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Genova lancia la sfida a Milano: la città da 15 MINUTI tra supermercati e progetti innovativi

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Credit: @lu.cia6917

Sono nato a Genova in viale Piave, proprio dove poche settimane fa e dopo anni di NO da parte della città, hanno costruito il primo supermercato cittadino. Ora il capoluogo ligure lancia la sfida a Milano come città più a misura di 15 minuti. Vediamo come. 

Genova: la città da 15 minuti tra supermercati e progetti innovativi

# La città senza supermercati

Senza saperlo per 10 anni ho vissuto in una “città da 15 minuti”, oggi manifesto simbolo delle città del futuro.

In effetti ricordo come, tenuto per mano da mia mamma, scendevo da Albaro in centro città per fare la spesa nei vari negozi, per andare poi per mercati rionali e per spingerci fino al Mercato Orientale.

Per una vita ho raccontato Genova come esempio di una città che, facilitata anche dalla geografia perchè arroccata su monti scoscesi sul mare, era riuscita a non fare costruire supermercati e a mantenere quella vita di quartiere che avevo vissuto negli anni ’50
e che avevo ben mantenuto nella memoria verificandone l’esistenza ogni qual volta avevo l’occasione di esserci.
Nulla era mutato!

# La tradizione della focaccia

Le code alle panetterie la mattina di buon ora per acquistare la focaccia. I pensionati, con le loro borse della spesa, che passavano da un negozio all’altro.

Le voci ai mercati, che sempre mi colpivano da bambino sono rimaste immutate nel tempo, esattamente uguali a quelle che si possono anche ascoltare nella canzone di De Andrè “Creuza de mä “.

Genova ha rappresentato per me, senza saperlo, l’ideale di città, che adesso anche gli urbanisti di Parigi, di Zurigo, Milano e persino N.Y. cercano di riprodurre rifacendosi allo slogan della “ Città da 15 minuti”.

Significa che in una città ideale si dovrebbe poter uscire di casa e in 15 minuti a piedi o in bicicletta trovare tutti i negozi e tutti i servizi necessari per la vita quotidiana.

# L’esperienza a Firenze

Con la mia famiglia mi sono poi trasferito.

Nel febbraio del ’61, un sabato, sono entrato nel primo supermercato aperto a Firenze, a qualche centinaio di metri da casa mia.

Ero un ragazzino delle medie; quando l’ho visitato la prima volta col mio amico ci siamo domandati “ ma che fine faranno ……” e abbiamo elencato i negozi del quartiere dove eravamo abituati ad andare a comprare una Coca Cola, a farci fare un panino o a prendere il latte.

Non eravamo dei politici, sociologi o economisti, ma semplicemente col nostro buon senso avevamo subito compreso cosa avrebbe comportato quella novità, oltre alle code in strada, e l’intasamento del traffico in tutta la zona.

Mi sono poi trasferito a Milano, visitando sempre Genova dove poi era tornata la mia famiglia e la ritrovavo sempre fedele alla sua realtà di città da 15 minuti.

E’ un peccato però che le belle cose, le cose ben fatte, le cose intelligenti e funzionali della nostra vita felice, prima o poi finiscono nel cassetto dei ricordi, piuttosto che essere in evidenza sul nostro tavolo per servire d’esempio a chi deve prendere delle decisioni che
toccano la nostra vita.

Forse è proprio questo il vero problema di oggi, non siamo noi a decidere del nostro futuro, ma altri che ce lo impongono.

# MOGGENOVA: un esempio da seguire

Genova, però, non è rimasta ferma in tutti questi anni, ma è restata fedele alle sue abitudini e si è anche adeguata alle nuove esigenze.

E’ così che il vecchio Mercato Orientale è diventato MOGGENOVA, dove accanto agli storici banchi di vendita si sono affiancate aree eventi, spazi culturali, scuola di cucina, bar e ristoranti dove in evidenza c’è giustamente la cucina tradizionale genovese con tutti i suoi prodotti del territorio.

MOGGENOVA è un esempio di sviluppo intelligente che tutte le città dovrebbero saper seguire.

Continua la lettura con: GENOVA potrebbe essere la PRIMA città italiana ad ABOLIRE i BIGLIETTI degli autobus

GIUSEPPE MARZAGALLI

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Il diavolo è nelle premesse

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Achille-e-la-tartaruga

Un medico abituato a lavorare con i vigili per i trattamenti sanitari urgenti in caso di problemi mentali era solito dire che le persone che ragionavano in maniera più precisa e coerente erano proprio quelle più malate e più difficili da trattare, in quanto il loro ragionamento era impeccabile dal punto di vista razionale ma i comportamenti che seguivano da tale ragionamento erano incompatibili con la società e con il benessere del soggetto.

In Psicologia si riscontra questo: quasi sempre nella follia il problema non è nel ragionamento in sé ma nelle sue premesse. Se uno è convinto, ad esempio, che gli altri lo vogliano uccidere, tutti i suoi comportamenti e i suoi modi di pensare sono una logica conseguenza di tale convinzione. 

Tutte le grandi manipolazioni della storia avvenivano allo stesso modo: imponevano delle premesse indiscutibili. Ovvero dei dogmi, da cui una volta accettati non poteva che derivare ogni conseguenza condivisa dalla maggioranza.

Nel periodo nazista la premessa era che i cittadini fossero tutti uguali ma “alcuni più uguali degli altri”. Se si accettava come buona questa premessa a quel punto era una conseguenza naturale che i cittadini più uguali degli altri trovassero giusto limitare la libertà e i diritti a quelli considerati inferiori.

Un altro esempio è che se si considera onnipotente e infallibile l’autorità che governa diventa conseguenza logica accettare ogni sua decisione e considerare inaccettabili tutti quelli che avanzano dubbi sul suo operato.

Il dibattito nell’opinione pubblica si concentra sul ragionamento ma quasi mai sulle premesse. Che in realtà sono le generatrici dei pensieri alterati o fuori realtà.
Come Zenone con il paradosso di Achille e la Tartaruga: se si accettano delle premesse sbagliate si accetta la realtà impossibile del paradosso. Anche che il veloce Achille non possa mai raggiungere la Tartaruga.

Finché saremo divisi sulle premesse non si potrà avere nessuna mediazione perché ognuno a suo modo nel suo ragionamento avrà sempre ragione.

Continua la lettura con: La risposta è dentro di te, però è sbagliata

MILANO CITTA’ STATO

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La gara “senza traguardo”: la corsa più STRANA e LUNGA del mondo

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Team messicano alla Big Dog's @coppercanyons IG

Si chiama “Big Dog’s Backyard Ultra” e si tratta di una gara senza traguardo

La gara “senza traguardo”: la corsa più STRANA e LUNGA del mondo

# Vietato fermarsi

Credits: theguardian.com

La gara è una tradizione annuale che si svolge in Tennessee, negli Stati Uniti d’America. La competizione ha una sola regola: il traguardo non è fissato, il vincitore sarà colui che si ritira per ultimo. Il termine “Ultra” nel titolo dell’insolita corsa è sicuramente azzeccato, in quanto si tratta di una sfida capace di mettere allo stremo sia le capacità fisiche che mentali. Infatti, non sono concesse pause nemmeno di notte. Si continua a correre ininterrottamente, tanto da poter costituire anche rischi per la salute dei partecipanti. Tuttavia, coloro che ne prendono parte la considerano un’esperienza quasi mistica, in grado di mostrare fino a dove possono spingere i loro limiti.

# Record e curiosità

Credits: bbc.com

Il nome della competizione, “Big Dog’s Backyard Ultra”, ha un’origine molto curiosa: “Big Dog”, ovvero cane grande, si riferisce al bulldog domestico dell’organizzatore della competizione, Gary Cantrell. Il “Backyard”, ossia il cortile, è il vasto spazio della fattoria di Cantrell e sua moglie, dove è presente il circuito di gara. Infine “Ultra”, come già detto, riassume l’eccezionalità dell’impresa. Il giro è stato studiato per essere completato in 24 ore e, se si arriva con un po’ di anticipo, si può sfruttare ciò che rimane per mangiare qualcosa o andare in bagno. A tutti gli altri non sarà concessa una pausa, se non una bevuta al volo, e saranno probabilmente i primi costretti a ritirarsi.

Il detentore del record attuale è un dentista belga che ha corso 75 ore, per un totale di 502 chilometri. Lo stesso organizzatore, Cantrell, ha affermato che sia una guerra tra mente e corpo: solo chi riesce a trovare il loro equilibrio perfetto può sperare di rimanere l’ultimo corridore in piedi.

Continua a leggere con: A Baggio si organizza la CORSA DEGLI ASINI

MATTEO GUARDABASSI

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La PORTA dell’INFERNO: un uomo ha cercato di entrarci (Video)

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credits: woworlds IG

Dante aveva immaginato l’ingresso agli inferi come una voragine sotto la città di Gerusalemme, ma di certo era all’oscuro del bizzarro fenomeno che si è conquistato l’appellativo di “Porta dell’Inferno”. Lasciate quindi ogni speranza voi ch’entrate, perché andiamo alla scoperta di questo luogo infernale.

