevata lo rende un luogo incantevole per osservare il panorama e la città sottostante. Quest’hotel offre un soggiorno a 5 stelle con 45 camere di lusso e suite che rispecchiano lo stile delle abitazioni del borgo, cucina gourmet, un meraviglioso giardino con 400 piante di agrumi e servizi come piscina, palestra e jacuzzi a completare il pacchetto.

All’inizio, lo Chèvre d’Or era solo un ristorante. Il direttore dell’hotel, Thierry Naidu, racconta che è stato lo stesso Walt Disney a suggerire di acquistare le case a fianco per trasformarlo in un albergo. Da allora, tra gli anni ’50 e ’90, si è trasformato proprio come la zucca di Cenerentola in una splendida carrozza, e ora tra gli ospiti ricorrenti vanta anche personaggi famosi come Bono degli U2, Beyoncé, Shakira, Bill Clinton.

#3 Radisson rooftop, un connubio perfetto tra ricercatezza e suggestività

Un panorama ancora più sorprendente, però, lo si trova sulla terrazza del Radisson Hotel dove il paesaggio e i suoi colori sembrano prendere vita attraverso le grandi vetrate dell’edificio. I clienti sono accolti dai toni calmi del blu mediterraneo e quelli chiari della sabbia, dove il design moderno e sofisticato degli interni pone le basi perfette per un’atmosfera estremamente rilassante e intima.

Una vasta selezione di deliziose proposte gastronomiche realizzate con ingredienti freschi e del posto da gustare ammirando la vista sul mare e sulla Promenade des Anglais, a lato dell’aeroporto, facendosi coccolare da un buon bicchiere di vino francese.

#4 Hotel Royal Riviera, ideale per un fine settimana romantico

Sicuramente un altro soggiorno “must” da prendere in considerazione se si vuole vivere un’esperienza di lusso e fascino di coppia. L’hotel Riviera arroccato sulla penisola di Cap Ferrat, tra Nizza e Montecarlo, è un imponente edificio color crema, con terrazze e ringhiere in ferro battuto che risale al 1904. 94 camere insonorizzate, dal design chic ed elegante, che offrono una preziosa vista sui giardini provenzali, nonché sul mare Mediterraneo. L’hotel stellato garantisce l’accesso a numerosi servizi esclusivi come la piscina riscaldata, una spiaggia privata, una stanza fitness e la sauna.

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#5 Palais de la Mediterranée, un autentico gioiello della Costa Azzurra

credits: voyage-prive.it

Realizzato dagli architetti Charles e Marcel Dalmas proprio davanti alla Promenade des Anglais, l’hotel casino è tra i più bei Palace della Costa Azzurra, un autentico gioiello che con la sua facciata è stata classificato come un vero e proprio monumento storico. Costruito nel 1929, venne parzialmente ricostruito e rimodernizzato nel 1990 per dare spazio a un casino, un teatro, un cocktail bar e addirittura un complesso di appartamenti.

Tra cielo e mare con i suoi 1.700 metri quadrati, 9 piani, 187 camere di lusso, 7 sale riunione dotate di tutte le attrezzature high tech, lounge, terrazza panoramica, spazio fitness, sauna e centro affari, si presta per diventare un resort urbano a tutti gli effetti. Il Palais de la Mediterranée vanta la capienza più alta di tutti i Palace della zona ed è in grado di ospitare eventi di ogni tipo, da riunioni, ricevimenti e banchetti.

Per saperne di più: www.nicetourisme.com, provence-alpes-cotedazur.com e www.france.fr 

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Continua a leggere con: Un weekend a NIZZA, patrimonio dell’Unesco: 10+1 cose da non perdere

SELENE MANGIAROTTI

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L’ipnosi di massa per impedirci il sogno più grande

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Loki

Due notizie apparentemente sganciate tra di loro in realtà potrebbero avere la stessa radice comune.

A Londra da settimane si sta iniziando a ridurre sugli scaffali la normale quantità di approvvigionamenti. Come motivazione è stata data colpa alla Brexit per la carenza di autotrasportatori.

Questa dinamica è rimasta sottotraccia e negli ultimi giorni si sta estendendo ai distributori di carburante. Ieri il governo inglese ha parlato di permessi di lavoro speciali per importare 10 mila camionisti extra UK in modo da sopperire a questo problema.

Una dinamica simile, anche se sotto forme diverse, sta avendo luogo in Italia. Mentre la falsa protesta no Green Pass delle stazioni era stata molto pubblicizzata dai media anche se poi non si è fatto nulla, la protesta dei camionisti inaugurata oggi è finora passata sotto silenzio. Questo farebbe pensare che si cercherà di coprire un problema di scarsità con un problema di logistica e di ordine pubblico.

Si tratta della contraffazione dell’inevitabile collasso della supply chain che sta avvenendo come conseguenza del collasso energetico: sta venendo imputato a cause che non hanno nulla a che fare con la scarsità delle risorse e che vanno dagli cyber-attack alla retorica del climate change e potrebbe sfociare in conflitti in zone calde del pianeta. Tutte cause che potrebbero motivare agli occhi dell’opinione pubblica un crollo delle risorse disponibili.

La priorità di chi gestisce il potere è ormai quella di contraffare un processo che ha delle cause fisiche inesorabili che, se venissero alla luce, porterebbero la gente a perdere fiducia nella narrazione ufficiale e si rivolterebbero in massa contro i governi.

Le persone rifiuterebbero di farsi gestire come un branco di pecore ma pretenderebbero di governare questo momento così importante ognuna a modo suo.
La gente è disposta a obbedire se prometti crescita e benefici futuri. Ma se sapesse che si deve aspettare una ulteriore riduzione di potere di acquisto, un rialzo nelle bollette e razionamento di cibo, in un giorno solo l’incantesimo sarebbe svelato.

La cruda verità è che siamo destinati nei prossimi mesi a vedere aumentare esponenzialmente ogni tipo di contraffazione della realtà da parte di chi gestisce il potere.
Il vecchio mondo è finito e i governi stanno tentando di estorcere all’umanità il diritto di progettarne uno nuovo.

Continua la lettura con: Il collasso del sistema è già in atto

LA FENICE

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Leggi anche: Marco Revelli: “Draghi e il partito unico di Bonomi, servono le lotte dei Cobas. Green pass? Lavoratori non vaccinati come i crumiri”

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In Italia sta nascendo una nuova coscienza popolare?

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In Italia non solo non ci sono mai state vere rivoluzioni ma ogni movimento o istanza nel popolo era sempre all’ombra di un potere superiore.

Fin dai tempi del Medio Evo la società era divisa tra guelfi e ghibellini, tra chi era all’ombra del Papa e chi dell’Imperatore.
Questa tendenza è proseguita nel corso dei secoli in cui il popolo si divideva sempre in base al potere per cui parteggiava, spesso potenze straniere come nel caso di Napoleone e della Francia rivoluzionaria.

Gli stessi moti indipendentisti italiani sono stati anch’essi all’ombra del potere, la stessa frase “Viva Verdi” inneggiava all’intervento del re Savoia a liberare l’Italia, mentre Mazzini e i suoi erano in esilio presso la corte d’Inghilterra.

Nel Novecento fascisti e partigiani facevano chiaramente riferimento a movimenti politici ben definiti. Così come tutta la dialettica politica e sociale del dopoguerra si rifaceva ai due blocchi protagonisti della Guerra Fredda.

