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Il BORGO degli ARTISTI a DUE ORE da MILANO (Fotogallery)

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Credits: paesionline.it Bussana Vecchia

Vicino a Sanremo si trova Bussana Vecchia, un borgo che vedeva già la sua morte e il suo abbandono dopo il terremoto che lo colpì, ma che artisti e artigiani hanno fatto rinascere.

Il BORGO degli ARTISTI a DUE ORE da MILANO (Fotogallery)

# Il terremoto che portò alla rovina del borgo

Credits: paesionline.it
Bussana Vecchia

Bussana Vecchia è una frazione collinare del comune di Sanremo che il 23 febbraio 1887 fu violentemente colpita da un terremoto che danneggiò i suoi edifici. Il paese ha molto probabilmente origini romane, ma le prime testimonianze risalgono al X secolo. Il sisma distrusse due degli edifici più importante del borgo: il castello e la chiesa di Santa Maria delle Grazie, diventata poi la chiesa in stile barocco di Sant’Egidio. Ma il terremoto fece crollare anche molte abitazione e, dopo questa disgrazia, il borgo assistette ad un progressivo abbandono. Due anni dopo la tragedia, infatti, le autorità decisero di costruire più a valle Bussana Nuova e già nel 1894 Bussana Vecchia era disabitata. Nonostante il borgo oggi sia tornato a vivere, le rovine della chiesa di Sant’Egidio non cancellano la sua storia.

# La rinascita del borgo

Credits: @villagesmypassion
Bussana Vecchia

Bussana Vecchia era diventata un vero e proprio borgo fantasma, nessuno ci abitava più, ma intorno agli anni ’50 i ruderi del paese attirarono l’attenzione di un gruppo di artisti e artigiani. Un gruppo bohemienne che fece del borgo la propria casa ma anche la propria tela. Artisti e artigiani iniziarono a restaurare le case ormai abbandonate e in rovina, ma resero Bussana Vecchia attrattiva anche agli occhi dei turisti. Bar, ristoranti e B&B comparvero sulle strade della frazione e oggi ogni anno numerose persone curiose visitano il borgo.

# Il villaggio degli artisti

A Bussana Vecchia è possibile ammirare il villaggio degli artisti, protagonisti della rinascita del borgo. Qui si possono trovare atelier, gallerie per mostre d’arte, botteghe e negozietti, ma anche opere d’arte in giro per le vie del paese. È un posto magico dall’animo artistico, ma allo stesso tempo poco conosciuto. Inoltre, la bellezza naturale e i fiori della riviera ligure sono sempre presenti ad abbellire ulteriormente le vie.

 

Fonti: paesionline.it

Continua la lettura con: FelliniCittà: il BORGO romagnolo che celebra il grande regista con le sue CASE DIPINTE (Gallery Fotografica)

BEATRICE BARAZZETTI

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Arriva PENN 15: l’Empire State Building avrà un rivale (rendering)

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Credits skyscrapercenter.com - Penn 15

Nel contesto della rivoluzione immobiliare di Penn Station, dieci i nuovi grattacieli previsti, quello progettato da Foster + Partners è pronto a sfidare l’iconico grattacielo di New York. Vediamo come dovrebbe essere.

Arriva PENN 15: l’Empire State Building avrà un rivale (rendering)

# La rivoluzione immobiliare di Penn Station, nel cuore di Manhattan

Credits: skyscrapercenter.com – Penn 15

New York non arresta la sua crescita verso l’alto, già oggi è una delle città con più grattacieli al mondo, con 10 nuovi grattacieli che sarebbero pronti per essere costruiti in città. La zona individuata è quella di Penn Station, nel cuore di Manhattan, attorno al nuovo hub dei trasporti della metropoli americana. Tra i nuovi edifici previsti, il PENN 15 andrebbe a eguagliare se non superare il vicino e iconico Empire State Building

# Il PENN 15 dovrebbe superare i 380 metri d’altezza per un massimo di 61 piani

Il nuovo grattacielo all’avanguardia in vetro e acciaio con spazi terrazzati ogni quattro piani, sarebbero 27 le terrazze panoramiche, è costituito da 5 “quartieri” verticali ognuno di 12 piani per un totale di circa 60, tra 57 e 61. Al piano terra ci sarà una food court e uno degli elementi caratterizzanti sarà la presenza di alberi all’interno dell’area commerciale e sulle terrazze. Da alcuni rendering il PENN 15 supererebbe in altezza l’Empire State Building e il 30 Hudson Yards, se si esclude l’antenna dal calcolo, e infatti dovrebbe sfondare la quota di 380 metri

 

Fonte: Ansa

Continua la lettura con: Il GRATTACIELO a forma di O: sarà il più BELLO (e strano) del MONDO?

FABIO MARCOMIN

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La forza dell’opinione

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Il Sospetto (2012)

Il Sospetto è un film danese del 2012 che mostra quale sia la forza dell’opinione pubblica. Il film racconta la storia di un uomo che in un piccolo paese viene accusato ingiustamente di molestie contro una bambina. Lo spettatore vede esattamente come sono andate le cose eppure viene indotto dall’isteria collettiva a sospettare del protagonista pur conoscendo esattamente la verità.

L’opinione pubblica è talmente forte da deformare o ribaltare la realtà.
Questo film ricorda un famoso esperimento fatto con 30 persone. A 29 di loro si faceva vedere il cartello con un gatto. Ma al trentesimo gli si faceva vedere un cartello con un cane, facendogli credere che fosse lo stesso cartello visto dagli altri. Durante l’esperimento tutti dicevano di aver visto un gatto e anche lui, pensando di aver visto lo stesso cartello, dopo aver provato a dire di aver visto un cane alla fine si convinceva di aver visto un gatto. Dimostrando così che la pressione della maggioranza può condurre a cambiare la realtà vissuta direttamente dal soggetto.

L’esperimento è stato replicato cambiando il numero delle persone a cui si faceva vedere un cane per capire fino a quando il giudizio della maggioranza fosse in grado di trasformare quello della minoranza.
Fino a una certa soglia la minoranza non era in grado di sostenere a lungo la sua tesi. Oltre un certo livello riusciva invece a mantenere la sua convinzione.

Un potere che voglia manipolare la realtà per assoggettare tutti i cittadini deve riuscire a superare una soglia critica di maggioranza oltre la quale le opinioni differenti si convertono automaticamente.

Continua la lettura con: la forza della verità

MILANO CITTA’ STATO

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I 7 PARCHI cittadini più belli del mondo

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Credits: @viva_vila_mariana IG
Difficile stilare una classifica dei più bei parchi cittadini del Mondo.
Ci permettiamo quindi di formulare una classifica personale di quelli che noi riteniamo i 7 parchi cittadini più belli al mondo.

I 7 PARCHI cittadini più belli del mondo

# Il Giardino segreto di Wendy a Sydney, Australia

Credit: @sydney.explores

Solo la caparbietà della signora Wendy Susan Whiteley, alla morte dell’ex marito al quale era molto affezionata, riuscì a strappare un terreno che era proprietà della Compagnia delle Ferrovie, la quale si era completamente disinteressata a quel lotto di terra diventato una grande discarica.

Con anni di lavoro Wendy trasformò una landa desolata e maleodorante in un meraviglioso parco.

Considerando che il parco è posto davanti alla baia principale di Sydney si rimane sorpresi di come il terreno fu ceduto senza alcun ricerca di speculazione ma per il solo fatto che la signora voleva e ottenne di valorizzarlo facendone uno splendido parco.

Sopravvissuta anche alla morte della figlia, ha voluto che le ceneri dei suoi cari fossero disperse in quest’area che per lei è ormai la vera ragione di vita.

Nel parco si trovano sentieri nascosti e non tracciati, panchine appositamente non segnalate oltre che numerose opere d’arte.

#Parco Ibirapuera, San Paolo, Brasile

Credit: @serjosoza

All’interno di una delle città più caotiche e inquinate del pianeta esiste un’oasi di pace dove i cittadini, appena possono, si rifugiano per trovare la serenità necessaria per ricaricare le pile.

Credits: @viva_vila_mariana IG

Pur non essendo il più grande in una città che ha una estensione di oltre 1500 km quadrati, il parco Ibirapuera è certamente il più famoso per via del suo progettista, quell’Oscar Niemeyer che di Brasilia è artefice e principale progettista, e perché è sede di alcuni Musei e un Teatro.

