Imporre agli altri la propria scelta contro la loro volontà significa considerare gli altri degli inferiori.
Una delle caratteristiche della nostra epoca è l’attitudine di gran parte delle persone a preoccuparsi di quello che fanno gli altri. Così come considerare chi ha una idea diversa come un nemico da abbattere e da denigrare.
Invece di considerare una ricchezza e un segno di civiltà il fatto che ci siano scelte e idee diverse, si tende a voler conformare tutto alla propria. In questo modo si cancella il senso positivo del vivere insieme che è dato dal confronto e dalla ricerca di una sintesi di posizioni diverse.
Il contraddittorio è alla base del concetto di intelligenza collettiva che consente di raggiungere risultati più importanti rispetto all’intelligenza di un singolo.
Forse tutto nasce dal fatto che si è persa l’umiltà. L’umiltà viene da humus che era il terreno attorno alla radice di un albero: umiltà significa non discostarsi dal proprio terreno e dalla proprie scelte, mentre arroganza è voler imporre il proprio terreno a tutti gli altri.
Se non considerassimo gli altri come degli inferiori potremmo accettare serenamente che possano prendere decisioni diverse dalle nostre e, anzi, potremmo cercare di capire da loro se la decisione è frutto di storie o esigenze diverse oppure potrebbe apportare un miglioramento alle nostre scelte.
La stessa scienza rappresenta storicamente uno spazio di umiltà contrapposto all’arroganza del dogma religioso. Se la scienza si trasforma in dogma e una società rifiuta il confronto, considerando inferiore chi ha idee diverse, occorre concepire una vera scienza e una civiltà di persone che non si considerano né al di sopra né al di sotto degli altri.
Obiettivo è cercare la verità, non avere ragione. Anche perché “la ragione è degli stupidi”. Così come l’arroganza.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
La magia arriva anche a Milano grazie al Museo delle Illusioni, un’esperienza sensoriale dedicata a grandi e piccini che permette di fare tutto quello che, di norma, sarebbe vietato fare in uno spazio museale.
La MAGIA a MILANO: apre il museo delle ILLUSIONI
# Il museo in cui si interagisce con le opere
credits: milan.museodelleillusioni.it
Via Settembrini 11: la sede di questo nuovo evento che coinvolge persone di tutte le età. Il museo ha inaugurato martedì 7 luglio e promette una divertentissima esperienza sensoriale. I visitatori possono aggirarsi tra le sue 5 stanze e lasciarsi incantare dalle numerose illusioni, ma queste non sono l’unica attrazione.
La particolarità di questo museo è nella libertà che viene lasciata al visitatore, il quale non è costretto ad osservare passivamente le esposizioni in religioso silenzio, ma avrà la possibilità d’interagire con le opere, chiacchierare vivacemente, correre, ridere e scattare foto.
# La realtà è un’illusione
Il Museo delle Illusioni nasce nel 2015 a Zagabria, ideato dagli architetti Sven Franc e Jasmina Frinčić con l’obiettivo di svelarci le “imperfezioni” dell’elaborazione di determinate immagini del nostro cervello. All’interno di queste stanze interattive, si viene trasportati in un mondo magico e illusorio dove ogni opera sembra mettere in dubbio la nostra realtà.
“Guarda più da vicino ogni illusione ottica e osserva attentamente ogni installazione – continuano dal Museo -. Sono un brillante e divertente promemoria del fatto che le nostre convinzioni sul mondo che percepiamo spesso non sono altro che uno spettro d’illusioni“.
# Oltre 70 illusioni: dalla Stanza Antigravità al Vortex Tunnel
credits: milan.museodelleillusioni.it
Solo 5 stanze, ma ben 70 illusioni. Tutte diverse tra loro: si possono trovare rompicapi, illusioni ottiche e percettive, trucchi di magia basate sulla psicologia, la matematica, la fisica e la biologia. Tra le più particolari troviamo la Stanza Anti Gravità, dove si diventa testimoni di cose impossibili come sfere che rotolano verso l’alto o acqua che scorre in salita. Il Vortex Tunnel, un cilindro rotante che gira sopra alla testa rendendo estremamente difficile rimare in equilibrio, oppure il Vero Specchio che mostra come siamo realmente.
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Se qualcuno si è perso l’occasione ieri, non può fare altro che sperare che riaccada. Occhi ben aperti e sito di Ryanair sempre sotto mano, perché quest’estate la compagnia di voli low cost sta lanciando numerosissime offerte.
Le OFFERTE LAMPO di RyanAir: l’estate 2×1, un VOLO GRATIS per ogni biglietto
# Il 2X1 dei viaggi: un volo gratis per ogni biglietto acquistato
Credits: @ryanair Ryanair
Quando si legge il 2X1 al supermercato si scruta attentamente se la cosa in offerta ti possa interessare acquistarla o ti serva e poi la si compra ugualmente soltanto per lo sconto. Ryanair, ieri, 7 luglio, ha lanciato un’offerta di questo genere. Per 24 ore bastava collegarsi al sito di Ryanair e prenotare una delle oltre 1.100 rotte disponibili. In automatico la compagnia aerea ti avrebbe regalato un biglietto identico a quello acquistato per un amico o familiare. Un’occasione unica per viaggiare nelle principali mete europee.
# Le offerte estive da Milano
Credits: @ryanair Ryanair
Se ci si è persi questa occasione, Ryanair comunque continua con le sue offerte. Probabilmente per risollevarsi dai due anni di crisi e vedendo la voglia di viaggiare delle persone, la compagnia aerea irlandese propone sconti del 20% a chi prenota entro il 14 luglio e viaggia tra luglio e ottobre. Anche qui i posti sono limitati e con destinazioni specifiche, ma all’interno dell’offerta, dall’aeroporto Milano-Bergamo di Orio, si potrebbe raggiungere Londra con meno di 5 euro e Parigi con meno di 15. Ryanair punta molto anche sull’estate italiana e collega Milano ad alcune destinazioni del BelPaese, come Palermo, Alghero e Cagliari, e ad altre internazionali come Corfù e Minorca. Tutte proposte che non superano i 15 euro.
# Attenzione a Ryanair: potrebbe regalare viaggi
Credits: @ryanair Ryanair
Come si è già detto Ryanair sta lanciando, quasi periodicamente, delle offerte folli e imperdibili. Se già i voli venduti sono a prezzi bassi, la compagnia aerea, lo scorso 30 giugno ha offerto molte delle sue tratte a 4 euro. Sono tutte offerte lampo di un giorno circa, quindi attenzione a Ryaniar, potrebbe quasi regalarti un viaggio.
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È unica nel suo genere, ha un colore e un profumo inconfondibile, e ha mille e più proprietà. Sapevate che la Provenza esiste anche in Italia?
I colori della Provenza sulla RIVIERA del BRENTA
Alzi la mano chi non apprezza il caratteristico profumo della lavanda. Ecco, proprio a voi consiglio di cambiare articolo.
A me è sempre piaciuta la lavanda: il suo colore tra il lilla e il violetto—appunto, color lavanda— e il suo profumo che mi ricorda un’estate calda, afosa, ma inebriante. Per anni mi sono drogata—non ditelo in giro—di olio essenziale sul cuscino prima di andare a dormire e caramelle alla lavanda per il mal di testa e, quando finalmente mi sono decisa a tingermi i pollici di verde in preda alla noia da lockdown, ho scelto di farlo con delle piante di lavanda: tre sono morte rovinosamente, ma alla fine, mi godo quei piccoli e orgogliosi fiorellini sbocciati dall’unica superstite.