Per la prima volta nella storia in Italia un movimento trasversale alle classi sociali, età, territori e livelli di istruzione si sta delineando come nucleo di una nuova aggregazione sociale che non fa riferimento a nessun partito o espressione del potere.

Un movimento che ha come fattore identitario proprio la rivendicazione di una maggiore autonomia del cittadino da abusi di potere dell’autorità, senza alcuna rivendicazione ideologica, religiosa o di partiti o poteri alternativi in Italia o all’estero.

Forse per la prima volta nella storia d’Italia sta nascendo una coscienza popolare autonoma dal potere.

Continua la lettura con: Questo articolo non è da leggere

MILANO CITTA’ STATO

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Leggi anche: Elezioni tedesche, il giallo. “Non ci sarà un cancelliere prima del 2022. Mai dare morta Alternative für Deutschland. Linke? Serve una rifondazione”

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Le 5 DONNE SIMBOLO per chi dice NO al GREEN PASS

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Loretta Bolgan

Siamo usciti da un week end molto caldo per le proteste contro il Green Pass in Italia. Sabato ci sono state manifestazioni record che hanno portato nelle piazze e sulle strade italiane oltre centomila persone. In particolare ha tenuto banco la grande manifestazione di Piazza San Giovanni a Roma. Sui media però non ha tenuto banco la quantità di manifestanti quanto un episodio che ha innescato polemiche: l’intervento sul palco di Nunzia Alessandra Schilirò, vice questore di Roma. La reazione non si è fatta attendere con l’immediata azione disciplinare del ministro Lamorgese contro di lei. Cogliamo l’occasione di fare luce sulle donne che stanno più emergendo nel movimento di protesta contro il Green Pass e contro la gestione della pandemia da parte del governo italiano. 

Manifestazione no Green Pass, Piazza San Giovanni (Roma), sabato 25 settembre

Le 5 DONNE SIMBOLO per chi dice NO al GREEN PASS

# Nunzia Alessandra Schilirò

E’ ora lei al centro delle cronache. Il vice questore di Roma. Il suo intervento sabato a Roma ha fatto molto scalpore. Questi i passaggi più significativi.
“Quando ho detto a una mia amica che oggi sarei venuta qui, mi ha detto di non farlo. Pensa alla tua carriera, tanto il male ha già vinto. Guarda cosa è successo a Falcone e Borsellino. Io le ho risposto che il male nella storia non ha mai vinto. Se il male avesse vinto, noi non saremmo qui oggi”.
E poi, ancora: “Noi poliziotti abbiamo giurato sulla Costituzione, per questo è mio dovere essere qui“. “Il green pass italiano è illegittimo”
“La cosa più importante che voglio dirvi è che serve unità: dobbiamo unire le nostre energie e le nostre forze per indicare a tutti una via migliore“.
La reazione al suo intervento è stata durissima. Ha subito l’attacco di tutti i principali organi di informazione più vicini al governo insieme all’apertura contro di lei del procedimento disciplinare direttamente da parte del ministro Lamorgese.
La sua voce è destinata a restare nel deserto oppure potrebbe aprire una crepa tra le forze dell’ordine tra cui si dice che la fronda critica verso le misure repressive del governo sia in crescita giorno dopo giorno?

# Silvana De Mari

Altra star nella rivolta contro il Green Pass è la Dottoressa De Mari. Anche lei ha scontato con durezza la sua posizione: è stata infatti punita con la sospensione dall’Ordine dei Medici per le sue dichiarazioni contro i vaccini a mrna usati per combattere il Covid.

Già salita agli onori delle cronache per alcune sue critiche nei confronti del mondo gay, i suoi video fanno il record di condivisioni e gestisce una rubrica quotidiana su La Verità. Si rivolge chiamandoli “guerrieri” tutti quelli che non si allineano con quella che lei stessa definisce come “dittatura sanitaria”. 

# Linda Corrias

Una delle categorie professionali che ha dissotterrato l’ascia di guerra è quella degli avvocati. In moltissimi sono scesi in campo per difendere “il Diritto” e “la Costituzione” da quelli che definiscono “abusi di potere” dell’esecutivo. Tra i più agguerriti c’è lei, Linda Corrias, avvocatessa di Cagliari che ha già vinto importanti cause sull’argomento Green Pass e diritti civili lesi dalle decisioni del governo e che sta denunciando tutti gli organismi nazionali e internazionali che “hanno stravolto leggi e regole fondamentali del vivere civile e della tutela dei diritti dei cittadini”. 

 

# Loretta Bolgan

Forse la più delicata nel modo di comunicare ma forse la più dura nei contenuti è la dottoressa Loretta Bolgan, ricercatrice in Scienze Farmaceutiche. In particolare quello che denuncia sono i rischi dal punto di vista biologico e di componenti chimiche per la salute dei vaccini contro il Covid, in particolare di quelli che usano la tecnologia mrna. 

 

# Barbara Balanzoni

Medico Anestesista Rianimatore è forse la più combattiva nel fronte critico contro questa gestione pandemica. Sta battendo ogni record di denunce depositate: ogni giorno procede segnalando alle forze dell’ordine chi, a suo avviso, si sta macchiando di illeciti o di reati attraverso la diffusione di odio o di disinformazione per appoggiare le politiche governative. Comunica soprattutto attraverso Twitter dove è seguita da 35 mila persone. 

Continua la lettura con: Modello Svezia

ANDREA ZOPPOLATO

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Leggi anche: Moda, il 2021 del business ritrovato: tengono i gioielli, volano luxury e e-commerce

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Barcellona: MEZZI PUBBLICI GRATIS per 3 anni a chi rinuncia al MEZZO PRIVATO. Un’idea per Milano?

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Credits: polisnetwork.eu t-verda

Il problema inquinamento colpisce Milano. Uno dei fattori chiave è lo smog prodotto dal traffico. Barcellona ha trovato un metodo alternativo che sostituisce l’incentivo al sistema basato su multe e punizioni che di solito è applicato nel nostro Paese: sarebbe utile anche a Milano?

Barcellona: MEZZI PUBBLICI GRATIS per 3 anni a chi rinuncia al MEZZO PRIVATO. Un’idea per Milano?

# L’iniziativa: oltre 12.000 mezzi privati in meno girano per Barcellona

Credits: polisnetwork.eu
t-verda

Nel 2017 a Barcellona è partito un progetto che aveva come obiettivo quello di far passare i proprio cittadini dal trasporto urbano automobilistico al trasporto pubblico. Non solo si voleva indurre a questo cambiamento, ma bisognava mantenerlo. Così l’Area Metropolitana di Barcellona, dal 2017, ha fornito 12000 biglietti metropolitani T-verda a tutti coloro che hanno rinunciato ad un mezzo privato.

Il biglietto T-verda (tradotto T-verde) permette di usufruire gratuitamente di tutto il trasporto pubblico nelle zona da 1 a 6 dell’area metropolitana per una durata di 3 anni. E a Barcellona 3 anni gratis di trasporto pubblico in cambio di una rinuncia del proprio mezzo privato sembra proprio aver funzionato. Nella città spagnola, infatti, c’è stata una riduzione di 10.613 auto e 1.735 motocicli per un totale di più di 12000 biglietti T-verda.