Questo parco è formato da quasi 4 km quadrati di prati e alberi che costituiscono un importantissimo polmone verde nella metropoli.

# Parco di Mont Royal, Montreal

Credit: @lorenzo_wayfaring

Sorge su un monte vulcanico nelle vicinanze del fiume San Lorenzo nella città canadese di Montreal.

É Parco Cittadino dal 1876 grazie alla volontà dei cittadini che vollero sottrarre un’area importante alla speculazione edilizia, che già allora stava subendo una brusca accelerazione per via della veloce espansione della città.

Credits: @ray__sabbagh IG

La cima del monte è tutt’oggi il punto più alto con i suoi 232 metri.

I cittadini amano camminare e arrivare in vetta al monte dove è stata eretta una croce metallica di oltre 30 metri, un monumento che ricorda una vecchia croce lignea portata in vetta da un cittadino come segno di gratitudine verso il Signore per aver messo fine ad una alluvione che stava devastando la città nel XVII secolo.

Molte varietà di piante e fiori fanno da cornice all’altura e circondano un lago artificiale che in inverno, grazie alla superficie ghiacciata, diventa la pista di pattinaggio tanto amata dagli abitanti di Montreal.

# Parco di Ueno, Tokyo

Credit: @mikeeexplorer

Richiama milioni di visitatori da tutto il mondo per la straordinaria fioritura dei ciliegi, uno spettacolo naturale che ogni anno, tra fine marzo e inizio aprile, colora il parco e diventa un set naturale per i milioni di scatti che invadono qualunque televisione, social e altro ancora.

Nel Parco è possibile visitare uno stagno che dà riparo a numerose specie di pesci ed uccelli ed essendo ex sede di un monastero buddista svela ai turisti un’atmosfera quasi magica.  Ovviamente consigliate le visite in primavera in concomitanza con la fioritura dei ciliegi.

# Parco Chapultepec, Città del Messico

Credit: @semo_dron

Un incredibile polmone verde all’interno di una metropoli gigantesca è in realtà la somma di due parchi separati da una superstrada che corre nella città.

Boschi, laghi, musei e uno zoo sono tra le cose presenti a Chapultepec. Oltre a questo c’è una vera e propria foresta con numerosi animali allo stato brado.

Credits: @lopez.said_ IG

Nel lago di maggiori dimensioni è consigliato affittare una barca per poterlo visitare al meglio.

# Parco di Buttes-Chaumont, Parigi

Credit: @parclesbutteschaumont

Voluto da Napoleone III e sorto intorno ad una cava abbandonata di gesso, non è la più grande area verde di Parigi ma certamente il parco più selvatico della città, in contrapposizione ai parchi decisamente ricchi di viali, filari e decorazioni ricavate grazie all’intervento dell’uomo.

Centro esoterico per i numerosi adepti ancora ancorati ad alcune tradizioni, vanta una natura rigogliosa e un meraviglioso lago.

Credits: @
rexguzman IG

Eredità dei lavori estrattivi, sono presenti numerose grotte che però sono state chiuse al pubblico per evitare ai suddetti adepti di potersi avventurare in cerca di luoghi dove praticare riti.

Un platano orientale di oltre 6 metri di circonferenza è la maggior attrazione floreale di questa bellissima oasi verde.

# Central Park, New York

Credit: @centralparknyc

Se non il più bello certamente il più famoso. Celebrato in mille film e frequentato dal giovane Holden che rifletteva sul dove andassero le anitre in inverno.

Fu sede di alcuni concerti diventati leggendari, primo fra tutti quello di Simon e Garfunkel per il quale non esistono dati certi ma che fu probabilmente quello con il maggior numero di spettatori nella storia della musica.

Un luogo di culto dove chiunque passi nella Grande Mela va a fare visita, dove i newyorkesi vanno a correre, socializzare o semplicemente a fare un giro.

Una volta era la terra di confine tra Manhattan e Harlem con le relative lotte razziali, oggi un’area verde che per essere vista dalla propria finestra pretende cifre da capogiro.

Dentro e sul perimetro ci sono musei, centri sportivi, alcuni laghetti (dove stazionano le anitre) e un sempre nutrito numero di persone che solcano i viali e i prati in ogni modo purché non motorizzato. Il parco cittadino per antonomasia.

Continua la lettura con: Il PARCO URBANO più GRANDE d’Europa è a Roma

ROBERTO BINAGHI

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La CASA sull’ALBERO più BELLA d’ITALIA

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credit: credit: siviaggia.it

E’ il sogno nel cassetto di tanti, qui può diventare realtà: dormire sulla casa sull’albero più bella d’Italia.

La CASA sull’ALBERO più BELLA d’ITALIA

Da bambini si sogna la casa sull’albero per giocare a diretto contatto con la natura in un luogo che si sente proprio. Da adolescenti il sogno della casa sull’albero diviene il simbolo dell’indipendenza, in cui potersi isolare con i propri amici. Da adulti resta spesso un sogno nel cassetto, mai realizzato ma ancora tanto desiderato. Vediamo dove poter finalmente dormire su una casa sull’albero, anzi, nella più bella casa sull’albero d’Italia.

# Un sogno che diventa realtà

credit: siviaggia.it

Cosa ci aspetteremmo di trovare in una casa sull’albero (oltre ad un albero)?

Qui ogni aspettativa sarà soddisfatta: addormentarsi cullati dagli animali notturni, risvegliarsi con il cinguettio degli uccelli e fare colazione tra il dolce movimento delle foglie spostate dal vento. Ma l’elemento più caratteristico della casa sull’albero più bella d’Italia è la lavanda: infiniti campi viola colorano il paesaggio circostante rendendolo veramente fiabesco.

# Ma dove si trova la casa sull’albero più bella d’Italia?

credit: credit: siviaggia.it

L’abbiamo già descritta, ma dove si trova? Nel viterbese, precisamente ad Arlena di Castro, presso l’agriturismo La Piantata.

La Suite Bleue è stata progettata da due architetti francesi ed è dotata di ogni comfort per permettere un soggiorno tanto naturale quanto di lusso. La casa infatti si estende su 44 metri quadri immersi in 12 ettari di campi di lavanda in cui il padrone è il profumo intenso del cosiddetto “oro viola”. La casa, che si trova a ben 8 metri da terra, si arrampica su una solida base costituita da una secolare quercia.

# Un soggiorno da romanzo d’avventura

credit: zingarate.com

Sembra l’incipit di un romanzo d’avventura e invece è la realtà. L’agriturismo La Piantata offre la possibilità di tornare sognatori con un soggiorno di relax all’insegna della lettura, delle passeggiate paniche e dei prodotti genuini. Può essere un’esperienza da condividere con le persone che amiamo per sognare insieme oppure un’occasione per ritrovarsi, stando soli e dedicandosi a sé stessi.

In qualsiasi tree house del mondo si può dormire su un albero ma qui si ha in più la fortuna di soggiornare tra profumati campi di lavanda e su una quercia secolare che, dicono, riserva antiche storie da raccontare.

Leggi anche: Questa è la CASA più STRANA del MONDO

ROSITA GIULIANO

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POP CORN BEACH: la spiaggia ricoperta di pop corn

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Credits: @corrii__ IG

Sconsiglio di andare a Fuerteventura affamati perché potreste rischiare di voler mangiare tutta la spiaggia che sto per presentarvi.

Addio alla sabbia sottile delle Maldive o ai sassi tipici della Liguria, sotto i teli mare questa volta ci saranno milioni di pop corn. 

POP CORN BEACH: la spiaggia ricoperta di pop corn

#La spiaggia di pop corn 

Credit: @eliacristini

Siamo a Fuerteventura, una delle isole delle Canarie più visitate e amate dai turisti per il clima mite tutto l’anno e le onde fenomenali ma forse anche per la presenza di questa spiaggia fuori dal comune.  

È stata denominata “Popcorn beach”  ma il realtà il suo vero nome è Playa de Majanicho e si trova vicino alla città di Corralejo, sulla costa nord orientale dell’isola. 

È facile capire da dove deriva il soprannome di questa spiaggia: quando si arriva alla Pop Corn Beach una distesa di pop corn si estende davanti a noi prima di arrivare all’oceano. 

#Il mistero della forma dei coralli 

Credit: @mejiasy

Quelli che sembrano chicchi di mais scoppiati sono in realtà dei coralli portati a riva dalla corrente. 

