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Questo articolo non è da leggere

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Credits: René Magritte

Una delle caratteristiche che hanno preso piede nell’universo della comunicazione è di trasmettere contenuti attraverso messaggi contraddittori.

Ad esempio alcuni slogan utilizzati nel corso dell’emergenza, tipo “il lasciapassare è strumento di libertà”, o nel mondo pubblicitario, “l’hamburger che nuoce gravemente alla salute” (pubblicità di una catena di negozi di hamburger).

L’autore più celebre che ha portato alla luce questa tecnica manipolatoria basata sulla figura retorica dell’ossimoro, ossia sull’abbinamento di due parole che esprimono idee opposte, è stato Orwell in 1984.

Il libro si apre proprio con i tre ossimori che sono gli slogan cardine del potere:
La libertà è schiavitù
La guerra è pace
L’ignoranza è forza

Tutta la manipolazione del potere totalitario rappresentato dallo scrittore inglese si basava su questa tecnica: se si abbina a un concetto positivo (es. libertà) un concetto negativo (es. schiavitù), la percezione del concetto positivo diventa negativa. All’opposto, se si abbina a un concetto negativo (es. la guerra) un concetto positivo (es. la pace) si può fare accettare al popolo qualcosa che altrimenti rifiuterebbe, con il risultato di capovolgere la percezione della realtà.

La stessa PNL, la programmazione neuro linguistica, fa riferimento a questa tecnica che, tra l’altro, costituisce l’ossatura dei principi di Goebbels della propaganda del terzo Reich.

Uno dei meccanismi cardine della mente umana è che la negazione si trasforma in affermazione, perché il cervello umano vira al positivo qualunque affermazione negativa. Ad esempio, dire di non pensare a un albero porta automaticamente il soggetto a pensare all’albero.

Questo è il paradosso della pubblicità negativa: spesso delle campagne apparentemente realizzate per dissuadere da comportamenti pericolosi per sé o per gli altri, come fumare o guidare in stato di ebbrezza, finiscono per sortire l’effetto opposto.

Singolare che questa tecnica emerga proprio in un periodo di emergenza sanitaria.

Continua la lettura con: Le tre grandi rivoluzioni del pensiero e della cultura sono avvenute in Italia: è in arrivo la quarta? 

MILANO CITTA’ STATO

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🛑 DEMOLITO il “SIMBOLO” di Sesto (Video)

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Credits Gruppo Cap - Demolizione camino inceneritore

Per 40 anni ha caratterizzato l’inceneritore Core del termovalorizzatore di Sesto San Giovanni. Vediamo perchè è stato demolito e cosa nascerà al suo posto.

DEMOLITO il “SIMBOLO” di Sesto (Video)

# Il camino di 70 metri dell’inceneritore di Sesto San Giovanni è stato abbattuto

Credits primamilano.it – Demolito camino Sesto San Giovanni

Nella notte di mercoledì 22 settembre è stato demolito il camino dell’inceneritore di Sesto San Giovanni, alto 70 metri, che per 40 anni ha caratterizzato l’inceneritore Core. 

 

La tecnica utilizzata è stata quella del crollo indotto, un’operazione meccanica che attraverso l’attività di due scavatori telecomandati a distanza provoca il collasso del calcestruzzo. L’abbattimento è stato anche l’atto simbolico che anticipa la transizione ecologica del vecchio impianto, che trasformerà il termovalorizzatore di Sesto San Giovanni e il depuratore adiacente in una biopiattaforma dedicata all’economia circolare.  

# Al suo posto nascerà la biopiattaforma del futuro

Biopiattaforma Sesto San Giovanni

Un investimento di 56 milioni di euro trasformerà il termovalorizzatore e il depuratore adiacente nel primo termovalorizzatore green del Paese. Il progetto ad opera del Gruppo CAP e CORE vede la realizzazione di questo impianto “carbon neutral” (a zero emissioni di CO2) entro la primavera del 2023. Sarà in grado di impiegare i fanghi di depurazione e la frazione umida dei rifiuti per produrre biometano, energia pulita ed eco-fertilizzanti e di autoalimentarsi, perché capace di creare valore: le acque depurate andranno a irrigare il parco, mentre il biometano prodotto dal digestore servirà per alimentare le vetture e veicoli adibiti al trasporto.

# Riduzione del traffico e delle bollette per i cittadini

Questo modello di termovalorizzatore favorirà una riduzione del 29% del traffico generato dall’impianto, dagli 80 viaggi quotidiani attuali ai 57 nel nuovo polo, senza aumentare il numero di mezzi impiegati. Un modello sostenibile di produzione e consumo, come previsto dall’Agenda 2030 dell’ONU, che genererà valore anche sull’indotto del territorio e che grazie a una produzione di ben 11.120 MWh/anno di calore per il teleriscaldamento consentirà una sensibile riduzione del costo delle bollette dei cittadini.

Fonte: Metronews

Continua la lettura con: A SESTO nascerà LA BIOPIATTAFORMA del futuro: un modello da esportare nel mondo

FABIO MARCOMIN

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Una SPA a CIELO APERTO nel paradiso a 3 ore e mezza da Milano

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Credits: siviaggia.it rifugio lago nambino spa

Incastonato nella conca delle Dolomiti, c’è un paese molto famoso dove è stata costruita una delle SPA più belle d’Italia. Un angolo di paradiso immerso nella natura. Un luogo che offre un’esperienza rigenerante che appaga occhi e mente, sì perché mentre un bagno caldo rilassa il corpo e libera dallo stress, gli occhi possono godere della vista dell’incantevole natura circostante.

Una SPA a CIELO APERTO nel paradiso a 3 ore e mezza da Milano

# Il rifugio sulle sponde del lago

Credits: @trentinodascoprire
rifugio lago Nambino

A Madonna di Campiglio, a circa 3 ore da Milano, c’è una Spa a cielo aperto. La località trentina è ormai una delle destinazioni turistiche montane più conosciute della zona, piena soprattutto in inverno durante la stagione sciistica, ma affascinante anche in estate proprio perché paese caratteristico. Una bellezza tipica dei paesi dolomitici a 1550 metri di altezza.

Madonna di Campiglio è scelta da molti turisti anche per i numerosi sentieri che salgono in alta quota e che partono dal paese. È proprio percorrendo uno di questi sentieri, senza salire in alta quota ma arrivando a poco più di 1700 metri con 20 minuti di camminata, che si giunge al Lago Nambino e al rifugio omonimo sulle sponde dello specchio d’acqua. Ed è il rifugio Lago Nambino che offre un’esperienza di relax unica, una Spa in mezzo al nulla.

# Il rifugio del Lago Nambino

Credits: @smancori
Rifugio lago Nambino spa

Se già la vista del Lago Nambino vale il soggiorno nella baita sulle sue sponde, l’esperienza rilassante che il rifugio offre completa il perfetto soggiorno di relax. Ai suoi ospiti il rifugio Lago Nambino propone una Spa a cielo aperto immersa nella natura. Tra gli alberi vicino al lago ci sono infatti una sauna e una tinozza a cielo aperto. Immersi nella tinozza si può godere di un’esperienza sensoriale unica: dall’acqua calda rilassante che ti porta oltre lo stress della quotidianità, alla vista delle montagne patrimonio dell’umanità. Provate a chiudere gli occhi e pensare solo a rilassarvi e poi a riaprirle e rendervi conto che siete in un posto unico. Cosa si può volere di più?

Fonti: siviaggia.it

Continua la lettura con: Nasce in Italia la PRIMA SPA MARINA

BEATRICE BARAZZETTI

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Leggi anche: Il Covid sotto la pelle: nel distretto cosmetico padano la pandemia “brucia” centinaia di milioni

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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Le tre grandi rivoluzioni del pensiero e della cultura sono avvenute in Italia: sta avvenendo anche la quarta?

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Vitruviano Mask. Credits: Duilio Forte (c)

L’Impero Romano ha dato il via alla prima grande rivoluzione che ha forgiato la storia del pensiero e della cultura umana. I caratteri latini sono alla base della scrittura, il diritto romano è il fondamento dei codici di legge e la cultura classica si è diffusa nel mondo grazie all’Impero.

