Una novità che migliorerà la mobilità urbana, agevolando in maniera particolare gli spostamenti casa-lavoro. Scopriamo con “Il Giorno” di che cosa si tratta.
Le due “TANGENZIALINE” di Milano
# Le tangenziali che AZZERANO il traffico
credits: motociclismo.it
Grazie alla realizzazione di queste due nuove “tangenzialine”, l’Autostrada azzera-file (33 chilometri interconnessi con A4 Torino-Trieste, A35-BreBeMi e A1 Milano-Napoli) potrà agevolare gli spostamenti casa-lavoro della maggior parte dei milanesi pendolari e fruitori dell’interscambio auto-metro.
# DIMEZZATI i tempi di percorrenza
credits: Lecco Today
Queste due piccole tangenziali accorciano il tratto Casello Gessate di A58-Teem e la stazione della MM2 con effetto decongestionante sul traffico. “I 4,5 chilometri in corso di realizzazione creeranno, infatti, una direttissima tra il casello di A58-Teem e la Fermata della Metropolitana, capace, oltre che di snellire la circolazione, di dimezzare tempi”. Così, dall’attuale quarto d’ora, il tempo di percorrenza diminuirà a ben 7 minuti, in condizioni ottimali di traffico.
# Funzionali quanto la Bretella
credits: tangenziale.esterna.it
Le Tangenzialine saranno funzionali almeno quanto la Bretella che, come fa notare Milano Today “in sei primi e poco meno di 5.000 metri, raccorda il Casello di A58-Teem con la stazione MM2 di Cascina Antonietta.” Di conseguenza, non appena verrà aperta, intorno al 2022, anche la l’Alternativa alla SP 216 Masate-Gessate-Pessano. L’«Agrate-Melegnano» si dimostrerà maggiormente adatta ai pendolari poiché la fermata della metro Gessate offre un parcheggio decisamente più ampio
# L’obiettivo è SNELLIRE il traffico
Per la costruzione delle nuove arterie di Gessate, gli investimenti sono stati finanziati da Regione Lombardia (dieci milioni) e Città Metropolitana di Milano (due milioni) tenendo a mente le richieste del Comune di Gessate “in merito all’esigenza di una Gronda tesa a veicolare fuori dal centro automobilisti, autotrasportatori e centauri non residenti.”
L’Ufficio Tecnico di Palazzo Isimbardi precisa: “Stiamo realizzando una corsia per senso di marcia in direzione est-ovest che sostituisca il percorso odierno della SP 216. Poco dopo, delineeremo un tracciato in direzione nord-sud alternativo alla SP 176. L’obiettivo primario del duplice intervento è quello dichiarato in partenza: allontanare mezzi pesanti e leggeri dal centro come auspicano diversi abitanti”
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Nel Novecento siamo stati abituati a una serie di innovazioni che si sono tradotte in un miglioramento della vita delle persone e quindi si è associato il termine innovazione a quello di miglioramento. In realtà le cose non sono automaticamente così.
Perché una innovazione può portare a un miglioramento, a un peggioramento oppure lasciare le cose come stanno.
Senza considerare che un miglioramento ottenuto in un ambito da una innovazione comporta quasi sempre un altro lato della medaglia di effetti negativi in altri ambiti. Esempio quello dell’automobile che aumenta la libertà delle persone ma aumenta l’inquinamento ambientale.
Questo accade anche a livello politico. Le nuove norme che quasi sempre vengono accolte positivamente non è detto che producano un miglioramento per la vita delle persone.
Ad esempio, stiamo vivendo per la prima volta nella storia una epidemia virale che sta cercando di essere affrontata attraverso una serie di iniziative politiche come mai accaduto nel passato. La linea in precedenza era quella di lasciare libertà alle persone di affrontare i rischi e ci si limitava al massimo a informare e a incoraggiare determinati comportamenti per ridurre il rischio.
In questo caso invece da 18 mesi quasi ogni giorno vengono introdotte novità e normative dalla politica che in realtà hanno come effetto sperimentalmente evidente quello di peggiorare la vita dei cittadini.
È importante che l’innovazione non sia associata per forza a un miglioramento perché altrimenti diventa dogma e non strumento di evoluzione. Vale soprattutto per la scienza e per la politica.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Dal 6 agosto entrerà in vigore il Green Pass obbligatorio in Italia, quindi meglio tenersi aggiornati sulle novità stabilite dal decreto che coinvolgeranno tutta la popolazione a partire dal prossimo mese. Per la prima volta nella storia della Repubblica sarà necessario un lasciapassare per poter godere di diritti elementari.
GREEN PASS for DUMMIES: tutte le novità di un decreto SENZA PRECEDENTI
# Le nuove REGOLE
credits: open.online
Per il momento l’obbligo del green pass vale solo per le feste di matrimonio e le residenze per anziani. Dal prossimo 6 agosto l’obbligo verrà esteso a molte più persone, consentendo l’accesso solamente a luoghi affollati, e soprattutto al chiuso, a chi ha già svolto almeno una dose del vaccino o possiede un tampone negativo. Vediamo più nel dettaglio cosa cambia.
# Chi lo può ottenere
Credits: yahoo.espana
Il Green Pass può essere ottenuto in seguito alla vaccinazione (almeno una dose), con un certificato di guarigione nei 6 mesi precedenti oppure dopo aver effettuato un test molecolare o antigenico o salivare con esito negativo nelle 48 ore precedenti.
Per ottenerlo, è necessario aver ricevuto un sms con il codice authcode da inserire nel sito dcg.gov.it oppure sull’app Immuni. Sull’app IO avviene in automatico. La certificazione verrà rilasciata anche in caso di guarigione dal Covid, in questo caso la validità del documento sarà limitata a soli 6 mesi. Dopo la seconda dose di vaccino, il green pass avrà durata di 9 mesi.
# Dove è richiesto
Credis: @ambraarte IG
Dal mese prossimo, il Green Pass dovrà essere mostrato da tutti i cittadini di età maggiore ai 12 anni, ad eccezione per coloro che presentano un certificato medico idoneo. La certificazione verde servirà per accedere, in zona bianca, a eventi sportivi, fiere, congressi, musei, parchi tematici e di divertimento, centri termali, sale bingo e casinò, teatri, cinema, concerti, concorsi pubblici. Anche per sedersi ai tavoli al chiuso di bar e ristoranti (non sarà necessario, invece, per le consumazioni al banco o all’aperto). Piscine, palestre, sport di squadra, centri benessere, limitatamente alle attività al chiuso, rientrano nelle categorie in cui bisogna aver ottenuto il Green Pass.
# Dove NON è richiesto
credit: dissapore.com
Negozi, farmacie, supermercati ma anche nei bar, ristoranti e piscine all’aperto non è richiesto il Green Pass purché si rispetti il mantenimento della distanza sociale.
# Controllo dei Green Pass e sanzioni
credits: insella.it
A verificare il possesso della certificazione verde saranno i proprietari delle varie attività per le quali è introdotto l’obbligo. Sono previste sanzioni pecuniarie in caso di violazione, da 400 a 1.000 euro sia per l’utente che per il proprietario. Nel caso in cui il decreto sia violato per 3 volte in 3 giorni diversi, l’attività verrà chiusa da 1 a 10 giorni.
# Green Pass e mezzi pubblici
Credits: @amilanopuoi Piazza Cordusio
Non è previsto, per il momento, mostrare il Green Pass sui mezzi pubblici di qualsiasi tipo (tram, metropolitana, autobus, filobus, treni, ecc.). Rimane però l’obbligo d’indossare la mascherina, mantenere il distanziamento sociale, sedersi a posti alternati quando possibile e viaggiare a capienza ridotta.
# La quarantena per chi ha il Green Pass
credits: Puntosicuro
Nel caso di contatto con un soggetto positivo al Covid-19, anche per chi è in possesso della certificazione verde rimane invariata la durata della quarantena (di 14 giorni). Tuttavia, sta avanzando l’ipotesi che questa potrebbe venire ridotta di qualche giorno. Per ora, rimane solo un’ipotesi.
# Stadi e spettacoli, come comportarsi
Anche in queste occasioni il Pass diventerà obbligatorio, comprendendo cinema, teatri, stadi, concerti, locali con musica dal vivo ed eventi sportivi. I posti dovranno essere sempre preassegnati con il mantenimento di 1 metro di distanza. Aumenta, però, la capienza al 50% per la zona bianca all’aperto con 5.000 posti, mentre al chiuso è del 25% con 2.500 posti.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Un’iniziativa in controtendenza. Dove le librerie chiudono, Libraccio porterà libri e giornali nelle piazze milanesi.
A MILANO arriva una LIBRERIA ITINERANTE
# Dove stazionerà l’Ape Libraccio?
Credits: edicolequisco.it Road Map
La “road map” prevista per questo primo mezzo passa da Gae Aulenti, Piazza Castello, Arco della Pace, Via Farini e Piazza Dergano, mentre nel pomeriggio farà tappa in Piazza Mentana, Parco Solari, Piazza Risorgimento.