Questo è un fenomeno comune: il corallo viene ridotto in frammenti e sbriciolato dalla continua erosione marina esercitata dalle acque dell’Oceano Atlantico ma il perché abbia assunto questa forma di pop corn rimane ancora un mistero. 

Inutile dire che la forma dei coralli ha reso la spiaggia a dir poco famosa. 

Quello che colpisce di più è che non è solo un effetto ottico che inganna da lontano, anche quando si prendono in mano i coralli sembrano dei veri e propri pop corn pronti per essere mangiati davanti a un film. 

#Una delle spiagge più famose del mondo 

Credit: @taste_by_k

Lo spettacolo della pop corn beach è, come si può immaginare, diventato uno delle mete più amate dai turisti impazienti di fare la foto con i finti pop corn in mano. 

I pop corn della pop corn beach sono infatti ormai diventati delle vere star: milioni sono le foto sui social della spiaggia e di che cerca di fare il simpatico facendo finta di mangiarli.

Questa spiaggia fuori dal comune è uno spettacolo da vedere almeno una volta nella vita ma mi raccomando, mangiate qualcosa prima di andare. 

Continua la lettura con: La SPIAGGIA dove si nuota con i MAIALI

ARIANNA BOTTINI

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La forza della verità

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La parola ai giurati, Sidney Lumet (1957)

La Parola ai giurati è un film del 1957 in cui Sidney Lumet esplora il tema della verità e di come gli esseri umani si fanno condizionare dall’opinione della maggioranza.

Nel film il verdetto inizialmente scontato si incrina grazie alla determinazione di uno dei giurati che non è convinto della posizione di tutti gli altri.
Con i suoi dubbi e le sue argomentazioni inizia a fare lentamente ragionare la giuria portando il bilancio di 1 a 11 fino a 12 a zero, con tutti i giurati che diventano concordi con la sua idea iniziale.

Possiamo considerare la giuria come una sorta di sistema democratico in cui il parere dominante dell’opinione pubblica determina le decisioni politiche.
Spesso ci sono delle posizioni in netta minoranza che appaiono completamente sbagliate ma che in realtà custodiscono la verità dei fatti.

Mai come in questo periodo storico assistiamo all’eliminazione del punto di vista della minoranza che viene denigrato e irriso solo perché diverso da quello della maggioranza e non in quanto portatore di posizioni da valutare.

In passato spesso posizioni che erano in minoranza o giudicate addirittura eretiche si sono poi piano piano diffuse fino a diventare dominanti.

Chi rifiuta come criterio guida l’adesione conformista alla maggioranza o la strumentalizzazione ideologica ma è invece mosso da un sincero desiderio di cercare la verità, potrà affrontare un processo lungo e subire ostracismi e momenti di emarginazione, ma se saprà essere fedele a quello in cui crede verrà aiutato dalla forza intrinseca della verità che è destinata a prevalere sul pensiero conformista.

Continua la lettura con: Aspettando Lutero

MILANO CITTA’ STATO

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10 MONUMENTI da ABBATTERE in ITALIA

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er papa batman

La creatività e la capacità di inventiva italiana è da sempre riconosciuta nel mondo, i geni più grandi hanno fatto la storia del nostro Paese: Leonardo da Vinci, Galileo Galilei, Alessandro Volta, passando per Gio Ponti, Albini, Gae Aulenti fino ai designer di moda come Giorgio Armani e Valentino. Non sempre però le buone intenzioni si sposano con opere di qualità. Andiamo alla scoperta dei 10 monumenti che dovrebbero sparire dall’Italia.

10 MONUMENTI da ABBATTERE in ITALIA

#1 Monumento all’oliva taggiasca, Arma di Taggia – Liguria

Monumento oliva taggiasca

L’oliva taggiasca è una delle specificità gastronomiche della Liguria e ad Arma di Taggia hanno pensato bene di omaggiarla con un monumento, al centro di una rotatoria, davanti a un distributore di benzina. Le olive sono state rappresentate da degli enormi bussolotti simili a quelli dell’estrazione dei numeri del lotto. Purtroppo oltre al pessimo risultato, essendo state realizzate in ferro battuto, la ruggine ha già fatto il suo lavoro cambiandole il colore in rosso aranciato.

 

#2 La lavandaia (Bologna) – Emilia Romagna

Credits: finestresullarte.info – La lavandaia

La pornolavandaia di via della Grada a Bologna è uno dei monumenti più gettonati nelle classifiche delle statue più brutte d’Italia, ritratta mentre lavora in vesti adamitiche e in posizione equivoca. Forse lo scultore voleva dar forma a una sua fantasia erotica, di certo non lascia troppo spazio all’immaginazione.

 

#3 Monumento a papa Giovanni Paolo II (Roma) – Lazio

Credits: finestresullarte.it – Giovanni Paolo II

La statua di Papa Giovanni Paolo II, che accoglie i viaggiatori che transitano per la stazione di Roma Termini, è sicuramente tra le opere peggio riuscite in Italia. Alta sette metri con sopra la testa squadrata e goffa di Wojtyla, opera di Oliviero Rainaldi, è stata accostata negli anni ai più svariati oggetti: un ombrello, una campana, un razzo, una garitta. Ma il soprannome più celebre è sicuramente quello del Papa-Batman. 

 

#4 Monumento al Pisello Nano, Zollino (Lecce) – Puglia 

Monumento al pisello nano

Il pisello nano è una varietà coltivata nel nord del Salento. È stato realizzato da uno scultore locale e rappresenta la cultura enogastronomica del borgo di Zollino. I nomignoli si sprecano per questa scultura, che ha trovato pochi sostenitori anche tra gli abitanti del luogo.

 

#5 La Danza (Milano) – Lombardia

Scultura di Piazza Amendola

La scultura “Danza” di Piazzale Amendola è così brutta, che è stata soprannominata dai milanesi l’ “Incidente stradale“. Cercando in rete si fa fatica persino a trovare le foto. Per questo “vale la pena” andare a osservarla di persona.

 

#6 Fontana del Vino, Marsala (Trapani)  – Sicilia

Credits: social.excite.it – Fontana del vino

La Fontana del Vino a Marsala è un monumento recente che celebra la vocazione enologica della città che ha dato il nome ad uno dei vini più famosi al mondo, realizzata dal Maestro Salvatore Fiume. Per fortuna che il Marsala ha già una sua storia consolidata, altrimenti questo monumento non avrebbe fatto troppo bene alla sua reputazione.

 

#7 Monumento alla scarpa, Fossò (Venezia) – Veneto 

Credits: viaggi.corriere.it – Monumento alla scarpa

In questo paese in provincia di Venezia è stato realizzato un monumento alla scarpa che avrebbe dovuto rappresentare una décolléte con il tacco, anche se sembra più lo scheletro di un dinosauro.

 

#8 Monumento a Enrico Mattei “pescatore” (Bolzano) – Trentino Alto Adige

Credits: altoadigeinnovazione.it – Monumento Enrico Mattei

La statua in bronzo dedicata ad Enrico Mattei collocata dal Comune in una rotonda nei pressi di una stazione di servizio non lontano dall’uscita di Bolzano Sud. Realizzato nel 2012 in occasione del 50° anniversario della morte del fondatore di Eni, che ritrae Mattei “impegnato in uno dei suoi hobby preferiti: la pesca”.

 

#9 I tonni suicidi, Molassana (Genova) – Liguria

Credits: superbamente.com – I tonni suicidi

L’installazione artistica dei pesci di metallo che fa capolino dalla rotatoria spartitraffico che sorge tra via Emilia e via Piacenza, a Molassana, avrebbe dovuto richiamare il mar ligure e la sua pesca, ma la realizzazione non è stata un granché. Nel 2019 è stata approvata una mozione per far rimuovere questa scultura, ma al momento pare resistere ancora al suo posto. 

 

#10 La Salama da Sugo di Madonna dei Boschi (Ferrara) – Emilia Romagna

Credits: viaggi.corriere.it – Salama da sugo

Voluto dalla Pro Loco di Madonna Boschi e realizzato in vetroresina da due maestri artigiani, Alfonso Tosi e Vittorio Cardi, la “Salama da Sugo” è senza dubbio la più grande attrazione del luogo. Rappresenta uno dei dei piatti di tipici del luogo e della provincia Ferrara. Di certo non fa venire l’appetito. 