# Funzionerebbe a Milano? Le analogie con Barcellona

Credits: @ior_leibler_photography
Metro Milano

A questo punto quello che ci si chiede è: questa soluzione sarebbe efficace anche a Milano? Analizzando il trasporto pubblico milanese, si può tranquillamente dire che funziona. Milano infatti è forse la città italiana meglio servita. Se si pensa poi ai motivi che hanno spinto molti abitanti di Barcellona a scegliere quest’opzione si vedono certe similitudini anche con la città meneghina.

Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, a Barcellona è entrata in vigore la Low Emissions Zone (LEZ) che vieta la circolazione nella città, dal lunedì al venerdì giorni lavorativi, dalle 7:00 alle 20:00, ai veicoli più inquinanti. Anche a Milano abbiamo la nostra cara Area B, che vieta l’ingresso in città ai veicoli più inquinanti e a quelli con lunghezza superiore ai 12 metri che trasportano merci, anche questa attiva da lunedì al venerdì dalle 7:30 alle 19:30. Se si pensa che poi c’è anche l’Area C, direi che le zone a traffico limitato che favoriscono l’utilizzo dei mezzi pubblici, a Milano ci sono.

# Un buon esempio ma non facile da replicare

Credits: oltrepolombardo.com – Trenord

Se si analizza quindi solo la città di Milano, forse la soluzione di Barcellona potrebbe essere sì replicata. La città spagnola però ha allargato la proposta all’intera area metropolitana della città. A Milano questo potrebbe essere un problema. Pensando solamente alle recenti zone STIBM (il sistema tariffario integrato Milano-Monza), le aree circolari si estendono fino a zone della periferia e della provincia non perfettamente servite. Quindi sì sicuramente la scelta di Barcellona può essere d’esempio, ma dovrebbe essere ben ragionata per applicarla a Milano. E voi cosa ne pensate?

Continua la lettura con: 30 SQUAT per un biglietto della metro: potrebbe funzionare anche a Milano?

BEATRICE BARAZZETTI

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San Colombano, il “VINO di MILANO” sulla collina con vista della Madonnina

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Credits: @maralattuada Vino San Colombano

Una vigna che ha vissuto più vite dei gatti, tornato a rivivere nel terzo millennio: a San Colombano al Lambro si fanno vini DOC, IGT e spumante, come da antichissima tradizione lombarda, declinata al milanese.

San Colombano, il “VINO di MILANO” sulla collina con vista della Madonnina

# Quella collina all’ombra della Madonnina

Credits: luxforsale.it
La collina Milanese

Nei dintorni di Milano, nella zona del bassopiano meridionale, c’è un unico rilievo che caratterizza la fertile pianura. Siamo a San Colombano al Lambro, in piena Città Metropolitana. Il posto deve il suo nome ad un Santo irlandese che per primo si stabilì nella zona dopo la caduta dell’impero romano, attirato forse dalle similitudini con la verde Irlanda. Dopo aver preso familiarità con il podere, San Colombano e la sua comunità iniziarono a sfruttare la collina a Sud per metterci una vigna, secondo i criteri propri dei Celti.

Inizialmente curata per produrre vino per gli scopi liturgici della piccola comunità religiosa, la vigna ha iniziato a “respirare”, conoscendo periodi di grande cura alternati ad altri di abbandono, tornando ogni volta più bella e produttiva. Le invasioni barbariche, le guerre e l’abbandono delle campagne durante la fase di industrializzazione sono alcune delle fasi di espirazione. Solo episodi passeggeri, visto che le mani sono sempre tornate a prendersi cura della vigna, per farla inspirare e produrre vino.

# Il vigneto del terzo millennio

Credits: @_gd86_
San Colombano al Lambro

La collina è alta 147 metri ed è segnata dai terrazzamenti, una forma data al rilievo da quei primissimi monaci celtici. Da quel primo insediamento arriviamo ad oggi. Nel presente sono una dozzina le aziende agricole che si prendono cura della piccola vigna, appena 230 ettari. I prodotti sono vini “a tiratura limitata” denominati San Colombano, soprannominati affettuosamente “Vini di Milano”.

La produzione del 2020 è suddivisa in 2.450 ettolitri di San Colomano D.O.C., 5.850 di prodotto I.G.T e circa 700 di spumanti.

# San Colombano DOC e IGT

Credits: @barbysca70
vigneti San Colombano al Lambro

Il San Colombano D.O.C. può essere rosso o bianco, fermo o frizzante ed è ottenuto da uva Croatina, Barbera e Uva Rara. Il bianco, anch’esso fermo o frizzante, è ottenuto con uve Chardonnay e Pinot Nero. Le partite migliori hanno diritto alla moderna denominazione di Vigna. Il rosso, invecchiato almeno 24 mesi, di cui 12 in botti di legno, può essere trattato come Riserva. Il San Colombano IGT è invece denominato IGT Collina Milanese, etichetta dedicata all’intera produzione di bianco, rosso e rosato.

# Le caratteristiche e i sapori

Credits: milanofree.it
Vini tipici Milano

L’enoteca, dove degustare i Vini di Milano, si trova nel Castello di Belgiojoso, che da epoca Longobarda protegge questa solitaria collina e la sua tenace produzione di vino. I rossi sono caratterizzati da colore rosso rubino intenso. I riflessi granati sono tipici del San Colombano Rosso Riserva. Al gusto è di sapore sapido, tranquillo, di corpo, secco.

I vini bianchi presentano invece il colore giallo paglierino più o meno scarico a seconda del vitigno, un delicato profumo caratteristico e al sapore regalano una sensazione fresca e vivace, giovane, davvero armonica.

# Il vino di Milano punta sulla qualità

Credits: @barbysca70
uva San Colombano

I vigneti di San Colombano vennero abbandonati fino agli anni ’70, quando l’Università degli Studi di Milano avviò la sperimentazione di tecniche moderne per migliorarne la qualità. I risultati hanno segnato successi importanti. Dopo la DOC, nel 1995 è giunta anche l’IGT.

Scomparsa la figura del piccolo proprietario, oggi si sono diffusele aziende a conduzione familiare, che hanno abbandonato la coltura intensiva per puntare sulla qualità, aprendo le case a visite e degustazioni. I vini si possono trovare in alcuni ristoranti tipici milanesi della Città Metropolitana e del capoluogo, che sono il target preferito dai viticoltori meneghini. Un buon 20% dell’intera produzione è destinato all’esportazione e i mercati privilegiati sono la vicina Svizzera, la Cina e gli Stati Uniti.

E voi, l’avete assaggiato il vino di Milano?

 

Continua la lettura con: I BORGHI del VINO in Italia assolutamente da visitare

LAURA LIONTI

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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10 CASE costruite in luoghi apparentemente IMPOSSIBILI (Fotogallery)

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Credits: natifly.com

Sono tante le abitazioni stravaganti in cui numerosi architetti hanno sprigionato la propria fantasia. Alcune sono note per la loro forma al quanto bizzarra, altre invece per la posizione o il luogo in cui sono state costruite. Come queste dieci davvero strabilianti ricavate dalla selezione di businessinsider.