Credits: @zaiapresidente (Twitter)
Ora, immagino che non siate qui per leggere delle mie (dis)avventure con questa pianta, ma perché attirati dal titolo. Provenza e Riviera del Brenta. Che cos’avranno mai in comune? Se siete bravi a leggere tra le righe, l’avrete ormai capito. Esatto, proprio lei, la lavanda!
# La Lavanda del Brenta
Potremmo davvero essere in Provenza, e invece siamo a Fiesso d’Artico (VE), un piccolo comune nel cuore della meravigliosa Riviera del Brenta. Qui, un’azienda biologica locale, “La Lavanda del Brenta”, ha portato in Riviera un piccolo scorcio magico e diverso dal solito, e con un quarto di ettaro di lavanda per un totale di circa 15 quintali di fiori, dal 2018 produce e vende il profumatissimo (e che crea dipendenza) olio essenziale e miele aromatizzato alla lavanda—in collaborazione con apicoltori della zona.
Credits: La Lavanda del Brenta (Facebook)
Tra il rio Serraglio e il fiume Brenta, “La Lavanda del Brenta” si trova sui percorsi cicloturistici più famosi tra le ville della Riviera, che in estate sono meta ambita e ghiotta per tantissimi turisti e appassionati. Adriano Baldan, contitolare dell’azienda, ammette infatti che sono in molti i turisti che desiderano visitare e seguire la crescita del campo di lavanda di Fiesso d’Artico.
Credits: La Lavanda del Brenta (Facebook)
L’azienda, inoltre, convive con altre realtà locali: oltre alla produzione di miele di lavanda—che se non avete mai assaggiato, vi consiglio di farlo insieme a del formaggio di capra, ma anche il Montasio si difende benissimo—, “La Lavanda del Brenta” ospita anche una produzione di canapa industriale, utile per la produzione di mattoni isolanti e reti da pesca.
Credits: La Lavanda del Brenta (Facebook)
Ma non è tutto. L’azienda propone e promuove, attraverso la sua pagina Facebook, tantissimi laboratori creativi per i bambini—il prossimo prevede la realizzazione di originali girasoli con materiali naturali—, lezioni di yoga, o l’Olistic Day, una giornata dedicata al benessere con passeggiate meditative, massaggi rilassanti, e laboratori anche per i più grandi.
Credits: La Lavanda del Brenta (Facebook)
# Che significa “lavanda”?
Vi siete mai chiesti cosa significhi la parola “lavanda”? Io mi faccio questa domanda per quasi ogni parola che incontro nelle mie giornate, perché quando dedichi quasi vent’anni a studiare lingue che parli, che non parli, che non parla più nessuno e così via, chiedersi “cosa significa” è abbastanza una costante. Tornando alla lavanda, se ve lo siete chiesto, eccovi qualche risposta (e se non ve lo siete chiesto, immagino lo scoprirete ugualmente).
Credits: La Lavanda del Brenta (Facebook)
Come è facile intuire, il nome di questa pianta viene direttamente dal latino; più precisamente, dal gerundio del verbo “lavare”. Sembra infatti che Greci e Romani facessero largo uso di fiori di lavanda per profumare l’acqua delle terme in cui si immergevano, così da potersi abbandonare a bagni rilassanti e profumati. Una tradizione che prosegue anche nel Medioevo: qui la lavanda veniva direttamente usata per detergere il corpo—nell’attesa dell’arrivo del sapone.
Credits: La Lavanda del Brenta (Facebook)
La lavanda, pianta diffusissima in tutto il bacino mediterraneo, è ovviamente protagonista di alcune leggende e teorie. Secondo la mitologia persiana, per esempio, la pianta prenderebbe il nome dalla principessa Lavy, figlia del Re di Persia. Si racconta che la principessa, promessa sposa al sultano d’Asia contro la propria volontà, dovette imparare astronomia e botanica. Per far ciò le venne assegnato il giovane Nibis come maestro. Ma i due giovani si innamorarono perdutamente l’uno dell’altra. Per poter restare sempre insieme, chiesero aiuto al Cielo e agli Dei: questi trasformarono i loro corpi abbracciati in lavanda.
Credits: @zaiapresidente (Twitter)
Infine, nel linguaggio dei fiori, alla lavanda vengono attribuiti due significati diversi: diffidenza da una parte e nostalgia di una persona cara dall’altra.
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Camminare nel vuoto percorrendo le orme di qualcuno, altrimenti si cade, una bella metafora di fiducia nel prossimo. Forse non ha nulla a che fare con la fiducia, ma, in qualsiasi caso, il ponte dei piedi è una via ferrata sospesanel vuoto, percorribile in totale sicurezza, composta da orme di ferro.
Il PONTE dei PIEDI: la via sospesa nel vuoto dove bisogna seguire le orme
# L’amore per gli sport estremi
Credits: mmove.net Via ferrata delle aquile
Sempre più persone si stanno appassionando agli sport estremi. Sarà la ricerca del rischio e del brivido o la sensazione di adrenalina, insieme ad un po’ di ansia, a spingere la gente a provarli. C’è poi chi parte direttamente con il bunjee jumping o il paracadutismo e chi invece preferisce andare più sul sicuro, ma vivere comunque l’avventura. Tra quest’ultimi sport estremi potremmo inserire quello del percorrere le vie ferrate.
Quando si parla di via ferrata si intende un insieme di strutture e attrezzature realizzate su una parete di roccia per facilitare la salita in sicurezza per un percorso escursionistico o alpinistico. Recentemente questi percorsi stanno diventando delle vere attrazioni turistiche, viste come un modo per divertirsi, fare sport e vivere un po’ d’avventura.
# La Via ferrata delle Aquile
Credits: @earthpix Via Ferrata Lago di Garda
È proprio in una dei percorsi delle vie ferrate del nord Italia che si trova il ponte dei piedi. Ci troviamo su una delle montagne dell’Altopiano Trentino, precisamente ad Andalo, da cui poi si prendono gli impianti di risalita per giungere in località Santel, sulla parete della Paganella. Qui si prende poi il percorso delle aquile, un tratto di media difficoltà ma molto affascinante e carico di adrenalina. Percorrendo la Via Ferrata delle Aquile è possibile ammirare un panorama mozzafiato sulla Valle dell’Adige, le Dolomiti di Brenta, il Lago di Garda e la Valle dei Laghi.
# Segui le orme
Credits: @earthpix Via Ferrata delle Aquile
La particolarità di questa via ferrata è proprio uno dei suoi ponti, formato da sole orme di ferro. L’attraversamento non è particolarmente lungo e ai lati vi sono delle corde a cui si è legati e a cui attaccarsi per poter attraversare tranquillamente, se così si può dire, il ponte.
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Il sito catania.liveuniversity ci parla di una TOP 10 delle spiagge italiane più belle e fotografate resa nota dal portale Holidu. Andiamo a scoprire quale si è aggiudicata il primo posto.