La seconda grande rivoluzione, che nasce all’interno dell’Impero Romano e che diventa la sua prosecuzione virtuale, è la chiesa cristiana, e poi cattolica, che rappresenta la più grande manifestazione di potere spirituale della storia. Non solo, è l’unica struttura sovranazionale che ha dominato incontrastata la politica e il credo delle persone di buona parte del pianeta.

La terza grande rivoluzione si è avuta con la nascita dell’Umanesimo e la riscoperta del classicismo del Rinascimento: ha inaugurato l’età moderna caratterizzata dal primato dell’essere umano come centro della cultura e della scienza e come artefice del suo destino.
In fondo, l’era contemporanea è ancora una sua conseguenza perché le società attuali si sono fondate mettendo al centro il singolo essere umano nei suoi diritti e nella sua tensione all’autorealizzazione.

Questo sta oggi venendo messo in discussione. Si sta affermando come prima potenza economica del pianeta la Cina, un regime che è lontanissimo dai concetti umanistici e rinascimentali, dall’idea occidentale dell’uomo al centro della società. Un regime che pone invece l’uomo come mezzo per raggiungere un fine e non come protagonista della realtà.

La caratteristica ontologica del modello cinese è che al centro è il sistema, non il singolo, in aperto contrasto con tutte le Costituzioni occidentali che prescrivono che il bene del singolo non possa mai essere contraffatto per il bene comunitario.
Questo regime sta estendendo la sua visione del mondo sulle altre popolazioni come sempre avvenuto da parte del più forte.

Nel mondo occidentale l’Italia sta diventando il primo modello di mediazione tra il sistema cinese e la visione umanistica. Possiamo dire come metafora che l’Italia è dove il virus cinese ha fatto un salto di specie culturale nell’occidente. Il modello di controllo dell’individuo e di subalternità alla comunità sta occidentalizzandosi nel concetto di sicurezza sanitaria e di fine che giustifica ogni mezzo, di stampo giacobino.

La quarta rivoluzione del pensiero umano sarà dunque una sanitocrazia oppure sarà la reazione ad essa che darà vita a una stagione dell’umanità?

Continua la lettura con: La porta dell’Inferno

MILANO CITTA’ STATO

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Leggi anche: Ecco come tirare fango sull’avversario senza farsi querelare. Manuale pratico

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🛑 Dal 15 ottobre Stop ai LAVORATORI senza Green Pass: TRASPORTI MILANESI a RISCHIO?

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Credits milanotoday - Metro chiuse

Con l’introduzione del nuovo decreto sul Green Pass il trasporto pubblico milanese e di tutte le altre grandi città italiane rischia di collassare. Le proteste dei sindacati e le preoccupazioni delle aziende di trasporto.

🛑 Dal 15 ottobre Stop ai LAVORATORI senza Green Pass: TRASPORTI MILANESI a RISCHIO?

# TAM, il nascente sindacato di dipendenti Atm “No Green Pass” pronto a bloccare il trasporto pubblico dal 15 ottobre

Credit solcobas – TAM

Tramvieri e macchinisti di Atm vicini al movimento “No Green pass” da alcune settimane si stanno organizzando in un nuovo sindacato chiamato “TAM“, il quale promette blocchi al servizio pubblico dal 15 ottobre. Sulle chat del TAM c’è questo volantino: «Abbiamo percepito una notevole presenza di non vaccinati in Atm: siamo il 30 per cento. Un numero decisamente importante che nessuno ha deciso di voler difendere. Da qui la maxi operazione di unire quanti più non vaccinati Atm». Il TAM, si legge sul sito, mira a unire tutto ciò che i sindacati confederali, ma anche autonomi, hanno diviso negli ultimi 30 anni. Se anche gli aderenti alla protesta fossero un centinaio il trasporto pubblico potrebbe risentirne con conseguenti disagio per l’utenza.

Intanto il 15 ottobre è previsto uno sciopero generale, che comprenderà anche ATM e che Sol Cobas ha indetto insieme ad altre organizzazioni sindacali di base contrari al green pass. A Trenord cresce la preoccupazione dopo diverse segnalazioni di dipendenti che hanno comunicato la disicrizione dai sindacati, colpevoli di appoggiare la linea del governo e di non tutelare i diritti dei lavoratori non vaccinati.

Fonte: Mitomorrow

# L’ATM ha stimato un 20% di dipendenti non vaccinati

Credits: it.blastingnews.com

Secondo una ricerca interna svolta da ATM almeno il 20% dei dipendenti non sarebbe vaccinato. Se il 15 ottobre si presentassero dal lavoro ma gli fosse impedito di lavorare per mancanza del Green Pass o se l’ATM li lasciasse a casa senza poterli sospendere, e quindi senza poterli sostituire con nuovi dipendenti, il sistema rischierebbe il collasso. 

Le metro rischierebbero di avere un servizio ridotto, o addirittura sospeso, perché come trapela da dipendenti interni all’azienda di trasporti milanese “basterebbe l’assenza del lavoratore addetto alla guardiania dai tornelli per bloccare un’intera linea”. Lo stesso vale per Trenord. I treni rischierebbero numerose cancellazioni con disagi a cascata su tutta le Regione Lombardia. E soprattutto improvvisi, senza possibilità di programmazione. 

# Il trasporto pubblico di tutta Italia rischia di andare al collasso

Un fenomeno presente in tante città d’Italia, ad esempio anche all’Amt di Genova i sindacati hanno stimato un 20-30% di dipendenti non vaccinati, e che potrebbe mettere in ginocchio un intero Paese visto che sarebbero sufficienti solo poche decine di lavoratori assenti a pregiudicare numerosi servizi fondamentali.

Edgardo Fano segretario di FAISA, la Federazione Autonoma Italiana Sindacale degli Autoferrotranvieri, Internavigatori ed Ausiliari del Traffico, ha ricordato il motivo della contrarietà al Green Pass: “L’autobus non è un luogo di lavoro, e noi saremmo ben contenti che lo fosse perché le norme di tutela sarebbero migliori, ma secondo la legge è un mezzo di lavoro. Quindi un autista a bordo non sarebbe obbligato ad avere il green pass. Se lo fosse sarebbe un paradosso perché i passeggeri che trasporta potrebbero essere tutti non vaccinati.”

Continua la lettura con: Dal 15 Ottobre entra in vigore il SUPER-GREEN PASS. Cosa prevede e quali sono le ZONE d’OMBRA

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: La caratteristica di Milano? Continuare a coltivare un dibattito non estremista e liberale

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🛑 Dal 15 Ottobre entra in vigore il SUPER-GREEN PASS. Cosa prevede e quali sono le ZONE d’OMBRA

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Credits: milano.repubblica.it Green Pass

Fino al 31 dicembre 2021 per accedere a tutti i luoghi di lavoro, pubblici e privati, sarà obbligatorio l’esibizione del Green Pass. Cosa prevede il nuovo decreto.

Dal 15 Ottobre entra in vigore il SUPER-GREEN PASS. Cosa prevede e quali sono le ZONE d’OMBRA

# Dal 15 ottobre tutti i lavoratori saranno obbligati ad avere il Green Pass

Telepadova- Draghi

Il governo ha esteso l’obbligo di presentare un Green pass dal 15 ottobre per accedere a tutti i luoghi di lavoro, pubblici e privati con l’obiettivo di far crescere la platea dei vaccinati. L’obbligo avrà scadenza il 31 dicembre 2021, data in cui dovrebbe avere fine lo stato di emergenza legato alla pandemia da Covid-19 che dura da inizio 2020. L’obbligo varrà per tutti i lavoratori, compresi quelli del trasporto pubblico, anche esterni, lavoratori autonomi e domestici nel caso di ingresso in casa di clienti. Rispetto alle anticipazioni non sarà prevista alcuna sospensione dal lavoro, salvo che nelle piccole aziende, ma solo quella dello stipendio. Vediamo nello specifico con comporta il decreto. 

