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Il “BOSCO dei nuovi NATI”

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Credits: @davideco73 IG

Oggi vi parlo di Rovigo, deliziosa città veneta che sviluppa il proprio territorio di competenza amministrativa lungo le rive venete del Po, al confine con l’Emilia-Romagna.

La città di Rovigo ha deciso nelle scorse settimane di istituire il “Bosco dei nuovi nati”.

Il “BOSCO dei nuovi NATI”

L’iniziativa, approvata dalla Giunta comunale nelle scorse settimane, fa riferimento alla legge 10/2013. L’obbligo che scaturisce dal suo testo prevede, per i comuni con più di 15000 abitanti, la messa a dimora di un albero per ogni nuovo nato e l’individuazione di un’area nel territorio comunale da destinare a forestazione urbana, con posa di piante autoctone.

Credits: @Rovigoinfocittà(IG)

La nuova legge 10/2013, rispetto alla precedente versione risalente al 1992, estende l’obbligo anche ai bambini adottati.

# La scelta di Rovigo

Credits: @rovigo.italiani.it

Per il Comune di Rovigo è la prima presenza in questo progetto, il quale vuole promuovere il patrimonio arboreo nazionale e lo sviluppo del verde urbano. L’intento è quello di trasformare un obbligo in una opportunità.

L’amministrazione, già impegnata nella programmazione di iniziative di sostenibilità ambientale, aggiunge ai propri progetti anche questo, che risulta essere esattamente in linea con le sue volontà.

Queste, in particolare, si riassumono in:

  • aumento e riqualificazione delle aree verdi pubbliche comunali, finalizzati alla lotta ai cambiamenti climatici
  • incremento dell’assorbimento di CO2
  • miglioramento della qualità dell’aria e del microclima urbano,
  • aumento delle aree verdi per una maggiore fruibilità da parte dei cittadini.

# I primi passi del Bosco dei nuovi nati

L’assessore allo Sviluppo sostenibile Dina Merlo, spiega che l’amministrazione comunale ha già messo in piedi diverse forme di collaborazione tra settore pubblico e privato. Tra queste,  una donazione di 380 piante da parte dell’azienda IRSAP e la stipulazione di un Protocollo di Intesa con la società ARBOLIA Spa, società benefit nata da una collaborazione tra Snam e CDP (Cassa Depositi e Prestiti).

Credits: @rovigo.italiani.it

Partendo da questo Protocollo si è gà giunti alla realizzazione di un bosco urbano di oltre un ettaro, sponsorizzato da quattro aziende operanti ne territorio: IQT Consulting Spa, NEP Srl, Polimero Srl e Global Power Plus Srl.

# L’interporto come idea di bosco “diffuso”

La Giunta sta seguendo una ricognizione del patrimonio del verde pubblico e delle aree disponibili al fine di creare un bosco “diffuso” sul territorio e non localizzato in un solo luogo.

La prima zona di intervento è stata individuata nell’area verde di proprietà comunale in zona Interporto, dove è già stata realizzata la messa a dimora delle ultime 150 piante, parte della precedente donazione di IRSAP.

Gli stessi interventi di imboschimento urbano attuati come conseguenza al Protocollo di Intesa con ARBOLIA Spa, possono essere considerati come parte integrante del bosco “diffuso” dei nuovi nati.

Credits: @rovigooggi.it – Rovigo vista dall’alto

Queste piante rispondono alle caratteristiche previste dal Regolamento del verde comunale. Costituiscono un nucleo di partenza iniziale nell’ambito della realizzazione del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima (PAESC).

# Agenda 2030

Il ricco Programma dell’Amministrazione comunale, dal punto di vista ambientale, in un’ottica di Piano di azioni a favore della sostenibilità, è volutamente indirizzato a restituire alle generazioni successive un ambiente tutelato e ben conservato nelle sue componenti vegetali e forestali, in riferimento alla realizzazione degli obiettivi principali (Sustainable Development Goals SDGs) di Agenda 2030.

Continua la lettura con: Anche l’HINTERLAND di Milano avrà il suo BOSCO VERTICALE

LUCIO BARDELLE

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L’HOTEL più ECONOMICO di MILANO: 26 euro per una camera

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credit: booking.com

Un soggiorno lowcost senza uscire dai confini cittadini è possibile. Dove si trova l’Hotel più economico di Milano?

L’HOTEL più ECONOMICO di MILANO: 26 euro per una camera

Soggiornare a Milano può sembrare tutto fuorché economico, eppure oltre alla vastissima gamma di ostelli che offrono soggiorni in centro città a partire da 14€ a notte, ci sono anche veri e propri hotel in cui soggiornare senza spendere un capitale. Dove si può soggiornare in Hotel a Milano con soli 26€ a notte?

# Hotel Brivio: un soggiorno milanese a soli 26€ a notte

credit: booking.com

A pochi passi dalla stazione di Dergano si trova l’Hotel Brivio, la miglior soluzione se si vuole prenotare una camera senza uscire dai confini cittadini e senza spendere troppo. Infatti è possibile dormire in questo semplice hotel con soli 26€ a notte.

# Una struttura piacevole. Unica Pecca? Il bagno condiviso

credit: booking.com

La struttura possiede un piccolo giardino interno in cui vi sono tavolini e sedie, e ogni camera è dotata di TV a schermo piatto, per accontentare ogni esigenza degli ospiti. L’unica pecca? Dal pacchetto lowcost è escluso il bagno privato, che dovrà essere condiviso con altri ospiti, anche se gli articoli da toeletta sono comunque messi a disposizione dall’Hotel. In ogni caso, se proprio non si vuole condividere il bagno, la struttura è dotata anche di camere con bagno privato, chiaramente ad un prezzo maggiore.

# Oltre al prezzo e all’ottima posizione, offre tanti servizi aggiuntivi

I punti di forza dell’Hotel, oltre al prezzo, sono indubbiamente la sua posizione strategica se si intende spostarsi rapidamente per la città e i servizi aggiuntivi che la struttura garantisce: reception 24 ore su 24, deposito bagagli e la pulizia delle camere giornaliera.

Se desiderate visitare Milano e siete spaventati dai prezzi ma non volete dormire in ostello, questa struttura vi dà il benvenuto nella nostra città con un soggiorno tranquillo ed economico.

#UPGRADE DEL 31 LUGLIO

L’Hotel Brivio continua a essere il più economico della città, tralasciando le “super offerte” in alcuni specifici periodi, riuscendo a garantire una quotazione stabile durante tutto l’anno. Il prezzo ha solo subito un leggero rincaro da 26 a 35 euro notte nelle ultime rilevazioni, non sufficiente a scalfire il suo primato.

Leggi anche: L’Hotel più ECONOMICO d’Italia: 6 Euro a NOTTE (colazione inclusa)

ROSITA GIULIANO

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Progettata la linea di trasporto FLUVIALE per andare dall’isola Tiberina a Ponte Milvio

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credits: IMAGINELAB EDITING&EDITING youtube

Un progetto ancora in stato embrionale che punta a mettere in comunicazione l’isola Tiberina con la zona del ponte Milvio, tuttavia deve essere ancora vagliata la sua praticabilità.

Progettata la linea di trasporto FLUVIALE per andare dall’isola Tiberina a Ponte Milvio

# Il catamarano GREEN

credits: Roma Today

Gli architetti Paolo Carlodalatri e Fabrizio Venditti hanno sottoposto alla commissione Mobilità di Roma Capitale il progetto “Tiber Metro”, il quale ambisce a collegare Tiberina con il Ponte Milvio in una tratta di 7 chilometri. Il mezzo utilizzato è il catamarano, che grazie alla sua struttura capiente potrà ospitare numerosi passeggieri. Inoltre, saranno completamente elettrici per poter ridurre l’impatto ambientale.

# I PUNTI DI FORZA di questo mezzo

credits: IMAGINELAB EDITING&EDITING youtube

Ricorrendo all’energia elettrica ed a pannelli fotovoltaici, i catamarani si dimostrerebbero mezzi a impatto zero. In più, non ci sarebbe il pericolo di rimanere imbottigliati nel traffico e questo garantirebbe la sua regolarità di passaggio, rendendoli estremamente competitivi. Un altro punto a loro favore va alla loro possibilità di diventare punto di scambio con i mezzi terrestri.

# Ridurre i TEMPI

credits: IMAGINELAB EDITING&EDITING youtube

L’obiettivo sarebbe quello di ridurre il tempo di percorrenza della tratta che, generalmente, dagli automobilisti è percorsa in 20 minuti circa. Durante la commissione è stato affermato che “da ponte Garibaldi a ponte Milvio, si finirebbe per risparmiare molti minuti di tragitto rispetto al trasporto su gomma”.

# C’è un “MA”

credits: IMAGINELAB EDITING&EDITING youtube

Ora l’unico problema da risolvere è capire la fattibilità del progetto. Ad oggi ancora non si conosce la velocità effettiva del catamarano elettrico, né la capienza disponibile. Ciò rende difficile fare calcoli e previsioni. Inoltre, deve essere studiato anche sul piano tecnico per quanto riguarda l’accessibilità delle banchine dei Muraglioni sul Tevere.

Fonte: RomaToday

Continua a leggere con: A ROMA c’è l’ISOLA abitata più PICCOLA e ANTICA al mondo

SELENE MANGIAROTTI

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Vacanze in LOMBARDIA: 10 MERAVIGLIE da scoprire questa estate

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Dighe di Cancano. Credits: @simjur88 IG

Dopo mesi della pandemia ci stiamo pian piano arrendendo all’idea che la vita non sarà la stessa a breve, a partire da come affrontare le vacanze. Un turismo diverso, più consapevole, più responsabile, dove è sempre più problematico varcare confini, prendere aerei, allontanarsi di casa.