# Non solo libri usati
Credits: mentelocale.it Ape Libraccio
Libri usati e nuovi scontati, per adulti e bambini, giornali e riviste e, per chi desidera, la possibilità di poter vendere i propri libri con pagamento in contanti. Ape Libraccio è il primo di una serie di mezzi itineranti che porteranno informazione e cultura attraverso le piazze milanesi.
Una partnership tra Edicole Quisco e il Libraccio che sembra una scelta vincente. Andrea Cabrini, ideatore delle Edicole Quisco e Edoardo Scioscia, amministratore del gruppo Libraccio, sono entusiasti di questa iniziativa volta a riportare le edicole per Milano, e non solo. Riportare una funzione importante, servire anche le zone più disagiate e promuovere la cultura. Mission che si spera raccoglieranno i meritati risultati.
Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
L’obiettivo di questo esperimento è gettare le basi per una fruizione turistica “slow”, facendo riscoprire il territorio, utilizzando gli elementi naturali caratteristici del mare e della spiaggia. Scopriamo dove si trova questa oasi di benessere.
Nasce in Italia la PRIMA SPA MARINA
# In Puglia nasce “Natural Sea Spa”, la prima SPA marina d’Italia
Credits naturalseaspa IG – Spa marina Le cinque vele
Nello stabilimento balneare Le Cinque Vele a Pescoluse, in provincia di Lecce, parte l’esperimento denominato Natural Sea Spa, la prima SPA marina d’Italia, una novità nel panorama delle strutture dedicate alla cura della persona. Per tutta la stagione estiva i turisti potranno passare dalla sabbia all’acqua marina, dal fico d’india al lentisco, dal rosmarino alla lavanda. Saranno infatti gli elementi naturali caratteristici della spiaggia salentina a diventare percorsi di benessere all’interno di una spa che nasce sulla costa, all’aria aperta, da dove provengono le materie prime successivamente lavorate. Si potrà usufruire di percorsi sensoriali unici grazie a specifici trattamenti per il corpo sotto forma di oli essenziali e composti naturali preparati manualmente utilizzando la sabbia e piccole pietre, il sale, le piante da frutto e gli arbusti mediterranei.
# L’obiettivo del progetto è gettare le basi per una fruizione turistica “slow” del territorio salentino
Credits naturalseaspa IG – Spa marina Le cinque vele 1
Sara Florio, Spa Manager dello stabilimento balneare racconta l’obiettivo del progetto: “Questo progetto intende trasformare il nostro territorio in benessere con una spa che nasce in spiaggia, con la spiaggia. E’ necessario orientarsi verso un approccio consapevole e rispettoso della biodiversità di una terra così ricca e generosa, che offre tutti gli strumenti per godere di benefici non solo per gli occhi e per la mente, ma anche per il corpo.” L’obiettivo di questa SPA naturaleè dar vita a un nuovo modo di godere dei benefici del territorio e gettare le basi per una fruizione turistica “slow”, che sia al contempo consapevole e rispettosa dell’ambiente. Terminata la stagione estiva verrà fatto un bilancio per decidere se mantenere l’impianto attivo in modo permanente e anche se replicare in altri luoghi l’iniziativa.
Riproduzione vietata al sito internet che commette violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Tutti pensano che per avere successo economico la chiave sia di dare qualcosa di più rispetto a quello che uno ha, per migliorare la condizione delle persone. Non avete la televisione, vi diamo la televisione. Non avete l’autostrada, vi diamo l’autostrada. E così via.
Ma una società in cui tutti hanno tutto l’unico modo è di toglierti delle cose che hai già e ridartele a pagamento.
Ad esempio pensi di essere sano, ti diciamo che in realtà non lo sei. E per ritornare a pensare di essere sano devi comprare delle cose.
È un po’ come il funzionamento del malocchio. Io ti faccio il malocchio e poi ti chiedo un sacco di soldi per togliertelo.
Riproduzione vietata a chi commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
I chilometri che dividono Milano e Torino superano di poco i 100 ma tra la Metropoli lombarda e la città sabauda la distanza che le separa è infinitamente più profonda. Ci sono alcune cose che i torinesi apprezzano di Milano ma odiano ammetterlo. A quel punto l’apprezzamento si può trasformare in invidia.
10+1 COSE che i TORINESI invidiano di MILANO
# La fama INTERNAZIONALE
Milano è famosa nel mondo al pari di New York, Parigi, Londra e Tokyo. Torino è conosciuta soprattutto in Francia.
# La rete METROPOLITANA
La rete metropolitana milanese si estende per tantissimi km su 5 linee, presto verrà inaugurata la M4 e diversi prolungamenti delle linee già esistenti sono già stati pianificati. A Torino ne esiste una sola che fa poche stazioni. Non è un mistero che questa sproporzione faccia soffrire quella che era un’avanguardia italiana nei mezzi di trasporto.
# La sua STORIA INTERNAZIONALE
Milano nel secondo secolo D.C, da importante agglomerato celtico, era già diventata capitale dell’impero romano mentre Torino era un accampamento militare. Nel 313 l’imperatore Costantino promulgò da Milano uno degli editti più importanti della storia. Nel 400, Milano ospitava una corte sfarzosissima che attirava artisti e da tutta Europa uno fra i tanti, Leonardo Da Vinci, mentre Torino restava ancora una provincia marginale. Nel 1800 Napoleone scelse Milano per farsi incoronare imperatore e Manzoni scriveva i “Promessi Sposi”. Sebbene Torino ebbe poi un ruolo di primo piano durante il processo di “unificazione”, tale centralità fu breve e fragile.
# Il suo PATRIMONIO ARTISTICO
Quando si pensa a Milano si pensa al Duomo, una delle più grandi e belle cattedrali del mondo. Al Castello Sforzesco simbolo di forza e potenza. Si pensa al Cenacolo, il più importante affresco esistente. Si pensa ai vari stili che si sono succeduti. Nonostante bombardamenti e sventramenti, Milano conserva un patrimonio enorme. Quando si pensa a Torino vengono in mente la Mole, un reperto ambiguo e lo stupendo museo egizio che di torinese però ha piuttosto poco.
# La sua CENTRALITÀ economica e capacità di TRASFORMAZIONE
Mentre l’economia Torinese resta indissolubilmente legata all’annaspante industria automobilistica nel tentativo di ridefinirsi, a Milano l’economia si differenzia e sviluppa in tantissimi settori. Finanza, turismo, moda, eventi, industria, ricerca informazione, edilizia, fiere e gradi eventi. Milano è sempre in grado di attirare capitali italiani ed esteri, una vitalità che molti vorrebbero avesse anche la città piemontese.
# È una capitale europea del CALCIO
San Siro Curva Milan
Milano è l’unica città europea ad avere due squadre vincitrici della coppa dei Campioni, oltre ad essere sempre competitive ai massimi livelli. La Juventus e, in passato, il Torino, hanno fatto incetta di scudetti ma in Europa hanno rimediato solo briciole.
# Le CONNESSIONI
credits: frecciarossaig IG
Milano è uno degli snodi ferroviari italiani principali e sicuramente il principale per quanto riguarda le tratte dell’alta velocità esistenti e in costruzione. Su Milano gravitano tre aeroporti, non certo paragonabili a quelli di Francoforte e Zurigo ma che offrono pur sempre una buona accessibilità aerea.
# I CONCERTI e i GRANDI EVENTI
credits: varese news
Le grandi star internazionali se devono scegliere una sola località dove esibirsi, scelgono Milano.
# Il suo SKYLINE
Milano viaggia ad una velocità doppia rispetto a quella torinese, in 20 anni si sono realizzate innumerevoli costruzioni che ne hanno completamente ridefinito lo skyline, da City Life a Garibaldi Repubblica in attesa che siano completate la torre A2A, il distretto tecnologico MIND che siano avviati i lavori per il recupero degli ex scali ferroviari i che sia definito il progetto del nuovo stadio, oltre ad una infinità di altre opere. A Torino a parte la torre Intesa San Paolo e il Lingotto, ben poche innovazioni architettonico-urbanistiche sono previste.
# Il suo FERMENTO di idee politiche e cuturali
Credits attualita_e_politica IG – Salvini
A Milano sono nati e nascono tutti i movimenti che condizionano la politica italiana. Dal socialismo riformista al fascismo, dal leghismo al berlusconismo, perfino la bozza iniziale della Democrazia Cristiana… Forse più ombre che luci però hanno fatto tutte la storia d’Italia. E anche a livello culturale a Milano è nato quello più importante del novecento: il futurismo.
# Milano INDOMABILE
Conquistata, bombardata, sventrata, Milano risorge sempre. Città mai servile, pronta a manifestare il suo malcontento a differenza di Torino, ossequiosa o deferente persino verso una imbarazzante casata.