La PORTA dell’INFERNO: un uomo ha cercato di entrarci (Video)

# La Porta dell’Inferno che brucia ininterrottamente

credits: mila_pro_photo IG

Nel deserto del Karakum, in Turkmenistan, si trova un cratere lungo circa 70 metri e profondo una ventina, dalla caratteristica davvero unica: brucia ininterrottamente. La cavità è stata ribattezzata “Porta dell’Inferno” per questa sua peculiarità. Pensate, che per una curiosa coincidenza, si trova poco distante dalla cittadina di Derweze il cui nome tradotto in italiano significa proprio “porta”.

# Un fenomeno straordinario dall’origine accidentale

credits: alsafarviagens IG

Ciò che rende quest’attrazione davvero unica è che non si tratta di un fenomeno naturale e nemmeno così antico. Tutto ebbe inizio nel 1971, quando alcuni geologi sovietici, in cerca del petrolio, impiantarono in quella zona una piattaforma di perforazione. La trivella raggiunse una sacca di gas naturale e causò un cedimento del terreno che inghiottì tutte le attrezzature, senza però causare, per fortuna, nessuna vittima.

Per timore che i gas sprigionati potessero essere nocivi, i geologi decisero di incendiare il cratere, sperando che, nell’arco di pochi giorni, il fuoco avrebbe consumato tutta la riserva di gas. Ma così non fu. Dopo 50 anni, le fiamme bruciano ancora ininterrottamente.

# L’uomo che è entrato nel cratere infuocato

Nel 2013, in una spedizione finanziata dal National Geographic, l’esploratore George Kourounis tentò un’impresa particolarmente impegnativa: si calò nel cratere infuocato. Riuscì in questo modo a misurare la cavità ed a raccogliere dei campioni di suolo per capire se ci fosse vita in condizioni così estreme.

Grazie alla sua impresa, il team di scienziati riuscì a scoprire che, nonostante la temperatura fosse altissima e l’ambiente fosse saturo di gas metano, alcuni batteri riuscivano a sopravvivere.

# Un fenomeno tra il reale e il soprannaturale

credits: tsigerliotis_tours IG

Il fenomeno è così bizzarro che tra la popolazione locale è diffusa la credenza che si tratti di un fenomeno soprannaturale, proprio per questo è stato ribattezzato “Porta dell’Inferno”.

Nessuno sa con certezza quanto gas sia bruciato finora, né per quanto ancora continuerà ad ardere. Quel che è sicuro è che il cratere è oggi tra le mete turistiche più visitate del Turkmenistan. La luce emessa dalla cavità è visibile di notte a chilometri di distanza e crea uno spettacolo davvero suggestivo, tanto da attirare, nonostante il forte e sgradevole odore sulfureo, decine di migliaia di visitatori ogni anno.

 

Continua a leggere: La PORTA del PARADISO: il lungo viaggio verso l’INFINITO

CHIARA BARONE

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Leggi anche: Incendio a Milano, i pannelli infiammabili che rendono più “cool” la Torre dei Moro da 8mila euro al metro

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Le 10 cose che i milanesi dovrebbero fare la MATTINA per essere FELICI

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Credit: pinterest-alma

“Driiin”. La sveglia suona.

I primi pensieri? Ho sonno. Sono in ritardo. Oggi devo portare la spazzatura? Il gatto avrà già mangiato? Ho sonno. C’è brutto tempo? Oggi la metro sarà piena a quell’ora. Ho sonno.

Non ci siamo ancora alzati e siamo già nervosi. Siamo convinti che una grande parte della nostra giornata dipenda da come ci svegliamo e da come passiamo le prime ore della nostra mattinata.

Lo dice anche il detto: “si è alzato con i piede sbagliato”. Ma come si fa ad alzarsi con il piede giusto?

Con la collaborazione di tutta la redazione, abbiamo trovato 10 cose che ogni milanese dovrebbe fare la mattina per essere più FELICE.

Le 10 cose che i milanesi dovrebbero fare la MATTINA per essere FELICI

#1 Posticipare la sveglia

Credit: @neapymy

Sembra una contraddizione: per iniziare bene la giornata bisognerebbe tornare a dormire? Ebbene si, posticipare la sveglia anche solo per 10 minuti può davvero permettere di svegliarsi più lentamente avendo un risveglio più felice.

Ora la sveglia suona veramente e ahimè bisogna alzarsi. Qual è il primo passo per iniziare bene la giornata?

#2 Fare colazione

Credits sassan3.3 IG – Colazione

Come tutte le nonne ci hanno sempre detto “la colazione è il pasto più importante”, sembra una frase fatta, ma vogliamo parlare di come ci si sente più in forma quando mangiamo il nostro piatto preferito appena svegli?

Se il passaggio della colazione può sembrare ostico per quelli che non sono abituati a mangiare appena svegli…ecco un piccolo aiuto.

#3 Ascoltare la musica

Sono molti i medici che chiamano la musica “droga legale” perchè capace di migliorare le prestazioni delle persone.

La musica risveglia il cervello e ci rende automaticamente più felici (sconsigliamo per questo motivo musiche molto tristi).

Il nostro milanese è seduto a fare colazione con la musica in sottofondo, la giornata sta iniziando, è arrivato il momento di entrare nel mondo.

#4 Leggere Milano Città Stato

Piccolo spazio pubblicità. Tra una news del giorno che ci tiene in formati e una curiosità sul mondo che ci fa sorridere, non c’è dubbio che leggere Milano Città Stato di prima mattina sia un modo per essere più felici.

#5 Guardare il conto in banca

Per i più fortunati potrebbe aiutare guardare la somma sul proprio conto in banca, una botta di adrenalina che sicuramente rende le persone più felici.

Se questo passaggio non vi da molta gioia però, potete pensare alle altre cose per cui siete felici nella vita, in fondo…i soldi non fanno la felicità no?

#6 Scrivere su un diario

Credit: @elettroshockfeli

Quella del journaling è ormai una routine molto famosa negli ultimi anni, ci sono molti studi che dimostrano che scrivere i propri pensieri su un diario aggiungendo le cose per cui si è grati ogni giorno migliora la consapevolezza e la felicità della persona.

Come ogni milanese che si rispetti bisogna essere efficienti, bisogna organizzarsi.

#7 Chiedere ad alexa il sommario

La giornata davanti al nostro milanese è lunga, essere organizzati e avere tutte le informazioni per la giornata è molto importante.

#8 Fare una to do list

Credit: azassistentevirtuale.it

Fare una to do list può essere molto utile, sapere cosa bisogna fare nella giornata renderà il nostro milanese più produttivo e ovviamente, più felice.

Ma adesso è arrivato il momento di uscire di casa.

#9 Fare una passeggiata al parco

Credit: @oktaviantrips

Uscire all’aria aperta, fare una passeggiata al parco attiva il proprio corpo ed è un buon modo per essere più felici soprattutto se si passa poi tutta la giornata in ufficio.

Stare all’aria aperta anche solo per 10 minuti al giorno è un grande toccasana che tutti dovrebbero aggiungere alla propria routine.

#10 Spargere gentilezza 

Siamo di fretta, siamo in ritardo, abbiamo tante cose da fare eppure a volte anche solo un gesto gentile ricevuto o dato ci cambia veramente la giornata.

Anche solo un “buon lavoro” detto alla signora della lavanderia, o un “buongiorno” alla signora che legge il giornale seduta di fianco a noi.

Ogni piccola cosa può cambiare la nostra giornata.

E voi? Siete già più felici?

Continua la lettura con: Chi è FELICE vince il VIRUS

ARIANNA BOTTINI

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7 LOCALI INDIMENTICABILI dove si ascoltava MUSICA dal VIVO a Milano

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A Milano esistono e sono esistiti molti locali dove grandi gruppi, star internazionali ma anche allora emergenti o meteore della musica internazionale hanno suonato, fatto cantare e saltare nel corso dei decenni milioni di persone.

7 LOCALI INDIMENTICABILI dove si ascoltava MUSICA dal VIVO a Milano

#1 Palatrussardi, hanno cantato Frank Sinatra, Paul Mc Cartney e Stevie Wonder

Palasharp

Nato nel 1986 a seguito di un abuso edilizio che ne ha messo a rischio l’esistenza e cambiati vari nomi nel corso degli anni la tensostruttura di Lampugnano ha visto ogni sorta di spettacolo avvicendarsi al suo interno. Incontri di wrestling e di basket, gare di moto, l’incontro con il Dalai Lama ma soprattutto concerti. Frank Sinatra, Prince, Ella Fitzgerald, U2, Paul McCartney o Eric Clapton (il mio cuore preme per ricordare uno strepitoso Stevie Wonder e sul suo palco rotante a forma di Africa), Vasco Rossi e mille altri ancora in una struttura che doveva essere temporanea e che probabilmente verrà ristrutturata per ospitare alcuni eventi di Milano 2026. Il fine concerto prevedeva interminabili code per poter salire su uno dei pullman per tornare a casa con orecchie intorpidite, gambe provate e ugola infiammata ma innamorati di tutte le canzoni che si erano ascoltate.