Detta così, sembra limitante e, invece, siamo fortunati: la Lombardia è una regione ricca di meraviglie. Eccone 10, che si aggiungono a queste 10 incredibili mete già selezionate per voi: 10 POSTI dove FUGGIRE dal mondo restando in LOMBARDIA

Vacanze in LOMBARDIA: 10 MERAVIGLIE da scoprire questa estate

#1 ABBADIA CERRETO: natura e affreschi rinascimentali

A poca distanza da Lodi, nelle campagne del Parco Regionale dellAdda Sud, sorge questo pittoresco borgo rurale costruito intorno a quella che era l’antica abbazia di San Pietro, meta ideale per una gita fuoriporta tra arte e natura.
Furono i monaci cistercensi, attorno al XII sec, a bonificare le zone acquitrinose attorno all’abbazia, dando inizio alla coltivazione e l’irrigazione grazie all’utilizzo dei numerosi canali e fontanili presenti. Anche se oggi i monaci non abitano più quest’edificio, l’abbazia resta un piccolo gioiello dell’arte romanico-gotica con al suo interno affreschi tardo-rinascimentali.


#2 TRE CORNI: lo sfondo della Vergine delle Rocce

Credits InLombardia

Lungo il percorso ciclopedonale che costeggia l’Adda, tra i comuni di Paderno e Trezzo, è possibile osservare il luogo che ispirò il genio di  Leonardo da Vinci per lo sfondo dellaVergine delle rocce”.
Terra amata e ben conosciuta dall’artista toscano, dove l’Adda scorre più impetuoso del solito, modellando nei secoli con le sua acque quelle rocce che hanno così formato questi caratteristici canyon brianzoli.


#3 DIGA DEL GLENO: il Vajont lombardo

Credits: valseriananews.it

Per gli amanti del trekking e delle viste mozzafiato non si può non avventurarsi verso la monumentale diga del Gleno, in Val di Scalve che d’inverno può regalare un panorama diverso.
Per i meno allenati, basta lasciare l’auto nella piccola Pianezza, frazione di Vilminore di Scalve, per incamminarsi tra i sentieri immersi nei boschi innevati e su fino all’antica strada scavata nella roccia tra le viuzze strette del piccolo borgo seguendo il segnavia Cai 411 ed utilizzata dai costruttori di quel mastodontico muro di cemento che fu la diga del Gleno.

Una storia triste, quella di questa diga, che anticipa di ben quarant’anni il tragico e ben più noto disastro del Vajont. Il 1 dicembre del 1923 la diga si squarciò in due provocando la devastante fuoriuscita di ben sei milioni di metri cubi dacqua verso valle, inghiottendo e devastando molto dei paesi sottostanti, causando 356 morti.
Oggi lo scheletro silenzioso di questa diga è la prima immagine che accoglie chiunque arrivi, un panorama che toglie il fiato per la bellezza naturalistica che la circonda, certamente, ma anche per l’impatto che ebbe sulla storia di questa valle.


#4 SANTA MARIA DELLA NEVE: La “Cappella sistina dei poveri”

chiesa di Santa Maria della Neve di Pisogne

Lo scrittore Giovanni Testori la definì :”la cappella sistina dei poveri”, ed è, a mio parere, il capolavoro assoluto di Girolamo Romanino, quel pittore, che assieme a Savoldo e Moretto, ha reso noto in tutto il mondo il Rinascimento Bresciano.
Vista da fuori, la chiesa di Santa Maria della Neve di Pisogne, sul lago d’Iseo, appare agli occhi quasi anonima, un semplice edificio religioso come tanti in questo lembo di terra tra lago e montagna. È varcando il suo portale che ci si rende davvero conto del tesoro che si trova al suo interno, un intero ciclo pittorico realizzato dall’artista bresciano nel 1534 in cui sono raffigurate le scene della passione, morte e risurrezione di Cristo.

Ciò che più colpisce è senza dubbio la grande crocifissione affrescata sulla controfacciata, in cui i personaggi raffigurati sotto la croce non sono abitanti della Gerusalemme romana, ma cavalieri, soldati e contadini rinascimentali, rendendo ancor più terrena e tangibile questa scena evangelica. La fantasia artistica di Romanino, che scelse di lavorare in queste valli per un periodo della sua vita, dà il meglio di sé in ogni scena, lasciando uscire il visitatore stupito e appagato.


#5 MONTE ISOLA: L’isola lacustre più grande d’Europa

Monte Isola

Restando lungo le acque del lago dIseo, non possiamo non visitare Monte Isola, l’isola lacustre più grande d’Europa. Anche in inverno Monte Isola mantiene il suo fascino. La sua mole boschiva emerge dalle acque come il guscio di una tartaruga, e per raggiungerla basta prendere un traghetto dai porti di Sulzano o Sale Marasino. Caratteristico è il borgo dei pescatori di Carzano, l’isola è famosa per la sua lunga tradizione nella fabbricazione delle reti da pesca. Da notare sono i naèt, le tipiche barche dei pescatori ormeggiati nel porticciolo.

In inverno è consigliabile visitare l’isola a piedi, percorrendone il perimetro sulla litoranea. Se avete buone gambe salite comunque sulla sommità del monte fino al Santuario della Madonna della Ceriola, il punto più alto dell’isola, per godere del grandioso panorama del paesaggio alpino circostante.


#6 VALLE DI GAINA: Il Sentiero delle Cascate

Sentiero delle cascate valle di gaina Monticelli Brusati
Credits Bresciatoday

Sempre in territorio sebino, per gli amanti della natura e dell’avventura, nella Valle di Gaina a Monticelli Brusati si trova il “sentiero delle cascate”, percorribile in tutti i periodi dell’anno. Un itinerario che si snoda su due livelli di percorsi tra cascate, torrenti e scale metalliche.
Se l’avventura vi ha messo sete, ricordatevi che siete nel bel mezzo della Franciacorta. Un ottima idea anche per fare un po’ di shopping natalizio e prendere qualche bottiglia per i numerosi pranzi e cenoni festivi che ci aspettano.


#7 ABBAZIA DI PIONA: la chiesa dei tesori

Abbazia di Piona

Situato nella penisola dellOlgiasca, sulle sponde del lago di Como, il complesso abbaziale di Piona risale addirittura al VI sec, anche se l’aspetto attuale lo si deve ad opera dell’ordine benedettino nel XII sec.
Magnifico esempio d’arte romanica, l’abbazia è un vero scrigno di tesori e un toccasana per lo spirito. All’interno della chiesa di Santa Maria si trovano due leoni in pietra oggi adibiti ad acquasantiere, inizialmente posti all’esterno per sorreggerne il portale, mentre lungo l’abside affreschi colorati di epoca ottoniana raffiguranti Cristo, gli evangelisti e gli apostoli si alternano allo scuro delle pietre.
Attiguo alla chiesa è il chiostro, anch’esso romanico, risalente al XIII secolo, con capitelli decorati ed affreschi raffiguranti i mesi dell’anno e i loro cicli.
L’abbazia è inoltre nota per la produzione delle famose “gocce imperiali”, un liquore al sapore d’anice con gradazione alcolica al 90% ottimo come digestivo diluito con acqua. Un idea regalo di Natale!


#8 OLTREPO’ PAVESE: castelli, eremi e cantine

Oltrepò Pavese

Basta scendere a sud di Pavia ed oltrepassare il grande fiume per entrare in questa terra di borghi e castelli medioevali, natura e buon vino. Tra i numerosi borghi meritano di essere menzionati Zavattarello, celebre per il suo castello “infestato”,  Varzi, celebre per il suo salame, e Fortunago.
Per gli amanti della natura è possibile fare una passeggiata alle Grotte di San Ponzo, rifugio medioevale dell’omonimo santo, oppure all’eremo di SantAlberto di Budrio, un luogo senza tempo circondato da una pace quasi irreale.
Un consiglio, non lasciate queste terre senza prima aver assaggiato almeno un bicchiere dell’ottimo vino prodotto in queste zone.


#9 SABBIONETA: la città ideale

sabbioneta teatro
Credits Baroque

Sabbioneta sorge come un oasi di arte e cultura nel bel mezzo della campagna mantovana. Venne fondata  dal duca Vespasiano Gonzaga-Colonna nel 1554 come capitale del suo piccolo dominio, una città ideale secondo i canoni architettonici rinascimentali. Già varcando la bianca porta imperiale ci si rende conto di essere entrati in una sorta di città in miniatura dove il tempo sembra essersi fermato ai fasti dell’epoca gonzaghesca.

Centro del potere politico era Palazzo Ducale, nell’omonima piazza, le cui sale interne sono un omaggio alla casata gonzaghesca e ai suoi illustri membri. Degni di nota anche il Palazzo del Giardino, residenza ad uso privato del duca, le cui sale sono state affrescate da Bernardino Campi, la chiesa dellIncoronata, mausoleo ducale, e il piccolo Teatro olimpico realizzato da Vincenzo Scamozzi, tra i primi esempi di teatro moderno al mondo.