Cosa potrebbero invidiare i Milanesi a Torino invece? Sicuramente il cioccolato e grissini! Fenomenali.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Lo skyline di New York continua a cambiare. Nuovi supergrattacieli stanno ridisegnando il suo profilo. Scopriamo quali sono.
I 7 SUPERGRATTACIELI che stanno cambiando lo SKYLINE di NEW YORK
#1 “The spiral” a Hudson Yards di BIG, fine lavori nel 2024
Credits infobuildenergia – The Spiral
The Spiral è un grattacielo “supertall” progettato dallo studio di architettura BIG di Bjarke Ingel in costruzione a New York, che prende il nome dalle terrazze esterne a zig zag che circondano la sua facciata in vetro riflettente. All’inizio di quest’anno ha raggiunto i 314 metri e a conclusione dei lavori nel 2024, con i suoi 65 piani, diventerà il tredicesimo edificio più alto della città.
#2 50 Hudson Yards a Hudson Yards di Foster + Partners
Credits: inhabitat.com – 50 Hudson yards
Il grattacielo 50 Hudson Yards, alto 308 metri per 58 piani, è stato progettato dallo studio Foster + Partners di Norman Foster. La torre, realizzata in cemento e acciaio con una facciata in vetro, è formata da tre volumi che arretrano man mano che salgono in altezza. Arrivato al tetto i primi mesi dell’anno, il grattacielo dovrebbe essere terminato nel 2022.
#3 Central Park Tower di Adrian Smith + Gordon Gill è il secondo grattacielo più alto di New York
Credits urbancontestmagazine – Central park Tower
La Central Park Tower, la cui costruzione è terminata lo scorso anno e in attesa dell’inaugurazione, è ora il secondo edificio più alto di New York grazie ai suoi 472 metri. L’edificio di 98 piani progettato da Adrian Smith + Gordon Gill ha 179 appartamenti e il mall commerciale Nordstrom nei livelli inferiori.
#4 111 West 57th su Billionaire’s Row di SHoP, il grattacielo più sottile al mondo
Credits: pinterest – 111 west 57th street
Il grattacielo 111 West 57th è il più sottile del mondo, grazie a un rapporto larghezza-altezza di 1:24. Dopo una breve interruzione a causa di controversie legali nel 2017, dovrebbe essere concluso entro la fine di quest’anno diventando il terzo edificio più alto di New York. Si trova nell’esclusiva Billionaire’s Row e conterrà al suo interno 60 condomini di fascia alta.
#5 9 DeKalb a Brooklyn dello studio SHoP, il primo “supertall” fuori Manhattan, raggiungerà i 325 metri
Credits jll.com – Dekalb
Il 9 DeKalb Avenue, progettato dallo studio SHoP con una facciata color bronzo, sarà il primo grattacielo supertall di New York fuori Manhattan. Sebbene non abbia ancora raggiunto lo status di super altezza, la torre ha recentemente raggiunto i 220 metri, è già oggi l’edificio più alto di Brooklyn. Quando sarà concluso toccherà i 325 metri per 93 piani che ospiteranno un mix di appartamenti residenziali in vendita e in affitto.
#6 One Vanderbilt a Midtown Manhattan, di Kohn Pedersen Fox, con i suoi 427 è il quarto edificio più alto della “Grande Mela”
Credits newaltlas.com – One Vanderbilt
Il quarto edificio più alto di New York, One Vanderbilt di Kohn Pedersen Fox, è stato completato nel 2020. Il grattacielo di 427 metri si erge per 59 piani sopra la Grand Central Station a Midtown Manhattan. Lo sviluppatore SL Green Realty si sta ora preparando ad aprire “Summit One Vanderbilt”, che include un ponte di osservazione e ascensori esterni con fondo di vetro in cima all’edificio.
#7 41-47 West 57th Street, il grattacielo a forma di cuneo sulla Billionaire’s Row
Credits: dezeen.com Nuovo grattacielo nella Billionaire’s Row
Il nuovo grattacielo, chiamato 41-47 West 57th Street, si affaccerà su Central Park e Midtown Manhattan e, con i suoi 63 piani di cui 5 nel podio e i restanti 58 sopra, sarà alto 1100 piedi, equivalenti a 335 metri. Sarà una torre ad uso misto: ospiterà 119 unità residenziali, un hotel, un ristorante e uno spazio commerciale di circa 19000 metri quadrati. Avrà la forma di un cuneo e sembra che sarà inclinato dal lato meridionale. Il progetto è firmato dallo studio di architettura OMA.
Riproduzione vietata al sito internet che commette violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Credits: giuseppebasile.org
sette virtù capitali di Giotto
Uno dei numeri, che nasce magico fin da quando il genere umano ha lasciato tracce di pensiero evoluto, è legato a doppio filo alla città eterna. Questo numero è il SETTE, che ricorre a Roma con una frequenza inquietante.
7 curiosità che rendono il SETTE il numero magico di ROMA
Le superstizioni più sono particolari e più eccitano la fantasia degli esseri umani. Il numero sette è un vero oggetto di culto, ammantato di una magia ineguagliabile. In alcune culture antiche indica la completezza, o addirittura la perfezione. Gli egizi associavano il sette alla vita stessa e i pitagorici definiscono il sette “anima mundi”, descrivendolo come veicolo di vita. Nel corso della storia poche civiltà hanno resistito al fascino di questo numero magico e non può fare eccezione quella che ha creato la magia di Roma.
Quanto c’entra la coincidenza e quanto il fato? Settes giò e vediamolo insieme.
#1 I simboli utilizzati per indicare i numeri romani
Credits: savacoolandsons.com numeri romani
I numeri romani sono lettere sequenziate in un ordine specifico per rappresentare i numeri, i quali si ottengono sommando o sottraendo i valori scritti a gruppi di simboli. Normalmente non si mettono insieme più di tre numeri uguali e, per fortuna, a noi italiani non si deve spiegare come funzionano queste combinazioni.
Quanti sono i simboli usati dai romani per scrivere i numeri? Sono proprio SETTE: I, V, X, L, C, D, M
Il numero sette ricorre nella storia dell’antica Roma, anche sui suoi monumenti. Sette erano i colossi, gigantesche statue dedicate agli Dèi, che Plinio paragona alle torri alte fin quasi a toccare il cielo. Sette le divinità planetarie come sette il numero dei pianeti conosciuti all’epoca: Saturno, Sole, Luna, Marte, Mercurio, Giove e Venere che hanno poi dato il nome ai sette giorni della settimana. Un’intrigante ipotesi colloca le divinità planetarie nel Septizodium, una monumentale costruzione voluta dall’imperatore Settimio Severo, purtroppo perduta. Sette le meraviglie di Roma decantate nel “Laterculus” da Polemio Silvio. Infine, volutamente sette le lucerne dell’arco di Tito, eretto sui fori imperiali dopo la cattura di Gerusalemme e che rappresentano una Menorah ebraica.
#2 I sette colli
Credits: romanoimpero.com sette colli
I colli sono alti circa 50 metri, il Campidoglio (Capitolium) soltanto 41 metri s.l.m. ma secondo alcune ipotesi, i romani li chiamavano proprio monti. hissà se i fondatori erano consci di trovarsi in un luogo capace di attrarre la magia per tutti i millenni successivi, fatto sta che cedono alla tentazione di dedicare la nascita della città di Roma appropriandosi del magico numero grazie ai colli. Il nome potrebbe provenire da una festa celebrata dai primi insediamenti proto-urbani, chiamata Septimontium, che, secondo le tesi più accreditate, potrebbe derivare da Septem Montes, sette monti, oppure da Saepti Montes, ovvero monti divisi.
I sette colli, infatti, non sono del tutto uniti tra loro, ma si snodano a Est come se fossero tre lunghe dita di una mano e conferiscono a Roma il suo primo legame con la magia che poi verrà. Anche Costantinopoli, poi capitale dell’Impero Romano d’Oriente, sorge su sette colli e non sembra essere un caso.
#3 I sette Re di Roma
Credits: romanoimpero.com Sette re
L’età monarchica dell’antica Roma dura ben 244 anni e, calcolando l’aspettativa di vita media del tempo, sette Re possono sembrare un arrotondamento al ribasso. Quando il destino di Roma è stato chiaro, però, laddove il 7 non ricade in maniera naturale, viene adottato in modo ossessivo.