La “Scala dei Turchi: la SPIAGGIA più fotografata d’ITALIA
# 199.142 volte più BELLA
credits: @classic_summerbeauty su IG
Holidu ha realizzato una classifica delle spiagge più belle dello Stivale tramite Instagram, basandosi sulle foto dei luoghi più fotografate e condivise sul social. Con ben 199.142 post, il primo posto se lo aggiudica la Scala dei Turchi di Agrigento. Vediamo perché è così amata dai turisti e dagli italiani.
# Una storia dei PIRATI
credits: @_martina_m.a_ su IG
Il nome della spiaggia si lega ai pirati Saraceni, chiamati erroneamente Turchi dalle popolazioni locali, che approdavano intorno al ‘500 sulla costa per saccheggiare il villaggio (oggi è l’attuale Realmonte). Ma non solo, il nome si rifà anche alla particolare conformazione della roccia che prende la forma, appunto, di una scala. La parete a gradoni facilitava l’approdo dei pirati in quanto si trattava di un punto particolarmente strategico: poco controllato e riparato dal vento.
# Una BELLEZZA forgiata dalle ONDE
credits: @jaxthejester su IG
Questa spiaggia è nota per la sua particolare forma ondeggiante e poco regolare, grazie all’azione continua dell’acqua e del vento, per le pareti bianco candido di marna della scogliera a picco sul mare (colore dovuto alla presenza di minerali). L’intera Scala dei Turchi è formata da roccia argillosa e calcarea e, grazie alla sua bellezza ineguagliabile, ha tutte le carte in regola per diventare un sito patrimonio dell’UNESCO.
# È conosciuta anche nel cinema
credits: Quotidiano Nazionale
La Scala dei Turchi è stata anche lo sfondo di numerose riprese cinematografiche, come “Il Commissario Montalbano”, “Malèna” e “In Guerra per Amore”. Purtroppo, la fama non è stata clemente con questa spiaggia perché ora deve fare i conti con diversi casi di abusivismo edilizio e rischio idrogeologico causata dall’eccessiva attività umana.
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Vi siete mai chiesti per quale motivo Roma, la nostra capitale, sia quasi totalmente priva di grattacieli? Una ragione precisa c’è.
Pensando alle città italiane e ai loro grattacieli, il pensiero va quasi in modo spontaneo a Milano. Sarà perché la sua skyline è principalmente composta da edifici altissimi, o forse perché proprio a Milano si trova il grattacielo più alto d’Italia (Torre Unicredit). E invece Roma?
Non sarà come Milano, ma anche la città eterna ha i suoi grattacieli, bisogna solo sapere dove trovarli.
Anche ROMA ha i suoi GRATTACIELI
# La torre Eurosky, la più eco-sostenibile
credits: @dereaedificatoria su IG
Con i suoi 120 metri di altezza (155, se si considera anche l’antenna), la torre Eurosky è l‘edificio più alto di Roma (dopo la basilica di San Pietro). Progettato da Franco Purini e Laura Thermes, presenta 28 piani residenziali e 5 piani “tecnici” e riprende la tradizione medievale legata alle torri. “Roma, prima delle cupole aveva le torri e questo grattacielo riprende quella presenza verticale”, così afferma Purini.
La torre Eurosky si classifica come l’edificio più eco-sostenibile di Roma grazie alle soluzioni estremamente all’avanguardia utilizzate, come la presenza di pannelli fotovoltaici con potenza di 180 kW sul tetto, sistema di raccolta differenziata ad ogni piano, sistema di trigenerazione per la produzione di aria calda e fredda e di energia elettrica a piastre radianti a pavimento per ridurre notevolmente le emissioni di CO2 e un sistema di raccolta di acqua piovana.
# La semplicità della torre Europarco
credits: modulo.net
Situata nella zona di business park, anche la torre Europarco svetta con i suoi 120 metri e 35 piani interamente rivestiti di cristallo. L’edificio si presenta con un layout semplice ma internazionale con un’alternanza di pannelli ornati ciechi, moduli vetrati apribili e pale frangisole. All’estetica si aggiunge anche il funzionamento tecnico volto alla sostenibilità ambientale e improntato sul bilanciamento termico.
# Ma non solo torri
credits: silviaf_13
Oltre alle due torri, possiamo trovare altri edifici sviluppati in altezza che, tuttavia, non sono da considerarsi grattacieli. Ad esempio, il Gazometro nel quartiere Ostiense (92 metri), la torre Telecom a Tor Pagnotta (178 metri) o la torre radio di Monte Mario (146 metri).
# Il cielo come sfondo
Il motivo per il quale Roma ha un numero così esiguo di grattacieli lo ritroviamo nel suo essere un autentico museo a cielo aperto. È una città che vanta millenni di storia, di costruzioni e monumenti importanti, il suo patrimonio storico e culturale è così grande che non deve essere “rovinato” e coperto con palazzi e grattacieli.
Inoltre, vi era la falsa credenza che nessun edificio potesse superare in grandezza e in altezza la Basilica di San Pietro, l’edificio romano più alto in assoluto (136,57 metri).
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La data storica è l’8 giugno 2021. Da questo giorno è ufficialmente nato il quinto oceano: dopo il Pacifico, l’Atlantico, l’Indiano e l’Artico potremo finalmente definire il mare che circonda il polo sud come un quinto Oceano.
E’ nato il QUINTO OCEANO
# Un mare fondamentale per l’equilibro del globo
Credits: hdblog.it Oceano Antartico
Questo serve ad identificare un mare unico per le sue peculiarità e l’ecosistema. Un mare che va curato, come gli altri, in quanto è fondamentale anche per l’equilibrio climatico delglobo. Grazie alla caratteristica corrente, la Circumpolare Artica, gioca un ruolo primario nel trasporto del calore con il movimento, creatosi probabilmente 34 milioni di anni fa in corrispondenza del distaccamento della porzione di terra dall’odierno sud America. La corrente, che gira in senso orario, mantiene una bassa temperatura ad un oceano che risulta leggermente meno salato rispetto al comune mare.
# Un oceano che già esisteva da tempo
Credits: lescienze.it Antartide
La National Geographic Society Geographer, per voce dello scienziato Alex Tait, commenta la notizia esaltando il risultato che conferisce a questo quinto Oceano un proprio status, che per gli studiosi esisteva da tempo senza che però vi fosse un riconoscimento ufficiale. Ora grazie ad un accordo internazionale è stato possibile dichiarane la nascita durante il World Oceans Day, proprio l’8 Giugno di quest’anno.
# E’ nato l’Oceano Antartico
Credits: it.wikipedia.org Oceano Antartico
Nel 1953 la suddivisione dei mari comprendeva solo 4 Oceani, mentre per la porzione intorno al Polo Sud era riconosciuta come Mar Glaciale Artico dipendente dall’Oceano Pacifico. L’acqua più fredda e densa, che scorre verso il fondale al largo dell’Antartide, contribuisce a sottrarre parte dell’anidride carbonica dall’atmosfera, uno dei principali fattori del gas serra. Per questo motivo l’oceano Antartico ha un ruolo essenziale nella regolazione del clima terrestre e, grazie a questa sua caratteristica, oltre ad un ecosistema unico ha fatto sì che quest’anno si sia arrivati a riconoscere il suddetto mare come un oceano vero e proprio.
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Tra i diritti fondamentali non esistono diritti più fondamentali degli altri.