Il penultimo concerto dal vivo dei Nirvana. Palatrussardi, 25 febbraio 1994. Due mesi dopo, il suicidio di Cobain

#2 Le Scimmie, dove si esibivano i veri virtuosi della musica internazionale

Credits: rockit.it – Le scimmie

Altro genere di struttura, ovvero un locale piuttosto piccolo, decisamente non adatto per acustica e struttura a L dove in alcuni punti tra colonne e altro non si vedeva il palco eppure dove bisognava sgomitare per poter entrare ad ascoltare dei veri virtuosi della musica internazionale. Pat Metheny su tutti e a tirare le file dei molti jazzisti in primis che hanno regalato i loro accordi ai fortunati presenti in sala. Palestra per emergenti italiani, da Irene Grandi ai Bluvertigo e Gigi Cifarelli considerato il vero padrone di casa e con il quale ci si poteva intrattenere fino a mattina parlando di musica e ciclismo, suo grande amore. Non si entrava mai prima di aver bevuto un bicchiere in qualche locale sui Navigli e qualche volta si sgattaiolava fuori dal locale per finire in bellezza alla Briosca tra canzoni milanesi e molto vino.

#3 Salumeria della Musica, il Peck della musica

Credits: mentelocale.it – Salumeria della Musica

Piuttosto recente come locale dato che è stato creato nel 1999 non ha potuto compiere i 20 anni di vita a causa di un mercato che si è evoluto togliendo spazio ai templi della musica di qualità. In verità qui è nato anche il laboratorio di Colorado diretto da Abatantuono ma la musica, quella con la M maiuscola, ha avuto il suo palco raffinato con una giovanissima Norah Jones, la meravigliosa Joss Stones, Laura Pausini e Gino Paoli e mille altri si sono dilettati nel regalare la loro poesia in note ai presenti nei pochi posti disponibili. Tra un parcheggio selvaggio e qualche aroma di cucina etnica del locale poco distante ci si avviava al locale certi che sarebbe stata una serata indimenticabile. Il Peck della musica.

#4 “Capolinea”, il tempio del jazz

Credits: traccedijazz.com – Capolinea

Situato vicino al capolinea del tram 19 di Piazza Negrelli anche il Capolinea ha ospitato soprattutto musicisti jazz deliziando gli ospiti anche con una cucina apprezzabile. Vide la luce nel 1968 e fece vibrare i cristalli e il cuore dei milanesi con gente del calibro di Chet Baker che passò di lì pochi giorni prima di morire, Jerry Mulligan e una già anziano Lionel Hampton che con il suo vibrafono faceva sembrare il suonare quello strumento la cosa più semplice del mondo. Non era raro sedersi ad un tavolo in una serata apparentemente senza alcuna esibizione e poi ritrovarsi immersi in un concerto di qualche star di quei tempi. Cena con sorpresa.

#5 City Square, Pearl Jam o Kool and the Gang hanno calcato il suo palco

Credits: milanodavedere.it – City Square

A ridosso della Bocconi, nello slargo di via Castelbarco un vecchio cinema nel 1988 viene trasformato in un locale Auditorium. Utilizzato anche come studio televisivo per trasmissioni a carattere musicale il City Square ha avuto l’onore di far calcare il suo palco dal band come i Pearl Jam o Kool and the Gang oppure artisti di classe come Gino Vannelli. Di quest’ultimo posso dire che nascosti tra i presenti (io c’ero) furono notati Eros Ramazzotti ma soprattutto la divina tigre di Cremona, Mina per i più, che celata dietro un grande paio di occhiali neri non si perse una nota dell’artista di chiare origini italiane. Trasformato più volte nel corso degli anni il locale è ora sede di un supermercato. Dalle note musicali alla nota della spesa.

#6 Transilvania, punto di riferimento della musica dark e dei gruppi underground milanesi

Transilvania

Punto di riferimento della musica dark e dei gruppi underground milanesi il locale non era certo accattivante dall’esterno mentre al suo interno ci si sentiva catapultati in un mondo vampiresco con lapidi, teschi e un pitone chiuso in una teca sotto il bancone del bar. Per tutti era consigliato qualche giro di shottini prima dell’inizio del concerto. Non adatto per un primo incontro galante era però alternativo a molti altri locali di musica dal vivo. Ora è un garage. Bye bye vampiri.

#7 Rainbow Club, la casa della musica Indie e alternative

Credits: corriere.it – Rainbow Club

In zona Forze Armate era la casa della musica Indie o alternative, dove se avevi la fortuna di non inciampare in qualche gradino o non stamparti contro qualche colonna potevi ascoltare raffinati gruppi alternati ad alcune serate con band di metallo duro. Aria quasi irrespirabile, umidità da foresta amazzonica ma qualche concerto di tutto rispetto. I toscani Baustelle sono riusciti a riempire il locale oltre il possibile e ciò nonostante lasciando fuori decine di fan. Certamente non il più importante di Milano ma da sottolineare per aver dato visibilità a tanti gruppi sperimentali. Inoltre regalava a chiunque si addentrasse nella struttura, grazie all’umidità e al caldo sempre presente nel locale, un bagno turco compreso nel prezzo. 2 al prezzo di 1.

Continua la lettura con: locali mitici scomparsi di Milano

ROBERTO BINAGHI

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10 località da raggiungere in TRENO da Milano per una gita o per una breve vacanza

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Sirmione. Credits: @paolotrl IG

Pronti per un nuovo week end? Per chi dispone di poco tempo ecco proprio 10 destinazioni raggiungibili in treno a/r in giornata.

10 destinazioni da raggiungere in TRENO da Milano per una gita o per una breve vacanza

1. Colico, il “paradiso degli sportivi” (1h 37)

Surf, kite surf, windsurf, vela. Il paradiso degli sportivi sulla punta del lago di Como, dove tira sempre una brezza fresca e il lago è più pulito. Non solo: un’ampia spiaggia, tanto verde, ciclabili, sentieri e il battello. Un treno parte ai venti di ogni ora a partire dalle 6.20 dalla Centrale, si arriva a Colico dopo un’ora e trentasette minuti. Per chi lo vuole usare come base per vacanze di prossimità è comodo per raggiungere belle località come Chiavenna, Tirano o Madesimo. 

2. Varenna-Bellagio, la “perla del lago di Como” (1h13)

Trekking, paese caratteristico, la perla del lago di Como, il gelato di Bellagio. Stesso treno dalla Centrale (ai venti di ogni ora, a partire dalle 6.20), si arriva a Varenna-Esino dopo un’ora e tredici minuti. Cinque minuti e si è sul lungolago da dove si possono prendere battelli e traghetti per Bellagio. Come base per una breve vacanza Varenna e Bellaggio sono perfette per girare il lago o per salire sui monti tra i due rami del lago. Perfetto per una vacanza d’altri tempi: il soggiorno al lago era una delle mete più esclusive per l’aristocrazia europea di ottocento-inizio novecento.

3. Vigevano e la sua piazza (31′)

La piazza più bella d’Italia, negozi di scarpe, la prima città lombarda ad aver ottenuto in epoca moderna “il titolo di città”. A partire dalle 6.42 ogni ora da Porta Genova parte un treno che arriva a Vigevano in 31 minuti. Per gli appassionati della grande Milano è anche una delle località che, fuori dalla provincia, dovrebbero essere reincorporate nella cintura metropolitana. Per chi voglia trascorrere una vacanza di prossimità, è la base giusta per vivere e scoprire gli angoli più suggestivi del parco del Ticino. 

4. Morbegno, la porta della Valtellina (1h 39)

La porta della Valtellina. Si può mangiare nei crotti, camminare sulle Alpi Retiche o sulle Orobiche, andare in bici lungo l’Adda, rinfrescarsi nel Bitto. Sempre in treno si può anche arrivare all’Aprica, con 10 minuti di bus. Se si prosegue fino a Tirano si può prendere il Bernina Express. Ogni ora a partire dalle 6.20 dalla Centrale parte un treno che arriva Morbegno in un’ora e trentanove.

5. Verbania, la “capitale” del lago Maggiore (1.15)

La “capitale” del lago Maggiore, ideale per respirare un po’ di spleen, di male di vivere, di genuina inquietudine, ispira poesie maledette. Il primo treno diretto parte dalla Centrale alle 7.29 e arriva a Verbania-Pallanza dopo un’ora e 15 minuti. Altri treni praticamente ogni ora. L’estate 2020 il lago Maggiore sta diventando una delle grandi sorprese.

6. Arona e le sue palafitte (0.53)

arona
arona

Si arriva con ferrovie dello stato o ferrovie nord. Ha il fascino della città di mare pur essendo sul lago. Nel comune si trova il Parco naturale dei Lagoni di Mercurago, compreso tra i “siti palafitticoli preistorici attorno alle Alpi“, dal 2011 nell’elenco del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Stesso treno come sopra: il primo treno diretto parte dalla Centrale alle 7.29 e arriva ad Arona dopo 53 minuti. Altri treni praticamente ogni ora.

7. Isola Bella (Stresa) (1.08)

L’isola dei pescatori, uno dei giardini più belli d’Italia. Villa Borromeo. Stesso treno come sopra: il primo treno diretto parte dalla Centrale alle 7.29 e arriva a Stresa dopo un’ora e otto minuti. Altri treni praticamente ogni ora. Da Stresa in pochi minuti un battello porta sull’Isola Bella.

8. Sirmione, la perla del Garda (0.51)

sirmione
sirmione

Le terme, il centro storico antico, meglio di Desenzano perché è più caratteristica, piena di tedeschi. Ed è anche vicina a Gardaland.
Anche tre treni all’ora dalla Centrale raggiungono la stazione di Desenzano-Sirmione in 51 minuti/1 ora.