# Le sanzioni per chi ne è sprovvisto

Credits: milano.repubblica.it
Green Pass

Per chi è sprovvisto di Green Pass è punito con una “sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 600 a euro 1.500“. In aggiunta il dipendente senza passaporto vaccinale è “considerato assente ingiustificato fino alla presentazione della predetta certificazione e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2021, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Per i giorni di assenza ingiustificata di cui al primo periodo non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominati”.

Diversa la situazione per le imprese con meno di quindici dipendenti dove dopo il quinto giorno di assenza, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, rinnovabili per una sola volta, e non oltre il predetto termine del 31 dicembre 2021″. Il decreto prevede la possibilità di sostituire il lavoratore assente ingiustificato temporaneamente, come detto per un massimo di 20 giorni in due diversi blocchi da 10 giorni ciascuno.

# Le “zone d’ombra” del Super-Green Pass

Veniamo alle contraddizioni che emergono da questo nuovo decreto.

Tutti i dipendenti di aziende sopra i 15 dipendenti non verranno sospesi anche in assenza di Green Pass, in quanto è salvo il “diritto alla conservazione del rapporto di lavoro”. I datori di lavoro come si comporteranno? Obbligheranno i loro dipendenti a lavorare senza stipendio? Oppure li lasceranno a casa senza essere sospesi? Nel primo caso si costringerebbe i dipendenti ad andare a lavorare gratis, cosa che riporterebbe il lavoro a un concetto simile alla schiavitù. Difficile che possa essere legalmente sostenibile. Nel secondo caso l’azienda dovrebbe fare a meno del lavoratore e non potrà sostituirlo perché non è stato sospeso, con un danno sulla produttività aziendale, soprattutto in quei casi che il lavoro svolto dal lavoratore possa incidere nel lavoro di altri. 

Se dal 15 ottobre tutti i dipendenti non vaccinati o senza tampone non potranno lavorare si rischiano disservizi a scacchiera in ogni settore, dai supermercati che rischiano di subire carenze nei rifornimenti alimentari, ai distributori senza carburante fino alle farmacie senza medicinali. Senza considerare l’impatto sui mezzi di trasporto locali e nazionali. 

A questo si aggiunge la possibilità di gravi ripercussioni legali con cause di lavoratori costretti a lavorare senza stipendio contro i loro datori di lavoro. Con un impatto potenzialmente esplosivo nell’atmosfera all’interno delle aziende. 

Continua la lettura con: “NO alla divisione”: NaturaSì offrirà i tamponi GRATUITI ai dipendenti che non si vaccinano

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: La Top 5 di Big Pharma 2021: market cap, fatturati, import-export

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Via il PAVÈ dalle strade di MILANO?

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Pavé in Porta Romana. Credits: @ vadechucum IG

Un argomento che mette d’accordo automobilisti, ciclisti e monopattinisti, ma che divide i cittadini: togliere il pavé dalle strade di Milano. Le nuove dichiarazioni del sindaco rilanciano l’annosa questione. 

Via il PAVÈ dalle strade di MILANO?

# “Se lo si toglie nei punti critici non è sbagliato”

Ogni tanto a Milano la guerra al pavé torna di moda, si prende la scena e se ne parla. Torna protagonista anche in questa campagna elettorale perché, in tema di sicurezza stradale, è un comodo bersaglio: non può difendersi né reagire.
Lo spunto viene dal sindaco che ha dichiarato:  “Se lo si toglie nei punti critici non è sbagliato“. Al tempo stesso ha anche dichiarato di non essere disposto a proporre di togliere i lastricati dappertutto.

# Approfittare della rimozione dei binari

Credits: milano.repubblica.it – Binari dismessi

Sala sottolinea di quanto sia dura prendere una decisione sul pavé di Milano, ogni qualvolta si innesta la discussione.
Il Sindaco è convinto che si debba andare avanti a rimuovere il pavé laddove deliberato, ma come si decide che il punto scelto è abbastanza critico, quindi operabile?
Un punto a favore della rimozione del lastricato è “possiamo approfittare dei lavori di rimozione dei binari del tram, laddove la linea non è più operativa”. Sala sottolinea che quando si devono prendere decisioni sul pavé, è una lotta: molti milanesi lo amano e, non ultimo, la Sovrintendenza lo difende.

# La sfida: meno rischi vs un simbolo storico di Milano

La Sovrintendenza, dunque, tutela questo patrimonio milanese, riuscendo nell’intento almeno per quanto riguarda le strade del centro storico, perché non si sta parlando di strade lastricate qualunque: parliamo di un simbolo di Milano, dal profondo «significato storico ed architettonico» – come ha sottolineato lo stesso Beppe Sala.
Innanzitutto bisogna capire qual è il problema. Perché quasi certamente c’è un rischio a percorrere il pavé sia a due che a quattro ruote. Ma se la questione è tutta qui, per molti il rimedio è più drastico del grattacapo.

# I difensori del pavé: si cancellerebbe la storia della città. Puntare invece sulla manutenzione

Togliere il pavé dalle strade di Milano «equivarrebbe a cancellare la storia della città e di chi le ha calcate, rendendo anonime vie e strade che dal lastricato prendono anima e carattere», come scrivono sul Blog Cantiere Urbanfile su Facebook. 
Le pietre del lastricato si spostano, ogni tanto ne affiora un angolo e diventa un ostacolo molto pericoloso per ignari motociclisti o ciclisti. Quindi la soluzione è una buona manutenzione, un piccolo impegno da parte dell’amministrazione cittadina nell’adempiere al proprio dovere di curare la città seguendo il principio del “buon padre di famiglia”.

# Arredo urbano

Inutile nascondersi dietro un dito: il pavé a Milano è un’icona della città. Turisti e milanesi fanno a gara per postare su Instagram le caratteristiche vie del centro, per portarsi a casa un ricordo dalla città della Madonnina. Partendo da tutto questo è evidente che pensare di eliminare progressivamente il pavé dalle strade di Milano, assomiglia alla volontà di erodere una parte di identità.
C’è sicuramente una questione di arredo urbano generale, che è stato trascurato per mezzo secolo e ha reso Milano una città anonima e fin troppo omologata a qualunque altra città d’Italia, perdendo carattere e identità.
La domanda che circola tra molti cittadini è: la sicurezza delle strade non è un’altra scusa per togliere unicità a Milano?

Continua la lettura con: Pavé e altri incubi di Milano

LAURA LIONTI

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Leggi anche: Spesa sanitaria 2021: 122 miliardi. Tutte le cifre dell’Intesa Stato-Regioni

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La città SOTTERRANEA più grande al MONDO

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credit: christinaodell.wordpress.com

E’ stata costruita con attenzione oltre 2000 anni fa. Quanto è grande, dove si trova e perché esiste?

La città SOTTERRANEA più grande al MONDO

Immaginate di ristrutturare casa: state abbattendo i muri e improvvisamente vi ritrovate tra le rovine di un’antichissima città sotterranea. Ecco, ora pensate che questa improbabile scena è accaduta davvero nel 1963, quando un cittadino turco si è trasformato in un archeologo, scoprendo la città ipogea più grande del mondo: Derinkuyu. Quanto è grande e perché è stato costruito questo gioiello d’architettura underground?

# Esiste dal VIII secolo ma l’abbiamo scoperta negli anni ’60

credit: turismo.it

Nel 1963 la città di Derikuyu è stata scoperta, ma le sue origini risalgono a molti anni prima. Le prima testimonianze dell’esistenza di Derinkuyu sono del VII – VIII secolo: Senofonte, storico ateniese dell’epoca, ha descritto la vita sotterranea di intere popolazioni. Molto probabilmente a iniziare gli scavi furono i Frigiani, un popolo indoeuropeo molto presente sul territorio turco già dal VIII secolo a.C.

credit: zingarate.com

Trascorsero gli anni e la città continuò ad essere utilizzata e ampliata, ma il periodo di maggior sviluppo fu senza dubbio l’età bizantina. I cristiani utilizzarono infatti la città sotterranea per rifugiarsi dalle persecuzioni di Costantinopoli, costruendo dei luoghi di culto accanto alle abitazioni.

