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Il panico degli intoccabili

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I cavalieri dell'Apocalisse

La psicologia di chi vive nella sicurezza e nell’intoccabilità è sbilanciata verso un senso di inconsistenza del pericolo. Una sorta di delega agli altri delle proprie paure.

Questo capita in particolare negli ambiti più elevati del potere. Nonostante le società democratiche professino l’uguaglianza tra i cittadini di fatto alcuni gruppi sociali sono molto divisi dagli altri ed è difficile per chi non ne fa parte varcarne il confine.

Tutti conoscono la sindrome del parlamentare che una volta eletto cambia completamente modo di rapportarsi con la realtà. Una realtà da cui viene come protetto da una gabbia dorata che lo salvaguarda dai principali problemi e pericoli della vita.

Quando però capita un problema che non è alienabile ad altri e che colpisce trasversale tutte le condizioni sociali, scatta il panico soprattutto tra chi si sentiva più protetto e non è più abituato ad affrontare la vita.

Esempi clamorosi li vediamo tutti i giorni in cui personaggi apparentemente miti e sopra le parti si scaldano, proiettano sulle persone il loro terrore e invocano interventi drastici per scongiurare le sette trombe dell’apocalisse.

Continua la lettura con: Stato di Zombie

MILANO CITTA’ STATO

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Leggi anche: La politica del Rolex, imbevuta dell’odio di tutta la politica

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Il PARADOSSO: il governo affida AI NOTAI la RIFORMA delle START UP

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Dopo aver ripristinato l’obbligo di redigere un atto pubblico di fronte ad un notaio per costituire una startup innovativa, sarà solo la piattaforma del notariato a gestirne l’apertura. L’ennesimo paradosso italiano.

Il PARADOSSO: il governo affida AI NOTAI la RIFORMA delle START UP

# La costituzione online delle startup sulla piattaforma del notariato

Il decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri ha affidato in esclusiva alla piattaforma del notariato, gestita dalla società “Notartel”, la costituzione online delle startup. Una piattaforma già imposta ai notai che non hanno altra scelta per la conservazione degli atti. Questo è uno di quei dettagli che rischiano di mettere in dubbio gli impegni presi con la UE sulle transizioni digitale ed ecologica e che mostra un Governo sensibile più alle posizioni di chi resiste al cambiamento per tutelare i propri interessi che a quelle di chi è impegnato a portare innovazione e concorrenza nel sistema economico italiano.

Lo schema di Dlgs aggiunge quel pezzo che mancava alla legge di recepimento della direttiva Ue sugli strumenti e i processi digitali nel diritto societario: a chi viene affidata la costituzione degli atti di srl e srls online? Il Consiglio dei Ministri non sembra avere dubbi: alla piattaforma digitale del Consiglio Nazionale del Notariato, che riceverà la documentazione e verificherà la firma digitale. Entro giovedì 16 settembre sarà compito delle Camere fornire il loro parere tecnico.

# Il presidente di Roma Startup Gianmarco Carnovale: “Si profila una situazione di monopolio a favore dei notai

Il presidente di Roma Startup Gianmarco Carnovale commenta la scelta del governo: “Un braccio di ferro fra civiltà e lobby del Medioevo che prosegue. Si profila una situazione di monopolio a favore dei notai che rischia di andare in contrasto con quanto previsto dalla stessa direttiva europea”.

# A causa dei notai l’Italia è il Paese europeo dove costituire una srl costa di più, fino a 4mila euro contro una media di poche centinaia

Questo monopolio, come scrive Giovanni Iozzia su Economyup, porta a essere l’Italia il Paese europeo dove costituire una srl costa di più, fino a 4mila euro contro una media di poche centinaia. Per questa ragione la sentenza del Consiglio di Stato, che a fine marzo ha cancellato la possibilità di costituire una startup online e gratuitamente, è diventata un caso amplificato poi dal recepimento della direttiva europea sul diritto societario digitale tutto a favore dei notai. A riguardo la sentenza ricorda che in base all’art. 11 della Direttiva 2009/101/CE “in tutti gli Stati membri la cui legislazione non preveda, all’atto della costituzione, un controllo preventivo, amministrativo o giudiziario, l’atto costitutivo e lo statuto della società e le loro modifiche devono rivestire la forma di atto pubblico”.

# La scelta del governo rischia di aumentare i costi per gli imprenditori e essere in contrasto con le normative europee

In aggiunta a questo fatto la creazione di una piattaforma unica per la costituzione online di srl e srls non potrà consentire una riduzione dei costi per gli imprenditori che decideranno di aprire nuove aziende, ma al contrario potranno aumentare vista l’assenza di concorrenza. Inoltre la scelta di affidare ai noti la gestione esclusive delle nuove srl e srls rischia di essere in contrasto sia con la direttiva europea sul diritto societario sia con gli orientamenti generali dell’Unione. Nel Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea (TFEU), gli articoli 101 e 102 specificano come gli accordi anticoncorrenziali e le pratiche concordate tra imprese siano assolutamente vietati.

Fonte: EconomyUp

Continua la lettura con: ITALIA a marcia indietro: per le STARTUP si torna alla CARTA. Fracassi (Mol): “il notariato ha perso di vista l’interesse generale”

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Altro che smart working, ecco il lavoro “ibrido”. Così i “cervelli” vanno alle multinazionali (senza spostarsi)

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🛑 L’elenco degli AUTOVELOX questa settimana sulle strade della LOMBARDIA

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Il rientro dalle ferie per la maggior parte delle persone implica anche qualche sorpresa.
Per evitare che possa, la sorpresa, essere annoverata tra quelle non gradite, ci rendiamo utili pubblicando l’elenco delle posizioni reso pubblico da Polizia dello Stato degli autovelox mobili in Lombardia da lunedì 6 Settembre a domenica 13 Settembre.

L’elenco degli AUTOVELOX questa settimana sulle strade della LOMBARDIA

L’elenco pubblico fornito da Polizia dello Stato. 

Credits: sodi.com
Autovelox

Lunedì 6 settembre
Strada Provinciale SP / 128 Treviglio-Brignano-Cologno al Serio BG
SP / 233 Varesina VA

Martedì 7 settembre
Autostrada A / 9 Lainate-Chiasso CO
Strada Statale SS / 36 del lago di Come e dello Spluga LC
Strada Provinciale SP / 122 Francesca – Pontirolo BG

Mercoledì 8 settembre
Strada Statale SS / 629 del Lago di Monate VA

Giovedì 9 settembre
Autostrada A / 9 Lainate-Chiasso CO
Strada Provinciale SP / 470 della Valle Brembana BG

Venerdì 10 settembre
Autostrada A / 07 Milano-Genova PV
Strada Statale SS / 9 via Emilia LO
Strada Provinciale SP / 235 di Orzinuovi LO
SP / 69 di Santa Caterina VA

Sabato 11 settembre
Strada Statale SS / 9 via Emilia LO
Strada Provinciale SP / 128 Treviglio-Brignano-Cologno al Serio BG

SP / 235 di Orzinuovi LO

Domenica 12 settembre
Strada Statale SS / 9 via Emilia LO
Strada Provinciale SP / 235 di Orzinuovi LO

Continua la lettura con: Vacanze in Lombardia

ROBERTO BINAGHI 

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Leggi anche: Green Pass senza vaccino? Sì, ecco quando è possibile e come ottenerlo

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La quaresima di Via Lecco: la saga del COPRIFUOCO alcolico a PORTA VENEZIA

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L'incontro per sollevare le richieste dei commercianti e della comunità del quartiere. Credits: @michelealbiani IG

C’è un’ordinanza del Sindaco, in vigore a Milano, che fatica ad essere accettata fino in fondo: quella che vieta la somministrazione di alcolici dalle 22:00 alle 5 di mattina, ma solo in una zona di Milano.

La quaresima di Via Lecco: la saga del COPRIFUOCO alcolico a PORTA VENEZIA

# Il cavillo di battaglia

L’ordinanza generale è di inizio agosto ed è quella che vieta alle attività commerciali di somministrare alcool e cibo da asporto, nell’arco di tempo compreso tra le 22 e le 5 del mattino. Ora l’ordinanza è stata prorogata fino al 5 ottobre segno che, l’attuale amministrazione, intende condurre la campagna elettorale anche con questo argomento.

Più che un cavallo di battaglia, però, si tratta di un cavillo, un dettaglio nascosto nella nuova ordinanza che sostanzialmente toglie ogni possibile per proseguire il lavoro, ma solo ai commercianti di una particolare zona milanese.
Fino a sabato, infatti, per i locali di Via Lecco e dintorni, è stato possibile servire alcolici e cibi in contenitori di plastica, come se fossero un asporto di quelli che abbiamo imparato ad usare da qualche mese.
Il nuovo testo della restrizione prevede, adesso, l’impossibilità di vendere alcolici dopo le 22, senza distinzione tra giorni feriali e weekend o materiali impiegati.