Ogni Costituzione moderna tutela dei diritti fondamentali. Il diritto al lavoro, alla salute, al movimento, alla libera espressione, alla non discriminazione e tanti altri. Nessuna Costituzione dispone un ordine a questi diritti, o meglio non prevede che la difesa di un diritto porti a cancellarne un altro.
I diritti hanno tutti pari dignità perché l’insieme dei diritti rappresenta lo spazio di libertà in cui ogni persona può esercitare le sue scelte di vita.
Il problema nasce quando in nome di un diritto ne viene sospeso un altro. In base a quale criterio bisogna selezionare quale diritto deve superare un altro?
Una società è civile proprio perché tutela tutti i diritti fondamentali in modo eguale. Mettendo così solo nelle mani del singolo la scelta su come esercitare tali diritti.
Come ha recentemente denunciato Ginevra Cerrina Feroni, giurista costituzionale e vicepresidente dell’Autorità garante per la privacy: “L’emergenza Covid-19 ha determinato una compressione dei diritti fondamentali costituzionalmente garantiti, come mai era successo nella storia repubblicana. Le misure limitative hanno interessato tutto e tutti: libertà individuali, diritti sociali, diritti economici, diritti politici. Ma la Corte costituzionale insegna che non esistono ‘gerarchie’ di valori costituzionali. La tutela dei diritti deve essere ‘sistemica’. Devo tutelare ad esempio il diritto alla salute e il lavoro. Non sacrificarne uno in nome dell’altro.”
Il precedente che si è creato con questa emergenza è che per la prima volta uno dei diritti costituzionali, quello della salute, ha portato alla compressione e molti casi, alla sospensione di altri diritti fondamentali. E questo senza avere alcuna logica costituzionale, etica o ontologica.
Una società che è molto sensibile ai diritti delle minoranze dovrebbe difendere meglio i diritti fondamentali riconosciuti a ogni cittadino. Non c’è discriminazione più pericolosa di quella che riguarda i diritti fondamentali: perché se tu crei un diritto più diritto di un altro significa negare che ogni altro diritto sia fondamentale.
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È evidente che molti in Italia in questo momento stanno pensando di cambiare aria.
Spesso sono persone che già stavamo pensando questo e in qualche modo il precipitare degli eventi li sta portando a prendere questa decisione.
In tanti stanno cercando delle vie di fuga. Ci sono quelli che hanno perso il lavoro o si sentono improvvisamente a rischio e stanno pensando a come riorganizzarsi. Chi sta in città ricerca soluzioni per andare in posti più vivibili e vicini alla natura. In molti infine stanno iniziando a ritenere insopportabile il clima di odio e di intolleranza sociale che si sta creando nei confronti di chi non si allinea al pensiero dominante cavalcato da media senza scrupoli.
Molti stanno immaginando la decisione più drastica: andarsene.
Forse i più radicalizzati saranno felici del fatto che chi le pensa diversamente lasci l’Italia. Perché pensano di poterne fare a meno e che siano troppo stupidi per rimanere nella società.
Ma quali saranno le conseguenze se chi la pensa diversamente dovesse abbandonare il Paese?
Storicamente l’esilio era considerato una pena per colpire chi si macchiava dei delitti considerati più efferati. La stessa scomunica era un modo per espellere l’eretico.
Però se si guarda il passato i luoghi da cui se ne sono andate persone perché perseguitate per le loro idee o perché non trovavano spazio per la loro libertà, sono tutti finiti in disgrazia.
Non è un mistero che dalla Germania nazista non solo se ne sono andati gli ebrei ma l’hanno lasciata anche molti che non si riconoscevano più nel regime autoritario. E le cose per la Germania di allora non sono certo finite bene.
Invece il luogo che ha saputo meglio accogliere la gran parte dei fuggiaschi, gli Stati Uniti, ha avuto un’accelerazione impressionante proprio grazie a questi apporti, diventando rapidamente la prima potenza al mondo.
Un governante lucido dovrebbe vedere come principale campanello d’allarme per il futuro del suo Paese proprio la tentazione dell’abbandono. Che normalmente nessuno vuole fare: se decide di abbandonare la sua terra significa che la situazione ha oltrepassato ogni livello di guardia.
Tra l’altro chi pensa che chi se ne va via porti via anche il suo pensiero si sbaglia di grosso: anche perché quasi sempre dall’esilio si sono organizzate le forze per affermare nel luogo di origine proprio le idee che si erano volute scacciare.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Nel nostro Paese non sono mai mancate storie di ribellioni di piazza e tumulti da parte di cittadini di varie parti della penisola. Per questioni fra le più svariate, non solo legate al grande intervento della popolazione italiana nello scacciare il nemico nazista durante il secondo conflitto mondiale.
Quando i MILANESI hanno dato il MEGLIO di SÉ
Ogni grande capoluogo di provincia ha una storia rivoluzionaria a sé stante e Milano, naturalmente, non è da meno. Soprattutto negli anni che precedono e seguono l’Unità d’Italia (1861). Vediamo dunque assieme quali sono state le imprese, le rivolte storiche, o semplicemente, le occasioni in cui il popolo meneghino è sceso in strada e ha dimostrato, compatto e determinato, quanto potere fosse in suo possesso. Anche a costo della vita.
# Quando i milanesi hanno dato il meglio di sé: la rivolta dei sigari
Credits: skuola.net 5 giornate di Milano
“Succede un quarantotto” è un’espressione tipica italiana stante a significare l’approssimarsi di un bel temporale, non in senso meteorologico ma come metafora di una grande battaglia che attende solo di essere scatenata. E di principio di battaglia si trattava quando, il 1 gennaio del 1848, aristocratici e nobili borghesi si ritrovarono come sempre a scambiarsi affettuosi auguri di Capodanno, senza uno dei simboli più consolidati della Milano bene: il sigaro.
Un’efficace passaparola proveniente dai quartieri alti aveva infatti dato il via a una simbolica protesta contro soldati e ufficiali austriaci. La parola d’ordine era: lotta all’imperial-regio governo austriaco e al suo capitale (i sigari e il tabacco, infatti, erano grande fonte di reddito per il monopolio del governo). Il 3 gennaio il feldmaresciallo Radetzky, che da tempo vietava ai militari di fumare per strada, avallò, secondo il racconto di Carlo Cattaneo, non soltanto sigari in abbondanza, ma “quanto denaro bastasse ad ubriacarli, mandandoli ad attaccar briga in città”. La miccia fu accesa in un batter d’occhi, e poche settimane a seguire austriaci e milanesi si ritrovarono a combattere nelle famose 5 giornate di Milano (18-22 marzo).
# Quando i milanesi hanno dato il meglio di sé: Tiremm Innanz
Credits: it.wikipedia.org Amatore Sciesa
Solo due anni dopo, un umile tappezziere di nome Amatore Sciesa divenne, suo malgrado, celebre in quanto promotore di un’iniziativa provocatoria, in linea con le tensioni mai del tutto sopite fra i patrioti di Milano e la politica repressiva di Radetzky. Alleatosi con alcuni gruppi clandestini repubblicani, iniziò a diffondere al buio delle lanterne dei vicoli milanesi una grossa quantità di manifesti rivoluzionari.