# 20.000 abitanti ad oltre 85 metri di profondità, su 11 livelli

credit: christinaodell.wordpress.com

Derinkuyu – che si trova nel cuore della Cappadocia – fu costruita per soddisfare tutte le esigenze delle popolazioni che la abitarono, spostando sottoterra tutta la loro vita quotidiana, dai bambini agli animali. La città è profonda 85 metri e si estende per chilometri, con gallerie che la collegano ad altre città turche. L’area è caratterizzata da una roccia vulcanica piuttosto semplice da lavorare e per questo vi sono state ritrovate oltre 200 città ipogee, ma Derinkuyu è indubbiamente la più estesa: 20.000 abitanti suddivisi su 11 livelli di profondità in cui si alternavano abitazioni, stalle, “cantine” in cui si produceva vino, e ovviamente luoghi di culto (ad esempio piccole cappelle).

# Come respirava la città sotterranea più grande al mondo?

credit: democraziapura.it

20.000 persone non sono poche, è come se tutti gli abitanti di Lainate o di Novate Milanese si trasferissero in una città sotterranea… ci vorrebbe davvero una grande organizzazione. E a quanto pare le popolazioni che a Derinkuyu ci hanno vissuto, si erano organizzate davvero bene. La sicurezza non mancava di certo, infatti gli accessi alla città erano chiusi con grandi portali di pietra da oltre 400 chili, per impedire l’accesso agli invasori.

credit: fethiyetimes.com

Vi starete chiedendo: “Ma come facevano a respirare in 20.000 chiusi in gallerie sotterranee?” e la risposta potrebbe far invidia ai migliori studenti del Politecnico. Utilizzavano un sistema ingegneristico eccellente, grazie al quale la città “respirava” tramite dei camini di ventilazione che prendevano l’aria dall’esterno e la facevano circolare per le gallerie.

Una meta sicuramente poco consigliata a chi soffre di claustrofobia. Tu visiteresti la città sotterranea più grande al mondo?

LEGGI ANCHE: Le 4 città italiane dalla FORMA più ECCENTRICA

ROSITA GIULIANO

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Leggi anche: La vittoria di Putin alle elezioni? Solo apparente. “La Russia è spaccata nei confronti dello Zar”

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

🛑 Approvati i progetti per i nuovi PARCHEGGI interrati a Milano

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credits: Comune di Milano - Largo Scalabrini

Uno dei problemi di cui spesso lamentano i milanesi è quello di non trovare mai parcheggio, non importa quanti santi si pregano. Forse, con i nuovi progetti approvati dall’amministrazione comunale, parcheggiare non sarà più un’esperienza traumatica.

Approvati i progetti per i nuovi PARCHEGGI interrati a Milano

# L’obiettivo è liberare lo spazio pubblico dalle auto parcheggiate

Credits: www.mentelocale.it

Nei mesi scorsi sono state individuate alcune aree strategiche per la realizzazione di questo progetto, tenendo conto dei bisogni dei cittadini soprattutto per quanto riguarda l’interscambio con la rete di trasporto pubblico. L’obiettivo è quello d’incentivare i guidatori a non occupare lo spazio pubblico con la propria auto e recuperare spazi dedicabili ai trasporti pubblici, alle piste ciclabili e pedonali e aree verdi.

# Il progetto si concretizzerà nel 2022

credits: Comune di Milano

“È mutato l’approccio collettivo verso gli spazi urbani e noi promuoviamo questa tendenza verso un trasporto sempre più sostenibile con un impatto sempre più basso sulla qualità dell’aria e della vivibilità e l’utilizzo di mezzi alternativi all’auto o in sharing.” Così afferma “l’assessore alla Mobilità Marco Granelli. “Per questo è stato necessario ridefinire quali strutture devono essere realizzate rispetto ai mutati bisogni. Liberare le strade e le piazze dalla sosta a lungo termine significa ricavare più spazio per il trasporto pubblico e per i cittadini”.

Tra le aree verificate, largo Scalabrini e largo Brasilia sono state approvate dall’amministrazione comunale e i lavori verranno intrapresi nei primi mesi del 2022.

# Due parcheggi per alleggerire le strade

credits: Comune di Milano

I due nuovi parcheggi dovrebbero aiutare ad alleggerire le strade dalla sosta di lunga durata, in quanto il parcheggio interrato di largo Scalabrini vanta una superficie di 3.580 metri quadrati suddivisi su due piani, dando spazio a 216 posti auto, di cui 160 singoli e 26 doppi. Quello di largo Brasilia, invece, risulta essere ancora più grande con i suoi 5.100 metri quadrati per un totale di 316 posti auto, di cui 284 singoli e 16 doppi.

Ma presto ne arriveranno altri. Sono 6 le aree giudicate adatte per la realizzazione di parcheggi sotterranei per un totale di 1.000 posti auto. Oltre a queste due strutture già citate, sempre nel 2022 si lavorerà sul parcheggio di Repubblica Est e lato Ovest, quello in Via Borgogna e il parcheggio di Via Manin.

Continua a leggere con: 🛑 MILANO 2030: parcheggi dimezzati, strade ristrette. Il Comune dichiara guerra alle AUTO?

SELENE MANGIAROTTI

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Leggi anche: Milano ritorni capitale del diritto, dello sviluppo economico e dei diritti

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🛑 L’Università Bicocca realizzerà la prima PISTA ciclabile FOTOVOLTAICA d’Italia

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Credits: ilgiorno.it pista ciclabile fotovoltaica

Un progetto tutto italiano, giovane e innovativo per rendere la mobilità ancora più green. Un’opera che riesca a combinare la mobilità dolce con la produzione di energia pulita, è questo l’obiettivo di una delle Università di Milano per il progetto della prima pista ciclabile fotovoltaica in Italia.

L’Università Bicocca realizzerà la prima PISTA ciclabile FOTOVOLTAICA d’Italia

# Si spera di realizzare il primo tratto entro dicembre

Credits: ilgiorno.it
pista ciclabile fotovoltaica

Innovazione e Milano vanno a braccetto e  Università e innovazione sono due parole obbligatoriamente collegate tra loro. L’università ha il compito di ricercare, scoprire e far crescere nuove menti per il futuro e sono proprio le menti dell’Università di Milano Bicocca ad aver commissionato la prima pista ciclabile fotovoltaica in Italia. Si realizzerà in zona Bicocca e sarà composta da uno strato di 4 millimetri di cristallo con trattamento ceramico, che rende la pista anti-scivolo e resistente alla caduta di oggetti. Sotto la struttura ci saranno poi i pannelli fotovoltaici. L’accordo tra l’Università Bicocca e la società costruttrice scelta, la start-up veneta Bys Italia, controllata di InfinityHub, è già stato firmato, tanto che entrambi i soggetti sperano di aprire il primo tratto di pista ciclabile entro dicembre.

# Il progetto coinvolgerà l’intero ateneo

Credit: artribune
Bicocca

Dopo l’apertura di un primo pezzo, l’idea in realtà è quella di allargare la pista per tutta la zona dell’ateneo fino ad arrivare alla fermata lilla Bicocca in viale Fulvio Testi. Ma dove andrà a finire l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico? Questa prima di tutto andrà ad alimentare le stazioni di ricarica delle biciclette elettriche, che verranno installate in piazza della Scienza, ma l’auspicio è quello di collegare i pannelli fotovoltaici anche ai contatori dell’Università, così da contribuire ai consumi energetici della Bicocca.

 # Il green è sempre più importante

Credits: repubblica.it
pista ciclabile fotovoltaica

Il bello è anche che, per il 20% dei fondi, il progetto non è finanziato dall’azienda ma da altri attori sociali. Con l’intento di far capire l’importanza di uno sviluppo green, l’azienda InfinityHub, infatti, è solita raccogliere fondi attraverso “equity crowfunding”.

Continua la lettura con: La PISTA CICLABILE del FUTURO: quando verrà fatta a Milano?

BEATRICE BARAZZETTI

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Leggi anche: La caratteristica di Milano? Continuare a coltivare un dibattito non estremista e liberale

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La porta dell’inferno

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Il 15 ottobre al Quirinale verrà aperta al pubblico la porta dell’inferno, colossale opera di Rodin proveniente da Parigi.

