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MILANO is the new BLACK: la nuova moda di tingere i PALAZZI di NERO

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Credits: style.corriere.it N 21 via Archimede

Quanti edifici neri si vedono in giro per le città? Pochi, molto pochi, quasi nessuno. Un colore così per case e uffici appare troppo scuro e troppo impattante. Eppure Milano va ancora controcorrente. Mentre c’è chi critica il nero come colorazione degli edifici, si è notato, che ultimamente Milano si sta tingendo proprio di nero. Vediamo i casi più eclatanti di questa nuova moda che fa discutere la città.

MILANO is the new BLACK: la nuova moda di tingere i PALAZZI di NERO

# Il palazzo di via Plinio 2

Credits: Massimo Scarinzi FB

Tra gli edifici neri certamente più conosciuti, forse anche per la polemica che c’è dietro, è il palazzo in via Plinio 2. Un edificio in stile liberty che è passato dalle tonalità grigie dei cementi ornamentali e al rosso ocra, prima dominanti, ad un nero intenso. Secondo molti cittadini del quartiere, è stato veramente uno scandalo dipingere l’esterno dell’edifico di nero, “un obbrobrio” per citare, perché è andato a rompere l’armonia cromatica della via.

Il palazzo di via Plinio 2 è infatti diventato l’edificio nero inchiostro tra i colori chiari e vivaci della “vecchia Milano”. Quello che ci si chiede è come sia stato possibile che tale intervento sia stato autorizzato. Il fatto è che non lo è stato. Perché, nel caso dell’edificio in questione, la Sovrintendenza non pone nessun vincolo e i proprietari sono liberi di tinteggiare il palazzo del colore che vogliono. E nero fu. Ma non si tratta di un caso isolato.

# Via Archimede 26

Credits: style.corriere.it
N 21 via Archimede

Sempre nell’area di Porta Venezia, in via Archimede 26, si trova il nuovo headquarter di N°21. 1500 metri quadrati dove sono state trasferite tutte le attività, dall’ufficio stile al commerciale, al press office. Al momento dell’apertura il marchio fondato da Alessandro Dell’Acqua voleva combinare tutti gli stili architettonici milanesi, in modo da creare un insieme contemporaneo ed eclettico. Così, come il primo flagship store di N°21 A Tokyo, ne è uscito un edificio completamente tinteggiato di nero. È nato un edificio che, dall’esterno, ha un aspetto teatrale, austero e scultoreo, ma che all’interno presenta la vita frenetica di una casa di moda. D’altronde si dice che “L’architettura di Milano è ruvida all’esterno ma ha un cuore d’oro”.

# I Black Twins 

Credits: @CantiereUrbanFile FB
Black Twin via Archimede

Ma il palazzo di via Archimede non è solo. Proprio di fronte all’edificio di N°21 c’è ne è un altro, proprio dello stesso colore. Un insieme soprannominato da Urbanfile come i Black Twins di via Archimede. Tra i commenti, la scelta della tinta di nero è ancora molto discussa, ma forse il fatto che si tratta di vecchie fabbriche dipinte di nero lascia i cittadini meno polemici. Un conto è “cancellare” un palazzo liberty, un conto risistemare vecchie fabbriche.

# Il nero arriverà anche a Brera

Credits: @CantiereUrbanFile FB
Palazzo Brera

Anche a Brera sembra che presto si avrà un edificio nero. Come mostra la foto di Cantiere Urbanfile ,in uno dei palazzi del quartiere stanno iniziando i lavori di ritinteggiatura. Sembra che il giallo verrà coperto anche qui da un nero inchiostro

E a voi, piace o no tutto questo nero?

Continua la lettura con: 🛑 Il PALAZZO LIBERTY in TOTAL BLACK, residenti in rivolta: “È un obbrobrio” (immagini)

BEATRICE BARAZZETTI

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Il quartiere delle CASE MINIME nel villaggio dei FIORI

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Murales Villaggio dei Fiori. Credits: @barbaracaramanti IG

Un piccolo quartiere nella zona ovest la cui storia esiste dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e che rischiò di venire demolito nei primi anni Novanta a causa di numerosi progetti ad alta intensità abitativa. Vediamo la sua storia. 

Il quartiere delle CASE MINIME nel villaggio dei FIORI

# Il quartiere con le strade con il nome di FIORI

Lorenteggio, 1952. Il Comune prese la decisione di far costruire degli alloggi per dare un tetto alle famiglie degli sfollati in seguito ai bombardamenti su Milano. Sono le “case minime” realizzate nel quartiere dei Fiori, chiamato così perché ogni sua via ha come riferimento il nome di un fiore. Infatti, questo quartiere così particolare è formato da via delle Camelie, via dei Gigli (via Primaticcio), via dei Giaggioli e via dei Giacinti.

# Le case minime hanno rischiato di venire DISTRUTTE

credits: Blog.urbanfile.org

Il formato edilizio prescelto è quello della casa a schiera unifamiliare, progettato dell’Ufficio Tecnico Comunale, in particolare dall’architetto Arrigo Arrighetti, disposte su due piani e un piccolo giardino sul retro. 233 alloggi costruiti su 19 schiere, ogni schiera prevede 11 abitazioni che verso i primi anni Novanta hanno rischiato di fare la stessa fine delle case minime di Baggio, Bruzzano, via Zama e Vialba realizzate negli anni Trenta e in seguito abbattute poiché considerate “vergognose”.

Credits: @cristinamalaussene
IG

Vi era il progetto di realizzare condomini di 6 piani e la loro costruzione avrebbe spazzato via un pezzo di storia di Milano. Invece, grazie alla battaglia di opposizione vinta dal Comitato Inquilini Villaggio dei Fiori, sono rimaste intoccate.

# Un po’ di COLORE nel Villaggio dei Fiori

Murales Villaggio dei Fiori. Credits: @barbaracaramanti
IG

Oggi, queste casette sono state riqualificate e i lavori di assegnazione di nuovi coinquilini procedono bene, tuttavia, come fa notare il sito di UrbanFile, il quartiere dovrebbe essere curato un po’ di più, aggiungendo aree verdi e sistemando strade e marciapiedi.

Gli abitanti di Lorenteggio si sono già dati da fare per portare un po’ di colore nel quartiere e, con il permesso del Comune, hanno ridipinto le facciate cieche di alcune abitazioni con splendidi murales in occasione delle Olimpiadi Milano Cortina 2026.

Continua a leggere con: 38 MURALES nel VILLAGGIO dei FIORI: così MILANO cambierà volto per le OLIMPIADI

SELENE MANGIAROTTI

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🛑 MODELLO SVEZIA: no green pass e libertà totale contro il virus, ma SOLO UN MORTO AL GIORNO nell’ultimo mese

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Metropolitana a Stoccolma. Credits: Annika Fundin. @ nikkfun IG

Il modello Svezia continua a dimostrarsi vincente: pochi morti senza green pass, restrizioni e obblighi vaccinali. Il raffronto con l’Italia in questo estratto pubblicato su Il Tempo.

MODELLO SVEZIA: no green pass e libertà totale contro il virus, ma SOLO UN MORTO AL GIORNO nell’ultimo mese

# Il modello Svezia continua a dimostrarsi vincente: pochi morti senza green pass, restrizioni o pressioni per vaccinarsi

credits: corriere.it

Il modello Svezia, che non prevede green pass, nessun tipo di restrizione, nessun obbligo vaccinale per specifiche categorie e con meno vaccinati dell’Italia (circa 15 punti percentuali in meno), continua a dimostrarsi uno dei più efficaci nella gestione della pandemia. Come riporta il quotidiano “il Tempo” nell’ultimo mese si sono registrati solo 38 decessi a causa del Covid-19, poco più di uno al giorno. 