# La restrizione nella restrizione

Credits: @eustacestephen
IG

Il Comune di Milano, in altre zone diverse da Porta Venezia, vieta la somministrazione di alcolici, in contenitori di vetro e in orari notturni, tra il venerdì e la domenica. Succede ad esempio in corso Como.
Porta Venezia viene colpita in toto. Già oggetto del provvedimento cui è soggetta ogni zona di Milano, ora i proprietari e gestori dei locali della zona arcobaleno, vedono ulteriormente restringersi le possibilità di lavoro, quindi di guadagno.

Ma cos’ha Porta Venezia di diverso dalle altre zone? Mistero. Infatti l’ordinanza è arrivata minacciosa a squarciare il cielo milanese come un fulmine a ciel sereno, mentre agli imprenditori milanesi coinvolti nelle restrizioni, non è rimasto altro che inscenare una protesta pacifica, organizzando un sit-in bloccando le vie con gli sgabelli dei locali, quelli destinati a rimanere vuoti grazie a questo provvedimento.

# Assist alla politica milanese

La mossa del Comune ha indubbiamente fornito un assist a tutti gli attori in corsa per una poltrona a Palazzo Marino.
Siano essi avversari o compagni di Sala, tutti hanno preso una posizione sulla vicenda, appoggiando la protesta di proprietari e gestori dei locali.
La zona, ricordiamolo, è nota per essere la comfort zone della comunità LGBTQ+ e il responsabile diritti PD, Michele Albiani, ha partecipato al sit-in di protesta, sottolineando le difficoltà della comunità LGBTQ, degli esercenti e dei residenti e l’inefficacia dell’ordinanza: «abbiamo visto che, poche ore dopo, chi non aveva volontà di rispettare le regole di convivenza civile, non le rispetta nemmeno adesso».

Sala dovrà difendersi dal fuoco amico dei capilista di Milano Unita, Paolo Limonta ed Elena Lattuada che propongono una profonda rivisitazione del provvedimento, troppo restrittivo per una sola zona, quindi a rischio di favorire altri quartieri, con buona pace della ricaduta occupazionale e della concorrenza leale.
I radicali milanesi tornano alla carica con una loro vecchia proposta, quella del Sindaco della Notte, tema che potrebbe essere spiegato ai milanesi e farne comprendere meglio le opportunità.

Naturalmente i competitor di Sala, della parte politica avversaria, non si sono fatti scappare l’occasione di criticare. Gabriele Mariani ha messo in luce la tempistica del provvedimento, uscito a 4 settimane dal voto, quando in tutto il quinquennio l’amministrazione ha sottovalutato i disagi dei residenti di Porta Venezia. Mariani condanna poi l’assoluta mancanza di dialogo tra Palazzo Marino e i commercianti della zona, che in cerca di un compromesso hanno proposto la chiusura anticipata di tutti i locali alle 1:30, iniziativa fino ad ora ignorata dal Comune.

Infine Luca Bernardo, che suggerisce di tenere in considerazione le esigenze di tutti: residenti che vogliono essere tutelati dal caos notturno, ma anche imprenditori che cercano – con mille sforzi – di uscire da un pesante periodo di restrizioni dovute al Covid e che di fatto suggerisce ascolto e dialogo tra le parti.

# L’incontro ci sarà

La casa degli zombie di Porta Venezia. Credits: @giusy_argento
IG

Il Sindaco Sala ha dichiarato che quando vengono presi provvedimenti di questo tipo, è perché sul tavolo di Prefetto e Questore ci sono segnalazioni particolari su quartieri e situazioni. Se le istituzioni si decidono ad intervenire, è anche per evitare che – come accaduto in Garibaldi – i residenti possano prendere iniziative autonome, pericolose e non approvate.
La sensazione è, però, che dopo la sorpresa iniziale e la bagarre seguita alle proteste dei commercianti, ci sia ora la volontà di incontrare le parti per un accordo a metà strada.
Gli imprenditori della vita notturna hanno manifestato la volontà di applicare un’autogestione e l’amministrazione comunale ha dichiarato di essere disposta a riceverli per approfondire le loro proposte.

In molti si augurano che sia l’inizio di un cambio di metodo: anziché privilegiare le restrizioni e la coercizione, dare precedenza al dialogo e all’ascolto.

 Continua la lettura con: La casa trapezio di Porta Venezia

LAURA LIONTI

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Leggi anche: Elezioni Milano: “I locker sono i nuovi scali ferroviari. Misure per la digitalizzazione del commercio al dettaglio”

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PEDEMONTANA LOMBARDA: il percorso di completamento con 157 NUOVI CHILOMETRI

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Progetto - Eco di Bergamo

Riprende l’iter per la realizzazione dell’infrastruttura a nord dell’area milanese. L’obiettivo è permettere un collegamento più funzionale della rete stradale nel quadrilatero Varese-Como-Bergamo-Milano, decongestionando l’autostrada A4 e i centri urbani coinvolti. A che punto siamo e quando verranno conclusi i lavori.

PEDEMONTANA LOMBARDA: il percorso di completamento con 157 NUOVI CHILOMETRI

# Entro il 2026 inaugurate le tratte B2 e C da Lentate sul Seveso a Vimercate

Nordmilano24 – Tracciato pedemontana

La realizzazione delle Pedemontana Lombarda riprende il suo iter dopo la presentazione a Palazzo Lombardia del completamento e del finanziamento del progetto, nello specifico per le tratte tratte B2, fra Lentate sul Seveso e Cesano Maderno, e C, fra Cesano Maderno e Vimercate. L’obiettivo è permettere un collegamento più funzionale della rete stradale nel quadrilatero Varese-Como-Bergamo-Milano, decongestionando l’autostrada A4 e i centri urbani coinvolti.

L’apertura dei cantieri è prevista durante la seconda metà del 2022 e la chiusura entro il 2026. A conclusione dei lavori la Pedemontana Lombarda sarà un grande sistema di viabilità lungo 157 km che attraverserà un territorio fortemente antropizzato e industrializzato come quello a nord di Milano. 

# L’investimento complessivo è di 1 miliardo e 741 milioni di euro

Nord24milano – Pedemontana Lombarda

L’infrastruttura autostradale verrà realizzata grazie a un investimento complessivo di un miliardo e 741 milioni di euro la cui gara di finanziamento è stata aggiudicata dal consiglio di amministrazione di APL, Autostrada Pedemontana Lombarda, assieme alla gara di affidamento al General Contractor costituito dal raggruppamento temporaneo di imprese tra Webuild Spa, mandataria, e la mandante Impresa Pizzarotti & C. Spa.

Come riporta Repubblica Milano il finanziamento viene garantito dalla Banca europea per gli investimenti, oltre a un pool di banche commerciali e a Cassa Depositi e Prestiti Spa, con il supporto di Regione Lombardia quale socio di riferimento. Il commento del viceministro alle infrastrutture Alessandro Morelli: “Oltre a quella ambientale, noi mettiamo al primo posto la sostenibilità umana, per poter percorrere centinaia di chilometri in un tempo minore, risparmiandolo per la propria vita e per quella della famiglia. Andremo a realizzare un’opera di nuova generazione, con uno sguardo alle grandi innovazioni del nostro tempo per i sistemi di movimento“.

Continua la lettura con: Le due “TANGENZIALINE” di Milano

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Cure domiciliari, chi può erogarle? I dettagli dell’intesa Stato-Regioni

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🛑 FUORISALONE: le attrazioni da non perdere in città della prima edizione di settembre

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Credits: milano.repubblica.it Fuorisalone

Non lo si sperava più e non si credeva potesse essere effettivamente organizzato. Invece sì, da sabato 4 settembre è partita la famosa settimana del design milanese. Dopo un 2020 senza il classico Fuorisalone, quest’anno uno degli eventi più attesi dell’anno nel capoluogo lombardo è tornato.

FUORISALONE: le attrazioni da non perdere in città della prima edizione di settembre

Fino al 10 settembre, con qualche evento che si prolunga anche dopo, Milano e i suoi classici quartieri, come Tortona, Brera e via Durini, si riempiranno di stand ed eventi per far scoprire il design a tutti. Queste le principali attrazioni da non perdere nella prima edizione in programma a settembre. Anche se più contenuta e “mini” rispetto alle edizioni tradizionali, ci sono comunque delle attrazioni degne di attenzione.

# Le installazioni alla Statale, all’Orto Botanico e in via della Spiga

Credits: corriere.it
Installazione Statale

Si chiama Interni Creative Connections la mostra-evento organizzata in occasione della Milano Design Week 2021 nei cortili della Statale, all’Orto Botanico e in via della Spiga. 30 installazioni, tutte site-specific, che vogliono sensibilizzare su 3 temi specifici: cura (nella progettazione e nei processi produttivi), sostenibilità (intesa come consapevolezza) e mobilità e velocità. Una mostra organizzata dal brand di interiors e contemporary design del Gruppo Mondadori e che coinvolge aziende, start-up e istituzioni.