 

MILANO CITTA’ STATO

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Piazza Navona ospitava uno stadio da OLIMPIADE

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credits: romanoimpero.com

Piazza Navona non è riconosciuta solo per la sua importanza a Roma, ma anche per ciò che si trova circa a 5 metri sotto di essa: lo Stadio di Domiziano. 

Piazza Navona ospitava uno stadio da OLIMPIADE

# Lo stadio OLIMPIONICO di Domiziano

Lo stadio di Domiziano, costruito dall’Imperatore romano di cui porta il nome tra l’85 e 86 d.C., rappresenta il primo esempio di stadio in muratura per l’epoca.
Lo stadio fu eretto per aiutare la diffusione dei cosiddetti certamina graeca, ossia le competizioni alla greca, anche presso i Romani.  

Fu lo stesso Domiziano ad indire il Certamen Capitolinum Iovis, una competizione aperta a tutto l’Impero che coinvolgeva tutte le discipline sportive del tempo (oltre a prevedere una gara musicale) e si teneva ogni quattro anni sul modello delle Olimpiadi greche
Queste gare continuarono anche dopo che il Cristianesimo divenne religione ufficiale.
 

# Le vere ORIGINI di Piazza Navona

Credits: ig @hotelflavia_

Si può notare come la forma dello Stadio (detto anche Circus Agonalis) sia responsabile del nome moderno della Piazza, che da “in agonis” o “agonalis” (ossia adibita alle competizioni di ginnastica), diventò, col tempo “Navone”, da cui “Navona”, toponimo che si può riscontrare già dall’anno 1000. 

La fortuna della Piazza comincia però a partire dalla metà del 1400, precisamente da quando vi fu trasferito il più importante mercato cittadino; successivamente, due Papi, ossia Gregorio XIII e Innocenzo X, contribuirono a renderla grande. In particolare Innocenzo, che fu Papa dal 1644 al 1655, usò questo luogo per mostrare il potere della sua famiglia di provenienza, i Pamphilj, edificando il Palazzo omonimo proprio a Piazza Navona. 

# Cosa è rimasto OGGI dello Stadio

credits: ig @sf_events_italy

Oggi è possibile visitare lo Stadio di Domiziano (e la relativa Area Archeologica), che ospita anche una libreria, dei laboratori ed eventi per bambini e adulti, come anche eventi aziendali e culturali, nonché iniziative pensate appositamente per le scuole. 

FONTE: archeoroma.it

Continua a leggere con: Un nuovo FUTURO per lo stadio San Siro

ANTONIO ENRICO BUONOCORE

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Il DIAVOLO e la leggenda del PONTE COPERTO di PAVIA

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credits: @miguel_teixei su IG

La città di Pavia è ricca di monumenti e luoghi particolari. Curiosità sparse per la città che aspettano solo di essere scoperte.  Come ogni ponte che si rispetti, c’è anche una leggenda che circola già da ormai molto tempo sul ponte più famoso di Pavia, il Ponte Coperto.

Il DIAVOLO e la leggenda del PONTE COPERTO di PAVIA

# Un po’ di storia: il fiume che scorre al CONTRARIO

credits: @piccolastefy84 su IG

Il Ponte Coperto ha attraversato secoli di storia. Costruito nel 1351 da Giovanni da Ferrara, il ponte prendeva il nome di Ticinum in epoca romana proprio per il fiume che lo attraversa. Nei periodi di magra, quando il livello dell’acqua è molto basso è possibile vedere un pilone in posizione centrale, il quale dimostra che, all’epoca, il fiume scorreva nella direzione opposta di quella odierna.

# Galeazzo Visconti gli ha messo il TETTO

Sui resti del ponte romano, nel 1354 venne fatto costruire un nuovo ponte da Galeazzo II Visconti in modo tale che avesse la sua caratteristica copertura a tetto, ciò che oggi lo rende così particolare. Anni più avanti, il ponte venne completamente distrutto dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e successivamente, nel 1949, ricostruito un po’ più largo e un po’ più alto.

# A Pavia soggiornò anche EINSTEIN

credits: wikipedia

Un’ulteriore caratteristica del ponte la si trova nella targhetta posizionata nella zona centrale dedicata ad una personalità importante: Albert Einstein. Lo scienziato, infatti, venne ospitato dalla città nella primavera e nell’estate del 1895. Fu proprio Albert a chiedere la ricostruzione del ponte bombardato.

# Il ponte di NEBBIA si trasforma in PIETRA

credits: paviaedintorni.it

Ma il vero fulcro della curiosità sul ponte coperto di Pavia è la leggenda che da anni permane nella città. Si racconta che la costruzione del ponte fosse opera del diavolo in persona, nella viglia di Natale dell’anno 999. In questa storia, il diavolo si presentò con le fattezze di un uomo vestito di rosso e si offrì di accompagnare con il suo traghetto alcuni pellegrini fino all’altra sponda del fiume. Il ponte romano era ormai crollato e pellegrini e cittadini del borgo volevano raggiungere l’altra sponda per partecipare alla messa natalizia.

Guidandoli nella nebbia, il diavolo indicò agli uomini un bellissimo ponte che, nel frattempo, si era formato con la nebbia e rivelò loro che, proprio quel ponte, si sarebbe trasformato in pietra solamente in cambio dell’anima del primo uomo che avesse abbastanza coraggio per attraversarlo.

# L’arcangelo che si prese gioco del diavolo

credits: @hanna_mitozuka su IG

Si narra che, a quella scena, fosse presente anche l’Arcangelo Gabriele. L’arcangelo, nei panni di uno dei pellegrini, riuscì a prendersi gioco del Diavolo, convincendolo a costruire il ponte mentre loro decidevano chi sarebbe stato il primo a sacrificarsi. L’Arcangelo poi immolò un caprone, facendolo passare per primo sul ponte appena costruito. Preso in giro e pieno d’ira, il diavolo scatenò un violento nubifragio nel tentativo di abbattere il ponte ma ogni sforzo fu vano. Così, per tenere lontano il diavolo, i Pavesi fecero costruire sul pilone del mezzo una chiesetta dedicata a Giovanni Nepomuceno, il santo dei fiumi.

Ancora oggi, il ponte sembra riportarci indietro nel tempo, nella notte del 999, poichè nelle giornate particolarmente nebbiose sembra essere veramente fatto di nebbia.

Continua a leggere con: PROFEZIE, LEGGENDE e MALEDIZIONI legate a Milano

SELENE MANGIAROTTI

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Aspettando Lutero

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L’Europa è divisa in due dalla riforma protestante che ha determinato un diverso tipo di rapporto con la fede cristiana.

La tesi di Lutero è che i credenti devono attingere direttamente dalle Sacre Scritture senza una mediazione. Invece nell’Europa cattolica la lettura del testo sacro è affidata al sacerdote che fa riferimento al Papa, unico custode della verità. E l’interpretazione diretta della Bibbia può portare all’eresia e alla scomunica.

Nel mondo cattolico i cittadini sono portati storicamente a non sviluppare un loro pensiero autonomo ma affidarsi ciecamente al loro pastore. Più che la fede in Dio viene chiesta la fede nel mediatore spirituale.

Questo atteggiamento si rispecchia anche nell’attuale divisione tra i paesi del Nord e del Sud d’Europa nell’affrontare questa emergenza.
Mentre nei paesi di estrazione protestante l’ultima decisione viene sempre lasciata al singolo cittadino, nei paesi più vicini alla tradizione cattolica è lo Stato che decide per i cittadini. Uno Stato che chiede fedeltà e obbedienza attivando dei mediatori, in questo caso dei virologi, ai quali si deve dare completamente fiducia ed eseguire le loro indicazioni senza sollevare dubbi.

Questo lo si vede nel modo di intendere la politica.
Il potere dei cittadini si esercita esclusivamente al momento del voto, mentre nel resto dalle vita sociale tutto viene demandato al governo a cui il popolo si affida in modo totale per ogni decisione.
Forse sarebbe il momento di un Lutero per la politica e la società italiana.

Continua la lettura con: L’elusione costituzionale

MILANO CITTA’ STATO

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Le 7 EMOZIONI che si provavano un TEMPO (e che oggi non si provano più)

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Credits curiosando anni-80-90 - Telefonata

Un tempo non lontano, quando l’idea che un giorno avremmo utilizzato uno smartphone per fare tutto o quasi era impensabile, ci si divertiva con poco e si aveva una spensieratezza derivante dal fatto che ci sentivamo meno controllati, meno esposti, meno costretti a dover sembrare alla moda, o tante altre piccole  grandi paranoie moderne alimentate dai social come dall’inarrestabile presenza di devices attorno a noi.