Alcune delle obiezioni che spesso vengono mosse sono che nel paese scandinavo la densità demografica sia molto più bassa di quella del nostro Paese e che vivano poco più di 10 milioni di persone, rispetto alle 60 milioni dell’Italia. In realtà la popolazione in Svezia vive prevalentemente nelle città e nel sud del Paese e facendo le debite proporzioni rispetto al totale delle due popolazioni, negli ultimi 30 giorni si sono avuti molti meno decessi di quelli avvenuti in Italia: in un mese la Svezia ha avuto la metà circa del numero di morti che ogni giorno si stanno registrando in Italia (ultima settimana). 

# In Svezia un numero di morti 7 volte inferiore all’Italia in proporzione alla popolazione

Decessi Svezia Agosto-Settembre

Prendendo in esame il periodo compreso tra il 14 agosto e il 13 settembre e adeguando il numero di decessi svedesi alla proporzione tra le popolazioni, con una popolazione pari all’italiana il nostro Paese avrebbe dovuto registrare circa 230 morti e quindi una percentuale minima rispetto ai 1555 reali, quasi 7 volte di più. In aggiunta l’Italia ha registrato molti più morti nonostante oltre il 74,28% della popolazione vaccinabile abbia completato il ciclo vaccinale contro il 60% della Svezia

# La strategia svedese persegue una linea opposta a quella italiana

La strategia svedese contro il Covid-19 si sta dimostrando vincente impostando una linea diametralmente opposta rispetto a quella del nostro Paese. I punti cardini sono:

  • curare i malati e lasciare liberi i sani, senza nessuna restrizione, lockdown o obbligo come la mascherina all’aperto e al chiuso;
  • privilegiare l’immunità naturale su quella vaccinale, senza istituire obblighi vaccinali per nessuna categoria professionale;
  • non creare alcuna discriminazione tra i cittadini e salvaguardare l’armonia e la serenità psicologica e sociale, senza introdurre il Green Pass, che l’Italia invece si appresta a rendere obbligatorio anche per tutti i dipendenti pubblici e privati. 

Una strategia fatta soprattutto per mantenere serenità e armonia nella comunità, ma che si sta dimostrando vincente anche sul profilo sanitario. Un modello che si sta affermando sempre di più: paesi come Danimarca, Finlandia, UK, Spagna, Russia, Est Europa, Florida, Arizona, Texas, Brasile e altri nel mondo di fatto stanno seguendo ormai gli stessi principi. Potrebbe essere questa la strada giusta da seguire anche per l’Italia?

Continua la lettura con: UK: NO al PASS. E la Danimarca: “il Covid sarà trattato come una malattia normale”

FABIO MARCOMIN

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I SEGRETI della comunicazione NON VERBALE dei milanesi

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credits: diggintravel.com

La comunicazione non verbale. Ovvero, la fetta più grande delle tre forme di comunicazione e anche quella più significativa, considerando che secondo gli esperti si prende fra il 55 e il 60% del merito per far arrivare accuratamente al destinatario il nostro messaggio.

Postura, mimica facciale, gesti e parole non dette sono il modo migliore (e probabilmente il più milanese) fra i tanti di farsi capire. Vediamo, quindi, insieme qualcuno degli espedienti più usati a Milano con il loro significato più o meno nascosto.

I SEGRETI della comunicazione NON VERBALE dei milanesi

# Camicia aperta = svacco pre-weekend

credits: inividia 1973

Il white collar che finalmente toglie la cravatta, il cameriere a fine turno, l’impiegato o il lavoratore pubblico che allenta la presa dell’outfit imposto dal datore di lavoro: tutti segni eclatanti che si sta per arrivare alla fine del turno o al termine della settimana lavorativa. Il weekend o i giorni di riposo sono alle porte.

# Controllare il cellulare = segnale di noia o nervosismo

Credits: it.freepik.com

Tattica usata non solo per mascherare la noia (assieme al caro vecchio sbadiglio) ma anche da un selezionatore un attimo dopo aver posto una domanda scomoda al candidato a un’offerta di lavoro. Pochi ne sono a conoscenza, ma lo stratagemma di inventarsi una telefonata o un messaggio a cui stiamo rispondendo mentre il nostro interlocutore sta parlando è nata a Milano, e rappresenta una prova del nove per capire se la persona che abbiamo davanti tende a cadere nelle trappole o, diversamente, conosce il giochetto.

# Camminare avanti e indietro compulsivamente? É solo fame

Credits: amilanopuoi.ocm

Quando un tentativo di cambiare discorso, lo sguardo circolare e la vista dell’orologio al polso aumentano, il milanese ha fame, e avendo sempre fretta non avrà problemi a sfoderare queste piccole tecniche di CNV. Se poi siamo in piedi, i passi e il movimento iniziano a farsi sempre più irrequieti. Al che la persona che vi è vicina capirà in men che non si dica che forse è arrivata l’ora dell’happy hour o della cena.

# Uno schiocco di dita e si parte

credits: wikipedia

Sveglia! L’avvocato in studio chiede che il cliente entri nel nucleo della discussione per non sprecare fiato, la professoressa cerca di catturare l’attenzione degli studenti, il datore di lavoro pretende (un verbo decisamente milanese, ci avete mai pensato?) che i dipendenti si diano una mossa sulla tabella di marcia. Nel resto d’Italia lo schioccare delle dita è ormai in disuso e viene quasi visto come una piccola mancanza di rispetto. A Milano andiamo di corsa, e non abbiamo tempo di preoccuparci di queste cose, se non ti dai una mossa con le parole ci penseranno il pollice e il medio. Solitamente, in tre colpetti secchi.

# Attenzione allo sguardo dall’alto al basso

credits: dreamstime

Chiudendo con un aspetto critico, questo è un gesto che non avviene solo a Milano, ma in tutta Italia. E diciamoci la verità, non è per niente un bel vedere per chi lo riceve. Spesso comunica disprezzo o senso di superiorità da parte del comunicante, e viene codificato (giustamente) come un guanto di sfida da parte di chi lo riceve. Diciamo che qui, come dappertutto, se viene fatto in maniera simpatica e in una cerchia di conoscenti può starci. Ma nella maggior parte dei casi, è un gesto che inseriremmo volentieri nel dimenticatoio della comunicazione non verbale.

A ognuno di noi più volte nel corso delle nostre giornate capita di trasmettere o di ricevere questi segnali di CNV. Ne avete altri da suggerire? Siamo qui per leggerli nei commenti!

CARLO CHIODO

Continua a leggere con: Le 7 ABITUDINI più TIPICHE dei milanesi

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Leggi anche: Manfredi Catella: “Ripartenza? Partnership pubblico-privato e un ‘modello Milano’ per il Paese”

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Perché non si può non essere complottisti

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The Truman Show

Quando i 5 stelle sono arrivati in Parlamento volevano ingenuamente fare tutto in diretta streaming convinti che così la politica sarebbe diventata trasparente e controllata direttamente dai cittadini.
Ma come è ovvio la cosa è rimasta un’idea mai realizzata.

Pensare che qualunque potere presenti tutti i suoi piani e le sue motivazioni alla luce del sole sarebbe come pensare che un giocatore di scacchi voglia spiegare al suo avversario quali sono le sue intenzioni per le prossime mosse.
Qualunque manuale di strategia dice che non si devono mai rivelare pubblicamente i propri piani.
Quindi chiunque voglia investigare sulle motivazioni nascoste più impattanti sulla società non può che essere un complottista.

Non solo gli accordi sottobanco confermano la tesi dei complottisti. C’è anche l’evidenza che soggetti sociali simili hanno interessi simili che a volte non sono in linea con gli interessi generali. Da questi interessi convergenti nascono in modo automatico decisioni convergenti anche senza un complotto vero e proprio.
Ad esempio è ovvio che le aziende del settore del turismo siano a favore della promozione dei viaggi aerei oppure che i grossi editori siano a favore dell’obbligo di leggere libri in classe.

Il complottismo nella nostra cultura ha un’accezione negativa. Invece si tratta di un atteggiamento di studio della società che assomiglia al metodo scientifico che cerca di dimostrare la causa dei fenomeni della sua ricerca cercando un’origine comune.

In realtà è chi detiene il potere che mette in cattiva luce questo modo di investigare la realtà perché non vuole essere messo a nudo.
La sua forza nasce proprio dall’agire nell’ombra.