# Il Tortona Rock all’Opificio 31 di via Tortona

Credits: fuorisalone.it
Tortona Rock

Atelier, showroom e case private mostrano tra le più belle installazioni di design al civico 31 di via Tortona. Brand nazionali e internazionali riempiono il grande cortile dell’Opificio, tra questi Chaises Nicolle, ospitato da Paola Navone, e il norvegese Vestre. E proprio all’Opificio 31 c’è il Tortona Rock, l’installazione dell’artista polacca Iza Rutkowska che denuncia i messaggi negativi spesso rintracciabili negli spazi pubblici.

# Il murale per Saucony

Credits: fuorisalone.it
Corso Garibaldi Fuorisalone

Durante l’intera Design Week, l’artista EricsOne in collaborazione con Saucony, il marchio di scarpe americano, ha realizzato un murale in Corso Garibaldi, 71. Con quest’opera si vuole portare nuovamente energia e positività nella bella Milano che sta ripartendo.

# L’installazione di Candyslab al Giardino delle Culture

Credits: milanodascrocco.com
Candyslab

Dalle 10 alle 19, al Giardino delle Culture in via Emilio Morosini 8, Candyslab fa vivere un’esperienza all’insegna della realtà virtuale a chiunque si reca da loro. Un’esperienza 3D che fa scoprire location uniche e la versatilità dei loro prodotti.

Continua la lettura con: 🛑 Inaugura il “MUSEO-NARRANTE” del DESIGN: sarà una nuova attrazione di Milano? Che cosa lo rende così unico

BEATRICE BARAZZETTI

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I 2 PARCHI ITALIANI nella Green List mondiale

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Credits: firenzemadeintuscany.com

L’Italia è tutta bella, ma ci sono alcune zone che vanno protette. Come le aree che fanno parte della lista stilata dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

Anche quest’anno, la Green List vede 10 nuove aree europee, tra cui 2 new entry italiane: il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e il Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.

La lista aggiornata comprende 59 località dislocate in 16 paesi del mondo. Ogni sito è valutato secondo precisi criteri: buon governo, buona progettazione e pianificazione, gestione efficace e risultati positivi delle azioni di conservazione.

Il Direttore Generale dell’organizzazione non governativa, Bruno Oberle, ha dichiarato: “I siti ammessi alla Green List IUCN, si sono distinti dimostrando una gestione esemplare, un governo equo e un impegno a lungo termine volto all’ottenimento di risultati positivi delle azioni di conservazione. L’esistenza di Aree protette e conservate che siano efficaci è fondamentale se vogliamo fermare la drammatica perdita di vita sulla Terra cui siamo testimoni. Considerato che l’IUCN e la comunità globale stanno richiedendo la protezione del 30% della superficie del nostro pianeta entro il 2030, i siti della Green List dell’IUCN forniscono i migliori esempi di efficacia e inclusività, che sono essenziali per il nostro successo”.

I PARCHI ITALIANI nella Green List mondiale

# Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e la leggenda delle “sette perle di Venere”

Credits: ilgiungo.com

Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano fa parte della “Riserva della biosfera dell’Unesco Isole Toscane” ed è un arcipelago formato da 7 isole, tra cui anche l’isola d’Elba. Si tratta di sette meravigliose perle del Mediterraneo dove la natura incontaminata e il mare cristallino si uniscono, dando vita a spettacoli naturali unici.

La leggenda narra che siano nate dalla Dea dell’amore uscita dalle acque cristalline del mare per riallacciare una collana di perle. Sette di queste caddero in mare, trasformandosi in quelle che oggi sono le isole dell’arcipelago: Gorgona, Capraia, Elba, Pianosa, Montecristo, Giglio e Giannutri.

Romantica e antica, questo mito giustifica in parte la bellezza dell’arcipelago.

# Il boscoso Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e il suo Lupo dell’Appennino

Credits: emiliaromagnaturismo.it

Invece il Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, ricoperto per la maggior parte da boschi, conserva una delle più grandi e antiche faggete riconosciute come patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, dall’inestimabile valore naturalistico e caratterizzato da un’eccezionale biodiversità. Qui si possono trovare daini, cervi, cinghiali, mufloni ma la specie più importante è Lupo dell’Appenino settentrionale, di cui se ne contano solo poche decine.

Roberto Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica, ha commentato così l’entrata dei due siti italiani nella Green List mondiale: “La Green List della IUCN è la più alta certificazione di eccellenza al mondo per quanto riguarda la governance delle aree protette. È motivo di grande soddisfazione che tre parchi nazionali italiani, Arcipelago Toscano, Foreste Casentinesi e Gran Paradiso, abbiano centrato questo obiettivo. Un risultato su cui il Ministero ha investito e che dimostra il valore non solo in termini di tutela della biodiversità, ma anche di gestione complessiva del nostro prezioso capitale naturale”.

# Le altre aree della lista della IUCN

Credits: lebeaufortain.com

Come detto, in totale sono dieci le nuove località entrate a far parte della lista verde delle aree protette. Oltre all’Italia, anche Francia e Svizzera hanno le loro bellezze locali da proteggere.

In primo luogo, il Parco Nazionale Svizzero, nel Canton Grigioni, è una riserva naturale integrale istituita nel 1914 ed è la prima grande area svizzera entrata a far parte della lista. Si tratta di 170 km quadrati di boschi, ghiaioni, rocce, prati subalpini ed alpini e la fauna include il gipeto e l’aquila reale, due specie a rischio.

Invece, la Francia vanta sette zone new entry nella lista e possiede il primato mondiale di maggior numero di aree facenti parte della Green List. Infatti, le zone certificate sono ben 22: dalle riserve biologiche di Coloraie du Volcan alla Riserva Naturale Nazionale Contamines-Montjoie, dalla Natura 2000 del bacino del Drugeon alle paludi delle valli inferiori dell’Essonne e del Juine.

Continua la lettura con: Il PARCO URBANO più GRANDE d’Europa è a Roma

ANGELA CALABRESE

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Leggi anche: Italia, una crescita economica “a tempo determinato”. Draghi sa che il “rimbalzo” può cadere subito

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ROMA NON ha 7 COLLI: sono MOLTI di più

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Credits: annascrigni.com colle gianicolo

Conosciamo tutti i 7 colli di Roma, o meglio, li abbiamo studiati tutti. Pian piano, però, con un po’ di fatica, dopo aver detto i principali, quando ti si chiedono i nomi, ecco che questi si presentano chiari nella mente e inizi a elencarli: Aventino, Campidoglio, Celio, Esquilino, Palatino, Quirinale e Viminale. I 7 colli sui quali fu fondata Roma, la città eterna, ma se ti dicessero che non sono solo 7?

ROMA NON ha 7 COLLI: sono MOLTI di più

# Le bellezze romane dei 7 colli

Credits: fcom.it
i Sette colli di Roma

Tutti a est del fiume Tevere e intorno al Foro, cuore politico dell’antica Roma, ogni colle ha avuto un ruolo fondamentale nella storia degli antichi romani ed ora ospitano la maggior parte delle bellezze della Capitale. Ipotizzando un giro turistico, il Palatino è sicuramente il più famoso dell’antica Roma con i suoi Fori Imperiali e il Colosseo. Il colle Aventino è situato vicino al Circo Massimo e ospita un quartiere tranquillo, mentre il Celio è forse il più vivace. L’Esquilino è il più alto ed esteso dei colli e abbraccia molti quartieri romani, il più piccolo invece è il Viminale. Infine ci sono il Capitolino con il Campidoglio e il colle politico per eccellenza, il Quirinale.

Un bel giro, ma che in realtà potrebbe non finire qui. Sono stati Cicerone e Plutarco ad aver stilato la lista ufficiale dei colli, probabilmente entrambi ispirati ai 7 Re di Roma, ma forse è stata solo una semplificazione. Perché i colli di Roma, in realtà sono molti di più.

# Non sono solo 7

Credits: annascrigni.com
colle gianicolo

Gianicolo, Pincio e il Vaticano sono alcuni dei colli che o non avete mai sentito o non avete mai pensato di definirlo un colle di Roma. Fu Costantino a far livellare la zona del Vaticano, che all’epoca era tutt’altro che pianeggiante, per far costruire la Basilica di San Pietro; ma anche Traiano fece spianare l’area tra il Campidoglio e il Quirinale per il Foro.

Tra i colli ancora visibili ci sono il Gianicolo, quello delle mura “Giancolensi” da cui poter osservare tutta la città e fatte costruire da papa Urbano VIII Barberini; e quello del Pincio, visto da tutti ma a cui pochi hanno pensato. Si tratta del colle che ospita gli innumerevoli scalini di Piazza del Popolo per raggiungere la famosa balconata.

La verità è che Roma è talmente bella che a volte non ci si fa caso di tutto ciò che si può ritrovare.

Continua la lettura con: I 7 COLLI di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Scandalo: tra le 10 STRADE più COOL del mondo secondo Time Out non c’è Milano!

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Credits adeandlisadodisney IG - Sunset Boulevard

La rivista britannica Time Out ha stilato per la prima volta la classifica delle strade più cool del mondo: sorpresa!, non è presente Milano. L’anno scorso la città era inserita invece nella rassegna annuale dei quartieri più cool, con Porta Venezia alla 35esima posizione come unico rappresentante italiano. Scopriamo insieme le primi dieci della graduatoria.