Il primo è stato Romolo, che è anche il più facile da ricordare. Fonda la città sulle rive del Tevere salendo verso il Palatino dopo aver tracciato il pomerio sacro, il limite invalicabile. Gli succede Numa Pompilio, il Re sacerdote, che fa prosperare Roma pacificamente. Durante il regno di Numa Pompilio viene stabilito il calendario suddiviso in 12 mesi. Viene poi il turno di Tullio Ostilio, un vero guerrafondaio, talmente crudele anche con gli dèi che pare sia stato bruciato da un fulmine insieme a tutta la sua casa. Dopo di lui Anco Marzio, un Re mercante. Fondatore di Ostia e artefice del benessere di Roma attraverso le vie commerciali. La scia si conclude con la dinastia Tarquinia, probabilmente di origine etrusca, di Tarquinio Prisco, Servo Tullio e Tarquinio il Superbo. Si deve a questa dinastia la nascita del Circo Massimo e della Cloaca Massima, così come dei primi giochi pubblici, l’ampliamento del pomerio sacro e le mura serviane.
#4 Il destino affidato a sette reliquie
Credits: bimillenariogermanico.it scudo ancila
Sette sono le reliquie portate a Roma e che diventano pignora imperii, veri e propri talismani a cui è stato affidato il buon destino di Roma. Secondo la narrazione, infatti, questi sette oggetti sacri proteggevano la Roma repubblicana e poi l’Impero, a patto che siano stati custoditi con perizia e onorati con disciplina. È una storia poco raccontata ma è una superstizione a cui gli antichi romani credevano così tanto da renderla reale. Ecco gli oggetti:
i) L’ago di Cibele, una pietra nera piovuta dal celo e associata alla divinità di Cibele, dea della Frigia, portata nel 204 a.C. dalla Grecia sul Palatino ed esposta nel Tempio della Vittoria;
ii) La Quadriga fittile dei Vejenti, un manufatto in terracotta commissionato da Tarquinio il Superbo per ornare il Tempio di Giove Capitolino;
iii) Le ceneri di Oreste, prelevate dai romani per trasferire l’invincibilità alla città di Roma. Oreste infatti era destinatario dell’oracolo di Delfi;
iv) Lo scettro di Priamo, Re di Troia. Probabilmente affidato ai latini a nome di Enea, conservato sul colle Palatino;
v) Il Velo di Ilione, primogenita di Priamo, probabilmente giunto a Roma grazie ai profughi della guerra di Troia, è l’abito che la bella Elena ricevette dalla madre Leda;
vi) Il Palladio, un simulacro di Minerva caduto dal cielo. Portato da Enea e custodito dalle vestali, SETTE vergini incaricate di tenerne sempre accesa la fiamma, per proteggere con il suo fuoco sacro, la città custode;
vii) Gli Ancila, o scudi sacri di Roma. Un altro regalo piovuto dal cielo, uno scudo a forma di infinito (o a forma di otto?) ed è il dono di Marte a Numa Pompilio. Il settimo talismano ha la forma del simbolo dell’infinito. La leggenda di Roma può iniziare.
#5 Scorpacciata di sette per il Giro delle 7 chiese
Credits: giuseppebasile.org sette virtù capitali di Giotto
Ricordate tutta la tabellina del sette? Conviene iniziare a ripassarla se si parla del Giro delle Sette Chiese. Si tratta di un percorso di devozione che nella storia ha subito numerose trasformazioni, tutte all’insegna del 7. La versione del pellegrinaggio, codificata da San Filippo Neri nel ‘500, prescrive un pellegrinaggio verso le basiliche papali, prevedendo che «durante il cammino fossero recitati i sette salmi penitenziali per invocare il perdono per i sette peccati capitalie per chiedere le sette virtù, meditando sulle sette effusioni di sangue di Gesù, sulle sue sette parole dette in croce, sui sette doni dello Spirito Santo (sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timore di Dio), sui sette sacramenti e sulle sette opere di misericordia» Da cornice alla numerologia applicata alla diocesi romana, non può mancare la Chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori, progettata dal Borromini, oppure la chiesa di S. Maria degli Angeli, dedicata al culto da Antonio del Duca dopo la visione di sette angeli, con l’imposizione di portarne il culto alla città di Roma.
#6 Le cariche pubbliche nell’antica Roma
Credits: glickr.com septemviri
Quando a Roma la religione ufficiale non era il Cristianesimo, le autorità romane davano molta importanza alle feste religiose, a cui tutti i cittadini potevano partecipare gratuitamente. Il collegio che si occupava dell’organizzazione dei banchetti e delle feste era quello dei Septemviri Epulones(i sette uomini degli epuloni, dei banchetti) e, dalla loro istituzione, i giochi e le feste sono state organizzate in modo sempre più grandioso.
Nascono a Roma, sotto l’Imperatore Augusto, i corpi dei vigili del fuoco, come pronta risposta ad una piaga che ha tenuto sotto scacco la città: gli incendi. Augusto suddivise la città in 7+7=14 regioni e ad ognuna venne assegnata una Cohorte Vigilum, costituita da sette centurie, ognuna con un centinaio di Vigiles.
Gli antenati dei pompieri avevano già a disposizione attrezzi come corde, asce, scale e pompe a sifone. Il trasporto organizzato su un carro trainato a cavallo, con sopra una botte piena di acqua pronta per essere utilizzata contro gli incendi. A loro spettava anche il compito di vigilare le strade nelle ore notturne e tenerle pulite, il che li rende antenati anche dei Vigiles Urbani.
#7 Appena fuori le mura di Roma
Credits: gea-archeologia.it settebassi
La lunga e appassionante storia che lega Roma e il sette, è come un fiume in piena che nasce nel centro storico e porta il 7 fuori dai confini dell’Urbe. Ci sono località alle porte di Roma: come Settebagni sulla Via Salaria, oppure Settecamini e Sette Ville sulla Via Tiburtina, Sette Vene sulla Via Cassia, Settebassi presso Cinecittà e Sette Frati presso Prima Porta, che probabilmente prende il nome dalla storpiatura di una chiesa dedicata a sette fratelli, figli di una matrona romana, ricordati anche in un borgo medievale nei pressi di Frosinone, Settefrati.
Nel 2021 è uscito uno studio accurato sul gradimento e accesso ai servizi che la PA offre ai cittadini romani. Lo studio conclude che, per i livelli disomogenei riscontrati, ci sono 7 Rome all’interno della stessa città, pertanto il sette continua ad accompagnare Roma, nella buona come nella cattiva sorte.
A noi di Milano gli antichi Romani hanno dedicato amorevolmente il numero sette. Partendo dall’osservazione del cielo, per individuare il Nord, prendevano il riferimento delle sette stelle del Carro Maggiore, in latino septem triones, da cui il Settentrione.
Anche se è impossibile scindere dove il sette è portato dal destino e dalla magia, o dove è stato utilizzato come una forzatura, se i risultati sono quelli che abbiamo tutti sotto gli occhi, lo accettiamo. Evviva il 7.
Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
C’era una volta, in un paese lontano lontano, una terra abitata da gnomi… No, non è l’inizio di una storia per bambini, ma pura realtà. Gli gnomi esistono, e sono tra noi! O, meglio, sono in Polesine. Vi ho incuriosito? Continuate a leggere!
Gli GNOMI del Polesine
A chi non piacevano le favole e i racconti di fantasia, da bambini? A me, per esempio, piacciono ancora adesso. Potete immaginare quanto fossi meravigliata nello scoprire che in Polesine è possibile entrare in contatto con gli gnomi. Si, avete letto bene.
Ma partiamo dall’inizio…
Credits: @ Gli Gnomi del Polesine (FB)
# Il Polesine
Se siete amanti della natura e conoscete un po’ la geografia, avrete senza’altro sentito parlare del Polesine: una terra dominata dall’acqua che si identifica prevalentemente con la provincia di Rovigo, e che è situata tra il basso corso del Po e dell’Adige.
Credits: @ lendinara.italiani.it
I paesaggi quindi non potrebbero essere più vividi e rigogliosi, tra gole, boschi, e valli verdi, incastonate in un territorio che tramanda anche la cultura del suo popolo, con chiese, musei, palazzi storici come Villa Badoer, un’altra delle opere d’arte nate dal genio del Palladio.
Credits: @ Lorenzo Patoia (iStock)
Vi starete chiedendo che cosa c’entrino gli gnomi in tutto questo… Beh, allora continuiamo il nostro percorso…
Credits: @ Veneto Segreto
# Gli Gnomi del Polesine
Non tutti sanno che, oltre a paesaggi incantevoli e opere d’arte invidiabili, il Polesine può vantare anche una leggendaria e corposa comunità di gnomi, piccole creature operose che salvaguardano l’ambiente, aiutando a mantenerlo pulito e a trasmettere l’amore per la natura. Ma chi sono questi gnomi?
Credits: @ Gli Gnomi del Polesine (FB)
Si tratta di un progetto che prende origine dalla grande passione per la montagna e per l’intaglio di gnomi di legno. Gli Gnomi del Polesine nascono quindi dal bisogno di rafforzare l’identità del polesani e di permettere alle tradizioni folkloristiche locali di essere conosciute e riconosciute ovunque. Per questo, gli Gnomi del Polesine si inseriscono perfettamente nel territorio circostante.