Continua la lettura con: La vera democrazia è un errore storico 

MILANO CITTA’ STATO

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Leggi anche: Venerdì 17 porta sfortuna? Tutta colpa dell’eptacaidecafobia

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OPEN STAGE: il totem per suonare e cantare dal vivo in PERIFERIA a Milano

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https://www.rockit.it/articolo/milano-open-stage-periferie-centro-citta

Per un mese, fino al 17 Ottobre, tutti i musicisti di Milano hanno a disposizione strutture attrezzate per la musica dal vivo. Un’occasione di visibilità per gli artisti di strada e che si sblocca con un’app.

OPEN STAGE: il totem per suonare e cantare dal vivo in PERIFERIA a Milano

# Gli artisti e la musica: l’intento è di ridare vita alle piazze lontane dal centro

#2 Open stage ph. rockit

Open Stage è un’iniziativa di Officine Buone, creata per portare in strada impianti sonori il più possibile professionali. gli artisti di strada, o i semplici appassionati, hanno così la possibilità di suonare, cantare o ballare, in 4 piazze di Milano, usufruendo di queste attrezzature. Non sono dei palchi, ma dei “totem” che basta sbloccare o prenotare con una APP .

Il primo totem è stato installato a Pioltello, con l’intento di ridare vita alle piazze lontane dal centro. L’operazione ha avuto successo e si è quindi pensato di replicarlo nelle periferie cittadine, sotto forma di tour itinerante. Saranno infatti altre 3 le piazze che ospiteranno Open Stage, a tappe alternate: si inizia Dergano, in via Imbonati 24, fino al 19 settembre. Prosegue in City Life fino al 3 ottobre, per concludersi in Barona, P.le Donne Partigiane fino al 17 ottobre. L’open stage è disponibile dalle 17:00 alle 21:00 tutti i giorni.

# «Innovazione semplice»: sarà sufficiente sbloccare lo stage con l’app

https://www.rockit.it/articolo/milano-open-stage-periferie-centro-citta

Così la definisce Ugo Vivone, fondatore di Officine Buone. Innovazione semplicissima ed efficace. Da musicista o ballerino non hai bisogno di portarti l’impianto sonoro da casa. Il totem da l’opportunità di creare una performance di qualità in quanto, l’offerta tecnica di Open Stage, mette a disposizione tecnologie e prodotti di alto livello. Sarà sufficiente sbloccare lo stage con l’app, collegare il proprio strumento (strumento musicale, microfono o sorgente sonora per i ballerini e crew) e iniziare a farsi applaudire.

Questo Open Stage – Tour nei quartieri è un’opportunità per i giovani artisti: come segnala Rock.it l’edizione 2021 mette infatti a disposizione le attrezzature gratuitamente ed è – a tutti gli effetti – un vero e proprio palco all’aria aperta che fa rivivere le strade, le piazze e i parchi di Milano. Officine Buone lo ha pensato come alternativa innovativa, in un periodo in cui servono soluzioni per fare o ascoltare musica dal vivo. Come piccola ciliegina sulla torta, sono previsti inoltre speciali secret concerts, con special guest misteriose. Gli appuntamenti e i nomi delle star ospiti di Open Stage, verranno resi noti con una notifica, disponibile esclusivamente per chi ha scaricato la app sul dispositivo mobile.

# La periferia al centro

Credits rockit – Open Stage

Milano ha il pallino della cultura diffusa, l’opportunità offerta da Open Stage è una nuova proposta che si aggiunge alle altre, di grande valore, per la prima città al mondo che promuove la musica in stradaL’iniziativa attuale è patrocinata dal Comune all’interno del progetto di Yes Milano denominato Neighborhood by Neighborhood ed è finanziato in collaborazione con Fondazione Cariplo (sempre sensibile ai progetti culturali per la cittadinanza) e da Galbani per Milano, che propone un totem con la forma di un suo prodotto, molto amato a Milano.

Open Stage ha il grande merito di proporre un’alternativa per tutti gli artisti e per il pubblico, che da 18 mesi subiscono restrizioni e privazioni ed è, in concreto, un’ottima occasione per ritrovarsi all’aperto, cantare, ballare e battere le mani ai nostri artisti migliori, sfogando un po’ la mancanza di tutto questo.

In prospettiva di una città “policentrica” sarebbe bello vedere ogni quartiere o maxi-zona, caratterizzato dalla propria anima artistica. Musica, ballo, teatro o mostre interattive, a seconda che ci troviamo in Brera, a City Life o a Lambrate. E voi, come vi sentite? Diteci dove vivete e se l’anima del vostro quartiere è più “pop” o più “Brecht”!

Continua la lettura con: 7 LOCALI INDIMENTICABILI dove si ascoltava MUSICA dal VIVO a Milano

LAURA LIONTI

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Leggi anche: Che cos’è l’inflazione green? La rivoluzione ambientale va pagata a caro prezzo

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🛑 A MILANO una TOMBA da 1 MILIONE di euro

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Credits: ansa.it Edicola ex-Pozzi

Milano, una delle città più care in Italia? Se si pensa che una tomba è arrivata a costare un milione di euro forse non si hanno tutti i torti. Scherzi a parte, la tomba in questione non è assolutamente un’edicola qualunque, ma si tratta di una tomba del grande Cimitero Monumentale di Milano. Sì, si è capito bene, vendendo all’asta le edicole vuote, una ha raggiunto una somma così alta.

A MILANO una TOMBA da 1 MILIONE di euro

# Il Cimitero Monumentale: un vero museo a cielo aperto

Credits: @jerryr81
Cimitero Monumentale

Il Cimitero Monumentale meneghino è un vero e proprio museo a cielo aperto. Potrebbe apparire un po’ strano andare a visitare un cimitero, luogo che sicuramente non mette allegria, ma il Monumentale di Milano vale la pena di essere visto. Le sculture e architetture al suo interno sono di un alto valore artistico e, se si pensa che il Monumentale ospita le spoglie dei cittadini meneghini più illustri, è come se il Cimitero Monumentale custodisse e onorasse la memoria, i ricordi e le azioni della città e dei suoi cittadini.

Realizzato da Carlo Maciachini, l’architettura del cimitero è un misto stilistico tra gotico, romanico lombardo e pisano con inserti bizantineggianti. L’interno del Monumentale è un viaggio artistico tra le epoche: ci sono edicole del realismo ed eclettismo di fine Ottocento, si arriva poi al liberty al simbolismo del Novecento, fino all’epoca contemporanea.

# 2 milioni di euro per 4 monumenti funebri

Credits: ansa.it
Edicola ex-Pozzi

La bellezza del Cimitero Monumentale la riconoscono tutti e un riposo eterno in mezzo a personaggi illustri come Alessandro Manzoni, Enzo Jannacci, Dario Fo e Franca Rame, Giorgio Gaber e Alda Merini, può essere apprezzato da molti.

Alla prima asta pubblica promossa dal Comune per l’assegnazione di quattro edicole sono stati raggiunti 2,6 milioni di euro. 15 offerte presentate e basi d’asta già abbastanza alte hanno fatto sì che una tomba raggiungesse il valore di un milione di euro. Più precisamente, per l’edicola ex Bardelli sono stati offerti 155 mila euro (base d’asta 122 mila euro), 502 mila euro è stato il prezzo per l’edicola ex Coulliaux (base d’asta di 287 mila euro) e 926 mila euro per l’ex edicola Valdani (base d’asta 388 mila euro). Ad essere stata aggiudicata per 1 milione di euro è, invece, l’edicola ex Pozzi (base d’asta 678 mila euro). 

Continua la lettura con: Visita al Cimitero Monumentale

BEATRICE BARAZZETTI

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La NUOVA TOP TEN dei QUARTIERI che si sono rivalutati di più in Italia: primo un quartiere di Milano

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credits: @moni.bigh (INSTG)

Milano batte Roma e Torino e piazza quattro quartieri nelle top ten di quelli più rivalutati in Italia. Ecco la fotografia del mercato immobiliare italiano e milanese.