#10 VALLE DI FRAELE: la via dei laghi

Dighe di Cancano. Credits: @simjur88 IG

Una meta ideale per gli amanti della montagna, incastonata sopra l’abitato di Isolaccia, tra Bormio e Livigno, la Valle di Fraele, coi suoi laghi e corsi d’acqua, vi farà dimenticare i mesi di lockdown.
Porta d’ingresso alla valle sono le due torri medioevali a difesa dell’antica strada alpina che collegava la Valtellina all’Engadina, tanto che per attraversarle bisognava pagare un dazio di dodici denari per ogni carico trasportato.
All’interno della valle l’occhio può perdersi ad ammirare le sue bellezze naturalistiche, tra il lago naturale Scale, alimentato da sorgenti sotterranee, e i due laghi artificiali di Cancano. Numerosi sono i percorsi che qui si possono prendere e che conducono anche alla bellissima Val Müstair, nei Grigioni.

Resisterete alla tentazione di non uscire dal confine?

Continua la lettura con: 10 POSTI dove FUGGIRE dal mondo restando in LOMBARDIA

MATTIA GALBIATI

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Il pensiero militare e l’intelligenza artificiale

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Esercito di terracotta, Reggia di Caserta (credits: https://casertaweb.com/)

I fatti di attualità ci portano a ripensare a varie forme di pensiero dell’uomo tra cui quello che potremmo definire pensiero militare.

La nostra società occidentale è abituata a considerare il pensiero militare solo in momenti particolari della vita sociale.
Nella Repubblica romana il dittatore veniva instaurato per un tempo limitato e si adottava la tecnica del pensiero militare per far fronte a situazioni gravi che potevano mettere a rischio l’esistenza stessa della Repubblica.

La situazione di emergenza che si è venuta a instaurare ha riportato in auge il tema del pensiero militare.
Non a caso si è scelto un generale per gestire la campagna vaccinale e sta emergendo anche sui media l’ipotesi di un governo presieduto da militari nel caso in cui dovesse cadere Draghi.

Quali sono le caratteristiche del pensiero militare?

Il punto centrale è l’obbedienza senza pensiero critico. All’interno di un sistema militare compito di ogni persona è di eseguire gli ordini che provengono dai livelli più elevati della gerarchia.
Le modalità con cui si eseguono gli ordini sono codificate e avvengono tutte in modo uniforme. La persona perde le sue caratteristiche identitarie e più umane e viene considerata come un ingranaggio uguale agli altri all’interno di uno stesso meccanismo.

La logica è quella meccanica, dato l’input dell’ordine deve essere eseguito un output uguale per tutti e prevedibile, come avviene nella programmazione di un computer.
Lo stesso per esempio avviene per i protocolli sanitari, in cui date certe premesse vengono attivate modalità di esecuzione identiche per tutti e dove la responsabilità del singolo viene annullata attraverso l’adozione di un comportamento standard, senza alcuna possibilità di scelta.

Forse in questo modo ci avviciniamo ancora di più ai meccanismi delle macchine e ci stiamo preparando a essere governati dall’intelligenza artificiale.

Continua la lettura con: L’anarchia è un principio naturale

MILANO CITTA’ STATO

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Il lago ARCOBALENO a tre ore e mezza da MILANO

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Credits: @ nascetuttodalsass IG

Non c’è niente di meglio che rilassarsi con una camminata tra le montagne per raggiungere uno dei laghi più belli e suggestivi d’Italia. Ancora meglio se il lago è legato ad una romantica ma struggente leggenda.

Andiamo alla scoperta del Lago di Carezza, nome adattato dal tedesco Karersee, per via della presenza di una famiglia di piante con ampie foglie lobate.

Il lago ARCOBALENO a tre ore e mezza da MILANO

# Il lago che si tinge di ARCOBALENO

credits: @federicomascagna

Con poche ore di viaggio, si può raggiungere un luogo magico e leggendario per combattere il terribile caldo milanese e rilassarsi in riva al Lago di Carezza, in provincia di Bolzano. Conosciuto anche come “Lago Arcobaleno”, il lago è circondato da fitti abeti e dalle cime del Catinaccio e del Latemar. In ladino viene chiamato anche lec de ergobando e vi è legata una curiosa leggenda che svelerebbe la vera causa dei suoi colori.

# La leggenda del mago e della sua amata ninfa

credits: lartedeipazzi.org

La leggenda narra della bellissima ninfa Ondina che viveva nel lago, tantissimi anni fa. Il suo canto allietava i viandanti e li accompagnava nel loro cammino per le montagne. Un mago, chiamato Masaré, s’innamorò della giovane ninfa e chiese aiuto alla strega Lanwerda per poter conquistare il cuore della donna. Gli venne consigliato di travestirsi da venditore di gioielli e creare un arcobaleno che unisse i due monti, il Catinaccio con il Latemar.

Il mago fu entusiasta di quest’idea e si mise subito all’opera, andando al lago e creando il più bell’arcobaleno mai visto. Dimenticò un piccolo dettaglio, quello di travestirsi. Ondina rimase incantata dallo spettacolo da lui creato, ma appena si accorse della presenza del mago, s’immerse nelle profonde acque del lago e scomparve per sempre. Il cuore del mago andò in mille pezzi e così anche l’arcobaleno che lui aveva creato, tutti i suoi frammenti gettati nel lago.

# Come si COLORANO le sue acque

credits: greenme

La rabbia, la disperazione e la tristezza di Masarè lo portano a distruggere i suoi gioielli e buttarli nel lago e così, la leggenda ci racconta, i pezzi sono ancora lì, sul fondo del lago. Quando la luce del sole filtra tra gli abeti, si riflette sui cocci colorati e tinge le acque alpine di tanti bellissimi colori.

In realtà, non c’è nessun coccio in fondo al lago ma è solo grazie alla luce del sole che si riflette sulla superficie dell’acqua che si vengono a creare tanti giochi di luce e di colore tingendo il lago di arcobaleno.

Continua a leggere con: Il LAGO “più bello d’Italia” che APPARE e SCOMPARE

SELENE MANGIAROTTI

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SCIARE d’ESTATE in Italia: ecco dove

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Credits bormio_tourism IG - Stelvio

Non riesci a fare a meno della neve nemmeno d’estate? Puoi soddisfare la tua voglia anche in Italia. Vediamo dove si può sciare nelle stagione più calda dell’anno.

SCIARE d’ESTATE in Italia: ecco dove

# Anche in Italia si può sciare tra giugno e settembre

Credits marijoseoa IG – Cervinia, Plateau Rosà

C’è chi proprio non riesce a fare a meno della neve nemmeno d’estate o che d’inverno non ha potuto approfittarne. Nessun problema. Da giugno a settembre alcuni territori italiani si trasformano in località destinate allo scii estivo. Il merito è dato dalla posizione geografica e della presenza dei ghiacciai che consentano di lasciare attive le piste. Lo scenario è quello sulle suggestive e meravigliose vette delle Alpi. Vediamo dove si può sciare nelle stagione più calda dell’anno.

# Nel Parco Nazionale dello Stelvio c’è la più vasta area sciabile estiva italiana

Credits bormio_tourism IG – Stelvio

La meta principe si trova nel Parco Nazionale dello Stelvio, dal Trentino Alto Adige alla Lombardia, dove troviamo la più vasta area sciabile estiva. Oltre 20 km di tracciati si estendono tra il Passo dello Stelvio e il Monte Cristallo, circondati dalle imponenti e suggestive vette del gruppo Ortles-Cevedale. Le piste sono adatte ad ogni livello di preparazione, professionisti, appassionati, avventurosi e famiglie.

 

# Il Paradiso dello sci a Cervinia: sul Plateau Rosà a 3840 metri d’altezza

Credits the_whiterent_cervinia IG – Plateau Rosà

In Valle d’Aosta troviamo l’altra destinazione in Italia dove è possibile sciare anche in estate: a Cervinia, sul Plateau Rosà, a 3.840 metri d’altezza. Qui per gli appassionati c’è la possibilità di poter sciare da giugno a settembre in quello che viene chiamato il “paradiso dello scii”. Sono ben 26 i chilometri di piste praticabili tra giugno e settembre per godere di un’esperienza unica e autentica a contatto con la natura.

 

Fonte: Si Viaggia

Continua a leggere con: I LUOGHI in Lombardia dove fare il VOLO dell’ANGELO

FABIO MARCOMIN

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JESOLO candidata per Eurovision 2022: questa sarebbe la LOCATION per il grande evento

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Se il 2021 vuole significare un anno di Rinascita per il Bel Paese, le premesse non sono di certo malvagie. Negli ultimi mesi l’Italia sta inviando al mondo intero dei segnali che non danno adito a false interpretazioni.

Nello sport, la soddisfazione che ci ha dato la nostra Nazionale di calcio agli ultimi europei, è un motivo di orgoglio non indifferente.

In campo musicale, il successo incalzante dei Måneskin prima a Sanremo e poi all’Eurovision 2021, è riuscito ad unire tutti gli Italiani come non succedeva da parecchio tempo. Esattamente da 31 anni.

Credits: visitjesolo.it – I Måneskin vittoriosi all’Eurovision 2021

JESOLO candidata per Eurovision 2022: questa sarebbe la LOCATION per il grande evento

# Jesolo per Eurovision 2022

Data la vittoria del gruppo rock romano all’ultima edizione di Eurovision 2021, all’Italia spetta l’onore di organizzare la prossima edizione del contest. 17 sono le candidature presentate da altrettante città italiane per ospitare l’Eurovision 2022.

Tra queste c’è, a sorpresa, Jesolo: una tra le località balneari più quotate d’Italia, facente parte, con i suoi 26.000 abitanti circa, della città metropolitana di Venezia.