Credits: @ Gli Gnomi del Polesine (FB)
# La storia degli Gnomi
Per capire come mai gli gnomi sono così cari a queste terre, bisogna scavare in fondo nella storia della città di Rovigo, e per conoscere la storia che avvolge di fascino la città di Rovigo, bisogna arrivare fino a Carlo Magno.
Credits: @ Gli Gnomi del Polesine (FB)
La leggenda ha origine nel racconto “La regina e il Giardino Segreto”, raccontata direttamente dalla voce dell’attrice Francesca La Malfa sui canali social degli Gnomi. In questo racconto, si dice che Ildegarda, moglie di Carlo Magno, vagando per quelle incantevoli terre rimase affascinata dal profumo di un roseto selvatico, e vi si addentrò. Qui la Regina incontra Rodigi, uno gnomo, che la aiuta ad attraversare il roseto impedendo che ella si punga o ferisca in alcun modo, godendo solo del meraviglioso profumo dei boccioli.
# Chiamali per nome
Gli gnomi sono tutti accomunati dal bisogno di interagire con la loro terra, di proteggerla e di valorizzarla. Come le persone, però, hanno interessi, passioni, caratteri diversi. E nomi. Si, perché gli gnomi non sono tutti uguali!
Credits: @ Gli Gnomi del Polesine (FB)
Il primo gnomo è Policino che viene dalle montagne, poi ci sono Caligo, Viridio, Filistino e tanti altri ancora, e tutti hanno particolarità diverse e speciali. A Filistino piace l’acqua, a Brina e Galaverna nascondersi tra le foglie fresche al mattino.
Credits: @ Gli Gnomi del Polesine (FB)
Ma gli Gnomi del Polesine sono anche paladini dell’ambiente e della tua protezione: sono molti infatti gli eventi organizzati—e molti ancora quelli in progetto per il futuro—proprio grazie alla collaborazione di questi piccoli tesserini dall’aspetto fiabesco, che attirano l’attenzione e interrompono la routine. Forse è quello che serve, per spegnere il pilota automatico e accorgerci di dove stiamo andando, e di come lo stiamo facendo. Esperio e Viridio hanno dato il buon esempio ad Artessura di Adria cimentandosi nella raccolta differenziata per sensibilizzare tutti a rispettare l’ambiente.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Uno dei protagonisti del tanto sofferto 2020, per la città di Milano, è stato certamente il Policlinico con i suoi medici. Ed è proprio questo che sarà oggetto di un progetto molto importante che cambierà in gran parte la struttura. Un nuovo volto per uno dei centri della sanità milanese. Un progetto che coprirà un’area di 23mila metri quadri e che farà diventare il Policlinico il più grande e moderno ospedale di Milano.
Il NUOVO LOOK del POLICLINICO con suite e giardini sui tetti
# 201 milioni di euro per 7 piani
Credits: milanotoday.it nuovo policlinico
Tecnologia avanzatissima e sostenibilità saranno alla base del progetto del nuovo Policlinico. La struttura sarà composta da 7 piani: piano terra compreso, 3 piani di blocco centrale e 2 piani di parcheggio interrato che potrà ospitare 500 posti auto per dipendenti, visitatori e pazienti. Per la realizzazione degli edifici, saranno utilizzati materiali innovativi e a ridotto impatto ambientale, nonché tecnologie all’avanguardia per rendere gli edifici il più efficienti possibili.
Un progetto tanto grande “che solo Milano e la Lombardia potevano concepire e realizzare”, riporta Letizia Moratti, e che andrà a richiedere un investimento di 201 milioni di euro. Tra questi 201, 135 milioni sono stati presi dalla valorizzazione del patrimonio immobiliare del Fondo Ca’ Granda, che ha appositamente istituito un fondo per il social housing, 30 milioni saranno stanziati da Regione Lombardia e i restanti 36 dal Ministero della Salute.
# Il punto forte del progetto: il giardino pensile terapeutico
Tutti gli ambienti interni saranno progettati in modo tale da rispettare i cicli naturali: colori accoglienti e sereni e un’illuminazione che imiti la luce naturale. Nel corpo centrale saranno create 21 sale operatorie, ma il punto forte del progetto è il giardino terapeutico sopraelevato. Sul tetto dell’edificio sarà realizzato uno spazio apposito per bambini e pazienti. Qui si potranno organizzare laboratori, curare l’orto, fare lezioni di yoga o fitness per anziani o donne in gravidanza e sarà organizzata anche una pet therapy. Un giardino sopraelevato che sarà sfruttato al massimo, anche per regalare un momento di svago ai pazienti.
# Suite e nuove sale parto
Credits: milanotoday.it nuove aree Policlinico
Importante sarà anche la parte di progetto riguardante le sale parto. L’edificio sud sarà, infatti, dedicato a donne e bambini, ma la vera particolarità saranno le “Case del Parto”. Si tratta di veri e propri mini appartamenti che daranno la possibilità alle donne di vivere l’esperienza di partorire in casa, rimanendo però allo stesso tempo sicure, essendo in ospedale. Ciò che sorprende è che anche l’accesso alle “Case del Parto” è gratuito, in quanto identico ad un ricovero ordinario. E poi ci saranno le suite, per coloro che sceglieranno di usufruire di un ricovero a regime di solvenza.
# Sarà pronto nel 2024
Credits: milanotoday.it progetto nuovo Policlinico
Quando sarà pronto il nuovo Policlinico? Si crede che entro la primavera estate 2024 il progetto potrà essere terminato, ma intanto è stato pianificato ad ottobre un info-point dove si forniranno tutte le informazioni sul progetto attraverso video e immagini. Inoltre, bisogna precisare che il restyling non coinvolgerà tutta l’area del Policlinico: resteranno intoccate la Clinica Mangiagalli e l’area guardia accettazione, ovvero quella del pronto soccorso, dei prelievi, dell’accettazione e dell’endoscopia, realizzata nel 2015.
Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Nel Val Trebbia c’è una spiaggia dalle acque cristalline ai piedi di uno dei borghi più belli d’Italia. Ecco dove si trova e come arrivarci.
BERLINA BEACH: un PARADISO NATURALE a meno di 2 ore da Milano
# A Bobbio, sul rive del fiume Trebbia, ci sono le acque cristalline di “La Berlina Beach”
Credits brigitta3747 IG – Berlina Beach
Credits fugadamilano IG – Berlina Beach 1
Credits fuggodamilano IG – Berlina Beach
Credits angiola_deseta IG – La Berlina Beach
Volete trovare un luogo di relax e distensione nel caldo dell’estate senza essere costretti a interminabili code in auto? A Bobbio in provincia di Piacenza, a poco più di un’ora e mezza da Milano, c’è “La Berlina Beach” sulle rive del Trebbia. Un paradiso naturale di pietre bianche, e fondale sabbioso, e acque cristallinee trasparenti dove sdraiarsi al sole e farsi massaggiare delle correnti del fiume.
Passato il centro del paese, dovrete superare il bivio per Coli e il ponte sul Trebbiae sulla destra vedrete l’indicazione appena prima di una curva. Arrivate presto per parcheggiare oppure proseguite un po’ oltre sulla statale e tornate indietro a piedi, ma in meno di 5 minuti sarete in una spiaggetta abbastanza profonda per riuscire a fare un bagno vero e proprio. I più temerari si tuffano dai massi o raggiungono l’altra riva a nuoto.
Riproduzione vietata al sito internet che commette violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Piazzale Piola si presenta come una grande rotatoria con un’aiuola centrale allestita come se fosse un piccolo giardino.
Ma, essendo un punto di incontro di ben 7 strade, raggiungerlo non è poi così facile. Poi, diciamocelo chiaramente, un giardino, per essere considerato tale, dovrebbe essere più rigoglioso e curato.
Così era Piola. Ma la sua veste è cambiata e il giardino Teresa Pomodoro è rifiorito con nuovi colori.
La nuova VESTE per PIAZZA PIOLA: un piccolo giardino GIAPPONESE con ciliegi in fiore e panchine rosa
# 21 ciliegi, 11 panchine in granito rosa e un percorso pedonale agibile
Credits: blog.urbanfile.org
Nel giardino dedicato a Teresa Pomodoro, in piazza Piola, sono arrivati 21 ciliegi. Ma non solo: sono stati intervallati da 11 panchine in granito rosa ed è stato realizzato un agibile percorso pedonale a forma di goccia, in grado di rievocare la leggerezza dell’acqua.
Un progetto che deve tanto all’intervento di riqualificazione promosso da Spazio Teatro No’hma Teresa Pomodoro.
# Le sculture di Kengiro Azuma creano un teatro a cielo aperto
Credits: temizen.zenworld.eu
Ma il progetto è stato completato solo dopo la posa di un monumento composto da 5 gradoni cilindrici di diverse altezze. Ma la particolarità deriva dalle sculture poste sopra di essi.