9. Cremona e la bassa lombarda (1.10)

La città di violini, liuteria, la città del Torrazzo e delle tre t. Dalla Centrale un treno all’ora a partire dalle 6.20 in un’ora e dieci siamo a Cremona. Per una vacanza alternativa in cui riscoprire le città della bassa lombarda.

10. Recco (Liguria Levante) (2.29)

Per la spiaggia, il cibo e la pallanuoto meglio di Santa Margherita. Portofino a due passi, grigliate di pesce e focacce. Per chi vuole spiagge più spaziose: Cavi di Lavagna. Altre alternative: Sestri Levante, Levanto o, per chi ha più pazienza, Monterosso e la scarpinata lungo le cinque terre. Il primo diretto parte dalla Centrale alle 7.25 e arriva a Recco in 2 ore e 29 minuti. Stessa durata (2.25) in direzione opposta: VENEZIA.

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Leggi anche: Vaccino Moderna, il Giappone trova un’altra fiala “contaminata”: sospeso un nuovo lotto

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La risposta è dentro di te, però è sbagliata

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Quelo (Corrado Guzzanti)

Negli anni novanta il comico Corrado Guzzanti aveva creato Quelo, personaggio che faceva il verso alla moda new age. Il suo celebre slogan era “la risposta è dentro di te, però è sbagliata”.

Per la cura delle malattie mentali spesso si deve agire eliminando una dipendenza del soggetto a qualche variabile esterna. Possono essere dipendenze affettive o materiali.
Molti psicologi hanno rilevato l’eziologia di molte malattie mentali nei rapporti di dipendenza in famiglia, così come la tossicodipendenza è spesso un tentativo di riproduzione di una dipendenza affettiva patologica con l’adulto di riferimento della prima infanzia.

Probabilmente questo tipo di fenomeni avviene anche in società, con la dipendenza di gruppi di individui a situazioni esterne. Se le dipendenze dei singoli coincidono questo può diventare un problema sociale che investe le meccaniche della collettività, creando tensioni, paure, paranoie o ossessioni su larga scala. Si tratta degli stessi fenomeni che si riscontrano sui singoli e che sono le leve su cui bisogna agire per riuscire a risolvere problemi psicologici e conflitti esistenziali.

Se in famiglia un individuo cresce con un rapporto malato con il genitore, questo stesso tipo di rapporto potrebbe essere riprodotto nei confronti dell’autorità.
Lo stesso accade se un individuo cerca per i propri problemi di vita una soluzione esterna e artificiale, può accadere che lo stesso modo di agire si riproduca nel caso di problemi collettivi.
Non solo, il fatto di avere una moltitudine di persone che hanno la stessa forma di dipendenza può accentuare l’impatto collettivo.

In questo periodo di forte stress sociale sarebbe importante cercare di diminuire le dipendenze dei cittadini da soggetti o soluzioni esterne. E di promuovere una maggiore presa di coscienza sulle capacità di ognuno di affrontare in modo autonomo e collaborativo i problemi che ci stanno investendo.

Perché forse la soluzione sbagliata dentro di noi è quella della società. Mentre quella che è diversa dagli altri, capace di generare un pensiero autarchico, è quella giusta.

Continua la lettura con: L’incendio del 110%

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Leggi anche: Bertolaso: “Pronti per la terza dose in Lombardia”. E torna centrale nella struttura regionale

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Il RISTORANTE stellato più ECONOMICO di Milano (tra i top 10 più a buon prezzo d’Italia)

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Credits: lucafarina88 IG - Risotto allo zafferano

Il ristorante è gestito da uno degli chef più famosi della cucina italiana. Ecco dove si trova e quanto si spende per un menu completo.

Il RISTORANTE stellato più ECONOMICO di Milano (tra i top 10 più a buon prezzo d’Italia)

# Un menu degustazione al Ristorante D’O 

Credits: evelinarolandi IG – Ristorante D’O

Si trova a Cornaredo, alle porte della metropoli nella piccola frazione di San Pietro all’Olmo, il ristorante stellato meno caro di Milano. Il “Ristorante D’O” dello chef Davide Oldani, allievo tra gli altri di Gualtieri Marchesi, il compianto re della cucina italiana primo a ricevere le tre stelle Michelin. 

Credits: lucafarina88
IG – Risotto allo zafferano

Dai risotti, celebre quello Zafferano e oro, agli Spaghetti freddi al caviale fino alla Cipolla caramellata con Grana Padano caldo freddo, oppure i Ravioli di gricia, carbonara e amatriciana o il Gazpacho e rana pescatrice in crosta di pane, la cucina dello chef Oldani offre piatti di qualità eccelsa. Per provarne una selezione si può optare per uno dei menu di degustazione. 

 

# In Italia, il ristorante stellato più economico in assoluto, si trova in Abruzzo: 30 euro a persona

Credits: cafe_les_paillotes IG

Lo chef Matteo Iannacone è alla guida dal ristorante stellato più economico d’Italia, il Café Les Paillotes di Pescara. Affacciato sulla spiaggia, con un arredamento dal gusto casual-chic che riporta alle atmosfere di Bali. La proposta culinaria vede protagonisti i prodotti locali, in particolare quelli marini, e il menu degustazione parte da 30 euro a testa.

 

Fonte articolo: Esquire

Continua la lettura con: Milano Capitale della Cucina Straniera: i 7 RISTORANTI più buoni (secondo Vanity Fair)

FABIO MARCOMIN

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Il MUSEO dei MISTERI nella regione italiana DIMENTICATA

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credits: fondoambiente.it

Il Molise, la regione che “non esiste”, custodisce dei veri e propri gioielli. Una terra affascinante che racchiude non solo paesaggi straordinari, ma anche elementi caratteristici della tradizione italiana.

Il MUSEO dei MISTERI nella regione italiana DIMENTICATA

# Decimo nella classifica dei Luoghi del Cuore del FAI: il Museo dei Misteri

credits: fondoambiente.it

Il Museo dei Misteri di Campobasso è un luogo particolare e di grande importanza storica, tanto da aggiudicarsi il decimo posto nella classifica dei Luoghi del Cuore del FAI 2020. Ogni anno, il Fondo Ambiente Italiano invita tutta la popolazione a scegliere il proprio luogo culturale preferito e poi ne stila una classifica.

Il Museo è dedicato alla processione dei Misteri, la festa più importante e amata dai cittadini di Campobasso, che non solo rappresenta un’importante cerimonia tradizionale, ma anche un momento di partecipazione popolare e di incontro.

# I congegni dello scultore Di Zinno che rendono le rappresentazioni veri e propri quadri viventi

credits: antonio_card1.pbg IG

La festa è la celebrazione del Corpus Domini e nel capoluogo molisano si festeggia dal 1768. Non è solo molto sentita dagli abitanti del luogo, ma attira anche migliaia di turisti provenienti da tutta Italia e persino dall’estero.

Ciò che rende così unica questa manifestazione è la sfilata dei Misteri. Si tratta di strutture portanti, create dal noto scultore Paolo Saverio Di Zinno, modellate in modo che possano reggere il peso dei figuranti. Bisogna indubbiamente sottolineare l’intelligenza dell’artista che, utilizzando una lega flessibile e resistente, è riuscito a realizzare dei congegni che dopo più di 250 anni sono ancora pienamente funzionanti.

Tutti gli anni, perciò, i cittadini si rendono disponibili volontariamente per partecipare alla sfilata come figuranti, dai bambini ai più anziani. Ogni struttura rappresenta e celebra, tramite i volontari un “mistero” della Bibbia o un Santo, per un totale di 13 scene che vengono trasportate a spalla da altri volontari. Pensate che il peso dei congegni varia da 340 a 644 chili.

# Un museo dedicato interamente alla sfilata dei Misteri

credits: fondoambiente.it

Il Museo dei Misteri è quindi interamente dedicato alla festività e il fatto che ci sia un intero edificio a lei dedicato sottolinea ulteriormente quanto questa celebrazione sia importante per gli abitanti del luogo.

Il museo è composto da due stanze espositive e una sala proiezioni. Nelle prime due si trovano alcuni costumi d’epoca, antiche testimonianze fotografiche delle manifestazioni passate e le 13 strutture protagoniste della sfilata. Nella sala proiezioni invece si possono guardare le testimonianze video delle manifestazioni negli anni, mostrando come la rappresentazione si sia evoluta nel corso del tempo, pur non perdendo l’atmosfera magica e tradizionale che la contraddistingue da sempre. Insomma, una vera e propria celebrazione dell’incontro tra passato, presente, tradizione e innovazione.

 

Fonte: meglioitaliano.it

Continua la lettura con: 10 prove che il Molise esiste

CHIARA BARONE

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Leggi anche: Il disastro di DAZN nelle prime giornate di Serie A. Rumors: crollano gli ascolti, meno 75 per cento

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In vendita LA CASA PIÙ STRETTA di Londra (ma il PREZZO è Extra Large)

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Credits: londranews.com

In vendita una delle case più strette del mondo. Si trova a Londra e con i suoi 180 cm è la casa più sottile della capitale britannica. Il prezzo? Tutt’altro che stretto!

In vendita LA CASA PIÙ STRETTA di Londra (ma il PREZZO è Extra Large)

# La casa più stretta di Londra

Credits: londranews.com

La casa più stretta di Londra si trova nel quartiere di Shepherd’s Bush, nella zona ovest della città ed è larga solo 180 cm.

Se pensate di acquistare questa casa per poter risparmiare qualche soldo vi sbagliate, l’immobile costa infatti il corrispondente di un milione e 300 mila euro.