10 CASE costruite in luoghi apparentemente IMPOSSIBILI (Fotogallery)

#1 Joel Allen e la sua casa sull’albero (Canada)

Credits: siviaggia.it

Lo sviluppatore di software Joel Allen all’età di 26 anni decise di costruire la sua versione di casa sull’albero tanto desiderata da bambino. La casa venne costruite a Whisterl, in Canada, e spicca subito all’occhio il design che supera di molto l’ipotetica casa che un bambino può immaginare. Con tanto di scalini in legno per entrare nella casa, si fonde perfettamente con l’ambiente che la circonda. 

#2 I monasteri delle Meteore (Grecia)

Credits: mediterraneo-to.it

In cima a colonne di arenaria possiamo trovare il complesso dei monasteri noti come “Le Meteore”. Costruiti in vetta a un monte, sono stati riconosciuti come patrimonio mondiale dell’UNESCO. Senza alcun dubbio può essere considerato anche uno dei posti più tranquilli sulla faccia della terra. A meno che non soffriate di vertigini. 

#3 Il monastero di Paro Taktsang (Bhutan)

Credits: rassegnastampa.news

Nascosto su una parete rocciosa nella valle del Paro nel Bhutan, il monastero di Paro Taktsang è la casa dei monaci che praticano la forma locale di buddismo. Non si può dire che si viva male nel monastero, addirittura ci sono monaci che trascorrono anni nel tempio senza mai scendere a valle. 

#4 Isola Elliðaey (Islanda) 

Credits: rassegnastampa.news

L’Isola Elliðaey, in Islanda, ospitava cinque famiglie fino a circa 300 anni fa. Conosciute per ospitare i cacciatori di pulcinelle di mare di passaggio, sull’isola venne costruito anche un recinto attorno alla loro proprietà con la speranza forse che anche altre famiglie si potessero trasferire li, cosa però mai accaduta. 

#5 La casa più stretta del mondo (Polonia)

Un passante scatta una foto della Keret House. Kacper Pempel / Reuters

A Varsavia, una micro-casa chiamata Keret House è stretta tra altri due edifici. È larga solo 36 pollici (91 centimetri) nel suo punto più largo. Ha la fama di essere la casa più stretta del mondo. 

#6 Le villette illegali sul tetto del centro commerciale (Cina)

Credits: rassegnastampa.news

25 case di lusso sono state costruite illegalmente in cima a un centro commerciale locale a Hengyang, nella provincia di Hunan. Costruite nel 2013 hanno avuto un’altra funzione rispetto a quella prevista, infatti oggi sono utilizzate come dormitori per i dipendenti del centro commerciale

#7 Le case precarie in cima all’edificio industriale (Cina)

Credits: rassegnastampa.news

Nel 2011 due case sono state costruite in cima a un edificio industriale nella provincia cinese del Guangdong. Perchè portarsi il lavoro a casa quando puoi portare la casa al lavoro? Secondo i media cinesi però la costruzione ha superato le dimensioni del progetto iniziale, pertanto sono diventate illegali. 

#8 L’isola della solitudine (USA/Canada)

Credits: gizzeta.it

L’isola conosciuta come “Just Room Enough Island” o “Spazio appena sufficiente” è una delle note Thousand Islands che si trovano sul confine tra USA e Canada, più precisamente nel fiume Saint Lawrence. La casa solitaria è dotata persino di una spiaggia privata anche se lo spazio per i party pare non essere abbastanza soddisfacente. 

#9 La casa sulla roccia (Serbia)

Credits: natifly.com

Per gli amanti della solitudine e per chi non ama particolarmente la civiltà e il caos cittadino, ci si può trasferire vicino alla città serba di Bajina Basta. Lì si trova la casa costruita su una roccia nel bel mezzo del fiume Drina che per ben 50 anni è resistita all’umidità del lago e alla sua posizione precaria. Il vero nemico però è stato l’aumento del livello dell’acqua che nel 1968 distrusse totalmente la casa. Ma non per questo i proprietari non mollano, al punto di continuare a ricostruirla ogni talvolta che il livello dell’acqua la distrugge. 

#10 Lo Skysphere (Nuova Zelanda)

Credits: theskysphere.com

La Skysphere in Nuova Zelanda ideata da John Williams è completa di apparecchi di illuminazione controllati dalle app e un distributore di bitta a comando vocale sul divano. Tratto da “Io sono leggenda”, c’è anche la possibilità di attivare la “modalità zombie” che mette al sicuro la casa da qualsiasi tipo di pericolo. 

Continua la lettura con Le 10 case più FIABESCHE del MONDO (FOTOGALLERY)

MARCO ABATE

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La nuova BIBLIOTECA IULM: avanguardia artistica o archihorror?

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Credits: blog.urbanfile.org Rendering nuove biblioteca Iulm

L’università IULM ha deciso di commissionare una nuova biblioteca. Un edificio moderno, dall’architettura particolare, che, probabilmente considerando la zona in cui sarà realizzato, farà parte del grande progetto di riqualifica The Sign. Quando le università in Italia sono ancora considerate un luogo esclusivo e non un laboratorio sociale, il direttore dell’ateneo ha deciso di agire sugli spazi. Nascerà così la nuova biblioteca IULM, ecco rendering e progetto che già divide i cittadini. Immagine copertina: blog.urbanfile.org

La nuova BIBLIOTECA IULM: avanguardia artistica o archihorror?

# Sarà in una zona sempre meno periferica e farà parte del progetto The Sign

Credits: Iulm – iulm_university IG

La Iulm (Istituto Universitario di comunicazione e Lingue di Milano) ha sede vicino alla stazione Romolo, nella Barona. Il nuovo edificio sarà realizzato nell’area verso via Italo Svevo e via Schievano, tra l’edificio D del complesso di The Sign e il canale del Lambro Meridionale. È proprio la zona in cui sorgerà che lascia credere sia un ulteriore progetto per la riqualificazione e rivitalizzazione della periferia nel più grande progetto di The Sign. Il rettore Gianni Canova ha infatti precisato “Quella zona, grazie anche al nuovo, gigantesco spazio allestito da Superstudio, è in fermento, è sempre meno periferia e sempre più luogo di condivisione”, è in questo modo che la Iulm vuole agire negli spazi e rendere meno esclusivo il mondo universitario italiano, o almeno quello milanese.

# L’architettura contemporanea per dare nuovi spazi agli studenti

Credits: blog.urbanfile.org
Rendering nuova biblioteca Iulm

I lavori saranno guidati dallo studio di architettura Citterio Viel e dovrebbero finire entro il 2023. Non si sa molto di questo progetto e si aspettano ulteriori notizie dall’ateneo o dallo studio incaricato. In qualsiasi caso la nuova biblioteca dovrebbe essere un edificio sospeso su un grande anfiteatro. Qui saranno poi ricavate aule, laboratori e una terrazza per incontri culturali, ma in generale sarà un edificio per gli studenti, così da potergli dare una maggiore offerta.

Quello che molti si chiedono guardando i rendering del progetto è: la nuova biblioteca sarà più un edificio all’avanguardia o un archihorror? Considerando la riqualificazione in chiave moderna dell’intera zona con The Sign, sembrerebbe che il nuovo edificio si inserirà perfettamente nel contesto. Sarà da vedere se tutto questo trasformerà l’area in una avanguardia futuristica oppure in un luogo senz’anima. 