Si tratta di due opere, entrambe dello scultore giapponese Kengiro Azuma. Una, “Colloquio”, è una scultura formata da due rospi di bronzo. L’altra, “Mu-765 Goccia”, è collocata al centro del giardino e riprenderà il concetto di leggerezza, ma creando un contrasto tra il materiale utilizzato, pesante e statico, e l’elemento fluido, rappresentato appunto dall’acqua.
Ciò che si crea è una sorta di scenografia teatrale per rappresentare un teatro a cielo aperto e che richiama il valore della poesia, del teatro e del dialogo.
# Una riqualificazione che comprende anche i vialetti d’accesso
Credits: Antonella Bruzzese FB
Ma non è finita qui: sono stati riqualificati anche i vialetti d’accesso.
Infatti, dal passaggio pedonale di via Pacini si può finalmente raggiungere il monumento. Questo, grazie ad una nuova pavimentazione larga 4 metri proprio in direzione del teatro. Un elemento che vuole mettere in scena la “conversazione infinita” tra Teresa Pomodoro e lo sculture giapponese.
# Milano ha una piazza-giardino che crea un forte legame tra ambiente, spazio pubblico e cultura
Credits: Antonella Bruzzese FB
Per questo progetto che “crea un legame tra ambiente, spazio pubblico e cultura, nel ricordo di una grande artista milanese”, Milano ringrazia sia Livia Pomodoro che lo Spazio Teatro No’hma. Il loro intervento, così importante per tutto il quartiere, “si inserisce nella strategia di valorizzazione delle piazze della città“, così ha dichiarato Maran.
Quindi, un giardino che verrà restituito ai suoi cittadini e, per Livia Pomodoro, sorella di Teresa, la sua “nuova veste e dimensione” è come “uno spazio libero, proprio come lo spirito che da sempre anima l’attività del Teatro No’hma”.
# L’inaugurazione è stata fatta in primavera, quando i ciliegi erano in fiore
Credits: Antonella Bruzzese FB
Un dono per la città di Milano realizzato nell’ambito di una convenzione di “Adozione del verde” in collaborazione tra pubblico e privato e che ha reso piazza Piola una “piazza-giardino” di qualità. Dove finalmente è possibile passeggiare, rilassarsi, ammirare le sculture e la fioritura dei ciliegi.
Caso vuole, che la fine dei lavori è stata programmata per questa primavera. Proprio quando i ciliegi erano in fiore.
Riproduzione vietata al sito internet che commette violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Nella storia spesso si è verificato uno scontro tra due parti di cui una con un esercito bene organizzato e l’altra completamente destrutturata con forze sensibilmente inferiori.
Per la tattica militare quando ci sono due forze in campo molto diverse quella meno potente tende a trasformare la guerra in guerriglia per poter sopravvivere. In quanto in uno scontro tradizionale verrebbe spazzata via.
Nella guerra fredda i due episodi di conflitto asimmetrico più celebri sono stati quello degli USA nel Vietnam e dell’Unione Sovietica in Afghanistan.
Nel primo caso, dopo oltre un decennio in cui teoricamente non ci doveva essere storia per la sproporzione delle forze in campo, la tattica di logoramento dei Vietcong di continue azioni di disturbo, parcellizzate e senza punti di riferimento, ha sfiancato la forza degli americani fino al loro ritiro.
Lo stesso è stato sperimentato dai sovietici in Afghanistan. Un decennio di tentata invasione di un esercito imponente e fino allora mai sconfitto è stato respinto dai Mujaheddin che colpivano con piccoli gruppi organizzati diffusi e nascosti sul territorio.
In fondo questi esempi riprendono una tecnica attivata spesso nel passato. A partire dai Germani che con l’imboscata della celebre battaglia di Teutoburgo, in cui Varo perse anche la vita, affossarono i sogni espansionistici dei romani oltre il Reno.
In epoca più recente un teorico della guerriglia organizzata era Garibaldi che imparò questa tecnica nell’America Latina e la portò nella prima e nella seconda guerra di indipendenza italiana, dimostrando che anche solo con mille soldati si può avere la meglio su eserciti imperiali.
In questo periodo si sta usando, e probabilmente abusando, della metafora bellica per giustificare azioni che non sarebbero consentite in tempo di pace. Si tratta probabilmente di un tipo di guerra diversa, di uno scontro di informazioni che potrebbe replicare quanto accaduto nel passato con combattimenti più tradizionali.
In questo caso la guerriglia sul web e su piattaforme sempre meno controllate potrebbe ribaltare le sorti di un conflitto in cui al momento la sproporzione delle parti è evidente.
Riproduzione vietata a chi commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Quando si parla di vacanze si apre un ventaglio di possibilità che spaziano da chi sceglie il mare o chi preferisce la montagna, da chi preferisce le città storiche e chi non vuole aver null’altro che relax e sabbia sul costume. Spesso si riesce a coniugare le due cose, anche se molti italiani, sulle vacanze, si dimostrano da sempre molto tradizionalisti. Recentemente stanno prendendo piede alcune destinazioni spesso sottovalutate o addirittura ignorate dai turisti che scelgono l’estero.
Oggi ho scelto per voi cinque mete semisconosciute e voglio presentarvele in tutto il loro splendore. Di alcuni di esse si parla già da qualche anno, mentre delle altre siamo pronti a scommettere che nei prossimi dieci anni il turismo locale avrà una crescita smisurata.
I 5 luoghi più SOTTOVALUTATI dove trascorrere le VACANZE
# Il grande fascino della Georgia
credits: @tbilisiexplore
Descritta a seconda delle fonti come un paese europeo, dell’Asia centrale o del Medio Oriente, la Georgia ha per lungo tempo rappresentato un luogo di contrasti culturali e geografici. Le condizioni climatiche e il paesaggio di questo paese rappresentano un punto di incontro tra l’Est e l’Ovest; la sua storia è una lunga successione di imperi, invasioni, schermaglie, guerre e massacri.
Tuttavia, questa è anche una nazione caratterizzata dall’istinto di sopravvivenza e dal grande fascino paesaggistico, culturale e gastronomico. La Georgia, fresca di indipendenza, si sta aprendo al mondo e, con il placarsi delle tensioni civili (il paese ha vissuto una guerra civile fra il 1998 e il 1993) il mondo comincia finalmente a prestarle attenzione.
Le strutture turistiche al di fuori della capitale Tbilisi non sono ancora del tutto sviluppate e molti dei beni e dei servizi dati per scontati in altri paesi non sono ancora disponibili, ma nonostante ciò la Georgia inizia a presentarsi con orgoglio al mondo.
La sua cultura ha radici antiche ed è formata da un gran numero di influenze diverse, mentre la sua popolazione presenta un insieme di aspetti tradizionali e allo stesso tempo molto moderni. La tradizione gastronomica del paese è estremamente ricca, e come attrazioni principali possiamo annoverare le rovine secolari di Narikala, la Chiesa della Trinità dei Gergeti e l’antica città di Varzia, che tanto ricorda i sassi di Matera.
# Transilvania, non è solamente la patria del conte Dracula
credits: @castles_and_palaces
Nel 1897 la Transilvania viene scelta da Bram Stoker come terra natale del suo celebre personaggio, il conte Dracula. Lo straordinario successo del romanzo, nonché delle numerosissime opere derivate, rende la regione nota a livello internazionale. Nell’immaginario collettivo la Transilvania è ritratta spesso come una terra arretrata, disseminata di piccoli villaggi medievali terrorizzati da vampiri dimoranti in castelli gotici.
L’identificazione della Transilvania col genere horror va al di là del suo mostro più rappresentativo, rendendola l’ambientazione prescelta anche per storie che non trattano di vampiri. Un esempio celebre è il film Frankenstein Junior di Mel Brooks.
Fra tante perle, svetta indubbiamente Il castello di Bran (Castelul Bran in rumeno) un castello della Romania costruito in stile medievale e gotico. Si trova presso il comune di Bran (vicino Brașov) e sorge sull’antico confine tra la Transilvania e la Valacchia. È proprio questo il maniero che deve buona parte della sua fama all’autore Bram Stoker.
Si presuppone infatti che egli abbia ambientato il suo romanzo gotico Dracula proprio in questo luogo, dal momento che quello di Bran è l’unico castello della Romania la cui architettura coincide con quella descritta da Stoker, ed è questo il motivo per cui è comunemente conosciuto come il “castello di Dracula”.
Ma la lista rumena del Patrimonio Mondiale UNESCO comprende altri grandi monumenti, fra cui i villaggi sassoni della Transilvania con le relative chiese fortificate, le chiese interamente affrescate della Moldavia settentrionale e della Bucovina, le chiese in legno del Maramureș, il Monastero di Horezu, il centro storico di Sighișoara, le fortificazioni daciche dei Monti Orăștie e il Delta del Danubio.