Considerando che lo stesso giorno entrerà in vigore il nuovo decreto con norme molto restrittive sul lavoro quale migliore metafora poteva inventarsi il fato per inaugurare la nuova stagione lavorativa?

La porta reca immagini evocative tratte dall’Inferno di Dante che rappresenta il nuovo mondo del lavoro, caratterizzato da infernali norme punitive che rischiano di trasformare ogni ambiente di lavoro in una piccola bolgia.

Come nel vaso di Pandora solo la speranza rimane nel fondo: quella che dopo infinite tribolazioni si possa arrivare al paradiso.
Ovviamente in maniera metaforica.

Continua la lettura con: Il nuovo vaso di Pandora

MILANO CITTA’ STATO

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Mercato del lavoro: queste le PROFESSIONALITA’ più RICHIESTE in questo momento a Milano

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Credits openpolis -Offerte di lavoro

La situazione del mercato del lavoro e i settori con più offerte in questo momento a Milano secondo la Camera di Commercio.

Mercato del lavoro: queste le PROFESSIONALITA’ più RICHIESTE in questo momento a Milano

# Camera di Commercio di Milano: le professioni più ricercate nei settori dei servizi alla persona, commercio e della tecnologia  

Credits communicationvillage – Social media manager

La Camera di Commercio di Milano mette le professioni che riguardano i servizi alla persona e i commessi al dettaglio nelle prime posizioni.

Anche il settore della tecnologia è sempre tra i più ricchi di offerte, in particolare per social media manager, community manager e social media strategist.

# Dal settore del divertimento al fashion

Credits milord_milano IG – Barman

Sui portali di ricerca del lavoro si trovano molte posizioni nel comparto del divertimento, dove la figura del bar tender è una tra le più richieste.

Il settore del benessere, dalle spa alla palestre, è in costante crescita a Milano e di conseguenza anche la professionalità che ci lavorano, come gli operatori olistici, i massaggiatori e i personal trainer.

Opportunità di carriera sono offerte dal mondo della moda, soprattutto per modelli e modelle che sognano di sfilare in passerella, sono numerose le agenzia di casting.

# La situazione del mercato meneghino: il 20% delle offerte è rivolta ai laureati, nel 28% si ricercano profili altamente qualificati

Credits: blog-management.it

Analizzando la situazione generale del mercato del lavoro si evidenzia come circa il 20% delle offerte sia destinata ai laureati, circa il doppio ai diplomati.

Il settore dei servizi è sempre quello che offre le migliori e maggiori possibilità lavorative, poi il settore turistico e i tecnici delle vendite e marketing, oltre al personale nel commercio al dettaglio.

Rispetto al resto d’Italia a Milano è significativa la ricerca di profili altamente qualificati, nel 28% dei casi infatti le offerte sono indirizzate a tecnici, specialisti o dirigenti.

Continua la lettura con: Cosa farò da grande? I 10+1 PROFESSIONI nella Milano del FUTURO, oggi impensabili

FABIO MARCOMIN

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Il CAMPER più GRANDE e LUSSUOSO del mondo: in pratica una VILLA con le ruote

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Credits: motori.corriere.it The Heat

Un camper talmente grande che quasi viene difficile chiamarlo tale. Un mezzo di trasporto che somiglia ad una villa, tanto grande da non poter essere trasportato da 4 ruote, ma neanche da 6, 8 o 10, bensì da 22 ruote. È questo il camper più grande del mondo e certamente anche uno dei più lussuosi, ma chi è il proprietario? Si tratta di un personaggio molto famoso. 

Il CAMPER più GRANDE e LUSSUOSO del mondo: in pratica una VILLA con le ruote

# È di Will Smith il camper più grande al mondo

Credits: motori.corriere.it
Camper di Will Smith

È di Will Smith il camper più grande del mondo, il più costoso? Questo non si sa, non se ne è certi, ma sicuramente non tutti se lo possono permettere. 2,5 milioni di dollari per The Heat, è questo il nome del camper dato dall’attore, anche se il nome originale era The Studio. La società costruttrice è la Anderson Mobile Estates, azienda americana specializzata nella costruzione di mezzi di trasporto personalizzati, che ha realizzato anche i camper di Brad Pitt, Harrison Ford e Jennifer Lopez.

L’Anderson Mobile Estates era il vecchio proprietario del camper, fino a quando Will Smith lo acquistò. Non è male acquistare una casa su ruote se si pensa alla vita di un attore, sempre in movimento. C’è chi magari prende più case, o meglio ville, e chi ne prende una viaggiante, oppure entrambe le opzioni.

# Puro lusso

Due piani di puro lusso, così si potrebbe riassumente la descrizione dell’intero camper. 110 metri quadri di spazio abitativo grazie ai 17 metri di lunghezza. Al piano terra c’è una cucina, una sala da pranzo, un ufficio e un salotto aggiuntivo. Essendo la casa di un attore c’è anche una postazione trucco professionale e il bagno è dotato di una sauna. All’interno del camper non manca poi una sala cinema con un maxischermo da 100 pollici. Si potrebbe dire che il camper sia un rimorchio di un tir, ma allestito a lounge esclusiva in stile baroccheggiante. Ecco alcune foto.

Credits: motori.corriere.it
interno The Heat
Credits: gqitalia.it
interno the heat
Credits: gqitalia.it
interno the heat

Continua la lettura con: Il CAMPER più BELLO del mondo: costa quanto un ATTICO (immagini)

BEATRICE BARAZZETTI

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Nel 2024 ROMA avrà la METROMARE

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Metromare RM ph. twitter

2 anni di lavori e 350 milioni di investimento per trasformare la linea ferroviaria peggiore della penisola nel gioiello che collega Roma e Ostia. I dettagli del progetto.

Nel 2024 ROMA avrà la METROMARE

# La linea dei pendolari Roma – Ostia è la linea peggiore d’Italia

Credits wikipedia.org – Mappa_ferrovia_Roma-Lido

La linea ferroviaria Roma – Ostia non è solo una via del mare. È soprattutto una linea trafficata da pendolari, che quotidianamente dal lido si spostano nella Capitale per lavoro. Sempre oggetto di critica, recentemente è risultata la N. 1 per il peggior servizio offerto ai clienti. Pendolari e viaggiatori denunciano vetture inadeguate, prive di riscaldamento in inverno e condizionamento in estate, lente ed obsolete.

Prima che la linea crolli sotto il peso della pressione giornaliera, del malcontento e della malagestione è stato presentato il progetto, che Regione Lazio ha approvato, per trasformare la tratta nella Metromare di Roma.

# L’inizio dei lavori per la Metromare sono previsti per gennaio 2022

Metromare RM ph. twitter

L’ambiziosa sfida da attuare, è quella di riqualificare in toto la linea, oggi battezzata scherzosamente Caronte, dotando la Roma-Ostia di treni veloci da fare viaggiare sull’infrastruttura finalmente ristrutturata. L’inizio dei lavori è previsto per Gennaio 2022 e i cantieri saranno programmati per recare il minimo disagio a studenti, lavoratori e cittadini di ogni parte del mondo che la frequentano e che sono già stati messi a dura prova dagli standard non all’altezza del servizio fin qui offerto. L’ammodernamento della linea è affidato a RFI e i lavori saranno per la maggior parte effettuati in orario notturno, tra le 21:00 e le 6:00. Astral si è aggiudicato il lavoro di restyling delle stazioni intermedie, che prevede abbattimento di barriere architettoniche, ristrutturazione dei servizi igienici e opere murarie.

# L’obiettivo per il 2024 è di avere un treno ogni 6 minuti

Completano l’efficienza i nuovi treni in arrivo, che garantiranno una frequenza maggiore delle corse. Ne entreranno in servizio altri 3 da luglio 2022, completamente revisionati e riqualificati, che porteranno la frequenza ad un treno ogni 15 minuti. L’impegno economico è pensato anche per l’acquisto di nuove vetture, che entreranno in servizio nel 2023 per abbassare la frequenza ad un treno ogni 10 minuti. Obiettivo finale, nel 2024: avere treni e corse ogni 6 minuti per ogni senso di marcia.