La NUOVA TOP TEN dei QUARTIERI che si sono rivalutati di più in Italia: primo un quartiere di Milano

# Porta Ticinese il quartiere più rivalutato in Italia, in crescita del 6%. Altri 3 quartieri milanesi nelle top ten italiana

Credits scenari immobiliari-corriere – Top ten rivalutazioni immobiliari Italia

Nel suo consueto outlook sul mercato europeo Scenari immobiliari certifica la ripresa dell’interesse del residenziale in tutta Europa nel primo semestre del 2021, con un incremento di vendite del 33,7%, in Italia il dato è ancora maggiore con +34,8%. Nella parte del rapporto dedicata all’Italia, che analizza il mercato delle principali città, Milano si appresta a chiudere l’anno da regina: si prevede che si possano toccare il dato record di 27mila compravendite a fine anno. Solo Firenze ha visto un incremento maggiore rispetto a Milano della media cittadina dei prezzi negli ultimi 12 mesi, lo 0,8% contro lo 0,6%, ma è milanese il quartiere che ha registrato la maggiore rivalutazione annua: i valori immobiliari di Porta Ticinese sono saliti del 6%.

Altri tre quartieri di Milano si piazzano nella top ten italiana di quelli più rivalutati, un altro record per la città: in Porta Romana i prezzi sono cresciuti del 4,9%, in Sempione-Firenze del 4,8% e in Buenos Aires-Centrale del 4,3%. Sul podio troviamo invece la zona di Piazza Navona a Roma, cresciuta del 5,3% e De Gasperi/Duca d’Aosta a Torino salita al 5%.

Leggi anche: A Milano il QUARTIERE in Italia dove i PREZZI delle case sono saliti di più

# Cresce a Milano l’acquisto di case di chi non è residente in città: al primo posto in Italia 

Credits: @milano_mirabilia IG

Milano batte Roma e Torino anche sulla percentuale di acquirenti provenienti da altre province d’Italia. Come rivela una recente analisi dell’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa nel capoluogo lombardo l’82,8% delle compravendite è effettuato dai residenti, mentre il rimanente da chi arriva da fuori, il 4,8% dall’hinterland e il 12,4% da altre province dello stivale: Roma e Torino si attestano rispettivamente al 10,1% e al 9,8%.

Entrando nel dettaglio il 6,3% arriva dall’area settentrionale, da altre province lombarde, liguri e piemontesi, il 3,7% dal Sud, soprattutto campani, pugliesi e siciliani, il 2,4% dal Centro Italia, particolare laziali e toscani. Il target di acquirenti da fuori sono prevalentemente dipendenti, professionisti e genitori di studenti universitari che acquistano anche per mettere gli immobili a reddito. Le zone preferite dove andare a vivere sono quelle periferiche, con maggiore disponibilità di abitazioni più ampie, con terrazzo e una stanza in più, servite, o che lo saranno in futuro, dalla metropolitana. Le macro-aree più ricercate sono San Siro, Niguarda, Inganni-Forze Armate, Forlanini. 

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FABIO MARCOMIN

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🛑 3 MILIONI di EURO dal Comune di Milano per CAMBIARE AUTO o MOTO. Ecco come poterli ottenere

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Credits tenkoring - Auto elettrica

Ritornano i fondi messi a disposizione dal Comune di Milano per sostituire o acquistare una nuova auto o moto a basso impatto ambientale. Quanto si può ottenere e i requisiti richiesti.

3 MILIONI di EURO dal Comune di Milano per CAMBIARE AUTO o MOTO. Ecco come poterli ottenere

# Il Comune di Milano stanzia 3 milioni di euro per l’acquisto di auto o moto a basso impatto ambientale

Credits: www.eurel.it – Palazzo Marino

Ritornano i fondi messi a disposizione dal Comune di Milano per sostituire o acquistare una nuova auto o moto a basso impatto ambientale, dopo gli 8,5 milioni del 2020. Lo scopo di questo intervento è di migliorare la qualità dell’aria potenziando la presenza di veicoli non inquinanti sul territorio cittadino. La somma stanziata è di 3 milioni euro e si potrà richiedere il bonus fino al 31 dicembre 2021 o fino a esaurimento dei fondi.

Per accedere a questi incentivi, che si possono cumulare con quelli statali, bisogna essere cittadini residenti a Milano con almeno 18 anni. La procedura per la presentazione del bonus dovrebbe essere di tipo telematico e dovrà essere fatta seguendo le indicazioni riportate nel bando 2021 che verrà pubblicato prossimamente dal Comune di Milano. L’importo sarà calcolato sul prezzo finale, già comprensivo del bonus statale. 

# I destinatari del bonus auto e le condizioni per ottenerlo

Credits tenkoring – Auto elettrica

Il bonus auto si ottiene acquistando autoveicoli per trasporto persone ibridi (elettrico / benzina oppure elettrico / diesel), elettrici, idrogeno, Bifuel in presenza di una di queste due condizioni:

  • venga radiato per demolizione un veicolo per il trasporto persone alimentato a benzina fino a Euro 3 incluso oppure diesel fino a Euro 6 incluso;
  • non avvenga la rottamazione del vecchio veicolo ma una contestuale radiazione per esportazione all’estero di un veicolo per il trasporto persone diesel Euro 5 e 6. Il contributo coprirà in questo caso solo il 20% del costo totale.

# I destinatari del bonus moto, le condizioni e il contributo previsto

Credits vaielettrico – Scooter elettrico

Il bonus moto è destinato a coloro che acquistano un motoveicolo o ciclomotore nuovo ad alimentazione elettrica. Il contributo previsto è pari al 60% del costo totale e fino al massimo di 3.000 euro. Le condizioni da rispettare sono una tra queste due:

  • la contestuale demolizione di un veicolo trasporto persone alimentato a benzina fino a Euro 3 o diesel fino a Euro 6 oppure solo diesel Euro 5 e 6 se lo stesso veicolo viene destinato all’esportazione;
  • contestuale radiazione di un motoveicolo o ciclomotore con alimentazione a due tempi fino a Euro 3 incluso, benzina a quattro tempi fino a Euro 2 incluso. In caso non ci sia  radiazione del mezzo l’incentivo si ridurrà al 40% del costo totale e fino a un massimo di 1.800 euro per l’acquisto di una moto o di un ciclomotore nuovo.

Continua la lettura con: Le 10 AUTO a benzina che CONSUMANO MENO carburante

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Farmaci inalatori, le novità di AIFA: prescrizione dal MMG e no al piano terapeutico

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“Let’s Break it up!”: è stata presentata l’installazione che anticipa la NUOVA SKY FOREST di piazzale LORETO

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Credits: archiportale.com Let's Break It Up

A poco giorni dal termine di una Milano Design Week extra-ordinaria e un po’ particolare, tra le installazioni presentate c’è assolutamente da ricordare “Let’s Break It Up!” in Piazzale Loreto. Perché? Perché l’opera anticipa quello che sarà il nuovo Piazzale Loreto.

“Let’s Break it up!”: è stata presentata l’installazione che anticipa la NUOVA SKY FOREST di piazzale LORETO

# Il verde che spacca l’asfalto

Credits: archiportale.com
Let’s Break It Up

In occasione della Milano Design Week 2021, mercoledì scorso, nel Salone d’Onore in Triennale, è stata presentata l’installazione “Let’s Break It Up!” e mostrato per la prima volta il modellino del progetto “Loc, Loreto Open Community”. “Let’s Break It Up!”, comparsa durante il Fuorisalone, è stata infatti l’occasione per presentare il progetto e dare un’idea di quello che sarà il nuovo Piazzale Loreto. “Let’s Break It Up!” prevedeva l’installazione di 16 alberi di Quercus Palustris come anticipazione della “foresta urbana” che popolerà LOC. Un nome ben pensato perché, piantando questi alberi, l’asfalto è stato letteralmente rotto. Ma questo è solo l’inizio, perché il grigiore di uno degli snodi del traffico più famoso di Milano, sarà trasformato in una zona verde.