Eppure sono passati solo pochi anni, non più di una trentina. Certo, in queste decadi il mondo è cambiato a una velocità tale da non riuscire a stargli dietro e le società moderne non aiutano certo i giovani di oggi a comprendere questa stessa velocità in cui siamo immersi, ma chi ha avuto la fortuna di vivere l’infanzia fra gli anni ’80 e i ’90 la differenza la capisce eccome. Vediamo dunque assieme sette storiche emozioni di quegli anni. Consigliamo dotazione di fazzoletti di carta a chi è di facile commozione.

Le 7 EMOZIONI che si provavano un TEMPO (e che oggi non si provano più)

#1 Le “farfalle nello stomaco” per una lettera o una cartolina

Credits infocilento IG – Cartolina

Che bello quando a settembre si rientrava dalle ferie e nella cassetta della posta trovavamo una cartolina dalle spiagge del nostro o della nostra spasimante. A volte neppure loro sapevano che, in realtà, noi non speravamo altro che trovare proprio la cartolina di quella persona: credo che non ci sia niente di più adatto di questo ricordo a far capire il significato dell’espressione “farfalle nello stomaco”. Se poi ci trovavamo a scrivere (o a ricevere) una lettera, beh… Allora il mittente era indubbiamente cotto.

#2 La telefonata “è per te”

Credits curiosando anni-80-90 – Telefonata

Le dispute fra sorella maggiore e fratellini per l’uso del telefono erano tipiche degli anni’80 e fecero anche la fortuna di alcuni mitici spot delle compagnie telefoniche come la Sip (diventata poi Telecom Italia). Ma non c’era cosa più bella, soprattutto in famiglie numerose, di quando il telefono squillava e dall’altra parte del cavo chiedevano della persona più piccina e meno considerata del nucleo familiare. Se quella persona eri tu erano grandi salti di gioia (e imbarazzo di fronte alla mamma che chiedeva curiosa e anche un po’ maliziosa: chi è?)

#3 La cabina libera (e le schede telefoniche)

Credits cucina_storica_italiana IG – Schede telefoniche

In vacanza poi, c’erano le cabine telefoniche. Le code per potersi riservare uno spazietto e parlare con la famiglia o con il partner erano una delle immagini ricorrenti degli anni’80. Sul finire dei quali iniziarono a farsi strada le celebri schede telefoniche, da 5, 10 o 30mila lire, che in breve soppiantarono i gettoni, diventando anche un discreto oggetto da collezionismo assieme ai sempreverdi francobolli e alle figurine di calcio Panini.

#4 L’incognita dell’incontro senza cellulare

Attaccato il telefono, arrivava il momento dell’incontro fuori casa. E qui entravano in gioco tutta una serie di fattori. La paura che la tua lei (o il tuo lui) pentiti non si presentassero, il timore di aver capito male luogo o orario dell’appuntamento, o semplicemente il tentativo alla cieca. Uscire senza aver avvisato l’amico o la persona che volevamo incontrare, sperando di trovarlo sul proprio percorso, in strada, o in una delle piazze solitamente frequentate del proprio paese o città. E quando ci si incontrava senza aver fissato un appuntamento, era sempre festa grande.

#5 Tutto il calcio minuto per minuto

Credits mondiali.it – Tutto il calcio minuto per minuto

Sarò un nostalgico, ma vi dirò: ascoltare la mia Inter su Radio1 mi piace ancora, e parecchio. Da buon giramondo non sempre ho a disposizione tablet o devices per vedere comodo il match e a volte non si riesce neanche a star dietro a tutti questi abbonamenti per vedere la tua squadra del cuore. Invece, sintonizzandosi sullo smartphone alla pagina web (o sull’app) di Raisport, si può ancora tifare per i propri colori come in quei meravigliosi anni, quando si giocava solo la domenica, e poi tutti di fronte al televisore a vedere i gol a 90’ minuto.

#6 Atari o Commodore

Credits thegreat80sandlater IG – Atari 2600

Le prime consolle di rilievo. La mitica Atari 2600 e il Commodore 64 erano le prime vere sale giochi domestiche che permettevano ai bimbi di allora di potersi cimentare in videogiochi rudimentali, dalla grafica ormai vintage. Poi arrivarono pian pianino la Nintendo e la Sega, e le consolle più grezze come le prime due, soppiantate anche dai videogames per pc e dalle sale giochi, non riuscirono a restare all’altezza del mercato all’epoca molto molto competitivo. Chi uscì dal cilindro furono essenzialmente la Play Station Sony e l’Xbox Nintendo, il resto finì in polverose scatole in soffitta.

#7 La Sala Giochi

Credits leganerd IG – PacMan

Prima che le sovra citate consolle prendessero definitivamente piede, c’erano ancora le sale giochi di videogames arcade che, oltre ad essere un grande aggregatore sociale di ragazzi di tutte le età, rappresentavano le prime vere sfide giovanili fra chi si cimentava in giochi di guerra, chi preferiva le auto da corsa o chi passava interi pomeriggi a sfide di videogame calcistici. Col passare degli anni ’90 le sale giochi hanno chiuso praticamente tutte. Poi sono arrivati i telefonini, e il resto è storia.

Nostalgici e non di queste mitiche emozioni, raccontateci: qual era l’emozione a cui siete più affezionati della vostra infanzia? La ritrovate fra queste o ne avevate delle altre?

Continua a leggere con: Evoluzione dei COCKTAIL MILANESI: Dal 1980 ad OGGI

CARLO CHIODO

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Il paradiso a due passi da Milano: le CASCATE che incantarono LEONARDO da VINCI

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credits: dronecamitalia IG

Se avete voglia di iniziare a stilare una lista dei luoghi da visitare, non allontanandosi troppo da casa, perchè non prendere in considerazione la bella Valchiavenna? A Borgonuovo di Piuro (SO), si trova il torrente Acquafraggia che dà il nome alle meravigliose cascate di origine glaciale: le Cascate di Acquafraggia, un salto gemello di 170 mt, che si staglia nella natura incontaminata della zona e che regala, agli occhi dei visitatori, uno spettacolo unico.

Il paradiso a due passi da Milano: le CASCATE che incantarono LEONARDO da VINCI

# Le cascate che incantarono Leonardo Da Vinci

credits: thvossi IG

Il nome Acquafraggia deriva dal latino Aqua Fracta, ovvero acqua spezzata, descrivendo perfettamente il percorso impetuoso del torrente, interrotto da diverse cascate, fino al salto finale: le cascate di Acquafraggia. Talmente belle da incantare addirittura Leonardo, che nel 1495 ne parla nel Codice Atlantico, durante il suo passaggio in Valchiavenna: «Su per detto fiume (la Mera) si truova cadute di acqua di 400 braccia le quale fanno belvedere…».

# L’area protetta ideale per tutti e che offre uno spettacolo incredibile

credits: Barbara_72p IG

Luogo ideale per staccare dalla frenesia della città, offre tra l’altro molte attività sia per gli sportivi che per le famiglie con bambini: perfetto per chi fa trekking, per chi ama le camminate e le escursioni. C’è anche un sentiero che porta proprio sotto le cascate!

Il luogo è così bello e geologicamente tanto importante che, nel 1984, la Regione Lombardia lo ha dichiarato Area Protetta.

Si possono percorrere sentieri attrezzati, dove ammirare da vicino il paesaggio intorno alle cascate, in mezzo alla natura rigogliosa. Arrivati al punto di partenza dei vari percorsi, ci si trova davanti al primo bivio. A voi la scelta: a destra si prende il sentiero per Savogno e Dasile, a sinistra il sentiero panoramico delle cascate. Qualsiasi sia la vostra scelta, i due si ricongiungono più in alto. Si può quindi sceglie di fare l’andata in un sentiero e il ritorno nell’altro. In ogni caso, lo spettacolo è sempre assicurato.