La sera del 30 luglio 1851, fu sorpreso in Porta Ticinese e accusato di averne affissi alcuni in via Spadari. Fu condannato a morte e venne condotto al suo ultimo viaggio da un corteo diurno, pianificato per passare proprio sotto le finestre della sua dimora. Quando i soldati al servizio del boia gli proposero la grazia in cambio dei nomi di altri complottisti, Sciesa pronunciò le celebri parole “Tirem Innanz”, ovvero proseguiamo, andiamo avanti, che tanto “non vi dirò nulla”. Morì dunque fucilato come un vero eroe popolare e fu sepolto al Fopponino di Porta Vercellina, luogo di riposo oggi non più esistente.
# Quando i milanesi hanno dato il meglio di sé: i Moti di Milano
Credits: milano.corriere.it i Moti di Milano 1898
I moti di Milano (6-9 maggio 1898)furono un’ulteriore rivolta dei milanesi contro il governo, a meno di cinquant’anni dalle vicende italo-austriache. Gli scontri avvennero a seguito di manifestazioni da parte di lavoratori, scesi in strada affrontando la polizia e i militari, per protestare contro l’aumento del prezzo del pane dei mesi precedenti, come avvenne anche in altre città italiane nello stesso periodo, e soprattutto contro le condizioni di lavoro a dir poco umilianti. Il governo si vide costretto a dichiarare lo stato d’assedio con il passaggio di poteri al generale piemontese Fiorenzo Bava Beccaris, la cui sanguinosa repressione con armi e cannoni delle proteste (83 morti accertati) causò indirettamente il regicidio, nel 1900, del re Umberto I per mano dell’anarco-insurrezionalista Gaetano Bresci.
# Quando i milanesi hanno dato il meglio di sé: gli anni ’60
Credits: atlantearchitetture.beniculturali.it Il Pirellone
Passati per buona sorte i conflitti del risorgimento e le guerre mondiali, le imprese dei milanesi si sono trasformate ed espresse in tutt’altro campo, decisamente più pacifico. Gli anni del boom economico sono stati infatti soprannominati anni del “miracolo italiano” e il miracolo, neanche a dirlo, crebbe e si sviluppò soprattutto ai piedi del Duomo. Lucio Fontana, Piero Manzoni, Bruno Munari e altri avanguardisti dell’epoca, habitus del quartiere di Brera. Artisti, poeti, scrittori e musicisti, i Beatles al Vigorelli nel 1965. E poi urbanisti e architetti che disegnarono la Milano del futuro, espandendo la città con i nuovi quartieri Gallaratese, Gratosoglio, Quarto Oggiaro e Comasina. Il Pirellone di Giò Ponti, la nascita delle tangenziali e la metropolitana con il design di Franco Albini, ma soprattutto, i primi supermercati, le aziende moderne e le imponenti opere pubbliche. Prima degli anni di piombo, insomma, Milano e i milanesi hanno messo la quinta, gettando le basi della metropoli internazionale in cui oggi viviamo (e che un giorno, chissà, potremo chiamare anche Città Stato).
# Quando i milanesi hanno dato il meglio di sé: Nessuno tocchi Milano
Credits: ilgiorno.it 1 maggio 2015
Il 1 maggio del 2015 Milano si è svegliata con i segni della devastazione compiuta da facinorosi, che probabilmente avevano ancora in mente le immagini di Genova di quattordici anni prima, ma che (possiamo dirlo) hanno protestato nel modo più sbagliato possibile. Devastando muri e vetrine del centro cittadino, oltre che automobili in sosta. Il Comune guidato da Pisapia ha prontamente provveduto adaprire uno sportello on-line, al quale negozianti e cittadini potessero inviare la loro lista dei danni, in modo da poter godere di una liquidazione di rimborso.
Ma la vera prova di forza l’hanno mostrata i cittadini comuni. È bastato pochissimo, infatti, perché la proposta della giunta comunale dell’appuntamento “Nessuno tocchi Milano” richiamasse e riunisse i milanesi nelle vie sconvolte dai manifestanti, per veicolare un messaggio di ribellione nei confronti dei violenti. E anche per rimboccarsi le maniche e provvedere a ripulire tali vie, scendendo in strada e risistemando le zone colpite dalla devastazione.
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Quante persone vorrebbero raggiungere il tetto del mondo, arrivare nel punto più alto e osservare l’intero pianeta ai propri piedi? Ecco in Italia si può fare, o meglio c‘è un posto conosciuto come Tetto del Mondo. Certamente non sarà ai livelli di guardare le cose da comodi sedili di un aereo, ma lo spettacolo che offre è imperdibile.
In ITALIA c’è il TETTO del MONDO
# Dove si trova
Credits: @i_love_marche Tetto del Mondo Castel di Mezzo
Parco del Monte San Bartolo, provincia di Pesaro Urbino, Marche. È qui, tra Casteldimezzo e la Baia di Vallugola, poco lontano da Gabicce Monte, che si trova il cosiddetto “Tetto del Mondo di Castel di Mezzo”. Si tratta dell’altopiano la “Montagnola”, raggiungibile attraverso numerosi sentieri, alcuni ben segnati altri un po’ meno. Uno dei modi più semplici per raggiungerlo è prendere la strada statale panoramica 16, risalire per Casteldimezzo e dopo 400 metri, in direzione Gabicce, imboccare il sentiero del Parco del Monte San Bartolo n° 151.
# Quanto è alto
Credits: themarcheexperience.com Sentiero Tetto del Mondo
Quanto sarà alto il tetto del mondo? Una domanda che tutti si saranno porsi. Quello italiano non è così alto come ci si potrebbe immaginare, ma la vista che regala gli ha fatto guadagnare lo stesso il soprannome di “Tetto del mondo”. La Montagnola, una distesa di verde che nel mese di maggio si riempie di ginestre, infatti, è alta solamente 196 metri sopra il livello del mare. La Montagnola, inoltre, è a ridosso della falesia viva e ciò rende il “Tetto del Mondo” abbastanza delicato e, se non si sta attenti, pericoloso perché si potrebbe cadere dalla scogliera molto ripida.
# Una vista a 360°
Credits: @volgo_pesaro_urbino Tetto del Mondo
Si è capito che il Tetto del Mondo italiano non ha grandi caratteristiche fisiche che lo rendono così particolare, ma è il favoloso panorama che si può godere dalla sua cima arrotondata che lo trasforma in un posto assolutamente da vedere. Uno scenario meravigliosa in tutte le direzioni, a 360°, e solo da 196 metri sul livello del mare. La vista poi non è solo sul mare, ma dal Tetto del Mondo si vede anche Casteldimezzo, con il suo vecchio porticciolo e la baia di Vallugola, Gabicce e la Riviera Romagnola a nord. Se poi ci si gira verso l’interno lo sguardo è tutto sulla Romagna, su San Marino e fino al Montefeltro.
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Da alcuni giorni sta circolando un filmato che riprende un vagone della metropolitana di Berlino. Di per sé nulla di particolare non fosse per il fatto che le persone ballano grazie alla musica di un DJ set improvvisato.
L’ultima IDEA berlinese: party con DJ set sulla METRO (video)
# Sulla metro a ritmo di musica
credits: @berlino magazine
Probabilmente è una sorta di flash mob, dato che alcuni hanno una bottiglia di birra in mano e non rendiamo a viaggiatori che casualmente viaggino con della birra allo zaino, tutti, tranne un ragazzo, indossano diligentemente la mascherina e tutti sembrano piacevolmente coinvolti dalle note prodotte dall’impianto del DJ. Perché parlarne?