# LOC: Loreto Open Community

Credits: comune.milano.it
Loc

Ma cos’è LOC? Se ne è già parlato tanto del progetto Loreto Open Community che trasformerà la zona trafficata di Loreto in un’agorà verde. Come descritto da archiportale.com il progetto è ideato e portato avanti da Ceetrus-Nhood, insieme al partner Arcadis e con il patrocinio del Comune di Milano, Milano Design Week e Bella Estate. Loreto si trasformerà in uno spazio vivo, luogo di eventi culturali e artistici, popolato da negozi, ristoranti e servizi per i cittadini. Saranno creati 10000 metri quadrati di spazio verde, un hub attrattivo e un asilo di quartiere.  Ma non ci sarà solo una piazza. Sì perché sarà realizzato un sistema di piazze su 3 livelli, piazze che si riconnetteranno poi alla strada e all’accesso alla metropolitana. Un progetto molto ambizioso che si prevede possa diventare un nuovo simbolo di Milano in occasione delle Olimpiadi del 2026.

# Il plastico presentato in occasione di “Let’s Break It Up”

Questo il plastico presentato lo scorso mercoledì. Ecco come sarà il nuovo Piazzale Loreto.

Credits: archiportale.com
Plastico Piazzale Loreto
Credits: archiportale.com
Plastico Piazzale Loreto
Credits: archiportale.com
Plastico Piazzale Loreto

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BEATRICE BARAZZETTI

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La vera democrazia è un errore storico

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Dopoguerra in Italia

Nella storia raramente si è arrivati a un compromesso tra le pulsioni e gli interessi della società tale da portare a un equilibrio che abbiamo chiamato democrazia.
La tendenza naturale è quella in cui una parte prevale sulle altre imponendo la propria visione, schiacciando quelle alternative.

Il periodo che abbiamo vissuto dal dopoguerra fino a un paio di anni fa è stato una specie di età dell’oro, un incidente di percorso di pace e libertà individuali all’interno di secoli di guerre e di regimi autoritari.
Peraltro limitato a un numero di stati esiguo appartenenti soprattutto all’occidente europeo e americano.

Quali sono le caratteristiche più ricorrenti di una società?

La prima tipica componente è la tendenza all’autoritarismo. Qualunque potere mira all’estensione incontrollata e senza fine della sua forza. Innanzitutto nei confronti dei cittadini e spesso, prima o poi, anche nei confronti di altri stati.

Una seconda caratteristica è l’acuirsi della divisione tra le diverse classi sociali. E’ il divide et impera di scuola romana. In generale alcuni gruppi di cittadini cercano di assecondare il potere in cambio dell’ottenimento di determinati privilegi, quasi sempre ai danni di altri gruppi la cui persecuzione diventa un grimaldello di rafforzamento dell’autorità.

La terza costante è l’affermazione di un’ideologia del potere attraverso una manipolazione continua fatta di dogmi, riti, atti di fede, eroi, principi che non possono essere messi in discussione e il ricorso a una narrativa favolistica che crea miti e leggende sull’origine e l’evoluzione dell’autorità.

Senza il costante impegno dei cittadini a difendere i loro diritti ogni società tende per forza a una deriva autoritaria e intollerante. Una deriva che di solito finisce o per una reazione organizzata da parte dei gruppi di cittadini più discriminati oppure in seguito a una guerra tra paesi con interessi o visioni del mondo differenti.

Continua la lettura con: La lima è uno strumento di libertà?

MILANO CITTA’ STATO

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🛑 MILANO: arriva una nuova PIAZZA HI-TECH

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Credits: milano.corriere.it nuova piazza Fernanda Pivano

Una scrittrice appassionata della cultura americana, una Milano patria e simbolo delle sue scoperte e del suo successo. Si sta parlando di Fernanda Pivano, traduttrice, scrittrice, giornalista e critica musicale nata a Genova nel 1917 e scomparsa a Milano nel 2009. È a lei che sarà dedicata la nuova piazza hi-tech di Milano.

MILANO: arriva una nuova PIAZZA HI-TECH

# Una nuova piazza per “The Sign”

Credits: milano.corriere.it
nuova piazza Fernanda Pivano

La nuova piazza hi-tech si troverà tra le due torri adibite ad ufficio del progetto di rigenerazione urbana “The Sign”. Un progetto che coinvolgerà l’area sud-ovest di Milano, nello specifico quella di Via Tortona, Navigli, Romolo e Università Iulm e Politecnico. Fondato sul binomio uomo e tecnologia, “The Sign” vuole attrarre le community limitrofe e accogliere le aziende in moderni spazi adatti alle nuove modalità di lavoro. La nuova piazza dovrà essere accogliente e accessibile, il cuore pulsante dell’intero quartiere.

# A Romolo una piazza smart

Credits: milano.corriere.it
nuova piazza Fernanda Pivano

Sarà una piazza aperta e smart, dominata dal verde perché considerato l’elemento di connessione tra città, edifici, aziende e persone. L’obiettivo è quello di creare un luogo di incontro per i cittadini e allo stesso tempo un luogo che stimoli la creatività e lo scambio di idee. La nuova piazza dedicata a Fernanda Pivano sarà aperta a tutti e ospiterà una zona meeting, una foresta urbana e un green podium. Inoltre occuperà un’area di 4000 metri quadrati.

# La Milano di Fernanda Pivano

Credits: style.corriere.it
Fernanda Pivano

E’ a Fernanda Pivano che sarà dedicata la nuova piazza. La Milano di Fernanda Pivano è la Milano degli anni Sessanta, in un periodo di grande foga letteraria. È proprio in questi tempi, nella sua casa con terrazza, che la scrittrice, insieme a suo marito Ettore Sottsass, ospita i più grandi scrittori della beat generation. La coppia si trasferirà poi in via Manzoni 13, nel dicembre del 1966, e ancora una volta la casa diventerà luogo di controcultura. Qui nasce la rivista “Pianeta Fresco”. Ma il grande animo artista della Pivano non si esaurisce nella scrittura, interessata alla cultura americana, la donna organizzerà il Festival The New American Cinema a Torino sequestrando il proiettore del club milanese.

La Milano della donna è una Milano rivoluzionaria, come rivoluzionaria sarà la nuova piazza.

Continua la lettura con: The Sign

BEATRICE BARAZZETTI

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Leggi anche: Lattoferrina: con il probiotico giusto un aiuto contro il Covid

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La lima è uno strumento di libertà?

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Emil

Ieri a passeggio con un amico a un certo punto davanti a un negozio di ferramenta è voluto entrare dentro. Mi ha detto devo prendere una cosa, aspettami pure qui se non vuoi entrare. Dopo pochi minuti esce e gli chiedo cosa hai preso?
Uno strumento di libertà, mi dice. Apre il sacchetto e mi mostra una lima da ferro con il manico verde.

Una classica tecnica di manipolazione psicologica è di togliere delle libertà naturali per potersi mostrare generoso nel riconsegnarle. Tipico esempio è nell’educazione da padre-padrone che si è protratta fino a una parte del novecento, in cui le pene corporali comprendevano la reclusione in un ambiente confinato dove il bambino meditava sulle sue colpe e l’educatore mostrava poi generosità e comprensione nel liberarlo.
Un po’ come la lima che per una persona libera ha scarso significato ma per un carcerato è un simbolo di libertà.

Emil era un telefilm svedese tratto da un libro di Astrid Lindgren. Raccontava di un bambino di nove-dieci anni che come tutti i ragazzini ne combinava di ogni. Per punizione veniva regolarmente rinchiuso dal padre nel ripostiglio degli attrezzi della fattoria dove vivevano.
In quello stanzino prendeva un coltello e si metteva a scolpire un pezzo di legno per creare una statuina. E quindi il ripostiglio era pieno di statuine di legno.

Quella che originariamente era considerata una punizione diventava un momento creativo e di realizzazione del bambino.
In una compressione della libertà la lima non è la sola via di uscita. C’è anche la possibilità di intagliare le statuine di legno o di scrivere le mie prigioni.