L’avvenuta candidatura è stata ufficializzata pochi giorni fa da Luigi Pasqualinotto, presidente del Consorzio JesoloVenice. Queste le sue parole:

“La nostra è una città per vocazione internazionale, abituata ad ospitare ed organizzare grandi eventi. Ricordo che, se guardiamo agli ultimi anni, a Jesolo abbiamo avuto eventi come il Beach Bum Rock Festival, Miss Italia, il Full Moon Dj Superstar, l’Air Show (il più grande e importante spettacolo aereo civile), l’evento Coca Cola Live Mtv… fino all’Ironman che avremo a settembre, in una regione spesso patria di eventi di caratura mondiale, come le Olimpiadi di Cortina.

Quindi, oltre ad avere strutture e ricettività, abbiamo sempre dimostrato di avere una grande macchina organizzativa, in un ottimo connubio tra pubblico e privato. Crediamo, che la città tutta, per la sua vocazione internazionale e per le sue capacità organizzative, possa e debba puntare a questo tipo di manifestazioni in grado di avere un respiro che va ben oltre i confini nazionali.

In merito ai requisiti richiesti, siamo consapevoli della difficoltà di competere con altre realtà, ma siamo anche consci di potere contare pienamente su una importante ricettività alberghiera (forte di 370 hotel) e sulla vicinanza a due hub aeroportuali, il Marco Polo di Venezia e il Canova di Treviso, che si trovano rispettivamente a 30 e 45 minuti dalla nostra città.”

# La sede: il PalaInvent

Eurovision 2022: la candidatura a sorpresa di Jesolo
Credits: visitjesolo.it – Il PalaInvent di Jesolo

Principale location del contest dovrebbe essere il PalaInvent, noto anche come Palazzo del Turismo o ancor prima come PalaArrex. La struttura ha ospitato diverse edizioni di Miss Italia nel Mondo, oltre che due di Miss Italia in senso stretto nel 2013 e 2019. Ha inoltre ospitato diversi artisti di primo piano sul suolo nazionale, tra cui Emma Marrone, Laura Pausini e Giorgia.

Il problema del palasport è la sua capienza odierna: troppo pochi 4.000 posti per poter andare incontro ai parametri richiesti dal bando Rai.

Resta da capire quali possano essere le intenzioni relative all’area del faro di Jesolo, che dovrebbe essere coperta e non mantenuta all’aperto, come è attualmente.

# Måneskin in concerto

Uno degli obiettivi fondamentali è , tuttavia, quello di riuscire a coinvolgere i Måneskin, per un concerto al PalaInvent.

Luigi Pasqualinotto commenta così la cosa: “Jesolo è anche la città dei grandi eventi e non deve temere questo tipo di sfide internazionali”

Il sindaco di Jesolo,  Valerio Zoggia, ha subito colto con entusiasmo questa opportunità per la città, dando tutto l’appoggio suo e dell’intera amministrazione comunale.

La Rai sceglierà la città ospitante entro fine agosto in accordo con l’European Broadcasting Union.

Credits: eurofestivalitalia.net, visitjesolo.it

Continua a leggere con: 17 CITTÀ CANDIDATE ad ospitare l’EUROVISION in Italia: le concorrenti di Milano

LUCIO BARDELLE

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🛑 La VIA SVEDESE: zero restrizioni, zero decessi quotidiani

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Credits worldometers.info - Curva mobile 7 giorni decessi Svezia

Dopo essere stata duramente attaccata nel 2020 per la gestione della pandemia, la Svezia vede premiato il suo modello. Ecco i dati aggiornati sulla pandemia.

La VIA SVEDESE: zero restrizioni, zero decessi quotidiani

# La Svezia non fa più notizia 

Credits: ig zahoorsyed- Stoccolma

Dopo essere stata duramente attaccata nel 2020 per aver adottato la strategia di lasciare ai cittadini la libertà di scegliere i migliori comportamenti da tenere per far fronte all’epidemia da Covid-19, ora che è tutto sotto controllo la Svezia è sparita dai riflettori e non fa più notizia. Il Guardian aveva definito l’approccio svedese “una catastrofe in divenire”, il Corriere della Sera parlava di ecatombe, mentre CBS News aveva affermato come la Svezia fosse diventata “un esempio di come non gestire il Covid-19“. 

# Il modello svedese: niente lockdown e mascherina, solo raccomandazioni

Credits hansgrimsell IG – Stoccolma

Il governo svedese è stato uno dei pochi paesi al mondo a non imporre duri lockdown, le mascherine all’aperto e al chiuso, sia nei locali che nei mezzi pubblici. Sono state stabilite solo delle limitazioni al numero di partecipanti ad eventi e delle raccomandazioni riguardo l’utilizzo dello smart working quando possibile, sul distanziamento sociale e sulle regole di igiene personale utili a limitare il rischio di contagiarsi con il virus Sars-Cov-2.

Leggi anche: New York Times: “con il Covid-19 il miglior modello è quello SVEDESE”. I 5 punti di una strategia unica al mondo

# La situazione dopo 18 mesi dall’inizio della pandemia: la media mobile a 7 giorni segna zero decessi per Covid-19

La Svezia ora accoglie i turisti, le imprese e le scuole hanno continuato a rimanere aperte senza limitazioni, l’economia ha già recuperato quanto perso lo scorso anno e i funzionari sanitari non raccomandano nemmeno l’uso delle mascherine. Come sottolinea il sito Miglioverde i risultati stanno premiando il modello svedese anche sul fronte della pandemia.

Credits: eticaeconomia.it Fonte: Eurostat – Eccesso di mortalità complessivo 2020, settimane 10-48

Per prima cosa nel 2020 ha registrato un tasso di eccesso di mortalità inferiore rispetto a gran parte dei Paesi europei, nonostante gli errori commessi all’inizio nelle Rsa quando come in gran parte d’Europa non stati messi in sicurezza gli anziani.

Credits worldometers.info – Curva mobile 7 giorni decessi Svezia

Il dato forse più eclatante arriva però dall’osservazione della media mobile a 7 giorni, di mercoledì 28 luglio, relativa ai decessi per Covid-19: il numero è fermo a zero e da ormai un mese oscilla tra zero e uno. In 15 dei 28 giorni di luglio non si sono registrati decessi e il picco più alto è stato il 7 luglio con sei.

# Vaccinazione inferiore alla media europea

Tutto questo nonostante anche un tasso di vaccinazione inferiore alla media dell’Unione Europea: ad oggi hanno completato il ciclo di vaccinazione il 39% degli svedesi, a fronte di oltre il 50% degli italiani (dati OMS). 

La Svezia, oggi la Nazione più libera e sana di qualsiasi in Europa, mostra che esiste un’altra via, opposta a quella fondata su restrizioni e vaccinazione a tutti i costi: la via di lasciare i cittadini liberi di scegliere. 

Leggi anche: La SVEZIA ha VINTO: MORTALITÀ 2020 tra le più BASSE in Europa (senza chiusure e mascherine)

Continua a leggere con: Ultimi dati ISRAELE: DUE TERZI dei CASI GRAVI sono vaccinati, rivela il Ministro della Salute. In arrivo la TERZA DOSE

FABIO MARCOMIN

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# La Svezia non fa più notizia 

Credits: ig zahoorsyed- Stoccolma

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Credits: eticaeconomia.it Fonte: Eurostat – Eccesso di mortalità complessivo 2020, settimane 10-48

Per prima cosa nel 2020 ha registrato un tasso di eccesso di mortalità inferiore rispetto a gran parte dei Paesi europei, nonostante gli errori commessi all’inizio nelle Rsa quando come in gran parte d’Europa non stati messi in sicurezza gli anziani.

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# Vaccinazione inferiore alla media europea

Tutto questo nonostante anche un tasso di vaccinazione inferiore alla media dell’Unione Europea: ad oggi hanno completato il ciclo di vaccinazione il 39% degli svedesi, a fronte di oltre il 50% degli italiani (dati OMS). 

La Svezia, oggi la Nazione più libera e sana di qualsiasi in Europa, mostra che esiste un’altra via, opposta a quella fondata su restrizioni e vaccinazione a tutti i costi: la via di lasciare i cittadini liberi di scegliere. 

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FABIO MARCOMIN

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Al POLI presentati i 3 nuovi VEICOLI del FUTURO

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Credits motorionline - Airciel dettaglio

In occasione della Master TAD Showcase 2021, la mostra relativa ai progetti dei corsisti al Master in Transportation & Automobile Design del Politecnico, sono stati presentati tre nuovi veicoli pensati per il 2050. Scopriamoli nel dettaglio.

Al POLI presentati i 3 nuovi VEICOLI del FUTURO

# Al Politecnico si progettano i veicoli del futuro

In occasione della Master TAD Showcase 2021, mostra che rimarrà allestita fino al 30 luglio, sono stati presentati tre progetti sviluppati dai corsisti della XII Edizione del Master in Transportation & Automobile Design del Politecnico che ha celebrato il suo primo decennale nel 2019. Il tema di questa edizione era “Vehicles for Hybrid Environments, dove il gioco di parole è dato dall’aggettivo hybrid associato agli ambienti percorsi dai veicoli e non all’alimentazione dei veicoli.” In questo caso l’ibridazione viene declinata in vari modi da un progetto all’altro, fra terra, aria e acqua. I mezzi di trasporto sono stati pensati guardando al mondo nei prossimi 30 anni in cui a causa dei profondi cambiamenti di tipo socio-culturale innescati dai cambiamenti climatici, “gli attuali veicoli standard potrebbero risultare inadeguati per affrontare il traffico congestionato delle grandi megalopoli e la mutevolezza degli ambienti.”