Rendere piacevole lo spostamento sui mezzi pubblici crediamo sia una cosa utile oltre che incentivante per chi ancora tentenna tra l’utilizzo di un mezzo privato o in sharing e chi, per scelta o per necessità. Abbiamo già assistito ad altri meravigliosi flash mob ma pensare a qualcosa di più strutturato sarebbe, oltre che incentivante, anche istruttivo.
# Cambiamo la cultura dei trasporti
Credit: metronews.it
Pensiamo alla musica classica e alla musica in tutte le sue declinazioni, pensiamo alla lettura di brani o poesie, pensiamo anche alla divulgazione scientifica. Un modo gioioso e costruttivo per accompagnare le persone, che sono tante, che viaggiano sui mezzi pubblici. Se è la cultura della gente che deve cambiare nel modo di spostarsi perché. allo stesso tempo, non può cambiare la cultura di chi organizza i trasporti?
Arrivare addirittura a creare delle onde di genere culturale dove un usufruitore dei trasporti pubblici possa scegliere in base al genere musicale trattato, alla forma d’arte espressa. Il cambiamento deve essere reciproco e forse questa potrebbe essere una strada da percorrere.
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Una spiaggia paradisiaca, definita da Domenico Modugno, che aveva una villa proprio affacciata a questa spiaggia, “la piscina di Dio”. Apprezzata da tutto il mondo e invidiata da molti, questa spiaggia italiana è risultata “la più bella d’Europa” secondo i giudizi su Tripadvisor, come segnala il sito siviaggia.it.
La “SPIAGGIA più BELLA d’Europa” si trova in Italia
# La spiaggia dal mare stupendo a Lampedusa
Credits:@we_lovelampedusa Isola dei conigli
Stiamo parlando della Spiaggia dei Conigli di Lampedusa, collegata all’isola solo da un istmo sabbioso. Una spiaggia affascinante, dal mare stupendo, quasi trasparente, luogo magnifico e a tratti incontaminato. L’Isola dei Conigli, così è comunemente chiamata, si trova in una riserva naturale e non sempre è accessibile ai visitatori. Per salvaguardare la nidificazione delle tartarughe marine, infatti, si può andare alla spiaggia solo in alcuni momenti della giornata.
L’isola dei Conigli: dove si trova a Lampedusa
# Un paradiso terrestre
Credits: @sonia_trice_69 Isola dei conigli
All’Isola dei Conigli, l’acqua color piscina e i fondali trasparenti ti permettono di esplorare la fauna marina dell’isola di Lampedusa e, a volte, si riescono a vedere addirittura dei delfini. Se poi, al mare, si accompagna una spiaggia bianca finissima e un cielo di un azzurro intenso, si può dire che la Spiaggia dei Conigli di Lampedusa sia un vero paradiso terrestre.
#I numeri parlano chiaro: la Spiaggia dei Conigli è la più bella d’Europa secondo i giudizi di Tripadvisor
Credits: @davianzi Accesso isola dei Conigli
Non è una supposizione, un nostro presentimento o un parere di qualche italiano, la Spiaggia dei Conigli è veramente la spiaggia più bella d’Europa e d’Italia. Secondo la classifica fatta da TripAdivsor, portale per i viaggi, la Spiaggia dei Conigli torna in vetta classificandosi al primo posto.
# Le altre spiagge italiane in classifica: Sansone, Tropea e la Cinta
Quella di Lampedusa, però, non è l’unica spiaggia italiana ad essere inserita nella classifica: scendendo un po’ di posizioni si trovano la spiaggia di Sansone nell’Isola d’Elba, al 20esimo posto, la spiaggia di Tropea in Calabria al 23esimo e la Cinta di San Teodoro, in Sardegna, al 25esimo.
# Un’eccellenza italiana: nel 2014 era la spiaggia più bella del mondo
Credits: @ilcavallopazzo Spiaggia dei conigli
E nella classifica mondiale di “Travellers’ Choice 2021”, l’Isola dei Conigli torna su rientrando nella top10, posizionandosi precisamente ottava. Una spiaggia imperdibile che è stata per 3 volte la più bella d’Europa, nel 2015, 2019 e 2021, e addirittura la più bella del mondo nel 2014.
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Case a un euro. Sta diventando un modo per riqualificare paesi o territori abbandonati in tutta Italia. Pochi sanno che ci sono offerte di questo tipo anche in Lombardia. Non solo: pure a Milano!
Case a 1 euro a MILANO! Ecco dove
Il primo fu Sgarbi
Il primo fu Sgarbi che, come sindaco di Salemi in provincia di Trapani, propose la vendita di case a 1 euro per evitare lo spopolamento dell’antico borgo siciliano.
Questa iniziativa, apparsa come provocatoria, incontrò il favore di molte persone. Da lì questa formula ha preso piede ovunque, Italia e estero. Ora si è arrivati a coinvolgere anche grossi centri abitati con l’intenzione di poter dare un tetto a persone, specialmente a coppie impossibilitate di potersi permettere un appartamento a prezzo di mercato. Milano sembra desideri allinearsi con una offerta molto allettante.
Case a un euro a Milano?
Credits Dalla Bruna Fb – Crescenzago 4
Verrà messa al bando la grande area dell’ex parcheggio di via Crescenzago, zona Cascina Gobba, 13.300 metri quadrati che diventeranno edificabili. Con un prezzo ribassato l’acquirente si impegnerà a costruire, nella adiacente via Civitavecchia, alloggi a edilizia sociale.
Tra gli appartamenti che verranno costruiti una parte sarà venduta al prezzo simbolico di 1 euro. Taranto, Augusta e Laurenzana tra le città e paesi che parteciperanno alla stessa iniziativa con la quale si intende combattere il carovita e dare speranza alle molte persone che intendono costruirsi un futuro pur non godendo di gradi entrate finanziarie.
Reinventing City: il progetto che sta trasformando Milano
Credits Dalla Bruna Fb – Crescenzago 3
Reinventing cities è il bando internazionale che ha lo scopo di ridare lustro a luoghi abbandonati o in grave stato di degrado in un’ottica di rigenerazione urbana. Da Madrid a Reykjavik, da Chicago a Montreal passando da Dubai e Singapore il progetto comprende, per Milano alcune aree strategiche come Piazzale Loreto, l’ex Macello e lo Scalo Lambrate ma proprio in via Crescenzago si prevede la vendita di alloggi al costo di un solo euro.
Già si parla di molte altre località italiane che saranno protagoniste di questa bellissima iniziativa. Per via Crescenzago si promette una attenta analisi degli acquirenti per evitare speculazioni puntando su giovani e giovani coppie che portino una nuova ventata di euforia a incentivino le istituzioni a tornare a investire in servizi e infrastrutture.
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Il comunismo è morto ma anche il pensiero liberale non si sente molto bene.
Le grandi visioni del mondo ereditate dal passato vivono una crisi consolidata. Tutti i governi che hanno provato ad abbracciarne una sola hanno fallito l’obiettivo di realizzazione dell’essere umano. Le visioni del passato sono ormai incapaci di orientare il mondo di oggi che si è spinto al di là di qualunque visione.