 

Fonti: blog.urbanfile.org

Continua la lettura con: THE SIGN: il nuovo polo sui NAVIGLI che rivoluziona lo SKYLINE di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Leggi anche: Elezioni Milano, Librandi fa la corte a Lupi: “Vieni con Sala a fare il vicesindaco”

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Mese per mese la DESTINAZIONE TOP al mondo per una vacanza

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Credits getlocalexpo IG - Canberra

Siete pronti a organizzare il calendario? Ecco dove andare da gennaio a dicembre.

Mese per mese la DESTINAZIONE TOP al mondo per una vacanza

# A gennaio Santorini è la meta da scegliere

credits: @travelsthirst su IG

Tra dicembre, gennaio e febbraio il turismo a Santorini è aumentato negli ultimi anni e sempre più hotel e ristoranti restano aperti tutto l’anno per accogliere i viaggiatori. A gennaio gli hotel sono più economici del 51% rispetto ad agosto.

# Da metà Gennaio a Marzo potete puntare su Tokyo

Tokyo

Il periodo più economico per visitare Tokyo è in inverno, tra metà gennaio e fine marzo. La capitale del Sol Levante è infatti inaccessibile a Capodanno, durante la Golden Week e il festival di Obon.

# Dubai è la metà ideale da fine aprile

Ogni skyline è di Milano. Credits: @nightphotoearth IG (Dubai)

Se vorrete godere del paesaggio da sogno mediorientale di Dubai, non spendendo una fortuna per l’alloggio, la caldissima stagione estiva è l’ideale, da fine aprile a inizio ottobre

# Il paradiso della Thailandia è conveniente nella stagione dei monsoni che inizia a maggio

Credits: manzara_2021_turkiye IG – Phuket

Thailandia è uno dei paesi più convenienti da visitare e Phuket è un vero paradiso. Nonostante la stagione dei monsoni sia attiva tra maggio e ottobre è proprio questo il periodo migliore: gli alloggi e i voli sono decisamente più economici.

# Da giugno potrete volare a Canberra

Credits getlocalexpo IG – Canberra

Canberra è più economica durante l’inverno, tra giugno e agosto. In alternativa potrete scegliere i periodi in cui le tariffe degli hotel e dei voli sono ancora ragionevoli e il clima è temperato, da metà febbraio a fine maggio e da settembre a novembre.

# Tra Luglio e Agosto i Caraibi sono la destinazione perfetta per gli amanti del clima caldo e umido

resort caraibi estate 2016
resort caraibi estate 2016

Sognate un viaggio ai Caraibi? Il periodo più economico per volare a San Juan, la capitale del Puerto Rico, è nei mesi di luglio e agosto. Se siete amanti del clima caldo e umido questa è la vacanza che fa per voi.

# Settembre è il mese più conveniente per volare a Londra 

Credits: vivalingue.com

Il mese più conveniente per volare a Londra è settembre, quando i biglietti aerei non sono costosi come a giugno, il mese più caro. Le temperature sono in genere buone per la vita all’aria aperta, anche se occorre avere con sé l’ombrello. Inoltre la capitale britannica si popola di una miriade di festival ed eventi speciali, da quello del design alla nautica.

# Per scoprire Rio è ottobre il mese più tranquillo e economico

Instagram: riodejaneiro._

Se volte scoprire il Brasile e in particolare Rio de Janeiro è ottobre il mese più tranquillo e conveniente per il turismo. Siamo a metà della stagione primaverile in città e nonostante sia un mese piovoso sarà comunque possibile praticare attività all’aperto come scalare il Pan di Zucchero.

# Da novembre e per tutto l’inverno Parigi è la destinazione perfetta

Credit: @scatto_parigi

L’estate è il periodo in cui il turismo a Parigi è all’apice ma anche quello più costoso. La ville lumière, la mitica città della Tour Eiffel con bistrot stellati ed eleganti pied-à-terre, è molto più conveniente in inverno, da novembre in poi. Anche i biglietti per molti musei e attrazioni hanno prezzi ribassati.

Continua la lettura con: Le piattaforme dei VIAGGI a SORPRESA: scegli budget e durata, la DESTINAZIONE la sceglie l’algoritmo

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Big Tech e la guerra di Xi Jinping: il panico dei mercati su Alibaba, Tencent&Co è esagerato?

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🛑 Il CORTILE della SETA si rifà il look

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Credits Stefano Gusmeroli - Cortile della Seta 5

Il palazzo di fine ottocento rinasce dopo un periodo di apparente abbandono. Tutti i dettagli della trasformazione.

Il CORTILE della SETA si rifà il look

# Lo storico palazzo ottocentesco “Cortile della Seta” si rinnova

Credits Archiportale – Cortile della Seta

Il palazzo ottocentesco tra via Moscova e via Solferino denominato il “Cortile della Seta” si rinnova grazie alla riqualificazione ad opera dello studio Asti Architetti. Un tempo caserma della Cavalleria Napoleonica e poi panificio militare del Governo austriaco, nell’ottocento l’edificio fu trasformato nel “Cortile della Seta” e punto nevralgico per le trattative commerciali e di ritrovo di commercianti e artigiani. La riqualificazione ha coinvolto il fronte strada, la grande corte coperta e la nuova copertura vetrata dopo anni di apparente abbandono.

# I dettagli dell’intervento 

Oggetto della riqualificazione è stato “il blocco destinato ad ospitare uffici, a forma di corte, tipica degli edifici milanesi, con quattro livelli fuori terra ed uno seminterrato si è sviluppato in un continuo passaggio tra mantenimento e nuova costruzione, creando così un felice connubio tra vecchio e nuovo.” Il restyling ha permesso al “Cortile della seta” di rispondere ai requisiti NZEB (Nearly Zero Energy Building), utilizzando oltre il 50% di energia derivante da fonti rinnovabili ed ha ottenuto la certificazione LEED Gold. Le finestre fronte strada sono state ampliate e la geometria delle nuove vetrine studiate per preservare le caratteristiche originarie della facciata.

Sulla corte centrale è stata posta una nuova copertura vetrata, costituita da una scansione di shed di diverse dimensioni, ridefinendo l’ambiente con un nuovo assetto “da piazza coperta” e multifunzionale. La tipologia di copertura scelta consente una notevole illuminazione diurna e vuole essere una citazione dell’originaria funzione industriale di cui ne mantiene l’impostazione datata 1904. Gli ultimi due piani sono stati ridefiniti con un rivestimento continuo vetrato, realizzando “una vera e propria “lanterna” sulla città, staccandosi volutamente dal contesto storico sottostante e si presentano come un luogo di lavoro privilegiato: immerso nella luce, affacciato su Milano.” 

 

Fonte: Archiportale

Continua la lettura con: Il NUOVO MERCATO CENTRALE di Milano

FABIO MARCOMIN

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CASCIABALL: perché i VECCHI MILANESI avevano capito tutto dei giornalisti

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Credits: unilibro.it casciaball

Milano è una città che ha sempre avuto un ottimo rapporto con i giornalisti e le loro redazioni. Eppure i vecchi milanesi, coi loro detti popolari, ci avevano messo in guardia: bravi fieuj, ma casciaball.