# Il sentiero Panoramico, quello della vecchia mulattiera e quello verso il lago

credits: iconicamacineanu IG

Il sentiero Panoramico è un percorso circolare della durata di circa 2 ore fra i panorami mozzafiato. Dai bordi delle due cascate gemelle ci sono delle terrazze panoramiche dove si può ammirare l’intera valle fino a Chiavenna. Da lì si raggiunge il primo punto panoramico, dove vedrete il penultimo salto prima delle “due gemelle” e dove si forma un piccolo laghetto prima delle cascate di Piuro. Inoltre, risalendo il percorso, ci sono altri punti panoramici.

Savogno, un piccolo borgo fantasma dove il tempo sembra esserci fermato, lo si raggiunge seguendo una vecchia mulattiera tutta in salita, un po’ impegnativa ma facilmente percorribile. Curiosità: per chi decidesse di intraprendere questo sentiero, sappiate che ci sono da fare 2.886 gradini... un po’ mal ridotti.

Il sentiero per il lago di Acquafraggia è il più impegnativo. Inizia dalla parte alta di Savogno da dove parte una mulattiera che sale verso nord. Per percorrerlo ci vogliono circa 3 ore e ha un dislivello di 1.150 mt. Percorrendo il sentiero si potranno ammirare due cappelle, attraversando il torrente si può raggiungere Alpigia. Superata l’Alpe Ponciagna, si va verso il versante fino al Lago di Aquafraggia. A questo punto, sulla vostra sinistra, potrete ammirare anche laghetto di Piangesca.

# Dopo la camminata, il meritato pranzo

credits: la_Angy79 IG

Qualsiasi sia stata la vostra scelta sul percorso da intraprendere, dopo le escursioni è giusto premiarsi con del buon cibo locale. E se si dice Valchiavenna, si dice crotti. Uno dei più rinomati è il crotto Belvedere, dove si possono gustare i piatti tipici del posto: sciatt, chiscioi, la breasaola, i formaggi locali e sua maestà la polenta taragna, servita con abbondante burro e formaggio. Insomma, recupererete tutto quello bruciato durante la camminata. Se volete rimanere più leggeri invece, potete mangiare un panino e una bibita al chiosco del parco delle cascate.

# Come si arriva alle cascate?

Le cascate sono a Borgonuovio di Piuro, a pochi km da Chiavenna. Per chi arriva da Milano, e hinterland, è possibile raggiungerle in due modi. Il più veloce è la Strada Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga, passando per Lecco e per Colico, fino a raggiungere Chiavenna. La via panoramica, ma più lunga, è invece la Strada Regina che percorre tutto il Lago di Como, oltrepassando il Pian di Spagna, fino ad arrivare a Colico, per poi raggiungere Chiavenna. Arrivati a Chiavenna bisogna seguire poi la strada statale che porta fino a Borgonovo di Piuro.

# Consigli utili per evitare “assembramenti”

Se decidete di andare a visitare le cascate di Acquafraggia questa estate, il consiglio è quello di andare al mattino presto o durante la settimana, perchè nei weekend il luogo è preso di mira dai turisti, ma anche dagli abitanti dei paesi limitrofi, che vanno a cercare refrigerio sotto i due salti.

Per godersi il più possibile della bellezza del posto in tranquillità è meglio andare o in primavera o in autunno, se invece si vuole raggiungere le cascate per un percorso escursionistico o trekking, munitevi di abbigliamento comodo e tecnico, scorte d’acqua, snack e protezione solare… e mi raccomando controllate il meteo.

Un appuntamento da non perdere è poi “La notte rosa di Piuro”: spettacoli, eventi e attività dal pomeriggio fino a notte fonda. Il momento ideale per immergersi totalmente nella cultura locale con degustazioni di vini e prodotti tipici della cucina valchiavennese, ammirare le creazioni degli artigiani locali e chiudere la giornata con musica e concerti. Tutto questo nella cornice naturale del parco delle cascate. Uno spettacolo nello spettacolo!

Continua a leggere: L’orrido di Nesso: il CANYON e le CASCATE a un’ora da Milano

ANGELA CALABRESE

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Giardini, arte e giochi d’acqua: la VERSAILLES ITALIANA alle porte di Milano

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Credits: @alemiet IG

Immaginate giardini rigogliosi, teatri, statue imponenti e formidabili giochi d’acqua. Se pensate che questa sia la descrizione della Reggia di Versailles, vi state sbagliando. Si tratta invece dell’incantevole Villa Arconati, a Castellazzo di Bollate, in provincia di Milano. Qual è la sua storia? Quali meraviglie conserva questo luogo?

Giardini, arte e giochi d’acqua: la VERSAILLES ITALIANA alle porte di Milano

# La dinastia Arconati ristruttura la Villa rendendola un vero gioiello

credits: gdc-bollate.it

La storia della Villa vede come protagonisti diverse generazioni della famiglia Arconati, proprietaria del casale per più di due secoli.

Nel 1610, Galeazzo Arconati, cugino del cardinale Federico Borromeo, investì il suo patrimonio nella proprietà di Castellazzo, comprendente la villa signorile, il borgo e il bosco circostante. Dovete sapere che Galeazzo era un collezionista e un amante dell’arte e dell’architettura, pensate che tra i suoi incarichi figurava anche quello di rettore della Fabbrica del Duomo, decise quindi di apportare delle modifiche alla Villa e ai giardini per ingentilirne l’aspetto. Ampliò i piani nobili, commissionò imponenti statue di marmo e organizzò la pianificazione integrata tra Villa, giardino e paesaggio, introducendo i giochi d’acqua ispirati agli studi di Leonardo da Vinci.

Alla sua morte i suoi successori presero il suo posto nell’abbellimento e nella riorganizzazione del giardino e della casa signorile, riuscendo nell’intento originale di riqualificare l’intero borgo.

Con l’estinzione della dinastia Arconati, il patrimonio passò ai cugini Busca e, in seguito, verso la metà del ‘900 giunse in eredità a donna Beatrice Crivelli. Quest’ultima investì molto nella cura e nella conservazione di questi luoghi ed è grazie a lei se oggi possiamo ammirare l’intera tenuta con l’aspetto che aveva un tempo.

# La Villa: tutt’oggi si respira l’amore per l’arte e per la cultura di un tempo

credits: pinterest.com

Nel XVII secolo era uso dei nobili signorotti avere una proprietà in campagna dove andare in villeggiatura, venivano chiamate Ville di Delizia e possiamo dire che sono un po’ le nobili antenate delle seconde case. Villa Arconati aveva proprio questa funzione, oltre a quella di avamposto per controllare i possedimenti terrieri, e anche per questo i suoi proprietari si diedero tanto da fare per renderla splendida e memorabile.

Oggi si presenta così come era stata completata nel XVIII secolo dalla famiglia ed è considerata un meraviglioso esempio della cura e dell’eleganza del barocchetto lombardo. Percorrendo il viale alberato d’ingresso, la Villa si mostra ai visitatori in tutto il suo splendore e, con una sola occhiata, è possibile comprendere l’amore per l’architettura, l’arte e la cultura che per secoli ha animato la residenza. Al suo interno è possibile visitare alcune stanze, tra cui il Salone dei Musei, che ospita ancora oggi alcune delle opere d’arte commissionate dai proprietari, e la Biblioteca, dove sembra che un tempo fossero conservati i fogli del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci.

# Il giardino: statue, teatri e giochi d’acqua decorano la residenza

credits: arturismo.it

Il giardino è probabilmente la vera perla di tutta la residenza ed è lo spazio ideale per immedesimarsi nei panni dei nobili che qui trascorrevano intere giornate tra musica, cultura e giochi d’acqua.

Il teatro, elemento indispensabile nei giardini di Delizia, è uno dei tesori della Villa. Giuseppe Maria, pronipote di Galeazzo, era un grande appassionato e si narra che ospitò molti commediografi, tra cui il celebre Carlo Goldoni.

Ma la vera protagonista è l’acqua. Usata per intrattenere i nobili con incantevoli giochi, aveva anche il compito di sostenere e alimentare la vegetazione del parco. I complessi meccanismi che regolavano il tutto, si trovano ancora oggi nella Torre dell’acqua, ed erano un’opera di ingegneria idraulica all’avanguardia che Galeazzo aveva probabilmente ripreso dagli studi di Leonardo da Vinci.

E poi statue, orti e persino un labirinto adornano il giardino della Villa tanto che non sorprende il soprannome che le è stato dato: la Versailles italiana. Oggi è un luogo di confronto tra la cultura di un tempo e quella contemporanea ed è sede, tra l’altro, di un Festival musicale che ogni estate, dal 1989, ospita artisti da tutto il mondo.