Quello che la casa non ha in larghezza lo rimedia in altezza, questo piccolo appartamento di 96 mq si sviluppa infatti su ben cinque piani.

Il livello seminterrato ha una cucina e una sala da pranzo e poco più in alto si può trovare l’ingresso con il giardino, elemento tradizionale che non può mancare nelle case inglesi. Al primo piano c’è un salone mentre al secondo uno studio, una camera da letto e una terrazza sul tetto. É al terzo piano (che contando il seminterrato e l’ingresso è il quinto) che si trova il bagno.

L’immobile, originario dell’epoca vittoriana, è da mesi sul mercato e non è sorprendente se pensiamo che il suo prezzo è raddoppiato negli ultimi dieci anni. Solitamente le case londinesi vengono vendute al metro quadro ma il mercato britannico ha fatto un’eccezione per questa casa unica nel suo genere.

Quella di Londra si aggiudica il titolo di una delle casa più strette del mondo ma vediamo insieme quelle che vengono prima di lei.

# La casa più stretta di Amsterdam

Credits: turistadimestiere.com

Si trova al civico 7 di via Singel, a pochi passi dalla Stazione Centrale e la sua facciata misura poco più di un metro, risultando così quasi della misura della porta.

Questo numero strabiliante può comunque trarre in inganno. La porta che si vede non è infatti l’ingresso dell’abitazione ma quella sul retro e sembra che l’interno della casa sia, anche se non di molto, più grande della facciata che ormai rientra in moltissime guide turistiche dell’Olanda.

Ciò che rimane è comunque il forte stupore che si prova una volta arrivati davanti a questa casa affilata che si può racchiudere a braccia aperte, letteralmente.

# La casa più stretta di Milano

Credits: blog.urbanlife.org

Nata per tappare il buco tra due edifici dopo le demolizioni post-belliche, questa abitazione in via Pontaccio 20 a Brera rimane ancora un mistero.

Articolata su 4 piani mascherati da una griglia metallica, incorniciata da un struttura in metallo ossidato può essere sicuramente considerata una delle case più strette di Milano.

Se vi state chiedendo a quale città lontana nel mondo spetti il record, fermatevi perchè la casa più stretta del mondo si trova in Italia, a Palermo.

Leggi anche: il Tappabuchi, la strada più stretta di Milano

# La casa più stretta del mondo

Credits : fb Tradizioni e Luoghi Sicialini

Ribattezzata la “casa du currivu”, ovvero “casa del dispetto”, larga appena 100 centimetri, la casa più stretta del mondo si trova a Palermo, più precisamente a Petralia Sottana.

Pare che la casa sia frutto di una ripicca che il proprietario ha voluto fare nei confronti del vicino che da sempre si opponeva alla costruzione di un’altra abitazione per problemi di distanze.

Il proprietario del terreno ha ascoltato le lamentele del vicino e, rispettando diligentemente tutte le richieste, ha costruito l’unico edificio che poteva stare in quello spazio angusto senza essere troppo attaccata al suo vicino di casa.

Il risultato? Una casa da guinnes!

Questo edificio non compare sempre nelle liste delle case più strette del mondo perchè ormai non ci abita più nessuno ma viene ancora visitata da moltissimi turisti, dandoci comunque l’opportunità di annoverare un altro record made in Italy.

Leggi anche: La casa del dispetto, la più stretta d’Europa

Continua la lettura con : Le 10 case più COSTOSE al MONDO: la più cara vale 2 MILIARDI di dollari! (foto)

ARIANNA BOTTINI

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La VERITA’ sul BOSCHETTO di ROGOREDO: si è SPOSTATO o è FINITO?

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credit: giornale dei navigli

Il sindaco ha annunciato il distruggimento del Boschetto della droga, ma c’è chi sostiene che si sia spostato. Ecco la verità.

La VERITA’ sul BOSCHETTO di ROGOREDO: si è SPOSTATO o è FINITO?

Credits: @milano_pictures
IG

Parliamo del Municipio 4 e nello specifico di un luogo che per anni è stato un’attrazione per tantissime persone, ma non turisti: il Boschetto della droga di Rogoredo.

Il sindaco Sala ha annunciato negli scorsi mesi, in un video disponibile sul suo profilo Facebook, che oggi è un’area straordinaria, restituita alla città. Tuttavia, nonostante effettivamente l’area in cui si trovava il Boschetto è stata riqualificata, sono in molti a sostenere che lo spaccio e il problema della droga a Rogoredo stia continuando semplicemente a qualche chilometro di distanza. Ma prima di capire se il Boschetto della droga non esiste davvero più oppure se ha semplicemente traslocato, è necessario capire che cosa distingueva il Boschetto della droga da tutte le altre piazze di spaccio e perché è diventato un caso di interesse internazionale.

# Il “boschetto”: come un supermercato 24/7

credit: avvenire.it

Quello che veniva chiamato “il Boschetto della droga” era un vero e proprio supermercato dell’eroina, h24 e 7 giorni su 7. La differenze con le altre piazze di spaccio è che queste sono disponibili solo in alcune fasce orarie, e quindi i tossicodipendenti sono costretti a spostarsi da una piazza all’altra, senza poter sostare nei dintorni troppo a lungo. A Rogoredo si era invece creato un sistema molto efficiente, sicuro e praticamente intoccabile, in cui la droga veniva venduta ogni giorno dell’anno a qualsiasi ora del giorno e non obbligava la “clientela” ad allontanarsi dal “punto vendita”.

Il risultato? Un grande bosco in cui molti tossicodipendenti provenienti da tutto il Nord Italia si trasferivano a vivere, con tende e sacco a peli, spostandosi solo per guadagnare qualche soldo per vivere e mantenere la propria dipendenza. Questo è il motivo per cui il boschetto di Rogoredo è diventato l’emblema dello spaccio: per l’organizzazione complessa e per il grande “residence dell’eroina” che vi si erano creato attorno.

# Nuove mini-piazze, ma non un nuovo Boschetto

Ora, solo dopo aver capito che cos’era il Boschetto della droga e perché era così importante smantellare la sua organizzazione, possiamo capire se oggi esiste ancora oppure no. Ogni testata giornalistica che si rispetti ha denunciato la presenza di nuove “mini piazze” che da Rogoredo si sono spostate di qualche chilometro, raggiungendo il Comune di San Donato. In particolare, la denuncia arriva dall’europarlamentare Silvia Sardone che dopo un sopralluogo ha descritto una situazione simile a quella del Boschetto, ma di dimensioni decisamente ridotte e non paragonabile in alcun modo alla sua organizzazione: “Ci sono ancora decine e decine di tossici che si addentrano nel nuovo bosco per acquistare dosi e drogarsi a cielo aperto; alcuni di loro si sono anche accampati con tende e vivono di fatto lì, in mezzo a sporcizia, rifiuti e siringhe.” Dalla descrizione fatta dalla Sardone sembrerebbe che le nuove piazze siano dei nuovi boschetti, non considerando in realtà quale fosse la sua caratteristica organizzazione: il celebre Boschetto di Rogoredo non esiste più, si sono ricreate delle “mini piazze” come tante altre, che devono essere tenute sotto controllo per evitarne l’espansione.

# Traslocare le piazze di spaccio non risolve il problema

credit: ansa.it

Tuttavia, la pubblicizzazione di questo nuovo “boschetto” ha tanto l’aria di essere una trovata propagandistica che non propone delle soluzioni concrete al problema. Infatti la proposta superficiale dalla Sardone lascia perplessi: basterebbe mettere una recinzione lunga qualche metro per impedire il viavai.” Sembra proprio che l’eurodeputata non abbia letto i dati, o forse li ha ignorati: da uno studio dell’EMCDDA – l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze – in Italia l’eroina risulta essere la droga più diffusa tra i quindicenni dopo la cannabis. Insomma, non solo il problema persiste ma è tornato ad avere cifre simili agli anni ’80, con consumatori molto più giovani.

Le nuove piazze di spaccio che si sono spostate da Rogoredo a San Donato non possono essere rinnegate, ma risolvere il problema della droga facendo traslocare di luogo in luogo gli spacciatori (in ogni business è la domanda a determinare l’offerta), è come risolvere un allagamento asciugando per terra anziché aggiustando il tubo rotto.

Leggi anche: Dal bosco della droga al BOSCO della MUSICA: il primo CAMPUS di un CONSERVATORIO ITALIANO

ROSITA GIULIANO

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L’incendio del 110%

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Incendio Torre dei Moro. Credits: @ raffael_marsotto IG

29 agosto. Nella zona Sud di Milano ha preso fuoco un palazzo di 15 piani, un grattacielo, la Torre dei Moro, in via Antonini.
L’intervento tempestivo dei soccorsi sembra aver scongiurato vittime e feriti gravi.

Ha fatto scalpore l’incendio della facciata che sembra sia stata realizzata in polistirene, un noto isolante usato in edilizia per fare i rivestimenti “a cappotto” delle facciate e dei tetti, tra i più impiegati per il basso costo e la praticità di posa nelle ristrutturazioni incentivate dal bonus del 110% del governo.

Alcuni condòmini hanno dichiarato che l’azienda che l’ha installato l’aveva certificato come ignifugo, ma purtroppo la resistenza al fuoco dei materiali derivati dal petrolio non è mai ottimale.