CASCIABALL: perché i VECCHI MILANESI avevano capito tutto dei giornalisti

# Giornalisti? Casciaball

Credits: unilibro.it
casciaball

In un articolo del 2016, #milanocittastato ha suggerito “Le 10 parole del dialetto milanese che ognuno dovrebbe conoscere”. Una delle 10 parole è appunto Casciabàll, cacciaballe, riferito ad una persona che usa un sacco di parole inutili per raccontare una storia.

Sebbene il rapporto tra giornalisti, Milano e i milanesi sia sempre stato ottimo, grazie al reciproco affetto, casciabàll finì per diventare il soprannome dato dai milanesi di un tempo proprio ai giornalisti. La saggezza delle tradizioni popolari sta anche nella lungimiranza. Nel caso del soprannome che i vecchi di Milano hanno dedicato ai giornalisti, la lungimiranza sembra diventare leggendaria, ogni giorno che passa.

Ripercorriamo alcuni delle più celebri figure da casciaball del mondo del giornalismo internazionale. 

# Le armi di distruzione di massa di Saddam

Credits: kontainer16.com
spegniamo flusso di notizie

È bastato che Colin Powel agitasse un campioncino di qualcosa dichiarando che «Le armi di sterminio di Saddam ci sono e noi le troveremo», per scatenare giornali e TV sulla “preda”. Pochi esperti di diritti umani si sono accorti della non trascurabile incongruenza nel discorso di Powell: quel “le troveremo” implica infatti che nel momento della dichiarazione al Congresso, non vi erano prove che il Governo iracheno fosse in possesso di armi chimiche o di distruzione di massa. La parte del leone mainstream, è stata ricoperta dal The New York Times, capace di creare consenso a Powell e Bush Jr.
Le armi di sterminio che sono state il casus belli per giustificare l’invasione dell’Iraq, poi, non sono state rinvenute. Ma i casciaball a stelle e strisce non hanno mai fatto alcun mea culpa. 

# 6 gennaio 2021, Washington D.C.

Credits: corriere.it
scontri a Whashington

Il 6 gennaio di quest’anno a Capitol City è successo di tutto. La pura cronaca racconta del giorno in cui è convocato il Campidoglio per la conferma del Presidente Eletto. I sostenitori del Presidente Trump, radunati a Capitol Hill, stringono d’assedio il Campidoglio, la seduta plenaria viene sospesa e c’è addirittura un’irruzione. Le testate italiane cominciano a gridare alla Rivoluzione, all’insurrezione e al Colpo di Stato; la copertura mediatica è totale: ogni dispositivo elettronico è adatto per assistere a quest’episodio.

Chicco Mentana è il Re indiscusso di questa fredda serata di inizio anno: manda in onda l’ennesima #maratonamentana, commentando in modo agghiacciante e molto preoccupato, le drammatiche immagini di un gruppo di rivoltosi intenti a far danni con un lanciafiamme. Peccato che le immagini, sulle quali scorreva il sottopancia “Live Footage”, fossero la scena del film Project X. Da Mentana nessuna smentita o scuse.

# Afghanistan

Credits: tg24.sky.it
giornali internazionali situazione Afghanistan

Con la recente vicenda afgana i nostri media hanno mostrato tutti i loro talenti circa la capacità di osservare, analizzare e commentare una vicenda internazionale. 20 anni di presenza occidentale nello stato Afghano, iniziata quel lontano 7 ottobre del 2001 come risposta al tremendo attacco dell’11 settembre in America, col Ministro degli Esteri italiano immortalato su una spiaggia, sono stati presentati in più modi. I giornalisti si sono abbandonati alla retorica dell’”esportazione della democrazia” (che assomiglia all’affermazione di una superiorità culturale un po’ autocelebrata), della Guerra Globale al Terrore (le guerre si dichiarano agli Stati, non ad entità impalpabili) e che il ritiro degli Americani ha causato il crollo di tutte quelle belle opportunità che gli Yankees avevano, con tanta fatica, istituito per il popolo Afghano (se così fosse, perché i Talebani ci hanno messo poche ore a riprendersi tutto?).

N.B. Il “popolo Afghano” non esiste. O meglio, ne esistono decine. Alcune fazioni in lotta tra loro, altre alleate, la maggior parte unite da legami di parentela e antiche tradizioni. Non è un particolare trascurabile.

# La compattezza della lotta al Coronavirus

Un nemico invisibile e perfido come il Coronavirus, si può battere solo con un fronte unito, compatto, impenetrabile. Deve essere questa la spiegazione di una narrazione a senso unico e che fa eco a sé stessa da 18 mesi, con alcune redazioni che raggiungono vertici inarrivabili ai più. I nemici? quasi sempre hanno le sembianze di esseri umani, possibilmente di nazionalità italiana.

  • I Navigli di Milano re-open

A maggio 2020 il nemico si sposta a Milano, assume le sembianze di umano con lo spritz in mano e scatena le ire degli integralisti del lockdown. Le foto diffuse sul web, per lo più dalla testata Repubblica, mostrano persone assembrate che in realtà sono riprese da un teleobiettivo, schiacciate nella prospettiva ma sparse lungo diverse centinaia di metri di percorso. Astenersi chi non ha mai sclerato sui Navigli affollati.

  • 1300 morti al giorno

Quella che senza dubbio può ritenersi la peggior previsione basata sul worst case scenario del Covid: riaprendo adesso (aprile 2021) avremo 1.300 morti al giorno a luglio. Previsione della Fondazione Kessler rilanciata, anzi, gridata da tv e giornali principali. Anche in questo caso sarebbe bastata una spiegazione e delle scuse, che nessuno ha però avuto il buon gusto di presentare.

  • La festa scudetto dell’Inter 
Credits: milano.repubblica.it

Rischio incremento dei contagi, annunciato da Repubblica all’indomani della festa scudetto di Milano del 2 maggio 2021. Tanto celermente annunciata l’Apocalisse, quanto ancora siamo in attesa che una qualunque delle istituzioni o dei media mainstream chieda scusa per essersi sbagliato. Evidentemente lo scudetto del calcio si è troppo abituati ad assegnarlo altrove.

  • FDA americana approva definitivamente il vaccino di tal marca

Come se le fonti attendibili si trovino da una parte sola, la narrativa mainstream. Notizia non vera: FDA ha in realtà approvato, in via definitiva, l’uso emergenziale di un certo farmaco.

  • La pandemia dei non-vaccinati

Il miglior hashtag di tendenza dell’intera pandemia. Da quando esistono il Generale Figliuolo e la la campagna vaccinale, in Italia si ammalano, vengono ricoverati e muoiono di Covid solo i renitenti al vaccino. Tra i paesi occidentali ad altissimo tasso di vaccinazione, l’Italia è l’unico paese in cui si verifica questo dato. In Israele, Islanda e U.K. succede l’esatto contrario. Ma non è un fatto di DNA e nemmeno il farmaco genico. È ….

  • Il Green pass per lavorare adottato in tutto il mondo

Post muto.

Non è nemmeno che si chieda la luna… Ma un’informazione con qualche attinenza con la realtà e soprattutto intellettualmente onesta.

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LAURA LIONTI

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L’HOTEL GALLEGGIANTE in Lapponia dove ammirare l’AURORA BOREALE

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Credits: @viggo_lundberg Arctic Bath

Tra le acque estive del fiume Lule e la sua distesa di ghiaccio invernale, c’è un hotel che ricorda molto una casa sull’albero ma sull’acqua. Una sorta di groviglio di rami e tronchi che galleggia. In realtà è uno degli hotel più particolari che si possono trovare al mondo, proprio per la sua posizione, e nel quale si può vivere un’esperienza unica.