Scandalo: tra le 10 STRADE più COOL del mondo secondo Time Out non c’è Milano!

#10 Calle Thames, a Buenos Aires, Argentina

Credits it.sputniknews – Calle Thames

Ad aprire la classifica delle strade più “cool” del mondo troviamo Calle Thames, a Buenos Aires, in Argentina. Conosciuta per le sue cucine indipendenti e le sue pozze d’acqua, questa animata arteria collega l’elegante Palermo con il più spigoloso Villa Crespo. Da non perdere steakhouse, churros e tacos e soprattutto Tres Monos, autore dei migliori cocktail al mondo.

 

#9 Rua Rodrigues de Faria a Lisbona

Credits bigcities.com – Rua Rodrigues de Faria

Rua Rodrigues de Faria a Lisbona si piazza al nono posto. Conosciuta per essere fiancheggiata da ristoranti, negozi, studi espositivi, spazi di coworking e popolata da artisti di strada con esibizioni di ogni genere. Qui c’è anche, Ler Devagar che significa “leggi attentamente”, uno dei luoghi più amati dai lettori di tutto il mondo con decine di migliaia di libri distribuiti nei suoi due piani.

 

#8 Haji Lane a Singapore

Credits: pinterest – Haji Lane

La rivista “Time Out” ha definito Haji Lane a Singapore come un posto “curioso, miscuglio di vintage e innovazione, cuore pulsante del quartiere Kampong Gelam.” In ogni locale si respira una vibrante atmosfera e tra i più gettonati ci sono il Singapura Club, la Piedra Nigra e il Windowsill Pies con le sue torte stravaganti.

 

#7 Rua Três Rios a San Paolo, Brasile

Credits apecc.com.br – Tres

Rua Três Rios, situata nel centro di Bom Retiro, uno dei quartieri più famosi di San Paolo, si posiziona al settimo posto. La strada brasiliana che ospita da generazioni numerose famiglie emigrate in Sud America, italiani, greci, boliviani e coreani, è un mix di colori e occasioni di svago, fra buon cibo, arte e musica. Per gli amanti della moda ci si può perdere tra i suggestivi negozi di tessuti e incontrare i giovani designer della zona.

 

#6 Witte de Withstraat a Rotterdam, Olanda

Credits komieuitrotterdamdan IG – Witte De Witstraat

Witte de Withstraat è una delle vie principali di Rotterdam, in Olanda. Famosa per le  gallerie d’arte, ristoranti e discoteche all’ultimo grido che attirano ogni notte migliaia di giovani. Una visita al Worm, complesso artistico che organizza serate rap olandesi, è una delle attività consigliate.

 

#5 Sunset Boulevard a Los Angeles, USA

Credits adeandlisadodisney IG – Sunset Boulevard

Sunset Boulevard, una fra le più celebri strade della California, si ferma al quinto posto di questa classifica. Qui si trovano bar etnici, storici café e bizzarri minimarket, tra cui il noto Time Travel Mart. Si snoda lungo 35 km, attraversando una vegetazione lussureggiante e abitazioni esclusive, dall’oceano fino al Santuario del Lago della Self-Realization Fellowship.

 

#4 San Isidro a L’Avana, Cuba

Credits it.sputniknews – San Isidro

Nei profondi vicoli della città vecchia, fra rampicanti e stendini, c’è San Isidro, una strada nel centro de L’Avana, capitale di Cuba. Attorno a questa via, che si piazza appena giù dal podio, si snoda un quartiere che brilla di migliaia di colori. Tra le mete imperdibili il noto bar e ristorante Yarini Habana, dedicato ad Alberto Yarini e la Galería Taller Gorría con spettacoli messi in scena da tanti artisti emergenti della scena cubana.

 

#3 South Bank a Londra

Credits city relay – South Bank

Si prende il terzo posto la South Bank di Londra, la “passerella” sul Tamigi nota per le suggestive vedute sulla Cattedrale di St. Paul situata dall’altra parte del fiume, oltre che per le delizie alimentari servite da tutti i bar e locali presenti. Per gli amanti del teatro qui hanno sede il National Theatre e il Globe di William Shakespeare.

 

#2 Passeig de Sant Joan a Barcellona, Spagna

Credits antonio_garciav IG – Passeig de Sant Joan

Sul secondo gradino del podio troviamo Passeig de Sant Joan a Barcellona, conosciuta per essere uno dei corridoi verdi più fiorenti della città spagnola con piste ciclabili, ampi marciapiedi e molti posti a sedere all’aperto. Uno dei luoghi preferiti in estate da cittadini e turisti, da non farsi mancare una passeggiata tra i banchi del mercato alimentare de l’Abaceria.

 

#1 Smith Street a Melbourne, Australia

Smith street Melbourne

La vivace arteria di Melbourne, Smith Street, nota per i negozi indipendenti, i locali con musica dal vivo e gli ottimi ristoranti si aggiudica la palma di strada più cool al mondo. Insieme alle grandi catene di fast-food si alternano ai piccoli locali e cocktail bar. La via è anche il luogo ideale per trovare eventi e serate a tema Lgbt. 

 

Fonte: Tag43

Continua a leggere con: I QUARTIERI preferiti dai milanesi per uscire a PRANZO o a CENA

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Varie&Eventuali: “caccia“ di Pechino ai capitalisti cinesi. Telegram, guardie e ladri fra Viminale e No

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Stato di zombie

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Nel film Essi vivono di Carpenter del 1988 viene presentata una realtà paradossale in cui attraverso degli occhiali particolari è possibile vedere la vera condizione degli uomini. Il risultato è che la gran parte degli uomini che sembrano viventi in realtà sono degli zombie. Che subiscono tutti una sorta di ipnosi collettiva ad opera della televisione.

Gli zombie hanno la caratteristiche di essere esistenzialmente vivi ma ontologicamente morti. Sono in una posizione statica, invariabile allo scorrere del tempo, hanno perduto ogni dimensione spirituale, non hanno più una loro identità e avendo oltrepassato la morte hanno perso la capacità di vivere. Nei racconti sono l’antagonista perfetto per l’eroe che simboleggia la vitalità e la tensione evolutiva tipica della natura umana.

Nei film gli zombie, che sembrano invincibili anche perché non possono più perdere la vita, di solito scompaiono improvvisamente quando viene tagliato il contatto con la forza misteriosa e artificiale che li sorregge e li gestisce.
Quella forza misteriosa che ne uniforma il comportamento rendendoli perfettamente sostituibili l’uno all’altro, come un esercito che si muove tutto nella stessa direzione.

In chiave più moderna riprende il concetto di zombie l’agente Smith di Matrix, che rappresenta l’individuo del sistema che ha perso ogni sua autonomia di pensiero e di scelta. E ha la funzione di ostacolare chi invece cerca da vivere da protagonista la sua esistenza.

L’agente Smith e gli zombie possono essere ovunque, anche al livello più alto della gerarchia sociale o politica. 

“Inoltre, accade abbastanza spesso che l’essenza muoia nell’uomo mentre la sua personalità e il suo corpo sono ancora vivi. Una percentuale considerevole delle persone che incontriamo per strada sono persone che sono vuote dentro, cioè in realtà sono già morte. È una fortuna per noi che non lo vediamo e non lo sappiamo. Se sapessimo quante persone sono effettivamente morte e quante di queste persone morte governano le nostre vite, impazziremmo per l’orrore” (G.I. Gurdjieff)

Continua la lettura con: La guerra dell’informazione: esercito contro guerriglia

MILANO CITTA’ STATO

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Le 10 VIE più SORPRENDENTI di Milano

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La nostra città è capace sempre di stupirci: “la via più stretta”, quella “più verde”, la via che è una piazza o quella che ci fa sentire a Burano. Scopriamo quali sono e come raggiungerle.

Le 10 VIE più SORPRENDENTI di Milano

#1 Via Porlezza, la più bizzarra di Milano

Via Porlezza, una strada breve e stretta e sicuramente una delle più bizzarre di Milano, tra piazza Cairoli e via Dante. All’angolo con via Giulini si può vedere la Chiesa più “Corta” di Milano. C’è anche un piccolo anfiteatro, in abbandono e poco considerato, utilizzato come ritrovo collettivo dalla comunità russa, dopo la funzione domenicale. Infine c’è anche una casa tagliata a metà in orizzontale, nella parte più alta. Sull’ingresso principale è visibile il numero civico, e dal cancello è possibile osservare l’interno, oggi adibito a parcheggio.

 

Leggi anche: Le tre STRANEZZE di via Porlezza, la strada più bizzarra di Milano

#2 Vicolo de’ Lavandai: dove si lavavano i panni sporchi dei milanesi

Vicolo Lavandai – Alzaia Naviglio Grande 14

Il Vicolo Lavandai è un luogo incantevole della vecchia Milano, sulla sponda del Naviglio Grande. Usato fino agli inizi del’900, quando i panni si lavavano solo a mano questo era il luogo dove gli uomini, non le donne, al contrario di quello che si potrebbe pensare, si occupavano di questo compito. Infatti, furono loro a fondare la Confraternita dei Lavandai nel ‘700. Lungo il vicolo scorre un ruscello, “el fosset”, un tempo alimentato direttamente dall’acqua proveniente dal Naviglio Grande.    