Continua la lettura con: Elogio della minoranza

MILANO CITTA’ STATO

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Leggi anche: Catello Maresca e l’incompetenza della politica

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🛑 MILANO la nuova CINECITTÀ? BOOM di richieste per girare film in città

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Credits: t.bitcoinethereumnews.com House of Gucci

Milano è bella e lo riconoscono anche molti registi. Ma Milano è anche grande, è grattacieli, è storia, è spesso qualcosa che non si può trovare in altre città italiane. Per questo quando Milano risponde alle esigenze dei registi si presenta come la soluzione migliore. Milano non è mai stata però all’altezza di Roma, città italiana in assoluto del cinema e della televisione per quanto riguarda film e spot girati, ma, senza fare troppi paragoni, una cosa si può dire: Milano sta diventando sempre più richiesta, nel 2021 sono infatti già arrivate 505 domande per allestire set cinematografici, spot o programmi tv.

MILANO la nuova CINECITTÀ? BOOM di richieste per girare film in città

# I film del 2021: da House of Gucci all’Amica geniale

Credits: t.bitcoinethereumnews.com
House of Gucci

Da House of Gucci con Lady Gaga alla serie televisiva Doc, alla pellicola Carla dedicata a Carla Fracci, fino al film Napoleone girato tra le mura del Castello Sforzesco. Milano è sempre più domandata sia a livello nazionale che internazionale e lo prova l’88% in più delle richieste di girare film, spot e set in generale. Citando altri titoli che saranno girati quest’anno, poi, troviamo l’Amica Geniale, la serie Fedeltà e il film ‘Mollo tutto e apro un chiringuitò” con Germano Lanzoni e Paolo Calabresi.

# Un salto di qualità

Credits: milano.corriere.it
Set l’Amica Geniale

Nel 2020 sono state solamente 237 le domande per girare a Milano, ma anche nel 2019, quindi nel periodo pre-Covid, le richieste erano state meno di quest’anno, 462. A settembre 2021, invece, per ora sono già stati programmati 505 set tra fotografia, cinema e tv. A vincere su tutto è la moda che ha già richiesto la disponibilità per 133 pubblicità, d’altronde Milano è la città della moda e non si può chiedere città migliore. Non mancano però film (55), documentari (46), serie tv e fiction (42).

# Ma quali sono le zone preferite dai registi?

Credits: pressreader.com
Che bella giornata con Checco Zalone

Come ricorda ilgiorno.it con un mese di luglio degno di essere ricordato con 94 richieste presentate in Comune per usare le location milanesi come set cinematografici, pubblicitari e fotografici, ci si chiede quali siano i luoghi preferiti dai registi. Non c’è da stupirsi se tra i nomi compaiono le più belle attrazioni della città come Duomo, Galleria Vittorio Emanuele II, Scala e Palazzo Reale.

Sono state infatti 209 le richieste per questi luoghi, ma non mancano anche proposte di set per parchi (esclusi Parco Sempione e Giardini Montanelli), musei, zona Cairoli, Dante, Cordusio e Broletto. Ultima ma non meno importante o meno richiesta c’è la zona Castello, Arco della Pace e Sempione.

Continua la lettura con: 🛑 Le PERIFERIE di Milano diventano FANTASY nella nuova serie NETFLIX

BEATRICE BARAZZETTI

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Leggi anche: Chi è Valentino Di Carlo, professore con tre lauree contro il Green Pass

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🛑 Piazzale Bacone a COLORI: completata la RIQUALIFICAZIONE

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Credits Valeria Borgese Fb - Piazzale Bacone

Terminato un altro intervento di urbanistica tattica grazie anche al lavoro dei residenti della zona. Ecco come è stata trasformata l’area di Piazzale Bacone.

Piazzale Bacone a COLORI: completata la RIQUALIFICAZIONE

# Terminato l’intervento di urbanista tattica del progetto “Piazze Aperte” in Piazzale Bacone

Credits milanocorriere – Piazzale Bacone 1

Con la colorazione di Piazzale Bacone si è concluso l’intervento di urbanistica tattica del progetto «Piazze Aperte», pensato per migliorare la sicurezza stradale in corrispondenza dell’ingresso dei bambini a scuola. Altri interventi simili erano già stati realizzati in Piazza Sicilia, via Venini, viale Molise e via Toce. Nello specifico sono stati ampliati i marciapiedi, gli attraversamenti e gli spazi pedonali, è stato introdotto il limite di velocità a 30km/h, l’istituzione del senso unico in via Spontini, la riorganizzazione della sosta auto e le corsie ciclabili.

A questo si è aggiunto la posa di elementi di arredo urbano: 14 panchine, un tavolo da ping-pong, tre tavoli da pic-nic, otto rastrelliere per bici e 24 piante in vaso. Gli abitanti della zona ha dato gli ultimi ritocchi in questo weekend colorando la pavimentazione del piazzale.

# Il piazzale diventa a colori e viene firmato il patto di collaborazione

Credits milanocorriere – Piazzale Bacone

I residenti hanno colorato di vernice, rossa, gialla e azzurra, le aree pedonalizzate di Piazzale Bacone per concludere definitivamente i lavori di riqualificazione a cui è seguita la sottoscrizione del Patto di collaborazione sulla cura dell’area. L’accordo «Liberi Passi in Piazzale Bacone» è stato firmato congiuntamente dal Comune di Milano e da alcune associazioni: Non Riservato, I Baconiani, il Comitato Genitori «Santa Caterina», WinWin Office e Hypnos Studio di progettazione architettonica. L’obiettivo di questo patto di collaborazione è quello di “curare, animare e rivitalizzare il nuovo piazzale proponendo, tra le altre cose, pic-nic, letture teatrali, giochi nello spazio pubblico e proposte di cinema e teatro all’aperto.” 

Salgono così a 90 i Patti di collaborazione in città grazie ai quali si sono potuti sviluppare progetti e condividere responsabilità nell’amministrazione dei Beni Comuni in tutti i quartieri di Milano. I principali ambiti toccati sono quelli della cura e della rigenerazione urbana, delle piazze aperte, della pulizia da atti vandalici e graffiti, della creazione di giardini condivisi, di attività sociali, nella valorizzazione dei dati aperti e nell’assistenza spirituale.

Continua la lettura con: PIAZZA CASTELLO avrà un nuovo VOLTO: il restyling entra nel vivo

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Manfredi Catella: “Ripartenza? Partnership pubblico-privato e un ‘modello Milano’ per il Paese”

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I 10 POSTI più incredibili al MONDO che sfidano la FORZA DI GRAVITA’

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Credit: siviaggia.it

Ci sono alcuni luoghi che sfidano davvero la forza di gravità. Ecco i 10 più incredibili al mondo, tra cui anche una meta italiana.

I 10 POSTI più incredibili al MONDO che sfidano la FORZA DI GRAVITA’

Tutto l’universo sottostà alle leggi della fisica, e tra tutte la forza di gravità è una di quelle a cui proprio non si può disobbedire. Eppure ci sono dei luoghi nel mondo che si trovano in equilibrio in posizioni a dir poco impossibili: scogliere, alberi o cime di montagne. Oggi vi presentiamo la classifica dei 10 luoghi che sfidano la gravità più incredibili di tutto il globo, tratti dal sito siviaggia.it. Nella lista c’è anche un posto italiano.

#10 Monastero di Taktsang

Credit: siviaggia.it

Questo monastero si trova arroccato sul bordo di una scogliera in Bhutan, a oltre 3.000 metri dal fondovalle. Offre una vista spettacolare sulla Valle di Paro, e proprio per la sua posizione selvaggia è conosciuto come “Tiger’s Nest” ovvero il rifugio della trigre.

#9 Meteore

Credit: siviaggia.it

La zona delle Meteore è una delle più visitate della Grecia: caratterizzata da megaliti di roccia arenaria su cui si trovano inspiegabilmente diversi monasteri arroccati a più di 300 m nell’aria. Il più famoso è Roussanou, che sfida i turisti con i suoi 200 vertiginosi scalini.