Anche il pensiero liberale classico si è dimostrato del tutto inadeguato a fornire una soluzione al mondo contemporaneo.
Il pilastro del pensiero liberale è la teoria della mano invisibile di Smith. Ma oggi pensare che un privato libero di perseguire il suo interesse possa determinare sempre e comunque un guadagno sociale è privo di evidenza. Ci sono situazioni di posizione dominante nel settore privato che travalicano ogni responsabilità sociale e il potere delle multinazionali più grandi è degenerato in un abuso di potere esattamente come accadeva per le dittature o per governanti privi di limiti.
Occorre rigenerare il pensiero liberale alla luce anche di quanto non solo è cambiato il mondo ma anche facendo tesoro di componenti di altre scuole di pensiero.
In particolare sono due gli ingredienti fondamentali da inserire nel pensiero liberale per renderlo più coerente con la società di oggi.
Il primo è la sensibilità sociale. Un pensiero liberale evoluto deve inserire l’impegno sociale come parte integrante della realizzazione individuale. Nessun individuo o azienda o organizzazione può raggiungere uno stato di benessere e di autentica realizzazione se non sta contribuendo a un miglioramento della società nel suo complesso.
Rispetto a un approccio autoritario in cui si delega alla sovrastruttura di potere il ruolo di perseguire il bene di tutti, un approccio liberale dovrebbe invece responsabilizzare tutti gli individui a perseguire la propria realizzazione misurandola anche attraverso il contributo alla propria comunità.
Come i genitori possono decidere di dare una educazione più autoritaria oppure assecondare lo sviluppo del figlio aiutandolo nelle sue inclinazioni, così anche come contraltare a una società autoritaria la moderna società liberale deve cercare rendere partecipe il cittadino nelle scelte utili alla sua realizzazione e al benessere della comunità. Contribuendo con le sue azioni al bene della società, invece di voler imporre agli altri le azioni che reputa giusto compiere.
Il secondo aspetto è quello del rapporto con la natura. Viviamo un’epoca in cui è diventata prioritaria l’attenzione alla natura. Forse quello che manca è un approccio liberale, dove la natura non è vista come slogan o battaglie sui fenomeni, bensì come radicale rivisitazione del rapporto tra essere umano e natura.
Perché ogni essere umano è libero di scegliere ma gli effetti delle sue scelte vengono definiti dalla natura. Ognuno di noi è libero di sfidare le leggi della natura ma poi la natura fa pagare a ognuno le conseguenze.
Ci deve essere una libertà informata e responsabile, perché noi siamo parte della natura che non può essere assoggettata alla nostra razionalità o volontà, ma al contrario rispettata e assecondata nei suoi effetti.
Sentirsi parte di un ordine e di un’armonia che riguarda ogni vivente sul nostro pianeta può renderci più funzionali nelle scelte e favorire anche uno sviluppo della nostra società in modo più armonico alle leggi naturali.
Sono due le coordinate da tenere in considerazione, da un lato il rapporto tra individualismo e sensibilità sociale, dall’altra tra naturale e artificiale.
Dove il ruolo chiave di un nuovo pensiero liberale è quello di mettere al centro dell’azione e della responsabilità l’individuo ma all’interno di queste coordinate.
La nuova visione deve essere di un uomo che si realizzi in armonia con la natura e la comunità.
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Il bosco verticale di Milano non è l’unico edificio legato alla biodiversità ad attirare l’interesse e il fascino dei turisti e delle persone di tutto il mondo. Anche in Germania c’è un palazzo simile, considerato il più verde di tutta Europa, in cui viene messo in primo piano il rapporto che l’uomo ha instaurato con la natura.
Berlinomagazineci porta a scoprire questo capolavoro ecosostenibile.
Il “PALAZZO BOSCO”: è il più verde d’EUROPA
# 30mila alberi su due palazzi
credits: @andreasbrautlecht su IG
Si chiama Kö-Bogen e si trova in Germania, più precisamente a Düsseldorf. È interamente coperto da alberi e ciò gli è valso il titolo di “edificio più verde d’Europa”. Composto da due palazzine -una presenta solo facciate in vetro ed è l’entrata principale, l’altra ha una struttura più inclinata- la loro particolarità sta nei 30.000 alberi e siepi di carpino bianco che lo ricoprono, disposti su 8 chilometri e 25.000 metri quadrati.
L’utilizzo di questa pianta per la realizzazione dei suoi palazzi è strategico: il carpinus betulus “è un’essenza forestale autoctona che viene utilizzata anche in ambito ornamentale per le sue caratteristiche estetiche. La particolarità del carpino bianco sta nel mantenimento delle sue foglie secche anche durante il periodo autunnale.”
# Una finestra verde nella città
credits: @lifeindus su IG
Il progetto, realizzato da Ingenhoven Architects dopo aver vinto l’appalto per dei lavori di riqualificazione dell’area, s’ispira alla tecnica architettonica “Land Art” che si propone di mescolare la costruzione umana con elementi naturali.
L’obiettivo è stato di realizzare un edificio sostenibile che avesse “il compito di restituire alla città una finestra verde lì dove un tempo c’erano solo industrie” attraverso l’impiego di materiali sostenibili per far fronte al sempre crescente cambiamento climatico dovuto all’inquinamento.
# Anche Milano ha il suo bosco
credits: @katta8111 su IG
Uno dei palazzi simbolo della bella Milano è sicuramente il Bosco Verticale che ora si trova a dover affrontare la concorrenza del nuovo Kö-Bogen. Il palazzo milanese, con le sue due torri, ospita una vegetazione che equivale a 30.000 mq di bosco e mira a creare un ambiente dove l’essere umano non è più l’unico ad essere al centro dell’attenzione, ma si trova a coesistere con alberi e uccelli.
Il bosco milanese è vincitore di alcuni importanti riconoscimenti come “l’International Highrise Award del Deutschen Architekturmuseums di Francoforte (2014) e il CTBUH Award come miglior edificio alto del mondo, del Council for Tall Building e Urban Habitat dell’IIT di Chicago (2015).”
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Il Sindaco di Milano Beppe Sala crolla nella classifica dei consensi, il presidente Fontana torna ai livelli di gradimento che aveva ai tempi della sua elezione. Ecco i migliori sindaci e governatori.
Gradimento: SALA 81ESIMO tra i sindaci, FONTANA DECIMO tra i governatori
# Decaro di Bari e Brugnaro di Venezia i sindaci più amati, Sala perde 30 posizioni in un anno
Decaro – Sala
Nel sondaggio annuale che coglie i trend degli amministratori locali, realizzato da Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore e pubblicata oggi 5 luglio, sindaci e presidenti di regione vengono valutati 16 mesi dopo lo scoppio della pandemia e quindi sulle prospettive di ripresa di tutte le attività.
Tra i primi cittadini è sempre Antonio Decaro, sindaco di Bari, a confermarsi in testa alla classifica di gradimento con il 65%dei consensi, a seguire Luigi Brugnaro di Venezia al 62% con una crescita del 7,9% e terzi a pari merito con il 61% il primo cittadino di Ascoli Piceno Marco Fioravanti e Giorgio Gori di Bergamo, quest’ultimo in miglioramento del 5,7%.