 

#3 Via Cavalieri del Santo Sepolcro: la via più verde del centro

Credits: mapio.net – Via dei Cavalieri del Santo Sepolcro

Una via piena di alberi e di verde, in pieno centro a Milano è quasi una rarità. Per questo non potete mancare una visita in Brera, dove oltre alla Pinacoteca e le vie più caratteristiche come Via Fiori Chiari e Via Fiori Oscuri, merita uno sguardo anche Via dei Cavalieri del Santo Sepolcro, tra Piazza Papa Paolo Sesto a Via Solferino, che percorre lateralmente i chiostri di San Simpliciano. Dove anche i palazzi sono ricoperti da edere e circondati dalla vegetazione.

 

Leggi anche: Le 10 vie dal significato più STRANO di Milano: perché si chiamano così?

#4 Via Paolo Sarpi: sembra di essere in Cina

chinatown milano
La nuova faccia di via Paolo Sarpi

La via a vocazione commerciale con la più alta concentrazione di negozi gestiti dalla popolazione cinese, dà proprio l’impressione di trovarsi in un piccolo quartiere del paese del Dragone. Paolo Sarpi è una vera e propria Chinatown, che offre anche posticini deliziosi dove fermarsi a mangiare o provare qualche pietanza caratteristica: tra i più noti la Ravioleria Sarpi che collabora con la macelleria italiana accanto e la pittoresca pasticceria Maki.

 

Leggi anche: Via Paolo Sarpi e le chicche di Chinatown: breve guida al quartiere più di tendenza nel cuore di Milano

#5 Il quartiere Arcobaleno di Via Lincoln

Il villaggio operaio dell’800 di Via Lincoln è una piccola perla imperdibile nel quadrante est della città. Con la sua peculiarità, giardinetti pieni di fiori ed edere che si arrampicano quasi in modo fiabesco su muri di casette tutte colorate, che ricorda una piccola “Burano“, l’isola veneziana famosa per le case colorate. Non è molto distante dal centro città, tra via Archimede e Via Sottocorno.

#6 Viale delle Rimembranze: la via rotonda

Una piazza perfettamente circolare che prende il nome di viale. Le Rimembranze si riferiscono al “rimembrare”, ovvero al ricordo. Nello specifico si riferisce all’ingente numero di abitanti di Lambrate, 114, che persero la vita al fronte nella Grande Guerra. La piazza di Viale delle Rimembranze, definita da molti “la porta d’ingresso di Lambrate”, è allora da considerare come un giardino della memoria. Al suo interno ci transita il tram 33 mentre all’esterno il traffico veicolare.

 

Leggi anche: Perché viale delle Rimembranze si chiama così anche se è una PIAZZA?

#7 Via Giovanni Pontano: la via della street art

A Nolo si trova una via letteralmente coperta di street art. È via Giovanni Pontano, dove ad ci sono centinaia di bellissimi murales che accompagnano ogni passeggiata, per un’immersione unica in questo particolare tipo di arte. Tra Turro e Rovereto la parete delle ferrovia ospita un carrellata di opere dei migliori writer in circolazione.

 

#8 Via Bagnera: la via più stretta (e macabra) di Milano

Via Bagnera oltre a essere la via più stretta della città e anche la memoria storica del passaggio del primo serial killer italiano. Qui infatti il tal Antonio Boggia, dopo averle blandite con i suo modi gentili, uccideva la sue vittime e per questo fu impiccato verso la fine del ‘1800. Se volete sentire correre un brivido lungo la schiena fate un salto nei pressi di Via Torino, all’altezza di Via Nerino, oppure prendete Via Santa Marta.

 

Leggi anche: La Stretta Bagnera: la via più stretta di Milano nasconde un tragico passato

#9 Via Cappuccini: a passeggio in compagnia dei fenicotteri

Tra le vie che lasciano a bocca aperta, c’è una nei pressi di Corso Venezia, che non ha eguali. Siamo in Via Cappuccini che tra le sue meraviglie annovera la magnifica Villa Invernizzi dove rimarrete certamente stupiti dai fenicotteri rosa al suo interno oppure Palazzo Berri Meregalli, esuberante esempio di architettura eclettica: un edificio che combina elementi romanici, gotici e liberty.

 

Leggi anche: 7 cose che forse non sapete dei FENICOTTERI di Villa Invernizzi, una delle meraviglie più sorprendenti di Milano

#10 Via Montenapoleone: il regno dello shopping di lusso

Via Montenapoleone è il regno dello shopping di lusso in Italia e tra le vie più esclusive al mondo. Qui potete i negozi di tutti i brand della moda mondiali, tra Piazza San Babila e Corso Manzoni, una delle quattro strade che formano il quadrilatero della moda. Una curiosità: Montenapo, così come viene chiamata dagli aficionados, è la sola via di Milano che si può percorrere in auto solo dal suo centro in senso unico opposto verso le estremità.

 

Continua la lettura con: Via MONTENAPOLEONE è la sesta strada più cara al mondo

FABIO MARCOMIN

Leggi anche: Greenwashing, il bluff è finito? Le strategie globali di finanza e Big Oil nel mirino delle authority

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

 

I 7 MEZZI di TRASPORTO più STRANI del mondo

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Credits teyen68 IG - Habal Habal

L’autobus anfibio, il coco taxi o la nave dei pirati. Scopriamo i mezzi di trasporto più strani al mondo.

I 7 MEZZI di TRASPORTO più STRANI del mondo

#1 Coco Taxi, il taxi a forma di cocco dell’Havana

Credits cowanblue IG – CocoTaxi

Tra le esperienze da provare all’Havana, a Cuba, il Coco Taxi è una delle più insolite. Il suo nome è dovuto alla sua particolare forma a cocco. È il mezzo prediletto dai turisti che vogliano farsi trasportare velocemente tra i quartieri più caratteristici e storici della capitale cubana. Oltre a questo il blog Macingo ne riporta altri.

#2 Tuk-Tuk, il rumoroso taxi del sud-est asiatico

Credits pictures.from.asia IG – Tuk-Tuk

Il taxi più famoso dell’Asia è il tuk-tuk, tra i più curiosi mezzi di trasporto al mondo. Dotato di tre ruote, è molto folcloristico e colorato, spesso decorato con immagini religiose. Il nome sembra derivare dal caratteristico rumore che emette quando il motore è acceso.

#3 Amfibus, l’autobus galleggiante di Rotterdam

Credits idmtour IG – Amfibus

Amfibus è un vero e proprio autobus galleggiante ed è sicuramente uno dei mezzi di trasporto più strani del mondo. Basato su un telaio Volvo e realizzato dalla Dutch Amphibious Transport Vehicles viaggia alla velocità massima di 97 km/h su terra e 15 km/h nell’acqua. L’autobus entra in acqua e naviga insieme alle altre imbarcazioni sul fiume Maas e consente di vedere una vista spettacolare dello skyline di Rotterdam.

#4 Jeepney, il principale mezzo di trasporto pubblico delle Filippine

Credits: kuyateco IG – Jeepney

Il jeepney è uno dei mezzi più popolari ed economici delle Filippine e allo stesso un un simbolo della storia e cultura: diffusasi negli anni ’50 è famosa per le sue colorazioni e le sue decorazioni. È il principale mezzo di trasporto pubblico utilizzato del Paese, può essere chiamato allo stesso modo di un taxi e le tratte percorse sono dipinte sui lati o sotto il parabrezza del veicolo. Il modello è una versione modificata delle jeep militari americane, donate o vendute ai locali dopo la Seconda Guerra Mondiale.

#5 Habal Habal, la motocicletta “multiposto”

Credits teyen68 IG – Habal Habal

Questa insolita motocicletta si trova sempre nelle Filippine. Si chiama “Habal Habal” ed è utilizzata soprattutto dove i tricicli e i jeepney non trovano le condizioni migliori per viaggiare, come le strade di montagna. Per consentire il trasporto di più persone su queste moto vengono applicate delle modifiche con l’aggiunta di apposite strutture laterali che fungono da sedili.

#6 Giunche, un’esperienza da pirati a Hong Kong

Credits nauticareport IG – Giunche

A Hong Kong potrete fare un’esperienza unica in stile Pirati dei Caraibi salendo a bordo delle giunche, delle imbarcazioni costruite sul modello delle antiche navi a vela cinesi. Nell’antichità erano utilizzate dai pirati del mare, oggi trasformate in vascelli motorizzati sono tra le esperienze non farsi mancare.