 

Continua la lettura con: La VILLA ROTANTE: la prima al mondo che insegue il sole (immagini) 

CHIARA BARONE

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Ryanair dice NO ai passaporti vaccinali

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credits: @robertorubuano su IG

Dopo averne dato comunicazione a inizio estate Ryanair ha confermato che nessuno dei dipendenti della compagnia aree chiederà l’esibizione del Green Pass ai propri passeggeri. Con l’entrata in vigore del Green Pass sembra l’unica compagnia ad aver scelto questa linea.

Ryanair dice NO ai passaporti vaccinali

# Dal primo luglio è in vigore il green pass europeo

credits: open.online

Il primo luglio è entrato in vigore il “passaporto vaccinale”, “Green Pass” o “Certificato verde digitale”. Si tratta di un documento sanitario, cartaceo o digitale, comune a tutti gli Stati Membri che servirà ad attestare tre diverse “certificazioni”: il certificato di avvenuta vaccinazione, il certificato di tampone effettuato e con esito negativo oppure un certificato medico di attestata guarigione da Covid-19 negli ultimi 180 giorni.  

Il Green Pass europeo nasce su proposta della Commissione europea con l’obiettivo di uniformare le norme e facilitare così la libera circolazione tra i membri della Ue e dell’area Schengen, senza discriminare chi non può vaccinarsi o sceglie di non farlo. In questo modo non saranno necessarie quarantene da “scontare” nel Paese di arrivo.

Leggi anche: Green Pass Europeo: nella traduzione in italiano è SCOMPARSA la LIBERTÀ di SCELTA

# Ryanair dice no

Credit: @ryanair

Il compito dei controlli del green pass è demandato, ma non in via obbligatoria, anche ai dipendenti delle compagnie aree in fase di check-in. L’unica che sin da subito si era schierata senza mezzi termini contro il passaporto sanitario, che l’Unione europea sta varando già nei primi mesi dell’anno, era stata la compagnia aerea irlandese Ryanair.
Il Ceo Michael O’Leary ha dichiarato che non verrà chiesto ai passeggeri il passaporto vaccinale perché ciò lederebbe il principio del libero mercato.
Sui voli a corto raggio in Europa della compagnia blu e gialla non verrà quindi richiesta
nessuna certificazione di vaccinazione. Un scelta confermata anche dopo l’effettiva entrata in vigore del green pass europeo.

# Pronti a viaggiare

In attesa di vedere come la decisione di Ryanair andrà a influire sulle scelte dei viaggiatori,
la compagnia ha dato il via a moltissimi nuovi voli per il 2021.

Continua la lettura con: 10 VIAGGI post Covid che ci CAMBIERANNO LA VITA

FABIO MARCOMIN

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Fontanellato: il BORGO a COLORI

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Credits: bandierearancioni.it Fontanellato

Immaginatevi un paese dalle case tutte molto simili, colori neutri e tetti talmente uguali che è impossibile distinguere i vari edifici. Un posto che si spera non esista. Ora immaginatevi un borgo di tante case tutte colorate o dall’origine antica. Molto meglio.

Fontanellato: il BORGO a COLORI

No, in Italia non è solo Burano il paese colorato. Certamente il più bello, ma non l’unico. Anche l’Emilia Romagna ha il suo borgo a colori, con una piazza che, oltre ad una fortezza medievale, ospita mille tonalità differenti.

# Il borgo a colori

Credits: artemilia.it
Fontanellato

Fontanellato è un borgo in provincia di Parma di circa 7mila abitanti, conosciuto soprattutto perché ha la fortuna di ospitare il labirinto più grande del mondo. Labirinto della Masone a parte, il borgo in realtà è particolarmente ricco di storia e, al suo centro, c’è l’immensa Rocca Sanvitale di Fontanellato. Una  fortezza medievale famosa per gli affreschi del Parmigianino e circondata, per di più, ancora da un fossato colmo d’acqua. Ed è proprio intorno alla Rocca che ci sono tanti edifici, alcuni dai colori accessi altri dalla tonalità pastello, che rendono magica l’atmosfera del paese. Sarebbe un po’ esagerato definirlo la “Burano dell’Emilia Romagna”, ma certamente rimane un borgo a colori.

# La storia e le bellezze di un posto unico

Credits: fontanellato.org
Fontanellato

Fontanellato è il classico paese della bassa padana, con le vaste coltivazioni estensive e i fontanili o risorgive. È forse anche uno dei paesi più famosi della zona, principalmente reso noto grazie alla famiglia Sanvitale che vi si insediò a partire dalla fine del 1300 e lasciò la traccia più maestosa del paese, la Rocca. E sono proprio l’importanza e la bellezza di Fontanellato ad essere state riconosciute anche da alcuni enti particolari, che hanno conferito al paese sia il riconoscimento di cittàslow, grazie alla sua qualità urbana, le infrastrutture, l’ospitalità, la valorizzazione delle produzioni tipiche e dell’enogastronomia, sia quello di Bandiera Arancione del Touring Club.

A Fontanellato poi c’è molto altro: dal Santuario della Beata Vergine del Rosario, alle sue stradine da percorrere in bicicletta o a piedi, fino al buon cibo con i suoi prodotti tipici.

Continua la lettura con: Perché BURANO è così STRAORDINARIA

BEATRICE BARAZZETTI

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L’elusione costituzionale

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azzeccagarbugli (promessi sposi)

I padri costituenti uscendo da una dittatura durata più di venti anni si posero come prerogativa fondamentale l’impossibilità di tornare a uno stato di controllo assoluto sulla vita dei cittadini, in particolare tutelando la libertà di espressione, il dissenso e i diritti delle minoranze.

Il principio fondante di tutto l’apparato normativo italiano è di impedire la ricaduta in un regime dittatoriale. A partire dalla doppia carica di Presidente della Repubblica e di primo ministro che si dividono la gestione del potere nel parlamento. Così come la netta di divisione di poteri, disattesa per lo più per potere legislativo ed esecutivo, e tutto l’impianto a tutela della libertà dei cittadini e della necessità di evitare qualunque forma di discriminazione contro le minoranze, memori dell’orrore delle leggi razziali.

Ci sono infiniti esempi di questo nelle norme che discendono a cascata dalla Costituzione, come quella che stabilisce che non si può fare la selezione della clientela: ad esempio, nessun esercizio privato aperto al pubblico può rifiutarsi di servire un cliente (art. 187 TULPS)

Paradossalmente tutta la normativa legata all’emergenza sembra costruita per disattendere proprio i principi fondanti della Costituzione, attraverso l’uso demagogico di cavilli alle norme nel nome di una generica idea di sicurezza dei cittadini. Norme relative alla salute che esistono ma che sono nella Costituzione subalterne rispetto a quelle principali che sono evocate nei primi e più importanti punti del trattato.

È vero che i costituzionalisti possono motivare qualsiasi cosa con una retorica strumentale, ma esistono dei principi fondamentali che trasudano dalla Carta e a cui ci si dovrebbe attenere indipendentemente dai singoli cavilli.

Disattendere questi principi è analogo all’elusione fiscale che rispettando le normative esistenti consente di non pagare le tasse. E per questo viene perseguita come l’evasione.

Continua la lettura con: il pensiero militare e l’intelligenza artificiale

MILANO CITTA’ STATO

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La CAFFETTERIA dei GATTI vicina alla CENTRALE

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Credits: @crazycatcafe IG

Una caffetteria in cui poter consumare una bevanda calda in compagnia dei suoi particolari padroni? Questa è l’offerta del Crazy Cat Cafè, un posto unico a Milano in cui i “gattari” possono realizzare il loro sogno: stare in compagnia di tantissimi mici, magari rilassandosi con i propri amici.

La CAFFETTERIA dei GATTI vicina alla CENTRALE

# Il Crazy Cat Cafè, ambiente unico nel panorama milanese, si ispira ai neko cafè giapponesi

Credits: @crazycatcafe IG

Un grande amore per i gatti e la strabiliante scoperta del Neko Cafè ad Osaka, in Giappone. Ecco quali sono stati gli ingredienti grazie ai quali, nel 2015, nacque il primo ed unico Cat Cafè della Lombardia.