# Occhio ai disagi

Roma Lido-6-11 ph. Roma Today

Il nome Metromare è stato scelto affinché evocasse un avvicinamento di Roma al litorale. Ma attenzione ai primi disagi che rischiano di riportare i sognatori coi piedi per terra. Il primo anno di lavori, per via dei cantieri notturni, le corse termineranno alle ore 21:00. Inoltre alcuni treni sono ancora in fase di revisione nei depositi della Metro C. In questo momento è anche allo studio una chiusura del tratto EUR-Magliana fino a Porta San Paolo, che permetterebbe al cantiere più impattante di finire più rapidamente, così da liberare risorse per RFI e dirottarle sul percorso da Lido Centro a Colombo, con l’obiettivo di riaprire presto la parte marittima, attualmente sospesa. Pertanto la collaborazione richiesta agli utenti è massima, il passaggio dai 4 convogli al momento in servizio attivo, ai 7 complessivi previsti per il primo anno, potrebbe richiedere più tempo di quanto è la riserva di pazienza dei pendolari romani. Amelia Colaceci, presidente di Cotral che gestirà in house la Metromare, chiede ai romani un atto di fiducia “in virtù dei risultati raggiunti col risanamento del trasporto su gomma”.

Riavvicinare Roma al suo litorale è uno sforzo che arriva all’ultimo miglio, dalla progettazione si passa finalmente alla realizzazione. Gli appalti sono già stati pubblicati ed assegnati. È arrivato il momento di rimboccarsi le maniche e in Regione Lazio sono già certi di farcela.

Attendiamo gli igers di Roma e il loro buon umore, che non mancheranno di tenerci aggiornati con commenti sarcastici e battute di spirito, diventando uno degli appuntamenti fissi di questo autunno appena iniziato

Continua la lettura con: LA RIVOLUZIONE di Metrovia per Roma: 7 nuove linee METROPOLITANE, 1 CIRCLE LINE e 12 linee di METROTRAM

LAURA LIONTI

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🛑 Nel centro di Milano compare un’OASI URBANA

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credits: lagazzettadimilano

Milano sceglie il verde per sfidare l’inquinamento urbano e il cambiamento climatico e lo fa realizzando una oasi di piante, fiori e arbusti in una delle sue piazze principali.

Scopriamo dove si trova e come nasce questo progetto

🛑 Nel centro di Milano compare un’OASI URBANA

# Milano si RINATURALIZZA

credis yahoo finanza

L’opera verde di circa 25 metri quadrati si trova in Piazza Cordusio, la prima tappa del progetto di rinaturalizzazione dell’area urbana in maniera temporanea.  Quella di Milano è solo una piccola parte di un progetto più ampio, chiamato “Oasi Urbane”, in cui si prevede la piantumazione di un totale di 10.000 piante in 10 capoluoghi italiani. Al lavoro saranno centinaia di giovani, soci, volontari, dipendenti, attivisti di tutte le principali cooperative di consumatori in Italia.

“L’evento – organizzato con i partner AzzeroCo2 e PlanBee – si presenta come collaterale alla Pre-Cop26 delle Nazioni unite. Quattro giorni di incontri milanesi, durante i quali i rappresentanti di quaranta nazioni cercheranno di mettere le basi per accordi internazionali sulla riduzione dell’emissioni climalteranti.”

# L’obiettivo è RIQUALIFICARE il Parco di Rogoredo e Casa Chiaravall

credits: @milano_pictures su IG

L’iniziativa si propone di restituire un po’ di verde alle città, riqualificare due aree degradate e allo stesso tempo sensibilizzare i cittadini sui danni provocanti dall’inquinamento urbano e sul cambiamento climatico. 150 giovani volontari si impegneranno nella piantumazione di 1.000 arbusti per ridare vita al parco di Rogoredo, un bene confiscato dalla criminalità, e Casa Chiaravalle. Gli alberi piantati forniranno un prezioso aiuto per assorbire i gas serra e rendendo più vivibile la città nelle ondate di calore estivo o dalle bombe d’acqua.

# Il ricavato verrà destinato al sostegno dell’AMBIENTE

credits: ilsussidiario.net

L’installazione è composta da cassoni di legno che servono come contenitori di terra per le piante. Dopo i 10 giorni d’installazione, “saranno portati nello spazio gestito da Opera in Fiore (la coop che ha realizzato il progetto, ndr) per essere riutilizzati per attività di orticoltura comunitaria e di riforestazione urbana coinvolgendo i cittadini del quartiere”. Le città coinvolte saranno oltre Milano, anche Piacenza, Genova, Torino, Ancona, Perugia, Livorno, Firenze, Roma e Bari ed essendo finanziato dalla campagna “Green Weeks Coop”, sarà applicabile uno sconto del 25% su prodotti coop e grandi marche, di cui il 5% verrà destinato al sostegno dell’ambiente.

Continua a leggere con: Milano tra le prime al mondo nell’INQUINAMENTO dell’ARIA. Le nostre 10 proposte per tornare a RESPIRARE

SELENE MANGIAROTTI

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Leggi anche: Che cosa resterà della politica dopo Draghi

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🛑 Dopo il Bosco Verticale arriva BOSCONAVIGLI

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Credits: archiportale.com Bosconavigli

Uno dei palazzi più belli al mondo, uno dei più cari e innovativi, tanto che nel 2015 è stato decretato il “grattacielo più bello e innovativo del mondo“ dal Council on Tall Buildings and Urban Habitat. Si sta parlando del Bosco Verticale, il palazzo di Milano progettato da Stefano Boeri e diventato simbolo mondiale di un’architettura rivoluzionaria.

🛑 Dopo il Bosco Verticale arriva BOSCONAVIGLI

Un’architettura di successo che non potevano non essere replicata e fortunatamente sarà ancora Milano ad aggiudicarsela. Nel 2022 partiranno i lavori del nuovo progetto firmato Stefano Boeri simpaticamente chiamato BoscoNavigli.

# 60 milioni di euro e 30 mesi di lavoro

Credits: milanotoday.it
bosconavigli

È stato presentato lunedì 21 settembre il progetto di un edificio che richiama nel concept il Bosco Verticale firmato dallo stesso architetto. Milano 5.0, società che raggruppa un pool di imprenditori milanesi, sarà il realizzatore di Bosconavigli. I lavori inizieranno nella primavera del 2022 e si conta di impiegarci 30 mesi, così che le residenze costruite potranno essere occupate entro dicembre 2024.

Grazie ad un investimento di 60 milioni di euro, il progetto prevede la bonifica di un’area dismessa di 8mila metri quadri a fianco del Naviglio Grande e la costruzione di un edificio residenziale sempre con le facciate coperte da alberi.

# Bosconavigli: un edificio a corte sviluppato attraverso gradinate

Credits: blog.urbanfile.org
bosconavigli

La pianta dell’edificio sarà completamente diversa. Non si tratterà di due torri, ma di un corpo unitario, racchiuso a corte e sviluppato tramite gigantesche gradinate che ospiteranno terrazze e giardini pensili. Le facciate dell’edificio partiranno dall’undicesimo piano, per poi scendere pian piano a gradinate e arrivare agli estremi con soli tre piani.

L’architettura sarà realizzata in una zona più esterna in via San Cristoforo e la realizzazione di Bosconavigli sarà parte di un progetto più grande di rinnovamento dell’area e di recupero degli ex scali ferroviari. Sul lato est dell’edificio sarà infatti realizzato uno spazio verde pubblico e in via San Cristoforo comparirà una nuova pista ciclabile. Infine, al posto delle ferrovie, ci sarà un ampio parco che costeggerà il Naviglio Grande.

# Progetti sempre più green

Credits: milanotoday.it
bosconavigli

Come per il Bosco Verticale, anche per Bosconavigli la particolarità e la bellezza dell’edificio è dato dalle innumerevoli piante sulle sue facciate, che lo rendono quasi un bosco che si sviluppa verticalmente. Bosconavigli sarà coperto da 170 alberi e oltre 8mila arbusti. Ma tutto questo verde non ha di certo solo una funzione estetica. In un’ottica futura poco rassicurante, Boeri crede che i cambiamenti climatici renderanno ancora più calde le città, soprattutto in estate, e tutti questi alberi creeranno una sorta di impianto di raffrescamento green. Le fronde degli alberi ridurranno l’irraggiamento solare sulla struttura, come avviene già al Bosco Verticale.