#7 Maglev, il treno a lievitazione magnetica

Transrapid di Shanghai
Credits: wikipedia.org – Transrapid di Shanghai

Questo treno non sarebbe così strano se non fosse a levitazione magnetica. La caratteristica principale del MagLev infatti è quella di viaggiare senza toccare le rotaie e questo ha consentito di superare nei test la velocità di 600 km/h. Oggi questi convogli sono in servizio a Shanghai sulla linea che collega l’aeroporto internazionale con la città, dove hanno registrato la velocità massima di 501 km/h.

Leggi anche: I 7 TRENI più VELOCI del MONDO: in classifica c’è anche l’ITALIA

Continua la lettura con: Come funziona il TELETRASPORTO? Potremo usarlo in futuro? Lo SCIENZIATO risponde (Video)

FABIO MARCOMIN

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Le opere di VAN GOGH prendono VITA: inaugurato il nuovo PALAZZO FUTURISTICO

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Torre Luma, Arles. Credits: top_inmobiliario_ IG

L’architetto “creatore di sogni” torna a stupire con una futuristica torre ispirata alle opere di Van Gogh.

Le opere di VAN GOGH prendono VITA: inaugurato il nuovo PALAZZO FUTURISTICO

Definito anche “Il creatore di sogni”, Frank Gehry è l’artista che con il proprio stile inconfondibile ha rivoluzionato l’architettura e adesso torna a stupire il mondo con un nuovo palazzo futuristico ispirato ai dipinti onirici di Van Gogh. L’opera d’arte, perché i suoi sono molto più che semplici edifici, è stata inaugurata il  26 giugno. Il nuovo edificio è ancora una volta fatto di sogni?

# La torre Luma: un futuristico edificio in un parco dedicato all’arte

credit: lemoniteur.fr

L’opera si trova in un più vasto complesso ad Arles, il Parc des Ateliers, che da ex sito industriale è stato trasformato in un luogo di collaborazione e sperimentazione tra artisti di ogni tipo ed anche il pubblico. Il risultato è un grande complesso culturale sperimentale nel sud della Francia il cui cuore è rappresentato proprio dalla futuristica opera di Gehry: la torre Luma. Il contesto in cui è situata ricorda moltissimo la pittura en plein air di cui lo stesso Van Gogh era un amante, rendendo protagonisti gli elementi naturali.

# Ripresi i soggetti vangoghiani e la tecnica post-impressionista

credit: arte.sky.it

Dei dipinti dell’artista post-impressionista è stata ripresa la tecnica, ma non solo; l’architetto ha tentato di far assumere all’edificio le fattezze delle formazioni geologiche che fanno da sfondo alla celebre “Notte Stellata”, ambientata esattamente come il Parc des Atelier, in Provenza. I tratti netti e decisi con cui Van Gogh rappresentava la realtà sono stati rappresentati ricoprendo la torre di 11.000 placchette di acciaio inossidabile, che riflettono la luce e danno dinamicità alla statuaria torre.

# Un omaggio a Van Gogh e alla Provenza

credit: collateral.al

I 7 piani della torre sono destinati agli uffici della fondazione culturale aperta dalla collezionista d’arte e mecenate Maja Hoffmann ma vi sono anche studi, laboratori e all’ultimo piano, una terrazza panoramica e un bar. Il complesso è un omaggio a Van Gogh e allo stesso tempo alla Provenza: alla base della torre è stato costruito una corona circolare in vetro che intende richiamare l’anfiteatro romano di Arles e, sviluppato su 3 piani, ospiterà biglietteria, bar e sale conferenze. Per collegare il Parc des Ateliers con la città, il progetto prevede anche un parco pubblico dell’architetto Bas Smets, un giardino con piante e fiori della regione pensato per mitigare l’impatto del maestrale e le temperature estive.

La torre appena inaugurata già fa mormorare il mondo, affascinando non solo gli appassionati d’arte e architettura, ma anche tutti quegli idealisti che dalle opere del “creatore di sogni” si lasciano ispirare.

Leggi anche: La TORRE BMW: il palazzo di PERIFERIA che sfida i grattacieli del CENTRO

ROSITA GIULIANO

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Dormire in YURTA a sole 2 ORE da MILANO

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Credits: Instagram @marika1518

Un pezzo d’Oriente a pochi km dalla metropoli: vediamo dove si può vivere un’esperienza unica e rilassante da non perdere.

Dormire in YURTA a sole 2 ORE da MILANO

Immaginate di fare un viaggio avventuroso nel lontano Oriente, uno di quei viaggi in cui ci si immerge totalmente negli usi e costumi locali… compresa l’abitazione.

Adesso, immaginate quando si tornerà a viaggiare, magari riscoprendo le bellezze del Belpaese, ma riuscendo comunque a vivere un’esperienza dal sapore… asiatico, dormendo magari in una yurta (o iurta).

Che cos’è una Yurta? Si tratta di un’abitazione mobile utilizzata dai popoli nomadi dell’Asia, come Mongoli, Kazaki o Kirghisi. La caratteristica di queste case è la forma rotonda, lo scheletro in legno e la copertura realizzata con tappeti in feltro di lana di pecora per le escursioni termiche. La particolarità è proprio in queste caratteristiche, che la rendono facilmente smontabile da popoli abituati a spostarsi.

# Sentirsi dall’altra parte del mondo e scoprire il GLAMPING

Credits: Instagram @zampotravels

Vi domanderete: ma che c’entrano queste informazioni se siamo in Italia? Perchè a due ore da Milano, è possibile passare qualche giorno di relax a contatto con la natura, vivendo un’esperienza alla Marco Polo.

In Piemonte, precisamente e Bosio (CN), nel cuore dell’Alta Langa, esiste un vero e proprio villaggio in stile mongolo: YURTE IN LANGA, questo il suo nome.

Il villaggio si trova nella splendida cornice delle campagne langarole. Qui è possibile godersi una vacanza che unisce la comodità dell’albergo, all’avventura del campeggio: il GLAMPING, un mix fra le parole GLAMOUR (fascino) e CAMPING. Un modo nuovo di fare campeggio, senza però rinunciare alla comodità di una vacanza in hotel, adatta quindi anche a famiglie con bambini.

# Panorama unico, tranquillità e natura nell’agri-campeggio di Bosio

Credits: Instagram @marika1518

Il particolare agri-campeggio piemontese si estende su un’area di circa 7.000 mq lungo un leggero pendio nelle verdi langhe della Valle Belbo. Le cinque strutture asiatiche presenti nel villaggio, godono quindi di una vista spettacolare che va dall’Alta Langa di Borgomale fino alle cime del Monregalese, nelle Alpi Marittime.

Per i più curiosi che si stanno domandando come siano all’interno le casette, ecco qualche informazione utile: ogni Yurta dista circa 10 metri dall’altra e possono ospitare ognuna fino ad un massimo di 5 persone. All’interno sono dotate di camera da letto e bagni privati. Inoltre il villaggio mette a disposizione ogni comfort agli agro-campeggiatori, tra cui una grande piscina per godersi i giorni caldi in valle, senza rinunciare ad un tuffo rinfrescante e una comoda area relax con pergolato rinfrescante, oltre a una zona barbecue attrezzata con tavoli, sedie e panchine

Credits: Instragram @zampotravels

Per chi, una volta tornati alla normalità, avrà voglia di viaggiare riscoprendo quindi le bellezze italiane, questo luogo potrebbe essere sicuramente un’esperienza particolare e unica da provare per regalarvi finalmente una vacanza diversa, visitando una zona bellissima del Piemonte, con tutta la famiglia.

Contatto: Yurte in Langa. Via Castino, 1, 12050 Bosia CN. Tel: 3298406778

Leggi anche: 10 POSTI INCREDIBILI che sembrano all’ESTERO ma in realtà si trovano in ITALIA

ANGELA CALABRESE

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La guerra dell’informazione: esercito contro guerriglia

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1 settembre. Alla mattina tutti i giornali tradizionalmente più vicini al governo hanno titolato in prima pagina del rischio di blocco dei treni per le proteste.
Però nessuno si è presentato e giornali e telegiornali hanno dichiarato che le proteste sono state un flop.

Ma è stato davvero un flop?

Uno degli aspetti più interessanti della realtà che stiamo vivendo è il tipo di scontro che sta avvenendo nella società. È come se fosse divampato un conflitto per ora a livello solamente informativo.
Dove le due parti contrapposte stanno adottando due strategie profondamente diverse e che assomigliano a quelle adottate in ambito bellico.

La storia insegna che spesso sono accaduti dei conflitti interni alle nazioni che vedevano da una parte un esercito ufficiale molto superiore per mezzi e capacità, dall’altra delle forze organizzate come una guerriglia.

Una delle caratteristiche strategiche della guerriglia è di agire con azioni di disturbo apparentemente scollegate e di dileguarsi nel momento in cui l’esercito ufficiale dispiega le sue forze.

Forse quello che è accaduto ieri non è stato un flop ma un’azione tipica della guerriglia. Il sabato hanno riempito le piazze e dopo l’annuncio della controffensiva del governo si sono ritirati evitando di soccombere per la sproporzione delle forze.