L’HOTEL GALLEGGIANTE in Lapponia dove ammirare l’AURORA BOREALE

# Un’esperienza magica

Credits: @swedishlapland
Arctic Bath

È stato aperto poco più di un anno fa, uno degli hotel più spettacolari del mondo. Nel gennaio 2020, infatti, nella cittadina di Harads, nella Lapponia Svedese, è stato inaugurato Arctic Bath, l’hotel dove si può ammirare l’Aurora Boreale. Realizzato dagli stessi architetti di Tree Hotel, dove gli alloggi sono case sull’albero, l’Arctic Bath è una grande struttura circolare con al centro una piscina naturale perfetta per guardare il sole a mezzanotte e l’aurora boreale. E a seconda della temperatura, si può scegliere se fare in bagno fresco o uno caldo nelle saune dell’hotel, magari sotto il cielo stellato.

# Un hotel che pensa a tutto

Credits: @viggo_lundberg
Arctic Bath

L’hotel è interamente ecosostenibile, è stato infatti realizzato con materiali locali, ed è collegato alla terraferma tramite una passerella in legno. L’offerta di Arctic Bath è completa, lo staff ha pensato proprio a tutto. L’hotel dista a circa 85 chilometri da Luleå, dove ci sono la stazione e l’aeroporto, ma per chi vuole provare l’esperienza di Arctic Bath non c’è nessun problema su come raggiungerlo, perché è l’hotel che organizza i trasferimenti.

Una volta arrivati, inoltre, lo staff propone soluzioni di alloggio differenti. Si può scegliere se soggiornare in cabine a palafitta sulle rive del fiume, da 62 metri quadri per 5 persone, in una Suite per due persone, oppure nella soluzione Water, ovvero uno chalet sull’acqua da 24 metri quadrati con letto matrimoniale.

# Un posto dove non ci si annoia mai

Oltre a poter ammirare l’aurora boreale, all’Arctic Hotel si possono fare diverse attività tra cui lo yoga, la meditazione, pesca sul ghiaccio, paddle, safari, ciclismo su neve, bear watching e lo sci di fondo. In poche parole è un posto dove non ci si annoia mai. Il prezzo? Una camera parte da 9600 sek (circa 900 euro) ma i trasferimenti da e per l’aeroporto di Luleå sono extra. Fonte: Zingarate.it

Credits: @takemoreadventures
Arctic Hotel interni
Credits: @nicolefalciani
Arctic Bath
Credits: @marcolubbers
Arctic Bath
Credits: @fotosnaturezaperfeita
Arctic Bath

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BEATRICE BARAZZETTI

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RINASCE l’ex fabbrica RICHARD GINORI: ecco come si è TRASFORMATA

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Cantiere per la realizzazione della nuova sede WPP nella ex fabbrica della Richard Ginori. Via Ludovico Il Moro, Milano. Foto di Ugo De Berti, https://www.udb.it/

Dove un tempo si producevano ceramiche di qualità è nato il Campus più innovativo in Europa del colosso mondiale della pubblicità e delle relazioni. 

RINASCE l’ex fabbrica RICHARD GINORI: ecco come si è TRASFORMATA

# L’ex fabbrica Richard Ginori ha cambiato faccia e inquilino

Credits 967arch – Campus Wpp2

L’ex fabbrica della Richard Ginori di Milano lungo il Naviglio Grande, nello stabilimento costruito nel 1830 dove si producevano ceramiche di qualità, è stata trasformata pur preservando la struttura originale. L’edificio lungo 250 metri è stato rifatto mantenendo i tratti caratteristici di una delle più importanti fabbriche della città, a firma dello studio di architettura e di design BDG (del Gruppo WPP) e realizzata da 967arch.  

# Le ceramiche lasciano spazio al più recente campus in Europa di WPP, il colosso della pubblicità e delle relazioni

Negli spazi dell’ex fabbrica si è insediato il Campus di WPP, il più recente in Europa, che si estende per una superficie complessiva di 27.000 metri quadri (1,4 volte superiore a quella della Torre Velasca; 1,6 volte quella di Piazza Duomo e pari a quattro campi da calcio). Alto due piani, al suo interno ci sono le diverse società di Wpp che prima di essere raggruppate erano sparpagliate in nove sedi in giro per Milano.

Trovano spazio 2.000 persone e 35 agenzie del colosso della pubblicità e delle relazioni Wpp, con uffici, numerosi servizi tra cui un ristorante, un supermercato, un bancomat e una farmacia dinamica. Sono presenti spazi di co-creazione unici ed è stato progettato proprio per favorire e incoraggiare maggiore collaborazione e creatività trasversali a tutti i team a beneficio dei suoi clienti. La nuova sede, oltre ad essere plastic free e paper less, si caratterizza per una illuminazione LED con un approvvigionamento energetico che proviene completamente da fonti 100% rinnovabili.

 

Continua la lettura con: Alla scoperta del nuovo SPORT CENTER BOCCONI con la PRIMA PISCINA OLIMPIONICA di Milano (Foto)

FABIO MARCOMIN

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Le 10 CITTÀ più SOTTOVALUTATE in Europa

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Credits andreazambelli__ IG - Amburgo

Le città, si sa, non vengono mai valutate allo stesso modo da chi le visita. C’è persino chi non ama Parigi, o chi preferisce Londra a New York City. Tutto è legittimo, anche il tifo per quella o per quell’altra destinazione, tenendo però in dovuto conto che la bellezza oggettiva di un luogo non si potrà mai negare sugli altarini delle simpatie e delle antipatie.

Vediamo dunque dieci città sottovalutate in Europa, che vale assolutamente la pena di visitare. Le passiamo solo in rassegna brevemente, lasciando a voi il compito di viverle a pieno.

Le elenchiamo in ordine crescente di popolazione, per non fare differenze.

Le 10 CITTÀ più SOTTOVALUTATE in Europa

#1 Karlovy Vary, Repubblica Ceca

Credits danilobarile IG – Karlovy Vary

Nella conservatissima Repubblica Ceca non solo Praga ha il fascino dell’omogeneo monumentale, ma anche questa cittadina dall’atmosfera fiabesca, tutta raccolta attorno al quartiere termale che costeggia il fiume, circondato da alte colline verdi. Edifici art-nouveau in successione che fanno da set perfetto per un film ambientato alla fine del secolo scorso.

 

#2 La Coruna, Spagna

Credits mntsmata IG – La Coruna

Isolata sulla punta nord-occidentale del paese, la splendida città di mare riesce a conquistare i cuori facilmente, grazie ai suoi palazzi dallo stile caratteristico, con balconi a vetri coperti, che le danno il soprannome di città di cristallo. C’è anche una collina con strade tortuose, c’è una baia di spiagge, c’è il faro romano sulla punta. Vi basta?

 

#3 Zurigo, Svizzera

Credits bzegial_swisstravel IG – Zurigo

Il paese vicino è più noto per la bellezza delle sue montagne che non per le sue città. Eppure la città elvetica più popolosa è un vero gioiello, che combina una posizione eccezionale all’ingresso di un lago, con le pendici periferiche che si arrampicano eleganti sulle cime delle colline circostanti. Il vecchio centro, giù, invece, è un dedalo di vecchie strade, chiese, balconate, mura e musei.