#8 Sigiriya

Credit: siviaggia.it

L’altopiano roccioso di Sigiriya si trova tra la natura più incontaminata dello Sri Lanka. Formato da magma vulcanico, è stato edificato nel V secolo d.C dal re Kashyapa I: questi vi fece costruire una fortezza che sembra davvero sfidare ogni legge della fisica.

#7 Haid Al-Jazil

Credit: siviaggia.it

Se già una fortezza su un altopiano può sembrare assurda, figuratevi un intero paese. Haid Al-Jazil è infatti un paesino nel cuore della valle dello Yemen, ed è considerato uno dei luoghi più isolati della Terra. Ha oltre 500 anni ma nonostante il passare dei secoli non ha ceduto: è rimasto appollaiato sul grande masso a esattamente 107 metri dal suolo. La cosa più sorprendente è che il paese non è disabitato da molto tempo, infatti fino al 2004 Haid Al-Jazil aveva ben 17 abitanti.

#6 Kjeragbolten

Credit: siviaggia.it

Se fino ad ora abbiamo visto solo luoghi “creati dall’uomo”, è arrivato il momento di mostrare le creazioni pazzesche della natura stessa. A Kjeragbolten, in Norvegia, si trova un masso di 5 metri cubi incastonato in un abisso profondo quasi un chilometro. La roccia appare proprio sospesa tra il vuoto che la precede e quello che la segue, restando bloccata dalla pressione laterale che l’ha trasformata in uno dei luoghi più popolari per fare base jumping.

#5 Castello di Trosky

Credit: siviaggia.it

Il Castello di Trosky è una gotica fortezza in Repubblica Ceca famosa per avere due torri separate da un grosso vuoto. Infatti le due si ergono ciascuna su una spina di basalto, creando uno spettacolo davvero unico. La più piccola e più ampia è soprannominata “Baba” – ovvero “vecchia” – e quella più alta e sottile è chiamata invece “Panna” – letteralmente “giovane ragazza”.

#4 Nido di Rondine

Credit: siviaggia.it

Sempre restando in tema di castelli, ce n’è uno in Ucraina che si trova sul bordo della scogliera di Capo-Ai-Todor. L’edificio sembra poter cadere da un momento all’altro, ma si trova affacciato sull’oceano da oltre un secolo. Fu costruito infatti nel 1912 da un ricco barone del petrolio tedesco, e oggi continua ad affascinare gli stupefatti turisti.

#3 Taung Kalat

Credit: siviaggia.it

Il monastero di Taung Kalat, in Myanmar, è davvero un luogo dall’atmosfera ultraterrena. Fu costruito all’inizio del XX secolo e per poterlo raggiungere bisogna salire 777 scalini e schivare la moltitudine di scimmie macaco Rhesus durante il percorso. La cima raggiunge i 2762 m dal suolo e può essere considerata una dei punti panoramici più belli di tutto il mondo.

#2 Rocamadour

Credit: siviaggia.it

Ci riavviciniamo al nostro Paese con il borgo medievale di Rocamadour, arroccato sul massiccio di falesia calcarea che domina il torrente francese Alzou. Sin dalla sua costruzione il borgo è sempre stato meta di pellegrinaggi poiché custodisce le reliquie di Sant’Amadour. Ma i pellegrinaggi non sono riservati ai soli religiosi e Rocamadour è una tappa ambita anche per la sua strana posizione, che affascina e stupisce i suoi visitatori.

#1 Calcata

Credit: siviaggia.it

Per il primo posto di questa classifica abbiamo riservato un piccolo borgo, ma davvero magico, del centro Italia: Calcata. Sospeso tra la vegetazione della Tuscia Viterbese, il borgo cambia aspetto seguendo il corso delle stagioni. Non è tra le mete turistiche più affollate in Italia ma vale la pena di essere conosciuto e valorizzato soprattutto per la sua posizione davvero privilegiata, dalla quale si osserva uno dei panorami laziali più emozionanti.

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ROSITA GIULIANO

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🛑 “METTITI nelle MIE SCARPE”: in arrivo a Milano una grande opera esperienziale. Ecco quando e dove vederla

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credits: @fondazioneempatia su IG

A Milano, spunta un’opera per praticare l’umiltà e vedere le cose con altri occhi, o meglio, con un altro paio di scarpe. Vediamo come funziona questa iniziativa.

“METTITI nelle MIE SCARPE”: in arrivo a Milano una grande opera esperienziale. Ecco quando e dove vederla

# L’obiettivo è creare EMPATIA

credits: Clare Patey

Si chiama “Mettiti nelle mie scarpe” ed è il nuovo progetto realizzato dall’artista Clare Patey per il Museo dell’Empatia di Londra e portato nel capoluogo lombardo. L’obiettivo del progetto è nobile: creare empatia e spingere la gente a preoccuparsi meno di sé stessi e più degli altri. Sarà esposto al pubblico dal 21 Settembre, in occasione della Fashion Week.

# Perché proprio le SCARPE?

credits: MilanoToday

In italiano diremmo “mettersi nei panni di qualcun altro” per esprimere l’intenzione di vedere le cose sotto un altro punto di vista, ma essendo il progetto di origine inglese, è stato adattato il detto “To walk a mile in someone’ shoes” (camminare un miglio indossando le scarpe di qualcun altro) alla nostra lingua. Da qui, nasce l’iniziativa di realizzare una grande scatola da scarpe in Zona Garibaldi, in Piazza 25 Aprile.

Si potrà scegliere un paio di scarpe a cui sarà legata la storia del proprietario che le ha donate e ha scelto di condividere alcuni dettagli della propria vita. Camminando con le sue scarpe, si ascolteranno le vicende narrate da 31 podcast originali (21 in italiano e 10 in inglese) che “testimoniano realtà di ordinaria fatica e quotidiana normalità della città di Milano e non solo”.

# L’empatia può essere PRATICATA

credits: Clare Patey

Il progetto nasce insieme al filosofo britannico Roman Krznaric, portato in Italia per la prima volta da Fondazione Empatia Milano in collaborazione con Levi’s.
L’agenzia Ansa riporta il fine di questa iniziativa: “l’opera d’arte si basa, infatti, sul concetto di empatia elaborato da Krznaric: non una dote innata, ma una capacità che può essere sviluppata e “allenata” nel tempo, aprendosi all’ascolto degli altri e all’accettazione della diversità come fonte di arricchimento personale”.

Fonti: Ansa, MilanoToday

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SELENE MANGIAROTTI

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Elogio della minoranza

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Vignetta satirica contro Charles Darwin, rappresentato come una scimmia

La legge della selezione naturale illustrata da Charles Darwin dimostra che piccole variazioni che apparentemente sono degli errori rispetto alla maggioranza dei geni, a volte possono portare a modificare le caratteristiche di una specie fino a renderla più adatta all’ambiente.

Lo stesso avviene nelle società. In un mondo conformista quando emergono le idee nuove, queste provengono sempre da una minoranza che in caso di successo dilagano portando avanti il pensiero e la conoscenza.

Nel mondo della cultura gli impressionisti erano una sparuta minoranza considerati dalla critica dei cattivi pittori ma sono stati in grado di cambiare i paradigmi dell’arte dell’ottocento, avviando un processo che ha rivoluzionato tutto il settore.

Le idee più innovative in ambito scientifico oggi di uso comune quando sono apparse sono state sempre oggetto di denigrazione se non di rifiuto. La stessa legge dell’evoluzione naturale di Darwin è stata fortemente osteggiata agli inizi, così come la rivoluzione copernicana o la scoperta dell’inconscio della psicanalisi. Questo avviene in ogni ambito del pensiero umano, anche nella politica.

L’idea della Francia repubblicana nell’Europa dei nobili e del re sembrava una cosa folle, ma con il tempo la carta dei diritti francese e americana si è imposta a livello mondiale e i paesi che non la adottano sono considerati retrogradi.

Questo è il motivo per cui bisogna avere un occhio di riguardo per i pensieri differenti e per le minoranze, per non apparire agli occhi della storia come dei talebani.