Tutti i principali cittadini delle grandi città capoluogo di regione hanno registrato un sensibile calo e anche Beppe Sala, Sindaco di Milano, non fa eccezioni, anzi: per la prima volta scende sotto quota 50% del gradimento, precipitando all’81esimo posto nella classifica generale, in discesa dal 52esimo del 2020, con un peggioramento del 2,7% rispetto al sondaggio dell’anno precedente.
# Tra i presidenti in testa Zaia e Bonaccini, Fontana risale al decimo posto
Credits: larepubblica.it – Zaia e Fontana
Luca Zaia anche nel 2021è primo per gradimento nel “Governance Poll” tra i presidenti di regione con il 74% di consensi. In seconda posizione si piazza Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna in crescita del 6% al 60%, in terza posizione ex-aequo per Massimiliano Fedriga del Friuli Venezia Giulia e Vincenzo De Luca della Campania al 59%.
Credits Il Sole24ore – preferenze-governatori
Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, fa un balzo in avanti dopo il terzultimo posto del 2020 salendo alla decima posizione: una crescita del 2,7% con il 48% dei consensi. In commento del Il Sole24ore: “Fontanasi riavvicina ai livelli che nel 2018 l’avevano portato a succedere a Palazzo Lombardia al suo collega di partito, e concittadino varesino, Roberto Maroni.”
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Dopo Singapore anche l’UK sembra indirizzarsi verso un radicale cambio di strategia. La decisione di Boris Johnson: lasciare ai cittadini libertà di giudizio nell’affrontare il rischio. Le restrizioni potrebbero essere rese facoltative dal 19 luglio.
🛑 Johnson: “CONVIVERE con il Covid come con l’INFLUENZA”. In UK le restrizioni diventeranno FACOLTATIVE?
# Johnson confermerà lo stop alle restrizioni nel cosiddetto “Fredoom Day”
Credits notizieoggi24.it – Boris Jonhson
Boris Johnson nel pomeriggio di lunedì 5 luglio dovrebbe annunciare lo stop alla maggior parte delle restrizioni in vigore, come le regole di distanziamento di un metro tra le persone e l’obbligo di lavorare da casa, dal 19 luglio nel cosiddetto Freedom Day.
Credits Dailymail – Crescita contagi
Questa scelta verrà portata avanti nonostante l’impennata di casi, a causa della variante indiana, e la risalita di ricoveri e decessi pur con l’83% degli adulti che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino. Il motivo è che bisognerà convivere con il coronavirus come si fa con l’influenza. Come ha dichiarato un portavoce del governo: “Ciò significa che ricoveri, malattie gravi e decessi per Covid continueranno, anche se a un livello molto inferiore rispetto a prima del programma di vaccinazione.” Aggiungendo che “Il Ministro alla Salute non ha detto che il Covid fosse come l’influenza. Ha detto che dobbiamo imparare a conviverci e trovare modi per affrontarlo, allo stesso modo in cui facciamo con l’influenza.”
Il Primo Ministro inglese dirà ai cittadini britanniciche potranno di nuovo valutare in autonomia i rischi legati al Covid-19. Oltre a questo pub e altri locali non dovranno più raccogliere i dettagli dei clienti e potranno di nuovo fare servizio all’interno.
# Dal 19 luglio la mascherina non sarà più obbligatoria
Credits interris.com – Mascherine Uk
Tra le restrizioni che cadranno nel Freedom Day del 19 luglio, come anticipato dal Ministro delle aree urbane e delle comunità locali Robert Jenrick, ci sarà anche quella dell’obbligo di utilizzo della mascherina: “Penso che indossare una mascherina sia qualcosa che abbiamo imparato essere estremamente prezioso da fare in determinate circostanze. Non mi piace indossare una mascherina e non credo che a molte persone piaccia farlo. Passeremo a una fase in cui queste saranno questioni di scelta personale e quindi alcuni membri della società vorranno farlo per ragioni perfettamente legittime.”
Nel breve periodo verrà interrotto anche il tracciamento dei contatti in modo che le persone che sono state vaccinate due volte non debbano isolarsi per dieci giorni e possano scegliere volontariamente se sottoporsi ai test.
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Come può evolversi una torre continuando ad attirare l’attenzione? La risposta per Sou Fujimoto Architects è un progetto che ha dell’incredibile: una torre che sembra essere una cascata ghiacciata volante ma che allo stesso tempo è un insieme di piccole isole.
Vediamo insieme questo progetto futuristico.
La “TORRE ETEREA”: il GRATTACIELO che sembra una CASCATA GHIACCIATA
# L’Ethereal Tower: il progetto vincitore del New City Center Landmark
Credit: @sou_fujimoto
Sou Fujimoto Architects ha svelato il progetto vincente del New City Center Landmark, si chiama Ethereal Tower ed è una torre monumentale galleggiante sulla baia del distretto di Qianhaiwan a Shenzhen, in Cina.
Shenzhen è una città costiera a sud della provincia del Guangdong, a circa quaranta chilometri da Hong Kong. Grazie alla sua posizione quello che era un villaggio di pescatori si è trasformato in una metropoli moderna che ospita importanti aziende tecnologiche e diverse start-up.
Questa città in forte espansione desiderava un progetto spettacolare per sfoggiare la sua ricchezza e sembra proprio che l’Ethereal Tower sia perfetta.
# Il grattacielo composto da 99 isole
Credit: @sou_fujimoto
La torre proposta è alta 268 m ed è composta da 99 “isole” simili, sempre a forma di torri, che si ergono sulla superficie dell’acqua e sono collegate da un piano orizzontale nella parte superiore.
Queste sezioni svaniscono gradualmente mentre scendono, dando la sensazione di trovarsi davanti ad una cascata ghiacciata.
La torre sarà dotata di una piattaforma panoramica, che funge anche da spazio espositivo tridimensionale, con ristorante e caffetteria da dove poter ammirare un panorama mozzafiato.
Sou Fujimoto ha cercato di fondere il naturale con l’artificiale, rendendolo il più armonico possibile.
Ma in che modo la struttura rimane “a mezz’aria”?
# Come funziona la struttura
Credit: buildingcue.it
Come riporta greenme.it secondo i progettisti, un grande nucleo centrale sosterrà la torre, mentre enormi cavi di tensione trasferiscono il resto del carico.
La maggior parte dei 99 elementi simili pendenti ha punti di contatto limitati con la torre principale, da qui l’effetto per cui sembra che la Torre Eterea fluttui nell’aria.
La Ethereal Tower è principalmente costruita con acciaio, fibra di carbonio, Kevlar Rope e cemento.
# La “Torre Eiffel” del XXI secolo?
Credit: @sou_fujimoto
Essendo uno e molti contemporaneamente, simboleggia il futuro delle società nell’era della diversità.
Per il loro concetto di design, lo studio di architettura si è chiesto: ” Cosa significa una nuova ‘torre’ nel 21° secolo? Come può evolversi una torre continuando ad attirare l’attenzione, come fa la Torre Eiffel?”.
Sulla base delle risposte e dell’attuale tessuto urbano del quartiere, l’azienda ha proposto una struttura a sospensione, che ricorda un gruppo di isole, una città aerea e anche una cascata ghiacciata.
Sou Fujimoto non ha ancora indicato una data di inizio dei lavori ma una volta finita l’Ethereal Tower potrebbe essere la torre del futuro.
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