 

#4 Danzica, Polonia

Credits diegowanderlust77 IG – Danzica

Nel paese ci sono altre città più quotate, ma l’antica città libera ha un’estetica monumentale tutta personale, fatta di canali, di case altissime dal frontone triangolare, di fontane barocche, di chiese gotiche e di vecchi granai sul lungo fiume. Ricostruita, d’accordo, in larga parte, ma ormai ammantata di fascino permanente.

 

#5 Liverpool, Inghilterra

Credits mchlroberts0 IG – Liverpool

Ultimamente si fa un gran parlare di Manchester, eppure la rivale da sempre nel calcio (e non solo) si presenta in maniera eccelsa, sull’estuario del Mersey e con una lunga lista di monumenti bizzarri da visitare, come le due cattedrali sulla collina. Poi ci sono i Beatles, ovviamente, da inseguire al museo e nelle loro locations storiche.

 

#6 Lione, Francia

Credits dxdue IG – Lione

Città gemellata con Milano di cui non si sente mai parlare, per via del fatto che è oscurata da Parigi in tutto. Attenzione però che la collina ce l’ha anche Lione, anzi ne ha tante. Il fiume che divide il centro ce l’ha anche Lione, anzi ne ha due. Ha pure la stessa eleganza della ville lumière, e splende lungo viali alberati infiniti che vi faranno innamorare.

 

#7 Rotterdam, Paesi Bassi

Credits robert.tamborilero IG – Rotterdam

Contro Amsterdam la partita è probabilmente persa in partenza, ma la città olandese del sud ha un’immagine totalmente diversa, relegando i canali pittoreschi di case antiche in un paio di quartieri decentrati, e puntando sull’incredibile mix di ponti, impianti portuali, grattacieli e parchi che la rendono una tappa imperdibile di un viaggio nei Paesi Bassi.

 

#8 Belgrado, Serbia

Creditd emozioniinviaggio21 IG – Belgrado

Siamo alla confluenza di due grandi fiumi, la Sava e il Danubio, siamo in un paese che è rimasto isolato in Europa e che per questo paga anche turisticamente con affluenze sicuramente ridotte rispetto al potenziale di questa città grandiosamente decadente, tra colline che digradano verso gli argini, vecchie fortezze, l’impronta asburgica dell’austerità, una vita notturna strabiliante.

 

#9 Amburgo, Germania

Credits andreazambelli__ IG – Amburgo

Il più grande porto d’Europa nasconde alla vista una città incredibile, mai abbastanza valutata per la sua varietà di paesaggi urbani. Si va dall’enorme lago contornato dal ville nel verde ai canali della città dei magazzini, dall’eleganza monumentale degli spazi aperti del centro alla vivacità notturna di St.Pauli fino all’atmosfera paesana del distretto di Altona.

 

#10 Kiev, Ucraina

Credits grigoriypob IG – Kiev

Un paese ultimamente in ombra, per via del conflitto tuttora in corso nei suoi territori contesi del Donbass. Ma la capitale è sicura nella sua immagine di città sorprendente. Anche qui, come in altre destinazioni sottovalutate, abbiamo quegli elementi che da soli contribuiscono a rendere una location affascinante: il fiume e la collina, a cui aggiungiamo la monumentalità sovietica, le chiese dalle cupole a bulbo, le bancarelle di cibo di strada, il fascino dei luoghi sospesi a metà.

Continua la lettura con: La città SOTTERRANEA più grande al MONDO

LORENZO ZUCCHI

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Olimpiadi 2026: il TRENO MONOROTAIA potrebbe diventare realtà

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Un progetto molto avveniristico viene portato avanti da alcuni anni in Veneto. Potrebbe diventare realtà a breve, per essere pronto per le Olimpiadi invernali del 2026: si tratta del treno monorotaia Agordo-Belluno, che potrebbe arrivare, in futuro, fino all’aeroporto di Venezia.

Olimpiadi 2026: il TRENO MONOROTAIA potrebbe diventare realtà

# Un treno monorotaia al servizio del Veneto

Fernando De Simone è un architetto specializzato in ingegneria dei trasporti e rappresentante del Gruppo svizzero Intamin Transportation.

Ciò che l’architetto sta da tempo progettando è un treno su monorotaia abbastanza particolare. L’obiettivo iniziale è quello di collegare Belluno ad Agordo. In fasi successive, si vorrebbe raggiungere la stazione di Bolzano.

Esistono inoltre i presupposti per una collaborazione assieme alla Regione Veneto per estendere la linea sino a Cortina d’Ampezzo. Con un investimento di 470 milioni di Euro, sempre secondo De Simone, si potrebbe garantire il collegamento con Jesolo.

# Il treno

La monorotaia, normalmente collocata a 5 metri di altezza di fianco alla strada statale, è sostenuta ogni 25-30 metri da pali in acciaio o calcestruzzo armato dal diametro di un metro. La velocità massima è di 80 chilometri orari e la pendenza massima è del 60%. Punti forza della monorotaia sono proprio il riuscire a superare le grandi pendenze e a recuperare, per il suo tragitto, tunnel già esistenti o dismessi.

Procedendo con velocità panoramica, il tempo occorrente dalla stazione di Belluno a quella di Bolzano è di circa 150 minuti. Da Belluno ad Agordo sono previsti 35 minuti. Da Belluno a Cortina, 2 ore.

Credits: @intamintransportation.com

Secondo le stime dell’architetto, si potrebbero trasportare mille passeggeri all’ora, un numero destinato a salire fino a 5 mila in futuro.

Le vetture del gruppo svizzero Intamin Transportation sono singolarmente dotate di un motore elettrico e governate da computer. A seconda dei viaggiatori che utilizzano le singole stazioni, esse possono essere aumentate o ridotte automaticamente.

# Aeroporto Marco Polo – Venezia

Sarebbe infine prevista una estensione del progetto fino alla Laguna Veneta. Dopo lo stop al progetto della bretella di Rfi (Rete ferroviaria italiana) con l’aeroporto “Marco Polo” di Venezia-Tessera, la proposta è infatti quella di collegare idealmente la stazione ferroviaria di Venezia-Mestre con lo scalo lagunare.

L’Aeroporto Marco Polo di Venezia-Tessera

# Il finanziamento del progetto

Secondo quanto riferito dall’architetto De Simone, il progetto sarebbe autofinanziato, grazie alle sovvenzioni messe a disposizione dall’Unione europea, nello specifico quelle che hanno a che fare con la riduzione dell’inquinamento e con il risparmio energetico, al trasporto notturno di merci, ai biglietti dei passeggeri (lavoratori, studenti e turisti), alla gestione dei parcheggi e dei punti vendita da realizzare presso le fermate. “Contiamo di rientrare in 40 anni attraverso una concessione di pari periodo. Il nostro obiettivo è quello di collegare Belluno a Bolzano e quindi, di riflesso, Venezia con la Germania. L’Europa del nord, in questo modo, sarebbe molto più vicina all’intero Veneto”, commenta infine l’architetto.

Continua la lettura con: Le 3 grandi novità del VENETO con le OLIMPIADI del 2026

LUCIO BARDELLE

copyright milanocittastato.it

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