# I prezzi delle case

Credits: milanotoday.it
casa bosconavigli

Anche il nuovo edificio sarà adibito a residenze. Saranno costruiti monolocali (30 metri quadrati), bilocali (55 metri quadri), trilocali e quadrilocali con balconi e terrazzi, ma anche attici e ville su tre livelli con giardino privato. Oltre alle singole case, nell’edificio ci sarà un giardino pubblico, una piscina, una palestra e uno spazio per il coworking. Il prezzo? Si stima circa da 6.300 euro al metro quadro, per le case meno prestigiose, mentre per ville e attici non è ancora stato calcolato.

Continua la lettura con: 7 cose che forse non sai sul BOSCO VERTICALE, il “grattacielo più bello e innovativo del mondo”

BEATRICE BARAZZETTI

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Leggi anche: “Un albero per ogni umano“. Stefano Boeri presenta il “Bosconavigli“ a Milano

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Il nuovo vaso di Pandora

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Il vaso di Pandora è una metafora spesso usata per indicare il momento in cui vengono scoperte delle cose brutte che erano state tenute nascoste per lungo tempo.

L’allocuzione deriva dal famoso mito greco in cui Zeus si vendica dell’arroganza degli uomini facendo scoprire tutti i lati negativi dell’umanità che fino ad allora erano stati tenuti lontano dal mondo.

Zeus, che simboleggia per gli antichi greci la Natura, punì duramente gli esseri umani dopo l’affronto di Prometeo che aveva osato sfidare gli dei e, dunque, le forze della natura.

Nel vaso di Pandora c’erano tutti i mali del mondo, la vecchiaia, la pazzia, la malattia, i virus, e simboleggia che all’essere umano la natura consente tutto tranne che di porsi al di sopra di essa.

Sicuramente l’uomo negli ultimi tempi si è arrogato il diritto di porsi al di sopra della natura. E sicuramente la natura non è fatta per stare alle regole imposte dall’uomo.
Reagirà scoperchiando un nuovo vaso di Pandora? 

Continua la lettura con: La regola di Totò per capire se siamo governati da imbecilli

MILANO CITTA’ STATO

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🛑 Lo studio: più DEPRESSIONE e PROBLEMI MENTALI negli ANZIANI dei paesi che hanno adottato più RESTRIZIONI

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Credits mdpi.com - Rapporto tra indice di misurazione delle misure restrittive e incremento di tristezza e depressione negli anziani

L’Italia è tra i paesi che in Europa ha adottato le misure più restrittive e risulta anche tra i paesi dove le conseguenze psicologiche hanno maggiormente colpito gli anziani. Vediamo i risultati dello studio, pubblicato su MDPI journal, che ha analizzato questa correlazione.

Lo studio: più DEPRESSIONE e PROBLEMI MENTALI negli ANZIANI dei paesi che hanno adottato più RESTRIZIONI

# Uno studio analizza l’associazione tra la severità delle misure governative Covid-19 e la depressione negli anziani in Europa e in Israele

credits: ilmessaggero.it

Lo scenario e l’obiettivo dello studio: “La pandemia di COVID-19 sta avendo gravi conseguenze negative per la salute mentale delle persone in tutto il mondo. Accanto all’impatto diretto del virus sugli individui, le risposte del governo per affrontare la sua diffusione, come la quarantena, il lockdown e il distanziamento fisico, si è scoperto che hanno un profondo impatto sulla salute mentale. Questo si manifesta in una maggiore prevalenza di ansia, depressione e disturbi del sonno. Dato che gli adulti più anziani sono di più vulnerabili e gravemente colpiti dalla pandemia, possono essere a maggior rischio psicologico quando cercando di proteggersi dal COVID-19. Lo studio condotto mira a quantificare l’associazione tra il rigore delle misure e l’aumento dei sentimenti di tristezza/depressione in un campione di 31.819 europei e israeliani di età pari o superiore a 65 anni.”

# Il risultato dello studio: l’aumento dei sentimenti di tristezza/depressione è stato maggiore nei paesi dell’Europa meridionale, dove le misure erano più severe

Credits mdpi.com – Rapporto tra indice di misurazione delle misure restrittive e incremento di tristezza e depressione negli anziani

Le conclusioni dello studio: “Abbiamo scoperto che misure più rigorose in tutti i paesi europei e in Israele influiscono sulla salute mentale delle persone anziane. L’aumento dei sentimenti di tristezza/depressione è stata maggiore nei paesi dell’Europa meridionale, come Portogallo, Italia e Spagna, dove le misure restrittive erano più severe. Raccomandiamo pertanto di prestare particolare attenzione ai possibili effetti delle misure di controllo della pandemia sulla salute mentale delle persone anziane.”

Il grafico mostra come l’Italia si posizioni al quarto posto in Europa tra le nazioni che hanno adottato le misure più restrittive in base al Stringency Mesaures Index, dopo Portogallo, Francia e Spagna e al secondo posto subito dietro al Portogallo tra le nazioni dove prevale una crescita dei sentimenti di tristezza e depressione. Gli incrementi minori si sono registrati invece in Danimarca, Slovenia e Repubblica Ceca. Fonte: Mdpi

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FABIO MARCOMIN

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Alla scoperta del nuovo SPORT CENTER BOCCONI con la PRIMA PISCINA OLIMPIONICA di Milano (Foto)

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Credits sportempianti - Piscina Olimpionica

Completato il centro sportivo indoor dell’Università Bocconi, distribuito su 4 livelli per praticare sport individuale, di gruppo e nuotare nelle due piscine tra cui la prima olimpionica della città. I numeri del complesso e tutti gli sport praticabili.

Alla scoperta del nuovo SPORT CENTER BOCCONI con la PRIMA PISCINA OLIMPIONICA di Milano (Foto)

# Completato il centro sportivo indoor dell’Università Bocconi e un nuovo parco

Credits Urbanfile – Parco Bocconi Center

Dal 2018 è operativo il campus progettato dallo Studio SANAA, che comprende un pensionato da 300 posti letto, e quattro edifici che costituiscono la nuova sede della SDA Bocconi School of Management. L’investimento complessivo di 185 milioni di euro prevedeva anche la realizzazione del centro sportivo indoor polifunzionale, Bocconi Sport Center, inaugurato in questi giorni e il parco che collega via Sarfatti con viale Toscana e Tibaldi. Entrambi saranno aperti alla cittadinanza.

Credits Urbanfile – Struttura esterna Bocconi Center

La struttura ha una forma curvilinea con una geometria ellissoidale schiacciata con le strutture portanti dell’edificio in acciaio e il resto in cemento armato. Sono quattro i livelli del complesso che accolgono ambienti ed attrezzature per fare sport, per un totale di 2 piani interrati, un piano terra e 3 piani fuori terra. Vediamo gli sport praticabili per ogni piano.

# Piano seminterrato: l’area piscine con la prima olimpionica della città e una da 25 metri

L’area delle piscine, situata al piano seminterrato, e visibile attraverso le ampie vetrate della hall d’ingresso è la vera chicca del Bocconi Center. Sono presente due vasche:

  • una piscina olimpionica a dieci corsie, da 50 metri, omologata per gli allenamenti FINA, affiancata da una tribuna a gradoni, dotata di un pontile mobile sdoppiabile, che consente di organizzare lo specchio d’acqua per esigenze diverse. A livello tecnologico sono stati implementate delle telecamere subacquee anti-annegamento e e un sistema di led colorati temporizzati lungo le due corsie centrali;
  • una piscina da 25 metri, adatta anche per l’acquagym.

# Primo piano: l’area fitness distribuita su 3.500 metri quadri

Al primo piano troviamo l’area fitness, distribuita su una superficie di 3.500 metri quadrati, in cui è possibile fare: cardio, grid, cycle, boxing, studio, cross, pilates, yoga, oltre ad alcune postazioni wellness come bagno di vapore, sauna, idromassaggio, docce emozionali.