Continua la lettura con: I torti della maggioranza

MILANO CITTA’ STATO

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Leggi anche: Da Milano il coraggio di investire su nuovi progetti per far ripartire il Paese dopo la pandemia

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🛑 URBANFILE: inaccettabile il degrado di VETRA in pieno centro a Milano

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Degrado Vetra 7

Il degrado non risparmia più nemmeno il centro storico, dopo Corso di Porta Romana e la Darsena altre zone sono lasciate in balia degli incivili. Ecco la situazione tra Piazza Vetra e le Colonne di San Lorenzo. Riferimento articolo e foto: Urbanfile

URBANFILE: inaccettabile il degrado di VETRA in pieno centro a Milano

# I luoghi storici del centro sono sempre più colpiti dal degrado

Degrado Vetra 3 – La basilica imbrattata

Milano è una delle poche grandi città italiane in cui il livello di pulizia delle strade e dei luoghi esterni in generale si possa ritenere adeguato. Nonostante questo però non mancano le zone di degrado, e quasi abbandonate a se stesse, dove incuria e soprattutto muri imbrattati da tag e graffiti di ogni tipo non fanno fare un bella figura alla nostra città. Come fatto notare dal blog Urbanfile, si tratta spesso di luoghi frequentati prevalentemente dei giovani ormai abituati a vivere con il degrado, la Darsena è uno dei casi più lampanti. Poco distante da questa, in pieno centro storico anche piazza San Lorenzo e piazza Vetra sono accomunate dalla stesso trattamento.

# Piazza Vetra e le Colonne di San Lorenzo versano in una condizione raccapricciante

Degrado Vetra 1

Piazza Vetra e la zona delle Colonne di San Lorenzo con la sua splendida basilica sono due luoghi storici di Milano, entrambi nel Municipio 1, che da anni subiscono un trattamento indecente. Non solo non esiste quasi più un palazzo libero da scritte e tag orrende, anche l’antichissima basilica ha subito lo stesso trattamento, ma i muri vengono usati anche come orinatoi come si vede nella foto in alto.

Nella galleria fotografica qui sopra si può notare in quale situazione disastrosa versa una delle zone più caratteristiche e storiche di Milano che al contrario dovrebbe essere una delle vetrine per i turisti in visita da tutto il mondo. Gli sforzi messi in campo dalle varie giunte che hanno amministrato la città negli ultimi decenni e le istituzioni preposte si sono dimostrati ancora insufficienti per combattere una piaga, quella del degrado anche in zone centrali, che svalorizza e imbruttisce i quartieri più belli di Milano.

Vetra – San Lorenzo

Fonte: Urbanfile

Continua la lettura con: In pieno centro il parco più inaccessibile del mondo

FABIO MARCOMIN

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🛑 UK: NO al PASS. E la Danimarca: “il Covid sarà trattato come una malattia normale”

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Nyhavn, Copenaghen. Credits: jolandalinckens IG

In Europa sembra in aumento il numero di nazioni che scelgono di affrontare il Covid con una strategia opposta rispetto a Green Pass e obblighi, preferendo una riduzione delle restrizioni. In particolare due paesi hanno annunciato misure analoghe. 

UK: NO al PASS. E la Danimarca: “il Covid sarà trattato come una malattia normale”

Credits notizieoggi24.it – Boris Jonhson

# Il segretario alla salute inglese Sajid Javid: “non andremo avanti con i piani per i passaporti vaccinali

In Gran Bretagna era stata annunciata l’adozione del Green Pass per la fine settembre. Invece è arrivata la smentita ufficiale.  I piani per l’introduzione dei pass vaccinali per l’accesso ai locali notturni e ai grandi eventi verranno abbandonati, come ha affermato il segretario alla salute Sajid Javid alla BBC: “Non dovremmo fare le cose per il gusto di farlo o perché gli altri lo stanno facendo, e dovremmo considerare correttamente ogni possibile intervento“. Aggiungendo che “non mi è mai piaciuta l’idea di dire alle persone che devi mostrare i tuoi documenti” per “fare ciò che è solo un’attività quotidiana“. Tra le motivazioni che hanno portato a questa scelta ci sono l‘alta quota di vaccinati (65% della popolazione totale, percentuale in linea a quella dell’Italia), i test di tracciamento, la sorveglianza e le nuove cure disponibili: “L’abbiamo esaminato correttamente e, anche se dovremmo tenerlo di riserva come potenziale opzione, sono lieto di dire che non andremo avanti con i piani per i pass vaccinali“. In particolare i Conservatori si erano schierati contro “una misura coercitiva e discriminatoria”, in contraddizione con i pilastri democratici del Regno Unito. L’annuncio del governo britannico segue di di alcuni giorni una mossa analoga attivata in un paese non molto lontano. 

# La Danimarca azzera le restrizioni: stop a mascherine nei mezzi pubblici e al Green Pass. Il Covid è “una malattia normale”

Nyhavn, Copenaghen. Credits: jolandalinckens IG

La Danimarca è stata la prima nazione a introdurre il Green pass ad aprile, per aver accesso a locali, ristoranti, musei, teatri, e anche la prima a eliminarlo. Non servirà nemmeno più per entrare nelle discoteche o negli stadi. Oltre a questo non è più previsto l’utilizzo di mascherine sui mezzi pubblici e nessuno obbligo di distanziamento interpersonale. Il governo danese ha motivato la decisione dicendo che il Covid-19 non rappresenta più “una minaccia grave” nel Paese, e che la pandemia è “sotto controllo”, grazie anche al successo del piano vaccinale, con il 75% della popolazione sopra i 12 anni completamente vaccinato. Come riporta Laregione.ch il professore di microbiologia all’Università di Copenaghen Hans Jorn Jepsen Kolmos ha spiegato la decisione del governo dichiarando che:  Il coronavirus è ancora con noi ma abbiamo ridotto il problema a un livello gestibile, come una malattia normale, senza troppi disagi al momento per la vita di tutti i giorni“.

Anche altri paesi europei hanno scelto di non ricorrere a Green Pass o imposizioni. 

# In Spagna il Green Pass è stato dichiarato incostituzionale, in Svezia non ci sono mai state restrizioni

Anders Tegnell, responsabile pandemia svedese, ritratto nella metro di Stoccolma (credit:
@gidstockholm – Instagram)

Non sono solo questi Paesi europei a muoversi nella direzione opposta rispetto alla linea dura tenuta da Italia e Francia, dove vige l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari e il Green Pass per accedere a ristoranti al chiuso, locali, luoghi di divertimento, cultura e in supermercati di grandi dimensioni in Francia o nelle università in Italia. 

In Spagna, ad esempio, a metà agosto il Green Pass è stato dichiarato incostituzionale dal Tribunale Superiore della Galizia ritenendo non valido il requisito di possesso della certificazione verde per poter accedere a bar, ristoranti e locali notturni in alcune zone della regione perché la misura “manca di validità perché non autorizzata dalla giustizia”. Misura che ha dunque confermato il divieto di Green Pass in tutto il Paese. 

Fin dall’inizio della crisi la Svezia ha adottato la strategia di lasciare ai cittadini la libertà di scegliere, non imponendo alcun lockdown, mascherine all’aperto e al chiuso, sia nei locali che nei mezzi pubblici, ma fornendo solo raccomandazioni riguardo il distanziamento sociale e le regole di igiene personale. Il Green Pass non è mai stato introdotto e i decessi sono quasi inesistenti da ormai 4 mesi consecutivi, portando la Svezia in quarantunesima posizione al mondo per morti Covid in rapporto alla popolazione (l’Italia è quattordicesima). 

Un modello, quello svedese, molto criticato ma che ora sembra quello più seguito in Europa e nel mondo. 

Leggi anche: La VIA SVEDESE: zero restrizioni, zero decessi quotidiani

Continua la lettura con: LETTERA degli STUDENTI del CONSERVATORIO di Milano contro il GREEN PASS

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Alitalia, da 75 anni un pozzo senza fondo: 13 mld bruciati. E non finisce qui…

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