Non è facile per un esercito strutturato affrontare dei guerriglieri perché non danno alcun punto di presa. Come hanno insegnato i Vietcong, i Talebani e anche i nostri partigiani.

Anche l’idea che si sta delineando di chiudere i luoghi sui social di informazione non allineata visti i precedenti può anch’esso essere un buco nell’acqua perché potrebbe portare questi guerriglieri dell’informazione a un livello di clandestinità e quindi ancor più su un terreno a loro più consono e fuori controllo da parte dell’autorità.

Per sconfiggere un esercito occorre che ci sia un esercito da sconfiggere. Se questo non accade quasi sempre a finire sconfitto è l’unico degli eserciti presenti.

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5 ENTI da TRASFERIRE SUBITO da Roma a Milano

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Credits: initalia.virgilio.it

Rilanciare l’Italia aumentando la rilevanza di Milano? Si può fare: basta spostare a Milano enti che a Roma non stanno funzionando. 

5 ENTI da TRASFERIRE SUBITO da Roma a Milano

#1 ITA (la nuova Alitalia) a Malpensa: diventerebbe la prima compagnia del Mediterraneo

Credits: varesenews.it

Il secondo aeroporto italiano per traffico passeggeri, nel 2019 sono transitati da Malpensa circa 30 milioni di passeggeri e primo aeroporto cargo d’Italia con 560.000 tonnellate di merci, nei primi 10 in Europa, da solo copre quasi il 60% del totale nazionale. Se la nuova Alitalia si trasferisse da Roma, grazie alla propensione al business milanese, potrebbe diventare la prima compagnia aerea del Mediterraneo smettendo di essere un pozzo senza fondo tenuto in vita con i soldi degli italiani.

#2 Cinecittà in Bovisa: per riportare il cinema dove fu girato il primo lungometraggio italiano

Credits: wikipedia.org

Una “Cinecittà” in Bovisa esisteva già, la Milano Films. Milano è stata la prima capitale del cinema italiano ed ha ospitato nel periodo del cinema muto una delle principali case di produzione cinematografica italiane e la più importante a Milano per quantità di opere realizzate. La Milano Films operante nei primi due decenni del ‘900 tra film a soggetto e documentari realizzò oltre 460 titoli. Qui fu girato il primo lungometraggio italiano “Inferno”: uno dei capolavori dei film in costume ed il primo film europeo di grande impegno letterario e artistico.  

Spostare a Milano il centro della produzione cinematografica significa ripristinare una giustizia storica e soprattutto riportare a livello internazionale il cinema nazionale diventato ormai troppo provinciale. 

Leggi anche: Il primo lungometraggio italiano è stato girato alla Bovisa. Si intitolava INFERNO

#3 Consob in piazza Affari: assurdo che a Milano spetti solo la sede operativa

Credits: milanofree.it

Milano è la città della finanza, c’è la sede della Borsa Italiana dove vengono negoziati titoli di Stato italiani, titoli di stato esteri, sovranazionali ed Eurobonds. Assurdo pensare che si debba accontentare di avere solo la sede operativa della Consob, e non anche quella principale lasciata a Roma, visto che si occupa di tutelare gli investitori e di assicurare l’efficienza, la trasparenza e lo sviluppo del mercato mobiliare italiano. Deve essere trasferita senza indugi a Piazza Affari.

#4 Corte di Cassazione alla Bicocca: per ridare credibilità alla giustizia italiana

Credits: initalia.virgilio.it

Il secondo ateneo pubblico milanese, con più di 30 000 studenti a nord-est della città, è stato programmato e progettato attraverso la riconversione di una grande area industriale ed è la più giovane università di Milano. Per questi due motivi, avendo bisogno di un profondo rinnovamento, la Corte di Cassazione non può trovare luogo migliore che l’Università Bicocca come sua nuova sede. A Milano può consentire di liberarsi dalla nebbia romana e ridare credibilità alla giustizia italiana. 

Leggi anche: 5(+1) cose che forse non sapevi dell’Università BICOCCA

#5 Istituto Superiore della Sanità al Pirellone: dove doveva andare l’Ema

Credits: lombardiaquotidiano.it

La nostra città aveva tutte la carte in tavola per aggiudicarsi la prestigiosa sede di Ema e fino alla penultima votazione era davanti a tutte le altre metropoli contendenti. Poi tutto è finito con il maledetto sorteggio perso a favore di Amsterdam, agevolato anche dai disastri della diplomazia italiana che tradirono una scarsa voglia di ospitare a Milano l’Agenzia del Farmaco. Il Pirellone era la sede provvisoria preposta in caso di vittoria: come giusto risarcimento la capitale dovrebbe trasferirci la sede dell’Istituto Superiore di Sanità.

Anche perchè ormai Milano e i suoi dintorni rappresenta una delle aree di punta in Europa per il settore farmaceutico e della ricerca medica. 

Leggi anche: Roma non ci EMA: breve cronaca di sabotaggi contro Milano

Continua la lettura con: I 5 MINISTERI da spostare a MILANO per RILANCIARE il PAESE

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5 STATI FANTASMA d’EUROPA

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Credits: wikipedia.org

Uno Stato fantasma è un Paese non riconosciuto ufficialmente dagli altri Stati, oppure è riconosciuto solo da alcuni di essi.

Questo mancato riconoscimento ha spesso radici storiche e storiografiche: in molti casi, gli Stati fantasma nascono in seguito a guerre ed episodi di sangue, dichiarando un’indipendenza che però non viene riconosciuta dal resto del mondo, o per lo meno non da tutti i Paesi.

Per trovarne degli esempi non bisogna andare molto lontano, vediamone alcuni in Europa.

5 STATI FANTASMA d’EUROPA

#1 Repubblica di Connacht, “la repubblica irlandese”

Credits: wikipedia.org

Nata nel 1978 in Irlanda grazie all’aiuto di volontari provenienti dalla Francia, la repubblica fu proclamata subito dopo la vittoria delle forze francesi e irlandesi, sotto il comando del generale francese Humbert.

Iniziò a produrre denaro ma non ebbe abbastanza tempo per usarlo dato che, a causa della Sconfitta definitiva nella battaglia di Ballinaluck, la repubblica cessò di esistere e il Regno d’Irlanda fu assorbito dal Regno Unito a seguito dell’atto di Unione.

#2 ll Cantone di Cartagena

Credits: wikipedia.org

É stato un organismo nazionale che ha mantenuto la sua indipendenza dalla repubblica unitaria centralista spagnola per un periodo di sei mesi tra il 1873 e 1874.

L’obiettivo era creare un cantone federale nel regime del momento per poi estenderlo a tutta la Spagna.

Il progetto di costituzione federale proposto dai federalisti proponeva un’idea di Spagna suddivisa in 17 stati. Mentre nelle Cortes era in discussione il progetto, il 12 luglio 1873 a Cartagena scoppiò l’insurrezione.

Il leader del Cantone di Cartagena fu il murciano Antoñete Gálvez di Torreagüera, militare progressista di umili origini che allora era un membro del Parlamento della provincia di Murcia.

Dopo sei mesi di assedio, Cartagena, per mezzo del generale López Domínguez, cadde il 12 gennaio 1874. I ribelli che portarono alla rivoluzione furono condannati a morte o all’esilio.

#3 Tracia occidentale

Credits: wikipedia.org – modifiche territoriali avvenute grazie al trattato

La Tracia occidentale è una regione geografica e storica della Grecia, tra i fiumi Nestos ed Evros nel nord-est del paese.

É stata una piccola e veloce repubblica non riconosciuta vissuta dal 31 agosto al 25 ottobre 1913 e aveva come capitale l’attuale Komotini in Grecia.

Nella prima guerra balcanica la Bulgaria conquistò questo territorio mentre nella seconda lo fece la Grecia.

Al termine della Seconda guerra balcanica (nella quale gli ottomani recuperarono parte della Tracia orientale) i negoziati tra Bulgaria e gli altri suoi vicini si svolsero a Bucarest ma visto che l’Impero Ottomano non era presentato in quell’occasione, l’accordo bilaterale venne concluso a Costantinopoli.

Questo accordo consentiva ai turchi il riconoscimento della Tracia orientale e riconosceva la Tracia occidentale come parte della Bulgaria ponendo fine così alla sua esistenza come repubblica indipendente.

#4 Repubblica di Uhtua

Credits: wikipedia.org

La Repubblica di Uhtua (o Repubblica della Carelia orientale) è stato un paese non riconosciuto esistito tra il 1919 e il 1921 creato per essere governato dai finlandesi.

L’origine è apparentemente è in Finlandia, dove alcune persone nel 1906 hanno avuto l’idea di unire la regione della Carelia. Dopo una guerra civile finlandese e un conflitto con i sovietici, lo stato è finalmente arrivato nel 1919.

Venne poi preteso dai sovietici che non volevano perdere i loro territori e rafforzare i vicini.

#5 Repubblica del Don

Credits: wikipedia.org

La Repubblica del Don fu uno Stato anti-bolscevico costituito nel corso della guerra civile russa, dopo il crollo dell’Impero russo da Pëtr Nikolaevič Krasnov.