Ognuno dei tre veicoli è stato sviluppato ipotizzando un collegamento ad un brand senza coinvolgimenti diretti delle stesse aziende stesse, e la scelta è caduta su marchi del mondo consumer e della moda, non solo del settore automobilistico. Scopriamoli nel dettaglio.

#1 AIR-Ciel: il veicolo ispirato al mondo dei droni in grado di cambiare modalità di viaggio

Credits motorionline – Airciel

Il concept AIR-Ciel, affiancato al brand Bugatti, è un veicolo ibrido per il 2050 ispirato al mondo dei droni, capace di viaggiare su strada e di volare a bassa quota per superare sia gli ostacoli naturali che gli ingorghi stradali. Prende spunto dalla Type 35 di Bugatti, richiamando il lusso e il prestigio del marchio Bugatti anche nella configurazione degli interni.

#2 ON WATER K-Wave: il veicolo anfibio con gli interni “mobili”

Credits motorionline – Kwave

Il secondo prototipo, ON WATER K-Wave, è invece un veicolo anfibio che si lega al marchio K-Way, progettato sull’esempio dell’unica auto anfibia prodotta in serie nel corso degli anni ’60 del secolo scorso. È un mezzo compatto che può agevolmente viaggiare per le strade delle future città costiere, dotato di ampio spazio interno che combina le caratteristiche della barca con quelle della vettura, e può ospitare una famiglia. Offre un elevato livello di comfort sia sulla terra ferma che sull’acqua e dispone della doppia modalità di guida, autonoma e manuale. Gli interni sono “mobili” per rimodellare gli spazi: un esempio è il volante che in modalità autonoma diventa una maniglia dove aggrapparsi negli spostamenti dentro il veicolo. 

#3 SUB-Chios: il veicolo subacqueo che può viaggiare fino a 25 metri di profondità

Credits motorionline – Subkios

Il terzo e ultimo modello è il SUB-Chios, studiato per una situazione estrema e di muoversi sott’acqua fino ad una profondità di 25 metri. Un veicolo compatto e avventuroso per il turismo 2050, con l’obiettivo di intrattenere la coppia di passeggeri. Questo concept, il cui design è derivato dalla manipolazione di una sfera, è affiancato al marchio GoPro. Dispone di un’ampia vetratura, di infotainment e telecamere integrate in un ambiente di evidente ispirazione nautica, a cui si aggiunge la guida autonoma per permettere di spostarsi anche in modalità di crociera grazie ai quattro motori a bordo, due dei quali direzionali, e da un’alta stabilizzante. 

Continua a leggere con: Le AUTO DA FAVOLA che potremmo vedere nel FUTURO

FABIO MARCOMIN

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L’anarchia è un principio naturale

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I giardini di Babilonia

L’anarchia ha un’accezione negativa. In particolare rappresenta il terrore dei governanti e di chi detiene il potere.
E questo è logicamente comprensibile, in quanto l’anarchia per definizione significa “senza governo”, mira a togliere il potere al potere.

Si tende a rappresentare l’anarchia come una situazione fuori controllo, caotica, e di delinquenza diffusa. Dove il più forte sottomette il più debole. Anarchia = Violenza, questo il luogo comune. 

Ma l’anarchia è davvero un mostro sociale se si prende il punto di vista dei cittadini?

In realtà ha un suo fondamento filosofico.
Il principio fondante del pensiero anarchico è che la singola parte si autoregola. E perseguendo un suo fine contribuisce automaticamente alla crescita dell’insieme della comunità. Questo perché se una parte nella sua autoregolamentazione fosse in contrasto con le altre, verrebbe limitata se non eliminata.

La natura è un regime anarchico. Se prendiamo ad esempio un bosco non esiste un’autorità, il “grande albero”, che governa e dirige le singole piante. Ognuna mira al suo benessere e tanto più le piante crescono rigogliose tanto più vitale e armonico si sviluppa l’intero bosco.

Anche se il suo regime è l’anarchia tutti riconoscono alla natura come caratteristica fondante l’armonia.
E questo accade anche nel nostro organismo. Ogni singola cellula o organo si autoregola, non dipende dalla razionalità, eppure perseguendo il suo interesse naturale alimenta il benessere dell’organismo. Più forza ha ogni singola parte meglio sta l’intero organismo.

Questo vale in natura, ma può valere anche per la politica?
Potrebbe esistere un sistema politico senza governanti?

Ci sono casi di paesi che si sono trovati senza un governo per molto tempo e senza che questo pregiudicasse la crescita del paese, anzi. Celebre il caso del Belgio che a lungo senza governo non ha sentito per niente la mancanza.

In passato nella società il governo era presente molto meno di oggi. Sia per impossibilità tecnica di gestione, non essendoci i mezzi tecnologici di controllo di oggi, che per capacità organizzativa. Il Sacro Romano Impero era un esempio di piccoli territori, spesso coincidenti con singoli comuni, che si autoregolavano e quasi non avvertivano nessuna autorità sopra di loro. Eredi del Sacro Romano Impero sono rimasti il Liechtenstein dove ogni singolo municipio è per Costituzione libero di secedere dal principato o la stessa Svizzera che è stata fondata su un libero patto di collaborazione tra cantoni che ancora oggi mantengono la gran parte dell’autonomia dagli organi confederali.

Il principio dell’anarchia in politica è che tanto più è piccolo e limitato il centro del potere tanto meno è corruttibile e può eccedere in un abuso di potere sugli altri. Anche perché tanto più l’unità di potere è piccola tanto più è connessa con le altre per poter sopravvivere e quindi necessariamente deve porsi in armonia con le altre.

Una evoluzione responsabile e umanista del pensiero anarchico potrebbe essere la soluzione per uscire dallo stallo politico e istituzionale dell’attuale occidente cosmopolita.

Continua la lettura con: Il prezzo della libertà

MILANO CITTA’ STATO

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La TERRAZZA dei BACI, dove un bacio è D’OBBLIGO

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credits: Comune di Mattinata pagina facebook

L’atto d’amore per eccellenza, un segno di affetto e di voglia di tornare a viversi che sfida le vecchie regole del distanziamento sociale, dove era stato perfino imposto il divieto di baciarsi.

La TERRAZZA dei BACI, dove un bacio è D’OBBLIGO

# Una terrazza panoramica molto particolare

Credit: TvBoy

Nel Gargano, in Puglia, è stata realizzata una terrazza panoramica con un obbligo un po’ particolare ma sicuramente dolcissimo: scambiarsi un bacio (e magari anche fotografarlo). Più che un obbligo, in realtà si tratta di un invito a scambiarsi questo gesto d’amore davanti al panorama mozzafiato che offre la terrazza. L’iniziativa nasce come simbolo dell’amore e per celebrare il ritorno alla normalità, dopo quasi due anni di pandemia.

# Tutti in fila per un BACIO

credits: Comune di Mattinata pagina facebook

Come descritto sulla sua pagina Facebook l’idea è partita dal comune di Mattinata, in Puglia. Ha fatto installare un simpatico cartello delimitato da segnaletica orizzontale che recita la frase “Kiss me here”, ovvero “Baciami qui”. Ci si mette in fila e si aspetta il proprio turno per essere immortalati in un tenero bacio su questa terrazza panoramica che si affaccia sulla costa.

Il sito del comune di Mattinata parla dell’iniziativa e ci ricorda che “il bacio è un atto d’amore universale, si dice che può coinvolgere circa 35 muscoli facciali e provocare fino a 120 battiti cardiaci al minuto, perché un bacio è emozione, è affetto, è unione”.

# Un omaggio all’AMORE

L’iniziativa non è solo scenografica, ma è legata ad un importante messaggio: “nel nostro piccolo vuole essere un manifesto di civiltà, di libertà, di inclusione, dove un gesto così semplice, così bello, spontaneo, naturale non conosce pregiudizio o discriminazione, perché in fondo baciarsi è solo un atto d’amore!”. Non è soltanto un gesto romantico, ma è anche un modo per dire no ad ogni tipo di discriminazione.

Fonti: Comune di Mattinata (Pagina Facebook), La Stampa

Continua a leggere con: Il BACIO di due DONNE: il murales di ROMA che sta facendo il giro del mondo

SELENE MANGIAROTTI

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Moderno, ambizioso ed efficiente: l’EUR il quartiere più MILANESE di Roma

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credits: wikipedia

L’EUR di Roma è un quartiere monumentale, ma non come si potrebbe intendere alla maniera turistica della Roma antica. È una storia curiosa, che nasce quasi un secolo fa e che, tra cantieri infiniti e gru sempre più alte, sembra strizzare l’occhio a Milano.

Moderno, ambizioso ed efficiente: l’EUR il quartiere più MILANESE di Roma

# Roma candidata per l’esposizione universale

Il progetto EUR nasce negli anni ’30 del secolo scorso, quando il Governatore di Roma Bottai, convinse Mussolini a candidare Roma per l’esposizione universale del 1942, per mostrare al mondo i successi del regime in occasione del ventesimo anniversario della marcia su Roma. L’Italia si aggiudica l’Expo e la location scelta è la zona delle Tre Fontane, che deve collegare la nuova Roma imperiale al mare.