# Il secondo piano è dedicato agli sport di squadra

La Team Sport Area è dislocata al secondo piano con un impianto multifunzionale dedicato agli sport di squadra quali basket, volley, calcio a cinque, con misure regolamentari e pavimentazione in parquet. Sono presenti un impianto basket mobile e uno a soffitto, le reti per volley e calcetto e i tabelloni elettronici. Una tenda divisoria mobile combinata, lunga 30 metri e alta 8, attraversa il campo e ne permette la suddivisione in due aree indipendenti. Per chi assiste alle partite è stata costruita una tribuna telescopica in posizione estesa, lungo un lato del campo, con una capienza massima di 400 spettatori.

# Al terzo piano una running track a due corsie 

Credits sporteimpianti.it – Runnin Track

Salendo al terzo piano con la scala a chiocciola corre un anello di 220 metri a due corsie per la corsa, affacciato come un ballatoio sulla Team Sport Arena.

 

Fonti: Sporteimpianti, Urbanfile

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FABIO MARCOMIN

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Il NUOVO MERCATO CENTRALE di Milano

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Credits Andrea Cherchi - Mercato Centrale di Milano

Rinascono gli spazi abbandonati da 20 anni in Stazione Centrale: oltre 4.500 mq con ristoranti, bar e locali dedicati a carne, pesce, dolci e molto altro. Tutto quello che c’è da sapere sul Mercato Centrale più grande d’Italia.

Il NUOVO MERCATO CENTRALE di Milano

# Uno spazio di oltre 4.500 metri e 29 tra ristoranti, bar e locali, il più grande d’Italia

Credits mercatocentrale.it – Piantina Mercato Centrale

Il Mercato Centrale è stato inaugurato il 2 settembre 2021, in uno spazio riqualificato che sul lato ovest della Stazione Centrale dà su Piazza IV Novembre e via Sammartini, sulla scia degli esempi di Firenze, Roma e Torino. Viene così riqualificata un’area di uffici abbandonati da oltre 20 anni, realizzando uno spazio di oltre 4.500 metri distribuito su due livelli e con 29 tra ristoranti, bar e locali, che ne fa il più grande in Italia tra i mercati centrali delle grandi stazioni italiane. Un luogo dove si potrà fare di tutto, da vivere tutti i giorni dell’anno, dalle 7 a mezzanotte. Si può scegliere di sedersi a mangiare o girare tra le botteghe per fare la spesa, oppure decidere di fare arrivare il Mercato a casa. 

# Il Mercato Centrale di Milano è un’unicum in Italia

Credits Andrea Cherchi – Interno Mercato Centrale

Per la realizzazione del Mercato Centrale di Milano è stato pensato a un design unico, con la conservazione dei segni dell’uso e delle trasformazioni dell’edificio, evidenziando il sistema delle connessioni orizzontali e verticali. Molta importanza è stata data ai materiali impiegati, una selezione di ferro e legno di castagno “capace di trarre dal trascorrere del tempo nuova bellezza e nuovi significati di memoria.” La zona aperta al pubblico interessata dal restyling, di questa porzione della Stazione Centrale abbraccia parte della Galleria delle Carrozze e arriva fino al primo tunnel.  

# L’area del pesce: 1.000 mq con un’enorme vetrina espositiva

Credits Andrea Cherchi – Mercato del Pesce Stazione Centrale

In onore del mercato ittico meneghino, tra i più riconosciuti a livello europeo e dove si trova il pesce più fresco d’Italia, è stata realizzata una grande area di 1.000 mq dedicata proprio al pesce. Al suo interno troviamo:

  • un’enorme vetrina espositiva, affidata alla pescheria Pedol, fiore all’occhiello della tradizione ittica milanese dal 1929, dove si può scegliere se acquistare il pesce da portar via, vederselo recapitare a casa oppure fatto cucinare subito accanto da Orlando Ruggero, all’interno della cucina di pesce
  • un fish bar affidato al cuoco emergente Jérémie Depruneaux, di soli 24 anni, abile nella lavorazione del pesce crudo
  • al centro il cocktail bar di Flavio Angiolillo che serve alcolici e analcolici esclusivamente italiani, tra cui i prodotti innovativi e artigianali della linea Farmily Spirits, come l’amaro, i distillati Mediterraneo e Asia, la vodka e l’aromatico
  • i fratelli Piero e Luca Landi “del pluripremiato ristorante Rendez-Vous di Marciana Marina” con pesce cucinato esclusivamente al carbone vegetale.

Leggi anche: Ma a MILANO c’è davvero il PESCE più FRESCO d’Italia?

# L’area della carne: dalla Chianina di Tenuta la Fratta all’American Barbecue di Joe Bastianich

Credits Andrea Cherchi – Joe Bastianich American Barbecue

Non può mancare il settore destinato alle carni. Ecco cosa possiamo trovare:

  • la qualità certificata di Fausto Savigni, offerta da una famiglia di allevatori e trasformatori di Pavano Pistoiese, con carni e salumi provenienti solo dai suoi allevamenti diretti nell’oasi WWF di Dynamo Camp;
  • la Chianina della Tenuta La Fratta di Enrico Lagorio, la storica azienda agricola toscana in cui per la prima volta fu selezionata la preziosa razza bovina.
  • Alessandro Baronti con il “Girarrosto al fuoco di legna“, una bella esperienza anche visiva, dove vengono proposti solo polli allevati a terra e alimentati con granaglie
  • l’American barbecue firmato Joe Bastianich, in puro stile americano, con un’area dedicata ad un’accurata selezione di vini provenienti dalla sua azienda di famiglia
  • la bottega del bollito e lampredotto di Giacomo Trapani, dove vengono cucinati piatti della cucina tradizionale ricca e genuina, dalla guancia e la ribollita.

# Dal pane di Longoni ai dolci del Maestro pasticcere Vincenzo Santoro

Credit Andrea Cherchi – Santoro Pasticceria Martesana

L’offerta di negozi e locali comprende anche panificati, dolci e cucina internazionale. Al Mercato Centrale sono presenti anche:

  • Davide Longoni, il primo panettiere agricoltore in Italia ad avere terre coltivate a grano, a Milano, con uno spazio dove può per la prima volta, produrre in casa le sue farine, grazie a vero e proprio mulino la cui produzione è visibile a tutti;
  • il “primo mercato biologico”, con i “prodotti 100% biologici del cremasco Tommaso Carioni, dove tutto viene prodotto a ciclo chiuso;
  • La gastronomia genovese di Marco Bruni con il suo U-Barba, con i piatti della tradizione come farinata di ceci, focaccia di Recco, sarde ripiene fritte e al forno e le immancabili trofie al pesto;
  • I ravioli cinesi saranno di Agie Zhou, direttamente da Chinatown, con il ripieno di carne del macellaio milanese Walter Sirtori;
  • il Maestro pasticcere Vincenzo Santoro, collezionista di premi con la Pasticceria Martesana, ultimo quello del miglior panettone d’Italia;
  • Sabato Sessa con i gusti decisi della pasticceria meridionale, in particolare quella campana, nello storico negozio di Ottaviano nel napoletano;
  • il gelato e il cioccolato di Riccardo Ronchi e Edoardo Patrone, che mettono a frutto l’esperienza torinese.

# Fiori, musica e eventi

Credits Andrea Cherchi – Potafiori

Il Mercato Centrale non è però solo cibo. C’è la canta-fiorista jazz Rosalba Piccinni e il suo Potafiori, con una bottega “le piante e i fiori” che si animerà con le flower designer munite di carriole per vendere fiori e piante à-porter. È presente anche un laboratorio radiofonico che alterna innovativi soundscape della città, vere e proprie “cartoline sonore” di Milano. Gli altri spazi potranno ospitare dibattiti, incontri, presentazioni di libri, piccole esposizioni di arte, laboratori culturali per adulti e per bambini.

Continua la lettura con: Svelato il progetto del MERCATO CENTRALE: cibo, musica e un piccolo mulino

FABIO MARCOMIN

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