Stiamo parlando del Crazy Cat Cafè, un ambiente unico a Milano. I suoi proprietari hanno voluto ricreare l’atmosfera intima e amichevole dei neko cafè giapponesi. Ovviamente, adattandola a quelli che sono i ritmi e lo stile di vita italiani.

Ma anche coniugandola con quelli che sono i veri padroni di casa: l’interno del locale è abitato da 9 gatti, tutti trovatelli e bisognosi di una casa, di una famiglia.

# Una nobile missione: sensibilizzare gli ospiti sull’adozione dei gatti randagi

Credits: @crazycatcafe IG

Sicuramente, il Crazy Cat Cafè è l’ambiente ideale in cui potersi rilassare con i gatti del locale e gustare i diversi prodotti offerti dalla cucina. Ma, la missione è anche un’altra: sensibilizzare sull’adozione dei gatti randagi e sul corretto comportamento che bisogna avere nei confronti dei nostri a-mici.

Ed è per questo che, solitamente, vengono organizzati eventi di beneficienza in collaborazione con le associazioni del territorio lombardo e con professionisti.

# I veri padroni di casa sono i gatti: ecco alcune regole da rispettare per non disturbare il loro benessere psico-fisico

Credits: @crazycatcafe IG

Al Crazy Cat Cafè il benessere psico-fisico dei gatti è al primo posto: questa è la loro casa e tutto il locale è stato arredato rispettando le loro esigenze comportamentali. Infatti, ci sono tiragraffi, tronchi, giochi e un’area lontana da tutti dove possono riposare.

E, ovviamente, ci sono anche delle regole da rispettare per tutelare i mici. Innanzitutto, l’ambiente non deve essere rumoroso: le grida possono spaventare i padroni di casa. Poi, bisogna sempre tenere a mente che i gatti non sono dei peluches, ma, anzi, degli animali molto indipendenti. E, ovviamente, è vietato portare altri animali all’interno del locale: lo sappiamo, i gatti sono molto territoriali e non prenderebbero di certo bene questa invasione.

Insomma, sono tutte misure che permettono a noi di vivere un’avventura unica a contatto con tanti gatti e a loro di continuare a essere rispettati dai loro ospiti.

 

Continua la lettura con: Cat Café, Gattoparco, Parco Gattile: la prima guida di Milano, città dei GATTI

ALESSIA LONATI

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La METROPOLITANA in ARIA: la “ferrovia sospesa”

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credits: wuppertal_und_ich IG

Nella città di Wuppertal, nel Nord della Germania, si trova la Schwebebahn, una metropolitana molto diversa da quella che siamo abituati ad usare tutti i giorni. Questa linea ferroviaria è infatti sospesa, come suggerisce il suo nome che letteralmente significa proprio ferrovia sospesa. Qual è la storia di questo stravagante mezzo di trasporto?

La METROPOLITANA in ARIA: la “ferrovia sospesa”

# La costruzione della monorotaia sospesa: un’idea futuristica realizzata nel 1901

credits: rarehistoricalphotos.com

Sebbene l’idea di una linea metropolitana sospesa da terra possa sembrare futuristica e visionaria, la prima proposta di costruzione arrivò nel 1824. Il progetto venne poi messo da parte, forse perché sembrava un azzardo troppo rischioso, ma alla fine del XIX secolo l’idea venne ripresa e così iniziò la costruzione di una monorotaia sospesa alimentata ad elettricità.

Con un costo di 16 milioni di Goldmark, la valuta dell’impero tedesco dell’epoca, la linea ferroviaria venne inaugurata nel 1901 alla presenza dell’Imperatore Guglielmo II. Oggi la linea è ancora in funzione, conta 23 fermate ed è il più importante mezzo di trasporto della città.

# 23 fermate sospese: la linea è il più importante mezzo di trasporto di Wuppertal

credits: h53.5_photographie IG

La Wuppertaler Schwebebahn è sicuramente una delle prime linee ferroviarie sospese della storia. I convogli sono appesi ad una rotaia posta su una struttura portante, elevata rispetto alla superficie stradale. I veicoli, al contrario delle linee ordinarie, viaggiano quindi al di sotto della via di corsa anziché sopra di essa.

La monorotaia Schwebebahn è montata su un ponte di ferro lungo 13,3 km e alto tra i 7 e i 13 metri. Ancora oggi è il più importante mezzo di trasporto pubblico cittadino, in quanto offre sia spostamenti rapidi che una vista davvero unica e spettacolare.

# L’incidente mortale e la strana storia di Tuffi, l’elefante precipitato

credits: daniele0410 IG

La linea è considerata uno dei mezzi più sicuri al mondo, la probabilità di cadere fuori pista è infatti quasi nulla. Nelle curve, i vagoni si inclinano gentilmente per evitare di sottoporre i passeggeri a strattoni ed eventuali cadute, anche per questo il numero di incidenti è molto ridotto. Ce ne sono stati però un paio che è proprio il caso di menzionare.

Il primo, sicuramente il più tragico, è avvenuto nel 1988, quando un oggetto metallico incastrato sui binari ha provocato il deragliamento di una carrozza nel fiume sottostante. Il bilancio fu di cinque vittime e 49 feriti.

Il secondo incidente invece è decisamente bizzarro, tanto da essere entrato nella storia popolare di Wuppertal. Nel luglio del 1950, il Circo Althoff, al fine di promuovere uno spettacolo, decise di caricare una giovane elefantina di nome Tuffi sulla monorotaia. Il povero animale però, spaventato, uscì dalla fiancata del treno precipitando per circa 9 metri. Per fortuna la carrozza si trovava in quel momento sopra il fiume che permise all’elefantina un atterraggio fortunato, salvandole la vita. Questa storia inconsueta e curiosa viene oggi ricordata sia da un murales, posto su un edificio vicino a dove Tuffi è caduta, che in un libro per bambini, intitolato proprio “Tuffi e la ferrovia sospesa”.

Insomma, la linea ferroviaria sospesa è davvero un mezzo di trasporto curioso ed interessante. Che possa essere una nuova idea per la M6?

Fonte: Berlino Magazine

Continua la lettura con: La METROPOLITANA più PROFONDA del MONDO: l’unica che non ha nomi di luoghi alle stazioni 

CHIARA BARONE

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Lame rosse: il CANYON delle Marche

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Lame rosse. Credits: @vita.di_pi IG

Il nostro paese nasconde dei luoghi che hanno un’anima e sono magici nella loro unicità, ma poco conosciuti. Ci incantiamo andando all’estero ed ammirando magnifici paesaggi, ma spesso la nostra erba è più verde di quella del vicino. Uno di questi luoghi si trova nella provincia di Macerata, nel comune di Fiastra, sopra il lago omonimo. Un paradiso immerso in una flora e una fauna molto ricche che ci accompagnano fino ad un paesaggio quasi marziano. Infatti è colorato dal rosso delle Lame, molto simile al Bryce Canyon negli USA ed ai camini delle Fate in Cappadocia.

Lame rosse: il CANYON delle Marche

# Introduzione alle Lame

Credits: zanconatoviaggi.it

Ma cosa sono queste Lame? Fanno parte dei monti Sibillini e si tratta di un complesso roccioso che ha perso la parte calcarea superficiale a causa dell`erosione degli anni. Essa ha fatto magicamente apparire il sub-strato, ovvero uno spettacolo di striature rossastre, composto per lo più da ferro, che conferisce questo colore alla montagna. Il nome “lame” invece arriva dal dialetto locale, deriva da “lamare” che significa “franare”. Descrive appunto questa roccia che, scivolando su se stessa, si auto-leviga.

# Come raggiungere le Lame

Credits: passamontagna.org

Il sentiero più facile per raggiungere questo canyon parte dalla diga del lago Fiastra ed è una passeggiata di un’ora circa, che non richiede particolare preparazione. Si attraversa un sentiero per lo più composto da roveri, lecci, carpini, rose canine e ovviamente da numerosi fiori e funghi.

La fauna invece è quella tipica degli Appennini: cinghiali, istrici, scoiattoli, ma anche gufi reali, civette, falchi Pellegrini.

Per i più esperti, ci sono vie più difficili, ma che nascondono ulteriori meraviglie come la grotta dei frati e le gole del Fiastrone.

Ma la vera domanda è… chissà se si possono trovare i nani delle montagne ferrose in questo luogo così fantastico?

Continua a leggere con: MONTAGNATERAPIA: la medicina naturale per il corpo e per la mente

MARTINA PICCIONI

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