A niente è servita l’istituzione di un’autorità come l’Ente Autonomo Esposizione Universale di Roma, il fiume di denaro confluito, o il cambio delle regole che valgono dappertutto tranne che nella capitale. l’Expo del 1942 non ha mai avuto luogo a causa del secondo conflitto mondiale e il fascismo non ha mai potuto pavoneggiarsi.

# L’ennesimo acronimo, l’ennesimo progetto incompiuto

credits: hisour.com

EUR è quindi l’acronimo di Esposizione Universale Roma, un quartiere che rimane incompiuto nonostante tutti gli sforzi profusi per un progetto grandioso. Sotto il coordinamento di Marcello Piacentini, archistar di riferimento del regime, i progetti vengono affidati ad architetti della corrente preferita, come Giuseppe Pagano, Luigi Piccinato, Adalberto Libera e Luigi Moretti.

Per gli appassionati di architettura razionalista, l’EUR è una tappa da sogno e, il progetto in sé, è sicuramente spettacolare sotto ogni punto di vista. Il quartiere è ispirato all’urbanistica classica romana, seppure distorta dalle manie del fascismo e prevede una pianta a pentagono, con edifici mastodontici in marmo bianco e travertino. Coi lavori sospesi durante il conflitto, l’EUR diventa il quartier generale delle truppe straniere, prima i tedeschi e poi gli americani.

# Peculiarità iconiche dell’EUR

credits: juzaphoto.com

Non mancano di certo le peculiarità architettoniche, diventate icone del quartiere. Il palazzo più famoso, forse anche il più instagrammato dell’EUR, è certamente il Colosseo Quadrato, soprannome che i romani hanno dato al Palazzo della Civiltà Italiana, che avrebbe dovuto essere il cuore dell’Esposizione Universale del 1942, un edificio a pianta quadrata con le facciate scandite da archi incolonnati.

Adesso è nella disponibilità della Maison Fendi, che la rende fruibile per eventi ed installazioni dedicate alla creatività italiana, pagando al Comune di Roma un affitto di diverse centinaia di migliaia di Euro al mese. Il Colosseo Quadrato si trova ad una delle estremità del Viale della Civiltà del Lavoro. Dall’altro lato si trova il Palazzo dei Congressi progettato da Adalberto Libera.

Il Palazzo dei Congressi è una vittima celebre del conflitto mondiale: mai terminato per mancanza di fondi, il progetto è stato completato solo a metà degli anni ’50 e, in occasione delle Olimpiadi del 1960, ha ospitato le gare di scherma. Il progetto rimane ancora oggi incompiuto: sulla facciata principale è presente una curiosa mensola sporgente, vuota. Pare che nell’idea originaria dovesse ospitare una scultura, probabilmente una quadriga.

Uno degli elementi più scenografici è di sicuro il colonnato del Museo della Civiltà Romana. Il museo è chiuso dal 2014 ma il lungo colonnato che lo attraversa è accessibile al pubblico. In alcune ore della giornata, il sole attraversa il colonnato e crea giochi di luce mozzafiato. La location è stata immortalata recentemente nell’episodio Spectre di 007.

Un elemento da invidiare all’EUR, è certamente il suo laghetto, che suggella il rapporto di Roma con l’acqua. Il laghetto è artificiale, distante dalla zona dei musei ed è circondato da un bellissimo parco ben curato, meta di passeggiate e picnic.

# Le due anime dell’EUR: business di giorno, eventi e night life dopo il tramonto

credits: idealista.it

L’EUR è propriamente una città nella città. Per le caratteristiche che il distretto ha assunto dopo il completamento dei progetti, si può azzardare che è come una piccola Milano all’interno dei confini di Roma. All’EUR, infatti, niente è come sembra.

Basta grattare la patina di normalità e ne viene fuori una piccola città molto efficiente, un turbo quartiere si può dire, che ospita diverse sedi di uffici che le aziende hanno voluto installare da queste parti. L’EUR avrebbe dovuto essere il distretto finanziario, grazie alla realizzazione delle torri previste per ospitare il Ministero delle Finanze. Sono purtroppo incompiute dagli inizi degli anni ’60, ma hanno attirato il business che è venuto dopo.

Da poco terminati i lavori di esecuzione, ha finalmente aperto La Nuvola di Fuksas, uno spettacolare centro congressi in grado di ospitare convegni, esposizioni, mostre e installazioni o spettacoli. L’edificio ha una parte interrata che ospita sale e auditorium ma il vero capolavoro è la parte “emersa”: uno stupefacente foyer che dall’esterno appare come una teca che contiene la nuvola, l’installazione permanente voluta dal Fuksas. La nuvola è un palazzo moderno, è atterrata all’EUR ma potrebbe essere a giusto titolo una delle attrazioni di Porta Nuova o City Life, per design e concezione.

Improvvisamente poi, la sera, l’EUR indossa un’anima diversa. Se di giorno è popolata da gente d’affari, la sera una florida industria dell’intrattenimento e ristorazione fa affollare le strade di cittadini in cerca di relax e svago. Le attività sono molto fiorenti. Il divertimento è un po’ ricercato, sicuramente non adatto a tutte le tasche, cosa che rende l’EUR un luogo esclusivo, ma non privo di contraddizioni. Perché se è vero che il Colosseo Quadrato vale un affitto da un quarto di milione al mese, le luci gettano inevitabilmente ombre.

# Il degrado dove meno te lo aspetti

credits: RomaToday

Se pensiamo una delle caratteristiche più divertenti dei cittadini romani, la prima che viene in mente è l’abitudine di cambiare nome alle cose e alle persone, dare soprannomi, prerogativa fondamentale per vivere col sorriso in una città così complessa.

Ecco che il soprannome delle 4 torri della finanza è Piccola Beirut, facile intuire il motivo. Le torri sono, in altezza, tra le prime 15 costruzioni di Roma, ma di loro esiste solo lo scheletro. Si trovano nel bel mezzo della zona residenziale, una delle migliori di Roma, ma rendono effimero lo skyline e non solo. Anche dal lato della sicurezza degli abitanti, sono minacciose come appaiono.

Gli eterni cantieri che interessano ogni singolo edificio dell’EUR, rendono l’idea di un quartiere in perenne trasformazione, ma che in realtà non è mai stato finito. Il complesso intreccio tra la nascita durante un conflitto, la grandiosità delle opere concentrate nel quartiere e i lavori di ammodernamento, fanno di questo distretto un piccolo angolo vivo, ma precario.

Per i romani che vivono nel quartiere, questo fa emergere l’incertezza che regna nella zona e, per quanto amino l’EUR e il dualismo delle sue anime, alla prima occasione potrebbero prendere la via che scelgono anche i turisti quando si trovano all’EUR: un’occhiata veloce al Colosseo Quadrato e poi di corsa alla ricerca una scorciatoia verso il mare.

Continua a leggere con: MAPPA della MILANO ROMANA: come si chiamavano le VIE DI OGGI ai tempi dell’antica Roma?

LAURA LIONTI

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Cosa FARE se si RIMANE a MILANO ad AGOSTO?

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Credits milanosport_official IG - Piscina Romano

Rimanete a Milano e siete indecisi su come trascorre il tempo libero? Ecco cosa potete fare.

Cosa FARE se si RIMANE a MILANO ad AGOSTO?

#1 Tuffarsi nelle più belle piscine all’aperto 

Credits milanosport_official IG – Piscina Romano

Milano offre numerose piscine all’aperto dove poter rigenerarsi dal caldo estivo. Dalla Piscina Beach Forum di Assago, alle piscine dell’Idroscalo, fino alla piscina all’aperto più grande della città, la piscina Romano, oppure quella più glamour dei Bagni Misteriosi.

Leggi anche: Le 7 più BELLE PISCINE all’APERTO di Milano

#2 Fare i turisti

caso cenacolo
Ammirando il Cenacolo: foto tratta dal profilo Instagram @museitaliani

In estate possiamo approfittare di una città meno affollata per fare i turisti in casa. Alcuni esempi: ammirare ‘”L’ultima cena di Leonardo da Vinci”, salire sulle terrazze del Duomo, guardare Milano dall’alto della Torre Branca, perlustrare i corridoi sotterranei del Castello Sforzesco.

Leggi anche: 10 COSE da fare GRATIS a Milano

#3 Godersi la natura in città

Parco delle Cave

A Milano ci possiamo anche godere la natura. Rilassarci nei parchi e nelle aree verdi, che in città non mancano: dal Parco Sempione ai Giardini di Porta Venezia, dal Parco delle Cave ai Giardini della Guastalla, fino ai nuovi parchi di Citylife e BAM. Non ci resta che organizzare un pic nic o semplicemente stendere un asciugamano per prendere un po’ di sole.

Leggi anche: Attrazioni e curiosità di 7 PARCHI MILANESI

#4 Scoprire a piedi o in bicicletta i vicoli della Milano più antica

Un’altra cosa che possiamo ad agosto a Milano è camminare o andare in bicicletta tra i vicoli della città, da via Fiori Chiari e via Fiori Oscuri in Brera a quelli delle 5 vie. Si possono così apprezzare alcuni splendidi angoli di Milano che sono difficili da vedere quando si è presi dalla vita quotidiana.

Leggi anche: La storia delle 5 VIE, il quartiere a forma di STELLA

#5 Guardare un film nei cinema all’aperto

Credits: mincioedintorni.it – Cinema all’aperto Mare Culturale Urbano

In agosto a Milano si può anche vivere l’esperienza di godersi un film nei cinema all’aperto. Nella spiaggia seduti su uno sdraio da Mare Culturale Urbano, nel cortile di Palazzo Reale o delle Triennale o ancora nel cinema superchic di Fondazione Prada o nel Chiostro dell’Incoronata. L’imbarazzo della scelta.