Ma siamo sicuri che rivestire le facciate dei palazzi di plastica sia la soluzione giusta per l’Italia?

Continua la lettura con: Ogni azione determina una reazione

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Leggi anche: Incendio a Milano, i pannelli infiammabili che rendono più “cool” la Torre dei Moro da 8mila euro al metro

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La TERZA RIVOLUZIONE di Mosca

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Credits: mos.ru

Solo Parigi tiene il passo della capitale russa in Europa nello sviluppo di linee metropolitane e suburbane. Ecco come sta crescendo la rete di trasporto pubblico a Mosca.

La TERZA RIVOLUZIONE di Mosca

# L’infrastruttura ferroviaria esistente come base per il nuovo servizio suburbano veloce

Credits: it.rbth.com

Mosca sta lanciando un nuovo mega progetto: il Moscow Central Diameters (MCD), un servizio paragonabile alle S-Bahn berlinesi, alle RER parigine, al London Overground e in versione piccola al Servizio ferroviario suburbano di Milano. Fondamentalmente saranno nuove linee radiali su ferro che collegheranno Mosca alla regione metropolitana. L’infrastruttura ferroviaria esistente verrà aggiornata e utilizzata come base per il nuovo servizio di trasporto passeggeri, anche se verranno posizionati km aggiuntivi di binari, con comodi trasferimenti verso altre linee di trasporto, un sistema di biglietteria unificato, servizi web e app integrati per chi utilizza la metropolitana e l’MCC, l’anello centrale di Mosca.

I treni ad alta tecnologia copriranno le nuove tratte in tempi ridotti con una frequenza tra i 5 e i 6 minuti nell’ora di punta, l’orario di esercizio coinciderà con quello della metropolitana: dalle 05:30 all’01:00. La capacità complessiva di utenti sarà di oltre 330 milioni, mentre il bacino servito sarà di circa 3,7 milioni di persone. I treni pendolari esistenti, tuttavia, rimarranno attivi sulla ferrovia. 

Leggi anche: La nuova RIVOLUZIONE francese: 200 KM di METROPOLITANE circonderanno PARIGI

Ecco come si sta sviluppando la rete dei trasporti della capitale russa:

#1 Inaugurata le linee D1 e D2 per un totale di 132 km. In costruzione le linee D3, D4, D5

Credits: mos.ru – Cartina nuove linee metropolitane Mosca

Le prime due linee di MCD sono state inaugurate tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020: la D1 da Lobnya a Odintsovo è lunga 52 km, 28 stazioni e 12 stazioni di interscambio tra metropolitana e anello circolare, la D2 tra Nakhabino a Podolsk estesa per 80 km, 38 stazioni e 15 interscambi per un totale di 132 km. In costruzione ci sono le linee suburbane diametrali D3, D4 e D5.

#2 La “Big Circle Line”, il terzo anello circolare della città, è uno tra i più grandi progetti di metropolitana in realizzazione al mondo: 70 km di estensione

Credits: mos.ru – Big Circle Line

Oltre alla Koltsevaya line, l’anello circolare interno lungo 20 km, e alla Moscow Central Circle estesa 52 km, è in arrivo la terza linea circolare moscovita: tra i più grandi progetti di metropolitana del mondo in costruzione, la BCL “Big Circle Line” formalmente denominata Linea 11, sarà lunga 70 km, avrà due depositi e 31 stazioni. Parzialmente già in funzione, l’intero tracciato sarà attivo nel 2022. 

Leggi anche: Le fermate della METRO più PROFONDE a Milano e nel mondo

#3 Prolungamenti per le linee 1,3, 6, 8 e 10 e la nuova linea radiale 16 a sud della città

Mappa metro Mosca
Credits: wikipedia.org – Mappa metro Mosca

Lo sviluppo della rete dei trasporti non si ferma qui: in fase di scavo c’è anche la nuova linea metropolitana 16 a sud della città e i prolungamenti delle linee 1,3, 6, 8 e 10. La capitale russa rinsalderà quindi ancora di più il primato in Europa come sistema di trasporto pubblico metropolitano più esteso.

# A fine lavori il 90% dei moscoviti avrà una fermata di metro o suburbana a 10 minuti a piedi da casa

Inoltre Mosca sta investendo e puntando molto sulla costruzione di interi centri/commerciali/residenziali con fermate al loro interno. Ad esempio nell’iconico complesso Moscow City prendendo l’ascensore dalla propria abitazione, e percorrendo un paio di corridoi, si arriva direttamente in metropolitana, come succede solitamente nei centri commerciali. Quando tutti i lavori sulla rete dei trasporti saranno conclusi il 90% dei moscoviti avrà una fermata di metropolitana o suburbana a 10 minuti a piedi da casa.

Continua la lettura con: Le 10 METROPOLITANE più LUNGHE del MONDO paragonate a Milano

FABIO MARCOMIN

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Altri 7 NOMI BUFFI dei PAESI d’Italia: il SEQUEL

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Gnocca - Porto Tolle

“Bastardo”, “Sesso” e “Belsedere” sono solo alcuni dei nomi più divertenti che abbiamo visto nel precedente articolo (7 paesi d’Italia con il nome più buffo). La fantasia italica però non ha limiti: ecco quindi altre 7 località i cui nomi danno spazio a facili ironie.

Altri 7 NOMI BUFFI dei PAESI d’Italia: il SEQUEL

#1 Orino

Credits: mentaerosmarino.it

Orino è un comune italiano di 846 abitanti della provincia di Varese, con un nome che a prima vista richiama l’atto della minzione. In realtà l’origine sarebbe da ascrivere a “Urin”, filiazione in dialetto varesotto dalla località Oro del paese confinante.

#2 Femminamorta 

Credits: wikiloc.com

In provincia di Pistoia, nel bel mezzo delle colline si trova questo paesino dal nome un po’ macabro: Femminamorta. Qualunque sia stata la triste storia che ha portato gli abitanti a battezzarlo così, non lasciatevi ingannare: oggi sono tutti sani e salvi.

#3 Trepalle

Credits: thegamesmachine.it

Facile fare ironia su Trepalle, una frazione di Livigno, in provincia di Sondrio. I suoi abitanti si chiamano trepallini e di certo sono i più infreddoliti d’Italia. Trepalle è situato infatti a 2.069 metri sul livello del mare, dove i venti riescono a superare le Alpi e a rendere il clima veramente gelido.

Leggi anche: TREPALLE di nome e di fatto: è il paese più FREDDO d’Italia

#4 Godo 

Credits: it.foursquare.com

Godo è una frazione del Comune di Russi in provincia di Ravenna. Si chiamerà così perché i loro abitanti se la spassano alla grande? Difficile immaginare che sia questa l’origine del toponimo. L’ipotesi più accreditata è che il nome derivi dal fatto che Godo in passato è stato ex-accampamento di varie truppe visigote.

#5 Scannabue

Credits: nomidellecittaitalianeininglese.tumblr.com – Scannabue

Scannabue è un piccolo borgo agricolo di antica origine, nella provincia di Cremona, frazione del Comune di Palazzo Pignano. Le campagne cremonesi sono famose per gli allevamenti di bovini, per la produzione di latte e di carne: il nome potrebbe ricondursi ad antiche famiglie che di mestiere si occupavano di macellare i malcapitati animali.

#6 Orgia 

Credits: sienanews.it – Orgia

Orgia è una frazione di Sovicille, in provincia di Siena. Il borgo, che oggi conta solo qualche decina di abitanti, è documentato per la prima volta da Matilde di Canossa in una donazione effettuata nel 730 al vescovo di Volterra. Non è dato sapere quale sia l’origine del nome, ma forse è opportuno evitare facili ironie.

#7 Gnocca 

Gnocca – Porto Tolle

Gnocca è una frazione di Porto Tolle, un comune che si allunga sul Delta del Po in provincia di Rovigo. Poco distante c’è un altro piccolo centro che si chiama Donzella. Ci si potrebbe chiedere a questo punto se i due nomi non siano in qualche modo collegati.

Continua la lettura con: I 7 PAESI d’Italia con il NOME più BUFFO

MILANO CITTA’ STATO

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Lo SPETTACOLO dei FUOCHI FATUI a Milano: COSA sono e DOVE si possono vedere

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credit: Pinterest

A Milano si può assistere allo spettacolo dei fuochi fatui. Ma cosa sono? E soprattutto, dove si possono vedere?

Lo SPETTACOLO dei FUOCHI FATUI a Milano: COSA sono e DOVE si possono vedere

A Milano c’è il Cimitero Monumentale. Se però lo spettacolo che tutti osservano è quello del museo a cielo aperto, con statue e opere d’arte d’immenso valore culturale, vi è anche uno spettacolo riservato a pochi coraggiosi. Sto parlando dei fuochi fatui, visibili solo a chi intrepidamente visita il cimitero durante la notte, in particolar modo d’estate.

# I fuochi fatui sono uno spettacolo, ma cosa sono?

credit: Wikipedia

Se si pensa alle parole “fuochi” e “spettacolo” probabilmente verrà in mente uno spettacolo pirotecnico, ma i fuochi fatui sono uno show totalmente gestito dalla natura. Sono fiammelle di colore blu/celeste che si manifestano a livello del terreno e sono il risultato della lenta combustione del metano/fosfano dovuta alla decomposizione organica... come ad esempio i corpi umani.