Formata dalle forze armate delle russa meridionale, l’indipendenza fu proclamata dall’assemblea dei cosacchi del Don chiamata Krug il 18 maggio 1918.

La Repubblica del Don occupava il territorio della regione del fiume Don e la città di Novočerkassk, che ne era anche la capitale.

All’inizio del 1920 fu conquistata dai bolscevichi e quindi sciolta.

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ARIANNA BOTTINI

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Genova lancia la sfida a Milano: la città da 15 MINUTI tra supermercati e progetti innovativi

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Credit: @lu.cia6917

Sono nato a Genova in viale Piave, proprio dove poche settimane fa e dopo anni di NO da parte della città, hanno costruito il primo supermercato cittadino. Ora il capoluogo ligure lancia la sfida a Milano come città più a misura di 15 minuti. Vediamo come. 

Genova: la città da 15 minuti tra supermercati e progetti innovativi

# La città senza supermercati

Senza saperlo per 10 anni ho vissuto in una “città da 15 minuti”, oggi manifesto simbolo delle città del futuro.

In effetti ricordo come, tenuto per mano da mia mamma, scendevo da Albaro in centro città per fare la spesa nei vari negozi, per andare poi per mercati rionali e per spingerci fino al Mercato Orientale.

Per una vita ho raccontato Genova come esempio di una città che, facilitata anche dalla geografia perchè arroccata su monti scoscesi sul mare, era riuscita a non fare costruire supermercati e a mantenere quella vita di quartiere che avevo vissuto negli anni ’50
e che avevo ben mantenuto nella memoria verificandone l’esistenza ogni qual volta avevo l’occasione di esserci.
Nulla era mutato!

# La tradizione della focaccia

Le code alle panetterie la mattina di buon ora per acquistare la focaccia. I pensionati, con le loro borse della spesa, che passavano da un negozio all’altro.

Le voci ai mercati, che sempre mi colpivano da bambino sono rimaste immutate nel tempo, esattamente uguali a quelle che si possono anche ascoltare nella canzone di De Andrè “Creuza de mä “.

Genova ha rappresentato per me, senza saperlo, l’ideale di città, che adesso anche gli urbanisti di Parigi, di Zurigo, Milano e persino N.Y. cercano di riprodurre rifacendosi allo slogan della “ Città da 15 minuti”.

Significa che in una città ideale si dovrebbe poter uscire di casa e in 15 minuti a piedi o in bicicletta trovare tutti i negozi e tutti i servizi necessari per la vita quotidiana.

# L’esperienza a Firenze

Con la mia famiglia mi sono poi trasferito.

Nel febbraio del ’61, un sabato, sono entrato nel primo supermercato aperto a Firenze, a qualche centinaio di metri da casa mia.

Ero un ragazzino delle medie; quando l’ho visitato la prima volta col mio amico ci siamo domandati “ ma che fine faranno ……” e abbiamo elencato i negozi del quartiere dove eravamo abituati ad andare a comprare una Coca Cola, a farci fare un panino o a prendere il latte.

Non eravamo dei politici, sociologi o economisti, ma semplicemente col nostro buon senso avevamo subito compreso cosa avrebbe comportato quella novità, oltre alle code in strada, e l’intasamento del traffico in tutta la zona.

Mi sono poi trasferito a Milano, visitando sempre Genova dove poi era tornata la mia famiglia e la ritrovavo sempre fedele alla sua realtà di città da 15 minuti.

E’ un peccato però che le belle cose, le cose ben fatte, le cose intelligenti e funzionali della nostra vita felice, prima o poi finiscono nel cassetto dei ricordi, piuttosto che essere in evidenza sul nostro tavolo per servire d’esempio a chi deve prendere delle decisioni che
toccano la nostra vita.

Forse è proprio questo il vero problema di oggi, non siamo noi a decidere del nostro futuro, ma altri che ce lo impongono.

# MOGGENOVA: un esempio da seguire

Genova, però, non è rimasta ferma in tutti questi anni, ma è restata fedele alle sue abitudini e si è anche adeguata alle nuove esigenze.

E’ così che il vecchio Mercato Orientale è diventato MOGGENOVA, dove accanto agli storici banchi di vendita si sono affiancate aree eventi, spazi culturali, scuola di cucina, bar e ristoranti dove in evidenza c’è giustamente la cucina tradizionale genovese con tutti i suoi prodotti del territorio.

MOGGENOVA è un esempio di sviluppo intelligente che tutte le città dovrebbero saper seguire.

Continua la lettura con: GENOVA potrebbe essere la PRIMA città italiana ad ABOLIRE i BIGLIETTI degli autobus

GIUSEPPE MARZAGALLI

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Il diavolo è nelle premesse

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Achille-e-la-tartaruga

Un medico abituato a lavorare con i vigili per i trattamenti sanitari urgenti in caso di problemi mentali era solito dire che le persone che ragionavano in maniera più precisa e coerente erano proprio quelle più malate e più difficili da trattare, in quanto il loro ragionamento era impeccabile dal punto di vista razionale ma i comportamenti che seguivano da tale ragionamento erano incompatibili con la società e con il benessere del soggetto.

In Psicologia si riscontra questo: quasi sempre nella follia il problema non è nel ragionamento in sé ma nelle sue premesse. Se uno è convinto, ad esempio, che gli altri lo vogliano uccidere, tutti i suoi comportamenti e i suoi modi di pensare sono una logica conseguenza di tale convinzione. 

Tutte le grandi manipolazioni della storia avvenivano allo stesso modo: imponevano delle premesse indiscutibili. Ovvero dei dogmi, da cui una volta accettati non poteva che derivare ogni conseguenza condivisa dalla maggioranza.

Nel periodo nazista la premessa era che i cittadini fossero tutti uguali ma “alcuni più uguali degli altri”. Se si accettava come buona questa premessa a quel punto era una conseguenza naturale che i cittadini più uguali degli altri trovassero giusto limitare la libertà e i diritti a quelli considerati inferiori.

Un altro esempio è che se si considera onnipotente e infallibile l’autorità che governa diventa conseguenza logica accettare ogni sua decisione e considerare inaccettabili tutti quelli che avanzano dubbi sul suo operato.

Il dibattito nell’opinione pubblica si concentra sul ragionamento ma quasi mai sulle premesse. Che in realtà sono le generatrici dei pensieri alterati o fuori realtà.
Come Zenone con il paradosso di Achille e la Tartaruga: se si accettano delle premesse sbagliate si accetta la realtà impossibile del paradosso. Anche che il veloce Achille non possa mai raggiungere la Tartaruga.

Finché saremo divisi sulle premesse non si potrà avere nessuna mediazione perché ognuno a suo modo nel suo ragionamento avrà sempre ragione.

Continua la lettura con: La risposta è dentro di te, però è sbagliata

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La gara “senza traguardo”: la corsa più STRANA e LUNGA del mondo

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Team messicano alla Big Dog's @coppercanyons IG

Si chiama “Big Dog’s Backyard Ultra” e si tratta di una gara senza traguardo

La gara “senza traguardo”: la corsa più STRANA e LUNGA del mondo

# Vietato fermarsi

Credits: theguardian.com

La gara è una tradizione annuale che si svolge in Tennessee, negli Stati Uniti d’America. La competizione ha una sola regola: il traguardo non è fissato, il vincitore sarà colui che si ritira per ultimo. Il termine “Ultra” nel titolo dell’insolita corsa è sicuramente azzeccato, in quanto si tratta di una sfida capace di mettere allo stremo sia le capacità fisiche che mentali. Infatti, non sono concesse pause nemmeno di notte. Si continua a correre ininterrottamente, tanto da poter costituire anche rischi per la salute dei partecipanti. Tuttavia, coloro che ne prendono parte la considerano un’esperienza quasi mistica, in grado di mostrare fino a dove possono spingere i loro limiti.

# Record e curiosità

Credits: bbc.com

Il nome della competizione, “Big Dog’s Backyard Ultra”, ha un’origine molto curiosa: “Big Dog”, ovvero cane grande, si riferisce al bulldog domestico dell’organizzatore della competizione, Gary Cantrell. Il “Backyard”, ossia il cortile, è il vasto spazio della fattoria di Cantrell e sua moglie, dove è presente il circuito di gara. Infine “Ultra”, come già detto, riassume l’eccezionalità dell’impresa. Il giro è stato studiato per essere completato in 24 ore e, se si arriva con un po’ di anticipo, si può sfruttare ciò che rimane per mangiare qualcosa o andare in bagno. A tutti gli altri non sarà concessa una pausa, se non una bevuta al volo, e saranno probabilmente i primi costretti a ritirarsi.

Il detentore del record attuale è un dentista belga che ha corso 75 ore, per un totale di 502 chilometri. Lo stesso organizzatore, Cantrell, ha affermato che sia una guerra tra mente e corpo: solo chi riesce a trovare il loro equilibrio perfetto può sperare di rimanere l’ultimo corridore in piedi.

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MATTEO GUARDABASSI

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