Leggi anche:  L’open air più STILOSO di Milano: inaugura il CINEMA all’APERTO di FONDAZIONE PRADA

#6 Girare tra mostre e musei

Credtis mumacmuseo IG – ADI, INTERNO 4

Una città semi-vuota può essere l’ideale per accrescere la nostra cultura visitando mostre e musei sparsi tra i diversi quartieri. C’è Palazzo Reale con le mostre più esclusive, la Pinacoteca di Brera, la Triennale e il nuovo museo del design ADI inaugurato pochi mesi fa. Oltre a questi il Museo del Novecento, il Museo delle Culture – Mudec, e le case museo Poldi Pezzoli o Bagatti Valsacchi solo per citarne alcune.

#7 Fare il tour delle cucine del mondo

Credits: cucina.corriere.it – Bentoteca

Chi vuole sperimentare un cucina alternativa, a Milano può trovare di tutto. Dalle cucine regionali italiane e a quelle di tutto il mondo. Argentino, brasiliano, greco, coreano, vietnamita, cinese, giapponese, etiope…si potrebbe andare avanti all’infinito. 

Continua a leggere con: Le 5 METE TOP per un’estate in LOMBARDIA

FABIO MARCOMIN

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Il prezzo della libertà

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vespe negli anni sessanta

Nelle società avanzate si accetta l’aumento del controllo se c’è un corrispondente miglioramento economico.

Ad esempio in Cina, a fronte delle forti limitazioni della libertà personale, nel corso di una generazione si è arrivati a superare povertà endemiche e a generare un benessere diffuso.
A partire dagli anni settanta in Italia si è assistito a una progressiva riduzione delle libertà e a un aumento del controllo dello Stato. Prima per il terrorismo, poi per la mafia, dagli anni novanta in poi si è accentuata la stretta sulle normative, con l’introduzione di regole e leggi che hanno limitato ulteriormente la libertà in nome di una generica sicurezza o di una lotta all’evasione e a comportamenti potenzialmente dannosi per gli altri.

Il paradosso è che in economia negli ultimi vent’anni si è cercato a livello di governo un regime anarchico nella gestione della politica economica, idealizzando l’autoregolazione dal punto di vista delle spese e dell’indebitamento, mentre nella gestione dei rapporti con i cittadini si è verificato il contrario, con la generazione di norme e di burocrazia senza precedenti.

Fino ad arrivare ad oggi in cui i media sono tutti d’accordo nel definire la libertà di scelta e di azione individuale una cosa da sacrificare all’interesse collettivo che viene stabilito dal governo.

Di solito si accetta il maggior controllo se questo porta a un maggior benessere. In fondo anche nelle restrizioni più dure di questa emergenza si è cercato di bilanciarle attraverso bonus, ristori e forme di sostegno. Ma se dovessero proseguire queste forme di controllo e restrizione che cosa verrà dato in cambio?

Si continuerà con una politica assistenziale, riuscirà una ripresa economica a fare digerire queste costrizioni oppure si arriverà a un punto di rottura?

Continua la lettura con: Non è il migliore che sopravvive ma il più adatto all’ambiente

MILANO CITTA’ STATO

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GREEN PASS in Francia: Macron in RETROMARCIA

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Credits: sudouest.fr - Emmanuel Macron

Il Consiglio di Stato ridimensiona il Green Pass voluto dal presidente francese Macron, costretto a fare marcia indietro. Cosa cambia e cosa potrebbe cambiare rispetto al disegno di legge iniziale.

GREEN PASS in Francia: Macron in RETROMARCIA

# Il Consiglio di Stato ridimensiona il Green Pass voluto da Macron

Credits Clément Lanot TW – Proteste Francia 2

Oltre alle proteste nelle strade delle principali città francesi da parte di migliaia di persone, durante la festa nazionale del 14 luglio, e delle opposizioni, è arrivato il Consiglio di Stato a dare un duro colpo al Green Pass voluto da Macron. Entra in vigore ma in forma meno radicale e potenzialmente restrittiva per cittadini e titolari di esercizi rispetto alle iniziali aspettative: diverse parti del disegno legislativo sono state cassate ed è stato chiesto all’Eliseo di fare una parziale marcia indietro.

# Le nuove regole

credits: infoaut.org – Rivolte in Francia

Nello specifico sparisce l’obbligo di Green pass per l’accesso ai grandi centri commerciali, per la limitazione che imporrebbe ai cittadini nel poter acquistare beni e servizi di prima necessità. Nei cinema, nei musei e agli eventi il green pass è obbligatorio solo se si superano le 50 persone presenti. La linea che il presidente ha tentato di imporre pare sia già in via di ammorbidimento anche per quanto riguarda bar e ristoranti, con ristoratori e baristi che si lamentano di non avere l’autorità di improvvisarsi gendarmi, fare controlli, chiedere documenti d’identità e cacciare clienti sprovvisti di green pass.  Slitta al 30 settembre l’obbligo per la fascia 12-17 anni di esibire il Green Pass. Nel frattempo non si placano le proteste in tutta la Nazione.

# Ridotte le sanzioni per il mancato rispetto delle regole

L’altro aspetto del Green Pass rivisto al ribasso da parte del Consiglio di Stato riguarda le sanzioni previste in caso di mancato rispetto delle regole. Per i negozianti e gli esercenti che non rispetteranno i controlli, la multa di 45.00 euro è stata ridotta a 7.500, per le persone fisiche sprovvisti di Green Pass a 1.500 euro. Decade anche la possibilità di effettuare controlli di polizia lungo l’intero arco della giornata, e nemmeno dopo le 21, mentre resta la sanzione da 9mila euro per chi ne colleziona quattro in un mese. Un’ulteriore modifica riguarda le sanzioni nei confronti dei lavoratori che si rifiutano di vaccinarsi o di fornire il pass sanitario: non è più previsto il licenziamento ma la sospensione dello stipendio.

La proroga del pass è subordinata al ripristino dello stato di emergenza sanitaria, fino al 31 ottobre e il testo dovrà ancora passare il filtro del Consiglio costituzionale prima di diventare legge.

Continua a leggere con:  Francia: PROTESTE e MANIFESTAZIONI contro Macron per il GREEN PASS

FABIO MARCOMIN

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🛑 Ultimi dati ISRAELE: DUE TERZI dei CASI GRAVI sono vaccinati, rivela il Ministro della Salute. In arrivo la TERZA DOSE

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Credits Olivier Fitoussi-Flash90 - ThetimesofIsrael

“L’efficacia del vaccino si sta riducendo”, la protezione dal contagio “è passata dal 95% al 39%”. La “maggioranza dei casi gravi sono vaccinati” ed anziani. Queste le dichiarazioni del Ministro della Salute rilasciate il 27 luglio. Per intervenire a rimettere in protezione i più fragili Israele sta lavorando per la somministrazione di una terza dose. Vediamo cosa sta succedendo.

🛑 Ultimi dati ISRAELE: DUE TERZI dei CASI GRAVI sono vaccinati, rivela il Ministro della Salute. In arrivo la TERZA DOSE

Traduzione estratto da: The Jerusalem Post

# Il governo israeliano è al lavoro per autorizzare la terza dose di richiamo. Il premier Bennett: “Ce ne stiamo occupando da un mese ormai

Credits dunyahabarlaryofficial IG – Naftali Bennett

Il governo nazionale sta lavorando a pieno ritmo per decidere se gli anziani debbano ricevere una terza dose di vaccino contro il coronavirus, ha detto martedì il primo ministro Naftali Bennett. La maggior parte degli esperti che consigliano il Ministero della Salute sostengono la scelta in linea di principio, anche se il dibattito è stato molto acceso, dal momento che una terza dose non ha ottenuto l’autorizzazione della Food and Drug Administration degli Stati Uniti o di altre importanti autorità sanitarie, secondo quanto riportato dai media ebraici. 
Si dice che Israele stia lavorando con Pfizer per anticipare le prossime spedizioni di vaccini per consentire la terza dose di richiamo. “Ce ne stiamo occupando, credetemi, da un mese ormai“, ha detto Bennett mentre visitava la struttura di residenza assistita Migdal Nofim a Gerusalemme.

# Oltre il 50% dei contagiati attuali e due terzi dei pazienti gravi risultano completamente vaccinati. La maggioranza sono anziani

Credits ourworldindata – Vaccinati Israele: 63,7% con almeno una dose, il 58,8% completamente vaccinati

“Più della metà dei casi attuali e due terzi dei pazienti in gravi condizioni sono stati completamente vaccinati”, ha riferito il ministro della Salute come . L’aumento della morbilità grave è stato relativamente limitato rispetto alla morbilità generale. All’inizio di giugno, su meno di 200 casi attivi, circa 20 pazienti erano in gravi condizioni. Oggi, con oltre 13.000 casi attivi, 145 pazienti sono in gravi condizioni.
I funzionari sanitari ed esperti temono che la protezione fornita alle fasce più vulnerabili della popolazione che sono stati vaccinati per primi sia diminuita. La maggior parte delle persone vaccinate in gravi condizioni oggi sono anziane.