Naturalmente non dimentichiamo la cucina, basata su piatti saporiti a base di carne, pesce, verdure e diverse spezie, ma fate attenzione allo stomaco e all’alito: la maggior parte dei piatti locali, infatti, sono piccanti e a base di aglio. Tanto aglio.
# La bellezza naturale di Cape Ferret
credits: @diaryofashleytaylor
Qui andiamo un po’ più sul classico e soprattutto su un prezzo più elevato. Molto apprezzata da star e personaggi famosi, la bellezza naturale del bacino di Arcachon seduce per il suo ambiente naturale, il fascino incontaminato e l’atmosfera estiva: è qui che ci imbattiamo nella verdeggiante penisola di Lège-Cap-Ferret.
Spiagge sabbiose che si affacciano sia sulle acque vivaci dell’Oceano e sontuose ville annidate sotto le pinete; i villaggi tipici dediti all’ostricoltura come Piraillan, Le Canon e L’Herbe, dove è bello passeggiare e assaporare un vassoio di ostriche fresche su una terrazza; i negozi, caffè, ristoranti, mercati e animazioni di Cap-Ferret.
Queste sono le principali attrazioni che rendono apprezzata la famosa penisola girondina. Inoltre, vicino al molo Bélisaire è possibile, da aprile alla fine di settembre, saltare sul pittoresco trenino di Cap-Ferret, un mezzo davvero piacevole per raggiungere la bella spiaggia oceanica dell’Horizon.
Aperto al pubblico (e imperdibile) è poi il faro di Cap-Ferret, dotato di una scala a chiocciola di 258 gradini, che offre dalla sua piattaforma uno straordinario panorama sulla penisola, sulla famosa duna di Pilat e sull’Oceano. Per completare la visita consigliamo una mostra interattiva dedicata alla storia del faro, all’evoluzione della cartografia marina e ai metodi di navigazione.
# Albania, dove musulmani e cristiani vivono in perfetta sintonia
credits: @shqiperia__official
Una vacanza in Albania è un’esperienza alla portata di tutti, grazie alle tariffe piuttosto contenute, con un cambio monetario estremamente favorevole. L’Albania è un Paese relativamente piccolo, tuttavia si tratta di un territorio ricco di luoghi da conoscere, dalle splendide località di mare, alla cucina ricca e speziata alle affascinanti cittadine storiche, passando per le terme naturali e gratuite.
La scoperta dell’Albania rappresenta un’immersione completa nella cultura albanese, per visitare mete uniche come la città antica di Berat, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, la movimentata capitale Tirana, la moderna cittadina di Durazzo, senza dimenticare gli splendidi paesaggi di Saranda e Scutari.
Il tour della capitale può cominciare dalla Torre dell’Orologio, un vero e proprio simbolo locale, costruita nel 1820 e alta ben 35 metri, proseguendo alla volta della futuristica Piramide di Hoxha, oggi un importante centro culturale giovanile.
Da visitare a Tirana anche il Museo dei Servizi Segreti, Sigurimi, il Mercato Centrale cuore pulsante della città albanese, l’imponente Museo Nazionale di Storia e la Moschea Et’hem Bey, facendo una sosta per mangiare nel movimentato quartiere di Blloku. Qui musulmani e cristiani vivono in perfetta sintonia, come si può notare dal centro storico diviso in due aree.
# Mauritania, due stili di vita molto differenti
credits: @taliba_mauritania
Sul territorio della Mauritania, prevalentemente desertico, si incontrano due modelli di vita agli antipodi: quello sedentario e quello delle tribù nomadi. Dune di sabbia, altopiani rocciosi, montagne isolate e gole profonde caratterizzano il paesaggio, che è attraversato a sud dal fiume Senegal, lungo il cui passaggio sono nate oasi e pianure coltivate.
Nonostante l’aspetto impervio e brullo, la Mauritania ha un fascino unico e possiede molte attrattive. Lungo la costa ci si può dedicare al surf, assaggiare le prelibatezze a base di pesce e rilassarsi sulle spiagge mentre addentrandosi nell’entroterra si incontrano affascinanti cittadine carovaniere e le tende multicolori dei nomadi. Il paesaggio lunare dei suo altopiani centrali rende difficile credere che la Mauritania, un tempo, fosse una regione ricca di laghi, fiumi e vegetazione.
Il quartiere più antico della capitale Nouakchott città si chiama Ksar ed è qui che l’aviatore Antoine de Saint-Exupéry, il celebre autore de Il piccolo principe, amava trascorrere molto tempo. Progettata per ospitare duecentomila abitanti, Nouakchott è attualmente abitata da circa seicentomila persone e questo ha provocato il fenomeno delle baraccopoli che occupano le zone periferiche della città. Ospita inoltre un Museo Nazionale che rappresenta un’ottima introduzione allo stile di vita e alla cultura delle popolazioni nomadi della Mauritania.
Ora come al solito tocca a voi. Avete mai pensato di soggiornare in uno di questi paesi? Raccontateci le vostre mete per le vacanze!
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Per un’estate italiana e dalle nuove esperienze, ogni giorno il BelPaese regala scorci indimenticabili o posto particolari dove andare. Nel nord Italia, precisamente a meno di 4 ore da Milano e sulla costa dell’Adriatico, c’è un piccolo villaggio fatto di tante casette-barca, tutte coloratissime.
Il VILLAGGIO in ITALIA fatto di CASETTE-BARCA COLORATE ispirato ai villaggi olandesi. Ecco dove
La nuove tendenza delle houseboat, che regala l’esperienza di vivere sull’acqua, sta spopolando in tutta Italia, ma come ci sono case e case, ci sono anche houseboat e houseboat. Quelle di Lignano Sabbiadoro, in provincia di Udine nel Friuli Venezia Giulia sono forse le più belle. Il Marina Azzurra Resort, perché si tratta di una struttura turistica, ha creato un vero e proprio villaggio di casette coloratissime, la maggior parte a due piani. La particolarità è ovvia: sono case galleggianti, o ormai più comunemente chiamate case-barca.
Il resort si estende su una superficie verde di 120.000 m², a pochi passi dal Parco Zoo Punto Verde di Lignano Riviera e a poco più di 2km dalla spiaggia e dal centro di Lignano Sabbiadoro e Bibione.
# Ispirato ai villaggi olandesi e canadesi
Credits: @laba_10_ Marina Azzurra Resort
Il piccolo villaggio di Lignano Sabbiadoro è fatto da tante case-barca dai colori pastello. Verrebbe subito da collegarlo alla bella Burano, ma il Marina Azzurra Resort in realtà si è ispirato ai classici villaggi olandesi e canadesi. Con i suoi 7000 posti barca sulle acque del fiume Tagliamento, inoltre, il resort di Lignano Sabbiadoro è la più grande area turistica portuale d’Italia, inserendosi in un contesto naturale particolare e su un’acqua dalle sfumature marine e verde smeraldo.
Le casette-barca sono tutte abbastanza simili tra loro, ma gli ospiti della struttura possono scegliere se soggiornare su una laguna interna, sul fiume oppure direttamente nel giardino. Con un elegante zona giorno, un terrazzino vivibile e l’offerta di tutti i servizi essenziali, le houseboat di Lignano Sabbiadoro offrono gli stessi comfort di un hotel ma in strutture un po’ particolari.
Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Metti tre musicisti, tre ciclisti…poetici e tre tandem in giro per Milano e ottieni una meravigliosa kermesse itinerante.
Il CONCERTO in TANDEM per le strade di Milano
I protagonisti
Foto: Andrea Cherchi (c)
Il trombettista Raffaele Kohler, il clarinettista Stefano Corradi (per l’occasione sassofonista) e il violinista Alberto Bramani, tutti musicisti di fama internazionale che si sono prestati, per un giorno, ad incantare la città mentre tre ciclisti, tra i quali Simone Lunghi, l’angelo dei Navigli, li portavano a zonzo per la città, dal Castello a Buenos Aires passando dal Duomo per poi finire in Darsena dove sono state suonate le ultime note di una esibizione che ha incantato tutti coloro i quali hanno incrociato questa mini orchestra.
I promotori
Iniziativa promossa per promuovere la mobilità sostenibile e sensibilizzare i cittadini verso l’uso della bicicletta anziché macchine e moto, oltre che da Lucia Martinelli, anima di Musica nell’Aria, che ha fortemente voluto portare la musica fuori dai teatri e renderla godibile a tutti, specie in questo momento molto difficile per le strutture ricettive quali sono i teatri. Esperimento riuscito fin dalla partenza, quando i musicisti hanno suonato “Oh mia bela Madunina” omaggiando la città con la canzone più famosa dedicata a Milano.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Due gruppi di ragazze e ragazzi, apparentemente inconciliabili tra loro, sono stati scelti per un’incredibile avventura da fare tutti insieme. Ognuno dovrà contribuire alla buona riuscita, sia con le proprie capacità che con le fragilità personali.