# Una notte al Monumentale: paura o incanto?

credit: mentelocale.it

Non è un caso quindi che sia possibile vederli solo di notte e prevalentemente d’estate. Le alte temperature che precedono il tramonto fanno sì che il materiale organico si scaldi e che dalle tombe fuoriescano questi fuocherelli. Non in tutti i cimiteri però è possibile vederli: il Monumentale è perfetto per le caratteristiche del suo terreno e la poca profondità delle fosse, essendo un cimitero ottocentesco. In questo magico posto, una notte tra le tombe potrebbe trasformarsi da un’esperienza di paura a un’esperienza incantata.

#  Fuochi fatui: tra scienza e magia

credit: Pinterest

Legate a questo fenomeno esistono tantissime leggende. Anticamente si credeva che questi fuochi fossero in realtà la manifestazione dell’anima, prova concreta di una vita dopo la morte. Secondo le popolazioni nordiche seguire i fuochi fatui significava seguire il proprio destino, come una luce che indica la retta via da seguire. Gli egizi invece associavano i fuochi fatui alle persone virtuose: più eri stato buono e onesto sulla Terra, più la tua anima si sarebbe illuminata, dando origine ai fuochi.

Queste credenze popolari oggi vengono spesso rimpiazzate da spiegazioni scientifiche ma una cosa è certa: assistere allo spettacolo dei fuochi fatui, soprattutto in un cimitero incredibile come il Monumentale, deve essere un’esperienza decisamente unica e trascendentale.

Continua la lettura con: i 7 MONUMENTI più curiosi di Milano

ROSITA GIULIANO

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La macchina del TORNADO di Jesolo

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E’ sufficiente chiudersi nella capsula, che somiglia a un’astronave pronta al decollo, e premere il tasto “On”. Sarà così possibile sperimentare dal vero l’ebbrezza di trovarsi nell’occhio di un tornado con venti che raggiungono i 130 km/h.

La macchina del TORNADO di Jesolo

# La Fabbrica della scienza

La Fabbrica della Scienza è una mostra intrattenimento allestita nel centro di Jesolo. Offre una varietà di attrattive molto interessante. Adatta a tutta la famiglia, la mostra ha l’obiettivo di aprire  le porte della conoscenza scientifica. Questo in modo intuitivo, attraverso il divertimento e grazie a decine di postazioni dedicate ai vari esperimenti di fisica e alle forze della natura.

Credits: lafabbricadellascienza.it

# La macchina del tornado

L’ultima nata tra queste attrattive è la macchina del tornado. E’ sufficiente chiudersi nella capsula, che somiglia a un’astronave pronta al decollo, e premere il tasto “On”. Sarà così possibile sperimentare dal vero l’ebbrezza di trovarsi nell’occhio di un tornado con venti che raggiungono i 130 km/h (tornadi a forza F1 secondo la scala Fujita).

Nella cabina cilindrica di vetro c’è posto per adulti e bambini, fino a 4 persone. Al termine della simulazione l’impianto viene sanificato da tutti i microorganismi emessi col respiro dai visitatori.

Credits: @lafabbricadellascienza.it – Monica Montellato ha fatto conoscere a livello nazionale l’offerta culturale e scientifica del museo jesolano

«Abbiamo dedicato questa installazione alle famiglie – commenta la titolare Monica Montellato – infatti la macchina permette di vivere un’esperienza collettiva di intrattenimento e comprensione del fenomeno naturale nella massima sicurezza. La capsula in vetro antisfondamento poi è perfetta per scattare foto dall’esterno evitando la sensazione di chiusura in luogo angusto».

# Le altre novità

Non è l’ultima novità in termini di attrazioni installate a “La Fabbrica della Scienza”. Infatti la mostra, già famosa per la Sala del Terremoto e ora la Macchina del Tornado, ha allestito anche la Stanza del Vulcano con ambientazione ispirata a Pompei.

Credits: @lafabbricadellascienza.it
Credits: @lafabbricadellascienza.it
Credits: @lafabbricadellascienza.it

La mostra si trova in centro a Jesolo e dal sito ufficiale si possono scoprire orari, prezzi dei biglietti, novità e si può prenotare comodamente dal pc o dallo smartphone la propria visita. Info: lafabbricadellascienza.it

Continua la lettura con: Inaugura il “MUSEO-NARRANTE” del DESIGN: sarà una nuova attrazione di Milano? Che cosa lo rende così unico

LUCIO BARDELLE

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Leggi anche: Cartelle esattoriali, notifiche e pignoramenti al via dal primo settembre

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Il CAMMINO più LUNGO del mondo

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Ventiduemilatrecentoottantasette. Tanti sono i km da percorrere per la più lunga camminata del mondo. Vediamo da dove a dove porta questa interminabile passeggiata. E quanto ci vuole per percorrerla tutta. 

Il CAMMINO più LUNGO del mondo

# I 5.000 chilometri del “percorso Italia”

Nessun traghetto, nessun attraversamento a nuoto ma solo tantissima strada fatta di asfalto, sterrati in luoghi impervi, ponti e forse sì, qualche piccolo fiume da guadare. Un percorso perfetto per chi ama camminare e si è già cimentato nei percorsi classici, da Santiago di Compostela fino al Grande Sentiero Italia.

Il Grande Sentiero Italia è un tragitto di quasi 5.000 Km da nord a sud ma con trasferimenti in traghetto su Sardegna e Sicilia che si possono percorrere in sei/sette mesi. Cammino facilmente battuto dalla traversata dei tre continenti che batte di gran lunga anche l’attraversamento delle due Americhe con i suoi 16.000 km dalla terra del fuoco all’Alaska. Ma c’è un cammino ancora più lungo. 

# Da Città del Capo a Magadan: quasi due anni di strada

Credit: @visitnavarra

Calcolando una media di circa 5 chilometri orari per 8 ore giornaliere il percorso da Città del Capo a Magadan, città situata sul golfo di Nagaev, il percorso richiederebbe 562 giorni consecutivi.

Bisogna anche considerare che in estate la città russa di Magadan gode ti temperature miti che possono superare i 12 gradi di media ma in inverno non si sale mai sopra lo zero.

Per i più arditi ci si può spingere fino a Lorino, quasi in prossimità dello Stretto e nota ai russi per un centro termale.

Si tenga conto però che i centri abitati distano tra loro minimo alcune centinaia di chilometri, quindi decisamente non percorribili in camminata.

# Non si hanno notizie di persone che hanno percorso l’intera distanza

Rimanendo sul percorso originale l’avventura è assicurata ma piuttosto impegnativa. Al momento non si hanno notizie di persone che hanno compiuto l’intera distanza e se qualcuno volesse cimentarsi va detto che dovrebbe confrontarsi con condizioni climatiche spesso proibitive oltre a pericoli di vario genere che vanno da animali selvatici a popolazioni ostili oppure situazioni di conflitto tra varie fazioni. Insomma una avventura al limite che evidentemente scoraggia chiunque.

Escludendo un viaggio in autonomia non rimane che la soluzione a più tappe, probabilmente allungando il percorso evitando zone off limits.

Serviranno in totale diversi anni ma le emozioni sono assicurate. Non rimane che calcolare bene le varie tappe e prepararsi adeguatamente con grandi allenamenti e parecchi soldi da parte.

Ah, se mai non fossero sufficienti i passi da fare sappiate che il cammino originale prevede circa 118.000 metri di dislivello, come salire e scendere 13 volte dall’Everest. Giusto per essere informati.

A questo punto gambe in spalla e via attraverso tre continenti.

Continua a leggere: Viaggiare a piedi: i cammini più belli del mondo

ROBERTO BINAGHI

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Leggi anche: Comunali Milano, l’odissea dei cittadini per parlare con gli aspiranti consiglieri

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I GRATTACIELI più ICONICI del MONDO da “portare” a Milano

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Credits: disguise.one

Dall’Empire State Building, passando per il Burj Khalifa fino alle Torri Petronas: dove potrebbero trovare posto in città?

I GRATTACIELI più ICONICI del MONDO da “portare” a Milano

#1 Empire State Building, il grattacielo art decò simbolo di New York. A Porta Venezia

Credits: ilmioviaggioanewyork.com

Divenuto uno dei maggiori simboli della città, con i suoi 443 metri di altezza, è stato il grattacielo più alto del mondo fra il 1931 e il 1973, quando fu superato dalle Torri Gemelle del World Trade Center. Realizzato in stile art déco, situato nel quartiere Midtown del distretto di Manhattan, i Giardini Indro Montanelli sarebbero la sua collocazione ideale, sul suo lato nord occidentale.

#2 Burji Kalifa a Dubai con 829,80 metri e 160 piani è il più alto al mondo. A CityLife

Credits: disguise.one

Il grattacielo più alto del mondo con 829,80 metri, la più alta struttura realizzata dall’uomo superando l’antenna radio di Varsavia e l’antenna della KVLY-TV di Blanchard in Nord Dakotae oltre a detenere il record di maggior numero di piani con 163 fuori terra e 2 sotterranei. L’edificio è frutto dell’ambizione dello sceicco Mohammed Āl Maktūm, primo promotore del rilancio economico di Dubai agli inizi degli anni ‘2000. La destinazione perfetta del Burji Kalifa sarebbe CityLife, per dominare gli altri grattacieli e diventare un’icona della città.