# Tasso di positività in crescita al 2,3%, indice Rt a 1,33 e pazienti gravi raddoppiati rispetto alla settimana precedente

Creditd ourworldindata – Curva ricoveri Israele in crescita da metà giugno

Tutti gli indicatori sono in peggioramento. Lunedì sono stati registrati circa 2.112 nuovi casi, con circa 95.000 test elaborati in 24 ore, i numeri più alti da marzo, secondo quanto riferito dal ministero della Salute.
Il tasso positivo si è attestato al 2,3%, in aumento rispetto ai giorni precedenti. Domenica sono stati registrati circa 1.400 casi su circa 72.000 test.
Martedì i pazienti in gravi condizioni erano 145, rispetto ai 124 di lunedì e ai 97 di domenica, più del doppio rispetto a martedì scorso.
Il tasso di riproduzione, o R, che misura il numero di persone infette in media da ciascun portatore di virus, continua a essere superiore a 1, indicando che l’epidemia è ancora in espansione (un R inferiore a 1 indicherebbe che la malattia sta regredendo). Martedì era a 1,33. Se non verranno prese nuove misure, il numero di pazienti in gravi condizioni potrebbe raggiungere da 200 a 400 entro metà agosto, secondo un rapporto di martedì dell’Università Ebraica di Gerusalemme e dell’Hadassah-University Medical Center.

# L’efficacia del vaccino nel fermare il contagio è drasticamente calata, dal 95-90% al 39%. Mentre è ancora alta per evitare il ricovero: fino all’88%

Credits ourworldindata – Curva contagi Israele in crescita da metà giugno

L’efficacia del vaccino è significativamente inferiore a quella che il Paese ha sperimentato a marzo, fino a circa l’80% contro i sintomi gravi e il 90% contro la mortalità, rispetto a oltre il 97% in entrambe le categorie nei mesi precedenti, afferma il rapporto. Il ministro della Sanità israeliano Nitzan Horowitz non ha fornito dettagli approfonditi a sostegno delle sue conclusioni, né sono state sottoposte a revisione paritaria come per gli articoli medici pubblicati su riviste accademiche.

Tuttavia, lui e diversi esperti hanno sottolineato che durante la quarta ondata, iniziata in Israele intorno a metà giugno, la protezione garantita dal vaccino è andata diminuendo. “Il vaccino contro il coronavirus di Pfizer rimane efficace al 91% contro lo sviluppo di casi gravi della malattia, mentre la sua efficacia nel fermare l’infezione è diminuita dal 90% -95% al ​​39%“. Il Ministero della Salute ha affermato anche che: “Il vaccino è risultato essere efficace al 40% contro il COVID-19 sintomatico e efficace all’88% contro il ricovero in ospedale.”

Fonte: The Jerusalem Post

Continua a leggere con: UK: CROLLO CONTAGI dopo la FINE delle RESTRIZIONI

FABIO MARCOMIN

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Sondaggio: il mondo della SCUOLA dice no al GREEN PASS

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Credits: @cistunis IG

Secondo un sondaggio della rivista “Tecnica della Scuola”, insegnanti e addetti scolastici sembrano essere contrari al nuovo decreto sul Green Pass, attivo a partire dal 6 agosto.

Vediamo i risultati.

Sondaggio: il mondo della SCUOLA dice no al GREEN PASS

# La maggioranza è CONTRARIA

Credits: tviweb.it
Green Pass

Mentre molti italiani si mettono in coda per fare i vaccini e poter mettere le mani sulla famosa certificazione verde, per il web iniziano a circolare i primi sondaggi per capire l’opinione pubblica da che parte sta. Tra questi, c’è il sondaggio della rivista “Tecnica della Scuola” che evidenzia la contrarietà della maggioranza di utenti che hanno risposto.

# Parliamo di DATI

credits: tecnicadellascuola.it

Questo sondaggio, come pubblicato anche da siciliaweb.it, rivela che 8 casi su 10 si sono dimostrati contrari all’”obbligo” del green pass. In un totale di 11mila lettori, sono oltre la metà di 6.700 insegnanti che hanno risposto a sfavore. Il dissenso viene segnato con la percentuale dell’83% (tra tutti i partecipanti). A rispondere al sondaggio, sono stati principalmente insegnanti e genitori, con le rispettive percentuali del 50,6% e 32,8%. Quasi il 44% di risposte è giunta dal Nord Italia; oltre il 30% dal Sud, Isole incluse.

# Per i più giovani la prima motivazione al vaccino è l’ALTRUISMO

credits: tecnicadellascuola.it

A raccogliere il maggior numero di risposte, oltre il 40%, sono state le scuole superiori; la primaria e la scuola secondaria di primo grado si aggirano ognuna attorno al 25% di risposte. Anche tra gli studenti la tendenza è per il no, “per la generazione zeta l’unica motivazione al vaccino, o quasi, per quanto forte, è compiere un gesto di altruismo a vantaggio di tutta la collettività: un “sentimento” che evidentemente nella maggior parte viene meno.”

# Presto si tornerà in PRESENZA

Il Green Pass ha come scopo dichiarato quello di agevolare il ritorno a scuola in presenza ma il mondo della scuola non sembra affatto gradire questa decisione. “Le perplessità confermano la riluttanza degli addetti ai lavori verso questo genere di imposizioni: già al precedente sondaggio della Tecnica della scuola sull’obbligo vaccinale, solo 4 su 10 erano stati gli insegnanti che si sono detti favorevoli. 

FONTE: lasiciliaweb.it

Continua a leggere con: 🛑 GREEN PASS for DUMMIES: tutte le novità di un decreto SENZA PRECEDENTI

SELENE MANGIAROTTI

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Il GELATO più costoso al mondo: 683 euro. Ecco dove

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Credits: @sicilyinfood gelato

Non è il primo prezzo assurdo che vediamo, ma quando un cibo italiano viene rivisitato e venduto a prezzi esagerati, suscita sempre quel non so ché di fastidio. Essendo di nostra invenzione, non si capisce perché altri debbano farlo pagare così tanto.

Il GELATO più costoso al mondo: 683 euro. Ecco dove

Si sta parlando di un gelato costato ben 683 euro, non poco confrontando i circa 2-3 euro di un cono in Italia. Si perché questo prezzo esorbitante non è stato presentato da una gelateria italiana, bensì da un bar di Dubai.

# La storia del gelato

Credits: @sicilyinfood
gelato

Non si sa ancora chi abbia inventato effettivamente il gelato. Se addirittura si parla di frutta, latte, miele e altri alimenti refrigerati e di latte ghiacciato come gli antenati del gelato, l’invenzione di questo dolce si fa risalire ad un cuoco italiano. Precisamente sarebbe stato Francesco Procopio dei Coltelli, siciliano, ad aver creato per la prima volta il gelato. Partito da Aci Trezza giunse poi a Parigi e, nel 1686, aprì il Café Procope. Sembrerebbe che proprio qui, in Francia, il gelato divenne così famoso e apprezzato, tanto da rivendicare la sua invenzione, ma, per ora, rimane il fatto che noi italiani possiamo prenderci il merito.

# Gusti pregiati per un gelato da 683 euro

Credits: primabergamo.it
black diamond

Un gelato realizzato con baccelli di vaniglia freschi, zafferano, tartufo nero e guarnito con oro vero commestibile. Come riporta Supereva.it questi sono i gusti che hanno fatto sì che a Dubai un gelato fosse pagato quasi 700 euro. Fu la Travel vlogger indiana, Shenaz Treasury, durante un viaggio a Dubai, a scoprire il dolce dal prezzo proibitivo. Documentando tutto ciò che faceva, giunse anche allo Scoopi Cafe, dove trovò una coppa di gelato chiamata Black Diamond. Già il nome aveva detto tutto, considerando poi gli ingredienti con cui è stato realizzato, un prezzo alto c’era da aspettarselo. Prezzo in realtà che sembra anche variare, dato che si legge che sia stato pagato anche 751 euro.

Inoltre, pare ci siano volute 5 lunghe settimane per creare la giusta combinazione di gusti e pensare alla presentazione perfetta. Il gelato è infatti in una coppetta di Versace e decorato con una foglia d’oro edibile di 23 carati.

# Prendi un gelato e ti regalano un anello

Credits: primabergamo.it
Mauboussin Mega Sundae

Ma non è finita qui. Perché se il Black Diamond sembra il gelato più costoso al mondo, in realtà si arriva anche a prezzi più alti. In questo caso bisogna precisare però che spesso, insieme al dolce, ti viene regalato qualcosa (per questo si considera quello di Dubai il più costoso). Come per il Mauboussin Mega Sundae, venduto per 919 euro a New York. Qui, oltre ad una coppa di gelato alla vaniglia con panna montata, sorbetto allo champagne Dom Perignon rosé, tartufi di cioccolato, macaron e brownie sempre al cioccolato ricoperti d’oro 24 carati, il tutto avvolto in una salsa di cioccolato alla vodka, viene regalato un anello d’oro bianco. Il gelato infatti è dedicato alla gioielleria  francese Mauboussin.

# Una guarnizione di diamanti

Credits: primabergamo.it
Strawberries Arnaud

Ma il prezzo più assurdo è quello di un semplice gelato alla vaniglia con guarnizione di fragole, salsa al vino, panna, spezie e menta fresca, lo Strawberries Arnaud, venduto a New Orleans. Questo dolce costa ben 1.23 milioni di euro. Il motivo? Guardando meglio, si nota che una fragola è decorata da un anello di diamante rosa da 4,7 carati.

Continua la lettura con: La CAPITALE del GELATO: vince Roma o Milano?

BEATRICE BARAZZETTI

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