Sul MONTE BIANCO e a BORDO DI UN VELIERO: la TERAPIA DELL’AVVENTURA di una scuola di Milano
# Terapia dell’AVVENTURA
Tutti gli studenti italiani sono in attesa di scoprire come sarà il rientro a lezione a settembre. Visto che a Milano se sta maj cui mani in man, la scuola professionale Galdus ha organizzato un’esperienza da brividi, o da sogno, per alcuni dei suoi allievi.
Sperimenteranno quella che si chiama terapia dell’avventura, un sistema per imparare a superare i propri limiti, lavorare in gruppo e non abbandonarsi alla paura.
Per questa speciale materia extra scolastica sono stati scelti due gruppi di ragazze e ragazzi, con un processo molto complesso, mirato a tenere insieme i due stati d’animo che si sono rivelati durante l’ultimo anno scolastico. Spiega Davide Ferrazzi, che della Galdus è un formatore esperto di Bisogni Educativi Speciali: [la scelta è] «un meccanismo premiante per chi ha fatto di tutto per reagire e resistere alle difficoltà, e un meccanismo tutelante per chi è andato maggiormente in sofferenza» aggiungendo che i luoghi scelti per l’esperienza extra scolastica «si trasformeranno in un’incredibile palestra di apprendimenti, e in un luogo privilegiato per il confronto mediato tra pari, rendendo i bisogni e le risorse di ciascuno davvero speciali»
# Il BRIVIDO del ghiacciaio al MONTE BIANCO
credits: @matteo_tei_meucci
Il primo gruppo di ragazzi milanesi, sotto la supervisione delle guide alpine della Scuola Alpina di Aosta, avrà la possibilità di affrontare un complesso percorso che si snoda tra trekking, orienteering e camping in quota.
La sfida proposta è la sicurezza in montagna, con attenzione per sé stessi e per il gruppo contemporaneamente, una lunga escursione a quota 1700 metri in Valle D’Aosta, fino ad arrivare al Colle San Carlo per il campo base, sulle sponde del gelido lago montano. Il tutto condito dalla strabiliante bellezza dei luoghi, davvero mozzafiato.
# Il SOGNO: il VENTO in faccia nel TIRRENO
n barca nel Golfo dei Poeti
L’altro gruppo di studenti è atteso all’imbarco a La Spezia. Sebbene gli studenti siano del corso dedicato alla ristorazione, non è una nave turistica ad attenderli. È il brigantino Nave Italia della Marina Militare, un veliero di 61 metri. Gli studenti milanesi dovranno affrontare 5 giorni di vento, mare, turni di guardia, spirito di squadra e sacrificio.
Si lavora, si gioca, si pranza, si vive, sempre insieme agli ordini del comandante e del nostromo. La routine a bordo prevede di lucidare gli ottoni, probabilmente pelare patate, ma anche ammainare ed issare vele e – soprattutto – la “salita a riva”, cioè la scalata dell’albero di trinchetto, su un cammino di corde, fino a 10 metri di altezza. Con buona pace di chi soffre di vertigini.
# La comunità dopo il distanziamento
«Un luogo privilegiato per il confronto mediato tra pari, che rende i bisogni e le risorse di ciascuno davvero speciali» spiega Davide Ferrazzi aggiungendo che «i vantaggi si rilevano su molti fronti. Alcuni manifestano immediatamente il valore trasformativo dell’esperienza, tanto da essere positivamente “irriconoscibili” al ritorno a casa e a scuola. Altri ne traggono spunti di riflessione (sia cognitivi che emotivi) sul proprio essere unico in mezzo agli altri».
Un’esperienza dal forte valore socio-educativo, di socialità, contando ognuno sulla forza in sé stessi, affidandosi agli altri con fiducia per re-imparare «capacità di relazionarsi, di comunicare, di esercitarsi nella relazione, nella collaborazione in presenza, sentendosi parte di un gruppo, ognuno con le proprie specifiche caratteristiche».
La terapia dell’avventura è una pratica molto in voga negli Stati Uniti, che ha ottenuto grandi successi nella riabilitazione fisica, cognitiva, emotiva e sociale. Viene proposta in Italia con successo a gruppi di persone di differenti età, magari affette da malattie particolari o da disagio psicosociale profondo.
Il metodo non punta a rimediare a deficit, pianifica la costruzione dei punti di forza di ciascun partecipante.
La rete milanese ha permesso di realizzare quest’esperienza per i giovani milanesi, ovvero la scuola professionale Galdus e un bando della Fondazione Cariplo che ha accolto la richiesta di finanziamento.
Per i giovani milanesi è l’esperienza giusta al momento giusto, dopo la disgregazione sociale subita dagli adolescenti, seguita dalla paura del virus, una bella iniezione di fiducia negli altri e in sé stessi, per imparare ad affrontare la paura e superare alcuni dei propri limiti.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Le nuove varianti del virus si stanno già diffondendo a macchia d’olio, i contagi sono di nuovo in salita a livello globale e così, Levi Garraway (il responsabile dello sviluppo del farmaco) offre una soluzione per debellare il virus e dare speranza per la realizzazione di una potenziale nuova terapia per i pazienti considerati ad alto rischio.
Il GIAPPONE è il primo Paese a dare VIA LIBERA al FARMACO ANTI-COVID che riduce i rischi di ricovero del 70%
# Una nuova combinazione di ANTICORPI
La casa farmaceutica Roche, in collaborazione con quella statunitense Regeneron Pharmaceuticals, ha creato un nuovo farmaco in grado di contrastare il Covid già dai primi sintomi. Sviluppato secondo una diversa combinazione di anticorpi monoclonali (Ronapreve, casirivimab e imdevimab), riesce a ridurre la durata dei sintomi a soli 4 giorni e il periodo di remissione della malattia. È stato sottolineato, inoltre, la grande efficacia di questa combinazione anche per combattere le nuove varianti del virus.
# Il Giappone è l’UNICO Paese ad aver dato il via libera
credit: ehabitat.it
In seguito ai dati delle sperimentazioni e dopo essere stato testato su 4.567 persone volontarie, si è dimostrato efficace nella riduzione dei rischi di ricovero e decesso nel 70% dei casi e così, le autorità di Tokyo danno il via libera. Sembrerebbe essere l’unico Paese ad averlo fatto, in quanto in quelli restanti, Confederazione compresa, lo utilizzano solo in via eccezionale.
Il responsabile dello sviluppo presso il gruppo farmaceutico basilese, Levi Garraway, afferma: “Ronapreve ha dimostrato di migliorare lasopravvivenza di pazienti Covid-19 ad alto rischio, non ospedalizzati, riducendo il rischio di ospedalizzazione e di morte. Inoltre, la sua capacità di mantenere l’attività contro le varianti emergenti, compresa la variante Delta, è stata dimostrata negli studi preclinici”.
# Vogliono usarlo anche in SVIZZERA
Nell’aprile scorso, il Consiglio Federale aveva comunicato di voler rendere disponibile questa nuova terapia il prima possibile anche in Svizzera, per garantire una maggiore protezione anche a chi non è ancora vaccinato. Sono state comprate circa 3.000 dosi e ora si è in attesa che i farmaci in questione vengano ufficialmente approvati.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
La civiltà occidentale è evoluta attraverso la progressiva estensione dei diritti individuali a tutti i cittadini.
Tanto più una società garantisce pari diritti e pari opportunità ai suoi cittadini, senza differenze determinate da caratteristiche o da comportamenti, quella società rappresenta una forma di civiltà avanzata.
Lottare per i diritti significa fare in modo che i propri diritti siano estesi anche a quelli che non li hanno. Questa è la cultura del diritto. La maggioranza è una maggioranza civile se vuole che anche la minoranza abbia gli stessi suoi diritti, senza alcuna discriminazione perché la minoranza agisce o pensa in modo differente.
Se invece la lotta porta ad affermare per sé e per il proprio gruppo di riferimento dei diritti esclusivi a cui altri sono tagliati fuori, non si tratta di cultura dei diritti ma di cultura dei privilegi.
Il privilegio è retaggio di una società retrograda, pre-rivoluzione francese, in cui le persone non sono tutte uguali ma differiscono in base a caratteristiche fisiche, culturali o di fedeltà al potere.
I princìpi di tutte le democrazie moderne si basano sulla carta dei diritti dell’uomo che sembrava aver fatto uscire di scena il privilegio dalla società. Che invece è uscito dalla porta per rientrare dalla finestra.
Oggi ci troviamo a discutere su questioni giù affrontate dai grandi pensatori del settecento e che si pensava risolte, soprattutto dopo le deviazioni negli anni venti e trenta del novecento europeo.
Forse c’è bisogno di un nuovo illuminismo per uscire da questi tentativi pluricentenari di restaurazione della società dei privilegi.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.