#3 Le Torri Petronas in Malesia, sono due torri gemelle di 452 metri, tra le più imponenti opere dell’ingegneria umana. A San Siro

Credits: wikipedia.org

Progettate dell’architetto argentino César Pelli, lo stesso della Torre Unicredit, le due torri gemelle alte 452 metri sono diventate il simbolo del progresso economico della Malesia. Grazie all’utilizzo della tecnologia più avanzata è stato possibile realizzare lo Skybridge, ovvero il passaggio coperto a 171 metri di altezza dal suolo che unisce i due edifici per passare da una torre all’altra senza dover scendere al piano terra dell’edificio. Inserite nell’ambito della costruzione del nuovo stadio e della riqualificazione del quartiere di San Siro potrebbero simboleggiare le due squadre di Inter e Milan.

#4 Marina Bay Sands a Singapore, il grattacielo con la piscina a sfioro più alta del mondo. A Scalo Farini

Credits: singlish.com

Il Marina Bay Sands ospita il terzo casinò più grande al mondo. Il complesso è sormontato da una piattaforma sospesa a forma di nave denominata “SkyPark”, di 340 metri, dove vi sono giardini pensili, piscine idromassaggio, centri benessere bar e ristoranti e, all’altezza di 200 m c’è la piscina a sfioro più alta del mondo, lunga 150 m. Potrebbe essere posizionato nello Scalo Farini di prossima realizzazione, in questo modo si potrebbe aumentare lo spazio destinato a parco concentrando la maggior parte di uffici e appartamenti al suo interno.

Leggi anche: Finiti i lavori della PRIMA PISCINA SOSPESA al MONDO (foto e rendering)

#5 The Shard, il grattacielo più alto di Londra, progettato da Renzo Piano. Capolinea M4

Credits: dewhurst.co.uk

La Scheggia, The Shard o anche Shard of Glass, è il grattacielo più alto di Londra, sesto in Europa e fino a prima della Brexit è stato anche il più alto dell’Unione Europea. Progettato dallo studio di architettura del genovese Renzo Piano, laureatosi al Politecnico di Milano negli anni ’60, raggiunge i 309,67 metri d’altezza e prende il posto delle più piccole torri preesistenti nel quartiere di Southwark. In cima al 72° piano, all’interno della guglia, c’è una terrazza panoramica per ammirare la città. Posizionato al capolinea ovest della nuova M4 potrebbe rappresentare la nuova frontiera del progresso di Milano e diventare il miglior punto di osservazione del nord Italia: a sud la Pianura Padana, a Nord la città e le Alpi.

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Architettura, scandalo partite iva. Lo studio ai lavoratori: “Dateci il bonus, è crisi” ma 500mila euro di utili (triplicati) nel 2020

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

I 10 BORGHI SULL’ACQUA più BELLI d’Italia: dalla Venezia umbra al paese con la cascata in centro

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Credits: @ felicedd IG

Nella nostra penisola ci sono alcuni borghi costruiti su sorgenti cristalline e che con essa hanno un rapporto speciale. Vediamo quali sono i paesi più belli costruiti sull’acqua!

I 10 BORGHI SULL’ACQUA più BELLI d’Italia: dalla Venezia umbra al paese con la cascata in centro

# Loro Ciuffenna, Arezzo

Credits: siviaggia.it
loro ciuffenna

Costruito su un torrente che divide in due il paese, nella provincia di Arezzo, vi è uno dei borghi più belli d’Italia, Loro Ciuffenna. Qui c’è il mulino più antico della Toscana, pensate che è ancora in funzione, e tra i tetti del paese svetta la rossa Torre dell’Orologio.

Il centro storico, chiamato “il fondaccio”, con i suoi vicoletti e le case in pietra è un tuffo nel passato; ma sicuramente di grande interesse per gli innamorati è il così detto vecchio ponte romantico, perfetto per una passeggiata per poi fermarsi a guardare il torrente.

# Rasiglia, Perugia

Credits: @rasiglia
rasiglia

Nella bella Umbria, ci sono dei paradisi nascosti che vale la pena scoprire. Tra questi vi è Rasiglia, un piccolo comune montano frazione di Foligno. La sua ragion d’essere è l’acqua, questa infatti scorre tra le circa 50 case del paese. Bloccata ormai nel tempo, Rasiglia è conosciuta come la piccola Venezia umbra.

# Dolceacqua, Imperia

Credits: @georgelucky1973
dolceacqua

Già il nome ci fa capire che questo paese ligure non poteva che essere inserito nella lista. Dall’atmosfera fiabesca, Dolceacqua è stata fondata sul torrente Nervia. Tra i luoghi più belli del borgo vi è sicuramente il Castello Doria, risalente al 1177 e inizialmente di proprietà dei conti di Ventimiglia per poi passare alla famiglia che gliene da il nome.

Se invece vogliamo vivere la magia di entrare in un quadro, basta percorrere il Ponte Vecchio, famoso per essere stato soggetto di alcune opere di Monet.

# Santa Fiora, Grosseto

Credits: @visittuscany
Santa Fiora

Nella Maremma Toscana, sulle pendici del Monte Amianta, il borgo medievale di Santa Fiora è un paesino dagli splenditi paesaggi. Prende il nome dalla sorgente della Fiora su cui fu costruito e la Peschiera, posto in cui prima defluiva l’acqua del fiume, è probabilmente il luogo più famoso e uno dei più belli del borgo.

Con le sue viuzze, le sue case in pietra e i vicoli lastricati il paese sembra essersi fermato ai tempi degli Sforza, famiglia che lo ha reso così bello, e i ritmi sembrano  ancora scanditi dallo scorrere del fiume.

# Stifone, Terni

Credits: @umbriatourism
stifone

Lungo l’itinerario delle Gole del fiume Nera, nella frazione di Narni, si trova il paesino di Stifone con i suoi circa 40 abitanti. Intorno al paese vi è un’aurea di mistero: il fiume Nera crea, infatti, un’ansa e una sorgente  subacquea “segreta” riversa nel suo alveo migliaia di litri d’acqua.

A Stifone, un tempo, i romani costruivano le loro navi e oggi si possono trovare ancora le rovine del cantiere; inoltre nel paese vi sono antichi lavatoi ancora alimentati dall’acqua sorgiva.

# Isola del Liri, Frosinone

Credits: @igers_lazio
Isola del Liri

Luogo imperdibile se si visita il Lazio, l’isola del Liri è il borgo attraversato dalle cascate. Il fiume Liri si biforca creando due salti incredibili in mezzo alla cittadina: la Cascata Grande e la Cascata del Valcatoio, entrambe ben visibili dal centro storico.

È uno dei luoghi più suggestivi da visitare e ovviamente molti artisti se ne sono accorti: George Bidault, infatti, immortala la bellezza del borgo in un quadro che oggi è esposto al Louvre. Oltre allo scenario mozzafiato della cascata, sicuramente interessante è la fortezza medievale del Castello Boncompagni-Viscologliosi.

# Borghetto sul Mincio, Verona

Credits: @robbieleone
borghetto sul mincio

Uno dei borghi più belli d’Italia, Borgetto sul Mincio è la frazione più conosciuta del comune di Valeggio sul Mincio. Il centro storico mantiene ancora le sue origini medievali con le ruote dei mulini ad acqua, il campanile e le rocche del Ponte Visconteo.  Il borgo sorge proprio accanto al fiume Mincio e da qui parte la pista ciclabile che arriva a Peschiera del Garda costeggiando il fiume.

# Nesso, Como

Credits: @borghi_cartoline
Nesso

Dall’atmosfera pittoresca, Nesso sorge esattamente sul punto di incontro dei due torrenti Tud e Nosé e si trova sulla sponda orientale del lago di Como. Borgo dalla indiscussa bellezza, ma la sua vera attrazione è l’Orrido di Nesso. Esattamente quando i due torrenti si uniscono in una cascata che divide in due il paese, c’è infatti una profonda gola naturale. Altra curiosità sul paese è l’origine del suo nome. Sembrerebbe sia un omaggio all’antica divinità celtica delle acque.

# Bagno Vignoni, Siena

Credits: @wiga_excelsior_borghi
bagno vignoni

Perché non andare alle terme in mezzo alla piazza di un paese? Nel cuore della Val d’Orcia, precisamente a Bagno Vignoni, si può fare, anzi si poteva. L’unicità del borgo sta proprio nella piscina piena d’acqua termale calda nella piazza centrale di origine rinascimentale. Purtroppo la balneazione da qualche anno è vietata.

# Peschiera del Garda, Veneto

Credits: @valeri_aleigh
Peschiera del Garda

Città UNESCO situata all’inizio del corso del fiume Mincio, Peschiera del Garda è l’ultimo dei 10 borghi sull’acqua. Con il suo centro storico a forma di stella racchiuso nella fortezza, Peschiera ha in realtà origini romane, non più molto visibili perché nel Medioevo fu completamente stravolta. Cosa vedere a Peschiera oltre alla sua fortezza risalente al VI secolo (ormai abbandonata) e al centro storico con piazzette e viuzze? Le mura con le varie porte di ingresso e il Santuario rinascimentale della Madonna del Frassino. Peschiera poi con le sue spiagge lacustri è l’ideale per rilassarsi e farsi un bel bagno.

Ringraziamento speciale a zingarate.com

Continua la letteratura: I 7 piccoli BORGHI più BELLI del NORD Italia

BEATRICE BARAZZETTI

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